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n. 2 - 2016 – 1 PARROCCHIA di FARRA di FELTRE Telefono 0439 302502 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BL La Martinella n. 2 - Aprile - Maggio 2016 E ccomi! Mi presento con la tre- pidazione che mi accerchia per dare a tutti voi – Chiesa del Signore in Belluno-Feltre – il mio abbraccio di comunione. In questo momento inedito e inaspettato non nascondo di aver bisogno di accoglienza e compren- sione. Vi confido che quel “sì” che ave- vo detto in precedenza al Signore, poi, ho cercato di dire con il cuore quando mi è stato comunicato che Papa Francesco mi chiamava ad es- sere Vescovo nella vostra Chiesa. C’è un’appartenenza di Grazia che precede, chiama e dà anche la fidu- cia di rispondere. Sono convinto che è un “sì” vicendevole – mio e di tutti voi – da vivere ogni giorno, un sì al Vangelo di Gesù, perché oggi questo vangelo si compia ancora, anche tramite noi. Condivido con voi questo mio sentire. Sono cer- to che è già arricchito dalla storia di fede della vostra e, ora, nostra Chiesa. A tutte le comunità ecclesiali esprimo il mio desiderio di incon- trarle nel nome del Signore Gesù, il desiderio di conoscerle e di ascol- tarle per poi aiutarci a progredire insieme. Da soli siamo tutti “poca cosa”, ma gli uni con gli altri, guida- ti dallo Spirito, possiamo diventa- re «segno e strumento dell’intima comunione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (LG 1). Un pensiero di affetto e ri- conoscenza va al Vescovo Giu- seppe. La gioia di succedergli sgorga dalla scia di fedeltà di cui la vita delle BUONA PASQUA M ia nonna, grande cate- chista, m’insegnava che il Sabato Santo, quan- do si scioglievano le campane per l’annuncio della Risurrezione, i cristiani dovevano bagnarsi gli oc- chi con l’acqua appena benedetta. Si bagnavano gli occhi, finestra del cuore, perché occhi e cuore si aprissero a contemplare le me- raviglie della Pasqua. Laviamo i nostri occhi nella luce luminosa della Pasqua del Signore, perché possiamo capire e vedere i segni di novità che la Pasqua porta. Occorrono occhi per vedere i segni: la tomba vuota, i lini ripie- gati, la luce che rompe l’oscurità ed il buio della storia. Occorre aprire anche gli orec- chi a gustare il solenne suono delle campane, l’annuncio degli Angeli, il grido liturgico dell’Al- leluia. “Non è qui, è risorto! Non cercate tra i morti il vivente”. Decisiva è anche la memoria di quello che Gesù ha detto ed ha fatto. La memoria dell’intera sto- ria della salvezza. Ma soprattutto non sarà mai Pa- squa se non impegni il cuore che cerca, il cuore che desidera la vita piena. Devi metterci il cuore, cam- biare il cuore freddo e distratto. La Pasqua è sorgente di vita nuova, vita che risorge, vita che si rinnova. Solo così l’augurio di Buona Pasqua prende senso e valore, in- cide nella vita, cambia l’esistenza. È alba di stupore, di meraviglia, di gioia, così ben espressa in uno spiritual negro: “My God, what a morning!” Mio Dio, che mattino! Buona Pasqua! Don Vittorio, don Virginio, don Sergio, le Suore IL MESSAGGIO DEL NUOVO VESCOVO Il nuovo Vescovo farà l’ingresso in Diocesi DOMENICA 24 APRILE. Alle ore 16, il Patriarca di Venezia lo introdurrà nella cattedrale di Belluno e il Vescovo mons. Andrich gli consegnerà il pastorale (il bastone tipico dei Vescovi) poi seguirà la S. Messa. Tutti siamo invitati ad accoglierlo. La prima uscita del nuovo Vescovo sarà naturalmente a Feltre, dove presiederà la S. Messa nella concattedrale la domenica successiva, 1 maggio, alle ore 18. Mons. Renato Marangoni Panorama dal monte Avena.

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n. 2 - 2016 – 1

PARROCCHIA di FARRA di FELTRE ● Telefono 0439 302502Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BL

La Martinellan. 2 - Aprile - Maggio 2016

Eccomi!Mi presento con la tre-

pidazione che mi accerchia per dare a tutti voi – Chiesa del Signore in Belluno-Feltre – il mio abbraccio di comunione.

In questo momento inedito e inaspettato non nascondo di aver bisogno di accoglienza e compren-sione.

Vi confido che quel “sì” che ave-vo detto in precedenza al Signore, poi, ho cercato di dire con il cuore quando mi è stato comunicato che

Papa Francesco mi chiamava ad es-sere Vescovo nella vostra Chiesa. C’è un’appartenenza di Grazia che precede, chiama e dà anche la fidu-cia di rispondere. Sono convinto che è un “sì” vicendevole – mio e di tutti voi – da vivere ogni giorno, un sì al Vangelo di Gesù, perché oggi questo vangelo si compia ancora, anche tramite noi. Condivido con voi questo mio sentire. Sono cer-to che è già arricchito dalla storia di fede della vostra e, ora, nostra Chiesa.

A tutte le comunità ecclesiali esprimo il mio desiderio di incon-trarle nel nome del Signore Gesù, il desiderio di conoscerle e di ascol-tarle per poi aiutarci a progredire insieme. Da soli siamo tutti “poca cosa”, ma gli uni con gli altri, guida-ti dallo Spirito, possiamo diventa-re «segno e strumento dell’intima comunione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (LG 1).

Un pensiero di affetto e ri-conoscenza va al Vescovo Giu-seppe. La gioia di succedergli sgorga dalla scia di fedeltà di cui la vita delle

BUONA PASQUA

Mia nonna, grande cate-chista, m’insegnava che il Sabato Santo, quan-

do si scioglievano le campane per l’annuncio della Risurrezione, i cristiani dovevano bagnarsi gli oc-chi con l’acqua appena benedetta.

Si bagnavano gli occhi, finestra del cuore, perché occhi e cuore si aprissero a contemplare le me-raviglie della Pasqua. Laviamo i nostri occhi nella luce luminosa della Pasqua del Signore, perché possiamo capire e vedere i segni di novità che la Pasqua porta.

Occorrono occhi per vedere i segni: la tomba vuota, i lini ripie-gati, la luce che rompe l’oscurità ed il buio della storia.

Occorre aprire anche gli orec-chi a gustare il solenne suono delle campane, l’annuncio degli Angeli, il grido liturgico dell’Al-leluia. “Non è qui, è risorto! Non cercate tra i morti il vivente”.

Decisiva è anche la memoria di quello che Gesù ha detto ed ha fatto. La memoria dell’intera sto-ria della salvezza.

Ma soprattutto non sarà mai Pa-squa se non impegni il cuore che cerca, il cuore che desidera la vita piena. Devi metterci il cuore, cam-biare il cuore freddo e distratto.

La Pasqua è sorgente di vita nuova, vita che risorge, vita che si rinnova.

Solo così l’augurio di Buona Pasqua prende senso e valore, in-cide nella vita, cambia l’esistenza.

È alba di stupore, di meraviglia, di gioia, così ben espressa in uno spiritual negro: “My God, what a morning!” Mio Dio, che mattino!

Buona Pasqua!Don Vittorio, don Virginio,

don Sergio, le Suore

il MESSAGGiO DEL NUOVO VESCOVOIl nuovo Vescovo farà l’ingresso in Diocesi DOMENICA 24 APRILE. Alle ore 16, il Patriarca di Venezia lo introdurrà nella cattedrale di Belluno e il Vescovo mons. Andrich gli consegnerà il pastorale (il bastone tipico dei Vescovi) poi seguirà la S. Messa. Tutti siamo invitati ad accoglierlo. La prima uscita del nuovo Vescovo sarà naturalmente a Feltre, dove presiederà la S. Messa nella concattedrale la domenica successiva, 1 maggio, alle ore 18.

Mons. Renato Marangoni

Panorama dal monte Avena.

2 – La Martinella – n. 2 - 2016

Chiese è intessuta. Il mio affet-tuoso saluto va a tutto il presbite-rio, dal prete più giovane al prete più anziano, in particolare a chi si sente più solo o affaticato.

Permettetemi un ulteriore sentimento, riguarda lo scenario stupendo delle vostre montagne che tanto ho ammirato e fre-quentato. Ora scopro che quel fascino anticipava la gioia, e an-che la fatica, di fare strada insie-me, di stare accanto gli uni per gli altri, di salire insieme verso una speranza che non abbia fine e che sia per tutti, donne e uo-mini di qualsiasi appartenenza.

Raccogliamoci nella preghie-ra. La immagino simile al cam-mino del Buon Samaritano: nella preghiera comune faccia-moci carico delle fatiche delle nostre famiglie e delle nostre comunità, di ogni persona an-ziana o in situazione di malattia, di disabilità, di ferita interiore o negli affetti, di disoccupazione, di abbandono, di fragilità, di povertà. Ancor più motivati e sostenuti dal Giubileo della mi-sericordia!

Associo a questa preghiera, mi viene spontaneo, un invito: affidiamoci alle “nuove genera-zioni”, al loro intuito, alle loro abilità, alle loro inquietudini, al loro sguardo, all’aspirazione più profonda che le abita. Pos-siamo sperare solo con loro!

Il mio pensiero si rivolge, inoltre, a tutte le Istituzioni pre-senti e operanti nel territorio della Diocesi. Insieme potremo collaborare, con sincerità e ri-spetto, per un di più di bene, di giustizia e di misericordia.

Con l’animo riconoscen-te alla Chiesa di Padova di cui sono figlio ammirato, eccomi a te, Chiesa di Belluno-Feltre!

Il nostro arrivederci lo ponia-mo accanto alle parole rassicu-ranti di Gesù: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15,16).

Mons. Renato Marangoni Padova,

10 febbraio 2016

Diario liturgico di APRILENOTA: Le intenzioni applicabili nelle Sante Messe sono legate al numero dei sacerdoti presenti, in quanto ogni sacerdote può applicare una intenzione per ogni Santa Messa celebrata o concelebrata.

La Martinella – n. 2 - 2016 – 3

RiCORRENZE FELICI106 CANDEliNE

Naturalmente non dimentichia-mo che il 14 maggio avremo la gio-ia di celebrare anche il 106° com-pleanno della stimatissima maestra Anna Maria Padovan De Marco, la quale non si capacita di aver rag-giunto questa veneranda età. An-che ad Essa ci uniamo per ringrazia-re il Signore sempre misericordioso e buono e grande nell’amore.

100 ANNiIl 2 aprile compirà 100 anni ZAN-

NIN GIACOMO, nato a Feltre nel 1916, domiciliato in via Luciani, se-guito con amore straordinario dalla figlia Loretta e dagli altri familiari. Giacomo non nasconde la sua gioia e la sua fierezza per il traguardo vici-

nissimo e ringrazia sempre il Signore e anche la Madonna, ricordando che la mamma attribuiva ad un miracolo della Madonna, se non fu schiaccia-to nel letto da piccolo, da un masso caduto sulla casa dove abitavano. Giacomo ricorda molti episodi del-la sua vita, soprattutto della sua vita di lavoro e prima ancora di militare. Ha vissuto in prima persona la secon-da guerra mondiale, come soldato italiano in Gre-cia, Montenegro, Albania, Kossovo, ecc. e poi in Fran-cia e infine a Genova come pompiere. Probabilmente anche nel fatto di essere scampato ai disastri di quel-la guerra ci deve essere sta-ta la mano della Madonna commossa dalle preghiere piene di fede della Mamma. Ora si prepara con gioia a vivere il 100° compleanno con tutti i suoi numerosi fa-miliari, e noi ci uniamo ad essi augurando di cuore di conservare a lungo la gioia e la serenità d’animo che lo contrad-distinguono. Buon Compleanno!

UN 60° Di MATRiMONiOIl giorno della Madonna di Lou-

rdes, l’11 febbraio del 1956, AL-MERICO BOSCARIOLO e TERESA D’INCA’ celebravano il sacramento del matrimonio. E l’11 febbraio scorso vollero ricordarlo ringraziando Dio per questa lunga e benedetta vita coniugale, attor-niati dai quattro figli con i nipoti

e tanti amici che si sono stretti a loro testimonian-do il calore dell’affetto e dell’amicizia. Fatti che me-ritano di essere sottolinea-ti, per dire ai giovani che, al di là della salute o degli imprevisti che sono diver-si per ognuno, esiste ed è possibile anche il miracolo dell’amore, della fedeltà e della fecondità.

DUE 50° Di MATRiMONiO

Il 31 ottobre 2015 ricor-reva il 50° di Matrimonio di ZANCANARO MA-RIO e NASCIMBENI LILIANA, che ama chia-marsi “Madame Marió”, come la chiamavano gli

africani dove si trovavano per lavo-ro in passato. Abitanti anch’essi in Via Luciani, si sono sposati nella Parrocchia degli Angeli nel 1965. Non hanno voluto celebrare in modo speciale questo anniversario perché, dicono, noi facciamo festa tutti i giorni, l’uno per l’altro, rin-graziando ogni giorno Dio per il loro matrimonio.

Il 1° maggio festeggeranno il 50° di matrimonio anche i coniu-gi BIASION GIOVANNI e GRIS MARISA, abitanti in via Boito 12. Essi desiderano veramente sotto-lineare questo traguardo con una S. Messa per tutta la famiglia e gli amici, che sarà celebrata alle 11,30 da don Vittorio. Per loro tutti i giorni che mancano sono già giorni di festa e di riconoscenza oltre che di preparativi. Tutta la comunità si unisce alla loro gioia e agli auguri dei loro cari. n

Date da ricordare in aprile

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Giacomo Zannin con la figlia Loretta.

Almerico Boscariolo e Teresa D’Inca’ con i loro figli.

4 – La Martinella – n. 2 - 2016

Date importanti di MAGGIO

il SiTO DELLA PARROCCHIA

https://parrocchiafarradifel-tre.wordpress.com/

Questo è l’indirizzo del SITO della nostra Parrocchia che Chia-ra Malacarne con alcuni giovani hanno creato per tutti coloro che desiderano essere informati diretta-mente a casa, sulle attività e i pro-grammi della nostra parrocchia. Vale anche per poter pubblicare proposte e contributi che i parroc-chiani stessi ritengono utili per il bene pastorale. n

Diario liturgico di mAGGIONOTA: Le intenzioni applicabili nelle Sante Messe sono legate al numero dei sacerdoti presenti, in quanto ogni sacerdote può applicare una intenzione per ogni Santa Messa celebrata o concelebrata.

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La Martinella – n. 2 - 2016 – 5

285. Sulla croce, quando Gesù soffriva nella sua carne il drammati-co scontro tra il peccato del mondo e la misericordia divina, poté vedere ai suoi piedi la presenza consolante della Madre Maria e del discepolo più amato, Giovanni. In quel mo-mento cruciale, prima di dichiara-re compiuta l’opera che il Padre gli aveva affidato, Gesù disse a Maria: “Donna, ecco tuo Figlio!”. Poi disse al giovane discepolo: “Ecco tua ma-dre!” (Gv 19,26-27).

Queste parole di Gesù sulla so-glia della morte non esprimono in primo luogo una preoccupazione

compassionevole verso sua madre, ma rivelano piuttosto la sua specia-le missione salvifica. Gesù ci lascia-va sua madre come madre nostra. Solo dopo aver fatto questo Gesù ha potuto sentire che «tutto era compiuto» (Gv 19,28).

Ai piedi della croce, nell’ora su-prema della nuova creazione, Cri-sto ci conduce a Maria.

Ci conduce a Lei perché non vuole che camminiamo senza una madre.

Ella, che lo generò con tanta fede, accompagna pure «il resto della sua discendenza, [...] quelli che osserva-no i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù» (Ap 12,17).

286. Maria è colei che sa trasfor-mare una grotta per animali nella

casa di Gesù, con alcune povere fa-sce e una montagna di tenerezza.

Lei è la piccola serva del Padre che trasalisce di gioia nella lode.

È l’amica sempre attenta perché non venga a mancare il vino nella nostra vita.

È colei che ha il cuore trafitto dalla spada, che comprende tutte le pene.

Quale madre di tutti, è segno di speranza per i popoli che soffrono i dolori del par-to finché non germogli la giustizia.

È la missionaria che si avvicina a noi per accompagnarci nella vita, aprendo i cuori alla fede con il suo affetto materno. Come una vera madre, cammina con noi, combatte con noi, ed effonde incessantemen-te la vicinanza dell’amore di Dio.

Attraverso le varie devozioni ma-riane, legate generalmente ai san-tuari, condivide le vicende di ogni popolo che ha ricevuto il Vangelo, ed entra a far parte della sua identi-tà storica.

Nei santuari, si può osservare come Maria riunisce attorno a sé i figli che con tante fatiche vengo-no pellegrini per vederla e lasciarsi guardare da Lei. Lì essi trovano la forza di Dio per sopportare le soffe-renze e le stanchezze della vita.

Come a san Juan Diego, a Gua-dalupe nel Messico appena scoper-to, siamo nel 1531, e invaso dai conquistadores europei, Maria of-fre loro, ai poveri Indios, la carezza della sua consolazione materna e dice loro: «Non si turbi il tuo cuo-re [...]. Non ci sono qui io, che son tua Madre?».

Papa Francesconell’Evangelii gaudium n. 285-286

lETTERE Gentilissimo don Vittorio,sono Letizia Boscaratto, e , prima

di tutto, chiedo scusa per non averle scritto prima d’ora.

Sono a ringraziarla dei piccoli ma preziosi “pezzi di pane” raccolti nel suo libretto che ho ricevuto per Natale e che settimana dopo setti-mana ne faccio tesoro. Così pure con la “Martinella” degli anni passati, che mi vado a rispolverare mese per mese. Sono per me una fonte di ri-flessioni dalle quali attingo idee da sviluppare anche per il nostro fo-glietto parrocchiale.

La ringrazio di cuore per avermi inserita nella lista dei suoi amici, e le assicuro che lo ricordo al Signo-re perché lo accompagni, con que-sta freschezza d’animo, alla quinta giovinezza e poi ancora finché Lui vorrà.

Ringrazio spesso anche il maestro Gianni Bortoli, suo amico, che mi ha fatto conoscere, sempre attra-verso la “Martinella”, un fratello in Cristo che con semplicità sa tra-smettere ai fratelli quanto Dio ci ama, quanto la sua Parola sia viva nella vita quotidiana in particolare nel creato. Ne sono espressione visi-bile le bellissime foto ed immagini pubblicate sulla “Martinella” e non solo.

Letizia

IL MESE DEDICAtO A MARiAAi piedi della croce, nell’ora suprema della nuova creazione, Cristo ci affida a Maria.

Il cuore del mese di maggio ci invita anche a salire dai nostri santi protettori, i martiri Vittore e Corona.

6 – La Martinella – n. 2 - 2016

RiCORDi E RiFlESSiONi di Diana

Settembre 1999. Qua ho iniziato, e ancora non ho terminato.Avrei tante cose da dire,ricordi a non finire;una cosa però ve la dicoin tutta tranquillitàquesta scuolanel mio cuore sta.In tutti questi annia tanti bambiniho fatto da mangiaree adesso giovanotti e signorineli vedo girare.Di una cosa son contenta,che di me non si son dimenticati,non so se di meo dei miei piattivisto che in questi annitanti menù son cambiati.Suore, preti e maestrevia sono andatecon un po’ di dolore ci siamo lasciate,ma si sa, la vita è una ruota che giraed è importante accettar con filosofiae tanta serenitàe allora tutto bene va!

Per chi non l’avesse capito, Diana è la cuoca della scuola don Bosco dal 1999, che tutti ci invidiano e che noi non vo-gliamo che vada in pensione.

MASChERiNE, MASChERiNE

9 febbraio 2016Canti, balli, sfilata di

bellissime mascherine e immancabili foto di grup-po hanno reso indimen-ticabile la mattinata alla scuola dell’infanzia giove-dì 4 febbraio.

Sabato 6 febbraio pres-so i locali della birreria, la festa è continuata con genitori, parenti, amici, bambini e ragazzi della co-munità parrocchiale, con una montagna di stelle fi-lanti, musica e canti, filastrocche e una gustosissima merenda.

Grazie al bambino pagliaccio Gioacchino alle prese con le diffi-coltà di frequentare la sua scuola dell’infanzia… è arrivato triste, ma i nostri bambini lo hanno aiutato e gli hanno fatto capire che loro si trova-no bene a scuola e ci vanno volentie-ri… e alla fine è andato via contento.

Grazie a tutti per aver reso pos-sibile queste belle occasioni di festa insieme. Un genitore

APPUNTAMENTO ALLA FEStA DELLE FAMiGliE

SABATO 7 maggio vi sarà un doppio appuntamento, la conclusione del corso di MUSICA

con lo spetta-colo finale e la festa delle famiglie. È sempre atte-sa con gioia la “maestra” di canto e di e du ca z i on e musicale ed essa ci mette v e r a m e n t e talento e ca-

pacità inusuali con molto calore e competenza pedagogica. Di que-sto la ringraziamo. È probabile che i genitori vogliano cimentarsi anche loro nella festa canora. Sta-remo a vedere, le premesse ormai ci sono. Sarà dunque un pomerig-gio all’insegna della musica e del-la festa che si concluderà, dopo il rinfresco per tutti e con la santa Messa di ringraziamento per le fa-miglie e i bambini.

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lE NOTiZiE DELLA SCUOLA DON bOSCO

6 febbraio, festa di carnevale.

Mezza Quaresima, se brusa la vecia.

Corso di pasticceria.

La sezione primavera con le maestre.

date da ricordare

La Martinella – n. 2 - 2016 – 7

A CHI DELLA bibbiA... NE SA POCO

La Bibbia ebraica comprende tutti i libri sacri fino a Gesù. Dal li-bro della Genesi fino all’ultimo, dei Maccabei. Dai racconti della crea-zione, che sono nelle prime pagine, fino ai profeti. In tutto, la Bibbia ebraica, che noi chiamiamo Anti-co Testamento, comprende 46 libri. (Testamento qui vuol dire alleanza o patto, tra Dio ed il suo popolo).

Noi cristiani teniamo come an-che nostri, tutti i libri dell’Antico Testamento e in più aggiungiamo quelli del Nuovo Testamento, che sono i vangeli e gli scritti degli Apo-stoli fino al libro dell’Apocalisse. Sono in tutto 27, che sommati ai 46 dell’Antico Testamento fanno 73.

Immaginiamo dunque uno scaf-fale di libri, molto lungo: questa è la Bibbia che vuol proprio dire “Bi-blioteca”. I nostri fratelli ebrei usano i libri di questo scaffale solo fino a un certo punto e poi si fermano: pren-dono i libri della Legge, dei Profeti e dei Salmi e poi basta. Noi cristiani teniamo l’intero scaffale, dall’inizio alla fine, e lo leggiamo nel suo insie-me senza scartare nessuno scritto. Questa è la Bibbia Cristiana.

Se immaginiamo la sequenza dei libri biblici come un itinerario di montagna, vediamo un susseguirsi di cime di una catena montuosa. Ci sono vette più alte e più importanti, altre meno note.

L’itinerario ebraico parte subi-to dalle cime più alte e poi va come in discesa. La vetta più alta per loro è “la Torà”, che si traduce di solito “La Legge” ma vuol dire “La Paro-la di Dio”. Si tratta dei cinque libri del Pentateuco: Genesi, Esodo, Le-vitico, Numeri e Deuteronomio. Gli altri scritti della Bibbia Ebraica sono: i “Profeti anteriori”: Giosuè, Giudici, Samuele e Re che noi cri-stiani preferiamo chiamare “Libri storici”. E i “Profeti posteriori”. Nel resto della Bibbia Ebraica ci sono gli “scritti” (Salmi, Proverbi, Giobbe, ecc… ) e i cosiddetti “Ro-toli”. I nostri fratelli ebrei partono in alto, dalla Legge o Parola, e poi fanno una lunga discesa. I Profeti

si presentano come commenti della Legge e gli Scritti sono meditazioni sempre sulla Legge.

Noi invece guardiamo l’intero scaffale dei libri dell’Antico e del Nuovo Testamento, anche se scam-biamo un po’ l’ordine dato dagli Ebrei ai libri dell’Antico. L’inten-zione è di creare un filo narrativo fra cre-azione – caduta da una parte, e il Nuovo Testamento, cioè in-carnazione di Dio – redenzione dall’altra.

Per noi cristiani la storia è in salita, verso la cima e non in disce-sa. La venuta di Gesù Cristo si trova alla sommità della salita. Nella Bibbia cristiana, quindi, l’apice si trova alla fine e non all’ini-zio come per gli Ebrei.

Nella Bibbia, come la leggono i cristiani, i profeti non sono in primo luogo com-mentatori della Leg-ge come nella Bibbia Ebraica. Sono piutto-sto degli annunciatori della venuta del Salva-tore (il Messia).

A volte qualcuno dice: “Ho la Bibbia ma non ho il Vange-lo…”. Niente paura! Nella nostra Bibbia, alla fine dell’Antico Testamento comincia il Nuovo e i Vangeli ci sono tutti lì. Non c’è bisogno di cerca-re il piccolo volume al quale, di solito si ricorre per comodità,

perché è anche ta-scabile.

N e l l ’ u l t i m a parte della Bibbia dunque, c’è tutto quello che si riferi-sce a Gesù. Ci sono tutti gli scritti de-gli Apostoli e degli Evangelisti che lo riguardano. Sono scritti molto brevi, a volte, ma studia-tissimi. Ci danno

nel modo più sicuro e completo l’annuncio che ha fatto scaturire la fede in Gesù Cristo, vero Messia del mondo, Figlio eterno di Dio venuto tra noi. È la sua persona e le sue pa-role che illuminano e spiegano tut-ta la Bibbia, cioè tutta la storia sacra e danno una prospettiva nuova alla nostra esistenza. n

BILANCIO PARROCCHIALE ANNO 2015

ENTRATE Ordinarie

Elemosine ........................................................................ 11952.24Candele votive ............................................................... 3598.66Offerte servizi ............................................................ 1925.00Attività parrocchiali .................................................... 5988.65Questue ordinarie ...................................................... 1355.00Offerte enti – privati ..................................................... 20131.00Carità ................................................................................ 10085.00

StraOrdinarieOfferte – entrate straordinarie .................................. 7000.00Offerte per Scuola Materna ......................................... 4836.00

Partite di girOCassa anime ..................................................................... 1328.00Elemosine imperate – legati ......................................... 3277.00Abbonamenti Amico del Popolo ................................. 5140.00

Totale entrate .......................................................... 76.616,55

USCITEOrdinAriE

imposte – Assicurazioni ................................................ 2748.20remunerazioni – Stipendi ............................................ 1140.00Spese di culto .................................................................. 3645.12Attività parrocchiali ....................................................... 10588.17Spese gestionali ............................................................... 2517.91Manutenzione fabbricati ............................................... 873.85 Suore ................................................................................. 18864.22Carità ................................................................................ 9588.03

StrAOrdinAriESpese straordinarie ........................................................ 23328.95Girate per Scuola Materna ........................................... 4836.00Partite di giroCassa anime ..................................................................... 1328.00Elemosine imperate – legati ......................................... 3277.00Abbonamenti Amico del Popolo ................................. 5140.00riporto passivo anni precedenti ................................. 32182.43

Totale uscite .............................................................. 130.057,88

RIEPILOGOtotale entrate .................................................................. 76616.55totale uscite .................................................................... 130057.88

deficit al 31/12/2015 ................................................ – 53.441,33

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8 – La Martinella – n. 2 - 2016

bURATTiNAi Si AGGiRANO iNViSibili TRA lE MOlTiTUDiNi

Quel sorriso sul volto di un 32enne che cammi-na sicuro di sé e rilassato. Accanto a lui una distesa di signori senza sguardo, gli occhi rapiti da una maschera tecnologica, un cavo che sembra usci-re dalla testa. Immersi in una realtà altra, ignari che accanto a loro sta passan-do uno degli uomini più famosi e influenti della Terra.

Nicolas Debock (@ndebock)

Per Mark Zuckerberg quella foto, pubblicata sul suo social network Facebook, doveva essere il naturale compendio al discorso scandito dal pal-co di Samsung al Mobile World Congress: “La re-altà virtuale è la piattafor-ma del futuro. Cambierà le nostre vite”. Quel sor-riso doveva essere rassicu-rante: non abbiate paura, fidatevi di me, so quel che faccio, entrate con me in questo nuovo mondo.

Invece quella foto, quel sorriso, quei volti senza occhi, sono diven-tati un boomerang per Zuck. 8.500 commen-ti sotto l’immagine più quelli, incalcolabili, sulle bacheche personali, sugli altri social, sui blog e sui siti di news. La maggior parte dei quali terrorizza-ti da quello che vedono. Quell’immagine come allegoria di un futuro che nessuno vuole. Un futuro in cui le incolte moltitu-dini sono relegate dietro a uno schermo in mondi virtuali. E sorridenti bu-rattinai, gli unici a volto scoperto, si aggirano invi-sibili tra loro.

UN FILMPERFETTi SCONOSCiUTi

Arriva nei sale cinema-tografiche del nostro pa-ese, un’altra commedia italiana che non farà solo ridere ma anche riflettere, il film si chiama “Perfetti sconosciuti”

A firmare questa pel-licola è il regista romano Paolo Genovese.

“Perfetti sconosciuti” racconta di una cena tra amici che decidono di leggere i mes-saggi dei loro cellulari da-vanti a tutti e rispondere a viva voce alle chiamate che ricevono mentre sono tutti e sette insieme.

Un gioco che alla fin non si rivelerà tanto diver-tente come si era prospet-tato e vengono scoperti segreti choc ed equivoci di vario genere.

Il regista di questo suo ultimo lavoro ha detto: “L’idea era di raccontare la vita segreta delle per-sone, ciò che è inconfes-sabile. Il tema non è cer-to nuovo, ma se non si può essere originali nello idee, dobbiamo esserlo nel modo di narrare, nel punto di vista. Il gioco del cellulare all’inizio doveva essere solo un momento della riunione, ma pian

piano è diventato il prota-gonista perché è quello il nostro tallone d’Achille “.

PlAUSO Al CSi DI FELtRE

Il CSI è una realtà parti-colarmente attiva e positi-va nel panorama sportivo cittadino, avendo come finalità una sana educa-zione dei ragazzi ispirata anche ai valori cristiani.

Una delle sue iniziative

che riscuote di anno in anno un successo sempre crescente è la PEDALA-FELTRE. Circa 700 sono stati i partecipanti nell’ul-tima edizione del settem-bre scorso! Tanti giovani e tante famiglie hanno partecipato a questa ma-nifestazione del CSI che ha mantenuto intatto il proprio spirito: niente classifiche, solo la voglia di stare qualche ora in compagnia alla scoperta di alcuni angoli del ter-ritorio intorno alla città. Merita un plauso. n

ATTENZiONEiNCONTRiCON TESTiMONi NEllA NOSTRA ViTA E NEllA QUOTiDiANiTà

La vivacità e la varietà, all’interno di un Grup-po Giovanile, sono tra le carte vincenti per non appiattirsi nell’abitudi-nario dei soliti incontri. Una varietà che sappia sorprendere ed andare a casa… imparando qual-cosa e ponendoci delle domande che ci facciano riflettere.

Ogni mercoledì noi giovani ci incontriamo per programmare varie attività che ci vedono in prima linea nella vita della comunità, e ad aprirci alla riflessione e all’attualità.

Tra gli incontri fatti fino ad ora, me-ritano di essere al-meno sot-tolineati, perché vi-cini a noi, la presenza di testi-moni del-la nostra zona (par-rocchia o città) che si sono messi in

gioco e che ci hanno par-lato della propria vita.

Abbiamo incontrato una giovane mamma che ci ha parlato della propria vita di adolescente “ribel-le”, costellata da tanti er-rori, ma che “il vento del cambiamento” proposto dalla fede, con la parteci-pazione, quasi per caso ad incontri di Gruppo, l’ab-bia fatta rinascere.

Il secondo incontro, nel mese di febbraio, con una giovane coppia di sposi, Fabio ed Alice di Feltre, che nonostante

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alcuni momenti di dif-ficoltà nel periodo del fidanzamento, li hanno superati “puntando in alto” e rendendosi con-to di cosa è veramente importante. Essi vivono bene nella quotidianità il loro matrimonio, riu-scendo a guardare oltre se stessi, ritagliandosi degli spazi per loro, amandosi e volendosi bene sempre, rinnovando sempre il loro amore in modo reciproco, aiutandosi nei momenti della stanchezza, con la gioia della loro bambina.

Altri appuntamenti con persone che hanno dato una direzione bella alla vita, in programma in questo periodo, sono con dei Giovani del Centro Missionario Diocesano, e ovviamente ed immanca-bilmente, con Gregoire, che viene dall’Africa, te-stimone straordinario di una vita spesa per chi non ha nessuno. Egli è ormai ormai uno di noi.

Notizie che non trova-no spazio nei giornali o nei tg, ma che fanno bene al tempo in cui viviamo, con la loro semplicità e brillano, come raggi di luce che vincono il buio e fanno ben sperare.

Ivan

i CRESiMANDi IN VISItA AL MUSEO DEI SOGNI A DUE PASSI DA FELtRE

Una visita l’abbiamo fatta anche noi, cresiman-di, la domenica 14 feb-braio di pomeriggio. Pur-troppo con tanta piog-

gia, ma soprattutto con troppe assenze! Peccato! Da mangiarsi le unghie! Lasciamo parlare una cre-simanda di Seren che con il suo gruppo era stata pri-ma di noi.

Mail inviata martedì 22 dicembre 2015 17:57 a: [email protected]

Oggetto: GRAZIE

Salve, sono Fabiola,quella di 13 anni che oggi

è venuta in visita con il ca-techismo di Seren. Le dico che quella lettera di ringra-ziamenti dei ragazzi di Mas Peron che aveva letto uno di noi, dopo essere stati in visita al Museo dei Sogni, mi sembrava esagerata, mi sono chiesta: “cosa avrà fat-to di grande questo signore perché quei ragazzi lo rin-graziassero in quel modo?”. L’ho capito. La ringrazio perché con le sue parole  mi sono e mi sento una perso-na migliore. Sono rimasta sconvolta dalla sua afferma-zione: “bisogna affrontare la vita”, è vero, bisogna sem-pre andare avanti. Questo

incontro è stato una cosa che mai di-menticherò, ha cambiato il mio pun-to di vista, il mio vedere lontano, il concetto di chiesa e di Spirito Santo. La ringrazio perché lei è un uomo che sa trasmettere a chi l’ascol-ta sicurezza e speranza. Mi ha colpito molto la sto-ria di Erik/

Eric (chiedo scusa se ho sbagliato a scriverlo). Non è compassione quella che provo, nemmeno tristezza, bensì ammirazione, perché non tutti hanno il coraggio di andare avanti dopo una passato così duro e difficile, non so se io avrei avuto la forza di andare avanti. Lei mi aveva assegnato il compi-to di trovare un volto, avevo scelto quello dello Spirito Santo, pensandoci bene un volto ideale sarebbe quello di Eric/Erik, nel suo volto io trovo concentrato l’amo-re, la paura, la speranza e la felicità. Il disegno del volto dell’amore glielo manderò via e-mail, il più presto pos-sibile. Abbiamo deciso di nuovo di venire da voi, un giorno di questi, prenote-remo e ci rivedremo presto. Volevo dirvi un’ultima cosa, ora ho capito l’obbiettivo delle comunità: prendere ragazzi immersi nella paura e trasformare quella paura in speranza e amore. La rin-grazio di tutto, buone feste.

Fabiola

Non mi resta, dopo questa lezione di vita, che dire grazie a questa ragaz-za che si avvia alla Cresi-ma e allo Spirito Santo, che abita già con lei; e ringraziare veramente chi fatica ed ama l’Arcobale-no e Villa San Francesco,

e i tanti amici che in sen-so critico e di sostegno, spendono tempi del pro-prio pensiero e della pro-pria vita, per questa pic-cola esperienza educativa e umana feltrina.

Aldo Bertelle

PROGETTO Di GiTA A LOPPIANO E FIRENZE

Il 24-25 aprile pros-simi i giovani hanno in progetto una domenica a Loppiano e un lunedì a Firenze.

Loppiano si trova a cir-ca 25 km da Firenze ed è una cittadella abitata da una scuola internazionale del movimento dei Foco-lari, disseminata sulle col-line di Loppiano (Incisa Valdarno). Vi sono pre-senti oltre 800 persone di 65 nazioni, giovani, meno giovani, sposati, consacra-ti, anche di tradizioni reli-giose diverse, che si man-tengono con i loro lavori. L’obiettivo della scuola è formarsi alla “scuo-la dell’unità” secondo il carisma della fondatrice Chiara Lubich.

VENItE Al GREST iNVERNAlE

Autunno, inverno, pri-mavera che sta arrivando; pioggia, neve, sole; fred-do o caldo: niente può fermare la nostra voglia di giocare e di divertirci.

Siamo la combriccola che ogni sabato pomerig-gio, dal mese di ottobre, si dà appuntamento nei campi della parrocchia o nella Casa don Bosco per dare una ventata di vitali-tà nel fine settimana.

Ragazzi, giovani ani-matori e qualche adulto; Monica soprattutto (in-faticabile fonte di idee da realizzare ogni volta) alla quale va il grazie di tanti genitori per la sua pazien-za e fantasia; formano as-

NEWS DAL GRU PPO GiOVANi

10 – La Martinella – n. 2 - 2016

ViTA parrocchiale

IL FONDAtORE DELLA SAN ViNCENZOLa Società a San Vincenzo è una organizzazione cattolica internazionale laica, fondata a Parigi nel 1833 dal giovane Antonio Federico Ozanam con altri studenti universitari e posta sotto il patrocinio di San Vincenzo De Paoli, il Santo dei poveri, vissuto in Francia nel 1600. La San Vincenzo è aperta a tutti coloro che vogliono vivere la fede nell’amore e nel servizio ai fratelli

Federico Antonio Ozanam nasce il 23 aprile 1813 a Milano, ma vivrà in Francia. A ventitré anni diven-

ta dottore in legge e Avvocato.La sua carriera professionale si com-

pleta col titolo di Dottore in lettere e Professore di Diritto Commerciale a Lione.

A soli vent’anni è promotore di due iniziative di portata storica: le “Confe-renze di Notre Dame” e le “Conferenze di Carità” più note col nome di “Con-ferenze di San Vincenzo”.

A trentacinque anni è anche giorna-lista e pubblica su “L’’Ere nouvelle” numerosi articoli sulle classi lavoratrici. Una vita breve ma densa di avvenimen-ti e carità profetica. Muore a Marsiglia nel 1853. Sotto il pontificato di Pio XII nel 1954 si apre la causa per la bea-tificazione e canonizzazione, conclusa-si positivamente nel 1997.

Il fine della Società è la promozio-ne della dignità della persona umana mediante l’impegno concreto, attuato nelle forme e nei modi necessari, per la rimozione delle situazioni di bisogno e di emarginazione, individuali e collet-tive, in un cammino di sempre maggio-re giustizia.

La società di San Vincenzo De Paoli è diffusa nei cinque continenti, opera in 130 Paesi, con 46650 Conferenze comprendenti circa 856000 membri. La sede generale è a Parigi, 5 rue du Pre-aux-Clercs. n

sieme un collage di una co-munità che va e cammina nella stessa direzione per crescere assieme.

Assieme è proprio la pa-rola chiave: assieme noi giochiamo, assieme noi ci divertiamo, assieme sia-mo invitati a concludere il nostro sabato con la Santa Messa, il momento che do-vrebbe essere il più alto.

Noi ti aspettiamo, per-ché abbiamo ancora tante iniziative in programma da realizzare anche col tuo contributo, perché tutti siamo utili per “fare qual-cosa di bello”.

Passa in canonica ad in-formarti, o vieni il saba-to, per far parte, assieme a noi, della nostra “società dell’allegria”. n

NON E’ UN GIOCO ENIGMISTICO, MA FA PENSARE

lA PASQUADELL’ANZIANO

Con grande sensibilità, intrapren-denza e finezza d’animo, la San Vin-cenzo continua da decenni a proporre il Natale e la Pasqua con gli Anziani della parrocchia. E l’iniziativa è sempre

accolta molto volentieri da chi non ha impedimenti seri.

Come si vede nella foto del 6 marzo scorso, il sorriso e la gioia non mancano (e accrescono anche l’appetito). La foto immortala solo una delle tre tavolate. In totale 54 persone! Prossimamente po-trebbe essere allargata alle famiglie per

offrire a tutta la famiglia dell’anziano, un momento di comunione familiare disteso e sereno, che aiuti a rompere le difficoltà di una vita stressante e lonta-na dai propri cari.

Tutti ringraziano di cuore la San Vin-cenzo, non solo per questa iniziativa, ma per quanto fa a favore delle persone in difficoltà.

iNFORMAZiONE E RiNGRAZiAMENTO

La San Vincenzo di Far-ra informa i parrocchiani e tutti i clienti del super-mercato Kanguro, di via Sanguinazzi, che da qual-che mese è posizionato nel suddetto supermercato, un

carrello per la raccolta alimentare da far pervenire ai bisognosi della parroc-chia. La San Vincenzo pertanto si sente riconoscente e ringrazia tutti i benefat-tori e la direzione del supermercato per l’attenzione che vi presteranno e per lo spazio concesso per questa iniziativa di solidarietà. n

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Nell’anno della misericordia ecco una testimonianza da non perdere! Gregoire sarà in città dal 15 al 18 aprile. È invitato a parlare in varie scuole superiori e i giovani di Farra organizzano una cena di solidarietà sabato17, ad offerta libera.

“Questo è quanto mi ha colpito in un pri-mo momento, nella

mia scoperta di Gregoire e della sua azione. Non possedeva nulla, né diplomi né fortuna, nulla. E da questo nulla è nata un’opera che lo sorpassa, che ci sorpassa. Un’opera che, afferma, non è sua; dei malati dice, non sono suoi: “Sono forse io ad averli creati? È perché sono convinto che chi li ha voluti e amati si prende cura di loro che io posso continuare”.

In Occidente, quando abbiamo un progetto, noi cerchiamo come avviarlo, con quali mezzi, con chi. Qui, niente di questo, c’è un cuore che si è messo in ascolto e a disposi-zione di un “altro” che non è lui. È con mezzi quasi inesistenti che que-sta grande opera ha iniziato.

Determinante è stato l’amore di un uomo e poi di sua moglie Leon-tine. È accettando la folle sfida di andare ad incontrare “i più dimen-ticati tra i dimenticati”, i malati di mente abbandonati nelle strade, di parlare con loro, di interloquire con loro come uomini e donne a pieno titolo, di nutrirli e in seguito di dar loro un tetto e di curarli, che tutto è diventato possibile. Questo fa ri-cordare il passo del Vangelo: “Non abbiamo che due pani e cinque pesci….Date loro da mangiare voi stessi!” (Mt 14, 16-17). […]

Il secondo aspetto che mi ha col-pito, di Gregoire, è il suo totale ab-bandono alla Provvidenza. Se vi ca-pita di stare qualche tempo con lui, vedrete il vangelo in atto e in veri-

tà. Mi è capitato di incontrare altre persone, sulla mia strada, che pure respiravano questo. In queste per-sone l’azione è accompagnata dalla parola. Quando Gregoire vi parla dei malati, il suo discorso sembra ri-svegliare in voi qualche cosa che era là da sempre, ma che non era ancora venuta alla luce, e là, con parole sem-plici, con l’atteggiamento e il suo sguardo, Gregoire sveglia i cuori e le coscienze. Certamente la vista di reportages, di foto, di esempi di ma-lati liberati dalle catene, dopo anni, tocca le corde sensibili di ognuno. Ma Gregoire non cerca di far pian-gere sui malati, quando sarebbe faci-le farlo mettendo a nudo delle verità brutali. No, Gregoire non vuole far piangere. Egli desidera far cambiare il modo di guardare, di pensare, di comportarsi.

Da dove gli viene questo? La risposta la dà lui stesso quan-

do gli si offre l’occasione: “ Quello che faccio è grazie alla Provvidenza, incontrata nella preghiera, nell’eu-

carestia e nei malati”. Dopo avergli consegnato un premio in Svizzera, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha mandato Gregoire in mol-ti Paesi, nel mondo, per testimonia-re la sua esperienza. A New York, appena prima di salire sulla tribuna,

l’organizzatrice del convegno, gli racco-mandò all’orecchio: “Non parli di Dio, qui”. Con un grido interiore si dice: “Ma se io non parlo di Dio, che cosa vado a dire?”. Davanti a chi lo ascolta lo ani-ma una sola convin-zione: “io sono qui per parlare di quello che sono e di quel-lo che vivo”. Allora, come è sua abitudi-ne, racconta l’azio-ne di Dio nella sua vita. Alla fine fu un uragano di applausi. Una cosa è parlare su Dio e un’altra è offrirsi come “emis-sione” di Dio stesso per il mondo. Quan-do parla Dio, l’uo-mo ascolta, anche là dove pare impossibi-le sentirlo.

Questo abbando-no alla Provvidenza

si ritrova nel suo operare […] Qui sta lo scontro tra mondi e culture diverse. Come occidentali, anche condividendo la stessa fede, possia-mo rimanere sconcertati di fronte a ciò che vive Gregoire, e ci si con-sidera incapaci di viverlo alla stessa maniera. […] Ma una fede come quella di Gregoire, attira e affascina. I centri di accoglienza e riabilitazio-ne dei malati avviati da lui, non si contano più, in Costa d’Avorio, in Benin, in Togo, in Burkina Faso...

Di fronte ai grandi interrogati-vi sull’avvenire dei malati, l’opera, la sua gestione, i centri, i volontari, i doni, l’alimentazione dei malati, l’enorme bisogno di medicine, le co-struzioni, i veicoli, i progetti futuri, Gregoire risponde: “Io non ho rice-vuto il dono di gestire la Provviden-za!” Come dire: deve pensarci Lei.

Marie Christine Brocherieux in “Gregoire ou un autre regard

sur les fragilisés de la vie” Ed. Nouvelle Cité – France

APPUNTAMENTO CON GREGOiREDA NON PERDEREUN AFRiCANO POVERO PER i POVERi D’AFRiCA CONOSCiUTO iN TUTTO il MONDO

12 – La Martinella – n. 2 - 2016

CHERUBIN FRANCESCO nato a Venezia nel 1839, venne eletto Vescovo e Conte di Feltre e Bellu-no nell’ottobre 1899. Colpito da paresi nel 1907, gli venne affianca-to il Vescovo Giuseppe Foschiani. Mons. Cherubin morì a Feltre il 10 luglio 1910 e venne sepolto a Bel-luno.

FOSCHIANI GIUSEPPE Vescovo e Conte di Belluno e Feltre. Nativo di Gemona (Udine) fu consacrato Vescovo nel 1908 e prese possesso delle Diocesi il 16 ottobre 1910. Morì a Feltre il 5 ottobre 1913. Lo si ricorda come iniziatore dei Cir-coli Giovanili e come fondatore dell’Amico del Popolo. È sepolto a Belluno nella tomba dei Vescovi.

CATTAROSSI GIOSUE’ Vescovo e Conte di Feltre e Belluno. Nativo di Cortale (Udine), fu prima Vescovo di Albenga. Il 21 novembre 1913 (a 50 anni) fu nominato Vescovo. Fece il suo ingresso e fu subito nota-to per la sua austerità di vita e per la sua santità. Si dice che si confessasse tre volte a settimana. In cattedrale a Feltre, ripeteva spesso: “Feltrini, vi amo, vi amo!” E fu, a sua volta, riamato. Morì a Belluno il 3 marzo 1944 e la sua tomba si trova in Cat-tedrale a Belluno.

BORTIGNON GIROLAMO, Ve-scovo e Conte di Belluno e Feltre. È nato a Fellette, diocesi di Padova e provincia di Vicenza il 30 marzo 1905. Venne ordinato Sacerdote tra i frati minori il 30 marzo 1928. Fu consacrato Vescovo il 14 maggio 1944 e fece il suo ingresso a Bellu-

no il 27 maggio 1944 e a Feltre il 3 giugno 1944. Venne nominato Ve-scovo di Padova il 2 aprile 1949. Fu questo Vescovo a togliere il soggior-no alternativo di sei mesi a Feltre e Belluno. Passerà alla storia per il gesto eroico di amministrare l’Un-zione degli Infermi agli impiccati di Piazza Campitello (dei Martiri a Belluno) e per aver osato baciarli uno per uno, alla presenza dei sol-dati tedeschi allibiti.

MUCCIN GIOACCHINO nativo di Casarsa (Udine), si definiva un ra-gazzo del ’99. Era nato infatti il 25 novembre 1899. Fu pri-ma Arciprete e Vicario Fora-neo di Concor-dia; poi venne eletto Vesco-vo di Feltre e Belluno il 19 giugno 1949. Prese possesso del-la Cattedrale di Feltre il 31 luglio 1949 e di quella di Belluno il gior-no seguente. Rinunciò alla Diocesi il 1° settembre 1975 e si ritirerà a vita privata a San Pietro di Felletto dove morirà il 27 agosto 1991. Per volontà testamentaria volle essere sepolto tra i morti del Vajont. Sono certamente ancora tanti che ricor-deranno di aver ricevuto la Cresima da questo Vescovo mite ed umile, saggio e prudente.

DUCOLI MAFFEO nato il 7 no-vembre 1918 a San Mauro di Sali-ne (Verona). Dopo alcuni anni di carriera diplomatica, venne eletto

Vescovo Ausiliare di Verona quindi Vescovo di Bel-luno e Feltre nel 1975. Rimarrà in Diocesi fino al febbraio 1996 e poi si ritirerà in pensione a Vero-na. Morirà il 28

agosto 2012. Di questo Vescovo si ricordano i due Centri di Spiritua-lità: Col Cumano o di Papa Luciani e del Santuario della Madonna di Lourdes sul Nevegal. Ha sempre in-

coraggiato le Missioni parrocchiali. Non gli sono mancate delle amarez-ze per essere fedele al suo ministero episcopale.

BROLLO PIETRO Vescovo di Belluno – Feltre dal 1997 al 2001. Nella Martinella di febbraio 1997 leggiamo che Mons. Pietro Brollo, già Vescovo Au-siliare di Udine, è stato nominato Vescovo di Bel-luno – Feltre. È nativo di Tol-mezzo, nato il giorno 1° dicem-bre 1933. Sacer-dote dal 1957, Vescovo dal gen-naio 1986. Ha molto apprezzato il nostro Santuario dei Santi Mar-tiri Vittore e Corona, ed ha avuto a cuore il Centro di Pastorale Gio-vanile di Feltre da lui inaugurato. Purtroppo tornerà presto nella sua Udine a sostituire Mons. Battisti come Arcivescovo di Udine. Dopo le dimissioni canoniche, risiede a Tolmezzo, nella casa di famiglia, come Vescovo emerito di Udine.

SAVIO VINCENZO Vescovo di Belluno – Feltre dal 2001 al 2004. Nativo di Osio di Sotto (Bergamo). Si affezionò subito al nostro ambien-te, facendo leva sulla bel-lezza del creato (e non solo) che “salverà il mon-do”. Aveva già stilato un bel programma pastorale, preparando il cammino sinodale della Diocesi, quando il male che non perdona nemmeno i Vescovi lo fiac-cò inesorabilmente. Venne assistito amorevolmente dal suo successore Mons. Giuseppe Andrich. Morì santamente, circondato dall’affetto e dalla stima di tutti. Ora riposa nel cimitero di Osio di Sotto, nella sua terra di origine.

ANDRICH GIUSEPPE (2004 – 2016) Alla morte di Mons. Savio più di qualcuno fece presen-te in Alto che poteva prendere il suo posto il Vicario generale, Giu-seppe Andrich. Il sug-

I VESCOVi DELLE DIOCESI DI bEllUNO E FElTRE DAL 1900 AL 2016

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Santuario di San Vittore: una delle lunette affrescate da Vico Calabrò e recentemente inaugurate.

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g e r i m e n t o andò a buon fine e per ol-tre una doz-zina di anni, Mons. An-drich portò avanti, egre-g i a m e n t e ,

pur tra frequenti sofferenze, il suo prezioso ministero. Per raggiunti limiti di età (75 anni) anche i Vescovi sono invitati ad andare … a riposarsi. Ringraziamo e benediciamo il nostro caris-simo Mons. Giuseppe.

MARANGONI RENATO “Sono nato a Crespano del Grappa nel 1958 e sono diventato sacerdote nel 1983 ordinato sacerdote da Mons. Franceschi. Ho la-vorato in mezzo ai giovani universitari a Padova e nel 2008 ho ricevuto l’incarico di Vicario episcopale per la pastorale. Sono portato a guardare la vita con fiducia ed ottimismo, perché so di poter confidare nell’aiuto del Signore”. Sarà ordinato Vescovo a Padova il 10 apri-le prossimo.

A cura di don Vittorio

direttore di redazione: don Virginio De Martin, Parrocoresp. ai sensi di legge don Lorenzo dell’Andrea

iscrizione tribunale di Belluno n. 14/2001Stampa: Tipografia Piave S.r.l. (BL)Grafico: www.gerardocarnimeo.it

ULtIME NOtIZIE DI “NOi CON VOi”

L’Associazione di volontariato e promozione umana Noi Con Voi continua ad operare in aiuto a tante persone e famiglie. Ultimamente ha ottenuto la registrazione in Regione come “Organizzazione di Volonta-riato” Noi Con Voi con sede in via Paolina 2 - Feltre.

Con il Punto di ascolto, aperto il martedì e il mercoledì dalle 16 alle 18 ha potuto aiutare in modi diversi va-rie persone, soprattutto donne.

Dal primo marzo Noi Con Voi è anche referente del Progetto “Buon Samaritano” facente capo alla Sere-nissima Ristorazione SPA. Questo progetto prevede che un incaricato di Noi con Voi passi quotidianamen-te a ritirare dall’Ospedale il cibo di ristorazione rimasto, per donarlo, confezionato a regola d’arte, lo stesso giorno, a persone senza fissa dimora o in grave difficoltà. Si tratta di cinque o sei pasti completi. Questo è già in atto ed è apprezzato dai beneficiari sia per la qualità che per la modalità di confezionamento e distribuzione. Noi con Voi ringrazia Don Diego Bardin per aver indicato alla Sere-nissima Ristorazione spa, la nostra disponibilità di volontari a rendere questo servizio.

Resta sempre valido l’appello agli aiuti, di qualsiasi genere, sia alimen-tare che non, come legna da riscal-damento, aiuti per l’acquisto del gas; per qualche bolletta ecc. ; soprattutto è ben venuto chiunque possa offri-re lavoro, di qualsiasi durata, anche minima. A tutt’oggi (inizio marzo) il numero delle persone in cerca di lavoro che hanno contattato i nostri volontari sono ben 448.

Noi con Voi desidera inoltre fare gli auguri di guarigione alla Signora Giovanna molto attiva nella Asso-ciazione TILT tanto sensibile e im-pegnata nel settore del volontariato e che ora in ospedale, si trova in attesa di operazione al cuore

IL BUON CUORELa comunità ringrazia le

tante persone che vengono incontro alle necessità della chiesa, delle opere parroc-chiali e della Scuola don Bosco, oltre che dei pove-ri. Ci scusiamo se vi fosse qualche dimenticanza. Dio, in ogni caso, registra perfettamente tutto.

Hanno sostenuto la parrocchia con offerte: Polloni Lisetta; Garo-falo Rossi Velia; Pan-ciera Giampietro; famiglia Possamai Claudio; famiglia Cobello Alberto; famiglia Carniel Giuseppe; famiglia Dalla Costa Angelo; Olga Maschio in memoria del marito Enzo; Sacchet Amalia; Padovan Luisa; Stef-fenini Giorgio in memoria dei geni-tori; Bolzan Sabrina; Loat Stefania; la San Vincenzo di Farra; Sartirana Alfa; famiglia Romanin; Slongo Luigi; fami-glia Cuccuru Simion; Caron Giusep-pina; la moglie in memoria di Cobello Attilio; i nonni Amorati in occasione del Battesimo della nipote Asia; Fave-ro Emilia; la famiglia in memoria di Menegaz Flora; Zasio Guido e Bian-ca; Zalunardo Giuseppe: Boscariolo Almerico e D’Incà Teresa in occasione del 60° anniversario di matrimonio; la famiglia in occasione del Battesimo di Dal Ben Adele Maria; famiglia Zat-ta; la famiglia in memoria di De Paris Mario; la figlia in memoria di Zardo Giuseppina; alcune famiglie del Con-dominio Giardino in memoria di Zar-do Giuseppina; famiglia Pelosio in me-moria di Zardo Giuseppina; Dionessa Michela; un amico; vari NN n

lETTERA Di UN DiPENDENTE

Ci è stata recapitata per conoscenza:“Non ho ricevuto la busta paga di

febbraio, ma non importa. Consapevo-le delle tante spese che ci sono in questi primi mesi dell’anno, rinuncio volen-tieri a quel mese, anche come segno di gratitudine. In questi tempi occorre te-ner presente la fortuna di aver un lavoro e di star bene, ed avere occhio speciale sulle tante persone in difficoltà”.

lettera firmata

AllElUiA! ALLELUIA!

È una esclamazione tra-dizionale, antichissima, usata già nell’Antico Te-stamento e che significa “lode a Dio”. Faceva parte dei canti della cena rituale degli Ebrei alla Pasqua e fu perciò pronunciata da Gesù stesso al termine del-la sua Ultima Cena.

È espressione di gioia, di letizia, di forza. Vuol si-gnificare anche che la glo-ria di Dio è la nostra gioia. Dio è bontà, Dio è bellez-za, Dio è la nostra felicità.

È bello il saluto degli ortodossi russi: Christòs anesti! Cristo è risorto! E la risposta al saluto è Cri-sto è veramente risorto! Abbracciamoci con gioia: Cristo è Risorto.

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PROGEttO FAMiGliAUN PROGETTO: “FAMiGliE iN RETE”

A che cosa serve una rete di fa-miglie?

Alcune famiglie si mettono in-sieme in modo informale, a livello locale, per aiutare e per sostenere, per periodi limitati, famiglie con figli che si trovano in situazione di temporanea difficoltà. Per esempio:

Le “reti” offrono accoglienza e aiuto alle famiglie attraverso forme di solidarietà quali:

- Sostegno dei figli nei compiti scolastici

- Sostegno nell’organizzazione familiare

- Accompagnamento a scuola - Accudimento per alcune ore

della settimana.Questa iniziativa nasce dunque

con l’obiettivo di promuovere e cre-are reti di solidarietà tra famiglie, che possano lavorare in sinergia con i servizi per il sostegno di minori e famiglie in situazione di tempora-nea difficoltà.

E’ promosso dal Comune di Fel-tre e dall’ULSS n.2.

Per coloro fossero interessati a questa iniziativa, fare riferimento a Francesca Tonet:  340 7576554 – oppure mail:

[email protected] Irene Gregato: 0439 885878

CURiOSiTà CHE FANNO PENSARE

I single, i soli, in Italia, sono 7 milioni e 700mila. Non si contano evidentemente i minorenni e i gio-vani non ancora sposati.

C’è chi si è preso la briga di fare con l’occasione un po’ di conti sta-bilendo che  in media per loro il co-sto della vita è superiore del 64%.

E’ stata la Coldiretti a mettere a confronto i costi della vita di coloro che vivono da soli con la spesa me-dia di ogni componente di una fa-miglia tipo, sulla base dei dati Istat.

Ed ecco che cosa è venuto fuori. In Italia gli uomini celibi e le donne nubili al di sotto dei 45 anni sono 1 milione e 513 mila, cui vanno ag-giunti 416 mila separati e divorziati e 14 mila vedovi e vedove, per un totale di 1,9 milioni di single un-der 45. Quelli tra i 45 e i 65 anni ammontano a 2,1 milioni (912mila celibi e nubili, 876mila separati e divorziati e 261mila vedovi), men-tre le persone sole over 65 sono 3,7 milioni, di cui la maggioranza,75%, è però ovviamente composta da ve-dovi e vedove.

Vivere da soli è più costoso se-condo l’analisi Coldiretti da cui emerge che la spesa media per ali-mentari e bevande di un single è di 274 euro al mese, superiore del 45% a quella media di ogni componente di una famiglia tipo di 2,3 persone che è di 190 euro. Per i single inoltre l’aumento di costi per l’abitazione è doppio (98%) rispetto alla media di una persona di una famiglia tipo. I motivi della maggiore incidenza della spesa a tavola sono legati – continua Coldiretti – alla necessità

per i single di acquistare spesso maggiori quantità di cibo per la mancanza di formati adeguati, che comunque anche quan-do sono disponibili ri-sultano molto più cari di quelli tradizionali. Inoltre gli appartamen-ti e le case più piccole hanno prezzi in propor-zione più elevati e usa-re l’automobile da soli costa di più, come pure

riscaldare un ap-partamento. Ma spesso la scelta di non stare in cop-pia è obbligata perché dettata dall’invecchia-mento della po-polazione.

E infatti il 7,4% delle per-sone sole sopra i 65 anni si tro-

vano in una situazione di povertà secondo l’Istat, con la percentuale che sale addirittura al 19,8% nel Mezzogiorno.

E’ PROPRiO UN bENE NON SPOSARSi ?

“Il Signore Dio disse: Non è bene che l’uomo sia solo” (Genesi 2,18).

Se resto solo, non debbo avere ri-guardo per nessuno.

Da solo non ho bisogno di sparti-re. Da solo non ci sono litigi.

Da solo non debbo discutere con altri le mie decisioni.

Da solo posso realizzarmi come meglio credo.

Da solo ho sempre tempo per me. Da solo posso fare tutto quello che ritengo opportuno per la mia felici-tà ed il mio benessere. Da solo così pensavo non ho bisogno di offrire a qualcun altro amore e calore. Infatti muoio di freddo.

Reiner HaakSENZA FiGli?

“Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi, moltiplicate-vi, riempite la terra” (Gen.1, 27-28).

In certi matrimoni si raddoppia solamente l’egoismo dei singoli. Ci sono coppie che non mirano ad al-tro che al proprio divertimento, al proprio tornaconto, alla propria fe-licità.

Ma due egoisti non troveranno mai, anche insieme, la felicità.

La nostra società diventa vivibile soltanto quando ci sono persone, ma soprattutto sposi e famiglie, che sanno assumersi le loro responsabi-lità anche nei confronti degli altri.

C’è bisogno di coppie che sap-piano irradiare attorno a sé il bene e abbiano cuore per sé e per gli altri.

Reiner Haak

La Martinella – n. 2 - 2016 – 15

PORtA APERtA SUL MONDO

Non sono immagini per riempire in qualche modo una pagina della Martinella, ma scelte per

suscitare un’attenzione più consape-vole sul mondo intero che bussa alle nostre porte realmente e non solo virtualmente sugli schermi. Non c’è solo il drammatico e preoccupante esodo di milioni di persone in cerca di nuove terre e nuovo avvenire, ma anche l’impatto (che ci coglie im-preparati) con culture, abitudini, si-tuazioni umane e religiose che non è bene ignorare. Un esempio è l’espe-rienza difficile di ospitalità dei pro-fughi e delle “ragazze” immigrate in attesa di verifiche, ospitate al Caren-zoni. E’ un cambiamento culturale che non possiamo trascurare, rite-nendoci ancora al di sopra di tutti gli altri e al di fuori dei cambiamenti. Si impone un atteggiamento nuovo.

Aprire gli occhi sul mondo non più per compatirlo, né solo per aiu-

tarlo, ma piuttosto per imparare, per riflettere, per dialogare umilmente e alla pari. Guardando alla diffusa povertà mo-rale, culturale e compor-tamentale che sta inva-dendo il nostro occiden-te, che cosa potremo più insegnare riguardo alla fede e ai principi di equi-tà e di umanità? E’ bene dunque ri-

diventare allievi. Sta finendo la stagione delle nostre conqui-ste di popolazioni e di terre, con il conse-guente sfruttamento dei più deboli. Ora proprio loro ci mo-strano come si vive nelle difficoltà, senza perdere la dignità e conservando le cose

la propria umanità, la laboriosità, l’amore, e il senso della famiglia. Umiltà e dialogo. Dobbiamo am-mettere che pur avendo qualche elettrodomestico in più, non siamo più civili di loro.

Aprire la porta sul mondo è ve-dere che cosa sta avvenendo di sorprendente anche nella Chiesa: la rivoluzione salutare iniziata da Francesco, la lotta all’indifferen-za globalizzata nei confronti delle

masse povere, la relativizzazione dell’importanza della ricchezza ri-spetto al ben-essere, la cura e la sal-vaguardia della terra che è un bene di tutti, il dialogo tra le Chiese la difesa della famiglia e della vita di ogni essere umano ; e di qui la con-statazione che, mentre l’occidente si è allontanato da Cristo, il numero dei cristiani sta crescendo proprio in quei continenti dove la Chie-sa soffre per la violenza. Proprio lì sono in atto oggi delle cruente per-secuzioni contro i cristiani. Non dimentichiamo che anche Vittore e Corona erano cristiani della Siria e lì furono arrestati, condannati e martirizzati già nel terzo secolo, per la fede. Ma , diceva Tertulliano, il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani. n

Vita nel Ghana.

In basso: Filippine, sobborghi di Manila, simili ai sobborghi del 80 % delle città nel mondo.

mARtIRI DI OGGIIl 4 marzo hanno sacrifi-

cato la loro vita seguendo il proprio carisma, quattro suore di Madre Teresa di Calcutta. Erano di naziona-lità indiana, rwandese, ken-yana e filippina. Assieme a loro altri 12 civili che ser-vivano nella struttura per anziani e handicappati della capitale dello Yemen.

L’attacco era rivolto con-tro le religiose e il sacerdote della struttura.

(Paul Hinderad Asia News)

16 – La Martinella – n. 2 - 2016

CANtIAMO lA PASQUAViCTiMAE PASChAli lAUDES

È la sequenza del giorno di Pasqua. “Eleviamo un inno di lode alla Vittima Pasquale: la morte e la vita si scontrarono in un furioso duello: il Signore della vita, morto, trionfa redivivo.”

Funzionava anche ai tempi di Gesù la mafia. Una bustarella di trenta denari è bastata a Giuda per dare l’amico Gesù in braccia al potere del tempo. Un’al-tra abbondante bustarella viene promessa ai soldati messi a guardia del sepolcro

di Cristo, se avessero det-

to il falso. Ma la verità non è mafiosa, prima o poi viene a galla.

Sul Calvario stanno succedendo cose strane: la domenica di Pasqua ci fu un grande terremoto e un angelo del Signore, tolse la pietra dal sepol-cro. Aveva una faccia scin-tillante come la folgore e le vesti bianche come la neve. Altri sepolcri si aprirono e le guardie ri-masero esterrefatte. Ma-ria Maddalena e Maria di Giacomo e Salome tornano per imbalsamare Gesù. Trovano il sepolcro già aperto ma non vedono il corpo di Gesù. Corro-no tutte dagli Apostoli e agitate dicono a Pietro e a Giovanni: “Hanno ru-bato il corpo di Gesù!” Tornando al sepolcro due bianco vestiti dicono loro: “perché cercate tra i morti Colui che vive?”

In seguito, sempre vici-

no alla tomba, Gesù chia-merà per nome Maria. La risposta sarà “Rabbunì, Maestro!” Il dialogo tra il Risorto, le pie donne e gli apostoli terminerà con una vera professione di fede: “Sappiamo che Gesù è veramente risorto dai morti, primizia di ogni cristiano. Ne siamo certi.”

d. Vittorio

LA VItA NUOVA NEL bATTESiMO 2016

AMORATI ASIA, figlia di Claudio e Elisa-beta Giongiorgi, abitanti in via Cason, nata il 1 agosto 2015 ha ricevuto il battesimo nella Cap-pella di Santa Maria delle Grazie (dietro la Birre-

ria Pedavena) sabato 23 gennaio.

DAL BEN ADELE MARIA, figlia di Gian-luca e Giovanna Motta, abitanti in via Culiada, nata il giorno 8 ottobre, ha ricevuto il sacramento del Battesimo domenica 14 febbraio nella nostra chiesa parrocchiale. n

CANDATEN LUCIA, residen-te in via Mario Luciani 15/E, coniugata con Zalunardo Giu-seppe nata a Moshi (Tanzania) il 15 agosto 1962, è deceduta, dopo una grave malattia all’O-spedale di Aviano il 21 gennaio. Una perdita dolorosa che lascia nel dolore più profondo la mam-ma, il marito e la figlia Alessia. Le esequie si sono celebrate nella cattedrale di Feltre il 25 gennaio con una grande partecipazione di popolo, segno del bene se-minato nella sua professione di avvocato e nelle associazioni di volontariato.

MENEGAZ FLORA, residen-te in viale Farra, vedova Buzzat,

nata a Seren Del Grappa il 28 ottobre 1921, è deceduta in Casa di riposo a Feltre, dove si trovava da pochi mesi, il giorno 6 febbra-io. Le esequie si sono svolte lune-dì 8 febbraio nella nostra chiesa parrocchiale, con un bel numero di persone che si sono strette at-torno ai quattro figli e ai parenti tutti.

ZARDO GIUSEPPINA, resi-dente in via Balistiche, vedova di Basei Candido, nata a Ca-stelfranco Veneto il 9 novembre 1930, è deceduta il giorno 9 feb-braio presso la figlia, a Rimini, dove sono stati celebrati anche i funerali. Per sua volontà, le cene-ri sono state deposte nel cimitero

di Feltre, presso il defunto mari-to e i genitori. Giovedì 25 feb-braio è stata celebrata una Santa Messa di suffragio nella nostra chiesa parrocchiale.

CAPPELLARO LUISA, spo-sata con Cercenà Gino, già re-sidente in via Bellini 4. Nata a Pedavena il 23 gennaio 1928, è deceduta il 7 marzo alla Casa di Riposo di Feltre dove si trovava dal giugno 2015. Una vita di lavoro e di dedizione alla fami-glia. I funerali si sono celebrati mercoledì 9 marzo nella nostra chiesa parrocchiale, il suo corpo riposa nel cimitero di Pedavena, comune dove risiedeva fino al 1961.

unA PREGHIERA DI SuFFRAGIO