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NEWSLETTER 12-2016 Iscriviti QUI alla Newsletter del Biologico…e non solo! ...ora siamo anche i n Facebook!! NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO Parigi–Bruxelles da “Le Monde” - 22 marzo 2016 Questa settimana parliamo di: A che ora comincia la Storia?, o Spreco alimentare, Incontri “Perché Bio?” a Padova, Il segreto dei Templari: l’alimentazione, AIAB aderisce alla campagna per il Referendum NO TRIV, o Idee eretiche, Cina: ritorno al futuro in Agricoltura, Se il suolo rimane una merce, Le multinazionali che controllano il mercato dei semi, o Alta cucina in prigione, Una vita senza banconote, Berta Caceres assassinata in Honduras, L’accordo che affossa lo Stato di Diritto, o Un’offerta che non si può rifiutare, Giudici tedeschi contro il TTIP, La Sirenetta, Moby Dick e le trivelle, Salute e trivellazioni: ecco i rischi, o Sfratto contro Legambiente, Da Bruxelles anche buone notizie, TTIP e Salute Pubblica, o L’inquinamento di Internet, Semaforo alimentare e prodotti alimentari, o È tempo di erbe spontanee, India: il cotone OGM non funziona. I consumatori più attenti? Sono i bambini Buona lettura e Buona Pasqua a tutti !!!!

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NEWSLETTER 12-2016

Iscriviti QUI alla Newsletter del Biologico…e non solo!

...ora siamo anche i n Facebook!!

NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO

Parigi–Bruxelles

da “Le Monde” - 22 marzo 2016

Questa settimana parliamo di:

A che ora comincia la Storia?, o Spreco alimentare,

Incontri “Perché Bio?” a Padova,

Il segreto dei Templari: l’alimentazione,

AIAB aderisce alla campagna per il Referendum NO TRIV, o Idee eretiche,

Cina: ritorno al futuro in Agricoltura, Se il suolo rimane una merce,

Le multinazionali che controllano il mercato dei semi, o Alta cucina in prigione,

Una vita senza banconote, Berta Caceres assassinata in Honduras,

L’accordo che affossa lo Stato di Diritto, o Un’offerta che non si può rifiutare,

Giudici tedeschi contro il TTIP, La Sirenetta, Moby Dick e le trivelle,

Salute e trivellazioni: ecco i rischi, o Sfratto contro Legambiente,

Da Bruxelles anche buone notizie, TTIP e Salute Pubblica,

o L’inquinamento di Internet,

Semaforo alimentare e prodotti alimentari, o È tempo di erbe spontanee,

India: il cotone OGM non funziona. I consumatori più attenti? Sono i

bambini

Buona lettura e Buona Pasqua a tutti !!!!

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EL TAMISO BIOTOUR 2016

I primi appuntamenti della rassegna “El Tamiso Biotour 2016”

si stanno avvicinando!

GIOVEDI 7 APRILE

“LA PRIMAVERA NEL PIATTO”

1.a tappa: Cena a base di tipici prodotti primaverili all’Osteria di Fuori Porta a Padova.

(Vuoi conoscerli tutti? guarda QUI la locandina con tutti gli appuntamenti)

Radicchio grumolo, bruscandoli, rosole, carletti e pissacani formavano l’allegro contorno di uova, salame e polenta brustola sulle tavole dei nostri nonni in primavera.

Rivivremo quell’alimentazione sobria ma sana e gustosa, in compagnia di Ignazio Canesso, contastorie contadino e scrittore, e dei piatti sfornati dalle abili mani dei

cuochi dell’Osteria di Fuori Porta.

Ecco il Menu della serata: Insalatina di radicchietto

grumolo con arance e mandorle

Orzotto di ortiche Frittata di bruscandoli

Crocchette di carletti e patate con salsa all’aglio orsino

Rosole e pissacani saltati

Zaeti Te alla menta

Guarda il volantino della cena

A CHE ORA COMINCIA LA STORIA?

“Questi fanno quello che vogliono e dove vogliono.

Esattamente come abbiamo fatto noi occidentali negli ultimi

due secoli…”

Questo è stato il primo pensiero che mi è venuto in mente ieri,

durante gli attacchi a Bruxelles. Amaramente ironico,

tristemente inconfutabile. Chi in queste ore, sui

propri profili social, posta bandierine e lacrimucce varie, eviti

di procedere la lettura di questo pezzo.

Soprattutto, eviti di guardare i due video che seguono. Ma

sappia però che, a cavallo tra Otto e Novecento, il regime

economico-militare instaurato in Congo dal Re di Belgio Leopoldo II ha sterminato dai DUE

a – secondo le stime – DIECI MILIONI di abitanti, per il solo scopo di alimentare la

nascente industria europea della gomma. Ai BAMBINI che non raggiungevano gli obiettivi

giornalieri di raccolta di caucciù venivano amputate le mani o inflitte altre mutilazioni.

Visto che ho letto in queste ore diversi articoli su quei poveri bimbi che ieri piangevano al

terminal dell’aeroporto, lo ripeto: oltre ad aver provocato un genocidio secondo solo

all’Olocausto, cent’anni fa Re Leopoldo II faceva amputare le mani ai bambini che non

raccoglievano abbastanza caucciù per i suoi scopi mercantili. I tempi di reazione della Storia

sono spesso assai più lunghi della durata di una vita umana.

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L’Europa ha le sue radici affondate nel sangue: cosa volete che si raccolga,

oggi, dai rami? __________________________________________________________

Guardate qui di seguito i video:

King Leopold II – A Devil in the Congo e Il Congo di Leopoldo II

Per la cronaca, Leopoldo II è passato alla Storia con il soprannome di “Re Costruttore”.

Ancora oggi, è possibile ammirare una sua gigantesca statua equestre in bronzo in Place

du Trone, a due passi dal palazzo reale. A Bruxelles.

A che ora comincia la Storia?

———

P.S. Come ho scritto all’indomani degli attentati di Parigi,

… temo che potremo permetterci il lusso di analisi oggettive ancora per poco tempo. Da

sempre, infatti, la presenza di un nemico comune ha anche la funzione di puntellare il

Pensiero Unico, radicalizzandolo ed impedendone interpretazioni. L’Occidente sta

pericolosamente entrando nel cono d’ombra della propria libertà d’espressione. Ed è

questo, più di ogni altra cosa, a terrorizzarmi. Perché è anche così che si manifestano le

guerre…

(da Low Living High Thinking – marzo 2016) **torna al sommario**

SPRECO - RECUPERO: 0 a 1 In Italia lo spreco di cibo, dalla dispensa di casa al frigorifero, dai fornelli al

bidone della spazzatura domestico, vale 8,4 miliardi di euro all'anno, ovvero "6,7

euro settimanali a famiglia per 650 grammi circa di cibo sprecato".

Questi sono solo i dati, del Rapporto 2015 Waste

Watcher che riguardano il consumo e l'acquisto degli

italiani. La catena dello spreco è infatti ben più lunga

se si considera che ben 3 italiani su 4 fanno la spesa

al supermercato. Ed è anche da lì che si dovrebbe

ripartire.

L'ha fatto la Francia che il mese scorso è stato il

primo paese europeo ad introdurre una legge contro lo

spreco di cibo, che obbliga negozi a donare cibo in

scadenza o invenduto a enti di beneficenza e alle

banche alimentari.

Incredibile ma vero, l'Italia diventerà il secondo paese europeo a introdurre una legge per

recuperare tutto il cibo invenduto dei supermercati e renderlo ai bisognosi. La legge è stata

approvata alla camera la settimana scorsa e passerà ora al senato. Il disegno di legge ha

ricevuto ampio sostegno bipartisan con 277 voti a favore, nessun contro e 106 astensioni.

A differenza della Francia, che multerà i supermercati che scarteranno il cibo, l'Italia vuole

premiare le imprese con incentivi per contrastare nel belpaese un problema che vale € 12

miliardi di euro.

Al momento - qualsiasi bar, ristorante o al supermercato italiano che voglia donare il cibo

deve dichiarare le donazioni in anticipo. La nuova legge dovrebbe invece offrire riduzioni

delle imposte per la spazzatura, che variano a seconda di quanto le aziende daranno in

beneficenza. Inoltre, 17 articoli del disegno di legge modificano le norme di sicurezza

alimentare che consente attualmente alle aziende di donare cibo dopo che sia oltrepassato

il termine di scadenza.

L'obiettivo, come ha dichiarato il Ministro Martina, è arrivare nel 2016 a 1 milione di

eccedenza recuperata all'anno. Il piano "spreco zero", così soprannominato, prevede di

assistere a livello alimentare 6 milioni i cittadini italiani in difficoltà a con il supporto dei

Ministeri del Lavoro e delle Politiche agricole ed enti caritativi per la distribuzione di pasti

e pacchi alimentari.

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Secondo i termini della proposta di legge, le autorità pubbliche, così come le organizzazioni

non-profit, avranno diritto a ricevere donazioni da supermercati. Il cibo che è stato

etichettato in modo errato sarà disponibile per essere donato, facendo sì che le irregolarità

non incidano sulla data di scadenza del prodotto o sulle indicazioni di sostanze che

provocano allergie e intolleranze.

Una gran bella notizia che sarà consentita la raccolta dei prodotti agricoli che rimangono

in campo e la loro cessione a titolo gratuito. La legge sarà completata con l'introduzione

dell'educazione alimentare nelle scuole e una diffusa campagna di sensibilizzazione,

mentre 1 milione di € sara fornito per aiutare lo sviluppo del packaging alimentare nei

prossimi tre anni.

È stato invece bocciato in Aula

l'emendamento presentato dal M5S

riguardante la possibilità di finanziare la

promozione dello stile alimentare

vegetariano tramite la diffusione

dell'utilizzo "di prodotti agroalimentari

ecologici, a base preferibilmente vegetale,

provenienti da filiera corta e a chilometro

utile".

**Clicca QUI - o sulla tabella a lato - per

visualizzarla a grandezza naturale**

Nonostante un certo accordo tra le parti durante l'esame del testo in Commissione il

Movimento 5 Stelle rimane su una posizione molto critica a proposito del DDL Sprechi

perché sono stati bocciati tutti gli emendamenti concernenti l'olio di palma. Erano anni che

sui media internazionali non si sentiva parlare in positivo dell'Italia in materia di politiche

alimentari.

Sembra che qualcosa stia cambiando, e che possiamo dare l'esempio ad altri paesi

europei, e distinguerci non solo in negativo. Del resto la questione alimentare sta

prendendo slancio in tutta Europa, soprattutto nel contesto globale di povertà ed

insicurezza alimentare in cui si trovano milioni di persone che nonostante la grande

quantità di cibo prodotta non riescono tuttora ad accedere alle risorse.

(da Bio@gricoltura Notizie di AIAB – marzo 2016) **torna al sommario**

CICLO DI INCONTRI "PERCHÉ BIO?" BIOLOGICO ED ECONOMIA

sabato 2 aprile alle 10:15

"IL PROFITTO DELLA TERRA”

Il Biologico a chi giova? Un'analisi costi-benefici è solo una questione di "qualità", di rese, di costi e ricavi, o ci sono valori che non hanno prezzo, ci sono benefici

per chi non è ancora nato?".

Incontro con il dott. Alberto Lanzavecchia, ricercatore e professore di Economia

dell'Università di Padova intervistato dal giornalista padovano Massimo Zilio.

La partecipazione agli incontri è gratuita con prenotazione obbligatoria all'indirizzo:

[email protected]

Posti limitati!!! -- Al termine della mattinata, su prenotazione, sarà possibile pranzare in Osteria con un menu fisso a 15€, comprendente un antipasto, un

cereale e un contorno.

(segnalato da Osteria di Fuori Porta – marzo 2016) **torna al sommario**

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IL SEGRETO DEI TEMPLARI? L'ALIMENTAZIONE. "ECCO PERCHÉ

VIVEVANO IL DOPPIO RISPETTO AI CONTEMPORANEI" Secondo una ricerca condotta da 4 medici su documenti antichissimi, la

straordinaria longevità dei monaci-soldati era dovuta alle regole igieniche ed alimentari codificate da Bernardo di Chiaravalle: poca carne e molti legumi e poi

pesce, formaggio, olio d'oliva e frutta fresca. Un regime moderno, inconsueto per l'epoca e antesignano della Dieta mediterranea.

Vivevano 40 anni in più rispetto alla media dei loro

coetanei. Quello che era uno dei segreti dei Templari

sembra ora svelato da una ricerca che ha esaminato a

fondo, utilizzando fonti documentali, le loro scelte

alimentari: attenzione all'igiene a tavola, ma anche

alla qualità e varietà degli alimenti, con poca carne e

maggiore consumo di legumi, pesce e frutta fresca.

"Una dieta che ha portato 314 Cavalieri Templari, uno

dei più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani, in

molti casi a superare i 70 anni al processo che li vide

protagonisti nel 1321. La spiegazione potrebbe

risiedere nell'effetto positivo esercitato sulla flora

intestinale da questa alimentazione, più sana rispetto

a ciò che si mangiava nel Medioevo. Una fonte naturale

di probiotici che ha effetti positivi e protettivi sulla flora gastrointestinale".

La spiegazione, fornita all'agenzia Adnkronos salute, è di Francesco Franceschi, direttore

della Medicina d'urgenza del policlinico Gemelli di Roma e autore, con il colleghi Roberto

Bernabei, Giovanni Gasbarrini e Peter Malfertheiner, della ricerca "La dieta di Cavalieri

Templari: il loro segreto di longevità?". Lo studio, pubblicato su “Digestive and Liver

Disease”, è stato condotto attraverso un'indagine sui documenti dell'epoca e del processo

ed ha evidenziato come proprio la dieta possa aver aiutato questi monaci-soldati a vivere

molto più a lungo della media, in un'epoca storica in cui l'aspettativa di vita oscillava tra i

25 e i 40 anni.

Nel Medioevo - evidenzia lo studio - l'alimentazione era ricca di grassi e calorie, si

consumava molta carne nelle classi più ricche e la gotta era una delle patologie più diffuse.

Come l'obesità, simbolo di ricchezza e opulenza, il diabete mellito e i livelli di colesterolo e

trigliceridi erano molto alti.

"La dieta dei Templari, molto moderna e se vogliamo antesignana della dieta Mediterranea,

combatteva tutte queste malattie - afferma Franceschi -: mangiavano poca carne (2 volte

a settimana), molti legumi (tre piatti a settimana) che invece oggi si consumano poco, ma

sono invece potenti probiotici; il pesce era molto frequente e all'acqua da bere

aggiungevano la spremuta di arance per arricchire la carica anti-batterica. Al vino (molto

razionato) aggiungevano polpa di Aloe, pianta dotata di azioni antisettiche e fungicide

molto utile nei Paesi con climi desertici caldi".

"La longevità - sottolinea Franceschi - è stata una caratteristica peculiare dei Templari,

secondo i documenti storici analizzati: Hugues de Payens morì a 66 anni; l'ultimo gran

maestro Jacques de Molay quando fu ucciso, dopo 7 anni di prigione, aveva 67 anni. Al

tempo questa eccezionale dote era attribuita a uno speciale 'regalo' divino, ma in realtà

dietro c'erano abitudini alimentari e igieniche codificate in regole da Bernardo di

Chiaravalle".

Oltre alla regole scritte, infatti, i Cavalieri Templari avevano anche principi di

comportamento da rispettare per evitare la diffusione delle infezioni: era obbligatorio

lavarsi le mani prima di mangiare, il refettorio doveva essere sempre ben tenuto e le

tovaglie sempre pulite. L'Ordine inoltre proibiva la caccia a fini alimentari, mentre furono

proprio i Templari a dedicarsi all'allevamento del pesce, alimento molto presente nel loro

regime alimentare insieme ai formaggi, la frutta fresca e l'olio d'oliva.

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"I Templari consideravano i frutti di mare un ottimo sostituto della carne, in questo modo

- evidenzia ancora la ricerca - beneficiavano dell'effetto positivo degli acidi grassi omega-

3 sui livelli ematici di colesterolo e trigliceridi, oltre all'effetto antiossidante e antidepressivo

dei molluschi. In conclusione - affermano gli autori - crediamo che la dieta e le abitudini di

vita potrebbero essere la spiegazione per la straordinaria longevità dei Templari: se questo

è il caso, il motto 'imparare dal passato' non è mai stato così appropriato".

(da Repubblica.it/Salute – marzo 2016) **torna al sommario**

AIAB ADERISCE AL REFERENDUM NOTRIV: “INVESTIAMO SUL BIOLOGICO INVECE CHE SUL

PETROLIO”

L'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica (AIAB) aderisce

al Comitato Nazionale NOTRIV e partecipa a tutte le iniziative

e gli eventi in programma per dire no alle trivelle in mare.

Questo per chi coltiva biologicamente la terra è un atto di

grande significato. Rappresenta il passaggio da un modello di

produzione e consumo ormai insostenibile in quanto fondato sullo

sfruttamento e l'accaparramento da parte di pochi di risorse irriproducibili, a un modello

più sostenibile che salvaguarda l'ambiente e tutela la salute dei cittadini.

Il significato politico del SÌ infatti va naturalmente al di là del quesito

referendario: con il SÌ sostanzialmente si chiede di rivedere la politica energetica

nazionale, ovvero di fermare la ricerca e lo sfruttamento delle fonti fossili e puntare su

fonti rinnovabili e risparmio energetico. L'agricoltura biologica per il fatto di lavorare su e

con le risorse ambientali e territoriali e per il fatto di distinguersi proprio per la salubrità

del cibo che produce, è fortemente penalizzata dal degrado delle matrici ambientali, dalla

sottrazione di suolo, di paesaggio e di biodiversità.

Tutto ciò genera una crisi di fiducia nella salubrità del territorio e dei suoi prodotti che

investe i territori interessati dall'industria petrolifera. La questione del modello energetico

è, dunque, fondamentale per noi poiché pone il problema dell'impatto che i fattori

ambientali inquinanti possono avere sulle produzioni biologiche.

Una questione di grande rilevanza per i produttori biologici che si sentono chiamati a

rispondere anche alle preoccupazioni dei consumatori che, in mancanza di chiarezza,

tendono a identificare come inquinati tutti i prodotti delle aree interessate dall'industria

petrolifera. Per queste ragioni AIAB sosterrà il referendum, con un appello chiaro al

mondo agricolo a votare SÌ al tema della "transizione energetica". A tal fine

organizzerà iniziative a livello nazionale e delle regioni interessate a partire dalle campagne

in corso: Primavera Bio e Coltiviamo Biodiversità- Bene

comune.

"Il metodo biologico – dice Vincenzo Vizioli, presidente di

AIAB - è una risorsa da preservare per favorire oggi la

resilienza del territorio e domani la sua

riconversione. AIAB chiede pertanto che l'agricoltura

bio nelle aree soggette ad attività industriali sia

sostenuta e tutelata per svolgere un ruolo di produzione

e distribuzione di cibo sano e sicuro per la popolazione

esposta all'inquinamento e per svolgere una funzione di

rigenerazione delle risorse ambientali sottoposte all'inquinamento.

In queste aree serve un piano di monitoraggio delle matrici ambientali e della catena

alimentare centrato sulle aziende agricole bio; progetti territoriali volti alla diffusione locale

di alimenti biologici prodotti nelle aziende monitorate; progetti di applicazione di tecniche

di 'bioremediation' in aziende bio esposte".

(da Bio@gricoltura Notizie di AIAB – marzo 2016) **torna al sommario**

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Idee eretiche **torna al sommario**

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Cina: ritorno al futuro in Agricoltura **torna al sommario**

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Se il suolo rimane una merce **torna al sommario**

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Le multinazionali che controllano il

mercato dei semi **torna al sommario**

(da Altreconomia – marzo 2016)

Alta cucina in prigione **torna al sommario**

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Una vita senza banconote **torna al sommario**

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Berta Caceres assassinata in Honduras **torna al sommario**

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L’accordo che affossa lo

Stato di Diritto **torna al sommario**

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Un’offerta che non si può

rifiutare **torna al sommario**

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(da Internazionale – marzo 2016)

LA ASSOCIAZIONE TEDESCA DI GIUDICI SI OPPONE AL SISTEMA

GIUDIZIARIO PER LA PROTEZIONE DEGLI INVESTIMENTI (ICS) In una dichiarazione resa pubblica il 2 febbraio scorso, la più

grande associazione tedesca di giudici e pubblici ministeri ha respinto fermamente la proposta della Commissione Europea di creare un tribunale per gli

investimenti nel TTIP.

Dopo la controversia senza precedenti circa i diritti di vasta portata concessi agli investitori

stranieri nell’accordo tra Unione Europea e Stati Uniti TTIP- mediante il meccanismo ISDS

ovvero di risoluzione delle controversie tra investitore e Stato – la Commissione Europea

aveva sottomesso una nuova proposta in merito nell’autunno 2015, rimpiazzando l’ISDS,

secondo quanto riportato, con una Corte per gli investimenti o ICS.

La nuova proposta della Commissione ha causato pesanti critiche da parte di gruppi della

società civile. Questi la respingono obiettando che si tratta di un mero esercizio di

cambiamento di forma che non risolve nessuna delle preoccupazioni fondamentali ovvero

le garanzie speciali attribuite agli investitori stranieri, l’indebolimento delle leggi nazionali

e l’aggiramento delle Corti giudiziarie domestiche.

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Le dichiarazioni di oggi, rilasciate dalla più

grande associazione tedesca di giudici e pubblici

ministeri, danno risonanza a queste voci e infliggono

un grave colpo alla Commissione. elle dichiarazioni,

i giudici e i procuratori denominano i “tribunali

speciali” per una sola parte della societa “la via

sbagliata” per garantire certezza e sicurezza legale.

Essi avanzano anche serie preoccupazioni riguardo

l’indipendenza dei giudici nella proposta della

Commissione. Queste vanno dalla mancanza di

indipendenza economica ai criteri di selezione non chiari. Secondo la dichiarazione, “ciò fa

apparire l’ICS non come un tribunale internazionale, ma piuttosto come un tribunale

d’arbitrato permanente”.

Il documento evidenzia inoltre quanto non ci sia bisogno della creazione di un tribunale

speciale per gli investitori stranieri dato che gli stati membri dell’EU provvedono e

garantiscono un eguale accesso alla giustizia a tutti i querelanti, inclusi gli imprenditori. I

giudici mettono inoltre in questione la competenza dell’Unione Europea nell’istituire tale

sistema di corte giudiziaria, il quale non solo limiterebbe il potere legislativo dell’EU e degli

stati membri, ma modificherebbe in maniera radicale il sistema di tribunali già esistente

nell’Unione Europea.

Ora che le preoccupazioni dei cittadini sono state confermate resta la domanda: se giuristi

professionisti e cittadini respingono questa idea, quali interessi serve nei fatti la

Commissione, se non quelli delle grandi imprese multinazionali?

(da STOP TTIP – febbraio 2016) **torna al sommario**

LA SIRENETTA, MOBY DICK E LE

TRIVELLE di Savina Dolores Massa (*)

La Sirenetta e Moby Dick il mare lo conoscono

da decenni. Si incontrano spesso in acque

prive di muri o fili spinati. Si trovano e parlano

ma non della fama che ha reso loro immortali,

no.

No, anche se in troppe giornate nelle quali

provano a portare a riva i disperati in fuga dalle guerre, dalle carestie, o per il semplice

diritto a calpestare ogni angolo di terra sopra questa sfera rotante, si dicono – occhi amari

contro occhi amari – “siamo nati invano”.

È inutile piangere dentro il mare: nessuno saprebbe distinguere una lacrima

sottomarina da un vento d’acqua provocato dal nervosismo di un corallo.

Non è corallo. È una mano lavata dalle correnti. Scarnificata, baciata, nel saluto ultimo:

ora è innocenza sporcata quanto il fondale che le è tomba.

Piangono, la sirena al profumo di scorie e la balena mai più bianca nel corpo, lo zampillo

in petrolio. Una volta era urlo di libertà nel salto. Una festa. Infettata nel respiro è la balena

più grande del mondo.

Piangono le stelle marine desiderandosi farfalle se mai più potranno danzare

tanghi su una rena mortificata da cento lame rotanti.

Chiasso, in fondo al mare, paura per la manta che chiama a raccolta ogni conchiglia e

anemone e pesce. Meduse meduse meduse. Ectoplasmi neri… Una volta vissero Andersen

e Melville… Accorrono e parlano, tutti assieme gli abitanti del mare.

Dalle loro memorie, in voci diverse, emergono mormorii. Una voce di delfino soffia “vi

racconto la fiaba di Noé”. Silenzio. Ha bisogno di silenzio la culla più bella mai vista, e di

rispetto obbligato. Ogni onda. Ogni onda capace di regalarci il sogno non merita stupro.

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Saprebbe adirarsi, ma è stanca ferita ammalata per ogni forma di insulto. Ogni onda ogni

è sgomenta di fronte all’ingordigia umana. Ogni è

dire tutto.

Parlò per ultima la Balena Bianca, “sarò per voi

come Noè”. Fu lei a decidere, “andremo via,

sconfitti, liberando il mare. Ci sia concesso almeno

il libero arbitrio su come morire.

Nel vuoto più scuro e profondo potranno

trivellare ogni, ogni granello di sabbia.

Stanno rubando l’onore del mare, la vita

stessa del creato, compresa la propria.

Andremo via, e quando poi su una sponda qualsiasi

si troveranno a passeggiare, si cerchino il cuore, osservando un mare assassinato. E

fu per denaro”. La Sirenetta aggiunse, affogando affogando volando nell’aria “che

nessuno osi più cantare una storia nominando il mare”.

(*) Savina Dolores Massa, scrittrice, partecipa alla Campagna per il SÌ il 17 aprile

a suo modo, cioè con un racconto-poesia. Se non la conoscete, guardate nella Bottega

del Barbieri, da cui abbiamo tratto questo testo, alcuni suoi scritti e le recensioni dei suoi

libri, uno più bello dell’altro.

(da comune-info – marzo 2016) **torna al sommario**

SALUTE E TRIVELLAZIONI: ECCO I RISCHI In questo comunicato l'ISDE - Associazione Medici per l'Ambiente mette in

evidenza i rischi sanitari delle trivellazioni petrolifere, sia onshore che offshore, sottolineando l'importanza del referendum del 17 aprile, che deve segnare un

punto di svolta nella politica energetica e ambientale italiana.

l 17 Aprile prossimo, con il Referendum sulle trivelle, i cittadini italiani sono chiamati ad

esprimersi sul quesito abrogativo che riguarda l’articolo 6, comma 17 del codice

dell’ambiente: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti

in attivita nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”. ISDE

Italia auspica la più ampia partecipazione al Referendum ed invita a

votare SÌ per la salute di oggi e domani. Deve essere questa l’occasione per una profonda

riflessione circa l’inderogabile necessità ed

urgenza di cambiare il modello di sviluppo ancor

oggi basato sulla combustione dei fossili.

Tale modello, oltre agli alti costi sanitari imposti

all’uomo e a tutta la biosfera per via dell’inquinamenti

delle varie matrici ambientali, appare sempre più

fragile e insostenibile sul piano economico.

Negli ultimi 18 mesi il prezzo del greggio è calato circa

del 70%: andare a cercare con accanimento e con tecniche sempre più costose e impattanti

una risorsa che perde sempre più valore, può contribuire, oltre al danno alla salute e

all’ambiente, a minare ulteriormente la tenuta economica del Paese. Poche gocce di

petrolio di scarsa qualità, mettono in pericolo le nostre bellissime coste, culla della nostra

storia e della nostra cultura e possibile fonte economica malamente sfruttata oltre che la

fauna e la pesca sostenibile.

La perforazione di un pozzo può avvenire sulla terra ferma (“onshore”) o in mare

(“offshore”); gli impatti ambientali e sanitari, conseguentemente, saranno di diversa

natura e graveranno in maniera differente in questi differenti contesti ma è importante dire

SI oggi per avviare un processo di cambiamento che ci proietti verso fonti di energia

alternative rinnovabili che ci permettano di rispettare l’ambiente e di tutelare la nostra

salute.

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Quando parliamo di trivelle offshore, nessuno può escludere un incidente. E in un mare

chiuso come il Mediterraneo, un disastro petrolifero causerebbe danni gravissimi e

irreversibili. Comunque, anche in assenza di incidenti rilevanti, le estrazioni petrolifere

comportano indiscutibilmente pesanti impatti ambientali – e quindi sulla salute umana,

essendo l’ambiente un determinante fondamentale della salute – come dettagliatamente

riportato nel testo di due studiosi italiani: “L’Impatto Ambientale del Petrolio, in Mare e in

Terra” (Galaad Edizioni).

Anche un recente rapporto di Greenpeace, relativo alle attività estrattive in Adriatico

esaminate dal 2012 al 2014 ha evidenziato che tra i composti che superano con maggiore

frequenza i valori definiti dagli Standard di Qualità Ambientale, rilevati nei sedimenti

prossimi alle piattaforme, si trovano metalli pesanti, quali cromo, nichel, piombo (e talvolta

anche mercurio, cadmio e arsenico). Inoltre, sono risultati rilevabili anche idrocarburi

policiclici aromatici (IPA), come fluorantene, benzo[b]fluorantene, benzo[k]fluorantene,

benzo[a]pirene e altri, variamente associati.

Tutte queste sostanze sono tossiche, spesso persistenti e bioaccumulabili ed

alcune sono state già riconosciute cancerogene per l’uomo; esse possono risalire la

catena alimentare attraverso la bio-magnificazione, raggiungendo così l’uomo in

concentrazioni elevate e tali da causare seri danni all’organismo. In particolare per metalli

pesanti quali piombo e soprattutto mercurio l’esposizione umana avviene attraverso

pesce contaminato, specie se di grossa taglia, tanto che alle donne in gravidanza ne viene

sconsigliato il consumo.

Queste sostanze non solo si accumulano nei nostri corpi, ma passano anche dalla

madre al feto durante la gravidanza ed interferiscono in particolare con lo sviluppo

cerebrale del nascituro fino a comportare ritardo mentale e deficit del Quoziente

Intellettivo. I metalli pesanti, oltre ad effetti di tipo cancerogeno e neurologico,

comportano anche effetti a livello cardiovascolare, renale ed osseo, con maggio rischio

di osteoporosi.

Parimenti pericolose sono poi le miscele di IPA per le quali è stato dimostrato – per

fenomeni di azione sinergica – un aumento di rischio di insorgenza di cancro, soprattutto

in presenza di benzo(a)pirene. Non va infine dimenticato che come per alcuni IPA, anche

per metalli quali l’arsenico, il cadmio, il nickel, classificati da decenni come cancerogeni per

l’uomo, non esiste una soglia identificabile al di sotto della quale queste sostanze

non comportino un rischio per la salute umana.

(da Italia che Cambia – marzo 2016) **torna al sommario**

Uno sfratto contro il libero associazionismo (da Ecopolis Newsletter – marzo 2016)

**torna al sommario**

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Da Bruxelles anche buone notizie

(da Low Living High Thinking –

marzo 2016)

**torna al sommario**

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Warning: il TTIP può danneggiare gravemente la salute pubblica (da La Bottega del Barbieri – marzo 2016)

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QUANTO INQUINAMENTO PRODUCE INTERNET E COSA POSSIAMO

FARE PER LIMITARLO Secondo uno studio francese, il consumo di energia legato al funzionamento di internet “sta letteralmente esplodendo”. E lo spam è diventato un ecomostro.

Spegnere i grandi monumenti, come fatto il 19

marzo in occasione dell’iniziativa Earth Hour

promossa dal WWF, significa ricordare al mondo

che la salvezza del pianeta passa anche attraverso

un cambiamento dei nostri comportamenti.

Risparmiare energia sarà cruciale nei prossimi

decenni, e per diminuire i consumi occorre

ripensare anche le nostre abitudini digitali.

Secondo uno studio di McAfee lo spam inquina in tutto il mondo tanto quanto tre milioni di automobili - ©Joe Readle/Getty Images

La rete globale di internet, infatti, è particolarmente assetata di energia. Per far funzionare

i giganteschi server sui quali vengono veicolati i flussi di dati di tutto il mondo – dai

messaggi di posta elettronica fino alle comunicazioni televisive – servono enormi quantità

di elettricità. Il che significa gigantesche emissioni di gas ad effetto serra, che

contribuiscono in modo determinante ai cambiamenti climatici.

L’Agenzia francese per la gestione dell’energia (Ademe) ha ricordato di recente che “il

consumo di energia elettrica legato allo sviluppo delle tecnologie digitali sta letteralmente

esplodendo”. Per comprendere quali siano le quantità in gioco, lo stesso organismo

governativo transalpino propone alcuni esempi concreti.

Un’email consuma come una lampadina accesa per due ore

Inviare un’e-mail con un allegato del peso pari ad un megabyte significa assorbire 25

wattora. Ovvero l’equivalente di ciò che è necessario ad una lampadina a basso consumo

per rimanere accesa due ore. In generale, secondo un’analisi dell’esperto britannico

Mike Berners-Lee, ciascun messaggio di posta elettronica (anche privo di allegati)

comporta la dispersione nell’atmosfera di quattro grammi equivalenti di CO2, secondo un

calcolo che “internalizza” le emissioni legate non solo al funzionamento del computer da

cui origina l’informazione e al server che la gestisce, ma anche alla fabbricazione di

entrambi gli apparecchi.

Secondo l’Agenzia francese per la gestione dell’energia, limitare l’uso dei motori di ricerca può aiutare a diminuire l’impatto ambientale di internet - ©Pier Marco Tacca/Getty Images

Lo spam inquina come tre milioni di automobili

Ne consegue che lo spam è responsabile, ogni anno

dello stesso inquinamento prodotto da tre milioni di

automobili che consumano 7,5 miliardi di litri di

benzina, secondo uno studio realizzato nel 2009 dalla

società informatica McAfee.

Ciò non significa, però, che sia necessariamente

meglio tornare a carta e penna. A conti fatti, spesso

internet continua a risultare meno dannoso per

l’ambiente rispetto ai mezzi di comunicazioni

analogici. Alcuni piccoli accorgimenti, però, possono

aiutare.

Utilizzare tablet o smartphone anziché computer fissi significa diminuire sensibilmente i consumi di energia, e dunque l’inquinamento - ©Cameron Spencer/Getty Images

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Meglio evitare i motori di ricerca quando possibile

È utile, ad esempio, evitare di passare per un motore di ricerca (come ad esempio Google)

se ciò non è strettamente necessario: meglio digitare direttamente l’indirizzo del sito che

si vuole visitare, se lo si conosce. In questo caso, le emissioni di CO2 saranno tagliate del

75 per cento. Ed è anche preferibile scegliere il mezzo di accesso al web: la stessa ricerca

di un minuto su un pc fisso assorbe cento wattora, che scendono a venti sui portatili, e

diminuiscono ancora per tablet e smartphone.

Inoltre, grazie al progetto di LifeGate Zero Impact® Web, aziende e blogger possono

calcolare, ridurre e compensare le emissioni di CO2 prodotte navigando su Internet,

contribuendo alla creazione e tutela di foreste in crescita.

(da LifeGate - marzo 2016) **torna al sommario**

Semaforo alimentare: giù i consumi di parmigiano reggiano e prosciutto di

Parma **torna al sommario**

Gratuite e gustose: è tempo di erbe

spontanee **torna al sommario**

India: il cotone OGM sul campo non funziona **torna al sommario**

I consumatori più attenti? Sono i bambini **torna al sommario**

(da Slow Food – marzo 2016)