nero grigio sommerso

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Nero, grigio, sommersoAttori e politiche per lemersione del lavoro irregolare dal contesto italiano alla dimensione locale: il caso della provincia di Pisa

A cura di Alberto Vannuccicontributi di Massimiliano Andretta, Enrico Calossi, Simona Iacopetti, Alberto Vannucci

Felici Editore

2009 - Provincia di Pisa Grafica, impaginazione e stampa Felici Editore via Carducci 60 - 56010 Ghezzano (PI) tel. 050 878159 - fax 050 8755897 www.felicieditore.it

PrefazioneQuesta ricerca, condotta dal Dipartimento di Scienza della Politica dellUniversit di Pisa, nasce dalla necessit di analizzare e quantificare il fenomeno del lavoro irregolare nel territorio della provincia di Pisa. Troppi incidenti e morti sul lavoro rendono necessaria una particolare attenzione delle istituzioni sia nellanalizzare le dinamiche che li determinano, sia nel contrastare e prevenire il lavoro irregolare. Gli infortuni e le morti sul lavoro, infatti, hanno una stretta connessione con il lavoro irregolare: con pi probabilit entrambi i fenomeni si presentano in condizioni di mancata implementazione delle norme relative alla sicurezza. Le politiche di contrasto rispondono naturalmente alle caratteristiche settoriali e territoriali del fenomeno. Pur presentando profili e dinamiche simili su vasta scala infatti, vi sono connotazioni specifiche in relazione a specifiche propriet del tessuto produttivo locale. Allinterno del lavoro irregolare sono dunque ricompresi sia fenomeni di invisibilit dei rapporti lavorativi che la sicurezza e ligiene sui luoghi di lavoro. Lattenzione di questa ricerca si concentrata in dettaglio su tre settori particolarmente connotati dalla presenza di lavoro irregolare: lagricoltura, lassistenza familiare e ledilizia, con unattenzione specifica alla comparazione ed al raffronto con le dimensioni e le caratteristiche del lavoro irregolare in Italia. Nellattuare politiche di contrasto al fenomeno del lavoro irregolare, la Provincia di Pisa assume pertanto un ruolo centrale di coordinamento con i diversi interlocutori istituzionali e di riferimento per le politiche formative e di sensibilizzazione attuate sullintero territorio. Anna Romei Assessore al Lavoro e alla Formazione della Provincia di Pisa

Ci fecero fare il giro di tutto il reparto ricerche disse. La cosa che lo aveva impressionato pi di tutte era stata una serie di laboratori e campi di prova allaperto dove le varie parti delle automobili o addirittura le automobili intere venivano distrutte. Gli scienziati della Pontiac davano fuoco alla tappezzeria interna, lanciavano sassolini contro i parabrezza, schiantavano scatole del cambio e volanti, organizzavano scontri frontali, strappavano leve del cambio dai loro ingranaggi, facevano andare i motori a tutto regime senza ol lubrificanti, aprivano e chiudevano gli sportellini dei cassetti del cruscotto alla velocit di cento volte al minuto per giorni e giorni, portavano i quadranti del cruscotto a una temperatura di qualche grado sopra lo zero e cos via. Tutto quello che non dovresti fare a una macchina loro lo facevano raccont Dwayne a Francine. E non dimenticher mai la scritta sulla porta dingresso delledificio dove si svolgevano tutte quelle torture. Ecco la scritta che Dwayne descrisse a Francine: Prove di distruzione. Vidi quella scritta continu Dwayne, e non potei evitare di chiedermi se era per questo che Dio mi aveva mandato sulla terra: per scoprire quanto pu sopportare un uomo senza rompersi da La colazione dei campioni, ovvero Addio triste luned, di Kurt Vonnegut, 1973 La domenica delle salme nessuno si fece male tutti a seguire il feretro del defunto ideale la domenica delle salme si sentiva cantare quant bella giovinezza non vogliamo pi invecchiare da Domenica delle Salme, di Fabrizio De Andr, 1990.

Questa ricerca, finanziata con risorse del Fondo Sociale Europeo, frutto di una convenzione tra la Provincia di Pisa e il Dipartimento di Scienze della politica dellUniversit di Pisa, sotto la responsabilit scientifica di Alberto Vannucci. Le interviste effettuate sono state raccolte da Simona Iacopetti ed Enrico Calossi. Simona Iacopetti ha operato la trascrizione e la codifica delle informazioni contenute nelle interviste, acquisito e schedato la maggior parte del materiale bibliografico e dei dati quantitativi utilizzati dagli altri autori, svolto in collaborazione con Nicola Chelotti un lavoro di editing dei testi e dei grafici. Per quanto riguarda i contributi individuali alla redazione del testo, Massimiliano Andretta ha curato la stesura del capitolo 4; Enrico Calossi del capitolo 7 (tranne il paragrafo 7.8) e del paragrafo 1.2; Simona Iacopetti del capitolo 6 e dei paragrafi 3.3 e 7.8; Alberto Vannucci dei capitoli 1 (tranne il paragrafo 1.2), 2, 3 (tranne il paragrafo 3.3) e 5. Il capitolo 8, che presenta una sintesi dei principali risultati ottenuti nella ricerca, stato scritto congiuntamente da tutti gli autori.

IndiceCapitolo 1 introduzione. obiettivi e metodologia della riCerCa 1.1 gli obiettivi della riCerCa 1.2. la metodologia della riCerCa 1.2.1. le metodologie per la stima del sommerso 1.2.2. la metodologia della riCerCa sul lavoro sommerso nella provinCia di pisa 1.3. la dimensione settoriale del lavoro irregolare: edilizia, servizi domestiCi, agriColtura 1.3.1. il lavoro domestiCo e i servizi alla persona 1.3.2 il lavoro nel settore agriColo 1.3.3. il lavoro nel settore delle Costruzioni Capitolo 2 le politiChe di Contrasto del lavoro irregolare e delleConomia sommersa in italia: definizioni, Costi, paradigmi 49 2.1. introduzione 2.2. lavoro irregolare ed eConomia sommersa: definizioni eClassifiCazioni

13 13 24 24 32 34 36 43 44

49 50 62 68 68 72 79 81 82

2.3. due modelli di lavoro irregolare: sommerso per opportunit esommerso per neCessit

2.4. la diffusione del lavoro irregolare in italia: le politiChe del lavoro e altri fattori di Carattere eConomiCo, soCiale, istituzionale 2.4.1. il sentiero di sviluppo delle politiChe del lavoro: il modellodella siCurezza e il lavoro sommerso

2.4.2. struttura del sistema produttivo e CaratteristiChe dellaregolazione: le spiegazioni della pratiCa del lavoro irregolare

2.4.3. lo spiazzamento istituzionale: le strutture di regolazioneinformale delleConomia sommersa

2.5. il problema del lavoro irregolare: Costi e paradigmi diinterpretazione

2.5.1. i Costi del lavoro irregolare

2.5.2. tra paradigma della legalit violata e paradigma dellosviluppo potenziale

85 91

2.6. alCune osservazioni ConClusive Capitolo 3 le politiChe per il Controllo del lavoro irregolare in italia: strumenti eforme di regolazione

94 94 95 96 102 108 115 118 124 129 132

3.1. introduzione 3.2. le politiChe di Contrasto del lavoro irregolare in italia 3.2.1. istituzioni e politiChe di vigilanza e Controllo 3.2.2. gli inCentivi allemersione: le politiChe di induzione alla regolarizzazione. 3.2.3. Comunit epistemiCa, delusioni e ripensamenti: un nuovo approCCio o la Chiusura della finestra di opportunit? 3.3. la dimensione regolativa: la normativa in materia di siCurezza e dilotta al lavoro non regolare

3.3.1. il quadro europeo. 3.3.2. il quadro nazionale 3.3.3. un breve exCursus sulla normativa di livello regionale 3.4. alCune osservazioni ConClusive Capitolo 4 lavoro irregolare e lavoro insiCuro: dal Contesto nazionale alla provinCia di pisa, Comparando. 4.1. introduzione 4.2. il lavoro irregolare in italia: le regioni a Confronto 4.2.1. il lavoro irregolare in senso stretto seCondo i datidellistat

134 134 134 135 143 149 159 171

4.2.2. gli infortuni e le morti sul lavoro. 4.3. le determinanti ambientali del lavoro irregolare 4.4. la provinCia di pisa nel Contesto tosCano. 4.5. ConClusioni: riassumendo e suggerendo.

Capitolo 5 le politiChe per la siCurezza sul lavoro: dal Contesto nazionale al Caso della provinCia di pisa 175 5.1 introduzione 5.2 alCuni dati di Contesto 5.3 le politiChe per la siCurezza sul lavoro in italiaalla provinCia di

175 177 184 191 191 194 200 207

5.4. politiChe per la salute e siCurezza nel lavoro: dalla tosCana pisa 5.4.1. la siCurezza nei luoghi di lavoro in tosCana 5.4.2. le politiChe per la siCurezza nel lavoro nella provinCia di pisa: la rete degli attori

nella provinCia di

5.5 le politiChe di Controllo e vigilanza sulla siCurezza del lavoro pisa

5.6. gli esiti delle politiChe: dati di Contesto, indiCatorie valutazioni

nei luoghi di lavoro nella provinCia di

5.7 Condizioni faCilitanti e speCifiCit dei problemi di siCurezza e igiene pisa 215 5.7.1 il settore delle Costruzioni 5.7.2. il settore dellagriColtura 5.7.3 il settore dei servizi domestiCi e alla persona 222 225 227 229 233 242 245 245 252 257 259

5.8 le ragioni delle inadempienze e gli ostaColi nellattuazionedelle politiChe: la prospettiva di imprenditori e lavoratori

5.8.1 il problema della siCurezza nella prospettiva degliimprenditori

5.8.2 il problema della siCurezza nella prospettiva dei lavoratori 236 5.9 alCune osservazioni ConClusive Capitolo 6 legalit, regolarit e lavoro sommerso. il Caso della provinCia di pisa 6.1 introduzione. 6.2 la definizione del fenomeno 6.3 gli attori Coinvolti nella lotta al sommerso. 6.3.1. la rete istituzionale

6.3.2. le assoCiazioni 6.4 i Contorni del problema 6.4.i fattori Che faCilitano la diffusione del lavoro irregolare 6.4.2 i settori sensibili 6.4.3 speCifiCit geografiChe allinterno della provinCia di pisa. 6.5 agriColtura, edilizia e Cura della persona. unanalisi settoriale del lavoro irregolare. 6.5.1 il sommerso nei tre settori. il quadro generale. 6.5.2 il sommerso nei tre settori. le interviste sul territorio. 6.6. i protagonisti: le motivazioni di datori di lavoro e lavoratori 6.6.1. le motivazioni del lavoro irregolare: le risposte degliintervistati

265 267 267 271 274

6.4.4 levoluzione del problema. Cosa Cambiato negli ultimi anni 275 279 279 287 298 299 304

6.7 osservazioni ConClusive Capitolo 7 CritiCit e proposte di intervento per la tutela della siCurezza e per lemersione del lavoro irregolare 7.1 introduzione 7.2 le CritiCit delle politiChe sulla siCurezza nei luoghi di lavoro. 7.3 le esperienze passate per la tutela della siCurezza nei luoghi dilavoro

309 309 311 315

la siCurezza nei luoghi di lavoro nella provinCia di

7.4 gli interventi auspiCabili: le proposte degli attori per migliorare pisa 319

7.5 le CritiCit relative alle manifestazioni di lavoro nero o grigio 326 7.6 le esperienze passate nelle politiChe per lemersione del lavoroirregolare

330 333

7.7 le proposte di politiChe e interventi per lemersione del lavoro irregolare nella provinCia di pisalegalit violata e paradigma dello sviluppo potenziale.

7.8. esperienze e proposte emerse nel Contesto pisano tra paradigma della 338

7.9. esperienze e proposte nei diversi Contesti territoriali nazionali:

una rassegna.

340

7.9.1 alCune esperienze riConduCili al paradigma della legalitviolata: misure dirette sperimentate o proposte nel dibattito pubbliCo

344

7.9.2 alCune esperienze riConduCili al paradigma dello sviluppo potenziale: misure indirette sperimentate o proposte nel dibattitopubbliCo

347

7.9.3 alCune esperienze riConduCili al paradigma della legalit violata: misure dirette sperimentate o proposte nel dibattito pubbliCo 355 7.9.4 alCune esperienze riConduCili al paradigma dello sviluppopotenziale: proposte avanzate nel dibattito pubbliCo

359 361 256

7.10 alCune osservazioni ConClusive Capitolo 8 attori e politiChe per lemersione del lavoro irregolare dal Contesto italiano alla dimensione loCale: una sintesi dei prinCipali risultati dellariCerCa

363 385 387 395

appendiCe. elenCo delle interviste bibliografia prinCipali siti internet di riferimento

Capitolo 1

Introduzione. Obiettivi e metodologia della ricerca1.1 Gli obiettivi della ricercaLirregolarit dei rapporti di lavoro una delle forme nelle quali in Italia si manifesta linosservanza diffusa di leggi e regole poste dallo Stato a tutela di diritti individuali ed interessi collettivi, caratteristica di diversi contesti di vita sociale. Nelle loro diverse sfumature di grigio, spesso tendenti al nero, le attivit economiche cosiddette sommerse si traducono paradossalmente in condotte che spesso sono poste in essere sotto gli occhi di tutti, in forme socialmente tollerate o accettate, quando non incoraggiate in quanto ritenute economicamente redditizie. Questo stato di cose genera una serie di vincoli allattivit degli enti e delle istituzioni preposte alla formulazione e allattuazione di politiche di prevenzione e di contrasto. La violazione generalizzata delle regole infatti condizione facilitante per lemergere di ulteriori illegalit e al tempo stesso un serio ostacolo allefficacia dellazione degli organi di controllo. Il circolo vizioso dellillegalit si manifesta nel caso del lavoro irregolare attraverso alcune dinamiche particolarmente preoccupanti. Vi sono, ad esempio, i ben conosciuti rischi di corruzione-collusione tra controllati e controllori; questi ultimi, a fronte di irregolarit pervasive, si vedono di fatto attribuito un potere arbitrario di indirizzare ed eventualmente addomesticare, in cambio di tangenti, le loro attivit ispettiva.1 Inoltre, i lavoratori1 Si possono ricordare, a titolo di esempio, i casi degli ispettori della Dpl di Bari, arrestati con laccusa di aver accettato tangenti la consegna stata filmata da microcamere nascoste per ammorbidire o vanificare gli effetti di controlli ed ispezioni sul lavoro nero (la Repubblica, 16 gennaio 2009); lispettrice della Dpl di Torino arrestata con laccusa di aver accettato tangenti per collaborare alla regolarizzazione di lavoratori stranieri entrati clandestinamente in Italia (la Repubblica, 18 novembre 2008, sez. Torino); lispettrice della Dpl di Torino arrestata con laccusa di aver proposto a imprenditori in difficolt il pagamento di tangenti in cambio di mancate verifiche o regolarizzazioni di lavoratori irregolari (la Repubblica, 19 giugno 2007, sez. Torino); i due carabinieri del servizio ispettivo della Dpl di Firenze, accusati di aver chiuso un occhio nei controlli sulla regolarit delle assunzioni e sulla sicurezza nei cantieri e nelle aziende, in cambio di tangenti, promettendo alle imprese irregolari la loro protezione futura (la Repubblica, 28 giugno 2001, sez. Firenze). Si veda della Porta e Vannucci (2007) per unanalisi pi approfondita dei meccanismi che favoriscono la diffusione della corruzione nelle attivit di controllo in

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o gli imprenditori privi di regolare documentazione relativa ai loro introiti, e per questo emarginati dai canali ufficiali del credito, finiscono pi facilmente intrappolati nella spirale dellusura, in conseguenza di calcoli sbagliati o di condizioni anche temporanee di difficolt finanziaria. In questi e in altri contesti nuovi comportamenti illegali scaturiscono da unoriginaria condizione di irregolarit, e in quel contesto disinnescando i meccanismi di controllo od ostacolano lattivazione degli strumenti di prevenzione istituzionalmente previsti. Questi aspetti rendono il tema oggetto di questa ricerca particolarmente complesso, per le sue molte e contraddittorie implicazioni su condizioni e possibilit di crescita economica, specialmente a livello locale.2 La diffusione delleconomia sommersa e del lavoro irregolare, infatti, sono il sintomo della tensione esistente tra due possibili dinamiche di sviluppo economico e sociale. Da un lato, le potenzialit di crescita di qualsiasi sistema di mercato dipendono dalla presenza di norme e istituzioni formali e informali che forniscono agli individui incentivi a comportamenti socialmente virtuosi. Le societ contemporanee sono contraddistinte dalla presenza di una fitta trama di regole del gioco economico, politico e sociale, da una complessa intelaiatura di vincoli giuridici e norme, ma anche di costumi, prassi sociali e modelli culturali, che regolano i rapporti tra gli individui e le organizzazioni, accrescendo la prevedibilit dei comportamenti e riducendo cos lincertezza (North 1994; 2005). Daltra parte, la cornice istituzionale non sempre produce segnali che orientano le organizzazioni e gli individui verso attivit produttive che accrescono la ricchezza sociale e migliorano le opportunit di sviluppo. Perch questo accada, le istituzioni devono avere alcune caratteristiche di fondo:3 (1) assicurare e garantire una robusta, imparziale e sollecita tutela dei diritti individuali e dei contratti, grazie alla presenza di regole scritte, meccanismi di adempimento e norme informali che semplificano i rapporti con lautorit pubblica, scongiurano o risolvono rapidamente eventuali controversie, assicurano un rapido ed efficace adempimento di impegni ed obblighi contrattuali; (2) favorire la circolazione di informazioni attendibili, che aumentano la trasparenza dei mercati e degli scambi. Infatti, grazie alle informazioni prodotte e disseminate dai diversi agenti economici e sociali la cui quantit e qualit dipende dagli incentivi loro forniti dalle regole del gioco gli individui e gli imprenditori alla guida delle organizzazioni possono formulare previsioniItalia. 2 I circoli viziosi dellillegalit connessi al lavoro irregolare e alleconomia sommersa non sono approfonditi in modo specifico in questa ricerca, ad eccezione di un focus sul rapporto tra usura e lavoro irregolare nel sesto capitolo. 3 Per un approfondimento, si veda Vannucci e Cubeddu, 2006; 2008.

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sullaffidabilit e sui comportamenti dei loro interlocutori allinterno dei gruppi sociali, delle comunit, dei mercati; (3) accrescere il grado di concorrenza nei mercati, abbassando le barriere allingresso e favorendo una competizione aperta e trasparente. Una cornice di regole che incentiva interazioni competitive abbatte i costi di transazione, poich chiunque sia insoddisfatto di un bene o servizio offerto pu rivolgersi pi facilmente ai concorrenti, interessati a conquistare nuove quote di mercato. Al tempo stesso, i criteri di selezione e di successo tendono a premiare il merito nellinnovazione produttiva e organizzativa, piuttosto che la capacit di catturare o difendere le posizioni di rendita esistenti. Al contrario, chiunque si sottrae alle condizioni concorrenziali o ne falsa i criteri di successo non ha bisogno di accrescere lefficienza dei processi produttivi per sopravvivere nel mercato, e conseguentemente ha minori stimoli ad investire nella produzione di nuove conoscenze specialistiche utili a soddisfare meglio i bisogni dei consumatori. Accorgimenti organizzativi ed istituzionali che consolidano lattribuzione dei diritti di propriet assecondano la circolazione di informazioni e le interazioni concorrenziali spingono dunque le organizzazioni e gli individui ad acquisire competenze e conoscenze adatte a cogliere le opportunit di profitto e di riconoscimento sociale esistenti in quel contesto economico. Di qui la distinzione tra buone istituzioni, efficienti in senso adattivo, generatrici di incentivi ad investire in abilit che producono surplus sociale e accrescono la produttivit del sistema nel tempo; e le cattive istituzioni, che danno vita ad una dinamica di segno opposto, spingendo gli individui in direzione di unimprenditorialit tendenzialmente parassitaria, che falsa le regole poste a tutela della concorrenza, il rispetto delle norme fiscali, infortunistiche, previdenziali. Ogni attivit economica sommersa, infatti, comporta una concorrenza sleale, che non si fonda su una crescita dellefficienza produttiva e sullinnovazione, ma su una compressione dei costi derivante dallinosservanza di norme su trattamento economico, inquinamento, sicurezza e igiene del lavoro, e che finisce cos per premiare gli operatori economici pi spregiudicati nellelusione di leggi e controlli. In questa prospettiva si colloca il radicarsi del lavoro irregolare, che si fonda precisamente sulla presenza di queste tre condizioni: (1) laffievolirsi o la cancellazione dei diritti (alla piena cittadinanza, alla tutela assicurativa e previdenziale, alla sicurezza e alligiene sui luoghi di lavoro, ecc.); (2) lopacit o linvisibilit delle relazioni contrattuali e di mercato; (3) la sistematica distorsione dei meccanismi competitivi, a vantaggio degli operatori con minori scrupoli nel violare le regole. Le risposte individuali alla presenza di cattive istituzioni rispecchiano la presenza di incentivi che distorcono il funzionamento efficiente e trasparente

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dei mercati, incoraggiando investimenti nellacquisizione di abilit e conoscenze che permettono di eludere o di volgere a proprio vantaggio linefficienza del sistema amministrativo e la macchinosit dei controlli. A certe condizioni, infatti, imprenditori e lavoratori sono indotti a nascondere, in tutto o in parte, le proprie attivit lavorative e imprenditoriali, incrementandone la quota invisibile, non dichiarata, oppure a non osservare norme di carattere fiscale, assicurativo, oppure poste a salvaguardia della sicurezza sui luoghi di lavoro. Ignorare le regole, cancellando o ridimensionando la frequenza dei contatti con lapparato pubblico, implica laffievolirsi o la completa rinuncia a una serie di meccanismi di protezione e di tutela dei diritti. Nello stesso tempo, lutilizzo di questa strategia elimina o riduce alcuni fattori di costo economico, in termini di esborso fiscale, spese per il rispetto delle norme sulla sicurezza e per altri adempimenti amministrativi, ma anche di tempo, di energie e di altre risorse necessarie per conoscere e rispettare i vincoli procedurali e le altre forme di regolazione vigente. Quanto pi elevati sono i costi che il sistema istituzionale impone a imprenditori e lavoratori, e ristretta la circolazione di informazioni, tanto maggiore sar la quota di soggetti economici che hanno interesse ad occultare allo Stato la propria attivit, incrementando la quota di sommerso e di irregolare, nelle diverse forme del lavoro nero e del lavoro grigio. Un indicatore di carattere generale del successo di queste strategie di fuga dallo Stato quello relativo alle dimensioni delleconomia sommersa.4 Leconomia sommersa comprende il valore economico di quelle attivit di produzione e scambio di beni e servizi che comportano una violazione di norme o di altre forme di regolazione pubblica, che non hanno una natura criminale. Come mostra la figura 1.1, lItalia presenta un livello consistente di occultamento delle attivit economiche, espresso in termini percentuali rispetto al Pil, tra il doppio e il triplo rispetto agli altri principali paesi industrializzati. Nel 2004/5 leconomia sommersa in Italia pari al 23,2% del Pil, pi del doppio di Giappone, Austria e Regno Unito, circa il triplo degli Stati Uniti. Si segnala comunque un regresso rispetto al 25,7% del 2002/3. Rispetto a questi dati le stime dellIstat, pi prudenti, attribuiscono allItalia circa il 17% di economia sommersa nel 2004, contro il 4-7% della media dei paesi dellUnione europea a 15. La linea di tendenza per verso un nuovo4 Questa strategia corrisponde a una sorta di invisibile uscita da una gamma di rapporti con (oppure mediati da) Stato e da altre organizzazioni pubbliche (Hirschman 1982). Pur continuando ad esercitare sul suo territorio attivit produttive e lavorative ufficialmente soggette a regolazione e a beneficiare dei beni e dei servizi pubblici, gli agenti economici che operano in nero (o in grigio) di fatto sottraggono una serie di relazioni economicamente rilevanti dalla sfera di effettiva giurisdizione e controllo dellapparato statale, rinunciando a diritti e doveri associati al loro esercizio.

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incremento: nel periodo 2002-2004 la quota di valore aggiunto sommerso cresciuta dal 16,8-17,3% (forbice tra i valori basati su unipotesi massima e una minima) al 16,6-17,7%, ossia in media tra 230 e 246 miliardi di euro (Ires 2007, 7).fig.1.1. Diffusione dell'economia sommersa nei paesi Ocse in % Pil Fonte: Schneider 2007

Di qui un ulteriore spunto di riflessione. Nei paesi dellOcse il sommerso, costituito tanto da modelli di produzione che da forme di lavoro irregolare, si inserisce stabilmente nelle ordinarie dinamiche produttive, contribuendo in modo significativo a determinarne levoluzione: per quanto stimate in modo approssimativo, quote variabili tra l8% e il 33% della ricchezza prodotta sono riconducibili a questa dimensione sotterranea. Inoltre, nonostante le politiche di contrasto si siano estese su scala europea, proprio nellarea dellEuro la presenza delleconomia sommersa cresciuta nellultimo quinquennio a tassi pi elevati delleconomia regolare (Censis 2003 e 2). Neppure i processi di liberalizzazione del mercato del lavoro hanno apportato miglioramenti significativi. Si rileva infatti comenegli ultimi 15-20 anni in molti paesi europei siano aumentate le forme di flessibilit del lavoro e che a questo processo non abbia corrisposto una riduzione delle forme di lavoro irregolare. In altre parole, alla disponibilit di una maggiore variet di contratti atipici non ha fatto da pendant una riduzione del ricorso a forme di lavoro non regolar. Sembra dunque che lintroduzione di nuove forme di flessibilit, invece di catturare le aree di non regolarit, abbia semplicemente spostato in avanti il confine regolarit-non regolarit, forse addirittura promuovendo un mutamento culturale nel senso di una minore valorizzazione del lavoro ed una implicita accettazione di una maggiore a-normalit (Monitor lavoro 2002, 9).

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Diversi profili dellassetto istituzionale italiano le caratteristiche della regolazione fiscale, previdenziale e antinfortunistica, le norme a tutela della concorrenza, ma anche le prassi, i valori e le reti fiduciarie esistenti nel tessuto produttivo e in altri contesti sociali sembrano propiziare lo sviluppo di doti e abilit imprenditoriali e lavorative che spingono, in alcuni settori e aree geografiche, a sottrarre in modo consistente interazioni economiche e scambi ai costi e alle conseguenze negative dei contatti con la macchina dello Stato, nelle sue diverse articolazioni. Rifuggire dal rispetto delle norme dello Stato significa, per imprenditori e lavoratori, rifugiarsi in un diverso ambiente istituzionale, caratterizzato da transazioni e relazioni di tipo informale, prive di tutela e di salvaguardia legale. Dietro lestensione del sommerso si nasconde un deficit di fiducia buona la fiducia nello Stato, negli altri cittadini, nei partner di mercato e unabbondanza di fiducia cattiva, quella che permette il buon esito di una miriade di transazioni informali, contrarie alle disposizioni di legge, appoggiandosi a meccanismi alternativi di garanzia che ne assicurano il buon esito (Cles 1999, 8-9). Si tratta, come vedremo, di un aspetto dimportanza cruciale: in caso di controversie o di dissidi, i protagonisti delleconomia informale non possono fare appello ai tribunali, a meno di non sancire cos la loro uscita dallinvisibilit o dallirregolarit, subendone i costi (e le sanzioni) corrispondenti. Limpossibilit di ricorrere ai meccanismi pubblici di protezione dei diritti accresce i costi e i rischi attesi delle corrispondenti transazioni, rendendo pi incerto il loro buon esito.5 Le testimonianze raccolte in numerose ricerche sul campo mostrano che questa eventualit tuttaltro che ipotetica, specie quando i protagonisti sono soggetti deboli, sfruttabili se non ricattabili: Dopo un po ricorda un muratore straniero gli ho detto di pagarmi per favore, che non avevo pi soldi Mi ha risposto che mi avrebbe pagato... dopo tre mesi mi ha detto che non mi doveva pagare; un altro lavoratore edile testimonia: Due o tre volte mi capitato che dopo aver lavorato non sono stato pagato (Ires-Fillea Cgil 2007, 32). Anche nella nostre interviste la definizione di quello che spetta ai lavoratori appare incerta, ambigua, lasciata alla buona volont degli interlocutori: anche se in altre parti quando pagano al nero comunque danno la tredicesima, il ferragosto, tutte queste cose qui, la parrucchiera invece non mi dava nulla di tutto questo. E solo di fronte a un bidone si cercano vie informali di risolu5 Analogamente a quanto accade nei mercati illeciti, infatti, nelle relazioni informali che si realizzano nelleconomia sommersa i costi di transazione tendono ad aumentare, visto che la loro invisibilit accresce i costi di informazione, di negoziazione degli accordi, di garanzia della loro applicazione. In altri termini, nelle relazioni informali di scambio che si realizzano in quei contesti opachi pi facile incorrere in una truffa o fregatura e pi problematico punire il responsabile. Si veda della Porta e Vannucci (2007) per unanalisi delle implicazioni nel mercato della corruzione.

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zione della controversia, per far valere i propri diritti: in Cgil ci sono andata una volta quando, dopo il mio primo anno e mezzo di lavoro, non volevano darmi n tredicesima n altro (). Cos, dopo lintervento della Cgil, la famiglia mi ha pagato (lav4). Diverse strutture di governo alternative allo Stato si sono consolidate allinterno delle articolate reti di scambio che sostengono il funzionamento delleconomia sommersa, nelle relazioni contrattuali tra imprese cos come tra queste ultime e i lavoratori irregolari.6 Si tratta di strumenti di regolazione informale che assicurano un sufficiente livello di ordine e di prevedibilit nelle transazioni. Si pensi alle relazioni fiduciarie fondate sulla reputazione o sullaspettativa di una continuit dei rapporti di scambio, ma anche ai vincoli familiari, parentali, culturali o etnici, oppure allazione di intermediari che si fanno garanti del buon esito della relazione, avendo il potere di punire eventuali inadempienti escludendoli, ad esempio, da future opportunit dimpiego, o minacciando loro di farsi carico dei costi legali di unaltrimenti improbabile controversia giudiziaria (come nel caso della Cgil sopra citato).7 In genere la risoluzione dei problemi legati allincertezza e agli alti costi di transazione negli scambi derivanti da relazioni irregolari di lavoro si realizza in modo locale e personalistico, ad esempio grazie al passaparola o a meccanismi di certificazione fiduciaria. Anche se questi meccanismi fanno da collante al sistema, assicurando una positiva conclusione dei rapporti di scambio, nello stesso tempo lo confinano in una dimensione produttiva circoscritta e marginale, di difficile accesso per clienti sconosciuti o committenti esterni, sottratta alle dinamiche competitive dei mercati. Nel mondo del sommerso, nel momento in cui gli strumenti di salvaguardia legale sanciti dalle leggi dello Stato appaiono inservibili, accade allora di frequente che persino il confine tra protezione volontaria e pressione estorsiva diventi sfumato, come sar pi avanti evidente nella distinzione tra sommerso per convenienza e sommerso per necessit (si veda il capitolo due). Si pensi alla vasta casistica degli immigrati irregolari, o di altri soggetti contrattualmente deboli, truffati con retribuzioni inferiori a quanto pattuito, trattenuti con intimidazioni o velati ricatti sul luogo di lavoro in condizioni di semi-schiavit.6 Lapparente disordine delleconomia informale si fonda infatti su una qualche forma di regolazione, che finisce per dipendere nella sua attuazione ed efficacia dalle caratteristiche del sistema legale, in uninterazione definita gioco del formale e dellinformale: la norma stessa che, con s e nellazione pratica, conserva la possibilit della sua eccezione (). La stessa irregolarit tout court di qualsiasi comportamento economico potrebbe dissolversi se lo Stato rinunciasse al suo ruolo regolamentatore (Zorru 2005, 7-8). 7 Per una rassegna della letteratura sulle caratteristiche delle possibili strutture di governo delle relazioni contrattuali, tanto nei mercati legali che nelle relazioni informali, si veda Vannucci 2004.

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Questo pericolo emerge soprattutto in presenza di significative asimmetrie nel potere contrattuale delle controparti, quando una di esse pu facilmente venir meno agli impegni o ricalibrare unilateralmente a proprio vantaggio i termini dello scambio senza rischiare alcuna ritorsione. Il rischio di bidoni o dinadempimento, del resto, presente in ogni contesto di irregolarit o informalit dei rapporti di lavoro, e ne condiziona le dinamiche. Queste considerazioni preliminari rappresentano lo sfondo teorico da cui prende spunto questa ricerca, che ha per oggetto le politiche di prevenzione e contrasto alla realt del lavoro irregolare, partendo dal contesto nazionale per arrivare alla realt locale della provincia di Pisa. Per capire le ragioni della persistenza di forme di lavoro irregolare, nelle molte sfumature di grigio nelle quali si manifesta, occorre capire come sono strutturate e come funzionano le dinamiche del mercato sommerso del lavoro e quali sono gli orientamenti, le credenze, le relazioni istituite tra gli attori coinvolti a vario titolo nelle politiche di contrasto. Occorre interrogarsi su costi e benefici delladozione delle corrispondenti strategie di occultamento e di mancata osservanza delle norme da parte di lavoratori e imprenditori, su quale sia la struttura di motivazioni individuali e la percezione dei condizionamenti istituzionali; chiedersi con quali modalit leconomia sommersa si interfaccia con quella legale, individuandone i segmenti maggiormente a rischio; ed necessario aggiornare la mappa dei rapporti tra i differenti soggetti istituzionali e associativi che hanno la funzione di raccogliere informazioni e conoscenze, elaborare progetti e proposte, attuare misure e interventi, esercitare azioni di prevenzione e controllo, nonch valutare lefficacia dei provvedimenti che hanno per oggetto il contrasto della sfuggente realt del lavoro sommerso. Questa ricerca si concentra in particolare sulle politiche di contrasto e di prevenzione del lavoro irregolare, che nel loro sviluppo rispondono naturalmente alle caratteristiche settoriali e territoriali del fenomeno, cos come alle reti di interazioni ricorrenti costituitesi tra gli attori coinvolti. Tutti gli studi su economia sommersa e lavoro nero, infatti, convergono nel rilevare come questi fenomeni, pur presentando profili e dinamiche simili su scala pi ampia (a livello nazionale, se non comuni a tutte le economie avanzate di mercato), siano fortemente connotati in relazione a specifiche propriet del tessuto produttivo locale e del settore economico in cui si manifestano. Da questo scaturisce uno spunto rilevante per le politiche di contrasto:Analizzando il sommerso a partire dalleconomia reale e dai processi sociali, si perviene a una prima conclusione: per ridurre larea di economia sotterranea non sufficiente agire sui soli paradigmi strutturali (alta regolazione e pressione fiscale, mancanza dei controlli, rigidit del mercato del lavoro), ma indispensabile articolare

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le azioni di contrasto per tipologie, settori e territori. Mettendo nel conto che questo fenomeno merita una prolungata attenzione e unorganica azione di accompagnamento (Censis 2003, 5, corsivo aggiunto).

In questa prospettiva si inquadra la nostra ricerca, che presta attenzione al livello locale mediante unanalisi micro di alcuni specifici settori di attivit economica. La preliminare delimitazione del contesto territoriale di riferimento la provincia di Pisa e di tre attivit economiche oggetto di approfondimento agricoltura, servizi alla famiglia, edilizia ha orientato la ricerca sui fattori che incidono sulle caratteristiche osservabili del lavoro irregolare, cos come sulle sue dinamiche di sviluppo. Allinterno della pi ampia categoria di lavoro irregolare abbiamo preso in considerazione tanto i problemi di invisibilit o di opacit dei rapporti lavorativi, indotte da violazioni della regolazione previdenziale, fiscale o retributiva, che della sicurezza e delligiene sui luoghi di lavoro. Si tratta di un approccio coerente tanto con il discorso pubblico che con il disegno normativo pi recente, in particolare le legge finanziaria del 2007, che tratta contestualmente sicurezza e lavoro nero, considerate fenomeni con manifestazioni complementari.8 Sulla base di una raccolta sistematica da fonti scientifiche, statistiche e documentarie e di interviste a specialisti, osservatori e testimoni privilegiati, abbiamo dunque cercato di individuare, allinterno della cornice normativa esistente, le linee ispiratrici delle politiche di contrasto allillegalit nel mondo del lavoro sommerso e per la promozione di standard pi elevati di sicurezza nelle imprese, formulate e attuate ai diversi livelli. Ci siamo concentrati poi sul ventaglio di strumenti di intervento proposti e adottati nelle politiche, valutando i loro effetti e prendendo in esame possibili misure integrative.

8 Il nesso tra lavoro sommerso e problemi di sicurezza piuttosto complesso. In particolare, sussiste tra di essi una sorta di asimmetria sul piano dellattenzione pubblica e dellinteresse politico. Mentre i problemi del lavoro nero trovano in genere unattenzione superiore per quanto attiene alla predisposizione di strumenti regolativi, le questioni legate alla sicurezza anche per le loro espressioni drammatiche, i morti e gli infortuni sul lavoro assumono spesso un maggiore rilievo sotto il profilo dellesposizione ai media. La ragione si ricollega anche alla diversa natura dei costi che essi producono: il lavoro nero o grigio procura ingenti costi economici nelle casse dello Stato, suscitando un interesse da parte dei decisori politici pi attenti alla disponibilit di risorse di bilancio; le condizioni di rischio sui luoghi di lavoro generano in prima istanza un costo sociale e umano, in termini di vite perdute e di ricadute sulla salute dei lavoratori. I problemi della sicurezza finiscono cos per richiamare in misura maggiore lattenzione dei media, e sono spesso utilizzati dai decisori politici per rivendicare il loro generico impegno a tutela dei lavoratori. Per questi motivi, nella struttura della ricerca abbiamo separato le due questioni in capitoli distinti, cercando di individuare gli elementi che caratterizzano le risposte politiche, gli attori coinvolti, lapproccio e i paradigmi interpretativi utilizzati.

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Studi precedenti hanno evidenziato che alcuni settori, in particolare lagricoltura, lassistenza familiare (vedi la diffusione delle cosiddette badanti), ledilizia (specie in alcune manifestazioni patologiche, come quella dei sub-appalti a cascata), appaiono fortemente connotati dalla presenza di lavoro irregolare. Tali studi presentati sinteticamente nellultimo paragrafo di questo capitolo rappresentano un utile punto di partenza per verificare se le dinamiche realizzatesi negli ultimi anni hanno prodotto cambiamenti quantitativi/qualitativi nelle manifestazioni del fenomeno. I dati raccolti nellambito di questa ricerca e presentati in questo volume riguardano dunque quattro differenti aspetti, di seguito elencati: (1) Una rassegna di studi e ricerche esistenti, necessaria per la definizione della cornice teorica e delle categorie concettuali utilizzabili nellinterpretazione della vasta fenomenologia del lavoro irregolare, oltre che nella spiegazione delle dinamiche, dei limiti e dei risultati conseguiti dalle politiche di prevenzione e di contrasto del fenomeno. Preliminare allillustrazione e allanalisi dei dati empirici appare infatti la definizione di alcuni aspetti di rilevanza teorica: la presentazione dei principali modelli teorici di spiegazione dei fattori che condizionano levoluzione del lavoro sommerso; la struttura di motivazioni e di incentivi istituzionali che spingono i diversi soggetti coinvolti a ricorrere a forme di lavoro irregolare, ad accettare o a promuovere condizioni sfavorevoli alla tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro; la definizione delle caratteristiche delle politiche e del quadro normativo (si vedano il capitolo due su concetti e paradigmi di analisi, il capitolo tre su politiche e strumenti di regolazione). (2) Lindividuazione di alcune aree sensibili e dei fattori che si associano a manifestazioni particolarmente estese di lavoro irregolare, infortuni e morti sul lavoro. Attraverso uno studio di carattere quantitativo, utilizzando dati e rilevazioni statistiche prodotte da diversi enti e istituzioni, la nostra ricerca mira ad identificare, nel contesto nazionale, regionale e della provincia di Pisa: (a) quali aree geografiche e quali settori risultino particolarmente interessati dal problema del lavoro irregolare; (b) quali fattori di rischio (capitale umano e sociale, ricattabilit e debolezza contrattuale della forza lavoro, livelli di sindacalizzazione, presenza e condizione dei lavoratori stranieri) abbiano conseguenze sui tassi di irregolarit, sui rischi di infortunio o di morte sul luogo di lavoro (si veda il capitolo quattro). (3) La mappatura degli attori coinvolti, delle loro attivit e del ruolo svolto nelle politiche di controllo del fenomeno, preliminare allapprofondimento di tre specifici case studies edilizia, agricoltura, servizi alla famiglia. Distinguiamo sotto questo profilo le problematiche connesse alla sicurezza sul lavoro e quelle legate al lavoro nero o grigio in senso stretto, che si ricollega alla sua parziale o totale invisibilit rispetto allautorit pubblica. La nostra analisi guarda ai soggetti istituzionali

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(enti locali e altri attori pubblici), ai privati, alle sedi di coordinamento pubblico/privato e alle altre organizzazioni (sindacati, associazioni imprenditoriali e del terzo settore) coinvolti in attivit di prevenzione e di contrasto, che operano a diretto contatto con i destinatari delle politiche (lavoratori e imprenditori, in primo luogo), e si confrontano quotidianamente con le mutevoli manifestazioni del problema. Informazioni e testimonianze fornite dagli attori attivi sul territorio raccolte mediante una serie di interviste a testimoni e osservatori privilegiati9 hanno rappresentato il fondamento per la raccolta, la codifica e l'analisi di dati qualitativi sul lavoro sommerso e insicuro nel contesto della Provincia di Pisa. Si cercato cos di definire lo stato dellarte delle politiche formulate su scala locale, delle quali in alcuni casi viene lamentato lo scarso coordinamento tra gli attori cui ne delegata lattuazione. Questa analisi di micro e meso-livello che spazia dagli attori organizzativi ai singoli individui attivi in questo settore essenziale per comprendere quali siano le caratteristiche che, dal lato della domanda e da quello dellofferta di lavoro, rendono possibili e vantaggiose le transazioni informali o illegali che si realizzano nei corrispondenti mercati sommersi. Se nei rapporti di lavoro irregolari di norma il datore di lavoro si trova in una posizione di forza nei confronti del dipendente, non bisogna dimenticare che in diversi casi, specie quando limpiego considerato temporaneo o il lavoratore si trova in una condizione di irregolarit, proprio questultimo indotto a privilegiare una condizione di illegalit, con le conseguenti ricadute in termini di indebolimento dei meccanismi di salvaguardia della sicurezza (si veda il capitolo cinque per i problemi connessi alla sicurezza sul lavoro; il capitolo sei per le questioni legate al lavoro nero ovvero sommerso). (4) Le proposte di riforma e di affinamento degli strumenti di intervento presentate nel dibattito pubblico dagli attori direttamente coinvolti nelle politiche di contrasto. Lanalisi condotta in questa ricerca ha una valenza normativa, per le sue implicazioni in termini di riforma. Lultimo snodo dellanalisi volto allindividuazione delle proposte presenti nellagenda pubblica e nella cassetta degli attrezzi dei decisori politici, in relazione alla predisposizione o al miglioramento dellefficacia degli strumenti di controllo/monitoraggio, di coordinamento e di intervento da promuovere sul territorio. Allinterno del ventaglio di soluzioni applicate o prefigurate in diverse realt territoriali, evidenziandone quando possibile i risultati e i fattori che presumibilmente ne hanno condizionato lefficacia, si cercher infine di fornire indicazioni sugli strumenti congruenti rispetto alla natura dei problemi evidenziati nella realt provinciale pisana (si veda il capitolo sette).9 Sulla metodologia seguita dalla ricerca si veda pi avanti, il paragrafo 2 di questo capitolo.

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1.2. La metodologia della ricercaPrima di descrivere il metodo utilizzato per la nostra ricerca opportuno definire un quadro generale sui metodi pi utilizzati per le ricerche sul lavoro irregolare e sulla sicurezza sul lavoro. A scanso di equivoci occorre evidenziare che la natura differente dei due fenomeni, seppur legati tra di loro, ha spinto la ricerca a concentrarsi soprattutto sullirregolarit del lavoro. Infatti, come gi detto nel paragrafo precedente, lirregolarit del lavoro ha tra le sue caratteristiche la sommersione e quindi linvisibilit di queste attivit lavorative agli occhi delle istituzioni regolari. Questo non si pu dire della sicurezza del lavoro (o meglio della insicurezza) che, come per magia, appare ed emerge dalle nebbie dellignoto quando linfortunio avviene. Avere dunque una stima delleffettiva gravit dei problemi di insicurezza si riduce spesso alla fredda cronistoria degli infortuni che viene stilata periodicamente dalle istituzioni competenti. E ci avviene probabilmente perch in termini di sicurezza difficile pensare a strategie di emersione; di fatto lentit del fenomeno nota e si tratta semmai di far rispettare la legge. Inoltre, poich spesso le aziende che ricorrono in toto o in parte al lavoro nero sono anche quelle che hanno i maggiori problemi di sicurezza, far emergere il lavoro irregolare porta alla luce anche le situazioni pi pesanti di mancato rispetto delle norme sulla sicurezza. Si pu quindi presumere che proprio per questa serie di motivi gli autori e i ricercatori abbiano concentrato la propria attenzione sull'emersione del lavoro nero, considerata forse prioritaria, e sulle metodologie utilizzabili per questo scopo. Inoltre, bisogna rilevare che le metodologie tradizionali di indagine si sono spesso concentrate sullaspetto quantitativo del sommerso, mancando di indagare le cause e le ragioni per cui si ricorre al sommerso (che soprattutto lobiettivo del nostro lavoro). Oppure, anche riconducendo il sommerso a quei fenomeni che presumibilmente lo causano (in primo luogo il carico fiscale), storicamente la ricerca si concentrata sulle cause pi evidenti e misurabili e ha tralasciato gli altri fattori. Solo negli ultimi anni, ricerche effettuate sul campo hanno portato alla definizione di politiche di emersione, integrando le agevolazioni fiscali con processi di incentivazione allavvio di questi processi virtuosi, di animazione territoriale e di rafforzamento delle strutture economiche locali.

1.2.1. Le metodologie per la stima del sommerso(1) Approcci diretti (o micro) Rientrano in questa tipologia quegli interventi che tentano di analizzare il fenomeno direttamente per mezzo di indagini campionarie o verifiche sui redditi.

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(a) Indagini campionarie Con le indagini campionarie, ottenute tramite questionari a risposta volontaria, si possono ottenere dati utili alla ricostruzione della struttura delleconomia irregolare. Questo metodo, per, presenta alcuni limiti: (i) I risultati dipendono dalla volont di cooperare degli intervistati. Non sempre gli operatori ammettono di aver effettivamente operato nel sommerso, sia per la paura di incorrere in sanzioni sia perch non si vuole riconoscere il proprio operato. Non quindi scontato che le risposte siano sempre affidabili. (ii) I risultati dipendono molto da come i questionari sono stati preparati. Lutilizzo di questionari strutturati ed uguali per tutti permette di approfondire, od eventualmente confermare, solo elementi gi noti allinizio della ricerca. Tali questionari, presupponendo la conoscenza della realt che si va ad analizzare, non consentono di individuare aspetti ignoti. (iii) Gli elenchi delle imprese a disposizione sono spesso incompleti. Essi non includono le imprese completamente sommerse; mentre le imprese che ricadono nel semi-sommerso presentano dati differenti da quelli reali. Questi elenchi, quindi, offrono un panorama poco esauriente del fenomeno e le imprese che vi compaiono non possono formare un campione probabilistico rappresentativo del fenomeno. (iv) Il fenomeno del sommerso mutevole nel tempo e variabile secondo i contesti territoriali. La rilevazione diretta, tramite questionari, pu ricostruire il sistema economico di un territorio, ma non permette di fare inferenze e generalizzazioni a partire dai casi singoli. (b) Verifiche dei redditi Un secondo approccio diretto consiste nella valutazione della discrepanza tra ci che viene indicato nella dichiarazione dei redditi dai contribuenti e ci che viene rilevato nei controlli a campione eseguiti dalle autorit preposte. Rispetto al questionario un approccio un po pi intrusivo e presenta comunque dei limiti: a) i controlli forniscono informazioni sulle irregolarit scoperte, ma non su quelle attivit nascoste o totalmente sommerse: quindi la stima del sommerso risulter necessariamente parziale. Molto dipende dagli incentivi e dalle informazioni in mano ai controllori. b) i controlli a campione vengono effettuati in maniera mirata dove si sospetta ci possano essere frodi o violazioni. La scelta non casuale. Di conseguenza le imprese controllate (che saranno oltretutto quelle regolarmente registrate) sono un campione probabilistico poco rappresentativo. Da questi due tipi di approccio diretto si possono ottenere informazioni

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sulle attivit sommerse, tuttavia, dal momento che impossibile che riescano a rivelare tutte queste attivit, le stime ottenute saranno sempre parziali e non in grado di fornire previsioni sullo sviluppo e la crescita del fenomeno. Per concludere, i due approcci tendono a sotto-stimare il fenomeno. (2) Approcci indiretti (o macro) Questi approcci implicano lutilizzo di strumenti di carattere macro-economico e propongono attualmente cinque diversi metodi di misurazione. Questi metodi sono applicabili solo presupponendo certe assunzioni e, allopposto dei metodi di misurazione diretta, tendono a sovrastimare il fenomeno. a) Metodo della discrepanza tra reddito nazionale e spesa: Nella contabilit nazionale le stime del reddito e della spesa a livello di Pnl dovrebbero essere uguali. La produzione del reddito viene rilevata presso le famiglie, e il suo utilizzo per consumi, investimenti e risparmi viene rilevato presso le aziende. Le eventuali discrepanze tra queste due grandezze possono essere usate come indicatori del livello di economia sommersa. Le assunzioni che stanno alla base di questo metodo sono: a) che non vi sia, da parte delle famiglie, alcuna reticenza nel nascondere il reddito prodotto irregolarmente (mentre ci non si ritiene vero per le imprese); b) che gli operatori che lavorano nel sommerso possano nascondere il loro reddito ma non le loro spese. Entrambe queste assunzioni sono abbastanza forti e poich molto facile che vi siano errori od omissioni nelle rilevazioni del reddito e della spesa, questo metodo risulta di discutibile affidabilit. b) Metodo della discrepanza tra la stima del lavoro regolare e il livello di occupazione che si considera normale. Se si ritiene che la forza lavoro totale sia costante, allora una diminuzione del lavoro regolare pu rivelare un aumento del lavoro irregolare. Il movimento verso il sommerso pu anche essere misurato effettuando un paragone con uneconomia comparabile e stimando i diversi tassi di occupazione regolare. Questo metodo permette di costruire indicatori della situazione occupazionale di particolari realt locali, ma il suo limite che la discrepanza misurata pu essere dovuta anche ad altre cause, ad esempio, una seconda occupazione irregolare affiancata ad una prima occupazione regolare. c) Metodo della domanda di moneta Questo metodo stima la domanda di moneta circolante rispetto alla domanda di depositi a vista (Tanzi 1980). Le assunzioni importanti su cui si basa sono le seguenti: a) le transazioni nelleconomia sommersa sono interamente effet-

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tuate in contanti, quindi ad un incremento delleconomia sommersa corrisponde un aumento della domanda di moneta circolante; b) leconomia sommersa principalmente causata dallelevata tassazione; c) il rapporto tra la moneta circolante e i depositi a vista costante nel tempo (in mancanza di economia sommersa e a meno che non cambino le abitudini di pagamento). Lequazione utilizzata per studiare il fenomeno considera il rapporto tra moneta circolante e depositi a vista, e include una serie di variabili tra le quali il livello di tassazione. Per mezzo di questa equazione viene inizialmente stimata la domanda di contanti allo stato presente (cio con la tassazione attuale) e poi viene stimata la domanda di contanti nello stesso anno, ma con un carico fiscale pi basso o nullo (quindi in una situazione ipotetica in cui non vi economia sommersa). La differenza tra queste due stime dar la quantit di circolante utilizzato nel sommerso. Infine, assumendo che la velocit di circolazione della moneta la stessa sia nelleconomia regolare che in quella sommersa, pu essere calcolato il reddito generato dalleconomia sommersa. Vi sono per diverse obiezioni a questo metodo: a) non tutte le transazioni sono pagate in contanti; b) il carico fiscale pu non essere lunica causa delleconomia sommersa (altre cause possono essere limpatto dei regolamenti, lattitudine del contribuente verso lo stato, ecc); c) i fattori determinanti la domanda di moneta sono instabili, diversi da paese a paese e talvolta anche allinterno dello stesso paese. A supporto di ci si pu fare lesempio del dollaro americano, che in gran parte circola al di fuori degli Stati Uniti (Galantini 2000); d) difficile sostenere che la velocit di circolazione identica sia nelleconomia ufficiale che in quella irregolare, appunto perch difficile stimarla; e) difficile sostenere lassenza di economia sommersa in un ipotetico anno di riferimento in cui la tassazione nulla; f ) il rapporto tra circolante e depositi a vista difficilmente pu rimanere stabile: la scarsa richiesta di tali depositi pu essere dovuta alla proliferazione di depositi di tipo alternativo. d) Metodo delle transazioni Applicato negli Stati Uniti, questo metodo rappresenta unalternativa al metodo monetario illustrato qui sopra (Feige 1979, 1986, 1996). Si basa sullassunzione che ci sia un rapporto costante nel tempo tra volume totale delle transazioni (avvenute sia in contanti sia per mezzo di assegni) e reddito (Pnl ufficiale) ed espressa dallequazione quantitativa della moneta MV=PQ di Fisher (con M quantit di moneta, V velocit di circolazione della moneta, P il livello dei prezzi, Q indice delle transazioni, cio delle quantit di beni prodotte e scambiate). Conoscendo e assumendo costante la velocit di circolazione della moneta e conoscendo M (moneta circolante pi depositi a vista), possibile trovare PQ, equivalente al valore totale delle transazioni (composto da transazioni

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finanziarie, intermedie, di beni finali e transazioni nelleconomia irregolare). Anche questo metodo presenta dei punti di debolezza: a) lassunzione di un anno base senza economia sommersa; b) lassunzione che la velocit di circolazione della moneta e degli assegni rimanga stabile nel tempo; c) lassunzione che la moneta sia utilizzata solo a scopi transattivi; d) non c evidenza che il rapporto tra transazioni e reddito ufficiale sia costante nel tempo. e) Modello degli input fisici Si basa sulla rilevazione del consumo di input misurabili e se ne misura la coerenza o la differenza con le stime ufficiali del Pil. Lassunzione di base di questo metodo che lattivit economica strettamente correlata con il consumo di energia elettrica, e che lelasticit del loro rapporto approssimativamente vicina al valore uno. Assumendo che questo rapporto relativamente costante e conoscendo il valore complessivo dellelettricit erogata, possibile derivare una stima del Pil complessivo. La differenza tra questo Pil complessivo e il Pil ufficiale dar la stima delleconomia sommersa. La differenza tra la crescita ufficiale del Pil e la crescita del consumo di elettricit (differenza nulla in una situazione ideale in cui non c sommerso) quindi attribuita alla crescita del sommerso. Ma anche questo metodo, che viene ritenuto adatto per la misurazione del sommerso nei paesi in via di sviluppo, presenta alcuni limiti: a) molte attivit economiche richiedono piccole quantit di elettricit; quindi quelle attivit irregolari di questo tipo non verranno rilevate; b) il progresso tecnico ha permesso un utilizzo pi efficiente di elettricit, sia nelleconomia regolare che in quella irregolare; c) possono esserci differenze nellelasticit del rapporto tra elettricit consumata e Pil, soprattutto in quei paesi che stanno conoscendo cambiamenti strutturali; d) se vengono utilizzate altre forme di energia una parte del sommerso non verr rilevata. Una variante a questo modello fu introdotta assumendo che una certa parte delleconomia sommersa vada associata al consumo domestico di elettricit, dovuto alle attivit produttive fatte in casa. Leconomia non ufficiale sar quindi tanto pi grande quanto maggiore il consumo domestico di energia, ma considerando solo lambiente domestico si rischia di perdere una buona parte di sommerso. 3) Approccio econometrico: il metodo basato sul modello della variabile latente I metodi descritti qui sopra consideravano leconomia sommersa in funzione di una sola causa (principalmente lelevata tassazione) e ne indicavano un solo effetto (il consumo di elettricit o la domanda di moneta o la diminuzione di occupazione regolare, ecc.). Questo ultimo approccio, basato su modelli econometrici, consente di evitare lapprossimazione dovuta alluso di una sola causa e di un solo indicatore. Secondo questo approccio leconomia sommersa viene

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trattata come una variabile non osservabile direttamente e valutata in relazione a variabili osservabili, che sono le molteplici cause (lalta tassazione, ma anche cause di ordine normativo e psicologico) ed i molteplici indicatori degli effetti. Il metodo empirico basato sulla teoria statistica della variabile latente e consiste, nella sua struttura pi generale, in un sistema di equazioni suddiviso in due parti. La prima parte, il modello delle equazioni di misurazione, collega le variabili latenti agli indicatori osservati; la seconda parte, il modello delle equazioni strutturali, stabilisce un nesso causale tra le variabili non osservabili. Attraverso la risoluzione simultanea di entrambe le parti del sistema si possono stimare i parametri delle equazioni, e attraverso questi, il valore delle variabili. In questo caso la variabile una sola, leconomia sommersa, e si presuppone che sia influenzata da una serie di indicatori esterni che ne indichino lampiezza. In questo modo si pu svelare la dipendenza strutturale delleconomia irregolare dalle sue variabili, e ci si rivela utile anche nel predirne lo sviluppo. Ci sono varie indicazioni su quali possano essere gli indicatori e le cause pi plausibili. Tra queste: a) il carico fiscale presente o anche solo percepito: una tassazione crescente incentiva a lavorare nel sommerso; b) il peso della regolazione: si ritiene che anche la crescita di questo fattore incentivi al sommerso; c) la tax morality, cio il senso civico dei cittadini. Tra gli indicatori degli effetti: a) richiesta di circolante: col crescere del sommerso cresce anche la richiesta di contanti per le transazioni; b) occupazione: col crescere del lavoro sommerso diminuisce il lavoro regolare; c) produzione: i fattori della produzione (soprattutto il lavoro) che cadono nel sommerso possono avere un effetto depressivo sul Pil. Naturalmente ci possono essere altri fattori: in particolare, tra le cause si possono anche considerare la tassazione per i lavoratori autonomi, i tassi di inflazione e disoccupazione, lampiezza del settore pubblico. Una grande difficolt di questo metodo stabilire lentit di cause quali lintensit dei regolamenti e il senso civico dei cittadini verso lo stato. Poi, sebbene il sistema abbia il pregio di connettere concettualmente leconomia irregolare alle sue cause, anche a cause diverse da quelle fiscali, presenta come incognita il peso da attribuire alle variabili e la loro identificazione e misurazione. (i) Tecniche di ricerca sul campo. Le metodologie di carattere statistico, elencate sopra, danno naturalmente un importante contributo allo studio del fenomeno e suggeriscono direzioni per la ricerca. Presentano per, oltre agli ovvi limiti di carattere metodologico, dei limiti di carattere concettuale: 1) tendono a quantificare e localizzare il sommerso senza individuare il funzionamento delleconomia irregolare; 2)

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individuano degli aspetti comuni, una sorta di tipo ideale del sommerso, ma non ne colgono leterogeneit e la disomogeneit nei differenti settori e realt territoriali; 3) la tecnica usata per la raccolta dati, soprattutto nel caso dellapproccio diretto, non riesce a superare la diffidenza degli operatori. Ci che ci interessa maggiormente sapere dove il sommerso sta e come funziona. Per questo abbiamo scelto di utilizzare altre metodologie di ricerca che si sono rivelate adatte per lesplorazione di realt specifiche, mostrando una buona capacit di rimettere in discussione i risultati raggiunti. Se le metodologie devono essere studiate ad hoc per i diversi problemi e che per ciascuno di essi bisogna lasciare aperta la strada a procedure evolutive adeguate (Meldolesi e Stame 1998), questo approccio del learning by doing, scostandosi dai metodi tradizionali utilizzati in modo standard per analizzare realt territoriali, non permette nemmeno un utilizzo standard degli strumenti statistici. Non essendovi una conoscenza delluniverso in questione non possibile tracciare un campione probabilistico, n semplice n stratificato, perch scoprire le motivazioni che portano al mancato rispetto delle norme di sicurezza e alla presenza del lavoro irregolare un punto di arrivo e non di partenza. Quella che segue la descrizione delle tre tecniche di ricerca sul campo utilizzate dal Comitato per lemersione del sommerso, lultima delle quali quella da noi utilizzata nella nostra ricerca. (l) Metodo Bergonzini Il metodo nasce nel 1971, al fine di studiare loccupazione femminile in alcune piccole realt dellEmilia. Il suo principio la collaborazione di alcune persone che, per motivi professionali o sociali, sono informate sulle attivit dei componenti delle varie famiglie (Bergonzini 1973). Il metodo pu essere utile sia per acquisire conoscenze sulla realt da studiare sia per individuare un campione di persone da intervistare successivamente. Si devono innanzi tutto individuare delle persone terze che, per i pi vari motivi, sono informate sulla comunit che si vuole studiare e si chiedono loro informazioni attraverso interviste individuali o focus groups. Ricevendo le informazioni da persone terze, che teoricamente non hanno motivi per non collaborare, non si costretti ad interpellare direttamente le persone che operano nel sommerso, che potrebbero dimostrarsi reticenti nei confronti dellintervistatore. Per effettuare una misurazione con questo metodo, bisogna delimitare loggetto dellindagine e stilare una lista delle persone rilevanti al fine della ricerca, in modo da poter definire per ciascuna di esse la condizione lavorativa. I limiti di questo metodo stanno nella difficolt di individuare i potenziali collaboratori e nellestensione dellarea su cui indagare.

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Anche se questa tecnica pu avere la sua efficacia in aree circoscritte, dove le persone si conoscono, e difficilmente potrebbe essere applicabile nei grandi centri. (2) Metodo della persona conosciuta Questo metodo, che ha le sue radici in quello precedente, propone di utilizzare come intervistatore un residente nellarea oggetto dellindagine. In questo modo lintervistatore, che una persona conosciuta (anche solo di vista), non viene visto come un controllore pronto a denunciare le irregolarit, e viene a cadere quella distanza e diffidenza che potrebbe esserci tra lui e lintervistato. Una persona interna, che dichiara il suo scopo (ad esempio linteresse di studio) pi credibile e sa comunicare pi efficacemente con loperatore. Inoltre conosce gi il contesto e pu individuare pi facilmente politiche di sviluppo e di emersione. Anche in questo caso larea di indagine deve essere ristretta e delimitata. (3) Campionamento a valanga10 Questo metodo si rivela utile quando non esiste un elenco di persone da intervistare o di imprese da rilevare (quindi spesso nel caso del sommerso). Esso prevede, inizialmente, lindividuazione di alcuni soggetti (osservatori privilegiati) che sono a conoscenza delle problematiche e che potrebbero rivelarsi daiuto. Una volta individuati e intervistati, si chiede loro di indicare altri soggetti da intervistare. A questi ci si presenta a nome del primo informatore o, per ridurre ulteriormente la diffidenza degli intervistati, su sua diretta presentazione. Anche a queste persone si chiede di individuarne altre, e cos via. Il campione di persone da intervistare non definito, ma ragionevole raggiungere unampiezza rappresentativa del sistema economico analizzato. Nonostante ci il campione non pu essere definito probabilistico (perch la scelta delle persone non stata casuale) e il metodo non consente di generalizzare le conclusioni (perch si indaga su una piccola area), questo metodo ci sembrato lunico che potesse consentire di indagare realt altrimenti impenetrabili. Le questioni da esaminare vengono via via rimesse in discussione, ogni qualvolta le interviste rivelano qualcosa di nuovo o di non conforme. Inoltre questo metodo ci sembrato particolarmente efficace per ricostruire la rete delle relazioni tra i diversi soggetti (istituzionali e non) che operano (o che dovrebbero operare) nel settore della prevenzione per la sicurezza del lavoro e degli altri che sono impegnati (o

10 La denominazione a valanga non deve far immaginare una messe innumerevole di persone intervistate, piuttosto deve far pensare al procedere nelle interviste che, partendo da un punto ben preciso, si via via allargato a nuovi contatti e quindi a nuovi intervistati proprio come una valanga parte da un piccolo punto ben delimitato per poi interessare nello smottamento un intero fianco della montagna.

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che dovrebbero esserlo) nellemersione del sommerso. Per tutta questa serie di motivi ci sembra evidente come questa tecnica basata sul learning by doing (o potremmo meglio dire learning by interviewing) sia stata quella che abbiamo considerato pi congrua ai fini della nostra ricerca.

1.2.2. La metodologia della ricerca sul lavoro sommerso nella provincia di PisaLa nostra ricerca si sviluppata lungo alcune direttrici complementari, secondo il metodo di analisi sopra brevemente descritto: (1) attraverso il campionamento a valanga di interviste dirette con 40 osservatori privilegiati (si veda il dettaglio pi avanti), individuati mediante una preliminare mappatura degli attori istituzionali e sociali coinvolti nelle politiche di controllo del lavoro irregolare; sulla base di unanalisi di competenze e poteri formalmente attribuiti, abbiamo definito un panorama di microlivello. Le interviste sono state effettuate nellarco di tempo che va dal 15 luglio 2008 al 9 gennaio 2009. Sono stati contattate complessivamente 40 persone tra rappresentanti di istituzioni, enti e associazioni, lavoratori e datori di lavoro. Per quest'ultima categoria ragioni di tempo e la difficolt di individuare rapidamente i contatti hanno fatto s che il numero degli intervistati fosse esiguo rispetto a quello auspicabile. Pi precisamente il dettaglio della tipologia degli intervistati il seguente: istituzioni: 5 interviste (due assessori provinciali, la responsabile dei Centri per l'impiego di Pisa, un dirigente della Provincia, il responsabile del Progetto AgrImpiego considerato alla stregua di rappresentante della Provincia perch la realizzazione del progetto riconducibile all'amministrazione provinciale); enti di controllo: 5 interviste che comprendono i direttori di Inps (exdirettore neo-pensionato e direttore facente funzioni), dell'Inail e della Dpl di Pisa, nonch il presidente dell'Anmil, associazione considerata affine agli enti di controllo e quindi inserita in questa categoria; sindacati/patronati: 7 interviste (di cui una congiunta per un totale di 8 persone) che comprendono i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, i segretari di categoria del settore agricoltura Flai-Cgil e Fai-Cisl, il responsabile lavoro privato Cobas Pisa, la direttrice ed un'operatrice delle Acli di Pisa; associazioni di categoria: 5 interviste, ivi compresa la Cassa edile che ha preso forma in un'intervista congiunta con il presidente (rappre-

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sentante degli imprenditori) e i due vice-presidenti (rappresentanti sindacali), per un totale di 8 persone incontrate. Oltre alla Cassa edile abbiamo incontrato il referente per la sicurezza della Cia di Pisa, la direttrice dell'Aema, il direttore di Confagricoltura-Unione provinciale degli agricoltori di Pisa, il direttore di dell'Unione industriali di Pisa; lavoratori e datori di lavoro: 7 lavoratori (2 del settore edile, 3 badanti, un operaio agricolo e un addetto alla forestazione) e 3 datori di lavoro (un direttore di azienda agricola, un esercente macchine agricole e una famiglia/datore per badante); associazioni: 3 interviste a Caritas Pisa, Misericordia Pisa e associazione Batik (intervista congiunta con vice-presidente e un'operatrice). Dalle interviste emersa una rappresentazione appropriata e sufficientemente dettagliata, per quanto territorialmente circoscritta e conseguentemente non generalizzabile, delluniverso del lavoro sommerso e dei fattori di insicurezza del lavoro nella provincia di Pisa. Attraverso le informazioni cos raccolte ci stato possibile ricostruire la struttura di motivazioni che spinge lavoratori e datori di lavoro al mancato rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla regolarit, nonch disegnare con relativa precisione la rete degli attori istituzionali, pubblici e privati, che intervengono a vario titolo nelle azioni di informazione, controllo e contrasto; (2) recuperando ed incrociando i dati ufficiali forniti dagli enti che operano nel settore (Dpl, Inps, Inail, Asl, sindacati, associazioni assistenziali, ecc.) abbiamo ricostruito un quadro di macrolivello, utile per designare il quadro generale nel quale si delineano le dinamiche riscontrate nellanalisi di micro-livello; (3) abbiamo intervistato direttamente un ristretto campione di lavoratori e imprenditori. Senza alcuna pretesa di realizzare un campionamento statistico, le parole delle persone che direttamente si confrontano con il mondo del lavoro offrono un approccio che ci ha permesso di arricchire la fotografia del sommerso con un contenuto qualitativo, che prende forma da un vissuto personale, con limpatto sulla vita privata. Le interviste realizzate su tre macro profili settoriali (lavoro domestico, agricoltura ed edilizia) tracciano elementi di differenza e elementi che, in maniera trasversale, accomunano la condizione lavorativa, le esperienze di inserimento e i percorsi di vita. In appendice viene presentato in dettaglio lo schema di codifica relativo a tute le interviste effettuate.

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1.3. La dimensione settoriale del lavoro irregolare: edilizia, servizi domestici, agricolturaLa variabile settoriale incide direttamente sulle modalit con cui il lavoro irregolare si manifesta, sul suo livello di radicamento, sulle sue dinamiche evolutive, sullo spettro di motivazioni e di attori che vi sono coinvolti a vario titolo, e conseguentemente anche sugli strumenti utilizzabili dalle politiche di contrasto e per lemersione.11 Alcuni tipi di attivit economica, infatti, appaiono per loro natura particolarmente vulnerabili al diffondersi di reti di rapporti di lavoro irregolari. questo il caso dei servizi domestici, dellagricoltura e delledilizia, che abbiamo selezionato quali ambiti di approfondimento allinterno della nostra ricerca sulla provincia di Pisa.12 Come mostra la figura 1.2, si tratta di tre settori economici che nel 2005 presentano la maggiore incidenza, in termini percentuali, di occupazione irregolare rispetto al totale degli occupati nel settore, con un tasso di irregolarit pari al 59,5% per il servizi domestici, 39,7% per lagricoltura, 13,1% per le costruzioni. Soltanto il settore degli alberghi e pubblici esercizi, con il 13,6%, supera di poco quello delle costruzioni, che per presenta maggiori rischi per quanto riguarda la sicurezza dei lavoratori, specie per quel che concerne gli infortuni pi seri. Le linee evolutive degli ultimi 15 anni mostrano per tutti e tre i settori una progressiva riduzione dei livelli di irregolarit, con una parziale inversione di tendenza, particolarmente marcata nel settore agricolo e dei servizi alla famiglia, a partire dal 2003 (vedi figura 1.3).11 Oltre al profilo settoriale naturalmente vi sono diverse altre variabili rilevanti, non approfondite in modo specifico in questa ricerca, che potrebbero arricchire il quadro interpretativo di caratteristiche ed effetti della diffusione di condizioni lavorative irregolari. Tra queste, in particolare, lappartenenza di genere, che come riscontrato in un diverso lavoro supera le differenze territoriali: la condizione di lavoratrice, a vari livelli di irregolarit, si connota di maggiore complessit rispetto a quella dei lavoratori irregolari maschi. Per le lavoratrici svolgere unattivit parzialmente o del tutto irregolare appare condizionante e limitante in molti momenti significativi quali la maternit, la conciliazione del tempo da dedicare alla famiglia e al lavoro. Le donne, inoltre, hanno a parit di mansione retribuzioni inferiori a quelle dei loro colleghi maschi e restano pi a lungo relegate in profili a bassa qualificazione (Ires-Cgil 2007, 15). Altra dimensione rilevante quella dellet: i lavoratori pi giovani tendono infatti a reputare transitoria la propria condizione, accettando termini contrattuali pi penalizzanti, laddove gli adulti sono pi propensi a ritenere strutturale, acquisita e difficilmente recuperabile la propria condizione irregolare. 12 Come gi messo in evidenza da una precedente ricerca sul lavoro irregolare nella provincia di Pisa, le irregolarit sembrano avere una caratterizzazione prevalente di tipo settoriale; si presentano cio in forme non specifiche della provincia, ma legate alla maggiore diffusione del sommerso in queste tipologie di attivit economiche e al loro peso nelleconomia provinciale, talora legate anche a fenomeni sociali a rischio di sommerso quali la presenza di lavoratori extra-comunitari (18029 residenti) (Provincia di Pisa 2006, 161).

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fig. 1.2. Tasso di irregolarit in alcune attivit economiche nel 2005. Fonte: Istat 2008.

Un diverso tipo di analisi, condotta dal Censis con la stima della diffusione del fenomeno del lavoro irregolare mediante un campione di testimoni privilegiati, conferma la salienza del problema nei tre settori considerati: anche in questo caso servizi domestici e di assistenza alla persona, agricoltura e costruzioni si collocano rispettivamente ai primi tre posti della classifica, con una valutazione (in percentuale rispetto al totale degli occupati nel settore) compresa tra il 24,4% e il 37,1% (vedi tabella 1.1).tab. 1.1. Lincidenza del lavoro irregolare sulloccupazione complessiva, per settore, secondo stime dei testimoni locali (val.% sul totale occupati). Fonte: Censis 2005.Settore Servizi domestici Assistenza alla persona (badanti, baby sitters) Agricoltura Costruzioni (subappalti) Costruzioni (ristrutturazioni) Pubblici esercizi (bar, ristoranti) Piccoli esercizi commerciali Agriturismo, campeggi Tessile/abbigliamento/manifatturiero Intermediazione immobiliare Alberghi Servizi sociali Totale (% su totale occupati) 37,1 37,0 25,9 24,5 24,4 22,3 17,4 17,3 12,8 12,4 12,1 10,3

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Alcune caratteristiche accomunano i settori dove la presenza di lavoratori irregolari pi radicata. In primo luogo, come meglio si vedr nel prossimo capitolo, il lavoro irregolare si associa ad alcune variabili di natura economica: (i) la domanda di manodopera per servizi poco qualificati; (ii) processi produttivi con un basso livello di sviluppo tecnologico e ad alta intensit di lavoro; (iii) scarso rilievo delle economie di scala, da cui la frammentazione del sistema produttivo, che si frappone allazione di controllo delle autorit di vigilanza; (iv) una domanda polverizzata e differenziata, che costituisce un tratto comune ai settori agricolo, edilizio, dellassistenza alla persona; (v) livelli elevati di imposizione fiscale. In questi contesti appare spesso conveniente o necessario per gli imprenditori ricorrere ai servizi di soggetti deboli sul piano del potere negoziale, come ad esempio gli immigrati, in alcuni casi costretti ad accettare mansioni dequalificate rispetto alla loro precedente esperienza formativa oppure, se privi di regolare permesso di soggiorno, ad accettare lassunzione in nero.13 Ancora, incidono negativamente sulla diffusione del fenomeno tanto la debole adesione a modelli culturali favorevoli al rispetto della legalit tra i protagonisti dellattivit economica, che lassenza di criteri di riconoscimento sociale che incoraggiano il rispetto delle norme. N lo stigma sociale, n provvedimenti disciplinari delle associazioni di categoria colpiscono gli imprenditori che non rispettano le norme sul lavoro. Inoltre, la presenza di meccanismi di tutela sociale e di una cultura assistenzialista, specie nel settore agricolo e in quello delle costruzioni, alimentano tanto la domanda che lofferta di prestazioni lavorative irregolari, nelle quali sono coinvolti di solito individui che gi beneficiano di ammortizzatori sociali, come assegni, sussidi, cassa integrazione.

1.3.1. Il lavoro domestico e i servizi alla personaIl caso dei servizi di cura alla persona, nel quale lincidenza del lavoro irregolare avrebbe in alcuni periodi toccato e superato il 70% (si veda la figura 1.2 e la tabella 1.1), particolarmente significativo. Secondo una stima recente, la presenza di lavoratori domestici irregolari oscilla tra un minimo di 250mila a un massimo di 900mila, cui si aggiungono i 745mila domestici stranieri iscritti allInps.14

13 A questo corrispondono, specialmente nella realt dellItalia meridionale, meccanismi di accesso al lavoro basato su intermediazione informale: In agricoltura ed edilizia prevale una modalit di accesso gestita dai cosiddetti caporali che da un lato utilizzano il passaparola delle reti informali, dallaltra attingono al bacino della manodopera straniera in ben definiti luoghi di concentramento. Per le attivit domestiche e di cura delle persone il canale quello delle conoscenze e relazioni interpersonali (IresCgil 2007, 23). 14 Si veda Il sole-24 ore; 2 aprile 2007.

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In questo comparto si concentrano infatti diversi fattori convergenti nellincentivare linformalit dei rapporti di lavoro: (a) linvisibilit pressoch completa rispetto agli organismi di controllo tanto dei servizi erogati (di cura o domestico) che dei luoghi dove viene erogato (case private). Laccesso alle abitazioni, infatti, esula dal normale mandato degli ispettori di Inps e Dpl, poich sotto il profilo normativo la casa non rientra tra i luoghi di lavoro; (b) le modalit dincontro tra la domanda e lofferta, che in genere vede il ricorso a meccanismi di intermediazione informale (gestiti anche mediante limpiego di reti parentali, di vicinato o di appartenenza etnica), oppure a canali di comunicazione indiretta, ad esempio attraverso il passaparola, oppure strumenti di inserimento legati allambiente ecclesiastico (che hanno favorito processi di specializzazione etnica a favore di lavoratrici provenienti da paesi di area cattolica, come le filippine);15 (c) la crisi dei sistemi di welfare e il concomitante invecchiamento della popolazione, che ha di recente portato a 2.625.000 il numero di anziani non autosufficienti,16 hanno aperto spazi a una domanda molto diversificata di servizi personalizzati di assistenza, non pi limitata alle fasce agiate della popolazione, ma allargata anche ad altri strati sociali meno abbienti, non garantiti adeguatamente da servizi pubblici;17 (d) la presenza predominante allinterno di questo mercato di un soggetto contrattualmente debole, in genere donne professionalmente poco qualificate: nel 2004 dei circa 2 milioni di addetti nel comparto domestico la componente

15 Nel 65% dei casi le lavoratrici irregolari hanno trovato limpiego attraverso la rete di conoscenze informali, nel 10% dei casi mediante proposta diretta del futuro datore di lavoro (Isfol 2008b, 95). In Italia questi meccanismi di mediazione informale per i lavoratori immigrati hanno compensato, in forme spontanee ed auto-organizzate, linadeguata e discontinua attenzione delle politiche di regolazione dellofferta di lavoro, specie nelle fasce basse del mercato occupazionale. In questi contesti, infatti, laccreditamento derivante dallappartenenza a determinate reti di relazione ed elementi di prossimit o somiglianza nei confronti di chi gi svolge quelloccupazione funzionano da grossolano filtro di selezione (). Possiamo cos osservare che in Italia le reti etniche (ma sarebbe meglio parlare di reti di clan a base parentale e di vicinato) hanno esplicato un peculiare dinamismo. () Per questa ragione, nel giro di pochi anni le reti sociali hanno acquisito grande importanza nel determinare specializzazioni etnich, percorsi di ingresso nel mercato del lavoro, probabilit di (relativo) successo, e anche stereotipi e rappresentazioni sociali degli immigrati buoni oppure pericolosi (Ambrosini 2003). 16 Sulla base di dati Istat, si veda Il Corriere della Sera, 31 marzo 2008, p. 10. 17 In queste condizioni, il boom dei collaboratori familiari immigrati indica, dunque, che la domanda di servizi di cura riguarda soprattutto le situazioni pi impegnative, quelle che richiedono la convivenza (o un alto numero di ore lavorate): ad esempio, il problema dei grandi anziani, associato alla crescente presenza femminile nel mercato del lavoro, implica che sempre meno donne italiane abbiano la possibilit di dedicare molte ore allassistenza dei congiunti con consistenti fabbisogni di cura (Iref 2007, 5).

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femminile pari all86,6% (Istat 2007), mentre il 45,2% delle donne occupate in attivit irregolari svolgono servizi domestici presso famiglie e convivenze (Isfol 2007b, 62); (e) la riluttanza da parte delle lavoratrici italiane ad offrire questo tipo di prestazioni lavorative i servizi di assistenza personale alle condizioni contrattuali di mercato: Non ho mai trovato badanti italiane ha confermato una nostra intervistata stai scherzando? Alle italiane non piace questo lavoro. Questo lavoro lo dobbiamo fare noi. S, magari le donne italiane possono fare le pulizie, ma le badanti no (lav5). Linserimento massiccio di lavoratrici straniere ha fatto seguito, infatti, a uno spazio di mercato lasciato libero dalle lavoratrici nazionali, a seguito dei movimenti di emancipazione e della crescita del benessere realizzatisi nel secondo dopoguerra; (f ) la presenza predominante di lavoratrici straniere extracomunitarie, in alcuni casi irregolari, in qualche caso giunte in Italia per ragioni di studio o per seguire il coniuge. Del resto, la vulnerabilit dei lavoratori irregolari pu influire in modo negativo sulle condizioni dei lavoratori regolari. Le famiglie, infatti, potrebbero preferire collaboratori che accampano meno pretese (perch lassenza di un permesso di soggiorno le rende sostanzialmente impotenti) a lavoratori che, in virt di un soggiorno regolare, rivendicano giustamente i propri diritti in termini di contratto e adempimenti previdenziali (Iref 2007, 45);18 (g) il costo elevato dei salari regolari e delle prestazioni previdenziali previste per il lavoro domestico, difficilmente sostenibili da famiglie non facoltose, per le quali sono invece accessibili le prestazioni a prezzi contenuti di collaboratrici domestiche immigrate. Ci si trova cos di fronte a una situazione nella quale lofferta genera la domanda, creando nuovi bisogni altrimenti inespressi (Colombo 2005, 452); (h) Lirrilevanza di titoli di studio, competenze ed esperienze precedentemente accumulate, data limpossibilit delle famiglie di verificare ex-ante la qualit dei servizi offerti. Questo rende particolarmente preziosi, nella selezione del personale da assumere, tutti i segnali derivanti dallevidenza di caratteristiche etniche, dalle fede religiosa o da qualit personali in apparenza estranee alle future necessit delle mansioni lavorative: doti generiche di affidabilit, disponibilit, deferenza salgono alla ribalta (). Sono tratti di personalit e requisiti extra-lavorativi ad essere enfatizzati, come lonest, il senso di responsabilit, latteggiamento garbato e docile (Ambrosini 2003).18 Lesigenza di accumulare risorse monetarie per costruire un futuro nel proprio paese le porta ad assumere un orizzonte temporale di breve periodo come termine di riferimento nelle proprie opzioni di regolarizzazione dellimpiego, preferendo di solito quelle soluzioni che consentono loro di monetizzare le prospettive previdenziali e assicurative, visto che non si aspettano di ottenere prestazioni di quel tipo in Italia.

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fig. 1.3. Evoluzione dei tassi di irregolarit in Italia: 1991-2005. Fonte: Istat 2008

tab. 1.2. Incidenza occupazione irregolare su totale occupati 1992-2000 (v.a., val.% e var.%). Fonte: elaborazione Censis 2003 su dati Istat.Incidenza occupazione irregolare 2000 Industria in senso stretto Trasporti e comunicazioni Industrie tessili e dell'abbigliamento Commercio all'ingrosso, al dettaglio e riparazioni Industria del legno e dei prodotti in legno Intermediazione monetarie e finanziaria, attivit finanziarie e imprenditoriali Alberghi e pubblici esercizi Costruzioni Agricoltura, silvicoltura e pesca Servizi domestici presso famiglie e convivenze 5.9 8.8 9.4 9.9 11.6 13.7 14 14.2 59.2 77 Variazione % occupati irregolari 1992-2000 -0.3 46.1 -2.6 20.8 1.8 22.2 36 5.7 -14.7 13.7 Variazione incidenza occupazione irregolare 0.2 2.9 1.1 1.6 0.5 -0.5 1.7 1.5 10.1 2.5

Quando il datore di lavoro una famiglia, che non segue le logiche di profitto dellimpresa, la micro-organizzazione risultante vede una donna, in molti casi anchessa lavoratrice, offrire un impiego a unaltra donna per la conduzione di attivit di cura di persone o di gestione familiare: la tipizzazione di genere

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femminile delle azioni di cura fa s che, nella cultura corrente, questo lavoro tenda a perdere la valenza professionale e venga assimilato allarea dellaccudimento informale (Isfol 2007b, 90). Questo fattore, accanto agli altri considerati, rende fisiologica la presenza di formule contrattuali informali di collaborazione, negoziate direttamente con estrema flessibilit, e che peraltro hanno visto una crescita dellincidenza di lavoro irregolare nel corso degli anni novanta del secolo passato. Nel caso della provincia di Pisa, analogamente a quanto avviene in altre realt, stato segnalato dagli intervistati un meccanismo di turn-over che fa leva sui permessi di soggiorno turistico concessi ad aspiranti badanti extra-comunitarie. Anche su scala nazionale il visto turistico, del resto, il pi utilizzato per lingresso nel paese, dal 63,1% delle badanti extracomunitarie (contro l8,1% per lavoro stagionale, il 4,6 per motivi familiari, il 4,5% per lavoro subordinato, l1,4% per motivi di studio, e il 18,4% senza alcun visto) (Iref 2007, 22). Le lavoratrici utilizzano cos i tre mesi previsti dal permesso turistico sempre pi spesso ultima spiaggia per lingresso regolare in Italia dopo i vincoli imposti dalla legge Bossi-Fini sullimmigrazione per prestare in nero servizi di assistenza ad anziani e malati presso famiglie con le quali avevano gi concordato la prestazione, per poi lasciare il posto ad altre turiste-badanti anchesse destinate ad essere rimpiazzate allo scadere dei termini (Provincia di Pisa 2006, 162). In caso contrario, esse diventano overstayer, entrando in clandestinit allo scadere del visto. Lidentikit delle badanti extracomunitarie in Italia, tracciato da una recente ricerca, ci mostra un profilo identitario dai contorni mutevoli soprattutto a seconda della provenienza (per il 29,3% da paesi dellex Urss, il 31,0% dallEuropa orientale, il 15,9% dallAsia, il 14,5 da Centro e Sudamerica, il 9,4% dallAfrica). Il livello di istruzione delle donne dellest Europa pi alto, spesso sono laureate, ma in generale una su quattro ha solo la licenza elementare, il 30% la licenza media inferiore. Il 65,7% delle lavoratrici domestiche ha una famiglia con figli. Solo il 38,3% delle loro famiglie vive con loro in Italia, mentre il 61,7% sostiene le famiglie nel paese di origine, e il 57,4% vive lontano dai figli. Lorizzonte con il quale affrontano la loro esperienza lavorativa in Italia ristretto al tempo necessario a risparmiare dei soldi o spostarsi in un altro stato, soprattutto per le donne dellest Europa e dellex Urss (oltre il 60% non va oltre questo breve periodo), ma il 27,3% delle asiatiche e circa il 20% di africane e centro-sudamericane sperano di sistemarsi stabilmente in Italia (vedi tabella 1.3).19 Le