n°6 luglio 2011 sant’agostino-pavia di pavia mons. giovanni giudici, a p. gianfranco casagrande,...

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SANT’AGOSTINO-PAVIA Bollettino della Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro Poste Italiane S.p.A. – Sped. in Abb. Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB Pavia N°6 Luglio 2011

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Page 1: N°6 Luglio 2011 SANT’AGOSTINO-PAVIA di Pavia Mons. Giovanni Giudici, a P. Gianfranco Casagrande, superiore degli Agostiniani d’Italia e Don Andrea Mi-gliavacca, rettore del Semi-nario

SSAANNTT’’AAGGOOSSTTIINNOO--PPAAVVIIAA

BBoolllleettttiinnoo ddeellllaa BBaassiilliiccaa ddii SSaann PPiieettrroo iinn CCiieell dd’’OOrrooPoste Italiane S.p.A. – Sped. in Abb. Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB Pavia

N°6 Luglio 2011

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SSOMMARIO

“Sant’Agostino - Pavia”Bollettino della Comunità Agostiniana di PaviaPer il tuo abbonamento è sufficiente un’ offerta libera- Usare il CCP N° 10778272 intestato a:Basilica S. Pietro in Ciel d’OroPiazza S. Pietro in Ciel d’Oro, 2 - 27100 Pavia- Usare il CCB IBAN:IT87A0690611301000000043607

Basilica S. Pietro in Ciel d’Oro - Pavia

Orario di apertura: 7-12 15-19

Ss. Messe feriali: 9 18.30Ss. Messe festive: 9 11 18.30

Liturgia delle Ore - orario ferialeUfficio delle Letture e Lodi: 7.30Vespri e Rosario: 17.45

Liturgia delle Ore - orario festivoLodi: 8.30Vespri e Rosario: 17.45

SantʼAgostino-Pavia

Bollettino “SantʼAgostino-Pavia”Anno I – n. 6 – Luglio 2011Edito dai Padri Agostiniani Sped. in Abb. Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB PaviaAut. Tribunale di Pavia – 03/07/2009 n. 707/2009 S.P.Stampa: Cooperativa sociale Il Giovane Artigiano - Pavia

Direttore responsabile: Padre Vittorino Grossi, OSADirettore Editoriale: Padre Giustino Casciano, OSAHanno collaborato: Antonello Sacchi, Federica Fer-rari, Anna Turra, Renato Cadel, Francesca Argen-tini, Walter Minella, Tino CobianchiFotografie: Claudia Trentani (Fototecnica Trentani –V.le Matteotti,Pavia), P. Giustino Casciano e P. Gio-vanni Lenzi, OSA

Editoriale p. 03

Ordinazione e prima S. Messa

di Padre Abel p. 04

Giovanni Paolo II e le reliquie

di Sant’Agostino p. 06

Leggendo le Confessioni

Tardi ti ho amato... p. 08

Voci e pietre che lodano Dio p. 09

Programma musicale p. 09

Don Orione e Pavia p. 10

Il ritorno di Sant’Agostino

nella cultura italiana p. 12

Recensione p. 13

Mostra di Sant’Agostino p. 14

Programma festa di Sant’Agostino p. 15

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EEDITORIALE

SantʼAgostino-Pavia

Carissimi lettori,il 28 Agosto è la festa di S. Agostino. In questo giorno egli morì nel 430all’età di 76 anni. La sua città di Ippona era assediata per terra e permare dai Vandali di Genserico. Questa importante città romana dellaNumidia è stata rimessa in luce dagli scavi archeologici e sulla som-mità della collina, su cui sorge, venne edificata nel XIX secolo dai fran-cesi la Basilica di S. Agostino, tuttora aperta al pubblico e gestita daireligiosi agostiniani. In questo luogo Agostino fu vescovo per oltretrent’anni e qui terminò il suo pellegrinaggio terreno; qui il suo corpovenne sepolto, come ci testimonia il suo amico e biografo Possidio, te-stimone oculare dei fatti. Circa 70 anni dopo il vescovo S. Fulgenzio daRuspe, esiliato dai Vandali in Sardegna, fece trasferire a Cagliari ilcorpo di S. Agostino. Infine il re longobardo Liutprando, come scriveS. Beda il Venerabile, comprò a gran prezzo dai saraceni il sacro corpoe nel 724 lo trasferì a Pavia. Dalla Tomba di S. Agostino giunga a tuttivoi il nostro saluto e la nostra preghiera.

P. Giustino

Il sito dell’antica Ippona in Algeria, con la Basilica di Sant’Agostino

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OORDINAZIONE

E PRIMA S. MESSA DI P. ABEL

SantʼAgostino-Pavia

Un segno di comunione e di speranza. Così mon-signor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, nel-l'imporre le mani a padre Abel Kavunu, diaconoagostiniano, ha voluto sottolineare il fatto chel'ordinazione sacerdotale di un religioso avve-niva con altri confratelli diocesani, don Albertoe don Carlo Maria, in una festa aperta al mondo.Ha detto monsignor Giudici “Padre Abel, ago-

stiniano e originario del continente africano,porta con sé la storia santa di apostoli e di mar-tiri. Egli ha voluto indicare l’aspetto centrale delsuo cammino con una immagine dell’UltimaCena. La comunione con i fratelli, attorno allamensa imbandita dal Signore per dare ai suoi di-scepoli la certezza della sua presenza, è dunqueil senso della sua disponibilità al presbiterato.

Ricerca di Dio e comu-nione fraterna sono il suopunto di riferimento”.Erano presenti numerosiconfratelli agostiniani,dal Padre ProvincialeGianfranco Casagrandeal Padre Consigliere Ge-nerale dell'Ordine, Lu-ciano De Michieli, chehanno poi concelebratocon padre Abel nella suaprima S. Messa la dome-nica seguente, nella Basi-lica di San Pietro in Cield'Oro animata dai fedeli,

Foto in alto, 18 Giugno 2011da sinistra i novelli Sacer-doti: Don Carlo, Don Al-berto e P. Abel insieme alVescovo di Pavia Mons.Giovanni Giudici, aP. Gianfranco Casagrande,superiore degli Agostinianid’Italia e Don Andrea Mi-gliavacca, rettore del Semi-nario di Pavia.

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dagli amici e soprattutto dai fratelli e dalle so-relle di padre Abel che gli si sono stretti in un ca-loroso abbraccio pieno di fede e di riconoscenzanel Signore. Padre Abel ha parlato in francese ein italiano durante l'omelia nella quale ha spie-gato con grande sensibilità e attenzione il mi-stero trinitario calandolo nella contemporaneità

che oggi noi viviamo. Padre Abel si è soffermatosul dono della vita: “Il neonato viene accolto conle mani di altre persone, non dei genitori, persottolineare la nostra finitudine ma anche la gra-titudine perché la vita è un dono. Non possiamodarci la vita da soli. Anche alla fine della nostravita, quando tutto si spegne, veniamo deposti in

terra dalle mani degli altri questavolta con tanto dolore. Quel doloredobbiamo sempre ricordarci che è undono di Dio che rendiamo quel donoche abbiamo ricevuto alla nascita. Conuna preghiera particolare, che la terrati sia leggera, perché è importante chenel nostro cuore ci sia il perdono”Al termine della S. Messa un grandeapplauso ha testimoniato al novellosacerdote l'affetto della comunità ago-stiniana di Pavia.

Antonello Sacchi

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Il 3 novembre 1984, in occasione del quattrocen-tesimo anniversario della morte di San CarloBorromeo, Giovanni Paolo II visitò la città diPavia. Facendo tappa nella nostra basilica di SanPietro in Ciel d’Oro volle rendere omaggio aquelli che definì «i resti mortali di un genio reli-gioso che risponde al nome di sant’Agostino:colui che, dopo aver attraversato e analizzato ilgran mare di tutte le inquietudini del cuoreumano, indica l’approdo della pace nell’amoredi Dio». Il ricordo di questo viaggio e della visitaalle reliquie restò sicuramente impresso nellamemoria di papa Wojtyła. Appena due annidopo, il 28 agosto 1986, XVI centenario dallaconversione e dal battesimo di Agostino, eglipubblicò la lettera apostolica “Augustinum Hip-ponensem” nella prefazione della quale scri-veva: « Agostino di Ippona, da quando appenaun anno dopo la morte, fu annoverato dal miolontano predecessore Celestino I, tra i “maestrimigliori della Chiesa”, ha continuato ad esserepresente, nella vita della Chiesa e nella mente enella cultura di tutto l’Occidente(…) Io stesso ho

aggiunto la mia voce a quella dei miei predeces-sori esprimendo il vivo desiderio che la sua dot-trina (…) sia studiata e diffusa, perché eglicontinui (…) il suo magistero nella Chiesa, unmagistero, umile insieme e luminoso che parlasoprattutto di Cristo e dell’amore». Queste pa-role confermavano il forte legame che Ponteficipassati e presenti hanno avuto nel corso dei se-coli verso il Santo. Come giustamente scrisse p.Vittorino Grossi «La Chiesa romana sentì Ago-stino come il suo “dottore”, tanto che si può le-gittimamente parlare di una coscienza,oseremmo dire “agostiniana”, della Chiesa diRoma; così come, viceversa, dal canto suo Ago-stino aveva pensato della sua fede». Giovedì 11novembre 2004, pochi mesi prima della morte, ilpensiero di Giovanni Paolo II andò ancora adAgostino, tanto che, nella sua cappella privata inVaticano davanti alle Reliquie del Santo, recitòin occasione questa volta del 1650° anniversariodella nascita del Dottore della Chiesa, la pre-ghiera da lui stesso composta, e di seguito ri-portata.

Federica Ferrari

GGIOVANNI PAOLO II

E LE RELIQUIE DI SANT’AGOSTINO

SantʼAgostino-Pavia

Papa Giovanni Paolo II in preghiera davanti alle Reli-quie di S. Agostino, foto trattada “La Provincia Pavese”, 3novembre 1984

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“O grande Agostino, nostro padre e maestro, co-noscitore dei luminosi sentieri di Dio ed anchedelle tortuose vie degli uomini, noi ammiriamole meraviglie che la Grazia divina ha operato inte, rendendoti appassionato testimone della ve-rità e del bene, al servizio dei fratelli.

All'inizio di un nuovo millennio segnato dallacroce di Cristo, insegnaci a leggere la storianella luce della Provvidenza divina, che guidagli eventi verso l'incontro definitivo col Padre. Orientaci verso mete di pace, alimentando nelnostro cuore il tuo stesso anelito per quei valorisui quali è possibile costruire, con la forza cheproviene da Dio, la "città" a misura dell'uomo.

La profonda dottrina, che con studio amoroso epaziente hai attinto alle sorgenti sempre vivedella Scrittura, illumini quanti sono oggi tentatida alienanti miraggi. Ottieni loro il coraggio diintraprendere il cammino verso quell'"uomo in-teriore" nel quale è in attesa Colui che, solo, puòdare pace al nostro cuore inquieto.

Tanti nostri contemporanei sembrano aversmarrito la speranza di poter giungere, tra lemolte contrastanti ideologie, alla verità, di cuituttavia il loro intimo conserva la struggente no-stalgia. Insegna loro a non desistere mai dallaricerca, nella certezza che, alla fine, la loro fa-tica sarà premiata dall'incontro appagante conquella Verità suprema che è sorgente di ogni ve-rità creata.

Infine, o Sant'Agostino, trasmetti anche a noiuna scintilla di quell'ardente amore per laChiesa, la Catholica madre dei santi, che ha so-stenuto ed animato le fatiche del tuo lungo mi-nistero. Fa che, camminando insieme sotto laguida dei legittimi Pastori, giungiamo alla glo-ria della Patria celeste, ove, con tutti i Beati, po-tremo unirci al cantico nuovo dell'alleluia senzafine. Amen.”

Giovanni Paolo II

Vaticano, 11 novembre 2004Giovanni Paolo II in preghiera davanti alle Reliquie di Sant’Agostino

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Sero te amaviTardi ti ho amato, Bellezza così antica e così nuova.

Nel libro X delle Confessioni -nella soffertaricerca di Dio, il libro della contemplazione-al capitolo 27, Agostino ci dona un piccolotesto che ha la sequenza di un cantico e l’in-tensità di una folgorazione.Tardi ti ho amato, bellezza così antica e cosìnuova, tardi ti ho amato. Egli,da poeta, dapeccatore, si rivolge a Dio, il Tu delle Confes-sioni, al Dio Bellezza, ingenerata ed assoluta,che attrae a sé ogni creatura uscita bella dallesue mani. Quel tardi è però una ammissioneamara, perché il tempo dell’uomo conosce er-rori e trasgressioni ed è libertà il confessarle.Tu eri dentro me ed io ero fuori e lì ti cercavo.C’è un dentro nell’uomo in cui abita Dio, diceAgostino, e c’è un fuori in cui l’uomo vaga in-felice, attaccandosi alle cose, al suo piacere,al possesso, come un predatore per impadro-nirsene, o come un naufrago per non morire.Deforme egli confessa ad alta voce: irrom-pevo, mi gettavo con violenza, sulla forma,cioè sulla bellezza di ciò che esiste e che esi-ste per la forza creatrice di Dio. Sembra di ri-percorrere l’intuizione umana della bellezzada Platone, che aveva indicato una via, dal-l’amore dei corpi belli all’amore delle animebelle, alla bellezza che è Dio, fino a Dostoev-skij “quale bellezza salverà il mondo?”, e ri-scrivere ancora una volta con Agostino ilnostro desiderio più profondo di assoluto.

Eri con me ed io non ero con te, in questa fe-rita della distanza e della libertà che è di ogniuomo che si impadronisce della sua vita, chelascia che Dio si nasconda nei recessi più se-greti dell’amore e della verità e lo ignora. Per-ché il primo impulso umano è appropriarsi,possedere, consumare, godere ciò che apparevoluttuoso, intrigante, bello. Anche dentroquesto movimento violento dei sensi, ce lo in-segna Agostino, si nasconde la fame di Dio.Tardi ti ho amato. E Dio, nell’intimo del-l’uomo è il Padre che attende e cura, èl’amore che accoglie. Qui il linguaggio del cantico assume la con-cretezza umana dei sensi e l’immediatezzamistica della contemplazione perché èl’uomo tutto, corpo, anima, spirito, creatodalla bellezza e attratto, guadagnato alla bel-lezza di Dio. Mi chiamasti, e il tuo gridospezzò la mia sordità, balenasti e il tuo splen-dore dissipò la mia cecità; Dio si fa grido,suono per la sordità, luce per la cecitàumana. Non è solo antitesi, preziosismo re-torico; tornano alla mente versetti dei salmi(Il Signore apre gli occhi ai ciechi (Ps. 145)) oil cieco nato e gli infermi risanati dei Vangeli,perché la lontananza dell’uomo da Dio, diceAgostino, è la sua infermità. Esalasti il tuoprofumo e respirai, gustai e ho fame e sete,mi hai toccato e anelo alla tua pace. Ancora,il profumo di Dio e il respiro dell’uomo, quelsoffio vitale che ha dato la vita ad Adamo; ilgustare che ci rende coscienti del desiderio diDio, di quella fame e sete che tornano nelleBeatitudini e che ci fanno uomini; quel toc-care di Dio, la creazione di Adamo, due maniche si sfiorano nella Sistina di Michelangelo,e la carezza del Cristo che risana e ridà lavita, come alla bambina di Giairo, al figliodella vedova di Naim...; ed io anelo, cioè de-sidero, con tutte le mie forze mi abbandono,per fede, al dono che verrà, della tua pace.

Anna Turra

LLEGGENDO LE CONFESSIONI

TARDI TI HO AMATO

SantʼAgostino-Pavia

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VVOCI E PIETRE CHE LODANO DIO

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PPROGRAMMA MUSICALE

Comitato Pavia Città di S. Agostino

nella Basilica di S. Pietro in Ciel d’Oro

Sabato 27 Agosto ore 21 Concerto d’organoMaestro Jean-Claude Guidarini

Domenica 6 Novembre ore 11.45“Domeniche d’organo” (1)Concerto d’organo del Maestro M. Cecilia Farina

Sabato 12 Novembre ore 21Concerto del “Collegio Musicale Italiano”, dir. A. Gaglianello“Laetatus Sum. Musica sacra del primosettecento italiano” Musica di Caldara, Scarlatti, Durante

Domenica 11 Dicembre ore 11.45“Domeniche d’organo” (2)Concerto d’organo del Maestro M. Cecilia Farina

Il pensiero agostiniano in merito alla musicasottolinea come, nella sua forma più auten-tica, il canto sacro dia espressione a quantoDio sussurra con delicatezza al cuore del-l'uomo. Ancorata a questa certezza, la cul-tura monastica ha sempre dato moltaimportanza alla pratica del canto all'internodella liturgia. Segno dell'importanza attri-buita al canto è la straordinaria acusticadelle chiese abbaziali medievali, le cui pietreoffrono una splendida risonanza, come seanch'esse si unissero alla lode che i cantoriinnalzano a Dio.Anche la nostra Basilica dà prova del “cantodelle pietre”. Lo si è potuto ammirare du-rante il concerto dello scorso 29 aprile tenutodallo Studium Ensemble, diretto da BarbaraZanichelli. Sono stati eseguiti brani tratti dalrepertorio liturgico gregoriano e ambro-siano, ed alcune antifone di Ildegarda di Bin-gen, la grande abbadessa renana del XIIsecolo. Con grande raffinatezza interpreta-

tiva, le voci femminili dell'ensemble hannoriempito le volte della chiesa di un'incante-vole armonia, lasciandoci intendere comel'architettura stessa della chiesa possa es-sere stata pensata proprio per dar risonanzaal canto monodico.Le parole di Agostino e la tradizione mona-stica invitano il popolo di Dio a dar voce alcanto della lode, presente nel cuore di ognicreatura. Il canto gregoriano («canto propriodella liturgia romana» Benedetto XVI) vuoleessere l'espressione vocale del canto inte-riore. È preghiera e testimonianza di fede,perché proclama la Parola di Dio e ne svela ilsenso più intimo nella soavità dei suoni. Si-mone Weil, una delle figure mistiche più im-portanti del XX secolo, affascinata dal cantodei monaci di Solesmes, annota nei suoiQuaderni: «una melodia gregoriana costi-tuisce una testimonianza pari alla morte diun martire».

Renato Cadel

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La lettura di alcuni scritti di Don Orione miha fatto scoprire che la mia città lo acco-glieva spesso in uno dei luoghi più cari aisuoi abitanti: la Basilica di San Pietro in Cield’Oro.Il suo legame profondo con questo tempio èmesso in luce dalla lettera del 21 febbraio1932, da lui inviata dall’Argentina. DonOrione confida che amava sostarvi vicino al“grande Severino Boezio”, “morto in carcereper la fede”, e nel silenzio meditare le stu-pende parole con le quali egli, nel celebretrattato “De consolatione philosophiae”,scritto durante la prigionia pavese, tratteg-giava la figura del vero maestro, il qualeeduca i giovani con l’esempio della propriavita se ama la verità e la giustizia, è vicino al

Signore con la preghiera ed agisce con bontàe dolcezza.

“Magister sit in sermone verax (la verità sem-pre), in judicio justus, pius in affatu, virtute in-signis, bonitate laudabilis, mansuetus…, ita utdiscipulis seipsum honorum operum praebeatexemplum”.

Don Orione, trascrivendo questa esortazionedel grande filosofo, mentre testimonia cheessa era la “luce” del proprio operato a fa-vore di intere generazioni di giovani, offre anoi lettori una bellissima immagine di sestesso come loro guida e modello.Egli confessa anche il bisogno spirituale chesempre lo portava in questo luogo: “Sullasua tomba, da chierico prima e poi da sa-cerdote, andai per attingere forza, per ispi-rarmi in momenti che erano decisivi e assaidifficili”.

È certamente una piacevole sorpresa per noiabitanti di Pavia apprendere questa testimo-nianza diretta di Don Orione nella quale pos-siamo anche riconoscere un elemento disingolare bellezza per il nostro tempio, pro-prio come nella terzina dedicata dallo stessoDante a Severino Boezio e scolpita oltre chesul basamento del suo sarcofago anche inuna lapide sulla facciata, vicino all’ingresso:

“Lo corpo ond’ella fu cacciata [l’anima] giacegiuso in Cieldauro ed essa da martiroe da esilio venne a questa pace”(Paradiso – canto X)

Il legame di Don Orione con la Basilica diSan Pietro in Ciel d’Oro era reso saldo anchedalla sua venerazione per Sant’Agostino, i

DDON ORIONE E PAVIA

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cui resti mortali sono pure qui custoditi. Eglilo giudica infatti suo “maestro di dottrina”e spesso lo chiama “il mio caro Sant’Ago-stino”! È naturale perciò pensarlo in racco-glimento e in preghiera davanti alla suabianca arca marmorea, che sorge propriosopra la cripta di San Severino Boezio, cosìcome si può immaginare il suo saluto allaVergine ritratta nella dolce immagine dellaMadonna del Buon Consiglio, in un piccoloquadro sulla parete di destra della navata…

È certamente motivo di gioia per poter an-noverare anche San Luigi Orione tra “iGrandi” che hanno conosciuto e amato laBasilica di San Pietro in Ciel d’oro nella no-stra città!

Francesca Argentini

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Cripta di San Pietro in Ciel d’Oro.In preghiera davanti alla Tomba di San Severino Boezio.

Madonna del Buon Consiglio

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Nell’articolo precedente ho ac-cennato ai motivi per cui Ago-stino doveva necessariamenterimanere estraneo alla cor-rente dominante – il neoideali-smo - della filosofia italiananella prima parte del Nove-cento. Dopo la seconda guerramondiale, e fino alla fine del“secolo breve”, l’egemonianella filosofia italiana passòdal neoidealismo al marxismoin molteplici varianti, con si-gnificativi spostamenti d’ac-cento nei diversi sottoperiodi,con incontri con altre culture efilosofie che qui non interessadeterminare. Rispetto la que-stione che ci interessa (il rapporto con Ago-stino) rimane sostanzialmente valido il fattoche, dati i presupposti da cui muoveva quellacultura filosofica, Agostino era e doveva ne-cessariamente rimanere uno straniero, oggettoal massimo di ricostruzione erudita, mai diconfronto teoretico serrato. A questo troppo sommario cenno di ricostru-zione si potrebbe muovere un’obiezione di prin-cipio, che suonerebbe più o meno così:ammettiamo pure che per gran parte della cul-tura “laica” del Novecento italiano Agostinosia rimasto estraneo. Ma in questo periodo esi-steva nella filosofia italiana una influente cor-rente che si rifaceva al cattolicesimo. Eppureanche nella cultura filosofica del cattolicesimoitaliano il grande pensatore africano è rimastonel “secolo breve” un ospite di riguardo, sì, maun ospite straniero. Perché? La risposta credosia fondamentalmente questa: perché il catto-licesimo filosofico italiano del primo Nove-

cento, il cui centro di irradiazione era l’Univer-sità cattolica di Milano, era principalmenteneotomista, si rifaceva cioè al pensiero filoso-fico e teologico di S.Tommaso. Ora, è pur veroche il genio filosofico aquinate si confrontasempre, direttamente o indirettamente, con ilpensiero del vescovo di Ippona, ma diverse, senon antitetiche, sono le categorie filosofiche diriferimento (Aristotele per l’uno, Platone e Plo-tino per l’altro), diversi i problemi e gli orienta-menti pratici, diverso, soprattutto, è lo stile dipensiero: più formalizzato in senso sistema-tico in Tommaso, più appassionato e personale(cosa che per altro non esclude l’intento siste-matico) in Agostino. Il pathos del pensiero è ciòche rende Agostino così immediatamente rico-noscibile: le Confessioni sono il vertice dellasua riflessione e costituiscono un’opera che hapochi paragoni nella storia del pensiero occi-dentale. Forse solo Pascal e Kierkegaard pos-sono avvicinarsi a questa pienezza esistenziale.

SantʼAgostino-Pavia

IIL RITORNO DI S.AGOSTINO

NELLA CULTURA ITALIANA (II)

Sacerdoti dei cinque Continenti pellegrini a Pavia.

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13SantʼAgostino-Pavia

Per concludere questa prima riflessione sullefortune e sfortune del pensiero di Agostino nelNovecento, non credo sia casuale che il riferi-mento a S.Agostino ritorni centrale nel pen-siero filosofico e teologico di Benedetto XVI.Papa Ratzinger è, per la sua formazione cultu-rale, non semplicemente per la sua nazionalità,un cattolico tedesco, non italiano. E il cattolice-simo di lingua tedesca era ed è molto diversoe, credo si possa dire, molto più avanzato e pro-fondo rispetto al cattolicesimo italiano. Anzi-tutto per la presenza, la sfida e la provocazionedi un protestantesimo intellettualmente rigo-roso, storicamente legato ad Agostino. Il con-fronto con il protestantesimo per un cattolicodi lingua tedesca è sempre stato e rimane fon-damentale, soprattutto perché i giganti della fi-

losofia tedesca del Novecento, coloro con cui ilpensiero teologico ha dovuto necessariamentefare i conti, sono stati Heidegger, Jaspers e Witt-genstein, pensatori per cui il rapporto con Ago-stino è stato assai importante. Ancheattraverso la loro mediazione il cattolicesimotedesco del Novecento ha tenuto vivo il rap-porto con Agostino, che è ritornato nel girodella filosofia italiana, dopo la fine del secolobreve, come uno dei pochi veri, grandi classici,cioè di quei pensatori che stanno non dietro dinoi, ma sopra di noi, e da cui si può sempre at-tingere ispirazione, conforto e motivi di rifles-sione e anche di scontro.

Walter Minella

Nella collana di spiritualità agostiniana In plu-ribus unitas, pubblicata da Città Nuova e di-retta da Remo Piccolomini, è uscito il saggioLo Spirito Santo, Amore che unisce nel qualeNello Cipriani affronta, ripercorrendo la ster-minata produzione agostiniana, il tema pneu-matologia e spiritualità in Agostino. Nellaprima parte l’autore da conto dello sviluppodella riflessione di Agostino sul mistero trini-tario (maturata a poco a poco e progredendo

lungo tutto l’arco della sua vita e della sua ela-borazione teologica), ponendo particolare at-tenzione agli aspetti speculativi e dottrinali.Padre Cipriani esamina poi la presenza el’azione dello Spirito Santo nella storia “qualepunto centrale nella riflessione e nell’opera delvescovo d’Ippona”, sottolineando come Ago-stino, “facendosi sempre guidare dall’insegna-mento delle Scritture”, fa risalire “la novitàdella vita cristiana al dono dello Spirito Santoche il Padre ha fatto e continua a fare ai cre-denti mediante Cristo risorto”. A conclusionedel suo studio Nello Cipriani riporta un’esor-tazione che il vescovo di Ippona rivolgeva aineofiti, “Lo Spirito Santo ha cominciato ad abi-tare in voi: non se ne vada, non lo scacciate daivostri cuori. Ospite buono, egli vi ha trovativuoti e vi riempie; vi ha trovati affamati e vipasce; vi ha trovati assetati e vi inebria”, pa-role che sintetizzano molto bene il pensiero diAgostino sullo Spirito Santo.

Tino Cobianchi

Nello CiprianiLo Spirito Santo, Amore che unisceCittà Nuova. Pagine 208.Euro 20,00

RRECENSIONE

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14 SantʼAgostino-Pavia

MMOSTRA SU SANT'AGOSTINO

La ricorrenza della nascita di Sant'Agostino,13 novembre 354, è una delle quattro date va-lorizzate dal Comitato Pavia Città di San-t'Agostino, fondato all'indomani della visitadel Santo Padre da Diocesi, Comune diPavia, Provincia Agostiniana d'Italia. Que-st'anno in occasione dell'importante ricor-renza verrà allestita dalla Provincia di Pavia,dal Comune e dalla Fondazione Meeting perl'Amicizia fra i Popoli la mostra “Sant'Ago-stino. Si conosce solo ciò che si ama”. La mo-stra, fortemente voluta dall'allora presidentedella Provincia Vittorio Poma, è già stata al-lestita in altre città italiane fra cui ricor-diamo Verona, Ancona, Livorno, dove hariscosso grandi apprezzamenti dopo quellidel Meeting di Rimini nel 2009 e di Roma nel2010, eventi questi ultimi caratterizzati da unnotevole successo di pubblico, a Rimini fu lamostra più visitata fra quelle allestite, e diattenzione da parte dei mass media, a Romanumerosi telegiornali nazionali seguirono apiù riprese l'avvenimento. Ora la mostra approda a Pavia nella ricor-renza dei 650 anni dalla fondazione dell'Uni-

versità di cui sant'Agostino è co-patrono conSanta Caterina d'Alessandria, e verrà alle-stita nella cripta della cattedrale di Pavia nel-l'imminenza della riapertura della stessa aifedeli, evento che si auspica possa accadereper il S. Natale 2011.L'iniziativa è stata presentata venerdì 6 mag-gio in conferenza stampa in Santa MariaGualtieri presenti l'allora presidente dellaProvincia di Pavia Vittorio Poma, il sindacodi Pavia Alessandro Cattaneo, il curatoredella mostra don Giuseppe Bolis.L'iniziativa è un atto d'omaggio che Paviavuole rendere al suo “concittadino” san-t'Agostino di cui conserva le spoglie mortalidal sec. VIII nella Basilica di San Pietro inCiel d'Oro. Agostino, copatrono della Diocesie dell'Università “è davvero ambasciatore diPavia nel mondo” sottolinea il sindaco Ales-sandro Cattaneo. “Fin dai primi mesi delmio mandato ho lavorato per valorizzare illegame fra Pavia e Agostino e con grandesoddisfazione presento alla città questa ini-ziativa”.

Antonello Sacchi

Poma, Bolis, Cattaneo, presentano la Mostra Logo della Mostra

Page 15: N°6 Luglio 2011 SANT’AGOSTINO-PAVIA di Pavia Mons. Giovanni Giudici, a P. Gianfranco Casagrande, superiore degli Agostiniani d’Italia e Don Andrea Mi-gliavacca, rettore del Semi-nario

Comune di Pavia

Programma liturgico (a cura degli Agostiniani)

24 Agosto Apertura dell’Arca di S. Agostino con le quattro chiaviore 18.30 Celebrazione eucaristica

presiede l’Arcivescovo Mons. Vincenzo Di Mauro, Vescovo di Vigevano

27 Agosto ore 18.30 Celebrazione eucaristica nella festa di S. Monica

28 Agosto solennità di S. Agostino, compatrono di Paviaore 9 S. Messa: presiede Mons. Giovanni Giudici, Vescovo di Paviaore 11 S. Messa: presiede P. Robert Prevost,

Priore Generale Ordine di S. Agostinoore 18.30 Solenne Pontificale: presiede Sua Em.za il Cardinale Attilio Nicora

CC OO MM II TTAATT OO PPAAVV II AA CC II TT TT ÀÀ DD II SS .. AA GG OO SS TT II NN OO

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Pavia - 28 agosto 2011FFeessttaa ddii SS.. AAggoossttiinnoo

Programma culturale(a cura del Comitato Pavia Città di S. Agostino)

24 Agostoore 18.30 Apertura dell’Arca di S. Agostino

con le quattro chiavi

27 Agostoore 10-12 Visita guidata alle memorie agostiniane

di Pavia, inizio in S. Pietro in Ciel d’Oroore 21 Concerto d’organo del Maestro Jean-Claude

Guidarini, in S. Pietro in Ciel d’Oro

28 Agostoore 17 Esibizione del Complesso bandistico S. Cecilia

di Binasco (MI), in Piazza S. Pietro in Ciel d’Oro

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Basilica S. Pietro in Ciel d’Oro - Tomba di S. AgostinoPiazza S. Pietro in Ciel d’Oro, 2 27100 Pavia

Tel. 0382.303036 Fax 0382.303040e-mail: [email protected]

Sito web: www.santagostinopavia.itCCP N° 10778272 intestato a

Basilica S. Pietro in Ciel d’Oro 27100 PaviaCCB IBAN: IT87A0690611301000000043607

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