neo melodic i

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Il fenomeno dei Neomelodici si situa nella tradizione napoletana o può dirsi recente? In che modo differisce dalla tradizione? Rispetto a un Gigi D'Alessio, i neomelodici differiscono per la caratura o anche per altro? Il fenomeno è relativamente recente (si è diffuso a partire dagli anni ’90 con qualche precedente negli anni ‘80) ed è il prodotto, da un lato, dell’abbassamento dei costi della tecnologia utilizzata per la produzion e della musica e, dall’altro, dell’assorbimento, da parte di ceti marginali della popolazione, dei meccanismi simbolici ed autorappresentativi della società dello spettacolo, particolarmente in riferimento al mezzo televisivo. La ‘tradizione’, se per tradizione intendiamo quella della canzone napoletana, fornisce ai Neomelodici p roprio una ‘tradizione’: un storia, cioè, nella quale collocarsi e della quale sentirsi parte. In realtà, le differenze tra la canzone classica e quella neomelodica sono moltissime. D’Alessio rappresenta il caso di un personaggio al quale, ad un certo momento, si è aperta la possibilità di comunicare con un pubblico molto ampio e questo gli ha imposto un’ evoluzione che lo ha allontanato in parte dai modi espressivi più caratteristici della canzone neomelodica. Quali sono le differenze dalla reale tradizione? e quali le influenze pop/latinoamericane? La canzone classica era una canzone di origine borghese ed estremamente raffinata, nata con l’intento di ‘elevare’ una forma d’arte popolare alle altezze della poesia con l’apporto, quasi sempre, di musicisti colti. Quella neomelodica è una canzone proletaria ed usa un linguaggio quotidiano. Il legame con la canzone classica è soprattutto in certi tratti stilistici della vocalità, che richiamano alcuni popolari interpreti della can- zone napol etana, e nell’enfasi posta sulla melodia assunta come ‘marcatore identitario’ della canzone class i- ca. Le influenze pop sono da rintracciare soprattutto in certe forme di arrangiamento e nell’uso della str u- mentazione elettronica, per quanto quest’ultima sia usata quasi sempre in maniera piuttosto rudimentale e ricordi spesso le sonorità degli anni ’80 che caratterizzarono la prima ondata di quello che all’ epoca si chia- mava techno-pop. Sotto il profilo strettamente musicale, tuttavia, la canzone neomelodica non presenta mo- tivi di grande interesse. Quanto sono definibili un fenomeno locale? Mi è stato detto che hanno successo solo a Napoli o tra coloro che parlano solo in dialetto, ma so che sono ascoltati anche in Sicilia e a Milano alcuni amici dicono di conoscerli e apprezzarli. Sono un fenomeno che si sta espandendo in Italia? La canzone neomelodica è un fenomeno prettamente napoletano, proprio di una certa autoreferenzialità ‘comunitaria’ tipica della città e soprattutto dei suoi ceti popolari. Il fatto c he il genere venga apprezzato an- che fuori di Napoli non deve sorprendere: tutto ciò che Napoli ha prodotto, anche in dialetto stretto, ha sem- pre trovato la sua strada sul territorio nazionale e all’estero grazie alla posizione che la città occupa nell’immaginario collettivo. Questo tipo di prodotti fungono spesso da richiami identitari per persone prove- nienti dalla Campania o attecchiscono dove ci sono condizioni sociali simili, è il caso di alcuni quartieri di Pa- lermo, che ne sollecitano la fruizione. Non è da dimenticare, però, che spesso la canzone neomelodica è ascoltata anche con curiosità e divertimento più che con reale godimento estetico, come una sorta di ‘folkl o- re tecnologico’. Che tipo di mondo descrivono le canzoni dei neomelodici? Queste canzoni descrivono prevalentemente gli ambienti adolescenziali delle periferie e il modo in cui questi ambienti hanno mediato la cultura tradizionale dei ceti popolari di provenienza (amore, onore, famiglia) con gli stimoli della modernità avanzata della società urbana. Ho letto che però che i neomelodici del Sud, per affermarsi, devono cantare in napoletano, come Na- tale Galletta o Gianni Celeste http://www.youtube.com/watch?v=WgVOPFpeCxw. Se è vero, perché? Perché il napoletano è una lingua che ha, appunto, una ‘tradizione’ riconosciuta ed autorevole e perché quel tipo di canzone è connotata in quel modo ed in quel modo è immediatamente riconoscibile come tale e la ri- conoscibilità è fondamentale nei prodotti della cultura di massa. In Sicilia dicono che la moda del neomelodico sia scoppiata a Palermo e Messina, e non altrove. Si dice che allo stesso modo il gusto per le canzoni neomelodiche sia diffuso in Ciociaria ma non in Ca- labria e Puglia, conferma? Ne sa dare una spiegazione? I modi in cui il materiale musicale circola sono infiniti: possono intervenire particolari strategie dell’industria dell’intrattenimento, processi di identificazione, a volte anche il semplice passa parola, specia lmente quando si tratta di prodotti non accompagnati dalla grancassa pubblicitaria dei mass media. Anche a Roma, nella zona sud, si ascolta questa musica negli ambienti più popolari. Mi sono chiesta perché al Centro e al Nord un fenomeno analogo non esista. Mi è stato detto che i cantanti neomelodici sono così seguiti perché cantano popolare in dialetto per persone che parlano principalmente dialetto. Però mi sembra che ci sia anche una organizzazione diversa, ad esempio che i cantanti si cerchino subito un produttore e che si stampino cd facilmente, e che si abbia subito

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Page 1: Neo Melodic i

Il fenomeno dei Neomelodici si situa nella tradizione napoletana o può dirsi recente? In che modo differisce dalla tradizione? Rispetto a un Gigi D'Alessio, i neomelodici differiscono per la caratura o anche per altro?

Il fenomeno è relativamente recente (si è diffuso a partire dagli anni ’90 con qualche precedente negli anni ‘80) ed è il prodotto, da un lato, dell’abbassamento dei costi della tecnologia utilizzata per la produzione della musica e, dall’altro, dell’assorbimento, da parte di ceti marginali della popolazione, dei meccanismi simbolici ed autorappresentativi della società dello spettacolo, particolarmente in riferimento al mezzo televisivo. La ‘tradizione’, se per tradizione intendiamo quella della canzone napoletana, fornisce ai Neomelodici proprio una ‘tradizione’: un storia, cioè, nella quale collocarsi e della quale sentirsi parte. In realtà, le differenze tra la

canzone classica e quella neomelodica sono moltissime. D’Alessio rappresenta il caso di un personaggio al quale, ad un certo momento, si è aperta la possibilità di comunicare con un pubblico molto ampio e questo gli ha imposto un’evoluzione che lo ha allontanato in parte dai modi espressivi più caratteristici della canzone neomelodica. Quali sono le differenze dalla reale tradizione? e quali le influenze pop/latinoamericane?

La canzone classica era una canzone di origine borghese ed estremamente raffinata, nata con l’intento di ‘elevare’ una forma d’arte popolare alle altezze della poesia con l’apporto, quasi sempre, di musicisti colti. Quella neomelodica è una canzone proletaria ed usa un linguaggio quotidiano. Il legame con la canzone classica è soprattutto in certi tratti stilistici della vocalità, che richiamano alcuni popolari interpreti della can-zone napoletana, e nell’enfasi posta sulla melodia assunta come ‘marcatore identitario’ della canzone classi-ca. Le influenze pop sono da rintracciare soprattutto in certe forme di arrangiamento e nell’uso della stru-

mentazione elettronica, per quanto quest’ultima sia usata quasi sempre in maniera piuttosto rudimentale e ricordi spesso le sonorità degli anni ’80 che caratterizzarono la prima ondata di quello che all’epoca si chia-mava techno-pop. Sotto il profilo strettamente musicale, tuttavia, la canzone neomelodica non presenta mo-tivi di grande interesse. Quanto sono definibili un fenomeno locale? Mi è stato detto che hanno successo solo a Napoli o tra

coloro che parlano solo in dialetto, ma so che sono ascoltati anche in Sicilia e a Milano alcuni amici dicono di conoscerli e apprezzarli. Sono un fenomeno che si sta espandendo in Italia? La canzone neomelodica è un fenomeno prettamente napoletano, proprio di una certa autoreferenzialità ‘comunitaria’ tipica della città e soprattutto dei suoi ceti popolari. Il fatto che il genere venga apprezzato an-che fuori di Napoli non deve sorprendere: tutto ciò che Napoli ha prodotto, anche in dialetto stretto, ha sem-pre trovato la sua strada sul territorio nazionale e all’estero grazie alla posizione che la città occupa

nell’immaginario collettivo. Questo tipo di prodotti fungono spesso da richiami identitari per persone prove-nienti dalla Campania o attecchiscono dove ci sono condizioni sociali simili, è il caso di alcuni quartieri di Pa-lermo, che ne sollecitano la fruizione. Non è da dimenticare, però, che spesso la canzone neomelodica è ascoltata anche con curiosità e divertimento più che con reale godimento estetico, come una sorta di ‘folklo-re tecnologico’.

Che tipo di mondo descrivono le canzoni dei neomelodici? Queste canzoni descrivono prevalentemente gli ambienti adolescenziali delle periferie e il modo in cui questi ambienti hanno mediato la cultura tradizionale dei ceti popolari di provenienza (amore, onore, famiglia) con gli stimoli della modernità avanzata della società urbana. Ho letto che però che i neomelodici del Sud, per affermarsi, devono cantare in napoletano, come Na-

tale Galletta o Gianni Celeste http://www.youtube.com/watch?v=WgVOPFpeCxw. Se è vero, perché? Perché il napoletano è una lingua che ha, appunto, una ‘tradizione’ riconosciuta ed autorevole e perché quel tipo di canzone è connotata in quel modo ed in quel modo è immediatamente riconoscibile come tale e la ri-conoscibilità è fondamentale nei prodotti della cultura di massa. In Sicilia dicono che la moda del neomelodico sia scoppiata a Palermo e Messina, e non altrove. Si

dice che allo stesso modo il gusto per le canzoni neomelodiche sia diffuso in Ciociaria ma non in Ca-labria e Puglia, conferma? Ne sa dare una spiegazione? I modi in cui il materiale musicale circola sono infiniti: possono intervenire particolari strategie dell’industria dell’intrattenimento, processi di identificazione, a volte anche il semplice passa parola, specia lmente quando si tratta di prodotti non accompagnati dalla grancassa pubblicitaria dei mass media. Anche a Roma, nella zona sud, si ascolta questa musica negli ambienti più popolari.

Mi sono chiesta perché al Centro e al Nord un fenomeno analogo non esista. Mi è stato detto che i cantanti neomelodici sono così seguiti perché cantano popolare in dialetto per persone che parlano principalmente dialetto. Però mi sembra che ci sia anche una organizzazione diversa, ad esempio che i cantanti si cerchino subito un produttore e che si stampino cd facilmente, e che si abbia subito

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più fama nella realtà locale. Una cosa che miei amici milanesi che fanno musica stentano ad avere, ad esempio. Che ne pensa? Dipende anche un modo diverso di vivere la musica a Napoli? Che tipo di persone è interessato al genere neomelodico?

La diversità del genere neomelodico e l’irreperibilità in altri contesti di fenomeni simili dipendono dal caratte-re particolarmente ‘viscoso’ che hanno i rapporti comunitari nel napoletano. Più sono estesi, differenziati, aperti e produttivi i rapporti sociali di una comunità con il mondo che è fuori di essa, più questa comunità si espande e investe all’esterno; meno questi rapporti sono estesi, differenziati, aperti e produttivi, minore sarà l’integrazione di quella comunità con le realtà esterne. La fama di un cantante milanese all’interno della pro-pria realtà locale è più difficile da ottenere perché quella realtà ha un orizzonte ampio e cerca i propri prodotti

culturali in quell’orizzonte ampio. La realtà locale dei quartieri popolari napoletani ha un orizzonte ristretto e circoscrive la ricerca al suo interno per cui è ovvio che un cantante locale possa godere di maggiore atten-zione: anche alcuni stili della musica afroamericana che poi hanno avuto successo internazionale perché su di essi ha puntato l’industria della musica (rap, ragamuffin) sono nati all’interno dei ghetti ed hanno avuto in origine caratteristiche ed istanze di tipo comunitario con modalità produttive simili a quelle della canzone neomelodica. Un aspetto molto particolare da considerare, poi, è che il mondo popolare napoletano è stori-

camente caratterizzato da una straordinaria e rapida capacità di assimilazione e di immediata riplasmazione nel proprio tessuto culturale di fenomeni provenienti dall’esterno, in equilibri talvolta delicati ma spesso in-credibilmente durevoli. La hit del Piccolo Lucio, http://www.youtube.com/watch?v=7WMaDyA8F0A, mi pare in qualche modo in

linea con quanto detto sopra. I genitori del ragazzino hanno subito pensato in grande, non hanno so-lo fatto il filmato al loro bambino ma l'hanno diffuso, hanno allegato il numero di telefono per render-lo contattabile e hanno inserito la pubblicità di chi li ha aiutati alla fine. Inoltre, essendo in questo ca-so il cantante un minore, mi chiedo se sia un fenomeno anche questo. Che ne pensate? Gli operatori del settore della canzone neomelodica (che siano impresari, cantanti o anche genitori dei can-tanti) sono spesso caratterizzati da grande dinamismo e senso imprenditoriale ma l’ambito in cui si muovono

è, e resta, quasi sempre quello locale. Solo in rari casi si ha un riscontro effettivo fuori degli ambienti di pro-venienza e, spesso, è purtroppo un riscontro accompagnato da una percezione di tipo folkloristico e deterio-re.