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1 Noi, Dio e i fratelli Alla scoperta dei vizi e delle virtù. L’avarizia e la povertà

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Noi, Dio e i fratelli Alla scoperta dei vizi e delle virtù.

L’avariziaelapovertà

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L’avarizia

SedunquesieterisorticonCristo,cercatelecosedilassù,dovesitrovaCristoassisoalladestra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra.VoiinfattisietemortielavostravitaèormainascostaconCristoinDio!

QuandosimanifesteràCristo, lavostravita,alloraanchevoisaretemanifestaticon luinella gloria.Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione,impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria,cosetuttecheattiranol'iradiDiosucolorochedisobbediscono.

Anche voi un tempo eravate così, quando la vostra vita era immersa in questi vizi.Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione,malizia,maldicenze e paroleoscenedallavostrabocca.

Nonmentitevigliuniglialtri.Visieteinfattispogliatidell'uomovecchioconlesueazionie avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suoCreatore.(Col3,1‐10)

L’avarizia nasce dal desiderio di possesso, dal voler colmare un vuoto interiore concose materiali che soddisfano nell’immediato la sensazione di miseria e debolezza che ciportiamodentro. Inquestoviziocapitalenoiscambiamo l’esserecon l’avere, crediamodidiventare qualcun altro possedendo cose materiali, crediamo di crescere in grandezza,prestigio,potere,forza,bellezza,felicitàsemplicementeperchéabbiamodipiù.Tuttoquestoperòdeludeefasoffrire,perchéquandoabbiamopossedutoqualcosaciaccorgiamocheilnostrodesideriononsiplaca,anzi,desideriamopossederequalcosadipiùgrandeepiùpreziosoecosìvia,inunasortadispiralediabolicachecirendesemprepiùinfelicienoncifavederelaricchezzadiciòchegiàpossediamo.

E’latecnicadelcommerciodiconsumo,spostareildesideriodell’acquirenteversounnuovoprodottoe far consumareglioggettiprimadella loroautenticausura.Nonservechel’oggetto sia vecchio o guasto, l’importante è che venga rimpiazzato da uno migliore.Apparentementecisembragiustoaggiornarcierinnovarsimaspessotuttociònascondeunvuoto interiore che non riusciamo a colmare o che, al contrario, rendiamo più grandevolendolocolmareconciòchenonhaconsistenza.

S. PaolonellaletteraaiColossesidicechel’avariziaèidolatria,chevuoldire?L’idoloèunsostitutodiDio,unasortadidiotascabile,adusoeconsumonostro,conle

fattezzechenoipreferiamoeacuilegarelapropriavitascegliendoloinunarosadicandidatideichecorrispondonoainostridesideri,ainostrisogni,allenostrepassioni.

Tra questi idoli uno dei più potenti è certamente ildenaro, unamezzo utile per larealizzazionediprogettimachedeveessereconsideratoperquellocheè:unaconvenzionesocialeperloscambiodimerciebenichesonoutiliperlanostravitaeilnostrosviluppo.Ildenaroèdunquesemplicementeunmezzo.

Quandoquestomezzodiviene fine, cioèquandonoi vogliamoaccumularloper averepoteresullecoseesullepersone,ildenarodiventastrumentodiviolenza,dioppressione,unacatenaconcuilegareglialtrieanchenoistessi.

E’ curiosovederecomeoggi, con l’usodeibonificibancarinonabbiamopiù inmanodelle banconote o delle monete. Nelle buste paga o nei conti bancari ci appaiono solo deinumeri checorrispondonoadeivalorimachesonosolodei segnidiqualcosache in fondosembra non esistere nella realtà ma esiste solo virtualmente nel computer di una banca.Questo fatto trasforma la nostra percezione del denaro e lo fa sembrare più asettico, piùnobile.Oggi unmiliardarionon farebbe il bagnonellemoneted’orodel suodeposito comePaperone,quasipersentirefisicamentel’ebbrezzadelsuopotere,oggiosservaconattenzione

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gli indici finanziari, vivendo con ansia l’apertura della borsa mentre firma contratti ecompravenditeinunvorticediansieedangoscecheinebrianoelogorano,facendogliperdereilsensodellarealtàautentica.

E’quellochesuccedealriccodellaparabola,talmentepresodaisuoibanchettisfarzosida non vedere il povero Lazzaro alla sua porta, mentre i cani lo vedono e cercano diconsolarlo.

C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava

lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi". (Lc 16,19-31)

Chivedesoloilpossessoeilpoterechenederivanonvedeilmondochelocircondaesicreainluiunasortadi“bloccodellalogica”,ilcomportamentodiventairrazionale.Lapauradiperdere ilbene accumulato lo porta a vivere sempre in ansia e a volte in modo piùdimessodiunpovero,nonèraroinfattivederepersonericchevestiteinmodosciattoochesonoattentiarisparmiare“ilcentesimo” .E’ ilclassicoavarodella tradizionecherivelaconquesticomportamentilamiseriaprofondachelotieneincatenato.

Lodescrivebeneilsalmo49:

Ascoltate, popoli tutti, porgete orecchio abitanti del mondo, voi nobili e gente del popolo, ricchi e poveri insieme. La mia bocca esprime sapienza, il mio cuore medita saggezza; porgerò l'orecchio a un proverbio, spiegherò il mio enigma sulla cetra. Perché temere nei giorni tristi, quando mi circonda la malizia dei perversi? Essi confidano nella loro forza, si vantano della loro grande ricchezza. Nessuno può riscattare se stesso, o dare a Dio il suo prezzo. Per quanto si paghi il riscatto di una vita, non potrà mai bastare per vivere senza fine, e non vedere la tomba.

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Vedrà morire i sapienti; lo stolto e l'insensato periranno insieme e lasceranno ad altri le loro ricchezze. Il sepolcro sarà loro casa per sempre, loro dimora per tutte le generazioni, eppure hanno dato il loro nome alla terra. Ma l'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono. Questa è la sorte di chi confida in se stesso, l'avvenire di chi si compiace nelle sue parole. Come pecore sono avviati agli inferi, sarà loro pastore la morte; scenderanno a precipizio nel sepolcro, svanirà ogni loro parvenza: gli inferi saranno la loro dimora. Ma Dio potrà riscattarmi, mi strapperà dalla mano della morte. Se vedi un uomo arricchirsi, non temere, se aumenta la gloria della sua casa. Quando muore con sé non porta nulla, né scende con lui la sua gloria. Nella sua vita si diceva fortunato: "Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene". Andrà con la generazione dei suoi padri che non vedranno mai più la luce. L'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono.

Unaltroepisodioevangelicogettalucesulsensodell’avarizia.Giovanniraccontacome

Giuda,attaccatoaldenaro,noncomprendeilgestogratuitodiMariadiBetania.SeigiorniprimadellaPasqua,GesùandòaBetània,dove si trovavaLazzaro, che egli

aveva risuscitato daimorti. E qui gli fecero una cena:Marta serviva e Lazzaro era uno deicommensali.

Mariaallora,presaunalibbradiolioprofumatodiveronardo,assaiprezioso,cosparseipiedidiGesùeliasciugòconisuoicapelli,etuttalacasasiriempìdelprofumodell'unguento.Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse:"Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?".Questoeglidissenonperchégl'importassedeipoveri,maperchéeraladroe,siccometenevalacassa,prendevaquellochevimettevanodentro.

Gesù allora disse: "Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno dellamia sepoltura.Ipoveriinfattiliavetesempreconvoi,manonsempreaveteme".(Gv12,1‐8)

Giudanonsaamare,vede lecosesolodalpuntodivistautilitaristico, la suaavarizia

scambiaGesùperunostrumentodipotereequindivuoleche igestichesi riferisconoa luisianoutili, generinounprofitto,possanoessere finalizzatiadunguadagno.Anchenoi forsepenseremmosimilmentevedendo“sprecare”unalibbradiveronardo,delvalorediunannodisalariodiunoperaiodell’epoca,perungereipiedidiGesù.

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Quièladifferenzatraessereeavere,traamareepossedere,chinonguardaaséstessonon pensa al tornaconto, è proprio dell’amore il dono, lo spreco, la gratuità. Chi fa troppicalcoliècomeGiuda,nonsaamare.

Lapovertà

L’episodio raffigurato da Giotto nella Basilica di S. Francesco ad Assisi descrive ilmomentoincuiFrancescosispogliadellesuevestidavantialvescovoelerestituiscealpadre.E’unaimmaginestraordinariaincuisinotal’iramalcelatadiPietrodiBernardone,trattenutodaunodegliastanti,losmarrimentodelvescovo,chesivolgeversounodeisuoichiericicomeacercareaiutopercomprendere,elaserenitàdiFrancescocheinpreghiera,rivoltoversoilcielo, vive la sua povertà come gioiosa libertà, come dimensione contemplativa della suainteraesistenza.

Lapovertàè infatti laconquistadella libertàdalle coseche ritornanoadessereundonodiDiopernoienonunpossessopersonale, lascopertache tuttoènostroperchéciè

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offerto dallamisericordia di Dio e che quindi trattenerlo solo per sé significa compiere ungestoinsensatoesciocco,checifaperderelabellezzadellarealtà.

Non si può possedere senza condividere, la bellezza di possedere le cose stanell’offrirleconamoreegenerositàainostrifratelli,soprattuttoachinonlepossiede.Ilriccoètalenonperchépossiededeibenimaperchélisacondividere.

Dioèilpiùpotentedell’universoeppureèilpiùpoverodituttiperchéilSignorehacreatotuttelecoseperdonarleenonpertrattenerlepersé,illuiamareedonareèunasolacosa,lasuagioiaèoffrireconinfinitagenerosità,questaèlasuagioiadivina.

Lapovertàdunqueè: RiconoscereidonidiDionellacreazione,nellanostravita,neglialtri. liberarsidaipesiinutilidellecosecheciincatenano,vivendoinvecegioiosamente

sia nella prosperità che nell’indigenza, perché tutto passa e con lamorte tutto silascia.

gioiredellepiccolecosecomesefosserolepiùgrandiperchénonèladimensionedellecoseafarneillorovalore;solol’amoredàvaloreallecoseel’amorenonsipuòmisurare.

ricordarsi sempre che ibenisono fruttodi lavoroe fatica, nonpensaremai dipoterpossederequalcosasenzachesiasantificatadalnostrolavoro.

condividere i benimateriali e spirituali per goderne insieme ai fratelli è piùbellochegodernedasoli,comeseliavessimorubati.

“Nondesiderarelarobad’altri”èilcomandamentochecifapoveriacuibisognaaggiungere“Chisiaccontentagode”.

Il bellissimo capitolo 12 del vangelo di Luca riassume il significato profondo della

povertàmostrandonetuttalasuasublimebellezza.

Unodella follaglidisse:"Maestro,dìamio fratellochedividaconme l'eredità".Ma egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?".E disse loro: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno ènell'abbondanzalasuavitanondipendedaisuoibeni".

Disse poi una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un buonraccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre imiei raccolti?Edisse:Faròcosì:demoliròimieimagazzinienecostruiròdipiùgrandieviraccoglieròtuttoilgranoeimieibeni.Poidiròamestesso:Animamia,haiadisposizionemoltibeni,per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia.MaDioglidisse:Stolto,questanottestessatisaràrichiesta latuavita.Equellochehaipreparatodichisarà?

Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio".Poidisseaidiscepoli: "Perquesto io vidico:Nondatevipensieroper la vostra vita,diquellochemangerete;néperilvostrocorpo,comelovestirete.Lavitavalepiùdelciboeilcorpopiùdelvestito.

Guardateicorvi:nonseminanoenonmietono,nonhannoripostiglionégranaio,eDio li nutre.Quanto più degli uccelli voi valete! Chi di voi, per quanto si affanni, puòaggiungere un'ora sola alla sua vita? Se dunque non avete potere neanche per la piùpiccolacosa,perchéviaffannatedelresto?

Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io vi dico cheneancheSalomone,contuttalasuagloria,vestivacomeunodiloro.SedunqueDiovestecosì l'erbadelcampo,cheoggic'èedomanisigettanel forno,quantopiùvoi,gentedipocafede?

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Noncercateperciòchecosamangereteeberrete,enonstateconl'animoinansia:dituttequestecosesipreoccupalagentedelmondo;mailPadrevostrosacheneavetebisogno.CercatepiuttostoilregnodiDio,equestecosevisarannodateinaggiunta.

Nontemere,piccologregge,perchéalPadrevostroèpiaciutodidarviilsuoregno.Vendeteciòcheaveteedateloinelemosina;fateviborsechenoninvecchiano,untesoroinesauribileneicieli,doveiladrinonarrivanoelatignolanonconsuma.Perchédoveèilvostrotesoro,làsaràancheilvostrocuore.

Siatepronti,conlacinturaaifianchielelucerneaccese;siatesimiliacolorocheaspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva ebussa.Beatiquei servi che ilpadroneal suo ritorno troveràancora svegli; in verità vidico,sicingerà lesuevesti, li faràmettereatavolaepasseràaservirli.Ese,giungendonelmezzodellanotteoprimadell'alba,litroveràcosì,beatiloro!

Sappiatebenequesto:seilpadronedicasasapesseacheoravieneilladro,nonsilascerebbescassinarelacasa.Anchevoitenetevipronti,perchéilFigliodell'uomoverrànell'orachenonpensate".

AlloraPietrodisse:"Signore,questaparabola ladicipernoioancheper tutti?".IlSignorerispose:"Qualèdunquel'amministratorefedeleesaggio,cheilSignoreporràacapodellasuaservitù,perdistribuireatempodebitolarazionedicibo?Beatoquelservoche ilpadrone,arrivando, troveràal suo lavoro. Inveritàvidico, lometteràa capoditutti i suoi averi.Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, ecominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi,ilpadronediquelservoarriverànelgiornoincuimenosel'aspettaeinun'orachenonsa,elopuniràconrigoreassegnandogliilpostofragliinfedeli.

Ilservoche,conoscendolavolontàdelpadrone,nonavràdispostooagitosecondolasuavolontà,riceveràmoltepercosse;quello inveceche,nonconoscendola,avrà fattocosemeritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu datomolto,molto saràchiesto;achifuaffidatomolto,saràrichiestomoltodipiù.(Lc12,13‐48)