mensile dell'associazione trentini nel mondo nov - dic 2014

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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E 11-12/2014 anno 57° La Banda del Circolo trentino di Santa Teresa (Espirito Santo - Brasile) ha festeggiato il suo 40° anniversario di fondazione. TRENTINI nel MONDO

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Page 1: Mensile dell'Associazione Trentini nel mondo Nov - Dic 2014

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MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E 11-12/2014anno 57°

La Banda del Circolo trentino di Santa Teresa (Espirito Santo - Brasile) ha festeggiato il suo 40° anniversario di fondazione.

TRENTINI nel

MONDO

Page 2: Mensile dell'Associazione Trentini nel mondo Nov - Dic 2014

CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI

dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione

Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Australia - 8 circoli - 2 delegazioniAdelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville

Belgio - 4 circoli - 1 delegazione

Bruxelles, Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo

Bolivia - 1 circolo

La Paz

Bosnia - 3 circoli

Sarajevo, Stivor, Tuzla

Brasile - 62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, Sao Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

Canada - 5 circoli

Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit

Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago

Colombia - 1 circoloBogotá

Danimarca - 1 circoloCopenaghen

Ex emigrati - 3 circoliAustralia, Stivor (BIH), Svizzera

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Germania - 7 circoli - 1 delegazioneColonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazioneLondra - Manchester

Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste

Lussemburgo - 1 circolo

Lussemburgo

Messico - 13 circoli - 1 delegazione

Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Paraguay - 10 circoli

Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Peru - 1 circolo

Lima

Portogallo - 1 circolo

Portogallo

Romania - 1 circolo

Romania

Serbia - 1 circolo

Indija

Stati Uniti - 21 circoli

Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming

Sud Africa - 2 delegazioni

Pretoria, Cape Town

Svizzera - 8 circoli

Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo

Uruguay - 5 circoli

Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR)

Venezuela - 1 circolo

Caracas

FederazioniITTONA (Canada e Stati Uniti)

CoordinamentiArgentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Cile, Germania, Messico, Paraguay e Uruguay

Page 3: Mensile dell'Associazione Trentini nel mondo Nov - Dic 2014

1 11/12 - 2014

EDITORIALE

NELL’EPOCA DEI PIÙ AVANZATI SISTEMI DI COMUNICAZIONE SEMBRA DOMINARE L’INCOMUNICABILITÀ

Siamo arrivati a cavallo tra il 2014 e il 2015 e ogni anno che passa ci troviamo a pensare...«beh dai !!... anche questa volta, bene o male ce la siamo cavata e il prossimo anno non potrà che andare meglio».

Lo pensiamo un po’ tutti perché ognuno di noi porta questa spe-ranza dentro il cuore in quanto, come ha scritto anticamente Ta-lete nelle «Massime dei 7 Saggi», «la speranza è il solo bene che è comune a tutti gli uomini e anche coloro che non hanno più nulla, la possiedono ancora».

La speranza però non è una cosa che va presa alla leggera, ma va usata con cautela e con misura, come fosse una medicina che, come spesso avviene per i vari medicamenti, contengono delle rischiose controindicazioni. Ad esempio Papa Francesco ha defi nito la speranza come la più umile delle virtù teologali, ma ha anche detto che «la speranza è un rischio. È una virtù rischiosa che non deve diventare un’illusione».

In effetti a vedere tutte le effera-tezze che stanno succedendo ogni giorno intorno a noi e che non risparmiano nemmeno le donne ed i bambini, la speranza viene messa davvero a dura prova, nonostante questo sentimento sia radicato profondamente nell’ani-mo degli uomini.

Oggi, a distanza di oltre due-mila anni. Risulta quindi più che mai utile seguire l’indicazione suggerita da Aristotele quando definì «la speranza come un sogno ad occhi aperti». Anche per il 2015 dunque possiamo continuare a sognare, tenendo però gli occhi ben aperti per non dover sopportare passivamente tutto quello che di brutto ci può capitare addosso.

È quindi possibile coltivare la speranza, impegnandoci però a capire il motivo per cui l’uomo si sta progressivamente imbar-barendo, diventando sempre più egoista, razzista e indifferente verso il prossimo.

È quindi necessario sforzarsi - ognuno come può - per ridare la possibilità di sperare anche a quelle persone che ormai l’hanno persa.

È quindi doveroso che ognuno

di noi – uomini e donne - ci as-sumiamo le nostre responsabilità, senza giocare il gioco dello «sca-rica barile» sempre più in voga, a partire da chi detiene le maggiori responsabilità pubbliche.

La speranza però è un fiore delicato che ha bisogno di cure costanti per crescere sano e for-te e la terapia più semplice ed effi cace sta nella partecipazione e nella parola. Sembra quasi un paradosso, ma nell’epoca do-minata dai sistemi più avanzati della comunicazione, pare che le persone non siano più capaci di incontrarsi e di comunicare tra loro.

Basta fare una semplice prova: guardarsi attorno quando si è in pizzeria o quando si viaggia in autobus o si sta sul treno. Non sarà difficile constatare che ognuno cerca di rimanere isolato nella propria bolla personale usando i telefonini come difesa, le cuffi ette nelle orecchie come ri-fugio o i computer come barriera per isolarsi dagli altri.

È anche vero che il più delle

volte è preferibile chiudersi in se stessi per non dover subire certi discorsi infarciti di luoghi comuni e di frasi fatte che ormai sembrano dominare il pensiero comune.

Però dobbiamo anche sapere che facendo in questo modo è come ammettere che hanno ragione loro e torto quelli che cercano ancora di percorrere la pur faticosa strada dell’incontro e del dialogo tra le persone.

Parlare con un po’ più di rispetto delle idee altrui e in-contrarsi con la voglia di capire l’altro (di qualsiasi razza, credo o provenienza sia) oggi diventa sempre più difficile e questo contribuisce ad accrescere la dif-fi denza, la solitudine e le paure.

«Non c’è speranza senza pau-ra e paura senza speranza» ha saggiamente detto Papa Paolo Giovanni II qualche anno fa e noi, che di paura ormai ne abbiamo fi n troppa, dobbiamo partire proprio da questa per trasformarla in speranza.

Alberto Tafner

SOMMARIO

ASSOCIAZIONETRENTINI NEL MONDO

O.n.l.u.s.

TRENTINI NEL MONDOMensile dell’Associazione

Trentini nel Mondoaderente alla F.U.S.I.E

Direzione, amministrazione e redazioneVia Malfatti, 21 - 38122 TRENTOTel. 0461/234379 - Fax 0461/230840sito: www.trentininelmondo.ite-mail:[email protected]

Direttore responsabileMaurizio Tomasi

Comitato editorialeG. Bacca, M. Bazzocco, A. Bazzanella,F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz,C. Donei, P. Duranti, E. Formilan,B. Fronza, L. Imperadori, A. Lanfranchi,E. Lorenzini, G. Michelon, A. Piccolotto, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, G. Sbetti, A. Tafner, M. Viola

Hanno collaborato:R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi -F. Bocchetti - E. Caldonazzi

Autorizzazione del Tribunale di Trenton. 62 - 6 febbraio 1958

STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN)

Quote di adesione:Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00;Nord America e Australia: Euro 25,00Socio - Euro 55,00Conto corrente postale n. 12509386

N. 11/12 NOVEMBRE-DICEMBRE 2014Stampato il 23 DICEMBRE 2014

In copertina: la Banda del Circolo trentino di Santa Teresa (Espirito Santo - Brasile).

PresidenteAlberto Tafner

Pagine 2-4AGENDA

Pagine 5-7RINNOVO DEI COMITES,

L’APPELLO DELL’UNAIE

Pagine 6-7ATTUALITÀ

Pagine 8-10 GENTE E FATTI

Pagine 11-14PROFILI:

ALCIDE DE GASPERIA 60 ANNI DALLA SCOMPARSA

Pagine 15-21CIRCOLI

(Montevideo, Carmelo, Bento Gonçalves, São Valentin do Sul,Garibaldi, San Nicolas de los Arroyos, Huatusco, Canberra,Sydney, Como/Lecco, Basilea,

Dortmund, Toronto, S. Francisco)

Pagine 22-23 DALLE VALLI

Pagina 24ABBONAMENTI

DirettoreAnna Lanfranchi

Con speranza, sulla stradadell’incontro e del dialogo

Parlare con un po’ più di rispetto delle idee altruie incontrarsi con la voglia di capire l’altro

(di qualsiasi razza, credo o provenienza sia) oggi diventa sempre più diffi cile e questo contribuisce ad accrescere la diffi denza, la solitudine e le paure

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211/12 - 2014

AGENDA

L’AUSPICIO È STATO ESPRESSO DURANTE LA MESSA DI NATALE DELLA TRENTINI NEL MONDO

Una terra accogliente e giustaper i migranti di tutto il mondoÈ stato mons. Luigi Bressan,

arcivescovo di Trento, a celebrare la messa di Natale, che il 17 di-cembre ha riunito nella chiesa di Santa Chiara a Trento personale, consiglieri, soci e simpatizzanti della Trentini nel mondo.

Durante il rito religioso è stato rivolto un pensiero ai migranti di tutto il mondo, specialmente a quanti ancora oggi affrontano viaggi pericolosi e diffi cili alla ricerca di una vita dignitosa. Per loro la Trentini nel mondo ha espresso l’auspicio che «al ter-mine di tante sofferenze possano fi nalmente incontrare una terra accogliente e giusta».

Nel suo intervento al termine

della messa, il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner - anticipando le rifl essioni al centro dell’editoriale di questo numero, pubblicato a pagina 1 -

ha invitato a «coltivare la speran-za» e ad impegnarsi nel contempo «a capire il motivo per cui l’uomo si sta progressivamente imbar-barendo, diventando sempre più

A «Community», su Rai Italia, si è parlato di Padre Kino

e di emigrazione in Messico

egoista, razzista e indifferente verso il prossimo».

La messa è stata accompagnata da brani musicali eseguiti da Lisa Anegg (sassofono), Nicolò Anegg (sassofono), Alessandro Rizzoli (clarinetto) e Davide Dauriz (clarinetto basso), studenti del Conservatorio di Trento (nella foto qui a fi anco).

Dopo la messa, c’è stato il tradizionale brindisi e scambio di auguri presso la sede dell’As-sociazione.

«Community» è un programma quotidiano in onda su Rai Italia (visibile in tutto il mondo, eccetto l’Europa, per chi è abbonato), condotto in studio da Benedetta Rinaldi, con i personaggi, le sto-rie, gli eventi, i fi lmati delle co-munità italiane in tutto il mondo.

Nella puntata del 28 novembre si è parlato di Padre Kino e di emigrazione trentina in Messico.

La figura e l’opera di padre Eusebio Chini, conosciuto come

Padre Kino, gesuita, missionario e geografo in Messico e Arizo-na, nato a Segno in Val di Non, e vissuto fra 1600 e 1700, sono state raccontate in un servizio fi lmato che ha come protagonsiti l’arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, e Alberto Chini, Presidente dell’Associazione cul-turale Padre Eusebio Francesco Chini. Nel famedio di Washing-ton (USA) c’è una statua di padre Kino, perché è considerato uno

dei «padri» dell’Arizona.Dell’emigrazione trentina in

Messico hanno invece parlato due ospiti in studio (nella foto, da sinistra): lo storico Renzo Tommasi e Sergio Pederzini,

discendente di emigrati trentini, che ora studia presso l’Università di Trento.

È possibile rivedere la registra-zione della trasmissione sul sito internet www.raitalia.it

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3 11/12 - 2014

AGENDA

Su invito del presidente Alberto Tafner, la nuova dirigente del Servizio emigrazione e solidarietà internazionale della Provincia Autonoma di Trento, dottoressa Maurizia Zadra, ha fatto visita alla sede della Asso-ciazione Trentini nel Mondo in Via Malfatti 21 a Trento.

Ad accoglierla erano presenti lo stesso presidente Alberto Tafner, il vice presidente Aldo Degaudenz e la direttrice Anna Lan-franchi.

Durante l’incontro è stata illustrata la complessa attività della Associazione alla quale aderiscono 244 tra Circoli all’estero, delegazioni, Circoli di ex emigranti e Cir-coli in Italia, che operano in vari continenti, esclusa l’Asia.

L’ampia e articolata organizzazione viene seguita da Coordinatori, nominati nel corso del 2014, che hanno il compito di occuparsi dei Circoli che si trovano all’interno di un’a-

rea geografi ca omogenea.Obiettivo della Trentini nel Mondo, è stato

sottolineato, è quello di promuovere rapporti in rete tra tutti i Circoli, proseguendo nell’a-zione intrapresa da alcuni anni, volta a favo-rire un ruolo sempre più attivo e propositivo da parte dei Circoli sia nella gestione delle iniziative sul posto come anche nei contatti con la sede centrale dell’Associazione a Trento. La dottoressa Zadra ha espresso il proprio apprezzamento per l’organizzazione e la operatività della Trentini nel Mondo.

A questo primo incontro ne è seguito un altro il 18 dicembre, sempre presso la sede dell’Associazione, al quale hanno partecipato il presidente Alberto Tafner e il direttore Anna Lanfranchi.

LA DOTTORESSA MAURIZIA ZADRA È STATA RICEVUTA NELLA SEDE DI VIA MALFATTI A TRENTO DAI VERTICI DELL’ASSOCIAZIONE

La Trentini nel mondo ha dato il suo benvenutoalla nuova dirigente del Servizio emigrazione

Pompieri da tutto il mondoper il calendario del 2015

INIZIATIVA DEI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI DI CLES IN COLLABORAZIONE CON L’ASSOCIAZIONE

Quando qualche mese fa alla Trentini nel mondo è stato chiesto di collaborare alla realizzazione del calendario 2015 dei Pompieri volontari di Cles, la proposta è stata accolta con soddifazione ed entusiamo.

E con soddisfazione ed entusia-smo hanno risposto anche i Circo-li contattati dall’Associazione, ai quali era stato chiesto di attivarsi per inviare fotografi e dei vigili del fuoco che operano nelle loro città.

Il risultato di questa singolare iniziativa nata da un’idea di Danilo Canini (nella foto la «co-pertina» del calendario) è stato presentato a Cles il 12 dicembre scorso, nel corso di un incontro alla presenza del comandante dei pompieri, Gualtiero Ravanelli, della sindaca di Cles, Maria Pia Flaim, del presidente della Tren-

tini nel mondo, Alberto Tafner, e del direttore dell’Associazione, Anna Lanfranchi.

I Circoli che hanno inviato le foto sono quelli di Xalapa e

Huatusco (Messico), Santa Ma-ria, Blumenau, Gramado, Bento Gonçalves, Garibaldi, Rio dos Cedros (Brasile), Sampacho, Bari-loche e Villa Regina (Argentina).

Attraverso la vendita del calen-dario, che sarà distribuito a 2.300 famiglie, si vogliono raccogliere fondi per l’acquisto di un nuovo mezzo di servizio.

Da sinistra, il comandante dei pom-pieri volontari di Cles, Gualtiero Ra-vanelli, e il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner.

Auguri «poliglotti» dai Circoli trentiniL’immagine qui a fi anco, nella quale si

vedono alcuni soci del Circolo trentino di Florianopolis (Brasile), è tratta dal video che il Gruppo giovani e volontariato della Trentini nel mondo ha realizzato con i messaggi di buon Natale e buon anno inviati da ventidue Circoli trentini nel mondo. Più precisamen-te, si tratta di sei Circoli brasiliani, tre del

Messico e dell’Uruguay, due dell’Australia e dell’Argentina: singoli video provengono poi da Svizzera, Belgio, Romania, Gran Bretagna, Stati Uniti e dalla Società americana di Storo.

Chi volesse vedere il «prodotto fi nale» di questa iniziativa e ascoltare così gli auguri videoregistrati in più lingue, può trovare il fi lmato all’indirizzo riportato qui sotto:

www.youtube.com/watch?=v=H70Qe8cReLg&sns=sms

Page 6: Mensile dell'Associazione Trentini nel mondo Nov - Dic 2014

411/12 - 2014

AGENDA

«La Festa della signora polenta»in versione inglese e spagnola

Se si dovesse usare una metafora ardita, si potrebbe dire che il cuore dei trentini emigrati è fatto di polenta.

Intendendo con questo non certo l’impasto di acqua e granoturco che ha consentito la sopravvivenza di intere generazioni, ma l’im-magine che la polenta rappresenta per i molti trentini che, volenti o nolenti, sono andati a cercare fortuna lontano.

Di polenta come simbolo di unione familiare sono pieni i racconti fatti attorno al focolare, quando ancora non imperava la dittatura individualista e solitaria della televisione.

Di polenta come fonte di sopravvivenza narravano le persone scampate all’orrore delle guerre, delle carestie e delle calamità naturali che hanno devastato periodicamente il Trentino.

Di polenta come sintesi di una storia antica intrecciata di stenti e di orgogliosa dignità umana come riportano le cronache del tempo.

Si può dire dunque, con affetto e un pizzico

di fi erezza, che la polenta può ben rappresen-tare il cuore e lo spirito di una civiltà cresciuta nel rispetto di un passato mai dimenticato. Un passato che non è solo nostalgia e rimpianto, ma rispetto e difesa di alcuni valori fondanti come la solidarietà sociale, l’amicizia tra le persone e il rispetto reciproco.

Ancora oggi nelle feste e negli incontri che

ogni anno gli oltre 200 Circoli della Trentini nel Mondo organizzano per rinsaldare un mai dimenticato spirito di appartenenza alla pro-pria terra d’origine, il momento più solenne è costituito dalla distribuzione di dorate e profumate fette di polenta appena cucinata.

In queste ricorrenze si intrecciano I ricordi personali con i sogni collettivi, si raccontano episodi realmente vissuti e fantasie che hanno aiutato a vivere e andare avanti, si parla del passato e del futuro come un insieme unico capace di fondersi nel fumo che sale dalla polenta appena scodellata.

In queste occasioni girare la polenta nel paiolo appeso sopra il fuoco signifi ca ripe-tere un rito antico che accomuna le persone e le rende simili. Uomini e donne, giovani e vecchi si riconoscono e si identifi cano in quel gesto solenne sospeso nel tempo, che signifi ca tradizione, cultura e comunione. In sostanza , in quel gesto viene messo il cuore: un cuore fatto di polenta.

È un libro che può piacere si-curamente ai bambini ma anche agli adulti, che nel leggerlo pos-sono scoprire molte interessanti informazioni sui prodotti tipici del Trentino: questa l’opinione di Stefania De Carli, autrice de «La festa della signora Polenta», espressa nell’intervista andata in onda nella puntata del 18 dicem-bre della trasmissione «Trentino nel mondo», l’appuntamento set-timanale curato dalla Trentini nel mondo sull’emittente Radio Italia Anni 60 e che si può riascoltare grazie all’archivio disponibile sul sito internet della radio (al quale si accede anche grazie a un banner presente sulla home page

Per iniziativa della Trentini nel mondo e della casaeditrice trentina «Curcu & Genovese», sono state

realizzate le versioni digitali in lingua inglese e spagnola del libro «La festa della signora Polenta»,

scritto da Stefania De Carli (nelle foto qui soprale copertine delle tre edizioni disponibili). Per l’acquisto

si deve visitare il sito internet www.curcuegenovese.it

sel sito della Trentini nel mondo).Ecco, in sintesi, la trama del

libro. Un giorno la signora Po-lenta decise di dare una grande festa per rivedere i suoi amici. I biglietti d’invito arrivarono in tutte le valli del Trentino, anche

le più lontane. E così, in mezzo ad una grande ed allegra confusione, giungono all’appuntamento la fa-miglia dei Formaggi, quelle delle Verdure e della Frutta Fresca, i Salumi, i Vini, le Acque minerali e persino la Grappa, ma anche il

delicato signor Olio, il Miele di montagna, le signorine Trote e un agile Salmerino.

Per l’originale banchetto si preparano con cura Canederli e Strangolapreti, Gnocchi e Crau-ti, Strudel, Torta di mele e di fregolòti. Fondamentale anche il contributo dell’esperto signor Coltelli, dell’ingegner Sbuccia-verdure, dei fratelli Cavatappi e di molti altri personaggi, che in queste pagine si animano, parlano e danno vita ad una divertente kermesse.

Le illustrazioni della storia sono state realizzate dai bambini delle classi quarte delle Scuole Elementari di Pomarolo.

Polenta signifi ca tradizione, cultura, comunioneIL TESTO DELL’INTRODUZIONE ALLE EDIZIONI DIGITALI, FIRMATO DAL PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO, ALBERTO TAFNER

Page 7: Mensile dell'Associazione Trentini nel mondo Nov - Dic 2014

5 11/12 - 2014

ATTUALITÀ

«Senza un forte impegno dell’associazionismo italiano all’estero la partecipazione al voto per il rinnovo dei Comites non raggiungerà una percentuale accettabile, tale da legittimare la rappresentatività che si richiede a un organismo di rappresentanza democratica». Con questa sottoli-neatura, Franco Narducci rivolge il caldo appello del Consiglio Di-rettivo alle associazioni regionali e provinciali che compongono l’Unaie (Unione Nazionale Asso-ciazioni Immigrati ed Emigrati), affi nché venga colta l’opportunità del rinvio delle elezioni decisa dal Governo e gli aventi diritto si iscrivano all’elenco elettorale presso l’Uffi cio consolare com-petente.

Come noto, le elezioni si dove-vano tenere il 19 dicembre 2014 con una particolarità nuova san-cita dal decreto legge d’indizione (convertito in legge n. 141 del 1° ottobre 2014): riceveranno il plico elettorale soltanto gli aventi diritto che si saranno registrati ne-gli elenchi elettorali presso le sedi consolari di riferimento. Trenta giorni prima delle lezioni, ovvero il 19 novembre 2014, scadeva il termine per iscriversi nel predetto elenco elettorale. Un scadenza ri-dottissima, tale da far presumere una scarsissima partecipazione elettorale dei nostri connazio-nali emigrati. All’approssimarsi della scadenza del 19 novembre, infatti, gli elettori che avevano richiesto l’ammissione al voto erano circa il 2 per cento degli aventi diritto.

SI È RISCHIATOUN FLOP COLOSSALE

Per non incorrere in un fl op di colossali dimensioni, il Consiglio die Ministri italiano ha quindi de-ciso di spostare al 17 aprile 2015 la data delle elezioni per dare più tempo ai nostri connazionali di manifestare la loro volontà di partecipare alle elezioni per il rin-novo dei Comites, posticipando al 18 marzo 2015 la scadenza per iscriversi all’elenco elettorale.

La ristrettezza di tempo deter-minata dalla votazione fissata al 19 dicembre 2014 ha, peral-

tro, provocato anche vistose défaillance per quanto concerne la presentazione delle liste: in ventiquattro sedi consolari non è stata presentata nemmeno una lista di candidati, debitamente sottoscritta dal numero di elettori richiesto dalla legge. Al momento in cui scriviamo, gli uffi ci del Ministero degli esteri stanno ap-profondendo le modalità con cui si potrebbe risolvere il problema, ma presumibilmente la decisione che sarà adottata, in un modo o nell’altro, non mancherà di inne-scare nuove polemiche.

La riapertura dei termini per la presentazione delle liste, infatti, è caldeggiata da coloro che non avevano raccolto in tempo utile le sottoscrizioni richieste ed è av-

versata da coloro che, con grande impegno, avevano presentato la lista entro il 19 ottobre 2014. Il problema principale da risolvere, a nostro parere, è quello delle sedi consolari in cui non è stata presentata alcuna lista, sedi che non possono essere abbandonate sic et simpliciter.

Come UNAIE abbiamo espres-so a suo tempo le nostre critiche, senza infingimenti, all’azione del Governo e del Parlamento per come è stata gestita l’intera vicenda del rinnovo dei Comi-tes. Errori che si sono sommati a quelli precedenti dei continui rinvii delle elezioni (i Comites dovevano essere rinnovati a scadenza naturale nel 2009). In politica le responsabilità si

dimenticano in fretta e dunque quelle dell’allora Sottosegretario Mantica, che aveva dato avvio allo sfacelo dei Comites, così come dei suoi successori, sono da tempo scomparse dal radar.

Per non parlare delle responsa-bilità di alcuni parlamentari eletti all’estero, che nel 2011 blocca-rono, di fatto, con la complicità dei soliti funzionari di partito, l’iter di approvazione della legge di riforma dei Comites e negli ultimi mesi hanno rinfocolato le polemiche, dimenticando il ruolo (negativo) che hanno avuto nell’intera vicenda: grazie a loro voteremo senza riforme, con un sistema criticato da tutti e con tre anni di ritardo.

I COMITES SONOUN PUNTO DI RIFERIMENTO

Anche se il quadro descritto non è incoraggiante, le comunità italiane emigrate devono difen-dere la credibilità dei Comites sapendo - afferma il Consiglio Direttivo dell’Unaie, rilancian-do il messaggio diramato in precedenti occasioni - «che essi costituiscono in molti Paesi e in molte situazioni locali un esercizio fondamentale della de-mocrazia e della partecipazione, un valore che bisogna difendere soprattutto guardando ad una si-tuazione di prospettiva che vede lo Stato italiano arretrare su ogni fronte riguardante le comunità all’estero, mentre, di converso, assistiamo ad un fl usso crescente di “nuovi italiani” che arrivano, cosa impensabile fi no a qualche anno fa. Nuovi italiani emigrati che hanno bisogno di punti di riferimento e strutture di soste-gno; e i COMITES rappresenta-no, nonostante il pesante taglio numerico imposto dal Governo, un organismo di interlocuzione con le autorità locali e una rete territoriale che deve e può essere preservata».

Questa preoccupazione deve spingere tutto il mondo dell’as-sociazionismo all’estero a com-piere ogni sforzo per favorire l’iscrizione agli elenchi elettorali e conseguentemente una buona partecipazione al voto.

L’UNAIE invita gli italiani all’esteroa votare per il rinnovo dei Comites

IN UNA NOTA IL PRESIDENTE FRANCO NARDUCCI FA IL PUNTO SU UNA SCADENZA CHE RIVESTE GRANDE RILEVANZA

Nel rinnovare l’appello rivolto in particolareal mondo dell’associazionismo a cogliere l’opportunità

offerta dal rinvio delle elezioni al 15 aprile 2015,si ribadisce che le comunità italiane emigrate devonodifendere la credibilità dei Comites, che in molti paesie in molte situazioni locali costituiscono un esercizio

fondamentale della democrazia e della partecipazione

Poiché soltanto gli aventi diritto che si sarannoregistrati negli elenchi elettorali presso le sedi

consolari di riferimento riceveranno il plico elettorale,va compiuto ogni sforzo per informare su questa

nuova disposizione prevista dalla legge 141, in modo da favorire l’iscrizione agli elenchi elettorali

e conseguentemente una buona partecipazione al voto

Page 8: Mensile dell'Associazione Trentini nel mondo Nov - Dic 2014

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ATTUALITÀ

Da Paolo Magagnotti, ex consigliere della Trentini nel mondo, giornalista, dal 2005 docente all’Università statale dell’Ovest di Timisoara (Roma-nia), dove attualmente insegna due materie in lingua tedesca (Istituzioni Europee e Sociolo-gia delle Relazioni Internazio-nali) e una in inglese (Spazio Pubblico Europeo e Media), abbiamo ricevuto l’articolo che pubblichiamo qui di seguito.

Venticinque anni fa iniziava in Romania la rivoluzione che in pochi giorni portò alla fi ne del regime totalitario di Nicolae Ce-ausescu ed all’avvio del processo che portò il Paese alla libertà nella democrazia.

Gli eventi presero avvio a Ti-misoara, capoluogo della regione storica del Banat, fra il 15 ed il 16 dicembre 1989, con i primi morti il giorno 17. La scintilla fu determinata dall’intervento della polizia per arrestare l’im-barazzante pastore della “Chiesa Riformata” (protestante) nato in Transilvania con origini unghe-resi Laszlo Tokes.

Dopo che il giorno 15 il reli-gioso, molto scomodo sia alla sua gerarchia sia al potere politico, si era espresso per l’ennesima volta contro il regime, il giorno 16 la polizia venne per arrestarlo. Ben presto in “piazza Maia”, dove egli abitava, si riunirono in sua difesa molte persone di diversa fede. Con la tensione in crescen-do, dopo un po’ si unì alla folla sempre più numerosa il poeta Ion Monoran ed il suo grido “Jos Ceausescu” (Abbasso Ceausescu) si trasformò in un coro che ben presto coinvolse la popolazione

della capitale Bucarest e di altri centri del Paese.

Il giorno 16 dicembre è consi-derato data uffi ciale dell’avvio della rivoluzione romena. Nelle prime ore del mattino successivo la polizia riuscì ad arrestare e potare via Laszlo Tokes, mentre prendeva sempre più consisten-za una decisa operazione della polizia segreta “Securitate” e dell’esercito, con spari e primi morti di una enorme folla che nel frattempo si era addensata nella

centralissima piazza Opera, ora piazza della Vittoria. Con tanta gente sempre presente in piazza continuarono gli spari che dopo pochi giorni uccisero 93 persone.

Quaranta salme vennero portate velocemente a Bucarest e brucia-te nel “Crematoriul Cenusa”, un grande crematorio costruito negli anni Venti. Le onde radiofoniche di “Voice of America” e “ Radio Europa Libera” ricevute nel Pa-ese portarono ad un enorme folla che a Bucarest chiedeva la fi ne di

Ceausescu, mentre anche altre piazze del Paese si riempivano con la stessa richiesta e gli spari governativi contro i manifestanti continuavano a fare vittime e feriti.

Alla fi ne della rivoluzione si conteranno complessivamente a livello nazionale 1.166 morti e innumerevoli feriti (sui numeri esatti vi è qualche discordanza).

Il 22 dicembre Ceausescu con la moglie Elena, anima grigia del regime, fugge in elicottero, e grazie anche ad un stratagemma del pilota i due vengono presto arrestati dalla polizia. Dopo un sommario processo da parte di un tribunale militare speciale lui e la moglie vengono condannati a morte e il 25 dicembre sono fucilati.

La vita politica del Paese conti-nua sotto la guida di un “Fronte di Salvezza Nazionale” presie-duta da Ion Iliescu, già membro del Comitato centrale del Partito Comunista, emarginato da Ce-ausescu e che sarà in seguito presidente della Repubblica. Il venticinquesimo anniversario della rivoluzione verrà ricordato in tutto il Paese, soprattutto a Timisoara, con manifestazioni di carattere storico, politico e culturale.

Dal 1989 la Romania è impe-gnata in un processo di sviluppo democratico segnato purtroppo da una forte emigrazione, con le università chiamate a dare un contributo di idee e rifl essione per la crescita del Paese, che dal 2007 è membro dell’Unione Europea ed è fortemente orien-tato verso crescenti ancoraggi internazionali.

Paolo Magagnotti

UNA NOTA DEL GIORNALISTA PAOLO MAGAGNOTTI, CHE INSEGNA ALL’«UNIVERSITÀ STATALE DELL’OVEST» A TIMISOARA

Romania, a venticinque anni dalla rivoluzioneprosegue il processo di sviluppo democratico

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Klaus Iohannis, presidente della repubblica in carica dal 22 dicembre, e Victor Ponta, attuale pri-mo ministro, sono due personalità che per ragioni anagrafi che e biografi e personali sono totalmente svincolate dal periodo storico che ha preceduto la rivoluzione che nel 1989 ha portato alla caduta del regime di Ceausescu: per Maurizio Passerotti, console onorario della Romania in Trentino Alto Adige, questo ha un grande signifi cato per la Ro-mania, paese per il quale si aprono ulteriori buone prospettive di sviluppo in uno scenario sempre più

aperto alle relazioni internazionali, nelle quali anche il Trentino imprenditoriale può giocare la sua parte, cogliendo le opportunità offerte da un paese che geografi camente si trova in posizione strategica, al centro dei mercati europei (includendo la Russia).

Tra l’altro i rapporti fra Trentino e Romania sono già avviati: oltre confi ne sono presenti ditte e pro-fessionisti inseriti nel tessuto economico romeno, mentre sul territorio provinciale gli oltre dodicimila romeni residenti rappresentano la comunità stranie-ra più numerosa.

Opportunità anche per il Trentino

La situazione attuale del paese, membro dell’Unione Europea dal 2007, è segnata da una forte emigrazione

Le madri delle vittime della rivoluzione del 1989 (a livello nazionale furono complessivamente 1.166), rendono omaggio ai loro defunti.

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ATTUALITÀ

Come ampiamente annunciato nelle scorse settimane, il Talian, lingua degli immigrati italiani/trentini e dei loro discendenti sviluppatasi in Brasile, è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale Nazionale. In occasione della riunione tenutasi il 9 settem-bre 2014, l’IPHAN (Istituto del Patrimonio Storico e Artistico Nazionale) ha inserito il Talian e altre lingue nell’INLD (Inven-tario Nazionale della Diversità Linguistica). Il 10 novembre, il Talian ha ottenuto la certifi ca-zione uffi ciale come riferimento culturale brasiliano.

Come spiega il Prof. Dott. José Curi (nativo di Rio dos Cedros), il Talian è una koiné, cioè una lingua comune oriunda che col-lega diversi dialetti di origine latina, come il trentino-tirolese, il veneto, il lombardo, ecc., e che ha subito infl uenze da parte della lingua portoghese in seguito all’arrivo degli immigranti in Brasile.

A Rio dos Cedros (nella foto in basso la casa della famiglia Dallagnolo, un esempio di casa tipica coloniale della città), così come in tante altre città di origi-ne trentina e italiana, il Talian è ampiamente parlato nelle strade della città, negli esercizi commer-ciali e, soprattutto, nelle famiglie. Infatti, in molte case, il Talian è la lingua “uffi ciale”, poiché si ricorre al portoghese solo quando strettamente necessario.

Diversi ricercatori si sono dedicati allo studio del Talian e del dialetto trentino a Rio dos Cedros. Il primo in assoluto è stato Mario Bonatti, nativo di Rio dos Cedros, grande studioso della storia, della cultura e del dialetto

trentino. Nel 1974 ha pubblicato la sua ricerca intitolata “Acultu-ração linguística numa colônia de imigrantes italianos de S. Catarina” (Facoltà Salesiana, São Paulo, 1974), prima pubblicazio-ne sul dialetto trentino di Rio dos Cedros, ed è stato uno dei primi in Brasile ad aver analizzato il dialetto tren-tino. Questo li-bro è stato pub-blicato anche in Italia, col il ti-tolo “Accultura-zione linguistica. Il dialetto delle colonie trentine in Brasile” (S. Mi-chele all’Adige, Trento, 1978).

In segui to , i l Prof. Dott. José Curi ha pubblicato un libro di racconti in dialetto, “Raconti de Rio Cedro” (Casa editrice della UFSC, Florianópo-lis/SC, 1984) e il libro di poesie in dialetti “Resta Quà con Noial-tri” (Cada editrice della UFSC, Florianópolis/SC, 1987). Per

mezzo dei racconti e delle poesie scritti in dialetto, lo scrittore ha voluto illustrare in questi libri lo stile di vita e le tradizioni dei colonizzatori trentini e dei loro discendenti a Rio dos Cedros. L’autore ha inoltre pubblicato lo studio “A infl uência do Talian

na fala catarinen-se” (“L’influenza dell’italiano nella parlata catarinen-se”, pubblicato in due capitoli all’interno della rivista Blumenau em Cadernos, edizioni di mag-gio/giugno 2005 e luglio/agosto 2005), e il libro di grammatica “El Talian – la

língua dos imigrantes italianos de Santa Catarina” (“El Talian – la lingua degli immi-grati italiani di Santa Catarina”, Editore Garapuvu, Florianópolis/SC, 2009).

Come gli scrittori, anche i gruppi tradizionali di Rio dos

Cedros mantengono vivo il dia-letto trentino, come il Gruppo Folkloristico Compagni Trentini (ex-gruppo Santa Notte), il coro del Circolo Trentino e il Gruppo Folkloristico Colibri, i quali si esibiscono proponendo diverse canzoni del dialetto riocedrense. Inoltre, altri gruppi si sono riuniti per incidere un disco, intitolato “Amici Cantori del Folclore Ita-liano di Rio Cedro”, contenente il repertorio completo dei gruppi che nel passato, durante le feste natalizie, andavano di casa in casa intonando canzoni tradizio-nali e portando il presepe.

Infi ne, anche il Circolo Trenti-no di Rio dos Cedros e il Gruppo Giovane Tosarami hanno contri-buito a conservare e proteggere il dialetto trentino con la celebra-zione di messe in dialetto, in col-laborazione con Giuliano Berti (di Nereu Ramos, Jaraguá do Sul) e la Parrocchia dell’Immacolata Concezione di Rio dos Cedros.

Il riconoscimento del Talian come patrimonio nazionale sarà sicuramente un incentivo per lo sviluppo di questa lingua e per le persone che si dedicano alla sua conservazione.

È importante ricordare che Santa Caterina, insieme ad altri Stati, aveva già riconosciuto il Talian come patrimonio stori-co e culturale. (Legge Statale n.14.951/2009).

Coloro che desiderano saperne di più sul dialetto parlato a Rio dos Cedros, oppure scaricare ma-teriale in dialetto (foglietti liturgi-ci e racconti), possono accedere al menù “Il Nostro Dialetto” nel sito del Circolo Trentino di Rio dos Cedros.

Andrey José Taffner Fraga

Il «Talian» è diventato uffi cialmente«riferimento culturale brasiliano»

LA MINISTRA DELLA CULTURA HA FIRMATO IL DOCUMENTO CHE ATTUA QUANTO STABILITO DA UN DECRETO EMESSO NEL 2010

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Mary Beth Moser, accompagnata dal marito Richard Rotruck, nelle settimane scorse ha fatto visita alla

sede dell’Associazione. Mary Beth è l’attuale presidente del CircoloTren-tino di Seattle negli Stati Uniti: i suoi nonni sono emigrati da Faida di Pinè, Bedollo, Val di Sole e Salorno. Il marito Richard è invece americano di origini tedesche ma anche trentino di adozione. Si trovavano in Trentino in vacanza, dove tornano spesso molto volentieri.

Mary Beth è molto legata alle sue origini trentine e ha realizzato una ricerca di dottorato dal titolo: «The everyday spirituality of women in the italian Alps».

Mary Beth, esperta di spiritualità alpina

Padre Gustavo Braidot, sacer-dote della Diocesi di Reconqui-sta nella provincia di Santa Fe (Argentina), in settembre è stato in Trentino per la prima volta a conoscere i luoghi da dove sono emigrati i suoi nonni. Si trovava in Italia per un dottorato in Te-ologia alla Pontifi cia Università Gregoriana di Roma e ha colto l’occasione per coronare un suo sogno. Gustavo è discende di Antonio Magnago di Tenna (Valsugana) e di Pietro Mena-pace di Flavon (Val di Non). Il vicepresidente della Trentini nel mondo, Aldo Degaudenz (con lui nella foto scattata nella «Sala Rino Zandonai» nella sede dell’Associazione), lo ha accom-pagnato a conoscere il paese di Tenna, dove hanno incontrato il sindaco Antonio Valentini e don Silvio Pradel, parroco del paese, che ha mostrato a padre Gustavo i registri di nascita dei suoi avi. La giornata si è poi conclusa con un’escursione nella zona delle Dolomiti.

Il giorno successivo in com-pagnia di Bruno Mochen, padre Gustavo ha incontrato l’assessore alla cultura del Comune di Fla-von, Albino Tolotti, e il parroco Don Alessio.

Gustavo è rimasto molto af-fascinato dai luoghi visitati e sicuramente i ricordi rimarranno a lungo ben presenti nel suo cuore.

Al suo rientro in Argentina, ha inviato una lettera alla Trentini nel mondo, che pubblichiamo integralmente qui di seguito.

PADRE GUSTAVO BRAIDOT È SACERDOTE PRESSO LA DIOCESI DI RECONQUISTA (ARGENTINA)

Per la prima volta a Tenna e Flavonalla scoperta delle origini trentine

PRESIDENTE DEL CIRCOLO TRENTINO DI SEATTLE (USA) È ORIGINARIA DELL’ALTIPIANO DI PINÉ

«Voglio ringraziare soprattutto la Trentini nel Mondo per avermi messo in collegamento con i paesi da dove sono partiti i miei nonni.Ringrazio particolarmente Ro-sanna, che ha curato i contatti; Aldo, che mi ha portato a Tenna e mi ha fatto conoscere un po’ del-la regione, che è molto bella.

Mentre passeggiavamo, mi sono venute in mente le storie che mia madre ci raccontava prima di andare a dormire e che la sua nonna raccontava loro.

Grazie inoltre ad Antonio, sindaco di Tenna e a don Silvio per la disponibilità; a Bruno che mi ha portato a Flavon e al San-tuario di San Romedio; ad Alvino che mi ha mostrato il villaggio, e a Clara, che sarebbe come mia nonna; a don Alessio che mi ha mostrato la chiesa e libri.

La mia bisnonna Maria, dice-va sempre che le mancavano le mele di Flavon: io ho avuto il piacere di mangiarne una colta direttamente dall’albero (era un desiderio che avevo da tempo).

Mi scuso se ho dimenticato qualcuno e per il mio italiano. Sono molto grato a tutti: per me questo viaggio in Trentino è stato molto importante.

Come ho già detto personal-mente a Rosanna e Aldo, pren-do l’occasione per ringrazia-re nuovamente l’Associazione Trentini nel mondo, per l’aiuto ricevuto negli anni della crisi del 2001 in Argentina, desti-nato a mio nipote Luciano, che aveva seri problemi di salute.Prego che Dio vi benedica e benedica questa organizzazione che fa tanto bene».

Il Circolo trentino di Santa Olimpia, nello stato di San Paolo (Brasile), ha recente-mente ricevuto un premio dal Consiglio comunale per il suo impegno nella difesa dell’am-biente, per un’iniziativa che è stata fatta in collaborazione con la facoltà di agraria Luiz de Queiroz.

Con l’intento di abbellire il rione di Santa Olimpia e di creare un ambiente che somi-gliasse a quello trentino, il Cir-colo ha promosso un progetto che ha portato alla messa a dimora di cinquecento pianti-ne di ipé, un albero che è stato scelto per il suo aspetto, molto simile a quello degli alberi che si trovano in Trentino.

Quando il progetto di abbel-limento di Santa Olimpia sarà portato a completamento, sa-ranno ben ottocento gli alberi piantati nelle vie del rione.

Il concorso è giunto alla sua sedicesima edizione. Il proget-to del Circolo si è classifi cato al terzo posto. Il premio (nella foto qui sotto) è stato ritirato da Ivan Correr, vice presiden-te del Circolo.

Premiatol’impegno

nella difesaambientale

GENTE E FATTI

CIRCOLO DI SANTA OLIMPIA

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GENTE E FATTI

DURANTE LA CELEBRAZIONE, CHE SI È SVOLTA IL 16 NOVEMBRE, SONO STATI CONSEGNATI QUATTRO NUOVI STRUMENTI

Era il 15 luglio 1974 quando a Santa Teresa (Espirito Santo -Brasile) venne fondata, con il nome di «Società Musicale Teresense» una nuova banda musicale. I componenti erano venticinque e il maestro era José Fernandes de Miranda.

Pochi mesi dopo, nella notte di Capo-danno del 1975, la Banda si esibisce per la prima volta in pubblico, in occasione

dell’apertura delle celebrazioni per il pri-mo centenario della fondazione di Santa Teresa.

Quando poi il 27 luglio 1987 viene costi-tuito il Circolo trentino di Santa Teresa, il gruppo diventa parte integrante del Circolo ed assume il nome di «Banda do Circolo Trentino» di Santa Teresa.

Il 16 novembre 2014, di fronte alla Chiesa

di Santa Teresa, la Banda ha festeggiato i 40 anni di attività, con un’esibizione durante la quale sono stati suonati anche i quattro nuovi strumenti musicali, con-segnati dal Segretario della Cultura dello Stato di Espirito Santo.

Durante la giornata è stato reso un dove-roso omaggio ai musicisti fondatori e agli attuali componenti.

I MUSICISTI FONDATORI

MAESTROJosé Fernandes de Miranda

BANDISTIAdilson Jorge MarrochiAécio GasperazzoAlcione SilvaAmérico LossAntonio Carlos SalviatoDarci José FontanaDauri Domingos FontanaDejany Paula BarrettoDenis Geraldo MerloErildo ZamprognoFernando Pedro VasconcelosFlávio de OliveiraJorge GasperazzoJosé Édson TotolaJosé Joaquim AliprandiLindoro CorbellariLucimar Augusto TotolaMadson José PizzioloMarcos Antonio Avancini FoegerMauri José FontanaPaulo GasperazzoPaulo Sérgio SalviatoSérgio Luiz CorbellariSilvio Carlos SalviatoValdério Anselmo Reisen

I MUSICISTI ATTUALI

MAESTROMarcos Antonio Avancini Foeger

BANDISTIAcácio Bausen Ademir Antonio Lauretth Ademir Marcos BellumatAlexsander A. Bortolini Altieres Paiva dos Santos Dândria Loss Daniel Pereira Djeiny Frohlich Loss Duadson Marrochi Edimar Rébuli da Silva Eduardo Tregnago Fernando Antonio Romagna Franciane Ribeiro Gilmar Transpadini Ivanete Santiago Jaci Barcelos Subtil Jorge Gasperazzo José Carlos Liques Pereira Loren Cristina Bellumat Aguiar Marcelo Frederico Guetler Mayara Oliveira de Castro Rafael Vago Merlo Rayane Loss Rita de Cássia Veiga Ulberg Valdemar Transpadini

Festa in piazza per il 40°di fondazionedella Banda del Circolo di Santa Teresa

Le foto sono di Rodrigo Calazans Verly

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GENTE E FATTI

Padre Valdir Vicentini, di Santa Catarina (Brasi-le), nei giorni 28 e 29 giugno 2014 ha celebrato il 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale e prima Messa.

Nato a Botuverá (vicino a Brusque) il 16 luglio 1937, è nipote di Cesare Vicentini, emigrato da Pomarolo nel 1875.

Sacerdote della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (Padri Dehoniani), è stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1964 presso la Chiesa Parrocchiale di São Luiz Gonzaga, a Brusque, dall’allora Arcivescovo di Florianópolis Mons. Joaquim Domingues de Oliveira. Il giorno successivo, ha celebrato la sua prima Messa nella

Chiesa Parrocchiale di San Giuseppe, nella sua terra natale, 50 anni fa.

Nel corso di questi cinque decenni, ha lavorato in diversi stati del Brasile: San Paolo, Minas Gerais, Maranhão, Paraná e sopratutto a Santa Catarina. Fu maestro, superiore di comunità religiosa, parroco e cooperatore. Attualmente risiede nel Seminario di São José a Rio Negrinho, nello Stato di Santa Catarina.

Padre Valdir Vicentini è una persona molto cordiale e di piacevole convivenza, sempre di un prezioso zelo pastorale. Obbedì all’ordine del Ma-estro: “Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi mando” (Gio 15, 14).

Cinquant’anni di sacerdozio per padre Valdir

Nei suoi 97 anni di vita Ernesto Zanlucchi – scomparso l’anno scorso - ha scritto la storia dell’a-eronautica italiana e trentina. Pilota di “caccia” durante la se-conda guerra mondiale, poi nella pattuglia acrobatica, fu verso la fi ne degli anni Cinquanta il primo pilota di elicottero a fare servizio di soccorso in montagna. Con lui nacque il soccorso alpino.

Porta il suo nome il Premio, istituito per iniziativa dei fami-liari d’intesa con la Fondazione Cassa Rurale di Trento, destinato a chi si è distinto in attività a sfondo sociale.

La scelta della prima edizione del Premio è caduta su Gino Comelli, friulano di nascita e fassano di adozione, fondatore dell’ Union Aiut Alpin Dolomi-tes. Una vita dedicata al soccorso in montagna.

A consegnare il premio, ieri sera alla sala della Cooperazione,

la presidente della Fondazione Rossana Gramegna (con lui nella foto), alla presenza della fi glia di Zanlucchi, Anna, che insieme alla moglie Lidia Gius ha voluto cele-brato in questo modo la memoria del leggendario pilota trentino.

Con loro anche una delegazione del Soccorso Alpino Trentino guidata dal presidente Adriano

Alimonta, che ha testimoniato l’amicizia con Comelli, e anche le diffi coltà di chi è impegnato a salvare vite umane sulle nostre montagne.

In sala una buona rappresentan-za degli oltre quattrocento nuovi soci ammessi quest’anno nella compagine della Cassa Rurale.

Uff. St. Cooperazione Trentina

Nato a Palmanova (provincia di Udine) l’8 maggio del 1954, fassano di adozione, ha comin-ciato fi n da giovane a coltivare la passione per la montagna.

Nel 1973 prende parte a una spedizione in Groenlandia. Entrato nel Gruppo Sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato di Moena, diventa guida alpina e maestro di sci. Nel 1980 entra a far parte del Gruppo Guide Ciamorces della Val di Fassa, come soccorritore. Nel 1982 diventa Istruttore delle Guide e, dieci anni dopo, Istruttore del Soccorso ed Eli-soccorritore.

Nel luglio del 1990 alla nascita dell’Union Aiut Alpin Dolomi-tes, viene eletto presidente.

Nel 2000 ottiene il brevetto di vericellista.

«Premio Zanlucchi» assegnato a Gino ComelliISTITUITO DALLA FONDAZIONE CASSA RURALE DI TRENTO È DESTINATO A CHI SI DISTINGUE IN ATTIVITÀ A SFONDO SOCIALE

CHI È GINO COMELLI

Il 3 novembre a Grumes si è concluso il cammino di Rosa Pedot, la maestra. Nata a Fontoy in Lorena (Francia) nel 1928 da Emilio Pedot e Ottilia Pojer emigrati da Grumes. Rosa, che in paese è sempre stata chiamata Rosetta (o Maestra Rosetta) ha avuto per tutta la vita un filo di collegamento con il mondo dell’emigrazione.

Il papà è morto nel 1929 a seguito di un incidente in miniera che lo aveva dapprima meno-mato nel fi sico e quindi portato alla morte. La madre, sola con altri due fi gli piccoli, si è vista

costretta ad affi dare la piccola Rosa ad una sorella a Grumes. E a Grumes Rosa è cresciuta con gli zii che sono diven-tati i suoi genitori pur mantenendo un legame fortissimo prima con genitori e fratelli in Francia e poi con i numerosi nipoti e pronipoti.

Divenuta maestra Rosetta ha vissuto la sua vita dedicandosi alla sua missione di educatrice, vivendo

il suo ruolo con piena dedizione e intensità. Nelle sue aule sono

passate intere gene-razioni di scolari.

Sempre presente nella vita sociale del paese con iniziative sociali, culturali, assistenziali, è sta-ta di sprone e di aiuto per dar spazio ad idee e progetti che rendessero viva e vitale la comunità.

Attivissima, Pre-sente ovunque ci fosse bisogno di

sostegno ed incoraggiamenti, ha fondato e presieduto per un decennio il Gruppo Anziani in-fondendo vitalità ed entusiasmo.

La sua vicenda personale, i suoi legami stretti con la comu-nità di Fontoy l’hanno portata ad essere per tanti un riferimento per tenere i rapporti col paese, per conoscere le vicende che interessavano reciprocamente i grumaiseri e i “francesi”.

Con la Rosetta se ne è andata una parte di storia del paese ed il fi lo che unisce Grumes a Fontoy si è ulteriormente assottigliato.

Pio Rizzolli

Grumes piange la scomparsa della maestra Rosetta

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PROFILI

Il 19 agosto 2014 si è celebrato, nella Chiesa di Borgo Valsugana, il 60° anniversario della morte di Alcide De Gasperi, avvenuta nella sua casa in Val di Sella il 19 agosto 1954.

L’occasione ci stimola per ricordare l’uomo, il trentino, che è stato il vero protagonista della ricostruzione di un’Italia devastata dalla seconda guerra mondiale e uno dei padri dell’U-nione Europea.

Alcide De Gasperi, figlio di Amedeo, capo della gendarmeria a Pieve Tesino, e di Maria Moran-dini di Predazzo, nasce proprio a Pieve il 3 aprile 1881.

Nella casa natale, oggi, è pre-sente il MUSEO CASA DEGA-SPERI, che, per la completezza della documentazione e per il moderno allestimento, merita una visita da parte di chiunque voglia conoscere la vita del gran-de statista.

Dopo Alcide, la famiglia au-menterà con la nascita di Mario, Marcella e Augusto. Lasciato il

paese di Pieve Tesino per seguire i trasferimenti del padre, vive a Grigno (dove inizia le scuole ele-mentari), a Civezzano e a Trento.

La vita in famiglia è improntata ad una grande religiosità ed al rispetto dei valori tradizionali come l’impegno, l’onestà, il

lavoro, il senso del dovere e l’at-taccamento alla famiglia.

Alla conclusione degli studi superiori presso il Liceo Prati di Trento, nel 1900 si iscrive all’U-niversità di Vienna nella facoltà di lettere e fi losofi a.

Partecipa attivamente alla AUCT (Associazione Univer-sitari Cattolici Trentini) di cui diviene, prima segretario e poi, nel 1902, presidente all’età di 21 anni.

Diventa amico di don Celestino Endrici, futuro vescovo di Trento, che lo aiuterà molto negli anni di detenzione e di disoccupazione durante il periodo fascista.

Durante gli studi universitari si dedica ai problemi sociali ed economici dei braccianti e degli operai che vivono pesanti e mal retribuiti orari di lavoro.

Organizza conferenze culturali in varie località, stimola la nascita di organizzazioni sindacali tra gli operai trentini in Vorarlberg,

Terra, casa, lavorosono «diritti sacri»

A sessant’anni dallasua scomparsa,

il ricordo di un uomo,un trentino, che è stato

il vero protagonistadella ricostruzione

dell’Italia devastatadalla guerra e unodei padri fondatori

dell’Unione Europea

CONTINUA A PAG. 12

Alcide De Gasperiuna grande fi gura

È un esempio da imitareda ciascuno di noi,

e in particolaredai parlamentari

di oggi, per serietà,rispetto dei principidella democraziae testimonianzadi vita personale

corretta e irreprensibile

La famiglia De Gasperi agli inizi del ’900: da sinistra: Marcella, Alcide, la madre Maria Morandini, Mario, il padre Amedeo, Augusto.

Alcide De Gasperi insieme alla moglie Francesca Romani: la foto è stata scat-tata nel 1953 a Castelgandolfo.

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PRO

promuove un pesante sciopero tra i segantini della Val di Fiemme fi no ad ottenere una riduzione del lavoro da 14 a 12 ore giornaliere.

Tempra il suo carattere forte e determinato e abbraccia il cat-tolicesimo sociale dell’enciclica Rerum Novarum del papa Leone XIII.

Signifi cativo il suo intervento nella assemblea AUCT in cui vie-ne eletto presidente, diretto agli studenti universitari del tempo:

“A quei signorini universitari che se ne stanno......epicureamen-te lontani dal popolo e s’avvez-zano per tempo al caffè, donde c’è venuta borghesia parassitaria, vorrei ripetere oggi questa parola.

.... in questo riguardo, il periodo universitario è fatale; o si esce de-mocratici o aristocratici già fatti.

O che da giovani ci si avvezza a ridurre il mondo ai giornali che si leggono e ai membri della propria classe, e allora il giovane, divenuto dottore, avvocato, non discenderà tra le grandi masse popolari, come fratello ai fratelli, ma come rappresentante di quella borghesia che si attirò nei tempi nostri tanti odi e maledizioni;

o che si vede già da giovani oltre la barriera borghese venire una moltitudine di gente che

vuole passare e si comprende la giustezza della tendenza e allora si stende al di là la mano; vi fate a loro compagno e considerate tutta la vita come una faticosa erta, su cui dovete salire, voi e il popolo, a una meta comune....Questo spirito democratico che ci anima, non è, o signori, una concessione alle tendenze di oggi, ma frutto di quel cristianesimo compreso socialmente, praticato dentro e fuori dell’uomo in tutta la vita pubblica...”.

Si laurea nel 1905 in fi lologia moderna e viene chiamato dal nuovo vescovo Celestino Endrici, a dirigere, primo direttore laico, il giornale “La Voce Cattolica” che, nel 1906 cambia nome e si chiama “Il Trentino”; il giornale sospenderà la pubblicazione nel 1915 per la mancanza di libertà di opinione in seguito all’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria Ungheria.

Nel 1909 viene eletto Consi-gliere Comunale a Trento e, nel

1911 all’età di 30 anni, viene elet-to Deputato a Vienna con il 75% dei voti nel collegio di Fiemme, Fassa, Primiero e Civezzano.

Non è un irredentista per il passaggio dal Trentino all’Ita-lia; si batte, invece, con grande impegno, per la concessione della autonomia al Trentino, zona sottosviluppata e non tenuta in adeguata considerazione in un Tirolo, con grande prevalenza di lingua e tradizioni tedesche, poco sensibile alle necessità della comunità italiana.

All’inizio della prima guerra mondiale si schiera per la neu-tralità italiana in quanto consa-pevole che il Trentino, in caso di guerra, diventerebbe terra di scontri e quindi di distruzioni, e tragedie senza fi ne; Il Trentino è comunque interessato dagli eventi bellici in quanto 60.000 giovani trentini sono reclutati nell’esercito austro-ungarico e trasferiti sui confi ni della Galizia per combattere contro la Russia;

12.000 di essi non torneranno più in patria.

La neutralità viene interrotta nel mag-gio del 1915 quan-do l’Italia dichiara guerra all’impero Austro-Ungarico.

Cominc ia una nuova fase di ulte-riori grandi dolo-ri per il Trentino: dalle zone interes-sate dalle opera-zioni belliche sono deportate 70.000 persone nei campi di concentramento di Austria, Mora-via, Boemia, ecc...; 1.754 persone rite-nute politicamente pericolose sono se-gregate a Katzenau (anche il vescovo di Trento Endrici sarà internato ad Heili-genkreuz); 35.000 persone vengono in-ternate in Italia, 757 irredentisti si trasfe-riscono in Italia; in pratica oltre il 50% della popolazione trentina (compresi vecchi e bambini)

CONTINUA DA PAG. 11

Nel 1911 all’età di 30 anni, viene eletto Deputatoa Vienna con il 75% dei voti nel collegio di Fiemme,Fassa, Primiero e Civezzano. Non è un irredentista

per il passaggio dal Trentino all’Italia; si batte,invece per la concessione dell’autonomia

NELLE FOTO A FIANCO. Le figlie di De Gasperi (dall’alto in basso): Maria Romana, Lucia, Cecilia e Pa-ola. De Gasperi nel 1949 in visita al cantiere della diga idroelettrica di S. Giustina in Val di Non; al Congresso degbli Stati Uniti; con Adenauer nel 1953 a Roma mentre firmano accor-di culturali Italia-Germania.IN BASSO: In comizio a Trento il 4 aprile 1948 e mentre firma la Costi-tuzione il 27 dicembre 1947.

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OFILI

sono deportati; de-vono lasciare tutto con un preavviso di poche ore.

Alcide De Gaspe-ri segue la pesante condizione dei pro-fughi e si batte con il governo di Vienna per venire incontro alle loro più elemen-tari necessità.

Al termine del-la grande guerra, con il passaggio del Trentino all’Italia, De Gasperi riapre la pubblicazione del giornale con il titolo “Il nuovo Trentino”.

Suo constante im-pegno è quello di veder riconosciuta, anche in Italia, l’au-tonomia del Trenti-no come territorio caratterizzato da tra-dizioni, cultura, e re-altà amministrative peculiari rispetto al governo centralista dello Stato italiano.

Nel maggio 1921 si svolgono le ele-zioni per il Parla-mento Italiano alle quali è ammessa

anche la Regione Trentino-Alto Adige dopo la adesione all’Italia, formalizzata con la pace di S. Germano.

Per il Trentino vengono eletti Degasperi, Grandi, Carbonari, Tamanini e Pietro Romani, di cui sposa la sorella Francesca il 14 giugno 1922 a Borgo Valsugana.

Egli viene subito eletto, in Par-lamento, presidente del gruppo del Partito Popolare, fondato da Don Sturzo nel 1919.

Sono anni in cui la debolezza dei governi del dopoguerra fa-voriscono lo sviluppo del partito fascista, con le violenze e pre-varicazioni da parte di gruppi di agitatori che operano in tutta Ita-lia compresa la regione Trentino-Alto Adige.

Proprio in regione era stato presente, per otto mesi nel 1909, Benito Mussolini come segretario della Camera del Lavoro e diret-tore del giornale l’Avvenire del lavoratore.; si era ripetutamente scontrato con Alcide De Gasperi,

e non solo con lui; era poi stato espulso dal Trentino come perso-na non gradita.

La marcia su Roma dei fascisti dell’ottobre del 1922, apre la stagione della dittatura fascista, con tutte le conseguenze che la storia ci ha consegnato.

Il Partito Popolare, di cui fa parte anche Alcide De Gasperi, partecipa, per un breve periodo, al governo guidato da Benito Mussolini, nel tentativo di ri-condurre il fascismo nell’ambito delle regole democratiche e per il superamento delle violenze e delle continue sopraffazioni.

Nel 1924, in seguito alla uc-cisione del deputato socialista Giacomo Matteotti che aveva denunciato le illegalità fasci-ste, diversi deputati, compreso De Gasperi, abbandonano per protesta l’aula parlamentare ed avviene la rottura con il fascismo.

Alcide De Gasperi, vittima di pesanti attacchi dai fascisti che lo accusano di “austriacantismo”, si

dimette dalle cariche che ricopre nel Partito Popolare, per non comprometterne l’attività, e dalla direzione de Il nuovo Trentino la cui sede, a Trento, viene in quei giorni devastata dalle camicie nere.

De Gasperi, che nel frattempo ha perso anche l’indennità di parlamentare, viene arrestato, una prima volta a Borgo Valsugana (novembre 1926) e poi rilasciato, e una seconda volta a Firenze, nel marzo 1927, con la falsa accusa di tentato espatrio.

Viene processato e condannato a quattro anni di reclusione (due dei quali condonati) e una forte multa.

Nel luglio 1928, per interessa-mento del vescovo Endrici, può lasciare il carcere con l’impegno di non lasciare Roma.

Inizia, così, la ricerca di un lavoro che gli consenta di man-tenere la famiglia che, oltre alla moglie Francesca, è cresciuta con la nascita di due fi glie: Maria Romana e Lucia (che diventerà suora), alle quali si aggiunge-ranno, in seguito Cecilia e Paola.

Lavora privatamente come traduttore e viene anche aiutato economicamente da alcuni amici.

Finalmente, nel 1929, è assunto come impiegato alla biblioteca vaticana (a 48 anni di età) nella quale lavorerà per circa 15 anni.

Il lavoro nella biblioteca vatica-na gli consente di conoscere la re-altà politica, economica, sociale e religiosa a livello mondiale, di scrivere (sotto vari pseudonimi) opere di carattere storico e cultu-rale, in particolare sulle vicende del movimento cattolico in Euro-pa, di elaborare idee e programmi per il recupero della democrazia in vista della fi ne della dittatura fascista, e di tenere i contatti con le poche persone che non hanno

CONTINUA A PAG. 14

È vittima di pesanti attacchi dai fascisti chelo accusano di «austriacantismo», viene arrestato con la falsa accusa di tentato espatrio, processato

e condannato a quattro anni di reclusione(due dei quali condonati) e a una forte multa

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perso la volontà della rinascita.È un periodo particolarmente

fecondo per quanto riguarda la preparazione personale e per la elaborazione di idee ricostruttive di un’Italia in ginocchio.

Alla caduta del fascismo, dopo il 25 luglio 1943, è pronto per tornare alla politica attiva: fa parte del Comitato antifascista a nome del rinato partito cattolico, la Democrazia Cristiana.

Nel giugno 1944 è nominato ministro senza portafoglio nel primo governo Bonomi e, il 12 dicembre, ministro degli Esteri nel secondo governo Bonomi.

Alla liberazione dell’Italia dal fascismo (25 aprile 1945) diventa ministro degli Esteri nel governo Parri e, il 10 dicembre dello stes-so anno, diventa presidente del Consiglio; è il primo presidente cattolico dall’Unità d’Italia (dal 1861). Governerà ininterrotta-mente, anche se con governi con composizione diversa, fino al settembre 1953.

Durante la sua presidenza in Italia si realizza una profonda trasformazione che consentirà di uscire da situazioni dramma-tiche legate al pericolo di guerra civile, favorita da un’economia disastrata, da gravissime carenze di infrastrutture, da fabbriche e

abitazioni distrutte, da disoccu-pazione dilagante, da una credi-bilità internazionale praticamente inesistente, da una situazione talmente pesante da mettere in pericolo le stesse istituzioni dello Stato.

Alcide De Gasperi affronta la difficile realtà con metodo rigoroso, con convinzione nella democrazia, con grande perso-nalità incardinata su un carattere asciutto, profondamente onesto e rispettoso delle opinioni di tutti, con un modo di parlare schietto, senza fronzoli e/o frasi ampollose e inconcludenti, con una testimo-nianza di vita sobria, legata alla famiglia ed ai valori cristiani che lo hanno sempre sostenuto e che lo sosterranno per tutta la vita.

L’epoca degasperiana è l’e-

PROFILI

poca delle grandi riforme che trasformano l’Italia: il passaggio dalla monarchia alla repubblica, la preparazione e l’approvazione della nuova Costituzione Italiana, la collocazione politica dell’Italia nell’Europa occidentale e l’ami-cizia con gli Stati Uniti.

Nella legislatura dal 1948 (anno in cui la Democrazia Cristiana ottiene la maggioranza assoluta in Parlamento) al 1953 il Parlamen-to italiano approva 2316 leggi e si realizzano numerose riforme come: la riforma della casa, la riforma dell’agricoltura, la ri-forma fi scale, l’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno, la co-stituzione dell’ENI, l’attuazione dei programmi previsti dal piano Marshall, l’adesione dell’Italia al Patto Atlantico, l’esecuzione

delle clausole previste dal Trat-tato di pace, la riorganizzazione delle Forze Armate, l’avvio della costruzione dell’Unione Europea.

Nella XVI legislatura (2008 - 2013), invece, in Italia si sono approvate solo 391 leggi, nessuna delle quali riguarda la approva-zione delle riforme che, da oltre 20 anni sono all’evidenza di tutti i partiti e che sono sollecitate anche dalla Unione Europea.

Alcide De Gasperi è, oggi, rivalutato anche da partiti che, fino a qualche decennio fa, lo criticavano in maniera pesante.

Alcide De Gasperi viene con-siderato il vero ricostruttore dell’Italia e uno dei promotori dell’Unione Europea assieme ad Adenauer, Monnet e Schuman.

Noi, ricordando la grande fi gura del trentino Alcide De Gasperi, vorremmo che, oggi, in Parla-mento si potessero approvare quelle riforme che tutti auspica-no, ma che non si realizzano per la presenza di contrapposizioni partitiche ed interessi particolari, spesso di carattere personale.

Alcide De Gasperi è un esem-pio da imitare da ciascuno di noi, e in particolare dai parlamentari di oggi, per serietà, rispetto dei principi della democrazia e testimonianza di vita personale corretta e irreprensibile.

Aldo Degaudenz

CONTINUA DA PAG. 13 È il 10 dicembre 1945 quando diventa presidente del Consiglio dei ministri, carica che ricopre fi no

al settembre 1953. L’epoca degasperianaè il periodo delle grandi riforme che trasformano

l’Italia: il passaggio dalla monarchiaalla repubblica, la preparazione e l’approvazione della nuova Costituzione Italiana, la collocazione

politica dell’Italia nell’Europa occidentalee l’amicizia con gli Stati Uniti

NELLE FOTO. In alto a sinistra, la casa natale di Alcide De Gasperi a Pieve Tesino, oggi museo; a destra, la casa estiva in Val di Sella dove morì De Gasperi il 19

agosto 1954. Qui sopra, parenti e autorità alla messa celebrata il 19 agosto 2014 a Borgo Valsugana dall’Arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan.

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CIRCOLI

Il 7 novembre, presso il Club Unión della città di Carmelo (Uruguay), si è tenuta la «festa» che ha concluso l’attività 2014 del Circolo Trentino di Carmelo.

All’evento, curato dalla presi-dente Teresa Gazza (nella foto in basso insieme a Jorge Zas) e dal direttivo, si è registrata una buona affl uenza di soci, ai quali si sono aggiunti ventisette soci del Circolo Trentino di Montevideo (Uruguay), una presenza che ha permesso al nostro Circolo di riunirsi al suo «gemello» durante i festeggiamenti, contribuen-do alla conoscenza reciproca e all’integrazione di entrambe le istituzioni.

La festa è stata organizzata in modo impeccabile.

In occasione della cena comu-

nitaria, il coro del Circolo Trenti-no di Carmelo (foto qui sotto) si è esibito presentando un repertorio molto vasto, riscuotendo grande successo tra i presenti.

La professoressa di lingua italiana e il suo gruppo di alunni hanno presentato il loro lavoro sui detti popolari italiani e gli equivalenti in spagnolo.

Una coppia di giovani si è esi-bita in modo eccellente in alcune

L’EVENTO, CHE SI È SVOLTO NELLA CITTÀ URUGUAYANA IL 7 NOVEMBRE, HA CONCLUSO L’ATTIVITÀ PROGRAMMATA NEL 2014

Alla festa del Circolo trentino di Carmeloanche un gruppo arrivato da Montevideo

danze creole, tra cui il malambo, stuzzicando continuamente l’at-tenzione del pubblico presente.

Il giorno seguente, i visitatori di Montevideo si sono recati alla sede del Circolo Trentino di Carmelo, presso cui sono stati ricevuti dalle autorità del Circolo.

È stato un incontro molto posi-tivo, che darà sicuramente inizio a una nuova forma di lavoro, più conforme al mondo contempora-

neo e ai tempi che corrono.Questa visita a Carmelo dei

soci del Circolo di Montevi-deo è stata organizzata al fi ne di promuovere l’interazione e l’intensifi cazione dei contatti fra i Circoli dell’Uruguay, nello spi-rito di collaborazione sollecitato dall’Associazione Trentini nel Mondo all’incontro dei Coordi-natori, tenutosi nel marzo 2014.

Durante l’incontro è stato an-che ricordato che nel 2016 sarà proprio Carmelo la sede del-l’«Incontro Nazionale Trentino dell’Uruguay», che quest’anno si è tenuto a Rivera- Livramento e che l’anno prossimo sarà organiz-zato a Colonia del Sacramento.

Jorge Zás FernándezCoordinatore Circoli Uruguay

Auguri di Buon Anno a tutti i nostri lettoriNella fotografi a, il presepio allestito da padre Pedro Wolcan Olano, nella parrocchia di Carmelo (Uruguay), con statuine realizzate da Giuseppe Mich, artigiano di Tesero, in val di Fiemme, il paese da cui sono partiti gli avi di padre Pedro. Approfi ttiamo di questabella immagine, per augurareBuon Natale e Felice Anno Nuovoa tutti i nostri fedeli lettori.

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CIRCOLI

In occasione del 25° anniversa-rio della sua fondazione, il Circo-lo Trentino di Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul - Brasile) il 4 dicembre ha visitato il Circolo Trentino di São Valentin do Sul, presso cui sono state esposte le foto d’epoca dei primi immigrati di Bento, che avevano succes-sivamente colonizzato anche São Valentin do Sul (foto qui a fi anco).

La città conta circa duemila abitanti, la maggior parte dei quali discende da italiani; durante l’incontro, siamo stati ricevuti dalla segretaria per l’istruzione e la cultura, Bruna Luiza Benve-gnú, dal sindaco, Gilman Nichele

e dal presidente del Circolo, Ildo Ambrosi.

In occasione della «VI Notte Artistica e Culturale» delle scuole di São Valentin do Sul, sono stati presentati i lavori sviluppati con la collaborazione dei giovani

di questa meravigliosa città, la recita natalizia e, infi ne, c’è stata l’esibizione del Coro del Circolo Trentino di São Valentin do Sul.

Il Circolo Trentino di São Va-lentin do Sul intende avviare un progetto di gemellaggio e durante

l’incontro con il sindaco Nichele, quest’ultimo ha proposto a Ildo Ambrosi e al Circolo Trentino di São Valentin do Sul di avviare le iniziative necessarie per dare vita a un gemellaggio, attraverso il quale rafforzare il legame con le radici culturali in Trentino e favorire un avvicinamento dei giovani alla cultura italiana.

Per dare un aiuto concrerto, il Circolo Trentino di Bento Gonçalves si è offerto di fornire le liste con i nomi degli immigrati trentini che ora risiedono a São Valentin do Sul e delle loro città di origine in Trentino, per con-cretizzare un futuro gemellaggio.

Sandro Giordani

Il Circolo di Bento Gonçalves ha fatto visitaal Circolo trentino di São Valentin do Sul

All’età di 95 anni, Dovilio Mattuella ci ha lasciati il 7 agosto di quest’anno. È stato sepolto nel cimitero pubblico della città di Garibaldi (Rio Grande do Sul - Brasile). Do-vilio era nato il 19 luglio 1919 a Coronel Pilar, fi glio di Quinto Mattuella ed Emilia Zanatta. Lascia la moglie Norma Brigolin Mattuella, con cui era sposato da 64 anni, sette fi gli e dodici nipoti.

Durante tutta la sua straordinaria vita, ha lasciato innumerevoli esempi di bontà. Era molto amato e stimato da tutti. È sempre stato un uomo corretto, un cittadino esemplare, un eccellente compagno, marito e padre, attento a tutti i comandamenti cristiani.

Riusciva a far coesistere l’aspetto indivi-duale e ciò che è collettivo, partecipando attivamente ai progetti comunitari della parrocchia, del sindacato e delle cooperative agricole.

Sebbene fosse fi glio di un piccolo agricol-tore, con i limiti scolari dell’epoca, mostrava

una grande intelligenza e godeva un’eccellen-te preparazione fi sica. Si è poi distinto per la straordinaria abilità di muratore nel decennio del 1940, poiché ha contribuito notevolmente

alla realizzazione di opere magnifi che, tra cui chiese e capitelli, che rimangono tuttora strutture imponenti e solide.

A fronte dell’importanza delle sue opere e del suo impegno nella conservazione dell’i-dentità culturale, nel 2012, su iniziativa del vice sindaco Francisco Tedesco, ha ricevuto la massima onorifi cenza concessa dal Co-mune di Garibaldi, l’«Ordem do mérito do imigrante - Giuseppe Garibaldi» (Ordine al Merito dell’Immigrante).

Sebbene fosse orgoglioso di essere un gaúcho e un brasiliano, non dimenticò mai le sue origini italiane. Per rendere omaggio al suo avo Giuseppe Mattuella, immigrato di Trento giunto nel dicembre 1875, Dovilio ha richiesto (tramite la legge 379/2000), otte-nendolo, il riconoscimento della cittadinanza italiana, trasmessa ai suoi successori. Dovilio se n’è andato come cittadino brasiliano e italiano, con la serenità dei giusti.

Edi Debenetti Mattuella

Cordoglio a Garibaldi per la scomparsa di Dovilio Mattuella

LA TRASFERTA RIENTRAVA FRA LE INIZIATIVE PROMOSSE PER CELEBRARE IL VENTICINQUESIMO ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE

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CIRCOLI

Invio alcune foto scattate durante il corso di cucina italiana che è stato organizzato dal Circolo trentino di Huatusco (Messico), tenuto da Marisa Masé (prima a sinistra in piedi nella foto qui sopra), al quale hanno partecipato discendenti di emigrati trentini.

Il corso si è svolto nell’arco di due mesi e si è concluso il 15 agosto con un pranzo.

Per noi è stata un’iniziativa molto profi cua che ci ha consentito di conoscere qualcosa in più sulle nostre radici.

Ana Maria Canton Jauregui

Corso di cucina di successo a Huatusco

Ascolta la trasmissione

Trentino nel mondo

in onda il giovedì dopo il giornale radio delle ore 13.00

venerdì alle ore 18.05.

Visita il sito: www.radioitaliatrentinoaltoadige.it

Il Circolo trentino di San Nicolás de los Arroyos (Argentina) ha partecipato alla “Mostra artigianale, culturale e tradizio-nale” che si è svolta dal 24 al 26 ottobre 2014 (nella foto in alto a sinistra, l’ingresso dell’edifi cio che l’ha ospitata).

Nello spazio riservato al Circolo sono stati esposti foto e libri sul Trentino, una riproduzione della situla risalente al IV secolo rinvenuta in Trentino (la situla è

un contenitore in bronzo, un piccolo sec-chiello, che veniva utilizzato per il vino), una grappa tradizionale trentina e alcuni oggetti in ferro battuto.

Particolare visibilità è stata data a una fotografi a scattata alla delegazione del Circolo che ha partecipato alla sfilata nazionale civico-militare del 9 luglio 2014, che si svolge ogni anno per celebrare la «Giornata dell’ Indipendenza argentina»,

con la presenza di rappresentanze delle collettività di origine straniera che vivono in Argentina. Nella foto si vede una gio-vane discendente trentina che indossa il costume tradizionale della zona del Tesino.

Nella foto in alto al centro, il presidente del Circolo, Enrique Balestra, e la segreta-ria Elisa Moscon, con alcuni soci del Cir-colo, appartenenti alle famiglie Balestra, Pola, Moscon, Prezzi.

Cultura, tradizioni e artigianato del Trentinoin bella mostra a San Nicolás de los Arroyos

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1811/12 - 2014

CIRCOLI

Domenica 20 luglio la comunità trentina di Sydney (Australia)si è radunata, come fa tutti gli anni, presso il Club Marconi per celebrare la festa del Patrono di Trento, San Vigilio. Nella fi la davanti all’altare c’era una sedia vuo-ta. Qualche giorno prima era venuta a mancare improvvisa-mente Berta Cunico, una dei soci fondatori del Circolo Trentino di Sydney.

Berta era nata a Volano nel 1924 ed era emigrata a Sydney insieme alla madre Germana e la sorella Mirta, su richiamo del padre Massimiliano Aloisi, nel 1930.

A Volano Berta aveva frequen-tato l’asilo e aveva imparato «Le Trentinelle passano», che anche in età matura ricordava perfetta-mente e cantava volentieri alle feste.

La insegnò anche ai fi gli e ai nipoti, che l’hanno cantata sulla tomba della mamma/nonna!

Negli anni del dopoguerra, mentre aiutava il padre nel ne-gozio di alimentari italiani nel sobborgo di Dee Why a nord di Sydney, conobbe il futuro marito

Antonio Cunico, vi-centino, con il quale ebbe poi cinque fi gli.

Sia il padre Max sia la fi glia Berta hanno scritto e pubblicato la loro storia di emi-grazione, che è stata molto apprezzata dai discendenti, parenti e amici.

Berta era conosciu-ta fra i Trentini per il suo amore e talento musicale: era grande

amica di Luciano Pavarotti, con il quale manteneva un rapporto di corrispondenza quando il tenore era in vita.

I fi gli e numerosi nipoti e proni-poti la ricordano come un’ottima cuoca, scrittrice, pittrice, ricama-trice… ma soprattutto per il suo grande amore e la sua generosità di mamma e nonna.

Il funerale è stato celebrato da Padre Bertagnolli, con grande partecipazione di familiari e amici. Erano presenti anche molti trentini con la bandiera del Circolo.

Ai fi gli Gino, Antonio, Nicola, Nita e Loretta, e alle loro fami-glie vanno le condoglianze della comunità trentina di Sydney e dell’Associazione Trentini nel Mondo.

A poche settima-ne dalla scomparsa improvvisa di Berta Cunico, il Circolo trentino di Sydney ha perso un altro suo fe-dele socio, Giordano Tamanini, deceduto il 20 agosto 2014, all’età di 86 anni.

Nato in Val Pas-siria da genitori di Trento, aveva fre-quentato le scuole elementari a Taio (Val di Non). In seguito, la famiglia si trasferì a Cles, dove risiedono tuttora alcuni fratel-li. Uno di questi, Padre Lino, è nell’Ordine dei Camilliani. Giordano si è sempre ritenuto «noneso DOC».

Negli anni ’50, Giordano scel-se la strada dell’emigrazione e arrivò in Australia, dove lavorò prima in Queensland come ta-gliatore di canna da zucchero e poi alla costruzione del grandio-so complesso idro-elettrico delle Snowy Mountains.

Al suo ritorno a Cles nel 1963 conobbe Annamaria Tolotti, con la quale si sposò. Dall’unione nacquero due fi gli, Nadia e Ste-fano. Tuttavia il suo sogno era l’Australia, nazione che accolse lui e la sua famiglia nel 1971, che

abita ancora a nord di Sydney.

Giordano ottenne un buon lavoro pres-so il Dipartimento delle Opere pubbli-che di Sydney e lì rimase fi no alla pen-sione: Annamaria, invece, ebbe la pos-sibilità di esercitare la sua professione di sarta specializzata.

Giordano era ami-co di Giulio Larcher

(compagno di scuola a Taio), presidente fondatore del Circolo trentino di Sydney.

La famiglia Tamanini ha sem-pre partecipato alle feste dei trentini di Sydney e alle Conven-tions dei Trentini in Australia. Nel mese di settembre 2013, Giordano e Annamaria hanno celebrato le nozze d’oro con i trentini che partecipavano alla Convention dei Circoli che si è tenuta a Sydney.

Al funerale, celebrato da Padre Bertagnolli, erano presenti vari trentini con la bandiera dell’As-sociazione Trentini di Sydney.

Ad Annamaria, ai fi gli, ai fra-telli e alla sorella di Giordano vanno le condoglianze dei Tren-tini di Sydney e dell’Associazione Trentini nel Mondo.

Il Circolo di Sydney ha perso due soci fedeli

La morte del nostro presidente Enrico Beltrami ha lasciato un vuoto nel nostro Circolo di Quean-beyan/Canberra (Australia).

Sabato 6 dicembre 2014 il comitato direttivo si è riunito per eleggere il nuovo presidente.

Frank Beltrami, fi glio di Enrico, è sempre stato socio del nostro Circolo e sarebbe stato il presidente ideale ma, a causa di impegni di lavoro e di famiglia, ha declinato la proposta.

Dopo breve colloquio, Dante Cologna (foto a

centro pagina) ha accettato di essere il nuovo pre-sidente.

Dante è socio del nostro Circolo fi n dalla sua fondazione ed è sempre stato un attivo membro.

Nelle altre due immagini, una foto di gruppo scattata in occasione della riunione del direttivo del Circolo e un primo piano di Concetta Bontempelli che mostra orgogliosa un vassoio di crostoli fatti da lei e da Maria Zanetti per l’ occasione

Agnese Terzi, Segretaria

Dante Cologna è stato eletto nuovo presidentedel Circolo trentino di Queanbeyan/Canberra

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Trentini di Como e Lecco, Natale insiemeIL TRADIZIONALE INCONTRO DI FINE ANNO PER LO SCAMBIO DEGLI AUGURI SI È TENUTO SABATO 7 DICEMBRE AD ERBA

Il periodo natalizio è l’occa-sione più sentita per favorire l’incontro dei trentini residenti nelle province di Como e Lec-co. Sabato 7 dicembre infatti il Circolo Trentino si è riunito in Erba, presso la parrocchia di S. Maurizio, per festeggiare, secon-do le tradizioni trentine, S. Lucia e il Santo Natale.

È stata un’occasione, per i conterranei e amici, di incontrarsi per vivere una giornata tutti insieme nel segno dell’amicizia fraterna e del piacere dello stare insieme trentino, partecipando con solidarietà alle vicissitudini di ciascuno di noi.

Le due solennità dicembrine ci portano a ricordare la nostra fanciullezza in Trentino, quando aspettavamo Santa Lucia per i doni che essa generosamente ci portava, assecondando i nostri desideri, ed aspettavamo il Na-tale per dedicarci a preparare il

francescano presepe con sempre maggior originalità e il nordico abete, il tannenbaum, addobbato con oggetti natalizi, mele, regali e luminarie.

Quest’anno è coinciso con il 40° anniversario di fondazione del Circolo trentino di Como e Lecco e la ricorrenza è stata

vissuta da tutti noi con ancora maggior gioia nel vedere la partecipazione al nostro pranzo di un rappresentante della Tren-tini nel Mondo, nella persona di Aldo Degaudenz, vice presidente dell’Associazione - al quale va il mio affettuoso ringraziamento - che ci ha consegnato una targa

ricordo; è un gentile pensiero che ci fa sentire vicini al Trentino e ai trentini nel mondo.

Alla gioia per il regalo da Tren-to si è poi aggiunto il gradimento per le copie della «Strenna trenti-na», portata da Trento sempre da Degaudenz, e per l’iscrizione al nostro Circolo di un nuovo socio: l’on. Renzo Pigni, già sindaco di Como.

Vorrei infi ne, con gli auguri di fi ne anno, ringraziare di nuovo tutti i trentini presenti all’incon-tro, particolarmente coloro che si sono prodigati per la buona riuscita della giornata, cioè Lu-igi Moser (segretario-tesoriere), Pia Pellegrini (vicepresidente), Osvaldo Amistadi, primo con-sigliere e le consigliere Bruna Moser, Grazia Nardon, Anna Svaldi.

Guido EndrizziPresidente Circolo trentino

di Como-Lecco

CIRCOLI

sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840e-mail: [email protected] / sito internet: www.trentininelmondo.it

«La nostra castagnata d’autunno con tombola ha avuto successo ed è stata ben frequentata: i Trentini erano pochi ma sono arrivati molti simpatizzanti del Circolo, che da tempo partecipano con piacere ed affetto alle nostre iniziative: e non possiamo che esserne contenti».

È con queste parole di soddisfazione che Giuliano Morandini, presidente del

Circolo trentino di Basilea (Svizzera) com-menta l’andamento di uno dei tradizionali appuntamenti, previsti dal calendario di attività del Circolo.

Morandini è il primo a destra nella foto in alto, insieme a Sandra e Paola, durante l’estrazione dei numeri per la tombola. Nella foto qui a fi anco, l’equipe che ha lavorato all’organizzazione dell’evento.

Castagnata con tombolaper il Circolo di Basilea

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2011/12 - 2014

CIRCOLI

La polenta? Versare la farina di mais in una pentola, aggiungere acqua e sale, e poi cuocere giran-do con energia e perseveranza. Il gioco è fatto!

Ma cosa mai c’è da raccontare sulla polenta? Un sacco! Per lo meno in quella radiosa giornata di settembre in cui circa trenta per-sone tra trentini e simpatizzanti si sono ritrovati a tavola in una soleggiata terrazza nel Sauerland. Qui Lamberto Canal ha servito la polenta appena scaldata sul grill, accompagnata dal formaggio tipi-co di Moena, il “Puzzone” e dalle salsicce, pure nostrane, grigliate a regola d’arte dall’amico tedesco/argentino Manfred, sempre di-sponibile a dare una mano. Molto apprezzati anche gli strudel e gli ottimi vini.

Ma la polenta «è molto di più di una semplice pietanza» fa sapere Lamberto di Moena, «la polenta è un pezzo di terra natia, non per niente noi siamo detti polentoni!»

Questo sono in grado di con-fermarlo. Infatti ricordo ancora oggi come nostro nonno, venuto in Germania dal piccolo paese di Sasso, vicino ad Asiago, sorpren-deva noi, allora bambini, con un piatto di polenta. In quel tempo, anni sessanta, nei supermercati

tedeschi non si trovavano ancora tanti prodotti italiani e quando per vie contorte fi nalmente la farina di polenta veniva consegnata, quello era un giorno di festa. Il nonno restava a lungo presso i fornelli a girare la polenta fi no ad avere le braccia doloranti. Poi la morbida massa giallo-oro veniva capovolta come una torta e la nonna entrava in azione e con un fi lo tagliava le fette di polenta a cui si accompagnava lo spezza-tino. Indimenticabile!

In quella giornata nel Sauer-

land è andata in maniera diversa. Cinzia, Marzia e Agnese avevano portato la polenta già cotta e le fette dovevano essere messe solo brevemente sul grill. Che la po-lenta sia d’obbligo per un trentino sono tutti d’accordo. E tuttavia polenta non è uguale a polenta.

C’è la polenta concia, a cui viene mischiato del formaggio o la polenta taragna, che può essere fatta con la farina di grano sara-ceno e ancora la polenta con pez-zetti di lardo o con le patate ecc. A Venezia la polenta è bianca e

morbida. Spesso è accompagnata dai gamberetti grigi della laguna, le schie o dalle alici fritte. Come si vede la polenta non è solo farina e acqua ma molto di più e se ne potrebbe parlare per ore.

Detto questo, non bisogna dimenticare il torneo di bocce, gioco che ormai per tradizione è la vera occasione dell’incontro.

Stavolta sono stati i trentini a dividersi i primi posti in classifi -ca. Vincitore assoluto è Anchise (da Trento), mentre al secondo posto si è piazzato Rudy (da Riva del Garda) e al terzo Marzia (da Sorte/Moena). Il premio di con-solazione è andato ad Annegret da Ravenna, che di passaggio a Dortmund ha voluto prender parte alla nostra manifestazione assieme al marito Massimo.

Dopo il torneo abbiamo fatto una lunga passeggiata sulle col-line del Sauerland, come sempre sotto la guida di Sandro Caccio. Anche il torneo di bocce si è svolto nella sua bella casa. Grazie infi nite, Sandro.

Abbiamo quindi concluso la giornata in un locale tipico della zona dove abbiamo cenato e fe-steggiato il bel traguardo degli 80 anni della nostra socia Giannina (da Bolzano). Walter Bau

Podio tutto trentino al torneo di bocceorganizzato dal Circolo di Dortmund

Il 29 luglio scorso, circondato dai suoi cari nella sua casa, se n’è andato Lino Franch, un prezioso membro della nostra grande comunità trenti-na di Chicago (Stati Uniti).

Lino e Maria, sua moglie da 62 anni, erano membri di lunga data del Club Alpino trentino di Chicago.

Membri impegnati, amavano sia le loro radici sia il paese di adozione, oltre alla loro famiglia e agli amici.

Lino era stato consigliere del Circo-lo. Egli e la moglie erano considerati due preziosi membri, sempre pronti a offrire il loro aiuto, se necessario.

Ci mancherà molto.

Ci mancheranno soprattutto il suo sorriso e i suoi occhi, che brillavano quando gli veniva chiesto di rac-contare una storia, poiché era sicuro che avrebbe fatto sorridere chiunque attorno a lui.

Il Direttivo del Circolotrentino di Chicago

Lutto nel Circolo di Chicago per la perdita di Lino Franch

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21 11/12 - 2014

CIRCOLI

A Toronto il 7 febbraio 2015 si festeggerà il cinquantesimo anniversario del CircoloL’edizione «novembre-dicembre 2014»

di «Notizie dalla baita», la newsletter del Circolo Trentino di Toronto (Canada), si apre con un messaggio da parte del presidente del Circolo, David Corazza, nel quale, dopo aver rivolto sentite condoglianze alla famiglia Zeni per la perdita di Dario Zeni, ex-presidente e fondatore del Circolo, augura poi a tutti i lettori un gioioso Natale e ricorda che il pros-simo anno si celebrerà il 50° anniversario del Circolo, agognato traguardo e simbolo della collaborazione e del lavoro della comunità trentina all’estero.

Nelle nove pagine della newletter si parla della partecipazione di una folta delegazione del Circolo alla festa per l’85° anniversario del Circolo Trentino di Solvay (stato di New York -USA), che si è svolta il 18 ottobre: l’evento è stata un’occasione per onorare i defunti e trascorrere una giornata all’in-segna della tradizione trentina, soprattutto gastronomica.

Altro momento di convivialità di cui si parla nella newsletter è la tradizionale «Cena de la Val de Gresta», tenutasi il 27 settembre presso la sede del Circolo, durante la quale i parteci-panti hanno potuto gustare molte prelibatezze trentine, tra cui polenta, crauti, grana, ecc.

Altro evento di grande rilevanza è stato l’arrivo a Toronto di un gruppo di trentini della Val di Non. I componenti, accolti dalla

comunità nonesa d’oltreoceano, si sono sentiti «a casa» grazie alla polenta, al vino, alla grappa e alle targhe delle automobili con la scritta «Val di Non» e a tanti ricordi ben custoditi, che hanno dimostrato il profondo attaccamento degli emigrati trentini alle loro origini.

Inoltre, il Circolo ha avuto il piacere di accogliere Valentina Dapor, studentessa di Rovereto, durante il picnic della comunità. L’anno scorso, la famiglia di Valentina haveva ospitato in Trentino Henri Rabalais,

che aveva partecipante al Programma di inter-scambio giovanile, promosso dalla Provincia Autonoma di Trento, che permette a giovani discendenti di trentini emigrati di tornare nella «madrepatria» per visitare luoghi di interesse culturale e storico.

Nella sezione «anagrafi ca» della newsletter vengono annunciate le nascite di Isabella Chiara (26 ottobre), fi glia di Richard e Deanna De Marchi, di Charlotte Rose (18 settembre), nipote di Fatima e Adriano Marchetti e di Ge-orgia Rose (02 settembre), fi glia di Micheal e Amanda-Lee Marchetti.

Calorosi auguri di buin compleannoi sono rivolti all’ottantenne Paolo Tanel (Spormag-giore) e ad Adelina Arnoldo (Revò), che il 13 dicembre ha compiuto cento anni.

Per quanto riguarda i matrimoni, c’è stato il 25 ottobre quello fra Alessia Marchetti e Matthew Annibale e vengono ricordati gli anniversari delle coppie Natalia e Franco Prevedel (45 anni), Luciana e Joe Marchetti (40 anni) e Teresa e Rino Filippi (50 anni).

Dario Zeni, Daniela Lorenzoni, Joan Mar-chetti, Gina Delpero, Silvia Martini e Grace Marcolini, sono le persone scomparse ricor-date nella newletter.

Tra gli appuntamnenti in programma all’i-nizio del prossimo anno, vengono citati la Giornata dei canederli (il 17 gennaio) e le ce-lebrazioni per il 50° anniversario (7 febbraio).

NELL’ULTIMO NUMERO DELLA NEWSLETTER SI ANNUCIA ANCHE LA DATA DEI FESTEGGIAMENTI PER L’IMPORTANTE TRAGUARDO

I nuovi membri Greg Genetti e sua moglie hanno partecipato al nostro raduno di settembre.

Greg è il titolare a Campbell di un’azienda CPA (Certifi ed Public Accountant, vale a dire uno studio di commercialisti certifi cati presente negli Stati Uniti, n.d.r.)

La famiglia Genetti è origi-naria di Castelfondo, in Val di Non. Inizialmente, i Genetti emigrarono a Hazleton, in Pennsylvania, dove trovarono una grande comunità di tren-tini, impiegati nell’industria mineraria locale. Hazleton ha sempre avuto un Circolo Trentino molto attivo, tanto che il primo convegno tra le comunità trentine negli Stati Uniti e in Canada (ITTONA) si è tenuo proprio in questa città.

La location per il raduno di settembre è stata messa a disposizione proprio dalla Ge-netti Inn & Suites.

Maria Mortati è stata nella nostra mailing list per un po’ di tempo, ma l’evento di settembre è stato il primo al quale ha parte-cipato, accompagnata dal marito, Mark Glusker.

Maria è calabrese da parte del padre, originario di una cittadina fondata dagli Arbereshe, comu-nità albanese fuggita dall’Impero Ottomano tra il XV e il XIX secolo e stabilitasi in diverse zone dell’Italia meridionale. Ai giorni nostri, la lingua e la cultura Arbreshe sono presenti in alcune città del Sud Italia; tuttavia, esi-stono alcune comunità Arbreshe in California, ad esempio a Sacra-mento, dove è presente un circolo Arbereshe.

Maria è trentina da parte di madre, appartenente alla famiglia Polli della Val Rendena, e visita

Nuovi soci nel Circolo trentino di San FranciscoDue notizie tratte dall’ultima newsletter

del Circolo di San Francisco (USA)

Al nostro evento, Greg ha avuto il piacere di incontrare Max Cologna, la cui famiglia proviene anch’essa da Castel-fondo, e Gemma Angeli Zueck, il cui fratello, Padre Angeli, celebra la messa domenicale a Castelfondo.

Speriamo di poter condivi-dere altri piacevoli momenti con Greg, Mary e i tanti altri Genetti nella Bay Area.

spesso i suoi parenti in Trentino. Gli avi di Maria erano arrotini (moletas) di professione, come molti abitanti della Val Rendena. La famiglia Polli emigrò in ogni dove, sfruttando questa partico-lare abilità.

Anche Maria viaggia dovun-que, ma in qualità di exhibit developer in ambito museale e designer.

Per ulteriori informazioni sulla carriera professionale di Mari, è possibile visitare il suo sito web http://mortati.com/bio/ e il blog http://elasticmuseum.org

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2211/12 - 2014

DALLE VALLI

«RADICI: DALLA TERRA AL FUTURO» ERA IL TEMA DEL PROGETTO CULTURALE PROMOSSO NEL CORSO DEL 2014

Da Grumes idee per un nuovo mododi recuperare e vivere la montagnaSiamo alle porte dell’inverno

ed è ora di bilanci, anche per quanto riguarda le attività esti-ve messe in campo a Grumes, dinamico e fantasioso paesino della Valle di Cembra, che da qualche anno a questa parte sta affermandosi come fucina di idee e laboratorio per un nuovo modo di recuperare e vivere la montagna.

Il progetto 2014 aveva un tema forte, strettamente connesso alla politica di valorizzazione delle peculiarità locali: «RADICI» intese sia nel senso materiale vegetale, dentro la terra legate al progetto di recupero di una nuova agricoltura della montagna, ma anche storico, culturale, espres-sione e sedimento dell’identità della comunità.

Già titolo e sottotitolo «Radici: dalla terra al futuro» evidenziano che non ci si è voluto solo scavare nella polvere del tempo ma con tutto un programma di iniziative ed eventi lavorare su più fronti per cercare di riscoprire e rein-terpretare tali temi e darne una visione per il domani delle nuove generazioni.

Radici è al plurale, perché sono tante, diverse, ciascuna con una propria linea di scavo ed indagi-

ne, ma legate sinergicamente alla ricerca nei profondi del proprio «humus»di linfa ed energie per far crescere la pianta, alimentarla e farla protagonista del proprio territorio e del paesaggio, tout court.

Ecco quindi lo spazio per le due mostre allestite a Grumes presso la struttura delle Are: una fotografi ca esaltante la natura del territorio italiano attraverso gli alberi curata da Tiziano Fratus «HOMORADIX»e in abbina-mento ad altrettante foto del nostro territorio, l’altra, storica: «RADICI: dalla terra al futuro»

curata da Roberto Bazzanella, Pio Rizzolli e Paolo Piffer per raccontare il passato agricolo dei nostri paesi, del paesaggio culturale di Grumes, ma anche dell’intera Valle di Cembra, fatto di terrazzamenti, di agricoltura eroica volta a dare il pane quo-tidiano alle nostre comunità attraverso i volti dei nostri avi, gli strumenti logorati dal lavoro, le foto di paesaggi un tempo molto più vissuti di oggi.

I quadri fi nali ed il senso dell’ esposizione stavano nel presen-tare le esperienze nascenti, le possibilità di sviluppo nuovo e

innovativo dell’agricoltura attra-verso piccole e grandi aziende che hanno cominciato a lavorare a Grumes, a recuperare ettari di montagna abbandonata in un se-colo di emigrazioni. Recuperare le energie della terra e le radici culturali di una comunità che è vissuta per secoli in simbiosi con il proprio territorio.

Accanto a questi tutta la serie degli appuntamenti di intratte-nimento estivi: la cena in piazza animata dal Gruppo folkloristico di Caldonazzo con la rappresen-tazione dei «Vecchi mestieri», i concerti organizzati dai giovani come il Raduno Rock o dal Coro «Gh’era ‘Na Volta», la festa alpi-na… ecc.. Tutti appuntamenti che testimoniano l’apertura culturale del paese di Grumes la vitale collaborazione di tutte le forze presenti in paese all’organizza-zione, ma anche il successo di un pubblico sempre più vasto ed interessato ai temi proposti e alle modalità di presentarli.

Le Radici della musica sono state messe alla ribalta dall’am-plio successo di due seguitissimi concerti di musica folk: i Silene e i Dia Duit, e dal concerto di Marco Ravasio che partendo dal-le radici della musica è arrivato

Inaugurata a Croviana nuova rimessaper treni e autobus della «Trento-Malé»

50 anni e non li dimostra: parliamo della Trento-Malé, nata come tramvia extraurba-na addirittura oltre cento anni fa - all’epoca era la più lunga via elettrifi cata dell’Impero austroungarico - e poi «rinata» come ferrovia il 13 dicembre del 1964.

Un’opera per certi versi controcorrente, inaugurata in pieno boom dell’automobile, che ha anticipato la sensibilità attuale per la mobilità sostenibile. Un’opera ancora oggi preziosa, nel quadro di un sistema di trasporti pubblici integrato ed effi ciente, nell’interesse tanto della città capoluogo quanto delle valli.

Un’opera che oggi si inserisce armoniosamente «nel conteso dei trasporti pubblici su ferro e su gomma del Trentino», come ha ricordato la presidente di Trentino Trasporti Monica Baggia e che «apporta un valore

aggiunto alla valle», come ha sottolineato la sindaca di Croviana Laura Ricci.

In occasione di questo importante cinquan-tenario Trentino trasporti e Trentino trasporti esercizio hanno inaugurato il 13 dicembre la nuova rimessa dei treni e degli autobus nel comune di Croviana, in Val di Sole. L’opera nasce dall’esigenza di dare una collocazione adeguata ai mezzi, circolanti sia su gomma che su ferro, del trasporto pubblico locale che gravitano sul bacino della valle di Sole.

Il nuovo fabbricato, capace di ospitare al coperto 28 autobus e 8 treni, è strutturato

inoltre per consentire il lavaggio dei bus e per far fronte alle necessità di servizio del personale viaggiante con una serie di locali accessori, compresa una foresteria.

Alla cerimonia hanno preso parte anche il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, l’assessore provinciale alle infrastrutture Mauro Gilmozzi, con il collega

alla coesione territoriale Carlo Daldoss. In mattinata, invece, presso la stazione di Trento della linea, è stata inaugurata una piccola mostra dedicata al cinquant’anni della ferrovia.

Uffi cio Stampa PAT

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23 11/12 - 2014

DALLE VALLI

fino ai giorni nostri accompa-gnato «solo»dal suo violoncello. E quanto la musica sia radicata nell’animo popolare lo hanno te-stimoniato le centinaia e centinaia di spettatori intervenuti al Rifu-gio Potzmauer all’appuntamento de «I suoni delle Dolomiti» con Mark Harris e al 5° festival della Fisarmonica con la presenza di innumerevoli artisti anche di fama internazionale come Marco Lo Russo.

Le Radici sono un tema stimo-lante e aperto a vari ambiti della cultura, della vita, dell’economia, del paesaggio, della storia. Le radici non si vedono, sono nasco-ste dentro le «terre», non fanno rumore, lavorano in silenzio ed in ogni situazione, hanno il colore del buio; ma ci sono e tengono in piedi l’albero, la comunità, sono la storia della sua crescita, danno vigore e direzione al suo futuro.

Le foglie cadono ad ogni sta-gione le radici lavorano sempre e danno senso e sapori alla vita quotidiana. Temi che vanno dalla fi losofi a alla poesia, dal paesag-gio al cibo, dalla geografi a alla storia. E su queste tematiche il progetto di Grumes ha proposto non un convegno specifi co per addetti, ma una serie di serate/incontri con hanno personaggi ed interpreti della cultura del calibro di Don Marcello Farina, fi losofo, Annibale Salsa, antro-pologo e Presidente emerito del CAI, Alberto di Gioia, ricercatore del Politecnico di Torino, Sergio Valentini, ristoratore e già pre-sidente di Slow Food Trentino Alto Adige, Walter Nicoletti, giornalista, Franco De Battaglia, storico, giornalista e cultore della nostra civiltà alpina. Incontri se-guitissimi che hanno dato modo di approfondire e diffondere la

percezione dell’importanza del-le radici e dell’essere radicati, specialmente oggi nel mondo della globalizzazione che sta cancellando riferimenti, identità e radici.

A tutto questo hanno fatto da contorno escursioni sul «Sen-tiero dei vecchi Mestieri», vero e proprio museo all’aperto che documenta le radici della cultura contadina dell’Alta Val di Cem-bra e sulla fi tta rete dei sentieri tracciati in secoli di utilizzo delle risorse forestali. Una per tutte va citato l’evento de «I Colori del Bosco»di fi ne ottobre che ha visto la partecipazione di un centinaio di «escursionisti»entusiasti di luoghi, boschi, colori e persone che hanno animato l’evento.

La chiusura del progetto vede per il periodo Natalizio diversi importanti appuntamenti: uno il 20 dicembre la presentazione

del libro «Stelle, Gelindi, tre Re. Tradizione orale e fonti scrit-te nei canti di questua natalizio-epifanici dell’arco alpino dalla Controriforma alla globalizza-zione» di Renato Morelli. Ap-puntamento che porrà in evidenza come Grumes sia stato una delle culle della tradizione dei canti natalizi della «Stella». A questo seguirà il giorno 21 un concerto del coro «Croz Corona»mentre per l’Epifania 2015 è previsto lo spettacolo fi nale del progetto «Ci sarà…una volta» con pro-tagonista recitante la comunità di Grumes sotto la direzione di Tommaso Pasquini. Un progetto innovativo che vuole andare alle radici dell’essere, del vivere e del sentirsi comunità. Quest’anno il tema prescelto è la scuola, che purtroppo in autunno ha chiuso una storia di oltre 150 anni.

Pio Rizzolli

Taglio del nastro per la rinnovata sededella Famiglia Cooperativa di CavedineNel pomeriggio di sabato 6 di-

cembre la comunità di Cavedine si è data appuntamento nel cuore della località in via monsignor Francesco Negri, che, da oltre un secolo (l’anno di fondazione è il 1899), ospita la sede della Famiglia cooperativa, della qua-le mons. Francesco Negri fu il primo presidente.

L’occasione del ritrovo era l’inaugurazione della sede della Famiglia cooperativa al termine dei lavori di ristrutturazione ««durati il tempo necessario per riconsegnare ai consumatori un negozio più bello - ha affermato il presidente Gianluca Caldera - più ricco nell’assortimento, dotato di maggiore funzionalità

per soci, clienti e per chi è a loro servizio. Sono stati tre mesi di lavoro intenso e siamo davvero riusciti a coronare un sogno. Ab-biamo fornito alla nostra gente un servizio sempre più a loro misura per far capire che, la cooperativa, è ognuno di noi».

All’evento ha partecipato un

pubblico numeroso, l’assessore provinciale alla cooperazione Tiziano Mellarini, il senatore Franco Panizza, il presidente della Comunità di Valle Luca Sommadossi e rappresentanti della Cooperazione trentina.

La Famiglia Cooperativa del-la Valle di Cavedine, oltre al

negozio di Cavedine, ha punti vendita a Brusino, Lasino, Vigo Cavedine, Baselga del Bondone, Drena e Padergnone. I soci sono 1143. Il consulente di direzione è Palmo Peterlini, a capo di uno staff di diciotto collaboratori. Il fatturato è di poco inferiore ai tre milioni e mezzo di euro.

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2411/12 - 2014

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Page 27: Mensile dell'Associazione Trentini nel mondo Nov - Dic 2014

CALENDARIO13 dicembre

C.T. Montevideo (UY): festa di fine anno

C.T. Santa Teresa (BR): Assemblea generale e elezioni comitato direttivo

(BR) riunione del Gruppo Giovani Trentini Brasiliani di SC e PR

14 dicembre

C.T. Charleroi (BE): pranzo dei pensionati trentini

C.T. Denver – Colorado (USA): trentini Christmas Brunch

C.T. San Francisco (USA): pranzo di Natale

C.T. Cordoba (AR): pranzo di fine anno

C.T. Buenos Aires (AR): pranzo di fine anno

C.T. Denver – Colorado (USA): Pranzo di Natale

Bresciani amici del Trentino (IT): Santa Messa e pranzo di Natale

17 dicembreAssociazione Trentini nel Mondo (IT): Incontro di Natale

20 – 22 dicembreC.T. di La Louviere (BE): gita ai Mercatini di Natale in Alsazia

21 dicembreC.T. Brescia (IT): pranzo di Natale e Assemblea elettiva

4 gennaioC.T. New England (USA): Festa di Natale

6 gennaioGruppo donne del Circolo Trentino di Toronto (CA): lotteria in

sostegno delle seguenti fondazioni: Kidney Fondation of Canada e Sick Kids Hospital Camp Oki

11 gennaioC.T. Charleroi (BE): 3° gran premio “Rino Zandonai” di Pirlo,

auguri e tesseramenti

14 gennaioC.T. Denver– Colorado (USA): incontro mensile

17 gennaioC.T. Toronto (CA): cena di canederli

18 gennaioGiornata Mondiale delle Migrazioni a Mori

24 gennaioIncontro di programmazione dell’Associazione Trentini nel Mondo

7-11 febbraioViaggio del Presidente e Direttore in Canada e Stati Uniti con la visita dei seguenti circoli: Toronto, Montreal, Solvay, Readsboro,

New York e New England

7 febbraioC.T. Toronto (CA): 50° anniversario di fondazione

8 febbraioC.T. Zofingen (CH): pranzo sociale

C.T. Charleroi (BE): festa dei popi trentini

20-30 novembre

C.T. Bento Gonçalves (BR): mostra fotografica “Giorno Nazionale dell’Italia” nella casa delle Arti

21-23 novembreGruppo Giovani Trentini Brasiliani di SC e PR (BR): gita di fine anno

alle città di Orleans, Urussanga e Nova Veneza (SC)

23 novembreC.T. Monaco di Baviera (DE): 50° anniversario

C.T. Colonia Tirolesa (AR): 1° fiera familiare trentina

C.T. Curitiba (BR): 9° Camminata della natura a Piraquara

C.T. Rosario (AR): pranzo 68° anniversario

24 novembreC.T. Florianopolis (BR) 15° anniversario di fondazione

27 novembreNella sede del Consiglio Provinciale - Sala Aurora presentazione del

volume “Bambini proibiti. Storie di famiglie italiane in Svizzera tra clandestinità e separazione”

C.T. Buenos Aires (AR): The delle signore

28 novembreC.T. Toronto (CA): assemblea generale

C.T. Jaraguà do Sul (BR): cena di fine anno

29 novembreC.T. Londra (GB): Cena annuale danzante

C.T. Toronto (CA): cena dei cacciatori

C.T. Buenos Aires (AR) cena di fine anno organizzata dal Gruppo giovani del Circolo

30 novembreC.T. Basilea (CH): pranzo sociale

Circolo Ex emigrati trentini in Svizzera (IT): pranzo sociale

C.T. Curitiba (BR): 3° pedalata della natura a Piraquara

2 dicembreC.T. Rodeio (BR): canti di Natale con la partecipazione dei seguenti

cori: Circolo Trentino di Rodeio, São Francisco de Assis, Colégio São Paulo, João Jesus de Paula, Fundação Cultural de Timbó

6 dicembreC.T. Minnesota (USA): festa di Natale

C.T. Bento Gonçalves (BR): 25° anniversario

C.T. Canberra (AUS): assemblea con rinnovo del direttivo

C.T. Città di Messico (MX): brindisi di Natale

7 dicembreC.T. Como e Lecco (IT): 40° anniversario e festa di Natale

C.T. San Francisco (USA): festa di Natale

C.T. Toronto (CA): festa di Natale per i bambini

C.T. Denver – Colorado (USA): Annual Christmas Party

C.T. Montreal (CA): Festa di Babbo Natale

Page 28: Mensile dell'Associazione Trentini nel mondo Nov - Dic 2014

Anche la terza edizione di «Mérica Mérica - MagnaBento» ha avuto successo (articolo a pagina 23).Foto di Ugo Fanti