n zero il pelapatate pelapatate... · 2019. 2. 14. · a.s. 2011-2012 pag.3 n° 0 - anno 2011...

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A.S. 2011-2012 Pag.1 Il Pelapatate La notizia senza scorza. Anno 2 N° Zero È di nuovo tra voi, per salvarvi dalle grinfie della scuola... è Il Pelapatate!

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Page 1: N Zero Il Pelapatate PELAPATATE... · 2019. 2. 14. · A.S. 2011-2012 Pag.3 N° 0 - Anno 2011 I.T.C.G. “L. Einaudi” - Bassano del Grappa (Vi) Il Pelapatate nato dalla scissione

A.S. 2011-2012 Pag.1

Il PelapatateLa notizia senza scorza.

Anno 2N° Zero

È di nuovo tra voi, per salvarvi dalle grinfiedella scuola... è Il Pelapatate!

Page 2: N Zero Il Pelapatate PELAPATATE... · 2019. 2. 14. · A.S. 2011-2012 Pag.3 N° 0 - Anno 2011 I.T.C.G. “L. Einaudi” - Bassano del Grappa (Vi) Il Pelapatate nato dalla scissione

Il Pelapatate I.T.C.G. “L. Einaudi” - Bassano del Grappa (Vi) N° 0 - Anno 2011

Pag.2 A.S. 2011-2012

Indice

Foto in copertina:“Superhero Il Pelapatate”© Diletta Dissegna

Stampato il: 15/10/2011

Edizione n° 0 - Anno 2011

Redazione: Baggio Elia, BaronFilippo, Bertoncello Jacopo,Bertoncello Nicolò, BordignonAlberto, Cobalchini Igor, ColellaGiada, Dissegna Diletta, EdelvigiLara, Fin Matteo, FioreseFederica, Fogal Davide, FurlanGreta, Marchesan Marta, MarcolinIlaria, Menon Sonia, ParolinMarco, Perin Federica, QiuCristina, Simonetto Alessia,Toffanin Arianna, Turcanu Ion.

Per i vostri consigli, i vostri commenti e le vostre critiche scrivete a: [email protected]

Vivere il cambiamento

Pag. 1 Copertina - “Superhero Il Pelapatate” disegno di Diletta Dissegna

Pag. 2-3 Vivere il cambiamento - Nicolò Bertoncello

Pag. 3 Einaudi, campione di vincite - Federica Fiorese

Pag. 4 Bassano, tra cinema e proteste - Elia Baggio

Pag. 5 Fumo nei cortili: il divieto può attendere! - Marco Parolin

Pag. 5 Il sondaggione dell’estate - Igor Cobalchini e Alberto Bordignon

Pag. 6 Sogni, sorrisi e “free hugs” - ANONIMO

Pag. 6 Internet: il futuro di tutti (o no?) - Ion Turcanu

Pag. 7 Una cinese d’oltremare e un’italiana impreparata - Cristina Qiu e Greta Furlan

Pag. 8 Belgio diviso: il paradosso nella crisi - Jacopo Bertoncello

Pag. 8-9 Cicciolina parlamentare: l’Italia va proprio a rotoli… - Giada Colella

Pag. 9-10 Dieci anni dopo… Cosa resta??? - Filippo Baron

Pag. 10 23 luglio 2011: Amy Winehouse entra a far parte del Club 27 - Ilaria Marcolin

Pag. 10-11 Che cos’è il Galateo??? - Davide Fogal

Pag. 11 La prima colazione nel Mondo - Alessia Simonetto

Pag.11 Arrivederci Steve - Matteo Fin

Pag. 12 Campagna Promozionale de Il Pelapatate

Di Nicolò Bertoncello

Buongiorno e ben ritrovati, cari lettorie lettrici, di tutti i tipi di età, stili divita ed abitudini differenti. Nell'esta-

te in cui siamo stati lontani, noi da voi e voida noi, è successo un po' di tutto, è difficiletirare le somme e trovare gli spunti per unasingola riflessione. È cambiato il mondo.Quasi tutti sapranno che c'è un' Europa inprofonda crisi economica (e politica).Una crisi ancora più grave, dai risvolti amo-rali, sta attraversando il nostro Paese.Qui vicino, più di quanto possiamo capire al

momento, c'è stato un cambiamento ancorpiù vero, ancor più significativo: le guerrecivili hanno segnato le vicende di Egitto,Siria e Yemen; un conflitto di più larga porta-ta sta cambiando la storia della Libia. Ma ilvento delle rivoluzioni, la “Primavera Araba”,si è spinto molto più in là del Nord-Africa.Se di rivoluzioni stiamo parlando, è naturalepensare agli Indignados europei, al movi-mento Occupy Wall Street in America, aigreci.E come posso non suggerirvi di seguire con

attenzione le rivolte studentesche in Cile?Un vasto movimento, guidato dalla bella23enne Camila Vallejo.I giovani chiedono riforme e cambiamenti,ma non solo: chiedono un ritorno ad unapolitica ed un'economia in cui non continopiù solo i numeri, la corruzione, gli interessiprivati, ma torni al centro la persona umanaed in particolare chi non riesce a vedere unfuturo.Un futuro che speriamo possa essere roseoper il Sud Sudan, Stato indipendente neo

“La grandezza di un uomo risiede per noi nel fatto che egli porta il suo destino come Atlanteportava sulle spalle la volta celeste.” (Milan Kundera)

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A.S. 2011-2012 Pag.3

N° 0 - Anno 2011 I.T.C.G. “L. Einaudi” - Bassano del Grappa (Vi) Il Pelapatate

nato dalla scissione con il Sudan, dopovent'anni di guerra civile e due milioni dimorti. Morti che continuano nel Corno d'A-frica, dopo una delle più terribili carestiedella storia e un'epidemia di colera che stadecimando la regione.E ancora: il rilascio di Ai Weiwei e Aung SanSuu Kyi; lo scandalo Murdoch; l'attentato diMumbai; il caso Strauss Kahn; i saccheggi diLondra; la strage di Utoya; le vicende israelo-palestinesi, arrivate ad un nuovo punto criti-co.È persino morto Spider Man, in uno degliultimi numeri della serie della Marvel.E non si può dimenticare Steve Jobs, che conle sue luci (molte) e ombre (alcune) ha con-tribuito a cambiare il rapporto con la tecno-logia ed il ruolo di quest'ultima nelle nostrevite.È difficile capire un mondo in continuo movi-mento, in cui le brutte notizie sembranoessere sempre più delle belle.

E così dopo l'estate torno a chiedermi: qual'èil posto di ognuno di noi in tutto ciò? In cosadobbiamo ancora credere?

La guerriglia urbana che alcuni decerebratihanno scatenato nel recente 15 ottobre èl'esempio di come NON dobbiamo reagirealle difficoltà che la vita ci propone ed offrel'occasione per riflettere. Il nostro metro dimisura dev'essere la civiltà, l'umanità, la di-gnità personale e collettiva. Dobbiamo cre-dere ai sogni, alle speranze, ai progetti, a noistessi. Anche quando interagiamo con qual-cuno che cerca di ostacolarci: in classe, allavoro, nelle sedi più disparate, abbiamospesso a che fare con persone arroganti,presuntuose, piene di sé. Se cediamo il pas-so a tutto ciò, sacrificando le particolaritàpersonali, perdiamo il senso della realtà.Avere il coraggio di dire, scrivere, cantare,disegnare la propria opinione è la maniera

giusta per continuare a sorridere con umilefierezza, anche di fronte a chi tenta di“spegnerci”, e per formare una coscienza,una forza d'essere incredibile.Ognuno scelga i modi più appropriati perseguire la propria strada, per afferrare appie-no questo grande cambiamento che stiamovivendo. Noi continueremo a scrivere liberied indipendenti per farlo, almeno in parte.Sognare non costa nulla, anche in periodi dicrisi è permesso. E se è vero che una 23enneguida migliaia di studenti in Cile e le rivoltearabe sono nate dai social network, voletedirmi che non possiamo cambiare il mondoanche noi, ogni giorno? Rispondendo alladomanda che mi sono fatto, credo che ilnostro posto, il nostro destino, sia proprioquesto: renderci veri protagonisti della vitache ci appartiene.

Buon cammino a tutti!

Einaudi, campione di successi

Reggio Emilia: è l’Istituto Tecnico Statale e per Geometri An-gelo Secchi ad aver ospitato la Gara Nazionale Geometri perl’anno scolastico 2010-2011. È qui che oltre 50 studenti rap-

presentanti di realtà scolastiche di tutta l’Italia si sono sfidati inquesto progetto promosso dal Ministero dell’Istruzione. Ma traquesti il protagonista è stato Leonardo Tobaldo, giovane studentedell’attuale 5Bg5 dell’Einaudi che è salito sul primo gradino delpodio con il punteggio di 88/100, staccando di ben 7 punti la stu-dentessa dell’Istituto Canova di Vicenza. Leonardo contribuisce ascrivere la storia della nostra scuola, <il suo risultato gratifica il lavo-ro che svolgiamo e ci stimola ad un impegno maggiore perché,sempre più, la qualità dell’Einaudi corrisponda alle attese degli stu-denti, delle famiglie e della Società>, così commenta il Preside Gio-vanni Pone che nel giro di pochi mesi ha accolto con grande soddi-sfazione anche la vittoria di Anna Toniato, 5Be, vincitrice della GaraNazionale per l’indirizzo Erica. Due primi posti che si inseriscono aiquattro ottenuti negli ultimi otto anni. Due meriti lodevoli che por-teranno l’ Einaudi ad accogliere in questo nuovo anno scolasticoaltrettanti studenti per realizzare non una, ma ben due Gare Nazio-nali: per l’indirizzo Geometri e per l’indirizzo Erica, cosi come daregolamento che assegna alla scuola dello studente vincitorel’organizzazione della gara per la stagione successiva. I Preparativiinizieranno infatti già nei prossimi giorni, con il Collegio Docentiche sotto la guida del nostro Preside si prepara a realizzare qualco-sa di nuovo, di diverso rispetto a ciò che è stato fatto fino a questomomento: grandi sorprese che sicuramente porteranno ancora piùin alto il nome e la qualità dell’Einaudi che i nostri studenti hannogià testimoniato con i loro meritati primi posti.

“Niente di grande è stato fatto al mondo senza il contri-buto del la passione. (George Hegel)”

...COSI’ CI RACCONTA LEONARDO...<È stata una vera sorpresa sapere cheavrei partecipato proprio io alla GaraNazionale >.Leonardo ricorda con gran-de emozione il momento in cui i profes-sori glielo comunicarono mentre stentaancora a credere alla sua vittoria: unavittoria non solo su carta ma soprattuttopersonale visto l’impegno e la sua gran-de passione. Le prove da affrontare era-no quattro: disegno-progettazione-

costruzioni, topografia, estimo e impianti. <Avevo gli occhi degliesaminatori puntati addosso e non nascondo che ero davvero tesoe agitato> continua <ho cercato di dare il meglio di me stesso vi-vendo il momento così come mi si presentava, senza grossi obietti-vi ma solo come una sfida personale>. E sicuramente è stata pro-prio la sua umiltà ad averlo portato ad ottenere il massimo. La sod-disfazione dei suoi insegnanti è tanta, in particolare della Prof.ssaMastrolilli che lo ha accompagnato in quest’esperienza. <Gran par-te del merito lo devo ai miei professori, al loro insegnamento eall’appoggio che non mi hanno fatto mancare, Grazie a tutti>. Ter-mina con queste parole il nostro giovane e promettente geometra,ma il grazie può essere soltanto a te Leonardo: hai valorizzato an-cora una volta il corso Geometri come fece Martino Viero nel 2007el’Intera Scuola. Un grosso e sincero in bocca al lupo per ulteriorisuccessi e soddisfazioni come questa che siamo certi ricorderai pertutta la vita.

E NEL PROSSIMO NUMERO,INTERVISTA AD ANNA TONIATO!!!

Di Federica Fiorese

From Facebook

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Uno sguardo su Bassano

Di Elia Baggio

Bassano, tra cinema e protesteEsce l'ultimo film di Abatantuono girato in centro storico. Basta il trailer a scatenare i primi mal di pancia.

Premetto che Abatantuono mi sta un po’ "lì". Premetto che7,50 euro non si spendono mai troppo volentieri per un filmche potresti benissimo scaricare e guardare disteso sul diva-

no con una vaschetta da mezzo chilo di gelato. Premetto ancheche, se vi state aspettando di leggere una recensione di un capola-voro del cinema, forse è meglio girare pagina.Eh si, perché in “Cose dell'altro mondo” non troviamo il film da re-cord di incassi che ci aspetteremmo di vedere, gli attori brillanti, letrame intricate, i finali a sorpresa o le frasi da stato su Facebook.Non troviamo nulla di tutto ciò e probabilmente se rimanessimo suquesti criteri di valutazione non troveremmo nemmeno una buonamotivazione che ci giustifichi il prezzo del biglietto. Ma da spettato-re “ignorante” mi sento di dire che è un film da vedere.Ambientato nella Bassano veneta della piccola imprenditoria il filmdi Patierno ha come protagonista un facoltoso industriale, il signorLibero Golfetto (Abatantuono) che, ritagliandosi qualche spazionella propria televisione locale, inveisce con frasi razziste contro gliimmigrati, un festival di aforismi xenofobi con cui ne predica l'e-spulsione. Parallelamente il regista descrive la situazione di unamaestra di scuole primarie (figlia del sig.Golfetto, ma lo si capiscesolo alla fine), fidanzata di un ragazzo di colore che cerca, giornodopo giorno, di sradicare dalla testa dei suoi alunni pregiudizi e di-scriminazioni che i genitori sembrano inculcare loro e di educarli aduna convivenza scolastica all'insegna del rispetto per il “diverso”.Ma il punto “clue”, se possiamo chiamarlo così, arriva quando, unamattina, dopo un grosso temporale, i telegiornali annunciano lamisteriosa scomparsa di tutti gli extracomunitari dal suolo naziona-le. Centralini di caserme ed enti pubblici subissati di telefonate diaziende in ginocchio senza personale, famiglie con anziani senzabadante e scuole semivuote. Le preghiere del Don Rodrigo bassa-nese si erano avverate.Un film, questo, che già all'uscita del trailer ha provocato le primecritiche e i primi malcontenti. Parte della popolazione veneta si èdetta offesa da quest'opera “diffamatoria e razzista” e per questeragioni alcuni ne hanno proposto il boicottaggio. A rappresentare laparte lesa in parlamento è stato il primo cittadino di Cittadella,Massimo Bitonci, sindaco proibizionista che ha deciso di bandirekebab, sexy shop, slot machines e circoli privati di poker dalla suacittà. Il "difensore veneto” ha pensato bene di presentare due inter-rogazioni parlamentari al ministro per le Attività Culturali espri-mendo il suo disappunto riguardo al film (senza nemmeno averlovisto e scusate se è poco), che, dal suo punto di vista, darebbeun'immagine negativa e sbagliata del popolo padano. E fa moltopensare come un bel gruppo di politicanti riesca a polemizzare ri-guardo allo stanziamento di denaro pubblico a favore di un film chemette in mostra, seppur con vena ironica, una mentalità e un mododi pensare ampiamente diffuso nel nord-est, e non apra boccaquando si propone di promuovere il film erudito per eccellenza,“Senso”, di Tinto Brass, finanziandolo ed etichettandolo come pelli-cola di interesse culturale (senza nulla togliere al vecchio Tinto dicui ho grande stima ed ammirazione).Ma torniamo a noi. La situazione che Patierno ha provato ad imma-ginare e rappresentare con “Cose dell'altro mondo” è stata oggettodi riflessione da parte di diversi prima di lui. Sergio Arau e Jareli

Arizmendi con “Un giorno senza messicani” hanno dato sfogo allaloro fantasia ipotizzando una fuga in massa di messicani nella caldae lontana California. Vladimiro Polchi, invece, con il libro “Blacksout”, ha dipinto un'Italia in ginocchio, in cui tutti gli immigrati deci-dono di fermarsi anche solo per un giorno. “Nel modenese le fabbri-che di piastrelle erano state chiuse all'improvviso per la mancanzadi operai africani, nel parmense la scomparsa degli indiani abilissiminell'allevamento delle vacche aveva messo in crisi la distribuzionedel latte e la lavorazione dei formaggi, lo stesso a Mondragone, inCampania, dove i ghanesi avevano disertato le fattorie e la produ-zione di mozzarelle di bufala si era bloccata, e a Reggio Emilia furo-no spenti gli altiforni delle fonderie per la repentina fuga degli ope-rai egiziani[...]” (e l'Internazionale F.C aveva chiuso i battenti permancanza di giocatori n.d.r).Non c'è un raduno a Pontida in cui non si senta urlare “mandiamolia casa!”, non un discorso di qualche fanatico leghista che non inclu-da la necessità di rispedire gli intrusi al mittente. Ma la verità è chequesto esodo non gioverebbe a nessuno. Viene tanto predicatoperché il bacino voti è la prima cosa da salvaguardare per un politi-co, ma nessuno sano di mente vorrebbe davvero una fuga del gene-re. Anche il vicesindaco di Treviso, lo sceriffo dal pugno duro, il bur-bero dei burberi, riconosce in quest'opera di “disinfestazione dimassa” una grossa follia: al regista Patierno che gli chiede cosa suc-cederebbe se scomparissero gli extracomunitari Gentilini risponde:“andremo tutti a puttane!”.“Cose dell'altro mondo”, quindi, vuole essere un monito e insiemeuno spunto di riflessione; è un film che sta bene visto, non tanto perle riprese o per l'interpretazione, ma per la presa di coscienza (o ilbisogno di riscatto, fate voi) a cui implicitamente vuole portare.Con una vena tragicomica che si protrae per tutta la durata dell'o-pera, la pellicola cerca di arrivare dove il film colto o la riflessionealta farebbero ben poco.È il veneto visto dall'alto, è un documentario scomodo, è il politi-cally incorrect che agita e infiamma, o più semplicemente è la ras-segnazione davanti ad un qualcosa che tutti conoscono ma nessunovuole ammettere.

dizion ari

pubblic o

PUNTEGGIO 2,70/5

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A.S. 2011-2012 Pag.5

Di Marco Parolin

Fumo nei cortili: il divieto può attendere!

L 'ondata proibitiva contro il fumo nei cortili delle scuole ha ormai travolto tutti gli istituti del bassanese, centro studi e non. Il motivoè il solito: tutela dei non fumatori, con la nuova norma che si propone come un vero e proprio deterrente, basti pensare che la granparte dei fumatori si avvicina alle sigarette proprio durante i primi anni di scuola superiore.

La proposta di divieto totale è arrivata anche all'Einaudi durante il Consiglio d'Istituto di luglio. Inizialmente i presenti erano propensi afavoreggiare il divieto per poi - dopo lunghe discussioni dovute ad opinioni ed esperienze diverse - trovare un punto d'incontro: il periodosperimentale.Da un bel po' di tempo esistono aree adibite al fumo, che vengono spesso snobbate dagli studenti, sia perché non son mai state adeguata-mente segnalate, sia perché la cicca sulle scale d'emergenza è ormai una consuetudine ben radicata in quel di via San Tommaso d'Aquino.Attenzione però, d'ora in avanti non saranno tollerati fumatori al di fuori delle apposite aree, che presto verranno evidenziate e comunica-te in maniera più chiara ed efficace.Il periodo sperimentale dunque, consiste proprio in un lasco di tempo (al momento ancora indefinito) nel quale verranno messe alla provaqueste aree del fumo e gli studenti stessi. In caso di mancato rispetto di esse, però, il Consiglio d'Istituto potrebbe ricorrere al totale divie-to. Si chiede pertanto una responsabilizzazione da parte di tutti i ragazzi della scuola in modo tale da mantenere vivo il diritto della "ciccain compagnia".

Di Igor Cobalchini e Alberto Bordignon

Il sondaggione dell’estate

Buongiorno a tutti belli e brutti! Siamo tornati, sempre pronti ad importunarvi! Appena tornati dalle vacanze abbiamo voluto chie-dere agli studenti come hanno passato le vacanze e le prime impressioni sul ritorno a scuola. Stavolta, lo ammettiamo, siamo an-dati leggeri…

Degli intervistati il 57% è stato promosso, il 35% rimandato e il 7% è stato bocciato. Questi dati non ci hanno sorpreso particolarmente.Un sorprendente 29% è felice di essere tornato a scuola, il 71% no. Personalmente ci ha sorpreso molto, non credevamo che i prof mancas-sero così tanto a così tanti studenti!

L'81% ha detto che gli son piaciute le vacanze appena trascorse. Il restante 19% supponiamo faccia parte di quel 29% felice di essere torna-to a scuola; ma ciò vuol dire che qualcuno mentiva?!

Per quanto riguarda le località scelte dagli einaudiani constatiamo che un 4% ha girato per diverse città, sempre un 4% ha girato ma per lapropria casa; la montagna è stata la meta dell’11% di noi, mentre il mare spadroneggia con un 75%. Ecco perché siamo tutti più abbronzatie meno mozzarelline. Oddio, pensandoci forse ora siamo già in fase lattiginosa…È rimasto in Italia per le vacanze il 56%, mentre all'estero ha scelto l’estero il restante 44%. E' proprio vero il fenomeno dei cervelli in fuga!E che cervelli!

Il 62% ha dichiarato vero amore verso la propria classe, mentre il restante 38% invece ci ha confessato che non gli piace la classe in cui è.Attenti ragazzi, i compagni di banco antipatici sono sempre un problema!

Ha cambiato indirizzo il 10% degli intervistati; il 90% no. Non sappiamo a chi possa interessare questo dato, ma ci era stato detto di fare untot di domande.

È andato in vacanza con gli amici il 64% degli intervistati, mentre il 36% ha avuto la compagnia dei genitori in vacanza, o almeno così pre-sumiamo. Difficile che qualcuno sia andato in vacanza da solo. O Into the Wild vi ha ispirato così tanto? Occhio alle bacche però, vi racco-mando!

Si è ubriacato almeno una volta alla settimana il 56% degli intervistati, il restante 44% fa parte della sempre più ristretta cerchia dei bravitusi. Ma…

…il 61% ha dichiarato di aver fatto almeno una balla atomica, tenendo alto il tasso alcolico tra i giovani di Bassano. Ciò significa che a volteanche i bravi tusi sgarrano e quando lo fanno ci vanno pesante!

Mangia o beve in classe il 97% degli intervistati. Quelli che hanno detto no erano chiaramente fasulli. E sì, se ve lo state chiedendo, anchequesta è una domanda perché dovevamo farne un tot!

Fuma durante la ricreazione il 47% degli studenti; l'altro 53% ambisce ad arrivare un giorno alla propria pensione!

Il 60% di noi ha ripreso a fare sport dopo la pausa estiva, il restante 40% no. Possiamo dire che quel 40% lì non ha ancora smesso di farsipippe! Ovviamente intendiamo quegli arnesi di legno, avete presente?! Ah si scrive pipe? Beh insomma ci siamo capiti.

La maglietta di Call of Duty, indossata da un giornalista, è piaciuta al 90% degli intervistati, un 10% non ne capiva niente di videogiochi eancora non sa nulla della maglietta.(Il dovere di cronaca ci impone di sottolineare che il Marchesane juniores ha vinto per 11 a 0 la partita d'esordio!)

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Pag.6 A.S. 2011-2012

Il Pelapatate I.T.C.G. “L. Einaudi” - Bassano del Grappa (Vi) N° 0- Anno 2011

C iao. Sono un ragazzo. Non serve ilmio nome, sono semplicemente unragazzo.

I miei capelli sono neri, biondi, rossi e casta-ni.La mia pelle è unica, ha i colori del mondo,anche se so che è un'espressione difficile daaccettare. La mia età non conta, sono unragazzo perché mi sento tale.Non ho molti soldi da parte, se non quelli chemi sono guadagnato. Ho un piccolo salvada-naio di terracotta, di quelli che non si apro-no, che devi rompere. Sulla terracotta homesso una data e vicino ci ho scritto “sogni,progetti, futuro”.Un po' mi vergogno ad ammetterlo, ma do-vete sapere che ho fatto diverse stupidatefino ad ora. Non proprio di quelle grosse,forse tra un paio d'anni ci riderò su.Ho sempre cercato di mantenere buoni rap-porti con tutti, volendo bene ad ogni perso-na e cercando di farmi volere bene. È diffici-le, non trovate? È qualcosa di strano! È cosìbello volersi bene, ma sembra così difficileoggi. Quanto costa un sorriso? Ed un abbrac-cio?Qualcuno gira per varie stazioni del mondoscrivendo “free hugs” nei cartelloni. C'è an-cora gratuità, almeno negli abbracci, sem-bra. Quante volte sento parlare di personeche litigano, persone nervose, stressate; c'èchi conta i propri problemi e chi si autolesio-

ne con paranoie e sensi di colpa. C'è chi nonrispetta gli amici, la società, i familiari; c'èperfino chi non rispetta sé stesso.Diavolo, ma è tanto difficile volersi bene? Ètanto difficile vivere sorridendo?Oppure non capisco queste cose perché so-no un ragazzo e devo ancora diventare unuomo maturo? Se cambiare significa diven-tare noioso, arrogante, stanco e nervosoallora no, preferisco tenere la mia giovinezzacon la sua ingenuità. Però, per qualcosa sonomolto, molto preoccupato.Sono preoccupato perché ho tanti sogni.Tanti sogni e tanto entusiasmo. Ma c'è chi livuole calpestare, questi miei sogni.Mi dicono sempre tante cose che non devofare, altrettante che devo fare. Cercano dispegnermi, questi signori: mi fanno vederecose come il grande fratello; mi fanno fareuna scuola che non è adatta alla vita; mi di-cono che sono importante, che io conto, masono tutte balle.E poi c'è qualcosa che non va, qualcosa disbagliato che qualcuno è riuscito ad inculca-re in molti ragazzi. Dico che mi piace studia-re e mi ridono dietro; dico che mi piace leg-gere o scrivere e mi guardano strano. Mainsomma, cosa c'è di strano? Io trovo stranochi non si informa su ciò che succede, dicen-do che sono cose che non lo riguardano;trovo strano chi dice sempre “non è colpamia”, chi ha sempre una scusa; trovo strano

chi guarda tanta televisione e non legge unlibro; trovo strano chi ha paura del futuro; ochi vorrebbe cacciare gli stranieri, senza sa-pere nulla dell' Altro; è strano chi si lamentasempre, invece di accogliere qualcosa dibuono in tutto ciò che succede. Trovo stranoanche chi non ama la pizza, ma forse questoè un altro discorso.Sono un ragazzo in fondo, come tutti gli al-tri. Ormai avete capito un po' come sono. Ese sapete qualcosina del mondo sapete chetira una brutta aria per i ragazzi in questomomento. Ma io ho tanto da dire al mondo!Sembra una cosa troppo grande per me? Ionon credo. Il mio sogno, i miei sogni, abbrac-ciano il mondo intero. E se questo sembratroppo grande è perché chi sta soffiando perspegnere la fiamma del mio entusiasmo hagià spento quella di molti altri ragazzi. Il miosogno più grande e più importante è sempli-ce: vorrei che tutti i ragazzi tornassero adessere ragazzi. Sbattendo in faccia un sorri-so ed un abbraccio gratis alla vecchiaia, aldatore di lavoro, ai saccenti, agli arroganti, aipresuntuosi, agli opportunisti. Vorrei chetornassero tutti a sognare come ragazzi. Avivere, ad amare, a ridere, a divertirsi comeragazzi. Ma di quelli veri. In fondo per diven-tare adulti stanchi abbiamo ancora tantotempo davanti, non credete?

Un ragazzo unico, come tutti.

Sogni, sorrisi e “free hugs”Lettera anonima arrivata alla Redazione

Di Ion Turcanu

Internet: il futuro di tutti (o no?)

Ah gente gente, quanto mi sarebbe piaciuto cominciare quest’anno scrivendo un po’ dell’ estate che ci ha appena lasciati o dellascuola che ha cominciato subito a ritmi alti, con un pressing asfissiante, trovandoci scoperti sulle fasce. Sicuramente non avreivoluto cominciare il nuovo anno con una polemica, perché di questi tempi bisogna essere positivi per tanti motivi. Uno di questi è

la fine del mondo che si sta sempre più avvicinando( chissà che sia la volta buona!). Però mi trovo a dover necessariamente spendere unpaio di parole per il nostro sito internet (www.einaudibassano.it). In un’era in cui se manca internet, scoppia una guerra civile, il nostro sitoè come una mummia, imbalsamata anni fa, mai mossa e sempre uguale. Su questo, penso, son d’accordo tutti. Quando lo apri ti sembradi essere nel Labirinto di Cnosso: entri ma non ti ritrovi più. E se provi a ricominciare per trovare quello che ti serve, lo devi‘abbattere’ (chiudendo la pagina del browser).Certo, guardando un po’ gli altri siti istituzionali possiamo notare che non sono messi meglio. Ma non per questo non dobbiamo esseremigliori. Sarà che i responsabili dei vari siti non hanno lo stimolo (anche economico) giusto per seguire adeguatamente questo tipo di pro-getti; o sarà per perché manca l’attrezzatura adatta, o altro. Quello che è certo è il fatto di avere un sito obsoleto. Risulta difficile orientarsinel sito senza perdere un mucchio di tempo inutilmente. Se ci fosse un aggiornamento costante di tutto ciò che succede nella scuola ilcontatto tra questa e i genitori sarebbe molto più stretto. Un'altra idea sarebbe quella di far uscireanche su internet il nostro giornalino, rendendolo disponibile per coloro che non sono riusciti adaverne una copia e per i lettori più accaniti. Tutto ciò diventa ancora più grave se si pensa chel’Einaudi ha un indirizzo specifico per l’informatica e certamente non ci si può permettere di valoriz-zare questo aspetto con un sito simile. Il ragionamento ci viene spontaneo: che figura facciamo? Ilmodo migliore per pubblicizzare una scuola è quello di mostrare di essere bravi almeno in quello chedovremmo saper fare.E’ il tempo di muoversi e con un po’ di buona volontà e di impegno ‘agonistico’ ce la possiamo fare.Scrivete, se avete qualcosa da dire a proposito, alla nostra casella e-mail o direttamente ai redattori. From the Web

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N° 0 - Anno 2011 I.T.C.G. “L. Einaudi” - Bassano del Grappa (Vi) Il Pelapatate

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Uno sguardo sul Mondo

Non ero mai stata al ristorante cineseprima ed è bellissimo. Si respiraproprio l’atmosfera orientale, con i

dipinti cinesi alle pareti, draghi intagliati eduna canzone cinese in sottofondo, che dàquel non so che di tipico, anche se ci trovia-mo nell’abitudinaria Bassano.Quest'estate ho passato 40 giorni in Cina.Io e Cristina siamo sedute a un tavolo a par-lare dell’esperienza estiva nella sua terrad’origine, di cui io, in sostanza, so solo il no-me.Le prime due settimane erano offerte da unassociazione che aiuta "I cinesi d'oltrema-re" a conoscere la propria cultura.Non avevo mai sentito parlare di cose delgenere per gli italiani che abitano all’estero,ma poi ho pensato che questa iniziativa sa-rebbe molto più utile per certi italiani chevivono in Italia, senza preoccuparsi di nonsapere niente del proprio Paese, della pro-pria cultura, della propria storia e, ahimè,nemmeno della propria lingua.Durante queste due settimane eravamo acontatto con gli altri gruppi cinesi prove-nienti da tutto il mondo. Abbiamo alloggiatoin vari hotel/dormitori in due grandi cittàdel nord della Cina.Successivamente ci siamo spostati nellacapitale Pechino per iniziare il campus or-ganizzato dalla scuola cinese, della duratadi un mese. Il dormitorio era una strutturaapposita per studenti stranieri che voglionoimparare il cinese.Una specie di viaggio studio, mi pare di capi-re!C'erano molti studenti provenienti dai pae-

si vicini, come Thailandia, Indonesia, Male-sia, Mongolia, poiché il cinese è una linguache viene comunemente studiata, un po’come l'inglese. Le lezioni del mattino co-minciavano alle 8 e terminavano alle 12 edopo 2 ore si cambiava prof, si studiava ci-nese scritto e parlato. Nelle lezioni del po-meriggio, che erano dalle 14 alle 16, si fa-cevano arti manuali, disegno, canto, scrittu-ra tradizionale cinese. La sera le lezioni era-no dalle 18.30 alle 20.00 ed erano di kungfu oppure computer. Scuola alla mattina, al pomeriggio e allasera, non ho idea di come facciano, dovetrovano la forza, la voglia?

A colazione si mangia sia dolce che salato,ad esempio pane cinese vuoto o ripieno dol-ce o salato, pollo fritto, you tiao, riso salta-to, verdure varie, tofu, zuppa, latte di soia,uova al tè.Mi sono sentita tanto stupida, lo ammetto,io che mangio solo latte e cereali, al massi-mo per variare prendo quelli al miele al po-sto che al cioccolato.Si poteva usare la mensa, ma spesso a pran-zo e a cena ordinavamo a domicilio cosecome mc, kfc, pizza hut (pizza americanache non è molto buona) – avremo tanti di-fetti, ma gli italiani in cucina non li batte nes-suno (o quasi) – oppure andavamo ovunqueil nostro stomaco ci guidasse. La cosa mi-gliore era che negozi e ristoranti erano aper-ti fino a tardi e molti offrivano un servizio adomicilio anche 24H (McDonald's).Siamo passate dall’argomento cibo alla fa-miglia, ed è qui che realmente si sentono ledifferenze tra la Cina e l’Italia.Le famiglie cinesi non sono chiuse come sipotrebbe pensare, anzi sono molto socievo-li, sopratutto gli adulti e gli anziani; le uni-che riservate sono le adolescenti perché igenitori vogliono che si concentrino sullascuola e non abbiano relazioni sentimentali.Non riuscirei a concepire una cosa del gene-re qui da noi, forse un po’ di anni fa, ma ora?Chi riuscirebbe a impedire a una ragazza diuscire con qualcuno?E' per lo più una società maschilista e quain Italia molti genitori vogliono che i figlilavorino e basta. - Oltre che andare a scuola,ovviamente - Inoltre in Cina gli studenti nonescono molto perchè i genitori non sonomolto permissivi, - qui a volte lo sono anchetroppo; quante volte vediamo ragazzi sedutial tavolino di un bar o farsi un giro per tutto ilgiorno e ci domandiamo: non hanno real-mente nulla da fare? non c’è nessuno che glidica cosa sarebbe giusto che facessero? -ma noi, avendo fatto la vita da turisti usciva-mo molto spesso. Uno dei divertimenti tipiciè il KTV, in pratica una struttura con piùstanze insonorizzate dove si può cantare,bere, fumare, mangiare.Cristina mi racconta anche che in uno di que-sti KTV c’era, al primo piano, un piccolo su-permercato dove poter far scorta di cibo eandare poi ai piani superiori a cantare canzo-

ni stonate in una stanza dove solo i tuoi ami-ci potevano sentirti. Dev’essere una cosafantastica.Poi c'erano i pub, i bar e le discoteche, nellecittà più grandi ci sono quelle per''stranieri'' dove l'entrata costa poco emolto spesso è gratis per le ragazze ma itavoli, i drink e le stanze costano molto;però c'erano spesso delle serate in cui leragazze bevevano gratis.Signori PR e organizzatori di eventi, vi pre-

go, prendete spunto, ora come ora entrarein un locale costa un occhio della testa.Durante il giorno uscivamo a fare shopping,a Silk street (grosso palazzone con varistand di cose tarocche) dove la cosa piùimportante è contrattare, o nei centri com-merciali, dove c'erano negozi di marchefamose in tutto il mondo.La chiacchierata-intervista si è conclusa conCristina che mi guarda e ride mentre com-batto contro i bastoncini di legno, cercandodi afferrare qualcosa che non sia aria; e poi ioche mi ingozzo di anatra, di pollo, di gamberie pure di spaghetti di soia. Ma stavolta con laforchetta.

Di Cristina Qiu, Greta Furlan

Una cinese d’oltremare e un’italiana impreparata

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Il Pelapatate I.T.C.G. “L. Einaudi” - Bassano del Grappa (Vi) N° 0 - Anno 2011

Di Jacopo Bertoncello

Belgio diviso: il paradosso nella crisiSenza governo e a rischio secessione: la situazione di uno Stato che continua comunque ad andare avanti

Nel cuore dell’Unione Europea, dove hanno sede da mezzosecolo le principali sedi istituzionali della Comunità, daormai sedici mesi si sta verificando un fenomeno parados-

sale: il Belgio sta vivendo una situazione difficile da risolvere e cheoramai si trascina senza dar speranza di svolte decisive.È dal 13 giugno 2010, data delle ultime elezioni politiche, che man-ca un Governo vero e proprio che prenda decisioni concrete. Leelezioni, che diedero esito in pratica nullo, sancirono un ex-aequotra la formazione indipendentista N-va, vicina ai fiamminghi, edil partito socialista, legato ai francofoni (o valloni). Una situazione diparità che ha mandato in tilt il sistema politico belga. In seguito aquesto fallimento vennero fatti quattro tentativi di formare un ese-cutivo, fino al 3 settembre scorso, in cui si sono concluse senza nes-sun esito le trattative. Da giugno tutte le decisioni sono state presee continuano ad essere prese da un esecutivo dimissionario, in atte-sa di un nuovo governo; un’attesa di un anno e quattro mesi.Alla base di questa cronica instabilità, confermata dai vani tentatividi formare un Governo, vi è il perenne conflitto tra i due principaligruppi linguistici e culturali del paese: i fiamminghi e i valloni. Apartire dagli anni Settanta, quando venne definita la frontiera lin-guistica che taglia in due il paese, il potere centrale è sempre venu-to meno, per lasciare ampia autonomia alle autorità locali, con unsusseguirsi di riforme costituzionali. Così dal 1993 il Belgio è divenu-to Stato federale. E i rapporti tra fiamminghi e valloni non sonomigliorati. Negli ultimi mesi, con la crisi di Governo, le spinte ad unaipotetica secessione sono aumentate, e la separazione tra le duecomunità non è più solo un’ipotesi, ma una preoccupante possibili-tà. Nonostante tutto, gli sforzi da parte dei principali partiti del pae-se nel cercare un compromesso per non spezzare l’unità, continua-no ad essere costanti. Le trattative continuano, nel bilico tra seces-sione e crisi, alla ricerca di un compromesso che non disgreghi loStato.La situazione paradossale però non è solo relativa alla sua crisi isti-tuzionale. Il vero paradosso si ha confrontando la situazione e lestime dell’OCSE, secondo cui il PIL belga entro la fine dell’annoaumenterà addirittura del 2,4%, contro la media dell’Eurozonadell’1,6%. Rapportatelo alla crescita italiana (siamo vicini allo zero)

e capirete perché è un dato sorprendente.Come spiegare il fatto che uno stato in piena crisi governativa pos-sa assicurare un futuro così promettente, mentre altri con governistabili, che applicano misure di austerità, che tagliano sulle spese,che cercano di ridurre il debito, hanno percentuali di crescita irriso-rie o addirittura nulle?Ciò non si può spiegare facilmente, ma è chiaro che ciò è dovutoalla logica ed al modo di porsi davanti ai problemi, alle scelte e aicomportamenti che negli anni fa una nazione.Forse perché il Belgio è sempre stato un paese virtuoso e innovati-vo, come d’altronde lo sono tutti gli stati del Nord Europa. Questasituazione paradossale non ha alcun bisogno di chiarimenti. Devefarci solamente riflettere.È certo che nonostante tutti i suoi problemi, il Belgio progredirà.“Se i soldi circolano la mancanza di un governo si sente meno”. Af-fermazione desolante, ma veritiera.Torno a ripetere che sicuramente questo stato ha molti fattori chefavoriscono più facilmente il suo sviluppo, indipendentemente dallasituazione politica, la vicinanza ad uno stato trainante come la Ger-mania, per esempio. Prendiamolo come un dato di fatto su cui me-ditare. Uno stato a rischio secessione e senza governo che avrà co-munque un avvenire positivo.Ora Moody’s minaccia di declassare la banca belga Dexia ed espri-me preoccupazione per il debito pubblico che rasenta il 100% delPIL. Anche il Belgio è tenuto sotto controllo, ma l’affidabilità el’opinione che le atre nazioni hanno di questo stato, permangono, efino ad ora gli hanno permesso di salvarsi dalle speculazioni, senzaesporsi troppo al rischio di sprofondare nella crisi; le stime OCSE loconfermano. Questo è solo un esempio, ma rende bene l’idea diche tipo di reputazione abbia uno stato del Nord Europa: riesce amantenere la propria autorità anche mentre gli manca una guidache indichi la strada da seguire ai propri connazionali.Lo sviluppo perciò non si ferma. Non saranno Moody’s, un’altraagenzia di rating, o le speculazioni a fermare questa grande mac-china, che nonostante tutto continua ad andare avanti anche senzaun pilota.

Di Giada Colella

Cicciolina parlamentare: l’Italia va proprio a rotoli...

Non poteva mancare che lei all’appello dei nostri cari politici“ciuccia soldi”.Molti di voi sicuramente se lo saranno dimenti-

cato, o non ne erano a conoscenza, ma la famigerataCicciolina (Elena Anna Staller, attrice pornografica un-gherese di origini italiane), nel lontano 1987 entrò a farparte del parlamento italiano nel Partito Radicale con20.000 preferenze (chissà perchè...). Quattro anni piùtardi, insieme a Moana Pozzi, fondò il Partito dell'Amo-re, con il quale si ripresentò alle elezioni, questa voltaottenendo pochissimi consensi.Cicciolina nel frattempo ha continuato a far politica a modo suo,battendosi per la libertà sessuale dei carcerati, contro ogni forma diviolenza e contro l'uso indiscriminato degli animali per esperimenti

scientifici, per la depenalizzazione della droga, contro ogni forma dicensura e, infine, per una sana educazione sessuale nelle scuole,

facendo campagne di informazione sui pericolidell'AIDS.Adesso, con una sola legislatura alle spalle dal 1987 al1992 e con le sue sedute in parlamento che si possonocontare sulle dita di una mano, alla ormai vecchia por-no star, come per legge, spettano 3mila euro al mese, apartire dal 26 novembre, giorno del suo sessantesimocompleanno. Sia chiaro, non ruba nulla. E’ tutto previ-sto dalla legge. Ma è l’ennesimo caso, testimoniato,

degli eterni privilegi di una Casta. Cicciolina non prova nemmenoun po' di imbarazzo, infatti dichiara: “So che è impopolare, ma allo-ra gli italiani dovrebbero cambiare la legge, mica l’ho fatta io. Sarei

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disposta a versare tutto in beneficenza, ma solo se lo faranno anchegli altri”. E allora no, non accadrà mai. Si goda il suo vitalizio, caraCicciolina. La cosa fa alquanto alterare la classe media del nostroBel Paese, che lavora anche 10 ore al giorno, che percepisce un sa-lario misero; più della metà dei giovani italiani sono precari e nonsanno più come fare per campare a fine mese. Ma lei no, non si sen-te una privilegiata: «Ho lavorato duro, il mio non è stato il bungabunga di un giorno, ma un ragionamento, una campagna elettoraleintelligente. E faticosa. Giravamo per le piazze io e Moana, ho persomolti chili per la fatica. E alla fine ho preso 20 mila preferenze. Gliitaliani mi hanno voluta». Esagerata. Esagerata da far schifo.Inoltre non fu assenteista, giura: «Partivo ogni mattina dalla Cassiacon la mia Peugeot 205, mica avevo l'autista, un'ora e mezzo ditraffico, spesso rientravo a mezzanotte». Brava, peccato che non lesi può più dare credito; al tempo aveva anche giurato che tuttequelle cose viste, sentite e apprezzate sulla sua onorabilità, fosserosoltanto delle calunnie emanate dalla sinistra contro di lei. Ma nonè finita! Il 27 settembre ha annunciato di voler rientrare in politica,

fondando un partito "ottimista-futurista" e, rullo di tamburi, di vo-lersi candidare a sindaco di Monza e, in caso di vittoria, di voler ren-dere la città "più eccitante" e di trasformare la Villa Reale (che at-tualmente ospita mostre, esposizioni, in un'ala risiede un IstitutoSuperiore d'Arte e anche le sedi distaccate di quattro ministe-ri :Economia e delle Finanze, Riforme, Semplificazione e Turismo)in un casinò. Ma alla fine non vale la pena arrabbiarsi, coloro che cigovernano hanno perso la voglia di far sana e bella politica dopo ilsecondo giorno di lavoro ed avere una poltrona sotto il culo gli facomodo. L’Italia è così. Sia-mo in piena crisi, non cisono più fondi, quindi dai,tagliamo il 50.5% dei finan-ziamenti alla cultura, maaumentiamo le spese deipolitici del 49%. Dove an-dremo a finire???

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411 morti tra agenti di polizia, vigili delfuoco e paramedici. 200 le personeche hanno preferito schiantarsi al suo-

lo dopo 400 metri di volo pur di non morireper le ustioni o per soffocamento. Sono 2974in tutto le vittime della giornata più tragicanella storia americana, almeno finora. Tuttisappiamo benissimo ciò che è avvenuto queltragico 11 settembre del 2001, ma da tutta lapappardella fatta di dati veritieri o meno,estrarrò il succo del succo per arrivare allabase di tutto ciò che ha portato a quasi 5000soldati americani morti in terra straniera permano estremista. Ore 08.46: il volo Ameri-can Airlines 11 si schianta dopo un dirotta-mento in atto da ormai 30 minuti da parte di3 terroristi islamici sulla Torre Nord delWorld Trade Center di New York. Ore 09.03:il volo United Airlines 175 dopo circa 20 mi-nuti di dirottamento si schianta contro laTorre Sud del WTC. Ore 09.40: il volo Ameri-can Airlines 77 si schianta dopo più di 1 ora divolo sul Pentagono. Ore 10.06: il volo UnitedAirlines 93 si schianta senza alcuna ragionein un campo della Pennsylvania, spargendoresti umani e rottami in un raggio di più di 5miglia (almeno sembra… In realtà delloschianto, resta solo un enorme buco e nes-sun rottame ne resti dei passeggeri).Sussistono tuttora dubbi che anche nel mon-do moderno, iper-controllato e super-informato in ogni secondo, risultano inspie-gabili; ad esempio, perché dopo il primoschianto sulla Torre Nord vengono fatti de-collare due caccia F15 dalla base militare diOtis ma ricevono dapprima ordini confusi esuccessivamente l’ordine di rientro a terra?

Perché l’edificio denominato WTC 7, chesorgeva nelle vicinanze delle torri, crolla suse stesso senza che nulla lo sfiori? Ma so-prattutto (i due fatti più eclatanti); perchésul prato antistante al punto di impatto alPentagono non vi sono tracce di rottami maè visibile solo un foro nella parete esternanel quale avrebbe potuto passarci appenaappena un piccolo aereo da turismo? Perchéle torri iniziano a crollare simultaneamentedall’alto e dal basso, ad una velocità prossi-ma di quella di un corpo in caduta libera?La maggior parte di questi enigmi non puòessere spiegata per il semplice fatto chel’FBI, pochi secondi dopo gli impatti, ha se-questrato i filmati di tutte le telecamere in-stallate nei pubblici esercizi e quelle di sorve-glianza (più di 50 solo all’esterno del Penta-gono) degli edifici stessi. Anche un ragazzinodi prima elementare però in alcune di questesituazioni saprebbero dare una spiegazioneche nega totalmente ogni rapporto ufficialerilasciato. Primo tra tutti il foro che comparein una foto aerea nella quarta e quinta pare-te interna del Pentagono, come un missileche ha perforato il guscio esterno in cemen-to armato ed ha proseguito la sua corsa finoal nucleo del centro di gestione militare piùimportante degli Stati Uniti in toto.I ragazzini invece che sanno usare la calcola-trice possono verificare il fatto che la moti-vazione al crollo improvviso e inspiegabiledelle torri sia totalmente ridicola; esso vienespiegato con il surriscaldamento e la fusionedell’acciaio della struttura portante dei grat-tacieli causata dall’incendio del carburantecontenuto nei serbatoi degli aerei impattati

contro le torri… Unico problema, l’acciaiofonde a 1435 °C ma il kerosene incendiatosviluppa una temperatura non superiore a700 °C! Testimonianze poi riportano sbuffi dipolvere orizzontali nei punti da dove sarebbeiniziato il crollo di li a poco, forti esplosionipoco prima del cedimento nonché il classicoeffetto “polverizzazione” di tutto il calce-struzzo che formava la struttura interna del-le torri. Tutto riconduce ad una esplosionecontrollata, fin troppo facile da capire… Manessuno mai ha ancora scoperto la verità.Ma come faremo mai a sapere la verità suquesto arcano mistero che aleggia con aria“patriottica” quasi sopra questa data, “11settembre”??? Risposta: non lo sapremoMAI. Sono passati 10 anni… 10, non mesi maANNI, pensate cosa facevate 10 anni fa… Aciò che stavate facendo quando avete trova-to i vostri genitori, parenti, nonne, zie immo-bili davanti al televisore con il telecomandoche quasi cadeva dalle mani… Scoprirete cheeravate poco più che bambini; persino io cheora ho 18 anni, fatico a ricordare qual è statala prima impressione che ho avuto vedendoquelle terribili immagini, d’altronde era soloil 2° giorno di scuola della 3^ elementare!!!Com’è assurdo il mondo però… Su face booksi sfoggiano bandiere stelle e strisce conscritto “We never forget 9/11”, “non dimenti-cheremo mai l’11 settembre” e già qualcunone parla come se fosse acqua passata, undisastro come un altro, successo e dimenti-cato. Basti pensare che i morti nella tragicastoria della diga del Vajont furono poco piùdella metà di quelli dell’11 settembre; la ca-tegoria, le modalità e il mandante sicura-

Dieci anni dopo… Cosa resta?11/09/2001 – 11/09/2011: 10 anni di guerra, teorie di complotti, rapporti ufficiali e smentite.Di Filippo Baron

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Il Pelapatate I.T.C.G. “L. Einaudi” - Bassano del Grappa (Vi) N° 0 - Anno 2011

I l galateo non è un insieme di regole dasfoggiare quando è necessario, in occa-sioni ufficiali, ma deve essere quella sotti-

le sfumatura che ci aiuta a contraddistingue-re il nostro stile di vita. Esso nasce dal rispet-to reciproco, la base di tutti i comportamentiche caratterizzano le varie situazioni dellanostra vita. Quindi possiamo dire che stile,intelligenza ed educazione devono esseresempre presenti in ogni circostanza. Il gala-teo ci insegna svariati comportamenti, mamolti sono controversi: prendiamo ad esem-pio la regola di aprire la porta alla propriapartner e uscire sempre dopo di essa e laregola che afferma il contrario, cioè di uscire

dal locale e controllare che fuori sia tuttotranquillo. Nonostante queste incongruenzeinsegna molto. Tra le regole che possono farcomodo a tutti troviamo: non urlare in luo-ghi pubblici; non ridere sguaiatamente; evi-tare starnuti che possano facilitare la fuoriu-scita delle interiora e soprattutto non osten-tare la propria bellezza: vi farà sembrarealtezzosi! Quando parlate con un estraneomantenete un tono “lontano, distante”, dan-do del lei; se parlate con un vostro amicoevitate le cosiddette brutte parole. In tavolaprima di bere pulitevi la bocca con il tova-gliolo, in modo tale da non lasciare residui dicibo nel bordo del bicchiere; accompagnate

il cibo alla bocca con le posate e non acco-vacciatevi fino a fare concorrenza a Quasi-modo. Non fate rumori sorseggiando bevan-de e soprattutto evitate di fare quel rumoreche assomiglia a un piroscafo per mangiareuna zuppa. Per bere il caffè non alzate il mi-gnolo e ricordate semplicemente che è ilcibo che arriva alla bocca, non il contrario.Una tra le regole più disertate dell’interogalateo è quella che dice di non masticarerumorosamente una gomma americanamentre si sta discutendo, un fatto che vi faràsembrare maleducati agli occhi del vostrointerlocutore. Il galateo, inoltre, dà ancheconsigli sul come vestirsi in ogni circostanza:

Che cos’è il Galateo?Di Davide Fogal

La recente morte della famosa rockstar Amy Winehouse ha fatto riparla-re del noto “Club 27”: un club ideale di

cui fanno parte gli artisti deceduti all’età di27 anni, o comunque 28 non ancora compiu-ti. Si parla anche della maledizione del J27dove, oltre all’età, l’altro criterio di apparte-nenza è quello dell’iniziale “J” nel nome o nelcognome.Data la giovane età, nella maggior parte deicasi la morte è dovuta all’abuso di alcool,droghe o, in alcuni casi, a suicidi o incidentistradali. Viene spontaneo pensare che lostile di vita di una rock star, veloce, incostan-te e spesso malsano, accorci la duratadell’esistenza della stessa dialmeno qualche giorno, senon qualche settimana.Ma andiamo a scavare a fon-do, alle radici di questa vi-cenda. Si iniziò a parlare perla prima volta di questo“Club” tra il 1969 ed il 1971, ele ragioni furono la vicinanzae la risonanza mediatica che i

decessi di Brian Jones, Jimi Hendrix, JanisJoplin e Jim Morrison ebbero. Il primo affogòin piscina, Hendrix soffocò a causa del vomi-to sopraggiunto in seguito ad un cocktail dialcool e tranquillanti, Joplin probabilmenteebbe un’overdose di eroina e altre droghe,mentre Morrison fece un arresto cardiaco.Successivamente molti altri artisti sono statiinclusi in questo club ideale, persone note alivello internazionale per quanto riguarda ilcampo artistico e fondamentalmente per lamorte non naturale a 27 anni. Tra questi,l’unico che venne “pienamente” inserito fuKurt Cobain, scomparso nel 1994, grazie allasua popolarità e soprattutto grazie al clamo-

re suscitato dal suo suicidio:nella sua stessa biografia èscritto che dopo la morte delcantante la sorella dichiarò cheda piccolo Kurt aveva espressola volontà di entrare nel club.Quasi tutti gli inserimenti,tranne i 5 “ufficiali”, continua-no ad essere contestati e alcu-ni di questi decessi sono avve-

nuti addirittura prima del ’69, e quindi primadella nascita dello stesso club.L’ultimo personaggio che ha avuto il privile-gio, se così si può definire, di entrare a farparte di questo particolare gruppo è AmyWinehouse, cantautrice britannica di famainternazionale che ha debuttato nel mondodella musica nel 2003 con l’album “Frank”che ha riscosso un buon successo di pubblicoe critica. Della sua carriera si può dire che èstata breve, ma non per questo priva di suc-cessi e soddisfazioni. Per quanto riguardainvece la sua morte, le circostanze sono an-cora da chiarire, ma sta di fatto che è statatrovata morta nel letto della sua casa al nu-mero 30 di Camden Square da una sua guar-dia del corpo.In conclusione, certamente morti come que-ste segnano la storia e soprattutto questiartisti lasciano un ricordo indelebile perl’eternità. Ma penso che nessuno di noi vor-rebbe essere nei panni di un artista famosoche deve ancora compiere la famigerata etàdi 27 anni e crede in questa maledizione.

23 luglio 2011: Amy Winehouse entra a far parte del Club 27Il prezzo da lei pagato? La morte, all’età di soli 27 anni.Di Ilaria Marcolin

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mente sono completamente diversi, ma nonpossiamo di sicuro prendercela con MadreNatura. Possiamo prendercela con noi stessiper quel disastro, ma non lo facciamo perchésiamo troppo egoisti e cerchiamo sempre ilcolpevole esterno, colui che si può accusaree combattere senza ascoltare le sue ragioni:la frase “gli ingegneri sono i colpevoli” dettail 9 ottobre del 1963 equivale alla frase“guerra all’islam” detta nel 2001. Qualcunosostiene ancora oggi che l’attacco (comeabbiamo potuto analizzare prima) sia stato

solo un pretesto, una messa in scena con“QUALCHE” morto per scatenare la guerraai paesi più ricchi e dotati di riserve di petro-lio tali da potersi garantire il dominio econo-mico sul mondo intero. Guerra si scatenatada una farsa, ma che ha portato a più di 5000morti americani… Anche loro erano “vittimesacrificali”???Esistono infinite polemiche poi anche suquesto memoriale del WTC… Cemento sucemento in pratica… Ma perché non fare unparco, un’oasi verde nel centro di una città

che ormai di verde non ha più nemmeno lepareti degli uffici??? L’economia funzionasolo con il grigio molto probabilmente, nonpiù con il verde…“Non si potrà mai dimenticare un disastrodel genere” dice qualche parente delle vitti-me affacciato alle imponenti fontane delmemoriale del WTC, inauguratoquest’anno… Ne riparleremo tra un centina-io d’anni, quando esso sarà solo una riga diinchiostro nei libri di storia…

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Di Alessia Simonetto

La prima colazione nel MondoCome fare colazione nel modo giusto!

Un antico detto consiglia di fare una colazione da re, unpranzo da principe e una cena da povero; questo perché findai tempi più lontani si sa che la colazione è il pasto più

importante del giorno, in quanto ci dà la giusta carica ed energiaper affrontare la giornata. Ogni nazione, però, fa colazione in mododiverso. In Italia la colazione “tipo” è composta generalmente dacaffè, tè, latte, cereali, pane e marmellata e, sempre più di moda, ilfamoso cornetto con il cappuccino, magari preso al bar in compa-gnia. In Francia l’abitudine è molto simile a quella italiana, mentrein Inghilterra subisce una trasformazione con l’unione di alimentisalati a quelli dolci (cose come insaccati e formaggi vengono ac-compagnati dal caffè, tè, latte, succo d’arancia, pane tostato, mie-le, marmellata e cereali). Anche in Germania ci sono alimenti dolci esalati, ma prevalgono quelli salati: abbiamo quindicaffè, tè, latte, yogurt, insaccati, formaggi, uova,pane tostato, marmellata e burro. Negli Stati Uniti,invece, la colazione è una delle più ricche del mon-do: oltre alle bevande classiche come tè, caffè, lat-te, succo d’arancia, si uniscono yogurt, cereali, uovacon pancetta, insaccati, formaggi, frutta, pane to-stato, marmellata e burro. Questi sono esempi di

colazioni nel mondo, ma, indipendentemente dalle abitudini o dallemode, dobbiamo ricordare che è importante scegliere alimenti checi possano dare la giusta carica, senza appesantirci e senza farcisentire fame dopo poco tempo. Per comporre una colazione sanapossiamo iniziare con la scelta delle bevande, ad esempio una tazzadi tè, caffè, succo d’arancia, succo di pompelmo, acqua o latte, ma-gari da unire ad uno yogurt o a della frutta. Per quanto riguarda icarboidrati, invece, possiamo scegliere tra pane, cereali, fette bi-scottate, biscotti secchi o magari una piccola fetta di torta. Infinegli zuccheri: è meglio abbandonare il classico zucchero di canna afavore di miele, marmellata o crema al cioccolato. La frutta comesempre va bene in qualsiasi ora del giorno e se vi piace fare colazio-ne anche con i cibi salati potete scegliere tra prosciutto cotto, moz-

zarella o uova sode, inserendo solo uno di questiper colazione. Infine ricordate che le calorie cheintrodurrete nella colazione verranno eliminatemolto facilmente durante il corso della giornata!Quindi ragazze, e di questi tempi anche ragazzi,non saltate la colazione per paura di ingrassare,perché le calorie che ingerirete le brucerete in unbattibaleno! Buon appetito!

È difficile definire Steve Jobs. Alcuni lo definiscono un genio,un visionario, un folle, creativo. Probabilmente era l’insiemedi tutte queste cose; di sicuro è l’uomo che negli ultimi anni

ha cambiato il mondo. Basti pensare a come alle nostrevite dopo le invenzioni della Apple: è quasi impossibiletrovare qualcuno che non possieda qualche cosa inven-tata da Jobs e la sua morte, anche se quasi annunciata,ha provocato una sorta di lutto collettivo.I 56 anni di vita di Jobs sicuramente non sono stati bana-li: appena nato fu dato in adozione dai genitori naturali aPaul e Clara Jobs; nel 1976 fondò la Apple Computer fi-nanziandosi vendendo il suo pulmino Volkswagen. Suc-cessivamente, nel 1985, lasciò la Apple per alcuni attritisorti con l’amministratore delegato e decise di ripartireda zero. Acquistò la Pixar producendo lungometraggi fatti a com-puter, riuscendo a sfondare nel 1995 con “Toy Story”; nel 1997 tor-nò alla Apple con l’obbiettivo di risollevare un’azienda ormai in crisia causa dei suoi sistemi operativi obsoleti e chiese che come stipen-dio gli fosse data la cifra simbolica di un dollaro. In realtà Jobs per-cepiva degli introiti annuali di parecchi milioni di dollari e molti pre-mi legati al rendimento dell’azienda: si calcola che il suo patrimoniofosse di circa 5,5 miliardi di dollari. Dal 1997 in poi la Apple ha lan-ciato diversi prodotti innovativi che hanno cambiato il modo di vi-vere delle persone. Degli esempi sono l’ i-Pod e i-Tunes, il softwareper ascoltare e acquistare musica più utilizzato al mondo; l’i-Phone

lanciato nel 2007 con un successo istantaneo, l’i-Pad, i vari compu-ter Mac. Il 2 marzo 2011 Jobs appare a sorpresa per l’ultima volta sulpalco per presentare l’i-Pad 2; il 24 agosto, a causa delle condizioni

di salute sempre più critiche, si dimette da amministrato-re delegato designando Tim Cook come suo successore.Jobs aveva infatti scoperto nel 2004 di avere una raraforma di tumore al pancreas; assentandosi anche perlunghi periodi dal lavoro aveva cercato di contrastare lamalattia senza però riuscire a sconfiggerla. Negli ultimidue anni, nelle sue apparizioni in pubblico, Jobs apparivasempre più magro, segno dell’avanzare della malattia.Jobs è riuscito nell’impresa di far crescere Apple a talpunto da superare come valore azionario l’eterna rivaleMicrosoft e diventando in assoluto l’azienda con maggior

valore in borsa. Gli Apple Store sono, inoltre, presenti in tutto ilmondo facendo della Apple un’azienda planetaria. Il merito di tuttociò, come già detto, è largamente di Jobs. Il suo genio stava soprat-tutto nello stare un passo avanti alle dirette concorrenti; negli ulti-mi anni tutti i prodotti tecnologicamente innovativi sono stati creatidalla Apple, con le altre aziende che hanno potuto solo imitare ilprodotto senza poterlo nemmeno eguagliare. Un altro merito delfondatore della Apple è stato quello di circondarsi all’internodell’azienda di persone di ampie vedute e motivate a raggiungeregli scopi aziendali, continuando ad investire nella ricerca e nel mi-glioramento delle tecnologie.

Arrivederci SteveDi Matteo Fin

ad esempio noi ragazzi dovremmo indossaredei pantaloni che non arrivino alle ginocchiae le ragazze non dovrebbero indossare abititroppo succinti. In ogni caso l’imperativo peri vestiti e gli accessori è quello di essere sobri

e di evitare in qualsiasi occasione cose chepossano risultare pacchiane o troppo elabo-rate. In una parola: semplicità .Il galateo pe-rò si limita a dare piccoli consigli ed indica-zioni. Sta a noi decidere se sembrare educati

o cafoni. La verità sta nel mezzo; chi nascecafone potrà smussare il proprio carattere echi nasce educato, affabile ed elegante, losarà per indole.

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