notiziario della comunità parrocchiale di chiari - n. 8 - ottobre … · notiziario della...

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Notiziario della Comunità Parrocchiale di Chiari - N. 8 - Ottobre 2003 - Spedizione in a. p. Art. 2 Comma 20/c - Legge 662/96 - F. Bs.

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L ’Angelo - Ottobre 2003

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L’AngeloNotiziario della Comunità parrocchiale

di Chiari (Bs)N. 8 - Ottobre 2003 - Anno XIII nuova serie

http://www.parrocchiadichiari.orge-mail: [email protected]

Registrazione N. 45/91 del 6 settembre 1991Tribunale di Brescia

Edito dalla Parrocchiadei Santi Faustino e Giovita

in Chiarivia Morcelli 7 - Chiari (Brescia)

Direttore responsabileClaudio BaroniRedazioneLuciano Cinquini, don Andrea Ferrari,Enrica GobbiHanno collaborato a questo numeroMons. Rosario Verzeletti, Bruno Mazzotti, Luisa Li-bretti, Maria Marini, Vittorio Iezzi, Roberto Bedo-gna, Emanuele Baroni, Caterina Chioda, FulvioCocciolo, Ida Ambrosiani, Giuseppe Delfrate, donFelice Rizzini, Primo Gandossi, Rosanna AgostiniFotografie di copertina e retrocopertinaDal libro-calendario delle Parrocchie di ConcesioMontaggio di retrocopertinaGiuseppe SisinniTipografiaTipolitografia Clarense - di Lussignoli S. & G.

Dedichiamo copertina e retropertina al gran-de papa bresciano Paolo VI, nel 40° anniver-sario dell’elezione al Soglio pontificio e nel

25° anniversario della morte (è proprio un “vangelo”la fotografia della nuda bara deposta sul sagrato diSan Pietro).La nostra Diocesi ha ricordato con varie manifesta-zioni queste ricorrenze e si appresta a ricordare Pao-lo VI anche a Chiari, dove, per sua testimonianza, è“sbocciata” la sua vocazione al tempo dei Benedetti-ni a San Bernardino.Oltre al programma riportato a pagina 4, un articoloa pagina 19 ricorda questa peculiarità clarense.All'interno de “L’Angelo” una nuova rubrica di cate-chesi sui “peccati” che volentieri dimentichiamo:speriamo venga letta e apprezzata.

Ai collaboratori� Il materiale per il numero di novembre si consegna entro

lunedì 21 ottobre 2003.� L’incontro di redazione per progettare il numero

di dicembre 2003 è fissato per lunedì 3 novembre 2003,presso la Canonica in via Morcelli, 7.

SommarioLa parola del parrocoI genitori nella pastorale 3Celebrazioni in memoria di Paolo VI 4Catechesi degli adultiIl risveglio della fede 5Cose sbalorditiveIl matrimonio... una fregatura 6Perle e perline 7Lente d'ingrandimentoSaremo antipatici,ma parleremo di peccati 8Ottobre, mese missionarioMons. Mazzolari a Chiari 9Una casa per tutti i popoli 10Apostolato della preghiera 11Todo se puede... in Argentina 12Amani... m-upendo 13Sacerdoti del ’900 14Foto ricordo 15ConvegnoLa pianta della libertà 16Acli - Riforma delle pensioni 17San BernardinoNuovo “curato” 18Moica 18Una lapide per Paolo VI 19Parti con noi 20Scuola formato famiglia 21Memorial Cropelli 22Dall’Iraq 23Mondo Femminile - Fammi la carità 23Consulta per la pacePer metterci in movimento 24Centro GiovanileArrivederci Agata 25Mostra intagliatori 25Testimoni del tempoLe Figlie di Sant’Angela 26Clarensità 28SportSe il buon giorno si vede dal mattino 29Calendario liturgico 30Offerte 30In memoria di Barbara Ambrosioni 31

Il prossimo numero de“L’Angelo” sarà disponibile

sabato 8 novembre 2003.

Carissimi Clarensi,in questo mese di ottobre in-

tendo parlarvi di un argomen-to importante, trovandoci all’aperturadi un nuovo anno di catechesi e di for-mazione cristiana insieme ai nostri ra-gazzi, presso la comunità parrocchialee il Centro Giovanile.La pastorale che la parrocchia intendepromuovere porta all’incontro, è l’a-zione ecclesiale volta all’incontro sal-vifico di ogni uomo con Cristo. È l’a-zione di tutta la Chiesa, genitori cri-stiani inclusi, i quali in essa sono chia-mati ad essere soggetti attivi e primari.Soggetti attivi e primari in tutta la pa-storale e in specifico nella pastoraledei ragazzi. Infatti questa non è pensa-bile senza l’apporto insostituibile deigenitori. Il Concilio Vaticano II neldocumento riguardante l’educazioneafferma che “educare i figli è per i ge-nitori un diritto e dovere essenziale,originale e primario, insostituibile einalienabile” (Gravissimum educatio-nis, n. 3).In un altro documento della Chiesa(Familiaris consortio, n. 36) si legge:“Nella famiglia l’amore dei genitori dasorgente diventa anima e pertantonorma, che ispira e guida tutta l’azioneeducativa concreta, arricchendola diquei valori di dolcezza, costanza, bon-tà, servizio, disinteresse, spirito di sa-crificio, che sono il più prezioso fruttodell’amore”.Educare significa allora comunicarealcuni valori fondamentali, quali unagiusta libertà di fronte ai beni materia-li, il rispetto dell’altro, il senso dellagiustizia, l’accoglienza cordiale, il dia-logo, la fiducia reciproca, la fede inDio, il servizio generoso, la solidarietà,che possono concorrere a far crescereuomini veri, giusti, generosi, forti ebuoni, che costituiscono il tesoro piùprezioso di ogni società.Così i genitori sono chiamati ad esserei primi maestri della fede, con la paro-la e la testimonianza, in modo da farpercepire il senso di Dio, venerarlo ead amare il prossimo secondo la fedeche hanno ricevuto nel Battesimo.La comunità cristiana perciò promuo-ve per i genitori occasioni di incontro e

di riflessione per accompagnare i figlinella loro crescita umana e cristiana,quando si orientano a ricevere i Sacra-menti e nel cammino di iniziazionecristiana. È importante capire la ne-cessità di una vita cristiana che vienecontinuamente vissuta, senza fermarsidopo aver ricevuto un Sacramento. ISacramenti infatti sono per la vita cri-stiana e non dei punti che una voltaraggiunti, segnano il termine della pra-tica cristiana. Ora l’orientamento dellaChiesa è di formare cristiani maturinella fede in Dio e nell’amore alprossimo, utilizzando l’ascolto dellaParola di Dio, la preghiera e iSacramenti, l’impegno caritativo.La Parrocchia perciò si esprime me-diante proposte e iniziative pastoraliche coinvolgono le famiglie e si propo-ne di riservare attenzione alle loro esi-genze e ai loro dinamismi e, in partico-lare, attraverso varie forme di collabo-razione con i genitori quali primi edu-catori dei loro figli anche per la vitaspirituale e morale. Ciò significa la re-alizzazione di una appropriata pasto-rale dei ragazzi e dei giovani, l’accom-pagnamento in un cammino preciso dicatechesi e di iniziazione cristiana, lacreazione e la valorizzazione di gruppi(sportivo, culturale, ricreativo, liturgi-co, musicale, di laboratorio particola-re) e di associazioni (ACR, AGESCI).L'apporto dei genitori alla pastoraledei ragazzi è quindi essenziale e perquesto va sostenuto, aiutato a cresce-re, a rendersi sempre più consapevolee attraente.Una cosa è certa, oggi non si dà educa-zione cristiana dei ragazzi, non si rie-sce a realizzare una pastorale efficaceper loro, se non si attua la collabora-zione tra animatori, educatori e cate-chisti con i genitori. Il coinvolgimentodei genitori edifica la responsabilitàeducativa e la formazione cristiana. Mipiace sottolineare l’esigenza di uncammino comunitario e familiare nel-la pastorale dei ragazzi, soprattuttonell’ambito del Centro Giovanile ooratorio, che evidenzio in un tripliceimpegno:informareSi intende aiutare le famiglie a cono-

scere l’esperienza parrocchiale e unaadeguata presentazione dell’esperien-za del catechismo, cioè della iniziazio-ne cristiana, che intende aggiornarsi aitempi nostri con metodi e mezzi op-portuni e significativi. I genitori sonochiamati agli incontri di formazioneloro propria e per seguire costante-mente il cammino dei ragazzi o fan-ciulli, per riuscire ad essere per loronon solo maestri di fede, ma anche te-stimoni coerenti di vita cristiana;coinvolgereI genitori hanno il dovere non solo diconoscere, ma anche di seguire, colla-borare e intervenire nelle esperienzeeducative del figlio nella scuola e nellacomunità cristiana cui fa parte.Espressa in obiettivi concreti, la metapiù ampia del coinvolgimento delle fa-miglie alla vita parrocchiale e oratoria-na porta a studiare insieme, program-mare insieme, realizzare insieme an-che il cammino di educazione cristianaper mezzo della nuova iniziazione per iragazzi e i fanciulli. Questo può esserecertamente raggiungibile per mezzodegli incontri proposti per i genitorilungo l’anno pastorale.responsabilizzareQuesta finalità, da una parte, è legataalla convinzione che un’esperienzaquale il catechismo parrocchiale nonpuò reggersi senza l’appoggio e la pre-murosa attenzione delle famiglie; dal-l’altra, è in linea con quella finalità più

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I genitorinella pastorale dei ragazzi

LA PAROLA DEL PARROCO

Mistero pasquale.Immagine di Roberto Minali

Termine di ogni cammino di iniziazioneè comprendere e vivere il mistero di Cristo,

obbediente al Padre.

ampia del catechismo parrocchiale chetende a coinvolgere intorno al mondodei ragazzi un numero sempre più am-pio di persone e a far crescere la Chie-sa non solo tra i ragazzi, ma in tutta lacomunità, ove, naturalmente, il primoposto è riservato alle famiglie dei ra-gazzi. La famiglia è perciò chiamataalla sua piena responsabilità di prima eprincipale educatrice dei figli, supe-rando ogni assenteismo o facile dele-ga. In questa direzione si può portarela famiglia ad acquisire una mentalitàeducativa cristiana, a crescere comeChiesa domestica ed essere segno eservizio anche per la comunità stessanel vivere la Parola di Dio, la preghierae la liturgia, i Sacramenti e la graziadivina, la carità e solidarietà nellagiustizia e verità.

Il servizio educativo della iniziazionecristiana oggi è impegnativo e richiedetanta pazienza, coraggio e buona vo-lontà da parte di tutti nella famiglia enella comunità. Accanto poi a questeconvinzioni c’è anche la certezza chetutto questo lavoro educativo è possi-bile se viviamo in prima persona lafede in Dio e la dedizione amorevoleverso le nuove generazioni.

Carissimi genitori vi invito a investireancora e di più per i giovani: il CentroGiovanile o l’oratorio è la strada op-portuna. Vi invito inoltre a compren-dere, appoggiare e accompagnare lanuova impostazione del catechismoche si rinnova nella nuova iniziazionecristiana dei fanciulli e dei ragazzi enella catechesi degli adulti. Puntiamotutti con uno sforzo di coraggio e di re-sponsabilità per un futuro migliore peri figli, seguendo il cammino della vitacristiana. Non stancatevi, genitori, disentirvi invitati a venire, a partecipare,a condividere, perché tutti ci troviamodi fronte al bene morale e spiritualedei figli.È un impegno arduo, ma tanto di sod-disfazione nell’aderire alle esigenzedell’amore che i figli desiderano.Gradite l’augurio di un buon anno pa-storale.

don Rosario

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Parrocchia di Chiari Comune di ChiariIstituto Salesiano San Bernardino Fondazione Biblioteca Morcelli

Pinacoteca Repossi

Paolo VI a ChiariL’origine di una chiamata“Io ero in estasi! È là, senza dubbio, che Dio ha fatto nascere

nel mio spirito i primi desideri di una vitaconsacrata al Suo servizio.” (Paolo VI)

ConvegnoSabato 25 ottobre 2003

❑ Ore 15.00 Istituto Salesiano San BernardinoIntervengonoProf. Bartolomeo Facchetti, sindaco di ChiariMons. Fortunato SpertiniPadre Giovanni Spinelli, benedettinoCoordina don Franco Fontana, salesiano,direttore dell’Istituto San Bernardino

❑ Ore 18.00 Duomo di ChiariCelebrazione eucaristicapresieduta da padre Faustino Avagliano,priore dell’Abbazia di Montecassino

❑ Ore 19.30 Fondazione Biblioteca Morcelli - Pinacoteca RepossiInaugurazione mostra documentariasulla realtà religiosa che ha favorito la vocazione di Paolo VI

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Davide.it

Domenica 28 settembre abbia-mo celebrato l’apertura del-l’anno catechistico per i

bambini, i ragazzi, gli adolescenti e igiovani. Il mandato educativo è statoaffidato ai catechisti, agli animatori ededucatori, alle famiglie che l’hannoaccolto volentieri, ponendo la propriadisponibilità ad accompagnare con ge-nerosità tutti nella catechesi per l’an-no pastorale 2003 - 2004.

Domenica 12 ottobre si celebra la gior-nata della catechesi degli adulti.In questo tempo si riprende con slan-cio il cammino pastorale ordinario del-la formazione cristiana, mirando al ri-sveglio di una fede serena e matura e alcompletamento della iniziazione cri-stiana dei giovani e degli adulti. A que-sto proposito possiamo evidenziare al-cuni punti saldi del progetto pastoraledella nostra parrocchia per il prossimoanno.

1. Siamo chiamatia una nuova evangelizzazione.La Chiesa è chiamata ad accompagna-re, con sapienza evangelica e con at-teggiamenti di attento ascolto e di sin-cera condivisione, il cammino di tutticoloro che desiderano maturare unascelta consapevole di fede. L’odiernomutamento culturale esige una nuovariflessione sull’annuncio del Vangelo.La Chiesa affronta il compito di comu-nicare il Vangelo al mondo contempo-raneo con la chiara consapevolezzache Cristo è la Verità, la definitiva epiena rivelazione di Dio. La nuovaevangelizzazione porta a un continuo erinnovato ascolto della Parola di Dio ealla contemplazione costante del suovolto e guida in noi, con l’aiuto delloSpirito Santo, l’opera stessa di Cristo,che è venuto nel mondo a renderetestimonianza alla verità, a salvare enon a condannare, a servire e non aessere servito.2. Il cammino della iniziazione cristia-na si immette nella vita di ogni cre-dente.L’annuncio è il primo atto compiutoesplicitamente dalla Chiesa per rende-re possibile la fede. Esso comporta poi

uno sviluppo particolare nel camminodi iniziazione cristiana. L’annuncio ge-nera la fede cristiana, anche se non èsufficiente a portarla a maturazione:coloro che sono giunti alla fede hannobisogno di condurre a maturità la loroconversione e la loro stessa fede. I mo-menti significativi della formazionecristiana degli adulti sono: avere ungrande interesse per il Vangelo, viverela conversione personale continua,esprimere e testimoniare la professio-ne di fede in famiglia, nella scuola, sullavoro e nella vita comunitaria.3. La iniziazione cristiana si vive inparrocchia.Nella Chiesa il luogo ordinario e privi-legiato di evangelizzazione della co-munità cristiana è la parrocchia, comesuggeriscono i Vescovi nei documentiIniziazione cristiana e Comunicare ilVangelo in un modo che cambia. Nellaparrocchia coloro che sono in ricercapossono vivere un’esperienza di frater-nità evangelica, di vita comunitaria, didialogo aperto sulle ragioni della fede,accolgono la fede cristiana e celebranoi sacramenti.“La parrocchia è chiamata a una tra-sformazione qualitativa che la rendasempre più luogo di accoglienza, didialogo, di discernimento e di inizia-zione al mistero di Cristo attraversol’annuncio, la catechesi, la testimo-nianza, la celebrazione dei Sacramen-ti, il servizio della carità e l’eserciziodei ministeri”.

Gli itinerari formativiche la Parrocchia propone

durante il nuovo anno pastoralea tutti gli adulti sono i seguenti:

Itinerario liturgico. Avviene in modosistematico dentro l’anno liturgico conl’omelia feriale, festiva, domenicale; laScuola della Parola di Dio vieneproposta presso la casa canonica in viaMorcelli 7; i vari incontri di preghierae di riflessione della comunità degliadulti in parrocchia, dei giovani pressoil Centro Giovanile 2000.Itinerario sacramentale. È una propo-sta fatta ai genitori che vivono la inizia-zione cristiana dei loro figli e li accom-

pagnano ai Sacramenti del Battesimo,della Riconciliazione, dell’Eucaristia edella Cresima; ai fidanzati in occasio-ne del loro matrimonio, con corsi for-mativi; alle coppie di sposi nella loroformazione cristiana.Itinerario ordinario di catechesi siste-matica.Orienta ad approfondire il messaggiodel vangelo che viene proposto nelladottrina cristiana della domenica po-meriggio in Duomo e presso i Centri diascolto nelle case, nelle varie chiesedella Parrocchia e nelle zone pastoralidella comunità; presso il Centro Gio-vanile 2000 gli incontri mensili di for-mazione per i genitori, il sabato e ladomenica pomeriggio, in concomitan-za del percorso di iniziazione cristianadei loro figli; questi incontri sono gui-dati dai Sacerdoti.Itinerario associativo. Riguarda icammini e le esperienze proposti dallevarie aggregazioni ecclesiali, associa-zioni, movimenti e gruppi, comel’Azione Cattolica, l’Agesci, i Focolari-ni, Le Madri Cristiane, l’Unitalsi, i mi-nistri straordinari dell’Eucaristia, iConfratelli e le Consorelle del Santis-simo Sacramento, alcuni gruppi diadorazione eucaristica, gruppi di SanPadre Pio, gruppo di preghiera per levocazioni, gruppi del Santo Rosario, ilgruppo dei catechisti, animatori ededucatori dei bambini e ragazzi nelMagistero, i volontari della comunità edel Centro Giovanile.Itinerario neocatecumenale. È unaproposta di catechesi sistematica basa-ta sulla Sacra Scrittura per un cammi-no di conversione, tenuto da un grup-po di laici, in comunione con il Parrocoe con il Vescovo.

La nostra comunità parrocchiale, conl’assistenza dei Patroni Santi Faustinoe Giovita, Sant’Agape e con la pre-ghiera abbondante allo Spirito Santo,vive la missione di Cristo come Salva-tore e Redentore dell’intera umanità.

don Rosario

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Il risveglio della fede adultanella vita cristiana

CATECHESI DEGLI ADULTI

SCUOLA DELLA PAROLA

Ogni mercoledìpresso la Casa canonica

ore 14.30 e 20.30

Dopo tutto il Matrimonio è un pezzo di carta...

e per me una grande fregatura.

Ma chi mai ha proferito unabaggianata di questo gene-re? Direi che è una espres-

sione sacrilega oltre che una rivelazio-ne di ignoranza, crassa e supina. Marispondo alla domanda. Questo fiorfiore di incoscienza, di pacchianaignoranza delle cose più sacre di casanostra, della nostra religione, è uscitodalla bocca di un giovane un po’ matu-ro, sulla trentina circa. Era in discus-sione con sua madre che non approva-va il suo comportamento, perché solocircondato da amicizie femminili e so-prattutto intenzionato a convivere conqualcuna, e tentava di convincerlo asposarsi con un brava ragazza; ma luisubito rispose: «Mamma non insisterecon queste tue inutili raccomandazio-ni, non preoccuparti di me, del mio av-venire perché ormai conosco il mon-do, so come vanno a finire i matrimo-ni; per me il matrimonio è inutile, èsemplicemente una dichiarazione d’a-more, talvolta falsa, fatta davanti alprete, o al sindaco, e poi sottoscritta inun documento, un certificato che ti ri-lasciano e nulla più. In definitiva unagran fregatura e la tomba dell’amore».È il caso di sparare un cannone tanto ègrossa e balorda la panzana proferita.Il matrimonio, caro giovanotto, è un

grande Sacramento, quindi un mezzodi salvezza, un dono reciproco tra glisposi, un dono d’amore talmente forteche fa dei due una cosa sola: “Saretedue in una carne sola”. Il matrimonioè sempre stato considerato una cosaseria, qualcosa di Sacro, tant’è veroche è sempre stato celebrato pressotutti i popoli con cerimonie religiose,sacrifici di animali offerti alle divinità,magari Venere. Il matrimonio l’ha isti-tuito Dio nel Paradiso terrestre quan-do ha unito Eva ad Adamo dicendo:«L’uomo abbandonerà suo padre e suamadre e si unirà a sua moglie e i duesaranno una sola carne». Questo lofece Dio Padre; Gesù Cristo, pure Dioma anche uomo, fece del matrimonioun sacramento. Il che vuol dire che idue che si sposano, riceveranno una

Grazia speciale, una benedizione spe-cifica, una unione indissolubile volutae comandata da Gesù stesso quandodice, e nel rito del matrimonio si ripe-te sempre: «L’uomo non separi ciò cheDio ha congiunto».Ma la Grazia Sacramentale che glisposi ricevono nel Matrimonio in checosa consiste? Consiste in due grandiaiuti da parte di Dio.Primo: Dio aiuterà gli sposi ad amarsisempre, senza interruzioni, tutti i gior-ni come se ogni giorno fosse il primo.All’uomo non è facile e neppure possi-bile amarsi in quel modo. Ci vuole pro-prio l’aiuto di Dio che è infinito amoree sorgente inesauribile di ogni amore.Soltanto con questa grazia la beata Eli-sabetta Glori è riuscita ad amare suomarito che la tradiva, che la violentavae la maltrattava barbaramente, è riu-scita ad amarlo fino alla morte. In findi vita suo marito stava in piedi vicinoal suo letto, mentre agonizzava e lasentì proferire queste parole: «Per te,per tuo amore ho offerto e offro la miavita.Continuerò ad amarti nell’eterni-tà». Quell’uomo scoppiò a piangere,forse per la prima volta in vita sua, lechiese perdono in ginocchio e non ave-va più il coraggio di alzarsi e di lasciarela sua sposa che moriva. Dopo qualcheanno entrava in convento a farsi fratein penitenza della sua vita passata.Secondo: la grazia Sacramentale aiutagli sposi, se hanno figli, aeducarli alla vita e allaFede. Il bravo genitorenon è mai nato, ma quelloche è condotto e illumina-to dallo Spirito Santo si re-alizza pienamente nel suocompito educativo e riescea formare una famiglia piùo meno ideale. Ma qualcu-no mi obietterà: «Comemai allora tanti anche diquelli che si sposano inChiesa con il Sacramentodel Matrimonio, si separa-no, divorziano e non rie-scono a fare dei loro figli

dei buoni Cristiani?». Rispondo: «Pri-ma di tutto noi non sappiamo qualisono i veri buoni genitori. Tanti losono in apparenza, ma in realtà lo saDio. E poi dirò che molti vivono inpeccato mortale e questo è il peggiorostacolo al passaggio della Grazia diDio, come se fosse un tappo nel tubodell’acqua. Con quel tappo l’acquanon passa più. Con quel peccato èostruito ogni passaggio alla grazia.Ecco allora il fallimento di tanti matri-moni e la rovina di tante famiglie an-che cristiane. In questo caso, altro chefregatura del matrimonio!! È una fre-gatura procurata non dal matrimonio,che è sempre un grande e Santo Sacra-mento, ma di coloro che lo hanno con-tratto, magari indegnamente, come ca-pita tante volte in questi tempi, e nonlo hanno portato avanti con coerenza,con Fede e preghiera. Il matrimonio,la famiglia, sono a fondamento dellasocietà e della Chiesa. Per questo il de-monio ha sferrato una guerra dura eimplacabile contro di essi. Le più bellee grandi gioie si provano in famiglia sequesta è animata e sostenuta dall’Amo-re, Amore vero, Amore forte, eterno esempiterno.Cari giovani e fidanzati ricordatevelo epreparatevi seriamente al matrimonio.È l’evento più importante della vostravita e non la tomba dell’amore.È la consacrazione dell’amore. Sem-pre però che si tratti di autentico evero amore, non amorazzo, non profa-nato, non sacrilegamente strapazzatoe infangato nei rapporti prematrimo-niali in un fidanzamento del tutto sba-gliato.

Dio ve ne guardi e liberi.don Davide

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Celebrazione di un matrimonio in Santa Mariacon don Andrea Gazzoli ed il mitico Giorgio.

● La posta di Maria.Alla portineria del Paradiso giungeogni giorno un grandissimo numerodi lettere. Vengono da ogni partedel mondo, sono scritte in ogni lin-gua, sono cariche di richieste. GliAngeli le smistano: ciascuna al suoindirizzo. Di solito Maria ne ha piùdi tutti. Un giorno gli Angeli vollerocuriosare. Fu una grande delusio-ne! Contenevano tutte desideri ter-reni. - Santa Maria, guariscimi... ri-dona salute a mio figlio... fammitrovare lavoro... aiutami in questiesami... fa’ ch’io trovi marito... libe-raci dalla guerra... liberaci dallefame...Era tutta un’interminabile litania dirichieste umane, tanto che gli An-geli, annoiati esclamarono: - Possi-bile che gli uomini abbiano soltantola bocca, il ventre, la saccoccia e ilportafogli! Sembra che non abbia-no l’anima! La Regina degli Angeliad una ad una le aprì, le lesse conattenzione e diede ordine agliAngeli di immediato soccorso. Fi-nalmente poté leggere una poveralettera con questa semplice pre-ghiera: - Vergine santa, una solacosa ti chiedo: fammi di giorno ingiorno più simile a Gesù! A questarichiesta, la Madonna si lasciò sfug-gire una lacrima di consolazione edisse agli Angeli che la servivano: -A questa ci penso io!

Da «Jesus Mater»

● La Madonna è la più bella copia diGesù.

S. Francesca Saverio Cabrini

● Maria compì tutti gli apostolati. Gliuomini praticano qualche versettodel Vangelo, Maria tutti.

don Giacomo Alberione

● Un medico fu invitato in una clinicaprivata per dedicarsi all’ambulato-rio, cioè a visitare quei pazienti chesi fossero presentati con dei distur-bi di varia origine. - Guardi - gli fudetto - la visita non deve durare piùdi dieci minuti. - Perché? - chiese ilmedico. - Perché più visite si fanno,

più la clinica guadagna.- Ma in dieci minuti - replicò il dot-tore - non posso farmi dire i disturbiche accusa il malato, attendere chesi spogli, visitarlo, misurargli lapressione, attendere che si rivesta eassegnarli la cura appropriata! Sa-rebbe disonesto.- Allora lei non fa per noi! Il medicose ne andò un po’ sconcertato, pen-sando tra sé che proprio non si puòservire a due padroni... e non scelseMammona! Aveva dato una piccolatestimonianza di come seguire Cri-sto nella società frettolosa in cui vi-viamo.

● Ogni uomo che muore, è come unmondo che si spegne.

Tradizione giudaica

● Un giovane studente che aveva unagran voglia di impegnarsi per ilbene dell’umanità, si presentò ungiorno da San Francesco di Sales egli chiese: “Che cosa devo fare perla pace del mondo?”. San France-sco di Sales gli rispose sorridendo:“Non sbattere la porta così forte...”.

● Sono sempre i piccoli inconvenientiche fanno i grandi litigi. Molti di-vorzi cominciano per dei calzini di-menticati sotto il letto, ma anche igrandi amori sono fatti di tante pic-cole cose.

● «Abbiamo esagerato col superfluo,e non abbiamo più il necessario».

Pierre Joseph Proudhon

● «È difficile tener testa all’egoismo:esso compra ciò che vuole e pagacon l’anima».

Eraclito

● «Uno non può essere libero, se nonson liberi anche gli altri».

G. W. Friedrich Hegel

● «Il cuore umano è una macina: segli mettete dentro grano, darà fari-na; altrimenti continuerà a girare avuoto, consumando se stesso».

Samuel Smiles

● Dice Plutarco che Diogene un gior-no si mise a chiedere la carità a unastatua di marmo. Naturalmentenon ebbe un sesterzio solo, ma eglicontinuava a chiedere. «Non è tem-po perso?», gli domandò qualcuno.«Non è tempo perso - rispose - stoabituandomi a ricevere rifiuti!».

A. Luciani, Illustrissimi

Tu sei chiamato ad agire, non a goderedel frutto dei tuoi atti. Non agire maiin vista del frutto della tua azione.

Oggi non abbiamo più neppure il tem-po per guardarci, per parlarci, per dar-ci reciprocamente gioia, e ancor menoper essere ciò che i nostri figli si aspet-tano da noi, che un marito si aspettadalla moglie e viceversa. E così siamosempre meno in contatto gli uni con glialtri. Il mondo va in rovina per man-canza di dolcezza e di gentilezza. Lagente è affamata d’amore, perché sia-mo tutti troppo indaffarati.

M. Teresa di Calcutta

L ’Angelo - Ottobre 2003

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Il GiornalinoRivista per ragazzi

Non aspettateche lo acquistino i figli.

Portatelo a casa,sono soldi

ottimamente spesi.Lo trovi ogni mercoledì

e ogni domenicain fondo alla tua Chiesa.

Saremo antipatici,ma parleremodi peccati

Quest’anno parliamo di mora-le. Sì, abbiamo deciso di pun-tare la lente di ingrandimen-

to dell’Angelo della prossima stagionesulla distinzione tra il bene e il male. Econ il preciso intento di dire che ruba-re, imbrogliare, dire il falso, non ri-spettare padre e madre, non santifica-re la festa, non essere fedeli nel matri-monio, non rispettare la vita propria edegli altri è male, è peccato. Lo fare-mo cercando di porre qualche puntofermo di orientamento, parlando ditemi complessi, come la bioetica, l’in-gegneria genetica, l’eutanasia e l’acca-nimento terapeutico, ma anche di ar-gomenti di quotidiana vita, comeaborto, divorzio, superstizione, im-broglio, prepotenza e varie furbizieche invece di suscitare disgusto, sem-brano quasi essere diventati meriti davantare ed apprezzare.Lo faremo senza mai dimenticare chenessuno di noi è nelle condizioni discagliare la prima pietra, che - comediceva San Paolo - siamo tutti peccato-ri e noi fra i primi. Lo faremo nell’in-tento di ricordare a noi stessi, per pri-mi, la distinzione tra bene e male. Malo faremo, anche a costo di sembrareantipatici.Perché? Per molte ragioni, non ultimala constatazione che ne abbiamo biso-gno. Perché quella che domina, chediamo per naturale e scontata, ormai èuna mentalità neopagana.“I bambini non sono più capaci di farsiil segno della croce. E alle elementariignorano chi sia Gesù”. Lo dice, nonsenza stupore, il cardinale di Milano,Dionigi Tettamanzi, presentando ilsuo primo Piano pastorale alla Diocesiambrosiana. E l’affermazione guada-gna subito le prime pagine dei giornali.Tanto più che, negli stessi giorni, unsondaggio di Eurisko, realizzato tra gliitaliani dai 18 ai 74 anni, dice che lapratica religiosa è calata, dal 1985 adoggi, dal 35,7 per cento al 29,3 per cen-

to. Chiari non sfugge a questa media:l’ultimo sondaggio effettuato rilevavaagli inizi degli anni Ottanta, che erapoco più del 40 per cento che la dome-nica andava a Messa; se oggi si fa qual-che rapido calcolo tra i banchi vistosa-mente vuoti si può cogliere il calo difrequenza anche nelle nostre chiese.Il cardinale Tettamanzi rilancia: “Por-tiamo anche i genitori al catechismo”.L’arcivescovo di Bologna, il cardinaleGiacomo Biffi, ribatte: “I cattolici nonlascino le chiese deserte”.E il vescovo di Brescia invita tutta laDiocesi a ripensare, a riorganizzare ilcatechismo per dare un’adeguata ini-ziazione alla vita cristiana. Mons. Giu-lio Sanguineti, forte della valutazionidel Convegno ecclesiale di maggio, il-lustrando in Cattedrale gli indirizzi pa-storali per i prossimi anni, sostiene:“La fede non si può supporre: occorreridestarla, rinvigorirla, farla scoprire,rinnovarla”.No, non è la fiammata autunnale diuna Chiesa che si sente accerchiata ein difficoltà rispetto al laicismo avan-zante. Anzi, vescovi, cardinali, parrocie sacerdoti da lungo tempo hanno sot-t’occhio la situazione e stanno medi-tando su questa svolta - stavolta sì, se cipassate il bisticcio di parole - epocale.Che cosa sta accadendo? La questionepuò essere affrontata da diversi puntidi vista. Il cardinale Tettamanzi sostie-ne che “l’irrilevanza sociale dei cristia-ni ha creato una rottura tra vangelo ecultura”. Non solo: i cristiani non si di-stinguono più dagli altri per i loro com-portamenti, nel lavoro, in famiglia,nell’economia o nella politica. Tuttodiventa lecito, perché così fan tutti.Non è che siamo diventati atei o agno-stici. Anzi! Il sociologo Franco Garelli,forse il massimo esperto del settore,consultando i suoi dati statistici, affer-ma che il 90 per cento degli italiani sidice credente e cattolico. Ma aggiungeanche che “si diffonde un’accettazionedella religione più di tipo etnico e cul-turale che di tipo esperienziale. Concomportamenti in cui prevale una sor-ta di fai-da-te della religione”. Insom-ma, la fede viene considerata comeun’ancora cui aggrapparsi per dare un

senso alla vita, la Chiesa viene conside-rata una “risorsa dello spirito”, quan-do si è nei guai si prega e ci si rivolge aDio, alla Madonna e ai Santi… Ma poila vita di tutti i giorni viene considerataun’altra cosa, indipendente da Vange-lo, dottrina e morale.In un commento sul Corriere dellaSera, Armando Tondo sostiene chesiamo diventati tutti più poveri perchéabbiamo “ucciso l’anima”, l’abbiamocancellata, abbiamo perso la bussola.E spiega: “Stiamo vivendo in un’epocain cui ogni valore che rimandi alla mo-rale può essere messo in discussio-ne…”. Magari fosse almeno così. Difatto la morale non è oggetto di rifles-sione, discussione e contestazione. Piùsemplicemente, non viene presa in al-cuna considerazione. Si vive in unasorta di indifferenza: tutto è uguale,tutto va bene… Se Dio è uno, ogni reli-gione va ugualmente bene, le regolesono dettate dalla cultura di un popoloe di una zona, quindi contano poco e sipossono tranquillamente ignorare.Spesso si accampa un appello al liberoarbitrio: ognuno è libero davanti aDio, ognuno risponde alla propria co-scienza. Motivazioni nobili… se fosse-ro vere. Molto più spesso, invece, nonsi tratta di libere e convinte scelte, madi atteggiamenti dettati dall’andazzogenerale: fanno così tutti, non si puòfare diversamente. Non è libertà, èl’andazzo generale, è quel che va dimoda a dettare regole e comporta-menti. Non si è liberi, si è comodamen-te accodati al gregge. E fa comodocosì: non si passa per bigotti, per retro-gradi, o per illusi.“Perché mai dovrei essere fedele nelmatrimonio, onesto negli affari, preci-so nel pagare le tasse, sincero e leale

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nei rapporti con gli altri, se tutto ilmondo premia proprio i furbi? Checosa può insegnarmi la Chiesa sullavita di oggi? Perché dovrei ascoltare leindicazioni della Chiesa, visto che an-che i cattolici e i preti… Insomma, conDio me la vedo da solo, senza interme-diari. E non parlatemi di morale!”.Ecco, proprio di morale, invece, vor-remmo parlare, quest’anno, sull’Ange-lo. Affrontando problemi concreti.Non sarà simpatico, non sarà facile,ma noi ci proviamo. Perché la nostravita non sarà più felice senza ricercadel bene, perché un mondo migliore sicostruisce nella coerenza dei gesti diciascuno, perché ciascuno è personal-mente responsabile delle sue scelte. Eperché Dio è infinita bontà, è amoreimmenso, ma - come ci ha ricordatoGiovanni Paolo II qualche giorno fa -“non è indifferente al bene e al male”.

Claudio Baroni

L ’Angelo - Ottobre 2003

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Eventi

MONS. MAZZOLARI, PER PARLARE DI SUD-SUDAN

Sabato 13 settembre Mons. Cesare Mazzolari, vescovo della diocesi diRumbek nel Sudan, missionario comboniano, bresciano di origine, èstato tra noi per una lunga serata. Ha celebrato la S. Messa delle ore

18.00, animata e partecipata come succede nelle occasioni straordinarie, ealle ore 20.30, presso il Centro Giovanile, ci ha parlato della sua attività mis-sionaria, intrattenendoci sul tema: “Sud Sudan: una guerra dimenticata, unapace difficile, un popolo a cui sono negati giustizia e diritti umani”.Mons. Cesare è stato ordinato Vescovo da Giovanni Paolo II a Roma il 6 giu-gno 1999 e il Papa, rivolgendosi a lui durante l’omelia, disse: “A te, MonsignorCesare Mazzolari, è affidato un popolo che ha dovuto sopportare eccessivesofferenze per troppo tempo, in attesa di una pace giusta e con il rispetto deidiritti umani di tutti, specialmente dei più deboli”.Il conflitto che insanguina il Sudan dura infatti ormai da 50 anni e negli ultimiventi ha fatto più di due milioni di morti, molti dei quali vittime innocenti. Ilconflitto ha causato circa sei milioni di sfollati interni e moltissimi altri rifugia-ti nei paesi limitrofi. La restrizione di libertà di culto e di pratica della propriafede, la schiavitù, la tortura e la scomparsa di persone, le esecuzioni somma-rie, l’assenza di libertà di espressione, l’indiscriminato bombardamento aereo

di obiettivi civili, sono alcune delle gravi piaghe che hannopesantemente colpito in questi ultimi anni il popolo delSud Sudan. Al momento sono in atto le trattative di pace:trattative molto difficili per le grosse difficoltà legate allagestione degli eserciti, quello governativo e quello dei ri-belli, alla condivisione del potere tra ribelli e governativi ealla convivenza pacifica di gruppi che si sono combattutiper decenni.In questo contesto drammatico si inserisce l’attività pasto-rale di Mons. Mazzolari, presenza attiva, sensibile alle esi-genze di pace e giustizia, voce autorevole, purtroppo nonsempre ascoltata, che insiste sulle necessità umanitariedella gente, che vengono prima di qualsiasi altra cosa e cheinvece spesso sono sacrificate a interessi puramente eco-nomici come quelli del petrolio.Tra le priorità del programma pastorale della Diocesi diRumbek, oltre all’evangelizzazione, alla formazione cri-stiana e alla educazione e formazione della donna, oltreallo sviluppo sanitario e all’assistenza medica ai più poveri,ha una particolare importanza il cammino di pace e giusti-zia per la ricostruzione della società sudanese, che permolti anni è stata devastata da una cultura di violenza, dimancanza di libertà, di violazione dei diritti umani.Mons. Cesare ci ha parlato di tutte queste situazioni; lo hafatto con l’intensità emotiva di chi vive in mezzo al popoloche soffre, di chi ha fatto proprie le sofferenze di questopopolo ingiustamente crocefisso.Molto interessante è stato il filmato in cui era rappresenta-to il gemellaggio tra Toirano, piccolo paese della Liguria, ela missione di Yirol in Sudan. Interessante perché mo-strandoci, attraverso drammatiche immagini, la situazionedi estrema povertà e sofferenza del popolo sudanese, ci hasuggerito una concreta forma di solidarietà.Quella di sabato sera possiamo dire che è stata una testi-monianza straordinaria di grande carità cristiana da partedi chi quotidianamente rischia la vita per le persone cheama.

Gabriella e Primo

Mons. Mazzolari, il secondo da sinistra,prima dell'incontro di sabato 13 settembre all'Oratorio.

L ’Angelo - Ottobre 2003

Ottobre missionarioUna casa

per tutti i popoliPRIMA SETTIMANA (28 SETTEMBRE – 4 OTTOBRE)

Preghiera e contemplazione

Pregare è amare e la lingua che tutti comprendono è l’amore.

SECONDA SETTIMANA (5 11 OTTOBRE)

Sacrificio e impegno

Abbracciamo la croce per ricongiungere l’uomo a Dio.Il dolore genera il cielo.

TERZA SETTIMANA (12 – 18 OTTOBRE)

Vocazione e responsabilità

Il primo amore della mia giovinezza fu per l’Africa e lasciando quanto v’era di più caro,venni in questa terra per offrire la mia vita.

QUARTA SETTIMANA (19 – 25 OTTOBRE)

Carità e donazione

19 ottobre – Giornata missionaria mondialeI poveri sono il tramite attraverso il quale esprimiamo a Dio il nostro amore…

Le opere dell’amore sono sempre opere di pace.

QUINTA SETTIMANA (26 – 31 OTTOBRE)

Ringraziamento e gioia

Per amare Dio teneramente e sopra ogni altra cosa, dobbiamo conoscere la bontà e la po-tenza, la maestà e santità della sua natura, le sue mirabili opere, procurando di procla-

mare la sua gloria a tutti gli uomini.

Centro Giovanile 2000

Giovedì 23 ottobre 2003Ore 20.30

Abate Marcel Abi-Khalilsacerdote cristiano maronita

Libano: cristiani e musulmaniconvivenza possibile?

Storia, attualità, prospettiveTutti siamo attesi

Madre Teresa di CalcuttaFondatrice delle Missionarie

della CaritàSarà beatificata il 19 ottobre

Giuseppe FreinademetzMissionario in Cina

della Società del Verbo DivinoSarà canonizzato il 5 ottobre

Daniele ComboniFondatore dei Missionari

CombonianiSarà canonizzato il 5 ottobre

Arnold JanssenFondatore dei Missionari

del Verbo DivinoSarà canonizzato il 5 ottobre

L ’Angelo - Ottobre 2003

Ottobre è il mese missiona-rio, è il mese in cui ven-gono programmate tutte

le iniziative di sensibilizzazionemissionaria che ci accompagne-ranno durante l’anno.

Si inizia il 1° ottobre con la Vegliadi preghiera in apertura del mesemissionario, presso i monasteri diclausura di Lovere (clarisse), Bre-scia (clarisse cappuccine in via Ari-manno, n. 17, ore 20.30), Salò (su-ore della visitazione), Bienno (cla-risse).

Il 5 ottobre a Roma verrà canoniz-zato il Beato Daniele Comboni,bresciano, fondatore dei combo-niani e delle suore comboniane,grande apostolo dell’Africa centra-le, quella che allora veniva chiama-ta la Nigrizia.

L’11 ottobre alle 18.30, in Catte-drale a Brescia, verrà celebrata la

Santa Messa di ringraziamento per la canonizzazione del Beato DanieleComboni.

Il 19 ottobre si celebrerà la 77a giornata missionaria mondiale, preceduta il18 ottobre dalla veglia missionaria con la consegna dei crocefissi ai missionaripartenti. Solitamente si teneva in cattedrale, mentre quest’anno la veglia saràpresso il Centro Sportivo S. Filippo in Via Bazoli, 6, a Brescia, alle 20.30.

Il 19 ottobre ci sarà anche la nostra consueta bancherella del CommercioEquo e Solidale, in Piazza Zanardelli, dalle ore 8.00 alle ore 12.00.

Il 21 ottobre alle 20.30 (luogo da definire), in occasione dell’anno internazio-nale dell’acqua, sarà presente a Brescia Riccardo Petrella, docente pressol’Università di Lovanio (Belgio) e segretario generale del Comitato Interna-zionale per il Contratto Mondiale dell’acqua. Terrà un incontro sul tema:“L’acqua bene comune dell’umanità”. Seguiranno poi, ogni 15 giorni, sempreil martedì, altri 4 incontri di approfondimento.

Il Convegno missionario diocesano quest’anno viene sospeso per promuove-re il 29 e il 30 novembre un seminario di studi sui nuovi orizzonti della missio-ne. Questo seminario residenziale sarà rivolto agli animatori missionari, agliistituti missionari, e a tutti coloro che maggiormente sono inseriti in un conte-sto educativo-formativo sulla missione.

I sei tradizionali incontri a Brescia di Scuola di pastorale missionaria, da que-st’anno vengono realizzati nelle zone pastorali dove si è concluso il corso zo-nale di formazione superiore per catechisti.

In marzo ci sarà la veglia di preghiera per i martiri missionari bresciani, chenegli anni scorsi si è tenuta presso il Seminario in via Bollani.

Per avere informazioni più precise sugli incontri di cui non sono stati stabiliticon precisione data e luogo, si consiglia di consultare l’Ufficio MissionarioDiocesano (tel. 030-3754560) oppure il Gruppo Missionario di Chiari (tel.030-711315- Primo e Gabriella).

Apostolato

della Preghiera

Per i giovani, perché seguano congeneroso entusiasmo Cristo, Via,Verità e Vita e siano disposti a ren-derGli testimonianza in tutti gli am-bienti in cui vivono.

Negli Atti degli Apostoli sileggono le difficoltà chedovettero essere supera-

te e le persecuzioni a cui gli Apo-stoli andarono incontro per laloro testimonianza a Gesù.Anche al giorno d’oggi è difficiletestimoniare la propria fede, farconoscere il Vangelo alle personedistratte da tante cose materialialle quali si dà troppa importanza.Per questo si parla oggi di NuovaEvangelizzazione, basata su unrapporto personale, di fede, conGesù e avente come fondamentola Bibbia e il Vangelo. Infatti lafede è una realtà da vivere nelquotidiano e noi dobbiamo prega-re perché specialmente i giovanine comprendano il valore e sifacciano testimoni di Gesù nellaloro vita.Del resto, le grandi riunioni di gio-vani del mondo, che si incontranocon il Papa in molte occasioni,fanno ben sperare.

La messe è molta, ma gli operaisono pochi; pregate dunque perchéil padrone della messe mandi ope-rai per la sua messe. (Lc. 10/1-3)

Todo se puede...in Argentina!

Ed eccoci qui, tornati a casa dopotre settimane passate “dall’altraparte del mondo”, a Frias e a

Santiago del Estero, in Argentina.Come solitamente accade alla fine diuna esperienza travolgente, è difficiletrovare le parole per spiegare, per rac-contare, per descrivere, ma soprattuttoper rispondere alla domanda che tutti tifanno e che tanto ti fa arrabbiare: “Ma,insomma, ‘concretamente’ che cosa sie-te andati a fare in Argentina?!”.-Non capisco perché questa domandami fa tanto arrabbiare, forse perché unpo’ mi mette a disagio, o un po’ mi fapensare... Mi fa pensare che “concre-tamente” non abbiamo fatto nulla, maqueste tre settimane hanno lasciato unsegno profondo dentro di noi e nellacomunità di Frias! Sono stati giorniche “concretamente” non sono servitiper costruire case, per insegnare qual-cosa o per dare da mangiare ai poveri.Al contrario sono stati giorni dove cia-scuno di noi si è messo nei panni deipoveri, divenendo ospite nelle case chenel nostro mondo vengono chiamate“case dei poveri”, bussando alle porte,giocando con i bambini, dialogando epregando con i giovani, sforzandoci dicapire come una situazione economicadi ingiustizia può incidere davvero sulla

vita delle persone.Ciò che fin dall’arrivo ha caratterizzatola nostra esperienza è stata la semplicità,in particolare nell’incontro con i bambi-ni. Spesso mi capita di pensare a quantigiochi diversi cerchiamo di proporre ainostri bambini, durante le attività digrest... La semplicità dei bambini diFrias ci ha portato invece a riassaporareil gusto di giochi semplici, magari giocatiper ore, senza stancarsi mai, ripetuti aiosa con il numero dei bambini che au-mentava sempre più perché sbucavanoda ogni angolo. Un’animazione chemette al centro non tanto il gioco, ma iltuo essere lì per loro e con loro, senzaesitare a lasciarti sommergere dai baci edalle carezze!

Ma come ogni bella storia che si rispet-ti, si torna a casa e si ricomincia la vitadi tutti i giorni, si ricomincia a lavorarecon i nostri bambini e ragazzi, speran-do di riuscire a passare loro quanto dibello abbiamo vissuto.Ricomincio il lavoro di tutti i giornicon una bella immagine che da qual-che giorno mi accompagna: l’immagi-ne di tre suore che mi hanno davverorubato il “corazon”: Suor Ornella,Suor Pace e Suor Saveria. Grazie SuorOrnella, perché mi ricordi che per ser-vire i più piccoli non si deve essere maistanchi e andare col passo spedito.Grazie Suor Pace, perché mi ricordiche fare del bene significa farlo nel si-lenzio e nella discrezione, senza met-tersi in prima fila. Grazie, Suor Save-ria, perché mi ricordi che nella vita diciascuno di noi c’è sempre spazio per isogni grandi, e che “cantare alla vita”significa operare perché questi sognidiventino realtà!

Paola

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“Amani:M-upendo”

Mentre, seduta e incastratatra due valigie, ci dirigiamoverso Kigali per il volo di ri-

torno, lascio scorrere volti e colori nel-la mente e nel cuore. Siamo un po’“scomodi”, perché su un mezzo di for-tuna ci troviamo in 21 persone al postodi 9 e questo, unito ad un acuto odoredi sudore tipicamente africano e allarossa polvere che entra dai finestrini,mi rende difficoltoso anche il pensare.Stiamo attraversando il Rwanda suuna strada in continua salita e discesae ci lasciamo alle spalle 50 km di fore-sta. Il colore delle piantagioni di the miviene incontro e mi avvolge. È una sen-sazione riposante nonostante le condi-zioni in cui stiamo viaggiando.Il verde cambia tonalità quando il ventomuove le foglie, poi ritorna ad essere lostesso, un colore così intenso e gradevo-le che io non ho mai visto prima. E que-sto aiuta ricordi e sensazioni.Sono volate le tre settimane a Cimpun-da (periferia di Bukavu), ospiti di unanostra comunità di Suore. Ho accetta-to volentieri di riaccompagnare ungruppo di giovani appartenenti a par-rocchie diverse della Diocesi, per unaesperienza di volontariato e animazio-ne pastorale con bambini, adolescentie di scambio culturale con i giovani.È stata impostata come esperienza for-te di coerenza cristiana con quel popo-lo e testimonianza di giustizia e amoredentro la nostra e la loro storia.Non posso fare il confronto con lo

scorso anno: pur essendo l’attivitàquasi la stessa, l’esperienza è stata di-versa, meno entusiasmante, forse per-ché mancava la novità, ma fatta di rap-porti profondi con persone già incon-trate, fatta di piccole cose... come ilsentirti chiamare per nome e augurar-ti: “amani”(pace) e a cui rispondi subi-to: “m-upendo” (amore).Questo è il saluto che il Congo ti dà eche ti chiede, perché ne ha un bisognoestremo! Ti salutano così i bambiniche trovi ad aspettarti alla porta... ti sa-luta così la donna che incontri ricurvasotto un enorme peso fisico e morale...ti rispondono così le ragazze, timide,dallo sguardo velato di tristezza e nellostesso tempo di curiosità o speranza.A Butare ci raggiunge il nostro pulmi-no “aggiustato” e ci risistemiamo con inostri bagagli. Siamo un po’ tutti am-maccati, affamati e assetati, un po’ tesiper il ritardo che speriamo di azzerare.Mentre riprendiamo il viaggio, osservoalcune donne sul ciglio della strada: icolori dei loro kiquembe mi riportanoa quella macchia di colore che mi hasempre affascinato: il mercato delledonne sulla collina. È uno spettacolo

ricco e povero nello stesso tempo, uniconel suo genere. Difficile trovare tanti co-lori insieme in un colpo solo... colori cheoffrono un po’ di carbone, canna dazucchero, qualche frutto, un po’ difarina, ciabatte di gomma e... tantisorrisi e dolcezza di sguardi.È la vivace povertà dell’Africa!Il pulmino fila “troppo veloce” per fer-mare un saluto ai bambini che dai bor-di della strada ti gridano: “i musungu”(bianchi).Rivedo in loro quelle centinaia che ab-biamo fatto giocare nel grest sui “Di-ritti dei bambini”... altre centinaia delCentro Nutrizionale, che smettevanodi mangiare pur di avere una nostra at-tenzione, un sorriso, un segno di affet-to... e ringraziano Chiari per il donoQuaresimale che darà la possibilità diun pasto in più.Oltre che essere denutriti, il 50% diloro è già malato di AIDS o TBC, manon lo sanno e continuano a sorrideree cercare nel tuo sguardo o nella tuamano un segno di amicizia.Come dimenticare!?!Arriviamo a Kigali mentre la città è infermento per le elezioni del Presiden-te. Lasciamo il caotico centro e ci diri-giamo verso l’aeroporto. Nessuno dinoi parla e non credo per mancanza diparole, ma per imprimere meglio negliocchi e nella mente le ultime immaginidi quest’Africa che ci ha accolti per tresettimane nella sua polvere e che inqualche modo ti “strega” con la suagente, i suoi bambini, i colori e gliodori.E tu non puoi farci niente!Con gli occhi lucidi puoi solo augurareagli amici che restano: “AMANI!” e tisentirai rispondere con un largo sorri-so: “M-UPENDO!”

suor Paola Rubagottisuore Dorotee di Cemmo

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Don GiuseppeMariotto

È una luna quasi piena quellache illumina questa notte diinizio settembre! Una notte

limpida e fresca, una eccezione in que-sta estate che sembra non finire mai. EMarte pian piano si sta ritirando nelleprofondità dell’universo, sbiadendoogni notte di più.Ho appena salutato il signor Antonioed attraverso la piazza di Urago. Guar-do il vecchio castello illuminato, men-tre un gruppo di ragazzi si attarda aparlare sui gradini dei portici: è l’oragiusta per le confidenze! Rivolgo unultimo sguardo alla chiesa, bella e or-dinata, con i dodici apostoli che scruta-no dall’alto ed i vecchi confessionaliposti appena oltrepassata la soglia.E penso a don Giuseppe Mariotto chedi Urago è stato parroco per 15 anni.Don Giuseppe nasce a Ponte Pregno,una frazione di Carcina, il 22 agosto1908 e viene battezzato con il fratellogemello Angelo il 30 dello stesso mese.Una famiglia come tante, quella deiMariotto: il papà Elia, operatore almaglio, lavora presso una trafileria,mentre la mamma Domenica cura lacasa ed i numerosi figli. Una famiglia

come tante, quella dei Mariotto, checon fede affronta la vita con le sue gio-ie e gli immancabili dolori: la mortedel piccolo Angelo e del papà Elia adappena 47 anni.Il giovane Giuseppe cresce sotto laguida dell’allora parroco di Carcina,don Pietro Cerutti, che lo aiuta a sco-prire la sua vocazione. Nel 1934 vieneordinato sacerdote, una gioia alla qua-le la madre non può partecipare per-ché muore ad appena sei mesi dall’e-vento. Don Giuseppe porterà semprein fondo al cuore il dispiacere di nonaver potuto condividere con la mam-ma quel momento.Chiari è la prima destinazione del no-vello sacerdote al quale viene affidatal’educazione cristiana dei ragazzi, so-prattutto di quelli che non possonoproseguire gli studi, come confermaquesta nota del 1935: “colla domenica13 ottobre ha inizio il nuovo anno cate-chistico e l’ordinamento della scuoladella Dottrina Cristiana.I genitori sono pregati di interessarsidella classe che devono frequentare iloro figlioli; del posto dove essa si tro-vi, e di mettersi subito in relazione coirispettivi insegnanti.È stata costituita dalla Direzione unanuova classe maschile formata dai ra-gazzi provenienti dalla IV e V elemen-tare che non proseguono gli studi. Hasede nel Teatro dell’Oratorio di viaTrinità ed è retta dal curato D. Giu-seppe Mariotto”.La permanenza a Chiari è abbastanzabreve e quando, nel 1936, viene trasfe-rito così lo saluta il bollettino dellaparrocchia: “Commiato. Il 21 marzo ilM.R.D. Giuseppe Mariotto, che eravenuto fra noi nel luglio 1934, da S.Ecc. Mons. Vescovo è stato trasferito aSarezzo come Vicario Cooperatore diquel M.R. Arciprete rimasto solo nel-l’importante parrocchia. Lo accompa-gniamo coi più fervidi auguri”.Rimane a Sarezzo fino al 1940, quan-do viene nominato parroco a Belpratoin Valsabbia, dove vive il dramma del-la guerra, delle lotte partigiane e dovepiù volte rischia la vita.È lo stesso don Giuseppe che raccon-terà di quella volta che stava per essere

fucilato e che il fucile fece cilecca.“Volevano solo spaventarmi - dirà. - Èprobabile che il fucile non fosse nean-che carico!”. Oppure di quella voltache davvero si sentì prossimo alla fine.I soldati tedeschi avevano arrestato al-cuni uomini del paese e li stavano fuci-lando. Don Giuseppe si intromise in-

tercedendo per loro. Riuscì a farli al-lontanare offrendosi di sostituirli. Eraormai tutto pronto (Avevo già iniziatoquello che ritenevo il mio ultimo rosa-rio - ricorderà don Giuseppe) quandoarrivò un tenente.Quest’ultimo, con i piedi orrendamen-te piagati, era stato tempo prima accol-to in casa del prete ed amorevolmentecurato dalla sua governante che, pergiorni e giorni, glieli aveva lavati e me-dicati, con particolari infusi di erbe,fino alla completa guarigione. L’arrivodi quel tenente fu davvero miracolosoe tempestivo: l’ordine venne annullatoe don Giuseppe lasciato libero.Finita la guerra, nel 1948 MonsignorG. Battista Bosio lo porta con sé aChieti, dove rimane per otto anni. È

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questo un periodo importante per don Giuseppe cheha modo di approfondire ed ampliare le proprie co-noscenze.Ritorna in diocesi nel 1956, destinato alla parrocchiadi Nuvolera. Vi trascorre cinque anni, cinque durianni contraddistinti da tensioni e difficoltà.Ed è nel 1964 che arriva come prevosto a Uragod’Oglio.Il signor Antonio, che con don Giuseppe ha condivisoquegli anni, ne parla con un affetto quasi filiale ed i ri-cordi si accavallano mentre insieme guardiamo l’al-bum delle fotografie. Ne esce la figura di un prete dalcarattere forte e battagliero, ma nello stesso tempoumile e attento.Capitava che la sera avesse vivaci discussioni con al-cuni parrocchiani per i più svariati motivi. Ma il matti-no successivo, dopo la messa, invariabilmente li anda-va a cercare ed altrettanto invariabilmente chiedevaloro: “Tela pasada?”. Era il suo modo di fare pace, diriprendere insieme il cammino, di non avere questio-ni in sospeso.La sua casa era sempre aperta, e non solo per consigli!Aveva a cuore soprattutto i giovani, i bisognosi, le ve-dove ed i lavoratori.Don Pietro Lanzanova, suo collaboratore, così lo ri-corda: “Quando lo conobbi nel 1975 subito mi fu evi-dente la sua grande bontà. Sotto una apparente du-rezza don Giuseppe celava un cuore grande, attento,pronto a condividere le gioie e le ansie dei suoi par-rocchiani; un cuore sensibile, amante soprattutto deibambini e dei ragazzi, coi quali volentieri scherzava.In fondo anche lui era rimasto semplice e spontaneocome un bambino. Ciò che maggiormente apprezzaifurono la sua giovialità, la sua schiettezza e il deside-rio di verità. Mai ho trovato in lui doppiezza né ipocri-sia, mali da cui nemmeno il clero è immunizzato.Fu il più possibile coerente con la Parola di Dio, cheannunciava con passione e che, grazie alla sua acutaintelligenza, ben sapeva calare nella realtà sociale.Anche in don Giuseppe ci furono degli aspetti menopositivi, debolezze che ogni comune mortale portacon sé, ma che l’amore cristiano sa capire e dimenti-care. Così l’ho conosciuto e così voglio ricordarlo”.Nel 1979 la salute malferma lo costringe a rinunciarealla parrocchia. Saluta i suoi fedeli, che ancora lo ri-cordano con grande affetto, e torna a Villa Carcina.La cognata, che ora ha 83 anni, mi racconta del suo ri-torno in famiglia e della sua malattia che, più tardi,renderà necessario il ricovero presso il Cenacolo E.Baldo a Gavardo.“Quando la salute peggiorò, continua la cognata, loriportammo a casa e qui morì il 17 aprile del 1983.Venne tanta gente a rendergli omaggio, gente di tuttii ceti, molti sacerdoti e fedeli”.Don Giuseppe Mariotto è sepolto nel cimitero di Vil-la Carcina.

Lassù, una luna quasi piena continua a illuminare lanotte. Le voci dei ragazzi si sono acquietate ed il rin-tocco della campana, sempre più fioco, si perde lungole strade ed i cortili di Urago verso le rive del fiume.

Elia Facchetti

Quando la Democraziarichiede impegno e fatica condivisa

Denso di spunti per una appro-fondita riflessione, un’occa-sione di confronto, di dialo-

go e di critica è stato il Convegno inte-rassociativo promosso da diverse asso-ciazioni ecclesiali, con il patrociniodell’ufficio di Pastorale sociale delladiocesi di Brescia, che si è svolto aPonte di Legno negli ultimi giorni diagosto. All’incontro hanno partecipa-to oltre 100 persone in rappresentanzadelle diverse associazioni cattolicheimpegnate pure sul versante sociale.Il tema centrale, ossia la qualità dellademocrazia, è stato affrontato da qua-lificati relatori, alcuni dei quali sonoimpegnati a livello europeo per la ela-borazione della Costituzione che inte-resserà tutti gli Stati della nuova Unio-ne Europea. Nella nuova Carta do-vranno trovare condivisione il riferi-mento alle radici cristiane dell’Euro-pa, come ai valori etici, per dare pienosignificato e consistenza all’esperienzademocratica.Oggi, di fronte ai principali avveni-menti di portata mondiale, quali la glo-balizzazione, va ripensato il concettodi democrazia che non può essere ba-sato soltanto sui numeri, ma sulla suaqualità. È stata quindi ribadita l’im-portanza di rifondare un’etica su valoricomuni condivisi.Da parte sua il prof. della CattolicaSergio Zaninelli ha affermato che “lademocrazia una volta scelta, va conti-nuamente curata e difesa, altrimentiinaridisce e muore come una piantasenz’acqua. Per questo occorre tenerlaviva e rinnovarla”.Stimolante anche la parte finale dellasua relazione, con la quale ha cercatodi ricostruire il rapporto tra Chiesa edemocrazia, inserendolo in una pro-spettiva storica di analisi dell’evoluzio-ne dell’associazionismo cattolico.Non è mancato il riferimento ai mezzidi informazione, che troppe volte ma-nipolano le notizie per orientare l’opi-nione pubblica verso determinate scel-te; è importante saper ascoltare consenso critico ogni messaggio e fare il

giusto discernimento di valutazione.Porre, inoltre, attenzione alle fonti diinformazione, soprattutto per quantoriguarda gli avvenimenti internaziona-li, collegati allo sviluppo dei popoli equindi dell’umanità.Il Convegno è stato concluso con l’in-tervento del vescovo mons. GiulioSanguineti il quale ha poi presieduto lacelebrazione Eucaristica di domenica31 agosto.“La democrazia esige partecipazione -ha sottolineato il Vescovo - e va tra-dotta nelle possibilità concrete che ab-biamo. E quindi invitiamo a partecipa-re a tutti i livelli in cui la partecipazio-ne è disponibile, non solo a livello dichiesa, ma anche di scuola, lavoro,sindacato, quartiere”.Mons. Sanguineti ha dedicato un pas-saggio del suo intervento al disinteres-se dei cittadini, a quella che ha definito“democrazia passiva”.“Con una minoranza di votanti si ri-schia di decidere per tutti”. Da qui unrichiamo forte alla fatica della parteci-pazione diffusa, vista come “un obbli-go” per il cristiano. In un altro passag-gio ha detto: “In alcuni casi la demo-crazia può passare anche nella vita deicristiani all’interno della Chiesa. Il no-stro essere dei battezzati nel rapportocon altri battezzati è democrazia. Essarichiede fede, coraggio, rischio, fatica;è il coraggio di saper vivere il proprioruolo”.Per mons. Sanguineti è dunque neces-sario fare opinione, ma anche diffon-derla e renderne destinatari pure i gio-vani. “Ho l’impressione che non fac-ciamo tutto il possibile! Forse sbaglia-mo metodo: noi dobbiamo lavorarecon i giovani senza giudicarli”. I giova-ni cercano modelli significativi, cerca-no adulti capaci di mettersi in gioco neivari ambiti della vita quotidiana, ivicompreso quello politico.In conclusione il Vescovo ha auspicatouna nuova stagione politica per i catto-lici, più felice di quella attuale che “misembra più autunnale che primaverile.Per questo l’invito è - tramite voi - atutta la Diocesi a contribuire perché lapianta della libertà si irrobustisca e lademocrazia sia vissuta come un valo-

re”. Non è certo mancato in finale il ri-ferimento ben preciso alle radici dellaVita alle quali il credente deve rimane-re unito. È nell’incontro con Cristo at-traverso la preghiera, la riflessione sul-la Parola, una concezione dell’esisten-za umana maturata con piena libertàdi spirito la capacità di camminare nel-la storia e costruirne un tratto mante-nendo il riferimento a Dio e cercandodi comprendere il Suo progettod’Amore per noi.

a cura di Giuseppe Delfrate

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La pianta della libertà

CONVEGNO INTERASSOCIATIVO

ACLI

AssociazioneCristiana

Lavoratori ItalianiNuova sede in via Rota n.10, all’interno dell’ex Ora-torio Santa Maria.Nella nuova sede, oltre allasala per riunioni, troveran-no spazio la Segreteria, l’uf-ficio del Patronato e il CAFper il servizio fiscale, non-ché le attività ricreative.

Il numero di telefonodell’Associazione rimane

030.7002797mentre quello

del Patronato è030.711880

Nuova riforma delle pensioni:serve un progetto complessivo

Dopo la riforma pensionisticaapprovata dal Parlamentonel 1995, da alcuni mesi si

parla con insistenza di modificare ilsistema pensionistico così come è sta-to definito fino al 2008 dalla riforma“Dini”.Da parte dell’attuale Governo non siritiene possibile, per la nostra econo-mia sociale, attendere fino al 2008 glieffetti della riforma Dini del ’95. Laproposta del ministro Maroni di equi-parare le pensioni per chi lavora pres-so enti pubblici con coloro che hannosvolto la propria attività lavorativapresso aziende private o in forma au-tonoma con iscrizione alle gestionidell’INPS può trovarci abbastanzad’accordo.Per quanto riguarda l’obiettivo di ele-vare l’età pensionabile di vecchiaia at-traverso incentivi che favorirebberocoloro che occupano posti di lavoroben protetti economicamente ed an-che per quanto attiene alla tutela del-la salute, non può essere condivisaperché creerebbe una ulteriore situa-zione di incertezza per tante personeimpossibilitate a continuare a svolge-re proficuamente dei lavori pesanti erischiosi per la loro età.Un discorso più articolato lo si puòfare per le pensioni di anzianità, con i37 anni di contributi, che gradual-mente possono arrivare a 40, stabilen-do però in modo chiaro che, dopoaver raggiunto una determinata an-zianità contributiva, il lavoratore o la-voratrice può andare in pensionequando lo ritiene opportuno, con unaeventuale contrazione dell’importo dipensione da erogare in base all’etàanagrafica e tenendo conto dei lavoriusuranti o di situazioni di crisi azien-dali irreversibili.Ma prima di porre mano alla nuova ri-forma pensionistica, che dovrà co-munque tenere conto della realtà oc-cupazionale attuale e di breve pro-spettiva, che è costituita ancora in bu-ona parte da lavoratori con modesta

scolarizzazione e che hanno iniziatola loro attività lavorativa negli anni’60, va definito un progetto complessi-vo riguardante il lavoro dal quale, poi,discende la pensione.Oggi, infatti, l’incertezza del futuro,ossia l’insicurezza di avere un domanila pensione da parte dell’Ente pubbli-co, “convince” molte persone relati-vamente giovani ad evitare il più pos-sibile il versamento di contributi.Molte imprese, o pseudo imprese, ge-stiscono, anche da noi, una notevolequantità di manodopera senza un rap-porto assicurativo che contempli il re-golare versamento di contributi previ-denziali ed assistenziali. Serve quindiun piano perché qualsiasi attività la-vorativa non occasionale abbia unacopertura assicurativa con il versa-mento nelle casse dell’INPS dei con-tributi necessari per poter continuarea pagare le pensioni nel futuro. Dob-biamo invertire la tendenza in atto,sostenuta dalla filosofia imperante,secondo la quale contributi e tassesono un latrocinio di stato. Bisognadare più sicurezza al cittadino in meri-to al suo futuro, ad un futuro possibileper tutti e non soltanto per chi è av-vantaggiato; ed al tempo stesso serveintervenire con controlli severi versochi vuole evitare, per un immediatoguadagno, di contribuire, in propor-zione al proprio guadagno e reddito, amantenere attivo l’Ente pensionisticoin un processo di rinnovata fiducia edi solidarietà anche generazionale.Oggi il Governo, con i suoi Ministri,deve preoccuparsi di coinvolgere chiha responsabilità sociali ai vari livelliper il recupero di fiducia e per la con-divisione di un progetto di ampio re-spiro, nel quale i privilegi vengonocancellati e i diritti essenziali tutelati;altrimenti ogni riforma restrittiva, de-cisa a colpi di maggioranza per esi-genze di bilancio, sarà disattesa e pro-vocherà una ulteriore divisione fra icittadini e la sfiducia dei giovani inmerito al loro futuro.

Giuseppe Delfrate

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Associazione Pensionati

di Chiari

Dopo le vacanze estive, in coin-cidenza con l’apertura dellascuola, anche quest’anno sia-

mo stati riconfermati nel servizio di as-sistenza sui pulmini per il trasporto de-gli alunni e come “vigili” per la sicurez-za stradale. In ringraziamento per lenumerose attività di volontariato che sisvolgono lungo l’anno, il 20 agostoscorso il Direttivo ha offerto una gitapremio a Verbania, sul lago Maggiore,dove la giornata è trascorsa davveropiacevole, in gioiosa armonia.

Nel mese di settembre la Direzione del-la Pinacoteca Morcelli-Repossi ci ha in-vitato a prestare la nostra opera di vigi-lanza negli orari di apertura della mo-stra dedicata al concittadino GiovanniRepossi, artista ormai apprezzato a li-vello internazionale.

In occasione del Palio 2003 la QuadraZeveto ha programmato una serata dimusica e ballo proprio per noi anziani,offrendo anche un rinfresco in collabo-razione con la ditta Francesco Bosis: ungrazie di cuore a tutti gli organizzatori.

I soggiorni del mese di settembre hannoriscosso un alto gradimento; ora stiamopensando a replicare la gita dello scorsoanno a Montisola, con il giro del lago inbattello (tempo permettendo!), ma an-che la simpatica castagnata, sempre gra-dita ed apprezzata dai soci.Date e modalità saranno comunicatequanto prima.

Ricorderemo, come sempre, i sociiscritti che ci hanno lasciato negli ultimimesi; la messa di suffragio sarà celebra-ta nella chiesetta di San Luigi. È semprenostra cura avvisare i familiari, perché vipossano intervenire.

Il pranzo sociale si svolgerà in data 8 ot-tobre, come di consueto al ristoranteBoschetti di Montichiari, dove ci siamosempre trovati a nostro agio. Le modali-tà di iscrizione sono esposte in bachecae in sede.

Siamo all’inizio del mese di ottobre, de-dicato alla mamma del cielo: ricordan-do che stiamo vivendo l’anno del SantoRosario, invochiamola con devozioneperché ci protegga sempre.Con l’augurio di giornate serene, vi ri-cordo che vi aspettiamo sempre consimpatia in sede con suggerimenti gra-diti per rendere il nostro sodalizio anco-ra migliore.

Per la DirezionePietro Ranghetti

Riforma delle pensioni

ACLI

Carissimi “fedeli” della Curaziadi San Bernardino,sono tornato, dopo otto anni,

in mezzo a Voi. Ho lasciato una Co-munità “viva” che ho “amato e cura-to” ed ora sono qui per voi. È mio de-siderio mettermi totalmente a vostradisposizione con semplicità. Soprat-tutto entrare con discrezione nelle vo-stre famiglie per condividere le gioie ei momenti difficili della vita quotidia-na, per stare vicino ai malati e alle per-sone anziane, aiutato dalla presenzasolerte di don Piero, per incoraggiare,insieme con don Mino, i genitori nellafatica, ma anche nella gioia di educarecristianamente i figli, per preparare esostenere i giovani che si avviano ascoprire e a “vivere” il dono dell’amo-re, per accogliere la gioia del dono del-la vita e percorrere con i genitori ilcammino di fede dei loro figlioli.Non abbiate paura di disturbare...Rivolgo un saluto cordiale al nostroParroco, Mons. Rosario, e lo ringrazioper la fraterna accoglienza, al SindacoMino Facchetti e a tutta l’Amministra-zione Comunale, ai Sacerdoti dellaParrocchia, al Direttore della Comuni-tà Salesiana, ai Collaboratori don Pie-ro e don Mino, ai confratelli impegnatinella scuola e sempre disponibili al Mi-nistero Sacerdotale, alle Suore, alle fa-miglie tutte, e un saluto speciale aimolti della comunità Clarense che giàconosco.I vostri “volti” non li ho dimenticati...spero di potervi incontrare presto perpotervi manifestare la mia trepidazio-ne ed anche la mia gioia di essere travoi per scoprire insieme che ogni gior-no “Dio ci ama”.Aiutatemi a servirvi.Forza del nostro cammino sarà soprat-tutto l’Ascolto e l’approfondimentodella Parola di Dio, accostata con cuo-re “umile semplice”.L’invito è rivolto a tutti coloro che lodesiderano, ma desidererei soprattut-to “camminare” con i giovani, con i fi-danzati, con le coppie giovani.È questa la strada più sicura “per co-noscersi” e per aprirsi alla vita con piùserenità.Solitudine, tensioni, perdita di valori e

di senso della vita… trovano nella Pa-rola di Dio una risposta concreta perpoterci rinnovare.La Parola di Dio, l’Eucaristia della do-menica, la devozione alla Madonna ac-compagnino il nostro cammino comu-nitario. Maria Ausiliatrice e Don Bo-sco ci benedicano.Con affetto

don Gianni Pozzi

Chiari, 12 settembre 2003

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Don Gianni Pozzinuovo "Curato"

della Rettoria di San Bernardino

Mo.I.Ca informa

È ormai ripresa in pieno lanostra attività, anche se uf-ficialmente non è stato an-

cora inaugurato il nuovo anno so-ciale. Ciò dovrebbe avvenire allafine di questo mese di ottobre, allapresenza della nostra presidentenazionale Tina Leonzi, la quale ap-profitterà dell’occasione per rela-zionare sul meeting internazionaledi Roma. A questo incontro parte-ciperanno anche alcune amiche delMo.I.Ca di Chiari.

Il tema di lavoro di quest’anno è Laprevenzione come stile di vita equesto sarà l’argomento di base del-le nostre relazioni di programma,intendendosi trattare di cura pre-ventiva della nostra salute e di stiledi vita basato sulla moderazione.

Intanto, da una quindicina di giorni,è iniziato, nella Palestra Turla, il no-stro corso di ginnastica dolce, di cuiabbiamo sentito la mancanza du-rante la pausa estiva.

Va ricordato che la nostra sede diVia Rota, 8 è aperta ogni giovedìdalle 14.00 alle 16.00 e che la re-sponsabile è sempre a disposizioneper informazioni e proposte (tel.030 7000 662).Arrivederci!

Ida Ambrosiani

Puoi trovareogni domenica

in fondoalla

Chiesail settimanaledella Diocesi

La Vocedel

popolo

Quest’anno, in occasione del25° della morte e del 40° del-l’elezione a Papa, si moltipli-

cano le manifestazioni in memoria diPaolo VI, specie nei luoghi legati allasua vita. Fra questi va messo Chiari -San Bernardino fra i più significativi.A ricordarlo è collocata una lapide difianco all’ingresso dell’antico conven-to, benedetta dal Rettore Maggioredei Salesiani Don Egidio Viganò, inoccasione del 60° dell’Opera Salesiana(1 febbraio 1987). Riporta un inter-vento dello stesso Paolo VI il 1° otto-bre 1973 che, ricevendo gli abati Be-nedettini riuniti per un convegno, at-tribuisce all’esperienza fatta a SanBernardino il sorgere nella sua animadei «primi desideri di una vita consa-crata al servizio del Signore».Lo aveva confessato a Mons. Lallierarcivescovo di Marsiglia, città da cuierano stati espulsi i Padri Benedettinidell’abbazia “Santa Maria Maddale-na” che avevano trovato rifugio a SanBernardino ad opera dei fratelli Men-na, ricevendolo in udienza il 4 marzo1964: «C’était le temps de ma jeunes-se. Je pensais au sacerdoce et je m’ypréparais. J’ai beaucoup connu DomGauthey, l’abbé de cette époque. Etsurtout, j’ai longuement prié avec lesmoines. Je me revois, seul avec eux, lesoir, pendant le chant des complies. Ilsont marqué mon âme» (Era il tempodella mia giovinezza. Ho conosciutobene dom Gauthey, abate dell’epoca. Esoprattutto ho pregato lungamente con imonaci. Mi rivedo, solo con essi, la sera,durante il canto di compieta. Essi hanno

marcato la mia anima). Così ai PadriBenedettini di Praglia: «Io ebbi la for-tuna di andare qualche volta, ed ero ilsolo fedele presente, ma io vi dico cheriportavo un senso di estasi per la ma-niera come celebravano. … Questaimpressione che la preghiera fatta, di-rei, da nessuno, ascoltata e condivisase non da quelli stessi che la proferiva-no e il cielo, cui era rivolta, fu scolpitanella mia anima ancora molto giovani-le e rimase uno dei motivi per cui fucaro dare la mia vita al servizio del Si-gnore…».A leggere la lapide sembra che la fre-quentazione dei Padri Benedettini daparte del giovane Giovanni BattistaMontini sia limitata al 1913. In taleanno, e precisamente nel mese di lu-glio, Montini rimase a Chiari per so-stenere gli esami da privatista al regioginnasio “Morcelli”. Era abituale ospi-te dei fratelli Menna, Mons. Domeni-co e Teresa, amici di famiglia. Data lasua complessione fisica fragile, egliaveva bisogno di ambienti salubri, diaria buona, di verde. Perciò eranoprovvidenziali gli inviti di casa Menna.Il futuro vescovo di Mantova lo porta-va in carrozza a visitare le sue tenute etalora a caccia. La sorella lo trattavacome un figlio. Stando alla testimo-nianza di Giovanni Caratti, autista deiMenna, ogni tanto monsignore lomandava a Brescia a prelevare il giova-ne Montini per portarlo a Chiari. Nerimane traccia nella sua corrisponden-za. È del 28 settembre 1918 la cartolinapostale, datata da Chiari, con cui rin-grazia la nonna e le zie per gli auguri in

occasione del suo compleanno. In essaegli gioca verbalmente sul nome diChiari. Porta la data di Chiari 17 set-tembre 1919 una sua lettera al P. PaoloCaresana, oratoriano della Pace, suoconfessore. Quasi sicuramente il 19settembre 1919 si trovava in ritiro spi-rituale presso i Padri Benedettini inpreparazione immediata alla vestizio-ne clericale, come si può arguire da unsuo taccuino autografo.La “Chronique” dei Padri Benedettinisotto la data del 20 aprile 1920 registrala presenza del Montini, «un de nosbons amis» ai vespri. L’abate Gautheyricorda la sua presenza come diacono.Nella foresteria del convento benedet-tino c’era sempre posto per lui, che viaccompagnava talora anche suo padre.Il fratello Antonio Daumas, che diri-geva a San Bernardino i ragazzi canto-ri, raccontava di aver dovuto rifiutarela domanda di Giovanni Battista difarne parte per la sua taglia troppo altarispetto agli altri. A Dom Denys Buen-ner, cerimoniere e bibliotecario, suooccasionale confessore, il diaconoMontini dà l’incarico di procurargli leimmagini per la Prima Messa e, ringra-ziandolo degli auguri mandatigli pertale occasione, lo prega di segnalargliun testo per le funzioni liturgiche.A Dom Paul Chauvin, una volta aRoma, Montini manda dei francobolli,sapendolo un patito filatelico. Ancheda questi brevi cenni risulta chiara-mente che il giovane “Battistino” eradi famiglia con i Padri Benedettini aSan Bernardino. A conferma, nel “No-tiziario dell’Istituto Paolo VI” n. 9 vie-ne riportata la sua corrispondenza conessi, che continuerà da prelato, da ve-scovo e da Papa.La significatività di San Bernardinonella vita di Paolo VI è dovuta, però,soprattutto alla sua maturazione voca-zionale. Una volta concluso il ginna-sio, Giovanni Battista avrebbe dovutofare la scelta fondamentale della suavita. Già pensava al sacerdozio. Sorge-va ora il problema: Benedettino o dio-cesano?Così ne parlano i Padri Benedettini:«Conquistato dall’atmosfera del chio-stro, Giovanni Battista Montini, in ri-cerca della sua vocazione e portatodall’entusiasmo dell’età, sognò di en-trare in comunità. Ma quelli dei mona-ci, cui aprì il cuore a questo riguardo,lo dissuasero, sia tenendo conto dellasua cattiva salute, sia per aver trovatoin lui un temperamento attivo. Si trat-

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Per ricordare Giovanni Battista Montini

tava dell’abate Dom Cristoforo Gaut-hey, con cui il giovane era entrato subi-to in confidenza, e Dom Denys Buen-ner, uno dei padri incaricati dell’ospi-talità, che fu confessore del giovane».Ed è proprio nel 1913 che egli decidedi farsi prete diocesano, stando alle te-stimonianze del fratello Lodovico.

don Felice Rizzini

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ANNO PASTORALE 2003 - 2004

Parti con noi di Samber!

Al Centro Giovanile di San Bernardino è al via la nuova programma-zione, con l’apertura dell’anno pastorale e le numerose attività incantiere. L’idea-guida di formazione catechistica 2003-2004 ripropo-

ne l’impegno della santità come “misura alta di vita cristiana ordinaria”, dalpasso dell’enciclica Novo Millennio Ineunte. Questa indicazione educati-vo-pastorale viene ad inserirsi nel 50° anniversario di canonizzazione di Do-menico Savio, il “capolavoro” dei ragazzi di don Bosco, adolescente dal cor-po debole ma dall’anima tesa a rendersi protagonista dell’apostolato tra i gio-vani, proclamato Santo il 12 giugno 1954 dal Papa Pio XII.La formula della santità regalata da don Bosco a Domenico Savio riesce a con-densare il desiderio di “diventare santo”, perseguito dal fanciullo con insisten-te risolutezza. Non si tratta di un atto eroico o di un’impresa fuori dell’ordina-rio, appannaggio esclusivo di pochi eletti: intervenire con allegria, responsabi-lità personale e spirito di servizio nella vita quotidiana traduce in parole sem-plici una ricetta valevole per chiunque voglia imprimere una meta significati-va al proprio vissuto ordinario perché, secondo l’insegnamento di don Bosco,“è volontà di Dio che ci facciamo tutti santi”.Nel corso di quest’anno pastorale si ricorda il 40° di Pontificato di Paolo VInel 25° della sua scomparsa: è significativo il riferimento, caro al ponteficebresciano, della missionarietà della Chiesa che trae dal coraggio dell’evange-lizzazione la spinta per interpretare la complessità del presente ed è in gradodi porre le premesse per il domani (Evangelii Nuntiandi, 1975).Questa impronta missionaria, calata nella nostra realtà clarense, vede prota-gonista l’Oratorio nella passione educativa di annuncio del Vangelo e trasmis-sione dei contenuti di Fede, in un luogo ideale per la crescita delle nuove ge-nerazioni. La trama di attività del Centro Giovanile si articola nei differentimomenti di animazione e formazione, secondo le tradizionali scadenze del ca-lendario liturgico. Particolare attenzione viene riservata ai gruppi di impegnoche, nei vari settori dell’associazionismo sportivo e ricreativo, rendonopartecipata la pastorale dei giovani e degli adulti a Samber.Quest’anno, agli itinerari consolidati si aggiungono nuove proposte tra le qua-li segnaliamo in particolare gli incontri per giovani e adulti di Scuola della Pa-rola, con tappe pastorali di Lectio divina, ogni martedì alle ore 20.30, condottedal Curato, don Gianni Pozzi.Continua l’animazione del Group’s Life per ragazzi dalla prima alla quarta su-periore mentre sono in partenza il Laboratorio di Teatro, Spazio Danza e il cor-so di chitarra e pianoforte, con possibilità di iscrizione per ragazzi e adulti.In ambito sportivo, prendono il via i corsi di pallavolo femminile e basket ma-schile under 14 e pallamano per ragazzi di scuola elementare.Riprende il calendario della scuola di calcio PGS Samber ’84, ogni lunedì e ve-nerdì alle ore 16.30 e le attività per Pulcini di 4ª e 5ª elementare, Giovanissimi(medie), Cadetti (superiori) e Dilettanti - calcio maschile e femminile.In questa fase di esordio dell’anno pastorale, i nuclei familiari che gravitano intor-no al Centro Giovanile di San Bernardino si pongono come soggetti partecipi sul

fronte della formazione cristiana giova-nile, secondo una corresponsabilità pa-storale coltivata tra chiesa e cortile, nellostile di don Bosco.L’Incaricato per la Pastorale Giovani-le di Samber, don Mino, punta con ilnuovo calendario di iniziative alla fa-miglia come chiesa domestica e pre-ziosa risorsa educativa, per dare spes-sore alle relazioni della comunità ora-toriana, nel tessuto della Parrocchiaclarense.

Rosanna Agostini

FamigliaCristiana

fa benealla mente

e allo spiritoLa trovi ogni mercoledì

e ogni domenicain fondo alla tua Chiesa

Il nuovo anno scolastico per laScuola Elementare Paritaria diSan Bernardino vede, per il terzo

anno di attività, l’apertura del secondociclo didattico, con le due classi di ter-za, che si aggiungono alle quattro diprima e seconda, per una popolazionestudentesca complessiva di 111 allievi.Già operative sono alcune innovazionipreviste dalla legge Moratti, a partiredall’introduzione dell’insegnante pre-valente, in grado di assicurare, nel ruo-lo di coordinatore-tutor, un accompa-gnamento personalizzato nell’acquisi-zione delle competenze didattiche chemirano alla crescita personale di ogniallievo, integrata dalla comunicazionecon coetanei e adulti, nell’equilibriodell’ambiente scolastico. La program-mazione, elaborata dagli insegnantidelle classi parallele, si prefigge di defi-nire piani di lavoro che tengano contodelle indicazioni ministeriali rapporta-te alle risorse degli studenti, facendo ri-corso ad un criterio di progettualitàflessibile che privilegia i processi di ap-prendimento piuttosto che i traguardi,nella continuità di un sistema educativofondato principalmente sui metodi ol-tre che sui contenuti.In particolare, si promuove l’alfabetiz-zazione strumentale - cioè l’insegna-mento della lettura e della scrittura -con il metodo simultaneo mentre, inambito logico-matematico, si dà spa-zio alla narrazione di favole - ad esem-pio nella rappresentazione dell’aspet-to cardinale dei numeri - per condurrei bambini ad appassionarsi allediscipline per tradizione più rigorose.Ogni scelta educativa e didattica, se-condo la tradizione salesiana integratadal supporto delle Figlie di Maria Au-siliatrice, identifica il contesto dei va-lori cristiani come nucleo fondante nelquale i bambini e le bambine, i ragazzie le ragazze, sono riconosciuti comeprotagonisti dell’arricchimento cultu-rale offerto e vengono orientati a mi-surarsi con le proprie potenzialità nel-la realtà che li circonda, perconseguire una maturazione globaledella persona in crescita.Nel tempo prolungato settimanale - dalunedì a venerdì- trova adeguata collo-

cazione, accanto alla didattica currico-lare, un ventaglio di attività integrativeche comprendono la pratica sportiva,l’Informatica, il Laboratorio di Teatro,previsto fin dalla prima elementare,mentre continua per ogni classel’insegnamento della lingua inglese.Essenziale per l’attuazione del proget-to formativo è il contatto con le fami-glie degli allievi, che si manifesta nellacondivisione della responsabilità edu-cativa, attraverso un dialogo stretto epartecipato, utile a superare le even-tuali difficoltà per elaborare, in unospirito di collaborazione e di fiduciareciproca, strategie educative miratenella valutazione di obiettivi e risultati.In calendario, con scadenza periodica,vengono focalizzate l’attenzione e lapartecipazione familiare su specificitraguardi per verificare, nella progres-sione dell’apprendimento, la matura-zione complessiva di ogni allievo: si dàspazio non solo al conseguimento del-le competenze di ordine didattico, maal raggiungimento dell’autonomia in-dividuale e al delinearsi dell’identitàsoggettiva, per integrare la capacità diascolto e di accoglienza con la socializ-zazione e la cooperazione, nel rispettodelle regole necessarie al vivere comu-ne in classe, nel gioco e in mensa. Lerelazioni vengono attuate in un climaautenticamente familiare e di confron-

to sereno, ingredienti indispensabiliper affrontare un impegno educativoqualitativamente valido che ritiene gliallievi non passivi destinatari dicontenuti didattici, ma soggetti attiviin grado di maturare esperienze daelaborare, nelle forme adatte allediverse età.La formazione scolastica del periodoelementare si profila come il tempo mi-gliore per imparare ad imparare, comeripete Suor Paola Tobia, insegnante diReligione della Scuola Elementare diSan Bernardino che ci lascia questi“appunti di viaggio” nella fase di avviodel nuovo calendario scolastico.

RA

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Scuola formato famiglia

SAN BERNARDINO

Gli allievi delle elementari - Dicembre 2002

Alcolisti Anonimi

e Al-ANON

di Chiari

La sede è situata pressol’Oratorio Centro

Giovanile 2000in via Tagliata, Chiari (BS).

Per informazioniA. A.: Giuliana e Giordano

tel. 030/7101166

Al-ANON: Angelatel. 030/7009866

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2° Memorial

“Andrea Cropelli”

Anche quest’estate, per la seconda vol-ta consecutiva, si è svolto a San Ber-nardino il torneo di calcio estivo de-

dicato alla memoria di Andrea Cropelli. Il tor-neo, interamente organizzato dagli “Amici diAndrea”, si è tenuto dall’8 giugno al 20 luglioe si è inserito nell’attività estiva dell’oratoriosalesiano. In gara c’erano 16 squadre, divise inquattro gironi, che si sono sfidate ed eliminatefino a decidere la classifica finale, che ha vistotrionfare la squadra “Parladori”, che ha battu-to ai rigori la “Ilse Srl”, seconda classificata; laterza posizione è stata guadagnata da “BarDolce & Amaro”, seguita da “Italia Lavori”. Iltitolo di capocannoniere è andato a LuigiAllegrini, quello di miglior portiere a Piantonie quello di miglior giocatore a Paolo Vertua.Oltre ad occuparci dell’attività puramente or-ganizzativa del torneo, noi ragazzi coinvoltiabbiamo gestito durante tutta la sua durata ilpiccolo bar nel cortile dell’oratorio, offrendo atutti i presenti, oltre a bibite e gelati, un servi-zio di cucina, di panini con affettati e salamine,grigliate miste, patatine fritte e le torte prepa-rate dalle gentilissime mamme. Da parte no-stra, possiamo dire di esserci impegnati moltoe di esserci anche molto divertiti. Non sonomancati problemi e disguidi tecnici, ma con lanostra buona volontà e la pazienza di tutti i no-stri ospiti abbiamo superato anche quelli.È chiaro, non abbiamo mai perso di vista il no-stro punto di partenza: ricordare Andrea. E an-che se tra noi alcuni nemmeno lo conoscevano,tutti gli sforzi, le delusioni e soprattutto i suc-cessi li abbiamo dedicati a lui e a tutti i ragazzi ele ragazze che, come lui, non ci sono più.Vogliamo ringraziare tutte le persone senzacui il torneo non sarebbe stato possibile: i no-stri sponsor (CEB, Archetti, Zerbimec, Fit-ness & Co., Liguria Assicurazioni, AziendaAgricola Lorini, Pizzeria Rostella, Eurograp-hic), gli arbitri, i salesiani che ci hanno ospita-to, tutti coloro che in qualsiasi modo ci hannoaiutato, tutti i giocatori e anche quelli che sem-plicemente sono venuti a fare il tifo!

… E arrivederci alla prossima estate!Gli amici di Andrea

PICCOLA ACCADEMIA DI MUSICA

Ho sempre creduto che la musica potesse cambiare radical-mente le persone per mille motivi… e quando mi rivolgo aimiei 53 bambini del piccolo coro dico loro che sono speciali,

perché oggi è difficile credere che un bambino possa tener fede adimpegni, con sacrificio, perseveranza, determinazione, per raggiun-gere obiettivi grandi ed ambiziosi, attraverso la musica. Si abituanoalla puntualità, all’attenzione, all’impegno, a rinunciare ai cartonianimati o a momenti di gioco, per imparare ad essere persone nuove,persone migliori domani. Senza contare che quando il mondo dei su-oni entra nei tuoi sentimenti fino a toccarti il cuore, ti senti libero, rie-sci a cogliere le sfumature più belle di ogni cosa, a godere intensa-mente delle meraviglie della terra.Dopo l’incisione della favola musicale Il giardino del gigante, il 2002 èstato senza dubbio l’anno più impegnativo: l’inevitabile ed ecceziona-le ricambio delle voci, giustificato senza dubbio dalla fatica sostenuta,dall’impegno richiesto costantemente, mi ha in un certo modo messaalla prova. Come maestra del coro, in alcuni momenti ho pensato dinon farcela, ma, fatto appello a tutta l’esperienza accumulata in questi23 anni, la difficile prova è stata superata. Gli impegni che ci hanno at-teso nei primi mesi del 2003 al Teatro Sociale di Brescia, a Rezzato e aSan Bernardino, infatti, hanno confermato la buona tenuta delle vocie il soddisfacente livello qualitativo del coro. L’impostazione che si èvoluta dare, inoltre, nell’inserimento di voci nuove mediante selezio-ne, ha dato buoni frutti facendo affluire all’interno del coro pochevoci, ma intonate. Ecco perché anche per quest’anno verrà ripropostala stessa modalità per il reclutamento di nuovi bambini. Inoltre, a par-tire da ottobre, ai bambini del coro che lo richiederanno verrà offertal’opportunità di ampliare le loro competenze musicali attraverso lostudio di uno strumento.Colgo l’occasione per ringraziare tutti i papà e le mamme che lavora-no a fianco dei due maestri, negli allestimenti dei concerti, nell’orga-nizzazione generale. Ai genitori dei bambini un grazie grande per avercreduto nell’efficacia educativa della musica e del canto nella crescitadei propri bambini.

Per il coro Nuova Armonia si avvicina la trasferta in Belgio nella primasettimana di ottobre, che vedrà le ragazze impegnate in una RassegnaInternazionale organizzata a Gent, con la presenza di corali prove-nienti dalla Grecia, dalla Polonia, dal Belgio (che ospita appunto lamanifestazione) e dall’Italia, rappresentata da un gruppo di Catania edal nostro coro Nuova Armonia. Questa rassegna è organizzata dallaComunità Salesiana di Gent che festeggia il centenario della presenzaSalesiana nella stessa Città.Alle ragazze del coro Nuova Armonia l’augurio di continuare nell’im-pegno per il prossimo lavoro che ci attende (l’incisione del CD in pri-mavera) sempre con allegria e serenità, qualità che, soprattutto inquesti ultimi anni, ci hanno fatto star bene insieme.

Roberta Massetti

Il 7 luglio 2003 è morto in una cli-nica di Berirut, dopo una lungamalattia, il leader dei cattolici cal-

dei iracheni Raphael 1° Bidawid, a 81anni di età, dal 1989 patriarca di Babi-lonia dei Caldei (Baghdad). «Il titoloaulico di “Sua Beatitudine” si addice-va alla sua figura solenne, benedicen-te, comunicativa. Senza mai confon-dere religione e politica, egli metteval’accento sulla tolleranza in Iraq versoi cattolici, che in altri Stati islamici nonè conosciuta».

4 settembre 2003. Anche quest’anno isalesiani ce l’hanno fatta ad organizza-re l’estate ragazzi in Iraq, e questa vol-ta è proprio il caso di dire grazie a Dio.È già dal 1988 che i salesiani del MedioOriente organizzano una magnificaestate ragazzi per i giovani irakeni, bi-sognosi di ogni cosa e stremati negli ul-timi vent’anni da due guerre e da unimpietoso embargo internazionale.L’attività è durata un mese e si è svoltaa Moussoul-Ninive, nella parrocchiacaldea di Santa Maria del Soccorso(Ausiliatrice). Tutto è andato nel mi-gliore dei modi, tranne il viaggio di an-data da Amman a Baghdad dei quattrosalesiani interessati. L’ispettore delMedio Oriente don Gianmaria Gian-nazza insieme ai confratelli è stato as-salito lo scorso 27 giugno “da tre ban-diti armati di pistole, rivoltelle e mitra-

gliette”, come racconta ad ANS. «Ner-vosamente ci hanno puntato le armicontro, chiedendo tutto il denaro cheavevamo. Pensando al famoso detto“O la borsa o la vita” ho estratto i soldiche la Divina Provvidenza nella sua ge-nerosità mi aveva fatto arrivare peraiutare i poveri. Passato il primo spa-vento, abbiamo recitato il santo rosa-rio, in ringraziamento a Maria peraverci salvato la vita, e abbiamo prega-to per i predoni della strada, seguendol’insegnamento del Signore». Aggiun-ge poi don Giannazza: «Potevamo la-sciarci la vita, potevamo essere estro-messi dal pulmino con tutti i suoi beni,e costringerci a rimanere a piedi a cir-ca 150-200 km sulla via che conduce aBaghdad. Grazie a Dio è andatabene».8 Settembre 2003. Fra i trenta giovaninovizi che nella festa della Madonnahanno iniziato il loro anno di prova peressere ammessi alla CongregazioneSalesiana figura anche un giovane ira-cheno proveniente da Bagdhad.Il Rettor Maggiore ha già destinatoalla nuova fondazione salesiana a Bag-hdad tre Confratelli, che stanno prepa-randosi a tale missione nello studiodella lingua araba. Fra questi anche ilbrianzolo Don Maurizio Spreaficodella nostra Ispettoria.

A.N.S.

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Dall’Iraq

SALESIANI

Grest a Bagdad - 2002

Mondo

femminile

Fammi la carità!

Mentre attraversava la piaz-za del mercato per par-cheggiare la sua biciclet-

ta, Mariella notò una donna, sedutaper terra, appoggiata proprio al por-tale della Chiesa.Poi, mentre saliva i gradini per en-trare, vide che si trattava di una per-sona molto giovane, vestita normal-mente e ben pettinata, la quale lestese davanti la mano dicendo:“Fammi la carità per favore!”.Mariella rimase perplessa per un at-timo, poi le rispose: “Vedremoquando esco…”. Durante la Messapensava a quella ragazza sul sagratoe le sembrava un fatto inverosimile.Lasciò che uscissero quasi tutti, poile si accostò: “Tu chiedi l’elemosina- osservò - ma perché lo fai? Doveabiti? Non hai i genitori? Perchédevi startene qui per terra in questomodo?”.La ragazza si alzò in piedi; era alta emolto carina. Ebbe un moto d’im-pazienza, poi spiegò che abitava inun altro paese e che aveva bisognodi soldi, prima di tutto per mangia-re, poi perché desiderava raggiun-gere il suo ragazzo che era in Fran-cia per lavoro. Aveva avuto unoscontro con suo padre e per questose ne era andata di casa. Mariellascosse il capo, dicendo che l’orgo-glio è un cattivo consigliere, quindila invitò a seguirla a casa sua, dove -spiegò - quel giorno era sola eavrebbero pranzato insieme. Ripre-se la sua bicicletta e camminaronoinsieme verso l’abitazione di Ma-riella. Faceva caldo e preferironomangiare fuori, in giardino, e la ra-gazza era tranquilla e visibilmentecontenta.Dopo pranzo, Mariella le disse:“Riposati un po’ mentre sistemo ipiatti, poi parleremo e vedremo in-sieme il da farsi”.Però, quando ritornò in giardinodopo circa un quarto d’ora, la ragaz-za se n’era andata, portandosi via labicicletta di Mariella.

Ida Ambrosiani

La consulta per la pace , la giustiziae la solidarietà della città di Chiari

Èstata istituita la Consulta perla pace, la giustizia e la solida-rietà della Città di Chiari. Fi-

nalmente, mi vien da dire! Sì, final-mente, perché una Città come Chiari,sensibile ai temi della pace, della giu-stizia e dei diritti dell’uomo, già datempo avrebbe dovuto dotarsi di unorganismo di questo genere, coordi-natore e promotore di iniziative fina-lizzate a creare una solida cultura dipace.L’opportunità per metterci in movi-mento in questa direzione è stata of-ferta, il nove febbraio di quest’anno,dal Consiglio Comunale aperto sultema della pace. In quella sede è statafatta la proposta di istituire la Consul-ta partendo soprattutto dalla conside-razione che molti giovani, che ovvia-mente hanno i valori trasmessi lorodalla società degli adulti, non si scan-dalizzano per niente che nel mondo il20% dei più ricchi consumi l’80% dellerisorse, anzi ritengono che dobbiamodifendere a tutti i costi questo nostrobenessere, perché ce lo siamo creatocon grandi sacrifici. Inoltre in occasio-ne del grande dibattito sull’imminenteinvasione dell’Iraq, diversi giovani enon giovani ritenevano pienamente le-gittimo un eventuale attacco, perché…bisogna pur difendersi dal terrorismoe da chi ci minaccia con armi didistruzione di massa.Tutto questo, unito ad un atteggia-mento di totale indifferenza su ciò cheaccade nel mondo da parte di molti al-tri, giovani e non giovani, ha reso ur-gente l’istituzione di una Consulta chepromuova a livello cittadino la culturadella pace, della giustizia e dellasolidarietà.Un gruppo di persone appartenentiall’Amministrazione Comunale, almondo della scuola, ad associazioni egruppi diversi ha elaborato tra marzo emaggio un manifesto che contiene iprincipi a cui si ispira la Consulta, euna serie di norme per il suo funziona-mento. A questo manifesto ha aderitonella seduta del 29/05/2003 anche il

Consiglio Comunale, dimostrando dicondividere totalmente i principi ispi-ratori della Consulta. Nella riunione dimartedì 9 settembre la Consulta è sta-ta ufficialmente costituita con l’adesio-ne di 22 realtà tra associazioni, scuole,gruppi, istituzioni che operano in cam-po educativo e sociale. Alcuni gruppi,pur essendo presenti all’assemblea,hanno chiesto qualche giorno in piùper poter valutare e decidere al lorointerno l’adesione alla Consulta, cheavverrà in un secondo momento.Bene, adesso che c’è, cosa si propone ecome funzionerà questo nuovo organi-smo? Prima di tutto vuole essere pro-motore della cultura della pace, dellagiustizia e della solidarietà attraversoattività di sensibilizzazione, di educa-zione, di studio e di proposta politicasu questi temi. Questo obiettivo lo sivuole raggiungere attraverso il con-fronto e la collaborazione tra associa-zioni, gruppi, enti che operano nel no-stro territorio e fuori del nostro terri-torio e attraverso un dialogo e un con-fronto costante e continuo con le isti-tuzioni, in modo particolare la scuola,l’amministrazione comunale eprovinciale e anche quelle più in alto.La Consulta si propone anche di pren-dere posizione di fronte a situazioni incui i valori della pace, della giustizia edella solidarietà sono negati.La Consulta è strutturata in diversi or-gani: l’assemblea, il coordinatore, ilgruppo di coordinamento. L’assem-blea si riunisce due volte l’anno e nefanno parte l’Amministrazione Comu-nale, tramite un rappresentante nomi-nato dal Sindaco, e il Consiglio Comu-nale, con due suoi rappresentanti; nefanno parte inoltre le istituzioni, glienti, le associazioni e i gruppi che sot-toscrivono il manifesto. L’assembleaindividua le modalità e le forme perattuare le finalità della Consulta.Il coordinatore e il gruppo di coordina-mento provvedono alla realizzazioneconcreta delle iniziative programmate.Nella riunione di martedì 9 settembreè stato proposto di inaugurare le attivi-tà della Consulta in occasione del con-certo di S. Cecilia a metà novembre,presentando in quel contesto questo

nuovo organismo alla popolazione.Si è inoltre proposto di organizzare lapartecipazione alla marcia della paceda Perugia ad Assisi del 12 ottobre esoprattutto di farne conoscere icontenuti e le finalità.Sono state fatte altre numerose propo-ste, che vanno da un incontro con DonCiotti o con don Benzi sul tema dei di-ritti dell’uomo, all’organizzazione aChiari della Fiera Nazionale del Com-mercio Equo e Solidale, ad un foglio diinformazione alternativa su tutto ciòche i giornali e la televisione non ci di-cono, all’utilizzo del sito internet delComune per diffondere maggiormen-te questa informazione, a percorsi for-mativi e di approfondimento su tema-tiche inerenti i diritti dell’uomo e lagestione non violenta dei conflitti, adun ciclo di film.Le proposte sono diverse, la volontà diportarle avanti da parte dei membridel gruppo di coordinamento c’è, l’am-ministrazione comunale ha dato pienadisponibilità per quanto riguarda lasua collaborazione nella realizzazionedelle iniziative e l’uso di uffici,apparecchiature e locali per i variincontri.Non resta che augurare buon lavoro atutti quanti collaborano al buon fun-zionamento di questo importante nuo-vo organismo.

Primo Gandossi

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Per metterci in movimento

CONSULTA PER LA PACE

Sala della Giunta comunaledipinta da Giovanni Repossi

Particolare

Ed eccoci qui, un anno tra-scorso insieme è passato allavelocità della luce... Quanti

volti hai incontrato Agata, quanterelazioni, quanti giochi, quanti sorri-si hai saputo donare e hai ricevuto!Tante parole sarebbero da direquando ci si saluta, ma come al solitol’emozione non permette di dire tut-to e come si vorrebbe! Quindi, arri-vederci Agata, sappi che in questacomunità dove hai lasciato un segnogrande e una testimonianza che valepiù di mille discorsi c’è sempre postoper te, e ogni volta che decidi di tor-nare... questa è anche la tua casa.

La Comunità educativadel Centro Giovanile 2000

Buon giorno Chiari!Mi chiamo Agata e sto per terminareun bellissimo anno di servizio di vo-lontariato europeo presso il CentroGiovanile 2000. Per raccontare tuttoe per esprimere la mia gioia di tra-scorrere qui quest’anno avrei biso-gno di tanto tempo, perché sono sta-ta veramente fortunata ad avere lapossibilità di venire nella vostra co-munità, di lavorare con voi, di incon-trarvi e conoscervi. Ho avuto davve-ro tante possibilità per conoscervi: iragazzi nel Fuori Orario, insiemegiorno dopo giorno; i giovani neicampi scuola dove nei diversi mo-menti nonostante la stanchezza, ilcoraggio, la paura ho potuto scoprireil carattere dei giovani. È stato diver-so invece con i ragazzi con i quali hopreparato il mese della pace. Mi stu-piva il loro entusiasmo e la voglia didedicare il loro tempo (tanto tem-po!) per fare qualcosa per gli altri. Èstato bello lavorare con le personegiovani che già hanno grandi idee egrandi sogni che desiderano realiz-zare. Un’altra cosa che mi rimarrànella memoria sono le esperienze delGrest e del minigrest, cose nuove esconosciute per me. Come è grandela soddisfazione nel lavoro quandopuoi contare sull’aiuto degli altri gio-

vani animatori, quando si vede l’inte-ressamento dei genitori e la vogliadei ragazzi di partecipare. Sono statetre settimane durante le quali ognigiorno ci aspettavano diverse avven-ture: cammino sulla neve, nuotarenel mare e gara degli aquiloni che in-sieme abbiamo costruito, le gite conle biciclette, i tuffi in piscina. ma an-che i momenti di riflessione e di di-scussione. Tutto questo, sono con-vinta che sia stata una grande avven-tura sia per i ragazzi che per me. Ma

la mia permanenza al CG2000 ha si-gnificato anche i progetti nella scuo-la, il sabato pomeriggio con i lupettidegli Scout, il corso di lingua, i turnial Dreambar. In tutti questi momentiè stato bello avere davanti a me l’e-sempio delle persone che con il loroentusiasmo e la voglia di lavorarehanno confermato in me la mia scel-ta di essere volontaria e di dedicareme stessa agli altri. Per me quest’an-no a Chiari non è stato solo pieno dibelle esperienze ma soprattutto dibelle persone! Questo è il ricordoche avrò di Chiari e in questo modovoglio pensare e raccontare dei cla-rensi.

Grazie per tutto...Agata

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Arrivederci Agata!

CENTRO GIOVANILE 2000

Le figlie di Sant’Angela,Agnese Vezzoli

e l’oratorio di campagna

Nella zona nord della città, nei dintorni diSan Bernardino, la conoscono tutti soltan-to col nome proprio, Agnese, come capitaa chi, in qualche modo, ha lasciato un se-gno. Abita in fondo a via Fame - interes-sante toponimo da studiare approfondita-mente - in una bella cascina ristrutturata.Mi riceve in soggiorno, tra mobili, oggetti elibri che fanno pensare a un vissuto impor-tante.

Il nome di Agnese Vezzoli, il suo nome, ci-tato recentemente anche nella rievocazio-ne storica durante l’ultimo Palio delleQuadre, viene associato quasi automati-camente al cosiddetto oratorio di campa-gna, quello di via Rangoni. Ne vogliamoparlare?Dobbiamo prima fare un seppur breveriepilogo storico, a partire dalla fonda-zione della Compagnia di Sant’AngelaMerici, che risale al lontanissimo 1535, eche si pone come obiettivi fondanti lavita consacrata e l’educazione della gio-ventù femminile. Pensi che sono nume-rosissimi i ceppi che hanno origine daSant’Angela: il più conosciuto è forsel’ordine delle suore Orsoline. C’è unabellissima pala nella chiesa di Sant’Orso-la, in via Cavalli, che vale la pena di an-dare a vedere, e che raffigura appuntoSant’Orsola e Sant’Angela: l’ispiratrice el’esecutrice...

Ma... venendo più concretamente alla re-altà clarense?Alle fine dell’Ottocento la Compagnia diSant’Angela acquistò l’immobile di viaRangoni dalle suore di Maria Bambinaper farne un luogo in cui ospitare le con-sorelle più povere, che non avevano casapropria, per offrire conforto a giovanidonne che si trovavano in situazioni didisagio famigliare, ma soprattutto, comedicevamo prima, per l’educazione dellagioventù femminile. Nel 1912 furono co-struiti - grazie anche al tangibile aiutodelle sorelle Girelli, personaggi di spiccodel tempo, per le quali oggi è in corso lacausa di beatificazione - il teatro con so-pra la chiesa che fu dedicata al Sacro Cu-ore di Gesù. Oltre all’educazione si offri-vano svago, compagnia, viaggi di turismo

e cultura, sano divertimento, valori. L’o-ratorio stesso era intitolato al Sacro Cu-ore di Gesù, anche se era comunementedetto «di campagna». Le Figlie diSant’Angela lo organizzarono dal nulla,lo fecero funzionare, lo gestirono nellapiù completa autonomia economica.Manager ante litteram, si può dire chefossero.

Una curiosità: perché era definito «di cam-pagna»? Più in centro città di così!La definizione di «oratorio di campa-gna» era dovuta al fatto che era frequen-tato esclusivamente da ragazze di cam-pagna. In contrapposizione all’oratoriodi città, quello di Sant’Orsola, in via Ca-valli.

Ma non era una contrapposizione un po’razzista... o almeno classista? A distingue-re gli oratori in base alla frequentazionenon si correva il rischio di avere ragazze diserie A e ragazze di serie B?È vero, ma fin verso la fine degli anniSessanta la distinzione fu, invero un po’supinamente, accettata e qualche voltasubita. Poi con il ’68 cambiarono moltecose e un nuovo orgoglio s’impadronì dinoi: facemmo stampare carta intestata,manifesti e biglietti da visita con bene inevidenza l’intestazione: Oratorio SacroCuore.

Però il termine «oratorio di campagna» èrimasto di accezione comune, almeno fraquelli che lo ricordano: credo che sia unafortuna, perché fa parte della nostra purpiccola storia clarense. Ma veniamo aisuoi anni: com’era organizzato il funzio-namento dell’oratorio?Ne sono stata vice direttrice negli annidal 1950 al 1970 circa. Voglio ricordarele direttrici che si sono susseguite neglianni: Maria Facchi, signora benestanteche ne fu praticamente la fondatrice,Angelina Busseni, Elisa Mercandelli edElena Zamboni. C’era anche, ovviamen-te, un sacerdote direttore ed io ricordoparticolarmente don Giuseppe Bosetti,per tutti don Giósep, don Vittore Anto-melli e don Bortolo Giorgi.Negli anni Cinquanta c’erano a Chiaricirca 60-70 Figlie di Sant’Angela. Circaquattro-cinquecento ragazze frequenta-vano l’oratorio; erano tutte di originecontadina, divise in dodici “compagnie”,costituite cercando di aggregare chi vive-va in zone più vicine. Ogni compagniaaveva una maestra, che era Figlia di

Sant’Angela ed un’assistente, di solitouna ragazza più matura d’età e d’espe-rienza in grado di offrire amicizia, cono-scenza e di farsi portavoce della paroladel Vangelo. Vi erano inoltre le “squa-dre” delle piccole e le Figlie del Sacro Cu-ore, suddivise in angiolette e aspiranti.Voglio anche ricordare tutte le animatri-ci dell’oratorio di Sant’Orsola e delle Fi-glie di Maria, con la loro instancabile egenerosa presidente, Maria Consoli.

Che attività vi venivano svolte?Diciamo che, assieme alla preghiera edal catechismo, erano due le attività checontraddistinguevano il nostro oratorio:la Scuola di Canto e la Filodrammatica.

Vogliamo parlare della Scuola di Canto?Quasi tutte le ragazze ne facevano parte,sicché avevamo in realtà due scuole, divi-se per fasce d’età. Attività principale erail servizio alla messa, in particolare par-tecipavamo a tutte le festività solenni inonore della Madonna, alle tradizionaliprocessioni e ad altri piccoli servizi.Ovviamente le ragazze dovevano avereuna buona voce, la voglia di “tirarla fuo-ri” e, perché no, di lodare il Signore colcanto.

Il repertorio?Le piccole cantavano canzoni per bambi-ni, siamo negli anni in cui lo Zecchinod’Oro conosce i suoi anni migliori; legrandi affrontavano anche brani di uncerto spessore e difficoltà.

Ricorda alcuni titoli?«La campana del villaggio», «La Verginedel Pilar», «Snella la gondola», «AveMaria» del Perosi e tanti altri. C’era unabiblioteca ricca di spartiti e testi musica-li. Purtroppo è andato tutto perduto.

Chi accompagnava? C’era un complesso?L’accompagnamento avveniva con il pia-noforte o, in chiesa, con l’organo. Il mae-stro Carlo Capra spesso veniva appostada Brescia per le prove; in seguito colla-borò con noi suo figlio Giorgio e poi, piùavanti negli anni, mia sorella Renata,che aveva conseguito un diploma di inse-gnante di canto alla scuola diocesana dimusica sacra. Lo stesso che avevo conse-guito io e che mi permetteva di dirigere ilcoro.

La Filodrammatica invece?Il teatro era un momento di grande ag-gregazione. Io sono stata prima “attrice”e poi “regista”, e spesso facevamo venireinsegnanti da fuori: per imparare la ge-stualità, l’impostazione della voce, l’e-spressione. Ricordo alcuni nomi: Nella

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Fogliata, Maria Angeli, la signora Serlinie la clarense Gigina Abbate.

Il repertorio?Nella biblioteca andata perduta c’era an-che una ricca raccolta di testi teatrali tra iquali ricordo: «I due sergenti», «Biancae Fernando», «La contessina Daniela»,«Fiori nel turbine», «Martì che ’l pesta ’lsal».

Vorrei sapere dalla signora Agnese anchegli autori di quei testi, ma è molto difficilericordarli. Speriamo che ci venga in aiutoqualche lettore.Alle recite partecipavano soltanto ragazze.Gli spettatori?Anche il pubblico avrebbe dovuto esseresoltanto femminile, però spesso, all’ulti-mo momento i ragazzi riuscivano a intru-folarsi nel teatro: più per vedere la mo-rosa che lo spettacolo in sé...

Assieme alle attività musicali e teatrali,che cos’altro si faceva, all’oratorio di cam-pagna?Le cosiddette feste, che si tenevano in ot-tobre per gli Angeli Custodi; a carnevale(la festa della riparazione, in cui si inten-deva in qualche modo riparare ai peccati“certamente” commessi in quel periododi festa); per San Giuseppe, in onore deldirettore don Bosetti; per il Sacro Cuo-re, nella ricorrenza della dedicazionedella chiesa; a maggio, per la festa dellaVergine Maria.

Come avvenivano queste feste?Tutte le quattro-cinquecento ragazze ve-nivano raggiunte personalmente attra-verso le maestre. Ecco la ragione dellasuddivisione delle compagnie secondo lezone di abitazione. Si iniziava con lamessa celebrata dal prevosto nella cap-pella grande sopra il teatro, poi si servivala colazione per tutte: caffelatte e brio-ches nostrane (che allora si chiamavanopagnocchine) servita in tazzine di por-cellana. Tenga presente che si viveva inuna realtà in cui la colazione consisteva di

solito in una porzionedi polenta e latte o inun piatto di minestraavanzata la sera prima.Quindi le ragazze an-davano a casa per ri-tornare il pomeriggio,alla chiesa della Disci-plina, dove don Giaco-mo Cenini teneva il ca-techismo. Di nuovo ri-tornavano in oratoriodove il prevosto o il ca-nonico Bosetti teneva-no la cosiddetta predi-china, cui seguiva la

solenne benedizione eucaristica.In ultimo lo spettacolo teatrale della Fi-lodrammatica a conclusione della festa.Pensi quanto pregare per quelle ragazze!Eppure lo facevano con grande gioia eserenità, contribuendo anche economi-camente con un’offerta che aiutasse acoprire le spese.

Ha nostalgia, signora Agnese, di queglianni?Sono una persona che ama vivere nelpresente, perché il presente ci riservasempre una missione da compiere; mipiacerebbe essere giovane adesso, pergodere di tutte quelle opportunità cheallora si potevano soltanto immaginare.Tuttavia debbo dire che la nostalgia perquegli anni esuberanti e pieni di vitalità èmolta.Pensi che in questa cascina vivevamo intrentatre persone: sembra impossibilema ci stavamo bene. Certo, ci si accon-tentava. Mi sarebbe piaciuto diventaremaestra, ma la mia era una famiglia dimezzadri: mai si sarebbe potuto far stu-diare i ragazzi, sarebbe stata una sorta dioffesa nei confronti dei padroni. Così silavorava la campagna, d’estate a tempopieno, nel vero senso della parola, e la fa-miglia numerosa era sempre bisognosadi grande attenzione...

Che ne è oggi dell’oratorio di campagna?C’è da fare ancora un po’ di cronistoria.L’attività oratoriana vera e propria cessanei primi anni Settanta, ma la casa delleFiglie di Sant’Angela non viene certochiusa. Vi si tengono corsi di ragioneriaserale, di scuola di taglio e cucito, di dan-za. Vengono messi a disposizione delleallieve della scuola infermiere numerosialloggi, costituiti da una camera con l’u-so della cucina.Il Gruppo missionario, fondato nel 1965,trova qui la sua sede e i suoi anni miglio-ri. E quattro nostri concittadini compi-ranno poi un’importante esperienza mis-sionaria. Qui, in quegli anni, si svolgono

anche i consigli di zona dei gruppi mis-sionari stessi. Nei primi anni Ottanta vitrova la propria sede l’associazione degliAlcolisti Anonimi, e si sa quanta impor-tanza tuttora essa abbia; e vi nasce il pri-mo nucleo del Moica, il movimento dellecasalinghe nato da una nuova consape-volezza del ruolo e della condizione del-la donna.Non posso non citare le tre consorelleche abitavano nell’oratorio e che ne sonostate il perno per tanti anni: Maria Con-soli, Maria Bettinardi e Maria Bonaita.E non voglio che siano dimenticate tuttele altre sorelle, ma anche le numerosemaestre ed educatrici della gioventùfemminile clarense. Non le nomino pernon incorrere in involontarie e ingiustedimenticanze; sono tutte nelle “scheda-rio” del Signore, e lì non va perduto nulla.

Veniamo al terzo millennio. Oggi, a Chia-ri, le Figlie di Sant’Angela...Sono otto, alcune di loro abitano nellanostra casa che è stata in parte vendutaper ristrutturarne la parte più importan-te, quella che dà su via Rangoni. Si è de-ciso di venderne soltanto un’ala perchénon ci è sembrato giusto privare la cittàdi Chiari di una realtà che tanta parte haavuto nella sua storia, e di ciò va il meritoal Consiglio di amministrazione dellaCompagnia. Alcune suppellettili ed ar-redi sacri sono stati portati in parrocchia,a casa ho il vecchio armonium a pedali,che ha accompagnato il canto delle ra-gazze clarensi fin dal 1866, anno in cui,dopo la lunga parentesi napoleonica, laCompagnia di Sant’Angela Merici rinac-que. Il teatro, con sopra la chiesa del Sa-cro Cuore, è stato da tempo donato allaparrocchia. Lì è stata realizzata l’oasiSant’Angela Merici, mentre la chiesaaspetta un intervento che la riporti al-l’antico decoro.

È una strana sorte quella dei teatri claren-si: o si demoliscono, o si ristrutturano stra-volgendoli, o si aspetta che caschino pianopiano. È molto bello, invece, che l’oratoriodi campagna, pur se ridimensionato, siaancora lì, in via cardinale Gabriele Rango-ni, a raccontare del suo illustre passato.C’è un libro di don Luigi Moletta stampatodalla Queriniana di Brescia nel 1966. Siintitola «La Compagnia di Sant’Angela aChiari e le sue opere». Se ne trovate unacopia dategli un’occhiata: è ricco di noti-zie, aneddoti, curiosità che vale la pena diconoscere.

Alla signora Agnese Vezzoli un grazie e unaugurio di ogni bene per il futuro.

Roberto Bedogna

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Che squadra, ragazziStanno diventando storiche anche lefotografie a colori. Questa, scattataall’oratorio, risale ai primi anniOttanta e ritrae, nella sua sfolgoran-te divisa a strisce rosse e gialle, lasquadra vincitrice del torneo di chiu-sura dell’annuale attività sportivadella Young boys. Da sinistra, in pie-di: Dante Cogi, Mauro Simoni,Antonio Pescini, Franco Mazzotti,Ambrosini. Accosciati: Mino Fac-chetti, Roberto Scalvini, Lecchi e lapiccola mascotte Andrea Mazzotti.«Chei màgher e scattanti all’attacco,chei an pit piö robusti, come chel zu-enòt cola barba che l’è dientàt al nostsìndech, an difesa e... aanti con chelbalù!».

Schola cantorumLa scuola di canto clarense al com-pleto in una foto scattata nei primianni Cinquanta in un luogo che nonsiamo riusciti ad individuare. Ce l’hagentilmente fatta pervenire la signo-ra Matilde Gozzini che faceva partedel bel gruppo. Si riconoscono, fra itanti, monsignor Enrico Capretti e ilmaestro Carlo Capra. E poi Giuan,Bepi, Tista, Cechi, Tone, Mario,Maria, Pepina, Teresi... Doveva es-sere una ricorrenza importante vistala folta presenza e l’abbigliamentoda cerimonia. Certo avrebbero potu-to trovare un fondale più appropria-to, ma chissà se quel muro di sassi,con quella finestra aperta e quellabambina affacciata, c’è ancora daqualche parte...

Nostalgia del traffico?C’è stato un tempo, siamo a metàdegli anni Cinquanta, in cui due bel-le e simpatiche ragazze, le sorelleMaria Grazia e Renata Ravelli, sipotevano sedere per terra nel belmezzo di viale Mellini per farsi ri-trarre dal fotografo. Sullo sfondouna Seicento, una Vespa, una bici-cletta e un paio di donne a piedi. Ivecchi platani hanno l’aria di veglia-re placidamente sulla scena e la pan-china di marmo aspetta qualchestanco pedone. Là in fondo incrociala statale: e non ci passa nessuno!

Franco Rubagotti

Se il buon giornosi vede dal mattino…

C’è un modo per non dare un calcio alcalcio? Ci si può liberare dalle assurdevicissitudini del calcio professionistico?Avrei in mente qualche suggerimentomaligno, ma ci penserò ancora un poco(niente bombe, naturalmente). Intantotorniamo sui nostri campetti.

Dopo tredici anni la societàdell’Oratorio di Chiari si ri-propone nella terza catego-

ria provinciale con una nuova squa-dra. Archiviata la vittoria ottenuta lascorsa stagione nel campionato CSI, iragazzi di mister Giovanni Viviani eFabio Goffi sono partiti con l’intentodi ben figurare e proporre buon calcio.Le prime gare ufficiali hanno confer-mato la bontà della squadra: la doppiasfida di Coppa Lombardia ha visto ilpassaggio del turno della Young Boysche si è imposta per 2 a 1 in trasferta epareggiando, 3 a 3, la gara di ritornodopo un sfida divertente e spettacola-re che ha richiamato al Centro Giova-nile un folto e caldo pubblico. Anchela squadra Juniores dei mister ClaudioLorenzi e Mauro Mombelli ha iniziatoin modo lodevole la stagione ufficiale,pareggiando a reti bianche la sfida del“Bresciaoggi” in casa del Ponto-glio-Urago. Anche loro hanno mo-strato una buona organizzazione digioco rendendosi più volte pericolosi.

Per quanto riguarda il settore giovani-le la stagione è iniziata con una tregiorni in montagna a Rino di Sonico.Purtroppo sono stati giorni segnati dalmaltempo, ma sono stati vissuti in unclima di allegria dai ragazzi guidati dalnostro instancabile presidente Ema-nuele Festa e da Marco Facchetti eLorenzo Piantoni, inimitabili anima-tori delle giornate. Un grandissimoringraziamento va rivolto alla signoraAngela Scalvini che ha deliziato i vo-raci palati dei nostri vacanzieri cuci-nando prelibati e succulenti piatti.Ora però è venuto il momento di in-dossare maglietta, pantaloncini e cal-zettoni: gli allenamenti sono iniziati eormai le squadre sono a pieno regime.Se ci fosse ancora qualche ragazzo chevolesse unirsi alle squadre non devefar altro che lasciare i propri dati allasegreteria dell’Oratorio. A tutti l’invi-to a seguire le nostre squadre durantel’intera la stagione, che ci auguriamoricca di soddisfazioni. E se il buongiorno si vede dal mattino…

Alberto Lorini

Non è solo perché don Piero mi ha ri-chiamato. Uno spazio la squadra che sipresenta lo meritava da tempo.

Ciao ragazzi... come va? Siamonoi... l’ASPO 2000 Chiari! Lasquadra di pallavolo femmi-

nile dell’oratorio. Vi avevamo lasciatol’anno scorso annunciandovi la nostrasuper entrata nel campionato FIPAVe... sapete com’è andata? Per essere laprima esperienza in terza divisionestrabene! ottave su un girone di dodicisquadre... starete pensando che schi-fo? sì sì grazie... ma non è così!Vedrete... quest’anno faremo scintille:

il primo posto (ci accontentiamo an-che del secondo o terzo...) non ce loruba nessuno. Tutto questo grazie allenumerose ragazze che da quest’anno sisono aggregate al nostro super grup-pone (in tutto siamo in 18) e ai nostrisuper allenatori Marco Tonelli e Ame-deo Ferrari (nonché nostro preparato-re atletico). Grazie a loro abbiamopassato un anno fantastico e non è cosìtanto per dire.È vero... gli allenamenti sono faticosi,ma se aggiungi il divertimento e gli in-contri extra agonistici (pizzate, riunio-ni e perché no... bevute in compagnia)tutto è perfetto. In conclusione siamoun super squadrone!Non dimentichiamo le nostre seguaci,ossia il gruppo delle giovanissime alle-nato da Giuliana Sigalini, che l’annoscorso si è classificato quarto nel cam-pionato CSI e... se continuano così...beate loro diventeranno come noi.La nostra base è la scuola media To-scanini dove ci alleniamo il lunedì e ilgiovedì; il martedì è riservato allagrande battaglia. Un grazie particolarea tutte le persone che ci hanno seguitodurante il nostro percorso e che tracarte e cartine non si sono persi...Chi sono? Il nostro staff composto dadirigenti, segretari, refertisti, segnapunti, accompagnatori (GianpaoloComelli, Angelo e Ilaria Alborghetti,Paolo Festa, Alberto Lorini, Suor Mo-nica e Don Andrea).

Mi raccomando, numeroso pubblico,accorrete quest’anno ci serve tifo a piùnon posso abbiamo bisogno di voi!Un bacio.

Le ragazze dello squadrone

L ’Angelo - Ottobre 2003

29

Ottobre

1 M S. Teresa di Gesù BambinoInizio Scuola della parola di Dio

2 G Ss. Angeli CustodiPrimo del mese

3 V S. GerardoPrimo del mese

4 S S. Francesco d’AssisiPrimo del mese

5 D 27ª fra l’annoGn 2,18-24; Sal 127,1-6; Eb 2,9-11;Mc 10,2-16Apertura anno catechisticoProcessione mariana

6 L S. Renato7 M Festa della B. V. del Rosario8 M S. Susanna9 G S. Dionigi

10 V S. Daniele Comboni, bresciano11 S S. Emiliano12 D 28ª fra l’anno

Sap 7,7-11; Sal 89,12-17; Eb 4,12-13;Mc 10,17-30

13 L S. Edoardo14 M S. Callisto15 M S. Teresa d’Avila16 G S. M. Margherita Alacoque17 V S. Ignazio d’Antiochia18 S S. Luca19 D 29ª fra l’anno

Is 53,2-3.10-11; Sal 32,4-5.18-20.22;Eb 4,14-16; Mc 10,35-45Giornata Missionaria Mondiale

20 L S. Aurora21 M S. Orsola22 M S. Verecondo23 G S. Giovanni da Capestrano24 V S. Antonio Claret25 S Ss. Filastrio e Gaudenzio,

vescovi bresciani26 D 30ª fra l’anno

Ger 31,7-9; Sal 125,1-6; Eb 5,1-6;Mc 10,46-52

27 L S. Sabina28 M S. Elio29 M S. Remigio30 G S. Germano31 V S. Lucilla

Novembre

1 S Tutti i SantiAp 7,2-4.9-14; Sal 23,1-6; 1Gv 3,1-3;Mt 5,1-12

2 D Commemorazione dei DefuntiGb 19,1.23-27; Sal 26,1.4.7.8b-9a.13-14;Rm 5,5-11; Gv 6,37-40

L ’Angelo - Ottobre 2003

30

Opere parrocchialiBenedizione famiglie € 80,00N. N. 50,00In memoria di Virginia Vigini 500,00N. N. 1.500,00Associazione Pensionati 100,00

Tegole per Santa MariaD. F. 30,00N. N. 10,00B. C. in memoria di Francesca Belati 50,00In memoria del marito e familiari 50,00Cassettina Duomo 127,00N. N. 100,00N. N. 20,00

Centro GiovanileGli amici del figliodella defunta Elvira Mombelli Serina vedova Metelli 150,00I nipoti in memoria della zia Barbara Ambrosioni 100,00Alessandro 25,00I familiari in memoria di Giuseppe,Angelo e Fra Riccardo 600,00V.B.E.I.A. in memoria di Guido Bosis 1.000,00Comunità di San Giovanniultima domenica di agosto 58,22B. C. in memoria di Francesca Belati 50,00I nipoti in memoria di nonna Angela 500,00In memoria di Alfredo Festanel 2° anniversario dalla morte 100,00In memoria di Paolo Bettoni 250,00Inquilini condominio Gescal 55,00Busta della generosità,ultima domenica di agosto 3.290,92Offerte cassettina Duomo 32,00In memoria del marito 250,00Saldo al 19 agosto 2003 - 1.235.362,91Totale offerte 6.461,14Saldo al 16 agosto 2003 - 1.228.901,77

Se unomi vuol servire

mi segua,e dove sono io,

là saràanche il mio servo.

(Gv 12,26)

Don Mauro RoccoDiacono

è stato ordinatonella Cattedrale

di Bresciasabato 27 settembre

L ’Angelo - Ottobre 2003

31

In memoriadi Barbara Ambrosioni

Carissima maestra Barbara,è davvero difficile

condensare in poche righequesto enorme fiume di emo-zioni che percorre il nostro cu-ore. Per alcuni di noi sono tra-scorsi molti anni da quelle blu-sine azzurre e rosa, da quellaclasse piena di fiori e di amo-

revolezza, da quelle lettere scritte con mano tremante sulfoglio del primo quaderno di scuola... per altri invece sonopassati solo pochi giorni dagli ultimi insegnamenti ricevuti,ma un sentimento accomuna tutti noi… un sentimento diprofondo affetto, amore e gratitudine.Sei stata per noi come una seconda mamma, sempre attentanon solo all’apprendimento scolastico, ma anche e soprat-tutto alla nostra salute, alla nostra felicità interiore, alla no-stra maturazione come uomini e donne, alla nostra realizza-zione come studenti, professionisti, mamme e papà.Ci sei stata vicina nella nostra crescita di cittadini del mon-do e testimoni di Cristo come un’osservatrice attenta, sem-pre prodiga di consigli, dolce, sapiente e materna.La tua malattia ed il tuo modo di viverla sono stati per noiconcreta testimonianza di una vita dedicata a Gesù ed aifratelli, soprattutto quelli più piccoli ed indifesi.Grazie per tutti i buoni insegnamenti che ci hai trasmessocon tanta dolcezza e pazienza, grazie per i sorrisi ed i baciaffettuosi, per le gite alle quali ci hai accompagnato nono-stante le tante difficoltà, grazie per averci fatto sempresentire importanti.Ora siamo tutti qui per te e con te in un ultimo grande ab-braccio e solo in questo momento comprendiamo l’ultimogrande tuo insegnamento... quello più vero... quello che pertutta la vita hai cercato di trasmetterci... quello che Antoinede Saint-Exupéry faceva dire al suo piccolo principe: “L’es-senziale è invisibile agli occhi...”.Grazie... Grazie... grazie... Ti vogliamo bene...Prega per noi.

I tuoi amatissimi alunni

Antonio Boccardelli16/9/1891 - 10/6/1994

Giovanni Facchetti29/9/1937 - 2/10/2002

Angelo Piantoni14/12/1910 - 16/10/2001

Renato Boccardelli2/1/1929 - 11/8/2003

Maria Faglia in Tovagliari26/2/1926 - 11/9/2000

Fausta "Tina" Ferrari15/9/1929 - 27/10/2000

Battesimi78. Andrea Dominoni79. Emanuele Fortunato80. Sara Amelia Ramera81. Federica Viola82. Antonio Angarola83. Giacomo Angelo Bona

Matrimoni38. Massimiliano Vezzoli con Giovanna Dusi39. Giuseppe Fontana con Emanuela Baresi40. Emanuele Antonio Guizzi con Stefania Terzi41. Andrea Brescianini con Michela Festa42. Daniele Leardo Basaglia con Silvia Pighetti43. Pierangelo Zambellini con Alessandra Francesca Massetti44. Francesco Bocchi con Angela Simoni45. Paolo Bertoglio con Stefania Maraschi46. Daniele Francesco Cucchi con Marzia Salvoni

Defunti112. Vilma Burni 70113. Angelo Ranzenigo 84114. Angela Zamboni 84115. Maria Dusi 89116. Vanda Maifredi 80117. Francesca Belati 67118. Guido Bosis 65119. Guido Massetti 79120. Rosa Barboglio 66121. Milena Goffi 39122. Maria Libretti 91123. Stefania Gatti 26124. Francesca Loschi 91125. Serena Malzani 81126. Jole Ciserchia 80