messaggero veneto 271115

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di Anna Buttazzoni INVIATA A ROMA La crisi del regionalismo tocca le ordinarie, non le Regioni Au- tonome. E sono le amministra- zioni ordinarie a dover diventa- re un po’ più Speciali, con nuo- ve competenze. Ne è convinto il sottosegretario agli Affari regio- nali, Gianclaudio Bressa. La sua è un’opinione che pesa, soprat- tutto nel Pd, e che ancora una volta punta a spazzar via dise- gni e preoccupazioni sulla can- cellazione delle Regioni Auto- nome. Anche nel Pd, partito dei deputati Roberto Morassut (che ha origini friulane) e Raffa- ele Ranucci che hanno provato a ridisegnare l’Italia attraverso macroregioni. «Fantapolitica eliminare le Speciali» dice Bres- sa. Al suo fianco c’è la presiden- te del Fvg, e vice segretario dei dem, Debora Serracchiani, che dubbi non ne ha, tanto da riba- dire che la “sua” Regione è vir- tuosa, ha fatto i compiti a casa e ha l’obiettivo di dimostrare d’essere indispensabile al Pae- se, così nessuno si sognerà di toccarla. Accanto a loro il sindaco di Cividale Stefano Balloch, il de- putato Gian Luigi Gigli e il presi- dente della Provincia autono- ma di Trento Ugo Rossi, che in- vece temono il neo-centrali- smo dello Stato, l’omologazio- ne al ribasso tra speciali e ordi- narie e sentono soffiare vento di tempesta contro le Autono- mie. Il confronto tra i cinque protagonisti è andato in scena ieri nella sede romana della Re- gione, organizzato dal Fogolar Furlan di Roma «per compren- dere e conoscere di più e quindi poter valutare meglio», come sintetizza il presidente della “casa” dei friulani, Francesco Pittoni. Balloch spiega di avere spesso l’impressione che le Spe- ciali siano in una posizione di retroguardia, in affanno a rin- correre le ordinarie, «mortifica- te dall’Europa nel segno dell’omologazione, mentre la Ue dovrebbe garantire maggio- ri tutele». L’autonomia per Gigli è stata messa in sicurezza, ma guai ad abbassare la guardia, perché «se c’è una classe politi- ca screditata è quella regionale» sentenzia il deputato di Per l’Italia-Centro democratico. Snocciola numeri Rossi. Quelli che dicono che dal 1973 la Provincia di Trento ha realiz- zato 146 norme di attuazione per arricchire lo Statuto specia- le, la Sicilia 40. «L’utilizzo che facciamo della specialità - tuo- na Rossi - ci fa capire che non tutte le Speciali sono uguali. An- che noi delle Regioni Autono- me più virtuose, siamo finiti dentro il vortice che si è creato e che considera le nostre ammini- strazioni, nel migliore dei casi, centri di spesa eccessiva. Dob- biamo fare più massa critica tra noi - conclude Rossi -, far capire il nostro valore e aiutare tutte le Regioni a essere più Speciali». Bressa respinge le preoccupa- zioni. E sfida i governatori delle ordinarie. «Che la specialità equivalga a privilegio fa parte del chiacchiericcio politico. Ciò che conta è che la cancellazio- ne delle Regioni Autonome non è possibile per pura volontà po- litica. Gli statuti speciali sono stati messi in sicurezza e la crisi del regionalismo è la crisi delle ordinarie. Dal 2001 le ordinarie hanno la possibilità di chiedere e gestire nuove competenze, ma nessuno le ha chieste. Per- ché? Non so rispondere, ma so che l’autonomia non si rivendi- ca, si esercita. Lo chiedevo a Giancarlo Galan, come oggi ai governatori del Veneto Luca Za- ia e della Lombardia Roberto Maroni: smettano di blaterare di autonomia e sfidino il Gover- no su quel terreno gestendo maggiori competenze». Serracchiani gongola. Fa gli esempi del Fvg che paga da sè sanità - assegno da 2,3 miliardi l’anno - e trasporto pubblico lo- cale. «Ma la gestione diretta di competenze delicate significa assumersi responsabilità e far funzionare i servizi. E allora - ri- pete la presidente - se noi dimo- striamo di saper ben ammini- strare, a nessuno verrà mai in mente di cancellarci, anzi sarò indispensabile al Paese. Come il Fvg dove abbiamo fatto le ri- forme prima degli altri. Se inve- ce non so governare è giusto che qualcuno mi sostituisca». Serracchiani spiega che è an- che venuto il momento in cui il Governo premi le Regioni vir- tuose. E aggiunge i desiderata. «Mi piacerebbe che il Fvg gestis- se i beni culturali, come la Sici- lia, ma siamo anche al lavoro per realizzare un’unica piatta- forma portuale regionale e per ottenere, noi e Trento, due so- cietà concessionarie in house per gestire direttamente i tratti autostradali. Così si esercita la Specialità», chiude Serracchia- ni. specialità » il convegno a roma Il modello del Fvg: autonomia da meritare con più responsabilità Serracchiani: il governo inizi a premiare le Regioni virtuose Bressa: è fantapolitica l’idea di cancellare gli Statuti Il tavolo dei relatori e il pubblico al convegno sulla specialità di ieri a Roma 12 Regione MESSAGGERO VENETO VENERDÌ 27 NOVEMBRE 2015

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Il modello del Fvg: autonomia da meritare con più responsabilità

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Page 1: Messaggero Veneto 271115

di Anna Buttazzoni◗ INVIATAAROMA

La crisi del regionalismo toccale ordinarie, non le Regioni Au-tonome. E sono le amministra-zioni ordinarie a dover diventa-re un po’ più Speciali, con nuo-ve competenze. Ne è convinto ilsottosegretario agli Affari regio-nali, Gianclaudio Bressa. La suaè un’opinione che pesa, soprat-tutto nel Pd, e che ancora unavolta punta a spazzar via dise-gni e preoccupazioni sulla can-cellazione delle Regioni Auto-nome. Anche nel Pd, partito deideputati Roberto Morassut(che ha origini friulane) e Raffa-ele Ranucci che hanno provatoa ridisegnare l’Italia attraversomacroregioni. «Fantapoliticaeliminare le Speciali» dice Bres-sa. Al suo fianco c’è la presiden-te del Fvg, e vice segretario dei

dem, Debora Serracchiani, chedubbi non ne ha, tanto da riba-dire che la “sua” Regione è vir-tuosa, ha fatto i compiti a casa eha l’obiettivo di dimostrared’essere indispensabile al Pae-se, così nessuno si sognerà ditoccarla.

Accanto a loro il sindaco diCividale Stefano Balloch, il de-putato Gian Luigi Gigli e il presi-dente della Provincia autono-ma di Trento Ugo Rossi, che in-vece temono il neo-centrali-smo dello Stato, l’omologazio-ne al ribasso tra speciali e ordi-narie e sentono soffiare ventodi tempesta contro le Autono-mie. Il confronto tra i cinqueprotagonisti è andato in scenaieri nella sede romana della Re-gione, organizzato dal FogolarFurlan di Roma «per compren-dere e conoscere di più e quindipoter valutare meglio», come

sintetizza il presidente della“casa” dei friulani, FrancescoPittoni. Balloch spiega di averespesso l’impressione che le Spe-ciali siano in una posizione diretroguardia, in affanno a rin-correre le ordinarie, «mortifica-te dall’Europa nel segnodell’omologazione, mentre laUe dovrebbe garantire maggio-ri tutele». L’autonomia per Gigliè stata messa in sicurezza, maguai ad abbassare la guardia,perché «se c’è una classe politi-ca screditata è quella regionale»sentenzia il deputato di Perl’Italia-Centro democratico.

Snocciola numeri Rossi.Quelli che dicono che dal 1973la Provincia di Trento ha realiz-zato 146 norme di attuazioneper arricchire lo Statuto specia-le, la Sicilia 40. «L’utilizzo chefacciamo della specialità - tuo-na Rossi - ci fa capire che non

tutte le Speciali sono uguali. An-che noi delle Regioni Autono-me più virtuose, siamo finitidentro il vortice che si è creato eche considera le nostre ammini-strazioni, nel migliore dei casi,centri di spesa eccessiva. Dob-biamo fare più massa critica tranoi - conclude Rossi -, far capireil nostro valore e aiutare tutte leRegioni a essere più Speciali».

Bressa respinge le preoccupa-zioni. E sfida i governatori delleordinarie. «Che la specialitàequivalga a privilegio fa partedel chiacchiericcio politico. Ciòche conta è che la cancellazio-ne delle Regioni Autonome nonè possibile per pura volontà po-litica. Gli statuti speciali sonostati messi in sicurezza e la crisidel regionalismo è la crisi delle

ordinarie. Dal 2001 le ordinariehanno la possibilità di chiederee gestire nuove competenze,ma nessuno le ha chieste. Per-ché? Non so rispondere, ma soche l’autonomia non si rivendi-ca, si esercita. Lo chiedevo aGiancarlo Galan, come oggi aigovernatori del Veneto Luca Za-ia e della Lombardia RobertoMaroni: smettano di blateraredi autonomia e sfidino il Gover-no su quel terreno gestendomaggiori competenze».

Serracchiani gongola. Fa gliesempi del Fvg che paga da sèsanità - assegno da 2,3 miliardil’anno - e trasporto pubblico lo-cale. «Ma la gestione diretta dicompetenze delicate significaassumersi responsabilità e farfunzionare i servizi. E allora - ri-pete la presidente - se noi dimo-striamo di saper ben ammini-strare, a nessuno verrà mai inmente di cancellarci, anzi saròindispensabile al Paese. Comeil Fvg dove abbiamo fatto le ri-forme prima degli altri. Se inve-ce non so governare è giustoche qualcuno mi sostituisca».Serracchiani spiega che è an-che venuto il momento in cui ilGoverno premi le Regioni vir-tuose. E aggiunge i desiderata.«Mi piacerebbe che il Fvg gestis-se i beni culturali, come la Sici-lia, ma siamo anche al lavoroper realizzare un’unica piatta-forma portuale regionale e perottenere, noi e Trento, due so-cietà concessionarie in houseper gestire direttamente i trattiautostradali. Così si esercita laSpecialità», chiude Serracchia-ni.

specialità»il convegno a romaIl modello del Fvg:autonomia da meritarecon più responsabilitàSerracchiani: il governo inizi a premiare le Regioni virtuoseBressa: è fantapolitica l’idea di cancellare gli Statuti

Il tavolo dei relatori e il pubblico al convegno sulla specialità di ieri a Roma

12 Regione MESSAGGERO VENETO VENERDÌ 27 NOVEMBRE 2015