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Spi Anche su internet: www.marche.cgil.it/spi Spi rito di gruppo dicembre 2012 Suppl. a LiberEtà n. 12/2012 mensile del Sindacato pensionati italiani della Cgil direttore responsabile Giorgio Nardinocchi / a cura dello Spi Cgil regionale Marche Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma LiberEtà Marche Marche A proposito di confederalità Praticare la confe- deralità. Spi, catego- ria generale sinda- calmente attiva”, questo il titolo dell’assemblea nazio- nale dei quadri e degli atti- visti che il sindacato pen- sionati della Cgil ha tenuto il 23 e il 24 a Montesilvano. A questo importante appun- tamento è dedicata l’inter- vista alla segretaria generale dello Spi, Carla Cantone che apre questo numero di Spi- rito di gruppo. Sui contenuti e sulle indicazioni derivate da esso, riflettono i segretari provinciali. Emidio Celani, segreta- rio generale Spi Marche, fa il punto sullo stato della vertenza con la Regione su di servizi sociali e sanità. Diamo conto anche del con- vegno che su questo argo- mento che la Cgil ha orga- nizzato il 18 ottobre con la partecipazione di esperti regionali e nazionali del sindacato e delle istituzioni. Ospitiamo poi un con- tributo di Francesca Mar- chetti, del Dipartinemto na- zionale politiche sociosa- nitarie dello Spi, che è stata protagonista di un’ impor- tante iniziativa del Coordi- namento donne sul bilancio di genere: le Marche è una delle poche regioni che stanno attuando questa buo- na pratica. Sul numero di ottobre di Nonno Nello di Marco Temperini Copertina L’Italia del buon esempio. Donne dell’anno: le pensionate emiliane per la ricostruzione Primo piano Un anno davanti. L’agenda Spi del 2013 Inchiesta Le pensioni d’oro. Privilegiati di Stato. In regalo il Calendario 2013 Con gli auguri di Carla Cantone e lo scadenzario fiscale e previdenziale I Il 23 e il 24 ottobre si è tenuta a Montesilvano l’assemblea nazionale dei quadri e degli attivisti dello Spi Cgil “Praticare la confederalità. Spi, categoria generale sindacalmente attiva”. Un’occasione importante convocata a metà congresso non solo per dovere sta- tutario ma anche e soprattutto per la ne- cessità di riflettere insieme sulla strategia e gli obiettivi che il Sindacato dei pen- segue a pag. 3 «Per un nuovo patto tra generazioni» di Lorenzo Rossi Doria in queste pagine Intervista a Carla Cantone segretario generale Spi Cgil

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SpiAnche su internet: www.marche.cgil.it/spi

Spirito di gruppodicembre 2012

Suppl. a LiberEtà n. 12/2012 mensile del Sindacato pensionati italiani della Cgil direttore responsabile Giorgio Nardinocchi / a cura dello Spi Cgilregionale Marche Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma

LiberEtàMarcheMarche

A proposito diconfederalità

“Praticare la confe-deralità. Spi, catego-ria generale sinda-

calmente attiva”, questo iltitolo dell’assemblea nazio-nale dei quadri e degli atti-visti che il sindacato pen-sionati della Cgil ha tenutoil 23 e il 24 a Montesilvano.A questo importante appun-tamento è dedicata l’inter-vista alla segretaria generaledello Spi, Carla Cantone cheapre questo numero di Spi-rito di gruppo. Sui contenutie sulle indicazioni derivateda esso, riflettono i segretariprovinciali.

Emidio Celani, segreta-rio generale Spi Marche, fail punto sullo stato dellavertenza con la Regione sudi servizi sociali e sanità.Diamo conto anche del con-vegno che su questo argo-mento che la Cgil ha orga-nizzato il 18 ottobre con lapartecipazione di espertiregionali e nazionali delsindacato e delle istituzioni.

Ospitiamo poi un con-tributo di Francesca Mar-chetti, del Dipartinemto na-zionale politiche sociosa-nitarie dello Spi, che è stataprotagonista di un’ impor-tante iniziativa del Coordi-namento donne sul bilanciodi genere: le Marche è unadelle poche regioni chestanno attuando questa buo-na pratica.

Sul numero di ottobre diNonno Nello di Marco Temperini

� CopertinaL’Italia del buon esempio.Donne dell’anno: le pensionate emiliane per la ricostruzione

� Primo pianoUn anno davanti.L’agenda Spi del 2013

� InchiestaLe pensioni d’oro.Privilegiati di Stato.

� In regalo il Calendario 2013Con gli auguri di CarlaCantone e lo scadenzariofiscale e previdenziale

I Il 23 e il 24 ottobre si è tenuta aMontesilvano l’assemblea nazionaledei quadri e degli attivisti dello

Spi Cgil “Praticare la confederalità. Spi,categoria generale sindacalmente attiva”.

Un’occasione importante convocata ametà congresso non solo per dovere sta-tutario ma anche e soprattutto per la ne-cessità di riflettere insieme sulla strategiae gli obiettivi che il Sindacato dei pen-

segue a pag. 3

«Per un nuovo patto tra generazioni»

� di Lorenzo Rossi Doria

in queste pagine Intervista a Carla Cantone segretario generale Spi Cgil

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ORGANIZZAZIONE

Sisma Emilia: lo Spi Cgil Marche in campo per la solidarietà

� di Elio Cerri

opo le scosse di terremotoche ha colpito la popolazionedell’Emilia Romagna, la Cgil

si è mobilitata e anche il sindacatopensionati italiani, a cominciare dallasegretaria generale Carla Cantoneche si è immediatamente recata nellezone colpite dal sisma.

Anche i pensionati delle Marchesi sono attivati. Infatti il segretariogenerale Emidio Celani ha presocontatti con la segreteria regionaledello Spi Cgil dell’Emilia Romagna,portando la solidarietà dello Spi

Marche. In quell’occasione. Lo SpiMarche si è reso disponibile per unimpegno di aiuto e di sostegno allepopolazioni.

La prima parte del nostro inter-vento si è conclusa alla fine del mesedi ottobre con la raccolta fondi tra-mite la sottoscrizione che ha impe-gnato tutti gli attivisti e collaboratoridello Spi Marche; a quanti hannocontribuito al raggiungimento delrisultato, va il nostro ringraziamentoe quello delle popolazioni dell’EmiliaRomagna. Nei giorni scorsi le sommeraccolte sono state versate in un ap-posito conto corrente. Queste sommesaranno utilizzate a favore della po-

polazione anziana e dell’infanzia. Sa-ranno le strutture sindacali dellezone colpite dal terremoto a decidere,in raccordo con i cittadini, la desti-nazione precisa in base alle necessitàdella popolazione. Dopo la realizza-zione dei progetti, si darà ampio re-soconto.

Si è trattato di un gesto di soli-darietà che ci ha visti impegnati percontribuire alla rinascita di una vastaarea, che vede ancora tante persone,tra cui molti anziani e pensionati,duramente colpite nella perdita delleabitazioni, dei presidi sanitari e so-ciali, dei luoghi di lavoro e di studioe dei centri di aggregazione.

a seconda partedel secondo in-tervento si arti-

cola in una serie di iniziative che verranno strutturateattraverso iniziative di gemellaggio tra alcune strutturedello Spi delle Marche e i territori delle aree colpitedal sisma. L’obiettivo dei gemellaggi non è tanto quellodi farsi carico della ricostruzione che compete in primoluogo alle Istituzioni con lo stanziamento dei fondi ne-cessari bensì di instaurare e promuovere momenti d’in-contro, di vicinanza E di partecipazione alla realizzazionedi progetti di solidarietà individuati e condivisi al finedi favorire il ritorno alla quotidianità. Dunque, mantenerealta l’attenzione sulle difficili condizioni sociali e divita delle popolazioni colpite dal terremoto, aiutare icittadini più anziani e soli a gestire le emozioni esuperare il trauma e le paure legate al terremoto; tutto

ciò attraverso la costru-zioni di legami di fiduciacon altrettante persone

anziane che certe situazioni purtroppo le hanno giàvissute. A tal proposito, in occasione della conferenzanazionale di Programma di Montesilvano tenutasi il 23e 24 ottobre si è tenuto un primo incontro con alcunicomponenti la segreteria regionale dello Spi Cgil del-l’Emilia Romagna. In quell’occasione come segreteriaSpi Cgil Marche abbiamo ribadito la nostra disponibilitàalla proposta di avviare una forte collaborazione con leleghe Spi delle aree colpite dal terremoto. In questaprima fase di avvio del progetto di gemellaggio, si èconvenuto che lo Spi dell’Emilia Romagna predisporràdei progetti suddivisi per territorio. Quindi, sarà nostracura, congiuntamente alle Leghe, verificarne la fattibilitàper poi darne applicazione.

In pista, anche il gemellaggio

DALLA PRIMA PAGINA

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sionati si pone per i mesi a venire.Di quello che si è discusso a Mon-

tesilvano ne abbiamo parlato con ilSegretario generale Spi-Cgil CarlaCantone che ha aperto i lavori del-l’assemblea con una bella e ricca re-lazione.

Cominciamo dalla fine. Ha chiu-so la sua relazione lanciando unaproposta che riguarda la Festa deinonni. Ci puo spiegare di cosa sitratta?

«A Montesilvano ci siamo presiun impegno. Trasformare l’attualeFesta dei nonni in una giornata dialta civiltà e di laicità sociale epolitica per ricordare le nonne e inonni ovunque essi siano. Per faretutto questo lo Spi si fa promotoredi una proposta, ovvero quella di de-dicare questa ricorrenza all’Associa-zione Nonne di Plaza de Mayo cheda anni combatte per fare luce e pertrovare i nipoti desaparecidos.

La Presidente dell’Associazionesi chiama Estela Carlotto e nei primimesi del 2013 sarà nostra ospite inItalia. A lei vorremmo consegnarequesto impegno a tenere viva la suabattaglia in nome di tutti i nonni inlotta».

Veniamo a temi più sindacali.Che cos’è la confederalità per loSpi?

«La confederalità è nel nostrodna. Siamo in assoluto la categoriapiù confederale della Cgil. A Monte-silvano abbiamo provato a declinarequesta parola, che forse oggi è stataun po’ rimossa dal nostro vocabolario.Così abbiamo detto che confederalitàè chiedere un welfare più giusto,che sappia rispondere alle tante esi-genze degli anziani ma che possaanche rappresentare un motore disviluppo per il paese e di occupazioneper i nostri giovani. Ma abbiamo an-che aggiunto che confederalità vuoldire una sanità pubblica accessibile

a tutti e un reddito da pensione di-gnitoso, coltivare la memoria, crescitaed occupazione per i nostri figli enipoti».

Lo Spi sta investendo molto nelrapporto tra la generazioni…

«Il tema del rapporto intergene-razionale è diventato ormai uno deinostri tratti distintivi. Ci opponiamocon tutte le nostre forze a chi vorrebbedividere gli anziani dai giovani. Coni giovani vogliamo stringere un pattodi alleanza ed è per questo che dachi governa e dalla politica preten-diamo che sia fatto qualcosa per ga-rantire loro un posto di lavoro certoe adeguatamente retribuito.

I pensionati hanno a cuore il fu-turo dei giovani perché sono i lorofigli e nipoti, con buona pace di chitroppo spesso li disegna come degliegoisti.

Noi dello Spi lo sappiamo beneche non è così perché sappiamo

quanto fanno i pensionati e gli anzianiper aiutare le proprie famiglie inquesto momento di crisi.

Chi ci vuole divisi si dovrà rasse-gnare perché con i giovani siamouniti nella vita di tutti i giorni».

Eppure in politica è nata la ca-tegoria dei rottamatori.

«Il concetto di rottamazione nonmi piace perché si rottamano le au-tomobili, non le persone! Ed è perquesto che vorrei un candidato pre-mier che sappia interpretare, e nonrottamare, il mondo del lavoro, i bi-sogni di chi lavora, di chi è in pen-sione, dei giovani e degli anziani.Dopo Berlusconi e dopo il rigorismoa senso unico di Monti c’è bisognoche arrivi qualcuno che abbia unprogetto per governare finalmentecon un senso di giustizia, con stra-tegie innovative per uscire dallacrisi con più uguaglianza e non conmeno diritti».

segue da pag. 1

«Per un nuovo patto tra generzioni»

Offida, festa di

LiberEtà: il segretario

Cantone con una

partigiana

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VERTENZE REGIONALI

� di Emidio Celanisegretario Spi Cgil Marche

rosegue il confronto con laRegione Marche su duefronti che sono di estremo

interesse per i pensionati: quellodella sanità e quello delle politichesociali. La qualità di vita individualedella totalità, o quasi, dei pensionatimarchigiani dipende da come il si-stema pubblico saprà rispondere aibisogni sociali e sanitari, da comecioè diventa concretezza ciò che siteorizza sull’invecchiamento attivoparlando delle Marche come unadelle regioni di maggiore longevitàdella popolazione.

A fronte del crescere della povertàe dell’emarginazione, dell’erosionesistematica sui redditi pensionisticidecisi dagli ultimi governi e al declinodelle reti parentali, sinonimo di au-tonomia o dipendenza, di tranquillitào angoscia, la risposta ai nuovi evecchi bisogni degli anziani diventa,oggi più di ieri, cruciale.

Lo Spi (il Sindacato dei Pensio-nati) e la Cgil delle Marche hannoda tempo avviato un confronto conla Regione sui temi della prevenzione,della non autosufficienza e dell’in-tegrazione socio-sanitaria.

Quando si parla di sanità e salutedelle persone è troppo limitativoparlare di ospedali e posti letto senzaaffrontare con forza i temi della cro-nicità. La necessaria garanzia del-l’assistenza nell’arco delle 24 oregiornaliere e nei sette giorni dellasettimana non può che essere con-centrata nel pronto soccorso, unicoconcreto presidio sul territorio. Essoinfatti è, ma soprattutto viene per-cepito, come luogo esclusivo di ri-sposta certa, immediatamente fruibilee in condizione di soddisfare il bisogno

impellente, sia esso un infarto car-diaco o la puntura di uno spino: que-sto è il motivo del super affollamento,con la conseguenza delle immancabililunghissime ore di attesa.

E’ su questo fronte che il sistemadeve ridefinire la propria organizza-zione sanitaria ed anche sociale.

Non è comprensibile come glistrumenti e le soluzioni, spesso con-divisibili, che vengono individuati emenzionati nei programmi venganofortemente ridimensionati o com-pletamente annullati negli atti chedovrebbero realizzarli.

La “Casa della Salute” è una ri-sposta adeguata al bisogno non solodei pensionati e pensionate ma ditutta la popolazione. Si tratta di rea-lizzare un luogo fisico aperto per 24ore tutti i giorni, dal lunedì alla do-menica compresa, dove siano presenti:i medici di base, che in forma asso-ciata assicurino a rotazione la pre-senza h24, gli ambulatori di medicinagenerale e specialistica ambulatorialecon medici ed infermieri e gli ope-ratori del servizio sociale professio-nale degli enti locali.

L’unicità della struttura agevola

quell’integrazione socio-sanitara, datutti condivisa ma scarsamente rea-lizzata, che per il pensionato o lapensionata significa l’accoglienza,l’informazione, la prenotazione e l’ac-cesso a tutti i servizi sociali e sanitari.

Nella Casa della salute può trovareconcretezza anche quella che vienechiamata “sanità d’iniziativa” tesa aprevenire e combattere la cosiddetta“epidemia delle malattie croniche”con azioni di prevenzione, stili divita, screening popolazione a rischioe via dicendo.

È con questo convincimento cheprosegue il confronto sia sul versantesanitario che sociale con la convin-zione che si possa raggiungere unadiversa modalità di azione per risol-vere i problemi delle file di attesa edella garanzia di assistenza al mo-mento del bisogno che non ha neorari ne rispetta le pause domenicalio festive. Si tratta di percorrere l’iti-nerario che per le Residenze protetteha portato, grazie ad un serrato con-fronto con la Regione, a recuperarel’intervento del Sistema Sanitario an-che, ma non solo, sul costo dellaretta dei ricoverati.

Terza età e politiche sociali:confronto aperto con la Regione

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l 18 ottobre si è svolto nellasede della Cgil, che lo ha or-ganizzato, un importante con-

vegno su “Sanità, riforma Balduzzi,casa della salute” che ha visto lapartecipazione al dibattito di rap-presentanti del settore di livello re-gionale e nazionale e non solo sin-dacali. Tra i molti contenuti presentinel dibattito ne riassumiamo alcuniche a noi sembrano stimolanti conl’intenzione di tornare sull’argomentomagari con interventi spontanei dichi ci legge.

Il modello organizzativo del Ser-vizio sanitario nazionale è stato negliultimi anni rimaneggiato più volte,

sempre con l’obiettivo più o menodichiarato di frenarne i costi cre-scenti. I risultati sono stati contrad-dittori Per il sindacato pensionatioccorre andare oltre la semplice ana-lisi, partendo dalla consapevolezzadella complessità della società mo-derna e provando a delineare unnuovo paradigma assistenziale sani-tario fondato su nuovi valori e principie un nuovo modello organizzativoche sappia rispondere ai nuovi bisognidi salute indotti dal mutato quadroepidemiologico e per superare sprechie inefficienza.

Oggi la denuncia deve essere ac-compagnata da proposte concrete

per atti di governo, nazionali, regionalie locali, che individuino il percorsoe le soluzioni necessarie e possibiliper invertire la tendenza a far espri-mere al servizio sanitario pubblicotutte le sue virtualità in termini diuniversalità, di equità, di assunzionidi responsabilità e di partecipazionedemocratica.

Per lo Spi occorre muoversi dentrolo spirito delle leggi e gli strumentida esse previsti con la bussola orien-tata dei diritti di cittadinanza e dellaresponsabilità diffusa e condivisa:

Il governo unico del territorio, laqualità della programmazione, lapartecipazione dei cittadini, la retedei servizi territoriali, la centralitàdelle cure primarie, le riorganizzazionitra sanità territoriale e ospedale,l’integrazione socio-sanitaria e lecase della salute: questi sono i ca-pisaldi di una riorganizzazione verae razionale del sistema sanitario.

a realizzazione delle Casedella salute ha come princi-pale obiettivo quello di favo-

rire, attraverso la contiguità spazialedei servizi e degli operatori, l’ unita-rietà e l’integrazione dei livelli es-senziali delle prestazionisocio-sanitarie. In esse si offre ai me-dici di medicina generale e ai pedia-tri di libera scelta l’occasione persuperare la separazione e produrrecontinuità assistenziale lavorando inrete con lo sportello unificato, glispecialisti, utilizzo delle tecnologiediagnostiche e informatiche, degli

operatori sanitari non medici, deiservizi, degli operatori sociali chesolo se ben coordinati possono ri-spondere con efficacia alla domandadel cittadino e ai bisogni legati allesue patologie.

La Casa della salute crea le con-dizioni strutturali per un nuovo rap-porto tra domanda e offerta, per lapresa in carico e per l’integrazionedei servizi e degli operatori. È illuogo di ricomposizione delle culture,delle competenze e delle responsa-bilità dei servizi sanitari e socialiterritoriali, nel rispetto dell’unità

della persona considerata nel suocontesto di vita e di lavoro. In essaè possibile non solo integrare e fa-cilitare i percorsi e i rapporti traservizi e cittadini, ma anche restituirealla popolazione una visione unitariadel problema della salute, non solocome diritto di ogni cittadino, maanche come interesse della colletti-vità. Si può cosi razionalizzare ecreare presupposti veri per la lottaagli sprechi e alla duplicazione delleprestazioni; è una risposta che inverteil percorso: dalla dispersione allaricomposizione.

SANITÀ: CONVEGNO SPI

Riforma Balduzzi: il giudizio del sindacato

Le “Case della salute”Le “Case della salute”

a riprogettazione del servi-zio sanitario passa anchedal predisporre programmi

partecipati di interventi e attuarepercorsi di coinvolgimento dei citta-dini sulla responsabilizzazione econdivisione dei precorsi terapeuticie di recupero.

Il sistema sanitario efficiente edintelligente non può essere fermo inattesa di chi ricorre ad esso in casodi necessità, ma deve proporsi comesoggetto attivo, promotore di benes-sere, deve interpretare la ricercadella salute individuale comeespressione del bene comune.

L’invecchiamento in buona sa-lute non è un fatto solo genetico etantomeno dipendente dalla buonafortuna ma una condizione di vitache va costruita nell’arco di tutta lavita.

Capisaldi fondamentali alla pra-tica di questo obiettivo vanno co-struiti intervento sugli stili di vita,nella condivisione e responsabilitàdel paziente sul percorso di cura eriabilitazione, nella prevenzione at-tiva, in un efficiente sistema di inte-grazione socio-sanitaria. Importanteanche una pratica riabilitativa cheeviti i ricoveri impropri e ripetitivi.

Alcuni numeri che dànno la di-mensione della platea a cui ci si ri-volge: gli anziani in Italia sono 12milioni e 30 mila, quasi 5,2 milionisono uomini e 7,1 milioni le donne,gli over 65 nel 2011 erano pari al20,3% dell’intera popolazione.

I cosiddetti grandi vecchi (85anni) sono 1 milione e 67 mila parial 2,8% del totale della popolazioneanziana.

Gli ultra centenari sono oltre 16mila, triplicando il dato registratonel 2001.

l problemacruciale è lanon autosuffi-

cienza e la cronicità.La lunga durata della condizione di non autosuffi-

cienza e la perdita di autonomia della persona sonodue caratteristiche di questo nuovo quadro in cui i si-stemi tradizionali di welfare sono inadeguati in quantopensati per patologie diverse da quelle oggi prevalenti.

Un fatto non privo di conseguenze perché alla ca-renza di servizi sono chiamate a fare fronte le famigliecon le proprie risorse e con le proprie fragilità con con-seguenze drammatiche in termini di sostenibilità.

Rimodernare il welfare deve essere un obiettivo sucui investire le nostre energie e progettualità e in taleprocesso un riordino dell’assistenza ai non autosuffi-cienti e, più in generale ai malati cronici, assume va-lore di una priorità anche di tipo etico.

Tre milioni sono le persone non autosufficienti. 48

mila nelle Marche e25 mila malati di Al-zheimer. Il sindacatodei pensionati (Spi

Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil) ha da tempo predisposto unapiattaforma unitaria che comprende, tra l’altro, latanto attesa declaratoria dei Liveas (livelli essenzialidi assistenza socio-assistenziale) fino alla definizionedi un piano nazionale per la non auto sufficienza. Es-senziale allo scopo è il rifinanziamento del Fondo na-zionale per la non autosufficienza.

Oggi non servono diatribe ma una prassi che siatraduzione franca di idee, sia per modificare l’esi-stente declinando diritti e democrazia, e ce ne ètanto bisogno, sia per rendere possibile una nuovacreatività culturale e sociale che può partire dalbasso, come dall’alto, con una corrispondenza tra pra-tica e teoria, con un nuovo rapporto tra governanti esocietà civile.

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SANITÀ

Non autosufficienza

Programmare per vivere meglio

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� di Francesca Marchetti

temi delle politiche di generee del bilancio di genere hannotrovato un riconoscimento a

livello mondiale con la IV Conferenzadelle Nazioni Unite sulle donne te-nutasi a Pechino nel 1995.

Durante la conferenza eraemersa la necessità di svilupparestrumenti adatti a supporto della po-litiche.

Per le lo Spi Cgil e le donne delloSpi , la contrattazione sociale signi-fica confederalità e cioè una rete disoggetti che si predispongono in unarelazione più stretta tra le personeche oltre ad essere lavoratrici/lavo-ratori sono anche donne, uomini,giovani, anziane/i, pensionate/i, con-sumatrici/tori, utenti, cittadine/i,migranti.

Il bilancio di genere rappresentaun primo passo in avanti affinché lespese di bilancio delle amministra-zioni (comunali, provinciali, regio-nali e statale) sempre più assumanouna visione di stato sociale rispon-dente ai bisogni di tutti i soggettiche compongono la comunità; per-

ché è un ripensamento complessivodel bilancio e comporta un riesamedella struttura delle entrate e spese,valutando il loro impatto su uominie donne. Non è un bilancio pubblicoseparato da quello per gli uomini enon comporta la promozione solo diprogrammi indirizzati alle donne.

Dal punto di vista semantico èopportuno evidenziare che il ter-mine “genere” è mutuato dall’inglese“gender”, il cui significato non è re-lativo alla sola differenza di sesso trauomo e donna bensì alla diversa con-dizione di vita storicamente deter-minatasi tra i due generi nellaevoluzione sociale costruita sulla di-visione in ruoli differenti e sulla pre-dominanza della “produzione” sulla“riproduzione”.

Tale diversità di esperienze tradonne e uomini, storicamente affer-mata, tuttavia non ha solo prodottouna sostanziale disparità ma anchedifferenti culture, sensibilità, modidi leggere e interpretare la realtàche, se ricomposti dialetticamente esenza che gli uni prevalgano suglialtri determinerebbero una qualitàdella vita significativamente mi-gliore per tutti.

È importante affermare che ladifferenza di genere quindi non è

solo indice di mancanza di equità,ma è anche una risorsa e ricchezzaper la comunità, a patto che si elimi-nino discriminazioni e disparità

Le politiche economiche nonsono neutre ma impattano in misuradifferenziata sulla cittadinanza .

il bilancio di genere è al tempostesso uno strumento di verifica, maanche un supporto per il confrontoe la partecipazione e quindi per laprogrammazione delle attività. Pro-cesso di programmazione che do-vrebbe essere condotto in modotrasparente e condiviso con i princi-pali interlocutori

L’adozione del bilancio di genereconsente di rispondere alla esigenzadi rendere visibile l’impatto della di-stribuzione delle risorse intese insenso “largo”(finanziarie, di servizi,di opportunità, partecipative, ecc.)sulle condizioni di vita e sulla posi-zione di relativo svantaggio delledonne, di contribuire ad aumen-tarne le capacità e di disporre di unostrumento che consenta la valuta-zione della coerenza delle politichedi genere con gli assunti valoriali delGoverno cittadino, naturalmentesempre in un’ottica di efficacia edefficienza dell’azione amministra-tiva.

POLITICHE IN ROSA

Per un bilancio di genere

� di Franca Ranzuglia

ccuparsi di bilancio di ge-nere non significa produrrebilanci separati per le don-

ne, bensì intervenire sui bilancipubblici affinché le risorse finanziariea disposizione siano meglio equilibrateallo scopo di ridurre le discriminazionie disparità.

Le politiche economiche nonsono mai neutre e producono im-patti diversi non solo su donne e uo-mini, ma anche fra tutte le persone

che, pur essendo dello stesso genere,appartengono a diversi status so-ciali, economici e culturali dove tut-tavia un genere, quello femminile,appare ancora svantaggiato rispettoall’altro.

In uno scenario come quello at-tuale, in cui la crisi morde senzapietà e le risorse a disposizione sonosempre più limitate, la condizionefemminile rischia di non rientrarenelle priorità delle strategie perpoter uscire dalla crisi.

Al contrario, noi donne dello SpiCgil, riteniamo che la condizionefemminile debba essere considerata

come parte integrante di quelle stra-tegie e debba continuare ad avere unruolo strategico per una crescitacomplessiva di tutta la società, epertanto il Bilancio di Genere rap-presenta uno strumento indispensa-bile per ridurre le diseguaglianze.

La giornata seminariale rappre-senta, per il coordinamento donneprovinciale, la prima tappa di unpercorso che, a partire dalla costitu-zione di un gruppo di lavoro, avrà ilcompito di approfondire l’utilizzo ditale strumento nella nostra regionedella pubblica amministrazione e lesue ricadute nella società.

e Marche sono una delle treRegioni italiane che hannoadottato, a partire dal 2005,

il bilancio di genere con una leggefirmata dall’allora Assessore alle pariopportunità e alle politiche sociali,Loredana Pistelli.

Si è trattato di un ottimo puntodi partenza verso l’applicazione delprincipio di pari opportunità in tuttigli interessi regionali, tant’è che, du-rante un seminario indetto dal co-ordinamento donne dello Spi na-zionale, è stato citato come un buon

esempio da estendere anche in altriterritori nazionali, in quanto ritenutoun esercizio democratico di chiarezzae trasparenza nella gestione dei fondipubblici.

Come detto, si è trattato di unottimo punto di partenza a cui si èfatto seguito con la legge regionalen. 23 del 23 luglio 2012. Con questanorma, si ribadisce che il bilanciodi genere costituisce strumento dimonitoraggio e valutazione delle po-litiche regionali e si fa carico di pro-muovere la diffusione di tale stru-

mento presso gli enti locali delibe-rando che per gli interventi previstidalla suddetta legge, l’entità dellaspesa è stabilita a decorre dall’anno2013.

Questa legge rappresenta per laCgil e per il sindacato pensionati,un’ottima sponda di lavoro durantela fase della contrattazione socialeterritoriale, inserendo nelle nostrepiattaforme rivendicative, anche larichiesta dell’adozione del bilanciodi genere da parte degli enti locali,così come previsto dalla legge.

Porto Sant’Elpidio,29 settembre –L’iniziativa “Insieme”promossa dalla Lega Spidi Porto Sant’Elpidio edallo Spi provinciale diFermo. Nella foto, dasinistra, Ivan Pedretti,segreteria Spi nazionale, Sandro Cipollarisegretario della Lega edEmidio Celani, segretariogenerale Spi Marche

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POLITICHE IN ROSA

Più risorse per le donne

Il bilancio di genere nella regione Marche

� di Emanuela Cingolani

oordinamento donne: dueappuntamenti importanti sisono svolti nella provincia

di Macerata: a Civitanova Marche il12 ottobre e a Matelica il 12 novem-bre.

L’obiettivo è stato non solo dicompletare l’esecutivo degli organismima anche di iniziare un percorsoche coinvolga tutti i coordinamentidonne delle Leghe provinciali. Per-corso stabilito dal coordinamentonazionale delle donne Spi a giugnoe dalla riunione regionale ad Anconadel 7 luglio scorso. Occasione durantela quale sono stati definiti gli impegniche coinvolgono i vari territori delleMarche, sulla base dei documentinazionali.

Presenti agli incontri la segreteriaprovinciale Spi Cgil, Antonio Mar-cucci, segretario generale; per la se-greteria regionale Spi Cgil AuroraFerraro, e un gruppo di donne pen-sionate.

La discussione si è incentratasul ruolo importante della Lega perla donna, considerato un punto diriferimento per condividere idee po-litiche e avvicinarsi anche al sindacatoin un discorso come tutela individualee collettiva. La partecipazione fem-minile nella contrattazione a livellolocale, la formazione e la memoriaper il confronto tra le vecchie e lenuove generazioni, sono stati i temiche maggiormente hanno interessatoe animato la discussione nelle dueoccasioni,anche se entrambi i gruppihanno espresso sempre più la diffi-coltà della donna nella partecipazionead una “vita sociale”perché oberateda impegni nella cura dei nipoti enell’assistenza di persone anzianee, benché in pensione, sentono ancoral’esigenza di avere dei “tempi certi”.

Al termine,dopo la designazionedella responsabile del coordina-mento delle donne delle due Leghe,i due incontri si sono conclusi conl’appuntamento alla riunione pro-vinciale di tutti i coordinamenti

nel prossimo mese,dove iniziareconcretamente a lavorare sul pro-getto sulle condizioni degli anzianiricoverati presso le case di riposo,impegno assegnato al comprensoriodi Macerata.

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POLITICHE IN ROSA

Al via i coordinamenti donnea Civitanova e a Matelica

o Spi Cgil e il Coordina-mento donne Spi hannolanciato una raccolta di

firme per il rispetto del diritto adandare in pensione di vecchiaiaper chi ha raggiunto i requisiti mi-nimi di contribuzione e denuncianola grave ingiustizia perpetrata aidanni delle lavoratrici e dei lavo-ratori a cui occorre necessaria-mente porre rimedio.

Sono modifiche che avrannoeffetti drammatici sulle persone,in gran parte donne, che hannodeciso di uscire dal mondo del la-voro, o in molti casi “costrette”,

per occuparsi soprattutto di assi-stenza di cura verso i propri figli ogenitori anziani

Su questo tema il coordina-mento donne dello Spi Cgil di An-cona ha organizzato dei “banchetti”in ogni città sede delle Leghe di-strettuali. L’affluenza di coloro,non solo donne, che si sono fermatiper apporre la propria firma è statafin dal primo giorno, superiore allenostre aspettative, a testimonianzadi come la riforma previdenzialecontinua ad essere consideratacome uno dei provvedimenti piùiniqui del Governo Monti.

Contro il vuoto dei diritti,ecco la raccolta di firme

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ASSEMBLEA DI MONTESILVANO

� di Anacleto Giuliani

el documento conclusivodell’assemblea di Montesil-vano, c’è un’analisi partico-

larmente preoccupata della societàitaliana con varie tendenze particolarie corporative. La Cgil può essere unvero e proprio antidoto alle dram-matiche lacerazioni nel tessuto so-ciale del paese. C’è bisogno di unnuovo programma politico che mettaal centro il lavoro, i diritti e il sistemadel welfare. La destrutturazione dellostato sociale è in atto da diversi annie il ruolo di un sindacato confederaleè quello della difesa dei diritti uni-versali. Per lo Spi di Ancona la difesa

dello stato sociale passa attraversola pratica della contrattazione con iComuni sui bilanci di previsione, congli Ambiti sociali per la non autosuf-ficienza e Case protette e con lal’Area vasta per i nuovi assetti dellasanità provinciale.

Ci sono delle realtà nel nostroterritorio (entroterra Fabrianese)in cui la crisi economica ha prodottoun vero e proprio tracollo occupa-zionale e con esso è stato messo incrisi un modello sociale faticosamentecostruito negli ultimi trent’anni.

Lo Spi e la Cgil assieme alle altreassociazioni sindacali cercano dioperare nella difesa dei soggetti de-boli, dei redditi medio bassi, con-trattando con i Comuni l’addizionale

Irpef, le aliquote Imu e le varietariffe per i servizi a domanda indi-viduale.

Sul versante delle entrate voglia-mo segnalare che la lotta all’evasionefiscale, pur essendo presente nellanostra Provincia, non ha mai prodottoveri e propri patti anti-evasione.

Lo Spi di Ancona, ribadendo lapropria autonomia, guarda e valutacon attenzione i programmi di quellecoalizioni politiche che maggiormentesi avvicinano alle sue rivendicazionisindacali, che vedono in primo piano:la difesa delle pensioni medio basse;il rifinanziamento del fondo nazionaleper la non autosufficienza; l’abbas-samento della tassazione per i pen-sionati.

� di Catia Rossetti

raticare la confederalità. Spi categoriasindacalmente attiva.” è stato lo slogandell’assemblea dei quadri e degli attivisti

del sindacato dei pensionati della Cgil tenuta a Monte-silvano il 23 e 24 ottobre scorsi. Significa tenere unitilavoratori e pensionati, uomini e donne, giovani e anziani,significa battersi per mantenere e ottenere diritti pertutti e tutte.

Da neo segretaria generale dello Spi di Pesaro-Urbinomi pongo il problema di come realizzare concretamentel’obiettivo nel nostro territorio provinciale.

Sicuramente dovremo collaborare strettamente conla Cgil e con la categoria Funzione Pubblica, in materiadi concertazione con i comuni, con gli Ambiti SocialiTerritoriali, con il Servizio sanitario, trovando unastrategia comune che contempli le esigenze dei lavoratori,dei pensionati, dei disoccupati e i diritti dei dipendenti

degli Enti. Dovremo evitaredi mettere le esigenze degliuni in contrapposizione oin alternativa a quelle degli

altri, il tutto continuando a cercare un rapporto unitariocon i pensionati di Cisl e Uil.

Occorrerà diffondere le nostre idee, il nostro lavoroe i risultati fra i nostri quadri e attivisti, perché tuttoabbia la più ampia diffusione fra tutti i pensionati ed inparticolare fra i nostri iscritti. Sarà cura della Cgil edelle categorie sindacali rappresentare le istanze, ibisogni e le richieste dei lavoratori e delle lavoratrici,diffondere anche fra loro, iscritti e non, le nostre piatta-forme i nostri percorsi e i risultati.

Confederalità del sindacato pensionati significa anchela presenza nelle sedi sindacali dei tanti pensionati checurano l’accoglienza, indirizzano le persone che affollanoquotidianamente le nostre sedi alle categorie sindacalicompetenti, al patronato, al servizio fiscale, al Sunia(sindacato inquilini), alla Federconsumatori (tutela iconsumatori), offrendo le prime informazioni.

Diritti per tutti

La difesa dello Stato sociale anzitutto

� di Antonio Marcucci

n un momento di crisi accen-tuata, con le famiglie in affannoper non cadere nella voragine

della povertà, è necessario otteneredagli esponenti politici un impegnoautentico, che non sia finalizzatosolo alle prossime elezioni. È perquesto lo Spi Cgil provinciale incon-trerà i parlamentari maceratesi, maanche e soprattutto i politici impe-gnati in Regione e Comuni, per chie-dere la rivalutazione delle pensioni,un tema che certamente non dimen-tichiamo.

Vogliamo discutere con loro anchedi un Welfare basato sulla giustiziasociale, che per i pensionati significasanità pubblica, servizi alla persona,asili nido, scuole, università, insommaun Welfare motore di sviluppo. Evorremmo anche discutere della ri-distribuzione della ricchezza.

Ma l’attività dello Spi Cgil non siferma: continuiamo a svolgere sia latutela collettiva che quella indivi-duale, al fine di cogliere tutte le op-portunità utili a sostenere il redditoe l’accesso ai servizi diretti al citta-dino. Con la contrattazione sociale,parliamo non solo con i Comuni maanche con gli altri enti del territorio,con le case di riposo, gli ospedali,per migliorare prevenzione medicae sociale e salvaguardare il redditodelle fasce più deboli dall’innalza-mento del costo della vita. Per ri-lanciare il tema del lavoro, delle

tasse e delle pensioni basse, nelmese di dicembre terremo una tavolarotonda con la partecipazione dellasegretaria nazionale, Carla Cantone

Un’ultima nota: lo Spi è impegnatoin un’efficace azione di collaborazioneed alleanza con i giovani che soster-remo con tutte le nostre energie,non solo per condividere i valori diun comune patrimonio ideale, maper dare ai ragazzi certezze di vitalavorativa e sociale e quindi per nonabolire dal loro vocabolario due so-stantivi fondamentali: “speranza” e“futuro”.

� di Guglielmo Malaspina

a politica dell’austerità hatrascinato l’Europa in pro-fonda stagnazione economica

fino alla recessione. Occorre che visia una radicale inversione di rottasulle politiche imposte dai governiEuropei, a partire dal Governo Monti,che aveva promesso sacrifici peruscire dalla crisi controbilanciati dapolitiche di dell’equità e della giustiziasociale: niente di tutto questo, a pa-gare sono stati i pensionati, i lavora-tori, i giovani. Con queste misure sistanno distruggendo valori e conquisteche erano proprie dell’Italia e del-l’Europa.

In questo contesto di crisi, lo Spie la Cgil si battono per una giustiziaeconomica e sociale attraverso poli-tiche di redistribuzione, tassazionee protezione sociale, per il rispettodella contrattazione collettiva a par-tire dal contratto nazionale di lavoro,per i diritti sindacali fondamentali,per garantire occupazione ai giovanied per un welfare state che ridia di-gnità ad un paese disorientato epieno di elementi di frantumazione.

Per fare questo occorre una con-federalità forte a tutti i livelli del-l’organizzazione, con la consapevo-lezza che una visione di insieme attaè indispensabile per un processo edun progetto che porti l’Italia e l’Eu-ropa fuori da questa profonda crisiche ha creato povertà, incertezza e

smarrimento. Occorre ridare unasperanza collettiva, occorre ricostruirequella coesione sociale e vincoli disolidarietà che i governi liberistihanno messo in crisi. Occorre raf-forzare una nuova coscienza civile edemocratica alzando la guardia aduna deriva della democrazia e dellalibertà.

Libertà conquistata con il sacri-ficio ed il sangue di milioni di perso-ne.

Diceva Sandro Pertini: “Si puòconsiderare veramente libero unuomo che ha fame, che è nella mise-ria, che non ha un lavoro, che è umi-liato perché non sa come mantenerei suoi figli ed educarli? Questo non èun uomo libero”.

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ASSEMBLEA DI MONTESILVANO

Rivalutare le pensioni: una prioritàper il sindacato della Cgil

Per una nuova giustizia economica

� di Francesco Vagnoni

Centobuchi (Ap) - 6 ottobre2012 - L’iniziativa della Cgil in Piazzadell’Unità, patrocinata dal Comunedi Monteprandone, dal titolo “Inte-grazione e multiculturalità come fat-tore di crescita per il territorio”, haregistrato un tutto pieno della nuovasala dei convegni.

Oltre al sindaco di Montepran-done, Stefano Stracci, hanno parte-cipato al dibattito Barbara Nicolaidella Cgil provinciale, Renato Novellidocente dell’Università Politecnicadelle Marche e Kurosh Danesh, co-ordinatore del Comitato nazionaleimmigrati della Cgil.

Il saluto d’apertura del sindacoStefano Stracci non è stato un in-tervento solo formale ma ha postoalcune domande che hanno avuto

poi risposte negli interventi deglialtri convenuti, compresi quelli didiversi immigrati presenti al dibat-tito.

Il sindaco, nel ricordare che Mon-teprandone è terra di immigrazionesia italiana che straniera e che mol-tissimi monteprandonesi, prima opoi sono stati, almeno per una volta,emigranti, ha tenuto a ricordare chese la stragrande maggioranza degliitaliani è sensibile ad alcuni fattoridi integrazione come la cittadinanzaai figli degli immigrati nati in Italiao agli stessi immigrati che da annivivono in Italia, reagiscono negati-vamente ad avere come vicine le fa-miglie degli immigrati stranieri.

Le risposte non sono mancate, lenemiche principali dell’integrazionesono la paura e la diffidenza versolo straniero e la sua cultura; biso-gnerebbe operare affinché attraversola conoscenza e la mediazione cul-

turale si arrivi a riconoscere le iden-tità precedenti rendendole a tutticomprensibili.

La scuola può avere un ruolo im-portante per sviluppare la multicul-turalità e per questo necessita dimaggiore risorse che invece sonostate tagliate prima dal governo Ber-lusconi e poi dall’attuale governo.

Serve invertire l’indirizzo dellepolitiche sull’immigrazione, gli stra-nieri vanno considerati non solo sulpiano umano o come un problema,ma come risorsa che aiuta lo sviluppoeconomico e sociale del paese e cheva valorizzata contemporaneamentenel rapporto con l’Italia.

I morsi della crisi sono dolorosiper gli italiani ma anche per gli im-migrati che perdendo il lavoro per-dono anche il diritto alla carta disoggiorno, ma dalla crisi si può usciresoltanto tutti insieme o non ne uscirànessuno.

Lo Spi con la Cgil di Ancona, ha programmato per ilprossimo 16 dicembre una giornata durante la quale sa-ranno ringraziati coloro che, avendo oltre 50 anni di iscri-zione al nostro sindacato, hanno contribuito con le lorolotte, la loro passione e la loro militanza, a trasmettere ivalori di solidarietà propri della nostra organizzazione.

La Cgil e lo Spi di oggi sono frutto del loro impegno, ein un momento di crisi come quello attuale, riteniamoche trasmettere la passione che li hanno animati allenuove generazioni, rappresenti un patrimonio da non di-sperdere.

Nel numero di ottobre di Spirito di gruppo èstata pubblicata a pagina 11 una foto che non è diBruno Bruni, come erroneamente indicato nella di-dascalia, ma del suo amico Agosti Passarello. Ci scu-siamo dell’inconveniente e ripubblichiamo la fotointera: Bruno è quello a destra.

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INIZIATIVE

Integrazione e multiculturalità

Mezzo secolo insieme

Errata corrige

� di Giuseppe Fillich

L o incontro spesso. Franco,così lo voglio chiamare, è ungiovane disabile fin dalla na-

scita, a causa di complicazioni daparto. Per muoversi ha bisogno co-stantemente di una carrozzina. Ma,nella sua grave infermità, la “sorte”l’ha dotato di capacità intellettivestraordinarie, può fare uso delle manie così esercitare la sua passione disempre: scrivere. Ovunque vada èsempre munito di carta e penna. “Hobisogno di annotare, di scarabocchiarein continuazione!”, precisa. Ma Francodesidera conversare e farsi ascoltare;soprattutto raccontare di sé. “Qualche

giorno fa -mi racconta- ho fatto unagran fatica a spostarmi in centro.Scooter e macchine ovunque, anchesui marciapiedi. Più volte ho dovutochiedere aiuto ai passanti. Preferiscopassare il mio tempo in mezzo alverde, nei giardini pubblici dove èpiù facile incontrare gente dispostaa parlare e ad ascoltarti. Proprio lìla mia storia personale appare benpoca cosa rispetto alle gravi situazionidegli altri. Ascolto le storie di nonniabbandonati dagli stessi figli e pa-renti, di uomini separati costretti adormire anche su una panchina, diimmigrati clandestini in cerca di unlavoro per sopravvivere… di personerimaste senza lavoro. Certamentepreferisco restare in casa, tra i miei

libri e le mie numerose carte, incompagnia del mio computer. Orasto scrivendo una storia ispirandomiall’ ultima fatica editoriale di UmbertoEco, Il cimitero di Praga. Quel libroè intrigante, multiforme, più appas-sionante de “Il nome della Rosa”.Talora sembra di potermi identificarein alcuni dei personaggi che animanoil racconto e le vicende così intricateche lì vengono vissute…” Francoha iniziato a parlare di sé… so cheandrà per le lunghe, che ”mi inter-rogherà“ ripetutamente e si soffer-merà a lungo su temi di spessore:l’amicizia, la moralità, la politica…Mi chiedete se sono annoiato? Vi ri-spondo di no. Le parole di quell’uomosono espressioni di una profonda vi-talità e di una grande umanità. Nonè fuori luogo sostenere che quelleparole , improvvisamente, annullanoqualsiasi forma di disabilità.

� di Lino Lucarinie Marina Druda

A mato Palazzi è stato prota-gonista delle lotte mezza-drili, dei minatori, dell’in-

dustria e dei pensionati. Giovaneapprendista fornaio, prigioniero diguerra, ai lavori forzati in Germaniada dove riesce a tornare nel 1945. Siiscrive subito al Partito Comunistaper lavorare nelle “squadre d’aia”che organizza. Tra i molti incarichiè stato segretario del sindacato mi-natori a Pergola e dal 1956 a Perti-cara. Da segretario della Camera dellavoro di Urbino visse un periodo dicrisi della struttura a causa dellegrandi trasformazioni sociali qualila quasi estinzione della mezzadria,la crescita dell’industria, la crescitadel pubblico impiego, il decollo del-l’Università e l’esplosione delle lottestudentesche. In queste situazioniAmato Palazzi si è inserito con ilsuo spirito combattivo, attento allenovità ma prudente, interessato al-

l’unità sindacale. In quegli anni laCamera del lavoro diventa una strut-tura solida, rispettata, riconosciutada partiti, controparti e istituzioni.Palazzi rappresenta la figura tipodel sindacalismo e della politicadagli anni 50 agli anni 80 e tale ri-mane fino alla fine. Pronto a farequello che chiedeva e la Cgil e ilpartito, disciplinato ma mai succube,faceva sempre sapere la sua opinioneanche se non diversa dalla linea uf-ficiale. Carattere combattivo, battutapronta e tagliente quando serviva,aveva cardini e idee chiare: leggeresempre l’Unità, essere attento alleopinioni degli altri ma pensare cheun’attivista comunista fosse sempremigliore degli altri. La sua fissazioneerano le riunioni nei luoghi di lavoro,nei comuni e nelle frazioni e solle-citava gli attuali dirigenti sulla ne-cessità di comunicare con chiarezzale proposte del sindacato. Il suo prin-cipio era “tutto per il partito, tuttoper il sindacato” e stimava quelliche avevano queste caratteristiche,senza però essere settari.

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STORIE DI VITA

Altro che disabile!

Ricordo di Amato PalazziAmato Palazzi

� di Marcello Baioccospecialista in medicina preventiva e dello sport

Nei precedenti numeri ab-biamo parlato più volte deibenefici dell’attività fisica

sulla salute in generale e delle ossain particolare, soprattutto riguardoalla prevenzione dell’osteoporosi. Inquesto numero illustrerò una piccolaesperienza svolta a Montefano (MC)relativa ad un Corso di ginnasticadolce per la 3° età, iniziato alla finedel 2009. È un’esperienza che ritengointeressante perché è risultata eco-nomica, di facile organizzazione eportatrice di benefici alla salute deipartecipanti.

Il corso è stato organizzato dal-l’Uisp (Unione italiana sport pertutti) con la collaborazione del Co-mune. Circa una ventina ogni annosono stati i partecipanti che in questotriennio hanno portato a termine ilcorso, mentre altrettanti lo hanno

iniziato, ma non lo hanno finito permotivi familiari o di salute. Ogni par-tecipante ha pagato 17 euro per ognimese di partecipazione, più 10 europer l’assicurazione contro gli infortuni.Il Comune ha messo a disposizionela palestra. L’istruttrice del Corso èlaureata in Scienze Motorie. L’etàmedia dei partecipanti che hannoconcluso il corso è di 72,6 anni. Il 65% è costituito da donne.

Il corso si è svolto mediante duesedute settimanali di 60 minuti cia-scuna, per sette mesi, da ottobre afine maggio. La metodologia di alle-namento utilizzata ha mirato allastimolazione della forza e della resi-stenza muscolare, la flessibilità,l’equilibrio e l’efficienza cardiova-scolare.

Nelle tabelle seguenti sono ri-portati alcuni dei miglioramenti piùsignificativi osservati.

La mobilità articolare (detta an-che flessibilità muscolare) è la ca-pacità di utilizzare al massimo e nelmodo migliore le possibilità di movi-mento delle articolazioni. La mobilità

articolare favorisce la capacità dicoordinazione, permettendo una mag-giore libertà di movimento e contri-buendo pertanto anche a prevenirele cadute. Abbiamo valutato la mo-bilità articolare di due importantiarticolazioni (spalla e colonna ver-tebrale) prima e dopo il corso, ed irisultati esposti nella tabella 1 di-mostrano un netto miglioramentodella flessibilità di entrambe le arti-colazioni.

La forza espressa da un muscoloè la sua capacità di opporsi a unaresistenza meccanica e dipende dallagrandezza del muscolo e dal numerodi fibre muscolari coinvolte nellasua contrazione. L’incremento dellaforza dipende pertanto esclusiva-mente dall’intensità e dal tipo di al-lenamento svolto. Ebbene anche laforza, pur non essendo stata allenatain modo specifico (cioè con pesi ocon sovraccarichi), ma soltanto conesercizi a corpolibero, ha mostratoun netto miglioramento, almeno neidue settori misurati (braccia ed artiinferiori) (tab.2).

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SALUTE: I CONSIGLI DELL’ESPERTO

I benefici della ginnastica dolce

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� di Elisabetta Gabrielli

Oggi parliamo di un libro in-teressante di un’autrice chegià conosciamo: il romanzo

s’intitola “l’erba muraiola” e l’autriceè Maria Teresa Barnabei. Preceden-temente abbiamo letto e presentatoil suo libro “Vedi cos’è lamerica”. Inquesto suo breve ultimo romanzoMaria Teresa ripercorre velocementei punti salienti degli ultimi 50 anniattraverso le inquietudini del prota-gonista Mario, giudice in pensione,ex studente sessantottino che vivecon la sua famiglia, in provincia. At-traverso le vicende che intreccianovarie generazioni viene raccontatomezzo secolo di storia contempora-nea: le lotte civili e democratiche, ilprogetto politico, le contraddizioniumane e la speranza del futuro, ivalori di libertà, giustizia ed ugua-glianza nel confronto tra le genera-

zioni. Le vicende presentate si sno-dano dal dopoguerra all’economiaglobale e dagli interrogativi che sipone il personaggio fondamentaleMario, scaturisce lo sguardo sui pro-blemi economico-sociali ed esisten-ziali del tempo presente. Mario è unteorico degli ideali di sinistra, ma èanche un freddo intellettuale distantedai mutamenti epocali ed è impri-gionato nel torpore esistenziale diuna vita prevedibile e convenzionale.Vorrebbe realizzare o tentare l’agirepolitico,ma appunto come l’erba mu-raiola, resterà a lungo inesorabilmenteal palo, travolto dal suo egoismo dipura ricerca di sopravvivenza. Al-l’improvviso nella vita della sua fa-miglia irrompe l’impetuosa e generosapersonalità della suocera Immacolata,sindacalista e politicamente attiva,vera, impetuosa, travolgente, impe-gnata da sempre nella lotta del mo-vimento operaio. Questo incontro

pro-voca una svolta esi-

stenziale nella vita di Mario che sirimette prima in discussione e poiin gioco in una lotta comune per unmondo migliore. Si comincia così adintravedere nel travaglio dell’odiernacrisi, la premessa di un’alba futura,anche se ancora lontana….La vicendaè raccontata in uno stile pacato, maiurlato e l’autrice sembra abbracciarecon affetto ed empatia i suoi perso-naggi, i loro sogni e le loro disillusioni,riuscendo a ridurre al minimo la di-stanza tra i personaggi e noi lettori.

� di Laura Stopponi

Forte come un guerriero, umilecome lavoratore, necessariocome un sindacalista, salutare

come un medicina speciale. Non visembri troppa questa enfasi per pre-sentare una pianticella che vediamoovunque, ignorandola tanto da cal-pestarla e che invece possiede, inogni sua parte, dal fiore alla radice,moltissime proprietà. Diffusa prati-camente ovunque fino a 2000 m dialtitudine tanto da essere considerataun’infestante, è una pianta erbaceaperenne delle Composite, di altezzacompresa tra i 3-9 cm. Presenta unagrossa radice a fittone dalla quale sisviluppa, a livello del suolo unarosetta basale di foglie munite digambi corti e sotterranei. Fioriscedalla primavera fino all’autunno.

Le foglie, dal sapore amaro, ma

gradevole sono ricche di vitamine(A e C) e sali minerali (soprattuttopotassio).

Dei suoi tanti pregi ricordiamo

la proprietà diuretica (tanto da me-ritarsi il soprannome di piscialletto)che ne fa un potente antidoto per lagotta; le proprietà colagoghe e cole-retiche che migliorano la secrezionedella bile potenziando l’azione de-purativa del fegato; e la proprietàricostituente per la ricchezza di saliminerali. Troviamo i principi attiviin tutta la pianta, infatti basta sem-plicemente mangiarla (meglio crudao saltata in padella) mentre per glieffetti di tipo medicinale occorre as-sumere le preparazioni in tisane e/ocapsule. Tra le infinite ricette che èpossibile realizzare con questa sem-plice forza della Natura, vi invito aprovare i ravioli e per farne una veraghiottoneria, consiglio un leggerosugo di mazzancolle nostrane: l’amarodel tarassaco esalta il dolce dellamazzancolla e a voi non resterà cheaccompagnare il piatto (che in questomodo diventa tutto il pasto conte-nendo i costi) con del Vino Bianco(il Pecorino di Offida sarebbe il mas-simo).

CULTURA

L’erba muraiola

Sua maestà il Tarassaco

H anno preso il via lunedì15 ottobre, i corsi del-l’Università popolare del

tempo libero e della libera età diAncona. Oltre 1200 gli iscritti perun totale di 120 corsi tra cui alcunicreati ad hoc per quest’anno. Come“Ascoltando le poesie”, un viaggiodedicato alla scoperta di “Ancona,tra passato e presente”, il bridge,“Archeologia: dalla preistoria ai pi-ceni”. Per gli appassionati della na-tura, c’è invece un corso dedicatoall’omeopatia e anche un corso per“Viaggiare: itinerari nel mondo”.

Accanto alle novità, ci sono poiquelli più tradizionali

come uncinetto, ricamo, yoga, la pit-tura e anche la psicologia del benes-sere. E poi i balli, le ginnastiche, lelingue straniere, le creazioni artistiche,le proposte eno-gastronomiche.

Un importante traguardo perl’Università popolare del Tempo liberoe della libera età quest’anno è statoraggiunto con un prestigioso ricono-scimento: il bollino blu per la certi-ficazione di qualità, che garantiscee qualifica il livello dell’attività for-mativa svolta dall’Università. Che hapresentato la propria candidaturanel 2011 e il 27 settembre scorso a

Genova, nell’ambito dellasesta edizione de “La cittàche apprende” si è vistaassegnare questo premio.

Il sistema di valuta-zione, messo in atto daun apposita commissio-ne nominata dal Comi-tato scientifico nazio-nale, richiedeva requi-siti di accesso allacandidatura come lapresenza di statuti,organi direttivi, bi-

lanci trasparenti ed esperienzasul territorio di almeno tre anni. Allo

stesso tempo, era necessario corri-spondere ad un insieme piuttostoampio di indicatori relativi all’isti-tuzione di un quadro europeo di ri-ferimento per la garanzia della qualitàdell’istruzione e della formazione.

Per questo importante obiettivoraggiunto, la presidente Lucia Batti-loro Buscicchio ringrazia i soci, i col-laboratori e gli insegnanti cheaiutano a portare avanti l’università.“Molto meno grata invece – dichiarala presidente – sono nei confrontidelle istituzioni che, in questo mo-mento, mi stanno creando diffi-coltà”.

Segreteria regionale Spi Cgil Marche:Emidio Celani,

Elio Cerri, Aurora Ferraro

Comitato di redazione:Federica Buroni,

Emanuela Cingolani, Marina Druda, Giuseppe Fillich,

Elisabetta Gabrielli, Gherardo Giglioni, Carlo Mestichelli, Franca RanzugliaFrancesco Vagnoni

Grafica: M.G. di Paolo Guercio

Collaborazione fotografica: Daniele Cimino, Giusy Marinelli

Stampa: Puntoweb srl

Sede: Via Primo Maggio, 142/a -Ancona

Tel. 071/285741 Fax 071/2857400e-mail

[email protected]

Al via i corsi,con il Bollino blu

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Nella foto: al centro Michele Mangano,presidente Auser nazionale, a sinistraPaolo Pittori, presidente AuserMarche ed Adele Puca, a destraBattista Scanu volontario Auser

Università popolare