n° 2 - altaroma - 7 / 11 luglio 2012

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Un medium “locale” ma con forti legami internazionali: i contributors non saranno soltanto romani ma anche stranieri o italiani residenti all’estero, quindi capaci di fornire uno sguardo disincantato e obiettivo sulla città.

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Direttore CreativoTOMMASO CONCINA

Coordinamento GeneraleORNELLA CICCHETTI

ConsulenteSABRINA QUERCI

Junior EditorBEATRICE PAMPHILI

ContributorsEMANUELA NOBILE MINOEDOARDO CICCONICAROLINA DE LUCABONIZZA GIORDANI ARAGNOCLARA TOSI PAMPHILIFERNANDA VERON

Progetto GraficoTOMMASO CONCINA

ImpaginazioneTOMMASO DAL POZ per U-SkILL MEDIA AGENCy

TipografiaCREA PROMOTION Roma

Cover Credits

FOTO E ARTWORk Fernanda VeronMODA Tommaso ConcinaTRUCCO E CAPELLI Sonia Veleno

NINO LETTIERI COUTURE Caftano in chiffon di seta nero devoré con ricami in lurex

model Lera Tribel@Next

cover n1

il nome già la dice lunga sulle finalità

che il progetto di questo nuovo magazine si pone e sul comune

denominatore dei contenuti che affronterà,a partire dal numero 0.

E’ di fatto una dedica alla città e alla sua personalità poliedrica:

Roma città eterna, trasognata e adulata per la sua innegabile unicità,

il suo potere seduttivo, il patrimonio storico-artistico e l’innato

senso di spigliata creatività, ma anche Roma città contemporanea,

energetica capitale europea e bacino di risorse creative, culturali,

artistiche che meritano di essere maggiormente divulgate, esaltate,

omaggiate.

ROMA si occuperà di Roma, sotto forma di contenitore aperto,

trasversale, libero e votato a dare voce alle realtà importanti

che quotidianamente, attraverso l’impegno individuale e la rete

di lavoro collettivo, contribuiscono a delineare il nuovo, sempre

più competitivo, profilo identitario della città.

Un medium “locale” ma con forti legami internazionali: i contributors

non saranno soltanto romani ma anche stranieri o italiani residenti

all’estero, quindi capaci di fornire uno sguardo disincantato

e obiettivo sulla città.

ROMA dedica il suo primo numero all’Alta Moda, settore di cui

la capitale è tradizionalmente culla, grazie all’innata sensibilità

estetica che la contraddistingue e alla proverbiale sapienza

nel fatto a mano che l’hanno resa uno dei luoghi cult su questo

fronte. A parlarne alcuni dei principali attori e attivi promotori

della creatività italiana applicata alla moda e al design:

il presidente di Alta Roma Silvia Venturini Fendi racconta

LIMITED/UNLIMITED, progetto votato a valorizzare l’esclusività

del pezzo unico e dell’edizione limitata; Cesare Cunaccia presenta

l’ingegnoso e raffinato lavoro di Liborio Capizzi, visionario stilista

di origine siciliana. Emanuela Nobile Mino si inoltra nel meraviglioso

mondo di Delfina Delettrez celebrato in DELPHINARIUM, prima mostra

monografica dedicata all’eclettica creatrice di gioielli; Bonizza

Giordani Aragno introduce le creazioni di Caterina Gatta, tra memorie

vintage e seduzione del nuovo; Cinzia Malvini incontra Maria Grazia

Chiuri e Pier Paolo Piccioli, direttori creativi della storica maison

Valentino; Clara Tosi Pamphilj alza il sipario su A.I. Fair, la fiera

delle vanità artigiane e del Made in Italy rigorosamente fatto

a mano. Mentre, in apertura, l’editoriale firmato Fernanda Veron:

uno spaesante viaggio visivo e temporale nell’universo simbolico,

onirico, lussureggiante dell’artista fotografa argentina Rome-based.

A partire da questo primo step, ROMA inizierà ad intessere, inoltre,

una trama di corrispondenze tra diverse tematiche, argomenti e ambiti

culturali, operando dei blitz di approfondimento nel mondo dell’arte,

del cinema, della letteratura.

Con l’intento di proporre dei focus quanto più accurati sull’attualità,

ROMA non avrà una cadenza editoriale precisa, ma le sue uscite si

legheranno periodicamente ad eventi e manifestazioni romane di rilievo,

adeguando di volta in volta il proprio impaginato, i contenuti

dei contributi e degli speciali e i toni del proprio linguaggio al

mood del momento e alla personalità dei personaggi coinvolti, mettendo

così in luce anche i diversi lati del proprio carattere, serietà,

irriverenza, ironia, agilità, critica, curiosità e, soprattutto,

la sua fiera “romanità”.

Buona lettura e benvenuti a ROMA!

ROMA. ThE NAME ITSELF IS LOADED ENOuGh TO SuGGEST ThE GOALS ThAT ThIS NEw MAGAzINE AIMS FOR AND TO FOREShADOw ThE COMMON DENOMINATOR OF ThE CONTENTS ThAT IT wILL FACE, bEGINNING FROM NuMbER 0. IT IS CERTAINLy A TRIbuTE TO ThE CITy AND ITS ECLECTIC PERSONALITy: ROME ThE ETERNAL CITy, DREAMED OF AND PRAISED by FOR ITS uNDENIAbLE uNIquENESS, ITS SEDuCTIVE POwER, ITS hISTORICAL AND ARTISTIC PATRIMONy, AND ITS INNATE SENSE OF SELF-CONFIDENT CREATIVITy, buT ALSO ROME AS CONTEMPORARy CITy, ENERGETIC EuROPEAN CAPITAL AND ARSENAL OF CREATIVE CuLTuRAL AND ARTISTIC RESOuRCES ThAT DESERVE TO bE bETTER kNOwN, ExALTED, hONORED.

ROMA wILL DEAL wITh ROME, AS AN OPEN CONTAINER, TRANSVERSAL, FREE, DEVOTED TO GIVE VOICE TO ThOSE IMPORTANT REALITIES ThAT, ThROuGh INDIVIDuAL COMMITMENT AND A NETwORk OF COLLECTIVE COLLAbORATION, CONTRIbuTE TO ThE DELINEATION OF ThE NEw AND ALwAyS MORE COMPETITIVE IDENTITy AND PROFILE OF ThE CITy.

A LOCAL MEDIA buT wITh STRONG INTERNATIONAL TIES: ThE CONTRIbuTORS wILL NOT ONLy bE ROMANS buT FOREIGNERS OR ITALIANS LIVING AbROAD, CAPAbLE ThEREFORE OF PROVIDING A DISENChANTED AND ObJECTIVE VIEw OF ThE CITy.

ROMA DEDICATES ITS FIRST NuMbER TO hAuTE COuTuRE, A SECTOR ThE CITy IS kNOwN FOR, ThANkS TO ThE INNATE AESThETIC SENSIbILITy ThAT ChARACTERIzES IT AND ThE PROVERbIAL kNOwLEDGE OF ThE hANDMADE ThAT hAVE ALLOwED ThIS TOwN TO bECOME A CuLT LOCATION ON ThIS FRONT. STARTING FROM ThIS FIRST STEP, ROMA wILL wEAVE CORRESPONDENCES bETwEEN DIFFERENT TOPICS AND CuLTuRAL REALITIES whILE ShOwCASING IN-DEPTh CLOSE uPS OF ThE ART wORLD, CINEMA AND LITERATuRE.

wITh ThE INTENT OF FOCuSING ACCuRATELy uPON CuRRENT EVENTS, ROMA wILL NOT hAVE A PRECISE CADENCE buT ITS RELEASES wILL bE LINkED TO IMPORTANT ROMAN EVENTS, ADAPTING ITS LAyOuT, ThE CONTENTS OF ITS CONTRIbuTIONS AND ThE TONES OF ITS LANGuAGE TO ThE MOOD OF ThE MOMENT AND TO ThE PERSONALITy OF ITS PROTAGONISTS, ShEDDING LIGhT ON ThE DIVERSE SIDES OF ITS ChARACTERS, SERIOuSNESS, IRREVERENCE, IRONy, AGILITy, CRITIquE, CuRIOSITy AND, MOSTLy, OF ITS PROuD “ROMANITà”.

hAVE A GOOD READ AND wELCOME IN ROMA!

Tessuti preziosi perché non contaminati, belli da vedere da toccare

e che suggeriscono ad una giovane stilista come Caterina Gatta idee

innovative disinvolte ed attuali Sono le stoffe vintage

dai colori piu vari e dai stampati che spaziano dal fiore al geometrico

all’informale .Tessuti con le cimose firmate, come opere d’arte

che rimandano ad una cultura di moda legata a ‘quel fatto a mano’

a quel preziosismo di tempi lontaniTessuti che si velano

di nostalgia, sopratutto per quelli che né hanno conosciuto il valore.

Ed è’ particolare che una giovane stilista abbia pensato

ad un operazione fusion , tra passato e presente tra sconfinamenti

e artigianalita Progettando una propria linea di abiti, realizzati

con stoffe firmate da stilisti famosi come Gianni Versace, Yves Saint

Laurent,Dior, Fausto Sarli, Pierre Cardin, Lancetti, Irene Galitzine,

Givenchy, Valentino, André Laug, Ungaro, Scherrer.

Caterina Gatta, è romana ha 28 anni, si è laureata in Scienze

della Moda e del Costume all’Università La Sapienza di Roma, ha

completato con il massimo dei voti anche il biennio di pecializzazione.

Durante gli studi universitari, ha frequentato corsi e stage

(tra cui Fashion Styling alla Central Saint Martins di Londra,

Jewellery and Luxury Industry presso la Confcommercio di Roma)

e ha fatto varie esperienze lavorative importanti in Italia

e all’estero. Nel 2008 ha iniziato a sviluppare un proprio progetto

di moda, con il marchio registrato Caterina Gatta La sua prima

pre- collezione, fu presentata a un ristretto gruppo di giornalisti

durante Altaroma nel Luglio 2008 dopo aver ricevuto incoraggianti

riscontri ha pensato all’ idea di creare un suo Brand. Sapendo bene

che le contaminazioni e gli sconfinamenti sono attuali ,sente

il bisogno di riscoprire attraverso il tessuto stampato quella

creatività prettamente italiana, che sembrava essersi esaurita

proprio tra le nuove generazioni di designer.

Per Caterina Gatta la base del suo lavoro è il tessuto vera fonte

di ispirazione di cui cura personalmente ogni aspetto, seguendo

la realizzazione degli abiti e i vari processi di sviluppo.

Appassionata di fotografia, si occupa dell’ immagine delle sue

collezioni Tranquilla ma anche determinata Caterina si destreggia

con disinvoltura nel suo laboratorio, tra cumuli di preziosi tessuti,

conscia di possedere un archivio di memorie,ma che per lei sono solo

l’inizio del suo percorso creativo ciò che l’interessa e la traduzione

del tessuto in linguaggio-moda che comunichi emozioni.

La storia della moda per lei è come un libro da sfogliare da studiare

come analisi estetica e come comunicazione dal forte valore simbolico

Caterina non s’intimidisce di fronte ad un tessuto firmato,sapendo

di interpretare un ‘mito’ Un operazione di restyling post moderno.

La sua prima vera collezione è stata presentata presso la Soho House

di New York nel Maggio 2009 e successivamete a Palazzo Morando durante

il “Vogue Talents Corner” a Milano.

Ma l’evento che ha reso Caterina interessante agli occhi di chi crede

nell’Alta Moda Italiana sono stati i dieci pezzi unici realizzati

con i tessuti vintage della maison Lancetti presentati a Roma nella

cornice suggestiva dei Fori Imperiali sotto l’egita di AltaRoma

( Pino Lancetti Re-Edition, 30-1-2012) L’abilità di Caterina è

di trasformare in attualità storie dimenticate, interprete di contenuti

desueti, trattati come trame contemporanee riproporre con l’arte

del fare tutto ciò che appartiene all’immaginario collettivo.

caterina gatta e il tessuto stampatodi Bonizza Giordani Aragno

Archivio Cicconi, sette milioni di immagini originali, laster

in vetro e negativi di diverso formato, raccontano la storia

d’Italia dal 1890 al 2000 offrendo prospettive mai viste su

vaticano, fascismo, moda, spettacolo, politica, costume e società,

momenti rubati e inediti dei personaggi che hanno fatto la storia

dell’Italia del ‘900. L’ Archivio è composto da cinque fondi, ex

archivi e agenzie nella loro completezza, che operavano nel ‘900.

Raccolti negli anni ’90 da Umberto Cicconi, sono stati riconosciuti

dal Ministero dei Beni Culturali. In concomitanza con i 150 anni

dell’Unità d’Italia nel 2011, attraverso la Fondazione Allori, si

inizia a rendere pubblico questo materiale che è rimasto nascosto

per quasi vent’anni. Tornano alla luce l’antica agenzia VEDO

di Porry Pastorel, la Roma Press Photo di Tazio Secchiaroli, il

materiale di Spartaco Appetiti, quello di Alberto Cartoni e il

secolo si completa con tutti gli scatti dell’agenzia

foto-giornalistica di Umberto Cicconi.Sette milioni di immagini,

il novecento italiano come fonte di ispirazione per reinventare

il nuovo, capitale enorme a cui attingere per rielaborare

segni contemporanei con solide radici antiche.

lo studio de

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disegnare il

dopo:

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di Clara Tosi Pamphili

COCO ChANEL, JEAN COCTEAu-VIA VENETO, hOTEL ExCELSIOR-ROMA 1958

ATELIER ROMANO 1957

-TAbLEAu SuRREALE CO

N INDOSSATRICI

ATELIER SORELLE FONTANA 1985-ROMA

nero puro, massimale, poliedrico per immergere abiti

sontuosi in un sentiero illuminante di simbologie oniriche

FOTO E ARTwORk: FERNANDA VERON / MODA: TOMMASO CONCINA

NELLA PAGINE PRECEDENTI bLuSA NERA IN ChIFFON DI PuRA SETA CON COLLO ChIuSO DA uN LuNGO FIOCCO E MANTELLA APPLICATA. GONNA SVASATA ASIMMETRICA IN PuRA SETA NERA A SbIECO SILVINA MAESTRO SANDALI IN CAMOSCIO CON TACCO A SPECChIO GUCCI ANELLO/VENTAGLIO IN OTTONE CANNA DI FuCILE GILBERT HALABy - SOPRA CAFTANO IN ChIFFON DI SETA NERA DèVORè CON RICAMI IN LuREx NINO LETTIERI COUTURE A DESTRA AbITO LuNGO IN TuLLE NERO DOPPIATO IN TuLLE NuDE CON EFFETTO PETALI VALENTINO COUTUREbRACCIALE IN METALLO ONDuLATO COLOR CANNA DI FuCILE CON GRANDE CRISTALLO SwAROVSkI GILBERT HALABy

A SINISTRA AbITO “TATuAGGIO” A SIRENA IN TuLLE RICAMATO CON PERLINE E AMPIA bALzA IN ORGANzA GATTINONI COUTURE SOPRA TOP GIROCOLLO SENzA MANIChE IN ORGANzA DI SETA PuRA SILVINA MAESTROCOPRICAPO IN PIuME STAMPATE IN OTTONE COLOR ORO E CRISTALLI SwAROVSkI COLOR AMbRA GILbERT hALAby

SOPRA GIACCA IN ORGANzA PLISSETTATA CON AMPIE MANIChE ARROTONDATE, AbITO IN CREPE NERO A SbIECO CON INTARSI IN PIzzO ANTONIO GRIMALDI COUTURE - A DESTRA CASACCA/GILET CON RICAMI A TRAFORO IN JAIS NERI E PANTALONI A SIGARETTA IN CREPE CADy LuCIDO/OPACO SARLI COUTURE bRACCIALE CASATI IN FOGLIE DI OTTONE STAMPATE CANNA DI FuCILE CON GRANDE CRISTALLO SwAROVSkI,bRACCIALE DARk CLEO TROMPE L’OEIL CON CATENE DI CASTONI VuOTI E NAVETTE DI CRISTALLO SwAROVSkI GILBERT HALABy

SCIALLE IN ORGANzA E SETA CON RuChE E FIORI APPLICATI IN ORGANzA PLASTICATA TAGLIATI AL LASER ChIuSO DA CINTA IN TESSuTO ANDRè LAUG COUTURE COLLANA CASATI IN FOGLIE DI OTTONE STAMPATE CANNA DI FuCILE CON bAGuETTES SwAROVSkI GILBERT HALABy

SI RINGRAzIA ALESSIO DE’NAVASquEShA COLLAbORATO bEATRICE PAMPhILI MODEL LERA TRIbEL@NExTTRuCCO E CAPELLI SONIA VELENO

ENM: Dopo la condivisione dell’esperienza fiorentina con DELPHINARIUM

- la prima mostra personale di Delfina Delettrez in una galleria che

ripercorrere le tappe fondamentali non soltanto del suo iter creativo

ma anche del suo poliedrico modus operandi (ndr) - siamo di nuovo a

Roma, dove pur potendo scegliere di operare altrove, hai deciso di

vivere, lavorare, aprire la tua prima boutique. Qual è il tuo rapporto

con Roma e cosa ti convince ogni giorno a non lasciarla per un’altra

città?

DD:

ENM: Nel tuo lavoro trovo ci sia una forte connotazione autobiografica,

i tuoi gioielli spesso incarnano visioni, elementi, oggetti e forme

che sembrano strettamente collegati al tuo vissuto personale,

affettivo (penso ad esempio alle ciocche di tua figlia sigillate nella

resina), e che rimandano sia a luoghi reali che a luoghi immaginari

appartenenti alla tua dimensione onirica (tra sogno e incubo). Roma,

la sua eredità storico-artistica, appare sublimata e omaggiata nei

frammenti archeologici, nei micro-mosaici, nei marmi che costituiscono

alcuni dei gioielli della collezione Metalphysik, mentre la Roma

contemporanea in che modo ti ispira ed entra nel tuo lavoro?

DD:

ENM: Tornando alla mostra DELPHINARIUM, credo sia stata un’esperienza

piuttosto nuova, che ti ha portato a rivalutare una ad una le tue

collezioni precedenti, a selezionare pezzi specifici, a ripensare

la loro collocazione e presentazione; ma ti ha condotto anche a

rapportarti con un nuovo contesto, la galleria, e con figure come

quella del gallerista e del curatore. Mi racconti come hai vissuto

questa nuova avventura?

DD:

ENM: In occasione di questa mostra ho avuto l’opportunità di

approfondire il tuo lavoro, analizzarlo da vicino e dall’inizio, e mi

sembra fondato su una grande coerenza, come ho già detto, uno dei tuoi

punti di forza sta nell’aver saputo fin da principio allinearti sulla

rosa di valori che costituiscono il patrimonio fondante dell’italianità

artistica (eccellenza tecnica e raffinatezza estetica, cultura e

suggestione, ironia e malinconia, visionarietà e meraviglia). Che tipo

di consiglio ti sentiresti di dare ad un giovane designer che intende

iniziare questo tipo di carriera?

DELPHINARIUM

L’immaginario di Delfina Delettrez è sconfinato, nel senso che,

per natura, il suo istinto creativo e la sua curiosità si spostano

di continuo - e senza la benché minima frizione - da un ambito di

ricerca ad un altro, oltrepassando fluidamente le linee di confine

che convenzionalmente li demarcano. “La linea che descrive il bello

– sosteneva Winckelmann – è ellittica. Non può venire descritta da un

compasso e muta direzione in ciascuno dei suoi punti.” E’ proprio con

l’intenzione di mettere in luce la complessità del lavoro di Delfina

Delettrez che la mostra DELPHINARIUM – in corso fino al 10 settembre

presso la Galleria Antonella Villanova di Firenze – è stata concepita.

Per restituire un tracciato del suo poliedrico e multidirezionale

operato in una prospettiva globale, la mostra ha riunito i pezzi più

rappresentativi delle sue cinque collezioni agli apparati espositivi

che furono concepiti ad hoc come loro estensione anatomica, dando

risalto ad un aspetto peculiare del fare artistico di Delfina che,

sebbene autoevidente, rischia spesso di non venire adeguatamente

sottolineato ed individuato come declinazione interna al suo processo

di ricerca. Ovvero la sua innata esigenza, e capacità, di presentare

le proprie creazioni contestualizzandole, progettando cioè ogni volta

un’ambientazione speciale per i suoi lavori che, in maniera ideale,

sottenda e riferisca le tracce della visione che prelude ed ispira ogni

nuova collezione, e finisce poi per intriderla. Per ogni suo progetto,

fin da principio, è stato, infatti, pensato non semplicemente un mero

allestimento, ma un vero e proprio percorso di narrazione, concepito

come parte integrante del lavoro, come un corollario fondamentale a

trasmettere qualcosa in più del suo universo personale, biografico

e culturale e della sua direzione di ricerca, sempre in bilico tra

ovvero, l’universo

sensibile di delf

ina delettrez

di Emanuela Nobile Mino

memoria storica

e (pre)visione onirica.

Attingendo alle fonti più

svariate e arrivando a delineare

una modalità espressiva che

nell’eclettismo rintraccia

la sua forza identitaria,

l’indagine di Delfina Delettrez

sull’arte ornamentale (micro)

scultorea ha un centro nevralgico

preciso: il corpo. Il pensiero

attorno al corpo l’ha condotta

istintivamente ad assumere nel

proprio alfabeto l’apparato

fenomenico nella sua totalità,

quindi a voler confrontarsi

con ognuna delle realtà con cui

l’uomo costantemente si imbatte

durante il giorno (la realtà della

natura, dell’arte, della tecnica)

e durante la notte (la surrealtà,

il sogno, l’immaginazione, il

desiderio). Secondo Breton,

solo conciliando i due momenti

che scandiscono l’attività del

pensiero umano, quello della

veglia e quello del sogno possiamo

giungere ad una realtà superiore.

Ed è sovrapponendo visioni reali

e fantastiche, costruzioni

e decostruzioni, miraggi e

avvistamenti, invenzioni e incubi,

architetture della mente e luoghi

dello spirito, che nel lavoro di

Delfina tutto lo scibile ritrova

conciliazione.

Iconografie discordanti

sapientemente accostate, elementi

estranei uniti in combinazioni

spiazzanti, una volta incastonati

nell’oro, glassati nello

smalto, scolpiti nel marmo o

cristallizzati nella resina,

risorgono a nuova vita, sotto

nuove spoglie, intrisi di nuovo

senso.

Così avviene che parti anatomiche

(occhi, bocche, dita) presenti

nella collezione “Anatomik” -

e abbinate in “Metalphysic” a

porzioni di reperti archeologici,

a capricci e a volute - si

trasformino in icone ibride a

se stanti; o che campioni di

DNA, come le ciocche di capelli

sigillate nella resina nella

collezione “Love is in the Hair”,

assumano ludicamente l’aspetto di

reliquie contemporanee.

Sostanzialmente, ciò che incanta

Delfina Delettrez è la vita,

il dinamismo del suo divenire,

il rapporto aureo tra micro e

macro cosmo, le corrispondenze

tra mondo biologico e poiesis

tecnologica. Uno degli aspetti che

accomuna molti dei suoi gioielli

è infatti l’idea di movimento,

di evoluzione. Se alcuni pezzi

somigliano a piccoli marchingegni

cinetici (come il bracciale e gli

orecchini “Tourbillon” ispirati

alla sfera armillare), altri

hanno un’ambiguità strutturale

studiata perché la loro forma

possa evolvere in un’altra,

come il bracciale e la gorgiera

“Detaille Unique” realizzati

con un intreccio di piattine

in metallo prezioso unite a

formare una geometria mobile,

snodata, il cui meccanismo

di estensione a pantografo

li rende elementi mutevoli e

mutanti, adattabili ai volumi

del corpo. Perfetta incarnazione

dell’oggetto metafisico (da

metà, trasformazione, al di là,

cambiamento, e physikè, natura,

fisica).

La natura in sé è “ascoltata”

da Delfina Delettrez con

un’attenzione e una perizia di

carattere entomologico: i suoi

insetti non ci appaiono mai come

figurine statiche, scultoree, ma

come esserini attivi, viventi,

ritratti per via di mimesi. Le

api, ad esempio, per tradizione

simboli dell’operosità (nonché di

romanità: tre api caratterizzano

lo stemma araldico dei Barberini)

molto spesso sembrano divenire

protagoniste dei gioielli per pura

casualità, perchè accidentalmente

vi si poggiano, continuando a

svolgere le loro mansioni “en

plein air”. Sono questi gli

attimi in cui l’autrice predilige

immortalarle, quando intente a

produrre miele o ronzanti tra i

micro mosaici in un micro sito

archeologico assolato, non si

accorgono della sua presenza.

Il naturalismo di Delfina

denota però sempre qualcosa di

singolare, di misterioso, ha

sempre a che fare con l’artificio,

presentando la realtà come forma

apparente, la natura come entità

enigmatica, passibile di continue

e imprevedibili metamorfosi.

Emblematico in questo senso

il cortocircuito tra realtà e

finzione creato nell’installazione

presentata durante l’inaugurazione

della mostra fiorentina, che ha

visto convivere - all’interno di

mondi di plexiglass trasparenti

– alcuni dei suoi più iconici

gioielli zoomorfi con animali

e insetti veri. Guidata da un

profondo, istintivo, senso di

euritmia e di proporzione Delfina

artificiosamente crea nuove

possibilità di equilibrio e nuovi

ideali di bellezza, in grado di

frantumare le certezze canoniche

e di avanzare nuove ipotesi di

visionarietà, fresca, ammaliante e

più che mai consona.

Intrecciando i tasselli di

vari stimoli creativi, Delfina

Delettrez ha creato una logica

estetica propria fondata

sull’eterogeneità dell’ispirazione

e sull’osservazione onnivora

che, contemporaneamente e

indistintamente, attinge alla

regola anatomica universale

(agli insegnamenti vitruviani

sulla proporzione tra microcosmo

e macrocosmo), all’indagine

enciclopedica (le tavole

dell’”Encyclopédie” di Diderot e

D’Alembert, i trattati di botanica

come il “Kunstformen der Natur” di

Ernst Haeckel, quelli di zoologia

di George-Louis Leclerc de Buffon,

i “Souvenirs Entomologiques” di

Jean-Henri Fabre), all’eterofonia

del capriccio barocco, al gusto

decadente di Piranesi e alla

fascinazione romantica per le

rovine romane, all’espressione

enigmatica dell’alfabeto

surrealista di Magritte, alla

sospensione metafisica di De

Chirico, fino all’iconologia

cristiana e al suo legame

archetipico con i simboli

apotropaici della superstizione

pagana.

Paradossalmente è nell’eseguire un

percorso d’indagine che attraversa

e si nutre dell’influenza

di una pluralità di inputs

derivanti da ambiti diversi (la

scienza, l’anatomia, l’arte,

l’architettura, la religione)

che Delfina Delettrez arriva

ad attingere anche al bacino

culturale che per indole genetica

le appartiene: la moda. Alcuni

dei suoi gioielli, sembrano

infatti più istintivamente che

intenzionalmente, ispirati da una

rilettura assoltamente individuale

di modelli iconografici celebri

generati da menti illuminate

e, a loro volta, suggestionate

dalle più svariate influenze

linguistiche e culturali. Una

delle figure di riferimento di

Delfina Delettrez, in quanto

summa esemplare del più riuscito

connubio tra le arti, sembra

essere Elsa Schiaparelli e, nello

specifico, i frutti che il suo

lavoro partorì sotto l’influenza

delle avanguardie artistiche

del tempo, dalle collaborazioni

con Dalì, Cocteau, Man Ray. Uno

degli oggetti cult di Delfina,

la “Skeletor belt” che cinge la

vita con due mani scheletriche in

argento, d’istinto rimanda ad uno

dei capi iconici della “Schiap”,

la giacca con le mani guantate

incrociate sulla schiena che

simulano un abbraccio maschile,

così come trasversalmente cita

il celeberrimo “Skeleton dress”.

Altri rimandi interessanti,

sempre perchè operati in forma

di citazione consapevole,

ricorrono nell’utilizzo di

alcuni materiali o di certe

iconografie: la resina trasparente

impiegata a mo’ di ambra, ad

esempio, in cui Delfina Delettrez

cattura le sue api, ricorda la

“Insect necklace” in plastica

creata dalla grande couturier

surrealista. Mentre l’occhio

cristallino - simbolo ricorrente

Informazioni Utili sulla Mostra

DELPHINARIUM. A Monographic Exhibition

on Delfina Delettrez

A cura di Emanuela Nobile Mino

Galleria Antonella Villanova.

Contemporary Art Jewellery

Palazzo Ricasoli, Piazza Carlo Goldoni 2

50123 Firenze

21 giugno – 10 settembre 2012

Orario di apertura: Lun 15.00-19.00; Mar/Sab

10.00-19.00

Chiusura estiva 1 - 20 agosto

Per informazioni: +39 055 6802066

[email protected]

[email protected]

Delfina Delettrez (Roma, 1987) appartiene

alla quarta generazione della famiglia Fendi.

Dalla bisnonna Adele, e poi in linea diretta

attraverso Anna e Silvia, eredita

la passione per il dettaglio. Dopo

la formazione accademica improntata sulla

storia del costume e gli stages presso

l’ufficio stile di Chanel per la haute couture

a Parigi, sceglie di intraprendere un percorso

individuale: approfondisce lo studio sul design

del gioiello e decide di dedicarsi all’arte

orafa. Nel 2007 crea la sua prima collezione.

Nel 2009 due creazioni di Delfina Delettrez

entrano a far parte della collezione permanente

del Museo delle Arti Decorative

del Louvre.Emanuela Nobile Mino (Roma, 1971)

è storico dell’arte, Lavora come critico

e curatore.

nell’apparato iconografico

religioso ed esoterico, da oriente

ad occidente, quale universale

incarnazione della conoscenza,

emblema di lungimiranza e di

veggenza, e nell’arte riferimento

all’introspezione, specchio della

coscienza o del suo falso riflesso

(vedi il “feux miroir”

di Magritte) - immaginato

da Cocteau e da Dalì (per la

Schiaparelli) come accessorio

frontale (una broche) da ostentare

al centro del petto, torna

aggraziato da lunghe ciglia nelle

creazioni di Delfina Delettrez

come elemento singolo. L’occhio

come parafrasi dell’obiettivo

attraverso il quale Delfina

Delettrez scruta e fotografa

costantemente il mondo e, al

contempo, come presenza dalla

funzione esortativa, memento

audere semper (D’Annunzio), un

imperativo, rivolto in primis

a se stessa, a mantenere sempre

viva la curiorità, ostinata

la determinazione, sfrontata

l’audacia e ben allineati

il gesto, l’intelletto e la

sensibilità, poichè “l’arte

migliore è quella in cui la mano,

la testa e il cuore di un uomo

procedono in accordo”

(John Ruskin).

a.i.artisanal intelligence luglio 2012di Clara Tosi Pamphili

A.I. Artisanal Intelligence, nato da un’idea di Clara Tosi Pamphili,

é uno dei progetti fondamentali di AltaRoma. Nasce sotto la spinta

di voler promuovere, in modo contemporaneo, l’artigianato italiano

e di raccontare quanto questo patrimonio sia spesso una vera

e propria espressione artistica.

La crisi economica e da qui il rifiuto per prodotti commerciali

e globalizzati hanno dato nuova luce e nuova vita a questo patrimonio

così antico. Così sono nate e stanno nascendo in tutta Italia atelier

e botteghe artigiane, cool e innovative, dove la produzione

di manufatti di design e d’avanguardia viene realizzata interamente

a mano. L’artigiano non è più relegato alla bottega polverosa

ma diventa nuova figura professionale che unisce preziose tradizioni

e saperi antichi a innovazione, network e design.

Attraverso gli appuntamenti di A.I.Fair e A.I.Gallery la ricchezza

e la sapienza di queste forme di artigianato si propongono

al grande pubblico e agli addetti ai lavori

(blogger e giornalisti di fama internazionale).

A.I. Fair, la fiera della vanità artigiana, invece, è concepita

come fiera italiana dedicata ai virtuosi del fatto a mano.

Il successo di A.I. Fair nasce dall’aver studiato un modo

di promuovere l’artigianato non più secondo le vecchie formule

fieristiche che tendono a riempire gli spazi di vendita senza

una direzione artistica. Gli espositori sono stati selezionati per

configurare un luogo che fosse di mostra e vendita, di conoscenza,

che rappresentasse la cultura vicino al commercio. Grazie

all’esperienza della curatrice Ornella Cicchetti le

selezioni sono state fatte sulla qualità delle proposte per garantire

un livello rappresentativo della qualità. A.I.Fair Camera Work

é concepita come un luogo, una serie di ambienti, case

di artisti/artigiani aperte dove l’esposizione é “domestica”.

Si raccontano e vendono prodotti e idee che hanno una storia:

l’essenza del Made in Italy autentico, di quel fatto a mano

che evoca un ricordo e sa proiettarsi nel futuro sulla spinta

del genio creativo. Artigiani e designer di gioielli, abiti, accessori

espongono il loro lavoro in uno spazio continuo, senza divisioni

drastiche, una serie di piccole scenografie relizzate con mobili

di modernariato a cui fa sfondo un enorme album di immagini della

nostra storia e gli abiti degli italiani scelti fra i film che hanno

contribuito a far conoscere l’Italia al mondo.

A.I. Gallery, ideato insieme ad Alessio de’Navasques, unisce l’arte

contemporanea all’artigianato. All’interno di Gallerie

e Studi, secondo percorsi romani che portano anche ad una riscoperta

“turistica” della città, l’artigiano entra in un inedito dialogo

con gli spazi che abitualmente accolgono opere d’arte contemporanea.

Questo ha portato prima di tutto alla nascita di una fortissima

collaborazione fra i due settori, alla dimostrazione che basti ideare

un metodo percorribile per generare nuove possibilità e,

non da ultimo, ha raccontato una Roma meravigliosa non più frammentata

ma godibile come una storia continua.

Nell’edizione di luglio A.I. Gallery promuove una selezione di

artigiani d’eccellenza che creano progetti artistici con la galleria

o lo spazio che li ospita, mentre l’edizione di gennaio è dedicata

a veri e propri progetti d’arte che mettono in relazione arti visive,

performance e arte contemporanea.

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ROOM SERVICE INTERVIEW Consuelo Aranyi interviews Simonetta Gianfelici

wE hAD bEEN SPEAkING AbOuT IT FOR SOME TIME, A TITLE ThAT SEEMED EVOCATIVE PERhAPS bECAuSE DuRING ThE MONThS bEFORE FAShION wEEk wE wERE wORkING SO hARD ThAT ThE IDEA OF PASSING OuT ON A hOTEL ROOM COuCh AND ORDERING ROOM SERVICE ThAT COuLD “NOuRISh” ME TICkLED My FANCy. LET’S DO IT, LET’S NOT, LET’S DO IT, LET’S NOT, ThIS wAS NORMAL FOR uS, buT A LITTLE AT A TIME ThE PROJECT bEGAN TO TAkE ShAPE AND I bECAME PASSIONATE AbOuT IT AND TO FEEL ThAT SOME OF IT bELONGED TO ME AS wELL. SIMONETTA GIANFELICI, whO hAD ThOuGhT OF ThE PROJECT AND wAS ORGANIzING IT FOR ALTAROMA, wAS bRIEFING ME ON IT AS IT CAME ALONG. IT wAS A bIT LIkE wAITING ON AN EPISODE OF A TV SERIES ThAT yOu ARE INTO. ThE FACT IS ThAT ANyThING ThAT ALREADy ExISTS DOES NOT NEED GREAT LOOkING INTO whILE SOMEThING ThAT IS NEwLy buDDING AND ThAT yOu wANT TO TRANSMIT CATChES yOuR ATTENTION. AND SO IT wAS ThAT bETwEEN A SATISFIED SMILE AND TAkING A bREAk wE GOT TO ThE OPENING OF ROOM SERVICE. A CONTEMPORARy wAy OF PRESENTING NEw COLLECTIONS buT ALSO OF CREATING A buSINESS wITh NEw MODALITIES ON A TERRITORy ThAT uP uNTIL NOw wAS kNOwN MOSTLy FOR ThE VISIbILITy ThAT IT GAVE ThOSE whO ChOSE uS. ThAT SIMONETTA GIANFELICI wAS AbLE TO SCOuT NEw CREATIVE AND INNOVATIVE TALENT wAS ObVIOuS TO uS ALL buT hOw DID ShE CREATE A PROJECT LIkE ThIS ONE? hOw wAS IT bORN? whAT INSPIRED yOu? I ASk hER DIRECTLy:

A: ROOM SERVICE wAS bORN ThREE yEARS AGO FROM My IMAGINATION AS I wAS LOOkING FOR A DIFFERENT wAy TO COMMuNICATE FAShION AND CREATE AN OPPORTuNITy FOR RETAIL ThAT wAS ExTRAORDINARy, ExCLuSIVE, TEMPORARy AND GEARED TOwARD ThE CLIENT. A RETuRN TO AN INTIMACy OF RELATIONShIP, A wAy OuT OF uNbRIDLED COMMERCIALISM AND TRADITIONAL DISTRIbuTION. buILDING NEw RELATIONS, RETRIEVING ThE TASTE OF DISCOVERy AND ExPERIENCE, LETTING ONE bE GuIDED by PLEASuRE AND INTuITION. GIVING ONESELF TIME. IT wAS ALREADy LuxuRy. I ThEN ADDED CONCRETE ASPECTS TO ThESE DESIRES: REAL NEEDS, uRGENCy, ThE NECESSITy OF ChANGE. GIVING ThESE DESIGNERS AN OPPORTuNITy TO FACE ThE LAST LINk OF ThE wEAVE SEEMED INDISPENSAbLE TO ME. TO PERSONALLy GAThER ThE SATISFACTION OF DRESSING, SEDuCING, AND COMMuNICATING wITh ThE “PERSON” AND NOT wITh AN uNkNOwN AND AbSTRACT CLIENT. I bELIEVE ThAT ThIS IS AN INSTRuMENT FOR GROwTh AND AwARENESS ALSO FOR ThE DESIGNERS whO ChOSE TO LIVE ThIS ExPERIENCE. FOR ThE CLIENT ThIS MEANS FINDING SOME TRuE VALuE bEhIND ThE SIMPLE “MERChANDISE”. GIVING bACk AN IDENTITy TO ThE PRODuCT, A PERSONALITy TO ThE DESIGNER, CREATING A DIFFERENT COMMuNICATION FOR SOPhISTICATED CREATIONS ThAT ARE RELATIVELy uNkNOwN TO ThE GENERAL PubLIC. CREATING AN ExCLuSIVE CONTAINER, ALMOST PRIVATE. IT APPEARED AS A ROAD ThAT JuST hAD TO bE TRAVELED.ThIS MIGhT SEEM ANTIThETICAL TO ThE GREAT SuCCESS OF E-COMMERCE buT I ThINk ThAT ThESE TwO DIAMETRICALLy OPPOSED PhENOMENA ARE OFFSPRING OF ThE SAME ERA AND ARE AS EquALLy INDISPENSAbLE. ROOM SERVICE, FuRThERMORE, TIED IN PERFECTLy wITh ThE NARRATIVE OF ALTAROMA, TO ITS DOubLE SOuL, A MIx OF SARTORIAL TRADITION AND RESEARCh. ROME IS A TRANSVERSAL CITy, LESS IMPACTED by ThE FAShION INDuSTRy AND PRECISELy bECAuSE OF ThIS IT IS IN CONTINuOuS CREATIVE FERMENT, A MIx OF CuLTuRE, ART AND CINEMA CAPAbLE OF COMMuNICATING wITh ONE ANOThER.

What is the selection process for a brand or a designer to be part of

ROOM SERVICE based on?A: ThE SELECTION IS bASED ON ChOOSING bRANDS ThAT uNITE TRADITIONAL ASPECTS OF ARTISANShIP AND quALITy TO A STRONG COMPONENT OF RESEARCh AND REVISITING. A VOCATION FOR hAuTE COuTuRE, IF yOu wILL. ThESE hANDMADE PRODuCTS, OR SEMI hANDMADE, ALLOw ONE ThE POSSIbILITy OF INDuLGING ThE CLIENT’S ChOICES AS A “SPECIAL ORDER”, AS CuSTOM-MADE OR MADE TO MEASuRE. IT IS A REDISCOVERy OF ITALIAN ARTISANShIP ThROuGh A RENEwAL OF IDEAS. ThESE ELEMENTS AND ThESE INTERACTIONS GIVE A FEELING OF CONTEMPORANEITy AND GIVE bACk VALuE TO OuR PRODuCT AND TO ThE MANy TRADES OF OuR COuNTRy.

How do you see the future of ROOM SERVICE? Will it grow to be adopted

by other realities?A: ROOM SERVICE IS A CONTAINER ThAT COuLD bECOME MORE AMPLE by OPENING uP TO PRECIOuS REALITIES FROM OThER COuNTRIES, buT IT IS MOSTLy A NEw MODALITy OF ExPORTING OuR TASTE AND OuR CuLTuRE TO ThE wORLD wIThOuT FOLLOwING ThE LOGIC OF GLObALIzATION.

IMA SUMMIS TRANSMUTATEThe little big transformations of Liborio Capizzi.

A hOMAGE TO ROME IN ITS ESSENCE ThAT INSPIRES uS TO DIALOGuE AND INTERACT wITh A CAThOLIC, RELIGIOuS IMAGINATION OF CENTuRIES AND CENTuRIES OF hISTORy, SEEN AS AN ExTRAORDINARy AND uNIquE LAbORATORy OF SIGNS AND SyMbOLS AND ATEMPORAL AESThETIC hINTS,AT ONCE MySTERIC AND IMMEDIATELy ELOquENT.

ThIS IS ThE SPECIAL INTERPRETATIVE CIPhER ChOSEN by ThE COuTuRIER LIbORIO CAPIzzI, bASED IN MILAN AND LONDON, A LONG TIME COLLAbORATOR OF GIANFRANCO FERRE’, FOR hIS ARRIVAL IN ALTAROMA NExT JuLy.

ThE OuTFITS CREATED by LIbORIO DRAw ThEIR LyMPh DIRECTLy FROM ThE CLASSICAL PRELATE wARDRObE, REuSING ESPECIALLy ThE CASSOk hAbIT AND ITS SILhOuETTE whICh IS TRANSFORMED INTO A SINuOuS bLACk, DRAPED MAxI-SkIRT EVOkING A DébuT Du SIèCLE, SChIAPPARELLI-DERIVED LINE. buT hIS OPuLENT AND IRONIC CREATIVE GAME CERTAINLy DOES NOT STOP hERE. hE AMuSES hIMSELF by SEARChING AN ONEIRIC ChEST OF PROPS FuLL OF ExTREMELy SIGNIFICANT AND INGENIOuSLy SuMPTuOuS ObJECTS, SuCh AS LARGE Ex-VOTO hEARTS, ENRIChED by CAThARTIC FLAMES, ChAINS, ROSARIES, AND ELAbORATE LARGE-SCALE METAL DENTELLES ThAT GIVE ThEM A TOuCh OF FOLLy AND MAGIC, AS IF ThEy wERE SPARkLING AND FAIRyLIkE SORCIèRES, OR wITChLIkEMIRRORS OR ARMOuRS. ThE IMAGINARy, IDEAL REFERENCES ThAT ARE MANIFESTED IN ThESE PASSIONATE AND quASI-CINEMATOGRAPhIC ROMAN OPuS by LIbORIO CAPIzzI, ARE TRuLy MANy AND PECuLIAR. “FOR ThIS INSTALLATION, SPECIFICALLy DESIGNED FOR ALTAROMA”, LIbORIO AFFIRMS, “I hAVE ThOuGhT OF AN IMAGE ThAT wAS STRONGLy CONTEMPORARy TO FAShION, ThAT IS, PROVIDING A POSSIbLE ANSwER TO ThAT DISquIET TyPICAL OF OuR TIMES ThAT MAy POSE yET ANOThER quESTION AbOuT ThE wORLD wE LIVE IN AND AbOuT ThE wAy IN whICh wE MAy FIND OuR PLACE INSIDE IT. A PATh, AN ITINERARy bETwEEN FANTASy, RIGOR, DELIRIuM, IRONy, ThAT RECuPERATES, whILE LOOkING TO ThE FuTuRE, PROFOuND AND REMOTE ROOTS ThAT GO DEEP INTO ThE MEMORy OF ThE CLERICAL hAbIT, ITS SyMbOLS AND VALENCES, ThROuGh ThE MAGISTERIAL kNOwLEDGE OF ThE INDELIbLE DETAILS ASSEMbLED by OuR ARTISANS. A REPOSITIONING, A SEMANTIC AND AESThETIC RE-INVENTION ThAT REDEFINES IN TOTO ITS FORM, ITS uTILITy, ITS CONTENT. ThE CASSOk hAbIT, TRANSFORMED by A DECISIVE COuTuRE INTERVENTION, uNFOLDS A VISIONARy AND METAMORPhIC AESThETIC NuANCE, CROSSES ARMS wITh DIFFERENT EMbLEMATIC VALuES AND DIVERSE LOCALES OF CuLTuRAL CONTAMINATION, DISASSEMbLES AND RECOMPOSES ITS OwN SILhOuETTE. IN SuM, IT bECOMES OThER”.

ThE hOMAGE TO ROME CONSISTS OF A REPRESENTATION OF SEVEN SyMbOLIC FIGuRES PRESENTED AS AN INSTALLATION OF COuTuRE PIECES bORN OuT OF ThE REASSEMbLING OF ECCLESIASTICAL hAbITS AND SyMbOLS.FuRThERMORE, FOR ThIS PROJECT (ThAT wILL bE PRESENTED ON JuLy 8 AT ThE PALAzzO EuR) LIbORIO hAS INVOLVED A SERIES OF ARTISTS ThAT ARE VERy DEAR TO hIM SuCh AS SkIN OF SkuNk ANANSIE, hIS FRIEND AND MuSE, AND ThAT wILL PERFORM DuRING ThAT VERy NIGhT wITh A DJ SET, AND JOhN MAybuRy, DIRECTOR OF ThE bRITISh AVANT-GARDE, whO hAS CREATED A VIDEO OF LIbORIO’S CLOThES ThAT wILL bE PROJECTED DuRING ThE EVENING ALONGSIDE PERFORMANCES by OThER MuSICIANS AND DANCERS.

Cesare Cunaccia

ICONS IN ROMEA wonderful movie that never ends in the images of Archivio Cicconi

where more than 7 million images narrate the backstage

of Italian history from the end of the 1800’s until today.

ROME IS ThE FEMALE CITy PAR ExCELLENCE. A PLACE AND TEMPLE whERE ThE FEMININE NOuRIShES ITSELF uPON AN ARChAIC LyMPh OF EMPRESSES AND ShE-wOLVES. A TIMELESS bACkDROP whERE ThE SILhOuETTE IS DRAwN wITh ThE bODy OF A GODDESS, A “FELLINESquE” CITy OF wOMEN CAPAbLE OF LEAVING ITS TRACE uPON ThE COLLECTIVE uNCONSCIOuS OF ThE wORLD. POPuLAR ICONS OF STyLE, ARISTOCRATIC PRINCESSES PLACED IN AN uNREAL SPACE wITh MILLENNIA OF hISTORy yET CAPAbLE OF REINVENTING ITSELF CONTINuOuSLy. AS IF TO SAy ThAT bRIGITTE bARDOT bECOMES SOMEThING ELSE IF PhOTOGRAPhED IN A ROMAN SquARE, AND EVERy wOMAN bECOMES A GODDESS AS ShE bECOMES A PART OF hISTORy, OF EVERyONE’S STORy, A COMMON PATRIMONy OF ThOuSANDS OF IMAGES ThAT bECOME ThE FRAME OF A PRICELESS VALuE FOR ThESE ICONS. ROME IS whERE hAuTE COuTuRE MOVES ALONGSIDE CINEMA, ThE ACTRESSES TRy ON ThE SET COSTuME AND ThEN ThE COCkTAIL DRESS IN ThE hISTORICAL “SARTORIA”, hOw CAN ONE NOT GET CONFuSED?ALwAyS INTERPRETING ThE ROLE OF STyLE. ThIS IS ThE ChARM OF ROMAN FAShION ThAT EVERy wOMAN hAS ALwAyS wANTED TO DRAw FROM IN ORDER TO bE PART OF A wONDERFuL MOVIE ThAT NEVER ENDS.

ENGLISh TExT