nelle ultime profondità di dio - parrocchie.it · 2013-09-29 · soltanto la sofferenza può...
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CREDITIFOTOGRAFICI
Le foto dei mesi di gen-naio, aprile, maggio, agosto e novembre sono di Luciano Impera-dori; sua è anche la foto a pagina 2. Le foto dei mesi di febbraio e marzo sono di Mariateresa Filo-mia, come anche la foto di pagina 31. Le foto dei mesi di luglio e ottobre sono di Andrea Gullo come anche le foto di pagina 4,5,30 e 32.La foto del mese di settembre è di Anna Piccinato. La foto del mese di dicembre è di Narciso Gasparetto. La foto di giugno è di Daniel Schweiner t/Begging/Thinkstock.
Sino a tutto il 2012Dall’anno 2005 all’anno 2012 nella Basilica di s. Teresa, i fedeli possono mettere a frutto l’Indulgenza Plenaria nei seguenti giorni:
INDULGENZE NELLA BASILICA DI S. TERESA
Da Yann Moix “Morte e Vita di Edith Stein” 2011 Messaggero di S. Antonio Editore
“Le reliquie di Teresa di Lisieux non sono il corpo morto di Teresa di Lisieux, non sono un pezzo di biologia di Teresa, ma una parte dell’immortalità di Teresa. Le reli-quie di Teresa non sono i resti del-la vita temporale di Teresa, ma le prove della vita eterna di Teresa” pag 103.
Il 1 ottobre, nella solennità di S. Teresa di Gesù Bambino;Nella solennità della s. Famiglia (I domenica dopo Natale);Il 29 giugno, nella solennità dei ss. Apostoli Pietro e Paolo;Il 16 luglio nella commemorazione liturgica della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo;Il 2 agosto, nella pia memoria della “Porziuncola”;In un giorno liberamente scelto dai singoli fedeli una volta all’anno (anniversario, compleanno, ricorrenze varie di carattere personale per cui si chiede questa grazia);Ogni volta che in un gruppo si prende parte ad un pellegrinaggio a questa Basilica;se, adempiute le abituali condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristi-ca, preghiera secondo le intenzioni del sommo Pontefice) e con cuore completamente distaccato da ogni affezione al peccato, assistono attentamente e religiosamente ad una sacra funzione o a qualche pio esercizio pubblicamente celebrato in onore di s. Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, o almeno recitano devotamente il Padre Nostro e il Credo, aggiungendo qualche pia invocazione a s. Teresa di Gesù Bambino.
(Decreto della S. Penitenzieria Apostolicadel 12 agosto 2005 Prot. N. 98/05/01)
Nel concepire il calendario di quest’anno 2012, al quale avete collaborato anche voi, at-traverso il concorso fotografico “12 FOTO PER TERESA” abbiamo pensato a dodici semplici parole attinenti alla vita e all’insegnamento della nostra cara Santa. In realtà, ben 11 tra i temi scelti sono di natura astratta mentre l’altro, quello di novembre “Amata Italia” si riferisce al particolarissimo significato che as-sunse il nostro Paese nella maturazione della vocazione spirituale di santa Teresa.
Vorremo che fossero dodici tappe di un percor-so che ci conduca a conoscere meglio “il buon Dio” di Teresa e, in Dio, conoscere meglio an-che noi stessi. In questo cammino le vostre bel-lissime foto, non solo quelle vincitrici, servi-ranno da introduzione, da richiamo alla reale presenza, nella Creazione, di quell’esperienza che il tema del mese indica. All’introduzione figurativa farà seguito un titolo ed un breve testo, tratto dagli scritti di santa Teresa di G. B., che esplicita il tema. Un’intenzione di pre-ghiera, da conservare nel cuore durante tutto il mese, inserisce l’insegnamento ricevuto da Teresa dottore nel nostro dialogo quotidiano con il buon Dio.
Nelle restanti pagine di questo numero atipico della nostra rivista, seguendo le parole di Te-resa, della sorella Celina oltre a quelle del do-menicano Marie-Dominique Molinié, iniziamo a ripercorrere i dodici temi dell’anno alla luce dell’Atto di Offerta come Vittima d’Olocausto all’Amore Misericordioso del Buon Dio, la cui comprensione vogliamo approfondire. Inaugu-riamo in questo modo non facile ma certamen-te ricco e nutriente, un percorso la cui meta sarà la scrittura, parola dopo parola, durante il duemiladodici, di una specie di dizionario dei termini teresiani. Anche attraverso le sue parole possiamo imparare il suo linguaggio d’amore divino.
di fra Giacomo Gubert ocd
Nelle ultimeprofondità di Diotrascinati da S. Teresa di Gesù Bambino
PREGHIERADEL MATTINOTeresa, accompagnami,non abbandonarmi oggi.Avrei bisogno di sorridere.Sono docile, sin da ora,al male di questo giorno;concedimi di essere docilealle profferte di graziache mi farà.Non c’è in mealcuna opposizionea pena alcuna;concedimidi non ostacolare,ugualmente,alcuna apparenza di gioia.Impedisci alla mia solitudinedi sbarrare in me la stradaa qualcosa di simpaticonell’aria che volesseessermi gradevole.Dammi di riceverecon piacere un povero,le briciole della gentilezza,della cortesia,del più piccolo amore.
Marie Noë Notes Intimes, 1959 p 286
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Addentrarsinell’atto d’offerta
Iniziamo il nostro percorso a tre voci con due parole, la sofferenza e l’amore, unite nell’esperienza fon-damentale nella vita di santa Teresa della ferita d’amore. Siamo subito al cuore dell’atto di offerta di Tere-sa, dove lei comprende e comunica che cosa significhi, per una picco-la anima, nutrire desideri infiniti, chiedere insomma più di quanto si possa ricevere. È questa l’autenti-ca “domanda mistica” di una santa che, per altri versi, per semplicità ed umiltà, per la volontà di percor-rere e tracciare, “in favore di una
legione di piccole anime”, una via piccola e comune, volle sempre ri-fuggire ogni esperienza straordina-ria. Questa domanda getta al con-tempo un luce chiarificatrice che verrà gettata sulle difficile parole di “vittima e di “olocausto”.
TERESA: “Vorrei la ferita d’amore, la più dolce, la più terribile”TERESA: “Vorrei consolarti dell’in-gratitudine dei cattivi e ti supplico di togliermi la libertà di dispiacerti. Se qualche volta cado per debolez-
Un percorso a tre vocicon una dozzina di parole (I parte)
za, il tuo Sguardo Divino purifichi subito la mia anima consumando tutte le mie imperfezioni, come il fuoco che trasforma ogni cosa in se stesso... Ti ringrazio, o mio Dio, di tutte le grazie che mi hai accordate, in particolare di avermi fatta passa-re attraverso il crogiuolo della sof-ferenza. Sarà con gioia che ti con-templerò nell’ultimo giorno mentre reggi lo scettro della Croce. Poiché ti sei degnato di darmi in sorte que-sta Croce tanto preziosa, spero di rassomigliarti nel Cielo e di veder brillare sul mio corpo glorificato le sacre stimmate della tua Passione!”
CELINA: “Teresa ebbe allora pietà di Dio e fu ispirata ad offrirsi come vittima al suo Amore, allo scopo di risarcirlo, permettendogli di river-
sare nel cuore della sua figliola le onde d’Amore compresse nel Suo. In effetti, con il suo «Atto d’Offerta come vittima d’olocausto all’Amore Misericordioso» Teresa chiede «di lasciare traboccare su di lei le onde di tenerezza infinita racchiuse in Lui e di consentirle con questo mezzo di diventare martire del suo Amo-re!» La parola “vittima” era la sola che si potesse usare in quella circo-stanza, giacché è un tormento per il vasetto, il «bicchierino», vedere l’oceano invadere la sua piccolezza per colmarla di un amore infinito e straripante. Tuttavia, o tormen-to delizioso, o martirio ineffabi-le! Occorre non confondere questo martirio con quello delle vittime di Giustizia. Il cuore di Teresa è sta-to ferito e, come dice Ruysbroeck,
a cura di p. Giacomo Gubert ocd Il testo di p. Marie-Dominique Molinié
è tratto da “SCELGO TUTTO.La vita e il messaggio di Teresa di Lisieux”,
Edizioni Parva, Melara (RO), 2001.
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«La ferita dell’amore è quanto c’è di più dolce e di più terribile». Com-pleta il suo pensiero con l’immagine del Cristo-Sole che sopraffà il ferito con i suoi raggi […]”.
MARIE-DOMINIQUE MOLINIÈ: «La ferita d’amore è ciò che vi è di più dolce e di più terribile»: Celi-na proclama con forza l’originalità del martirio d’Amore. Qui ella non confronta la Misericordia con la Giu-stizia che condanna, ma sottolinea che l’Amore, con o senza giustizia, infligge una ferita infinitamente dol-ce e terribile al tempo stesso. Que-sto è il punto che affascinò Teresa e Celina: su di esso dobbiamo fermar-ci, poiché ci trascinerà per l’ultima volta nelle ultime profondità di Dio. Se Teresa fu sollevata, fin dalla sua Prima Comunione, dal desiderio del-la sofferenza, come sotto l’effetto di una presenza amica, c’era in ciò un’intuizione della ferita d’amore così come la descrive Ruysbroeck.
Celina vi insiste, dicendo che, se-condo quell’autore, l’immagine del Cristo-Sole sopraffà il ferito con i suoi raggi e che Teresa nella sua Consacrazione chiede proprio di es-sere «sopraffatta» dal peso della te-nerezza divina.Il martirio d’amore, cui ella invita le piccole anime, è quindi fonda-mentalmente una lotta sproporzio-nata tra l’infinita bontà di Dio e il povero esserino finito che chiede più di quanto possa ricevere. Non si insisterà mai troppo su questo pun-to, innanzitutto perché ci consente di capire e collocare meglio il desi-derio della sofferenza in Teresa, poi perché apre una prospettiva straor-dinaria sul peccato dell’Angelo: non è lo scopo di questo libro (SCELGO TUTTO ndr), ma è bene segnalarlo quando si parla di dichiarare Teresa Dottore della Chiesa (siamo ancora nel 1992: Teresa verrà dichiarata “dottore della Chiesa”, come sap-piamo, nel 1997, ndr).
Per me umile era la persona che faceva lavori di bassa qualificazione, l’umile era quello che si abbassava davanti a tutti anche a chi non lo considerava, ... questo era per me il significato di umil-tà, questa parola sconosciuta e cosi mal interpretata. Finché, con la frequenta-zione di Alcolisti Anonimi e ascoltando attentamente le esperienze degli altri, ho iniziato a capire il significato di que-sta magica parola, e ho sentito il desi-derio di metterla in pratica. Ma come potevo fare con il carattere che mi ri-trovavo, con l’orgoglio che avevo, con la mia superbia, … tutto ciò non anda-va d’accordo con l’umiltà! Per me era tutto cosi difficile, … anche solo vincere la timidezza, le paure, la rabbia e pure l’invidia. Finalmente, prima inconscia-mente e poi incoraggiato dai miei lenti miglioramenti, mi sono aperto al mio
Potere Superiore, ho iniziato a chieder-gli di aiutarmi e a ringraziarlo per quel-lo che faceva per me, e un po’ per volta ho iniziato a pregare, chiedere e ringra-ziare. Cosi facendo mi sono ritrovato ad accettare più serenamente i momenti di difficoltà quotidiani, crescevo spiri-tualmente, riuscivo a dire: “Sia fatta la tua volontà”! Ho cominciato a capire che LUI mi vuole bene, perché mi aiuta a trovare la serenità e mi dà una mano a migliorare i miei difetti, ed il minimo che io possa fare è darne testimonian-za per cercare di aiutare altre persone meno fortunate di me, ma che hanno voglia di cambiare, perché con l’aiuto si può uscire da questo vortice infernale che è l’alcolismo. Per chiedere informa-zioni telefonare al 3343952277. Serene 24 ore LUIGI.
Che cos’è l’umiltàalla scuola degli Alcolisti Anonimi
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Se agli occhi di Teresa c’è una spro-porzione tra l’infinita Misericordia e la creatura finita, se ella parla a questo proposito (per bocca di Ce-lina, ma credo che quest’ultima rifletta perfettamente il pensiero di lei) di una vera lotta, il pecca-to nulla ha a che vedere con questa ferita, con questa “sopraffazione” e con questa sproporzione: la sua intuizione è quindi rigorosamente applicabile tanto agli Angeli quanto a Teresa nella sua relativa innocen-za e a Maria nella sua Immacolata Concezione. Abbiamo qui una pista profonda che ci può portare a capi-re qualcosa della prova degli Angeli. Non insisto su questo punto, che —lo dico ancora una volta — non è l’ar-gomento di questo libro, ma sono convinto che Teresa qui ci offra la sola prospettiva accettabile in ter-ritorio cristiano per intravedere il significato del peccato dell’Angelo e, di conseguenza, l’origine ultima
del problema del male.La Chiesa ha sempre intuito che il peccato fu introdotto nel mondo in occasione di quello che Teresa e san Giovanni della Croce chiama-no l’olocausto al fuoco dell’Amore (quali che siano i dettagli su cui i teologi possono esercitare la loro sagacia, a patto che siano rispetto-si delle linee di fondo). Penso an-che che la prova imposta ai nostri progenitori, poi quella del genere umano durante l’oscuro regime che caratterizzò l’attesa del Salvatore, e infine quella dei cristiani, che in certo modo supera in splendore e lucidità quella degli Angeli, ma ne differisce profondamente a causa della miseria umana, tutto questo si collega alla prova fondamentale dell’olocausto, con l’umiltà che essa richiede, la povertà eccezionale di cui Teresa non smette di parlare e l’orgoglio che può sempre opporvisi sotto qualsiasi regime.
L’UMILTÀÈ bene vederci talvolta a terraNella lotta contro l’orgoglio, che si attacca ad ogni opera buona per farle perire, santa Teresa ricorre al segreto dell’umiltà, colto nel cuore stesso di Dio. Lo rivela la formula che riceviamo dalla sorella Celina: «Affinché l’Amore sia pienamente soddisfatto, bisogna che si abbassi fino al nulla». Nell’Atto di offer-ta, umiltà è allora, giova ripeterlo tanto la formula è ardita e densa, rivestirsi della Giustizia di Dio e ri-cevere dall’Amore il possesso di Dio stesso.TERESA: “Alla sera di questa vita, comparirò davanti a te a mani vuo-te, perché non ti chiedo, Signore, di
contare le mie opere. Ogni nostra giustizia è imperfetta ai tuoi oc-chi. Voglio dunque rivestirmi della tua propria Giustizia e ricevere dal tuo Amore il possesso eterno di Te stesso. Non voglio altro Trono e al-tra Corona che Te, o mio Amato! Ai tuoi occhi il tempo è nulla: un gior-no solo è come mille anni. Tu puoi dunque prepararmi in un istante a comparire davanti a te”.
CELINA: “Teresa, di cui si conosce la grande ponderazione e la discre-zione squisita, osava proporre il suo Atto di Offerta alla legione delle piccole anime, poiché non identi-ficava il martirio d’Amore così de-finito con l’appello alla sofferenza
Nella pace del Signore
Bruno Ottoboni,nel XX anniversario della scomparsa (17-11-2011),Sommacampagna (VR)
“Sei sempre nei nostri cuori”,i figli e i nipoti.
Romano Fiorini - Edo Fiorini - Lidia Vezzani ved. FioriniPorto Mantovano (MN)
“Io sono la risurrezione e la vita: chi crede in me, anche se muore, vivrà”(Gv 11,25).
Elisa Valle ved. Serpelloni,nel II anniversariodella scomparsa,Villafranca (VR)
Nicolò Molinari,nel I anniversariodella scomparsa,
Oppeano 4 novembre 2010.“Pregate, sorridete,
pensatemi... Il vostrosorriso è la mia pace”.
Silvia Zanrosso,ved. Ruaro
(n. 2-5-1914 m. 27-6-2011)
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tipico della sofferenza di Giustizia. Ma, piuttosto che scontare delle sofferenze, ella faceva prima ap-pello alla Misericordia del Cuore di Dio e alla sua condiscendenza pa-terna in favore delle anime deboli, di cui elle metteva in mostra la mi-seria per attirare la compassione di Lui. La sua formula era: «Affinché l’Amore sia pienamente soddisfatto, bisogna che si abbassi fino al nulla». Tale trasformazione implica la puri-ficazione di ogni peccato: «ad ogni istante questo Amore Misericordioso mi rinnova, mi purifica e non lascia nel mio cuore alcuna traccia di pec-cato» [...]”.
MARIE-DOMINIQUE MOLINIÈ: Del pericolo dell’orgoglio, Teresa ebbe sempre una coscienza molto viva [...]: la sua intuizione qui richiama quella dei Padri della Chiesa sulla gravità dell’orgoglio «che s’attacca alle opere buone per farle perire»
sull’opposizione fondamentale tra luce e tenebre. «Non smetteva mai di mettermi in guardia contro il de-mone dell’orgoglio - scrive Maria della Trinità - “egli gira attorno a noi senza posa, diceva Teresa, diventia-mo ciechi, sprofondiamo facilmente nelle tenebre... Vedete il povero Lamennais, che pure aveva scritto pagine molto belle sull’umiltà! Tut-to quello che si può dire e scrivere è niente. Ciò che preserva è essere ad ogni istante nella disposizione di accettare umilmente i rimproveri, anche se si crede di non aver torto, e soprattutto non scusarsi interior-mente. L’umile pace che ne conse-guirà sarà la ricompensa del nostro sforzo. È bene, e talora necessario, vederci talvolta a terra e constata-re la nostra imperfezione: questo dà più vantaggi che rallegrarsi dei pro-pri progressi”» [Quaderno rosso, p. 86 bis.] (1- segue).
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La nonna mette sotto la protezionedi s. Teresa la pronipote ARIANNA CORDIOLI
(che ha compiuto due anni) perchè la protegga sempre insieme a mamma e papà,
Pizzoletta di Villafranca (VR). Carrà (VI)
Mamma e papà affidano la lorocara Francesca Ester Nisi
sotto la protezione della Santa delle Rose.
15 maggio 2011:la prima comunione di CHRISTIAN FERRARI,
San Pietro di Legnago (VR).
Giacomo e Diego Folla, Raldon (VR)
I nonni Sandro e Silvana pregano s. Teresa del Bambino Gesù affinchè protegga sempre i loro
nipoti Riccardo e Maria Chiara, Cento (FE)
Come inviare offertea Santa Teresa e alla sua Basilica
1) PER CONTO CORRENTE POSTALE: INTESTAZIONE: S. TERESA DEL BAMBINO GESÙ PERIODICO MENSILE VIA VOLTURNO 1 - 37135 VERONA CONTO CORRENTE POSTALE N. 213371
2) CON UN BONIFICO BANCARIO: INTESTAZIONE: PRO-VINCIA VENETA DELL’ORDINE DEI CARMELITANI SCAL-ZI BANCA: CASSA DI RISPARMIO DEL VENETO Filiale: 0813 IBAN: IT 60 P 06225 11737 000001850250 per bonifici internazionali BIC IBSPIT2P8133) INVIANDO-CI PER POSTA UN ASSEGNO INTESTATO A BASILICA S. TERESA DEL BAMBINO GESÙ
3) CON PAYPAL: (se avete un indirizzo e-mail, vi in-viamo la richiesta di pagamento) Ricordatevi di indi-care sempre la causale del versamento!
Orario Sante Messe
Uscita dell’autostrada VERONA SUDPer prenotare i pellegrinaggichiamare il numero: 045.500.266
di sostegno: 15,00 eurodi beneficenza 25,00 euroversamento su: c.c.p. 213371
feriale: 7.00 - 8.00 9.00 - 10.00 16.30 - 18.30festivo: 7.30 - 8.30 9.30 - 10.30 - 12.00 16.30 - 18.30
OFFERTE
Attenzione: a causa dell’aumento delle tariffe postali
Parrocchia di S. Teresa di G.B.
Sante Cresime 24 Settembre
2011
I lettori attenti scopriranno facilmente quali sono
i due santi carmelitani, raffigurati sulla volta della
Basilica, che non compaiono nella copertina di que-
sto numero di “Santa Teresa di G. B.
e la sua pioggia di rose”.
Ai primi tre che risponderanno esattamente a que-
sta domanda, invieremo una copia di
“Storia di un’anima”. Accettiamo risposte
via telefono, via fax, via lettera (farà fede il timbro
postale) o via email (rivistasantateresa@gmail.
com). In ogni caso indicate il vostro
indirizzo postale.
IL QUIZ DEL MESE
Tutti i Santi Carmelitani!