n. 1 dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · cosa accade invece quando leggiamo? ......

23
1 n. 1 Dicembre 2014

Upload: lylien

Post on 16-Feb-2019

218 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

1

n. 1 Dicembre 2014

Page 2: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

2

In latino scribere significa tracciare segni con lo stilo, una penna appuntita che

si usava con l’inchiostro o per graffiare della cera spalmata su tavolette.

Scrivere significa dunque lasciare il segno.

Cosa accade invece quando leggiamo? L’occhio segue le parole, segni neri sul

foglio bianco, da sinistra a destra, ancora… ancora… e ancora.

E creature, paesaggi, personaggi… che qualcun altro ha pensato prendono

forma nella nostra mente.

Tra quelle righe da cui sorgono spontaneamente immagini, riflessioni ed

emozioni ci perdiamo, non siamo più solo noi, ci apriamo all’altro per poi

ritrovarci più ricchi di prima.

Anche questo numero di Segnali di fumo sarà per tutti noi un’occasione per

lasciare il segno ed arricchirci.

_______________________________________________________________________________

ISTITUTO SCOLASTICO PARITARIO SUORE SACRAMENTINE

Via S. Antonino, 8 - 24122 BERGAMO - Tel. 035.270.027 - Fax

035.224.965

[email protected]

[email protected]

www.scuolesacramentinebergamo.it

La redazione di Segnali di Fumo

Docente: Santagata Maria Vittoria

e la collaborazione dei Docenti delle varie classi della Scuola Secondaria di

primo grado.

Reporter: studenti della Scuola di primo grado.

Page 3: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

3

Abbazia di Pontida

“San Giacomo”

Mercoledì 1 ottobre, sono andata con la mia classe, insieme a tutte quelle delle Medie, il Liceo e i professori, all’Abbazia benedettina di Pontida, dedicata a San Giacomo, per l’apertura dell’anno scolastico. Il luogo è molto bello, anche se me lo sarei aspettato diverso, perché, avendo visto sul libro di storia un’immagine di un monastero antico, pensavo che fosse circondato da mura, inoltre nell’immagine c’erano degli orti e dei giardini più grandi. Invece, l’edificio faceva notare a prima vista un grande cortile, una scalinata in salita e poi un’enorme chiesa, dove siamo entrati: era meravigliosa! All’inizio, l’abate si è messo a parlare della scuola e del nuovo anno. Dato che non potevamo visitare l’abbazia tutti insieme, ci hanno divisi in gruppi e la mia classe era il gruppo tre. Siamo partiti per esplorare l’edificio, guidati da Don Giordano che è il parroco del monastero. Per prima cosa, abbiamo visitato il chiostro inferiore, quello della portineria, dove, su un muro, si trovava lo stemma abbaziale, che è formato dal bastone abbaziale, il bastone del pellegrino e una palma. Poi siamo andati nella magnifica chiesa che si vede appena si entra nel monastero; è stata costruita da un nobile bergamasco, Alberto, che voleva favorire l’insediamento di un ordine monastico a Pontida e anch’egli poi diventò monaco. Quando morì, fu sepolto a Pontida, le sue ossa sono contenute in un’urna dietro l’altare ed è pure stata benedetta da Papa Giovanni XXIII. La parte più bella chiesa è il mosaico che è proprio sopra il coro, e rappresenta Gesù con uno sfondo azzurro, il cielo, e con dietro il sole dorato; sotto ci sono dei santi e monaci. Dopo, sempre in mattinata, abbiamo visitato un altro chiostro, quello superiore. Nei chiostri, non ci sono finestre, ma l’unica apertura è il cielo, per comunicare con Gesù. Siamo entrati poi in sacrestia, dove si preparano i monaci prima di una celebrazione e abbiamo visto anche la sala capitolare, dove inizia e finisce la vita di ciascuno di loro.

Per ultima cosa, infine, prima di una pausa siamo andati in biblioteca, dove c’è una parte più moderna e una più antica. La seconda è piena di libi di valore storico, tutti gialli, sciupati e protetti da grate. Ci sono anche dei libri con dei disegni particolari, e diversi sono scritti a mano. Siamo poi ritornati sulla scalinata davanti alla chiesa, dove ho mangiato la mia merenda e giocato con le mie amiche. Alla fine di questa pausa, abbiamo partecipato a una Messa molto bella, piena di canti. Infine, felici, siamo ritornati a scuola. Per me è stata una giornata indimenticabile, vissuta insieme a molte persone che mi stanno simpatiche e in compagnia dei monaci che sono stati molto ospitali. Del giro sono molto soddisfatta, perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. Mi ha colpito tutto, però soprattutto il mosaico, molto colorato e luminoso.

Carlotta Naibo 1^B

UNA PROPOSTA CULTURALE PER CHI VIENE ALL’EXPO!

Bergamo 3-10-2014

Caro Anim, come stai? È da un po' che non ci vediamo e ho saputo che tu e la tua famiglia volete venire un Italia il prossimo anno per l' EXPO. Mi farebbe tanto piacere se tu potessi visitare l'Abbazia benedettina di Pontida. È davvero magnifica, con tantissimi ambienti antichi ma, nonostante questo, affascinanti anche per chi non si intende di storia o di arte. Io ci sono andata il giorno 1 Ottobre con la mia scuola ed è stata una gita di inizio anno fantastica. Ci siamo andati in pullman e all'arrivo ci siamo fermati nella piazza davanti alla chiesa. È stato bellissimo scendere dall'autobus e, per primo, vedere una gigantesca scalinata e delle colonne altissime che incorniciavano l’ entusiasmante visione della chiesa dell'Abbazia. Rimasi veramente estasiata per quel bel vedere! Ci siamo poi diretti all'interno della chiesa e le scale, il colonnato e la piazza non erano niente in confronto alla meraviglia che ci siamo trovati davanti agli occhi. La basilica era veramente grande, con dipinti giganteschi su tutte le pareti.

Page 4: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

4

I banchi erano disposti ordinatamente e rendevano l'ambiente ancor più elegante. Ai lati si incontravano tanti altari, uno diverso dall'altro, di tutte le dimensioni e colori e dietro a essi si vedevano altri altari o affreschi. Percorrendo la navata, si arrivava all'altare principale. Per poterlo ammirare da vicino, bisognava salire alcuni gradini ricoperti da un tappeto. L'altare è davvero maestoso, con ornamenti d'oro, una tovaglia candida in pizzo e dei fiori poggiati sopra. Alcune delle cose che mi sono piaciute maggiormente sono state le lapidi a lato dell'altare. La loro storia è davvero interessante: quando San Alberto morì, fu deposto in un sarcofago di pietra. I soldati che in seguito rubarono le sue reliquie distrussero il sarcofago, ma vennero ritrovate queste due pietre ancora intatte e messe sull'altare. La prima rappresenta san Michele arcangelo che pesa le anime. Nella seconda si vedono San Alberto, San Giacomo e San Benedetto che portano l'anima davanti a Dio. Dietro l'altare, c'è la sacrestia. Ha uno stile veneziano, costruita nel 1500. La sacrestia ha una forma simile a quella della chiesa, perché i monaci, prima di ogni celebrazione, si incontrano lì e, facendo la processione, entrano in chiesa. Nella sacrestia abbiamo visto delle sedie e dei tavolo scolpiti a mano così da creare delle composizioni che mi lasciarono a bocca aperta. Sopra queste erano affrescate scritte, personaggi e paesaggi che contribuirono a far rimanere estasiati la mia classe e me. Una delle cose che mi è rimasta in mente per la sua incredibile ricchezza e bellezza è stata la biblioteca. Noi abbiamo visto la biblioteca moderna, dove i monaci leggono i libri, e quella antica. La biblioteca fu depredata nel 1789, ma, dopo la ricostruzione del monastero, venne ricostruita e il 6 settembre 1953, l'allora cardinale Angelo Roncalli la benedisse. La sala che noi abbiamo visitato fu allestita come mostra per celebrare i cento anni del ritorno dei monaci. Nella biblioteca c'erano delle librerie in ferro con delle grate per evitare che i libri venissero toccati o rovinati. Erano testi appartenenti al 1600, 1700 e 1800. Al centro della sala, nelle teche di vetro, erano conservati libri autentici manoscritti e testi del cinquecento stampati e decorati. Erano davvero curati, scritti con una precisione strabiliante e con dei capoversi coloratissimi. Vere opere d'arte!

Nelle teche disposte in parte, erano conservati libri appartamenti al secolo della stampa, per cui non erano così rari, ma, sebbene non come quelli precedenti, ci fecero restare di stucco per la loro magnificenza. Tutto ciò era abbellito dalla loro incredibile storia. Queste sono gli aspetti che mi hanno colpito di più, ma ce ne erano molti altri, come la sala capitolare, il chiostro superiore e il chiostro inferiore. Spero veramente di averti convinto a venire e, se lo farai, ti prego di dirmelo: mi farebbe piacere riandarci con te. Non sai cosa ti perderesti non ascoltandomi!

Un bacio, Francesca Merla 3^B

della SCUOLA SUPERIORE

Oggi la scelta delle superiori è un problema che riguarda molti ragazzi, in quanto è una delle decisioni più importanti della nostra vita, perché potrebbe cambiare il nostro futuro. È molto facile purtroppo cadere in scelte sbagliate o non appropriate al nostro carattere. È bene quindi usufruire dei servizi offerti dalle varie scuole, ad esempio gli Open day, o la possibilità di assistere alle lezioni per verificare se corrispondono ai nostri interessi. Per quanto riguarda la mia scelta personale, mi piacerebbe frequentare un liceo artistico: è infatti da circa nove anni che pratico un corso di belle arti a Bergamo, in Città Alta, insieme ad un mio amico, perché questo argomento mi affascina. Durante il corso non utilizziamo solo la pittura acrilica, ma apprendiamo le diverse tecniche, lavoriamo anche la ceramica, l’argilla o il gesso, realizziamo cuscini stilizzati e dipinti da noi, che poi vengono esposti nel sito della scuola o venduti nei negozi. Già da piccola, mi piaceva disegnare e dipingere e ho sempre voluto fare di questa passione un lavoro. Molti, però, possono pensare che da questo liceo non possa derivare alcun lavoro stabile, in quanto in Italia non è una professione tanto richiesta, ma penso che sia un problema comunque risolvibile. Partecipando agli open day della scuola artistica “Andrea Fantoni”, ho potuto constatare che le ore scolastiche sono superiori agli altri licei, sono circa trentasette, dovendo andare a scuola anche il sabato, e ciò richiederebbe molto

Page 5: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

5

impegno. Io penso, però, che con la dovuta costanza e forza di volontà, ciò non diventerà un problema eccessivo da affrontare. Ritengo infatti che, se frequentiamo una scuola con passione e ci accorgiamo di aver scelto la strada giusta, non dovremmo preoccuparci del lavoro che potremmo trovare in seguito, ma solo di vivere al meglio il nostro futuro nonostante le difficoltà. Intraprendere un nuovo cammino può spaventare, io invece sono curiosa di poter scoprire anche nuove materie e nuovi compagni. Sono d’accordo con la bellissima affermazione dal filosofo Savater: “Non chiedere a nessuno come devi gestire la tua vita, chiedilo a te stesso”. Credo, infatti, che per qualsiasi scelta, anche difficile, che potrebbe far cambiare il nostro futuro, come può essere la scelta delle scuole superiori, non bisogna seguire solo ciò che ci dicono i nostri genitori o in generale i nostri amici o parenti, ma solo noi stessi. Possiamo giustamente chiedere loro dei consigli, ma la scelta decisiva spetta a noi.

Sophia Terzi 3^B

NON FACILE ….

PER IL MIO FUTURO!

In questo periodo, io e molti altri ragazzi della mia età stiamo affrontando parecchi problemi, uno di questi è proprio la scelta della Scuola Superiore. Perché dico che ne sto vivendo parecchi? Perché la mia è la fascia di età più delicata di tutta la vita: l’adolescenza! Questa età va dai tredici ai diciotto anni e in questo periodo per un ragazzo tutto cambia: i primi amori, lo sviluppo, la scuola. .. Però torniamo all’argomento centrale: l’orientamento. Sono ancora indeciso nella scelta definitiva, ma ho già qualche idea per la testa. Una scuola che mi interessa molto è il Liceo “Andrea Fantoni” in via Angelo Maj a Bergamo. È nato come liceo artistico, ma da qualche anno sono stati aggiunti due nuovi corsi: “Arredo e Design” e “Grafica e Multimedia”. Mi interessano tutti e due, perché mi piace arredare casa e adoro fare le fotografie. Un’altra scuola che andrò a vedere è il liceo “Belotti”. Alcuni amici che lo frequentano mi hanno detto che gli insegnanti spiegano molto bene.

Sono quasi certo di iscrivermi al “Fantoni”, ma è sempre meglio più possibilità e valutare con attenzione. Per questo andrò il 22 novembre al “Fantoni” e il 29 novembre al “Belotti” per gli Open Day. Un problema però che potrebbe riguardare l’indirizzo “Arredo e Design” è la crisi che ha colpito il settore edile e questo corso ha una minima parte di edilizia, per cui in futuro le opportunità di lavoro potrebbero essere ridotte. Andando avanti inoltre, potrebbe non piacermi più, potrei addirittura perdere l’anno, per cui devo scegliere con attenzione. La scuola non è molto difficile, però temo anche che potrebbe non prepararmi bene, perché dopo la maturità mi piacerebbe andare a Milano alla scuola di Multimedia che richiede delle buone competenze. Il “Fantoni”, d’altronde non è molto lontano da casa e per arrivarci dovrei prendere un solo pullman; ciò sarebbe senz’altro un vantaggio. Il vero problema sarebbe invece il ritorno, perché la scuola finisce alle 14:00 e arriverei a casa verso le 15:00, perché nessuno pullman passa prima. Penso che forse mia madre potrebbe passare a ritirarmi, se ne avrà il tempo, e ciò mi faciliterebbe. Il liceo “Belotti” invece è molto vicino a casa, è a Colognola e io abito a Stezzano. In cinque minuti di pullman sarei là. Mi piace questa scuola. So anche che la figlia di amici dei miei genitori l’ha frequentata e che, senza l’università, ha trovato lavoro per la cartoleria “Legami” come assistente al marketing. Ora viaggia molto per raggiungere le fiere di tutto il mondo: Shangai, Hong Kong, e Parigi … Quando va a Shangai, la ditta le offre perfino una vacanza! Due giorni fa, per esempio, è partita per Dubai, per poi passare ad Abu Dabi. Penso che queste siano esperienze molto belle nella vita e a me piace viaggiare, per questo vorrei specializzarmi in Economia e Commercio, in quanto è un settore che offre molte occasioni di lavorare all’estero. Anche se sono ancora insicuro, ho la certezza che comunque riuscirò a trovare una buona scuola che mi preparerà al lavoro e al futuro. Adesso però devo concentrarmi nella Scuola Secondaria di primo grado, negli amici, nello sport e più avanti negli esami di terza media. Il futuro è un mistero, ma sono sicuro che troverò una scuola che mi piaccia e che mi dia delle soddisfazioni.

Nicola Malanchini 3^B

Page 6: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

6

Leggere o chattare:

questo è il problema !

L'espressione “ventunesimo secolo” viene spesso associata ad un vocabolo che del resto si utilizza ogni giorno per rapportarci con persone della nostra stessa età: “tecnologia”. Servendoci di un aerogramma derivato da studi statistici, scopriamo che le azioni più compiute dagli adolescenti nel 2014 riguardano gli apparecchi elettronici e sono: giocare con il tablet e “messaggiare” in chat con gli amici. Così facendo, perdiamo però di vista un'azione che molti anni fa era predominante tra i giovani: il leggere. Ogni madre ha cresciuto il proprio figlio leggendogli la favola della buona notte; ora, invece, i ragazzi si addormentano con un giochino del computer. É così che va il mondo ? Forse sarebbe meglio se tutti ci ponessimo un'unica domanda: la lettura è importante ? Io risponderei di sì ! Infatti, la lettura arricchisce il linguaggio e le conoscenze di ognuno di noi, lo sa bene la mia professoressa di Italiano ! Quante insegnanti ci dicono di esprimerci in un linguaggio appropriato! Per poter fare ciò correttamente, tutti noi dovremmo leggere, dal bimbo all'adulto, perché leggere significa abbandonare il semplice linguaggio infantile che si ha da piccoli e raggiungere quello vario e ricercato che dovrebbe invece avere un adulto . Inoltre, la lettura ci porta ad ampliare le nostre conoscenze . Il più delle volte, infatti, ci scontriamo con idee e ed opinioni che contrastano con le nostre ed è proprio contestandole o cercando di trovare un punto in comune , che cresciamo sia dal punto di vista morale sia da quello mentale . Ho avuto ad esempio l'occasione di leggere due libri recentemente, uno intitolato “Un gancio in mezzo al cielo “ e l'altro “Con la testa e con il cuore si può fare tutto “. Sono due libri molto profondi e intensi, perché parlano di due ragazze che hanno dovuto affrontare un momento tragico della loro vita: un tumore l'una e l'amputazione delle gambe l'altra .Con la loro forza interiore e la fede, hanno superato le loro paure e hanno affrontato coraggiosamente gli ostacoli . Narrando la loro storia, queste due ragazze mi

hanno fatto compagnia ogni sera e mi hanno anche divertito, perché hanno saputo descrivere la loro vicenda in modo ironico. Questi due libri mi hanno regalato due emozioni speciali: la tristezza e la speranza . Grazie ad essi, ho capito che la lettura può essere un grande insegnamento di vita e uno stimolo a migliorare il proprio modo di affrontarla. Mi hanno perfino spinto a partecipare ad una onlus: “Tutti insieme per Giulia”, dove ho scambiato le mie idee con altri ragazzi. Infine, penso che la lettura possa stimolare anche la parte irrazionale della nostra vita: la fantasia. L'immaginazione ci porta ad essere uno diverso dall'altro. Grazie ai libri, abbiamo quindi la possibilità di fantasticare e vivere per qualche ora in un mondo diverso dal quotidiano immedesimandoci in ciò che leggiamo. Decisamente, io sostengo perciò che leggere ci rende diversi e unici. Molti, invece, sono fermamente convinti che la lettura possa essere sostituita dalla visione di telegiornali, fiction e documentari. Vedendo o ascoltando trenta minuti di telegiornale, la maggioranza delle persone pensa di conoscere tutti i problemi della nostra realtà ed evitare così di perdere ore nella lettura di un quotidiano,ore che si potrebbero occupare diversamente. Ma siamo sicuri che tutte le notizie siano racchiuse in quei trenta minuti? Certo, la lettura delle notizie da Internet costa meno di un giornale, ma è altrettanto interessante o rischia di diventare banale? Per alcuni, infatti, il passatempo della lettura risulta noioso e poco stimolante. Anziché leggere pensano sia più divertente giocare a pallone o semplicemente chiacchierare con le amiche, ma scambiare idee o riflessioni nate dalla lettura di un buon libro, non sarebbe altrettanto interessante? Per altri, inoltre, è molto meglio camminare tranquillamente all'aria aperta piuttosto che restare chiusi in casa isolati con un libro. E se andassimo a leggere seduti su una panchina di un parco circondati dal profumo dell'erba tagliata? Più salutare di così ! In conclusione, posso affermare che per me leggere non è solo importante, ma è importantissimo. Stimola la mia fantasia, arricchisce il mio linguaggio e mi regala emozioni che mi restano per sempre nel cuore. Detto questo, credo che la scelta più giusta sia proprio leggere! Coraggio, ragazzi!

Elisa Maggioni 3^B

Page 7: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

7

VIDEOGIOCHI

MINECRAFT

MINECRAFT è un videogioco di fantasia libera, dove il mondo è fatto di cubi di materiali diversi, compresi lava e acqua. Si può scaricare su Tablet, su smartphone e su PC. Si può comprare per Xbox e Play station. Nel gioco ci sono 2 modalità: modalità creativa e modalità sopravvivenza. Nella modalità sopravvivenza, ci si devono procurare cubi per costruire un rifugio e cacciare gli animali per ricavarne nutrimento. Come in tutti i giochi, anche qui ci sono difficoltà da superare: nella notte, ad esempio, ci si deve difendere da zombie, alieni, arcieri e altri mostri. In Creative si può fare ciò che vuole e usare tutti i cubi possibili; noi, per esempio, abbiamo costruito palazzi, piramidi (anche di fuoco), aerei che non possono purtroppo volare, navi che non possono viaggiare e varie case di lusso che puoi arredare a tua scelta. In entrambe le modalità si può creare portali per andare in altri monti: il portale del paradiso, il portale di Enderman, in cui devi combattere un drago, ed il portale dell’inferno, dove tutto è fatto di lava.

Simone Gandossi e

Fabio Marsetti 1^C

ALESSANDRO

Oggi vorrei fare una considerazione: noi ragazzi siamo abituati a giocare ai “giochi elettronici” ( WII, PLAY STATION, NINTENDO …) al chiuso, mentre, per esempio, potremmo andare in giardino o sulla terrazza per stare all’aria aperta! Insomma, a volte penso che siamo proprio poco furbi a sprecare delle magnifiche giornate di sole! Nel caso non abbiate un giardino o una terrazza, non c’è da preoccuparsi: potete uscire col vostro cane oppure andare con degli amici al parco più vicino a casa vostra. Invece, se piove, non dovete stare tutto il tempo attaccati ai “videogames”: scrivete per esempio o leggete! Sono attività più sane e costruttive! Quindi, mi raccomando, NON STORDITEVI DAVANTI AI VIDEOGIOCHI !!!

Alessandro De Nicola 1^B

ARTRID E IL MONDO

DEI DIVINATORI

Artrid era confuso: suo padre era morto; lui aveva appena scoperto di essere un Divinatore e aveva capito che i folletti non potevano essere visti da tutti. Non sapeva di chi fidarsi: sua madre non gli aveva mai rivelato la verità. Alla fine era stato aiutato solo dai folletti e da suo padre, che ormai era deceduto. Quindi si recò al fiume per incontrare i suoi amici magici, che abitavano in quel luogo incantato. Si sedette su una roccia vicino al corso d’acqua e si fermò a riflettere per tanto tempo. A un certo punto sentì delle voci provenire dal fondale: “Se la guerra vincer vorrai la strada giusta trovar dovrai. Affronterai ostacoli e calamità e la tua gente riconoscente sarà. Puoi arrivare in un altro mondo se entrerai nell’antico passaggio tondo.” Artrid cercò di comprendere il messaggio. La sera, quando andò a pescare nel laghetto vicino a casa sua, riuscì a prendere una trota di bronzo, dalla cui bocca uscì subito un granchio d’argento, che aveva tra le chele una chiave magica tutta d’oro. Volando sopra le acque del lago, la chiave aprì un passaggio a forma circolare con una scalinata che immetteva in un vortice multicolore. A quel punto Artrid capì una parte dell’indovinello e si tuffò nel passaggio segreto. Subito dopo si trovò nel vuoto. Gli passarono davanti tutti gli episodi della sua infanzia: era in fasce e si trovava accerchiato da persone vestite di pelli che lo ammiravano e lo contemplavano. All’improvviso l’immagine cambiò: era Natale, fuori nevicava e c’era silenzio assoluto... all’interno della caverna c’erano i suoi genitori. Stavano scaldando sul fuoco un leprotto appena cacciato, come voleva la tradizione. Poi tutto d’un tratto il buio più assoluto. Quando si riprese era sdraiato per terra e aveva un lenzuolo bagnato in testa. Accanto al letto c’erano una donna e i suoi figli.

Page 8: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

8

La donna gli porse un bicchiere d’acqua; Artrid lo bevve tutto d’un fiato prima di chiedere: “Dove mi trovo?” La signora lo guardò perplessa ed esclamò: “Sei nel mondo dei Divinatori… Tu sei un Divinatore, no?” “Sì, certo. Credo di aver battuto la testa”. “Tiberioooooo, vieni qui! Il ragazzino deve aver perso la memoria: portalo a visitare la città” disse la donna, chiamando il figlio più grande. Artrid si ricordò di essere entrato nel passaggio, ma preferiva non riferire la sua vera identità. Dopo che furono usciti, si accorse che la città era uguale al suo paese. Ritrovò lo stesso laghetto, lo stesso bosco e tutti i luoghi a lui familiari. Ricordi angosciosi si risvegliarono in lui: la perfidia dei bambini cattivi, la torre dove era stato appeso suo padre, dopo essere stato impiccato. Dove si trovava ora, invece, non c’erano cattiveria e morte; tutto era tranquillo e perfetto, come se non fosse successo niente. I due ragazzi andarono al Vulcano, un luogo molto significativo per i Divinatori. Mentre risalivano il versante, Tiberio gli raccontò la storia dei Divinatori e spiegò che il Vulcano era il passaggio per cui sarebbero stati teletrasportati nel mondo di Artrid. Inoltre, se si gettavano nel cratere le ceneri dei propri defunti, si poteva parlare con loro. Quando erano ormai vicini alla sommità del vulcano, Tiberio si allontanò perché aveva sentito dei sassi rotolare e voleva vedere chi fosse. Nello stesso momento uno spirito del fuoco, che era rimasto nascosto fino a quel momento, si alzò nel cielo e disse ad Artrid: “Se la guerra vincer vorrai la strada giusta trovar dovrai. Affronterai ostacoli e calamità e la tua gente riconoscente sarà. Alla massima carica parlar potrai se un’alleanza stringer vorrai”. Artrid capì che doveva andare dal re immediatamente. Quando Tiberio tornò, il ragazzino volle sapere dove fosse la casa del re. Il suo accompagnatore gli rispose che si trovava in un albero largo come un Baobab e alto come una sequoia, intagliato dai più abili falegnami del regno. La notte Artrid si svegliò di soprassalto, al suono di una musichetta incantevole e ipnotizzante che lo costrinse ad alzarsi e a seguirla. Per le strade del paese non c’era anima viva.

La musica diventava sempre più forte man mano che si avvicinava a un albero alto e imponente: doveva essere la reggia del re. Una volta all’interno dell’albero, Artrid spalancò la porta da dove proveniva un chiacchierio; le persone là riunite, colte di sorpresa, lo guardarono allibite, come se fosse un mostro. Il ragazzino avanzò nella sala fino ad essere al cospetto del re, che non l’aveva mai visto prima. Artrid prese coraggio e raccontò tutta la sua storia; alla fine disse: “Gentile re, mi è stato suggerito da uno spirito di formare un esercito e di combattere contro i nemici, perciò Vi chiedo se mi permettete di stringere un’alleanza con Voi, e vi supplico di nominarmi capo dell’esercito dei Divinatori”. “Non ti credo!” replicò il re “Potresti essere un impostore. Lo verificheremo subito! Voglio la pianta della verità! Presto!”. Due servitori portarono una pianticella con un solo fiore arancio all’estremità. Il re prese un po’ di polline e ne sparse un pizzico sulle labbra di Artrid. Subito sulla testa del ragazzino comparve una pianta trasparente, dove delle immagini confermarono la sua storia. Il re per qualche minuto non proferì parola; aveva appena appreso che suo figlio Rodolfo era stato ucciso e che Artrid era suo nipote. Il re, per vendicare suo figlio, permise a suo nipote di assumere il comando dell’esercito. Il giorno seguente i soldati partirono per la guerra; l’unico passaggio per tornare nel mondo reale era il Vulcano. Tutti avrebbero dovuto buttarsi, ma non ne avevano il coraggio. Così arrivarono gli spiriti dell’aria, che con un semplice soffio di vento li fecero precipitare nel cratere. Si ritrovarono vicino al laghetto e si guardarono intorno spaesati, ma poco a poco capirono che tutto era uguale al loro mondo. Delle spie nemiche li videro e avvisarono subito il loro capo: non c’era tempo da perdere; bisognava prepararsi per lo scontro finale. La mattina seguente i due eserciti erano schierati l’uno di fronte all’altro nella radura, al centro del bosco. A Artrid e agli altri Divinatori si era unito un buon numero di folletti dell’aria, dell’acqua, del fuoco, della natura, degli animali… Non volevano che i loro amici restassero da soli e che combattessero al posto loro. Il primo attacco fu di Artrid: un folletto si trasformò in un’aquila, afferrò un bambino, si

Page 9: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

9

alzò in volo e lo lasciò cadere. Il piccolo, dopo aver toccato terra, si trasformò in una roccia. I loro attacchi, infatti, non li uccidevano, ma li trasformavano in altri oggetti inanimati, che quindi non avrebbero più recato alcun male. Continuarono così per ore: i bambini si trasformavano in gocce, alberelli, foglie… Gli avversari invece erano muniti di sassi e fionde con le quali procurarono ai loro nemici soltanto delle ferite. Finalmente, dopo quasi un giorno di combattimenti, i Divinatori vinsero. Artrid era al settimo cielo e ringraziò tutti; come ricompensa ottenne il permesso di vivere nel regno dei folletti insieme alla sua migliore amica, a cui avevano raccontato tutta la verità, e a sua madre. Divenuto grande, Artrid si sposò con Silvia, anche se non era una divinatrice e, insieme con lei, governò il regno dei Divinatori che aveva ereditato in seguito alla morte del nonno. Il mondo dei Divinatori fu fiorente sotto il controllo di Artrid e la pace regnò per sempre. I folletti diventarono creature meno misteriose e timide, e vissero in armonia con i loro protettori, i quali non esitarono a ospitarli nelle loro case e a stringere con loro un’alleanza e un’amicizia più forte che mai.

Chiara Bertazzoli, Arianna Camera,

Monica Papis, Benedetta Defendi,

Alessandro Rota, Thomas Barberi 2^B

Francesco

è un genio

In una baita, in montagna, abitava una famiglia che viveva di agricoltura. Un giorno, il piccolo Francesco, mentre stava raccogliendo l’uva nella vigna, trovò un vaso. Lo prese e, ad un tratto, il vaso parlò: “Chi sei?”, il ragazzo lanciò il recipiente ed urlò: ”Chi sei tu e cosa vuoi da me!?”. Il vaso, dolorante per la caduta, gli rispose: “Sono uno spirito che abita in questo vaso da secoli, posso esaudire 3 desideri!”, ma Francesco era incredulo. Per mettere alla prova il genio, gli chiese: ”Raccogli tutta l’uva restante e mettila nei cesti! Se sei un vero genio, lo farai!” e subito l’uva comparve nei cesti, riempiendoli tutti.

Allora Francesco, sbalordito, andò subito a chiamare il nonno, lo prese per mano e lo portò dal genio. Francesco cominciò a chiamarlo perché si facesse sentire, ma nessuna voce uscì dal vaso, così il nonno, pensando ad uno scherzo del nipote, se ne andò. Il ragazzo, arrabbiato, chiese: “Perché non ti sei fatto vedere da mio nonno?”, allora lo spirito spiegò: “Io mi posso far vedere solo dal mio padrone, che sei tu! Esprimi i tre desideri, ma ricorda che non posso far comparire oggetti, né ti posso aiutare a vincere i concorsi!”. Si fece sera e Francesco andò a mangiare dalla mamma, che si chiamava Lucia ed aveva preparato il purè di patate, il piatto preferito di Francesco. Il ragazzo lo mangiò in un boccone e desiderò che il purè si moltiplicasse, cosi l’avrebbe potuto gustare tutti i giorni. Il giorno seguente, mentre andava a scuola, per strada vide bambini disperati perché non avevano nulla da mangiare, ma lui proseguì con aria di indifferenza. Arrivato a casa, al termine delle lezioni, trovò il genio in camera sua che lo sgridò: “ Perché non hai aiutato quei bambini, e se fossi stato tu al posto loro? Vai ad aiutarli e invitali a mangiare da te!”. Francesco, però, non obbedì al genio, che, per punire il suo egoismo tornò ad essere un vaso comune e fece svanire i desideri che aveva espresso: l’uva tornò sugli alberi e il purè sparì. Francesco si rimproverò, perché si ricordò che aveva ancora un desiderio che non aveva espresso: “Avrei dovuto aiutare quei bambini, perché sono stato così egoista?!”. Chi troppo vuole nulla stringe.

Giovanni Pilosio 1^C

Gioco di squadra

Un giorno, una tartaruga e una lepre decisero di iscriversi a una gara di Formula 1. Volevano vedere quale delle due fosse la più veloce, perciò, si recarono immediatamente a Indianapolis, per iscriversi. La gara si sarebbe svolta con le auto più famose. I due animali, giunti sul posto, decisero di recarsi all'ufficio iscrizioni, ma furono immediatamente allontanate, perché mai nessun animale aveva gareggiato in quella famosissima pista. Dopo il duro colpo, decisero di ritornare a casa, ma, proprio in quell'istante, giunse uno dei più famosi piloti della Formula 1,

Page 10: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

10

Schumacker che, vedendo quello che era successo, le voleva aiutare. Le portò così dal giudice di gara, il signor Bianchini, che le aveva rifiutate precedentemente. In quell'occasione, la folla e tutti i piloti decisero che era quello il momento giusto per modificare le regole. Fu così che la lepre e la tartaruga con grande gioia poterono gareggiare e scoprire chi era la più veloce. Si misero tra le più forti auto da corsa e, appena il semaforo divenne verde, ecco una delle più grandi sorprese:la tartaruga sfrecciò via come una pallottola! Era diventata la tartaruga più veloce del mondo! Tutti gli spettatori incominciarono a fare il tifo per la tartaruga e la soprannominarono "Lampo". La povera lepre rimase di sasso, perché non si aspettava una cosa simile. Si ritrovò ultima, ma, nonostante ciò, non si diede per vinta. Per lei era già una grande vittoria aver gareggiato al fianco di piloti famosi! Proprio mentre la lepre stava pensando questo, "Lampo" stava per superare Schumacher, il quale non ci stava ad essere superato, così spinse "Lampo" contro il muro. La tartaruga allora fu costretta a rientrare ai box in quanto la sua macchina era danneggiata, ma non si diede per vinta. Ritornò in pista e vide la lepre chela fece salire e decisero di gareggiare insieme per dimostrare che gli animali potevano gareggiare con gli uomini. Arrivarono ancora dietro al rivale il quale non voleva assolutamente perdere contro una tartaruga e una lepre e quando lo superarono, ci rimase così male che le superò di nuovo, ma in un punto in cui vi erano un sacco di detriti. Schumacker fece così un grave incidente. Gli unici che non furono coinvolti erano i due animali che sfrecciarono a gran velocità verso il traguardo vincendo su tutti. Non bisogna farsi la guerra, ma bisogna darsi una mano per affrontare le difficoltà!

Mattia Celeri 1^ B

I CONIGLIETTI LABORIOSI

E LE VOLPI AFFAMATE In un vasto bosco vicino ad una cittadina, vivevano tanti animali tra cui dei simpatici e teneri coniglietti. Occupavano la zona centrale del bosco e vivevano in armonia.

Un giorno, però, arrivarono delle volpi con l’intento di mangiare i conigli. Il più saggio di loro si inchinò di fronte alle avversarie e propose una sfida: “… Se vinceremo noi, voi non potrete più mettere le zampe nel nostro territorio. Se invece vincerete voi, ci potrete mangiare.” Prima che potesse finire di parlare, una voce gridò: “Vecchio saggio, non farlo!”. Il coniglio non ci badò e riprese: “La sfida consiste nel costruire una tana per il proprio branco. Voi siete più grandi, ma noi siamo più numerosi, quindi siamo equilibrati. Il vecchio e paziente gufo giudicherà le nostre creazioni”. Le volpi accettarono. Il giorno seguente, le squadre cominciarono a lavorare. I conigli utilizzarono i rami le foglie, che fecero intrecciare alle femmine, mentre i maschi incastravano le tavole di legno e i rametti. Le volpi, invece, costruirono una tana molto elaborata ed appariscente, con le pareti sottilissime e intagliate di decori: erano sicure di vincere. La settimana successiva, tutti cominciarono a portare dentro le “coperte” fatte di gambi e foglie e le riserve di cibo. Avevano quasi terminato il lavoro, quando una terribile tempesta si abbatté su di loro. La tana dei conigli, che era molto resistente, rimase immutata nonostante la forza del vento e della pioggia. Quella delle volpi era molto bella, ma sottile e poco resistente per colpa delle figure intagliate nel legno. Proprio per questo, al calar della tempesta, non ne era rimasto nulla. Il giorno dopo, il paziente gufo non ebbe dubbi: i conigli avevano vinto. Erano salvi! Le volpi se ne andarono stanche e affaticate, mentre i piccoli vincitori festeggiarono nella loro nuova tana. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso!

Zoe Mazzucconi 1^B

L’AMORE SCALDA PIU’ DI MILLE

FUOCHI

Un cagnolino vagava sperduto in città da quando la sua famiglia l’aveva abbandonato sul ciglio della strada, perché doveva partire per la settimana bianca. Era triste, malinconico e , poiché l’inverno stava iniziando, aveva tanto freddo e desiderava tanto un posto caldo dove rifugiarsi.

Page 11: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

11

Un giorno, capitò in un parco, dove c’erano dei bambini che giocavano, i quali, appena lo videro, gli corsero in contro e lo accarezzarono. In quel momento, il cagnolino si sentì felice. Il parco, però, appena fece buio, si svuotò e il cagnolino rimase solo e triste. Mentre vagava, sentì un miagolio provenire da dietro un cespuglio. Si avvicinò piano piano e trovò un gattino solo e impaurito. Inizialmente, alla vista del cane, il gattino fuggì, ma il cane lo rincorse fino a quando si fermarono, poi disse al gattino: ”Non avere paura, io e te dopo tutto, siamo entrambi soli e possiamo diventare amici “. Il gatto si tranquillizzò e iniziò a raccontare al cane la sua storia. Anche lui era stato abbandonato nel parco dai suoi padroni. I due animali diventarono amici. Non avevano nulla da mangiare e avevano tanto freddo, non avevano una casa dove stare con un padrone che li amasse e li curasse, ma la loro amicizia diventò talmente forte che riuscirono insieme a superare tutte le difficoltà e tutte le paure di quella vita randagia. Questa favola ci insegna che l’amore e l’amicizia valgono di più di mille fuochi!

Camilla Ghezzi 1^B

LA LUMACA

E IL LEVRIERO

Una lumaca faceva la venditrice ambulante e tutte le mattine si recava al mercato degli animali per vendere i propri prodotti. Svolgeva lo steso mestiere un bellissimo levriero bianco, amico della lumaca e suo concorrente. A differenza del levriero, la lumaca era molto lenta e impiegava moltissimo tempo per raggiungere il paese; era costretta, perciò, al mattino, a partire molto presto e la sera, spesso, non riusciva neppure a far rientro a casa. Il levriero, invece, riusciva a raggiungere il mercato in brevissimo tempo e a metà giornata ritornava al deposito dei prodotti, rifaceva il carico e di nuovo si presentava al mercato il pomeriggio. Durante una giornata fredda d’inverno, i due animali vennero sorpresi da una bufera di neve. Il levriero, confidando nelle sue doti di velocità, decise di rientrare a casa correndo il più velocemente possibile, nonostante la lumaca gli avesse consigliato di rimanere al paese trascorrendo la notte al caldo dall’amica volpe.

Il levriero però temeva che, se non fosse tornato a casa, non avrebbe potuto fare il carico per la mattina seguente quindi il guadagno della giornata successiva sarebbe stato inferiore. La lumaca, invece, trascorse la notte all’interno del suo guscio, consapevole di non poter tornare a casa. Il levriero invece, percorrendo la discesa verso casa, scivolò sul ghiaccio, rotolò a valle, si ruppe una zampa e perse tutto il suo carico. Non sempre la lentezza è una dote negativa, infatti la velocità e la poca riflessione portano ad inconvenienti spesso spiacevoli.

Chiara Di Ceglie 1^ B

Era un giorno piovoso ed io ero rimasta a casa mia ad annoiarmi quando, ad un certo punto, mi venne un’idea, che solo dopo poco tempo si rivelò grandiosa.

Decisi di esplorare la casa, dopo tutto ero lì da poco tempo e di esplorazione si poteva parlare. La mia casa è formata da tre piani più la taverna e la mia avventura iniziò proprio da lì. Ad un tratto, scoprii che in un angolo, sulle scale, precisamente sul decimo gradino, c’era una piccola porticina varcabile solo strisciando.

Vinta dalla curiosità, entrai e mi ritrovai in una caverna tetra e oscura. Avevo paura e non riuscivo a muovermi, con lo sguardo cercavo la porta da cui ero entrata, ma non c’era più. Così decisi di proseguire, seguendo una piccola luce in lontananza che più tardo si rivelò essere una lucciola, che, anche se grande come uno spillo, rischiarava tutta la grotta.

Decisi di seguirla e dopo pochi minuti arrivammo a destinazione. Spalancai gli occhi dalla meraviglia: davanti a me avevo un luogo fantastico, abitato da altrettanto meravigliose creature. C’erano fate, gnomi, elfi, nani, giganti … ma ad elencarli ci vorrebbe un’eternità.

Non vi erano solo esseri di favole, ma anche animali parlanti, alberi che danzavano in cerchio e fiumi e ruscelli che giocavano a nascondino nei grandi laghi. Era un luogo così stupefacente che nessuno mai avrebbe creduto alle mie parole e che, a vederlo, colmava il cuore di allegria. In quel luogo mi sentivo a disagio perché ero l’unico essere umano presente, ma mi feci coraggio e mi diressi verso una driade, creatura dei boschi, che mi accolse con gentilezza e mi condusse dal loro re, il centauro Fortebraccio, e da sua moglie, la driade Ninfea.

Page 12: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

12

Lungo il percorso, mi raccontò che Fortebraccio, quando era venuto al mondo, si era ritrovato coinvolto in una guerra per la liberazione di RIANA, il nome di questa terra, e che quando un soldato nemico gli si era avvicinato, lui lo aveva steso con un pugno solo, da questo infatti deriva il suo nome. Mi disse anche che Ninfea, la bella regina, aveva quasi del tutto rinunciato al suo albero, pur di vivere con il suo amato.

Finalmente arrivammo ed io mi inchinai al cospetto dei sovrani di Riana e così fece anche la driade. Questi mi accolsero con molta dolcezza, mi portarono in una delle stanze del loro palazzo, mi diedero vestiti adatti al loro mondo e mi offrirono da mangiare le loro più raffinate specialità. Il vestito che mi diedero era un incanto: era creato da tante piccole gocce di rugiada, con le maniche affusolate e un lunghissimo strascico, un vero e proprio abito da regina.

Dopo tutto questo, mi chiesero cosa ci facessi lì, ed io risposi che ero capitata in quel regno per caso, ma loro affermarono che forse c’era un motivo per il mio arrivo. Il re mi raccontò di un’antica profezia che diceva che un giorno, una figlia di Eva, sarebbe arrivata per caso e che avrebbe liberato le tre stagioni: l’Estate, l’Autunno e l’Inverno, per far in modo che la Primavera non rovinasse la meravigliosa terra di Riana.

Rimasi sconcertata da quella profezia e per un attimo negai di volerlo fare, perché sicuramente ci sarebbero stati molti pericoli da affrontare ma, guardando le facce speranzose dei sovrani e dei popolani, mi convinsi a compiere l’impresa.

A quel punto, una vocina emerse dalla folla: “Vengo io con te! Ti faro compagnia e ti darò coraggio” la voce era quella di un piccolo scoiattolo, Ghianda, che subito si presentò a me e mi salì su una spalla. Lo guardai negli occhi e mi commossi, nel vedere uno scoiattolino così indifeso pronto a seguirmi e a correre molti pericoli, pur di stare con me e trasmettermi coraggio. Così il re sciolse quell’assemblea, per permettere a me e a Ghianda di prepararci per la partenza, che sarebbe avvenuta l’indomani mattina, all’alba.

Così andammo a letto e il giorno dopo, come prestabilito, partimmo ma, poco prima che ci incamminassimo, il re ci diede uno zainetto e una mappa e ci disse: “Fate attenzione , su questa mappa sono indicate le vostre tre destinazioni, ma il percorso è pieno di

insidie e pericoli e la Primavera ha molti alleati e messaggeri, non parlate con nessuno e in presenza di nessuno, tanto meno degli alberi e ora andate, svelti !”e così incominciò la nostra avventura.

Il primo luogo da raggiungere non era lontano, ma Ghianda disse che tutti lo chiamavano “luogo di sola andata”e ciò non mi rassicurava. La nostra destinazione si trovava su un monte: quello del “non Ritorno”, alto almeno quattromila metri e circondato da strani uccelli, che per gusti alimentari erano molto simili agli avvoltoi.

Quel giorno percorremmo solo metà del nostro cammino, ma almeno non incontrammo ostacoli. Quella sera riguardammo il nostro percorso: avevamo attraversato il fiume Cipirì ma, per nostra sfortuna, il ponte era rotto e avevamo impiegato almeno due ore per costruirne uno che ci potesse reggere. I castori, infatti, alleati con la potente Primavera, erano scomparsi. Dopodiché avevamo percorso la pianura Verdepiano e avevamo raggiunto il bosco Larghefoglie, nel quale io non volevo proprio saperne di entrare, vedendo quei larghi arbusti neri e i corvi che gracchiavano una specie di cantilena in onore dell’estate: anche gli alberi parevano piangere, anche a loro mancavano le tre stagioni, anche se poteva essere tutta una messinscena della Primavera per tenderci una trappola.

Alla fine, prendemmo coraggio ed entrammo e, con mio grande stupore (e non di Ghianda), gli alberi aprirono un varco per lasciarci passare e così attraversammo il bosco senza fatica. All’uscita, ci accorgemmo che era scesa la notte e ci accampammo per la notte. Oltre a guardare le strade percorse, studiammo anche i luoghi dove saremmo andati nei giorni successivi e, sempre con la paura di essere scoperti e uccisi, ci lasciammo cullare dal vento e attraversammo il mondo dei sogni. Quella notte i miei sogni erano agitati e mi svegliai per ben sei volte.

Il giorno dopo, quando mi svegliai, vidi che Ghianda era già sveglio e si era procurato un gran mucchio di noci per la colazione e per il viaggio; mi disse che gliele avevano date gli alberi e i corvi, appena erano venuti a conoscenza della nostra missione. Dopo “un’abbondante” colazione, ci mettemmo subito in viaggio, quel giorno avremmo dovuto attraversare il lago della Voragine Vorticosa e già il nome mi intimoriva.

Page 13: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

13

Quando lo raggiungemmo, dopo un’oretta di viaggio in pianura, capimmo che il nome era proprio azzeccato, perché l’acqua era in continuo movimento e un enorme ciclone incombeva nel centro, accerchiato da dei piccoli uragani. Quasi svenni a quella vista e mi rifiutai di proseguire e lo avrei sicuramente fatto se non ci fosse stato ghianda, il piccolo scoiattolino rosso era infatti deciso a navigarlo, con o senza di me, allora gli dissi che sarei andata anch’io. Solo allora il lago parlò e disse: “Per il vostro coraggio, io vi lascerò passare, ma una certezza mi dovrete dare: la rocca del non ritorno attraverserete e l’estate mi riporterete” e, detto questo, il ciclone e gli uragani affondarono e le acque si placarono.

Il Monte del non Ritorno era accerchiato dai Mangiasangue, uccelli simili ad avvoltoi, che erano proprio terrificanti. Costruimmo una zattera e con essa attraversammo il lago e raggiungemmo l’altra sponda, per ritrovarci faccia a faccia con il Picco del non Ritorno e fu così che mi resi conto quanto terribile fosse la Primavera. Incominciammo a scalarlo, ma subito mi accorsi che senza l’attrezzatura non sarei mai andata avanti e così aprii lo zaino, che mi avevano dato, e vi trovai all’interno tre boccette: una con scritto “per il Picco del non Ritorno”; la seconda “per il Lago Torbido Profondo” e la terza con scritto “per il fiume Magma Magmatico”.

Io presi la prima, ne bevvi due gocce e, con meraviglia, diventai una fata e in un quarto d’ora raggiunsi la vetta e mi ritrovai davanti ad uno spettacolo orribile: davanti a me c’era una signora bella come il sole, che portava i colori dell’estate, ed era incatenata, tanto che io dovetti usare tutta la magia che mi dava la pozione per liberarla. Così, dopo vari incantesimi, la liberai e vidi la natura aprirsi ed esultare per la liberazione.

Ero al settimo cielo perché l’Estate era stata liberata, ma mancavano ancora l’Autunno e l’Inverno, quale dei due avremmo raggiunto? Osservai la cartina, e vidi che l’immagine raffigurante il Lago torbido Profondo si era illuminata e con essa una stradina che conduceva qui, dove siamo ora. Partimmo, e questa volta avevamo una compagna in più, che ci proteggeva e tratteneva, oltre a darci coraggio. Partimmo, dirigendoci verso ovest rispetto al monte.

La strada non era certo semplice e i pericoli aumentavano a mano a mano si proseguiva. Per prima cosa, raggiungemmo il

nido delle api giganti e mi chiesi come fossimo passati da lì, ma poi capii. Le api erano stanche di lavorare e rivolevano l’autunno per riuscire a riposare. Quando promisi loro che lo avrei liberato, ci fecero passare e un’ape decise di venire con noi. L’ape si chiamava Miele ed era molto simpatica e educata. Diceva che era nata da poco ma io la trovai enorme. Ci propose di salire, per evitare così pericoli e infatti non me ne pentii. In un giorno raggiungemmo il lago, di cui non si vedeva il fondo, non solo perché era molto profondo, ma anche perché era molto sporco e inquinato. Quando raggiungemmo, la riva bevvi due gocce del contenuto della boccetta ad esso relativa. Subito mi trasformai in una sirena e da sola, mi tuffai in quell’abisso e incominciai a dirigermi verso il fondo, che pareva non arrivare. Dopo quelle che mi parvero nove ore, raggiunsi il fondale e vidi una gabbia nella quale si trovava l’autunno, un signore vestito con un abito di foglie, così come la barba e i capelli. I suoi occhi erano colore castagna e la sua bocca era di un giallo intenso. Vidi che soffriva perché quando una foglia cadeva una forza sconosciuta gliela faceva ricrescere. Scoprii che anche con l’aspetto di sirena avevo dei poteri.

Cantando avrei provocato la rottura delle sbarre della gabbia. L’autunno fu subito liberato e il lago tornò limpido, le foglie degli alberi incominciarono a cadere e gli scoiattoli a squittire. Uscimmo dall’acqua e la mia forma di sirena scomparve. Assistemmo al felice incontro delle due stagioni che si abbracciarono sorridendo. Ora, mi dissi, manca solo l’inverno. Presi la mappa e la studiai: notai, con un misto di contentezza e di terrore, che sulla mappa i pericoli non erano stati segnati, e la strada si manteneva pianeggiante fino al fiume Magma Magmatico, che esplodeva poi in tutta la sua pericolosità: partiva da un vulcano, sempre attivo, e finiva in un lago, che un tempo era anch’esso un vulcano. Io non volevo partire, ma non volevo deludere Ghianda, Miele e le due stagioni.

Così presi coraggio, salii sul dorso dell’ape e insieme ci dirigemmo verso il fiume. Viaggiammo sia di giorno sia di notte e, dopo tre giorni, stremati dalla stanchezza, lo raggiungemmo. Ci accampammo lì accanto, in due capanne create dalle due stagioni, con foglie e altri prodotti della natura. La mattina dopo, ci svegliammo di buon umore, che subito scomparve alla vista del magma, che scorreva fluido e veloce. Mi continuavo a chiedere come

Page 14: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

14

l’inverno facesse a sopravvivere, provai anche molta compassione nei suoi confronti.

Subito bevvi due gocce dalla terza bottiglietta e diventai una splendida fenice e mi resi conto che non sentivo quasi più il caldo. Mi alzai in volo e mi diressi, da sola, verso il centro del fiume, dove si trovava un’isoletta, al centro della quale trovai l’inverno. Era molto debole e si stava completamente sciogliendo: non riusciva a muoversi. Infatti, quell’isoletta era coperta da una grande bolla di calore. Tentai di afferrarlo e di metterlo sul mio corpo, raffreddandolo prima con acqua ghiacciata, ma c’era un problema, come avremmo fatto ad uscire? Guardai nello zaino e vi trovai un sacchetto contenente delle bolle; serviva per restare al fresco e non scoppiavano mai, nemmeno al contatto con il fuoco. Così presi una bolla, che, uscita dal sacchetto, si ingrandì, e avvolse il corpo dell’Inverno.

Questo subito si riprese e nella bolla rotolò fino ad uscire dall’isoletta, per poi dirigersi verso l’altra sponda. Io lo seguii, arrivati all’altra sponda, la bolla si rimpicciolì e la stagione ne uscì felice, mi ringraziò e corse ad abbracciare i suoi due amici. Le tre stagioni erano libere ma la Primavera non era ancora stata del tutto sconfitta: infatti le tre stagioni dovevano tornare al loro palazzo e recuperare gli scettri, solo così lei si sarebbe placata. Volevo andare con loro ma solo le quattro stagioni potevano entrare nel palazzo, tristemente dissi loro addio e mi diressi, con Ghianda e Miele, verso il palazzo di ForteBraccio. Questo viaggio durò una settimana e negli ultimi giorni, a mano a mano che ci avvicinavamo a Raina, incominciammo ad essere acclamati.

L’Estate stava sostituendo la Primavera, e questo mi fece capire che ce l’avevano fatta, la Primavera era ormai stata sconfitta e le stagioni erano tornate quattro. Quando giungemmo a palazzo ci trovammo in un banchetto in nostro onore!

Chiara Manaresi 3^C

Recensione libro

“CITTÁ DI CARTA” Il libro “Città di Carta” di John Green (edizione Rizzoli; Padova, Luglio 2014; € 14.00) è un romanzo realistico che può essere definito sia psicologico che di formazione, in quanto narra

le vicende dei protagonisti approfondendo i loro pensieri e le loro riflessioni che li portano a vivere la crescita in modo molto produttivo. L’autore è nato a Indianapolis nel 1977 ed è considerato dal TIMEMAGAZINE una delle cento persone più influenti al mondo. Ha vinto diversi premi per i suoi libri tra i quali “Cercando Alaska”, “Teora Cathrine”, “Will ti presento Will” e “Colpa della Stelle”. Margo Spiegelman è una ragazza particolare, misteriosa e molto affascinante. Dopo aver escluso dalla sua vita l’amico d’infanzia Quentin Jacobsen, qualche mese prima del diploma lo trascina con sé in piena notte a vivere peripezie e avventure per poi scomparire la mattina seguente. Per il ragazzo è l’inizio di una lunga ricerca che lo porterà a scoprire che cosa sono le città di carta, a temere il peggio, a trovare indizi che alla fine lo condurranno da Margo, di cui è da sempre innamorato, e a scoprire i suoi pensieri reali, la sua inadeguatezza nascosta nei confronti delle persone superficiali che lo circondano. “Però c’è un sacco di tempo tra quando le crepe cominciano a formarsi e quando andiamo a pezzi”, questa è una delle riflessioni che Quentin esprime mentre, alla fine del libro, parla con Margo. La trama segue un’unica vicenda che coinvolge, però, molti personaggi tra genitori, professori e amici ed è narrata in prima persona da Quentin. Gli avvenimenti seguono l’ordine cronologico e si svolgono in qualche decina di giorni, nella città di Orlando. Il linguaggio è semplice, come quello dei giovani, ma allo stesso tempo è incisivo e molto forte. L’autore ha saputo esprimere con spontaneità i concetti, senza girarci attorno. L’uso delle figure retoriche è, a mio parere, superbo: essendo la narrazione riportata in prima persona, le riflessioni di Quentin giocano un ruolo fondamentale. Sono presenti, infatti, metafore efficaci, ad esempio questa meditazione sulla paura: “Quell’odore mi getta in un panico disperato: non il panico di quando non hai aria nei polmoni, ma il panico di quando non c’è proprio aria nell’atmosfera. Penso che forse il motivo per cui ho passato gran parte della mia vita ad avere paura è che ho cercato di prepararmi, di allenare il corpo a fronteggiare il terrore vero, quando fosse arrivato. Ma non sono affatto preparato”. Questo libro mi ha emozionato molto, si tratta di una lettura coinvolgente ed appassionante che mi ha fatto vivere, insieme ai protagonisti

Page 15: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

15

delle vicende, una bella esperienza: molte affermazioni sono verità profonde e difficili da capire. Penso che il ragionamento necessario per comprendere alcuni passi del testo (che personalmente ho trovato stimolanti) rendano difficile l’apprezzamento completo dell’opera. Di questo autore mi colpisce sempre il modo naturale e sincero di esprimere i concetti: anche se sono complicati riesce, attraverso esempi, a renderli più immediati e vicini a noi. La tematica trattata nel libro riguarda proprio il mio mondo: quello degli adolescenti e delle maschere che spesso creiamo per nascondere la nostra vera identità; diventiamo persone di carta, false, per essere apprezzate dagli altri. In fondo sappiamo, però, che, in realtà, noi siamo diversi, conserviamo egoisticamente il nostro meglio per noi stessi, e riserviamo agli altri una versione più commerciale, più ordinaria per paura di non essere accettati. Io penso e, mi è sembrato di capire che faccia altrettanto l’autore, che la nostra personalità non sia un trofeo da esibire, di cui vantarsi: non bisogna vergognarsi di avere pensieri profondi o di avere opinioni contrastanti rispetto alla massa. È questa una vera dimostrazione di coraggio.

Virginia Bosisio 3^B

“ In morte del

fratello Giovanni”

Comprensione del testo: In questo sonetto, dal contenuto molto intimo e personale, Ugo Foscolo si rivolge al fratello, Giovanni Dionigi, ricordando la sua tragica morte avvenuta in giovane età a causa di un suicidio. Ricorda anche l’anziana madre, che ora è sola accanto alla tomba di Giovanni senza il conforto, la forza e l’appoggio di nessuno. Nella lirica, il poeta sottolinea, inoltre, la sua lontananza forzata dalla patria e dalla famiglia, lasciando emergere sentimenti di tristezza, nostalgia, dolore ma anche amore e affetto. Foscolo si esprime, infine, ricordando brevemente le angosce e le preoccupazioni che tormentarono la vita del fratello e lo condussero al suicidio ed afferma di voler trovare, a sua volta, pace e tranquillità nella morte.

Analisi intratestuale:

Questo testo è un sonetto, ossia una composizione poetica di origine molto antica, che si compone di quattordici versi

endecasillabi, divisi in quattro strofe: due quartine e due terzine. Nelle due quartine, lo schema ritmico è alternato ( A-B-A-B) così anche nelle terzine ( C-D-C-D-C-D). Nella poesia sono presenti molte figure retoriche. Ne individuiamo una al quarto verso (Il fior de’tuoi gentili anni), che è una metafora, vale a dire una figura retorica di significato che consiste nella sostituzione di una parola con un’altra che abbia con essa un rapporto di somiglianza. Un’altra metafora è presente al settimo verso (porto). Troviamo al terzo verso della seconda quartina una sineddoche (palme), anch’essa una figura retorica di trasferimento semantico, che consiste nell’espandere o restringere il significato di una parola. E’ presente, inoltre, un enjambement tra il nono e il decimo verso, che pone in evidenza l’espressione secrete cure. Nel componimento, emerge il tema dell’esilio, perché Foscolo scrisse questa lirica a Milano, dopo aver lasciato la Repubblica di Venezia, che Napoleone aveva concesso agli Austriaci con la Pace di Campoformio (1797). Il tema principale, tuttavia, è forse quello della morte. Nel testo, infatti, Foscolo si rivolge al fratello suicidatosi, ricorda la sua vita tormentata da preoccupazioni e angosce e la madre seduta sola accanto alla tomba, poiché egli è lontano e non può piangere su di essa e confortare la donna. Nel sonetto trovano, infine, espressione molti sentimenti dell’autore, come tristezza e dolore per il fratello deceduto, malinconia e nostalgia per la lontananza dalla patria e amore e affetto per la sua famiglia.

Analisi intertestuale:

Ci sono molte differenze tra questo sonetto e gli altri componimenti poetici che abbiamo analizzato in classe. In questa lirica, l’autore si rivolge, in un dialogo a distanza, al fratello deceduto, mentre in A Zacinto si rivolge alla sua isola, alla patria, alla sua terra amata. Nel sonetto dedicato all’isola natia spicca anche il tema mitologico, assente nella poesia in oggetto. Infatti Foscolo fa molti riferimenti ad Ulisse, alle sue peregrinazioni, ad Omero e cita la dea Venere, che secondo il mito nacque proprio dalla schiuma del Mar Egeo. In entrambi i sonetti sono, però, presenti il tema sentimentale, il tema dell’esilio e della lontananza dalla patria e dalla terra natale. In morte del fratello Giovanni ricorda, inoltre, il carme CI di Catullo. Ciò che accomuna i due testi è la morte dei fratelli avvenuta in entrambi i casi in giovane età. La differenza, però, è che Catullo

Page 16: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

16

riuscirà a piangere sulla tomba del fratello, mentre invece Foscolo no, poiché, sarà costretto a morire in terra straniera. Analisi extratestuale:

Ugo Foscolo compone questo sonetto quando era in esilio a Milano, dopo che Napoleone ebbe ceduto la Repubblica di Venezia in cambio della Lombardia agli Austriaci, con la Pace di Campoformio. Il gesto dell’Imperatore francese deluse molto e tradì le aspettative dell’autore che l’aveva sempre ammirato e considerato un liberatore, tanto che aveva composto un’opera dedicata a lui, l’ode A Bonaparte Liberatore. Quando scrisse il sonetto, si era diffuso in Europa un nuovo movimento artistico-culturale che prese il nome di Neoclassicismo e fu teorizzato da Winckelmann. Dopo gli scavi avvenuti a Pompei ed a Ercolano, che riportarono alla luce numerosi reperti antichi, egli trovò necessario un ritorno all’arte greco-romana che era un’ arte equilibrata, priva di passionalità ed eccessi in grado di rievocare la semplice grandezza della civiltà classica. Il Neoclassicismo si sviluppò notevolmente nelle arti figurative come pittura, architettura e scultura che ebbe come protagonista Antonio Canova. Questo movimento culturale diede, però, anche molti risultati in campo letterario, con un ritorno ai temi mitologici (come avviene in A Zacinto), ma anche con l’uso di un linguaggio chiaro, elegante e ricercato, ricalcato sui modelli latini.

Federica Aponte 3^C

6 Novembre 2014 Caro diario, finalmente è venerdì! Questa settimana è stata durissima. Lunedì ho preso sei e mezzo in storia, martedì nove in scienze e giovedì abbiamo svolto una verifica di algebra. Avevo così tanto da studiare, che non mi sono neanche goduta la sera! Per me questo fatto è tragico! Ora ti starai chiedendo: “Ma perché? Cosa c’è di così particolare nella sera?”. Adesso, prova ad immaginarti sulla spiaggia libera, dove non c’è nessuno che ti disturba, la sabbia candida ti fa il solletico ai piedi, l’aria è calda e il sole che tramonta colora il cielo e le nuvole di un rosa pastello che sfuma nel rosso – arancione. La sera è così, anche quando ti trovi in camera tua appoggiata al davanzale della finestra che punta sul parco, ti dà una

sensazione di quiete, di rilassamento, di sollievo: mi capisci? La sera è un momento di pace e tranquillità che ti spinge a riflettere, è l’unico momento della giornata in cui le luci abbaglianti si spengono, in cui c’è silenzio, in cui non c’è frenesia. Sai …. quando cala la sera, una volta finiti i compiti, mi chiudo in camera mia e mi siedo sul letto appoggiando la schiena al muro, guardando la finestra oscurata dalle candide tende di lino. A quel punto, incomincio a pensare ai vari problemi che mi torturano in continuazione come la scuola e le amiche. Dopodiché mi distendo su Teddy, un orso di peluches grande quasi come mio fratello (che ha 8 anni) posto, insieme ad altri pupazzi, in fondo al letto per coprire il buco presente tra la struttura in legno del letto e il materasso. Quando sono in quella posizione, per qualche strano motivo mi viene voglia di cantare canzoni allegre. A volte prendo la mia radiolina che amplifica il suono della musica e la metto per terra, ci assemblo il telefono, prendo la cartella piena di libri, avvio la musica che canto solitamente alla scuola di canto corale, mi sdraio sul soffice tappeto, posizionando lo zaino sull’addome e faccio gli esercizi di respirazione che Mariapia (insegnante di tecnica vocale) ci consiglia di praticare tutti i giorni. Ogni tanto leggo una pagina di diario di Anna Frank, quel libro di cui ti ho parlato la volta scorsa, ricordi? E’ un libro molto interessante che testimonia le atrocità della seconda guerra mondiale. Alcune volte mi accascio sulla sedia e guardo Città Alta al tramonto. Se fossi una pittrice o una fotografa, guadagnerei soldi a palate vendendo scatti e quadri che raffigurano splendori del genere. Però, secondo la mia filosofia, non c’è nulla di meglio che ammirare un paesaggio dal vivo, direttamente, studiandolo e osservandolo con gli occhi e la memoria. Bene, ora devo proprio andare, sono le cinque e trentasette e mi devo trovare davanti all’oratorio alle quindici e quaranta con Gaia e Valeria. Andremo a mangiare un gelato a La Romana. Ciao. Anna Ferri 3^C

ti scrivo questa lettera per dirti alcune cose che non ho mai detto: tu per me sei una persona generosa, perche quando ti chiedo un gioco, un

Page 17: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

17

paio di scarpe o altro, tu sei sempre pronta ad accontentarmi. Non mi fai mancare niente. Sei saggia, perché quando ti chiedo dei consigli sei sempre pronta ad indicarmi la scelta giusta, anche se mi rendo conto che non sempre ti ascolto, e questo mi dispiace. Mi piaci perché sei socievole, parli e scherzi con tutti, anche quando ti si avvicinano delle persone estranee a chiederti informazioni, tu sei sempre pronta ad aiutarle. Ci sono, però, alcuni tuoi atteggiamenti, che non condivido: mi riprendi con severità quando non riesco a seguire le lezioni scolastiche come vorresti, mi ricatti dicendo che mi manderai in un collegio in cima a un monte disperso tra i boschi, in compagnia dei lupi. Comunque capisco perché lo fai, è perché ti stanno a cuore il mio bene e il mio futuro e, per questo, ti ringrazio sinceramente, ti voglio tanto bene.

DAL TUO Andrea Sinopoli 3^C

Giorgia e il suo diario

Giorgia prese il suo diario e iniziò a scrivere; quella giornata era stata molto dura e lei voleva sfogarsi. 07/07/2014 Oggi è stata una mattinata veramente dura: prima due ore consecutive di verifica, poi un’ora di grammatica e nell’ora di storia mi ha interrogato: OK, lo ammetto, non avevo studiato! Quando la prof ha detto che interrogava sono caduta nello stress più profondo! Poi, quando ha chiamato il mio numero di elenco il mio cuore ha smesso di battere!!! Sono andata a stento alla cattedra e quando la profe ha iniziato l’interrogazione con la prima domanda, ho fatto scena muta, non solo perché non avevo studiato ma anche perché ero bloccata dall’agitazione: insomma, un disastro! Ho preso quattro e ora non so come dirlo ai miei genitori! Sono disperata! Aiutami ti prego !!!

La tua Giorgia

Giorgia prese il diario, lo chiuse e lo infilò sotto il letto in modo che nessuno potesse leggerlo. Infine andò a dormire. Il giorno seguente passò normalmente: scuola, pranzo, tv, compiti, cellulare, musica, cena e infine arrivò l’ora di scrivere il diario. Entrò in camera, infilò il braccio sotto il letto, prese il diario e lo aprì sulla pagina del giorno precedente: il suo volto sbiancò. Sulla pagina accanto c’era scritto:

Cara Giorgia,

sono una persona che ti conosce molto bene ma non ti dico chi sono. Senti, per me dovresti dirlo ai tuoi genitori; certamente ti comprenderebbero. Loro sono molto buoni e non severi come pensi tu! Penso che se glielo dicessi ti aiuterebbero a risolvere il problema

Anonimo

Giorgia era abbastanza sconvolta: chi poteva mai essere stato? Corse dalla mamma stupita. <<Mamma! Oddio, oddio!!!! Qualcuno a scritto sul mio diario!>> chiese la ragazza. <<Chi potrà mai essere stato?>> disse la mamma con ironia. << ah …… mamma ti dovrei dire una cosa….>>

Caterina Bonacina e

Emma Veneziani 2^A

un personaggio

al suo creatore Mio rispettabile creatore, penso che lei mi conosca già perfettamente. Sono Greg Haffley, il protagonista della storia da lei ideata, che ha divertito negli ultimi anni milioni di persone. Forse non accade tutti i giorni che un personaggio scriva al proprio creatore; in ogni caso, mi dispiace dirlo, ma sono stato costretto a scrivere questa carta che ora lei stringe tra le mani e che, già mi immagino la scena, tra poco finirà nel cestino. Il fatto è che sono troppo sfortunato! Non sto dicendo che sia tutta colpa sua, questo no, solo credo che ne siate colpevole in una piccola parte. Per capirci, prendete in mano un libro qualsiasi del quale io sono protagonista e andate a una pagina qualsiasi: cosa leggete? Probabilmente leggerete frasi come: “Greg Haffley è stato picchiato” o “Greg Haffley viene incolpato di cose che, a suo dire, non ha mai fatto, quindi viene punito”. Non parliamo poi di quando abbiamo festività o compleanni: ricevo solo oggetti raccapriccianti e tristissimi da parenti che il più delle volte pretendono sorrisi a trentadue denti. Non è finita. Se i parenti a volte sono un po’ strambi, gli amici che ho sono peggio. Tra le qualità di cui sono privi, vi sono la simpatia, il senso dello umorismo e la disponibilità nel momento del bisogno. Non mi dirà che avere un amico come Rowley sia come avere un vero amico. Sembra che lo sviluppo del suo Q.I., si sia arrestato all’ età di diciotto mesi. Insomma, vorrei poter conoscere nuovi amici e

Page 18: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

18

scoprire di avere nuovi parenti più rispettosi. Una particolare lamentela riguarda i miei fratelli: il primo, Roger, è troppo confusionario, non può suonare la batteria alle quattro del mattino o mangiare i popcorn sul mio letto riempiendolo di fastidiose briciole. Manny, il più piccolo, ha gusti che non stanno né in cielo né in terra e i miei genitori lo viziano troppo. Con rispetto, inoltre, vorrei avanzarle alcune richieste riguardo le mie esperienze di vita. Sono stufo di stare davanti ai videogiochi per ore, per non parlare poi di quando mi manda a dormire alla una del pomeriggio, facendomi poi soffrire d’insonnia. Vorrei, come ho già detto, conoscere nuovi amici e poter andare in vacanza in posti migliori rispetto alla piscina comunale. Spero che abbia capito la situazione. La ringrazio per la disponibilità e per l’attenzione, con la speranza che questa lettera non finisca nel cestino. Cordiali saluti

Greg Haffley ( La Schiappa)

Federico Gilberti 3^C

Egregio signor autore

(mi scusi ma non ricordo il suo nome), le volevo far presente alcune problematiche riguardanti i suoi romanzi, ormai di fama mondiale. Innanzitutto vorrei scoprire il motivo per il quale ha deciso di crearmi così poco intelligente, poco attraente, poco atletico, poco ricco, poco simpatico, un combina guai, una schiappa insomma. Non avrebbe potuto invece rendermi famoso, bello, forte in tutti gli sport, eccelso a scuola, con una grande compagnia di amici popolari ? Sì, sa , Rownie è simpatico quanto vuole, ma non è adatto a me. Troppo fantasioso e poco realista; i suoi genitori, inoltre, sono un peso, non ci permettono di fare mai nulla, sono severissimi ed in più rifiutano la mia famiglia. Rownie deve essere sostituito, a me servirebbe un tipo di ragazzo tosto ma sincero. Passiamo alla prossima lamentela. Non so se io le ricordo lei stesso da giovane e se mi ha creato solo per far affiorare nella sua mente i ricordi, se è così, l’adolescenza non deve essere stato un bel periodo per lei. Nel senso che tutte le situazioni più imbarazzanti, ridicole, difficili ma anche pericolose capitano a me, giro l’angolo e ve ne è una lì: dei bulli che mi rubano la merenda, torno a casa e trovo i miei genitori

arrabbiati con me per un brutto voto a scuola e poi mio fratello che mi occupa la stanza e la distrugge a suon di batteria. Insomma una vitaccia. Se, però, sono solo un frutto della sua fantasia, allora è bene che sappia che la disprezzo per le umiliazioni e sofferenze che mi ha inflitto. Lei è diventato famosissimo, ricchissimo, apprezzatissimo, grazie alle mie sfortunate avventure. La prego, non può far diventare anche me ricco almeno la metà di quanto lo è lei? Non so, potrei scoprire di appartenere ad una famiglia di antica nobiltà, potrei diventare un grande scrittore già all’età di tredici anni oppure vincere un premio in un talent show. So che queste sono eventualità improbabili, perché ormai la storia è iniziata e non sta a me capovolgerla del tutto, ma almeno ci tenti per favore! Ultimo punto, ma non meno importante, vorrei una vita più dinamica; sì, so cosa starà pensando: “ Ma Greg, più dinamica di così!!”. Io, però, non intendo una vita fatta di sfortuna, di vani tentativi di diventare qualcuno, di giornate trascorse tra bulli, tipi strani e belle ragazze, che mi ignorano. Vorrei una fuga dalla routine, prendere un aereo per visitare Europa, Asia, Africa, e (so che è strano quello che sto per dire) farmi una cultura. Mi piacerebbe, se potessi, conoscere gli Stati, le abitudini dei popoli ed inoltre partecipare alle feste più sfrenate in tutto il mondo e divertirmi. Ho lasciato la richiesta che più mi sta a cuore per ultima, spero la prenda in considerazione. Per ora, se non scriverà altri romanzi e non avrò altre lamentele da esporle, avrei finito. Ringraziandola infinitamente per la sua disponibilità, le porgo le mie più sentite scuse per averle sottratto del tempo con questa missiva. Cordiali saluti Greg Heffley

Massimo Macchi 3^C

Cari genitori, 12 agosto 2014

sono già trascorse due settimane dalla mia partenza da casa e, con mio dispiacere, sono giunta a metà vacanza. Questo tempo trascorso in Sardegna è stato semplicemente fantastico. L’appartamento che ci ha prestato Tessa è bellissimo, piccolo ma dotato di tutto il necessario. L’unica pecca è il quadro in soggiorno, è davvero inquietante: raffigura una donna o un uomo (non si capisce cosa sia) che allatta un neonato. Appena trovo tempo, vi

Page 19: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

19

invio una foto con il cellulare. Già il primo giorno abbiamo fatto amicizia con cinque simpatici ragazzi che hanno più o meno la nostra stessa età. Abitano proprio sopra di noi. Sono stati gentilissimi, ci hanno spiegato come funzionano l’autopompa e l’autoclave nel caso ci fosse mancata l’acqua e poi ci hanno fatto fare un giro turistico di Bosa. La prima sera, per festeggiare il nostro arrivo, ci hanno invitato a casa loro a mangiare (Will il più giovane, sa cucinare una pasta allo scoglio buonissima). La serata si è conclusa con una lunga chiacchierata e con tante risate. Inoltre i ragazzi si sono offerti di accompagnarci nei posti più belli della Sardegna e noi ovviamente abbiamo accettato senza esitare. Abbiamo già visitato le spiagge di Stintino, Santa Teresa di Gallura, la spiaggia Rosa e molte altre. A differenza di quanto mi aspettavo non passiamo moltissimo tempo in spiaggia, ci alziamo tardi e solo nel pomeriggio andiamo al mare. Certe mattine, quando mi sveglio presto, esco e vado a fare un giro in bicicletta e qualche volta mi accompagna Will, così mi racconta un po’ del posto e evito di perdermi. Se non voglio andare in bici, vado al parco di fronte a casa e leggo oppure chiacchiero con Nicol e Gretel. Trascorriamo le serate in piazza o nel ristorante di Alec (anche lui come Will non è sardo ma è di New York), altrimenti stiamo in casa e prepariamo la cena. Ora devo andare c’è il carnevale estivo di Bosa (è una festa del posto) e non voglio assolutamente perderlo. Scrivetemi e salutatemi Paola. Vi salutano anche Gretel, Nicol, Viola, Will, Alec e Beppe. Ci vediamo tra due settimane, mi mancate molto.

Claudia Iacuzzi 3^C P.s.=è bello stare in vacanza con amici. Grazie per avermi dato quest’opportunità.

Franz ed Herman Kafka Bergamo, 13 novembre 2014

Cari Franz e Herman, ho deciso di scrivervi questa lettera con tono informale per farvi recepire i consigli che vi darò, come se provenissero da un amico. Voglio iniziare dicendovi che sono venuta a conoscenza del vostro difficile rapporto, attraverso le lettere che vi siete scambiati. Mi sta a cuore che voi ricostruiate il vostro legame, perché l’amore tra padre e figlio è il sentimento

più forte che ci sia sulla terra, inoltre gioverebbe ad entrambi, ricominciare da capo, come se iniziasse una nuova vita. Per riprendere questo cammino, oltre che mettere da parte il rancore, è necessario che vengano dimenticati alcuni atteggiamenti che potrebbero generare conflitti. Iniziamo da te Herman: dovresti essere meno severo e più gioioso. Sarebbe opportuno indirizzare tuo figlio sulla strada giusta, ma non con severità, come un amico. Inoltre, per far sentire più sicuro il tuo Franz, dovresti appoggiarlo in ciò che fa, abbracciarlo spesso e dirgli ancora più spesso questa frase:

“ Ti voglio bene”, non va dato per scontato l’amore verso il proprio figlio. Anche tu Franz dovresti manifestare più spesso l’affetto nei confronti di tuo padre, in modo che lui si senta ricambiato per tutte le fatiche che ha sostenuto e affronterà per te. Inoltre, dovresti accettare le critiche da parte di tuo padre e non sentirti insignificante e sottomesso a lui, perché ciò che ti dice può aiutarti a crescere. Lui vuole solo vederti un giorno grande e forte come lui è ora, per avere la conferma che il suo lavoro di genitore è stato svolto in modo perfetto. Spero che seguiate i miei consigli. Vi prego di farmi sapere come procede il vostro rapporto. Con assoluta sincerità

Marta Balconi 3^C

un curioso coinquilino

al suo padrone di casa Gent.ma Signora, siamo le due tartarughe che da cinque anni ormai vivono a casa Sua. Volevamo ringraziarLa per tutto quanto ha fatto per noi in questi anni. Il cibo che Lei ci ha sempre fornito è succulento. Quando si occupa della nostra igiene, è fantastico sentire lo spazzolino accarezzare il carapace. Volevamo ringraziarLa specialmente dei gustosi spuntini (bucce di carote, foglie di insalata ecc.) che quotidianamente ci offre, ma anche dei prelibati profumini che provengono dall’area nord della cucina. L’unica cosa di cui ci volevamo lamentare, ma senza attribuirLe colpe, è la terribile acqua fredda in cui dobbiamo vivere la mattina. Sappiamo perfettamente che Lei deve lavare la nostra “casetta”, va bene, ma quando cambia l’acqua potrebbe, soprattutto in

Page 20: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

20

inverno, scaldarla un pochino, perché il nostro è un raro caso di raffreddore perenne. Le nostre zampette soffrono molto il freddo, al punto che temiamo di dover fare le valigie ed abbandonare questo confortevole nido. La ringraziamo cordialmente. Roger e Ginger

Lorenzo Nembrini 3^C

Egregio Signore, La vorrei ringraziare per avermi concesso la Sua casa ricca di moscerini. Mi presento, sono la mosca perfettina, tutti mi chiamano così perché non amo i ragni e la sporcizia. In questo ultimo mese, ho rischiato la mia vita perché Sua moglie non voleva che io alloggiassi qui, in quanto probabilmente non ama il mio ronzio. Ho provato a nascondermi tra i libri che leggete, ma purtroppo non ero sufficientemente comoda, così ho deciso di spostarmi in un’altra stanza: la cantina. In cantina, però non c’era abbastanza luce e avrei dovuto condividere la stanza con i ragni che avrebbero potuto mangiarmi. Allora, mi sono spostata in salotto tra i vari portaoggetti disposti sul mobile, ma lì non ho trovato abbastanza insetti per sfamarmi. Alla fine, ho preso una decisione: mi trasferirò in un hotel in città con le mie amiche mosche che vivono nelle stanze dell’albergo, dove le governanti passano l’insetticida per i ragni. Sa, a me non piacciono i ragni perché spesso inciampo nella loro tela e rischiando di fare una brutta fine. Concludo, salutandoLa con rispetto.

Cordiali saluti La mosca perfettina

Giulia Preda 3^C

Egregio Signore, finora ho vissuto a casa sua in tane nascoste. Lei non mi ha mai visto ma io l’ho osservata attentamente. Ho combinato molti guai a casa sua: dai cappelli rosicchiati, al formaggio misteriosamente scomparso…ho persino comandato l’armata delle termiti all’assalto del Suo letto. Che grande fortuna, ha avuto a vivere con me! Ogni giorno un’emozione diversa. Ahimè, però, i nostri destini si divideranno: io avanzerò in serie A, mentre lei retrocederà in Lega Pro.

Ho trovato un affitto molto più conveniente a casa di Lebron James e ho deciso di trasferirmi. So che sarà molto difficile separarsi da me, ma La prego non pianga. La saluto e La ringrazio per l’ospitalità. Topolino Bonaparte (Ormai Suo ex inquilino)

Camilla Rossi 3^C

IL CAOS Regna imponente nelle strade di città, è come un ronzio fastidioso che mai se ne va; e la gente che passa non si accorge di tutto ciò che la circonda, delle dolci melodie dei passeri che al tenero tepore dei raggi si rallegrano, del fiato sottile del vento che ci sussurra i pensieri del mondo. Fanno troppo rumore le guerre, i conflitti, i litigi, che ogni giorno rovinano l’eloquenza del silenzio; ed ora fermo i miei pensieri che non riesco più a contenere, che vogliono trasmettermi emozioni meravigliose, ed il caos le intrappola in mille distrazioni ed io impazzisco in silenzio.

Sofia Fumagalli e

Francesca Barbieri 2^A

Comincia la sfilata della classe più amata

Francesca : precisa come una tedesca; Caterina: una brava personcina; Elisa: sempre piena di risa; Andrea: colui che ama la marea; Lucia: non dice una bugia; Sofia: bravissima in geografia; Filippo: mangiatore di ‘calippo’; Matilde: più bella di Grimilde; Elisa Re: di animali ne ha tre; Daniela: abile con la vela; Valeria: molto seria; Filippo: chiamato solo Pippo; Emma: brillante come una gemma .... ecco qua la seconda A Con la profe Cerati che ci ha ben preparati

Elisa Bonazzi e

Valeria Sacchi Angulo 2^A

Page 21: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

21

“MUSICA”

KILLA re del RAP In questo articolo presenteremo un idolo MONDIALE del rap: Emis Killa. Lui è nato nel 1989 a Vimercate, in provincia di Milano, ed è stato battezzato con il nome di Emiliano. All’inizio nessuno lo conosceva, ma appena fu pubblicato il suo primo disco“Spine & Champagne”, subito ebbe grande successo, non solo in Italia. Emis Killa è un rapper molto aperto, infatti ha composto la maggior parte delle sue canzoni in collaborazione con altri artisti rap, per esempio J-AX , Marracash, Fabri Fibra e Fedez. Emis Killa ha molti tatuaggi su tutto il corpo, il suo primo lo ha fatto all’inizio della sua carriera. Sul petto ha due guantoni da box rossi, legati tra loro con un filo spinato, al di sotto dei quali vi è una scritta in carattere antico; sulle mani ha dei tatuaggi astratti di colore verde militare, rosso sangue e con dei tocchi di nero. Emis Killa è andato in Brasile, in America del Sud, per girare e comporre una canzone dei mondiali 2014. Ha donato i soldi ricevuti dalla Casa di Produzione, agli abitanti delle Favelas, quartieri poveri del brasile che si trovano vicino al Marcana,lo stadio brasiliano. Questa canzone si chiama appunto Maracana, in onore dello Stadio, ha ricevuto il disco di PLATINO con ben 15000000 di visualizzazioni su You Tube ed è la canzone più visualizzata in Italia. In seguito, sono usciti altri quattro dichi. Quelli che hanno avuto più successo sono stati gli ultimi: Parole di Ghiaccio e Scordarmi chi ero, che sono anche i titoli delle canzoni più importanti dei due dischi. Altre canzoni che hanno avuto molto successo sono A cena dai tuoi, Soli, Dall’ altra parte del mondo e MB45. Emis Killa ha scritto MB45, perché Mario Balotelli il suo idolo e perché Emis Killa è MILANISTA. Adesso che Balotelli ha lasciato la squadra del Milan, il suo idolo è il calciatore El Sharawi.

Lodovica Montaruli,

Sofia Nembrini e Iris Giavazzi 1^C

Valentina Diouf Valentina Diouf è nata il 10 gennaio 1993 ed è alta 202 cm. Suo papà è senegalese e sua mamma è italiana. La sua carriera da pallavolista è iniziata nell’anno 2009/2010, in serie A2 con il Club Italia. Ha giocato i XVI Giochi del Mediterraneo, vincendo la medaglia d’ oro e ha disputato l’anno 2010 con la squadra juniores e l’anno successivo con la nazionale juniores. E’ stata presa dal Volley Bergamo, con cui ha giocato il suo primo campionato in serie A1, ed è rimasta per 3 anni, vincendo la Supercoppa Italiana. Il soprannome che noi tifosi di Bergamo le abbiamo dato quando giocava con la Foppapedretti è “Fiocco di neve”, perché quando schiacciava lo faceva in un modo delicato, tirando comunque delle cannonate. Ha giocato con la nazionale italiana i mondiali 2014, perdendo 3-2 la partita per il terzo/quarto posto contro il Brasile, ed arrivando quarta. Quest’anno sta giocando il campionato 2014/2015 con Busto Arsizio come schiacciatrice/opposto. VALENTINA DIOUF è il mio idolo, perché questa ragazza di 21 anni ha una forza incredibile e gioca a pallavolo in un modo fantastico. Come me, Valentina ha iniziato a giocare a pallavolo da piccola e spero di diventare proprio come lei e di giocare in serie A1.

Giulia Ambiveri 1^C

MANIE CIENTIFICHE: IL “CRISTALLO” SALATO

OBIETTIVO: Creare un cristallo nel modo più semplice possibile. MATERIALE OCCORENTE :

- Bicchiere resistente (abbastanza grosso).

- Sale alimentare fino, marino (circa 2 cucchiai grossi).

- Acqua del rubinetto . - 1 Cucchiaio grosso (da zuppa).

Page 22: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

22

- 1 graffetta. - 1 filo (non lunghissimo) da immergere

nel bicchiere. PROCEDIMENTO:

- Prendere il bicchiere e riempirlo d’acqua del rubinetto (ATTENZIONE: non riempire fino all’orlo).

- Legare il filo ad un lato della graffetta , creando un nodo stretto e resistente.

- Sciogliere nell’ acqua i 2 cucchiai di sale.

- Appoggiare la graffetta sul bordo , del bicchiere (ATTENZIONE: il filo deve essere immerso nell’acqua).

- Aspettare 2 o 3 giorni, lasciando il bicchiere a riposo.

- Finita l’attesa, togliere dal bicchiere la graffetta con il suo contenuto. Osservazioni e risultati:

- Nel primo giorno d’attesa, si può notare che non ci sono grandi risultati.

- Il sale si raccoglie intorno al filo molto lentamente.

- Durante l’ esperimento, potrete notare che intorno al filo si è formata una specie di cristallo .

- Si può verificare che non è restato tanto sale sul fondo del bicchiere . Conclusioni: Il cristallo si forma intorno al filo solo se si trova in acqua, in modo molto lento.

Rachele Spada, Sofia Pelizzari,

Giulia Zappa e Jiulia Szewczyk 1^C

- La pioggia è uno stato d’ animo <Come stai?> <Pioggia>

- Quando vedi che ti si avvicina una montagna e tu non sei Maometto SPOSTATI È UNA VALANGA!!!

- Che hanno in comune la speranza e la suocera? Sono sempre le ultime a morire

- Qual è quella cosa che vola senza ali (a parte dragonball) il vento

Alessandro Meloni 1^B

- Il Maresciallo dice al poliziotto: ‘Accendi la luce’ Il poliziotto continua ad accendere e spegnere la luce il Maresciallo chiede: ‘Perché continui ad accendere e spegnere la luce?’ Il poliziotto risponde: ‘Perché qua c’è scritto 200volt’

- Qual è il più famoso faraone morto sotto un camion? ‘Sutankamon’

- La dieta con il the verde si dimostra efficace solo andando sulle montagne in Cina per raccoglierlo.

- Se un cacciatore con una doppietta spara a un albero con 10 uccelli e ne uccide due, quanti ne rimangono? 0, perché gli altri sono volati via

- L’alunno C si rifiuta di andare alla cattedra per essere interrogato, dice che gli si è addormentata la gamba e gli dispiace svegliarla….

- La maestra dice a Pierino dimmi due pronomi e Pierino che era distratto … Chi IO?

- Sono portato per la matematica….. nessuno mi batte nella sottrazione all’interrogazione.

Filippo Trovesi 2^A

Page 23: n. 1 Dicembre 2014 - scuolesacramentinebergamo.it · Cosa accade invece quando leggiamo? ... perché ho imparato la storia di una comunità molto unita. ... Credo, infatti, che per

23

Queste due vignette si differenziano per 20

particolari. Quali?

Unite con un tratto di penna i punti da 1 a 58