neumarkt 6-10 settembre 2011 iii° corso per junior … · abituato a sperare solo in se stesso, e...

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NEUMARKT 6-10 SETTEMBRE 2011 III° CORSO PER JUNIOR TUTOR DI CITTADINANZA Diario di Bordo 1 Junior Tutor Club Promotori di Cittadinanza nelle Scuole

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NEUMARKT 6-10 SETTEMBRE 2011III° CORSO PER JUNIOR TUTOR DI

CITTADINANZA

Diario di Bordo

1

Junior Tutor ClubPromotori di Cittadinanza

nelle Scuole

DIARIO DI BORDO – NEUMARKT 2011 (6-10 SETTEMBRE 2011)

MESSAGGI PERVENUTI

1.Caro Giulio, voglio mandare a voi tutti a Neumarkt un grosso bacio e un saluto: che possa essere per tutti un'esperienza innovativa, creativa e dinamicizzante. Confesso che vorrei tanto essere lì con voi anziché arrabattarmi coi problemi di inizio anno scolastico... Un caro saluto. (Lucia Saccon, 6.9.2011, Mail)

2. Kennedy diceva: “Alcuni vedono le cose come sono e dicono: ‘perché?’; io sogno le cose come non sono mai state e dico: ‘perché no?’”. Questo è l’impegno dei prof e del PES a Neumarkt: fare una scuola dove gli studenti sono il cuore! Approfittatene e godetevela. Ci vediamo giovedì...(Elia Di Ilio, 5.9.2011, SMS)

3. Buonasera prof. Zennaro! Dalla Francia mando questo messaggio ai ragazzi di Neumarkt: spero abbiate iniziato alla grande il breve ma intenso percorso che farete a Neumarkt. Ricordate che è un’occasione unica per farsi e scambiarsi opinioni e soprattutto per stringere degli ottimi rapporti con gli altri! Anche se a più di 1000 km, il mio cuore è con voi, vi penso spesso (e con un po’ di invidia) Viva il PES e ricordate che la cittadinanza inizia dalle piccole cose (un costante impegno quotidiano)! Un caro saluto anche a tutti i fantastici docenti e relatori! (Andrea Buttazzi, 7.9.2011, SMS)

4. Un caro saluto a tutti voi, studenti, relatori e associati Adec che ancora una volta vi trovate a Neumarkt per vivere questa bellissima esperienza di confronto, elaborazione e crescita in comune. Non posso essere presente di persona ma lo sono moralmente, pensando a quanti bei momenti passerete insieme e a quanto tutto questo vi servirà nella vita.Ho davanti a me la citazione di Dostoevskij che ho fotografato nella sede di Ginevra della Croce Rossa, incisa nella parete d’entrata; ve la riporto in francese, così com’è stata scritta lì: “Chacun est resposable de tout devant tous”.L’ho rintracciata poi quest’estate leggendo “I fratelli Karamazov”, un romanzo che consiglio a tutti sia per la profondità d’analisi dell’animo umano, in ogni suo aspetto, che vi ho ritrovato, sia per la straordinaria attualità di alcuni temi e concetti che vi sono trattati, fra cui quelli relativi all’universalità della condizione dell’uomo, delle sue pulsioni primarie come dei suoi sentimenti, delle sue elaborazioni intellettuali come delle acquisizioni morali, delle responsabilità che ricadono su di lui come dei diritti che appartengono all’essenza umana stessa. E’ in quest’ottica che bisogna leggere l’affermazione ripresa come slogan dalla Croce Rossa: in ognuno di noi è presente ogni potenziale espressione dell’umanità, nessuna esclusa, e per questo siamo responsabili “di tutto davanti a tutti”. C’è poi un passo che mi pare particolarmente significativo, una voce presente in quest’opera polifonica che vi vorrei riportare. Si trova nel sesto libro e riguarda il tema dell’isolamento umano, quello che, dice Dostoevskij: “ora regna dappertutto, e nel nostro secolo più che mai” (e pensate che sta parlando ancora dell’800!!!). Il passo è questo:“Ora ognuno tende a separare la propria persona dagli altri più che può, ognuno vuol sentire in se stesso, da solo, la pienezza della vita, ma intanto, invece di questa pienezza, il risultato di tutti i suoi sforzi è un completo suicidio, perché invece di arrivare a determinare la propria personalità in modo perfetto, si cade nell’isolamento assoluto. Nel nostro secolo, infatti, gli uomini si sono tutti divisi in tante singole unità, ognuno si ficca nel proprio buco da solo, si allontana dagli altri, si nasconde e nasconde quello che ha, e così va a finire che respinge lontano da sé gli altri uomini e viene a sua volta respinto, sempre per colpa sua. Accumula ricchezze in solitudine e pensa: ‘Come sono forte ora, come sono al sicuro!’ E non sa, questo sciocco, che quanto più accumula, tanto più affonda in una impotenza che è autodistruttiva. Perché si è abituato a sperare solo in se stesso, e si è staccato dal tutto isolandosi, ha abituato la sua anima a non credere nella solidarietà umana, negli uomini e nell’umanità, e trema soltanto all’idea di perdere il suo

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denaro e i diritti acquistati con esso. Dappertutto, oggi, l’intelligenza umana sta diventando ridicolmente incapace di comprendere che la vera sicurezza dell’individuo non consiste nello sforzo individuale e isolato, ma nell’unione di tutti gli uomini. Però verrà certamente la fine anche di questo spaventoso isolamento, e tutti capiranno di colpo quanto fosse innaturale questo loro allontanarsi l’uno dall’altro.”La ricomposizione è qui concepita in nome di un comune ideale cristiano; chi parla nel brano citato è un monaco, mistico e uomo illuminato, in punto di morte. Tuttavia la lettura del messaggio, nella sua valenza generale, rimane aperta a molteplici interpretazioni, proprie di molte visioni filosofiche, religiose e non, a carattere umanitario, razionalistico e universalistico. Mi piace pensare che il grande scrittore russo abbia qui elaborato con 70 anni d’anticipo una formulazione ante litteram dei principi che stanno alla base della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo…Ma il dato di estremo interesse che presenta il passo che vi ho citato ritengo sia anzitutto la consapevolezza che Dostoevskij dimostra rispetto all’evoluzione della società del suo/nostro tempo: egli vede l’affermarsi e il diffondersi di una psicologia/antropologia individualistica e preconizza l’avvento di una società fatta d’individui alienati in quanto isolati dai propri simili, cui è preclusa la possibilità di vivere quella pienezza esistenziale e quella consapevolezza di sé che sono date solo dalla relazione con gli altri, dal riconoscersi come parte di un tutto, di una comunità particolare e di una specie universale nello stesso tempo.Leggo dal testo di un filosofo italiano contemporaneo (Pier Aldo Rovatti: “Possiamo addomesticare l’altro?La condizione globale”Forum 2007), scritto a distanza di quasi un secolo e mezzo da quando venne composto “I fratelli Karamazov”:“Ciascuno di noi , nella serra, è ridotto alla propria dimensione di privatezza, cioè viene spogliato di qualunque prensione o legame organico con i suoi simili (omologati da uno spazio senza distanza e dal medesimo rapporto con il consumo)”. Poco più avanti, riferendosi ai reality televisivi, Rovatti aggiunge:“Quello che conta nella condizione globale è la visibilità per un occhio esterno, il quale –però- è appeso al nostro collo e coincide infine con il nostro stesso occhio”; ciò, conclude Rovatti, conduce ad una perdita di passaggio fra le dimensioni “interno-esterno”, “apparenza-realtà”, che, nel rapporto con l’altro, crea una condizione di “dispersione e spaesamento” non a lungo sopportabili.Come vedete, la grande letteratura ci mette a disposizione figure e osservazioni lucidissime su tipi umani e processi che si attualizzeranno poi nel corso della storia (potere dell’arte!), così come la filosofia offre spunti di analisi e elementi di riflessione straordinari per i temi che ci interessano. Entrambe parlano di noi, ci aiutano a capire noi stessi e a capire il mondo, a non restare inerti, a non vivere passivamente la realtà che ci circonda, a diventare soggetti consapevoli e cittadini attivi, in grado di assumere “la responsabilità di tutto davanti a tutti”. Se fossi con voi mi piacerebbe sviscerare e approfondire proprio questo impegnativo enunciato, che mi pare terribile (cosa vuol dire sentirsi responsabile di tutto, comprese le nefandezze che l’umanità ha compiuto e continua a compiere nel corso della storia?) e nello stesso tempo entusiasmante (se mi saprò assumere questa responsabilità sarò uomo in senso pieno, potrò entrare in contatto positivo con l’intera umanità). Si tratta dell’imperativo morale che fonda l’etica della responsabilità e che sta alla base dell’agire di gruppi come il nostro.Spero ci saranno altre occasioni per parlarne. Un abbraccio e un augurio di buon lavoro a tutti. (Antonio Bincoletto, 31.8.2011, Mail)

5.Buonasera professore. Intanto un immenso ringraziamento della sua pazienza e dedizione verso di noi in questi giorni! Lei è la persona con cui ho più debiti e anche tutto il PES! (Giovanni Vettore, 11.9.2011, Mail)

MESSAGGI SCRITTI SUL DIARIO

6.Qui è Carlotta Gradin che scrive. E’ già arrivato giovedì e siamo a Vienna. Vedere tutte le bandiere allineate è stato emozionante, un insieme di culture e di persone unite e pronte a collaborare tra loro. Stare dentro la tenda per i rifugiati mi ha fatto riflettere, mi immaginavo le persone che ci vivevano dentro e mi sono immedesimata in quella gente pronta ad affrontare ogni difficoltà e pronta a ricominciare da zero per una vita migliore. Buona continuazione a tutti. (Carlotta Gradin)

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7. 8.9.2011 Qui è Amanat che vi parla!!Perdonate la scrittura ma in corriera è un po’ un’impresa da scrivere... Sta di fatto che questa è la mia prima volta a Neumarkt e nonostante siano passati solo 2 giorni dal nostro arrivo devo dire che mi ha colpito molto la velocità e la facilità di relazionarsi e fare amicizia con tutti coloro che hanno voluto passare 5 giorni in compagnia imparando e partecipando attivamente alle elezioni. Una cosa ancora volevo aggiungere... Tutte queste informazioni che mi arrivano mi aiutano molto a capire quale è il mio scopo in questa società e mi aprono le porte a possibili azioni di solidarietà in futuro che potrei affrontare nella mia città e chissà magari un giorno aiutare la gente più sfortunata di me che vive tuttora in quel paese lontano che è l’India... Auguro a tutti di realizzare i propri sogni! (Amanat Schizzi)

8.Ciao a tutti... L’esperienza che stiamo vivendo da due giorni qui in Austria è davvero indescrivibile. Ci sono molti aggettivi che si potrebbero utilizzare, ma a mio parere ce n’è uno particolarmente adatto: unica. E’ un’esperienza unica dal punto di vista dello studio e dell’arricchimento culturale di ognuno di noi, quanto da quello umano e di crescita e maturazione personali. Infatti, dopo soli due giorni ci conosciamo già tutti ed è straordinaria la disponibilità e l’apertura di ognuno nel voler stringere amicizia e conoscere gli Altri. La settimana a Neumarkt è certamente un ottimo spunto per analizzare il rapporto con l’Altro tema di intensa discussione nella relazione e nei laboratori. Oggi in particolare durante il viaggio in pullman alla volta di Vienna ho riflettuto su un dettaglio che finora mi era sfuggito, ma che trovo particolarmente significativo, si tratta del fatto che quando ci riferiamo al castello che ci ospita lo chiamiamo spontaneamente e involontariamente “casa”. (...) Ciò significa che ci sentiamo veramente a casa ed è meraviglioso considerando che siamo qui da 2 giorni. Scriverei un romanzo su quest’esperienza... (Emma Russo)

9. 8.9.2011 Nonostante io possa considerarmi veterano ho sempre avuto la peculiare caratteristica di scrivere in modo pietoso sul diario di bordo... Neumarkt è bello, è un posto speciale che permette di creare un’atmosfera irripetibile. Cercherò sempre di sfruttare al meglio quest’atmosfera per creare legami con altri ragazzi e ragazze per creare un gruppo coeso di persone che si vogliono bene. Questo è il contributo più grande che io possa dare perché un gruppo unito è il primo passo verso la discussione attiva di argomenti tanto importanti. Sono contento di mettermi sempre più in gioco. (Cimmino Alberto)

10.Devo dire di essere rimasta davvero stupita appena arrivata in Austria. Mi è sembrato di trovarmi in una realtà parallela, totalmente estranea alla mia quotidianità, forse per il luogo isolato, forse per le persone particolari che sono qui, forse per il tipo di attività che si svolgono. All’inizio per il ritmo frenetico delle giornate totalmente organizzate avevo un po’ dubitato di questo soggiorno non essendo abituata a trattare così dettagliatamente determinate questioni e non avendo avuto modo di confrontarmi con ragazzi della mia età di ciò che accade nel mondo. Oggi che si torna da Vienna sono convinta che il tempo passato sia stato una opportunità per me per crescere culturalmente e caratterialmente. Sono contenta di essere qui. (Marta Pavan)

11. Vi ringrazio dedicandovi un video che ricorda i momenti di passione e amore vissuti tra persone speciali! Uniti nelle diversità e nella responsabilità e nella consapevolezza di essere veri cittadini europei e del mondo. (Giuseppe)

12. Siete belli! Fuori e dentro! Ma soprattutto dei ragazzi in gamba che vogliono lavorare insieme nei laboratori per cambiare il mondo in cui vivono, se stessi e gli altri. Continuate in questo flusso di armonia, sincronia, empatia. Con il cuore (Antonella Moretti)

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Fra le prime esperienze con il PES per me qui a Neumarkt finalmente uno spazio giovanile cogestito dove liberare e generare progetti, scambiare opinioni, dibattere in un clima di generale armonia , coordinazione, senso della corresponsabilità e del rispetto; un luogo di comunione e confronto dove sono banditi l’insofferenza e il pregiudizio; un antidoto infine all’oceano di apatia e immobilismo che sembra ormai aver preso possesso dell’universo giovanile. Ho conosciuto bellissime persone con cui condividere sogni e lotte, pensieri e speranze: in una parola la riscoperta di una rapporto umano autentico: combattere insieme un passo dopo l’altro a partire dal nostro quotidiano. (Alberto Finesso)

14. Ciao meravigliose creature! Quest’esperienza fantastica sta per terminare e pensando ai giorni passati insieme al Castello non ho che bei ricordi. Neumarkt diventato casa nel vero senso della parola, il posto in cui ci siamo emozionati al punto da creare qualcosa di unico rimarrà una delle cose più belle nella mia memoria. Vedere la stessa luce brillare negli occhi di tutti, lo stesso sorriso e la stessa gioia di proporsi, mettersi in gioco, è straordinario. Ti fa capire di non essere solo, che si può farcela e c’è la speranza di un mondo migliore. Lottare per ciò in cui si crede ci fa sentire migliori, uguali. Ragazzi voglio ringraziarvi e dirvi che voglio a tutti un bene indescrivibile. Anche se con alcuni non ho approfondito la conoscenza provo lo stesso affetto perché so di poter contare su di loro nei momenti di difficoltà. Grazie, grazie davvero. (Caterina Del Bello)

15.Ciao belle teste! Sono venuta qui senza sapere bene cosa aspettarmi e sono rimasta... stupita. Tanti ragazzi come me! Mi sono accorta che ci sono tante cose che non so ma mi sono resa conto che ho tanta voglia di imparare e che c’è tanta gente che è disposta ad insegnarmi queste cose con un sorriso sulle labbra. Qui ho trovato tante belle persone che porterò sempre nel cuore. Un abbraccio ragazzi.. continuiamo così! (Valentina Hernandez Broggin)

16. Che gioia vivere il PES. Questa è la mia vita la mia strada che voglio sempre percorrere. Sono arrivato dove non sarei mai arrivato. Grazie di cuore PES. Mi hai ridato la strada dritta, la vita. Ho trovato persone stupende, gente che vuole vivere mettendosi in gioco. Nulla è come Neumarkt. Mi verrebbe solamente da dire: Dio benedica il PES! Questa è la mia terza esperienza e mi sembra la prima! Spero che ciò rimanga sempre. Posso solo dire che mi sento libero, quasi volare! Che brivido andarsene da Neumarkt. Padrone del mio destino, capitano della mia anima! (Giovanni Vettore)

17. Ragazzi veramente complimenti per la carica e il lavoro svolto! Mai vista tanta voglia di fare e creatività in 2 giorni! Spero continuiate perché il PES vi può dare davvero molto. Neumarkt è solo un piccolo assaggio! (Francesca Gobbin)

18.Ciao ragazzi del PES (compreso il nostro “spirito”). Sono Elisa, siamo in corriera e sento la nostalgia e la tristezza per la fine di questa esperienza. Per me questa esperienza è stata la rivincita dopo un anno di “no” da parte di adulti e compagni. Qui ho trovato invece persone eccezionali, anzi, una famiglia. Il viaggio mi ha insegnato una cosa: serio di solito è sinonimo di noioso e vecchio, al PES il vocabolo serio significa divertimento e giovinezza. Siamo un gruppo fantastico e sono sicura che stando uniti ce la faremo. Vi adoro!!! Mi mancherete!!!! Bacioni. (Elisa Comelli)

19.Questa è la mia prima esperienza con voi. Prima di partire ero timido e preoccupato nel non sapere cosa aspettarmi. Se mi chiedessero di rifarlo lo rifarei dall’inizio, senza pensarci due volte. Quest’esperienza mi ha dato tantissimo. Un’esperienza che non dimenticherò mai, ricco di emozioni, ricordi, pensieri vissuti insieme. Ho conosciuto persone meravigliose, amici veri, con cui mi sono divertito un casino. Per me è come essere in una grande famiglia. Ringrazio tutti che mi avete reso quest’esperienza una delle più belle

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della mia vita. Spero che sia solo l’inizio di una grande avventura alla scoperta dei diritti sull’umanità, la cittadinanza attiva la giustizia e la solidarietà. A presto! (Alessio Bof)

20. Sono molto contenta di essere stata insieme a voi in quest’avventura anche se per pochi giorni. Siete delle persone davvero speciali. Non scordatevelo. Grazie di tutto e non smettete mai di sognare e lottare per quello in cui credete. Ci vediamo presto. (Laura Voinea)

21. Purtroppo quest’anno non ho potuto fare tutta l’esperienza insieme a voi ma è stato meraviglioso! Per quante parole possa scrivere non riuscirò mai a esprimere quello che succede ogni vita a Neumarkt: si parte come sconosciuti per poi tornare amici di lunga data. Solo vivendo lo si può comprendere! Il campus è diventato quello che mi dà la carica necessaria per cominciare l’anno e affrontare tutte le sfide grandi e piccole difficoltà della vita quotidiana. Spero che tutto l’entusiasmo non si esaurisca e sia solo il punto di partenza per portare avanti quello in cui crediamo. Non smettete mai di crederci. Ci vediamo alla plenaria, vero? (Khadidja S. Konate)

22. Neumarkt un luogo idilliaco che racchiude in sé ideali, emozioni, nuovi legami, nuove realtà. Non voglio che questa esperienza vada perduta, voglio portare questo viaggio nella mia realtà così che il messaggio del PES arrivi anche a Belluno. Anche quest’anno Neumarkt ha ospitato un sacco di persone squisite e ricche di validi obiettivi (Jessica De Marco)

23.Neumarkt è stato bellissimo, sia dal punto di vista geografico che umano; ho avuto il piacere di conoscere nuove persone e di capire che il mondo è più grande di quello che crediamo. Grazie a tutti i compagni con cui ho condiviso questa esperienza; grazie ai relatori che non hanno avuto paura di mostrarci la realtà talvolta critica dei fatti, ma soprattutto grazie ai professori perché per noi ragazzi non c’è cosa più bella che trovare qualcuno che ha fiducia in loro. (Ginevra Vasques)

24.La fine di un’avventura così bella, fantastica e piena di valori, purtroppo è arrivata. All’inizio ero scettico e con basse aspettative ma conoscendo degli ottimi professori con cui non pensavo si potesse creare un rapporto così bello le mie aspettative sono state superate. Un’esperienza così deve essere vissuta perché è indimenticabile (Ferrari Leonardo).

25.In questi giorni abbiamo visto che il PES è un’arte. Dentro di voi avete scoperto dei valori, degli ideali per cui vale la pena lottare, chiedere di essere ascoltati, trovare il modo di esprimerli ad altri. Il PES è il come, è la tela e la pittura con cui dipingere il vostro messaggio, forte e chiaro, unico nel suo genere, metterete voi stessi nel PES, tirerete fuori tutta la vostra passione. Se il PES è davvero un’arte... siete degli artisti! I miei migliori auguri. (Chiara Antalo)

26.Anche quest’anno N. non mi ha deluso! Nuove conoscenze: generali, specifiche, approfondite, complete, piene. Nuove conoscenze: amici (perché ora posso dirlo) vecchi e nuovi, persone stupende che non siete altro. Ma soprattutto una più approfondita conoscenza di me stessa, una rinnovata sicurezza nella mie capacità e una consapevolezza del mio io con i suoi limiti e le sue illimitate (o quasi) potenzialità. Perché se c’è una cosa che ho imparato a N. (e ne ho imparate tante) è che la forza di volontà di un gruppo di giovani può smuovere l’inarrivabilità delle istituzioni europee, il fantasma del castello nel suo millenario torpore, ma soprattutto può smuovere i cuori! (Isabella Rossi)

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Quest’esperienza ha rappresentato per me un’importante occasione di crescita in quanto ho imparato cose nuove. Soprattutto mi sono piaciute le relazioni dei professori, in particolare il tour interattivo della Cappella degli Scrovegni e la relazione riguardante la crisi mondiale. Inoltre ho avuto modo di conoscere nuove persone e di approfondire nuovi temi. (Alessandro Miotti)

28. Quante emozioni riaffiorano pensando all’esperienza vissuta... Cinque giornate intensissime che purtroppo sono passate in un soffio. Questo è il secondo viaggio che affronto con il PES: ormai quel pizzico di scetticismo che ti prende sempre all’inizio di un’esperienza sconosciuta è volato via...mi sento parte della grande famiglia! Il mio cuore barre con voi! Oggi le universitarie Laura ed Elisa con le loro relazioni mi stavano quasi facendo piangere di gioia; due frasi mi hanno colpito più di altre: “Noi siamo gli scultori della materia che è il PES” e “Il PES ti cambia la vita perché è un modo di pensare”. Sto cominciando piano piano a sentire sulla mia pelle questi brividi. Grazie ancora, indefinite. P. S.: Un grazie enorme anche ai professori fantastici che ci hanno accompagnato in questa avventura. Un abbraccio grande alla prof. Moretti, al prof. Nalon, al prof. Di Cintio, a tutti. (Giovanna Porcino)

29.E’ finito un viaggio ed è iniziato un altro, un viaggio in un mondo completamente cambiato per me grazie a N. grazie alle amicizie acquisite e grazie all’esperienza unica che ho fatto e ho vissuto insieme a dei professori gentili e disponibili. Persone che non hanno avuto paura di dirci la verità e farci riflettere su temi veramente importanti e in un modo esclusivo. Non posso non aggiungere che mi è piaciuto il luogo dove abbiamo vissuto, un’atmosfera stupenda creata dal castello e dalla bellissima natura intorno che ti riempie di una forza speciale. Non mi stancherò mai di dire grazie per avere vissuto questa esperienza, forse corta ma sicuramente rivoluzionaria. Un bacio a tutti dall’Einaudi! (Iuliana Bitca)

30.Non sono brava con le parole poetiche, quindi cedo la parola al messaggio della favola che condivido pienamente!“Se non credi in te stesso, nessuno lo farà per teUn gruppo di rane era in viaggio nella foresta. A un tratto due di loro caddero dentro una buca profonda. Le altre quando videro quanto era profonda la buca dissero:- Non ce la farete mai a uscire, lasciate perdere...Le due rane, invece di ascoltare e rassegnarsi, cercarono di saltare fuori dalla buca con tutte le loro forze mentre le altre continuavano a scoraggiarle.Alla fine, una delle due rane si rassegnò alle predizioni delle compagne e smise di cercare di uscire. Estenuata, morì.L'altra rana continuò a saltare più forte che poteva mentre le sue "amiche" rane la scoraggiavano dalla sommità della buca.- Smettila, ...non insistere...Ma la rana rimasta era ostinata e continuava a provarci.Saltò con ancora maggior forza e alla fine ce la fece a uscire.Quando fu fuori, le altre rane le chiesero: "Ma non sentivi quello che ti gridavamo?"- No, carissime amiche, ....sono un po' dura d'orecchi, e pensavo che con i vostri gra gra mi steste incoraggiando.Moral e della favola Tieni sempre presente che la tua ferma convinzione di riuscire è più importante di qualsiasi altra cosa. (Abraham Lincoln)La grande differenza puoi farla solo tu. Quale rana hai deciso di essere, nella tua vita?Le rane "amiche"Può darsi che molte "rane pseudo amiche" ti scoraggino, minimizzando i tuoi sforzi, rilevando i tuoi punti di debolezza e suggerendoti di lasciar stare. Può darsi che tu sia cresciuto in una famiglia che ti ha reso arrendevole e pessimista, dove si vedeva il bicchiere mezzo vuoto, piuttosto che in una che tiinsegnasse a guardare alle varie possibilità.La rana pessimista

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Forse sei tu stesso a fare con gli altri il ruolo di rana che li scoraggía...Le parole hanno un peso. Una parola incoraggiante detta a chi sta perdendo la speranza è il modo migliore di aiutarlo a tirare avanti e continuare a lottare.Viceversa, dire, a chi sta perdendo la speranza, di mollare "tanto è inutile" può essere ciò che serve per farlo definitivamente arrendere.Forse ti scoraggi da sole... Continui ad ascoltare dentro la tua testa il cd "La ballata del povero me": "Tanto lo so come va a finire... sono nella m**** e non ho scampo. Tanto è inutile ...a me va sempre male: nella mia vita ho avuto solo mazzate."L'autodisciplina inizia dall'essere padrone dei propri pensieri. Se non riesci a controllare i tuoi pensieri, non puoi controllare quello che fai. L'autodisciplina ti dà la possibilità di pensare prima, e di agire di conseguenza. (Napoleon Hill)Fai attenzione a quello che ti suoni e ti canti. Fai attenzione ai cd che ti suona e ti canta la "compagnia dei corvi neri"...Regalati energia, e regalala a chi attraversa la tua strada”.Ho incontrato voi sulla mia strada e siete stati grandiosi... mi avete regalato quell’energia che mi dà speranza per un nuovo inizio anno... (Elisa Di Ilio)

31.Cari amici, “eroi” di Neumarkt, voglio dirvi che mi sento un privilegiato, mi sento fortunato perché, anche se ho lavorato molto e duramente per preparare questo Campus, ho avuto la fortuna di incontrare giovani come voi! Mi ha colpito la vostra disponibilità a mettervi in gioco e a condividere con tutti i vostri desideri e le vostre speranze. Così è venuto fuori che a Neumarkt batteva un cuore solo perché tutti eravamo nel cuore della cittadinanza (cioè dell’ umanità) di Neumarkt. A Neumarkt ci sentiamo tutti una grande famiglia, ci sentiamo a casa nostra (infatti siamo in una Europahaus, perché l’Europa è il nostro ideale che ci fa sentire a casa). Ma a Neumarkt c’è posto anche, simbolicamente, per quei 91 tra giovani e adulti che sono stati massacrati a Oslo e nell’isola di Utoya. Essi hanno diritto a pieno titolo di fare parte di quello “spettacolo più grande dopo il Big Bang” che è il PES. Ne hanno il diritto perché avevano un sogno: quello dell’accoglienza e della fratellanza e per realizzarlo si erano uniti in una “magnifica avventura” come la nostra. Per loro il sogno si è infranto per la follia omicida di un mostro intollerante. Ma noi non possiamo permettere che vinca la morte, la disperazione, il nulla. Noi vogliamo che quel sogno viva e vogliamo portarlo avanti incarnandolo nelle nostre persone e nell’impegno che vogliamo dare per la cittadinanza attiva, che era anche il loro impegno. Riporto le parole di Benjamin, un ragazzo norvegese di 16 anni, sopravvissuto miracolosamente alla strage, che ha scritto una lettera stupefacente al mostro assassino, perché esprimono appieno tutto ciò e ci fanno capire perché all’inizio vi ho chiamati “eroi”. Ciao, “squadrone” del PES, non mollate mai (come ci dice Max Pezzali!). (Giulio Zennaro)

32.Si chiama Ivan Benjamin Oesteboe il 16enne norvegese che nelle ultime ore ha commosso il web, così come il mondo intero, pubblicando sulla sua pagina Facebook una lettera indirizzata ad Anders Breivik, l’autore della strage di Utoya dello scorso 22 luglio. Un grande esempio di forza, determinazione e di come un popolo intero stia reagendo con grande dignità alle tragiche conseguenze del duplice attentato del fondamentalista cristiano. “Tu crederai forse di aver vinto. Uccidendo i miei amici e i miei compagni, tu forse credi di aver distrutto il partito laburista e coloro che in tutto il mondo credono in una società multiculturale, ma sappi che hai fallito.”Con queste parole il giovane sopravvissuto, che il giorno della strage riuscì a rifugiarsi dietro ad un cespuglio con altri amici presenti al raduno, ricorda i compagni persi il 22 luglio così come tutte le vittime che hanno perso la vita in seguito all’attentato di Oslo ed Utoya.Ma il suo messaggio per la follia di Anders non è di vendetta, tantomeno di odio, ma è il simbolo di un grande insegnamento da cui dovremmo tutti prendere esempio. “Molti sono arrabbiati con te, tu sei l’uomo più odiato della Norvegia. Io non sono arrabbiato. Io non ho paura di te. Non ci puoi colpire, noi siamo più grandi di te. Noi non risponderemo al male con il Male, come vorresti tu. Noi combattiamo il Male con il bene. E noi vinceremo.“

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Un messaggio di estrema maturità e consapevolezza sull’inutilità di reagire al male con la stessa identica moneta. Ed infine il pensiero del ragazzo, che in queste ore sta facendo il giro del mondo, va proprio a coloro che hanno perso la vita a causa del folle piano estremista di Anders Breivik. “Descrivi te stesso come un eroe, un cavaliere. Tu non sei un eroe. Ma una cosa è sicura: tu di eroi ne hai creati. A Utoya, in quella calda giornata di luglio, tu hai creato alcuni fra i più grandi eroi che il mondo abbia mai prodotto, hai radunato l’umanità intera.“

33. Giulio ti scrivo ricordando il viaggio a Neumarkt, è stato una esperienza degna di un posto importante nella mia vita personale, è stata per me un'ulteriore costruzione del bello. In tutte le istituzione dalle pubbliche alle private, dovrebbero emergere queste esperienze positive, in questa epoca dell'"avere a tutti i costi" perdendo il fascino dell'essere perchè si è parte dell'infinito. I giovani per me se seguiti come hai fatto tu con la tua filosofia di vita si sentono accolti, amati nella loro crescita, e finalmente non si sentono un numero del registro di classe, possono dire la loro, e anche se ancora non hanno tutte quelle esperienze di un adulto ( per fortuna ) sono perfettamente in grado di comprendere la situazione e di proporre alternative per una vita sociale degna di ogni uomo.Grazie a voi Giovani, anche se ci si è solo per poco conosciuti, grazie a te Giulio per l'amore che ci metti per far passare concetti difficili in modo semplice ed appropriato alle loro e nostre esperienze, confido che ancora vi siano esperienze simili che sono di certo un germoglio di nuova linfa in una società che sta perdendo il senso della vita vera. Grazie a tutti voi - Gianni Nalon

34.Diario di bordo di Neumarkt 2011Ormai che il viaggio sta per finire sarebbe ora di pensare a una frase ad effetto per descriverlo o almeno per iniziare bene questa pagina di diario che tanto caro è a noi ma soprattutto al prof Zennaro. Eppure non viene. Sembrano tutte scontate, ovvie. Avrò paura di addormentarmi sta sera. E se magari dimentico tutto?- ho pensato. Il fatto è che mi sento come una verdura in un frullatore o una spugna inzuppata. Adesso devo strizzare l’acqua e tenerla in una bottiglia. In ogni goccia vedrò un volto, un pensiero, un paesaggio. In questo ritiro ho conosciuto tante persone belle, disponibili e soprattutto senza pregiudizi. Potevi fare domande stupide se non sapevi senza sentirti fuori posto perché lì avevamo tutti un obbiettivo comune: fare esperienze, arricchirci per vivere la cittadinanza. Ma anche capirci di più non solo di politica, crisi economica, Europa ma vita e nostro futuro. Ho apprezzato molto la disponibilità dei professori che hanno tenuto le conferenze, di dare i loro contatti mail. “ quando volete noi ci siamo per fare conferenze nelle scuole o magari anche solo per parlare al bar”. Tutti i relatori ci hanno fornito spunti di riflessione, consigliato libri da leggere e dato l’opportunità di avere gli agganci giusti se ci vogliamo impegnare in questa strada. Mi sono stupita nei laboratori di quanti siano in cerca di sapere ed è bello sapere che non si è soli!Merita di essere ricordata anche la passione dei discorsi del prof. Zennaro in particolare. Se non avrò il tempo di continuare questa strada, voglio comunque portarlo con me. Andando a casa non posso non pensare alla poesia sotto le stelle che verso mezzanotte facevamo con chi si reggeva ancora in piedi. “ Dobbiamo ritrovare anche il contatto con la natura”- diceva il prof e forse per qualche istante l’avevamo sentito davvero tutti insieme. Mi sento di dire che fin che esisterà un gruppo così il nostro piccolo mondo non ha da temere troppo.

35.Da quando sono rientrato a Padova, non ho fatto altro che pensare ai fatti ed alle persone conosciute in questo corso di formazione. Non ho ancora completamente realizzato cosa mi sia successo in quei giorni.Prima di andare in ferie, avevo riferito ai miei colleghi che avrei trascorso alcuni giorni a Neumarkt, in Austria. Al mio ritorno in ufficio, i colleghi hanno cominciato a dirmi di trovarmi meno teso. Forse, sarà stato il fatto che ho preso per ultimo le ferie estive, ma quando la funzionaria mi ha detto di trovarmi più dimagrito, ho pensato... forse, lo “spirito del castello” si è impadronito dei miei colleghi.Provo ora a ricordare qualcosa. Un tempo, i portali dei battisteri ed ogni altro disegno simbolico che si trovava in chiesa erano la didascaliscalia che spiegava il bene ed il male a chi non sapeva leggere la Bibbia. Oggi, nonostante che l'istruzione e la cultura siano accessibili a tutti gli europei, è, di nuovo, necessario

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spiegare il bene ed il male e la necessità di concordia tra le persone attraverso le allegorie della Secessione di Vienna e della pittura di Giotto nella Cappella degli Scrovegni. Un tempo, i genitori avevano pochi sistemi per educare i propri figli. Oggi, ne hanno di più, ma, i giovani, per ricevere un invito ad ascoltare le proprie emozioni, hanno dovuto ascoltare la relazione della Prof.ssa Moretti. Se il film “Invictus” ha avuto un successo di pubblico al cinema, per quanto tempo è stato programmato nei cinema il film sulla classe di sbandati americani che ritrovano nell'educazione e nella cultura anche la fiducia in se stessi? Qualcuno ha scritto che “l'universo giovanile” è posseduto da apatia ed immobilismo, che solo a Neumarkt sono stati messi da parte, per chi ha potuto partecipare al corso di Junior Tutor. Trovo che i docenti dell'ADEC stiano affrontando un'emergenza educativa, sostituendosi ai genitori che non hanno tempo, inventiva o sono del tutto assenti. E' un compito immane. I ragazzi che hanno partecipato al corso di formazione hanno dichiarato di aver trovato amicizia e, addirittura, una famiglia tra gli altri “eroi di Neumarkt”. Quanti altri ragazzi non hanno avuto o non ancora avuto l'opportunità di salire su quel pullman? In quante altre scuole non è ancora partito un laboratorio PES? Riusciranno i nostri eroi a mantenere i propri ideali, nel ricoprire responsabilità pubbliche, nel lottare per conquistare un impiego o semplicemente nel formare e tenere in piedi una famiglia, come hanno auspicato gli ingegneri del Rotary? Cosa resterà nei giovani di ciò che hanno imparato a Neumarkt (e Vienna) e dell'amicizia che hanno dato e trovato negli altri, quando la realtà sembrerà più dura? Ho potuto rendermi conto che la visita alla sede ONU di Vienna si è svolta senza atmosfera di compiacimento: il personale ONU si è comportato correttamente. L'inserimento di una visita alle istituzioni ed un'informazione sul loro funzionamento è una buona scelta strategica dell'ADEC. RItengo necessario che i cittadini conoscano le istituzioni anche avvicinandosi e visitando le loro sedi, nei limiti del tempo a disposizione, purchè avvenga senza compiacimento, senza nascondere, per esempio, che l'ONU non è tenuto a fare il bene comune, perchè non è il Governo di un mondo politicamente unito: nella tenda ACNUR non può entrare chiunque si senta perseguitato o braccato dagli sgherri di un tiranno.Ancora di più, ho potuto rendermi conto che si è cercato di dare informazioni sia sulle istituzioni dell'Unione Europea, sia sui problemi che il cittadino non può eludere, dalla crisi economica alle sofferenze del sistema carcerario, evitando la contemplazione del fatto che, da quando esiste l'Unione Europea, le forze armate degli Stati membri non si fanno più le guerre. La relazione del Prof. Milan sulla difesa europea conteneva molta segnaletica. Secondo me, occorreva che qualcun altro si fosse soffermato a spiegarla, a spiegare la reale consistenza ed i limiti di competenza delle forze armate che procedono sotto la bandiera dell'Unione Europea ed a spiegare anche il fatto che non si può aspettare sempre così tanto tempo perchè i Governi dei ventisette Stati membri dell'Unione Europea vadano d'accordo in politica estera, come è stato per lo scenario libico; occorre il voto a maggioranza, che sarebbe stato molto utile in Bosnia-Erzegovina e Kossovo (che non tutti i ventisette , ancor'oggi, riconoscono indipendente), anziché dover assistere ad un Consiglio dell'Unione Europea indeciso ed impotente. Ad ogni modo, il Prof. Milan, ha implicitamente voluto dimostrare che l'Unione Europea può arrivare fin dove la volontà politica dei Governi gli consente di arrivare e che, pertanto, occorre la federazione europea. L'avranno colto i ragazzi? Del Prof. Milan, trovo anche indimenticabile il suo considerare l'Europa dall'Atlantico agli Urali: è la prima caratteristica che anima il mio impegno politico, anche se devo accettare e parlare di una federazione che nascerà con un primo nucleo di Stati. Il mio cuore è con gli Stati che non accettano ancora di chiedere il proprio ingresso nell'Unione Europea e soprattutto con gli Stati a cui è impedito dalla Russia di chiedere l'ingresso nell'Unione Europea.Trovo lodevole la ricerca da parte dell'ADEC della vicinanza del MFE, dimostrata in più circostanze: dal ripetuto ascolto dell'inno dell'Unione Europea all'invito ad esporre la bandiera federalista, dal ricordo del Manifesto di Ventotene su cui si è soffermato l'Isp. Di Cintio all'aver ricavato una “mattinata federalista” al termine del calendario del corso. Purtroppo, il Prof. Anselmi, che noi federalisti non osiamo interrompere (bene ha fatto il Prof. Milan ad interromperlo), non è riuscito ad ottenere l'attenzione dei ragazzi, a cui si era proposto di rivolgersi, sulle cose tante e risapute per noi federalisti, ma che per i ragazzi saranno sembrate ostiche: tra i ragazzi, l'unica ad avergli rivolto una domanda è stata Chiara Antalo che, incompresa, ha dovuto ribadirla. Credo che noi federalisti dobbiamo metterci di più a disposizione dei cittadini per chiarificare più volte il nostro linguaggio e le nostre allusioni, dobbiamo usare molta più pazienza nello stimolare il popolo europeo e testimoniare di più la nostra vicinanza ai cittadini. E' la parte più entusiasmante del mio impegno. Quando vado a Roma, per prendere parte alle riunioni del Comitato Centrale (a cui sono stato eletto) o a Milano, per seguire i lavori della Direzione Nazionale, voglio

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dimostrare che la Sezione MFE di Padova esiste, tiene i contatti con i livelli superiori della nostra organizzazione e non delega la sua rappresentanza, anche se è una piccola Sezione. Per il resto, quelle volte, sento di starmi allontanando da Padova e dal Triveneto, dagli occhi dei suoi cittadini, anche giovani. Ho ritrovato molti eroi di Neumarkt ad una conferenza tenuta dal MFE a Verona sulla crisi economica. Qualcuno di loro porterà avanti la petizione del laboratorio che ho seguito e degli altri? Un giovane mi ha fatto domande sul MFE, mi ha confidato di non averne saputo mai prima di salire sul pullman per Neumankt e mi ha rivelato l'intenzione di iscriversi. Molto commovente è stato il ricordo dei ragazzi norvegesi, uccisi per i loro ideali, nonostante la diminuita fiducia dei cittadini nei partiti. Vorrei, infine, far conoscere al Prof. Zennaro i dettagli di molte canzoni italiane (anche del mio fratello maggiore Max Pezzali) che conosco e sanno veicolare messaggi valoriali ed ai giovani molte canzoni ballabili degli anni Ottanta e Novanta. Forse, sarà per un'altra volta. Gaetano chiude qui il diario di bordo ed a tutti voi dice: grazie mille. (Gaetano De Venuto, Segretario MFE di Padova)

36. Riflettendo su questi giorni di grande crisi all’interno dell’Europa si può sperare di andare avanti solo a partire dal principio, dalla cittadinanza, ovvero dalla responsabilità! E i giovani devono essere in prima fila! Questo è ciò che mi ha insegnato il PES. Un grande e caloroso saluto dalla Francia! (Andrea Buttazzi, 14.9.2011, SMS)

37.Salve prof. Zennaro, grazie delle splendide parole che ha scritto nella lettera, i miei genitori sono veramente entusiasti e sono d'accordissimo ad aiutare in qualsiasi cosa serva per poter portare avanti la voce di noi giovani. A me personalmente Neumarkt manca moltissimo, sia le persone che c'erano sia il fatto di fare scuola come piace a noi, infatti il ritorno alla "scuola normale" è stato piuttosto scioccante. Qui a Belluno ci stiamo muovendo per fare un assemblea d'istituto, o qualcosa del genere, per poi aprire un laboratorio. Grazie di tutto. Buona serata. (Elisa Comelli) (Mail del 18.9.2011)Risposta: Grazie per tutte le belle parole. E' importante non abbattersi di fronte alle difficoltà e reagire con: 1. ascoltando il desiderio di umanità che Neumarkt ha suscitato in noi con la prospettiva della cittadinanza attiva; 2. proporre quello che ci ha colpito anche ad altri compagni e docenti attenti disponibili e interessati, senza perdere tempo a polemizzare con chi non vuole capire; 3. stare uniti tra noi e aiutarci a risolvere insieme le difficoltà: mi raccomando è importante che ci teniamo in contatto anche con la partecipazione alle plenarie comuni del PES o i viaggi se è possibile partecipare. Buon lavoro e ricorda che "lo squadrone siamo noi del PES". Giulio Zennaro

38."Non ho seguito tutto il corso, ma questa volta mi ha colpito soprattutto il grado e la qualità dell'impegno profuso dagli studenti, la loro capacità di collaborare tra loro in modo efficace, la prontezza e la rapidità di mirare al sodo e di raggiungere la meta con ottimi prodotti. Dicono che il buongiorno si vede dal mattino: se così è, non possiamo essere pessimisti per la nostra patria e per la nostra Europa. Il mio solo augurio è che ora vi sia un benefico contagio: "bonum diffusivum sui"; ciò che si genera nel "sole" di Neumarkt si diffonda ora al "sistema solare" delle nostre rispettive scuole e università. In forme e modi diversi, ma per tutto il corso del nuovo anno scolastico. E che magari possiamo rivederci insieme in qualche spedizione spaziale del PES/"Enterprise" diretta su qualche "stella" del nostro firmamento valoriale (Ginevra, Vienna, Strasburgo, Bruxelles, Roma e, perché no?, Venezia, e qui per davvero in navicella!). Renato Milan"

39.Buongiorno Prof. Zennaro, A nome dei miei genitori e a nome mio La desiderano ringraziare molto per le bellissime parole scritte. Sono molto contenti di aver letto questa lettera e sono rimasti entusiasti di me, ma soprattutto dello spirito del PES e dell'ADEC che mettete ogni volta quando organizzate queste bellissime iniziative, questi progetti mirati su noi ragazzi del giorno d'oggi. Grazie di cuore. I genitori e il sottoscritto Alessio Bof.Risposta: Ringrazia i genitori sentitamente. Il grande desiderio di crescita e di futuro che c'è in tutti voi merita la fiducia e l'impegno degli adulti: come ho scritto sul Diario è per me un privilegio e una fortuna

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avere trovato voi e dato le mie energie professionali per dare un contributo alla vostra crescita. So che non sono energie sprecate ma il migliore investimento che la scuola e la società possa fare. So che non deluderete mai. Per il resto allego quello che ho scritto a Elisa perché mi sembra importante per tutti. A presto. GZ

40.Un grazie enorme per la bellissima avventura vissuta a Neumarkt,non vedo l'ora di andarci di nuovo, e un grazie per il diario. Cordiali saluti. Leonardo

41. Lettera di felicitazioni ai genitori

Cari genitori,

voglio complimentarmi con voi per come vostro\a figlio\a si è coinvolto\a nella stupenda avventura educativa di Neumarkt. La cittadinanza è stata per noi il progetto comune, il sogno da realizzare. Cittadini per noi significa uomini: imparare a diventare uomini. A Neumarkt abbiamo posto a tema la nostra umanità. I vostri figli si sono lasciati coinvolgere pienamente da questo progetto. Siamo partiti prendendo sul serio i nostri desideri, i nostri sogni e abbiamo creduto che si possono realizzare prima di tutto se abbiamo fede, se crediamo con forza nel valore della nostra umanità. E poi se mettiamo insieme i nostri obiettivi, i nostri sogni: nasce una forza incredibile, un valore aggiunto, una energia straordinaria che dà ai sogni la forza di realizzarsi. A Neumarkt abbiamo constatato che i giovani non sono insensibili, indifferenti ai valori, alla responsabilità: essi, se adeguatamente valorizzati e stimolati, sanno assumersi responsabilmente il carico del proprio presente e futuro: lo hanno mostrato con l’impegno con cui hanno lavorato. Non può non venire in mente la terribile strage di Utoia del 22 luglio che ci ha lasciati tutti sgomenti. I ragazzi di Neumarkt voglio prendersi il compito di dare a quei giovani, che avevano un progetto di umanità e di amore e che sono stati strappati alla vita, quel tempo che è stato loro tolto. I giovani del PES si impegnano a portare avanti quell’ideale di integrazione e di accoglienza dell’altro. Essi hanno imparato che la felicità sta nel dono di sé all’altro e nel rispondere al male con i valori e l’umanità, come ha fatto un sedicenne norvegese Benjamin Oesteboe che ha scritto al mostro criminale: “Tu crederai forse di aver vinto. Uccidendo i miei amici e i miei compagni, tu forse credi di aver distrutto il partito laburista e coloro che in tutto il mondo credono in una societa’ multiculturale’, ma sappi che hai fallito . Molti sono arrabbiati con te, tu sei l’uomo piu’ odiato della Norvegia. Io non sono arrabbiato. Io non ho paura di te. Non ci puoi colpire, noi siamo piu’ grandi di te. Noi non risponderemo al male con il Male, come vorresti tu. Noi combattiamo il Male con il bene. E noi vinceremo. Descrivi te stesso come un eroe, un cavaliere. Tu non sei un eroe. Ma una cosa e’ sicura: tu di eroi ne hai creati. A Utoya, in quella calda giornata di luglio, tu hai creato alcuni fra i più grandi eroi che il mondo abbia mai prodotto, hai radunato l’umanità intera.”

Ecco, i ragazzi di Neumarkt hanno lo stesso spirito di Benjamin e si impegnano a portare avanti il progetto di umanità nuova che ci accomuna tutti come speranza: aiutateli a portare avanti questo grande ideale che li renderà felici nella vita. Grazie per tutto il sostegno che avete dato e che vorrete dare a questo nostro impegno nell’avventura educativa.

Il Presidente dell’ADEC ente organizzatore

Prof. Giulio Zennaro

Padova, 16 settembre 2011

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Lettera di ringraziamento al Rotary Club

All’Ing. Gerarduzzi Giuseppe,

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All’Ing. Evelino Pozzobon

Cari Ingegneri, vorrei ringraziarvi per quanto avete dato ai giovani di Neumarkt, nell’incontro svoltosi il 6 settembre. Innanzitutto un contributo di verità: i ragazzi sanno che vivono in un mondo difficile, ma su questo non vogliono essere ingannati. Essi hanno una dignità e desiderano conoscere la realtà con obiettività. Spesso invece, la generazione adulta, tende a nascondere il vero stato delle cose, illudendosi che così i giovani vivano sereni e gli adulti possano continuare sulla loro strada, spesso piena di ambiguità e disordine morale. Ora, voi con il vostro intervento avete chiaramente illuminato i giovani di Neumarkt sullo stato delle cose e sulla gravità della situazione. Certo, la strada per risalire la china della crisi, etica oltre che economica, è dura e faticosa, ma non se ne può uscire senza riconoscere la verità, come anche ha ricordato recentemente al Meeting di Rimini il Presidente Napolitano. Grazie per avere dato ai ragazzi questo fondamentale criterio per la vita: la ricerca della verità. Inoltre, vorrei ringraziarvi per il contributo di speranza e di progettualità che avete voluto dare ai giovani: una speranza etica, perché senza questa non c’è futuro. I giovani hanno valori, se sono messi in condizione di esercitarli, non sono senza impegno: è che manca, spesso, chi valorizza e sostiene i loro sforzi. E la scuola, immersa spesso com’è, in un mare burocratico e procedurale, è disattenta a questa esigenza educativa. Voi avete dato con la vostra testimonianza personale, oltre che con il sapere che avete trasmesso, una grande carica positiva, una energia di progettualità, che si è subito manifestata nell’intensità dei laboratori e che si dispiegherà nelle scuole durante quest’anno. A giugno, Dio lo voglia, andremo a toccare con mano i frutti di questa crescita i cui semi sono stati piantati a Neumarkt. Infine, vorrei ringraziare attraverso di voi, il Governatore del Distretto 2060, quello passato e quello attuale, i Presidenti del Rotary Club di Camposampiero e tutto il Rotary in generale per la grande disponibilità e generosità che ha dimostrato in questi anni per l’educazione delle giovani generazioni secondo i valori del servizio e della responsabilità etica: mai sarà abbastanza ringraziato il Rotary per la concretezza dei fatti con cui accompagna i valori su cui si fonda e in cui crede fermamente. Questa coerenza tra posizioni ideali e azione è quello che colpisce e educa i giovani: proprio come l’incoerenza e l’ipocrisia, all’opposto, è il fattore che maggiormente diseduca e diffonde scetticismo. Attraverso di voi e di tutti gli amici rotariani avvicinati in questi anni i giovani non hanno potuto che trovare esempi di eticità e professionalità autenticamente vissuta. Grazie a nome mio personale, dell’Associazione ADEC, dei genitori e dei ragazzi che vi hanno seguito e che da voi, posso assicurare, hanno appreso moltissimo. Vi saluto cordialmente.

Giulio Zennaro (Padova, 16.9.2011)

43.

Cari amici, sono lieto di unirmi all’invito che la Presidente del PES Khadidja Konate vi fa con un simpatico volantino (qui allegato) per l’inizio anno del PES e di Europa Ludens, giunta quest’anno alla ottava edizione. E’ vivissimo negli “eroi” di Neumarkt il senso dell’esperienza di cittadinanza che lì abbiamo vissuto, 41 giovani e 14 adulti. Sicuramente gli adulti hanno dato conoscenze e organizzazione, ma i giovani hanno comunicato entusiasmo, amicizia, voglia di cambiare il mondo: non si è mai vista una scuola interattiva e coinvolgente come Neumarkt! Adesso bisogna trasformare le nostre scuole e ce la faremo: bisogna portare nelle nostre classi la fiducia nell’uomo, la fiducia nei suoi valori fondamentali, nelle esigenze originarie, in una parola la cittadinanza attiva. Siamo sicuri che ce la faremo perché siamo pronti, siamo seri, siamo maturi, siamo decisi e niente ci può fermare. Perché a Neumarkt ci siamo assunti il compito di portare avanti il progetto dei ragazzi di Utoya interrotto da un mostro criminale: noi daremo le nostre braccia, i nostri cuori e le nostre menti perché quei ragazzi, idealmente, possano portare a termine il loro sogno. Non possiamo fallire e non falliremo, perché lo facciamo per noi stessi e lo facciamo per quei volti di ragazzi che ci sono rimasti impressi nel cuore. Daremo ai loro sogni la nostra energia e la nostra voglia grande di cambiamento. Giulio Zennaro

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