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Catechesi sulla "Escatologta -iNovissimi"
Porto San Giorgio 30 Settembre - 3 ottobre 2010
PREMESSACome Dio vuole siamo giunti alia catechesi sulla "Escatologia' ' 0 "Novissimi" gia preannunciata quattro anni
fa. Questi anni di attesa per voi, e per me di preparazione, sono stati provvidenziali per poter consultare molti
libri, oltre ai testi ufficiali del Magistero. Quanto riusciro ad esporre eben poca cosa rispetto alla ricchezza di
queste realta che prima 0 poi ci tocca vivere da vicino: 0 nei nostri cari, familiari, parenti e amici, oppure
nella nostra stessa carne.
Come sempre cerchero di esporre alcuni dei molti aspetti, nella intenzione di donare un assaggio che stimoli
l'appetito ad approfondire temi cosi fondamentali per Ja nostra vita e la vita di ogni persona.
Forse qualcuno puo essere tentato di pensare che un tema sulla Escatologia non sia di attualita,
sopratutto per igiovanl delle nostre comunita, non tanto come iemi sulla sessualita, l'amore, la famiglia.
Personalemte penso che anche se questo puo essere it primo pensiero si vedra che invece questi temi sono di
importanza vitale non solo per persone mature ed anziane, rna sopratutto per iglovani che sono chiamatida Dio a discernere ilproprio cammino nella vita: guardando al traguardo e p in facile scoprlre e sceglierele strade che vi conducono.
E' certo che parlare oggi di "Novissimi", secondo la descrizione classica: morte, giudizio, inferno e
Paradiso, puo suscitare sopratutto nelle persone pili adulte reminiscenze Iugnbri e portatricl di timori e
paure come risonanza delle antiche predicazioni nei Quaresimali 0 nelle missioni popolari prima del
Concilio Vaticano II. Ma questo Concllio ha recuperate prospettlve plu consolantl inquadrando queste
"Ultime realta" all'Interno della storia della Salvezza, come culmine e compimento dell'opera di riscatto e
di salvezza che il Signore ci ha donato di sperimentare all'interno della Chiesa, e per noi in una forma pili
profonda nel Cammino Neocatecumenale. Per questo iPadri Conciliari nella Costituzione sulla chiesa,
" Lumen g en tium" hariiio voluto dedicare itcapitolo VII alla Escaiologia, intitolato: " Indole esci itolog ica
della C hiesa peregrinante e sua unione con fa C hiesa celeste".
ITesti di riferimenti della catechesi sono anzitutto quelli del Magistero della Chiesa: ilCapitolo VII della
Costituzione " Lumen Gen tium" , La Costituzione pastorale Gaudium et Spes, n.39. 45,93, ~i numeri del
"Catechismo d el la Ch ie sa Cauolica" che si riferiscono alIa Escatologia, il Documento della Congregazione per la
Dottrina della Fede: " Le tt er a r ig ua rd an te a lc un e q ue st io ni d i e sc at ol og ia " del 1979, €I un Documento della
Commissione teologica Internazionale: ''A lc un e q ue sti on i attuali riguardanti l'Escatologia" del 1990,
recentemente la lettera Enciclica "Spe Salvi" di Papa Benedetto XVI del 2007. Oltre a questi testi del Magistero
alcuni testi di autori vari in sintonia con la dottrina della chiesa, tra cui segnalo anzitutto il libro di Joseph
Ratzinger in collaborazione con Johann Auer: " Es ca to lo gi a. Mo rte e v it a e te rn a" del 1979. Raccomando in modo
particolare la lettura del libro di Don Emiliano Jimenez/ Presbitero e Professore itinerante della Prima Comunita
Neocatecumenale della Parrocchia della Nativita di Roma, "A lle lu ia ! M ara na T ha ', E sc atolog ia c ristian a 2.
Avendo fatto il Cammino ha un linguaggio molto comprensibile per noi, semplice, chiaro e fondato nella
Tradizione cristiana, ricco di riferimenti alIa Sacra Scrittura, ai Padri della Chiesa ed al Magistero.
1 Don EMIUANO JIMENEZ HERNANDEZ, e nato ad Avila nel 1941. E' entrato nel Cammino neocatecumenale
nel 1969, nella prima comunita della parrocchia deIIa Nativita aRoma. Si e laureate in teologla morale, sotto la
direzione di Bernhard miring. Ha fatto iICammino con la sua Cornunita fino al giorno della sua morte (il 25 agosto
2007). Ha insegnato teologia morale in Peru e in diversi Seminari missionari Diocesani "Redemptoris Mater"
(Germania, India, Australia, Brasiie, Giappone...). Ha serltto numerosi librl in lingua spagnola, moIti dei quaJi tradotti
in italiano; tra questi ricordiamo: La storia della salvezza; IICredo, simbolo della fede della Chiesa; IIPadre Nostro; II
Cantico dei Cantici; II Decalogo: dieci Parole di Vita; Uomo e donna, immagine di Dio: morale sessuale.'Le ali della
Torah; Abramo, il credente; Detti dei saggi d'Israele; Davide, un uomo secondo il cuore di Dio; Geremia: mi hai
sedotto, Signore; Giona: i settanta voIti di Dio; Giobbe, crogiolo della fede; Rut la Moabita; Giuseppe in cerca dei suoi
fratelli; II Siracide; II Discorso della montagna.
2 Emiliano Jimenez Hernandez, "Alleluial Marana Tha". Escatologia cristiana, Ed. Chirico, Napoli, 2007.
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Come negli altri anni, data la difficolta per esporre la ricchezza di questi temi, in COS! poco tempo, sono
costretto a brevissimi cenni solamente riguardo agli aspetti che mi sono apparsi piu importanti presentare e
chiedo venia per le molte lacune.
Sara disponibile per ogni fratello che 1 0 desidera it testo scritto di questa catechesi con le citazioni dei testi
del Magistero e degli autori consultati, per chi volesse approfondire.
La prima parte della Catechesi, nella quale espongo alcuni aspetti fondamentali per meglio comprendere le
"Ultime Realta", per chi 1 0 desidera, la trovate nel teste scritto come "Appendice''. Ritengo che questa
esposizione sia importante per chi voglia approfondire, qui mi limite ad un brevissimo accenno.
INTRODUZIONE
Prima di entrare nell'argomento della Catechesi sui Novissimi, e importante avere presente l'Inno di
Benedizione diSan Paolo a Dio Padre all'inizio della Lettera agli Efesini (1,3-11):
Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesu Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituaJe nei cieli, in Cristo.
In lui ci Ita scelti prima della creazione del mondo,
per essere santi e immaeolatl al suo cospetto nella carita,
predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesu Cristo,secondo il beneplacito della sua volonta.. ..
Egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volonta,
per realizzarlo nella pienezza dei tempi:
il disegno doe di ricapitolare in Cristo tutte le cose,
quelle del cielo come quelle della terra.
Questo Testo costituirs 10 sfondo necessario per comprendere l'esposizione della Escatologia 0Novissimi.
La Creazione in vista di Cristo
Ricapitolare in Cristo tutte le cose-P. Livio Fanzaga, nel suo !ibro sui Novissimi: Sguardo sull'etemita; scrive:
"Il Padre, quando ei ha tratti dal nulla, ci Ita ereati tutti in vista di Cristo perche
fossimo una cos a sola con Cristo, perche diventassimo figl! nel Figlio, come figli
adottivi suoi; ci ha creati, scrive Paolo, per «rlcapitolare in Cristo tutte le cose» (Ef 1,
10), ci ha chiamati ad «essere santi e immaeolati davanti a lad nella carita» (Ef 1,4).
Questo dunque e il grande progetto £ I i Dio: usciamo da Dio e a lui torniamo dopo la
traversata di quel mare che e la vita. E la medesima traiettoria di Gesu: «Sono uscito
dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo ilmondo e vado al Padre» (Gv
16, 28); e la medesima anche se noi non veniamo dal Padre allo stesso modo di Gesu, in
quanta noi veniamo per creazione, mentre Gesu viene dal Padre per generazione eterna.".
L'aspirazione alparadisoCreatida Dio al fine di farci suoi figli adottivi in Cristo, ogni uomo porta nel suo euore l'aspirazione e la
ricerca della felicita. Come afferma ilCatechismo della Chiesa Cattolicai'
«II deslderio di Dio e Inscritto nel cuore dell'uomo, perche l'uomo e stato creatoda Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a s e I'uomo e soltanto in Dio l'uomo
trovera la verita e Ia feliclta che cerca senza posa» (CCC2·7).
Noi tutti certamente bramiamo vivere felici,
3 P. Livio Fanzaga, Sguardo sull'etemita.Morte, giudizio, Inferno, Paradiso, Sugarco 2005, pp. 14-15.
4 Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana 1992.
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Cercando Te, Dio mio, io eerco Ia felicita.[Sant'Agostino,Conjessiones, 10, 20,29]. Dio solo sazia [SanTommasod'Aquino,Expositio in symbolum apostolicum,
1]» (CCC1718).
Un a uto re c he h a ra cc olto ilp ensiero di S ant Agostino scrive:"
"Spesso il crlstlanesimo viene vissuto e insegnato come un "penoso dovere", si dice
che "essere crtstianl e difficile e lmpegnativo''. Per Agostino, invece, "la fede e unpiacere", un rispondere all'attrazione di Dio. Quindi dal Commento al Vangelo di San
giovanni, 26,4-7, cita:"Quando ascolti: nessuno viene a me se non e attratto dal Padre, non pensare di essereattratto per forza, Anche l'amore e una forza che attrae l'anima. Che significa essere attrattidal piacere?Metti il tuo piacere nel Signore, ed egli soddisfera idesideri del tuo cuore (Sal36,4).
Se isensi del corpo hanno iloro placeri, perche I'anima non dovrebbe averli? Be
l'anima non avesse suoi piaceri, ilsalmista non direbbe: Gli uomini si rifugiano all'ombra
delle tue ali; s'inebriano per I' abbondanza della tua casa, bevono al torrente delle tue
delizie; poiche presso di te e la fonte della vita e nella tua luce noi vediamo la luce (Sal
35,8-10). Dammi un cuore che ama, e capira cio che dico. Viene a me - dice ilSignore-
chi e attratto dai Padre".
L'escatologia ai nostri giorni:
dal Paradiso del Cielo al paradise in terra
Un autore francese" parlando di una statistica del 1994 su cosa pensa la gente sia secolarizzzata sia credente
in Francia, constata:
"una grande parte dei nostri eontemporanei stima che la morte sbocchi nel nulla e allo
stesso tempo l'Interrogativo sull'aldila raggiunge ai nostri giorni una attualita nuova.
Paradosso dell'uomo moderno.
COS! Il 42% del francesi pensa che la morte e la fine assoluta, la sparizione del corpo edello spirito; it 45% pensa che e un passaggio verso un'altra cosa. E la cosa pili
sorprendente e che queste statistiche non differenziano le categorie dei credenti dai non
credenti, dato che ll 38''10di coloro che si dicono "cattolici" stimano che la morte e lafine di tutto, e il29% degli atei crede in una forma di vita dopo la mortel
La nostra societa moderna, che ha posticipato Il termlne massimo della morte, non sa
pili come integrare questo "intruso" che resiste alia sua tecnica. Si cerca di
marginizzarla, di banalizzarla, sl flnge di disinteressarsene quando essa eonnipresente".
Interviste e statistiche anche phi recenti nei paesi di antica tradizione cristiana, come quella fatta di recente
tra icattolici in Italia, danno percentuali ancora pili alte di quelle sopra citate.
Ialsi paradisi terreni
Papa Benedetto XVI nella sua lettera enciclica "Spe Salvi,,7 esamina alcune delle cause che hanno
deterrninato it passaggio dal desiderio del paradise, del cielo, al desiderio e alla volonta di costruire il
paradise qui in terra. Gia nelle catechesi degli scorsi anni abbiamo esposto alcune di queste cause: illuteranesimo, l'iIIuminismo, la rivoluzione francese, l'impatto del progresso scientifico e tecnico, la
rivoluzione industriale, il marxismo, il nazismo, le due guerre mondiali, rna e importante conoscere I'analisiche Papa Benedetto fa, mostrando le cause per cui inovissimi e l'escatologla hanno perso interesse non
solo per inon credenti rna per gli stessi credenti, anche cattolici. Come si e passati da una tensione alParadiso del cielo alla volonta di costruire il Paradiso in terra.
5 AdolfoScandura,Agostino - II desiderio di Dio, Ed.MessaggerodiPadova,Pdova2009, pp. 65-66.
6MichaelHubaut,La Vie au-dela de fa vie, DescleedeBrower,Paris1994 (traduzionemia).
7 PapaBenedettoXVI,Lettera Enciclica "Spe Salvi", LibreriaEditriceVaticana,Roma,30Novembre2007.
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Rimandiamo al testa in "Appendice", ovviamente oltre alia lettura della enciclica stessa: qui solo alcuni
accenni:
II Papa nella sua lettera Enciclica pone questa interrogativo:
Come ha potuto svilupparsi l'idea dena salvezza come strettamente Individualistica?
16. Per trovare una risposta all'interrogativo dobbiamo gettare uno sguardo sulle componenti
fondamentali del tempo moderno. Esse appaiono con particolare chiarezza in Francesco
Bacone."
Che un'epoca nuova sia sorta - grazie alia scoperta dell'America e aile nuove conquiste
tecniche che hanno consentito questa sviluppo - e cosa indiscutibile. La novita - secondo la
visione di Bacone - sta in una nuova correlazione tra scienza e prassi.
17....Per Bacone, infatti, e chiaro che le scoperte e le lnvenzioni appena avviate sono solo un
inizio; che grazie alla sinergia di scienza e prassi seguiranno scoperte totalmente nuove,
emergera un mondo totalmente nuevo, if regno dell'uomo ... Durante l'ulteriore sviluppo
dell'ideologia del progresso, la gioia per gli avanzamenti visibili delle potenzialita umane
rimane una costante conferma della fede nel progresso come tale.
18. Al contempo, due categorie entrano sempre pili al centro dell'idea di progresso: raglone e
liberta. II progresso e soprattutto un progresso nel crescente dominlo dena ragione e questa
ragione viene considerata ovviamente un potere del bene e per il bene. n progresso e il
superamento di tutte le dipendenze - e progresso verso la liberia perfetta, Anche la liberiaviene vista solo come promessa, nella quale l'uomo si realizza verso la sua pienezza ....
Ambedue iconcetti portano quindi in s e un potenziale rivoluzionario di un'enorme forza
esplosiva.
19. C'e innanzitutto la Rlvoluzione francese come tentativo di instaurare il dominlo dena
ragione e della liberta ora anche in modo politicamente reale.
20. L'Ottocento .,. continuo a considerare ragione e liberia come le stelle-guida da seguire suI
cammino della speranza. L'avanzare sempre pili veloce dello sviluppo tecnico e
l'mdustrializzazione crearono, tuttavia, ben presto una situazione sociale del tutto nuova: si
formo la classe dei lavoratori dell'industriaeil-cosiddetto"«proietariatoim:iustriaie»;le-cui~c
terribili eondlzlonl di vita Friedrich Engels nel 1845 illustro in modo sconvolgente. Per il
lettore doveva essere chiaro: questo non puo continuare; e necessario un cambiamento, Ma il
cambiamento avrebbe scosso e rovesciato I'intera struttura dena socleta borghese. Dopo la
rivoluzlone borghese del 1789 era arrivata l'ora per una nuova rivoluzione, quella proletaria:
il progresso non poteva semplicemente avanzare in modo lineare a piccoli passi, Ci voleva i R
salto rivoluzionarlo.
Karl Marx cerco di avviare questo nuovo passo grande e, come riteneva, definitivo della storia
verso la salvezza - verso quello che Kant aveva qualificato come il «regno di Dim>. Essendosi
dileguata la verita dell'aldila, si sarebbe ormai trattato di stabilire Ia verha dell'aldiqua ....
21.. ..11 suo [di Marx] errore sta phi in profondita. Egli ha dlmenticato che I'uomo rimane
sempre uomo, Ha dimenticato l'uomo e ha dimenticato ia sua liberta. Ha dimenticato che la
liberta rimane sempre liberta, anche per if male. Credeva che, una volta messa a posto
l'economia, tutto sarebbe stato a posto."
"Marx condivide con i socialisti che 1 0 hanno preceduto la convinzione che la
approprtazione tcollettiva del mezzi di produzione possa rlmedlare a tutti. imali
della societe. E va molto oltre, poiche si asp etta dalla proprieta socializzata un mondo
8 Bacone, Londra 1561-1626.
9 A questa proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica dice molto bene: «La dottrina sui peccato originate -
connessa strettamente con quella della Redenzione operata da Cristo - offre uno sguardo di Iucido dlscernimento
suna situazione dell'uomo e del suo agtre nel mondo, In conseguenza del peccato dei progenitori, il diavolo ha
acquisito un certo dominio sull'uomo, benche questi rimanga libero. II peccato originale comporta "la schiavitu sotto
il dominio di colui che della morte ha il potere, cioe il diavolo". Ignorare che I'uomo ha una natura ferita, incline
al male, e causa di gravi errori nel campo dell'educazione, dena politica, dell'azione sociale e dei costumi» (CCC
407).
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Dena abbondanza, una societa senza classi, l'estinzione delle Stato; la piena
riconciJiazione dell'uomo con se stesso, insomma con la sua essenza sociale e con Ia sua
natura, un felice "regno della liberta", una specie di paradise terrestre't'",
II suo vere errore e il materialismo: l'uomo, infatti, non e solo il prod otto dl
condizloni economiche e non e possibile risanarlo solamente dall'esterno creando
condizioni economiche favorevoli.
Riguardo ai "Falsi Paradisi" vorrei segnalare il libro di Luc Baresta!', un fratello della prima comunita
della parrocchia della Bonne Nouvelle di Parigi, ch e ho fatto tradurre e publicare in Italiano e Spagnolo. Nel
Capitolo 1 : "Annunci menzogneri nel XX secolo" descrive i principaJi tentativi dell'ultimo seco lo d i costruire
un Paradiso in Terra: dal marxismo in Russia e in aItri paesi, al nazismo, alle sette, alla new age, ecc ... 12
II paradiso secondo la Rivelazione
Di fronte a questa riduzione del paradiso, del cielo, in un cielo terrestre, Papa Benedetto XVI nella lettera
enciclica "Spe Salvi" esplicita qual e il fondamento della speranza cristiana:
2 L' «elemento dlstintivo dei eristiani consiste nel fatto che essl hanno un futuro.
5 La vita non e un semplice prodotto delle leggi e della casualita della materia, rna in tutto e
contemporaneamente al di sopra di tutto c'e una volonta personale, c'e uno Spirito che in Gesu
si e rivelato come Amore.
Papa Benedetto esplicita nella sua enciclica che Ia speranza si fonda sulla fede, riferendosi alla frase di
Paolo: «La fede e hypostasis (Jondamento) delle cose che si sperano; prova delle cose ch e non si vedono»
(Ebr. 11,1).
7... .la fede e una costante dlsposizione dell'animo, grazie a cui la vita eterna prende inizlo
in noi e la ragione e portata a consentire a cio che essa non vede ... sono g i a presenti in noi le
cose che si sperano: il tutto, la vita vera. E proprio perche la cosa stessa e gia presente, questa
presenza di cio che verra crea anche certezza: questa «cosa» che deve venire non e ancoravisibile nel mondo esterno (non «appare»), rna a causa del fatto che, come realta iniziale edinamica, Ia portiamo dentro di noi, nasce gia ora una qualche percezione di essa.
avanti nella stessa lettera Enciclica espone c o n t e n 1 . i t o d e n a s p e r a n : i a c a s H a i : i a c l : i e ~ i n r i o i :
Lavera flsionomia dena speranza cristiana
24. Chiediamoci ora di nuovo: che cosa possiamo sperare? E che cosa non possiamo sperare? ...
a) il benessere morale del mondo non puo mai essere garantito semplicemente mediante
strutture, per quanto valide esse siano. Tali strutture sono non solo importanti, rna necessarie;
esse tuttavia non possono e non devono mettere fuori gioco la liberia dell'uomo .. , La
liberia necessita di una convinzione; una convinzione non esiste da se , rna deve essere
sempre di nuovo riconquistata eomunitariamente.
b) Poiche l'uomo rimane sempre libero e poiche la sua liberta e sempre anche fragile, non
esistera mai in questo mondo il regno del bene definitivamente consolidato. Chi promette it
mondo migliore che durerebbe irrevocabilmente per sempre, fa una promessa falsa; egli
ignora la liberia umana .... La lib e ra adesione al bene non esiste mai semplicemente da se ....
26. Non e la scienza che redime l'uomo. L'uomo viene redento mediante l'amore. L'essere
umano ha bisogno dell'amore lncondizionato. Ha bisogno di quell a certezza che gli fa dire:«Ne morte ne vita, ne angeli ne principati, ne presente ne avvenire, ne potenze, ne altezze ne
profondita, ne alcun'altra creatura potra mai separarci dall'amore di Dio, che e in Cristo Gesu,
nostro Signore» (R m 8,38-39).
10 La Dottrina sociale della Chiesa, di Jose Miguel Ibanez Langlois, Ed. Ares, 1989, Milano, p. 259.
IILuc Baresta, giornalista francese, ha collaborato a l' Homme Nouveau dal 1946 al 1963 e a La France Catholique
dal 1963 al 1988, di cui per molti anni e stato redattore principale. Membro della prima cornunita neocatecumenali diParigi, e impegnato come catechista nell'opera della nuova evangelizzazione.
12 Luc Baresta, L 'Annuncio del Paradiso sui nostri deserti, San Paolo, Cinisello Balsamo 2008, pp. 25-42.
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ISeesiste questo amore assoluto con la sJa certezza assoluta, allora - soltanto allora -Tuomo e«red ento», qualunque cosa gli accada nbi caso particolare. : I t questo che si intende, quando
diciamo: Gesu Cristo ci ha «redenti». '
27. La vita nel senso vero non la si ha inis6 da soli e neppure solo da se : e ss a e una relazione.
E la vita nella sua totalita e relazione don Colui che e la sorgente dena vita. Se siamo in
relazione con Colui che non muore, che .~ la Vita stessa e 1 0 stesso Amore, allora siamo nella
vita. Allora «viviamo», I::
31 .... Dio e if fondamento della speranza - non un qualsiasi dio, ma quel Dio che possiede unvolto umano e che ci ha amati sino alia fine: ogni singolo e l'umanita nel suo lnsieme. II suo
regno non e un aldila immaginario, posto in un futuro ch e non arriva mai; Il suo regno epresente 1 2 dove Egll e amato e dove il SiUO amore ci raggiunge.
II Concilio Vaticano II:
superamento di una visione individualistica dei Novissimi
Dai "Novtssttnl'tdel Medio Evo alla "Escatologia" del (onemo vattcano II
I fratelli adulti ricorderanno come v en iv an o in se gn ati i"No vissim i" n el catechismo in P arro cc hia , O g gi,
grazie al recupero delle fonti della Scrittura, dei Padri della Chiesa, e al movimento liturgico confluiti nelC o nc ilio V atic an o II, q ue llo che era l'insegnamehto (dottrina) dei Novissimi e state integrato come il c ulm in e
e it compimento della Storia della Salvezza, realizzato per tutti noi in Gesu Cristo, morto e risorto, asceso al
cielo e anticipato nella Vergine Maria assunta in cielo in anima e corpo. Un autore cosi scrive: 13
La visione escatologlca del Vaticano II non si limita all'affermazione dei «Novissimi» e alla
loro illustrazione, come era la manualistica preconciliare, ma fonda gli eventi ultimi e Ii fa
vedere come dementi inserlti in tutta fa realta e la vita della Chiesa. La Chiesa, che accetta e
fa sua tale prospettiva escatologica, si presenta ed e una Chiesa viva e dinamica, attenta e
vigilante, gridando con tutto ilcuore a ssiem e a llo Spirito Santo, ch e abita in lei: vieni, Signore
Gesul
Priva di questo slancio e di questa speranza, ella perde un aspetto essenziale e si riduce a
vivere nell'applattimento quotidiano 0 ad accontentarsi di semplici stratagemmi umani
inefficaci e insignificanti, incapaci di costruire realmente il regno di Dio e di condurre gliu om ini alla lo ro p iene zza beatificante, nella glorificazione del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo.
Tommaso Stancati alla voce "Escatologia", in Lex icon , D i zi onar io t eo lo gi co enc ic lo pedi co '" , scrive:
"I I Vaticano IIha sottolineato fortemente l'essenziale dimensione escatologica del
cristianesimo, confermando la validita dell'escatologia bipolare cattolica e dedicando un intero
capitolo (il VII) della Lumen Gen ti ur n all'~ndole escatologica della Chiesa (cfr. LG 5).
Nel nostro secolo si e operato un rinnovamento dell'eseatclogla, che ha rifatto cosi il suo
ingresso nella teologia cattolica in maniera nuova, sostituendo, anche con una certa durezza, il
de Novis sim is , l'lnnocuo trattatello finalle dena teologia (Von Balthasar), ormai insufficiente
esposizione postillare dei temi dell'escatologia, perche trattati in modo troppo materiale e
scollegato rispetto al mistero di Cristo e ana dimensione eccleslologica, oltreche molto
distante dalla prospettiva del dialogo con la cultura laica. II rinnovamento si eprodotto come
ricentramento cristologico dell'escatologia, che e alla base della dimensione escatologica di
tutti irattati teologici, e come conseguenza della riscoperta, da parte della teologia cattolica,
delle sue fonti origlnarie: la Scrittura; anima della teologia; la teologia patristica, prima
intensa elaborazione teologica; Ia Lfturgia, luogo vivente della fede essenzialmente
escatologica della Chiesa. In queste fontisi e scoperta una sostanziale dimensione escatologica:
la tensione verso if compimento ecclesiale di d o che e gia avvenuto in Cristo.
13 Renzo Lavatori, II Signore verra nella gloria, Edizloni Dehoniane, Bologna 2007.
14 Autori vari, Lexicon - Dizionario Teologico enciclopedico, Ed. Piemme, Casale Monferrato, III ed. 1997.
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L'escatologia ha come interesse primario, per tanto, non la determinazione dei lnoghi dell'
aldiUl, ne l'illustrazione oggettivistica 0 una sorts di reportage circa le ultime rea Itadell'uomo, in grado di soddisfare la curiosita umana con la conseguenza di una grave perdita
del senso del mistero, ma la dialettica di continuita e discontinuita fra storia e metastoria, fra
gll eventi terrestri e la 101"0 deflnitivita",
I Padri del Concilio Vaticano II, nella stesura finale della Costituzione Lumen gentium sulla Chiesa, hanno
voluto inserire un capitolo sulla "Dimensione Escatologlca della Chiesa'i":
48. La Chiesa, alIa quale tutti siamo chiamati in Cristo Gesu e nella quale per mezzo dellagrazia di Dio aequistiamo la santita, non avra il suo compimento se non nella gloria celeste,
quando verra il tempo in cui tutte le cose saranno rinnovate (cfr. Ap 3,21), e col genere
umano anche tutto l'universo, ilquale i8 intimamente congiunto con l'uomo e per mezzo di lui
arriva al suo fine, trovera nel Cristo la sua definitiva perfezione (efr. Ef 1,10; Col 1,20).
Dopo queste premesse, prima di entrare nel vivb della catechesi sulla escatologia, e necessario esporre due
aspetti principali dell'antropologla personalistica che il concilio Vaticano II ha recuperato. 1-L'uomocreate ad "immagine di Dio"; 2- La persona: unita di anima e di corpo,
Questi aspetti dell'antropologia, gill trattati nelle catechesi precedenti: sulla teologia del corpo, la
sessualita, ilmatrimonio, la famiglia, sono necessari anche per comprendere, per quanto ci e possibile,qualcosa sulla Morte, il Giudizio, il Purgatorio, I'Inferno, e il Paradiso.
Visione della Antropologia Cristiana
L'uomo creato ad "immaglne dl Dio"
L'anno scorso all'inizio della catechesi sulla Famiglia abbiamo parlato della vocazione dell'uomo alia
comunione, proprio perche creato "a immagine di Dio", "Dio Uno nella comunione di tre Persone"
"Dio, nel mentre sl comunica all'uomo in Cristo (e mediante 10Spirito Santo), svela nello
stesso tempo "pienamente l'uomo all'uomo" (GS 22) ... Come dice la Saera Scrittura, l'essere
umano e creato «a immaglne e somigllanza di Dim). Se ora questo Dio e una comunione di
vita e di amore, allora cio "deve" avere delle conseguenze anche per I'uomo: solo guardando al
Dio uni-trino possiamo riconoscere sino in fondo che cosa la creatura dotata di splrito
esattamente riproduce e ache cosa ll suo essere-immagine-di-Dio precisamente rimanda","
Si diventa persona in senso pieno mediante if reciproco libero rlconoscimento, nell'esserel'uno con l'altro e nell'essere l'uno per l'altro. L'altro appartiene percio essenzialmente al
proprio essere-persona, Solo nell'altro e mediante l'altro arrive a me stesso, la mia vita
diventa ricca, plena e completa.V "Precisamente questo 'leggiamo' nel Dio trinitario.
"Questa conoscenza e una conseguenzadella fede nel Dio uni-trino''."
E la communio presenta una doppia direzione per l'uomo: essa e sia comunione con Dio che
comunione con il prossimo e con tutta.la creazione. Le due cose sono tra loro strettamente
collegate'v'"
"Precisamente questo e la Chiesa. "Lo Spirito Santo, essendo quella persona divina che crea l'unita
e fa straripare la vita divina, e per la Chiesa iI 'principio' che unisce e nello stesso tempo distingue
(Pili esattamente ancora: che distingue per unire e che unisce per distinguere) ... 20I
15 Concilio Vaticano II,Lumen Gentium, cap. VII: "L'Indole escatologica della Chiesa peregrinante e la sua unione con
la Chiesa Celeste" (nn. 48-51).
16 Gisbert Greshake, Lafede net Dio Trinitario, Queriniana, Brescia 1999, p. 10.
17 Gisbert Greshake, Op. cit., p. 34. Da Tommasod'Aquino in poi la persona in Dio viene quindi concepita come
"realitas subsistens", cioe come pura relazionalita reciproca.
18 Gisbert Greshake, Op. cit., p. 43.
19 Gisbert Greshake, Op. cit., p. 60-61.
20 "Lo Spirito Santo e un principio interiore di vita nuova che Dio da, invia, concede. Ricevuto mediante la fede e il
battesimo, egli abita nel cristiano, nel suo spirlto e anche nel suo corpo. Questo Spirito, che e 10 Spirito del Cristo,
rende it cristiano figlio di Dio e fa abitare il Cristo.nel suo cuore. Sostituendosi al principio malvagio della carne,
10 Spirito diviene nell'uomo un principio di fede, di conoscenza soprannaturale, di amore, di santiflcazione. Non 10 si
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Lo Spirito Santo e il garante del fatto che l'unita del popolo di Dio non si attua in maniera
uniformistica, bensi nella moltepllcita delle svariate forme e doni (carismi), nonche i1 garante
del fatto che tale molteplicita del diverso forma un'unita grazie al reciproco scambio. Perche
questa e appunto I'unita trinitaria, nonI'uniformita, e neppure una addizione e una somma
dei differenti, rna la convivenza e Ia solidarieta di persone distlnte. La communio si verifica
come 'unita pericoretica', cioe come una.comunione in cui ognuno partecipa alia peculiarita
dell'altro" 21 I
~ !
La persona: Unita dl anima e corpoNel libro sulla Escatologiaf Ratzinger approfondendo il tema sulla morte e immortalita, esaminando questo
tema nello sviluppo della Teologia cattolica, in ordine alla risurrezione dei corpi, scrive:
"Dal concetto della creazione consegue il carattere unitario della speranza cristiana. Cio che
viene salvato e l'uomo quale creatura intera, l'interezza e l'unita della persona, che matura
durante la nostra vita fisica, 'Perfino icapelli del vostro capo sono tutti contati' (Mt 10,30 par).
Il che non significa che nell'uomo non vi sia nulla di perituro, ma che, proprio attraverso cio
che e perituro, si forma do che e stabile. La materia come tale non puo essere il fattore
costante dell'uomo: anche durante la vita terrena essa si trasforma contlnuamente. Pertanto,
una dualita che dlstlngue do che e costante da do che e va ria bile e necessaria gia per la
logica stessa della realta, Per questo motivo la distinzione tra anima e corpo e
indispensabile ...Pure nel continuo 'disfacimento' del corpo e I'uomo intero che s'avvicinaall'eternita e, come creatura di Dio, matura nella vita fisica per la vislone del volto di Dio".23
Dopo ilConcilio Vaticano II, la Congregazione della Fede di fronte al disagio e all'inquietudine sempre piu
diffusi in tante persone riguardo agli interrogativi fondamentali - Esiste qualche cosa al di la della morte?
Sussiste qualche cosa di noi stessi dopo questa morte? Non sara it nulla che ci attende? - ha sentito il
dovere di richiamare "l'insegnamento che la Chiesa propone a nome di Cristo, specialmente circa quel che
avviene tra la morte del cristiano e la risurrezione universale". Riguardo all'anima, specifica:
"La Chiesa afferma la sopravvivenza e la sussistenza, dopo la morte, di un elemento
spirituale, il quale e dotato di coscienza e di volonta, in modo tale che I'"!o umano"
sussista, pur mancando nel frattempo del complemento del suo corpo. Per designare un tale
elemento, la Chiesa adopera la parola "anima", consacrata dall'uso della S. Scrittura e
della Tradizione. Senza ignorare che questo termine assume nella Bibbia diversi significati,
essa ritiene tuttavia che non esista alcuna seria ragione per respingerlo e considera, inoltre,che e assolutamente indispensabile uno strumento verbale per sostenere la fede dei
cristiani" .24
Parlando dell'anima, Padre Livio, nel suo libro sui Novissimi scriver"
"Le anime non sono create in serie, ne sono generate dai genitori, sono create personalmente
una per una da Dio, per ogni embrione umano appena fecondato, L'anima e qualcosa 0
qualcuno dl unico, irripetibile, insondabile, incomunicablle, abissale."
deve estinguere, ne contristare, Unendo al Cristo, egJi fa l'unita del suo corpo" (Nota Bibbia di Gerusalemme a Rm
5,5).
21 Gisbert Greshake, Op. cit., pp. 94-95.
22 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Escatologia. Morte e vita eterna, Cittadella Editrice, Assisi 1979. Recentemente estata pubblicata una edizione rinnovata ed ampliata: 'Joseph Ratzinger benedetto XVI, Escatologia, Cittadella Editrice,
Assisi 2008. Oltre che in italiano la medesima edizione si trova anche in altre lingue.
23 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit., p. 170.
24 Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera riguardante alcune questioni di Escatologia (Recentiores
Episcoporum Synodi), 17maggio 1979, in AAS 71 (1979) 939-943.
25 P. Livio, Op. cit., pp.28-36. I
26 "La Chiesa insegna che ogni anima spirltuale e creata direttamente da Dio [cf. Pio XII, Lett. enc. Human; generis:
Denz.-Schonm., 3896; Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 8] - non e "prodotta" dai genitor] - ed e immortale [cf.Concilio Lateranense V (1513): Denz. -Schonrn., 1440]: essa non perisce al momenta della sua separazione dal corpo
nella morte, e di nuovo si unira al corpo al momenta della risurrezione finale" [CCC 366].
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L'anima non e materiale rna spirituale, Se volessimo definire l'anima, potremo dire che eparticella di Dio, ben tenendo ferma la distlnzione fra Creatore e creatura.
Proprio perche particella di Dio, scintilla della divinita 27 come chiamano imistici 1'anima, pur
intimamente unita at corpo, e spirituale e grazie a lei cl apriamo a Dio diventando suoi
interlocutori, E' grazie a questa profondita divina che l'uomo parla con Dio, l'Assoluto e
l'Eterno; e grazie ad essa che l'uomojmo ascoltare Dio quando parla: con Dio si puo
colloquiare soltanto con la lingua e con gli orecchi dell'anima. E' solo grazie a questa scintilla
divina che l'uomo puo amare Dio ed essere da lui amato,La voce della coscienza, che e la voce di Dio nell'uomo, e nell'anima di ognuno, anche di chi elontano daDio. L'anima e proprio il luogo dove Dio sl rivela con la legge naturale che egli vi
imprime ed e illuogo dove egli raggiunge l'uomo con la sua grazia.
L'anima umana e dimora diDio. Karl R:ahner, in modo suggestivo, la definisce 'radicale apertura a
Dio'; essa e la possibllita di ricevere Dio, di parlare con lui, di accoghere la sua stessa vita. Dio ha
creato l'uomo capace di infinito per c omunic ar gli l a stia vita, per dimorare in lui".zs
Tenendo presenti questi due aspetti fondamentali della Antropologia personallstica ~ che la Chiesa ha
assunto per una miglior cornprensione ed esplicitazione della Rivelazione di Dio, e cioe: 1- la strutturarelazionale di ciascuna persona creata ad immagine e somiglianza di Dio Uno-Trino e 2- la profonda
unita dena persona: anima-corpo - ci e piu facile ora, per quanta possibile, dati gli evidenti limiti,
affrontare le "Ultime ream." 0 "Novissiml'' esplicitati nel catechismo diPio X: Morte - Giudizio - Inferno -
Paradiso.
La Morte Cristiana
Visione crlstlana della morte: atto di abbandono al Padre-?
Per noi crlstiani la morte e ilmomento del passagglo da questo mondo al Padre." E il momenta in cui la
nostra vita fisica viene meno e rendiamo a Dio il nostro spirito, uniti a Gesu Cristo che sulla croce ha
pronunciato con il cuore: "Padre nelle tue mani affido it mio spirito , 0 3 1 , ed entriamo in una nuova
dimensione, la dimensione del Cielo. II nostro corpo, che e stato dimora, tempio della Spirito Santo, viene
accompagnato alla tomb a, nel cimitero, nel dormitorio, in attesa della risurrezione dei corpi. II nostro io, il
nostro spirito si presentera davanti a Dio pen il giudizio particolare che sara secondo le opere che ci
accompagnano.
27 Alcune suggestive immagini che hanno usato imistici per definire l'anima: scintilla di Dio in noi, diceva San
Bernardo; Eckart usava I'espressione: punta dello spirito; San Bonaventura la chiamava apice della mente; Santa Teresa
d'Avila ricorreva l'immagine del rifugio 0 del castello nel cui centro si celebra il matrimonio spirituale; mentre SanGiovanni della Croce parlava di un centro, di uiifondo dell'anima dove avviene 10 sposalizio con Dio (Ibid.)
28 "La coscienza e it nucleo piu segreto e il sacrario dell'uomo, dove egJi si trova solo con Dio, la cui voce risuona
nell'intimita propria" [Cone. Ecum. Vat. II,Gaudiumiet spes, 16] [CCC. 1776].
29 E' molto bella e significativa la Preghiera con la quale la Chiesa accompagna l'anima del morente che sta per lasciare
questo mondo per presentarsi davanti al Signore: «Parti, anima cristiana, da questo mondo, nel nome di Dio Padre
onnipotente che ti ha creato, nel nome di Gesu Cristo] Figlio del Dio vivo, che e morto per te sulla croce, nel nome delloSpirito Santo, che ti e stato dato in dono; la tua dimora sia oggi nella pace della santa Gerusalemme, con la VergineMaria, Madre di Dio, con san Giuseppe, con tutti gii angeli e isanti. [ 0 0 ' ] Tu possa tornare al tuo Creatore, che ti ha
formato dalla polvere della terra. Quando lascerai questa vita, ti venga incontro la Vergine Maria con gli angeli e isapti.
[.. .] Mite e festoso ti appaia i1 volto di Cristo e possa tu contemplarlo pel' tutti i secoli in eterno» (Rituale Romano,
riforrnato a norma del Con. Vat. II,Sacramento dell 'unzione e curapastorale degli irfermi, nn. 236, 237).
30 Cf. CCC 1012: "La visione crlstiana delia morte e espressa in modo impareggiabile nella Iiturgia della Chiesa: 'Aituoi fedeli, Signore, la vita non e tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questa esilio terreno, viene
preparata un'abitazione eterna nel cielo' (Messale Romano, Prefazio dei defunti, I)".
31 Cf. CCC 1009: "La morte e trasformata da Cristo. Anche Gesu, il FigJio di Dio, ha subito la morte, propria della
condizione umana. Ma, malgrado la sua angoscia di fronte ad essa, egli la assunse in un atto di totale e Iibera
sottomissione alla volonta del Padre suo. L'obbedienza di Gesu ha trasformato la maledizlone dena morte inbenedizione" .
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La Commissione Teologica Internazionale in un Documento del 199232, cosi parla della visione cristiana
della morte:
6 1. La concezione antropologica cristianaoffre di comprendere ilsenso della morte , Siccome
nell'antropologia cristiana il corpo non e un carcere, dal quale il carcerato desidera
fuggire, ne un vestito che si possa togliere facilmente, la morte considerata naturalmente none per nessun uomo una cosa desiderabile ne come un avvenimento che l'uomo possa
abbracciare con animo tranquillo senza previamente superare la ripugnanza naturale.Nessuno deve vergognarsi dei sentimenti di naturale ripulsa che prova di fronte alIamorte,
giacche 10 stesso Signore volle soffrire dinanzi alla propria morte e Paolo confessa di averli
avuti: "[ ...] non volendo venire spogliati ma sopravvestiti" (2 Cor 5,4). La morte scinde
I'uomo intrinsecamente. Pili ancora, poiche la persona umana non e solamente l'anima, mal'anima e ilcorpo essenzialmente uniti, la morte colpisce la persona.
La fede e la speranza ci mostrano un'altra faccia dena morte. Gesu assunse la paura della
morte alla luce della volonta del Padre (cfrMc 14,56). Egli mod per "liberare quem che per
timore della morte erano tenuti in schiavitil. per tutta la vita" (Eb. 2,15). Di conseguenza,
gia Paolo puo avere iIdesiderio di partire.per stare con Cristo; questa comunione con Cristodopo la morte e considerata da Paolo, iri paragone con 10 stato della vita presente, come
qualcosa che "sarebbe assai meglio" (cfr ru, 1,23). Sebbene con la morte usciamo da questo
corpo e ci vediamo cosi privati dalla nostra pienezza esistenziale, la accettiamo di buon animo,pili ancora possiamo desiderare, quando essa arriva, di "abitare presso il Signore" (2 Cor. 3,8).
Questo mistico desiderio di comunione, dopo la morte, con Cristo, che puo coesistere con it
timore naturale della morte, appare pili volte nella tradizione spirituale della Chiesa,
soprattutto nei santi, e dev'essere inteso nel suo vero senso.
La morte si considera allora come porta che conduce alia comunione, dopo la morte, con
Cristo e non come liberatrice dell'anima nei confronti di un corpo che le sarebbe di peso.
Nella tradizione orientale e frequente ilpensiero della bonta della morte in quanta condizionee via verso la futura risurrezione gloriosa. "Se pertanto non e possibile senza la risurrezioneche la natura giunga a una migliore condizione e stato, e se la risurrezlone non P"O aver
luogo senza che prima avvenga la morte: la morte e qualcosa di buono, in quanto essa e pernoi inizio e via di un cambiamento verso il meglio. Cristo con la sua morte e la sua
risurrezione conferi ana morte questa bonta: 'Dio si e piegato sul nostro cadavere tendendoper cosi dire la mana a colui che giaceva, e sie accostato alIa morte fino ad assumere 10 statedi cadavere e ad offrire alla natura per mezzo dei proprio corpo il principio della risurrezio-
ne'. In questa senso, Cristo 'cambio l'occidente in oriente'".
Anche il dolore e Ia malattia, che sono un inizio della morte, devono essere assunti dai
cristiani in modo nuovo. Gia in se stessi si sopportano con molestia, rna ancor pili in quanta
sono segni del progredire della dissoluzione del corpo, Ebbene, con l'accettazione del
dolore e della malattia, permessi da Dio, diventiamo partecipl della passione di Cristo, e
con l'offerta di essi ci uniamo all'atto con ilquale il Signore offrl la propria vita al Padre
per la salvezza del mondo.
Ciascuno di noi deve affermare come gi~ Paolo: "Complete nella mia carne quello che
manca at patimento di Cristo, a favore del suo corpo che e la Chiesa" (Col 1,14). At-
traverso l'associazione alla passione del 'Signore siamo condotti a possedere Ia gloria diCristo risorto: "Portando sempre e dovunque nei nostro corpo la morte di Gesu, perche
anche la vita di Gesu si manifesti nel nostro corpo" (2 Cos 4,10).
In modo simile non ci e lecito rattristarci per la morte degli amici "come gli altri che non
hanno speranza" (ITs 4,13). . I
32 Testo ufficiale in latino in: Commissio Theologica Internationalis, "De quibusdam quaestionibuss actualibus circa
eschatologiam", Gregorianum 73 (1992) 395-435.
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6.3. Questo aspetto positivo della morte si raggiunge solo con i1 modo di morire che il
Nuovo Testamento chiama "morte nel Signore". "Beati fin d'ora imorti che muoiono
nel Signore" (Ap. 14,13).33
IImomento della morte: dies natalis
"Nella tradizione della Chiesa, H momento dena morte e stato considerato come il diesnatalis, ilgiorno in cui il cristiano nasce alla vita vera...
Nel passaggio, certamente drammaticoed agonico, a questa seconda nascita, e necessario faremergere come fondamentali gli aiuti clie la Chiesa puo concedere a chi sta vivendo questo
momento. I sacramenti sono un mezzo privilegiato per ricevere le grazie opportune in questo
momento fondamentale per la vita di ogni uomo, perche "cosi, comeisacramenti del Battesimo,
Confermazione ed Eucaristia costituiscono un'unita, chiamata "i sacramenti dell'iniziazione
cristiana", si puo dire che la Penitenza, .la Santa Unzione e I'Eucaristia, e non solamente il
viatico, costituiscono, quando la vita cristiana tocca la sua fine, "i sacramenti cite preparano
ad entrare nella Patria", sono i sacramenti che chiudono ilpellegrinaggio"."
Padre Livio nellibro citato scrive."
"...Risulta pertinente definire il cielo la nostra vera patria, la nostra vita un pellegrinaggio, in
questa terra un esilio: non per disprezzo del mondo, nel quale gia anticipiamo la gioia di
quella unione, ma perche aspiriamo a cite essa sia completa, totale, assoluta, L'invito che
Paolo ci rivolge a vivere in questo mondo ma a tenere continuamente "la nostra conversazione
nei deli" (Fil3,20) ha sorretto nei secoli la splrltualita monacale. Chi la conosce bene, sa chei
monaci erano abituati a fare " l' eserci zio d i Gerusa lemme": esso consisteva non tanto in una
continua riflessione sulla buona morte (che inizia ad essere praticata dal 1700 in poi, e ne
abbiamo per esempio uno splendido saggio nelle pagine dell' "Apparecchio della buona morte"
di Sant'Alfonso Maria dei Liguori), ma in una quotidiana meditazione sulla speranza del
cielo, sulla Cerusalemme celeste che e la nostra vera patria. Invece dl meditare sulla
morte, imonaci medioevali meditavano su do che c'e dopo di essa. "Chi mi dara ali come di
colomba, per volare e trovare riposo?" sospira il salmo 54,7. Dovremmo recuperare questo
dinamismo splrituale e dare maggior spazio alla tensione escatologica della vita cristiana
seguendo l'invito di Paolo: "la nostra conversazione nei cieli''.
Chi desidera approfondire i1 tema dell' "Esercizio della Gerusalemme" 1 0 trova ampliamente sviluppato nel
libro di Dom Jean Leclerq." Solo due brevi citazioni:
"Invece di insistere sull'aspetto negativo dell'ascesi, questo modo di esprimersi mette
l'accento sull'aspetto positive: 10 slancio verso Dio, iltendere verso ilfine dell'uomo, che epossedere Dio pienamente e eternamente"."
"La contemplazione, nel senso pieno del termine, essendo la possessione nella Luce, non sara
realizzata se non in Cielo: essa e lmpossibile sulla terra. Ma si puo ottenere da Dio, come undono, una antlcipazione reale, che e il desiderio stesso. Desiderare il cielo, e volere di Dio, eamado di un amore che imonaci taloraqualificano di impaziente, Pin il desiderio aumenta,
pin l'anima si riposa in Dio; it possesso di Dio aumenta in proporzione del deslderlo"."
II "desiderio di Dio", oltre ai numerosi testi della Sacra Scrittura, e stato trattato ampiamente da moldPadri e Santi. Tra di essi cito solo Sant Agostin:o e San Bernardo.
33 "La morte e tutt'altro che un'avventura senza speranza: e Ia porta dell'esistenza che si spalanca sull'eternita e, per
quanti la vivono in Cristo, e esperienza di partecipazione al suo mistero di morte e rlsurrezione verso l'eternita e per
coloro che la vivono in Cristo, e esperienza di partecipazlone nel suo mistero di morte e resurrezione (Giovanni
Paolo II, Evangelium Vitae, 97).
34 Rosario Messina, L 'Olio che guarisce, Edizioni Camilliane, Torino 1999, pp. 87-94.
35 P. Livio, Op. cit., pp. 25-26.
36 Dom Jean Leclerq, L'amour des lettres et Ie desir de Dieu, Ed. du Cerf 1957, III edizione 1990, ultima edizione 2008.
37 Ibid., p. 60.
38 Ibid., p. 68.
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La separazione dell'anima dal corpo
AI m em ento della m orte it p rim o feno meno che avviene e la separazione dell'anim a dal corpo . G razie al
recu pero d ella an tro po lo gia b ib blica il Con cil io v atic an o II sottolinea l'unita della persona, del eorpo e
dell'anima, contrarlamente al dualismo che' era entrato anche nella C hiesa. Al momento della morte
avviene la separazione dell'anim a dal corpo , una separazione tem poranea, durante un tem po in cu i l'anim a
m antiene u n m isterio so rap po rto co n il co rp o, desiderando di esservi riu nita il giorno della risu rrezio ne dai
mort i .
G razie a qu esta visio ne u nitaria (u ni-du ale) ereditata dalla tradizio ne giu dica, la C hiesa fin dai p rim i tem pi ha
incu 1cato la ven erazio ne d el co rp o, co m e tern pio d ella S pirito S an to , in attesa d ella risu rrezio ne d ei co rp i.
Anche se per divers! m otivi, che abbiam o esposto nella C atechesi del 20 0 6, la C hiesa recentem ente ha
am m esso, in situazioni partico lari la crem azio ne, tu ttavia racco manda ai Pasto ri di m antenere la tradizio ne
c ris ti an a d el la in umaz io n e,
Sepoltura cristiana e venerazione del corpo tempio dello Spirito Santo
" ... La C hiesa incu1ca il rispetto per iresti m ortali di ogni essere um ano, sia per la dignita
della persona a cu i essi sono appartenu ti, sia per l'onore che si deve al eorpo di quanti, co l
Battesim o, sono divenu ti tem pio dello Spirito Santo . Ne e sp ec if ic a te stim o nia nz a la litu rg ia
nel rito delle E sequ ie e nella venerazione delle reliquie dei Santi, che si e sv ilu pp ata fin dai
primi secoli. Alle ossa di questi ultimi - dice san Pao lino di Nola - "mai viene meno lapresenza dello Spirito Santo , da cu i proviene una viva grazia ai sacri sepo lcri" (Carine XXI,
6 32 -6 33 )" ( Gio va nn i P ao lo II,Udienza Generale, 2 8 O tto bre 1 998 ).
«La santa m adre C hiesa, attenta direttamente al bene spirituale dei fedeli, rn a non ignara
delle altre necessita, decide di ascoltare benignamente qu este rich ieste, stab ilen do q uan to
segue: "Deve essere usata ogni cura perche sia fedelmente mantenuta la consuetudine d]
seppellire icadaveri del fedeli; percio g li o rd in ar i c on o p po rt un ei stl'1 lz iQn i ed ammonimenti
C l Jr ~r ~n n( )Qh ei Lp oPQ lo 9 rj~ ti ~n () rif llg ga d al! ~9 remaz io l1 e 4e i. c ad av er i, e llo ll re ~~ ~~ ,s en~n inc~si<lLvera necessit~ ,dal1 'u sQ dell'inum azio ne che laC hlesa sempre ritenne e adorno di
solenni riti»."
Nel gennaio 1977 la S .C ongregazione per i Sacram enti e per ilC ulto D ivino , in una risposta
riguardante la celebrazione delle esequie di co loro che avessero scelto Ia cremazione del
p ro prio cadavere, dava u na so lu zio ne al p ro blem a rigu ardante la celebrazio ne in chiesa dei ritiesequiali in presenza dell'u rna con le ceneri... Seguendo la seco lare prassi ecclesiale
dell 'inumazione, ilD icastero com e risposta afferm a che non vede opportune celebrare il rito
e~!~1!!!. l!!!:d2!:~~~!:it!~J?~r.l:l~~ !~~ E l:l~i() l'lejn. ? r e . ~ e n : z : a .c:lelQa~~d.eGl~illltQ::igl~:~~j!~~~iii.eri.40
C o n q uesta decisione il D icastero non vuo le condannare la cremazione com e una form a di rito
delle esequie previsto dalla C hiesa, rna: avverte che non si vede opportuna l'app licazione e
celebrazione del rito prescritto per la funzione in presenza del cadavere del defunto su lle sue
ceneri. Le ceneri non esprimono COS! bene com e l' intera salma la ric ch ez za d ella simbologia
prevista d alla litu rg ia p er sottolineare l'indole pasquale della sepoltura."
Le disposlzionl del Diritto C ano nico nJi co nfro nti della cremazione sono contenu te in m odo
p artico lare n el c. 1176, § 3, quando, in pribo luogo si raccomanda viva m ente di conservare Ia
pia consuetudine di seppellire icorpi d~i defunti, s enza p roi bi re la cremazione, e nel c. 1 18 4,
39 S.C.S .Off , Ins t. , De cadaveribus crematione: piamet constantem ( 5 L ugli o 1 9 63 ), AAS 56 (1964) , pp .822 -823 .
40"Infatti n o n s i v ed e o p po rtu n o c ele br ar e s uiIe cenel'i il r it o che e o rd in ato a v en er ar e il c or po d el d ef un to . Non s i tr at tad i c on da nn ar e l a c remaz io n e ma p iu tto st o d i c on se rv ar e la verlta del s eg no n ell a a zio n e liturgica. Infattile c en eri c hesono il s eg no d ella c or ru zio n e d el c or po uma no , r ap p re se nta no in ad eg ua tamen te l 'i nd o le d el 'd o rm i re ' in a tte sa d ell arisurrezione, I no ltr e i l c or po , n o n l e c en er i, r ic ev e g Ji o no ri l itu rg ic ], p er ch e p er iIBattesimo e s ta to f at to t emp le d ello
Sp irito di Dio, E ' di m assim o interesse conservare la verita del segno affinche la catechesi litu rgica e la stessac ele bra zio ne s ia fa tta in v erita e c on frutto, P er ta nt o s e n on f os se p o ss ib il e p o rta re il co rp o d el defu nto in C h iesa p erc ele br ar e la me ss a d ell e e se qu ie , s i p u o celebrare la ste ssa m e ssa , a m e no d i im p ed im e nti, a nc he se i1 c or po d el d ef un toe a sse nte , se co nd o le n orm e , c he so no d a o sse rv are p er la c ele bra zio ne c on il co rp o p re se nte " (Notitiae, 1 3 (1 97 7), p .45.
41 Ibid, 185-186.
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§ 1, n. 2°, dove espressamente vengono negate le esequie ecclesiastiche a coloro che scelsero la
cremazione del proprio corpo per ragionl contrarie alia fede cristiana.V
Lo Stato intermedio
Tra la morte personale, il giudizio particolare, e ll ritorno del Signore nella Parusia per la risurrezione
dei corpi e il giudizio universale, la Chiesa afferma che esiste un tempo intermedio.
Durante questa tempo intermedio, l'anima see ritenuta preparata alla visione di Dio e immediatamenteammessa al suo cospetto; se invece si trova in una situazione ancora di imperfezione, impreparata alla
visione di Dio, dovra passare un tempo di purificazione chiamato Purgatorio, in funzione di essere preparata
alla visione di Dio. Chi muore in peccato mortale e che liberamente e volontariamente ha rifiutato durante Ia
sua vita terrena l'amore di Dio si auto condannera all'inferno.
IIperiodo di translzione: dana morte alla rtsurrezione del corpi
Di fronte ad alcune controversie teologiche riguardo la risurrezione dei morti che diffondevano dubbi nei
fedeli,(alcuni teologi sostengono la risurrezionedei corpi nel momenta stesso della morte) la Congregazione
per la Dottrina della Fede e intervenuta con un Documento su "Alcune questioni di Escatologia/",
pubblicato con la approvazione del Santo Padre,' Papa Giovanni Paolo richiamando "l'insegnamento che la
Chiesa propone a nome di Cristo, specialmente circa quel che avviene tra la morte del cristiano e la
rlsurrezione universale":1) La Chiesa crede ad una risurrezione dei morti.
2) La Chiesa intende tale risurrezione come riferentesi all'uomo tutt'intero; per gli eletti questa
non e altro che l'estensione agli uomini della risurrezione stessa di Cristo.
3) La Chiesa afferma Ia sopravvivenza e la sussistenza, dopo la morte, di un elemento
spirituale, il quale e dotato di coscienza e di volonta, in modo tale che l'"io umano" sussista,
pur man cando nel frattempo del complemento del suo corpo, Per designare un tale
elemento, la Chiesa adopera la parola "anima" ...44
IIgiudizio particolare
Contemporaneamente a questa separazione, l'anima, appare davanti al Signore per il giudizio particolare,
personale. Tutti saremo giudlcati in base aile nostre opere durante la vita terrena, in base a come abbiamo
risposto accogliendo 0 rifiutando l'amore gratuito di Dio nella nostra vita. II Catechismo della Chiesa
cattolica riguardo al Ciudizio particolare dice:
"La morte pone fine ana vita dell'uomo come tempo aperto all'accoglienza 0 al rifluto
della grazia divina apparsa in Cristo [Cf 2Tm 1,9-10 ]. IINuovo Testamento parla del
giudizio principal mente nella prospettiva dell'incontro finale con Cristo alla sua seconda
venuta, rna afferma anche, a pili riprese, l'Immediata retribuzione che, dopoIa morte,
sara data a ciascuno in rapporto aile sue opere e alla sua fede, La parabola del povero
Lazzaro [CfLc 16,22] e la parola detta da Cristo in croce al buon ladrone [CfLc 23,43 ],
42 La Commissio Theologica Iniernationalis, nel documento "De quibusdam .. " del 1992, afferrna: "Per molto tempo
rimase proiblta la cremazione det cadaveri, perche storicamente la si percepiva in connessione alia mentalita
neoplatonica la quale con essa intendeva la distruzione del corpo, affinche cosi l'anima si liberasse totalmente dal suocarcere (in tempi pili recenti implicava un atteggiamento materialista 0 agnostico). La Chiesa ora non Ia prolbisce 'a
meno che non sia stata sceltapermotivi contrarialla dottrinacristiana'. Si deve far 8 1 che l'attualediffusione dellacremazione,
pure fra i cattoIici,non oscuri in alcun modo Ia 101'0 corretta mentalita sulla risurrezione della came" (Gp. cit., 6.4).
43 Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera riguardante alcune questioni di escatologia,17 maggio 1979, in
AAS71 (1979) 939-943.
44 "Non bisogna ... pensare che la vita oltre la morte cominci solo con la risurrezione finale. Questa infatti e precedutadaIla condizione speciale in cui si trova, fin dal momento della morte fisica, ogni essere umano. Si tratta di una fase
intermedia, in cui alla decomposizione del corpo corrtsponde "la sopravvivenza e la sussistenza dl un elemento
splrituale, il quale e dotato di coscienza e di volonta, in modo tale che I"io umano' sussista, pur mancando nel
frattempo del complemento del suo corpo" Ibid., 17maggio 1979:AAS 71 [1979] 941).
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COS! come altri testi del Nuovo Testamento [Cf 2Cor 5,8; Fil 1,23; Eb 9,27; Eb 12,23 ],
parlano di una sorte ultima dell'anima [Cf Mt 16,26 ] che puo essere diversa per le une
e per le altre" (CCC 1021).
"Ogni uomo fin dal momento della [sua morte riceve nella sua anima immortale la
retribuzione eterna, in un giudizlo particolare che mette la sua vita in rapporto a
Cristo, per cui 0 passers attraverso una purificazione, 0 entrera immediatamente nella
beatitudine del cielo, oppure si dannera immediatamente per sempre". "Alla sera della
vita, sarerno giudicati sull'amore" [Cf San Giovanni della Croce, Parole di luce e diamore, 1,57]" (CCC 1022). I
Tratteremo del Cielo (entrata nella beatitudine eterna) e dell'Inferno piu avanti quando parleremo della
condizione finale alla r is ur re zi on e d ei corpi.
Per ora possiamo soltanto dire che l'anima trovata preparata e introdotta gia alla visione faccia a faccia dl
Dio, rivestita della Gloria di Dio, partecipa alla beatitudine del Cielo anche se in attesa di essere
ricongiunta al proprio corpo che, con la risurrezione della carne, partecipera della gloria divina presente
nell'anima.
Al contrario I'anima cite alla luce dena Santit~ di Dio si sente autocondannata si trova immediatamente
nell' inferno, pure essa desiderando di essere riunita al propio corpo che pero partecipera della sua condanna
e infelicita eterna.
Ora trattiamo del Purgatorio che essendo uno stato di purificazione dell'anima in vista della piena
comunione con Dio e con tutti iSanti, ha un carattere, potremmo dire, temporaneo e non riguardera 10
stato finale a ll a r isu rrezione dei morti.
ItPurgatorio+s
Joseph Ratzinger nel suo libro sulla Escatologia a propos ito del Purgatorio si chiede:
"In che cosa consiste la sostanza centrale della dottrina del purgatorio? Quali sono le sue
motivazioni? Nella nostra conversazione con iPadri avevamo incontrato 1 Cor 3,10-15, dove si
dice che sui fondamento posto - Gesu Cristo - gll uni costruiseono con oro 0 con argento
oppure con pietre preziose; gli altri con, legno, fieno 0 paglia, ma che 'I'opera di ciascuno
sara ben visibile: la fara conoscere quel giorno (del Signore) che si manifestera col fuoco e it
fuoco provera la qualita dell'opera di ciascuno. Se l'opera che uno costrui suI fondamento
resistera, costui ne ricevera una ricompensa; ma se l'opera flnira bruciata, sara punito:
tuttavia egli si salvers, pero come attraverso il fuoco'. 1 . Gnilka ha dimostrato che questa
fuoco di verifica indica IlSignore stessoche viene ...
II 'purgatorio' diviene un concetto specificamente cristiano. II Signore stesso e il fuoco
giudicante, che trasforma I'uomo e 10rende 'conforme' al suo Corpo gloriflcato (cfr Rom
8,29; Fi 3,21) ...
Con cio si e ora chiarita l'interpretazione cristiana della natura del purgatorlo: esso non e unasorta di campo dl concentramento dell'al di lit (come per Tertulliano), dove I'uomo debbaespiare delle pene che gli vengono assegnate in un modo pili 0meno positivistico. Piuttosto,
esso e quel processo necessario della trasformazlone spirituale dell'uomo, che 10 pone in
grado di essere vicino al Cristo, vlclno a Dio e di unirsi all'intera Communio sanctorum.
Chi osservi I'uomo anche solo con un minimo di realismo comprendera la n ec essita d i un simile
processo, nel quale non e cite la grazia venga sostituita con le opere, ma la grazia pue
vlncere pienamente come grazia. Cio lche salva e il 'sl' alia fede, In realta pen), nella
maggior parte di noi questa scelta di fondo e coperta da grandi quantita di fleno, di legna e
di paglia; soltanto a fatica essa fa capolino dall'intreccio degli egoismi che l'uomo non e statocapace di rimuovere. EgU riceve si misericordia, rna dev'essere trasformato, L'incontro con
Il Signore e questa trasformazione, il fuoco che 10tramuta in quell a forma priva di scorie che
45 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit., pp.237-242.
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PUO diventare reclpiente della gioia leterna (cfr Balthasar, I novissimi nella teologia46 .
contemporanea, 47)".
II fuoco dell'amore che puriflca le anime-?
Padre Livio nellibro citato sui Novissimi, scrive:
"Non siamo affatto tenuti a ritenere che in purgatorio vi sia fuoco, come invece
siam o ten uti a ritenere per quanto riguarda I'inferno. II magistero della Chiesa per
quanta riguarda l'inferno parla chiaramente di pene dei sensi, e noi indichiamo questepene dei sensi con la parola ilfuoco. I~vece nel purgatorio noi non siamo affatto tenuti a
pensare che ci sia una pena del sen so, e possiamo benissimo intendere Il fuoco del
purgatorio come ilfuoco dell'amoreldi Dio.
Entrando piu a fondo nel cuore di questa riflessione teologica, consideriamo cio che ci
ha detto il Concilio: anche le anime del purgatorio fan no parte del Corpo Mistieo di
Cristo. Anche nelle anime del purgatorio lavora e agisce 10 spirito di Cristo chee 10
Spirito Santo, 10 spirito di amore; [e iI fuoco del purgatorio e proprio it fuoco
d'amore dello Spirito Santo, che penetra nella profondita dl queste anime, nelle
loro radici, le purifica dal lora egoismo, Ie abilita ad amare, conducendole alla
perfezione dell'amore. Quindi ilpurgatorio e la grande scuola dell'amore perfetto, il
cui maestro e 10 Spirito Santo che agisce direttamente sulle anime.Questo insegnamento ci viene soprattutto da una grande mistica, santa Caterina da
Genova," ma e diventato anche l'insegnamento di tanti teologi di oggi: il purgatorio
come il luogo in cui il fuoco d'amore di Dio purifica le anime dall'egoismo e le rende
abili ad amare.
Luogo di sofferenza, perche non si puo ancora vedere Dio faccia a faccla. Ma anche
luogo di gioia: innanzitutto perche c'e gift la certezza della beatitudine (mentre
nell'inferno c'e la certezza della dannazione); poi perche in un eerto senso c'e gia Ia
posslbilita di comunicare con Dio mediante la preghiera: e infine perche gift vi si
puo usufruire del grande mistero della comunione dei santi che da alle anime del
purgatorio la possibilita di pregare per ivivi e ai vivi quella di pregare per loro.
A questo riguardo va puntualizzato, come abbiamo gia visto nei testi, ehe le anime delpurgatorio possono pregare per noi e sicuramente pregano per noi perche possiamo
raggiungere ll fine della vita che e la beatitudine eterna verso la quale esse sono
ineamminate. Ma anche noi possiamo pregare per loro ed aiutarle con la preghiera,
isaerifici, la penitenza, iuffragi e le indulgenze".
La Parusia ~Il ritorno del Signore nella gloria
L'ultlma prova della Chiesa
II ritorno del Signore nella Gloria, secondo Ie Scritture, la Tradizione e il Magistero della Chiesaisara
preceduto da un periodo non di trionfalismo della Chiesa, ma da un tempo di prova, molto seria e
dolorosa. Alla fine apparira Cristo, il trionfo di Cristo con la sua Croce, che "verra a giudicare ivivi e imorti". Cosi afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica:
"Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che
scuotera la fede di molti credenti [Cf Lc 18,8; Mt 24,12 ]. La persecuzione che aceompagna il
suo pellegrinaggio sulla terra [CfLe 21;1~;Gv 15,19-20] svelera il 'Mistero dl inlquita' sotto
la forma di una impostura religiosa chd offre agli uomini una soluzione apparente ai 101'0
46 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit., pp.237-240.
47 P. Livio, Op. cit., pp.l03-104.
48 Caterina da Genova, Trattato del purgatorio e altrlscritti (curatore: Giuggia T.), Gribaudi, 1996.
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problemi, al prezzo dell'apostasia dana verita, La massima impostura religiosa e quella
dell'Anti-Cristo, cioe di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di
Dio e del suo Messia venuto nella carne [Cf2Ts2,4-12; 675 ITs 5,2-3; 2Gv 1,7; IGv 2,18; IGv
2,22 ]" (CCC 675).
"Questa impostura anti-cristica si delinea gia nel mondo ogniqualvolta si pretende di
realizzare nella storia la speranza messianica che non puo esser portata a compimento che al di
la di essa, attraverso ilgiudizio escatologico; anche sotto la sua forma mitigata, la Chiesa ha
rigettato questa falsificazione del Regno futuro sotto il nome di "millenarismo", [CfCongregazione per la Dottrina della Pede, Decreto del 19 luglio 1944, De Mi ll enari smo: Denz. -
Schonm., 3839] soprattutto sotto la forma politica di un messianismo secolarizzato
'intrinsecamente perverse' [Cf Pio XI, 'Lett. ene. Divini Redemptoris, che condanna il 'falso
misticismo' di questa 'contraffazione della redenzione degli umili'; Cone. Ecum. Vat. II,
Gaudium et spes, 20-21 [Cf Ap 19,1-9] Cf Ap 19, 1-9]" (CCC 676).49
"La Chiesa non entrera nella gloria del- Regno che attraverso quest'ultima Pasqua, nella quale
seguira ilsuo Signore nella sua morte e Risurrezione [Cf Ap 13,8 ]. II Regno non si compira
dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa [Cf Ap 20,7-10 ] secondo un progresso
ascendente, rna attraverso una vittorla dl Dio sullo scatenarsi ultimo del male [Cf Ap 21,2-
4] che fara discendere dal cielo la sua Sposa [ Cf Ap 20,12 ]. II trionfo di Dio sulla rivolta del
male prendera la forma dell'ultimo Giudizio [Cf 2Pt 3,12-13 ] dopo l'ultimo sommovimento
cosmico di questa mondo che pass a [CfDn 7,10; G13-4; 677 M13,19]" (CCC 677).
Con la Parusia, ilritorno del Signore nella Gloria, si verificano due eventi:
la Rlsurrezione dei corpi e n Giudizio Universale.
La Risurrezione dei morti (della carne)
Gesu Cristo risorto paradigma dei corpi risorti
Esaminando come Cristo appare con il suo corpo risorto agli apostoli, soprattutto negli approfondimenti ed
esplicitazioni che ne fa San Paolo, riferiti alla risurrezione dei corpi, la chiesa ha individuato alcune
caratteristiche del corpo glorioso di Cristo, e quindi dei nostri corpi gloriosi futuri.
La risurrezione di CristoSO
Michael Hubaut scrive:
"La risurrezione dl Cristo e veramente un fatto insoltto che sfugge completamente aIle nostre
categorie di pensiero.
Queste apparizioni cons one alla nostra c~ndizione terrena significano soprattutto che e I'uomoGesu, e non Il suo splrito, che e risuscltato. Gli apostoli non intrattengono con lui una
relazione puramente spirituale rna concreta, Nella luce della sua umanita trasfigurata non
possiamo non trasferire la nostra dimensione 'corporale' nella vita dell'aldila.
Gli apostoli, testimoni delle sue 'apparizioni', sono incapaci di descriverle esattamente. Le
parole umane sono impotenti. Non hannu alcun termine per esprimere un 'corpc spirituale',
trasfigurato dalla potenza dello Spirito!i
Un corpo che non e piu sottomesso a) limiti dello spazio e del tempo, at cambiamento,all'invecchiamento e alIa corruzione! C'e, allo stesso tempo, continuita, rottura e novita. Le
parole non possono che allineare delle analogie apparentemente contraddittorie. Solo 10 Spirito
che illumina il loro cuore puo far intravedere 101"0 questa realta nuova. E ' proprio lui. Ma
non e ne un puro spirito ne un corpo come iInostro.
Questo 'corpo spirltuale", trasfigurato, ha valicato palesemente le frontiere del nostro
universo temporale. Non e pili permanentemente 'visibile'. Non 1 0 riconoscono spontanea-
49 Cf. Padre Livio Fazanga, Dies irae. I giorni dellla~ticristo, Sugarco, 1997.
50 Cf. Michel Hubaut, L 'aldila, San Paolo 1996, pp. 94-97.
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mente. E necessario che Gesu prenda l'iniziativa di dare loroun 'segno'. Non viene, Non parte.
Egll si 'fa vedere',
Gesu non e venuto a 'salvare' degli angeli, ma degli u om in il P er ch e la sua risurrezione possa ri-
guardarci veramente occorre che essa assuma e trasfiguri tutta la nostra condizione umana,
compresa la dimensione corporale, che e stata 'spiritualizzata' dallo Spirito, ilche non significa
che e stata disincarnata.
GESU RISUSCITATOE IL CENTRO DELLA FEDE CRISTlANA. Se Dio creatore e state capace di
risuscitare Cristo da i morti, do significa ch e sara capace di risuscitare tutti i morti. CRISTORISORTOE proprio L'ULTIMARIVELAZIONEDELDI~EGNOGRANDIOSODI DIO. Egli ci rivela ci o che sara Ia
nostra risurrezione e 1 0 stato finale al quale s iamo chiamati se accogliamo la sua vita.
La risurrezione di Cristo assicura il trionfo dell'amore sulla morte. Solo la risurrezione da
un senso all'amore e quindi alla vita. Dato che l'uomo non puo darsi la vita, non puo ricevere se
non da un Altro la sua risurrezione. Essa e un dono dl Dio. 'Dio ci ha dato la vita eterna e
questa vita e nei Figlio suo. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la
vita' (IGv 5,11-12)".
Macome stanno le cose per la resurrezione del morti?
Ratzinger risponde:"
"Si svolge essa come un fatto materikle, come un evento che non puo essere collocato
semplicemente nell'atemporalita dell'eternita, ma che dev'essere inteso in relazione alla fine
della storia? ... Procedendo dalla vita presente, possiamo estrapolare in modo intuitivo che vi
sara un'esistenza, una vita futura. II modo, invece, di questa nuova vita rimane totalmente
fuorl del nostro spazio sperimentato, per cui e per noi del tutto inconoscibile ... ". Dobbiamo
"quindi essere ben consci dei limiti delle nostre affermazioni.
II messaggio della fedenon ha 10scopo di alimentare una pura curiosita. Laddove sorpassa
10 spazio proprio della esperienza umana, esso non intende intrattenere, rna orientare. Per cuil'al di I i ' ! si apre soltanto fin dove serve all'orientamento nell'al di qua.".
Come risorgono icorpi52
"Cercando di rispondere a questa second a domanda, ricorreremo necessariamente a 1 Cor 15,
35-53, dove Paolo incontra un atteggiamento che tenta di esasperaread absurdum
il concetto
della resurrezione, poiche gli viene postala dornanda: 'Come rlsuscitano imorti? Con quale
corpo verranno?' (v. 35). Di fronte a un simile atteggiamento, Paolo tratta la questione della
corporeita della resurrezione, e 10 fa, come ha dimostrato F. Mussner (Die Auferstehung Jesu,
101-120), riferendo l'esperienza della nuovacorpor~itadel Signoreris()rto alla resu~rezione
4 i . tutti !luanti i. morti, II che significa che Paolo'sropp~one"dedsameiite"ana'~corr~nte
"Cco~iicezIone~~h i d a i c a , che intendeHcorpo risorto come assolutamente identico al corpo
terrene e il mondo della resurrezione come la semplice continuita del mondo terreno ... 53
Ogni interpretazlone naturalistica e'fisicistica' della resurrezione viene qui troncata
esplicitamente. Di conseguenza sono rese superflue pure le speculazioni con cui si vorrebbe
escogitare in che modo il corruttibile possa diventare ugualmente incorruttibile; it che eproprio do che secondo Paolo non avverra..;
i
Per Paolo la corporeita non esiste soltanto nel senso adamitico, ossia come 'corpoanimate",rna anche nel senso cristologico, ossia Sill modello dena resurrezione di Gesu Cristo, come
corporeita che proviene dallo Spirito Santo. Al realismo materialistico non viene
contrapposto uno spiritualismo, bensi un realismo pneumatico ...
51 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit., pp. 112-113.
52 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op . cit., pp. 178-181.
53 Vedi, per es., la concezione del Paradiso nell'Islam: una pienezza delle gioie della vita terrena (e si direbbe solo pel'
gli uomini, perche per Ie donne non c'e, di fatto, :un paradiso, ma sarebbero a servizio della felicita terrena degli
uomini).
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Riguardo alia materialita di questa resurrezione rimane quasi tutto aperto; tuttavia viene affermato
esplicitamente che ilsuo modo sara radicalmente diverse, Che cosa significhi positivamente il suo
realismo pneumatico che viene contrapposto alle spiritualizzazioni non e poss ib il e sape re . Pur tuttavia
it pensiero che alia fine l'intera ereazione di Dio entrera nella salvezza, in qualsiasi modo cio
avvenga, e tanto ev idente, che una sistematizzazione ragionevole del dato biblico non potra fare a
meno di tenerne conto" (cfr. in particolare 1 <;::or15, 20-28; Ap).
Michel Hubaut riguardo alla material it a della risurrezione afferma che la materia, permeata di
energia, non e staticar""Lo Spirito Santo, energia divina che abita gia 1 0 spirito dell'uorno dona forse alIa materia - che
il Cristo ha assunto per l'eternita - una forma nuova e inedita? Probabilmente si. 'Noi pero
siamo cittadini del cielo, da dove attendiamo anche come salvatore, i1 Signore Gesu Cristo, che
trasformera il nostro misero corpo per uniformarlo ai suo corpo glorioso, in virtu del potere che
ha di sottomettere a se tutto l'universo' (Fil 3,20-21).
La scienza fisica s'ingegna sempre di pi~ per dislntegrare la nozione stessa dl materia che
sembra soprattutto fatta di 'vuoto', attraversato da particelle, campi di forze, flussi di energia.
Essa e in continuo cambiamento! Einst~in non ha forse detto che E =mc2, doe una massa
materiale puo trasformarsi in energia pura? La fisica fondamentale rende quindi sempre pi"
problematica qualsiasi rappresentazlone 'materialista' della materia che ha, secondo certi
fisici, delle strane afflnita con 10 splrito.
Non e dunque inverosimlle pensare che il corpo materiale dell'uomo terrestre, strutturato da
flussi di materia come di energia, possa, dopo la morte biologica, essere trasfigurato, cioe
ricevere un'taltra struttura' conservando sempre le tracce del suo 'io' unico. L'uomo
rimarrebbe perfettamente se stesso indlpendentemente dal supporto materiale che serve a
costruirlo e che puo consumarsi e degradarsi.
Ma se, da una parte, queste convergenze della scienza allargano l'orizzonte del 'possibile',
dall'altra esse non potrebbero essere il fondamento della fede cristiana, che si basa sul Cristo
risuscitato, la cui contemplazione ci fa intravvedere la realta di questa mistero ... Infatti se Il
Cristo si e incarnate, non e state per liberarsi della sua urnanita come una vecchia pelle, un
brutto ricordo passeggero, rna per "trasformarla' con la sua potenza di vita"."
54Michel Hubaut, Op. cit., pp. 11-113.
55 C'e qui un campo di ricerca scientlfica che pub entusiasmare i nostri giovani studenti. "Dio e Luce", dice SanGiovanni (1 Gv. 1,5); il tema della "Luce" percorre nitta la Scrittura.
Qui un breve saggio di un fratello delle prime Comunita di Roma, professore di fisica alIa Universita di Roma "Tor
Vergata'': "La possibilita concreta che la materia possa trasformarsi in energla, in luce, e che a sua volta la luce e
l'energia possano origlnare la materia. Questa trasformazione fino a 100 anni fa poteva sembrare pura fantascienza,
ma oggi la sua realta ed attuazione si poggia su solid~ basi sperimentali. La celeberrima equazione: E =mc2 (Energia '"
massa moitiplicato la velocita della luce al quadrato), formulata da Einstein, dice che vi e una stretta correlazione tramassa di un corpo e la sua energia, In termini pili [precisi, .Qgnioggett2(1{)t~todi una sua massa puO convertirsi inel1~~(di cui.la.Lucee una forl11~!p~rdendollnp~_~~II~~g::tl!!~ssa. Diremo drpru:7.~Energla e inassa SOnGastessacosa. E' esattamente cia che accadenefsofe-e i1eilestelle. Secondo Ie uitime scoperte il Sole perde una massa di 4,5
milioni di tonnellate ogni secondo che si trasforma in energia, in luce e calore. E' anche possibile il contrario, cioe che
l'energia pura possa originare materia dotata di massa, A questo punto, a mio giudizio, !'equazione di Einstein
rappresenta proprio l'anello di congiunzione, iI raccordo fondamentale che ci consente di entrare nel CHore della
Rivelazione e intuire il mistero della resurrezione e dell'eternita".! .
II fenomeno della "Sindone" di Torino sulla quale e rimasto impresso come in negativo il corpo di un Crocefissointerroga mold scienzlati se non sia frutto di una esplosione di luce. Su questi argomenti ho letto ire libr]
Interessanti che non ho potuto citare: Jean-Michel Maldame, Cristo e it Cosmo, Ed. San Paolo, 1995; Innocenzo
Timossi, Oltre it Big Bang e if Dna, Elledici, Torino 2007; Paul Haffner, II mistero della creazione, Libreria Editrice
vaticana, 1999.
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Caratteristiche del corpi risorti
II corpo dt risurrezione'"
"II passo decisivo fu compiuto da Tommaso D'Aquino, il quale, con la sua ardita
trasformazione dell'antropologia aristotelica dette una nuova interpretazione dell'anima (cfr,§5, IV, 2).
Infatti questa concezione dell'anima, elaborata definitivamente su basicrlstiane,comportava pure una nuova vlsione delcorpo: secondo la formula di interpretazione tomista
'anima forma corporis', ambedue - l'anima e ii corpo - sono realta soltanto se riferiti l'una
all'altro. Sebbene non si identifichino, essi sono pur tuttavia un'unita e come tale formano
l'indivlduo intero, per cui in questo si esprime una unita-dualita d'un tipo del tutto particolare. Per
it nostro problema cia comporta due sorprendenti conseguenze. La prima consiste nella costatazioneche l'anima non pue mai completamente rinunciare al suo rapporto con la materia ... Se l'essenza
dell'anima e quella di essere 'forma', la sua coordlnazione alla materia e lrrevocabile, per cui se si
negasse questa s i dov rebbe negare la stessa anima.
La second a conseguenza e che gli elementi materia li che compongono il corpo umano
derivano la loro qualita dl 'corpo' soltanto dal fatto di essere organizzati e improntati
dall'energia plasmante dell'anima. Pet cui diviene possibile dlstinguere tra 'CORPO' e'cORPOREITA" distinzione che gia Origene aveva cercato col suo concetto della forma
'caratteristica', ma che non aveva ancora potuto formulare con i mezzi a sua disposizione. Non i
slngoll atomi, non le singole molecole costituiscono come tali I"uomo' e non da essi dipende
quindi l'identita della 'corporeita'; piuttosto, Ia sua identita consegue dal fatto che la materia eassoggettata alia forza plasm ante dell' anima.
Come da un lato l'anima si definisce ora in base alla materia, cosi, all'inverso, il corpo etotal mente definito dall'anima: 'corpo', ossia il corpo indlviduale, e eii) che I'anima si
costruisce quale sua espressione materia le. Proprio per il fatto che la corporeita appartiene
tanto inscindibilmente all'essere uomo, I'identita della corporeita non e determinata dana
materia, bensi dall'anima ...
L'unita [tracorpo e anima] implica, daun lat(), l 'inscindibile coordinazionedell'anima~llamate-
ria, rn a signinca7CIaII'a:ltro T a i o ; · c h e " T i i d . e n ' i I i i l · d e l c o ' r p o ' ~ ' ( f a c o n c e p T r s l ~ n o i r c o n i e ' ( f e t e ' r n i l i i ~ a t adana materia, rna dana persona, dan'anIi1i'a"~~~
Risurrezione nell' ultimo giorno57
«L'uomo che muore, esce dalla storia, essa e per lui (provvisoriamente) conclusa. Tuttavla
egll non perde ll rapporto con la storia, perche la rete della relazionalita umana fa parte della
sua stessa essenza... II carattere realistico della continuita della storia e di importanza
fondamentale per ilconcetto cristiano di Dio, che e fondato sulla cristologia e quindi sulla cura
che Dio ha per iltempo in mezzo al tempo ...
La pili bella espressione ... l'ho incontrata'in Origene, il quale dice in una sua omelia:
"..Anche iSanti che si dipartono da quijnon ottengono subito la plena rieompensa dei loro
meriti, rna attendono noi, anche se tardiarno, anche se restiamo pigri. Poiche non e che abbianogioia piena fintanto che si rattristano e piangono, a causa dei nostri errori, inostri peccati...
E 'un Corpo", infatti, che attende la giu~tifieazione, e 'un corpo' che risorge per ll giudizlo.
'Anche se sono molte le membra, e tuttavia un solo corpo: l'occhio, non puo dire alla mane:
non ho bisogno di te'. Perfino quando l'occhio sia sane e capace di vedere, se gli mancano le
altre membra, che cosa sarebbe la gioia dell'occhio? ... ".
" ...Tu avrai dunque gioia se partirai come santo da questa terra; ma solo allora la tua giola sara
perfetta quando non ti manchera piu alcun membro. Poiche anche iu aspetterai COS! come
sel atteso tu stesso, Ma COS! come a te che sei membro non sembra esservi gioia piena fintanto
che ti manca un membro, quanto meno H nostro Signore e Salvatore, ilquale e il Capo e il
I
I
56 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit., pp. 187-190.
57 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit., pp. 193-200.
19
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fondatore di questo Corpo, puo considerarsi nella giora plena, fintanto ehe il suo Corpo
manca ancora dl eerie membra? ... Egli non vuole dunque ricevere la sua piena gloria senza
di te, cioe non senza ilsuo popolo che eil 'suo corpo" e le 'sue membra?" (Origene, 7a Omelia
sopra it Levitico, n, 2, ed. Baehrens, pp. 374-380; qui citato da: H. De Lubac, Glauben aus der
Liebe, E insiedeln 1 970 , pp. 368-373)>>.58 i .
«A questo proposito la dottrina del C O RP O D I C RIS TO formula con que ll' ult ima log ic a consent it a dalla
cristologia do ch e di per se dovremmo a tt ende rc i dal l' an tropo log ia : ogni uomo esiste dentro di se e
insieme fuori di se; ognuno esiste contemporaneamente negli altri; do che accade al singolo, sir ip er cu ote sull 'in te ra uman ita e do c he a cc ad e n ell 'uman it a, a cc ad e al singolo.
Per cui "Corpo di Cristo" significa che tutti gli uomini formano un unico organismo e cheI
quindi il destino del tutto e ll destino tpersonale di ogni singolo. Benche nella morte, col
concludersi dena sua attivita terrena, lal vita dell'uomo sia decisa in quanto egli viene ora
giudicato e si compie i1 suo destino, tuttavia ilsuo posto definitive potra essergli assegnato sol-
tanto allorquando tutto I'organismo ~ara perfezionato e l'lntera storia sara vissuta esofferta fino in fondo. Per cui ilconglobamento dei tutto e pure un atto che 10 riguarda
personalmente e che solo consente i1 definitivo giudizio universale, nel quale il singolo sara
giudicato nel tutto e gli sara assegnato il posto giusto che puo ottenere soltanto nel tuttO»59.
Corrispondenza tra il corpo risorto I e quello terreno'"I
«Esso [= corpo] porta con s e tutti quei valori morali che ha acquistato attraverso le sue azionisvolte durante la vita storica, in quanto ha collaborato con l'anima per la maturazione, 10
sviluppo della persona umana. Comprensivo di questa ricchezza, il corpo celeste possiede la
stessa identita del corpo terrene. Ne deriva l'affermazione del valore eterno e indistruttibile
ditutte e di ognuna delle atdvitaull1anecomlliiJte nelteI1!R!UL~"7Ttfaltre parole la
vfia~p~e-~~e~]3Ie~alileilfe l~"sefita=~eIin()~do:~()~iit~I~~~~.it ..P!t).~!iPP()~t()".il1.«:lislle.I1.~.~"~Ueerpotercostruire e accoglierehi vera vita do~~t~"5l3.Gesu. Va precisato natural mente che la
;!~U:::~~:!~~d~:~~~~~-i:aef~:~~;a~i:~e~a ~~~n~or:a~~~a~~::an;~1 n~~:p~~a ;~:~n:n~~ Aall'anima, causa la beatitudine infinita e la pienezza della santita, In questa vita gll uomini
veramente costruiscono se stessi per sempre, sia nell'anima sia nel corpo, per giungere alIa
loro realizzazione e perfezlonex."
I corpl risortl del santi: immortallta, impassibilita, lumlnosita, agilltaI
Premesso che il corpo con cui risusciteremo sara il medesimo nostro corpo ma trasfigurato dalla gloria
di Dio nella nostra anima e ad essa completamente sottomesso, la Tradizione della Chiesa pur affermando
\
I
58 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit., pp. 193-i96.
59 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit., p.196. i
60 Renzo Lavatori, Op. cit., p. 93. ,
61 «Parlando della natura del corpo risorto R. c;uardini fa alcune riflessioni avvincenti, utili per una valida
considerazione teologica: "Qual'e la forma propri~ dell'uomo? Quella del bambino, quella dell'uomo maturo, quella
dell'anziano?". Egli risponde: "Tutte sono essenziali] ...], ogni fase dena vita umana e l'uomo, ognuna eindispensabi!e alia sua vita presa complessivamente. La serie senza fine di configurazioni che costituisce il corpo
umano deve essere inclusa nel corpo risorto. Quest9 corpo deve senz'altro esprimere una nuova dirnensione, quella del
tempo, pero il tempo sollevato alpotere dell'eterrio; COS! la sua storia viene inclusa sia ne! suo presente, e tutti i
momenti successivi del suo passat() eSlStOi1OTnn 'adesso' assoluto [...J, Devono essere presenti ne! corpo risorto le sue
gioie, dolori, fmstrazioni,liberazioni, vlttorie, seonfitte, l'amore e l'odlo. Tutte Ie esperienze dell'anima furono
espresse nel corpo e per mezzo del corpo. E sono divenute parte di essa, contribuendo sia al suo sviluppo che alia stia
claudicatimle e distruzione: tutto questo e presente 'e ritenuto nel corpo r is orto [ ... ] nella risui:j:eiione;"tutto - forma
sostanza, vita - nsorgera-:-Niente di cio che era una'volta saraJYJDiyI!J:ato.Le .9j;!g.lt~Jl~desthHHI~n1u'OutiJSonu~lfarte
r'd4ill-SIH)"~essere,, liberati dallel"fsfi:ettezzeCJerlaswrla, fi 'marranno per tutta l'eternlta, non per mezzo di un potere
, proprio, ma in risposta alla chiamata del Dio onnipotente, della forza del suo Spirito"».
20
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che ci e impossibile pensare od immaginare come saremo nella risurrezione, tuttavia riconosce alcune
caratteristiche del corpo glorioso descritte da ~an Paolo al cap XV della Prima Lettera ai Corinti'",
Lagloriflcazlone del corpo e della vita corporale=
Renzo Lavatori riguardo ad alcune caratteristiche dei risorti cosi scrive:
"Secondo la descrizione tracciata dal famoso testo di Paolo ai Corinzi (l Cor 15), e costumenella riflessione teologica indicare alcune caratteristiche generali appartenenti ai corpi risorti,
qualita comuni cioe a tutti, sia quelli che raggiungono la vita beata sia quelli che sono designatialla condanna. Come si e detto, la descrizione dello stato reale del corpo glorioso e quasi
lmpossiblle ad ogni immaginazione umana, ma il realismo e la concretezza con cui la rive-
lazione parla del corpo risorto di Cristo aprono uno spira gllo per riflettere sulla situazione dei
risorti da morte, attribuendo ad essi alcune doti conformi a quelle di Cristo.
Da qui e possibile delineare le qualita proprie dei corpi risorii: spirltualizzazione,
immortalita, incorruttlbilita, mentre altre qualita appartengono esclusivamente ai corpi
partecipanti della beatitudine eterna: impassibilita, sottigliezza, agillta, chiarezza 0 bellezza;
al contrario icorpi dei reprobi si qualificano come passlbill, pesanti, immoblli, oscuri".
La spiritualizzazione
"La spiritualizzazione e indicata da Paolo: 'Si semina un corpo animale, risorge un corpo
spirituale' .
L'essenza della spirituallta non connota una vera dematerializzazione 0 una mancanza di
corporeita come sono gli angeli puri spiriti, perche in questo caso ilcorpo non sarebbe pili
corpo, ma verrebbe totalmente assorbito dall'essere spirituale dell'anima. La realta corporea si
puo trasformare solo in una realta corporea, altrimenti non sarebbe risurrezione del corpo, ma
annientamento dell'uorno secondo Ie sue caratteristiche essenziali e inalienabili; sarebbe come
negare la verita sulla risurrezione.
L'immortalita
"L'Immortalita e ancora segnalata da Paolo: 'E' necessario che questo corpo mortale si vesta
di immortalita'. Similmente Gesu 10 aveva detto ai sadducei, facendo luce sulla realta della
risurrezione: 'Nemmeno possono pili morire' (Lc 20,36). Cio e causato sia dall'anima, che
comunica pienamente al corpo la pienezza della sua entita immortale, sia dallo Spirito di Dio,che rende i1 corpo partecipe della filiazione divina, come afferma Gesu nel testo citato di Luca:
'Ed essendo figli della risurrezione, sono flgli di Din'.
La flliazione si comunica anche al corpo che si manifesta e vive pienamente nella dimensione
dell'amore filiale, Con la risurrezione esso viene in un certo modo rigenerato da Dio attra-
verso il passaggio dalla mortalita all'immortalita, imprimendo in lui iIineamenti stessi del
corpo del Figlio Unigenlto".
L'Incorrnttibilita
"L'incorruttibilita si ricava sempre dal: testo paolino: 'Si semina eorruttibile e risorge
Ineorruttibile'. Nella tradizione della Chiesa tale caratteristica e intesa nel senso che la materia
risorta non puo corrompersi, cioe n~n puo ne generare ne accrescersi fisicamente ne
restaurarsi organicamente. Dice San To~maso: 'Non appartiene allo stato risorto ne mangiarene bere ne dormire ne generare, perchefutto questo riguarda la vita animale'.
Percio if corpo glorioso conserva le proprie caratteristiche speciflche, come anche la sua
determlnazione sessuata (maschio 0 femmina), perche appartengono alla natura umanai
62 Cf. 1 Cor. 15,40-44: "Vi sono corpi celesti e corpi iterrestri, rna altro e 10 splendore dei corpi celesti, e altro quello dei
corpi terrestri, Altro e 1 0 splendore del sole, altro lq splendore della luna e altro 1 0 splendore delle stelle: ogni stella
infatti differisce da un'altra nello splendore. Cosianche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge
incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpoanimale, risorge un corpo spirituale", I
63 Renzo Lavatori, Op. cit., pp. 87-93.
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secondo il racconto dilla creazione delll uomo." La differenza sessuale non e frutto del
peccato di origine, rna elemento determinante dell'atto creatore e centrale nel progetto
globale della divina salvezza't'"
II Gtudlzlo Universale
Con la Parusia, 0 manifestazione del Signore,avviene il Giudizio Universale. Giudizio universale perche
ciascuno di noi e inserito nella storia e nella societa umana, Per cui non basta ll gludlzlo personale, ma ci
sara un gludizio sulla storia, sulle nazloni, sui Iegami che cl hanno uniti in bene 0 in male, l'influsso di
ciascuno sugli altri. E' qui che Papa Benedetto XVI sottolinea nella sua enciclica Spe salvi, con parole dure
e decise, che Dio fara giustizla di tutte le sofferenze, di tutte le oppressionl, di tutte le violenze, di tutte le
guerre, perche nulla sara dimenticato davanti ~ Dio, che raccoglie Ie lacrime' di tutti ipoveri e oppressi.
Confortera ipoveri, gli umiliati, li esaltera, e abbassera coloro che si sono creduti potenti, che sono stati
prepotenti, che hanno oppresso e sfruttato gli altri. .
Nella lettera Enciclica Spe Salvi, riguardo alla giustizia di Dio nel Giudizio universale Papa Benedetto
precisa:
42. Nell'epoca moderna il pensiero del Giudizio finale sbiadisce: la fede cristiana viene
individualizzata ed e orientata soprattutto verso Ia salvezza personale dell'anima.; II
contenuto fondamentale dell'attesa del Giudizio, tuttavia, non e semplicemente scomparso.Ora peri) assume una forma total mente diversa. L'ateismo del XIX e del XX secolo e,secondo Ie sue radici e la SUa finalita, un moralismo: una protesta centro le Ingiustizie del
mondo e della storia universale ...
Poiche non c'e un Dio cue crea giustizia, sembra che l'uomo stesso ora sia chiamato a
stabilire la glustizia. Un rnondo che si deve creare da se Ia sua giustizia e un mondo senza
speranza. Nessuno e niente risponde per la sofferenza del secoli. Nessuno e niente garantisce
che il cinismo del potere - sotto qualunque accattivante rivestimento ideologico si presenti -
non continui a spadroneggiare nel mondo ...
43 .... Dio rivela il suo Volto proprio nella figura del Cristo sofferente che condivide la
condizione dell'uomo abbandonato da Dio, prendendola su di se. Questo sofferente innocente ediventato speranza-certezza: Dio c'e, e Dio sa creare la glustizia in un modo che noi non
siamo capaci di concepire e che, tuttavia, 'nella fede possiamo intuire, Si, esiste la risurrezionedella came. Esiste una giustlzla.
Esiste la «revoca» della sofferenza passata, la riparazione che ristabilisce ildiritto.
Per questa la fede nel Giudizlo finale e innanzitutto e soprattutto speranza - quella speranza, la
cui necessita si e res a evidente proprio negli sconvolgimenti degli ultimi secoli.
64 Anche Tommaso d' Aquino ha sostenuto Ia permanenza della sessualita alia risurrezione dei corpi, poiche per lui
tale determinazione sessuale costituisce una perfezione dell'essere umano, maschio e femmina ( STh I II, S upp l. , q. 81,
a. 3c). Tuttavia non ci sara piu I'esercizio procreativo, in quanto la natura umana n()nayraJ2i~bisog;nodi continuare la
specie (S Th III, S up pl., q. 81, a.-s4c; cf. STh 1 , q. 99, a. 2; S .C .G en te s, IV , 88). Pertantoij significatoperfettivo dellasessualita per la pen;onallll1~l1ag,iustific~ la sua presenza nell'escatologia. Per Tommaso cio corrisponde al caso del
Verbo Incarnato, ilquale, assumendo un§r])()'~i#~nC;;'"~e:1i:a~~~J~§~~~i!~lifli;=ll,2gp~~Q£2£!()SC()po di esercitarla,
rna qualeeIellle.ll~()<l~"!la"I!~!f~!iOiie"ilena".Il~!!1Ell(Il1II Sem ., d 12, q. 3).PerilJllit laq~estione nel pensleiU1Oim~acf. G.Cavalcoli,<<Lar ts ur re zio n e d ell a s es sl ia litf ls ec ondo S : Tommaso» , in L 'uom o e if mondo ne71cl incedefl 'Aquinate ,Ci t ta del
Vaticano 1982,207-219.
65 La Commissione Teologlca Internazionale sic e espressa in modo chiaro e preciso: «L'Incarnazione e la
rlsurrezione estendono anche nell'eternita l'identita sessuale origtnarta dell' imago Dei. II Signore risorto, ora chesiede alla destra del Padre, rimane un uomo. Possiamo inoltre osservare che la persona santiflcata e glorificata della
Madre di Dio, adesso assunta corporalmente in cielo, continua ad essere una donna. Quando in Gal 3,28 Paolo
annuncia che in Cristo vengono annlll111teutte Ie differenze,inc1usaquella tra u~~<L<2.I}~ce!1~Q£~a
.di!!~~"~~~u~~tr~JWles:!l2afjone. a J J~ior:::rLe'dlffe'reiize"sessiialrTra'iiOino edonna;'"pur manifestandosi certamente con attributi fisici, di fatto trascendono il puramente flsico e toccano il
mistero stesso della persona» (cl.a persona umanacreata a immagine di Dim>,in La Civilta Cattolica 155 (2004),
265).
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10 SONO CONVINTO CHE LA QUESTIONE DELLA GIUSTIZIA COSTITUISCE L'ARGOMENTO! ...
ESSENZIALE, IN OGNI CASO L'ARGOMENTO PIU FORTE, IN FAVORE DELLA FEDE NELLA VITA
ETERNA... I .
44. La protesta contro Dio in nome della giustizia non serve. Un mondo senza Dio e un mondosenza speranza (cfr Ef2,12). Solo Dio P"O creare giustizia, E la fede ci da la certezza: Egli 10
fa. L'immagine del Gludizlo finale e in primo luogo non un'Immagine terriflcante, ma
un'immaglne di speranza; per noi forse addirittura l' immagine decisiva della speranza,
Ma non e forse anche un'immagine d! spavento? 10 direi: e un'immagine che chiama in
causa la responsabilita. Un'immagine, quindi, di quello spavento di cui sant'Ilario dice che
ogni nostra paura ha la sua collocazione nell'amcre (Cf. Tractatus super Psalmos, Ps.127,1-3).
DIO E GIUSTIZIA ECREA GIUSTIZIA. E questa la nostra consolazione e la nostra speranza.
Ma nella sua giustizia e insieme anche grazia. Questo 10 sappiamo volgendo 10 sguardo sul
Cristo crocifisso e risorto. Ambedue - giustizia e grazia - devono essere viste nelloro giusto
collegamento interiore, !
La grazia non esclude la giustizia. Non cambia il torto in diritto. Non e una spugna che
cancella tutto cosi che quanta s'e fatto sulfa terra finisca per avere sempre 10 stesso val ore ...
Gesu, nella parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro (cfr Lc 16,19-31), ha presentato a
nostro ammonimento l'immagine di una tale anima devastata dalla spavalderia e dall'opulenza,
che ha creato essa stessa una fossa invalicabile tra se e ilpovero: la fossa della chi usura entro ipiaceri materiali, la fossa della dimenticanza dell'altro, dell'incapacita di amare, che si trasforma
ora in una sete ardente e ormai irrimediabile ...
Nellibro sull'Escatologia Ratzinger afferma."
"Come il ritorno del Cristo, cosi anche il giudizio si sottrae alla nostra
immaginazlone ...
Cristo non condanna nessuno; egli e pura salvezza e chi aderisce a lui si trova nella
zona della salvezza e della Grazia. La perdizione non viene decisa da lui, ma essa esiste la
dove l'uomo e rimasto lantana da lui; essa nasce dal restar chiusi in se stessi...
L'uomo entra con la sua morte nella pura realta e verita e occupa ora il posto che gli
compete secondo verita, La masche:rat~ dena vita, il rifugiarsi dietro posizioni e finzioni,
appartiene al passato. L'uomo e quello che e in verita. In questa caduta delle maschere che si
verifica nella morte consiste il giudizio, n giudizio e semplicemente la verita stessa, il suo
rivelarsi. Tuttavia questa verita non e un ~eutrum. Dio e la Verita, la Verifa e Dio, e 'persona'.Una verita che giudica, che e definitiva, puo esistere soltanto se ha carattere divino; D io egludice, in quanto EgH stesso e la Verits.
Dio peril e per l'uomo la Verita come colui che si e fatto uomo, esempio e modello dell'uomo.
Per cui in e per Cristo, Dio e criterio di verita per l'uomo. In cio consiste la novita
dell'interpretazione liberatrice del giudizio, la quale caratterizza la fede cristiana: la Verita che
giudica l'uomo ha preso essa stessa l'Iniziativa di salvarlo. Essa stessa gll ha creato una
IlHI.OVaerita. Come Amore, essa stessa si e sostituita a lui e gli ha dato una verita d'un tipo
particolare: quella di essere amato dalla Verita ...
Ma e esclusivamente nel potere dl Dio giudicare quale sia l'ultimo orientamento nell'insiemedelle scelte che hanno edificato un'intera vita; se nonostante tutti gli errori vi sia ancora
un'ultima ricerca," un'ultima disponibilita, oppure se l'ostinato rifiuto sia definitivo e
irrevocabile. 1 3 Dio che conosce le ombrature della nostra liberta meglio di quanto le
66 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit., pp. 214-418.
67 Ho sentito raccontare un episodio nella vita del Santo curate d'Ars, che non ho potuto verificare. Si racconta che una
donna disperata, ricorse al Curato d'Ars in lacrime gridando che un suo figlio si era buttato da un ponte e si era ucciso
nel flume sottostante: era disperata perche 1 0 pensava condannato all'inferno eternamente. II Curato d'Ars Ie avrebbe
detto: "E tu che ne sai di cosa sia successo nel eucre di tuo figlio mentre dal ponte cadeva nel fiume. Potrebbe aver
avuto un attimo di ravvedimento. Tu prega per lui".
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conosciamo noi medesimi, ed e pure lui che conosce la chiamata e Ic potenzialita dell'uomo.
Egli stesso, essendo la v er ita c he conosce l'insufficienza dell'uomo, e diventato la sua salvezza".
"La fede nel ritorno del Cristo e insieme la certezza che alla fine sara la Verita a giudicare e
l'Amore a vincere.I
La storia e perfezionabile soltanto da un fattore esterno e solo quando si accetti questo e
essa venga vissuta in vista di questo trascendimento, essa potra sperare nel proprio
perfezionamento. i
La salvezza del mondo si fonda sui trascendimento del mondo. Il Cristo risorto pero ela certezza vivente che questo trasqendimento, senza il quale il mondo resterebbe
un'assurdita, non sfocia nel vuoto, rna che la storia puo essere vissuta positivamente e
che il nostro operare razionale, di per se tanto povero e limitato, ha un senso. Di
conseguenza, I" Anticristo' e I' assoluta chiusura della storia dentro la sua propria 10 -
gica, quale antitesi di Colui del quale, secondo Ap 1,7: ' il costate trafitto sara vedutoda ogni occhio,,,.68 !
LTNFERN069
L'esistenza dell'Inferno dimostra anzitutto Passoluto rispetto che Dio mostra di avere per la
liberta della sua creatura, L'amore e un dono che I'uomo ric eve; e la conseguente
trasformazione di ogni sua miseria, di ogni sua insufficienza; neppure it « si » a tale amore
scaturisce dall'uomo stesso, rna e provocato dalla forza di questo amore.
Ma la liberia di riflutarsi alla maturazione di questo « sl », di non accettarlo come qualcosa di
proprio, questa liberta rimane."
Cesu Cristo, si reca nell'Inferno e 10 svuota mediante la propria sofferenza; pur tuttavia egli
non tratta gli uomini come esseri minorennl, iquali, in fondo, non possano essere ritenuti
responsabill del proprio destine, bensi ll suo cielo si fonda sulla liberia, ehe lascia anche al
perduto Il diritto di volere lui stesso la propria perdlzione.
La particolarita del cristianesimo emerge' qui nella affermazione della grandezza dell'uomo:
la sua vita e un caso di estrema serieta. Esiste eii}che e irrevoeabile - anche la rovina
irrevocabile - per cui ilcristiano deve vivere in questa consapevolezza.Questa serieta dell'essere e dell'agire dell'uomo si eoncretizza nella Croce del Cristo, la
quale tuttavia illumina ilnostro tema sotto due aspetti diversi:
Dio soffre e muore - il male non e per lui qualcosa di irreale: per lui che e Amore, l'odio
non e un nulla. Egli vince il male non ~ella dialettica della ragione universale; egli non 1 0
vince in un venerdi santo speculative,' bensl assolutamente reale. Egli stesso entra nella
liberta dei peccatori e la supera con Ia liberia del suo amore che discende nell'abisso.
i
68 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit., pp. 223-~24..69 Ibid. pp.224-227 I
70 «Lo scandalo dell'universo non e la sofferenza, rna la liberia». Bernanos 10ha ravvisato con una notevole capacitadi penetrazione umana e cristiana. L'uomo, dimentico del Dio vivente e libero che gli dona I'esistenza, e diventato un
essere profondamente enigmatico. Invano cerchera ovunque la ragione della propria esistenza, se non la trova
accettando ilproprio fondamento nella liberta di Dio, dove invece trovera la propria beatitudine. Tuttavia egli puo anche
misteriosamente rinnegarlo, sia all' inizio sia nel corso del suo cammino. E 10 ha fatto. La sua esistenza diventa un
orribile deserto. Le micidiali conseguenze di questa disastro provocano giustamente scandalo. Tuttavia 10 scandalo
vero e proprio e ilfatto che il suo destino si giochi;tra l'accettazione 0 if rifiuto del libero disegno che Dio intende
perseguire fino al limite estremo dell'amore, pur rispettando Ia possibilita che l'uomo 10 rifiuti fino al limite estremo
della desolazione. Hans VI'S von Balthasar ha giustamente visto in questa una «teodrammatica» (Pere Antoine de
Monicault, inPrefazione al Iibro di Luc Baresta, Op. cit., p. 7).
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I corp! risorti del dannati: solitudine, odlo a Dio e agli altri, dtsperazione
Abbiamo visto prima come la Tradizione della,Chiesa descrive alcune caratteristiche .del corpo risorto dei
giusti e dei santi, mentre invece la situazione dei corpi risorti dei dannati e completamente al contrario. In unsuo scritto Joseph Ratzinger," parla del demonio come non-persona.
"Quando si chiede se il diavolo sia una persona, si dovrebbe giustamente rispondere che egli e la non-persona, la disgregazione, la dissoluzione dell' essere persona". Infatti l'elemento caratteristico della
persona e la relazione. All'inferno per idannati (diventati figli del demonio Mt.13,38) non cl sara pinrelazione ma solitudine,
Le pene 0 le sofferenzef
Renzo Lavatori scrive:
" : 8 tradizionale nella dottrina della Chiesa parlare di una doppia pena nell'inferno: quella
interiore della perdita di Dio, la pena del dan no, e quella esterna sensibile, la pena del
senso.
La pena del danno corrisponde alla desolazione della mancanza di Dio, alla separazione
definitiva da lui. Questo e stato sempre considerato l'aspetto pin importante e penoso
dell'Inferno, non paragonabile a nessun.tormento terreno. A causa di esso, l'uomo non puo
pili contemplare ilCreatore, che costituisce la felicita piena, capace di attuare isuoi desideri
profondi. In altre parole si tratta non solo della lontananza umana da Dio, ma anche di una reale
incompatlbilita di Dio verso l'uomo in quanta peccatore, che non pue in alcun modo
condlvldere la santlta divina. In tal senso l'inferno non e una semplice carenza 0 perdita per
l'essere umano, ma e la privazlone radicale della vlsione dl Dio. E Dio stesso che non puo ne
vuole comunicare con l'uomo il quale non accetta la sua amicizia e ilsuo sommo bene. Come si
sa, tale sanzione corrisponde al rifluto dell'incontro interpersonale tra Dio e l'uomo. Per
questa ragione l'inferno non puo essere ponderato solo a livello antropologico, rna assume un
autentico valore teologico. L'amore non amato senza altre giustificazioni che quella di non
volerlo amare, l'amore cite sl dona e che viene rigettato solo perche e amore puro e gratuito,tutto questo costituisce il perpetuo stlllicidio 0 il pungiglione inarrestabile della pena
infernale. La consapevolezza e la volonta di negare l'amore provengono propriamente dal-
l'evento redentore della Croce di Cristo, massima rivelazione dell'amore donato e sacrificato,
Sotto tale aspetto l'inferno e la negazione diretta e totale del Croclfisso, segno supremo delladonazione disinteressata. .
Lo stato di lontananza da Dio, provoca alcuni atteggiamenti interiori che formano la
drammaticita dell'inferno e possono essere individuati nella frustrazione, nella disperazione e
nella solitudine" _ 7 3 I
La frustrazione
"E' una conseguenza della perdita di Dio. L 'uomo dannato non accetta, come si e visto, Iasua dipendenza da Dio e cio costituisce la non accettazione di s e Quale essere creato,
Rifiutando ilCreatore, di fatto l'uomo rinnega se stesso perche non ammette fa sua identita
ontologlca, da cui scaturisce una schiacciante permanente frustrazione, riconoscendosi un
povero disgraziato, inca pace eli raggiungere la propria perfezione e chiuso nella personale
inibizione di compiere qualsiasi cosa a proprio vantaggio".
71 Joseph Ratzinger, Dogma epredicazione, Queriniana, Brescia 1974, p. 197.
72 Renzo Lavatori, Op. cit., pp.150-157. .
73 Le lmmaglni con cui la Sacra Scrittura ci presenta Pinferno devono essere rettamente interpretate. Esse indicano
la completa frustrazione e vacuita di una vita senza Dio. LInfemo sta ad indicare pill che un luogo, la sltuazione in
cui viene a trovarsi chi liberamente e definitivamente si allontana da Dio, sorgente di vita e di gioia. La 'dannazione'
non va attribuita all'iniziativa di Dio. (Papa Giovanni Paolo II, Udienza, Mercoledi, 281uglio 1999).
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La disperazione
"La disperazione nasce e invece dalla coscienza di non poter ottenere la propria redenzione 0
salvezza operata precisamente dalla Croce di Cristo. Mettendosi al di fuori dei raggi
dell'amore salvifico, i1 dannato si trova oppresso dalla profonda irrealizzazione del suo essere
giustificato e percio si dispera fino al punto di non aver piu alcuna fiducia ne in Dio, ne in se
stesso, ne negli altri, Di contro la gloria della croce di Cristo ha raggiunto it suo massimo
splendore con la parusia e diventa una luce accecante per colui che, pur fuggendo da essa,non
riesce a liberarsi dalla sua presenza. D~ qui nasce l'odio e l'ostmta verso tutti, partendo
propriamente dall'avversione contro se stesso".
La solitudine
"La solitudine scaturisce dalla personale disperazione. In effetti lasclando l'unico Dio e
l'unico salvatore, l'uomo rimane da solo, senza trovare alternative. Tale solitudine non riguarda
soltanto la direzione verticale verso Dio, in particolare nel rigetto del Padre e del Figlio e dello
Spirito Santo, rna si riflette sui propri simili, dannati come lui nell'Inferno. Questi suoi sod
non li accetta, ma li disprezza, perche formano la continua testimonianza esterna del suo esserespregevole, in cui si rispecchia e si aborrisce. Riflettendo in essi la sua miseria e la sua
negativita, si allontana e non vuol comunicare con 101"0. Si attua cosi una dissociazione
terrifleante che forma la confusione e la divisione all'interno dell'inferno stesso".
II Catechismo della Chiesa cattolica afferma: "Dio non predestina nessuno ad andare all'inferno; questo e laconseguenza di una avversione volontaria a Dio (un peccato mortale), in cui si persiste sino alia fine. Nella liturgia
eucaristica e nelle preghiere quotidiane dei fedeli, la Chiesa implora la misericordia di Dio, il quale non vuole 'che
a!cuno perisca, rna che tutti abbiano modo di pentirsi' (2 Pt 3,9)" (CCC 1037).
"La dannazione rimane una reale posslbilita, ma non ci e dato di conoscere, senza
speciale rivelazione divina, se e quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti, II
pensiero dell'Inferno - tanto meno l'utilizzazione impropria delle immagini bibliche -
non deve creare psicosi 0 angoscia, ma rappresenta un necessario e salutare monito alia
liberta, all'interno dell'annuncio che Gesu Risorto ha vinto Satana, donandoci 10 Spirito
di Dio, che ci fa invocare "Abba, Padre" (Rm 8,15; Gal 4,6)" (Giovanni Paolo II,
Udienza, Mercoledi, 28 luglio 1999).
La pena del sensoLa pena del senso 74 corrisponde ai mali esteriori e dolorosi, tra iquali primeggia quella realtaidentificata al fuoco infernale,
Come si e vi sto la Scrittura ne p arl a abbondantemente. An ch e il magistero
della Chiesa ne tratta ripetute volte, affermando la doppia pena dell'Inferno, sptrituale ed
esteriore
IICatechismo della Chiesa Cattolica riporta l'affermazione di Paolo VI:
"Gesu parla ripetutamente della 'Geenna', del 'fuoco inestinguibile', [Cf Mt 5,22; Mt 5,29;
1034 Mt 13,42;Mt 13,50; Me 9,43-48 ] che e riservato a chi sino alIa fine della vita rifluta di
credere e di convertirsi, e dove possonolperire sia l'anima che il corpo [CfMt 10,28 ]. Gesu
annunzia con parole severe che egli mar-dent isuoi angeli, iquali raccoglieranno ... tutti gli
operatori di iniquita e li getteranno nella fornace ardente' (Mt 13,41-42 ), e che pronunziera la
condanna: 'Via, lontano da me, maledetti.lnel fuoco demo!' (Mt 25,41 )" (CCC 1034).
Nella tradizione della Chiesa sin dai tempi di Origene, ll fuoco di cui parla la Scrittura e statoidentificato con le sofferenze psicolcgiche dena separazione da Dio, riducendolo a
un'esperienza soggettiva interiore. .
La pena del fuoco... e un mistero di affanno e di terrore, che scaturisce dalla malizia e dal
disprezzo della grazla divina rifiutata.
74 Renzo Lavatori, Op. cit., pp. 150-157.
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II risveglio miracoloso del corpo e la sua conservazione nella punizione eterna corrispondono
a un capovolgimento della gloriflcazione del corpo deglt eletti: una pena qualitativamente e
q ua ntita tiv am en te co si grande e terrificante che sorpassa l'infinita distanza della visione
beatifica. Essa percio deve derivare da una.forza superiore che penetra e consuma il corpo
senza distruggerlo e per mezzo del corpo tormenta e cruccia l'anima nella maniera pili orribile.
Si tratta di una forza superiore, altrimenti il castigo del corpo non corrisponderebbe al castigo
dell'anima.
Da questo disordine consegue che il corpo bruciante, dominando sull'anima, e a sua voltaasservito dalle realta create, sottomettendosi al lora potere. In altre parole il dannato
capovolge l'ordine della creazione, restandone vittima. Tale oppressione delle cose su di lui
causa un vero tormento sensibile e urnlliante, che puo essere paragonato al tormento delfuoco. Da qui si intravede 10 stato abominevole in cui cade ll dannato, sia nella sua anima,
schiavizzata dal corpo, sia nel corpo stesso, strumentalizzato e dominato dagli altri esseri. Si
puo parlare di un vero impoverimento, nel senso di un totale avvilimento dell'essere umano.
Esso sl trova in balia degli altri, come un miserabile e abietto esistente non piu
identlfieablle, .
L'eternita dell'Inferno e n numero del dannatiLa situazione infernale e stata sempre considerata come uno stato fissato in modo definitive,
secondo cui l'uomo semplicemente ne p uo reagire e ritornare a Dio n e v u ole p en tir si.
La condanna del peccatore non indica una mancanza dl equanimita da parte di Dio, perche
la giustizia divina corrisponde alla sua volonta di dare a ciascuno cio che gli e proprio. L'uomodecide liberamente di non volere rimanere con Dio: una decisione totalmente e propriamente
sua, inalienabile.
Inoltre la riprovazione e compatibile con la divina misericordia. Non solo perche,
come dice san Tommaso, Dio castiga idannati in maniera inferiore al merito delle lora
colpe; rna ancora di pili per la ragione che Dio non puo obhliga re I'uomo ad
essere a lui sottomesso. Crome si e gia detto, I'Inferno testimonia la gratuita e la
liberia dell'amore divino, cui corrisponde la libera accettazione 0 negazione. Un
amore che rosse necessitante per l'amato, sarebbe di fatto un amore non gratuito,
rna oppressive.
La costituzione essenziale dell'amoreesige una corrispondenza totalizzante e definitlva,sebbene non necessitante ma liberamente donata, Per tali ragioni l'amore misericordioso diDio vive in accordo alla sua equita.
L'esistenza dell'inferno rimane un profondo mistero. Esso coincide con il mistero del
peccato, "MYSTERIURN INIQUITATIS", ne l senso che non e facile capire come la creatura umana
possa rifiutare l'amore offerto da D io, che costituisce la sua felicita; non si comprende come la
Croce di Cristo, rivelazione suprema delllamore salvifico, possa venire rifiutata e bestemmiata.
Si tratta del mistero dell'Incontro tra due soggettiche si donano, in modo libero e eosciente.
Circa le persone che sl trovano all'inferno, la Chiesa ha manifestato la volonta di non
decretare mai la condanna eterna di nessuno, come invece dichiara la beatificazione dei santi.
D'altra parte esiste la possibilita per l'uomo di dannarsi, per cui la Chiesa non afferma
neanche ll vuoto totale dell'inferno per' gli uomini, Siccome c'e la certezza che vi si trovano
angeli cattivi, ne segue che la dannazione tocca i soggetti razionali 0 spirituali,E' plausibile comunque congetturare e sperare che molti si salveranno, per diverse ragioni.
"Le affermazioni della Sacra Scrittura e gli insegnamenti della Chiesa riguardanti l'inferno sono
un appello alia responsabllita con la quale l'uomo deve usare la propria liberta in vista del
proprio destino eterno. Costituiscono allo stesso tempo un pressante appello alla conversione"
(CCC 1036).
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Concludendo l'esposizione sull'Inferno, ilteologo Schmaus, uno dei primi teologi che ha scritto due trattati
sui Novissimi nella spirito del Concilio Vaticano II, dice:"
"Concludendo, quanta alla rivelazione di Cristo sull'Inferno si puo dire che anch'essa
e un messaggio dell'amore di Dio.
D io ci m etre in guardia di fronte a quello cui va inco ntro o gnu no che m uo ia in peccato
mortale, L'intenzione di Dio non e di precipitare l'uomo nell'inferno, rna di salvarlo
da esso. La serieta della sua volontai salviflca egli l'ha most rata nella morte del suoFiglio. Mediante questa, it suo amore salviflco divenne credibile in modo assoluto, al
di 1 ftdi tu tte le d is illu sio n i d el l'u omo ."
Le descrizioni dell'Inferno, secondo le quali Dio sta in certo qual modo in agguato,
can la mira di perdere l'uomo, e sventa con imbattibile sagacia ientativi del debole di
raggiungere la santita e la beatitudine, isono bestemmie contro Dio. Esse corrispondono
ad una concezione pagana, non crlstiana, della divinita. Se esse fossero valide non si
potrebbe respingere il rim provero che la dottrina dell'inferno e un monosatanismo
(Eduard von Hartmann).
La rivelazione dell' inferno e un appello dell'amore, che c'invita a lasciarci salvare da
questa forma di esistenza. Percio colui che crede nella rivelazione dell' inferno non
vive nel timore e nello spavento, rna nella fiducia e nell'amore. Certo egli diffidadella propria debolezza, rna pone una confidenza senza riserve nell'amore di Dio;
egli ha la promessa c he n ess un potere sulla terra e nessuno al di la della terra puo strap-
parlo dall'amore di Dio che e in Cristo Gesu nostro Signore (Rm 8,38s). Egli e da Cristosottratto al giudizio.
Centro il fedele nessun accusatore si presentera al Padre. Cristo non 10 accusera,
perche egli e il salvatore (Rm 8,34). Lo Spirito Santo, ch e fu mandato da Cristo nel
mondo come accusatore contro gli empi, non 1 0 accusera, perche it fedele non fa parte
degli empi (Gv 16,8-11). Percio non sara neppure condannato. Secondo la Sacra
Scrittura, colui che si affida con fede viva a Cristo e strappato ai terrori dell'Inferno
(per es. Lc 16,9; 23,43; 2 Cor 5,8; Fill,23; Eb 12,22).
La rivelazione dell'inferno gli mostra quanto terribile sia H giudlzio, in balia delquale egli avrebbe dovuto cadere, e quanto grande sia la misericordia di Dio, che 10
scampa (Rm 3,21). Egli puo quindi aI cospetto dell'inferno, e proprio al cospetto del
suo orrore, render lode e ringraziamento a Dio, L'apostolo Paolo nelle sue Lettere
t orna cont inuamen te ad esaltare la d iv in a g ra zia .
IICIELOPassiamo ora al Cielo: come si presenters ria Gerusalemme celeste? Un aspetto molto importante
recuperato dal concilio Vaticano II, e il passaggio da una visione individualistica delle ultime realta, i
novissimi, ad una visione comunitaria, ecclesiale: ILCORPO DICRISTO RISORTO. Avremo la gioia comeI
persone, come individui, e anche come comunita , La felicita consiste nel sentirci amati da Dio e
nell'amarci gli uni gli altri in unadonazione reciproca, in un interscambio di doni, e nell'approfondimentosempre maggiore del mistero di Dio, che sara un mistero inesauribile. Per cui questa sara la beatitudine
completa. La beatitudine completa consistera nella plena comunione con Dio, con ifratelli, con se
75 Michael Schmaus, I Novissimi di ogni uomo, Edizioni Paoline, Alba 1970; II primo Volume: I novissimi del mo~do e
della Chiesa, Edizioni Paoline, 2. ed. - Alba 1969. I
76 E' interessante notare come parallelamente alia progressiva secolarizzazione dell'Europa iniziata dall'illuminismo in
poi fino all 'attuale rifiuto di Dio, il Signore abbia manifestato pili volte la sua Misericordia verso ipeccatori che
ritornano a lui. Cito solo Santa Maria Margherita Alacoque con il culto al Sacro Cuore di Gesu, pili vicina a noi Santa
Faustina Kowalska e l'istituzione della festa della Divina misericordia da parte di Papa Giovanni Paolo II. Molti istituti
ispirati alia divina Misericordia, e l'Enciclica "Dives i n Misericordia" ("ricco di misericordia" del 30 Novembre 1980).
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stessi, e con if cosmo. Come descrive San Giovanni nel Libra dell'Apocalisse Ia Cerusalemme celeste
fondata nella storia dell'umanita," la storiarnon sparira, sara sempre presente come le stigmate nel
corpo glorioso dl Gesu Cristo, testimone delle meraviglie di Dio che ci ha riscattati nel suo Figlio dalla
nostra realta di peccato e di morte.
Vediamo un po' piu nei particolari quanta la tradizione e ilmagistero della Chiesa dicono sulla situazione
definitiva d ei s an ti in paradiso. Cosi ne parla Joseph Ratzinger nel suo libro: 78
"Con il termine figurato 'cielo', che si connette al simbolo di quanta significa 'in alto', al
simbolo cioe dell'altezza, la tradizione cristiana definisce it eompimento, il perfezionamento
definitivo dell'esistenza umana tramite la pienezza di quell'Amore verso il quale si muove la
fede. Per ilcristiano un simile perfezionamento non e semplicemente 'musica del futuro', ma
rappresenta, db che avviene nell'lncontro con Cristo e che, a seconda delle componenti della
sua natura, e gH l fondamentalmente presente, Domandare che cosa significhi 'cielo' non vuol
quindi dire perdersi in fantasticherle, mavoler conoscere meglio quella presenza nascosta che
ci consente di vivere la nostra vita in modo autentico e che pur tuttavia ci lasciamo sempre
nuovamente sottrarre e coprire da quanto e in superficie. '
... Il Cielo non e un luogo senza storia, 'dove' si gtunge; l'esistenza del 'cielo' si fonda sul
fatto che Gesu Cristo quale Dio e uomo e ha dato all'essere umano un posto nell'essere stessodl Dio (cfr Rahner, La risurrezione della carne, 459).
L'uomo e in cieloquando e nella misura in cui e con Cristo e trova quindi il luogo del suo
essere uomo nell'essere di Dio. Per cui il cielo e primariamente una realta personale, che
rimane per sempre improntata dalla sua origine storica, cioe dal mistero pasquale della Morte e
della Resurrezione.
Da questo centro crtstologico si possono derivare tutte le altre componenti del cielo
definite tali dalla tradizione. Dall'affermazione cristologica consegue anzitutto un'afferrna-
zione teo-logica: il Cristo trasfigurato continua a eonsegnarsi incessantemente al Padre,
egli e questa autoconsegna; il sacrificio pasquale e in lui un perenne presente.
Il 'cielo, inteso come un "drvenire uno' col Cristo, ha quindi il carattere dell'adorazione;
in esso e realizzato il contenuto profetico di ogni culto: Cristo e il Tempio escatologico(Gv 2,19), i1 cielo e la nuova Gerusalemme, illuogo cultuale di Dio ...
L'affermazione cristologica include pero anche un memento eccleslologico: se il cielo e
fondato sull'Inserimento dell'uomo nel Cristo, ne segue che esso comporta pure lacomunione con tutti coloro che insieme formano l'unico Corpo di Cristo. n cielo non
conosce infatti alcun isolamento; esso e l'aperta comunita dei Santi e quindi anche Ia pie-nezza dl ogni umana convivenza quale conseguenza della totale apertura per n volto diDio.
Su questa conoscenza si fonda ilculto cristiano dei Santi, che non presuppone
un'onniscienza mitica dei Santi, bensi semplicemente l'apertura ira le varie membra
dell'lntero Corpo di Cristo e l'illimitata vicinanza dell'amore che e certo di raggiungereDio nell'altro e l'altro in Dio. Ne deriva quindi pure una componente antropologica: il
fondersi dell'vlocon il Corpo di Cristo, il farsi strumento del Signore e degli altri non
significa un dissolvimento deH"Io', bensi la sua purificazlone, che realizza insieme le
sue piu alte posslbilita."
77 "La citta [Ia Gerusalemme celeste] e cinta da un grande e alto muro con dodici porte: sopra queste porte stanno
dodici angeli e nomi scritti, inoml delle dodicl tribu dei figli d'Tsraele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a
mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte. Le mura della citra poggiano su dodicl basamenti, sopra iquali sono i
dodici nomi del dodici apostoli dell' Agnello" (Ap.21,12).
78 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit" pp. 242-247.
79 Luc Baresta (Op. cit., p. 126), scrive: «Partendo da cio, constata Benedetto XVI, possiamo capire il Cantico dei
Cantici. Accolto neI Canone della Sacra Scrittura, esso e stato ben presto interpretato come un insieme di canti
d'amore che, in definitiva, descrivevano la relazione di Dio con l'uomo e delI'uomo con Dio. " . 8 diventato, nella
letteratura cristiana come in quelIa giudaica, una sorgente di conoscenza e di esperienza mistica, in cui si esprime
I'essenza della fede biblica'. Per rafforzare Ia sua certezza, i1 Papa afferma: "Si, estste una uniffcazione dell'uomo con
Dio". Potremmo aspettarci queIle parole che costituiscono, in fondo, una definizion, del paradiso che e e che viene.
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Per questo motivo H cielo e per ciaseuno individuale. Ognuno vede Dio a suo modo,
ognuno riceve l'amore del Tutto nella sua inconfondibile unicita: 'AI vincitore daro la
manna nascosta e una pietruzza blanca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che
nessuno conosce all'Infuori di chi la riceve' (Ap 2,17).
Da qui si puo comprendere che nel Nuovo Testamento (come nell'intera tradizione) il cielo
e chiamato, da un lato, "ricompensa' -il che significa la risposta a quell a determinata via,
a quella determinata vita, a quel determinato uomo, al suo personale agtre a soffrire -
rna significa insieme che esso e la Grazia, dell'Amore-donato ... Ci basta sapere che Diosara la pienezza per ognuno a suo modo e che 1 0 riempira oltre ogni immaglnazione.
Cio che consegue da simili considerazioni non puo quindi essere un'indicazione d'un
privilegio di questa 0 di quell'altra via, rna e l'impegno di dilatare il piu possibile il
recipiente della propria vita e questo non per garantire a se stessi un pill cospicuo te-
soro nell'al di la, rna per poter distribuire dl pi"; poiche nella communio del Corpo di
Cristo si puo possedere soltanto nel .dare; la ricchezza della perfezione puo consistere
solamente nel donare agli altri.80
Della dimensione cosmica dell'affermazione cristologica ci siamo gia occupati nelle nostre
precedenti riflessioni, Infatti l"e1evazione' del Cristo, ossia l'entrare della sua umanita nel Dio
trinitario con la Resurrezione, non signiflca che egli esca dal mondo, bensi. costituisce un
modo nuovo di esservi presente: nel Iinguaggto figurate degli antichi simboli it modo
d'esistere del Risorto e quello di 'sedere alla destra del Padre', ovvero la partecipazlone alpotere regale che Dio esercita sopra Ia storia, a quel potere che pure nel nascondimento ereale. II Cristo glorificato non e quindi 'tolto dal mondo", rna e al d] sopra del mondo e condo in rapporto col mondo.
'Cielo' significa partecipazione a questa forma d'esistere del Cristo e quindi insieme il
compimento di do che inizia col battesimo. Di conseguenza, al cielo non puo essere data
alcuna definizione topografica, ne 10 si puo collocare fuori 0 dentro la nostra struttura della
spazio; tuttavia esso non puo essere neppure separato, intendendolo semplicernente come
'situazione', dall'insieme del cosmo.
Piuttosto, esso significa quel potere universale che compete al nuovo 'spazio' del Corpo
di Cristo - alla communio dei Santi. Per cui Il cielo non e da intendersl nel sen so di
uno spazio, rna essenzialmente nel senso di 'elevatezza'. Da qui vanno valutati lalegittimita e il limite dei termini figurati usati dalla tradizione: essi corrispondono a
verita quando illustrano la superiorita, la liberta dalle costrizioni del mondo e H potere
dell' Amore sopra il mondo; mentre non rispecchiano la verita, quando separano il"cielo ' totalmente dal mondo 0 10 considerano, per cosi dire, come ilpiano superiore del
suo edificio.
SI, esiste questa unificazione che corrisponde al originario dell'uomo". E a questa punto che Benedetto XVI ladistingue con termini precisi: "Questa umftcazione.non e un fondersi insleme, un affondare nell'oceano anonimodel Divino; e unita che crea amore, in cui entrambt - Dio e l'uomo - restano se stessi e tuttavia diventano
pienamente una cosa sola: 'Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirlto", dice san Paolo (1 Cor
6,17)"».
80 La comunione con Dio in Cristo per 10Spirito Santo, non annulla Il nostro io, la nostra personalita, al contrariorealizza tutte le potenzialita della nostra persona finora a noi ignote. Infatti noi siamo persona in quanto immagine
IIi Dio: che in se stesso e Relazione di amore: del Padre verso il FigIio, del Figlio verso il Padre, nell'unita dello Spirito
Santo. Partecipare a questa vita divina non annullala nostra Indivlduallta, ma la porta a plena reallzzazione. Per
analogia come nel matrimonio I'apertura e la donazione dello sposo alla sposa e l'accoglienza nella Iibera risposta
della sposa allo sposo, diventa amore fecondo nel figlio, questa relazione di amore sponsale e di genitori, non
smlnuisce la personalita dei coniugi e poi del figli, ma al contrario nella donazione alla sua donna l'uomo realizza Ie
aspirazioni del suo cuore, si realizza come uomo, e cosi la donna, e di conseguenza nella donazione dei genitori ai figli
e nella libera risposta dei figli ai genitori: e una crescita personate e comunltaria all'interno della famiglia, e questo
vale anche all'interno della Chiesa: dove I'apertura all'altro e la donazione di s e all'altro non el spersonalizza, ma
al contrario cl rende pili pienamente persone, pili pienamente noi stessi. Suor Elisabetta della Trinita nei suoi scritti
pill volte manifesta che l'apertura del suo cuore a Dio, alIa Santissima Trinita che abita in lei, "dilata" il suo piccolo
cuore.
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In conformita a cio la Scrittura non ha mai ammesso l'autocrazia di una immaglne sola, ma
ha prospettato cio che e inesprimibile con una moltepllcita dl tmmagmi e ha evidenziato,
soprattutto con l'annunzio di un cielo nuovo e di una terra nuova, che infine l'intera creazione
e destinata a trasformarsi in vaso della magnificenza divina. L'intera realta creata viene inclusanella beatitudine.
II 'cielo' e come tale una realta 'escato,ogica', l'aprirsi di quanto e definitivo e radicalmentediverso. La sua eternita consegue dall'eternita dell'irrevocabile e indivisibile amore di Dio; la
sua apertura al pieno eschaton deriva dall'apertura della storia, tuttora in fase dicompimento, del Corpo di Cristo comedi tutta la creazione. II cielo sara perfetto soltanto
allorquando saranno unite tutte le membra del Corpo del Signore. Questaperfezione del
Corpo di Cristo comports Insieme, come abbiamo veduto, la 'I'esurrezione della carne', e
significa 'Parusia' in quanto con cii) sl e compiuta in pieno la presenza, finora 'soltanto
iniziata, del Cristo e in quanta comprende tutti coloro che devono essere salvati, Ivi ineluso
I'universo.
Per cui il cielo conosce due fasi storiche: l'elevazione del Signore instaura it nuovo 'essere
uno' tra Dio e l'uomo e con cio il 'cielo' it completamento del Corpo del Signore a pleroma
del 'Cristo intero' 1 0 perfeziona nella sua reale interezza cosmica. La salvezza del singolo -
ripetiamolo per concludere - sara completae plena soltanto quando sara compiuta pure la
salvezza dell'universo e di tutti gli ':eletti, poiche questi non sono nel dele soltanto
separatamente gli uni accanto agli altri, ma costituiscono tutti insieme, quale unico Corpo delCristo, essi stessi il cielo. Anora l'Intero create sara un 'cantico', un gesto con cui l'essere si
libera nel tutto e insieme un entrare del tutto nel proprio, un gaudio in cui tutte le domande
avranno risposta e esaudimento".
Condizione del beati in Cielo
Quando abbiamo parlato della glorificazione del corpo nela Risurrezione dei morti, abbiamo descritto alcune
proprieta comuni ai corpi dei dannati e dei beati: la spiritualizzazione, l'immortalita, l'incorruttibilita. Ora,
come prima abbiamo parlato della condizione eterna dei dannati, vediamo alIa luce della tradizione fondata
nella Sacra scrittura, la condizione eterna dei beati.
Renzo Lavatori cosi le descrive:
L'Impassiblllta'"
L'impassibilita consiste in due caratteristiche: da una parte iIdominio sereno ed equilibratedell'anima sui corpo e la sottomissione pacifica del corpo all'anima, in modo che non ci siano
pili occasioni di dissociazione, di dolore e di sofferenza, ma soltanto di gioia e di completezza
vitale; dall'altra parte la pienezza della vita divina irrompe in tutto l'essere umano, anima e
corpo, rendendolo immune da ogni attacco di male e felice net proprio state."
La sottigliezzaI
"La sottigliezzaconsta della possibilita dat~ al corpo risorto di penetrare gli oggettl materiali senza
doverli distruggere,come risulta dal corpo glorioso di Cristo che entra a porte chiuse rielCenacolo
(Gv20,19).Tuttavianon si trattadi unavOlatilizzazionedel corpo, percheCristorisorto e palpabile e
visibile: "Ioccatemi e guardate;un fantasmanon ha carne e ossa comevedeteche ioho' (Lc 24,39).Si puo dire che la sottigfiezza e una proprieta corporea, ma insieme non flsica, perche
contraddice aIle leggi della materia".
81 Renzo Lavatori, Op. cit., pp. 87-93.
82 A tale scopo puo essere utile rileggere alcuni testi dell'Apocalisse: «Non avranno pili fame, ne avranno pili sete, ne li
colpira iIsole, ne arsura di sorta, perche l'Agnello che sta in mezzo ai trono sara illoro pastore [ ...] e Dio tergera ogni
lacrima dai 101'0 occhi» (Ap 7,16-17); «Non ci s a r a pili la morte, ne lutto, ne lamento, ne affanno, perche Ie cose diprima sono passate» (Ap 21,4).
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L'agilita
"L'agilita e una qualita conseguente alla piena sottomissione del corpo all'anima ricolma della
santita divina; essa comporta la dinamiclta, la mobilita, la celerita, la Ieggerezza. Si puo
supporre che il corpo partecipi al dinamismo e alla liberia di movimento caratteristici delle
spirlto: 'Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza
affannarsi, camminano senza stancarsi' (Is 40,31); oppure: 'Nel giorno del loro giudizio
risplenderanno; come scintille nella stoppia correranno qua e la' (Sap 3,7)".
La chiarezza 83
"La chiarezza del corpo risorto indica I~ bellezza, la luminosita, la trasparenza, senza pill.
alcun tratto di bruttezza, di deformita d di sfigurazione. L'uomo si. riveste di uno stato di
splendore. Dice Tommaso: 'Questa chiarezza e causata per il riflesso della gloria dell'animasul corpo e si conoscera la gloria dell'anima nel corpo glorioso, COS! come si coriosce nel vetro
il colore eli un corpo contenuto in un vaso di vetro'.
Una testimonianza anticipatrice si puo avere da Gesu stesso nella TRASFIGURAZIONE,
quando si dice di lui: 'II suo volto brillo come il sole e le sue vesti divennero candide come la
luce' (Mt 17,2). Con simili immagini Gesu descrive i beati alla fine dei tempi: 'Allora igiusti
splenderanno come if sole nel regno del padre loro' (Mt 13,43). Si tratta ancora una volta della lpartecipazione degli eletti allo splendore ~ ana bellezza di Cristo"." ~
Nella Udienza di Merco led i, 211uglio 1999, Papa GiovanniPaolo II parlando del Cielo ha precisato:
"Nel quadro della Rivelazione sappiamo che il 'cielo' 0 la 'beatitudine' nella quale ci troveremo
non e un'astrazione, neppure un Iuogo fisico ira le nubi, ma un rapporto vivo e personale
con la Trinita Santa. E l' incontro con il alla
Occorre mantenere sempre una ceria sobrieta nel descrivere queste 'realta ultime", giacche
la loro rappresentazione rimane sempre inadeguata, Oggi ll linguaggio personalistico riesce a
dire meno improprlamente la situazione di felicita e di pace in cui ci stabilira la comunione
definitiva con Dio".
Chlarimento di alcunl termini in uso sulla vita in Cielo
La vita eterna
Nella lettera Enciclica "Spe Salvi", alIa dornanda: in che cosa consiste la "Vita eterna" il 'Papaconclude:
Possiamo soltanto cercare di uscire col .nostro pensiero dalla temporalita della quale siamo
prigionieri e in qualche modo presagire che l'eternita non sia un continuo susseguirsi di
giorni del calendario, rna qualcosa coifieiliiiomento colmo di appagamento, in cui la totalitaci abbraccia enoi abbracciain()la- totalita~Sare1515e~ilmomento~d(!U'Inrmergersi nell'oceano
deH'infinitoamore~nelijiiale]nemp~ir~itprimaeHdopo - non esiste pili. Possiamo soltanto
cercare di pensare che questa momenta e:la vita in senso pieno, un sempre nuovo immergersi
83 AIcuni autori preferiseono il termine: "luminosita".
84 Nell'Omelia della Solenne Veglia Pasquale dell'll aprile 2009 Papa Benedetto XVI, parlando della Luee, ha detto:
"Nella rlsurrezlone Dio diee nuovamente: 'Sia la luee!'. La risurrezione di Gesu e un'eruzione di luce, La morte e
superata, il sepolcro spalancato. II Risorto stesso e Luce, la Luce del mondo. Con la risurrezione, il giorno di Dioentra neUe notti della storia... Perche Cristo e Luee?La Luce separa nella creazione la luce dalle tenebre, cioe it bene
dal male. Indicaall'uomo la via giusta per vivere.veramente, Gli indiea ll bene, gli mostrala verita e 10 conduce
verso l'a~ore, che..ejLsllQ.~()Q!!i~?l:!jQpi~~p~fondo.Essa e'iampada' per ipassi~'!l!I::!:::~!!t£~I!!!l1ino (ef. Sal119,105). La Pa~ol~ ~i_QiQ. e Ia vera Luce di cuTFl!()mohabis2Jm.Q:JLg~IQ.J2Sl§.hIJla.1earde.J;:.cD1LdQ.sLQQ!1s.lJma~~.croee
e risurrezione sona inseparabDIJ?jHa-croce:dali'autocfonazlone del Figlio nasee la luee, viene la vera luminosita nelmo i i d O " : ~ ~ . . . . ~ . . . . . . . . . ~ . ~ ~ . ~ ~ ~ ~ -
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nella vastita dell'essere, mentre siamo semplicemente sopraffatti dalla gioia.85Dobbiamo
pensare in questa direzione, se vogliamo capire ache cosa mira la speranza cristiana, che cosa
aspettiamo dalla fede, dal nostro essere con Cristo."
II Paradiso: Banchetto e NozzeGesu nella sua predicazione parla spes so del Regno di Dio come un Banchetto e delle Nozze, A questo
proposito mi ha colpito l'interpretazione che ne da il teologo Joseph Ratzinger'" che qui brevemente
espongo:
Ratzinger si pone questa interrogativo: qual e quell'intimo contenuto del banchetto, delle
nozze, che rende adatte queste cose ad essere espressione per tutti gli uomini di salvezza e di
vita?
"Si puo qui riferire che dietro 5~~~uef>r0cessi stanno proprio idue istinti fondamentali
deU'uo~o: quello de~ e l'i~O s~~~~~). .... . .II mangiare nel banchetto solenne~cI<\-un puro processo biologico, S1 trasforma in una vitale
realizzazione dena comunione degli uomini fra 101'0. L'uomo sperimenta la prelibatezza delle
cose e la prova pienamente solo nella comunione co n coloro che gloiscouo co n lad. Questa
liberalita dell'esistenza, che e ricca e si dona, fa parte dell'esperienza del banchetto.
Un signiflcato analogo possiamo scorgere nelle nozze. L'elevazione dell'evento biologico
dena simpatia sessuale ad atto spirltuale dell'eros, dell'auto superamento amorosodell'uomo, e in essa cristallizzato, riassunto e convalidato. E anche qui l'uomo sperimenta di
nuovo il generoso favore dell'esistenza, che gli procura il gioloso miracolo dell'amore; egJi
non P"O semplicemente conquistarlo; l'amore invece gli va ineontro, 10 coglie letteralmente
di sorpresa, prevale su di lui e cambia la sua vita, gli da una nuova capacita interiore, che
nei momenti pili alti gli fa presentire, come in un'estasi, un'altra vita, piil. Iuminosa e piena
di quella usuale di tutti giorni.
Nelle due lmmaglnl si da un compenetrarsi di istinto e di spirito, che include nella sfera
dello splrito le forze fondamentali e impetuose dena terrenita e crea cosl l'unita della reale,
nella quale isuoi due poli - materia e. spirito - si fecondano a vicenda e secondandosi si
affermano: la materia riceve luce, chiarezza dallo splendore dello spirito, che penetra erischiara la sua pesantezza; 10 spirito riceve intensita, cal ore materno e forza grazie
all'elemento corporeo-terreno che si sposa con lui.A cio si aggiunge I'esperienza del generoso donare dell'esistenza, che va incontro all'uomo e
si inchina verso di lui, come pure l'esperienza della gioia festosa, che supera ognl confine e
racchiude tutte le creature in una comunione fraterna, E net punto pili intimo, quasi come il
cuore del tutto, sta l'esperienza misteriosa dell' amore",
Padre Giacomo Panteghini (1939-1999), cerca di recuperare i1 senso originario di alcuni termini in uso. Ne
espongo solo alcuni di maggior interesse per noi:88
Visione di Dio
La teologia occidentale ha interpretato questa «visione» in un senso troppo intellettuallstico,
come un fatto di conoscenza contemplativa, Nella Bibbia «vedere il volto d] Diox significa
piuttosto essere incomunlone esistenzialeco n
lui. Analogo
eil significato del «conoscere»
biblico, che significa «fare esperienza», entrare in comunione di vita. In questo senso Paolo
parla della vita eterna come di una visione «faccia a faccia» (immediata) e di «visione perfetta»
(1 Cor 13,8-13) che caratterizzera il «dimorare presso il Signore» (2Cor 5,8).
85 Cosl 10esprime Gesu nel Vangelo di Giovanni: "Vi vedro di nuovo e il vostro cuore si rallegrera e
nessuno vi potra togliere la vostra gioia" (16,22).
86 Vedi Esercizio della Gerusalemme celeste di cui abbiamo parlato all'inizio della catechesi.
87 Joseph Ratzinger, Dogma epredicazione, Queriniana, Brescia 1974, pp. 255-256.
88 Giacomo Panteghini, L 'orizzonte speranza. Lineamenti di escatologia cristiana, Messaggero, Padova 1991, pp. 166-
178.
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Nello stesso senso 1 Gv 3,2 afferm a: «N oi fin d'ora siamo figli di Dio,ma cio che saremo non estato ancora rivelato. Sappiamo pero che quando si sara manifestato (il Signore), noi saremo
simili a lui, perche 10 vedremo cosi come egli e» ,
Si tratta qui di una visione che genera la somiglianza con Dio 0 con Cristo, cioe di una
visione divinizzante, che ci rende, secondo .l'espressione dei Padri, figH nel Ftgllo. La
visione rendera perfetta la condizione filiale che e gia operante, in forma imperfetta, fin
d'ora. 11testo collega chiaramente la visione di Dio (0 di Cristo) con Ia partecipazlone al
suo essere (somiglianza). Anche qui iI "vedere" e inteso in chiave di "comunione divita". E questo ci porta a comprendere la designazione dello stadio escatologico come
"vita eterna", i
Divinizzazione
11ricupero della d imens ione c ri st ologica della beatitudine ci fa a nc he c orn pr en de re il s ig nif lc ato
autentico della dottrina tradizionale della divinizzazione (particolarmente sviluppata dalla
teologia orientale).
Esiste infatti ilpericolo di interpretare questa dottrina in senso panteistico, come una perdita
del proprio io assorbito nella divinita. Se cosi fosse, la vita eterna non sarebbe il compimento
della creazione, rna la sua negazione, Ia sua distruzione,
Nella prospettiva cristiana invece la partecipazione alla vita divina e compresa come dono
personalizzante, non come evento alienante. La relazione.al tu divino non minaccia l'io umano,
rna 10 costituisce nella sua solidita di persona. L'AMORE FA SVPERARE LE mSTANZE TRA L'W
ElL TV,MA NON ANNULLA Nt MINACCIA LE RISPETTIVE IDENTITA.89
Vita eterna: permanente dinamismo
Certe rappresentazioni di questa «vita eterna» corrispondcvano ad una visione statica
dell'uomo e del suo compimento, dando luogo all'obiezione della nola.
Invero, un paradiso immaginato come una specie di «adorazione perpetua», non affascina
tutti. Ricordo, in proposito, 1 0 scandala di un mio maestro di seminario al quale, dopo una
simile prospettazione del paradiso, noi discepoli adoles'ceiitiooidtavatllouna sentita preferenza
per un •..il 1 lboill·cfiicisi.·. p(}tess~·ij~i2~~iir~;.;M~iiClammogiu=iioniiy~~(:{§·arrrepoca
efficaCiai:g-6ffienfaz[onTteoiogfcne-daopporre - la rampogna, ma non riuscimmo a convincerci
"gt~s.~.~~~~~l~~J?~JJ:tsLdeLtortQ
In effetti il paradiso va compreso in ben altro modo. Se e vita, non puo essere ridotto ad
immobilita, La vita e dinamismo perenne: pili e piena, pili e dinamica. E la vita di Dio e in
Dio non puo che essere vita piena. 11Dio cristiano ha poco a che=vedeee-con il «motore
immobile» di aristotelica memoria.
Nel concetto di vita eterna e quindi incluso un permanente dinamismo, altrimenti non
sarebbe vita. II tema della contemplazione non deve trarre in inganno. Dio non e un oggetto che
arresta il nostro dinamismo, rna l'orizzonte personale perenne che, proprio per la sua infinite,
riservera eternamente sorprese ai nostri occhi. La comunione di vita con lui in Cristo,
comunque ce la possiamo rappresentare, non potra dar luogo anoia 0 ad assuefazione.
D'altronde una qualche esperienza d~1 genere e possibile gia fin d'ora nell'autentica
relazione dl amore in cui, nel dinamismo del dono reciproco, anche le cose, Ie parole e igesti
pili comuni sono riscattati dalla banalita perche colti come espressione di un tu che e sempre mi-
stero, novita, sorpresa. !
89 Aspetto importante da notare e la differenza del eristianesimo con le rellgtoni erientall: dissolvimento dell'io nel
tutto di Dio; La differenza con l'Islam che prospet ia ilparadiso come felicita terrestre eterna. (dove la donna esiste
solo in funzione del piacere dell'uomo). "In cielo ibeatl manterranno interamente la ropria individualita e l"io' non
si fondera con il 'tu', e iegamiinterperso"'iiaTI~esrstentldUi1i:;lte i.
M T a i 1 1 e i r te 1 ~ c i e iO i l i l iO s T r a - p e rS o n a r i ta ra~ra. ... .. .. ... ta da Dio al. m0tnento dellaereazlOne,"'ecIaScunocfegT1 eletti'"gIOlra-petlil reahzzazrone-m't~d'emtterten:tiVtrroaresSer~'i1'i1TIagi1.'re"\l"~. ~ . ~ j } l z a - ' - t D e n T:2bJff'\ZdzislaWKijas~it Cielo,clfta I \ f u o v a ; 2 T m : ; ;p:-:n))~~~~~--- ~~~--
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Questo non slgniflca rigettare l'attesal. tradizionale di un "eterno riposo". Tutto sta nel
precisare il concetto di riposo. L'attivita celeste sara un operare che non ha nulla del lavoro
alienante di cuil'~111anita ha. ~Vl1toper 10.piu esperienza .e .che. ha Port_~!2__lpensare la felicita
come riposo (oggi, d'aItioiide,al1che questa IeIicltrrcontestata, ·aOp~ola constatazione delle
"nevrosi della domenlca'' e del pensionamento). Si trattera invece di un'attivita che e riposoe di un riposo cite e attivita.
L'eternita della beatUudine90
IUna volta raggiunta la pienezza e il compimento, dove non vi e ne crescita ne diminuzione della
felicita, sembra venir meno la dinamieitadeH'esistere. La vita potrebbe apparire ormai inuno
stato di quiete assoluta e di mancanza di vivacita, di movimento e di operosita, Alcuni parlano
dena nola eteriia. Ma la vita, per sua definizione e costituzione, forma uno stato di totale
dinamismo, sebbene non causi uno sviluppo ne un progresso,
Essa, fondata sulla comunione nell'amore e nella verita, comporta per se stessa un continuo
moto di donazione e di ricezlone che non si ferma mai e che provoca una delizia perenne d]
conoscersi e di amarsi sia ira le creature sia verso il Creatore, D'altra parte se si considera il
mistero trinitario, si puo vedere in esso un circolo vitale demo che porta il Padre a donarsi al
Figlio e il Fi~lio ad abbandonarsi al Padr~.nel~ono sussistente dello Spirito Santo, senza che
venga mai ineno, ne per stanchezza ne perdlsil1iereSse~'·Cro~Ta' capire che la vita eterna, nel
possesso della pienezza dell'essere,non. diminuisce .la
nrjlllriLcnexgia.J:lLJ!!Q'yjmentoe ..eli
relazione, anzi si accresce costante111~nte#<ai""'Situazfoni;:~ove e meravigliose, non n~rsensoche
sf"passa· d~i~?~~v~~~~lI'ivei:e;'a'auno<stato'Tinperfet¥o'aa Uu(f1>"'erft!!tfO:<I1chearebbe negare
la pienezza della perfezionebeata. La novita costante scaturisce dal possesso e dana visione
dell'essenza divina, una realta e una verita inesauribili, una fonte perenne d'amore, da cui il
beato puo attingere contiiiuainenfe«per~esserne ricolmato e tuttavia non esaurire la totalita
dell'energia proveniente dalla sorgente.
Nella beatitudine eterna si attua la plena unione tra ibeati, doe la totale comunione dei
santi. Tutti q ue lli c he sono di Cristo, condividendo la medes ima fam i li ar it a con il Padre celeste,
vivono in pienezza I'amore tra frate~n,§osrdaformareu~S~Q!~£QIJlQ...r!!.lJ19g ..I~_g!lQS11Dio.
In rorzacrerI'uni'one<conDIo·<e<deJ.Ta vISlone-<drDIosrreaTlzza~la sincera convivenza tra fratelli.
In altre parole i?:~~<~~~~~~<~~J1,1i~l1i{;_aimoao-coin_~~~ll:oi~1i~~guaraano«e<valutano
gli altri in conforniita a come Dio li ha rigenerati e accolti. L'uomo partecipa COS! dell'unico
misericordioso amore e dell'unica comprensione nella verita, Veramente la vita beata diventala gioia suprema di stare insieme, di comunicare e di apprezzarsi fino in fondo nella luce
suprema della sapienza divina e del suo amore purissimo. In do sta la contentezza perennedei beati, poiche SI COMPIE LA DIMENSIONERELAZIONALEDELLAPERS(,)NA, la quale
realizza se ~~s.sanena- misijxa.I[C.c<l.ltL~Ln!P~ agU···alffisoggetfi;iilmodo da vivere
armonicamente la comunione interpersonale. Laremione· e§1ge per sua natura la
reciprocita dell'intesa fraterna e, solo quando la corrispondenza si effettua, si puo affermare
realmente avvenuta la circolarita dell'amore. A quel punto i1 soggetto e isoggetti, che si
comunicano, trovano la plena felicita.91,
e vicenda terrena\
I dogmi della risurrezione del corpo e! della comunione dei santi, compresi sullo sfondo
dell'antropologia biblica che vede l'uomo come essere multlrelazionale (relazione con Dio, conifratelli e con it cosmo) e del Iegame indissolubile tra creazione e salvezza, portano a
superare la concezione di un paradise del tutto svincolato dalla storia e dalla -vicenda
90 Renzo Lavatori, Op. cit., pp.l36-137.
91 "La comunione ultima ed eterna con Dio - insegna it Catechismo cattolico degii adulti - non significa lsolamento,
al contrario e basata sulla perfetta comunione del santi. La beatitudine celeste e dunque~ncheuna comunlone COil
Cristo~..:QngUangeILeisant1£.QJLL!!'Q~J~!.~~.!l.rigli.amici. .che_ahbia1X!Q.§'Yllto.uella vnateffena.LabeatTftlCliTIecefeste
signlIica anche gioia per la bellezza delle opere di'Dio compiute nella cre~~io~e-;nclIasroria, per la vittoria della
verita e dell'amore nella nostra vita e in quella degli altri".
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terrena dell'uomo, vicenda a cui verrebbecollegato solo dal cordone ombelicale del "merito" in
essa acquisito attraverso le opere buone.
Nella prospettiva biblica la vita eterna e il compimento della vicenda terrena segnata dalla
creazione e dana grazia. Si tratta della vita nella sua massima concentrazione, quale possiamo
aver sperimentato in modo germinale in qualche esperienza gratificante. II paradisocomincia
infatti gHa Hi dove la grazia trova la sua espressione nella storia, Come osserva San
Giovanni, chi crede, chi e nell'amore, ha gia la vita eterna.
AlIo stesso modo quando l'uomo sl chiude nel proprio egoismo comincia la propriaautodlstruzione, il suo inferno. Sia l'inferno cheil paradiso sono, per cosi dire, la logica
immanente della vita umana, Un simile punto di vista si constata soprattutto nella "escatologia
presente" di Giovanni: la reait~ujtimliEgIaTiiqualcnerrfoao'aimcipata nell'oggi storico, egUt, sia puieinfii~d~tiTI]5erfetf6;]')f~$~me;'rnr cr¢g§,~1i1~1I]]lQL~~~~tiJ' eterna:
clit non crede.e n?nalll!!1~1~~1lu!lorte.Paradiso e inferno si vanno COS! formando gia ora.1ie1Tanosti;avlfa7La'vi!i!~!~rlHL!LQ~nde it posto'deIfliViTateiTena, ..m a i i i i z r a ~ g r i i - in essa.Non e un sostituto della vita attuale, ma i l-suo~colnpImento~~··~-~--~·~~-~--_-_·In questa prospettiva non e difflcilyjl1§t:rir~!'!!?:!~~.~!!!~:~L~~ell~ s12eranzache_sorregge Ia vitaumana proiettandosi nell'utopia e nell'azione storica. .
I
Dimensione sociale e cosmica dena beatitudine
Poco possiamo dire (essendo questo un aspetta del tutto trascurato dalla teologia del passato)della dimensiona cosmica della beatitudine, E' certo comunque che l'uomo non puo trovare
la sua eompluta trealizzazione senza la relazione al mondo, II mondo infatti non eunicamente una infrastruttura 0 un supporto transitorio dell'esistenza umana (questo eplatonismo, non cristlanesimo). Nella visione biblica e invece l'ambiente connaturale alla
sua corporeita, 1 0 spazio aperto alla sua creativita. La rivelazione parla non solo di risurrezione
del corpo, ma anche, in diretta connessione, di una "nueva creazione" in cui l'uomo risorto
nella sua integrita, anche corporea, vivra ilsuo compimento definitivo.
II destine dell'unlverso'"
E chiaro che il Cristo ha redento I'uomo e COn I'uomo ha redento tutto il cosmo;
coerentemente con questa visione, Paolo, in un passo famoso della Lettera ai Romani,
afferma che tutta Ia creazione, che :era diventata insidiosa perche era stata corrotta
anch'essa dal peccato di Adamo, attende if riscatto dei flgli di Dio: "La creazione
stessa attende con impazienza la riv ela zio ne d ei figli di Dio; ess a i nfat ti e stata sottomessaalla caducita non per suo volere, rna per volere di colui che .l'ha sottomessa e nutre la
speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitu della corruzione, per entrare nella gloria
de i figli di Dio" (Rom 8 ,1 9-2 1 ). E ' un testa chia ris simo , d al q ua le emerge con molta forza la
certezza che tutta la n~il!kJ~a dei figli di Dio." "" "" ,, ,~,, ". ,, ,,=<~=,-~. ., -- -=-. -~ . .=,.-=-"" '.... ;" - -"~~
D'altra parte questa non e solamente Ia fede di Paolo, e la fede della Chiesa: 1 0
riafferma con forza Pietro nella sua 2a Lettera, in cui ann uncia una pro fonda
trasformazione di tutti gli elementi, una specie di consumazione generale, dalla quale
perc>tutte le cose usciranno rinnovate.j''Noi attendiamo, secondo 'la promessa di Cristo, i
deli nuovl e la terra nuova in cui abitera la giustizla" (2Pt 3, 13).
Quindi passa la figura di questo mondo, rna questo mondo non verra distrutto.
Quando, al termine della storia umana, Cristo risorto verra, noi risorgeremo e
parteciperemo della sua gloria; rna con noi tutto l'universo sara trasflgurato e glo-
rificato.:
Forse ci pensiamo poco, rna questa.e una verita da recuperare: Dio ha creato un
universo stupendo, un mondo che noi conosciamo soltanto in piccola parte; e Dio non
distrugge la sua creazione. Questo mondo e veramente, come diceva Platone, la
92 P. Livio,Op. cit., pp.152-155.
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i
grande opera d'arte di Dio: e i t cosmo. e la bellezza, e vena ulteriormente gloriflcato,
ricolmato di splendore, divinizzato. !
In questo modo abbiamo veramente ~eclJ.perato l'aspetto di bonta e di santita della
materia: la materia e buona, come insegna illibro della Genesi. E poiche essa e buona,e non cattiva, e giusto che noi alla finy dei tempi abbiamo un corpo che partecipi dellagloria dell'anima e un universo che parteclpi della gloria del corpo.
Percio non solo attendiamo la glorificazione dei nostri corpi, rna giustamente attendiamo "deli
nuovi e terra nuova".
Joseph Ratzinger concluder"
La conclusione cui siamo giunti e quindi questa: it mondo nuovo non e in alcun modo
immaglnabile. Neppure esiste nessun genere di affermazioni in qualche maniera
concretizzabili e immaginabili suI tipo del-rapporto che regnera nel mondo nuovo tra gH
uomlni e Ia materia e neppure sui 'corpo dl risurrezione", Esiste pero la certezza che la
dinamica del cosmo porters a una meta;,a una situazione cioe in cui Ia materia e 10 splrito
saranno coordinati l'una all'altro in un modo nuovo e deflnitlvo. Questa certezza rimane
anche oggi, anzi, soprattutto oggi, if contenuto concreto della fede nella resurrezione della
carne".
L'Escatologia: richiamo alla responsabillta personale e alla conversioneQuesta visione fugace delle ultime realta che ci attendono, come ha detto Papa Giovanni Paolo II nelle
ultime catechesi sui novissimi, sono aIlo stesso tempo un invito alIa conversione e alla perseveranza nel
pellegrinaggio verso il cielo inseriti nel popolo di Dio, ed anche un richiamo alla responsabilita personale nel
rispondere alIa chiamata di Dio. A lui e all'agnello immolato la gloria della potenza nei secoli dei secoli,
Amen
La vita eterna inizla e si costruisce su questa terra
Papa Giovanni Paolo II nelle ultime catechesi sui Novissimi, concludeva:
4.... "La vita cristiana e partecipazloneal mistero pasquale
, come cammino di croce e risurrezione, Cammino di cro ce , p erc he la nostra esistenza econtinuamente sotto ilvaglio p u rif ic ato re c he porta al superamento del vecchio mondo segnato
dal peccato.
Cammino di risurrezione, perche risuscitando Cristo, ilPadre ha sconfitto il peccato, per cui
nel credente i1 "giudizio della croce' diventa 'giustizia di Dio', vale a dire trionfo della sua
Verita e del suo Amore sulla perversitajdel mondo.
5. La vita cristiana e in definitiva una crescita verso i!nlistero~enaPasqua eterna. Essa
esige pertanto di tener~ flsso 10 sguard~ alla meta,. alle reaHilultiiiie, rna al tempo stesso di
impegnafsi"rieIfe'-re~lifr<-'penunrme,:~re-~rdO<escatOIOgTcO"lloff' vi eop]3osiz[orre;'ITIa-a:lcontrarlO un rapporto drm-u~reconoazfone:ge v a ~ a r l e r m a t o seinpre il
prima:nnlelt'E'terno;-c-[Cn'too--'rmpealsce el1FV1Vi'anlO rettamente alia Iuce di Dio, le realta
storiche (cfCCC 1048s)" (Giovanni Paolo II, Udienza generale, Mercoledll1 agosto 1999).94
93 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit., pp. 203-204.94 "L'attesa di una terra nuova non deve indebolir~, bensi piuttosto stimolare Ia sollecitudine nellavoro relativo alia
terra presente, dove cresce quel corpo dell'umanita nuova ehe gia riesce ad offrire una certa prefigurazione, ehe
adombra iI mondo nuovo, Pertanto, benche si de1:>]:)taeeuratamente distinguere il progresso terreno dallo svlluppo
del regno di Cristo, tuttavia, tale progresso, nella misiii'a-irn:;at'puQ contribuire a meglio ordinare l'umana societa, e di
grande importanza per il regno di Dio, Ed infatti quei valori, quali Ia dignita dell'uomo, la comunione fraterna e
la liberta, e doe tutti ibuoni. fl'lltti della 11atura.e cie11anostra operosita, dopo che Ii avremo diffusi sulla terra nello
Spirito del"'Srgnoreeseeont:!Uil suoPi~ceti(),lirit~overeniopoi di nuovo, ma purifieati da ogni macchia, illuminati e
trasflgurati, allorquando ilCristorimettera al Padre « il regno eterno ed universale: ehe e regno di verita e di vita,
regno di santita e di grazia, regno di giustizia, di amore e dipace>!;Qui sulla terra i t regno e gia presente, in mistero; ma
con la venuta del Signore, giungera a perfezione" (GS. 39).i
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Manca il tempo per sviluppare gli ultimi due temi: L'Eucarlstia come anticipo del Cielo. La comunlta:
antlcipo della Gerusalemme celeste: eomunione con Dio e con ifratelli. A coloro cui il Signore concedera
pazienza e perseveranza nel seguire ilcamminonelle differenti tappe, non formalmente ma con il cuore, sara
concesso di sperimentare nella prorpia vita q~este realta.
La Liturgia: l'Eucaristia anticipo del Ciel6
La comunita anticipo della Gernsalemme celeste: comunione con Dio e con ifratelli
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APPENDICE
Vorrei citare all'inizio di questa esposizione un testo del Catechismo della Chiesa cattolica nel quale si invita
ogni cristiano ad approfondire imisteri della fede, per giungere a una fede "sempre pUI grande, sempre pili
ardente di amore":«"La Cedecerca di comprendere" [Sant'Anselmo d'Aosta}: e caratterlstico della fede che il
credente desideri conoscere meglio colui nel quale ha posto la sua fede, e comprendere meglio
do che egli ha rivelato; una conoscenza pill penetrante richiedera a sua volta una fede piiI
grande, sempre pill ardente d'amore. La grazia della fede apre "gli ocelli della mente" (Ef
1,18) per una intelligenza viva dei contenuti della Rivelazione, cioe dell'insieme del disegno di
Dio e dei misted della fede, dell'intima connessione che li lega tra lora e con Cristo, centro del
Mistero rive1ato. Ora, "affinche l'intelligenza della Rivelazione diventi sempre pill profonda, 10
stesso Spirito Santo perfeziona continua mente la fede per mezzo dei suoi doni" [Cone.
Ecum. Vat. II, Dei Verbum,S]. Cosi, secondo i1 detto di sant'Agostino, "credo per
comprendere e comprendo per meglio credere" [Sant'Agostino, Sermones, 43, 7, 9: PL 38,
258]» (CCC 158).
INTRODUZIONEPrima di entrare nell'argomento della Catechesi sui Novissimi, e importante avere presente quanto afferma
San Paolo nell'Inno di Benedizione a Dio Padre all'inizio della Lettera agli Efesini (1,3-11):
Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesu Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei deli, in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo,
per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carita,
predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesu Cristo,
secondo il beneplacito della sua volonta.. ..
Egli ci ha fatto conoscere ilmistero della sua volonta,
per realizzarlo nella pienezza dei tempi:
ildisegno cioe di ricapitolare in Cristo tutte Ie cose,
quelle del cielo come quelle della terra.
Questo Testo costituira 10 sfondo necessario per comprendere l'esposizione della Escatologia 0Novissimi.
La Creazioue in vista di Cristo
Ricapltolare in Cristo tutte le COS~95
"AI eliIi del progetti per ogni persona, tutte Ievie specifiche che Dio prevede per ciascuno
confluiscono in un progetto unico, ed e quello che Paolo esprime mirabilmente nelle lettere,Ia dove spiega che it Padre, quando ci 'ha tratti dal nulla, ci ha creati tutti in vista di
Cristo perche fossimo una cosa sola con Cristo, perche eliventassimo figli nel Figlio, come
figli adottivi suoi; ci ha creati, scrive Paolo, per «ricapitolare in Cristo tutte le cose» (Ef 1,
10), ci ha chiamati ad «essere santi e immacolati davanti a lui nella carita» (Ef 1,4).
Questo dunque e it grande progetto di Dio riguardo ad ogni vita e all' umanita intera. II
traguardo e per tutti questa identita di amore con Cristo, la partecipazione a1Cristo rnorto erisotto, l'essere figlinel Figlio.
95 P. Livio Fanzaga, Sguardo sull'eternitaiMorte, giudizio, Inferno, Paradiso, Sugarco 2005, pp. 14-15.
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Usciamo dal seno della Santissima Trinita perche ilPadre ci ha creati in vista del Cristo e il
punto di arrive, dopo la prova di questa vita, e di essere nel cuore stesso della Santissima
Trinid.
Questo e cio che Dio ha concepito per noi: usciamo da lu i e a lu i torniamo dopo la
traversata di quel mare che e la vita. E la.medesima traiettoria di Gesi): «Sono uscito dal
Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo ilmondo e vado al Padre» (Gv 16,
28); e la rnedesima anche se noi non veniamo dal Padre allo stesso modo di Gesu, in quanta
noi veniamo per creazione, mentre Gesu viene dal Padre per generazione eterna.ISi snoda quindi alta e affascinante la concezlone cristiana della vita come un venire da
Dio e un tornare a lui; rna nel mezzo c'e il periodo della prova, della fedelta, della
trasformazione di noi stessi, dena sequela di Cristo crocifisso: allora la morte sara una
partecipazione ana sua resurrezione. Veniamo a questo mondo, 1 0 percorriamo sui
passi di Cristo crocifisso, torniamo a Dio attraverso la morte che e partecipazione al
mistero pasquale: se saremo stati fedeli a lui nella croce, saremo con lui nella
resurrezione". !
L'aspirazione al paradiso
Creat i da Dio al fine di farci suoi figli adottivi in Cristo, ogni uomo porta nel suo cuore l'aspirazione e la
ricerca della felicita, Come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica:96
«II desiderio di Dio e inscritto nel cuore dell'uomo, p er ch e l'u om o e stato creato daDio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a s e l'u or no e soltanto in Dio l 'uomo
trovera la verita e la felicita che cerca senza posa:
La ragione pili alta della dignita dell'uomo consiste nella sua vocazione alla
comunione con Dio. Fin dal suo nascere l'uomo e invitato al dialogo con Dio: nonesiste, infatti, se non p er ch e, c re ato per am ore da Dio, da lui sempre per amore ec on se rv ato , n e vive pienamente secondo verita se non 10 r iconosce I ibe ramen te e se
non si affida al suo Creatore [Cone. Ecum. Vat. II , Gaudium et spes, 19]» (CCC 27).
«Le beatitudini rispondono all'innato desiderio di felicita, Questo desiderio e diorigine divina: Dio l'ha messo nel cuore dell'uomo per attirarlo a se, perche egli solo
10 puo colmare.
Noi tutti certamente bramiamo vlvere felici, e tra gli uomini non c'e nessuno che
neghi il proprio assenso a questa affermazione, anche prima che venga esposta in
tutta la sua portata [Sant'Agostino, De moribus ecclesiae catholicae, 1, 3, 4: PL 32,1312].
Come ti cerco, dunque, Signore? Cercando Te, Dio mio, io cerco la felicita, Ti
cerchero perche l'anima mia viva. II mio corpo vive della mia anima e la mia anima
vive di Te [Sant'Agostino, Corfessiones, 10,20,29].
Dio solo sazia [San Tommaso d'Aquino, Expositio in symbolum apostolicum, 1]»
(CCC 1718).
"Spesso iI cristianesimo viene vissuto y insegnato come un "penoso dovere't'", si dice
che "essere cristiani e difficile e impegnativo". Per Agostino, invece, lila fede e un
piacere", un rispondere all'attrazione di Dio, Ne risulta avvantaggiato chi desidera molto,
chi sa lasciarsi conquistare ed entusiasmare.
"Quando ascolti: nessuno viene a me s~ non e attratto dal Padre, non pens are di essere
attratto per forza. Anche l'amore e una forza che attrae l'anima. Che significa essere attratti dalpiacere? Metti il tuo piacere nel Signore, ed egli soddisfera i desideri del tuo cuore (Sal 36,4).
Se isensi del eorpo hanno'I 101'0 piaceri, perche I'anima non dovrebbe averli'? Se
l'anima non avesse suoi piaceri, il salmista non direbbe: Gli uomini si rifugiano all'ombra
delle tue ali; s'inebriano per I' abbondariza della tua casa, bevono al torrente delle tue
delizie; poiche presso di te e la fonte dena vita e nella tua luce noi vediamo la luce (Sal
35,8-10). Dammi un cuore che arna, e capira cio che dico. Dammi un cuore anelante, un
cuore affamato, che si senta pellegrino 9 assetato in questo deserto, un cuore che sospiri
96 Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana 1992.
97 Adolfo Scandura, Agostino - II desiderio di Dio, Ed. Messaggero di Padova, Pdova 2009, p.57.
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la fonte della patria eterna, ed egli capita do che dico. Certamente se pario a un cuore
arido, non potra capire. E tali erano quanti mormoravano tra loro. Viene e a me - dice il
Signore - chi e attratto dai Padre" .98
"Tardi ti amai, bellezza COS! antica e COS! nuova, tardi ti amai. Si, perche tu eri dentro di
me e io fuori. Li ti cercavo, Deforme mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri
con me, e io non ero con teoMi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non
esistessero in teo Mi chiamasti, e il tuo grido sfondo la mia sordita balenasti, e il tuo
splendore dissipo la mia cecita; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te,gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e l arsi di desiderio della tua pace" (Confessioni,
Libro X, 27).
L'escatologia ai nostri giorni'"
Un autore francese parlando di una statistica del 1994 su cosa pensa la gente sia s ec ola riz zz ata s ia c re de nte
in Francia, constata:
"una grande parte dei nostri contemporanei stima che la rnorte sbocchi nel nulla e alIo stesso
tempo l'inter.rogativo sull'aldila raggiunge ai nostri giorni una attualita nuova. Paradosso
dell'uomo moderno. '
COS! il42% dei francesi pensa che Ia morte e la fine assoluta, la sparizione del corpo e della
spirito; il45% pensa che e un passaggio verso un'altra cosa. E la cosa piu sorprendente e chequeste statistiche non differenziano Ie categorie dei credenti dai non credenti, dato che il38% ill coloro che si dicono "cattolici'' stirnano che la morte e la fine di tutto, e il29% degli
atei crede in una forma illvita dopo la morte!
Assistiamo COS! a una certa sconnessione tra la vita presente e l'aldila: solamente il52% delle
persone intervistate vedono ancora un legame tra gli atti della loro vita terrena e il loro
destino futuro. La nostra societa moderna, che ha posticipato il terrnine massimo della
morte, non sa piu come integrare questo "intruso" che resiste alla sua tecnica, Si cerca ill
marginizzarla, di banalizzarla, S 1 finge di' disinteressarsene quando essa e onnipresente".
Interviste e statistiche anche pill recenti nei paesi di antica tradizione cristiana danno risultati ancora pili
basse di quelle sopra citate.
Padre Livio" nel suo libro "Sgua rdo s ul l 'e te rn it a" afferma:
«Ai nostri giorni, si e perso il senso di questa urgenza, ma addirittura sl e perso iI senso
delf'anlma: oggi neppure si pensa di avere un'anima. La societa materialistica ci ha
talmente compenetrati che persino icristiani a volte si scordano del tesoro prezioso
che c'e nel 101'0 cuore. La concezione pill diffusa che l'uomo ha di se in questa civilta,
segnata per tanti aspetti dal materialismo, dall'ateismo, dall'incredulita, e quell a di unanimale pili evoluto, dotato di un'intelligenza e di un corpo pili perfezionati rispetto agli
altri animali; l'antropologia di oggi non parla di anima, e perfino all'Interno dellaChiesa alcuni teologi considerano I'anirna un'invenzione dei filosofi greci: come se non
se ne parlasse nella Sacra Scrittura!
Ne deriva che iproblemi da cui le persone al giorno d'oggi si sentono maggiormente
assillate sono Ia salute, il benessere fisico, la comodita; e l drammi della malattia,
della vecchiaia, della morte vengono dlstrutti come tragedie senza speranza»,
I falsi paradisi terreni
Papa Benedetto XVI nella sua lettera enciclica " Sp e S a/v i" IO I esamina alcune delle cause che hanno
determinato il passaggio dal desiderio del paradiso, del cielo, al desiderio e alla volonta di costruire ilparadiso qui in terra. Gia nelle catechesi degli] scorsi anni abbiamo esposto alcune di queste cause, rna e
98 Adolfo Scandura, Op. cit., pp. 65-67.
99 Michael Hubaut, La Vie au-dela de fa vie, Descleede Brower, Paris 1994 (traduzione mia).
100 P. Livio,Op. cit., pp.28-36.
101 Papa Benedetto XVI, Lettera Enciclica "Spe Salvi", Libreria Editrice Vaticana, Roma, 30 Novembre 2007.
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importante conoscere questa analisi che Papa Benedetto fa, mostrando Ie cause per CUl 1 novissimi e
l'escatologia hanno perso interesse non solo pei i non credenti ma per gli stessi cred enti, anche catto lici, II
Papa nella sua lettera pone questo interrogativo.,
Come ha potuto svilupparsi l'idea della salvezza come strettamente individualistica?
16. Per trovare una risposta all'interrogativo dobbiamo gettare uno sguardo sulle componenti
fondamentali del tempo moderno. Esse appaiono con particolare chiarezza in Francesco
Bacone.I02
Che un'epoca nuova sia sorta - grazie 'alla scoperta dell'America e aile nuove conquiste
tecniche che hanno consentito questa sviluppo - e cosa indiscutibile. Su che cosa, pero, si basa
questa svolta epocale? E la nuova correlazione di esperimento e metoda che mette l'uomo in
grado di arrivare ad un'interpretazione della natura conforme alle sue leggi e di conseguire cosi
finalmente «la vittoria dell'arte sulla natura» (victoria cursus artis super naturam) [F. Bacone,Novum organum, 1,117].
La novita - secondo la visione di Bacone - sta in una nuova correlazione tra scienza e prassi.
Cio viene poi applicato anche teologicamente: questa nuova correlazione tra scienza e prassi
significherebbe che il dominio sulla creazione, dato all'uomo da Dio e perso nel peccato
originale, verrebbe ristabilito [cfr F. Bacone, Novum organum, 1,129].
17. . .. Ora questa «redenzione», la restaurazione del «paradiso» perduto, non si attende piu
dalla fede, ma dal colIegamento appena scoperto tra scienza e prassi. Non e che la fede, con d o ,venga semplicemente negata; essa viene piuttosto spostata su un altro livello - quello delle cose
solamente private ed ultraterrenel'" - e allo stesso tempo diventa in qualche modo irrilevante
per il mondo. Questa visione programmatica ha determinato il cammino dei tempi moderni e
influenza pure l'attuale crisi della fede che, nel concreto, e soprattutto una crisi della speranza
cristiana. COS! anche la speranza, in Bacone, riceve una nuova forma. Ora si chiama: fede nel
progresso.
Per Bacone, infatti, e chiaro che le scoperte e le invenzioni appena avviate sono solo un inizlo;
che grazie alIa sinergia di scienza e prassi seguiranno scopertetotalmente nuove, emergera un
mondo totalmente nuovo, iI regno dell'uomo ... Durante l'ulteriore sviluppo dell'ideologia del
progresso, la gioia per gli avanzamenti visiblli delle potenzialita umane rimane una costante
conferma della fede nel progresso come tale.
18. Al contempo, due categoric entrano sempre piu al centro dell'idea di progresso: ragione e
liberta. II progresso e soprattutto un progresso nel crescente dominio della ragione e questa
ragione viene considerata ovviamente un potere del bene e per il bene. II progresso e ilsuperamento di tutte le dlpendenze - e progresso verso la liberia perfetta, Anche la liberta
viene vista solo come promessa, nella quale l'uomo si realizza verso la sua pienezza ....
Ragione e liberta sembrano garantire da se, in virtu della loro intrinseca bonta, una nuova
cornunita umana perfetta In ambedue iconcetti-chiave d] «ragione» e «liberta», pero, il
pensiero tacitamente va sempre anche at contrasto con ivincoli della fede e della Chiesa,
come pure con ivineoli degli ordinamerlti statali di allora. Ambedue iconcetti portano quindi
in se un potenziale rivoluzionarlo di un'enorme forza esplosiva,
19. Dobbiamo brevemente gettare uno sguardo sulle due tappe essenziali della concretizzazione
politica di questa speranza... C'e innanzitutto la Rivoluzione francese come tentativo di
instaurare il dominio della ragione e d~lla liberta ora anche in modo politicamente reale.
L'Europa dell'Illuminismo, in un prime momento, ha guardato affascinata a questi
avvenimenti, ma di fronte ai loro sviluppi ha poi dovuto riflettere in modo nuovo su ragione e
liberta, Significativi per Ie due fasi della ricezione di cio che era avvenuto in Francia sono due
scritti dl Immanuel Kant, in cui egli riflette sugli eventi. Nel 1792 scrive 1'0pera:«Der Sieg
des guten Prinzips uber das bose und1die Grundung eines Reichs Gottes auf Erden» (La
vittoria del principio buono su quello cattivo e la costituzione di un regno di Dio sulla
terra). In essa egli dice: «II passaggio graduale dalla fede ecclesiastica al dominio esclusivo
102 Bacone, Londra 1561-1626.
103 La sottolineatura e mia.
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della pura fede religiosa costituisce l'avvicinamento del regno di Dim> [Kant, Werke, IV, a cura di
W. Weischedel (1956), 777]. Ci dice anche che le rivoluzioni possono accelerare itempi di
questo passaggio dalla fede ecclesiastica alia fede razionale, Il «regno di Dim> arriva la dove
la «fede ecclesiastica» viene superata e rimpiazzata dalla «fede religiosa», vale a dire dalla
semplice fede razionale, ... ...
20. L'Ottocento ... continuo a considerare ragione e liberia come le stelle-guida da seguire sul
cammino della speranza. L'avanzare l sempre pili veloce dello sviluppo tecnico e
I'lndustriallzzazione crearono, tuttavia, ben presto una sltuazione sociale del tutto nuova: siforma la classe dei lavoratori deIl'industba e il cosiddetto «proletariato industriale», le cui
terribili condizioni di vita Friedrich E~gels nel 1845 illustro in modo sconvolgente. Per il
lettore doveva essere chiaro: questo non p u o continuare; e necessario un cambiamento. Ma il
cambiamento avrebbe scosso e rovesciato l'intera struttura della societa borghese. Dopo larivoluzione borghese del 1789 era arrivata l'ora per una nuova rivoluzione, quella proletaria:
ilprogresso non poteva semplicemente avanzare in modo lineare a piccoli passi. Ci voleva it
salto rlvoluzlonarlo.
Karl Marx cerco di avviare questo nuovo passo grande e, come riteneva, definitivo della storia
verso la salvezza - verso quello che Kant aveva qualificato come i1 «regno di Dio». Essendosi
dileguata la verita dell'aldila, si sarebbe ormai trattato di stabilire la verita dell'aldiqua ....
II progresso verso il meglio, verso .il mondo definitivamente buono, non viene pili
semplicemente dalla scienza, rna dalla politica - da una politica pensata scientificamente,che sa riconoscere la struttura della storia e della societa ed indica cosi la strada verso la
rivoluzione, verso il cambiamento di tutte le cose.
Con puntuale precisione, anche se in modo unilateralmente parziale, Marx ha descritto la
situazione del suo tempo ed illustrato con grande capacita analitica le vie verso la
rivoluzione - non solo teoricamente: con H partito comunista, nato dal Manifesto comunista
del 1848, l'ha anche concretamente avviata, La sua promessa, grazie all'acutezza delle analisi
e alla chiara indicazione degli strumenti per il cambiamento radicale, ha affascinato ed
affascina tuttora sempre di nuovo, La rivoluzione poi si e anche verificata nel modo pill
radicale in Russia. 10 4
21. Ma con la sua vittoria si e reso evidente anche l'errore fondamentale di Marx. Egli ha
indicato con esattezza come realizzare il rovesciamento. Ma non ci ha detto come le cose
avrebbero dovuto procedere dopo....Cosi, dopo la rivoluzione riuscita, Lenin dovette accorgersi che negli scritti del maestro non si
trovava nessun'indicazione suI come procedere, Si, egli aveva parlato della fase intermedia della
dittatura del proletariato come di una necessita che, pen), in un secondo tempo da se si sarebbe
dimostrata caduca.
Questa «fase intermedia» la conosciamo benissimo e sappiamo anche come si sia poi
sviluppata, non portando alIa luce ilmondo sano, rna lasciando dietro di se una distruzione
desolante ....
Il suo [di Marx] errore sta pili in profondita, Egli ha dimenticato che l'uomo rimane sempre
uomo. Ha dimenticato l'uomo e ha dimenticato la sua liberta, Ha dirnenticato che la liberta
rimane sempre liberta, anche per i1 male. Credeva che, una volta messa a posto l'economia, tutto
sarebbe stato a posto.!"
10 4 "Marx condivide con i socialisti che 10 hanno pre1cedutola convinzione che la appropriaztone collettiva del mezzi
di produzione possa rimediare a tutti imali della societa. E va molto oltre, poiche si aspetta dalla proprieta
socializzata un mondo nella abbondanza, una societa senza classi, l'estinzione dello Stato, la piena riconciliazione
dell'uomo con se stesso, insomma con la sua essenza sociale e con la sua natura, un felice "regno della liberta", una
specie di paradise terrestre" (Jose Miguel Ibanez Langlois, La Dottrina sociale della Chiesa, Ed. Ares, 1989, Milano,p.259).
105 A questo proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica dice molto bene: «La dottrina sui peccato origin ale -
connessa strettamente con quella della Redenzione operata da Cristo - offre uno sguardo di lucido discernimento
sulla situazione dell'uomo e del suo agire nel mondo. In conseguenza del peccato dei progenitori, it diavolo ha
acquisito un certo dominio sull'uomo, benche questirimanga libero. IIpeccato originale comporta "la schiavitu sotto il
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II suo vero errore e il materialismo: l'uomo, infatti, non e solo il prodotto di condizioni
economiche e non e possibile risanarlo solamente dall'esterno creando condizioni economiche
favorevoli.
22. Cosi ci troviamo nuovamente davanti ana domanda: che cosa possiamo sperare? .. ,
Innanzitutto c'e da chiedersi: che cosa signiflca veramente «progresso»; che cos a promette e
che cosa non promette? .. , si rende evidente l'ambiguita del progresso. Senza dubbio, esso
offre nuove possibilita per iI bene, rna apre anche possibillta abissali di male - possibilita
che prima non esistevano ....
Se al progresso tecnico non corrisponde un progresso nella formazione etica dell'uomo, nella
crescita dell'uomo interiore (cfr Ej3,16; 2 Cor 4,16), allora esso non e un progresso, rna una. . l' '1 d 106mmaccia per uomo e per 1 mon o.
II paradiso secondo la Rivelazione
Di fronte a questa riduzione del paradiso, del cielo, in un cielo terrestre, Papa Benedetto XVI nella lettera
enciclica "Spe Salvi" esplicita qual e ilfondamento della speranza cristiana:
2.... V «elemento distintivo dei cristiani consiste nel fatto che essi hanno un futuro: non eche sappiano nei particolari cio che li attende, rna sanno nell'insieme che la loro vita non finisce
nel vuoto. Solo quando il futuro e certo come realta positiva, diventa vivibile anche il
presente» ...
5... . La vita non e un semplice prodotto delle leggi e della casualita della materia, rna in tutto e
contemporaneamente al di sopra di tutto c'e una volonta personale, c'e uno Spirito chein Gesu
sf e rivelato come Amore (5)
7. '" NeIl'undicesimo capitolo della Lettera agli Ebrei (v.I) si trova una sorta di definizione
della fede che intreccia strettamente questa virtu con la speranza: «La fede e hypostasis delle
cose che si sperano; prova delle cose che non si vedono» ...
Tommaso d'Aquino, utilizzando la terminologia della tradizione filosofica nella quale si trova,
spiega questa cosi: la Cede e un «habitus», grazie a cui la vita eterna prende inizio in noi e la
ragione e portata a consentire a do che essa non vede•.•.Per la fede, in modo iniziale, potremmo dire «in germe» - quindi secondo la «sostanza» - §Q!!Q
giia presenti in noi Ie cose che si sperano: iltutto, la vita vera. E proprio perche la eosa stessa
e gia presente, questa presenza di cio che verra crea anche certezza: questa «cosa» che devevenire non e ancora visibile nel mondo esterno (non «appare»), rna a causa del fatto che,
come realta iniziale e dina mica, la portiamo dentro di noi, nasce gia ora una qualche
percezione di essa. '" ,
La fede non e soltanto un persona le protendersi verso le cose che devono venire rna sono
ancora totalmente assenti; essa ci da qualcosa, Ci dll gill ora qualcosa della realta attesa, e
questa realta presente costituisce per noiuna «prova» delle cose che ancora non si vedono.
Essa attira dentro i l p resen te i1 futuro, cosi che quest'ultimo non e pili il puro « no n-an co ra» . Il
fatto che questo futuro esista, cambia il presente; ilpresente viene toccato dalla realta futura, e
cosi Ie cose future si riversano in quellepresenti e Ie presenti in queUe future.
AHa domanda: in che cosa consiste la "Vita eterna" i1 Papa afferma:
12 .... Possiamo soltanto cercare di usdire col nostro pensiero dalla temporalita della qualesiamo prigionieri e in qualche modo presagire che I'eternita non sia un continuo susseguirsl
dl giornt del calendario, rna qualcosa come ilmomenta colmo di appagamento, in cui Ia
totalita ci abbraccia e noi abbracciamo la total ita. Sarebbe Il memento dell'immergersi
nell'oceano dell'infinite amore, nel quale il tempo - il prima e i1 dopo - non esiste piu.
Possiamo soltanto cercare di pensare che.questo momenta e la vita in senso pieno, un sempre
nuovo lmmergersi nella vastita dell'essere, mentre siamo semplicemente sopraffatti dallaI
dominio di colui che della morte ha il potere, cioe il diavolo". Ignorare che I'uomo ha una natura ferita, incline al
male, e causa dl gravl errorl nel campo dell'educazione, della politica, dell 'azione sociale e dei costumi» (CCC 407).
106 Cf. Luc Baresta, L 'Annuncio del Paradiso sui nostri deserti, San Paolo, Cinisello Balsamo 2008, pp. 25-42.
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gioia. COS! 10 esprime Gesu nel Vangelo] di Giovanni: «Vi vedro di nuovo e il vostro euore si
rallegrera e nessuno vi potra togliere la vostra gioia» (16,22).
Lavera flsionomia della speranza cristiana
24. Chiediamoci ora di nuovo: che cosa possiamo sperare? E che cosa non possiamo sperare? ...
a) il retto statodelle cose umane, il benessere morale del mondo non puo mai essere
garantito sernplicemente mediante strutture, per quanto valide esse siano. Tali strutture sono
non solo importantl, rna necessarie; esse tuttavia non possono e non devono mettere fuori
gioco la liberta dell'uomo ... La liberta, necessita di una convlnzione; una convinzione non
esiste da se , rna deve essere sempre di nuovo riconquistata comunitariamente,
b) Poiche l'uomo rimane sempre liberoie poiche la sua liberta e sempre anche fragile, non
esistera man in questo mondo il regno del bene definitivamente consolidate. Chi promette il
mondo migliore che durerebbe irrevocabilmente per sempre, fa una promessa falsa; egli
ignora la liberia umana .... La libera adesione al bene non esiste mai semplicemente da se . ...
25 . ... L'uomo non puo mai essere redento semplicemente dall'esterno. Francesco Bacone e gli
aderenti alla corrente di pensiero dell'eta moderna a lui ispirata, nel ritenere che l'uomo sarebbe
stato redento mediante la scienza, sbagliavano, Con una tale attesa si chiede troppo alla scienza;
questa specie di speranza e fallace. La scienza puo contribuire molto all'umanizzazione del
mondo e dell'umanita, Essa pero puo anche distruggere l'uomo e il mondo, se non viene
orientata da forze che si trovano al di fuori di essa. ... .
26. Non e la scienza che redime I'uomo, L'uomo viene redento mediante l'amore, Cio vale
gia nell'ambito puramente intramondano. Quando uno nella sua vita fa l'esperienza di un grande
amore, quello e un momento di «redenzione» che dia un senso nuovo alla sua vita. Ma ben
presto egli si rendera anche conto che l'amore a lui donate non risolve, da solo, il problema della
sua vita. E un amore che resta fragile. Puo essere distrutto dalla morte. L'essere umano ha
bisogno dell'amore incondizionato. Ha bisogno di quella certezza che gli fa dire: «N6 morte
ne vita, ne angeli ne principati, ne presente ne avvenire, ne potenze, ne altezze ne profondita, ne
alcun'altra creatura potra mai separarci dall'amore di Dio, che e in Cristo Gesu, nostro Signore»
(R m 8,38-39).
Se esiste questo amore assoluto con la sua certezza assoluta, allora - soltanto allora -Tuomo e«red en to», qualunque cosa gli accada nel caso particolare. E questo che si intende, quando
diciamo: Gesu Cristo ci ha «redenti». Per mezzo di Lui siamo diventati certi di Dio - di un
Dio che non costituisce una Iontana «causa prima» del mondo, perche ilsuo Figlio unigenito si
e fatto uomo e di Lui ciascuno puo dire: «Vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e
ha data se stesso per me» (Gal 2,20).
27 . ... La vera, grande speranza dell'uomo, che resiste nonostante tutte le delusioni, puo essere
solo Dio - ilDio che ci ha amati e ci ama tuttora «sino alla fine», «fino al pieno compimento»
(cfr Gv 13,1 e 19,30). '" «Questa e la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e co lui
che hai mandato, Gesu Cristo» (Gv 17,3).
La vita nel senso vero nonla si ha in se da soli e neppure solo da se: essa e una relazione. E la
vita nella sua totalita e relazione con Colui che e la sorgente della vita. Se siamo in relazione
con Colui che non muore, che e la Vita stessa e 10 stesso Amore, allora siamo nella vita. Allora
«viviamo».
31 .... Dio e H fondamento dena speranza - non un qualsiasi dio, rna quel Dio che possiede un
volta umano e che ci ha amati sino alia. fine: ogni singolo e l'umanita nel suo insieme. II suo
regno non e un aldila immaginario, posto in un futuro che non arriva mai; il suo regno epresente I?! dove Egll e amato e dove ll suo amore ci raggiunge. Solo i1 suo amore ci da la
possibilita di perseverare con ogni sobrieta giorno per giorno, senza perdere 10 slancio della
speranza, in un mondo che, per sua natura, e imperfetto, E il suo amore, allo stesso tempo, e pernoi Ia garanzia che esiste cio che solo vagamente intuiamo e, tuttavia, nell'intimo aspettiamo: la
vita che e «veramente» vita ....
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II Concilio Vaticano II:
superamento di una visione individualistica dei Novissimi
Dai "Novissiml'tdel Medio Evo alla "Escatologla" del (onemo Vaticano II
I fratelli adulti ricorderanno com e venivano insegnati i "Novissim i" nel catechism o in Parrocchia, O ggi,
grazie al recu pero dell fo nti d ella S crittu ra, de i Padri della C hiesa, e al m ovim ento liturgico confluiti ne l
C oncilio V aticano II, qu ello che era l'in seg nam en to (do ttrina) dei N ovissim i e s tato in te gra to com e ilculminee il compimento d ella S to ria d ella S alvezza, realizzato p er tu tti n oi in Gesu C risto , m orto e risorto, asceso al
cielo e anticip ato n ella V ergine M aria assu nta i~,cielo in anim a e corpo. U n autore COS! scrive: 107
La visione escato logica del V aticano II ron si lim ita all'afferm azione dei «Novissim i» e alia
101'0 illustrazione, com e era Ia m anualistica preconciliare, m a fonda gli eventi u ltim i e Ii fa
vedere com e elem enti inseriti in tu tta la realta e la vita della C hiesa. La C hiesa, che accetta e fa
s ua ta le prospettiva e sc ato lo gic a, s i presenta ed e una C hiesa viva e dinamica, a tt en ta e v ig il an te ,
g rid an do co n tu tto ilcu ore assiem e allo S pirito S anto , che ab ita in lei: vieni, Signore Gesul
Priva di questa questa slancio e di questa speranza, ella perde un aspetto essenziale e si
riduce a vivere nell'appiattimento quotidiano 0 ad accontentarsi di semplici stratagernmi
um an i in effica ci e in sig nific an ti, in ca pac i d i co stru ire re al m en te ilregno di D io e di condurre gli
u om in i alla 101'0 p ienezza beatifican te, n ella glo rificazio ne del P adre, del F iglio e dello S pirito
Santo.
T omm aso S tancati alla vo ce "Escatologia", in Lexicon, Dizionario teologico enciclopedico, scrive:
liDV atica no II h a s otto lin ea to fo rte m en te l'es se nzia le d im en sio ne es cato lo gica d el cristia nes im o ,
confermando la validita dell'escatologia bipolare c atto lic a e d ed ic an do u n in te ro c ap ito lo (ilVII) della
Lumen Gentium a ll 'i nd o le e sc at ol og ic a d el la Ch ie sa ( cf r. LG 5 ).
N el nostro secolo si e operato un rinnovamento dell'escatologia, che ha rifatto COS! il su o ingresso
nella teologia catto lica in maniera nuova, sostituendo, anche con una certa durezza, il de
Novissimis, I'innocuo trattatello finale della teologta (V on B althasar), orm ai insufficiente
esposizione postillare de i temi dell'escatologia, perche trattati in m odo troppo materiale e
scollegato rispetto al mistero dl Cristo e alia dimensione ecclesiologica, oltre che molto
distante dalla prospettiva del dialogo con la cultura laica. I I r innovamento si e p ro do tto co m e
ricentramento cristologico dell'escatologia, ch e e a lI a b as e d ella d ime ns io ne e sc ato lo gic a d i tu tti i
trattati teologici, e come conseguenza della riscoperta, da pa rt e de ll a t eo log ia cat to l ic a , delle su e fonti
originarie: la Scrittura, a nima d ella te olo gia ; la teologia patristlca, p rima in te ns a elaborazione
teo lo gica ; Ia L ltu rg ia, lu og o v iv en te d ella fed e e ss en zia lm en te e sc ato lo gic a d ella C h ies a. In q ue ste
fonti si e scoperta una so stanziale dim ensione escato logica: la tensione verso ll com pim ento
e cc 1 es ia le d i cio ch e e gia avvenuto in C risto .
Le escatologia ha com e interesse prim a rio , per tanto , non la determinazione dei luoghi dell'
aldila, ne l'illustrazione oggettivistica 6 una sorta di reportage circa le ultime realta
dell'uomo, in grado di soddisfare la curiosita u mana co n la co nsegu enza di u na grav e p erdita
del senso del mistero, ma la d ia le ttic a d i eontinuita e discontinuita fra storia e metastoria, fra
gli eventi terrestri e la 101'0 deflnitivita.]I
I Padri del C oncilio V aticano II, nella stesu ra U nale della C ostituzione Lumen gentium s ulla C hie sa, h an no
vo lu to inserire u n cap ito lo su lla "D im ensio ne E scato lo gica della C hiesa"108:
48. La C hiesa, alla quale tu tti siam o chiam ati in C risto Gesu e nella quale per m ezzo della
grazia di D io acquistiam o la santita , non, avra il suo com pim ento se non nella gloria celeste,
quando vena il tem po in cu i tu tte Ie cose saranno rinnovate (cfr. Ap 3,21 ), e col genere
um ano anche tu tto l'universo , ilquale e i intim am ente congiunto con l'uom o e per m ezzo di lu i
arriva al suo fine, trovera nel C risto la sua definitiva perfezione (cfr. E f 1 ,10 ; C ol 1 ,20 ).
107 Renzo Lavatori, 11Signore verra nella gloria, Edizioni Dehoniane, Bologna 2007.
108 Concilio Vaticano II, Lumen Gentium, cap. VII: "L'indole escatologica della Chiesa peregrinante e la sua unione conla Chiesa Celeste" (nn. 48-51).
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Gia dunque e arrivata a noi l'ultima fase dei tempi (efr. 1 Cor 10,11). La rinnovazione del
mondo e irrevocabilmente acquislta e ~n eerto modo reale e anticipata in questo mondo:
difatti la Chiesa gia sulla terra e adornata di vera santita, anche se imperfetta. Tuttavia, fino
a che non vi saranno inuovi cieli e la terra nuova, nei quali la giustizia ha la sua dimora (cfr. 2
Pt 3,13), la Chiesa peregrinante nei suoi sacramenti e neUe sue istituzioni, che appartengono
all'eta presente, porta la figura fugace !di questo mondo; essa vive tra le creature, Ie quali
ancora gemono, sono nel travaglio del parto e sospirano la manifestazione del flgli di Dio
(cfr. Rm 8,19-22).
La Chiesa celeste e la Chiesa peregrinante
49. Fino ache dunque il Signore non vena nella sua gloria, accompagnato da tutti i suoi
angeli (efr. Mt 25,31) e, distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte Ie cose (cfr. 1 Cor
15,26-27), alcuni dei suoi discepoli sonoi pellegrini sulla terra, altri, compiuta questa vita, si
purificano aneora, altri infine godonodella gloria contemplando «chiaramente Dio uno e
trino, qual b) [Cancilla di Firenze, DZ 693]. Tutti pero, sebbene in grado e modo diverso,
comunichiamo nella stessa carita verso Dio e verso if prossimo e eantiamo al nostro Dio 1 0
stesso inno di gloria. Tutti infatti quem che sono di Cristo, avendo 1 0 Spirito Santo, formano
una sola Chiesa e sono tra 101'0 uniti in lui (cfr. Ef 4,16). L'unione quindi di quelli che sono
ancora in cammino eoi fratelli morti nella pace di Cristo non e minimamente spezzata; anzi,
secondo la perenne fede della Chiesa, e consolidata dallo scambio dei beni spirituali,
A causa infatti della loro pili intima unione con Cristo, gli abitanti del cielo rinsaldano tutta la
Chiesa nella santita, nobilitano ilculto che essa rende a Dio qui in terra e in molteplici maniere
contribuiscono ad una piu ampia edificazione (efr. 1 Cor 12,12-27). Ammessi nella patria e
presenti al Signore (cfr. 2 Cor 5,8), per mezzo di lui, con lui e in lui non cessano di intercedere
per noi presso il Padre offrendo imeriti acquistati in terra mediante Gesu Cristo, unico
mediatore tra Dio e gli uomini (cfr, 1 Tm 2,5), servendo al Signore in ogni cosa e dando
compimento nella 101'0 carne a cio che manca alle tribolazioni di Cristo a vantaggio del suo
corpo che e la Chiesa (efr. Col 1,24) . La nostra debolezza quindi e molto aiutata dalla 101'0
fraterna sollecitudine,
50 ... La nostra unlone poi con la Chiesa celeste si attua in maniera nobilissima, poiche
special mente nella sacra liturgia, nella quale la virtu dello Spirito Santo agisce su di noi
mediante i segni sacramentali, in fraternaesultanza eantiamo le lodi della divina Maesta, e tutti,
di ogni tribu e lingua, di ogni popolo e nazione, riscattati col sangue di Cristo (cfr. Ap 5,9) e
radunati in un'unica Chiesa, con un unico canto di lode glorifichiamo Dio uno in tre Persone
Percio quando celebriamo il sacrlflcio eucaristico, ci uniamo in sommo grado al culto della
Chiesa celeste, comunicando con essa e venerando la memoria soprattutto della gloriosa
sempre Vergtne Maria, del beato Giuseppe, dei bead apostoli e martiri e di tutti isanti.
Dopo queste premesse, prima di entrare nel vivo della catechesi sulla eseatologia, e necessario esporre alcuni
aspetti principali dell'antropologia personalistica che il concilio Vaticano II ha recuperato, Questi aspetti
dell'antropologia, gia trattati nelle catechesi sulla teologia del corpo, la sessualita, ilmatrimonio, la famiglia,
sono necessari anche per eomprendere, per quanto ci e possibile, qualcosa sulla Morte, il Giudizio, il
Purgatorio, l 'Inferno, e ilParadiso. .
Visione della Antropologia Cristiana
L'uomo creato ad Immagine di Dio
"Dio, nel mentre si comunica all'uomo in Cristo (e mediante 10 Spirito Santo), svela nello
stesso tempo "pienamente l'uomo all'uomo" (GS 22) ... Come dice la Sacra Scrittura, l'essere
umano e creato «a immagine e somiglianza di Dio». Se ora questo Dio non e semplicemente un
essere supremo "compatto", bensi una comunione di vita e di amore, allora cio "deve" avere delle
conseguenze anche per l'uomo: solo guardando al Dio uni-trino possiamo rieonoscere sino in
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fondo che cosa la creatura dotata di spirito esattamente riproduce e ache cos a il suo
essere-immagine-di-Dio precisamente rimanda".I09
"L'essenza pili profonda della realta ~isulta essere la relazione, l'essere-in-relazione, La
realta pili alta e vera sia nel campo creaturale e piiI ancora nel campo divino e l'essere insieme
gli uni con gli altri. .. , Io sono tanto pili me stesso quanta pili sono un tu per altrillo
e sto in
1· . . ,,111
re azione con esst, e viceversa .
Si diventa persona in senso pieno mediante it reciproco libero riconoscimento, nell'essere
l'uno con l'altro e nell'essere l'uno per l'altro. L'altro appartiene percio essenzialmente al
proprio essere-persona, Solo nell'altro e mediante l'altro arrive a me stesso, la mia vita
diventa ricca, plena e completa.ll2 "Precisamente questo 'leggiamo' nel Dio trinitario.
"Questa conoscenza e una conseguenza della fede nel Dio uni-tri.no".1l3
"Se Dio e communio e se l'uomo fu creato come immagine di questa Dio ... , risulta chiaro anche
qual'e l'ultima destinazione dell'uomo. l'uomo e chiamato a diventare quel che Dio gia da
sempre e , cioe communio, comunione, Iscambio vitale, per partecipare un giorno per tutta
l'eternita alia communio plena del Dio Trinitario ...
Percio it 'divenire communio' e il compito centrale della vita dell'uomo, per questo viviamo ...
Per questa ci vuole la nostra azione, perche solo se all'attuazione della communio fra Dio e
l'uomo partecipano tutti e due, donando Ie ricevendo, tale communio si attua realmente come
comune stare in relazione: Dio, pertanto, non e.solo colui che dona. Per dirla in termini paradossali:
Dio da anche 'da fare' per poter ricevere dall'azione creaturale la riposta dell'amore ...
E la communiopresenta una doppia direkione per l'uomo: essa e sia comunione con Dio cite
comunione con il prossimo e con tutta'la creazione, Le due cose sono tra loro strettamente
collegate't+"
"Precisamente questa e la Chiesa. Essa, che e nata grazie all'azione della Spirito della
Pentecoste. '" deve da allora in poi essere, dice il Concilio Vaticano II: 'come sacramento,
ossia segno e strumento dell'Intima comunione con Dio e dell'unita di tutto iI genere
umano!" (LG 1) . 1 1 5
"Lo Spirito Santo, essendo quella persona divina che crea I'unita e fa straripare la vita
divina, e per la Chiesa il 'principio' che unisce e nello stesso tempo distingue (pili
esattamente ancora: che distingue per unire e che unisce per distinguere) ... 116
Lo Spirito Santo e ilgarante del fatto che l'unita del popolo di Dio non si attua in manierauniformistica, bensl nella molteplicita delle svariate forme e doni (carismi), nonche il garante
del fatto che tale molteplicita del diverso forma un'unita grazie al reciproco scambio. Perche
questa e appunto l'unita trinitaria, non l'uniformita, e neppure una addizione e una somma
dei differenti, rna la convivenza e la solldarieta di persone distinte. La communio si verifica
109 Gisbert Greshake, Lafede nel Dio Trinitario, Queriniana, Brescia 1999, p. 10.
110 Si comprende perche Gesu dice: "Chi vorra salvare Ia propria vita, Ia perdera; ma chi perdera Ia propria vita pel'
causa mia, la trovera (Mt.l6,26). "II quale [= Cristo], pur essendo di natura divina, non considero un tesoro geloso la
sua uguaglianza con Dio; ma spoglio se stesso (letr] «si vuoto di se stesso») ... umilio se stesso facendosi obbediente
fino alla morte e alIamorte di croce" (Fil 2,6-8). I111
Gisbert Greshake, Op. cit., p. 34-35.112 Gisbert Greshake, Op. cit., p. 34. Da Tommaso d'Aquino in poi Ia persona in Dio viene quindi concepita come
"realitas subsistens'', cioe come pura relazionalita reciproca.
113 Gi sbe rt G reshake , Op . cit., p. 43 .
114 Gisbert Greshake, Op. cit., p. 60-61.
115 Gisbert Greshake, Op. cit., 91.
116 "Lo Spirito Santo e un princlplo Interlore di vita nuova che Dio da, invia, concede. Ricevuto mediante la fede e iI
battesimo, egli abita nel eristiano, nel suo spirito e anche nel suo corpo. Questo Spirito, che e 1 0 Spirito del Cristo,
rende ilcristiano figlio di Dio e fa abitare ilCrlstonel suo cuore. Sostituendosi al princlpio malvagio della carne,
1 0 Spirito diviene neIl'uomo un principio di fede, dilconoscenza soprannaturale, di amore, di santitlcazione. Non 1 0 si
deve estinguere, ne contristare. Unendo aI Cristo, egli fa I'unita del suo corpo" (Nota Bibbia di Gerusalemme a Rm5,5). !
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come 'unita pericoretica', cioe come una.comunione in cui ognuno partecipa alia peculiarita
dell'altro".ll7
AlIa recita dell 'Angelus nella Solennita della SS.p1a Trinita del 2009, Papa Benedetto XVI sottolineo:
"Quest'oggi contempliamo la Santissima Trinita.c. Tre Persone che sono un solo Dio perche il
Padre e amore, ilFiglio e amore, 10Spirito e amore, Dio e tutto e solo amore, amorepurissimo,
inflnlto ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, rna e piuttosto fonte inesauribile di
vita che incessantemente si dona e si comunica.
Lo possiamo in qualche misura intuire osservando sia it macro-universo: Ia nostra terra, i
pianeti, Ie stelle, le galassie; sia il micro-universo: le cellule, gli atomi, le particelle
elementari. In tutto cio che esiste e in un certo senso impresso H "nome" della Santissima
Trinita, perche tutto I'essere, fino alle ultime particelle, e essere in relazione, e cosi traspare il
Dio-relazione, traspare ultimamente l' Amore creatore, Tutto proviene dall'amore, tende
all'amore, e si muove spinto dall'amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di
liberta ...
La prova pili forte che siamo fatti ad immagine della Trinita e questa: solo I'amore ci rende
felici, perche viviamo in relazione, e viviamo per amare e per essere amati.
Usando un'analogia suggerita dalla biologia, diremmo che l'essere umano porta nel proprio
"genoma" la traccia pro fonda della Trinita, di Dio-Amorev.i"
La persona: Unlta di anima e corpo
Nellibro sulla Escatologia" Ratzinger approfondendo iltema sulla morte e immortalita, esaminando questo
tema nello sviluppo della Teologia cattolica, in ordine alla risurrezione dei corpi, scrive:
E chiaro che, proprio quando si trattava di conservare la certezza centrale dell'xesistenza col
Cristo» che perdura oltre la morte e dell'attesa della definitiva «resurrezione della carne», si
avvertisse Ia necessita di dare a questa affermazione una base antropologtca ... Occorreva
sviluppare un'antropologia che, da un Jato, riconoscesse l'uomo qua le opera di Dio, creato e
voluto da Dio come un intero, rna che, dall'altro lato, distinguesse in questo uomo tra do che
e perituro e do che rimane ... Di fronte alla difficolta di una simile impresa non puo
meravigliare che questa sintesi sia maturata soltanto lentamente, Essa trovera la sua forma
definitlva solamente in Tommaso d'Aquino ...Qui si e giunti alla affennazione che e di un'importanza estrema; nell'uomo 10spirito e tanto uno
con ilcorpo che gli si puo attribuire a pieno diritto il termine di «forma». E all'inverso: la forma
di questo corpo e tale da essere spirito e come tale fa dell'uomo una persona. «Una separazione
dell'anima dal corpo contraddice alla sua natura e sminuisce la sua somiglianza con Dio
creatore. II corpo e la visibilita dell'anima, poiche la realta del corpo e l'anima» .,. L'anima fa
parte del corpo quale «forma», rna d o che e «forma» del corpo e insieme spirito, fa dell'uomo
una persona e gli schiude l'immortalita.i"
Ratzinger nel libro sopracitato scrive:
"Dal concetto della creazione consegue 'il carattere unitario della speranza cristiana. Cia che
viene salvato e l'uomo quale creatura intera, l'interezza e l'unita della persona, che matura
durante la nostra vita fisica. 'Perfino icapelli del vostro capo sono tutti contati' (Mt 10,30 par).
n che non significa che nell'uomo non vi sia nulla di perituro, ma che, proprio attraverso d o che
e perituro, si forma cia che e stabile. La materia come tale non puo essere il fattore costante
dell'uomo: anche durante la vita terrena essa si trasforma continuamente. Pertanto, una
dualita che distingue cio che e costante da cio che e variabile e necessaria gia per la logica stessa
117 Gisbert Greshake, Op. cit., pp. 94-95.
118 Benedetto XVI, Angelus della Solennita della SS.ma Trinita, 7 giugno 2009.
119 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Escatologia. Morte e vita eterna, Cittadella Editriee, Assisi 1979. Reeentemente e
stata pubblieata una edizione rinnovata ed ampliata: Joseph Ratzinger benedetto XVI, Escatologia, Cittadella Editrice,
Assisi 2008. Oltre che in Italiano si trova anehe in altre lingue.
120 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit., pp.159-162.
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della realta, Per questo motivo la distinzione tra anima e corpo e indispensabile ...Pure ne l
continuo 'disfecimento' del corpo e l'uomo intero ehe s'avvieina all'eternita e, come
creatura di Dio, matura nella vita fisica per la visione del volto di DiO".121
Dopo i1 Co nc ilio V atic an o II, la C o ng re ga zio ne ' della Fede di fronte al disagio e all'inquietudine sempre pill
diffusi in tante persone riguardo agli interrogativi fondamentali - Esiste qualche cosa al di la della morte?
Sussiste qualche cosa di noi stessi dopo questa morte? Non sara it nulla che ci attende? - ha sentito il
d ov ere d i ric hiam are "l'insegnamento che la Chiesa propone a nome di Cristo, specialmente circa quel che
avviene tra la morte del cristiano e la risurrezione universale'', Riguardo all'anima, specifica:
"La Chiesa afferma la sopravvivenza e la sussistenza, dopo la morte, di un elemento
splrituale, il quale e dotato di coscienza e di volonta, in modo tale che l"'io umano"
sussista, pur man cando nel frattempo del complemento del suo corpo. Per designare un
tale elemento, la Chiesa adopera la iparola "anima", consacrata dall'uso della S.
Scrittura e della Tradizione. Senza ignorare che questa termine assume nella Bibbia
diversi significati, essa ritiene tuttavia che non esista alcuna seria ragione per respingerlo
e considera, inoltre, che e assolutamente indispensabile uno strumento verbale per
sostenere la fede dei erlstlani'' .122
Parlando dell'anima, Padre Livio, ne1 suo libro s~i Novissimi scrive:123
"Le anime non sono create in serie, ne sono generate dai genitori, sono create persona1mente
una per una da Dio, per ogni embrione umana appena fecondato. L'anima e qualcosa 0 qualcuno
di unico, irripetibile, i ns ondabi le , i nc omuni cabi le , a bi ss al e. !"
L'anima non e materia le ma spirituale. Definire che cosa sia 10 spirito e difficile; vorremmodefinirlo semplicernente qualcosa di divino, it 'sofflo" di Dio, qualcosa che e della stessa
sostanza di Dio; mentre 1a materia non e della stessa sostanza di Dio, in quanto e suscitata da
Dio dal nulla.
Se volessimo definire l'anima, potremo dire che e particella di Dio, ben tenendo ferma la
distinzione fra Creatore e creatura. .
Proprio perche particella di Dio, scintilla della divinita 125 come chiamano i mistici I'anima,
pur intimamente unita a1 corpo, e spirituale e grazie a lei ci apriamo a Dio diventando suoi
interlocutori; gli anlmali non parlano con Dio, ne pres so di 101'0 vi e alcuna manifestazione
religiosa, perche hanno S 1 un'anima, rna e-un'anima psichica e mortale: e materia evoluta rna
non parte di Dio. E' grazie a questa profondita divina che l'uomo parla con Dio, l'Assoluto eI'Eterno; e grazie ad essa che l'uomo puo ascoltare Dio quando parla: con Dio si puo colloquiare
soltanto con la lingua e con gli orecchi dell'anima. E' solo grazie a questa scintilla divina che
l'uomo puo amare Dio ed essere da lui amato.
Poiche ogni uomo nasce con questo spirito immortale, anzi e soprattutto questo sofflo divino,
tutti gli uomini, non importa di che razza, di che cultura, di che condizione, sono sacri: sul
volta di ogni uomo risplende 10 splendoreldella divinita che abita nella sua anima, in ogni uomo
c'e il sigillo di Dio, ed e questa la ragione per cui tutti gli uomini vanno rispettati e sono
portatori di diritti inviolabili: tutti sono: figli di Dio che egli ha creato a sua immagine e
sorniglianza.
121 Johann Auer - Joseph Ratzinger, Op. cit., p. 170. .'
122 Citare ildocumento
123 P. Livio, Op. cit., pp.28-36.
124 "La Chiesa insegna che ogni anima splritualei e creata direttamente da Dio [cf. Pio XII, Lett. enc. Hum'ani
generis: Denz.-Schonm., 3896; Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 8] - non e "prodotta" dai genitorl - ed e immortale
[cf. Concilio Lateranense V (1513): Denz. -Schonm., 1440]: essa non perisce al momento della sua separazione dal
corpo nella morte, e di nuovo si unira al corpo al memento della risurrezione finale" [CCC 366].
125 Alcune suggestive immagini che hanno usato i imistici per definire l'anima: scintilla di Dio in noi, diceva San
Bernardo; Eckart usava l'espressione: punta della spiriur; San Bonaventura la chiamava apice della mente; Santa Teresa
d'Avila ricorreva l'immagine del rifugio 0 del castella nel cui centro si celebra ilmatrimonio spirituale; mentre San
Giovanni della Croce parlavadi un centro, di iuifondo dell'anima dove avviene 10 sposalizio con Dio (Ibid.) .
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La voce dena coscienza, che e la voce Dio nell'uomo, e nell'anima di ognuno, anche di chi elontano daDio. L'anima e proprio illuogo dove Dlo si rivela con la legge naturale che egli vi
imprime ed e illuogo dove egli raggiungell'uomo con la sua grazia,
L'anima umana e dimora di Dio. Karl Riahner, in modo suggestivo, la definisce vradicale
apertura a Dio"; essa e la possibilita di ricevere Dio, di parlare con lui, di accogllere la sua
stessa vita. Dio ha creato l'uomo capace di infinito per comunicargli la stia vita, per dimorare inlui".126
126 "La coscienza e il nucleo pili segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si trova solo con Dlo, la cui voce risuona
nell'intimita propria" [Cone. Ecum, Vat. II,Gaudium'et spes, 16] [CCC. 1776].
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INDICE
PREMESSA .
INTRODUZIONE .
La Creazione in vista di Cristo .
Ricapitolare in Cristo tutte Ie cose .
L'aspirazione al paradiso .
L'escatologia ai nostri giorni: dal Paradiso del Cielo al paradiso in terra .
I falsi paradisi terreni .
n paradiso secondo la Rivelazione .
La vera fisionomia della speranza cristiana .
II Concilio Vaticano II: superamento di una visione individualistica dei Novissimi .
Dai "Novissimi"del medio Evo alla "Escatologia" del Concilio Vaticano II .
Visione della Antropologia Cristiana .
L'uomo creato ad immagine di Dio .
La persona: unita di anima e corpo .
La Morte Cristiana .
Visione cristiana della morte: atto di abbandono al Padre .
Il momento della morte: "dies natalis" .
La separazione dell'anima dal corpo .
Sepoltura cristiana e venerazione del corpo: tempio della Spirito Santo .
Lo Stato intermedio .
II periodo di transizione: dalla morte alla risurrezione dei corpi .
II giudizio particolare ..
II Purgatorio .
II fuoco dell'amore che purifica le anime ..
La Parusia - II ritorno del Signore nella gloria ..
L'ultima prova della Chiesa .
La Risurrezione dei morti (della carne) .
Gesu Cristo risorto paradigma dei corpi risorti .
La risurrezione di Cristo .
Ma come stanno Ie cose per la resurrezione dei morti? .I
Come risorgono i corpi . i . . .
Caratteristiche dei corpi risorti / " .,.
II corpo di risurrezione : ..
Risurrezione nell'ultimo giorno .
Corrispondenza tra ilcorpo risorto e quello terreno .
I corpi risorti dei santi: immortalita, impassibilita, luminosita, agilita .
La glorificazione del corpo e della vita corporale ..
L .. l' . 'a spiritua lzzaZlone : ..
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2
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L'immortalita '. . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. .. . . . . .. . .. . . . . . . . .. . . . . .. . 21
L'incorruttibilita ,.................................. 21
IL GIUDIZIO UNIVERSALE ,.................................................. 22
L'INFERNO 24
I corpi risorti dei dannati: solitudine, odio'a Dio e agli altri, disperazione 24
Le pene 0 le sofferenze 25
La frustrazione 25
La disperazione 25
La solitudine 25
La pena del senso ,'...................... 26
L'eternita dell'inferno e il numero dei dannati 27
Il CIELO '........................................................... 28
Condizioni dei beati in Cielo "........................................................... 31
L'impassibilita 31
La sottigliezza 31
L'agilita 31
La chiarezza 31
Chiarimento di alcuni termini in uso sulla vita in Cielo 32
La vita eterna 32,
nParadiso: Banchetto e Nozze 32
Visione di Dio 33
Divinizzazione 33
Vita eterna: permanente dinamismo .. ;............................................................ 34
L'eternita della beatitudine 34
Paradiso e vicenda terrena 35
Dimensione sociale e cosmica della beatitudine 36
Ildestino dell'universo 36
L'escatologia: richiamo alla responsabilita personale e alla conversione 37
La vita eterna inizia e si costruisce su questa terra.. . .. .. .. .. .. . .. .. .. . .. 37
La Liturgia: l'Eucaristia anticipi del Cielol 37
La comunita anticipo della Gerusalemme celeste (comunione con Dio e con iratelli) 37
ICONA DI KIKO .
Introduzione .
38
APPENDICE . 39
39
La Creazione in vista di Cristo........................................................................... 39
Ricapitolare in Cristo tutte le cose 39,
L'aspirazione al paradiso '... . .. . . . . .. ... . . . .. .. .. . .. .. . . . .. .. . .. . .. . .. . .. . . .. .. . . . ... . . 40
L'escatologia ai nostri giorni 41
I falsi paradisi terreni '. . .. . .. . . . . .. . . . . .. .. . . . . . . . .. . . .. .. . . . . . .. . .. . . . . . . . . . . 41
n paradiso secondo la Rivelazione 44
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La vera fisionom ia d ella speranza cristiana 45
Il C oncilio Vaticano II: superam ento di una visione individualistica dei Novissim i . 46
D ai "Novissim i"del m edio E vo alla "E scatologia" del C oncilio Vaticano II 46
La C hiesa celeste e la C hiesa peregrinante 47
Visione della Antropo logia C ristiana 47
L 'uom o creato ad immagine di D io 47La persona: unita di anim a e corpo 49
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