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New Generation Anno 8 numero 3 1 Finalisti al concorso Nazionale dell’Ordine dei giornalisti “fare il giornale nelle scuole” Alunni e maestri orgogliosi del traguardo raggiunto dott.ssa Licia Mocerino e dal dott. Martignetti addetto stampa del Sinda- co. Il nostro primo cittadino invece, ci ha accolto davanti al teatro insieme ad altre autorità bruscianesi e ci ha ac- compagnato sul palco! Alla presenza delle autorità cittadine, del presidente dell’ordine dei giornalisti, del presi- dente della Commissione che ci ha scelto e di altri importanti autorità, ab- biamo capito le finalità del progetto: realizzare un giornale aiuta a stare be- ne, a far crescere la nostra curiosità e ad affinare il senso critico, a rinforzare la volontà di dire sempre la verità; a ricercare sempre notizie da fonti sicure e a verificarle, a rispettare l’opinione altrui sia essa religiosa o politica, sen- za voler a tutti i costi far prevalere la propria idea! (continua a pag. 2) EDITORIALE di Antonio Scarpetti Premio Scianguetta Manocalzati 19 maggio 2017 N°1 NEW GENERATION Miglior giornalino scolastico Spesso mi è stato detto di essere un sognato- re, una specie di Don Chisciotte, di voler cambiare il mondo, illudendomi di farlo da solo. Nulla di più falso! Non ho mai voluto, invece, cedere alla tentazione di lasciare sta- re, di fare in modo che le cose seguissero il loro corso inevitabile. Ancora oggi penso che sia umano e lecito credere che al di là dell’ostruzionismo più duro e sleale, ci sia un mondo fatto con i colori dell’arcobaleno, un mondo fatto di incontri, sguardi e strette di mano, un mondo dove il buongiorno assume il vero significato di: “Che bello siamo ancora oggi qui a voler lottare per cambiare …” E ancora oggi penso che sia disarmante leggere negli occhi dei bambini e delle bambine la bellezza della purezza, il desiderio del cam- biamento, ma soprattutto la forza delle grida di aiuto perché qualcosa non va e io come il giovane don Chisciotte e il suo fedele servito- re devo correre per dire: “tranquilli, va tutto bene, siamo qui pronti ad ascoltare, ad aiuta- re, …” Ai bambini e alle bambine che vivono in questo bistrattato mondo serve sapere che si può fare! Auguri e buona vita! Scuola Primaria “Dante Alighieri” Brusciano Alla fine ce l’abbiamo fatta! Quan- do abbiamo alzato quelle coppe in aria, eravamo ottanta forsennati che non credevano ai loro occhi, primo premio per la miglior esibizione, primo premio per il miglior giorna- lino. In pochi attimi abbiamo riper- corso la storia del nostro ingresso nel giornalino; noi bimbi di quarta, entrati a far parte delle redazioni, insieme ai veterani di quinta classe! La timidezza si impossessava di noi, ai primi incontri ci sentivamo un po’ stupidini ed incapaci…di volta in volta ci sentivamo sempre più amici, più collaborativi, più accetta- ti dal gruppo dei “grandi”. Abbiamo lavorato sodo affrontando tanti ar- gomenti, tante discussioni, tanta fa- tica! Ed ora eravamo qui, guarda- vamo increduli quelle dieci palette con tutti 10, 10 ragazzi avevano applaudito la nostra esibizione e l’avevano ritenuta la più bella e si- gnificativa. Poi la gioia di avere la coppa come miglior giornalino, questa volta lo hanno votato esperti giornalisti, quelli veri. Ringraziamo per questo le nostre maestre e il no- stro dirigente che ci hanno accom- pagnato in questo percorso e ci han- no fatto vivere esperienze strabilian- ti! I bambini di quarta Un giorno molto importante è stato sicuramente l’undici aprile scorso, quando ci siamo recati a Cesena per ritirare il premio “Fare il giornale nelle scuole”. Si tratta di un concorso Nazionale promosso dal Consiglio dell’ordine dei giornalisti e giunto al- la XIV edizione che quest’anno ha premiato settantacinque testate gior- nalistiche. È uno dei più importanti riconoscimenti ricevuti da quando, nel 2009, il nostro giornale è nato grazie all’impegno di insegnanti e alunni e alla volontà e caparbietà di far bene ogni cosa. La premiazione si è tenuta nella città di Cesena, al tea- tro Carisport, dove siamo giunti con una bella e allegra delegazione di do- centi, accompagnati dal nostro Diri- gente Scolastico dott. Luigi Gesuele, dall’assessore alla pubblica istruzione

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New Generation Anno 8 numero 3

1

Finalisti al concorso Nazionale dell’Ordine dei giornalisti “fare il giornale nelle scuole”

Alunni e maestri orgogliosi del traguardo raggiunto

dott.ssa Licia Mocerino e dal dott. Martignetti addetto stampa del Sinda-co. Il nostro primo cittadino invece, ci ha accolto davanti al teatro insieme ad altre autorità bruscianesi e ci ha ac-compagnato sul palco! Alla presenza delle autorità cittadine, del presidente dell’ordine dei giornalisti, del presi-dente della Commissione che ci ha scelto e di altri importanti autorità, ab-biamo capito le finalità del progetto:realizzare un giornale aiuta a stare be-ne, a far crescere la nostra curiosità e ad affinare il senso critico, a rinforzare la volontà di dire sempre la verità; a ricercare sempre notizie da fonti sicure e a verificarle, a rispettare l’opinione altrui sia essa religiosa o politica, sen-za voler a tutti i costi far prevalere la propria idea! (continua a pag. 2)

EDITORIALE di Antonio Scarpetti

Premio Scianguetta Manocalzati 19 maggio 2017

N°1 NEW GENERATION Miglior giornalino scolastico

Spesso mi è stato detto di essere un sognato-re, una specie di Don Chisciotte, di volercambiare il mondo, illudendomi di farlo dasolo. Nulla di più falso! Non ho mai voluto,invece, cedere alla tentazione di lasciare sta-re, di fare in modo che le cose seguissero illoro corso inevitabile. Ancora oggi penso chesia umano e lecito credere che al di làdell’ostruzionismo più duro e sleale, ci sia unmondo fatto con i colori dell’arcobaleno, unmondo fatto di incontri, sguardi e strette dimano, un mondo dove il buongiorno assume ilvero significato di: “Che bello siamo ancoraoggi qui a voler lottare per cambiare …” Eancora oggi penso che sia disarmante leggerenegli occhi dei bambini e delle bambine labellezza della purezza, il desiderio del cam-biamento, ma soprattutto la forza delle gridadi aiuto perché qualcosa non va e io come ilgiovane don Chisciotte e il suo fedele servito-re devo correre per dire: “tranquilli, va tuttobene, siamo qui pronti ad ascoltare, ad aiuta-re, …” Ai bambini e alle bambine che vivonoin questo bistrattato mondo serve sapere chesi può fare! Auguri e buona vita!

Scuola Primaria “Dante Alighieri”

Brusciano

Alla fine ce l’abbiamo fatta! Quan-do abbiamo alzato quelle coppe in aria, eravamo ottanta forsennati che non credevano ai loro occhi, primo premio per la miglior esibizione, primo premio per il miglior giorna-lino. In pochi attimi abbiamo riper-corso la storia del nostro ingresso nel giornalino; noi bimbi di quarta, entrati a far parte delle redazioni, insieme ai veterani di quinta classe! La timidezza si impossessava di noi, ai primi incontri ci sentivamo un po’ stupidini ed incapaci…di volta in volta ci sentivamo sempre più amici, più collaborativi, più accetta-ti dal gruppo dei “grandi”. Abbiamo lavorato sodo affrontando tanti ar-gomenti, tante discussioni, tanta fa-tica! Ed ora eravamo qui, guarda-vamo increduli quelle dieci palette con tutti 10, 10 ragazzi avevano

applaudito la nostra esibizione e l’avevano ritenuta la più bella e si-gnificativa. Poi la gioia di avere la coppa come miglior giornalino, questa volta lo hanno votato esperti giornalisti, quelli veri. Ringraziamo per questo le nostre maestre e il no-stro dirigente che ci hanno accom-pagnato in questo percorso e ci han-no fatto vivere esperienze strabilian-ti! I bambini di quarta

Un giorno molto importante è stato sicuramente l’undici aprile scorso, quando ci siamo recati a Cesena per ritirare il premio “Fare il giornale nelle scuole”. Si tratta di un concorso Nazionale promosso dal Consiglio dell’ordine dei giornalisti e giunto al-la XIV edizione che quest’anno ha premiato settantacinque testate gior-nalistiche. È uno dei più importanti riconoscimenti ricevuti da quando, nel 2009, il nostro giornale è nato grazie all’impegno di insegnanti e alunni e alla volontà e caparbietà di far bene ogni cosa. La premiazione si è tenuta nella città di Cesena, al tea-tro Carisport, dove siamo giunti con una bella e allegra delegazione di do-centi, accompagnati dal nostro Diri-gente Scolastico dott. Luigi Gesuele, dall’assessore alla pubblica istruzione

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N E W G E N E R A T I O N A L L ’ I N C O N T R O S U L L A L E G A L I T A ’

Legalità Il 23 maggio è stata una serataall'insegna dell'informazione e dellaformazione dei giovani. Il tema trattatoera di interesse comune: ovvero la que-stione agromafia (si tratta di attività il-lecite della criminalità organizzata, checoinvolgono tutto il comparto agricolo ela filiera alimentare, dove la criminalitàinveste denaro sporco per controllare isettori "puliti", quali la ristorazione, lagrande distribuzione e persino il turi-smo). Il sindaco con l'ausilio del parro-co, del giornalista Nicola Baldieri e delmagistrato Nicola Graziano, ci ha spie-gato in maniera semplice e chiara che sitratta di un male evidente della nostrasocietà e che quindi come tale, va com-battuto senza paura e con coraggio, co-me fecero i giudici Falcone e Borselli-no. Non potrei non essere d’accordo suquesto, perché i soldi si devono guada-gnare in modo onesto, soprattutto quan-do è in gioco la salute delle persone. Sabrina Ferrara V A

INDELEBILI RICORDI Vento...soffia! I ricordi s'allontanano, cinque anni passati nel veder l'occhio dell'altro che condizionava tutto. Lampi e tuoni destano tutt'attorno, Subito dopo il sol riappare intatto, radioso. Sofferenze che pungono. L'umiltà é la sola compagna. Veder me diverso, come un nuovo petalo su di un vecchio fiore. Volano i litigi, il perdono predomina. Davvero folli, questi cinque anni, che sfociano nel più limpido dei mari, mari che a poco a poco si disperdono lì, all'orizzonte di questo cammino. Simone De Falco

(continua da pag. 1) Ogni persona ha il diritto di avere lalibertà di dire e scrivere la veritàliberamente. “Una penna, un libro e undocente possono bastare a fare unbravo giornalista”, noi speriamo diesserlo stati raccontandovi da questepagine sempre e solo la verità! Lanostra redazione: storia e avventura trasopralluoghi, interviste, ricerche,indagini… Siamo entrati in questaredazione con tanto entusiasmo, mamolto impreparati e all’oscuro di ciò acui saremmo andati incontro. Nelnostro viaggio abbiamo visitatoantiche dimore di illustri personaggi,annusato, ma solo annusato vecchilibri di filosofia, visitato cantine,mercati, intervistato compagni discuola e genitori, parroci eassessori…quante avventure!!! Nelnostro carnet di bravi giornalisti nonpoteva mancare l’intervista al nostrodirigente scolastico. Al dirigenteabbiamo chiesto la sua opinione sulnostro viaggio a Cesena e se fossedavvero orgoglioso di noi. Lui harisposto con esaltazione e gioia e ci haassicurato che era orgoglioso esoddisfatto di noi. La cosa più bella èche ci ha rassicurato, perché haaffermato che certamente, saremmostati all’altezza dei giornalisti piùesperti di noi, in quanto abbiamoottime fondamenta sulle qualicostruire il nostro futuro. Questa fortefiducia in “giovani giornalisti”, ètrasparsa, anche sul volto del sindacoGiosy Romano, che ha onorato noi ela manifestazione con la sua presenza.Che forte emozione! Qualchelacrimuccia non è mancata nel vedereil nostro “primo cittadino”, al nostrofianco. Una sensazione indescrivibilesentirsi da lui accompagnati esostenuti. Non si è sottratto alla nostraintervista, con la quale ci siamo sentiticome se fossimo “giornalisti inviati”,che hanno avuto la grande occasionedi intervistare il proprio sindaco. Ci hadimostrato di essere contento e fiero diquesto prestigioso punto di arrivo, chedeve essere considerato da noi comeun punto di partenza, per poter farecose ancora migliori. Ci ha fatto capireche queste possibilità ci fannocrescere, ci aprono nuovi orizzonti eche siamo una ventata di aria fresca.Ecco, aria fresca, proprio questovogliamo essere per dare un input alnostro paese, che faremo crescere conla nostra esperienza e criticità. Redazione The Band of journalist

Il 23 maggio, in una sola serata, le scuole di Brusciano si sono ritrovate unite con il giornalino, perché la "legalità" è ciò che più esalta un giornalista. La serata è sta-ta accarezzata da un fresco soffio di un venticello che sembrava ci invogliasse a schierarci dalla parte del bene, insomma ci guidava. E in esso volavano le dolci note della canzone "Pensa…" cantata dal coro di noi piccoli reporter. Le nostre vo-ci, hanno creato uno scudo con pensieri contro l'illegalità; voci che continueranno a propagarsi fino a quando ogni uomo comprenderà il valore e il significato del-la parola LEGALITÀ. Essa, in fondo, non è solo una parola; essa è vita, carat-tere! È una di quelle parole che non si spiegano verbalmente, ma solo attraverso quell'esempio di vita che ci è stato inse-gnato dai giudici: Falcone e Borsellino. E noi scolari, saremo coloro che diffonde-ranno quest'insegnamento, affinché l'u-manità possa cambiare realmente nel be-ne e non vivere solo di speranza. La sera-ta si è conclusa con uno dei più classici tramonti che stranamente mi è apparso più limpido del solito e nel mio cuore si è fatto largo la speranza per un futuro mi-gliore; in questo clima idilliaco il sindaco Giosy Romano, aiutato dall’ass. alla Pubblica Istruzione, Licia Mocerino, ci ha premiato, noi con una pergamena ricca di parole di elogio e di speranza, e il no-stro dirigente dott. Luigi Gesuele con una targa! Simone De Falco V A

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Donald Trump, nato a New York il 14 giugno 1946, imprenditore statunitense, è il 45° presidente degli Stati Uniti d’America. È stato eletto l’8 novembre 2016, il repubblicano ha battuto la rivale democratica Hillary Clinton. Dopo la vit-toria Trump ha affermato: “Sarò il presi-dente di tutti gli americani! Repubblicani e democratici non saranno più divisi, è ar-rivato il tempo dell’unione, ora dobbiamo collaborare e riunire la nostra grande na-zione.” La rivista “Time” ha scelto Trump come personaggio dell’anno, titolando la copertina: “È il presidente degli Sta-ti…Divisi d’America”. Donald Trump è figlio di un facoltoso imprenditore immo-biliare newyorkese, dal quale ha ereditato la passione e l’intuito per il mondo degli affari. Trump ha iniziato la sua carriera interessandosi al settore immobiliare per poi spostare la sua attenzione al mondo delle telecomunicazioni e dell’energia. Il suo successo negli affari lo ha portato ad essere uno degli uomini più ricchi del mondo. Le voci di una sua candidatura erano già cominciate a circolare dal 2000, ma poi la nomination è caduta su altri candidati, ai quali Trump ha offerto il suo appoggio. Trump è stato sposato 3 volte e ha 5 figli, di cui l’ultimo avuto dalla sua attuale moglie Melania Knauss. Una parte dei cittadini americani non è d’accordo con le sue scelte politiche: a Donald Trump piacciono le armi e non è tanto per la pace, a differenza dell’ex presidente Obama che ha fatto di tutto per ostacolare la vendita delle armi, ma non ci è riuscito. Inoltre come primo provvedimento ha de-ciso di costruire un muro al confine con il Messico, perché da lì arrivano tanti im-migrati. Ultimamente ha annunciato l’intenzione di far passare un enorme oleodotto nelle riserve dei nativi america-ni, distruggendo il loro habitat. A rendere ancor più controversa la sua figura c’è il suo atteggiamento ritenuto quantomeno poco rispettoso verso le donne. L’8 marzo davanti alla Casa Bianca ci sono state tan-te manifestazioni, tra cui quella del mo-vimento delle donne e quella dei nativi americani. Insomma dopo tre mesi Trump appare sempre di più il presidente di un America spaccata, perché la nazione è di-visa a metà tra quelli che lo sostengono e quelli che si oppongono. Anche nei paesi esteri aumentano i dubbi e le preoccupa-zioni. Redazione Gli esploratori della notizia

CHI È DONALD TRUMP?

I I N M T P E O R S V S I I S B T I A L E

Che cosa ne pensate della pace? E della guerra? TRUMP- La pace è solo per noi americani, degli altri popoli non mi importa; mentre la guerra deve cessare per sempre, perché causa l’immigrazione di tantissimi uomini in cerca del benessere e del lavo-ro perduti ed essi rappresentano un peso per lo Stato. PAPA- La pace è andare tutti d’accordo e vivere insieme serenamen-te, evitare di fare guerre che portano solo disastri e stragi. Che cosa dite degli immigrati? TRUMP- L’America apre le frontiere a tutti, ma non ammetto che ci siano immigrati clandestini o che abbiano comunque violato la legge. PAPA- Non dobbiamo aver paura dei migranti, dobbiamo fare in mo-do che essi abbiano casa, lavoro e istruzione, spesso li chiamiamo “terroristi”, ma dobbiamo ricordarci che sono prima di tutto esseri umani. Secondo voi, lo sfruttamento delle foreste è una cosa positiva o nega-tiva? Perché? TRUMP- Sono d’accordo sullo sfruttamento delle foreste, perché se ne ricavano materie prime e terreni utilizzabili per l’edilizia. PAPA- Non sono d’accordo sullo sfruttamento delle foreste, perché l’uomo deve salvaguardare il benessere della Terra: se impariamo ad avere cura dell’ambiente, siamo in pace con Dio e con il prossimo. Siete contrari alle armi? TRUMP- Io sono favorevole alle armi, perché con esse gli Americani possono difendersi. PAPA- Sono contrario alle armi, perché portano violenza, distruzione e morte. È meglio costruire ponti o muri? TRUMP- Meglio costruire muri se serve a proteggere il proprio paese e i propri interessi. PAPA- Vorrebbero farci credere che chiuderci è il miglior modo di proteggerci da ciò che ci fa male. Sapete qual è il primo ponte da co-struire? Un ponte che possiamo realizzare qui e ora: stringerci la ma-no, darci la mano. Quali sono i vostri compiti più importanti? TRUMP- Il mio compito più importante è quello di governare l’America, proporre le leggi, stringere amicizie con altri Stati e co-mandare operazioni militari. PAPA- Il mio compito più importante è quello di amministrare i sa-cramenti, predicare il Vangelo, dialogare con il popolo credente o di altre religioni, sconfiggere la pedofilia e scegliere i vescovi di ogni città. Redazione Gli esploratori della notizia

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Come tutti noi, anche il nostro pianetafesteggia il proprio compleanno, ungiorno speciale che ricorre il 22 apriledi ogni anno e che tutto il mondo ce-lebra: l’Earth Day! Pensate che questadata nasce dal ricordo di un enormedisastro ambientale accaduto in Cali-fornia nel 1969: qui, a causa del trivel-lamento del fondale marino, una piat-taforma petrolifera esplose e si river-sarono in mare colossali quantità di“oro nero”, che causarono la morte dimigliaia di pesci e altri animali acqua-tici e inquinarono una vastissima areamarina! I cittadini di quella zona, allo-ra, si unirono per gridare tutta la lororabbia e fare appello a tutto il mondoper unirsi nella salvezza e nel rispetto della natura, per evitare il ripetersi diquesti tragici eventi! Da quel giorno il 22 aprile è diventato un’occasione difesteggiamento per gli abitanti di 192Paesi del nostro globo, con lo scopo di sensibilizzare la gente rispetto ai graviproblemi di inquinamento ambientale.Noi redattori di Notiziopoli abbiamo compiuto numerose ricerche e, divisi in mini- gruppi, abbiamo trovato e ap-profondito tantissimi problemi che af-fliggono il nostro Pianeta. L’ inqui-namento dell’acqua, dell’aria e delsuolo; il disboscamento selvaggio eindiscriminato di intere, enormi fettedella foresta amazzonica, per sottrarre terreni coltivabili al polmone dellaTerra; l’immissione nell’atmosfera dimassicce dosi di anidride carbonica,sono solo alcuni dei mali del nostromondo! Non possiamo in questa ricor-renza parlare e approfondire tutto ilmale che i nostri genitori, insieme ai nostri nonni, bisnonni, trisavoli…hanno provocato! Vogliamo farti gli auguri cara Terra, tipromettiamo che da oggi in poi, noi bambini provvederemo ad aggiustarele cose! Per adesso ti promettiamo cheda queste pagine, dall’anno prossimo,affronteremo uno ad uno. questi guaiper diffondere e sensibilizzare i nostricompagni e i nostri genitorisull’adottare sempre più comporta-menti di rispetto ecologici! Redazione Notiziopoli

SALVIAMO LA TERRA La nostra Terra si deve salvare, e per questo ogni anno si deva celebrare una festività molto importante a cui nessuno deve mancare. La nostra Terra dobbiamo sanare da inquinamento e smog la dobbiamo liberare E perciò tutti tutti noi dobbiamo collaborare, affinché essa possa respirare aria pulita così sorriderà e per sempre felice sarà! Emilio Martignetti

Viva la Terra Viva la Terra Un pianeta speciale, che ognuno di noi deve rispettare. Viva la Terra che ci fa sognare con i suoi tramonti dovunque spettacolari. Viva la Terra Che è il nostro mondo, così perfetto così rotondo! Viva tutti gli uomini che la sanno amare e che un futuro meraviglioso le vorranno dare! Loris Fratiello

Notiziopoli 22/ 04/2017

Cara Terra, siamo i bambini della redazione Notiziopoli del giornale “New Generation” e oggi, giorno del tuo compleanno, ti vogliamo festeggiare in maniera particolare! È questo il giorno in cui tutti i tuoi abitanti dovrebbero fermarsi e ragionare su tutto il male che ti hanno fat-

to e che continuano a farti! La tristezza di tutto ciò è che tu sei buona e generosa e ogni giorno ci regali la gioia dei tuoi fantastici colori! Il blu sfavillante del mare che sfu-ma in mille tonalità, il verde delle piante che splende rigoglioso in estate per dissolversi nelle sue molteplici gradazioni, il bianco della neve sulle montagne, l’azzurro del cielo

sereno e i variopinti prati fioriti! E noi come ti ripaghiamo? Sporcandoti, inquinandoti, e facendoti cattiverie di ogni genere! Perdonaci cara Terra e insegnaci a rispettarti, per-ché tu sei la nostra casa, la nostra mamma, la ragione stessa della nostra vita! Aiutaci a

capire che se morissi tu…noi saremmo già estinti da un bel pezzo! Con immenso rispetto

I tuoi figli

EARTH DAY: SALVIAMO IL NOSTRO PIANETA Buon compleanno cara, vecchia terra!

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eTwinning…cos’è? La scuola primaria che va sul web

È la community di docenti più grande d’Europa atta a sperimentare una nuo-va didattica per lo sviluppo di progettidi rete (gemellaggi elettronici), che vedono il coinvolgimento degli alunniin un’ottica di condivisione e coopera-zione. Quest’anno la nostra scuola èentrata a far parte di questa grande“famiglia” attraverso l’attuazione diprogetti in rete. La classe 5^A ha par-tecipato a un progetto in lingua inglesedal titolo:” VALUES THAT SPORTTEACHES” in gemellaggio con quat-tro scuole della Grecia e una della Slovenia e la classe 5^B, invece, part-ner di un progetto eTwinning sulla le-galità, in collaborazione con l’IC San-tena (TO), IC Chinnici Roncalli(EN),IC Fiano Romano (RO), ha invi-tato la redazione del giornalino scola-stico Ocra Rossa a stilare un articolosul tema del progetto tratto dal libro:“La mafia spiegata ai bambini.L’invasione degli scarafaggi”. Noipiccoli giornalisti abbiamo iniziato adaffrontare il tema della mafia dopoun’ampia discussione. Da ciò è emer-so che l’obiettivo del testo era quellodi trovare una metafora efficace e nonbanale e un linguaggio semplice manon superficiale, che raccontasse cosafosse la mafia ai bambini, lavorando su “linguaggi, illustrazioni e rappre-sentazioni” che spiegassero certi com-portamenti alla base della mafiosità. Illibro descrive un paesino tranquillo,Castelgallo, con una scuola, una gela-teria, un panificio e tantissimo sole eun bellissimo mare. Ma un giorno co-minciò a circolare tra gli abitanti unostrano “morbo”, capace di trasformarele persone in scarafaggi. Alcuni chia-marono questa malattia “mafia”.

Gli abitanti avevano paura di parlare,di denunciare. Non potremmo definirequesta paura in altro modo senon…OMERTA’, sintomo di questagrave malattia. Si diffuse a tal puntoda contagiare anche la scuola, dove unalunno di nome Totillo trascinò lamaggior parte della scolaresca in at-teggiamenti di prevaricazione. Nonpotremmo definire in altro modo senon...BULLISMO. Solo un bambinodi nome Alberto, non ebbe paura adaffrontare con CORAGGIO Totillo. E l’amico Totillo di essere bullo si di-menticò. A lieto fine la storia terminò e l’amicizia tra loro si rafforzò. Redazione Ocra rossa

A Gastelgallo Nel paese di Castelgallo

c’era una scuola tutta da “Sballo” Alessandro Gattoni era chiamata per il poeta a cui era intitolata.

Ma un dì, improvvisamente, una strana malattia colpì tutta la gente.

La Malattiaaa…che spavento! Nella scuola poi entrò

e…pian piano tutti gli scolari contagiò.

Per fortuna uno di loro si salvò perché…Urrà! L’antidoto trovò… E l’amico Totillo di essere bullo si

dimenticò A lieto fine la storia terminò e l’amicizia tra loro si rafforzò.

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Il bullismo è in genere più grave efrequente nella scuola primaria equesto lo rivela uno studio fatto suun campione di 400 bambinidall’asilo fino alle scuole superiori. Cosa può fare la scuola?Quest’ultima deve incoraggiare ladenuncia di tali episodi. I ragazzi devono vedere un puntofermo negli insegnanti, tanto da con-fidarsi con loro ed ottenere così unaiuto concreto. Redazione Piccoli reporter

Il termine bullo sta a indicare losbruffone (uomo o donna che sia), che tende a prevaricare sugli altri, sia con aggressività fisica sia verbale, facendo leva su difetti fisici e sulleinsicurezze delle persone e può agireda solo o in branco. Il luogo, in cui questi atti si manife-stano, è soprattutto la scuola: durante l’intervallo, nell’orario mensa, neltragitto scuola- casa e viceversa e le vittime non si ribellano per paura edebolezza. Quando le azioni di bullismo si veri-ficano attraverso Internet (posta elet-tronica, social Network, chat, blog,forum) o attraverso lo smartphone si parla di cyberbullismo. Quest’ultimo è definito come un atto aggressivo, intenzionale di un indi-viduo o un gruppo, usando varie forme di contatto elettronico ripetutonel tempo contro una vittima che nonpuò facilmente difendersi. Oltre al cyberbullismo c’è anche il bullismo psicologico e quello fisico.Ricordiamo ad esempio un nostro ca-ro amico che durante la pausa in unapartita di calcio, è stato aggredito fi-sicamente da un avversario che, noncontento delle continue aggressioniin campo, negli spogliatoi lo ha sel-vaggiamente picchiato provocando-gli una frattura ad un braccio! Il bullismo può accompagnare tuttoil percorso scolastico di uno studente(dalla scuola dell’infanzia al Liceo) e per questo le vittime hanno un rap-porto non positivo con la scuola e si convincono sempre più di essere in-capaci, fuori posto, brutti e imbrana-ti!

NO AL

BULLISMO!

IL BULLISMO…CONOSCIAMOLO

ACROSTICO Basta Usare Le mani Lavoreremo Insieme Sempre Motivati contro Ogni abuso Mazza Beniamino

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“La donna uscì dalla costoladell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per esseresuperiore, ma dal lato per essereuguale, sotto il braccio per essereprotetta, accanto al cuore per essereamata”. Con questa citazione di Matthew Henrydesideriamo dare inizio al nostro nuovoarticolo. Chi legge può pensare ad un argomentoche elogi la donna, o che affronti unamore puro verso questa creatura. Eb-bene sì, di amore si vuol parlare, ma diamore malato, di amore criminale, dicui sentiamo parlare in continuazioneattraverso i media. Talmente tanti sono i casi di violenza consumati su di lei dastabilirne persino una giornata dedicataalla “violenza sulle donne”, che cade il25 novembre. Questo è un modo per di-re NO forte e deciso, per dire BASTA!Basta ai soprusi, ai maltrattamenti, alleferite verbali e fisiche, che molte donnesubiscono. Tante volte questi assogget-tamenti conducono la donna

all’annientamento di sé, come quando un mostro sceglie di cancellarnel’identità con prodotti chimici, come l’acido, di questo atroce atto ne fa te-stimonianza forte di vita Lucia Anniba-li, la donna sfregiata al volto, conl’acido per mano del suo fidanzato.Questi stessi” omuncoli”, così vogliamodefinirli, perché chiamarli uomini sa-rebbe troppo cortese e chiamarli bestie sarebbe un’offesa agli animali, manipo-lano come argilla il destino della donna,decidendone della vita e della morte,distruggendola nel fisico e nella psiche. Ecco il femminicidio. Consumato, più

Vaiana è una ragazza determinata, chenon ha paura di affrontare l’orribileOceano Pacifico per trovare l‘amuletomagico che avrebbe salvato il suo popo-lo. Crediamo che la protagonista diOceania rispecchi il nuovo ruolo che ladonna ha raggiunto, con tanta fatica,nella società, anche se c’è ancora tantastrada da fare … Vaiana è la prova chela donna può prendere decisioni e nonaspettare l’“azione” dell’uomo, cioè ilpadre, per realizzare se stessa, libera dafili che potrebbero gestirla come un bu-rattino. Impara così a prendere coscien-za dei propri limiti, con cui affronta ilnuovo mondo. Anche noi abbiamo con-flitti con i genitori, che vorrebbero sceltepiù sicure, mentre abbiamo sogni e pro-getti ben diversi. Come Vaiana, deside-riamo scoprire cosa è meglio per noi,anche se si tratta di commettere errori.Vogliamo andare incontro al nostro fu-turo, senza essere donne gestite da bu-rattinai che ci considerano solo dei pezzidi legno da modellare, senza alcuna uti-lità e valore. Redazione The Band of journalist

delle volte per mano di una persona alei familiare. I numeri di uccisioni sonotroppi e la percentuale è da brividi, in-fatti ogni tre giorni una donna muoreper mano di una persona di cui si fida:un marito, un compagno, un fidanzato oun ex. Questi uomini si trasformano inveri e propri boia, mostri della propriadonna. “Propria” sì, perché pensano alladonna come una proprietà, un oggettoda tenere per sé, che non ha diritto adavere una propria vita, un pensiero,un’opinione, non ha diritto di essere li-bera, nella vita personale e privata.Spesso questi uomini tarpano le ali perimpedire alla donna di andare via da lo-ro, anzi più delle volte la fanno sentirecolpevole e inadeguata, non adatta aduna società che vuole reputarsi ancoraoggi maschilista. Nonostante i tanti tra-guardi raggiunti dalle donne, come vo-to, libertà, lavoro, impegni nel sociale,la donna, non sembra, ma è ancora tan-to sottomessa a livello sociale e sotto-pagata a livello lavorativo. Redazione The Band of journalist

MATILDE SERAO “Prima donna direttore” di un giornale,Matilde Serao è stata una grande scrittri-ce e giornalista, ma anche “grande don-na”, che è riuscita a ricoprire dei ruoliche, all’epoca, erano tipicamente ma-schili. Sposò Edoardo Scarfoglio, colquale fondò il Corriere di Roma, poi ilCorriere di Napoli (dove creò una rubri-ca mondana, “Api, mosconi e vespe”,che divenne presto famosa), e quindi ilMattino, di cui fu condirettrice fino al1904, quando si separò dal marito e fon-dò, sempre a Napoli, il Giorno, che di-resse fino alla morte. Per noi ragazzi delgiornalino, Matilde Serao rappresentauna figura importantissima da prenderecome esempio. Con lei nasce un nuovomodo di fare e di intendere il giornali-smo: “Giornale è tutta la storia di unasocietà…-scriveva la Serao- “…ha in séil potere di tutto il bene e di tutto il male.Il giornalista è l’apostolo del bene…Ilgiornale è la più nobile forma del pen-siero umano…” È per noi una vera ric-chezza avere avuto tra le scrittrici italia-ne una donna di tale modernità.

Otto marzo - Il ruolo della donna

VAIANA Con Vaiana, la protagonista del re-cente film d’animazione Disney emerge la figura di una “nuova eroi-na “, una figura femminile, forte, de-cisa, coraggiosa. Vaiana è diversa da Cenerentola e Biancaneve, a cui era-vamo abituati: principesse dolci e indifese, che aspettano di essere sal-vate dal principe azzurro col suo ca-vallo bianco.

RITRATTI DI

DONNE

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Lo scammaro Lo scammaro è una frittata tipica della cucina povera napoletana. Pare che anticamente nei giorni di Quaresima, quando si doveva mangiare magro, alcuni monaci, se avevano problemi di salute ave-vano il permesso di mangiare grasso, ma dovevano farlo chiusi nella loro camera per rispetto de-gli altri. Camera in napoletano si dice “cammera”, quindi “camma-ro”col passare del tempo ha preso il significato di “mangiare gras-so”, quindi scammaro significa “mangiare magro” ; infatti gli al-tri mangiavano magro, quindi “scammarati”, cioè fuori dalle ca-mere. Questa frittata quindi è un piatto quaresimale che per tradi-zione è fatta con pasta umida, capperi, pinoli, acciughe e olive nere, che sarebbero tutti prodotti poveri. Annunziata Esposito V A

La Quaresima è il periodo che inter-corre tra la fine del carnevale e la Pa-squa di Resurrezione. La nostra fedeci invita a rispettare il digiuno nel ri-cordo della Passione di Gesù. Si apre,così, un periodo di osservanze liturgi-che e di riflessione. È bene rispettarequello che la nostra religione ci chie-de, ma è altrettanto vero che c’è liber-tà di scelta. Fortunatamente siamolontani dai tempi in cui era imperativomangiare di magro, infatti, durante ilregno di Carlo Magno, chi trasgredivamangiando carne e derivati venivapunito con la morte. Era concesso solomangiare pane, polenta, ortaggi, le-gumi e naturalmente pesce. Tra i tantipiatti della cucina quaresimale c’è lafrittata di Scammaro, tipica della cu-cina povera napoletana, vero e propriorituale del venerdì Santo. Lo Scamma-ro non è altro che un condimento fattodi capperi, pinoli, acciughe e olive ne-re, il cui nome deriva dal contrario“Cammarare” che in napoletano anti-co significa “mangiare grasso”. Que-sto condimento veniva usato ancheper condire la pasta. Altra tradizionecampana, soprattutto a Cetara, è la co-latura di alici, usata già ai tempi degliantichi romani che chiamavano“garum”. La ricavavano attraverso ilprocesso di salatura del pesce azzurro.Si mangia anche il baccalà infarinato efritto. Tradizioni culinarie del periodoquaresimale in altre regioni d’Italia In Liguria nel periodo di Quaresima siusa preparare il “Cappon magro” chedal nome può sembrare un piatto a ba-se di carne, ma in realtà non è altroche una preparazione a base di panearomatizzato con olio, aceto, verduree pesci di vario tipo. Un alto piatto ti-pico del periodo è il baccalà con pata-te e bietole. In Piemonte preparano la-sagne di gran magro con acciughe,parmigiano e pepe. In Veneto, il bac-calà alla vicentina. In Friuli, baccalàalla cappuccina, caratterizzatodall’aggiunta di cannella, zucchero ecioccolato. In Sicilia, la tipica pastacon le sarde con finocchietto selvati-co, uvetta e pinoli.

Il dolce quaresimale per eccellenza nelLazio è il maritozzo, una pagnottella cotta al forno, fatta di pasta reale, mie-le, pinoli, canditi trattati con olio d’oliva. Ricercare tutte queste notizie,ci ha permesso di conoscere le tradi-zioni più antiche dell’arte culinaria,sia della nostra regione sia di altre.Tutto ciò ci ha permesso di mettere aconfronto i vari piatti tipici della tradi-zione e di individuare analogie in mol-ti di essi come quella del “baccalà”. Redazione Ocra Rossa

È TEMPO DI QUARESIMA

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“Bombardamento in Siria!”

geografica, sia per i rapporti econo-mici. Ciò ha sempre favorito un no-tevole sviluppo culturale e sociale che si è interrotto quando sei anni fa è scoppiata la guerra. Guerra civile, così è chiamata quella guerra che ve-de coinvolti fratelli della stessa Pa-tria. Ma tanti sono gli interessi eco-nomici, che i potenti, a turno, vanno a difendere, ora una fazione ora un’altra, per trovare un proprio tor-naconto economico!

Il passato doloroso su cui riflettere

Il bene può vincere sul male “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” (Primo Levi)

La seconda guerra mondiale, oltre che per la Shoah e per i disastri im-mani che ha portato, è tristemente ri-cordata anche per un altro massacro, quello degli italiani nelle Foibe. Se la shoah ci fa rabbrividire, perché ri-corderemo per sempre le cose orribi-li compiute dai Nazisti, il Massacro delle foibe compiuto dai comunisti di Tito non è da meno. Le foibe sono cavità naturali, tipiche della regione carsica, e dell’Istria, nelle quali ven-nero gettati, vivi o morti, quasi die-cimila Italiani della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia, uccisi dall’esercito del generale Tito. Questa strage voleva colpire chiun-que si opponesse all’annessione alla nuova Iugoslavia delle terre

Per molti, simbolo di guerra e deva-stazione, ma per alcuni terra di con-quista. Ormai le stragi di civili non sicontano, rimbalza un carosello di ac-cuse, ma la verità è sempre ben nasco-sta a noi cittadini normali: è statoTrump, Putin, Assad, Isis, non impor-ta, importa che sempre in quella terramartoriata a pagarne le spese sonoinnocenti bambini come noi! La soffe-renza umana, non può e non deve es-sere racchiusa in una cartina, né in untema; ancor meno in un nome di unpotente di turno o di una sigla! Comesi possa concepire, agire e consentireche avvenga tutto ciò è un concettoinspiegabile! Come i potenti possanogiocare e disporre della vita e dellamorte di loro simili è inspiegabile!Questo territorio compreso fra Meso-potamia ed il Mar Mediterraneo, èstrategico sia per la posizione

Questa guerra ha portato in cielo mi-gliaia di anime, volate in gloria! Ani-me giovani con tutta una vita davan-ti… Di fronte a ciò, c’è qualche indif-ferenza? Ma no! Diremo moltissi-me!!Che mondo vergognoso!!Invecedi aprire le porte ai disperati che scap-pano da quell’inferno, pensiamo aibeni materiali!! E l’ONU? Che fine hafatto? La sigla significa “Organizza-zione delle Nazioni Unite”, anche se anoi sembra che di unione ce ne sia benpoca! Infatti rimane lì, indifferente adassistere a stragi di bambini. Ciò è raccapricciante! Ma noi ci chie-diamo se finirà mai una così estremadistruzione, se l’uomo imparerà primao poi la lezione che con la guerra vin-ce sempre e solo una cosa: la morte! Redazione Piccoli Reporter

dell’Istria e della Dalmazia che pri-ma della seconda guerra mondiale appartenevano all’Italia. Ancora og-gi, queste due grandi tragedie ven-gono vissute nel ricordo di chi ne è stato vittima, ma anche di coloro che rischiando la propria vita, hanno sal-vato centinaia e centinaia di persone!

Questi eroi ci hanno dimostrato che anche dal più tragico degli incubi può nascere qualcosa di positivo e che non è mai tutto perduto A tale proposito le maestre ci hanno parlato dell’italiano Perlasca e del tedesco Schindler che insieme a tanti altri eroi, hanno messo in pericolo la pro-pria vita per salvarne tante! La storia di Perlasca è venuta alla luce dopo tanti anni e, quando è stato intervi-stato, a chi gli chiedeva perché lo avesse fatto, rispondeva semplice-mente: << Ma lei, avendo la possibi-lità di fare qualcosa, cosa avrebbe fatto, vedendo uomini, donne e bam-bini massacrati senza motivo se non per l’odio e la violenza?>>. (continua a pag.10)

“L’angoscia, il terrore, la sofferenza nei volti annichiliti dei Siriani”

“Siria: territorio nel cuore della Mezza Luna fertile”

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La legalità, un impegno per il futuro

(continua da pag.9) Noi bambini della redazione Notiziopo-li, abbiamo pensato che al posto del Per-lasca avremmo fatto la stessa cosa, spe-riamo con tutto il cuore che fatti comequesti non accadano più, che il mondodiventi un posto dove vivere in pace e inarmonia come se fosse un grandissimoarcobaleno a cui tutti debbono dare il lo-ro sostegno, perché i suoi colori restinobrillanti e vivi. Redazione Notiziopoli

Con l'approvazione unanime della camera è stata finalmente istituita la Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vit-time delle mafie. Essa sarà cele-brata, ogni anno, il 21 marzo, il primo giorno di primavera per ri-cordare chi è morto combattendo la Mafia che, con violenza, vuole affermare il proprio dominio per ottenere vantaggi economici e po-litici, controllare le aziende e im-porre le proprie leggi. I giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsel-lino, i preti Don Giuseppe Diana, e i giornalisti Giancarlo Siani e Pep-pino Impastato, per citarne solo al-cuni più noti, ma anche ribadire lo sforzo di chi, con coraggio, la combatte oggi a rischio della pro-pria vita. Il motivo per il quale è stata scelta questa data è perché in quel giorno di risveglio della na-tura si rinnovi la primavera del-la verità e della giustizia sociale negli uomini. Il 21 marzo tutte le scuole del nostro territorio, di ogni ordine e grado, accompagnati dai loro insegnanti, hanno organizzato

la "Marcia della Legalità" attraver-sando le strade di Brusciano con cartelloni realizzati dai bambini delle scuole primarie e dai ragazzi delle scuole medie. Questa marcia è culminata nella piazza XI Set-tembre. Alcuni ragazzi delle scuo-le medie indossavano magliette nere a significare il male e altri con magliette bianche che rappre-sentavano, invece, la legalità e su di esse c'erano dei fiori verdi. Ap-pena arrivati, due ragazzi delle scuole medie, hanno iniziato la manifestazione cantando la canzo-ne "Pensa" di Fabrizio Moro, un brano molto significativo che tratta appunto il tema della Mafia. Suc-cessivamente, alcuni bambini delle classi quinte e ragazzi delle medie, hanno letto frasi sulla legalità coinvolgendo anche i più piccoli della scuola dell'infanzia. Dopo si è esibita una ragazza della scuola media che ha cantato la canzone "Che sia benedetta" di Fiorella Mannoia, che rappresenta un inno alla vita come speranza per un fu-turo migliore.

Gli eroi della shoah Gli eroi della shoah Senza paura e senza timore Hanno salvato tante signore Uomini, bambini e ragazzi Da quella tremenda mandria di pazzi. Gli eroi della shoah Non dobbiamo dimenticarli E per questo Di generazione in generazione Abbiamo il dovere di ricordarli Emilio Martignetti

L’amore può cancellare ogni errore

Vorrei dimenticare quell’orrore Ed eliminare quell’ immane errore! La storia purtroppo ci ha insegnato Che il mondo fu davvero spietato! Per ogni lacrima che è stata versata Per ogni creatura che è stata annientata Vorrei che il tempo fosse annullato! Ah, se si potesse tornare indietro E portare luce nell’animo tetro Di coloro che han creato l’orrore Per seminare un prato d’amore Loris Fratiello

A questa manifestazione non pote-vano mancare il sindaco di Bru-sciano, Giosy Romano e l'assesso-re alla pubblica istruzione Licia Mocerino che hanno sottolineato l'importanza della cultura per combattere questi mali e che noi siamo gli eredi della legalità, che tutti dobbiamo rispettare le regole e solo così possiamo sperare di annientare la Mafia. Al termine della manifestazione abbiamo ri-cantato tutti insieme la canzone "Pensa" e carichi di speranza per un domani migliore, siamo ritorna-ti nelle nostre aule. Redazione Notizie a non finire

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È QUESTIONE È questione di potere È questione di onore E il re di denari la fa da padrone. Polvere bianca da assaggiare Tanto sangue fa versare. “o stat nun s’appaura” Ma ci vogliono leggi che smontinoquesta tortura. Con giudici che abbiano più co-raggio. Tutto questo non deve essere unmiraggio! Noi siamo gli uomini e le donne didomani Fate in modo da non tarparci leali! Santa e Tonia

Amici di penna…

Nel Veneto, a Padova, c’è una scuola di nome Manzoni, con la quale abbiamo deciso di condivi-dere le caratteristiche della nostra città, Napoli. Questo lo definiamo “gemellaggio”; ovvero un modo di scoprire le bellezze di un paese at-traverso gli occhi dei nostri coeta-nei. Questo è il gemellaggio, ma gemellaggio significa anche ami-cizia, cordialità, gioia, condivisio-ne e significa inoltre aver voglia di scoprire le caratteristiche incante-voli dei paesaggi italiani. In questo articolo vorremmo spiegarvi che è stato un piacere fare questo gemel-laggio e sarà triste doverlo com-pletare. Ma non siate tristi! Vi manderemo il video della nostra festicciola di fine anno, in cui can-teremo e balleremo, ma soprattutto vi parleremo di Napoli e della Cappella San Severo. Questo per-corso è durato un anno e insieme ci siamo divertiti e ci siamo scam-biati lavori natalizi e pasquali. Ab-biamo condiviso emozioni e

cultura, siamo contente di aver fat-to questa bella e fantastica espe-rienza, ci siamo divertite molto in questo piccolo ma notevole per-corso che ci ha rallegrate. La no-stra cultura e la nostra curiosità sono cresciute notevolmente, c’è voluto impegno, sì, ma il risultato si è visto e ne siamo fiere e lusin-gate. Annalisa Rotondo Nunzia Sposito

Cari amici di Padova… Salve ragazze e ragazzi, calmi e“pazzi” sono un’alunna della “Dante Alighieri”, che vi vuole dire volentieri, che le nostre scuole si aiuteranno e tra loro amicizia avranno. Questo è un gesto che consiste Nel dimostrarvi che l’amicizia esiste. Io dunque vi scriverò poesie, e voi a me altre follie: disegni, poesie o letterine, le riceveremo e con ansia le leggeremo, e siam sicuri che saranno molto carine! Fra le nostre scuole c’è gemellaggio, e per fare ciò c’è voluto impegno e co-raggio… riconosco che questa è una pazza poe-sia, ma questa è la personalità mia! Tanti saluti dalla “Dante Alighieri”, e ricordate, tante lettere vi scriveremo fino a quando amici diventeremo! Annalisa Rotondo V D

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI LIMENA (PD)

CIRCOLO DIDATTICO “D. ALIGHIERI” DI BRUSCIANO

(NA)

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DISASTRO CULTURALE

SALVIAMO L’ITALIANO!

“X me non 6 un sognio, ma una realta che mi fa sogniare!” E questi non sono che alcuni “orrori” grammaticali che ci capita di legge-re nei messaggi scritti sui muri del-le case, ma la cosa fa ancora più ri-flettere se pensiamo che persino nelle tesi degli studenti universitari ci sono errori-orrori corretti in pen-na rossa dai poveri professori! Ma a far discutere maggiormente è la denuncia fatta dai docenti universi-tari al Ministero della Pubblica Istruzione nell’allarmante lettera nella quale si afferma: “È chiaro da molti anni che alla fine del percor-so scolastico, troppi ragazzi scrivo-no male in italiano, leggono poco e faticano ad esprimersi oralmente”. C’è davvero da vergognarsi! Noi che ci vantiamo tanto del nostro grande poeta Dante Alighieri, non facciamo altro che rovinare ciò che lui ha costruito, sostituendo l’italiano con il nostro scorretto “gergo”. Possibile che in tanti non sappiano scrivere? Qual è il pro-blema all’origine di queste difficol-tà? Noi, nelle vesti di piccoli repor-ter, siamo andati a caccia di spiega-zioni e fra i motivi alla base ne ab-biamo riscontrati alcuni che siamo certi condividerete. Primo respon-sabile fra tutti ad aver abbassato le capacità dell’utilizzo della corretta forma grammaticale è l’utilizzo della “grammatica adolescenziale” di cui i social network sono pieni, e secondo, ma non ultimo, è la scarsa passione per i libri. Pochi infatti sono i giovani appassionati alla let-tura. A questo punto, noi Piccoli Reporter, sosteniamo che leggere un libro, invece di messaggiare su whatsapp o altro, potrebbe salvare la vita della grammatica e dell’ortografia. Concludiamo con un pensiero di Sciascia: “L’italiano non è l’italiano, è il ragionare” spe-rando che ciò ci porti a restituire l’antico splendore alla nostra amata lingua: “L’ITALIANO”. Redazione Piccoli reporter

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Eccola che arriva, spietata nelle mani della maestra a mano a mano che si avvicina, l’ansia e la paura affiorano, aumentando il battito cardiaco… Cosa avrò mai fatto? Noi bambini, seduti fra i banchi di scuola, temiamo molto “la maestra con la penna rossa”, nelle sue mani questa diventa un’arma… che se da un lato punisce… dall’altro ci rende consapevoli dei comportamenti a volte sbagliati. Da un questionario che abbiamo somministrato alle classi quarte e quinte è risultato che molti di noi alunni, almeno una volta nel nostro percorso scolastico, abbiamo preso una nota. La risposta più frequente emersa dal sondaggio è stata: “No, a me non è mai successo… però posso raccontarvi di un mio amico!... E noi siamo ancora alla ricerca di questo amico. Ciò mette in risalto che di fronte a una nota scritta, anche il bambino meno rispettoso delle regole prova un certo disagio nell’ammettere di essere stato redarguito, quindi in un certo senso la nota sortisce i suoi effetti. Il primo impulso è quello di reagire male, pensiamo che la maestra abbia fatto un grande sbaglio, che la colpa è dell’amico, e ancora: pensiamo che non la meritiamo… ma la penna rossa resta lì, indelebile sul quaderno…

Come glielo diremo ai nostri genitori? Nel percorrere il tragitto da scuola a casa, mille pensieri affollano la mente: come dirlo? Quando? Dire la verità? I miei genitori come reagiranno a questa notizia? Ed ecco che si susseguono nella mente le sequenze della scena che si è svolta in classe, cercando un motivo valido per passarla liscia. Quindi, cosa succederà a casa? Mamma e papà ci conoscono, quindi pure se diciamo una bugia, la verità verrà a galla… ecco, ci siamo quasi… mamma mi punirà di sicuro: per quanti giorni non mi concederà di giocare ai videogiochi? E allora forza e coraggio… mi aspetto come minimo qualche lunga e forte sgridata, o piuttosto qualche ceffone… o ancora la temuta punizione. Siamo sicuri che la lezione ci servirà? Tutti sbagliamo nella vita, ma c’è sempre un modo per rimediare… e nel futuro avremo o ci sforzeremo di avere comportamenti più corretti, per essere orgoglio dei nostri maestri, dei nostri genitori, ma soprattutto per noi che fra quei banchi impariamo tanto e ci avviamo ad essere i cittadini del domani! Redazione Original news

UNA “NOTA” PER NIENTE MUSICALE

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Se c’è un rimprovero che quasi tutti i bambini sentono dai propri genito-ri è: “Quanto sei disordinato/a! Non so più come fare con te!” e, a volte, si arriva anche alle minacce e ai ri-catti: “Se non metti in ordine, niente X-BOX o PS4, niente più danza o calcetto!” Ebbene, è proprio vero che la nostra è la “società del disor-dine”. A furia di sentirlo dire, sono addirittura arrivati gli incubi… Sen-tite un po’… I nostri giocattoli, gli oggetti nei nostri zaini, i vestiti ne-gli armadi hanno preso vita nei no-stri sogni e ciascuno di essi ha espresso la propria opinione e il proprio disappunto. Ecco a voi qualche brano dei dialoghi avuti con essi nei nostri brutti sogni. L’astuccio ha detto: “Quanto sono

del suo astuccio, stanche di essere sempre troppo allineate e ordinate, le chiedessero un po’ di movimento e di cambiar posto ogni tanto giusto per … sgranchirsi le “gambe” e ve-dere il mondo da un altro punto di vista. Alla fine tutti ci siamo sve-gliati e abbiamo compreso che il troppo, ordine o disordine che sia, non è così importante, perché come dice il proverbio “il troppo storpia”, che è nella strada di mezzo che c’è il vero equilibrio e che tutti noi pos-siamo trovare la giusta direzione per stare bene con noi stessi e con gli al-tri. Redazione Notiziopoli

disordine! Mi sento in imbarazzo nei confronti degli altri astucci! Vorrei tanto che il mio proprietario lo capisse… l’unica che mi capisce è la mamma: lei è una mia alleata e spesso mi mette in lavatrice, così io ritorno in forma e mi sento fiero e felice!” I vestiti, poi, veramente fu-riosi, hanno minacciato un vero e proprio sciopero, stanchi di essere sempre stropicciati e buttati alla rin-fusa. Infine, i poveri zaini, veri con-tenitori di ogni sorta di spazzatura e ricoperti di pedate hanno espresso il desiderio di poter ricevere maggiore considerazione e rispetto dai loro piccoli proprietari. Ma, sorpresa, una di noi, mosca bianca dell’ordine, ha sognato, al contrario, che la matita, la gomma e la penna

Oggetti scolastici impau-riti dell’ordine

Sono molto ordinata E ho tutto ben posizionato. Matita, penna e righello Sempre al loro posto come un gioiel-lo! Vi tengo stretti come la coperta E voi state sempre lì, pronti in aller-ta! So di essere una bambina speciale, ma essere disordinata non è norma-le! Andrea Capasso

“Se potesse…” Se potesse parlare il mio astuccio me ne prenderei più cura e diventerebbe a me caruccio. Se potesse parlare il mio cassetto mi aiuterebbe a sapere le cose che dentro ci metto! Se potesse parlare il mio divano Mi direbbe: Ma dai, non sporcarmi invano! Se potesse parlare tutto quello che ho, mi direbbero all’istante: -Con te vivere non si può! Lorenzo Esposito Gianluca De Falco

Disordinato sono nato Se i miei blocchi potessero parlare Quante cose avrebbero da dire Ed io me ne dovrei solo andare! Ebbene sì! Sono disordinato Come posso fare per cambiare Se così sono nato? Oh! Miei cari giocattoli Vogliamo fare un patto? Io cercherò bugigattoli E voi da soli Vi mettete nel posto che volete E felice mi farete! Emilio Martignetti

Sogno o incubo di bambini disordinati

LA SOCIETÀ DEL DISORDINE

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ammala e muore con grande dolore per Ethan che aveva perso il miglior amico di tutta la sua vita! Il film continua con una storia di reincarnazione, così sotto nuove ve-sti il cane incontrerà il suo antico padrone. Questo è un film molto bello perché parla dell’amicizia davvero speciale di un bimbo con-quistato da un cagnolino, un’amicizia che oltrepassa i confini

Un bellissimo film che parla dell’amore e degli animali

Qua la zampa! Un film tenero e delicato, il più bel film di sempre

Nel 1962 un bambino di nome Ethan salva un cucciolo di Golden retrevier ferito e lo chiama Bailey. I due creano un rapporto speciale e Bailey starà insieme a Ethan a lun-go, accompagnandolo nelle tappe più importanti della sua vita, fra gli studi, le delusioni sportive e persino il primo amore per Hannah. Poi Ethan diventa grande, parte per il College, in quel periodo il cane si

della morte, un affetto così profondo lega Bailey a Ethan che è disposto a cambiare sia genere che razza per stare vicino al suo padrone, anche se questi è diventato grande. Quanto vorrei avere un cucciolo come lui, pronto a dare tanto amore al suo padrone! Io consiglio a tutti di andare al cinema a vederlo: tra pianti, risate e tenerezze, passerete una bella serata! Annalisa Rotondi VD

Il mondo di Bayley Bayley è abbandonato,

Bayley è poco amato

Ma merita amore,

Con tutto il cuore.

Bayley è speciale

Lui è fenomenale.

Noi abbiamo un dono,

Si chiama perdono,

Significa dare bontà,

Significa dare sincerità.

Bayley vorrebbe questo,

Che il mondo sia onesto.

E di nuovo lui tornerà,

Giocherà

Con quel pallone sgonfiato,

Col suo padrone tanto amato.

Sarà qui, insieme a noi tutti,

E i mali verranno distrutti.

Alice Savino

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Noi Italiani siamo molto fortunati perché il nostro Paese è il più bello in arte, anche se Parigi è quasi ai nostri livelli grazie a Napoleone. Noi non lo abbiamo ancora studiato, ma sappiamo dei saccheggi di opere d’arte che egli fece durante la sua dominazione. Se andate al Louvre, uno dei musei più importanti del mondo, troverete esposti quadri fa-mosissimi, i più belli del mondo…i più belli di tutti i tempi. Alcuni di questi quadri sono di autori italiani; dalle pagine del giornalino, già altre volte abbiamo affrontato questo te-ma e vi abbiamo parlato della Gio-conda, dell’autore: Leonardo Da Vinci. Ma tant’è! Se avesse potuto, Napoleone si sarebbe trascinato in Francia anche il Colosseo o intere città, sì, perché città come Firenze, sono stupende nella loro interezza e non c’è bisogno di essere degli esperti di arte per ammirare la bel-lezza di Ponte Vecchio, o farsi emo-zionare dal ponte dei Sospiri a Ve-nezia…. Non c’è bisogno di essere architetti per non incantarsi e per-dersi nelle piazze italiane, del Plebi-scito a Napoli, Piazza del Campo a Siena o piazza Navona a Roma, per non parlare di Piazza San Marco a Venezia; che dite? Ci fermiamo a quelle che abbiamo visitato… con-tiamo durante la nostra vita di girare l’Italia metro per metro per cono-scerla in tutta la sua immensa bel-lezza!

Redazione Cultura e spettacolo

L’arte in Italia ARTE ITALIANA L’Italia è la capitale dell’arte

Tutti gli altri Paesi si fanno da parte!

Eppur la Gioconda è andata via,

Napoleone ha commesso una vera razzia!

Quel quadro è una vera poesia

E noi lo ricordiamo con nostalgia!

In Italia c’è sempre spettacolo d’arte

Nonostante le ruberie di Bonaparte.

Perché il nostro è un paese eccezionale,

fatto di arte viva, nessun altro è eguale.

Antonio Strube e Salvatore Monda

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SAPORE DI LIBERTA’ Da sempre il mondo poggia su due principi fondamentali: libertà e pa-ce strettamente connesse tra loro, poiché è la libertà che garantisce la pace tra i popoli! Senza questi due pilastri, l’Universo intero cadrebbe negli inferi più bui della schiavitù e della sopraffazio-ne, catastrofe immane che nessuna mente ragionevole potrebbe mai immaginare. Sono testimone della ragione che l’uomo dovrebbe avere, che poi è l’ultima ragione che giustifica l’uomo sulla terra, l’unico vero sen-so della vita: la libertà! Quando ti trovi nel tortuoso labirin-to della vita, potrai trovarti davanti un vicolo cieco…questo ti indica che hai perso la libertà, che non puoi scegliere che una sola stra-da…. Vedi che sei solo, attorniato da un groviglio di siepi che t’impediscono minacciose di proce-dere per il tuo cammino… che fai? Alzati, lotta per la tua indipenden-za! Rischia! Passa per siepi e rovi, fatti abbracciare dall’amaro sapore del dolore; ma non permettere a nessuno di strapparti via la cosa più importante, la cosa che ti consente di respirare e di vivere: la libertà! Simone De Falco

“A un passo dall’addio alla scuola primaria”

Riflessioni di un bambino che si 

prepara a salutare la scuola 

primaria 

Incredibile come la mia vita sia passata dall’immaturità e dalle in-certezze iniziali, alla vetta, alla cre-scita. Ci trovammo, sconosciuti, quel giorno di cinque anni fa, estra-nei in una scuola estranea. Io in quei momenti ancora non avevo scoperto cosa significasse il rela-zionarsi. Eravamo tutti lì, capitati per sbaglio o per destino. Destino che ci ha fatto piangere, riflettere, gioire. Eravamo incoscienti, impau-riti, eppure si avvertiva calore e ac-coglienza… Mese dopo mese, gradino dopo gradino, attraversammo quelli che sarebbero stati momenti di crescita e di scoperta. Le settimane passa-vano, le cose si facevano più dure, tra crisi e pianti continuavo il mio percorso cosparso di molte insidie. Forse fu proprio in quei momenti di abbattimento in cui capii che da so-lo non potevo, che mi servivano de-gli amici. Di “veri” amici non ne ho mai trovati, ho dovuto lottare sem-pre per me.

Probabilmente questo è stato uno dei pochi rimpianti avuti in questi cinque anni; a dirla tutta, un paio d’anni fa, qualcuno ne avevo…ma sono stato inesorabilmente “tradi-to”. Imparai una lezione importantissi-ma: scoprii che l’amicizia è soltanto un’illusione, un fantasma! Fra scoperte e delusioni, sono arri-vato qui, senza particolari rimpian-ti. Ma son proprio questi a far ar-ricchire il mio “bottino” di scolaro. Ora sono cambiato, sono cresciuto, e scrivere di queste cose che in real-tà fanno parte del mio passato mi aiuta, perché so che gettare indietro il passato è un grosso errore, infatti non c’è futuro senza passato, dob-biamo prendere da esso tutte le cose che ci ha insegnato e su di esso co-struirci il nostro futuro! Concludo con una mia opinione: entrare in una scuola con il peso di tutte le paure e le insicurezze e uscirne poi liberi, sia già un tra-guardo. Il traguardo è nel viaggio di questi cinque anni, il traguardo è nelle continue conquiste; lì ho vis-suto cinque anni della mia vita, il mio cambiamento le mie insicurez-ze…. Grazie di tutto! Simone De Falco

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L A F O R E S T A I N C A N T A T A Di Sabrina Ferrara V A Plesso Quattromani

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"Mamma, che si mangia oggi?" è la domanda che noi bambini facciamo al ritorno dalle nostre "fatiche" sco-lastiche. Ed è poi subito musica per le nostre orecchie e festa per le nostre papille gustative quando la risposta corri-sponde alle nostre attese. Ma, ahinoi, non è sempre così! Capita infatti che ci sono pietanze che riscuotono meno successo di al-tre anche se ci vengono presentate nel miglior modo possibile, perciò le rifiutiamo: fingiamo di non avere tanto appetito o, peggio ancora, ac-cusiamo mal di pancia o facciamo capricci, e se la "spuntiamo" non il-ludiamoci, perché non è la mamma ad uscirne sconfitta, siamo noi che ci siamo fatti del male da soli! In tutte le famiglie ci sono mamme più severe che ricorrono ai ricatti: "Se non mangi resterai digiuno!", altre più permissive che ricorrono alle promesse: "Se mangi tutto ti compro l'ovetto di cioccolato" altre ancora più fantasiose che si improv-visano "artiste chef”: usando ortaggi e verdure come occhi, naso, bocca compongono fantastici mosaici nei piatti! Ma tutte, proprio tutte si danno tan-to da fare nel prendersi cura di noi. Chi cucina, infatti, ha la responsabi-lità di farci crescere sani. A scuola abbiamo appreso che è dal cibo che il nostro corpo trae l'ener-gia per crescere, per svolgere le at-tività fisiche e per mantenersi sano.

sappiamo che è un pasto importante: quello che ci fornisce l'energia per affrontare la giornata, altrimenti siamo stanchi e distratti e finiamo per mangiare più spuntini che spes-so sono quelli più "pericolosi", per-ché noi vorremmo sempre merendi-ne dolci, snack o patatine ...e per questo ogni giorno è una lotta con la mamma! E a scuola ci si mette pure la mae-stra! Beh, però abbiamo capito che è per il nostro bene, perché soprattutto nelle merendine industriali si na-scondono tante insidie: additivi, conservanti, coloranti..., saranno dunque pur buone, ma molto molto dannose! Lo sanno bene le nostre mamme, quando non cedono ai nostri capric-ci nei supermercati che sono pieni di questi cibi così invitanti, ma che in fondo sono cibi "spazzatura"; o quando, pur accontentandoci di tan-to in tanto, li fanno scarseggiare in dispensa o li nascondono alla nostra vista se si accorgono che facciamo i "furbetti". Pensate che per loro non sarebbe molto più comodo propinarci cibi già pronti? Risparmierebbero tempo per prepararceli e fatica nel convin-cerci a mangiarli. Eppure, con tutte le difficoltà, non cedono e così eccole super impe-gnate nel loro difficile compito: quello di farci mangiare in maniera sana soddisfacendo allo stesso tem-po anche i nostri gusti. Allora brave mamme, vi promettia-mo che non storceremo più il muset-to quando preparerete qualcosa che non è proprio in cima alla nostra classifica di gradimento, anzi lo mangeremo senza fare storie, por-tando i pollici insù, perché un cibo preparato con amore è sempre buo-no e fa bene! Classe IV B

Purtroppo però non basta solo "mangiare", perché se così fosse noi bambini mangeremmo solo pasta, pizza, patatine e gelati, mentre verdura, frutta e legumi, com'è risul-tato dall'inchiesta svolta in classe, continuerebbero ad essere snobbate dalla maggior parte di noi. Per seguire un'alimentazione ben equilibrata, questa dev’essere varia e comprendere un po' di tutto per apportare al nostro corpo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Infatti pasta, pizza, pane... sono i carboidrati che ci danno la carica per muoverci; carne, pesce, legumi, latte, ... sono le proteine che ci fan-no crescere; ortaggi, frutta e verdura sono fibre, vitamine e sali minerali che ci proteggono dalle malattie… Ecco perché bisogna mangiare di tutto, ma attenzione! Occorre che il cibo sia nelle giuste quantità: introducendo più energia di quanta ne consumiamo, l’eccesso si accumula e diventiamo grassi; ba-sta guardarsi un po’ intorno per ve-dere quanti bambini sono a rischio obesità! Bisognerebbe fare cinque pasti al giorno: colazione, due spuntini, pranzo e cena. Spesso però non è così, infatti, sempre dalla nostra in-chiesta, risulta che nella nostra clas-se ben 10 bambini su 21 non sono assidui nel fare colazione, mentre

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Svegliarsi un minuto prima di prendere il metrò. In Cina si può. Soprattutto se abiti nel palazzo lungo la linea 2 del metrò della cit-tà di Chongqing. Un agglomerato da 32 milioni di abitanti sparsi in un territorio grande quanto tutto il Nord Italia. Quando gli architetti hanno preso l'incarico di costruire la metro, si sono trovati di fronte ad un problema importante: il per-corso del treno sopraelevato infatti passava in un posto già occupato da un enorme palazzo. Cosa fare? Demolirlo oppure cambiare strada della metro? Niente di tutto que-sto. Gli architetti hanno deciso di far passare direttamente le rotaie all'interno del condominio. Ov-viamente hanno chiesto il permes-so agli inquilini del palazzo, che non hanno sollevato problemi. In-fatti il valore delle case è schizzato in alto, diventando un quartiere ri-chiesto da molti e che attira l'at-tenzione di tutto il mondo. Avere una fermata dentro casa non è da tutti. E per chi fa il pendolare con la metro per arrivare al lavoro po-tersi svegliare due minuti prima di prendere il mezzo pubblico è una benedizione.

NOTIZIE INCREDIBILI DAL MONDO by Redazione Gli esploratori della notizia

Otto il bulldog stabilisce un nuovo primato. Il cane-skater si è preso un posto nel Guinness World Re-cords con un'impresa realizzata a Lima. Otto ha governato con mae-stria lo skateboard attraversando un “tunnel umano” formato da 30 paia di gambe.

Manuel Uribe, detto anche Me-me, ha 43 anni e vive a San Ni-colas de Los Garza, periferia di Monterrey (capitale della pro-vincia di Nuevo Leon), in Mes-sico; da quasi 5 anni, a causa del suo peso, è costretto a vivere sdraiato, ed è per questo motivo che è stato trasportato alla ceri-monia del suo matrimonio con tutto il letto, addobbato in bian-co per l’occasione, da quattro uomini che l’hanno caricato su un rimorchio, ed è stata necessa-ria circa un’ora di viaggio a bor-do del camion per trasportare "l'uomo più grasso del mondo" da casa sua al luogo della ceri-monia, a 14 chilometri di distan-za. Altri 20 minuti sono serviti a farlo scendere.

La mia schiena è una tela, io sono la cornice temporanea». Nel 2006 lo svizzero Tim Steiner si è fatto fare un tatuaggio sulla schiena dall’artista belga Wim Delvoye (1964) — che dal 1997 realizzava i suoi lavori sui maiali, prima negli Stati Uniti e poi in Cina —: una Madonna sormontata da un teschio in stile messicano circondata da raggi, uccelli, pesci e fiori. Nel 2008 Steiner ha venduto il tatuag-gio a Rik Reinking, collezionista tedesco, per 150 mila euro (ma c’è chi parla invece di 200 mila). Da allora Steiner, che oggi ha qua-rant’anni, gira il mondo come un’opera d’arte vivente nelle espo-sizioni organizzate da Reinking e quando morirà la sua pelle sarà esposta e incorniciata.

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