notizie dalla terra di altrove #2

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Fanzine aperiodica del sito Terra di Altrove

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"Sarà un mondo migliore, quando avrò portato a compimento lamia missione"."Libererò questa terra dai deboli, ne farò un luogo per iprivilegiati".Quante volte ho ascoltato questi discorsi dal miobancone qui in Locanda. Ne sono passati parecchi dimalvagi, da queste parti, negli anni. Alcuni idealisti finoall'osso, pieni di sogni di gloria. Incredibile come ci sipossa fare ancora tante illusioni, anche se si è raggiuntal'età adulta, magari da qualche centinaia di anni. Altridecisamente affascinanti. I classici malvagi con un passatotormentato alle spalle. Quelli che non riesci a odiarli finoin fondo, anche se nel loro delirio di onnipotenzapretendono di non pagare il conto. Spesso hanno storieinteressanti da raccontare, infanzie infelici, cuori infranti,famiglie sterminate... e poi via, guidati dall'odio e daldesiderio di vendetta, lungo la strada del male. Insomma,storie un po' più varie rispetto ai discorsi dei soliti cattivi,tutti presi dal pensiero di distruggere e schiavizzare.Anche di quelli ne ho conosciuti tanti, ma dato che nonraccontavano niente di nuovo, me ne è rimasto in menteuno soltanto, quello che perso il corpo si è ridotto a unocchio infuocato. Non c'è che dire, lui personalità neaveva e tanta. E forse anche il fatto che parlasse poco hagiovato al personaggio. Comunque, non mi vergogno diammettere che per lui uno sconticino era stato fatto. Poici sono i cattivi che sembravano buoni. Gli insospettabiliche si siedono al tavolo con un sorriso e ordinano unacioccoterra sfoggiando maniere irreprensibili. Con quelliqualche problemino lo abbiamo avuto, dico la verità.Immagino che il detto "pugnalarti alla schiena" sia statoconiato per loro. Grazie al Cielo Altroviano disponiamodi un ottimo buttafuori. Licantropi, vampiri, spettri vari,non rientrano nella categoria malvagi, giusto? Insomma,non necessariamente. Ce ne sono alcuni tra i nostri clientiabituali che sono proprio brave persone. Persone,insomma, più o meno. Ma al di là di razze e specie, il miocattivo preferito resta il tradizionalista. Mantello nero,volto nascosto dalla stoffa (nera), stivali (neri), la voce unsussurro roco e tenebroso. Chiamatemi nostalgica, datemidell'antica, ma quando arriva questo tipo di malvagio,nonostante gli anni e l'abitudine, il cuore perde sempre unbattito. Di alcuni di loro vi abbiamo raccontato qualcosain queste pagine. Piccoli accenni, dato che l'argomento èvastissimo e lo spazio, ahimé, limitato. Non mi resta cheaugurarvi buona lettura e proporvi un brindisi. Aimalvagi, ovviamente, e alle loro imprese. Alle ombre chefanno risplendere le luci di ogni mondo fantastico. Prosit!

EDITORIALEa cura della Locandiera

COLOPHONNotizie dalla Terra di AltroveFanzine aperiodica del sito Terra di [email protected]

Anno I – N. 2 9 ottobre 2011Direttrice: La Locandiera TdARedattore capo: Claudia MilaniRedattori: Oriana Mengoni, Francesco Bignardelli,Demon Black, Francesca Resta, Yui00, Il PrennaIn redazione: Nihal, Sean MacMalcomHanno collaborato: Mauro Fantini, Darth Janus,Roberto Re, Gio, Davide Sassoli

Revisioni di: Claudia MilaniTraduzione intervista di: Claudia MilaniDisegni di: Francesca Resta

Copertina di: Concetta Scarpinato

fanzine s.f. inv. dall'inglese fanatic (abbreviato in fan,

appassionato) e magazine (rivista). Rivista amatoriale

contenente notizie, informazioni, curiosità su un dato

argomento realizzata da un gruppo di appassionati e

destinata a un pubblico di appassionati

Attenzione:

in conseguenza del carattere amatoriale dell'opera, questa

pubblicazione non ha da considerarsi qual testata

giornalistica, né mezzo di informazione o un prodotto

editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 .

Copyright e Creative Commons:

tutti i diritti sui contenuti di questa pubblicazione sono

sotto la protezione del diritto d'autore (legge 22 aprile

1941 n. 633 e seguenti), liberamente distribuibili con

licenza Creative Commons (Attribuzione, Non

commerciale, Non opere derivate).

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SOMMARIOFANTASY STRANIEROPagina 6: John Polidori, Maestro maledettoPagina 8: Due chiacchiere con... Markus HeitzPagina 11: Le nebbie di RavenloftPagina 12: Le scelte di VoldemortPagina 13: L'importanza di essere... CattiviFANTASY NOSTRANOPagina 14: La paura di Fabrizio ValenzaPagina 16: Evangelisti: tra storia e musicaPagina 17: I re secondo Laura SchirruPagina 17: La seduzione di MazdraanDIETRO LE QUINTEPagina 18: UNO4UNO e i brividi per i piùpiccoliDOSSIER SPECIALEPagina 20: Dalla parte del CattivoCINEMA FANTASYPagina 22: Dracula: la vita nel sanguePagina 23: La nascita di Darth FenerANIMAZIONE FANTASYPagina 24: Devilman: l'uomo e il demonePagina 25: La morte è online con Hell GirlPagina 25: Dracula... fatti da parte

SERIE TVPagina 26: Being Human: essere (troppo) umaniPagina 27: The Gates: i cancelli della tolleranzaARTI GRAFICHEPagina 28: Alice... dal paese delle meraviglie adArmsPagina 29: Simon Garth, lo ZombiePagina 29: I vampiri e la rosa neraGIOCHI E VIDEOGIOCHIFANTASYPagina 30: Vampiri: la MasqueradeMUSICA FANTASYPagina 31: I nomi sono presagi: BurzumSPAZIO D'AUTOREPagina 32: La fortezzaSPAZIO CUCCIOLIPagina 34: Il bambino cattivoSPAZIO RELAXPagina 36: Il cercaparolePagina 38: L'Angolo della PostaPagina 38: I compleanni degli autori

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LA LOCANDA DELLA TERRA DIALTROVE VI ASPETTA!

Il Locanda si LEGGE,si recensiscono libri,ci si confronta tra lettorie con gli scrittori.

In Locanda si GIOCA.Al tavolo dell'Avventurai Viandanti vivonoincredibili avventure.In Locanda si DISCUTEdi fantasy, libri e autori, film,presentazioni librarie e molto altro.

In Locanda ci si RITROVA,si chiacchiera,ci si incontra tra amici.In Locanda si fa FESTA...Siamo maestri del settoree ogni occasione è buonaper organizzare una bella festa...

HTTP://TERRADIALTROVE.IT/PUBLIC/FORUM/

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Esistono molti modiper iniziare un articolodedicato a John WilliamPolidori, nato a Londrail 7 settembre 1795 emorto nella medesimacittà il 24 agosto del1821, a soli 25 anni. E,nel ritrovarsi aconfronto con unapersonalità tantocomplessa quantoimportante qual quella del soggetto in questione,estremamente difficile risulta valutare quale fra levarie possibilità alternative possa ritenersi quella piùcorretta, più indicata a offrire il giustoriconoscimento a un Maestro maledetto qual soloegli ha da essere ricordato, nella superba e orribiletragicità intrinseca in tutta la propria esistenza e,ancor più, a lui sopravvissuta, al punto tale daimpedire, ancora oggi, di offrire il legittimo tributoche potrebbe spettargli, che dovrebbe spettargli didiritto… o forse no.Nel riprendere lo stile proprio di una lunga serie diopere cinematografiche di una manciata di anni fa,si potrebbe cercare originalità incominciando anarrare la vita di John Polidori dalla sua morte,procedendo poi a ritroso per comprendere, a pocoa poco, le cause per le quali egli possa essere giuntoa una tanto prematura conclusione del propriocammino mortale. Purtroppo, fatta eccezione per ladata e il luogo della morte, così come per la data e illuogo della nascita, ben poche sono le nozionibiografiche a noi pervenute relative a questo autore.È presumibile, da parte sua, la scelta del suicidioqual proprio ultimo atto terreno; decisione allaquale, forse, egli giunse qual conseguenza di unaforte depressione, o, ancora, qual unica via di fugadai troppi debiti di gioco, o per un fattorecombinato delle due questioni che lo spinse aricorrere all’acido prussico. Ma, a parte similedettaglio, difficile è riuscire a esordire in unaqualsivoglia analisi affrontando la questione daquesto punto di vista.Escludendo, quindi, la ricerca di una qualche

originalità in un percorso alla rovescia dell’interavita di John Polidori, si potrebbe scegliere, conmeno fantasia e maggiore correttezza formale, diricordare chi fosse incominciando dal giorno dellasua nascita e, con esso, dalla sua famiglia. In taltentativo, inevitabile si pone ricordare come iPolidori di Londra, come ben suggerisce il nomestesso, non fossero, a tutti gli effetti, una famiglia dipuro sangue britannico, quanto, altresì, didiscendenze a noi più prossime. Il padre di John, dinome Gaetano Polidori, doveva i suoi natali, ineffetti, alla provincia pisana, dove non solo nacquenel 1764, ma anche crebbe e studiò, frequentandol’Università di Pisa, e, interessante a ricordarsi,successivamente prestando servizio al seguito diVittorio Alfieri nella qualità di segretario per benquattro anni, dal 1785 al 1789. Conclusa lacollaborazione con Alfieri, Gaetano Polidori sitrasferì in Inghilterra, dove trovò impiego comeinsegnante di italiano e iniziò a tradurre numerose,importanti opere anglosassoni nella propria linguanatia (fra le quali Il paradiso perduto di John Milton eIl castello di Otranto di Horace Walpole). Sposatosinel 1793 con Anna Maria Pierce, una governanteinglese, ebbe da lei quattro figli maschi e quattrofiglie femmine, primo dei quali fu proprio John.Paradossalmente, tuttavia, fra i figli e le figlie diGaetano Polidori, non fu John a riservarsi maggiorefama, tanto in vita quanto in morte, bensì suasorella Frances, la quale, sposatasi all’italianoGabriele Rossetti, ebbe il “merito” di diveniremadre di quattro eredi, fra cui Dante GabrielRossetti, celebre poeta, illustratore, pittore etraduttore maggiormente ricordato e celebratorispetto al suo sfortunato zio.Nell’impossibilità ad affrontare l’argomento tantopartendo dalla sua morte, così come volgendosguardo alla sua nascita, quale possibilità resta perpresentare la figura di John Polidori e, soprattutto,l’importanza del suo ruolo per la letteratura gotica,fantasy e horror dal 1816 ai giorni nostri?Indubbiamente quella di scrivere dell’unica, realeragione di immortalità per il nome stesso di questoMaestro maledetto, l’opera in grazia della quale lafigura del vampiro, per come la conosciamo oggi,venne per la prima volta introdotta al mondo, maanche l’opera per la quale, John Polidori, si videnegata in vita reale possibilità di riconoscimento:The Vampyre (Il Vampiro).Apparentemente seguendo le orme del padre, a suo

John Polidori, Maestromaledettoarticolo a cura di Sean MacMalcom

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tempo affiancatosi a una celebrità qual quella diVittorio Alfieri, nel 1816, laureatosi in medicinaall’Università di Edimburgo, John Polidori divennemedico personale di una delle figure più importantie carismatiche del suo tempo, al quale, propriomalgrado, sarebbe rimasto legato in eterno, in vitacome in morte: George Gordon Noel Byron,meglio conosciuto come Lord Byron. E fu proprioin diretta conseguenza a questo rapporto, vissuto daparte di John in maniera estremamente controversa,con un sentimento di trasparente ma mai negatoamore-odio, che Il vampiro venne elaborato e scritto,così come oggettivamente chiunque potrebbericonoscere.Senza Byron, dopotutto, John Polidori non avrebbemai preso parte a una storica serata a Villa Diodati,sul lago di Ginevra, alla quale erano presenti ancheClaire Clairmont, amante di Byron in quel periodo,Mary Wollstonecraft Godwin, sorella della stessa, ePercy Bysshe Shelley, prossimo marito di Mary. Esenza quella particolare occasione, non solo l’operadi chi sarebbe stata ricordata come Mary Shelley,Frankenstein o Moderno Prometeo, non avrebbe maiavuto occasione di essere scritta, ma anche lo stessoIl vampiro non sarebbe stato composto. Perchéentrambe tali pietre miliari nella storia dellaletteratura nacquero per mero giuoco, semplicesvago volto a riempire una serata già in parteravvivata dalla lettura di una raccolta di storie dispettri a opera di Matthew Gregory Lewis.Ma, ancora e ancor più, senza Byron, John Polidorinon avrebbe mai potuto creare il personaggio diLord Ruthven, che allo stesso era esplicitamenteispirato… e non nella volontà di riconoscergliomaggio. E proprio nella particolare figura di LordRuthven ha da riconoscersi la genialità di JohnPolidori, il quale non in un mostro dalla carnegonfia e flaccida, dagli occhi spiritati, e dalle manipelose, volle ricercare la propria idea di vampiro,quanto, piuttosto, in un nobiluomo britannico, daimodi eleganti e audaci, capace di irretire i propriinterlocutori e, ancor più, le proprie interlocutrici,facendo di quest’ultime le proprie vittime predilette.Gentiluomo, ovviamente, nel quale volle ritrarre lostesso Byron, in una scelta non diversa da quellache, nello stesso periodo, compì anche LadyCaroline Lamb con il suo Glenarvon, in un altro nongentile riconoscimento al fascino di Lord Byron. Enon casuale fu la scelta del nome de Il vampiro diPolidori, il quale, per rendere ancora più trasparente

il suo intento denigratorio a discapito di Byron,riutilizzò lo stesso nome già impiegato da LadyLamb per il proprio protagonista, RuthwenGlenarvon. Quanto di Lord Byron, in verità, fossein Lord Ruthven, tuttavia, non ci è dato di sapereove, probabilmente, un ruolo più biografico, eautobiografico, avrebbe dovuto essere piuttostoriconosciuto in quello del secondo protagonista deIl vampiro, Aubrey, nel quale è possibile ipotizzareche John Polidori abbia riversato molto di sé, e delproprio rapporto con Byron, in un’efficaceautoanalisi.L’ironia di un destino avverso, però, agì incontrasto allo sventurato Polidori, il quale, sebbeneavesse ricercato, attraverso Il vampiro, una propriarivalsa morale nel confronto di Byron, si videprivato della paternità di tale opera. Prima, giànell’aprile del 1819 quando venne pubblicato suNew Monthly Magazine, accreditata quale opera dellostesso Lord Byron, il quale si affrettò a smentireun qualunque suo coinvolgimento in essa. Esuccessivamente, dal diciannovesimo secolo a oggi,nei numerosi dubbi relativi a un’effettiva originalitàdell’idea di John Polidori, ancora accusato di averin effetti sottratto l’idea per Il vampiro da unframmento inedito dell’immancabile Lord Byron.Questo, poi, senza dimenticare come dal 1897 inavanti, il carattere innovativo propri de Il vampiro edi Lord Ruthven venne offuscato, nei propri giustimeriti, da una nuova opera più articolata, di unautore irlandese, il quale sarebbe riuscito a legareper sempre il suo nome all’idea del vampiromoderno: Dracula, di Bram Stoker.

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Due chiacchiere con: MARKUSHEITZarticolo a cura di Darth Janus e Claudia MilaniPrima di tutto vorrei ringraziarti davvero tantoper aver accettato questa intervista: è un onoreavere l'opportunità di parlare con uno deimigliori scrittori fantasy degli ultimi anni. Comeho già annunciato nella mia prima mail il temadi questo numero della fanzine è "Dalla partedel cattivo", quindi anche alcune delle nostredomande potranno essere un po' cattive.Nessun problema. Solo che… vedi… il mio inglesenon è dei migliori, ma l’italiano è peggio, quindiforse è meglio l’inglese. In fondo anche questopotrebbe essere definito “cattivo”.Dunque, cominciamo dall'inizio: uno deiprerequisiti per diventare un buon scrittorefantasy è quello di essere un gran lettore delgenere. È il tuo caso? Chi sono i tuoi scrittorifantasy preferiti? E cosa ti piace di loro?In un certo senso. Quando ero molto giovane erosolito leggere qualsiasi tipo di fantasy, da Il signoredegli Anelli, a Conan, per arrivare a Elric di Melnibonée a Lord Darcy (il primo è il protagonista di unaserie di romanzi ad opera dello scrittore ingleseMichael Moorcock, mentre il secondo è un detectivein un mondo diverso dal nostro creatodall'americano Randall Garret. Ndr) solo per citarnealcuni. E anche se tutti mi piacevano molto, èpassato molto tempo da allora; adesso non ho piùtempo di leggere libri fantasy. Preferisco scriverne.In Italia le tue opere fantasy sono state tradotte,o sono in fase di traduzione, ma nel tuo sito webscrivi che il fantasy è solo una parte della tuaproduzione. Che altro scrivi? Pensi che ci saràl'opportunità di vedere altri tuoi lavori tradotti?Mi piace passare da un genere all’altro. Io scrivoanche Horror e Fantascienza (la saga di Ulldart e ilibri a proposito di draghi e astronavi ambientatinegli anni venti). Perché? Semplicemente perché midiverte e per fortuna ho idee in abbondanzariguardo a tali universi alternativi. Trovo siaimportante vagabondare in altri mondi di tanto in

tanto. Se la miacarriera di scrittore sibasasse solo sui Nani,diventerebberapidamente moltonoiosa. Si può fare unparagone con il cibo:se mangi pizza e solopizza e la solita pizzaogni giorno alla fineraggiungerai il puntoin cui semplicementesmetterai di mangiare ecomincerai a cercarecibo di altro genere.La scrittura è qualcosa che è sempre stato dentrodi te, o hai scelto di diventare uno scrittore piùtardi nella vita?No, ne ha sempre fatto parte. Ho cominciato ascrivere all’età di quattordici anni e non ho piùsmesso. All’inizio erano solo racconti, che poi sonocresciuti sempre di più, fino a che nel 1998 ho scrittoil mio primo libro. Una sfida più che altro: volevovedere se fossi in grado di gestire i personaggi e lastoria. È stato quello l’inizio di Ulldart. Poiall’università ho studiato letteratura e storia e pensavodi dedicarmi all’insegnamento, ma alla fine ho fatto ilgiornalista per dieci anni, limitandomi a scrivere neltempo libero. Ma dal 2004 posso concentrarmi solosui libri, per fortuna.Come è essere uno scrittore di fantasy inGermania? In Italia non è sempre facile otteneresuccesso perché ci sono un sacco di pregiudizitra i lettori, e gli autori stranieri sono ancoraconsiderati una garanzia di qualità.Ho firmato il mio primo contratto nel 2000, proprionel bel mezzo di un periodo di cambiamento: glieditori tedeschi avevano cominciato a dare agliscrittori tedeschi la possibilità di presentare i lorolavori ai lettori, e questi ultimi sembrarono gradiremolto il fantasy nostrano. Da allora abbiamo unanuova generazione di scrittori fantasy tedeschi, credocirca una ventina, e tutti sono molto apprezzati.Ci sono alcuni lettori che hanno commentato iltuo ultimo lavoro dicendo che si tratta di una

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mera operazione commerciale, e che hai sceltodi raccontare la storia degli Albi solo persfruttare il successo dei Nani. Che cosarispondi?Come ho già detto scrivo perché mi diverte farlo, eper andare avanti ho bisogno di buone idee e cambidi scenario. Arriverà, un giorno, un quinto volumesui Nani, ma non quest’anno e neppure il prossimo.Scrivere è parte della mia vita, appartiene alla miavita ed è qualcosa di più che un semplice lavoro. Èdifficile spiegare qualcosa di così intimo.L'idea degli elfi corrotti era già nota, ma neituoi libri gli albi sono superiori anche ai lorocugini: sono più belli, più eleganti, si muovonopiù velocemente, sono guerrieri migliori, maanche la loro crudeltà è incredibilmentesuperiore a quella di qualsiasi altro nemico. Illettore li odia perché sono il Male, ma non puòfare a meno di ammirarli anche. Quando haicominciato a scrivere la saga, questo "fascinodel Male" era già nella tua mente o si èsviluppato durante la scrittura?L’idea di parlare più a fondodegli Albi mi è venuta durantela stesura del secondo libro suiNani. Mi piacevano gli Albi edentro di me decisi di dareloro più spazio in romanzi aloro dedicati. Oltre al fascinodel Male e al loro pensiero ecomportamento, c’è stataanche la sfida di riuscire a“sedurre” i lettori e farliempatizzare con i cattivi,rendendoli accettabili. Non èstato facile, ma in molti casi cisono riuscito.Quali aggettivi useresti per descrivere i tuoiAlbi?Sofisticati, crudeli, fantasiosi, intelligenti, arroganti.È difficile immergersi in profondità dentroun'anima oscura come quella degli Albi? O èinvece affascinante?Come scrittore devi imparare a cambiar il punto di

vista. Non è difficile, ma solo questione di esercizio.Non nego che sia affascinante visitare per un po’ illato oscuro, ma – ancora – non riuscirei a scriveresolo degli Albi. Se fai la stessa cosa troppo a lungo,scatta l’allarme-noia.Ne La leggenda degli Albi l'atmosfera è semprecupa e pesante, mentre nella saga sui Nanisono presenti svariati momenti di leggerezza eilarità. Ovviamente i lettori avvertono a livelloemotivo queste differenze. Cosa hai provatodurante la stesura di lavori così diversi?Posso affermare di non essere caduto in depressionee di non aver cominciato ad uccidere la gente perprocurarmi il loro sangue per dipingere o robasimile. Sicuramente muoversi tra gli Albi èparticolare: hanno un modo tutto loro di pensare evedere le cose, ma non è stato un problema. E sonorimasto un bravo ragazzo. O almeno lo spero!Nel campo della letteratura fantasy, si tende aportare solo leggere modifiche allecaratteristiche di base delle varie razze,puntando maggiormente sulla trama. Tu hai

creato, dandole spessore ecredibilità, una nuova classesociale di "elfi oscuri".Dove hai tratto l'ispirazione?Volevo una razza con le stessecapacità degli elfi, ma cattiva e icui membri non vivesserocome animali. Creaturesuperiori, con il pallinodell’arte, della letteratura maanche della morte, capaci diuccidere senza scrupoli e cheodiassero gli elfi. Ecco come

sono nati gli Albi, e sinceramente, non è statodifficile crearli.I Nani sono amati per la simpatia, l'altruismo eil rigore morale, gli Albi sono entrati nellesimpatie dei lettori nonostante li loro cinismo,la loro crudeltà e uno spiccato egocentrismo. Telo aspettavi, ci speravi o ti ha stupito?Ad essere onesto ho cercato e cercherò di creare deilibri intriganti, ma potevo solo sperare che ai lettori

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interessasse sapere qualcosa di più sugli Albi. È statoun rischio, in un certo senso, e sono felice che allafine il mio lavoro sia stato apprezzato. Prometto chepresto farete la conoscenza anche di Albi gentili,simpatici e buoni – dal loro punto di vista, almeno.Da un punto di vista creativo e narrativo, si puòpensare che l'approccio alla caratterizzazionedei Nani e degli Albi, viste le marcate differenze,sia stato diverso. Hai mai avuto dubbi nel darvita ai due protagonisti, Sinthoras e Caphalor?Avevi messo in preventivo le eventualiperplessità di critica e fan?No, quando inizio qualcosa do ascolto solo a mestesso e non ho mai avuto dubbi né su Sinthoras nésu Caphalor. Ascolto quello che dicono i fan e lacritica, ci penso su, prendo quello che posso dai lorosuggerimenti e dalle loro risposte, ma sono sempreio a decidere che cosa accadrà nei miei libri. Si trattadi una mia responsabilità. Questo è moltoimportante, perché c’è il mio nome sulla copertina,sono io che prendo le lodi, ma anche le critiche esono soprattutto io a dover essere contento esoddisfatto di quello che scrivo.Ovviamente non ti piace il lieto fine nei tuoilibri, e molti lettori non sono pienamentesoddisfatti del finale della saga dei Nani. Perchéhai scelto di trasformare Tungdil in un eroeoscuro?Hai ragione, non sono un fan dei finali alla Disney.Mi piace il grigio, la vittoria che comporti dolore esofferenza, perché ogni trionfo ha il suo prezzo: vite,oro, terre, la libertà degli sconfitti. Tungdil, del resto,è un personaggio che si muove e cambia incontinuazione: da novellino completamenteignorante della cultura dei nani a eroe, a ubriacone einfine a eroe oscuro – ma ancora un eroe che,comunque sia, lotta per i suoi amici e per la suapatria. O almeno nel caso che quest’ultimo fosse ilvero Tungdil… Nel terzo volume sugli Albi (cheuscirà in Germania nell’autunno del 2012) una granparte della storia avrà luogo nella Phondrason, unaparte delle caverne e della Forra Oscura doveTungdil si perde alla fine del terzo libro… Vedi? Cisarà la possibilità di incontrare Tungdil… quellovero!

Quindi noi lettori finalmente sapremo cosa gli èsuccesso dentro la Forra Oscura?Assolutamente SÍ.Fai il nome di qualche nano, tranne i tuoi, che tipiace.Più o meno tutti.Concludiamo con un ringraziamento per ladisponibilità e la cortesia, e speriamo di averel'occasione di un'altra intervista, magariall'uscita del prossimo successo.Grazie a voi.Biografia e bibliografia

Markus Heitz nascead Homburg il 10ottobre 1971.Dopo il successoottenuto dal primovolume della serie deiNani, Heitz lascia lacarriera giornalisticaper dedicarsi solo allascrittura.Citiamo le suepubblicazioni piùimportanti: dal 2002al 2007 scrive seiromanzi basati sul

gioco di ruolo Shadowrun, ma anche i dieci volumidella saga di Ulldart. Tra il 2005 e il 2010 è co-autore di sei libri-game per la casa editrice PegasusPress. Dal 2007 al 2010 pubblica i quattro volumi diDunkle Spannung che trattano di vampiri. Infine trail 2006 e il 2009 pubblica i due volumi di DieMächte des Feuers ambientato negli anni ’20 delsecolo scorso.In Italia sono stati pubblicati:Le cinque stirpi (Die Zwerge) (2006)La guerra dei nani (Der Krieg der Zwerge) (2007)La vendetta dei nani (Die Rache der Zwerge) (2008)Il destino dei nani (Das Schicksal der Zwerge) (2009)La leggenda degli albi (Die Legende der Albae) (2010)La profezia del re (Schatten über Ulldart) (2011)

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Chiudi gli occhi e immagina …… cammini lungo una strada pensando solo a chebel giorno è quello che stai vivendo, quando,all’improvviso, la nebbia inizia a velare la viadinanzi a te. Non riesci a vederepiù nulla macontinui a camminare per paura che, fermandoti, lapersona dietro di te ti venga contro. Cammini…cammini… la nebbia comincia a diradarsi, riesci ascorgere qualcosa intorno e ti blocchi sul posto.Quello che vedi non ti è familiare, quel paesaggio timette i brividi... dove sei finito?!Sei entrato a Ravenloft e non sarebbe affatto fuoriluogo se la prima cosa che ti trovassi davanti agliocchi fosse una targa con su scritto “Lasciate ognisperanza, voi ch’entrate”.Cos’è Ravenloft? Ravenloft è una terra circondatadalle nebbie. Quello chenon sai è che, una voltache Lei ti rapisce, nonpotrai più tornareindietro… neanche damorto!Ravenloft è viva. Sceglie le sue vittime e leimprigiona tra le sue braccia di spire gelide. Quandocredi di aver trovato una via di fuga, ti accorgi che èLei che ha trovato un altro tipo di gioco per passareil tempo con te!All’interno di Ravenloft nulla è come sembra: IlBene diventa Male… Male allo stato puro e ilcattivo è il buono. Tutto è se stesso ma anche il suocontrario.Ho letto la maggior parte dell’uscita italiana dellasaga di Ravenloft e, ogni volume, ha saputocatturarmi e rapirmi tra le sue righe. Ogni voltasperavo che i “buoni” vincessero o che riuscisseroad uscire da Ravenloft ma, alla fine, è sempre Leiche vince! Lei riesce a trasformare i poteri dei buoniin qualcosa di malvagio. Ravenloft riesce amanovrare tutti come se fossero dei burattini nellesue mani.Ravenloft nasce come ambientazione del gioco diruolo di Dungeons & Dragons e deve i suoi natali aTracy e Laura Hickman (autori fantasy e famosi

creatori di ambientazioni per GdR). I libri di cui ècomposta la saga possono essere lettitranquillamente anche da chi è a “digiuno” di GdR.Di seguito l’ordine di uscita in Italia:

. Profonda Notte (J. Robert King, 1992.Armenia Editore, 1994). Protagonista è il lupomannaro Harkon Lukas.

. Danza Fatale (Christie Golden, 1992.Armenia Editore, 1994). Protagonista è unaragazza con poteri derivanti dalla danza.

. Il Cavaliere della Rosa Nera (James Lowder,1991. Armenia Editore, 2003). Protagonista è LordSoth di Dragonlance (saga fantasy di TracyHickman e Margaret Weis)

. Lo Spettro della Rosa Nera (James Lowder,1999. Armenia Editore 2004). Protagonista è LordSoth di Dragonlance

. Il Signore di Ravenloft (P.N. Elrod, 1993.Armenia Editore, 2005). Protagonista è Strahd(personaggio ispirato a Dracula di Bram Stoker).

. La Guerra contro Azalin (P.N. Elrod, 1998.Armenia Editore, 2006).Protagonista è Azalin (daWorld Of Greyhawk,ambientazione diDungeons & Dragons)antagonista di Strahd.

. Morte di un Signore Oscuro (Laurell K.Hamilton, 1997. Armenia Editore, 2007).Protagonista è di nuovo Harkon Lukas, si diverte amanovrare i personaggi come pedine di unascacchiera.

. Il Vampiro delle Brume (Christie Golden,1991. Armenia Editore, 2007). Protagonista è l’elfovampiro Jandar Sunstar.

. L’Arazzo delle Anime (Elaine Bergstrom,1993. Armenia Editore, 2008). Protagonista è unarazzo, artefatto del Male.

Le nebbie di Ravenloftarticolo a cura di Demon Black

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Le scelte di Voldemortarticolo a cura di Nihal87Alla fine del diciannovesimo secolo in Francia sisviluppò una corrente letteraria detta Naturalismosecondo la quale erano tre i fattori cheinfluenzavano la personalità e il carattere degli esseriumani: l’ereditarietà, l’ambiente sociale e l’epocastorica. Volendo tentare dei paragoni forse un po’arditi Voldemort potrebbe essere considerato unesempio tipico di come ciò sia possibile.Concepito con l’inganno e abbandonato dal padreprima ancora della nascita (la madre muore diparto), Tom Riddle trascorre nella solitudine e nellosquallore di un orfanatrofio londinese i suoi primiundici anni di vita. La sua diversità è percepita daglialtri bambini che lo evitano e lui si vendica con attidi estrema crudeltà. In questa prima parte della suavita l’ambiente in cui è cresciuto ha avutocertamente una parte importante nella definizionedella sua personalità.Una volta entrato ad Hogwarts, Tom si distingue perle grandi capacità innate (ereditarietà) e per i meritiscolastici circondandosi di ammiratori. Infattiun’altra grande abilità di Tom è quella di ammaliarele persone e far loro fare quello che lui vuole senzache queste riescano a distinguere niente della suavera personalità (di nuovo ereditarietà, paternanaturalmente). In questa sua rete cadonoindistintamente studenti e professori, tanto che allafine del quinto anno Tom si mostra a tutti come lostudente più popolare, benvoluto, stimato e degnodi fiducia della scuola. Soprattutto dopo che con ilsuo aiuto viene svelato un crimine tremendo esmascherato il colpevole.Nel frattempo però Tom scopre anche le origininobili della propria famiglia, discendente niente dimeno che da Salazar Serpeverde stesso, e questo glidà la spinta finale per cercare di imporsi e riscattarsiagli occhi di tutto il mondo magico. Il primo passo èlo stermino della parte babbana del suo sangue.L’unico che sembra immune al fascino del ragazzo èAlbus Silente che lo tiene d’occhio e sembrariconoscerlo per quello che è, e infatti per ben duevolte, dopo la fine della sua carriera scolastica, glirifiuta il posto di insegnate di Difesa contro le artioscure. Ed è a questo punto che Tom Riddle

abbandona definitivamente la maschera che haindossato fino ad allora e si rivela per quello che èrealmente: un mago potente assetato di potere. Ènato Lord Voldemort.C'è chi ha detto che da un grande potere occorreaspettarsi grandi cose e di cose grandi LordVoldemort ne ha indubbiamente fatte, scuotendo findalle fondamenta la civiltà magica.D’altronde, però, ribaltando completamentel’assunto iniziale di questo articolo e avvicinandosiad un pensiero più in linea con i nostri tempi, èanche possibile affermare che non sempre si puòdare la colpa alla famiglia, non sempre si può dare lacolpa all'ambiente di crescita di una persona, magicao babbana che sia. Nessuno nasce cattivo e con lagiusta educazione e forza di volontà chiunque puòessere in grado di cambiare le sorti della sua vita.Questo mi fa pensare a quello che Harry ha vissutoe mi trovo a dover concordare con Silente quandodice che sono le scelte che facciamo che dimostranoquel che siamo veramente, molto più delle nostrecapacità e aggiungo che contano ancora di più lescelte che facciamo indipendentemente dal luogo dacui veniamo.Tom ha fatto quel che ha fatto perché credeva che ilmondo fosse stato ingiusto con lui, punendolo conbasse origini nonostante il suo grande potere.Se avesse fatto le scelte di Harry forse avremmoletto tutta un'altra storia.

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Diamo voce agli autori su questioni "tecniche"e per questo numero partiamo daun’affermazione: in qualsiasi storia creare unantagonista è estremamente più difficile checreare il protagonista (Ndr).È indubbiamente vero e il motivo è semplice: ilprotagonista, specialmente parlando di ambientazionie trame legate al fantasy, raramente si trova a chiedersiperché fa quello che fa. È l'antagonista che crea unasituazione di squilibrio, che infrange la quiete iniziale espezza la linearità della vita del protagonista. Unavolta che questo avviene il protagonista si ritroveràobbligato a rispondere, a prendere atto dell'avvenutocambiamento e reagire. Perché il prode cavaliere diturno parte sul suo bianco destriero alla ricerca dellabella dama rapita? Beh, ovvio no! Perché la bella damaè stata rapita. Non è il protagonista ad avere bisognodi una motivazione per fare ciò che fa ma piuttostol'antagonista: perché l’ha rapita?È su questo perché, a mio avviso, che si fonda il verodramma di ogni autore. Perché lo fa? Cosa lo spinge ecosa ci guadagna? Io credo che quando in un libro,altresì molto originale e interessante, ci ritroviamospiazzati da un antagonista insipido, pocoparticolareggiato, non dotato di quella profondità e diquella "presenza" che invece caratterizzano ilprotagonista, è perché l'autore non ha trovato unavera risposta.Lo ammetto. Non è un problema semplice darisolvere, e la soluzione più facile in assoluto è quelladi far finta di niente. All'inizio di una storia nessuno siaspetta che le intenzioni o le motivazionidell'antagonista vengano svelate, il mistero è più chesufficiente a trarci d'impiccio almeno per un po'.Mentre la storia si sviluppa è facile glissare, si dannodegli indizi che potrebbero puntare in mille direzioni enon è difficile correggere la rotta quando si cambiaidea. Ma prima o poi al sodo ci si deve arrivare e aquel punto il castello di carte rischia di cadere: sedavvero non si è ancora trovata una motivazionesoddisfacente per il nostro bell'antagonista si finisceper cadere in qualcosa di banale, che non riesce adappagare il lettore.Una soluzione valida è quella di rendere l'antagonista

un cattivo, attaccando il problema alla radice(basta non essere convinti di poterlo estirpare).Ormai sono passati i tempi di Tolkien, quelli in cuii cattivi erano cattivi, i buoni erano buoni e nonc'era bisogno di giustificare alcunché. Ora i lettorisi aspettano comunque una spiegazione, oquantomeno un approfondimento su questa"cattiveria", perciò rendere l'antagonista un cattivonon risolve il problema, ma ha quantomenol'effetto di spostare la domanda: non bisogna piùspiegare perché egli faccia quello che fa, bastaspiegare perché sia diventato cattivo. Questo, neconverrete, è un terreno ben più agevole. Che sitratti di traumi, vendetta, menzogne,indottrinamento, fanatismo o, perché no, sempliceimposizione, la ricerca della motivazione èsenz'altro più facile.Tuttavia, pur assumendo di aver in qualche modoaggirato il problema, c'è ancora molto lavoro dafare. Molti autori sostengono di provare un grandepiacere nel vedere i propri personaggi crescereassieme alla storia e assieme alle proprie capacità.Ed è proprio questo che succede: il protagonistanon viene mai totalmente definito in un istante,viene abbozzato nelle prime pagine e poi evolve, econ lui crescono anche i suoi perché.L'antagonista non è così fortunato. Lui spessodeve comparire in un momento, già totalmentedefinito e coerente, già completo.Io credo che questa sia una delle vere prove perogni scrittore. La capacità di creare, dal nulla, unpersonaggio perfettamente formato e coerente, seesiste, è molto rara. Perché l'antagonista siacoerente, credibile e completo, tanto o ancor piùdel protagonista, deve essersi anch'egli evoluto.Dove? Dove il lettore non lo può vedere, e cioè inun'altra storia, più ampia e più profonda, scrittanon per i lettori ma per l'autore, in cui anchel'antagonista abbia il tempo e lo spazio dievolversi, di maturare, di definirsi; in questa "storiafantasma" anche lui potrà intraprendere la ricercadelle proprie motivazioni. Molto di ciò che fa nonverrà mai rivelato al lettore, ma poco importa:anche lui potrà essere coerente e completo, perchéciò che lo caratterizza non sarà qualcosa diinventato per necessità, ma qualcosa di autentico,"nato da solo" con l'evolversi della storia.Qualsiasi risultato è il coronamento di un percorsoe non si può pretendere di ottenerlo se quelpercorso non c'è stato.

L'importanza di essere... Cattiviarticolo a cura di Davide Sassoli

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Ciao Fabrizio, sono felice di potertiintervistare anche qui per la fanzine letterariacon cui collaboro. Vuoi presentarti brevementeper quei pochi che ancora non ti conoscono?Ciao a tutti. Ho 39 anni e sono un insegnante direligione a Verona, la città in cui sono nato e vivo,ma il mio secondo lavoro è scrivere. Da quandotorno a casa (alle quattro del pomeriggio) mi mettodietro la scrivania, di fronte a una pagina bianca, einizio a vivere solo e unicamente di parole. In questomodo ho pubblicato due romanzi fantasy (Il viaggionel Masso Verde, Ed. L'Età dell'Acquario, e La faidadei Logontras, Ed. Domino), un romanzosentimentale (La ragazza della tempesta, Ed.Domino) e uno horror (Commento d'autore, Ed.Linee Infinite), oltre a svariati racconti. Di prossimapubblicazione è la serie di sette romanzi brevi digenere horror, intitolata Le sette case (Ed. GDS).Ora sto cercando di aprirmi una strada nellapubblicazione di romanzi mainstream di stampochiaramente drammatico e attuale e nel mondo dellapoesia.

qualcosa di intangibile e malvagio che si sta facendostrada poco alla volta, strisciando tra le vite deiprotagonisti come un serpente invisibile.Mi soffermo sul protagonista. Questa intervistainfatti si concentra su un personaggio diversodal solito. Un uomo che non è l'eroe classicodei libri che solitamente leggiamo. Chi è inrealtà Cesare Ombroso?Un uomo piuttosto incolore, se si eccettua la suagrande abilità narrativa. I suoi romanzi fantasyhanno avuto successo ed è diventato in breve unodegli autori italiani più conosciuti, ma il suo passatoconosce la solitudine più grigia, mentre il presentenon brilla certo per senso matrimoniale. La moglieha accettato il ruolo della "brava" mogliesacrificando le proprie aspirazioni, ma l'ha fatto perl'amore che prova nei suoi confronti. Lui, invece,non sembra rendersi conto di questo sacrificio. Lascrittura gli dà la possibilità di esprimere la partemostruosa che alberga nella sua mente.In qualche modo si può definire Cesare il tuoalter ego?No, Cesare non è il mio alter ego, in nessun modo.Certo, incarna la problematica del male presentenelle vite delle persone e di come gli scrittoririescano a gestirlo, ma oltre a questo non c'è alcunpunto di contatto con me.Avresti voluto creare un personaggio spietato inogni sua parte, un personaggio che il lettoreavrebbe imparato ad odiare e amare alcontempo, oppure sei soddisfatto della tuacreatura?Cesare è perfettamente uguale a come lo avevopensato. Doveva essere un uomo nel quale moltilettori potessero immedesimarsi, capace diesprimere appieno la follia che accompagna l'attocreativo ma anche sufficientemente strano dapoterne prendere le distanze in caso di sceltecriticabili, come avviene spesso nell'arco delromanzo.

La paura di Fabrizio Valenzaarticolo a cura di Mauro Fantini

Oggi parliamo in particolar modo del tuoultimo libro Commento d'autore. Un horror perl'esattezza. Un breve riepilogo?Il romanzo racconta la storia di uno scrittorefantasy di successo, Cesare Ombroso, che un giornosi trova risucchiato al centro di una serie di fattiinquietanti. Un evento in suo onore organizzatocon la sua collaborazione ma della quale lui nonricorda più nulla, gente strana che lo avvicina comese lo conoscesse da molto ma che lui non ha maiincontrato personalmente e degli omicidi condottiin maniera brutale e spaventosa, che risveglianoVerulengo, il paese in cui vive, dalla sonnecchiantetranquillità di una cittadina di provincia. Quando,però sua figlia Laura di otto anni, inizia a urlare sulpiù bello senza apparente motivo, è chiaro che c'è

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L'elemento sangue è molto importante in unromanzo di questo tipo? E se sì, quanto?Ogni horror ha ovviamente un ampio ventaglio dipossibilità che il sangue sia centrale, pur dovendochiarire il senso di questa affermazione. Commentod'autore non è certo un romanzo splatter, sebbene visiano alcune scene che lasciano il segno. Ma mi vantodi poter dire che in tutto il romanzo non si legge diuna sola goccia di sangue. Ho preferito dar voce allento accumulo di sensazioni, timori, sentimenti diangoscia e solitudine, che sono quelli che preparanol'ingresso del soprannaturale. Il sangue che c'è nelromanzo è metaforico, segno della presenza di unamorte senza scampo.Meglio creare un protagonista cattivopsicologico oppure fisico? Nel senso: ci puòessere il genio del male che usa la psicologia e ilterrore, oppure quello che uccide a suon dipistolettate. Cosa preferisci?Indubbiamente quello psicologico. Ma nel caso diCommento d'autore la situazione è differente.Quanti cattivi ci sono? Difficile dirlo, e quando siscopre chi è il cattivo, rimangono comunque moltidubbi. L'elemento soprannaturale tipico dell'horror, eperciò anche di questo romanzo, mette tutto in unaluce differente: la cattiveria provocata dall'interventosoprannaturale, in che misura si può dire esserefrutto di genio o di psicologia? Il cattivo che uccide apistolettate, per usare l'immagine che hai proposto,diventa un malvagio che sa usare perfino unostrumento banale e meccanico come la pistola, inmodo più imprevedibile di quanto potrebbe fare uncattivo tutto interno a una logica "naturale".Soprattutto al giorno d'oggi l'horror è in buona parteinterno all'essere umano, frutto della sua psiche, manon per questo è riducibile unicamente a unadimensione psicologica.Come direbbe Brithlow, l'antagonista di CesareOmbroso nel romanzo, "là fuori c'è tanta ciccia dafriggere, ma dopo averla spaventata per bene".Ci sarà un seguito di Commento d'autore?No. Commento d'autore è autoconclusivo. Però lacittadina in cui è ambientato, Verulengo, un paese diquasi 2500 anime in provincia di Verona, è il luogo incui si svolgono altri romanzi (come la serie Le sette

case, di cui dicevo prima) e racconti horror. In questisi potranno ritrovare anche personaggi giàconosciuti nel romanzo.Quali sono i tuoi progetti futuri?Come dicevo all'inizio, a ottobre partirà lapubblicazione di Le sette case, serie di sette romanzibrevi di genere horror, che prenderanno lo spuntoda sette diverse case della cittadina di Verulengo. Poiho già alcuni romanzi pronti per essere pubblicati,editori permettendo, tra i quali uno molto breve digenere mainstream (ma con una punta disoprannaturale) e un altro di genere apocalittico a-mio-modo. Personalmente sto curando lapubblicazione in formato ebook con lettura gratuitadella serie di sette romanzi fantasy Storia di GeshwaOlers, i cui primi due volumi erano già statipubblicati da editori a cavallo tra 2008 e 2010.Trattandosi di un lavoro molto lungo, terminerà nel2013. I progetti in cantiere sono comunque moltialtri, ed elencarli diverrebbe molto difficile.Perché hai deciso di rendere scaricabiligratuitamente i volumi di Gheshwa Olwers?Ti rispondo riportando stralci di spiegazioni inseritenel blog e nel sito di Geshwa Olers: "Storia diGeshwa Olers è nata per la gratuità. Quando iniziai ascriverla, nel lontano 21 novembre del 1998, nonimmaginavo che di lì a poco sarebbe diventata la miastoria del ringraziamento. La saga fantasy nacquecome impulso del tutto naturale di rendere grazie achi era intervenuto nella mia vita, tirandomi fuori dauna situazione divenuta insostenibile. Questafondamentale motivazione dev’essere rimessa alcentro delle mie scelte riguardanti la saga fantasy. Perquesto motivo ho deciso di liberarne i diritti, con ilgentile supporto favorevole di Edizioni Domino, perriproporla nella più totale gratuità, come feciall’inizio del mio cammino."Grazie del tempo che ci hai dedicato e invitiamotutti a leggere lo straordinario romanzoCommento d'autore ordinabile in tutte le librerieitaliane.Grazie a te, e buona lettura di Commento d'autore!

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Evangelisti: tra storia emusicaarticolo a cura di Yui00

Per gli amanti dellescene fantasy efantascienza italianeNicolas Eymerich e ilsuo creatore ValerioEvangelisti non hannobisogno dipresentazioni, tutti glialtri invece prendanouna frusta e sifustighino seduta stante(aiutati dal caro buon

vecchio Eymerich, of course).Evangelisti, studioso di storia e autore di saggiprima che romanziere ha, come è ovvio che sia,riversato la sua immensa cultura storica nei suoi testinarrativi.Il suo esordio risale al 1993 quando vince il PremioUrania col primo romanzo di quello che diventerà inseguito il Ciclo di Eymerich, Nicolas Eymerich,Inquisitore. Il libro verrà stampato l'anno successivonell'omonina collana della Mondadori, per entrare afar parte in seguito della Piccola Biblioteca Oscar.La particolarità di questo ciclo di romanzi è chevengono strutturati su più linee narrative, due o tre– solitamente una nel passato dove Eymerich è ilprotagonista, una nel presente e una nel futuro –che in qualche modo interagiscono tra loro,infarcendo la trama di elementi e riferimentieterogenei. Fantascienza, fisica, fantapolitica,antropologia, storia, storia delle religioni, indaginepolizesca, tutto questo e anche di più convivecoerentemente in ogni singolo romanzo. Nel primolibro, ad esempio, facciamo la conoscenza diEymerich coinvolto nell'indagine su un antico cultopagano e su cadaveri con facce bifronti; nelfrattempo, nel presente, il fisico Marcus Frulliferelabora una teoria in grado di spiegarescientificamente i fenomeni paranormali e di potereffettuare viaggi interstellari. Nel futuro questeteorie risultano efficaci a tal punto che si assiste adun viaggio della nave interstellare Malpertuis...indietro nel tempo.Il personaggio di Eymerich (che tra l’altro è esistirorealmente) è ben delineato fin dall’inizio: il nostro

frate domenicano, infatti, è una persona fredda,violenta, ambiziosa (esempio ne sono suoi maneggiper diventare Inquisitore Generale), che non si fascrupolo di usare ogni mezzo per raggiungere gliscopi che si prefigge e che usa la sua crudeltà espietatezza per il bene della Chiesa e della FedeCristiana. Ma è anche acculturato e molto intelligentee, benché latore di una fede incrollabile, è anche ilsimbolo del razionalismo illuminato che seguì ilperiodo buio del Medioevo. Un personaggio,insomma, che si fa amare nonostante non sia proprioun sant'uomo.I romanzi che compongono il suo ciclo sono dieci, acui si aggiungono anche dei racconti brevi contenutiin altri libri.Evangelisti però non è famoso solo per i romanzi suEymerich: di rilievo è anche la sua trilogia Magusincentrata su Nostradamus. Scritta in corrispondenzadell'anno 2000 per Mondadori narra la vita di Michelde Nostredame dalla giovinezza fino all'arrivo allacorte reale, sullo sfondo di una Franciacinquecentesca percorsa da una violenta esanguinaria guerra religiosa, fatta di persecuzioni neiconfronti degli ebrei.L'attività letteraria di Evangelisti non finisce certoqui: grande appassionato di musica metal, nel 1998pubblica per Einaudi Metallo Urlante, una raccoltadi quattro racconti i cui titoli non sono altro che inomi di quattro famosissime band heavy metal:Venom, Pantera, Sepoltura e Metallica.Nel 2002 esce il romanzo Black Flag, il cuiprotagonista è lo stesso pistolero Panteradell’omonimo racconto. Black Flag però ha poco diheavy metal: si ispira più al punk e al malessere chequesto genere di musica cerca di sottolineare. Ultimoromanzo di questo ciclo è Antracite, dove ilprotagonista è ancora Pantera.Ultima menzione va al Ciclo Americano, in cuiEvangelisti si discosta dalle tematiche trattate fino adallora per dedicarsi a una narrazione più veriteriapossibile. Fanno parte del ciclo: Noi Saremo Tutto, IlCollare di Fuoco e Il Collare Spezzato.Oltre ad essere tradotti in diverse lingue europee, iromanzi su Eymerich hanno anche ottenuto dueprestigiosi premi francesi riservati alla letteraturafantastica e fantascientifica: il Grand Prix del’Imaginaire e il Prix Tour Eiffel, rispettivamente nel1998 e 1999.

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La peculiarità de Il suonosacro di Arjam, romanzod’esordio dell’altrimentisoprano Daniela Lojarro èche il potere non deriva dauna scontata quantomisteriosa forza magicabensì dalla capacità diascoltare le vibrazioni delsuono sacro e accordarsicon esse, e la pratica di questa forma particolare dimagia avviene attraverso il canto, quindi anchel’antagonista, il nobile Mazdraan, porta in sé igermogli dell'armonia. Ma i suoi lati positivi sifermano qui, perché Mazdraan manca totalmente dipietà e di umanità, al punto di non farsi scrupolo atormentare e manipolare il suo stesso figlio – aquesto proposito sono memorabili le frequentiscene di battibecco o botta e risposta tra i due, enaturalmente è sempre Mazdraan ad avere l’ultimaparola. Eppure, nonostante la sua perfidia,Mazdraan è un personaggio affascinante, sottomolti aspetti anche più degli stessi protagonisti: èsicuro di sé, sensuale, intrigante… o, per dirla con leparole di Uszrany, “un gran (bel) bastardo”. È unpersonaggio che si odia per le sue azioni, ma che siammira per la fine intelligenza, la classe, l’eleganza enon da ultima la bellezza.Non è un cattivo come tanti ce ne sono, volti almale per il solo piacere del male, ma la sua è più chealtro inflessibilità: Mazdraan ha un obiettivo, ilpotere assoluto, e non si ferma davanti a niente enessuno pur di raggiungerlo. Per quanto nel corsodella lettura ci si possa trovare più di una volta asperare in una, seppur minima, redenzione, in ungesto o un pensiero affettuosi verso i figli, si finiscecon il rimanere puntualmente delusi: Mazdraan noncede e non vacilla di fronte a nulla, il suo sguardo èrivolto al futuro e chiunque si trovi sulla sua stradao viene schiacciato o diventa suo alleato, ma anchein questo caso non si potrà avere la certezza di aversalva la vita.

La seduzione di Mazdraanarticolo a cura di Claudia Milani

I re secondo Laura Schirruarticolo a cura di Nihal87Elunar è straziato dalle

guerre civili: i Tre Regni chelo compongono non riesconoad accordarsi e lo stregoneZagarat decide di prendere ilpotere con la forza e diriunire le terre sotto un unicocielo, il suo. I seguaci delladea Aslim Fen, culto cheviene bandito dal neo re, non

prendono pacificamente questa decisione e iniziauna cruenta ribellione. È durante l'arresto di qualcheribelle che Zagarat incontra la bella Lara e decide difarne la sua schiava per qualche notte. ConosciamoZagarat proprio in queste prime pagine delromanzo, ovvero quando umilia e violenta lagiovane sacerdotessa. L'odio del lettore verso questopersonaggio prepotente e violento scaturisceimmediatamente. Ma davvero Zagarat è un mostroche vuole distruggere tutto ciò che Lara ama?Davvero il sommo sacerdote della dea è nel giusto?Ecco gli interrogativi che piano piano nascono nellamente del lettore mentre la sua avversione per il reguerriero comincia lentamente a tramutarsi inrispetto. Le pagine scorrono tra le dita, le parole e ifatti fluiscono davanti agli occhi come un fiume, eZagarat assume i connotati di un re dal pugno diferro, deciso ad ogni costo a mantenere la pace nellesue terre. Una pace conquistata con la forza e cheallo stesso modo deve essere preservata. Non certouna causa ingiusta.L'essere umano è di natura fragile e litigioso, uncapo giusto e forte è la soluzione al caos che primasquassava le terre di Elunar, ma non sempre ciòsignifica essere un re buono e comprensivo, anzispesso è proprio il contrario. Conoscere ilpersonaggio di Laura Schirru significa addentrarsi inquella che è la vera figurazione di un re, di uncomandante: inflessibile e duro come il marmo.Re benevoli che permettono ai subordinati di rubareloro la donna amata oppure re che sono anche gliamici del cuore a cui affidarsi, sono belli da leggere,facili da amare, ma non reali. La realtà è ben diversae Zagarat, da personaggio fantasy, la dispiega intutta la sua potenza.

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UNO4UNO e i brividi per i piùpiccoliintervista a cura di Mauro FantiniBuongiorno Ada (Becchio, titolare diUNO4UNO EDIZIONi, ndr) e grazie di averciconcesso il suo tempo per questa intervista.Prima di iniziare con le consuete domandevorrei che si presentasse ai lettori della nostrarivista. Al momento come persona e poiparleremo della sua meravigliosa casa editrice.Sono nata e cresciuta nella splendida campagna diCuneo, dove tutt’ora vivo circondata dai mieianimali. Ho studiato Giurisprudenza, ma a un certopunto ho capito che non era la mia strada, per cui homesso i codici in un cassetto e mi sono dedicata allamia grande passione: la narrativa.Ho sempre letto tantissimo e scrivo fin da bambina:a dodici anni ho iniziato a scrivere il mio primoromanzo fantasy.Poi, più o meno quattro anni fa, ho mandato alcunefavole per bambini a una casa editrice ed è nato ilmio primo libro. Ad oggi sono già 15, e sonodavvero molto contenta.Complimenti. Adesso che la conosciamo un po’meglio vorrei che ci parlasse della casa editrice.Di che genere di pubblicazioni vi occupate?Ho deciso di aprire la mia casa editrice dopo averavuto diverse difficoltà di dialogo con l’editore concui ho iniziato la mia carriera di scrittrice. LaUNO4UNO EDIZIONI si occupa principalmentedi libri per bambini e ragazzi, e spazia dalle storielleper la buona notte rivolte ai più piccoli, fino aromanzi veri e propri per ragazzi un po’ più grandi.Perché, pur sapendo delle difficoltà che ci sonooggi nel campo editoriale ha comunque decisodi aprire una casa editrice?Perché purtroppo mi sono resa conto che non bastascrivere bene per essere pubblicati. Le grandi caseeditrici sono sommerse dai manoscritti e spesso ilavori veramente buoni finiscono per non essereneppure letti. Mi piacciono le sfide e, soprattutto,sono convinta di poter dare dei prodotti validi e diqualità.

Qual è la "creatura " letteraria della quale è piùorgogliosa?Penso che debba ancora nascere! Amo tutti i mieipersonaggi, e il fatto che riscuotano tanto successotra i miei giovani lettori mi riempie di orgoglio, masento che non posso far altro che crescere emigliorare fino a creare storie e personaggi cherimarranno per sempre nel cuore dei lettori.Quanto è importante per lei presentare unprodotto di qualità a livello visivo?Direi che è fondamentale: prima di leggere la trama,prima di leggere la storia, il lettore vede la copertina,ne valuta l’immagine, i colori, la qualità. Èimportantissimo che un libro si presenti in manieraaccattivante e che spicchi in mezzo agli altri.Naturalmente, poi, il contenuto dovrà sempre esseredi qualità elevata!

Le faccio una domanda un po' particolare. Laspaventano le grosse case editrici che hanno ilmonopolio su tutto e tutti, oppure lei va per lasua strada essendo comunque orgogliosa dipresentare ottimi libri?Diciamo che sono consapevole delle difficoltà a cuiandrò incontro: come ho già detto prima scriverebene non sempre è sufficiente per avere successo. Legrandi case editrici spesso inondano le librerie diprodotti di dubbio valore, forti del loro monopolio.Ma sono ottimista, i lettori non si lasciano ingannare,e sono certa che sappiano apprezzare la qualitàanziché orientarsi solo sul libro o l’autore delmomento spinto dalla pubblicità. Io sono certa dellaqualità dei miei libri, e ho fiducia nell’intelligenza deilettori.

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I bambini sono un pubblico di lettori avidi diconoscenza e meravigliosi al tempo stesso percome si pongono nei confronti delle storienarrate nei libri. Se le fosse chiesto di fare unascelta drastica sul tipo di pubblico a cui laUNO4UNO si dovrebbe proporre, tra adulti ebambini lei cosa sceglierebbe?Spero di non dover fare mai una simile scelta perchéamo scrivere sia per gli adulti che per i bambini, main ogni caso l’attuale catalogo della mia casa editricela dice già lunga su quali siano le mie preferenze:scrivere per i bambini non è facile, ma è divertente,accattivante e, soprattutto, vedere l’entusiasmo neiloro occhi e alimentare in loro l’amore per la letturasono cose che non hanno prezzo.Ci parli in breve dell'ultima opera degliinvestigatti del mistero. Sono curioso.Gli Investigatti del Mistero sono dei poliziottispeciali, in un mondo tutto felino, che investiganosui più strani misteri: mummie, extraterrestri,fantasmi, mostri di ogni genere, maledizioni.Appartengono al S.I.A.M., una sezione speciale dipolizia che ha il compito di smascherare gliimbroglioni e i buontemponi che si divertono aspaventare il prossimo. I protagonisti sono tre: labella Mia, l’atletico Fumo e il pasticcione Link, ungenio dei computer un po’ sordo che stariscuotendo un gran successo tra i bambini.Si tratta di una serie, della quale sono già usciti iprimi tre volumi, ciascuno dei quali affronta unmistero diverso, e che vuole insegnare ai bambini apensare con la propria testa e a non fidarsi delleapparenze, anche se le storie hanno sempre un finalea sorpresa…Ogni libro ha delle schede di approfondimentosull’argomento trattato e delle note per spiegare leparole più difficili.Quali saranno i suoi progetti futuri?Sicuramente altri misteri per i miei Investigatti. Poiuna nuova serie, intitolata Due maghi a scuola! cheracconta le vicissitudini di due gemelli maghi in unliceo umano: Leonardo e Ginevra. Ginevra è unasimpaticissima pigrona senza alcuna voglia distudiare che, cercando di usare la magia come

scappatoia, si caccia in un sacco di pasticci. Nellaloro prima avventura finirà con il portare a scuolaun cavernicolo spaventato e puzzolente pur di nonfare una ricerca sulla preistoria. Oltre a questiproblemi i due fratelli dovranno studiare magia,avranno a che fare con il loro mondo magico e,soprattutto, con il loro gatto che nasconde ungrande segreto…C'è ancora molto da dire nella letteraturafantastica oppure è già stato detto tutto e cistiamo solo ripetendo cambiando l'ordine delleparole?Di banalità in giro se ne leggono molte, ma noncredo che ci siano limiti alla fantasia umana. Ogniscrittore ha il proprio stile, le proprie idee, e questobasta già a creare lavori sempre nuovi e intriganti.Basta saper cercare e non fermarsi ai libri visti invetrina. L’editoria (soprattutto quella italiana) haancora molto da dire e può ancora stupirci.Al momento la ringrazio per il tempo dedicato,ma più avanti vorrei intervistarla ancora emagari in qualità di autrice. Che ne pensa?Magari ci soffermiamo anche sui suoi corsi discrittura.Molto volentieri. Sono molto orgogliosa deilaboratori che tengo nelle scuole: ai bambini dicosempre che tutti possiamo diventare scrittori echissà che, un giorno, tra di loro non emerga ungrande autore.Grazie mille per il tempo che ci ha dedicato.Grazie a lei! A presto!

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Dalla parte del Cattivoarticolo a cura di Claudia Milani

C’era una volta… Vladimir Propp.Chiunque abbia un minimo di familiarità con la

linguistica conoscerà certamente La morfologiadella fiaba. Volendo sintetizzare a livelli estremi unsaggio che, dai lontani anni cinquanta del secoloscorso (periodo in cui è cominciata la diffusione inoccidente, mentre la pubblicazione in Russia risale al1928), è una pietra miliare per linguisti e antropologi,possiamo dire che Propp identifica alcuni ruoli tipoin ogni narrazione fantastica. Tra questi risultanoindispensabili quelli dell’Eroe ma soprattutto quellodell’Antagonista. In genere si tende ad associarel’Antagonista con il Cattivo e il Protagonista conl’Eroe, mentre, in realtà ciò non è sempre vero. Cioènon sempre l'Antagonista e il Cattivo sono lo stessopersonaggio e non sempre l'Eroe è il Protagonista.In una sfera letteraria più ampia rispetto alla classicafiaba è possibilissimo, e anche piuttosto frequenteinvero, che i ruoli si invertano e che il Protagonistasia il Cattivo e l’Antagonista il buono (da notare chenon si parla più di Eroe in questo caso, ma dibuono). Essendo dotata di una natura abbastanzapignola e curiosa sono andata alla ricerca delladefinizione esatta di ognuno di questi termini pervedere se, in effetti, all’interno di unasemplificazione narrativa, possano essere consideratisinonimi, oppure se presentino delle differenzerilevanti. In fase di ricerca mi sono imbattuta anchein un terzo termine che non avevo preso inconsiderazione e che invece è interessante ai fini diun’indagine come quella che ci siamo proposti perquesto numero della fanzine. Il termine è: Antieroe.

Quindi, cosa differenzia esattamente un Cattivoda un Antagonista? E cosa un Antagonista da unAntieroe? Sempre secondo Propp, l’Antagonista ècolui che cerca di impedire all’Eroe di raggiungere ilsuo obiettivo, oppure colui contro cui il nostroprode si batte. I motivi per i quali ha luogo questaopposizione definiscono se l’Antagonista è anche ilCattivo della storia, infatti per essere definito tale ilnostro Antagonista deve agire spinto da puramalvagità, la sua natura deve essereindiscutibilmente maligna e le sue azioniindicibilmente perfide. Deve godere della sofferenza,

essere spietato, e non deve neppure far nascere nellettore la speranza di una possibile redenzione ocedimento. Ed ecco che avremo un cattivo damanuale. Quanti ce ne sono di Cattivi cosìall’interno della letteratura fantasy? Tanti quantesono le stelle nel cielo direbbe qualcuno, anche se,personalmente, trovo che nessuno abbia ancorasuperato il tolkeniano Sauron. Il Male allo statopuro, incorporeo e spirituale e proprio per questotanto più spaventoso. Eppure anch’esso seducente,solo che questa volta sono i personaggi a rischiaredi essere affascinati e risucchiati nel vortice oscuroe non i lettori. Ne Il signore degli anelli, infatti, nonci sono mezze misure, il Bene è bene e il Male èmale e il lettore viene inconsapevolmente spinto aschierarsi dalla parte della luce. Non è sempre cosìperò: ci sono libri, molti anche, in cui il Cattivostimola la simpatia, in cui pagina dopo pagina illettore si scopre a desiderare di vederlo redento, divedergli compiere un qualche gesto di umanità.Uno tra i più amati sotto questo punto di vista ècertamente Raistlin della serie di DragonLance: unpersonaggio di cui fino alla fine non si riescono aprevedere le azioni, di cui si spera sempre in unaqualche forma di riscatto e lui invece infila unamalvagità dopo l’altra e quando poi alla fine illettore si rassegna e lo considera un mostro, eccoche lui lo stupisce con un sentimento che se non èpropriamente amore, non è certo neppure l’odioche a quel punto tutti si aspettano.

Un discorso a parte meritano Martin e le sueCronache del ghiaccio e del fuoco dove il Cattivo èsostanzialmente l’essere umano nella sua follia e nelsuo egoismo che lo spingono ad autodistruggersida solo prima ancora che il vero Antagonista sifaccia avanti. Una saga dove i buoni non esistono,dove ci sono solo persone e personaggi che inqualche modo stanno più simpatici di altri perchémagari hanno valori nei quali in qualche modo illettore si riconosce. Purtroppo, tendenzialmente,questi personaggi non finiscono bene.

Oltre ad una “predisposizione” alla malvagitàc’è anche un altro elemento che unisce tutti i Cattividella letteratura e del cinema fantasy, cioè la bramadi Potere. È quest’ultimo, il Potere, che i Cattiviambiscono, e se strada facendo trovano qualchemodo ingegnoso e interessante di far soffrire eterrorizzare il prossimo tanto meglio. Potere sugliuomini, potere politico, potere anche sul mondospirituale, su ogni cosa. I Cattivi vivono per il

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Potere.D’altro canto invece, il Male per il gusto del

male si trova forse negli horror. Lì la pulsione versoil provocare sofferenza nasce solo da un vero buiodell’anima. Anche se, a rifletterci attentamente, sitratta anche in questo caso di una forma di Potere.Il Cattivo di un horror gode nel vedere la vittimaalla sua mercé, il suo cuore di tenebra esulta nelgovernare la paura, nel vederla riflessa negli occhi,nel tremito incontrollabile, nella perdita delladignità.

Ricollegandoci a quanto detto in precedenzariguardo a Sauron e al suo essere (almeno ne IlSignore degli anelli) una presenza malvagiaincorporea, viene da chiedersi se esiste anche unostereotipo fisico del cattivo. Cosa lo distinguedall’Eroe sotto questo punto di vista? Di primoacchito, un’aura genericamente negativa, buia,causata con ogni probabilità dal fatto che sembrache i Cattivi aborriscano in qualche modo la lucedel sole. Generalmente se ne stanno rintananti incastelli bui o in sotterranei oscuri. Causa, questa,anche di un certo pallore vagamente insanodell’incarnato, in contrasto con occhi scuri efiammeggianti di follia o rabbia con difficoltàcontenute. Vestono di scuro, con ampi mantelli chene celano le forme. D’altronde la semplificazionebuono/bianco e cattivo/nero è vecchia come ilmondo e non è difficile rintracciarne le origini inuna paura atavica del buio e di tutto ciò che essonasconde alla vista. Spesso i Cattivi non sono belli(in contrapposizione all’Eroe che invece lo è), oquando lo sono allora la loro è una bellezza assolutadi palese ispirazione luciferina. Con una certafrequenza sono in qualche modo deformi nel fisico(così come lo sono nell’anima) e altrettanto spesso èproprio la loro malvagità la causa prima della lorobruttezza: il contatto prolungato con la corruzione,che sia essa magica o spirituale, li porta a subireanche cambiamenti fisici.

Ma i Cattivi rimangono cattivi per sempre?Volendo rispettare alla lettera la definizione che neabbiamo dato prima, la risposta dovrebbe essere, sìrimangono Cattivi per sempre. Eppure, chissàperché, ci sono delle eccezioni. E, guarda caso, lamaggior parte delle volte, è l’amore che cambia ildestino del Cattivo. Ebbene sì, neppure il nostroCattivo, sa resistere al sentimento “che muove ilsole e le altre stelle”, anche lui messo di fronte allepalpitazioni del cuore cade come la classica pera

cotta e perde (sventura o benedizione?) lo status diCattivo per diventare spesso Antieroe.

Eccoci quindi arrivati all’ultima domanda: chi èl’Antieroe? Secondo una definizione classica è unpersonaggio con caratteristiche opposte a quelledell’Eroe ma che svolge comunque un ruolo daprotagonista. Gli Antieroi posso operare sia pertornaconto personale oppure per un idealegenerico di bene, ma ciò che li contraddistingue eli differenzia dall’Eroe è la loro mancanza discrupoli e il loro appropriarsi del vecchio principiomachiavellico: diversamente dagli Eroi, infatti, nonhanno una morale così tanto marcata da impedireloro di sfruttare ogni mezzo per il raggiungimentodel proprio fine.

È, ad esempio, il caso di quella schiera divampiri “buoni” le cui cronache costellano già daun po’ di tempo scaffali delle librerie, oppure,tanto per citare una giovane e promettente autriceitaliana, il demone Hyoutsuki di Sopdet. Ma èsoprattutto tra i manga e gli anime che gli antieroispopolano: a partire dal vecchissimo e amatissimoLupin, passando per Berserk e Inu Yasha earrivando infine al recente Kuroshitsuji, ma con inmezzo tutta una schiera di personaggi che hannosaputo, nel corso degli anni, attirarsi le simpatie deilettori.

Ecco quindi il motivo per cui, all’interno diquesto numero, è possibile trovare personaggi etemi abbastanza eterogenei. I protagonisti sonocomunque loro: i Cattivi, che siano Protagonisti, oAntagonisti di un certo spessore oppure Antieroi.

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Occhi il cui colorevaria dal nero piùprofondo al rosso piùvermiglio che voipossiate conoscere.Occhi capaci di leggertidentro ma allo stessotempo capaci diipnotizzarti e tenertilegato per la vita. Occhiche capiscono i tuoipensieri ma che

nascondono i propri in labirintici sentieri senzauscita.Sentimenti talmente intimi e senza età che celanosecoli di sofferenze e tradimenti. Sentimenti cosìprofondi che al solo avvicinarti, il tuo cuore nonpotrebbe reggere il dolore che emanano. Sentimentiche travolgono come solo la passione, nel bene o nelmale, riesce a fare!Passione… la sua passione travalica i secolituffandosi nel presente per poter riemergere nelfuturo sperando che il passato non lo segua per farloancora soffrire.Questo e molto più è Dracula… le parole nonriescono a imprigionarlo e trattenerlo nella cartaperché lui è evanescente, nel momento stesso in cuiavverti la sua presenza, lui è già andato via!La sua storia è quella di un amore tolto, un amore acui è stato impedito di vivere fino alla fine. È daquesta sofferenza che nasce la sua leggenda. Traditoda coloro per cui lottava, l’unica via d’uscita che hatrovato è stata trasformare in odio il proprio dolore!Dopo che la sua amata Elisabeta si è tolta la vita perun inganno dei nemici contro cui lui combatteva indifesa della religione cristiana, si è visto negarle unagiusta sepoltura e benedizione perché morta suicidae pertanto peccatrice senza possibilità di redenzione.Impazzito per la perdita di Elisabeta e tradito dallaChiesa, l’agonia della propria anima lo spinge arinnegare quest'ultima e a prendere la decisione checambierà tutta la sua esistenza: “Risusciterò dalla morteper vendicare la sua con tutti i poteri delle tenebre! Il Sangue èvita!”Sono queste le parole con cui segna il proprio

destino. Non diventa semplicemente un vampiro, luiè IL vampiro! Il capostipite di una stirpe che neltempo, scrittori e lettori, hanno amato perchéaffascinati da ciò che rappresenta: amore e odio, vitae morte! Lui è entrambe le cose, lui è tutto e il tuttoè lui.Dracula nasce dalla penna di Bram Stoker e, a mioavviso, colui che gli ha reso più giustizia sullapellicola (nonostante i cambiamenti dal romanzooriginale), è stato Francis Ford Coppola nel 1992con il suo Dracula di Bram Stoker (Bram Stoker’sDracula). Il suo Dracula (un magistrale GaryOldman) è un uomo a cui hanno tolto la personache illuminava la sua vita e, ormai privo di quellaluce, si ritrova a brancolare nel buio delle tenebredove il dolore si tramuta in odio, dove l’odio diventamorte e la morte diventa vita.Piccola Nota Biografica. Il personaggio dellaletteratura ottocentesca, Dracula, è basato sulla vitadi Vlad III, Voivoda(principe) di Valacchia(1431-1476), noto come Vlad Tepes: Vlad l’Impalatore inromeno. Figlio di Vlad II Dracul (Vlad il Diavolo),da cui prenderà il nome Dracula (Dracul-a : figlio diDracul, figlio del Diavolo). Dato in ostaggionell’infanzia al Sultano, Vlad subì, insieme al fratellominore Radu (in ostaggio anche lui), efferate tortureed inimmaginabili sodomie. Qui apprese “l’arte”della tortura e, una volta fuggito (Radu morirà inprigionia), si vendicò sterminando più turchipossibile. Ormai la sua anima era morta e applicò ciòche aveva imparato per governare la Valacchia nelterrore.

Dracula: la vita nel sanguearticolo a cura di Demon Black

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Darth Fener è stremato, ferito e agonizzante su unalastra d'acciaio e davanti a lui Luke lo fissa quasi conpietà. L'essere a terra fa cenno di togliergli quellamaschera che ora come ora gli mozza il respiro. Lukeesegue e sotto scopre un volto martoriato dallesofferenze, e quell'uomo gli rivela di essere suo padre.Il suo acerrimo nemico, l'uomo che ha inseguito ecacciato per tutta la galassia, è anche colui che gli hapermesso di vivere, di respirare e indirettamente didiventare uno Jedi.Perché? Come è stato possibile che ciò avvenisse?Ecco l’interrogativo che ha assalito e tormentato glispettatori di Star Wars per oltre sedici anni e cioè pertutto l’intervallo tra la fine del capitolo VI nel 1983 ela ripresa, nel 1999, dei primi tre capitoli incentratiproprio su questo personaggio.Anakin Skywalker cresce come schiavo e per un casofortuito, ma più probabilmente a causa dello zampinodel destino, incontra Qin-Gon Jinn, un cavaliere jedi,Obi-Wan Kenobi, suo allievo, e Padmè, regina cheviaggia in incognito. In seguito a varie vicissitudiniAnakin finisce per viaggiare con loro e mentre Obi-Wan Kenobi decide di addestrarlo nell'arte dello Jedi,Padmè diventa la sua migliore amica.Anakin è un giovane impetuoso, con grandi capacitànell'uso della Forza, ma dalla rabbia facile. Lui e Obi-Wan stringono un rapporto molto stretto, ma nontale da portare Anakin a confidargli il suo amore perPadmè, e i due infatti si uniscono in segreto.Ormai le abilità di Anakin sono tali da fargliguadagnare il titolo di Cavaliere Jedi, ma il Consigliodegli Jedi si oppone perché sembra che ci siaun’ombra che incombe sul suo futuro e questo poneun dubbio alla fiducia che il giovane aveva verso ilclan degli Jedi. Il rifiuto lo amareggia: lui si senteall’altezza di far parte dei cavalieri, ma gli vieneimpedito e per questo cede alle lusinghe delcancelliere Palpatine che lo adula e lo fa sentireimportante. Palpatine non è sincero e questo lo siintuisce, ma fino a che punto sia riuscito adintrappolare Anakin nelle sue grinfie è ignoto,almeno fino a quando lo introduce al lato oscuroanche se in maniera distratta, superficiale, senzaobbligarlo nella scelta, ma semplicementemostrandogli una seconda via.Seconda via che Anakin non percorrerà, si auguranogli spettatori sgomenti.Ma Padmè è incinta, lui ha avuto una visione in cui la

vede morire di parto, gli Jedi gli paiono sempre piùdistanti e si sente solo; la seconda via diventa l'unica.Da lì in poi le sue mani s'inzuppano di sangue evederlo così disperato e senza nessuno a guidarlo è uncolpo al cuore.Obi-Wan però c'è ancora! Lui tenta in ogni modo difar capire ad Anakin che l'oscurità non è la retta via,non è il modo giusto di sfruttare la Forza esoprattutto che non salverà la sua Padmè. Ma l'amoree la paura di perderla accecano il giovane Padawanche non ascolta più il suo maestro e nello scontro chene segue riporta le terribili ferite che lo annientano.Lì, in quel lago di fuoco in cui si scontrano, sotto gliocchi increduli degli spettatori muore AnakinSkywalker e nasce Darth Fener.Lo vediamo agonizzante anche in questa situazione,rantolante e sofferente come quando si scontrerà conil figlio, e non possiamo che avere pena per lui,sperare che in qualche modo sopravviva e recuperi lalucidità.Si salverà, questo è certo, e Padmè morirà nel dare allaluce i due bambini che lui non conoscerà, se non allafine della propria vita.Una fine ingiusta e orribile per un uomo che avevaconsacrato la sua vita all'ordine degli Jedi che lo harifiutato, che aveva dannato l'anima per l'amore chepoi gli è stato strappato via e che era nato percambiare le sorti della Galassia.

La nascita di Darth Fenerarticolo a cura di Nihal87

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Esiste differenza tra bene e male? Tra odio eamore? Dove inizia l'uno e dove finisce l’altro? Ilconfine che ne determina i territori è talmentesottile che sorpassarlo è facile. È questo che succedead Amon, Principe delle Tenebre, meglio noto comeDevilman.Devilman deve i suoi natali al grande Maestrodell’animazione giapponese Go Nagai, nel lontano1972. Esistono due versioni animate del mangaoriginale. La serie TV (che conta 39 episodi),conosciuta da tutti, e l’uscita successiva, fedele almanga, di 3 OAV (Original Anime Video):Devilman – La Genesi (1987), Devilman – L’ArpiaSilen (1987) e Amon – Apocalypse of Devilman(2000). Nel 2004 uscì anche un live-action realizzatocon la computer graphic.La serie TV si discosta dall’opera originale in modosostanziale, in quanto è, per così dire, la versionerosa/romantica del manga horror. La versione,infatti, vedeva Devilman come un demoniotipicamente medioevale (con tanto di zampecaprine) ma, negli Studios Europei la cosa nonpiacque e lo fecero cambiare nella versione che tuttinoi conosciamo. Go Nagai non approvò mai questatrasformazione ma soprattutto non l’approvarono ifan e la serie non ebbe mai un grande successo.Protagonista della versione televisiva è Devilman,demone a cui è stato affidato il compito di portare ilRegno delle Tenebre sulla Terra. Uccide un ragazzo(Akira Fudo) che si trovava con il padre in gita inmontagna e, prendendo possesso del suo corpo, neassume l’aspetto. Va a vivere dalla famigliaMakimura, amici del padre di Akira, dove siinnamora di Miki, figlia dei padroni di casa. Saràgrazie all’amore che prova per la ragazza seDevilman rinuncerà ai piani di distruzione dellarazza umana e, tradendo i demoni, combatteràcontro la propria stessa stirpe.La Versione OAV, fedele al manga, racconta di comecambia la vita di Akira Fudo quando il suo miglioramico, Ryo Asuka, gli svela (avendolo appreso dalpadre archeologo) che in passato la Terra erapopolata dai demoni e che, una volta che questi sifossero risvegliati dall’ibernazione nei ghiacciai, eradestinata a tornare tale. Durante un sabbah, i due

ragazzi, si fondono con due demoni: Akira conAmon/Devilman, un demone molto potente, e Ryocon Satana stesso. Akira riesce a dominare Amonsolo grazie all’amore che prova per Miki Makimura.Quando tra gli esseri umani si scatena il panico, dopol’annuncio di Ryo dell’imminente risveglio deidemoni, le cose precipitano e, come una “caccia allestreghe”, ognuno inizia a sospettare di tutto e tutti.Akira si allontana dai Makimura, nel tentativo diproteggere la ragazza, ma la follia dilaga e la ragazzacon la sua famiglia vengono uccisi con l’accusa diaver ospitato un demone (Miki verrà decapitata). Ryorivela ad Akira che lo aveva fatto unire con undemone con il solo scopo di non farlo morire insiemeagli esseri umani. Ryo/Satana ha ormai il pienocontrollo su tutto e tutti ed è a questo punto cheAkira/Devilman lo sfida. Devilman riesce asconfiggere i demoni, ma non a salvare il genereumano, e muore nell’impresa. Ryo rimane l’unicoessere vivente sulla Terra e piange per la morte diAkira. L’opera originale, finisce con centinaia diArcangeli che purificano la Terra da Satana e i suoidemoni.Personalmente, amo entrambe le versioni! Entramberealizzate magnificamente.

Devilman: l'uomo e il demonearticolo a cura di Demon Black

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Quella che credevate la vostra migliore amica vi faun torto terribile, screditandovi davanti a tutti? Lavostra rivale vi ha soffiato il posto e siete disperate?Vorreste vendicarvi di chi è riuscito a rovinarvi lavita? Niente paura! Col Jigoku Tsūshin è possibile! Vibasta collegarvi a mezzanotte in punto al sitointernet e digitare il nome della persona per cuiesigete vendetta, Ai Enma apparirà per stipulare uncontratto con voi, per accettare basta solo tirare ilfilo rosso della bambolina che vi verrà consegnata.Ma attenzione, se accetterete nel momento dellamorte la vostra anima andrà all’Inferno, esattamentecome quella della persona di cui avete digitato ilnome.Questa, in poche parole, è la trama di Hell Girl,Jigoku Shōjo in originale.A prima vista Ai Enma può sembrare crudele espietata accettando tutte le vendette che le vengonorichieste, ma in realtà chi è il vero cattivo della serie?Lei, che esegue le richieste, oppure coloro che lechiedono a gran voce?In tutti gli episodi dell’anime, composta da 3 serie di26 puntate ciascuna, i protagonisti “vendono” la loroanima pur di potersi vendicare di un torto subito; èvero, lo fanno perché danneggiate da persone crudelie meschine, ma vendicandosi non fanno altro chescendere al loro stesso livello di cattiveria.Proprio come è successo ad Ai Enma, morta contanto odio e rancore in corpo da sterminare ilvillaggio natio e tutte le persone che le volevanobene e per questo condannata dal Signore degliInferi.Attenzione a quello che chiedete perché potrebbeaccadere veramente, e le conseguenze potrebberoessere spiacevoli…

La morte è online con Hell Girlarticolo a cura di Yui00

Conte Dacula (CountDuckula) è una serieanimata realizzata inGran Bretagna, prodottada Cosgrove Hall eandata in onda dal 1988al 1993, con 65 episodi.Conte Dacula è ancheprotagonista di due seriea fumetti, inediti inItalia, pubblicati in

Inghilterra e in America.Siamo in Transilvania, in un maniero oscuro esinistro (ovviamente), dimora dei Dacula, unafamiglia di Conti il cui solo nome basta a terrorizzaregli abitanti dei villaggi nei dintorni. Un terrore benriposto dato che i Dacula sono una dinastia di...paperi vampiri!In realtà, i Conti Dacula è uno solo, morto eresuscitato più volte nel corso dei secoli grazie a uncomplicato rituale eseguito, in un preciso momentoastrale, dai suoi servitori: Igor, il fido maggiordomo,e da Tata, la governante del castello. Nell’ultimaresurrezione, per un errore di Tata, uno degliingredienti fondamentali, il sangue fresco, vienesostituito con succo di pomodoro! Dacula rinasce sì,ma come vampiro vegetariano e del tutto innocuo.Oltre ad essere inoffensivo Dacula è molto socievole,fosse per lui, stringerebbe amicizia con tutti gliabitanti del villaggio, desiderio irrealizzabile - ahimé -a causa degli ingiustificati pregiudizi nei suoiconfronti (le apparenze ingannano: due caninisporgenti non fanno un vampiro!). Anzi, c'èaddirittura chi gli dà la caccia con fucile a paletti difrassino, tale Von Crapotten, caccia-vampiri un po'(tanto) psicopatico.Un desiderio però il nostro simpatico Conte riesce arealizzarlo, quello di visitare Paesi lontani. Daculaviaggia con tanto di castello, grazie a un mezzo ditrasporto ad hoc, ovvero una bella bara a effettoteletrasportante!Una serie imperdibile per chi ha voglia di morire...dalle risate!“Buonanotte a tutti...qualunque cosa voi siate!”

Dracula... fatti da partearticolo a cura di Gio

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Being Human: essere (troppo)umaniarticolo a cura di Sean MacMalcomCosa accomuna Josh, Aidan e Sally?Cosa li differenzia tanto profondamente daqualunque altro essere umano al punto di negareloro la possibilità di vivere una vita tranquilla comenormali coinquilini in quel di Boston?La risposta è semplice e viene espressa anche neltitolo stesso della serie: nessuno dei tre,controvoglia, è umano. Tutti loro sono, al contrario,quanto di più lontano possibile potrebbe esseredefinito rispetto a un classico concetto di umanità,incarnando gli stereotipi base dei "mostri" propri diqualunque cultura e qualunque mito a ognilatitudine e longitudine del nostro pianeta. Josh è unlicantropo, Aidan è un vampiro e Sally è unfantasma.Su questa base, Being Human, nella sua versionetargata U.S., ha riproposto nel corso della scorsastagione televisiva l'idea di un'omonima serie già daalcuni anni in onda sugli schermi U.K., pur nonlimitandosi a un mero remake in salsa barbecuedell'originale ma cercando di introdurre deglielementi innovativi. Trascurando il paragone fra laproposta U.K. e quella U.S., e concentrandol'attenzione unicamente sul secondo prodotto, laserie televisiva con la quale ci si ritrova ad avere ache fare, sebbene apparentemente priva diparticolare originalità in un periodo già ampiamentedominato da vampiri e licantropi, tanto nellacinematografia, quanto nella letteratura, può esserericonosciuta abbastanza rapidamente qualmeritevole di attenzione. Un interesse, quellodestinabile verso Being Human, anche conseguenzadi un approccio comunque non troppo stereotipatoal genere e, soprattutto, ai personaggi.Nel considerare il desiderio proprio dei treprotagonisti, poter vivere le rispettive esistenzecome normali umani, sarebbe stato semplice per gliautori trasformare la loro condizione di "mostri" inqualcosa tutt'altro che negativo, facendoli apparirepiù simili a un gruppo di pseudo-supereroi in chiavefantasy-horror. Fortunatamente ciò non accade ealcun personaggio viene ritratto migliore di quanto,suo malgrado, non sia.Josh (Sam Huntington, già Marcus, unica presenzaaccettabile all'interno del recente film molto

liberamente ispirato a Dylan Dog), pertanto, è unpovero disgraziato che cerca di scendere a patti conl'orrenda maledizione nella quale è incappato,rifiutando l'idea di doversi trasformare in unassassino ma non potendo rinnegare quantosostanzialmente è. Aidan (Sam Witwer) è sìaffascinante e tenebroso qual il più consueto clichédel vampiro moderno richiede che sia, ma vive lapropria relazione con il sangue quale un rapporto diamore-odio proprio di un tossicodipendente, ovenon può vivere senza di esso ma non desidera piùcacciare e uccidere per procurarselo. Sally (MeaghanRath), apparentemente figura più solare fra tutti, siritrova presto costretta ad affrontare l'orrore dellapropria prematura morte, non negandosi, tuttavia,una crudele ricerca di vendetta nei confronti delproprio assassino.Solo 13 episodi, in attesa della seconda stagione, nelcorso dei quali pochi sono i nodi che vengono alpettine, ma molti sono i dettagli di un interessante esufficientemente complessa interpretazione dellarealtà, utili a coinvolgere lo spettatore e a soddisfarlonella propria esigenza di svago.

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Se foste una coppia di vampiri e aveste adottatouna bambina umana, dove vorreste andare a vivere?E se vostra moglie fosse una succuba, dove potrestetrovare un medico in grado di curarla per evitareche con il suo amore vi uccida? La risposta è a TheGates.Una tranquilla cittadina di provincia, dove gliabitanti sono benestanti e, apparentemente perproteggere se stessi, hanno eretto un muro alto 4metri che li separa dal resto del mondo. In realtà, ilmuro serve a tenere fuori tutti quelli che, vivendoall’esterno, umani e non, non hanno aderito al pattodi non belligeranza steso tra vampiri e licantropi.La serie TV ci accompagna nella conoscenza dellacittadina attraverso gli occhi di Nick Monohan(interpretato da Frank Grillo), ignaro nuovo capodella polizia locale che si lascia convincere atrasferirsi, attratto dalla sicurezza e dalla tranquillitàche quel posto può dare alla sua famiglia. Ma tuttogli appare subito molto strano, a cominciare dalfatto che sembra non ci siano crimini e non sisvolgano indagini.Ma l’istinto di poliziotto lo porterà a scoprire isegreti dei suoi vicini e a imparare a considerarliamici, benché solo gradualmente.Insieme a lui, anche noi iniziamo a provarecomprensione per questi vampiri che acquistanosangue umano per potersene nutrire senza uccidere,o per i licantropi che hanno un capo branco chevigila sul comportamento di tutti i membri affinchénessuno vada a caccia di esseri umani.È inevitabile stare dalla loro parte, guardare ilmondo con altri occhi, porsi domande su chi siadiverso e chi sia effettivamente pericoloso.Con il passare degli episodi, apprendiamo cosasignifichi vivere in un branco e come, essendo unadolescente, si riesca a imparare a convivere con lapropria natura, o come si possa accettare di averegenitori vampiri.Naturalmente tra tutti questi “cattivi” ci sono anchei buoni e i cattivissimi.Il personaggio più affascinante è sicuramente ilvampiro Dylan Radcliff (interpretato da LukeMably). Padre esemplare, marito devoto (anche se lamoglie deve proprio a lui la sua trasformazione in

vampiro), amico sincero ed equilibrato negoziatore,per tutta la serie perseguirà l’obiettivo di proteggerela sua famiglia, non proprio a tutti i costi, ma quasi..In Italia la prima serie è stata trasmessa da Skynell’inverno 2010 e non ce ne sarà una seconda,nonostante l’ultimo episodio apra nuovi scenari perl’evoluzione della storia.Il primo ad informare i fan dell’ipotesi di chiusuradella serie da parte della ABC è stato Frank Grillosu Twitter.Sicuramente non si tratta di un prodottodirompente né particolarmente innovativo (si pensi,ad esempio alla serie-culto The Prisoner del 1968,rifatta poi nel 2009), ma riesce comunque acatturare lo spettatore con questi stralci di diversavita quotidiana.

The Gates: i cancelli dellatolleranzaarticolo a cura di Oriana Mengoni

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Alice... dal paese dellemeraviglie ad Armsarticolo a cura di Yui00

L'evoluzione del genere umano. Ecco cosa spingel'organizzazione Egrigori ad approfittarsi di unapovera bambina di nove anni, Alice, e di una stranaforma di vita aliena rinominata Azazel. Questonome tra l’altro ha un’etimologia piuttosto incertaed appare sia nei testi sacri ebraici che in quelliapocrifi e significa, forse, “Dio è diventato forte”.Piuttosto azzeccato, quindi, considerando che unodegli impulsi dominanti del manga è quel volere adogni costo raggiungere la perfezione, derivante daun senso di incompletezza.L'essere umano prova sentimenti, ha una coscienza,la sua vita è guidata dalle emozioni, ma tutto ciò èeffimero se paragonato alla vita della Terra.L'immortalità è la peculiarità di Azazel, forma di vitametallica, completamente inorganica ma che, perragioni ignote, si comporta come un essere vivente,nanomacchine che, come se fossero cellule, siriproducono e assumono varie forme.Il cammino verso l'evoluzione passa attraverso unoscambio di informazioni tra Alice e Azazel,purtroppo però non tutto va per il verso giusto eAlice muore per mano della stessa Egrigori e delsuo creatore, Keith White. Azazel, preso dallarabbia, dalla disperazione, dall'odio e dal rancore, fascoppiare il laboratorio d'analisi dell'Egrigori, maprima assorbe il corpo dell'amata Alice, la sua unicaamica, il suo unico vero contatto. Non vuole piùlimitarsi a conoscere i sentimenti e le emozioniumane, vuole provarli attraverso di lei. Dalla fusioneescono quattro piccoli globi, i quattro Armsoriginali, organismi formati da migliaia di nanomacchine e minerali che hanno la capacità di unirsial corpo umano e prendere il posto di un artomancante. Ciascun Arm prende il nome dal unpersonaggio del libro di Carroll: il Ciciarampa, ilCavaliere Bianco, il Coniglio Bianco e la ReginaRossa.Questo è il punto di partenza della storia, a primavista può sembrare la solita vicenda vista più volte: ilgruppetto di protagonisti che deve sgominarel'organizzazione criminale di turno. Fin qua nientedi strano, ma è solo procedendo con la lettura checapiamo veramente chi sono i veri cattivi del manga

e cioè i sentimenti e le ambizioni umane.Fu l'arrogante presunzione di White a ricercare inAzazel una via per l'evoluzione del genere umano,fu la superbia a fargli pensare di poter essere ilfautore di una nuova razza umana migliorata; questisentimenti poi tramutati in pura ambizione dipotere provocarono la morte di Alice, la quale,inglobata in Azazel si scisse in due parti, WhiteAlice e Black Alice. L'uomo stesso è stata la causadel suo male.Neppure i protagonisti sono esenti da questeemozioni "negative", ce lo dimostrano infattiHayato Shingu e Al Bowen; il primo all'inizio dellavicenda è un ragazzo arrogante e presuntuoso checrede di poter competere con chiunque nonostantel'evidente inferiorità, il secondo invece è unbambino dall'elevatissimo quoziente intellettivo, sidefinisce più volte: "il più grande genio delmondo"; soltanto l'incontro e la conoscenza conRyo Takatsuki li porterà a cambiare atteggiamentonei confronti degli altri.Ogni personaggio, buono o cattivo che sia, ha ilproprio background, indispensabile per potercomprendere appieno le loro scelte di vita e la lorostrabiliante caratterizzazione. Non a caso uno deidue autori del manga, Ryoji Minagawa, ha vinto ilprestigioso Premio Shogakukan.Arms non va preso alla leggera, è un manga cheoffre diversi spunti di riflessione, sta alla sensibilitàdel lettore scoprire quali; e se vi sembrerà discorgere Alice nel Paese delle Meraviglie be'... nonavete tutti i torti, il libro di Carrol era il preferito diAlice.Arms, 22 numeri, Planet Manga 2001-2003Project Arms, 26 episodi, Yamato, 2001

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Il tuo nome è SimonWilliam Garth. Sei un riccoe spietato uomo d'affari e,in ciò, non sempre quelloche fai ricade entro i limitidella legalità o della comunemorale. Invero, non timancano forti valori in cuicredere, legami a cui essere

vincolato, una famiglia da amare: non si tratta dellatua ex-moglie, ovviamente, ma di tua figlia Donna.Già adolescente, ai tuoi occhi ella è ancora unabambina, la stessa che in te vedeva non solo unpadre, ma un eroe, schierato a sua difesa da ognipericolo. E se per proteggere tua figlia affronterestiqualunque minaccia, un rozzo giardiniere troppointeressato a osservarla mentre nuota nuda inpiscina appare ben poca cosa. Quanto però non sai,è che egli, in una New Orleans moderna e pur maidistaccatasi dal proprio storico retaggio, non è soloun povero idiota qual tu preferiresti considerarlo,ma un uomo estremamente pericoloso evendicativo, il quale decide di destinarti al ruolo disacrificio umano nel corso di un rito voodoo. Anulla vale ogni tentativo di fuga: alla fine resti uccisodal tuo avversario, il quale, non ancora soddisfattoper la tua morte, decide di farti tornare indietro,come suo schiavo, servo silenzioso eobbligatoriamente fedele con l'aiuto del qualearrivare a possedere anche tua figlia Donna... unozombie privo di coscienza o volontà al di fuori deivoleri del suo padrone. Ma tu, Simon Garth, che invita non ti sei piegato innanzi ad alcun avversario,potrai accettare in morte un simile destino?La risposta a questo interrogativo apre la breve, mainteressante, serie creata da Steve Gerber e PabloMarcos, con fantastiche copertine a opera di BorisVallejo (sì, lui!), pubblicata in U.S. fra il 1973 e il1974 su Tales ofthe Zombie. In Italia, la serie è stataintegralmente proposta nella storica collanaCorriere della Paura, dell'Editoriale Corno, mentrein tempi più recenti è stata parzialmenteripubblicata nel volume dedicato a Il Mostro diFrankenstein, altro personaggio Marvel, in edicolanella collana Dark Side of Comics.

Come la rosa nera cheaffonda le radici neisegreti, così il tempostringe le sue gelide ditaattorno al collo deipersonaggi di questomanga dalla cupa bellezzadella morte.Non è il solito manga suivampiri perché di “solito”questi vampiri non hannonulla! Si cibano sì di sangue umano, ma solo diquello che viene loro procurato dai famigli (insettiservitori che sembrano uscire dalle pagine per ilrealismo che la mano della Mizushiro riesce a darloro) i quali, tra l’altro, hanno la capacità di guarire(vampiri e non) e di trasmettere ai loro padroniqualsiasi informazione da essi acquisita. Non perniente vivono dentro di loro!L’esistenza dei personaggi è scandita, comerintocchi di un pendolo, dalla rosa nera che donaloro un’altra vita quando la morte li abbraccia, eferma il tempo per farli vivere… in eterno? No,l’eternità non esiste. Esiste solo il tempo concessoper trovare qualcuno atto alla riproduzione e allaprosecuzione della specie. La rosa nera governa iltempo o è il tempo che governa la rosa nera? Nonc’è una risposta. Non lo sa Dimitri, giovaneaffascinante cantante d’opera che, in seguito a unincidente mortale, si risveglia vampiro perchéscelto dalla rosa nera; non lo sa Azusa la cui vitas’intreccia inesorabilmente con quella di Dimitriquando, in cambio di quella del suo amore segreto,stringe con lui un patto secondo il quale ella dovràscegliere il vampiro con cui procreare; non lo saLeonard che muore perché la rosa gli cinge il collocompletamente… se c’è un cattivo in questomanga contro cui è impossibile battersi e cheaffascina per il suo potere è proprio la rosa nera, ilfiore del male da cui nasce la bellezza, sposa eternadella morte.Black Rose Alice di Setona Mizushiro è distribuitain Italia dalla Ronin (costola della Kappa Edizioni).

Simon Garth, lo Zombiearticolo a cura di SeanMacMalcom

I vampiri e la rosa neraarticolo a cura di Demon Black

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Vampiri: la Masqueradearticolo a cura di Francesco Bignardelli

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Quando ho varcato la soglia, tuttavia, si è subito mosso, miha teso la mano e ha stretto la mia con una forza che mi hafatto sussultare, un effetto rafforzato dal freddo gelido diquella mano – sembrava più la mano di un morto che quelladi un vivente.Dracula di Bram StokerNon a caso ho deciso di iniziare questa recensionecon una citazione dal Dracula di Stoker, un romanzoclassico gotico, che ha fatto la storia del genere, masoprattutto uno dei libri dai quali prende spuntoquesto gioco di ruolo: Vampiri, la Masquerade,creato dalla White Wolf inc. nel 1991. Fin da subitoil gioco raccolse molte critiche favorevolisoprattutto per via del regolamento, che sidifferenzia molto dai giochi conosciuti all’epoca(primo tra tutti Dungeon & Dragons) dato che ilsistema favorisce l’interpretazione del ruolo delpersonaggio portando i giocatori a una modalità digioco molto diversa da quella classica.Ma questa non è l’unica differenza sostanzialeesistente tra Vampiri e i gdr classici. Se la vostraambizione è diventare degli eroi… avete sbagliatogioco; giocare a Vampiri vuol dire entrare in unmondo di tenebre dove non ci sono buoni o cattivi,ma solo molte graduazioni di grigio. Si potrannoimpersonare solo vampiri nelle varie avventure enon intendo i vampiri stile Twilight o simili: ivampiri in questo gioco sono dei morti senz’anima,che vivono senza effettive emozioni e che passano laloro non-vita cercando di aumentare il potere e lagloria del proprio clan o di se stessi. I vampiri sonodei cainiti, cioè sono figli di Caino, dannatieternamente da Dio e benedetti da Lilith la primamoglie di Adamo che, dopo essere stata ripudiata,donò a Caino l’immortalità e i poteri che lo resero ilprimo vampiro esistente. Con il passare dei millennigli eredi di tale dannazione decisero di nascondere iloro poteri, e nel 1450 sette anziani capi di sette clandecisero di fondare una setta segreta chiamataCamarilla, basata sulle leggi della “Masquarade” cheobbligò da quel momento in poi i vampiri a viverenell’ombra senza più manifestarsi, seppurcontinuando a detenere il loro potere; una decisioneche è in vigore tuttora ai nostri giorni, periodo in cui

è ambientato il gioco. Infatti i giocatori dovrannoimpersonare un vampiro che vive nel nostro temponascondendosi al resto dell’umanità e cercando diaumentare intanto il suo potere e la sua autoritàall’interno di questo mondo oscuro. Vivere allora,vuol dire sopravvivere il più possibile bevendo ilsangue dei mortali e passando per persone normalicon vite normali... cosa complicata se si può viveresolamente di notte.Il mondo di Vampire si potrebbe definire “Punkgotico”. Gotico, per via del paesaggio: edificidecorati con colonne classiche e gargoyle, palazzimetropolitani che si innalzano verso il cielo, chiesestracolme di persone impaurite e istituzioni fredde enoiose; un mondo diviso nettamente tra chi ha e chinon ha. Unito a ciò c’è l’aspetto punk, un modo divivere usato proprio per ribellarsi a questo scenariodi chiusura e oscurità che porta all’estremo ognicosa cercando sempre di fuggire dalla realtà.Altra scelta importante in questo gioco è decidere aquale clan appartenere, questo perché i vampirihanno delle diverse peculiarità, sia per quantoconcerne le abilità sia per l’interpretazione in gioco,che variano tra i diversi clan: si può decidere diportare avanti il gioco interpretando un vampiro“da strada” e decidendo quindi di imporre il propriopotere con la forza bruta (clan dei Brujah), oppurescegliendo di muoversi nell’ombra vivendo neibassifondi delle città di tutto il mondo… o nellefogne delle metropolitane (Clan dei Nosferatu); sipuò decidere di vivere nell’élite e passare per deigran signori amati e apprezzati (Clan dei Ventrue)oppure si può pensare che l’essere vampiri non bastie si voglia unire al sangue cainita anche lastregoneria, rischiando di essere disprezzati daipropri stessi fratelli (Clan dei Tremere).

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I nomi sono presagi: Burzumarticolo a cura di Yui00

Di solito non è difficileparlare di una determinataband, anche nel caso di unaone-man band, senzaintaccare la vita privata deisuoi membri; purtroppoBurzum, o Varg Vikersen,è un caso a parte.Bambini, abbandonate

questa pagina.Burzum nasce effettivamente nel 1991 dalle ceneridegli Uruk-Hai, in Norvegia, dove la scena Black-Metal stava prendendo largamente piede. I primialbum mostrano una chiara influenza da parte de IlSignore degli Anelli, e anche se Varg ha sempredichiarato di essersi ispirato alla mitologiascandinava e norrena, a cui Tolkien è debitore, unacanzone si intitola proprio "Un Anello perDominarli".Col passare del tempo la passione per il paganesimoe la mitologia norrena è sempre più presente edinfluente nella scelta delle lyrics e delle atmosfere,ma per poter spiegare bene questo passaggiodobbiamo abbandonare Burzum e concentrarci suVarg.Il "caro" Vikersen all’inizio degli anni novanta si eramesso in contatto con Euronymous, leader deiMayhem, con cui aveva iniziato una corrispondenza,spinto anche dal fatto che Euronymous aveva unapropria etichetta indipendente a cui Varg potéspedire i suoi lavori.Euronymous ne rimase entusiasta, gli fece stipulareun contratto e gli pubblicò il primo album, Burzum(nome che nel Linguaggio Nero di Mordor significa“oscurità”). Fu un successo. Dopo soli tre mesi Vargaveva materiale a disposizione per un nuovo album,ma il leader dei Mayhem, infastidito da questosuccesso temporeggiò e gli propose di suonare ilbasso nella sua band. Nel frattempo Varg alloggiavaall'Helvete, il negozio di dischi di Euronymous, doveebbe inizio il fenomeno dell'Inner Circle (una sortadi mafia anti-cristiana che si rese colpevole diincendi a chiese e altri crimini ben peggiori).A lungo andare le cose fra i due iniziarono adegenerare, voci dicevano che Euronymous volesse

uccidere Varg e, naturalmente, questi non si fecetrovare impreparato, tutt'altro. Una sera si presentòa casa dell'ex collaboratore per parlare, e da questopunto i fatti si fanno confusi, fatto sta che Vargaccoltellò a morte Euronymous. Dopidiché venneprocessato e condannato a 21 anni di carcere.Qui la svolta musicale forzata di Burzum. Poiché incarcere gli era proibito usare chitarre, bassi obatterie, optò per una musica dark-ambient suonatacol solo sintetizzatore; il risultato furono due dischidalla forte impronta mitologica, uno incentrato sullamorte di Baldr (divinità figlia di Odino), l'altro sullamorte di Odino stesso. Uscito dal carcere perseinteresse per quella che era stata pensata come unatrilogia iniziata proprio con Dauði Baldrs eHliðskjálf, dichiarò di essersi annoiato e di volersioccupare dello studio della mitologia, della politica edella storia.Dopo essere stato scarcerato, nel 2010 fa uscire ilsuo nuovo album Belus, dove si ritrova lo stile blackdei primi album, con influenti tonalità lente edepressive. Di quest’anno è invece Fallen, semprecon lo stile che lo contraddistingueva nei primianni.Non male per uno che ha affermato che la musicametal deriva dalla musica negroide...Spero che abbiate capito come la vita privata diVarg abbia influenzato le scelte stilistiche diBurzum; se vi piace lo scream e le lyrics da taglio divena allora vi consiglio Fallen, i due dark ambientsaltateli a piè pari. Posso essere sincera? Sono cosìnoiosi...

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Nella fortezzaracconto breve di Roberto Re

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Un’altra sfera di fuoco scaturì dalle mani del magoe andò a colpire il prigioniero addossato all’umidaparete di pietra e trattenuto per i polsi ad anelli diferro fissati nel muro. Le catene si teserosferragliando mentre l’uomo con un ennesimo urlodi dolore si afflosciò piegando le gambe chefacevano sempre più fatica a sostenerlo.

«Ti conviene parlare in fretta» lo minacciò il suoaguzzino con una nota inflessibile nel tono dellavoce, che pur non accennava a mostrare segni distanchezza nonostante fossero lì da ormai molteore. Osservò il prigioniero inginocchiato a poco piùdi un metro di distanza, le braccia tese sostenutedagli anelli e il volto sofferente reclinato sul petto edevastato dall’agonia di quei momenti. «Io non hoproblemi ad andare avanti, ma non credo che lostesso possa dirsi di te.»

Il prigioniero tossì e boccheggiò prima di cercaredi tornare a regolarizzare il respiro. Ogni attacco lolasciava sempre più stremato, e sempre più lungo erail tempo che impiegava a recuperare il fiato e arimettersi in piedi, eppure la sua volontà di nonparlare sembrava rimasta immutata.

Era stato catturato la sera precedente, quando ilmago e la sua truppa avevano circondato e, nel girodi pochi minuti durante i quali la battaglia era statafuriosa, reso inoffensivo il suo reparto diretroguardia. I ribelli infatti erano riusciti a liberaredei prigionieri e li stavano scortando fuori dal regno.L’uomo e i suoi compagni erano rimasti indietro acoprire loro le spalle, non immaginando che sarebbestato il mago stesso a guidare l’inseguimento e chequindi non avrebbero avuto possibilità di scampo.Avrebbe potuto ordinare di sterminarli lì, in quelpreciso momento, e invece aveva pensato che fossemeglio e più divertente farli catturare e poitorturarli. Sapeva in partenza che sarebbe statodifficile cavar loro delle informazioni, ma avevacomunque deciso di provarci.

Una volta condotti all’interno della rozza fortezzascavata nella pietra, il mago aveva torturato a lungoaltri prigionieri prima di lui, utilizzando i metodi piùcrudeli e dolorosi di cui fosse a conoscenza, e neaveva anche inventato qualcuno nuovo per

l’occasione… ma nessuno di loro aveva volutorivelare dove fosse la loro base segreta e tutti, unodopo l’altro, avevano pagato con sofferenza e mortequella loro fedeltà assoluta alla causa dellaribellione. E anche il prigioniero che lo fronteggiavaormai da ore sembrava non voler cedere. Eppuredoveva assolutamente trovare un modo diinfrangere la sua resistenza: il gioco stavacominciando ad annoiarlo e altre questionirichiedevano la sua attenzione.

Si avvicinò all’uomo di un passo e prendendoloper i capelli lo costrinse con un brusco strattone areclinare indietro la testa sollevando il viso. Fissò isuoi tratti sofferenti, la fronte contratta dal dolore,la pelle bruciacchiata dal fuoco che gli avevascagliato contro cercando di farlo parlare.

«Non farmelo ripetere ancora, dov’è situata labase?» gli sibilò all’orecchio.

Il prigioniero gli rivolse uno sguardo appannato,ma quando i loro occhi si fissarono gli uni negli altriil mago scorse nella profondità delle iridi nere tuttol’odio che l’uomo provava per lui e per la sua gentein generale. Probabilmente sospettava che se avessecontinuato a tacere lo avrebbe atteso la stessa sorteche era toccata ai suoi compagni, ma anche per lui,come per tutti gli altri stolti che lo avevanopreceduto, la lealtà veniva prima di qualsiasi altracosa. E anche questa volta si limitò a fissarlo senzarispondere.

«Tanto peggio per te» sogghignò il mago lasciandola presa e osservando la testa che si reclinava dinuovo sul petto. Senza aggiungere altro avvicinò lemani e, mormorando le parole della formula, fecescaturire da esse una fiamma azzurra che scagliòcontro il prigioniero. L’uomo urlò e si contorse persecondi interminabili mentre la fiamma parevadivorare le sue carni, e le urla straziantiriecheggiarono nell’ambiente buio e freddo intornoa loro disperdendosi con un’eco.

Il mago sogghignò soddisfatto nel vedere la suaagonia: sapeva che non avrebbe comunque parlato,ma il piacere che provava nell’infliggere questesofferenze lo ripagava comunque del non riuscire aestorcergli le informazioni che voleva. Lo lasciònuovamente qualche istante a riprendersi da quelnuovo attacco mentre nella stanza umida il puzzo dicarne bruciata iniziava a diventare persistente.

Avvicinandosi ancora di un passo il mago avvicinòle labbra all’orecchio del malcapitato.

«Hai un’ultima possibilità» gli disse con un finto

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tono clemente, «dopodiché, il prossimo attacco che tisferrerò sarà l’ultimo. A te la scelta.»

«Puoi andare avanti quanto vuoi» gli rispose ilprigioniero con voce flebile. «E potrai fare lo stessocon gli altri miei compagni. Nessuno di noi ti diràuna sola parola di quello che sappiamo, per noi lalealtà è il primo dei comandamenti.»

«Davvero commovente.» Il mago arretrò di unpasso e lo guardò, come un predatore che fissi la suavittima prima dell’attacco finale. «A dire il vero nonsperavo di riuscire a cavarvi qualcosa, ma vedervisoffrire mi dà più soddisfazione di quanto potessiimmaginare.»

Il fuoco che scaturì ad uno suo cenno questa voltasembrò durare un’eternità. Così come le urla semprepiù flebili che provenivano dal prigioniero. Fino aquando smise di contorcersi e cadde in manierascomposta sul pavimento, in un ultimo sferragliaredelle catene che lo trattenevano al muro.

Il mago uscì nel corridoio chiamando con un cennole guardie che aspettavano un suo ordine.

«Portate via questo e conducetene qui un altro»disse con una voce che non tradiva emozioni. «Infondo posso trovare ancora un po’ di tempo perprolungare il piacere.»

E il sorriso di piacere che gli curvò le labbraaccentuò ancora di più l’espressione crudele del suoviso.

FINE

Roberto Re è nato nel 1976 a Lanzo Torinesedove attualmente vive e lavora.Il suo primo romanzo, Il libro dei Misteri, haavuto la bellezza di 6 ristampe grazie anche allacollaborazione con varie associazioni animalistichee canili e gattili che lo utilizzavano per la raccoltadi fondi.Il suo secondo libro La valle dei dimenticati saràpubblicato entro fine anno da Sangel Edizioni.

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I compleanni degli autoria cura di Sean MacMalcom

OTTOBRE4 ottobreAnne Rice (4 October 1941)5 ottobreClive Barker (5 October 1952)7 ottobreSteven Erikson (7 October 1959)11 ottobreLauga Gallego García (11 ottobre 1977)12 ottobreThomas Burnett Swann (12 October 1928)Rafael Ábalos (12 October 1956)16 ottobrePaul Edwin Zimmer (16 ottobre 1943)17 ottobreAlan Garner (17 October 1934)Robert Jordan (17 ottobre 1948)18 ottobreKatherine Kurtz (18 October 1944)19 ottobreL. E. Modesitt, Jr. (19 October 1943)Philip Pullman (19 ottobre 1946)20 ottobreLynn Flewelling (20 October 1958)21 ottobreUrsula Kroeber Le Guin (21 ottobre 1929)22 ottobreJohn Charles Wright (22 ottobre 1961)23 ottobreTrudi Canavan (23 October 1969)24 ottobreDavid Mark Weber (24 October 1952)26 ottobreJennifer Mitchell Roberson (26 October 1953)Jim Butcher (26 October 1971)27 ottobreJonathan Anthony Stroud (27 October 1970)28 ottobreAnne Perry (28 October 1938)NOVEMBRE1° novembreNaomi Mitchison (1° novembre 1897)Gordon R. Dickson (1° novembre 1923)Susanna Mary Clarke (1 November 1959)

Carissima Yui,Sono il rappresentante della C.A.T.T.I.V.I. (Crudele

Associazione di Temibili, Terrorizzanti e Ignobili VillainsInteruniversale) e le scrivo a causa di una questione che prememolto i miei rappresentati.

In parole molto spicciole non ne possiamo più di tuttiquesti eroi raccomandati! Siamo arrivati al limite, noi ciimpegniamo con tutte le nostre forze a razziare regni, portareterrore e distruzione, sterminare razze intere e poi? Arriva ilsolito baldo giovinetto, magari figlio di qualche divinità un po'più famosa e puf! Tutto il nostro operato svanisce.

Insomma, in parte possiamo anche accettarlo, ma nonsempre, che diamine...Equità!Giustizia!Mortee distruzione!

La ringrazio peraverci dato parola.

Sauron

Ha fatto bene Signor Sauron a protestare per unagiusta causa, è triste vedere come sempre di più ilbene prende il posto del male, dov'è finitol'equilibrio cosmico mi domando io...

Posso assicurarle tutto il mio appoggio! E, oh, laringrazio molto per il suo regalino, il dragocorazzato mi è stato molto utile per sbruciacchiare lacolonia di fate e folletti che mi disturbavano mentredormivo^^

Yui

L'angolo della postaa cura di Yui00

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2 novembreLois McMaster Bujold (2 novembre 1949)4 novembreEden Phillpotts (4 November 1862)5 novembreHarold Warner Munn (5 novembre 1903)6 novembreCatherine Asaro (6 novembre 1955)7 novembreRaphael Aloysius Lafferty (7 novembre 1914)Guy Gavriel Kay (7 November 1954)10 novembreNeil Richard Gaiman (10 novembre 1960)Holly Black (10 November 1971)14 novembreAstrid Anna Emilia Lindgren (14 November 1907)15 novembreWilliam Hope Hodgson (15 November 1877)16 novembreEdith Ogden Harrison (16 November 1862)Robin McKinley (16 November 1952)17 novembreGuy Smith (17 November 1957)Christopher Paolini (17 November 1983)18 novembreAlan Dean Foster (18 novembre 1946)Michael Swanwick (18 novembre 1950)21 novembreIsaac Bashevis Singer (21 November 1902)Nick Perumov (21 November 1963)22 novembreSuresh Guptara (22 November 1988)Jyoti Guptara (22 November 1988)23 novembreNelson Slade Bond (23 novembre 1908)Steven Karl Zoltán Brust (23 November 1955)24 novembreEric Rücker Eddison (24 November 1882)Evangeline Walton (24 November 1907)25 novembrePoul William Anderson (25 novembre 1926)Charlaine Harris (25 November 1951)Licia Troisi (25 November 1980)26 novembreTracy Raye Hickman (26 novembre 1955)27 novembreLyon Sprague de Camp (27 novembre 1907)Michael A. Stackpole (27 November 1957)29 novembreClive Staples Lewis (29 novembre 1898)

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