geometra materia, che sta diventano una nuova e significativa opportunità nelle attività dei...
TRANSCRIPT
Mensile - Sped. in a.p. 70% - d.c.b. - ud - direttore responsabile bRuNO RAZZA
geo
met
ra
dim
ensio
ne
102010
Organo ufficiale del
comitato Regionale
dei collegi
dei Geometri e
Geometri laureati del
Friuli Venezia Giulia
EDILIZIA - CERAMICHE - FERRAMENTA
in primo pianoil calorecaminetti
SEDE
TALMASSONS (UD)
via cesare battisti, 21tel. 0432 76 60 29 fax 0432 76 60 41
FILIALE - SHOW ROOM
POZZUOLO DEL FRIULI (UD)
via IV Genova, 30tel. 0432 66 53 52fax 0432 66 53 93
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
Indice4 EditorialE
Il Geometra di oggi e quello di domani di Bruno Razza
8 aMBiENtE Albo Nazionale dei Gestori Ambientali di Livio Lacosegliaz
14 SiCUrEZZa Radiazioni Ottiche Artificiali titolo VIII Capo V del d.lgs. 81/08 di Antonio Tieghi
26 ENErGEtiCa Difficoltà per la certificazione VEA di Elio Miani
29 CataSto Fabbricati rurali e imposizione fiscale di Pierdomenico Abrami
32 Finalmente le planimetrie catastali On Line di Bruno Razza
36 ForMaZioNE Calendario dei Corsi e Seminari per i Geometri in Regione di Elio Miani
38 attiVita' dEl CollEGio di PordENoNE Sulle orme di Calatrava di Iacopo Chiaruttini
4
dim
ensio
ne g
eom
etra
Didascalia
10/2
010
Il Geometra di oggi e quello di domanidall’ultima assemblea dei Presidenti di Collegio, arrivano spunti interessanti per la categoria
di Bruno razza
Il direttore di DGBruno Razza
Editoriale
Il problema principale da affrontare
con tutta la nostra determinazione, è
quello della formazione dei giovani, per
farli diventare Geometri e conseguen-
temente identificare per loro, un futuro
ed un’aspettativa lavorativa credibile.
Per poter sperare che la nostra società
abbia sempre bisogno della presenza
di un ruolo tecnico professionale come
quello del Geometra, è ineludibile la
necessità di poter garantire la qualità
delle nostre prestazioni tecniche.
I temi che ci tengono impegnati quoti-
dianamente nella ricerca di una miglio-
re definizione del ruolo del Geometra
nella società italiana, sono ancora quelli
della formazione continua ed obbligato-
ria degli iscritti, la riforma scolastica con
l’individuazione dei nuovi piani di studio
per i Geometri, le competenze profes-
sionali, la riforma complessiva delle
professioni e la formazione del nuovo
Ordine dei tecnici intermedi, assieme
ai Periti Industriali ed Agrari.
Quindi la sesta Assemblea dei Presi-
denti del presente mandato del Consi-
glio Nazionale, tenutasi a Roma il 27 ed
il 28 settembre scorsi, ha rappresenta-
to principalmente un momento infor-
mativo e formativo per l’intero vertice
della categoria.
Hanno dato lustro e spessore all’even-
to, due sociologi ed analisti di fama
nazionale, rappresentanti di filosofie
completamente opposte, una assolu-
tamente laica e l’altra cristiana. Il prof.
Paolo Crepèt esperto psicologo, noto
anche al grande pubblico per le sue
apparizioni televisive nei programmi
culturali e di riflessione e monsignor
Fabiano Longoni, esperto nelle scienze
sociali ed ispiratore di grandi intuizioni
nel campo sociale e politico, aiutante
diretto del Patriarca di Venezia. Questi
grandi esperti (per altro entrambi ve-
neti), hanno evidenziato con forza l’in-
tervenuto cambiamento delle modalità
educative e l’influenza di queste, nella
formazione dei nostri figli in generale e
del Geometra nel particolare.
Entrambi hanno compiuto una lucida
analisi della realtà odierna e delle diffi-
coltà in cui si dibatte la cosiddetta “edu-
cazione familiare e scolastica”.
Hanno evidenziato incongruenze e
problematiche, cercando per quanto
possibile, di suggerirci soluzioni ed
opportunità, che se ad alcuni possono
sembrare delle banalità, hanno in realtà
stupito molti, aprendo un’ottica nuova
di coscienza dei nostri problemi rispet-
to al mondo giovanile.
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
5
La formazione dei giovani e la loro rea-
lizzazione all’interno della società civile,
deve necessariamente passare attra-
verso la straordinaria mutazione antro-
pologica che ha coinvolto e continua a
coinvolgere la famiglia.
E’ indispensabile che ognuno di noi
prenda atto che quello che è stata per
secoli l’istituzione familiare, cioè il pila-
stro dell’intera nostra comunità, è ra-
dicalmente cambiato. Nella affannosa
ricerca di cambiare e migliorare la qua-
lità della nostra vita, con un egoismo
imprescindibile dettato dal continuo
sviluppo del benessere, siamo stati
contagiati in questo cambiamento.
Oggi tutti scopriamo, che la famiglia
è diventata una struttura sempre più
fragile, incapace di mantenere un ruo-
lo autorevole e coerente, anche per
l’incondizionata disponibilità dei geni-
tori, unita alla fragilità dei figli, rispetto
all’esterno.
Così nel ruolo di padri e madri, siamo
diventati irrimediabilmente autisti, fac-
chini, camerieri, amici e sponsor dei
nostri figli e dimentichiamo il vero ruolo
che dovrebbe competerci, cioè quello
di assumerci la responsabilità di critica-
re, di progettare di educare con l’esem-
pio e con le testimonianze.
Probabilmente tutti noi sbagliamo ed
abbiamo sbagliato, portando lo zainetto
ai nostri piccoli, affinchè non si affati-
chino, abbiamo sbagliato e sbagliamo a
sacrificarci per dare loro con facilità, il
denaro necessario per gli svaghi ed i di-
vertimenti, a lasciar credere loro che la
vera qualità della vita possa identificarsi
nelle “fiction” e nella cultura televisiva
e mediatica in cui siamo inconsciamen-
te caduti oggi. E’ così che plasmiamo
i giovani, con la pedagogia della falsa
felicità e non con la consapevolezza
della realtà, del dolore, della sofferen-
za, della fatica, della vita dura e della
morte. Da ciò deriva anche la nostra
incompetenza nell’indirizzare i figli ver-
so una cultura ed una formazione utile
per il loro domani. La fine dell’industria-
lizzazione, la pesante crisi nazionale e
mondiale ed anche quella del nostro
6
Didascalia
Rubrica????????
titolotitoloSottotitolodi
lavoro, ci insegnano che la possibilità di
occupazione nei settori tradizionali si è
assottigliata, per cui dobbiamo essere
in grado di evitare di indirizzare i giovani
verso lo studio in ambiti ormai sulla via
del tramonto, senza facili illusioni, che
vivono ormai soltanto nei nostri ricordi.
Perciò bisogna che l’impegno dei verti-
ci della categoria, promuova e tuteli la
professione del Geometra, rendendola
appetibile e rinnovabile, trasformando-
la in certezza. Una certezza che deve
guardare al futuro e non al passato. Le
riforme si fanno per il domani e non per
il ieri, per cui non dobbiamo limitarci a
riproporre i nostri trascorsi modelli, cer-
cando di riprodurli e perpetuarli a nostra
immagine e somiglianza, ma dobbiamo
rivolgerci al futuro ed alla realtà che in-
contreranno i nostri figli. La scuola deve
forgiare in ognuno dei nostri ragazzi, la
conoscenza dell’essere, prima di tutto,
per poi capire la qualità del sapere e la
necessità del saper fare.
E noi dobbiamo aiutarli a superare la
paura di crescere, la voglia semplicisti-
ca del vivere nel limbo dell’eterna ado-
lescenza, la voglia di rimandare ogni
decisione a tempo indeterminato, la
voglia di rimanere più a lungo possibile
invisibili e “bamboccioni”. La categoria
è chiamata ad un forte cambiamento
nella propria consolidata mentalità, che
deve diventare meno rigida e più flessi-
bile, proprio per favorire l’adattamento
evolutivo delle situazioni esterne, sem-
pre più difficili e complesse, modifican-
do sia la formazione delle nuove gene-
razioni che quella degli attuali iscritti.
Chi vi scrive, ha relazionato in Assem-
blea come potete immaginare, nelle
materie catastali, già note a tutti i lettori
di Dimensione Geometra, ma che spero
si potranno approfondire ulteriormente
nei prossimi numeri, sia nei dettagli re-
lativi al calcolo delle rendite presunte,
che in merito alla certificazione di con-
formità tra le planimetrie catastali e lo
stato di fatto dei fabbricati che vengono
trattati negli atti di trasferimento.
Il collega Antonio Benvenuti ha descrit-
to il lavoro in corso, per la stesura degli
standard di qualità ai fini della qualifica-
zione professionale della Categoria dei
Geometri. Lavoro ormai in significativo
stato di avanzamento, che viene realiz-
zato entro l’anno 2011, in sinergia dal
CNG con l’UNI e per il quale viene coin-
volta l’intera categoria.
Il dott. Nicola Fiotti, ricercatore pres-
so la Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università di Trieste, ha tenuto un
interessantissima relazione sulla “sin-
drome della casa malata”, coniugando
la medicina con la tecnica del sano
costruire, per prevenire una infinità di
patologie, già in fase di costruzione e di
progettazione degli immobili.
Infine, tutte le Associazioni, hanno avu-
to l’opportunità di illustrare con rinno-
vato entusiasmo, la loro attività e le loro
proposte operative e formative per il fu-
turo. Come noto si tratta di GEOVAL,
GEOSPORT, GEOSICUR, AGIT, AGEL-
LPP, AGICAT, AGIAI e DONNE GEOME-
TRA, associazioni alle quali (secondo
gli argomenti di interesse) dobbiamo
convenientemente aderire tutti. Sta
nascendo intanto, anche sulla spinta
dell’entrata in vigore del D.Lgs. 4 mar-
zo 2010 n° 28, sulla conciliazione delle
controversie, la nostra associazione in
materia, che sta diventano una nuova
e significativa opportunità nelle attività
dei Geometri. Ogni argomento affron-
tato, meriterebbe adeguati approfondi-
menti a beneficio dei lettori, speriamo
di riuscirci nei prossimi numeri.dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
6
CERAMICHE PA.RI.ED. srl - 33042 Buttrio (UD) - v. Nazionale - tel. 0432 674292 - fax 0432 673325 - [email protected] - www.paried.it
Veste la tua casa
Da quarant’anni Paried è presente sul territorio regionale come azienda specializzata nella rivendita di ceramiche per pavimenti e rivestimenti, arredobagni, vasche e docce idromassaggio.
Un’azienda dinamica e fl essibile che opera con prodotti e materiali della più alta qualità, per poter risolvere qualsiasi esigenza.
Un ampio e prestigioso showroom presenta con eleganza una vasta scelta di prodotti nelle più disparate disposizioni progettuali ed ambientazioni.
l e c e r a m i c h e
l e c e r a m i c h e
8
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
Livio Lacosegliaz
Albo Nazionale dei Gestori Ambientaliart. 212 del d.lgs. 152/2006 e successive modificazionidi livio lacosegliaz
Ambiente
della tutela del territorio. I componenti
del Comitato nazionale vengono desi-
gnati rispettivamente:
a) due dal Ministro dell’ambiente di
cui uno con funzione di Presiden-
te;
b) uno dal Ministro delle attività pro-
duttive, con funzione di Vice-Presi-
dente;
c) uno dal Ministro della salute;
d) uno dal Ministro dell’economia e
delle finanze;
e) uno dal Ministro delle infrastrutture
e trasporti;
f) uno dal Ministro dell’interno
g) tre dalle regioni;
h) uno dall’Unione italiana delle Ca-
mere di C.I.A.A.;
i) sei dalle organizzazioni maggior-
mente rappresentative delle cate-
gorie economiche interessate, di
cui due dalle organizzazioni rappre-
sentative della categoria degli auto-
trasportatori e due dalle associazio-
ni che rappresentano i gestori dei
rifiuti;
j) due dalle organizzazioni sindacali
maggiormente rappresentative.
Le Sezioni regionali e provinciali dell’Al-
Con l’art. 212 del D.Lgs. 152/2006,
modificato con il D.Lgs. 16/01/08 n.
4, è stato costituito L’albo Nazionale
dei Gestori Ambientali e sono state
regolamentate le sue funzioni. La sua
sede naturale è stata collocata presso
il Ministero dell’Ambiente e tutela del
territorio.
La struttura organizzativa è stata arti-
colata in un Comitato Nazionale che,
come già accennato, avrà la sua sede
presso il citato Ministero ed in Sezioni
regionali e provinciali istituite presso le
camere di commercio, industria, arti-
gianato e agricoltura dei capoluoghi di
regione e delle province autonome di
Trento e Bolzano.
Con separato decreto del Ministero
dell’Ambiente, sono istituite altresì,
Sezioni speciali del Comitato Naziona-
le, per ogni singola attività soggetta ad
iscrizione all’Albo; naturalmente senza
gravare la finanza pubblica di nuovi o
maggiori oneri.
Il Comitato nazionale dell’Albo ha po-
tere deliberante ed è composto da
diciannove membri di comprovata
e documentata esperienza tecnico-
economica o giuridica nelle materie
ambientali e vengono nominati con
decreto del Ministro dell’ambiente e
Foto Paolo Gallo - Art Director Asia Breda
Generazione Breda. Da sempre il portone delle famiglie italiane.
Con un portone Palpebra® di Breda la tua casa è ancora più bella e più protetta. Tecnologia avanzata di produzione e sistemi brevettati per la sicurezza dei più piccoli, design italiano e ampie possibilità di personalizzazione rendono ogni portone Breda semplicemente unico. Come ogni famiglia italiana. La storia continua...
Breda Sistemi Industriali S.p.A. Via Cecilia Danieli, 2 - 33090 Sequals - PN - ItalyTel +39 0427 939311 - Fax +39 0427 939321 - [email protected] - www.bredasys.com
Le foto di questa campagna sono state realizzate con i dipendenti Breda ed i loro fi gli che ogni giorno condividono il successo di una grande azienda e di una grande famiglia.
Sponsor Platinum Udinese Calcio
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
10
bo sono anch’esse istituite con decre-
to del Ministro dell’ambiente e della
tutela del territorio e sono composte:
a) dal Presidente della Camera di
Commercio, industria, artigianato
e agricoltura o da un membro del
Consiglio camerale all’uopo desi-
gnato dallo stesso, con funzioni di
Presidente;
b) da un funzionario o dirigente di
comprovata esperienza nella mate-
ria ambientale, designato dalla re-
gione o dalla provincia autonoma,
con funzioni di Vice-Presidente
c) da un funzionario o dirigente di
comprovata esperienza nella mate-
ria ambientale, designato dall’Unio-
ne regionale delle province o delle
province autonome;
d) da un esperto di comprovata espe-
rienza in materia ambientale, desi-
gnato dal Ministro dell’ambiente e
della tutela del territorio.
Le funzioni del Comitato nazionale e
delle Sezioni regionali dell’Albo, sono
svolte, fino alla scadenza del mandato
che è di cinque anni, dagli stessi orga-
nismi sopra elencati, integrati dai due
componenti delle organizzazioni sinda-
cali maggiormente rappresentative.
Agli oneri per il funzionamento del
Comitato nazionale e delle Sezioni re-
gionali e/o provinciali, si provvede con
le entrate derivanti dai diritti annuali
d’iscrizione, che saranno determinati
con decreto del Ministro dell’ambien-
te e tutela del territorio.
L’iscrizione all’Albo è obbligatoria per
lo svolgimento dell’attività di raccolta
e trasporto di rifiuti non pericolosi, di
raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi,
di bonifica dei siti, di bonifica dei beni
contenenti amianto, di commercio ed
intermediazione dei rifiuti senza de-
tenzione dei rifiuti stessi, nonché di
gestione di impianti di smaltimento
e di recupero di titolarità di terzi e di
gestione di impianti mobili di smalti-
mento e di recupero di rifiuti, nei limi-
ti di cui all’art. 208, comma 15. Sono
esonerati dall’obbligo dell’iscrizione
all’Albo, le organizzazioni di cui agli ar-
ticoli 121, comma 3, lettere “a” e “c”
e art.i. 223, 224, 228, 233, 234, 235
e 236, a determinate condizioni, che
verranno analizzate e pubblicate in un
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
11
prossimo articolo su questa rivista, in
considerazione della vastità delle va-
riabili previste dalla presente legge.
L’iscrizione all’Albo (per le imprese non
esonerate), che costituisce titolo per
l’esercizio delle attività di raccolta, tra-
sporto, commercio e intermediazione
dei rifiuti, deve essere rinnovata ogni
cinque anni. Per le altre attività, l’iscri-
zione abilita alla gestione degli impian-
ti il cui esercizio sia stato autorizzato o
allo svolgimento delle attività soggette
ad iscrizione.
Le imprese che effettuano attività di
raccolta e trasporto di rifiuti, le impre-
se che effettuano attività di interme-
diazione e commercio di rifiuti senza
detenzione dei medesimi e le imprese
che effettuano l’attività di gestione di
impianti mobili di smaltimento e recu-
pero dei rifiuti, devono presentare ido-
nee garanzie finanziarie a favore dello
Stato. Tali garanzie sono ridotte del
cinquanta percento per le imprese re-
gistrate, ai sensi del regolamento (CE)
n. 761/2001 e del quaranta percento
nel caso in cui dette imprese siano in
possesso della certificazione ambien-
tale, ai sensi della norma Uni En Iso
14001.
Le imprese che effettuano attività di
gestione di impianti fissi di smaltimen-
to e di recupero di titolarità di terzi e
le imprese che effettuano l’attività di
bonifica dei siti e di bonifica dei beni
contenenti amianto, devono presenta-
re idonee garanzie finanziarie a favore
della regione territorialmente compe-
tente. Tali garanzie sono ridotte del
cinquanta percento, per le imprese re-
gistrate ai sensi del regolamento (CE)
n. 761/2001 e del quaranta percento
nel caso in cui dette imprese siano in
possesso della certificazione ambien-
tale, ai sensi della norma Uni En Iso
14001.
Le citate garanzie devono essere pre-
state in base alla seguente distinzio-
ne:
a) le imprese che effettuano l’attivi-
tà di gestione di impianti fissi di
smaltimento e di recupero di tito-
larità di terzi, devono presentare le
garanzie finanziare a favore della
regione per ogni impianto che vie-
ne gestito;
b) le imprese che effettuano l’attività
di bonifica dei siti e dei beni conte-
nenti amianto, devono prestare le
garanzie finanziarie a favore della
regione per ogni intervento di bo-
nifica
Le imprese produttrici iniziali di rifiuti
non pericolosi, che effettuano opera-
zioni di raccolta e trasporto dei propri
rifiuti e i produttori iniziali di rifiuti peri-
colosi, che effettuano operazioni di rac-
colta e trasporto di 30 Kg o trenta litri
al giorno dei propri rifiuti pericolosi, a
condizione che dette operazioni siano
parte integrante e accessoria dell’or-
ganizzazione dell’impresa dalla quale
i rifiuti sono prodotti, sono esentate
dalla presentazione delle sopra citate
garanzie finanziarie. Queste imprese
vengono iscritte in apposita sezione
dell’Albo, in base alla presentazione di
una loro comunicazione alla Sezione
regionale o provinciale dell’Albo terri-
torialmente competente, attestando
sotto la propria responsabilità;
a) la sede dell’impresa, l’attività o le
attività dalle quali sono prodotti i
rifiuti
b) le caratteristiche e la natura dei ri-
fiuti prodotti
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
12
c) gli estremi identificativi e l’idoneità
tecnica dei mezzi utilizzati per il tra-
sporto dei rifiuti, tenuto anche con-
to delle modalità di effettuazione
del trasporto medesimo
d) il versamento del diritto annuale di
registrazione che, in base alla pri-
ma applicazione è stabilito in 50 €
all’anno ed è rideterminabile ai sen-
si dell’art. 21 del D.M. dell’ambien-
te 28 aprile 1998 n. 46.
L’impresa è tenuta a comunicare ogni
variazione intervenuta successiva-
mente all’iscrizione. Presso il Comi-
tato nazionale sono istituiti i registri
delle imprese autorizzate alla gestione
dei rifiuti che vengono aggiornati ogni
trenta giorni, nei quali, sono inseriti a
domanda, gli elementi identificativi
dell’impresa, consultabili dagli opera-
tori secondo le procedure fissate con
decreto del Ministro dell’ambiente, nel
rispetto dei principi di cui al decreto le-
gislativo 30 giugno 2003 n. 196 (legge
sulla privacy)
14
Antonio Tieghi
Innanzitutto devo fare ammenda per non aver segnalato prima, e di conseguenza inse-
rito nell’autocertificazione che è stata pubblicata, anche l’obbligo di valutazione dei ri-
schi per le Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) Il Capo I (artt. 180 – 186) è già entrato in
vigore dal 26 aprile 2010, infatti gli articoli del TU che seguono individuano:
Art. 214: definizione dei valori limite di esposizione: il rispetto di questi limiti garantisce
che i lavoratori esposti a sorgenti artificiali di radiazioni ottiche siano protetti contro
tutti gli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute conosciuti.
Art. 215: allegato XXXVII parte I (VLE per radiazioni incoerenti) e parte II (VLE per rad.
Laser).
Art. 216, comma 1: il Datore di lavoro valuta e, quando necessario, misura e/o calcola
i livelli delle radiazioni ottiche a cui possono essere esposti i lavoratori, secondo le
metodologie IEC (radiazioni coerenti), CIE, CEN (radiazioni incoerenti)……..e richie-
de che per la valutazione dei rischi siano
Radiazioni Ottiche Artificiali titolo VIII Capo V del d.lgs. 81/08Ulteriori adempimenti per gli studi professionali: le roa
di antonio tieghi
Sicurezza
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
15
presi in considerazione i seguenti ele-
menti:
a) il livello, la gamma di lunghezze d'on-
da e la durata dell'esposizione;
b) i valori limite di esposizione;
c) qualsiasi effetto sulla salute e sulla si-
curezza dei lavoratori appartenenti a
gruppi particolarmente sensibili al ri-
schio;
d) qualsiasi eventuale effetto sulla salu-
te e sulla sicurezza dei lavoratori, ri-
sultante dalle interazioni tra radiazio-
ni ottiche e sostanze chimiche foto-
sensibilizzanti;
e) qualsiasi effetto indiretto come l'ac-
cecamento temporaneo, le esplosio-
ni o il fuoco;
f) attrezzature di lavoro alternative pro-
gettate per ridurre i livelli di esposizio-
ne;
g) la disponibilità di azioni di risanamen-
to per minimizzare i livelli di esposi-
zione;
h) informazioni raccolte nel corso della
sorveglianza sanitaria, e pubblicate;
i) sorgenti multiple di esposizione;
j) la classificazione dei laser e quelle
analoghe per tutte le sorgenti artificia-
li che possono arrecare danni simili a
quelli di un laser della classe 3B o 4;
m) le informazioni fornite dai fabbricanti.
Le ROA ci riguardano da vicino perché, ol-
tre ad altre frequenze ottiche che noi non
utilizziamo, gli strumenti ottici che utilizza-
no il laser, sono gli inseparabili compagni
delle nostre campagne di rilevazione.
Le radiazioni ottiche (infrarosso,visibile
,ultravioletto) sono parte di un più am-
pio spettro di radiazioni, che spazia dal-
le radiazioni ionizzanti a quelle non ioniz-
zanti (NIR).
La demarcazione tra le due grandi cate-
gorie di radiazioni, risiede proprio nella
regione inferiore dell’ultravioletto (UVC,
c.a. 100 nm, oltre la quale inizia la regio-
ne dei raggi X molli).
Tali radiazioni sono della stessa natura,
ma la forma della loro interazione con la
materia, è diversa e quindi diverse sono
le modalità per la generazione, trasmis-
sione (nei mezzi materiali), la deposizio-
ne di energia (e quindi la capacità di de-
terminare reazioni chimiche, ionizzazio-
ne, ecc.) nei materiali e in particolare,
nei tessuti umani, nonché la rivelazione
di tali radiazioni.
In radioprotezione si introduce il concet-
to di deposizione di energia; nel campo
delle NIR vedi ad esempio i RUV, che ca-
ratterizzano la diversa penetrazione della
radiazione, in funzione della frequenza e
delle intensità della radiazione.
Le regioni spettrali: il VISIBILE
La radiazione visibile all’occhio umano e
compresa in un intervallo ristretto di fre-
quenze da 3.8x10^14 a 7.7x10^14Hz, ov-
vero da 400 a 780 nm.
Essa è prodotta dalle transizioni ener-
getiche degli elettroni più esterni degli
atomi.
In un corpo incandescente come il Sole,
gli elettroni sono accelerati e si urtano ca-
sualmente: la radiazione emessa (radia-
zione termica) è a spettro continuo (ra-
diazione corpo nero).
Newton fu il primo a scoprire che la lu-
ce percepita come bianca è in realtà co-
stituita da una miscela di tutti i colori del-
lo spettro.
Le regioni spettrali:
l’ULTRAVIOLETTO
Vicino alla porzione visibile vi e l’ultravio-
letto che si estende da circa 8x10^14 a
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
16
5x10^16Hz, lunghezze d’onda da 100 a
400 nm. Le corrispondenti energie dei
fotoni sono da 3.2 a 150 eV.
I raggi u.v. provenienti dal sole hanno suf-
ficiente energia, per ionizzare gli atomi
e le molecole della parte alta dell’atmo-
sfera, creando la ionosfera.
Fortunatamente lo strato di ozono (O3)
nell’alta atmosfera, scherma la radiazio-
ne UV (taglio a circa 290 nm) che altri-
menti sarebbe deleteria per molte for-
me di vita sulla terra.
L’emissione di radiazione UV avviene per
salti da livelli energetici degli atomi o del-
le molecole sia degli elettroni esterni che
ancor più di quelli interni, che possiedo-
no maggiore energia di legame.
La banda degli UV è suddivisa in tre ran-
ge:
UVA: lunghezza d’onda compresa tra 315
e 400 nm;
UVB: lunghezza d’onda compresa tra 280
e 315 nm;
UVC: lunghezza d’onda compresa tra 100
e 280 nm (più energetici e pericolosi).
La rilevazione delle radiazioni ottiche nel
campo del visibile e dell’ultravioletto,
sfrutta il cosiddetto effetto fotoelettrico,
che consiste nel fatto che l’energia della
radiazione incidente, si trasforma in ener-
gia cinetica degli elettroni colpiti, purché
superi la forza che tiene legati gli elettro-
ni all’atomo.
SORGENTI NATURALI
ED ARTIFICIALI
Luce solare
Lo spettro della radiazione solare oltre
l’atmosfera terrestre, corrisponde in
buona approssimazione, a quella emes-
sa da un corpo nero alla temperatura di
circa 6000°C. a livello del mare, non è
presente la radiazione UV-C e UV-B fi-
no a 290 nm perché completamente as-
sorbita; l’intensità della radiazione UV-
B, compresa fra 290 e 315 nm, è note-
volmente attenuata mentre quella del-
la radiazione UV-A lo è in misura molto
minore. Di tutta la radiazione solare in-
cidente al suolo (ultravioletta, visibile e
infrarossa) la RUV è circa il 5%. Rispet-
to a questo valore le componenti UV-B
e UV-A, integrate nell’arco della giorna-
ta, rappresentano rispettivamente circa
il 5% e il 95%.
La radiazione UV-B solare è presente so-
prattutto nella parte centrale della gior-
nata. Alle nostre latitudini, circa il 60%
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
18
della radiazione UV efficace nell'indur-
re l’eritema è presente nell'intervallo
dalle 10 alle 14, ora solare.
Saldatrici
Gli archi di saldatura sono caratterizza-
ti da una emissione di radiazione mol-
to intensa.
Infatti, nell’arco si raggiungono tempe-
rature molto elevate,corrispondenti a
quelle dello spettro solare (oltre 6.000
°K), con la differenza che lo spettro sola-
re è filtrato dagli strati superiori dell’at-
mosfera, con una lunghezza d’onda di
taglio di c.a. 290 nm al suolo.
I valori dell’irradianza e dell’irradianza
spettrale misurati in prossimità dell’ar-
co, dipendono dai parametri caratteristi-
ci dei processi di saldatura (MIG. TIG,
MAG, filo, elettrodo, ...) quali corrente
d’arco, composizione metallo apporto
(filo, bacchetta, ...), composizione gas
schermante (CO2, argon, ...).
Lampada a scarica
(v. lampade germicide e fly killer)
La lampada a scarica è un tipo di lam-
padina basata sull'emissione di radia-
zione elettromagnetica da parte di un
plasma di gas ionizzato. La ionizzazio-
ne del gas e ottenuta per mezzo di una
scarica elettrica. E’ costituita da una
ampolla e/o un tubo di vetro o quarzo
contenente il gas e almeno due elet-
trodi tra cui avviene la scarica.
Le lampade germicide sono usate per
assicurare la sterilita di utensili e am-
bienti ospedalieri. In genere contengo-
no una miscela gassosa di argon e va-
pori di mercurio a bassa pressione, at-
traverso i quali viene indotta una sca-
rica elettrica.
Lampade a fluorescenza
(chiamate anche tubi/lampade al ne-
on)
La lampada fluorescente è un parti-
colare tipo di lampada a scarica in cui
l'emissione luminosa visibile e indiret-
ta, ovvero non è emessa direttamen-
te dal gas ionizzato, ma da un materia-
le fluorescente.
È costituita da un tubo di vetro al cui
interno e dapprima praticato il vuoto,
poi introdotto un gas nobile (argon, xe-
no, neon, o kripton) a bassa pressione
ed una piccola quantità di mercurio li-
quido, che in parte evapora mescolan-
dosi al gas nobile.
La superficie interna del tubo è rivestita
di un materiale fluorescente, dall'aspet-
to di una polvere bianca. Ai due estre-
mi del tubo sono presenti due elettro-
di, gli elettroni in movimento tra i due
elettrodi eccitano gli atomi di mercu-
rio contenuti nel gas, sollecitandoli ad
emettere radiazione ultravioletta. Il ma-
teriale fluorescente di cui e ricoperto il
tubo, investito da tali radiazioni, emet-
te a sua volta luce visibile.
Lampade per trattamenti estetici a
fluorescenza
Un altro utilizzo delle lampade UV, oggi
molto comune, e negli istituti di esteti-
ca per favorire l´abbronzatura. In que-
sto caso la lampada e opportunamen-
te schermata per eliminare le compo-
nenti nocive e permettere la fuoriusci-
ta della sola radiazione UVA che è quel-
la ad effetto abbronzante.
LASER (light amplification by stimula-
ted emission of radiation)
Quando un sistema atomico si trova nel
suo stato di energia più alta, dopo un
certo intervallo di tempo, il sistema si
trasferisce spontaneamente nello sta-
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
19
to di energia più bassa, emettendo nel
processo un fotone di energia hv = alla
differenza di energia tra i due stati.
Questo processo si dice emissione
spontanea, in quanto l'emissione non
è indotta da alcuna influenza esterna,
generalmente la vita media t per l'emis-
sione spontanea da parte di atomi ecci-
tati è: t = 10^(- 8) s., in qualche caso,
però, vi sono stati per i quali è molto
maggiore, anche fino a t = 10^(- 3) s.
Questi stati, detti metastabili, hanno
un ruolo fondamentale nel funziona-
mento del laser.
Ad esempio, consideriamo un sistema
atomico a tre livelli E1, E2 ed E3, con
E2 metastabile, esponendo il sistema
ad una intensa sorgente, gli atomi pas-
sano dallo stato E1 a quello E3, quindi
si diseccitano rapidamente dallo stato
E3 allo stato metastabile E2. In questo
modo, lo stato E2 diventa molto più po-
polato dello stato E1, procurando quin-
di la necessaria inversione di popola-
zione e quindi, ottenendo la produzio-
ne di luce laser.
PRINCIPALI TIPI DI LASER
I diversi tipi di laser si distinguono per
consuetudine, in base allo stato di ag-
gregazione del materiale attivo, si han-
no così:
laser a stato solido, a cristalli e •
vetri o a semiconduttori
laser a liquidi•
laser a gas •
(ulteriormente suddivisi in laser
ad atomi neutri, laser a ioni, laser
molecolari, laser ad eccimeri e
laser ad elettroni liberi).
CLASSIFICAZIONE DELLE SORGENTI
LASER SECONDO LA NORMA
CEI 76-2*
Sono individuate 5 classi: 1, 2, 3A, 3B
e 4, con indice di pericolosità crescen-
te.
Classe 1: vengono raggruppati i laser
cosiddetti intrinsecamente sicuri, poi-
ché il livello di esposizione massima
permesso non viene mai superato, o
quei sistemi laser non pericolosi grazie
alla loro progettazione ed ingegnerizza-
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
20
zione: involucri fissi e sicurezze intrin-
seche come ad esempio sistemi che
bloccano definitivamente l’emissione in
caso di guasto o di apertura involontaria
o volontaria dell’apparato, sono intrinse-
camente sicuri perché di bassa potenza.
I LEA per la classe 1 sono le condizioni
di esposizione massima permessa più ri-
gide e limitative per ciascuna lunghezza
d’onda e durata di esposizione.
Classe 2: sorgenti o sistemi che emet-
tono radiazione nell’intervallo 400 e 760
nm (cioè nel visibile) a bassa potenza, non
sono intrinsecamente sicuri, ma la prote-
zione dell’occhio è normalmente facilita-
ta dal riflesso di ammiccamento. Bisogna
evitare di guardare nel fascio.
Classe 3A: comprende i laser con poten-
ze di uscita non inferiori a 5 mW, la pro-
tezione dell’occhio è facilitata dal rifles-
so di ammiccamento. Bisogna evitare di
guardare nel fascio, né osservarlo diret-
tamente con strumenti ottici.
Per la Classe 3B i livelli, sia per radiazio-
ne visibile che per quella non visibile, non
devono superare i 500 mW, la visione
diretta nel fascio è sempre pericolosa,
mentre non è a rischio la visione di ra-
diazioni non focalizzate, mediante rifles-
sione diffusa.
I laser di Classe 4 sono i più potenti e pe-
ricolosi. La classe 4 comprende tutti quei
sistemi che superano i livelli imposti alla
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
21
classe 3B. Il loro uso richiede un’estrema
prudenza. Sono pericolosi anche per rifles-
sione diffusa. Essi possono causare dan-
ni a carico della cute e presentano anche
un rischio di incendio. E’ necessario evi-
tare l’esposizione dell’occhio e della pel-
le alla radiazione diretta o diffusa.
PRINCIPALI APPLICAZIONI
DEI LASER
Lavorazioni di materiali
Foratura, taglio, saldatura, trattamenti •
termici, etc.
Misure industriali, civili ed ambientali
Settore industriale:• interferometri
laser per metrologia, misuratori
di diametri di fili, granulometri,
rugosimetri sistemi di rilievo di campi
di deformazione.
Settore civile:• sistemi laser di
allineamento livelle laser, telemetri
topografici e geodimetri.
Settore ambientale: • Lidar e rilevatori
di inquinamento.
Settore della presentazione:• laser
per la visualizzazione di ologrammi,
pointer laser per conferenze, sistemi
laser per la didattica.
Settore giochi di luce:• laser per
effetti speciali in discoteche, mostre
spettacoli all’aperto e simili.
Settore beni durevoli:• lettori al laser
di codici a barre, lettori di compact
disc, stampanti laser e simili.
EFFETTI BIOLOGICI
DELLA RADIAZIONE LASER
L’occhio, per la sua configurazione ana-
tomofunzionale e per il suo comporta-
mento ottico, è l’organo più vulnerabi-
le nei confronti della luce laser e rappre-
senta pertanto l’organo “critico” per ec-
cellenza. A seconda della radiazione otti-
ca (ultravioletto 100-400nm, visibile 400-
760 nm, infrarosso 760-1mm) e dell’in-
tensità di dose si possono avere diver-
si tipi di danno a carico di questo organo
quali: danni retinici di natura fotochimica,
alterazioni retiniche caratterizzate da pic-
coli addensamenti di pigmento, discro-
mie, effetti catarattogeni di origine foto-
chimica e termica, fotocheratocongiunti-
vite, ustioni corneali.
Di minore importanza è l’eventuale dan-
no a carico della cute e i più comuni so-
no: eritemi, ustioni cutanee, superficiali
e profonde, la cui gravità sarà in rappor-
to, oltre che all’energia calorica inciden-
te, al grado di pigmentazione, all’efficien-
za dei fenomeni locali di termoregolazio-
ne, alla capacità di penetrazione nei vari
strati delle radiazioni incidenti. Laser di
potenza notevolmente elevata possono
danneggiare seriamente anche gli orga-
ni interni.
PROTEZIONE PERSONALE
Classe 1
a) Utilizzo senza prescrizioni: •
CLASS 1 LASER PRODUCT
Classe 2
a) Evitare una visione continua del •
fascio diretto
b) Non dirigere il fascio laser •
deliberatamente sulle persone
LASER RADIATION
DO NOT STARE INTO BEAM
CLASS 2 LASER PRODUCT
Classe 3 A
a) Evitare l’uso di strumenti ottici •
quali binocoli o teodoliti
b ) A ff i gge re un segna le d i •
avvertimento laser
c) Allineamento laser tramite mezzi •
meccanici o elettronici
d) Terminare il fascio laser in una zona •
esterna al luogo di lavoro o delimitare
tale zona
e) Fissare la quota del raggio laser •
molto al di sopra o al di sotto
dell’altezza dell’occhio
f) Evitare che il fascio laser sia diretto •
verso superfici riflettenti
g) Immagazzinare il laser portatile •
non in uso in un luogo inaccessibile
alle persone non autorizzate
LASER RADIATION DO NOT STARE IN-
TO BEAM OR VIEW DIRECTLY WITH OP-
TICAL INSTRUMENTS
CLASS 3 A LASER PRODUCT
Classe 3 B
Può causare danni a un occhio non pro-
tetto.
Valgono le precauzione della classe 3 A
e inoltre:
a) Funzionamento solo in zone •
controllate dagli operatori
b) Evitare assolutamente riflessioni •
speculari
c) Far terminare il fascio su un •
materiale atto a disperdere calore
e riflessione
d) Indossare le protezioni oculari•
LASER RADIATION AVOID
EXPOSURE TO BEAM
CLASS 3B LASER PRODUCT
Classe 4
Causa danni all’occhio sia tramite il fa-
scio diretto, riflessioni speculari e diffu-
se. Rappresentano anche un potenziale
pericolo di incendio. Valgono le precau-
zione della classe 3 B e inoltre:
a) Tragitti dei fasci protetti da un ri-•
paro
b) Durante il funzionamento presen-•
za solo di personale tecnico muni-
to di protettori oculari e idonei ve-
stiti protettivi
c) Per evitare la presenza di perso-•
nale sarebbe preferibile se fossero
comandati a distanza
d) Preferibili bersagli metallici non •
piani e adeguatamente raffreddati
come coni e assorbitori
e) Per evitare riflessioni indesidera-•
te nella parte invisibile dello spettro
per la radiazione laser situata nell’in-
frarosso lontano, il fascio e la zona
di impatto dovrebbero essere avvol-
te da un materiale opaco per la lun-
ghezza d’onda del laser
LASER RADIATION AVOID EYE OR
SKIN EXPOSURE TO DIRECT OR
SCATTERED RADIATION
CLASS 4 LASER PRODUCT
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
24
di Elio Miani
Energetica
Difficoltà per la certificazione VEA il regolamento regionale, complica le procedure per la qualificazione dei tecnici certificatoridi Elio Miani
La Giunta Regionale ha recentemente
emanato il “regolamento recante il
sistema di accreditamento dei soggetti
abilitati alla certificazione VEA di cui
all'articolo 1 bis della L.R. 23/2005
(disposizioni in materia di edilizia
sostenibile) e modifiche al Regolamento
recante le procedure per la certificazione
VEA emanato con D.P.Reg. 274/2009”.
In estrema sintesi, il regolamento
individua sia i soggetti abilitati alla
certificazione energetica (articolo 2), che
i soggetti abilitati alla certificazione VEA
per la sostenibilità energetico ambientale
(articolo 3), inoltre prevede la realizzazione
di specifici corsi che si sviluppano in
due moduli: corsi della durata di 80 ore
per i tecnici di cui all'articolo 2 e corsi
della durata di 64 ore, per i tecnici di cui
all'articolo 3.
Il testo della norma, prevede che tutti
i tecnici debbano obbligatoriamente
frequentare entrambe i modul i ,
indipendentemente dai requisit i
professionali che già posseggono e che
di per sè già abilitano i liberi professionisti
iscritti ai rispettivi Collegi (Geometri e
Periti edili e termotecnici), ad operare in
questo settore, limitatamente al proprio
specifico ambito di competenza.
Questa norma non è assolutamente
condivisa dai Geometri della regione,
perché siamo convinti che il compito
del Certificatore Energetico non debba
essere quello di rifare il progetto degli
impianti e degli isolamenti, bensì
quello di verificare se le opere e gli
impianti realizzati, corrispondano a
quelli indicati sui progetti depositati.
Con ciò confermando alla costruzione,
l'attribuzione di una classe energetica, già
indicata nelle previsioni progettuali e che
può e deve venire certificata, solamente
dopo che il tecnico certificatore abbia
eseguito le necessarie verifiche e gli
appropriati controlli, a lavori ultimati.
Il Certificatore non è un progettista
che debba e possa decidere, assieme
al committente, se si vuole costruire
un edificio in classe A, B o C, bensì è
una figura professionale qualificata per
valutare la corrispondenza fra il progettato
e l'eseguito.
Perciò ne consegue evidentemente,
che certamente il Geometra Libero
Professionista, regolarmente iscritto
all’Albo, possiede già i requisiti necessari
alla redazione di una certificazione
energetica, senza l'obbligo di partecipare
ad un corso di 80 ore.
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
26
Per la certificazione Ambientale, oltre ai
requisiti necessari per la certificazione
energetica, la Regione impone agli
aspiranti certificatori, la frequenza di un
corso di 64 ore.
Sulla necessità di un corso specialistico
e qualificante per i certificatori, possiamo
anche essere d'accordo, anche se
riteniamo di essere in grado di certificare
comunque con competenza. Ma non
possiamo invece essere assolutamente
d’accordo sulla durata che la Regione
impone per lo stesso corso, visto tra
l’altro, che nelle fasi preparatorie del
regolamento e nelle riunioni tenutesi in
ambito regionale ed alle quali le categorie
professionali erano state appositamente
invitate per esprimere il loro punto di
vista, era stato prospettato con chiarezza,
che la durata dei corsi avrebbe dovuto
essere contenuta in un massimo di 35
o 40 ore.
In un periodo come l’attuale, di crisi
del nostro settore e non solo, dove
tutte le energie vengono da più parti
indirizzate verso una nuova e più
significativa snellezza e semplificazione
delle procedure, per permettere e
stimolare l’accelerazione dei processi
tecnici burocratici del costruire, appare
inutilmente penalizzante richiedere ai
nostri tecnici un impegno superiore alle
35/40 ore per svolgere delle attività che
comunque, sono largamente note a tutti
gli operatori del settore.
Tutto ciò è ulteriormente suffragato dal
fatto che tale adempimento è previsto
solamente dalla nostra regione, la
quale se da un verso dimostra con ciò
una maggiore sensibilità ambientale,
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
27
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
28
l'entrata in vigore del Regolamento,
l’Amministrazione Regionale potrebbe
essere denunciata per aver assunto
provvedimenti incostituzionali.
Detta denuncia, sarebbe infatt i
indispensabile a tutela di tutto i l
mondo professionale, in quanto le
modalità previste fin qui, precludono
evidentemente la possibilità di operare
in regime di libera concorrenza favorendo
di fatto, la formazione di un illecito
monopolio a favore di quei pochi tecnici
che nel frattempo, fossero in grado di
frequentare il corso VEA.
Ad ogni buon conto, si ribadisce qui
con certezza che comunque, per la
Certificazione Energetica, non vi debba
essere la necessità di dover partecipare
ad un corso della durata di 80 ore per i
tecnici iscritti agli Albi professionali.
Al Consigliere Regionale Colautti,abbiamo
richiesto che venga data la possibilità,
anche ai nostri Collegi, di organizzare
in proprio i corsi necessari, con un
programma di formazione qualificato
e concordato, dove si possa offrire la
possibilità di conseguire anche i Crediti
Formativi ad un costo inferiore ai 10
euro/ora, già previsti e definiti per la
partecipazione ai corsi di ARES.
In conclusione, possiamo ritenerci
parzialmente soddisfatti dell’esito
dell’incontro, in quanto la Regione ha
immediatamente licenziato un apposito
emendamento che per intanto, sposta
la data di entrata in vigore della norma
al 31 ottobre 2011. Speriamo che nel
frattempo possa venir modificato anche
il regolamento, eliminando gli aspetti
negativi qui denunciati.
Intanto, nel periodo dal 1 gennaio al
31 ottobre 2011, la certificazione VEA
resta facoltativa, a libera scelta della
committenza.
produce per contro l’appesantimento di
una incombenza aggiunta, non prevista
dalle disposizioni comunitarie.
Risulta inoltre assolutamente inaccettabile
la scelta delle tempistiche indicate dalla
norma in parola, per l'entrata in vigore
del Regolamento (gennaio 2011), alla
stessa maniera è incomprensibile e non
condivisibile il fatto che possa essere
imposta obbligatoriamente la sola
ARES (Agenzia Regionale per l'Edilizia
Sostenibile) come struttura abilitata a
tenere i corsi. Infatti, prevedendo (a
fini didattici e culturali qualificanti e
condivisibili) una limitazione al numero
dei partecipanti ai medesimi corsi, ma
con un impegno temporale spropositato
e complesso, unito anche alla scelta
ingiustificabile della limitazione delle sedi
previste, è sin troppo facile prevedere un
completo fallimento dell’iniziativa.
Essendo obbligatorio il possesso
del requisito di aver partecipato con
profitto ai corsi, al fine di poter essere
abilitati per le certificazioni necessarie,
risulta talmente chiara l’incongruenza
del dettato regionale, che così come
previsto, non permette in tempi certi
e rapidi, la formazione e la successiva
iscrizione negli appositi elenchi dei tecnici
necessari e di coloro che comunque,
volessero cimentarsi in questa attività.
Il 21 settembre scorso, abbiamo avuto la
possibilità di partecipare ad un’apposita
audizione con il Presidente della IV
Commissione, Consigliere Regionale
Alessandro Colautti.
In quel la sede, sono state fatte
presenti tutte queste criticità ed è
stato chiaramente esposto il completo
dissenso della nostra categoria nei
confronti di quanto sopra citato,
palesando inoltre che, nel caso non
venisse per lo meno procrastinata
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
29
Fabbricati rurali e imposizione fiscalela ruralita’ di fatto esonera dall’ici l’immobile, indipendentemente dalla classificazione catastaledi Pierdomenico abrami
Catasto
La problemati-
ca dei fabbricati
rurali ritorna di
attualità, anche
con l’emanazio-
ne del Decreto
Legge 31 mag-
gio 2010 n.78
il quale, all’art.
19, tra l’altro, obbliga alla regolarizza-
zione con l’accatastamento, dei fabbri-
cati che hanno perso i requisiti per il ri-
conoscimento della ruralità entro il 31
dicembre 2010.
I requisiti oggettivi e soggettivi per
il riconoscimento della ruralità ai fini
fiscali dei fabbricati sono definiti dall’art.
9 del Decreto Legge n. 557 del 30
dicembre 1993, convertito nella Legge
n. 133/1994, così come ulteriormente
modificato dal DPR 23 marzo 1998 n.
139 rappresentati in forma organica dalla
Agenzia del Territorio, a mezzo circolare
n.7 prot. 48015 del 15 giugno 2007
e dalla NOTA 26.02.2010 n. 10933 –
REQUISITI PER IL RICONOSCIMENTO
DEL CARATTERE DI RURALITA’ DEI
FABBRICATI E DISCIPLINA ICI -
La normativa di riferimento distingue tra
fabbricati ad uso abitativo e fabbricati
strumentali all’esercizio dell’attività
agricola.
1- UNITA’ IMMOBILIARI AD USO
ABITATIVO
S O N O R U R A L I L E C A S E D I
ABITAZIONE possedute dal soggetto
titolare di diritto di proprietà o di
altro diritto reale sul terreno, ovvero
dall’affittuario del terreno stesso o dal
soggetto che ad altro titolo conduce
il terreno cui l’immobile è asservito,
che servono:
- all’imprenditore agricolo iscritto al
registro delle imprese
- alle persone addette alla coltivazione
della terra compreso il socio coltivatore
d i retto o imprenditore agr icolo
professionale
- ai familiari conviventi a loro carico
- ai titolari di trattamenti pensionistici
da attività lavorativa in agricoltura
- ai lavoratori agricoli subordinati
Quindi i fabbricati allibrati al catasto
terreni come “fabbricato rurale” o
“porzione di fabbricato rurale” potranno
permanere tali a condizione che siano
verificati i seguenti requisiti oggettivi
e soggettivi:
a) IL POSSESSO deve essere esercitato
da soggetto avente titolo;
b) L’UTILIZZAZIONE ad abitazione da
parte dei soggetti citati alla lettera a);
c) LA SUPERFICIE PODERALE minima
di mq. 10.000 ridotta a 3.000 qualora
il terreno insista in zona montana o vi
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
30
2- UNITA’ IMMOBILIARI
STRUMENTALI ALL’ATTIVITA’
AGRICOLA
LE UNITA’ IMMOBILIARI STRUMENTALI
ALL’ATTIVITA’ AGRICOLA, comprese
quelle destinate ad attività agrituristiche,
devono essere censite nella categoria
speciale D/10.
I fabbricati agricoli strumentali sono
quelli che servono
- alla protezione delle piante;
- al la conservazione dei prodotti
agricoli;
- alla custodia delle macchine agricole,
degli attrezzi e delle scorte occorrenti
per la coltivazione e l’allevamento;
- all’allevamento e al ricovero degli
animali;
- all’agriturismo, in conformità a quanto
previsto dalla Legge n. 96/2006;
- ad abitazione dei dipendenti esercenti
attività agricole nell’azienda a tempo
indeterminato o a tempo determinato
per un numero annuo di giornate
lavorative superiore a cento, assunti
in conformità alla normativa vigente in
materia di collocamento;
- alle persone addette all’attività di
alpeggio in zona montana;
- ad uso ufficio dell’azienda agricola;
si pratichino colture intensive;
d) IL REDDITO che deve derivare da
attività agricola con volume di affari del
soggetto conduttore del fondo superiore
alla metà del suo reddito complessivo,
escluso reddito pensionistico da attività
agricola.
Per fondi in territorio montano, il limite
della metà è ridotto a un quarto;
e) LA TIPOLOGIA non può presentare
caratteristiche di lusso o essere
censibile in categoria A/1 o A/8;
f) L’UBICAZIONE deve essere nello
stesso comune o in altro confinante
con quello dove insistono i terreni;
g) L’AMPIEZZA nei limiti di consistenza
definiti all’art. 9, comma 5 del DL n.
557/93;
h) L’ISCRIZIONE al Registro delle
Imprese del soggetto conduttore
l’azienda che però non è richiesta per
i familiari conviventi a carico, i titolari
di trattamenti pensionistici da attività
agricola, i lavoratori agricoli subordinati
e coadiuvanti iscritti come tali ai fini
previdenziali.
I requisiti soggettivi possono essere
dimostrati anche tramite dichiarazioni
sostitutive di notorietà del dichiarante
su apposita modulistica.
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
31
ICI fin dall’origine e senza alcun limite
dei fabbricati rurali, non dovendo tener
conto dell’inquadramento catastale
della costruzione, ma solo del rispetto
del requisito oggettivo in presenza
di immobili strumentali all’esercizio
dell’attività agricola, a prescindere dal
possessore, e dei requisiti soggettivi
e oggettivi in presenza di unità a
destinazione abitativa. E’ appena il caso
di sottolineare che l’Agenzia del Territorio
non può accettare accatastamenti di
abitazioni (anche se rurali) nelle categorie
A/6 o A/5, che di fatto non esistono più,
così facendo si ridurrebbe a “sporcare” la
propria banca dati con elementi inesatti.
Per la corretta inventariazione degli
immobili (principio fondamentale tecnico
di ogni Catasto, prima di qualunque
attribuzione di fiscalità), è indispensabile
accatastare gli alloggi identificandoli con
le precise e reali caratteristiche fisiche e
funzionali, rappresentate correttamente
all’Urbano nelle vigenti categorie A.
Quindi l’esenzione ICI per i fabbricati
rurali non può essere garantita da un
accatastamento falsato ed inserito in una
categoria inopinatamente errata, ma da
una realtà oggettiva correlata all’attività ed
alla produzione agricola. Come noto, tutti
i fabbricati rurali e non, debbono essere
accatastati ed i rurali esistenti, possono
non essere accatastati al Catasto dei
Fabbricati, soltanto in presenza della loro
corretta introduzione in mappa. Per cui
è ben difficile poter immaginare che
questo requisito sia presente ovunque
nei fabbricati rurali.
Da ciò consegue direttamente che
procedendo tecnicamente con gli
accatastamenti, questa operazione
debba e possa essere eseguita in qualità,
nell’interesse di tutti, noi ed il Catasto
per primi.
- alla manipolazione, trasformazione,
conser vazione, valor izzazione o
commercializzazione dei prodotti agricoli,
anche se effettuate da cooperative e loro
consorzi di cui all’articolo 1, comma 2,
del decreto legislativo 18 maggio 2001
n. 228;
- all’esercizio dell’attività agricola in maso
chiuso.
Qualora l’attività di manipolazione e
trasformazione o commercializzazione
riguardi prodotti agricoli provenienti
in misura non prevalente (50%) dalla
produzione del fondo il classamento deve
essere effettuato nelle categorie D/7 o
D/8. Nell’ambito dell’attività agrituristica
si ritengono compatibili con la ruralità
dell’immobile la destinazione residenziale
dell’abitazione dell’imprenditore in
categoria A (escluse A/1 o A/8 e di
lusso) e gli immobili con classamento
C/2, C/3, C/6 e C/7. I copiosi interventi
normativi succedutisi nel tempo, i
chiarimenti dell’Agenzia del Territorio,
le sentenze della giurisprudenza di
merito e la più recente sentenza della
corte di Cassazione n. 24299 del 28
ottobre 2009 (che di fatto cambia l’
indirizzo della sentenza 21.08.2009 n.
18565) confermano l’esenzione ai fini
32
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
Catasto
Finalmente le planimetrie catastali On LineUn grande successo della categoria dopo anni di attese ed incomprensionidi Bruno razza
PROVVEDIMENTO 16 settembre 2010Disciplina delle modalità di consultazione telematica delle planimetrie catastali da parte dei soggetti abilitati alla presentazione telematica degli atti di aggiornamento catastale
...(omissis)... DISPONE
Articolo 1 {Ambito di applicazione)Le disposizioni di cui al presen-te provvedimento si applicano al-la consultazione delle planimetrie catastali delle unità immobiliari ur-bane, con esclusione di quelle re-lative agli immobili censiti nelle ca-tegorie B/3 (prigioni e riformatori), D/5 (istituti di credito, cambio ed assicurazione), E/5 (fabbricati co-
stituenti fortificazioni e loro dipen-denze). Non è in ogni caso consen-tito l'utilizzo delle planimetrie degli immobili che, ancorché non cen-siti nelle categorie di cui al com-ma 1, hanno la medesima desti-nazione d'uso e di quelle relative ad obiettivi sensibili per la sicurez-za dello Stato.Non sono, altresì, utilizzabili le pla-nimetrie dichiarate non conformi dagli Uffici, in quanto non redatte sulla base delle regole catastali.
Articolo 2 (Servizio di consulta-zione telematica delle planimetrie catastali)1. L'accesso al sistema telemati-co dell'Agenzia del Territorio (SI-STER) per la consultazione delle planimetrie catastali è consentito ai soggetti abilitati alla presenta-zione telematica degli atti tecnici
Dopo tanti anni di richieste, di pressioni, di promesse e di incomprensio-ni, finalmente potremo avere per via telematica, le planimetrie del Catasto Urbano. Per noi si attiva una procedura nuova e storica ed utilissima. Il 16 settembre scorso il Direttore Generale dell’Agenzia del Territorio ha firmato il provvedimento che qui di seguito si riassume e che ci abilita, assieme ai notai ed ai segretari comunali, a richiedere ed ottenere le tanto sospirate planimetrie. Ulteriori approfondimenti nel merito, li faremo prossimamen-te, per ora gioiamo di questa bella notizia, certi che la conquista di questo risultato, è per tutti noi e per il nostro lavoro, un bel successo.
di aggiornamento del catasto edi-lizio urbano di cui all'art. 1, com-ma 374, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, ai notai, nonché ai segretari o delegati della pubblica amministrazione abilitati all'utilizzo delle procedure telematiche di cui all'art. 3-bis del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 463.
Articolo 3 (Richiesta di consul-tazione)La consultazione telematica della planimetria avviene previa sotto-scrizione, con firma digitale, di ap-posita richiesta attraverso l'acces-so al sistema telematico dell'Agen-zia del Territorio. Il soggetto richie-dente dichiara, ai sensi degli artico-li 38, 47 e 76 del decreto del Presi-dente della Repubblica 28 dicem-bre 2000, n. 445, di essere:professionista abilitato alla presen-tazione degli atti di aggiornamen-to catastale, incaricato da parte di uno dei soggetti titolari di diritti re-ali sull'immobile, della redazione di atti tecnici di aggiornamento del catasto edilizio urbano, ovvero di adempimenti connessi alla stipula di atti concernenti l'immobile, non-ché dall'autorità giudiziaria;notaio od altro pubblico ufficiale incarica-to della stipula di atti concernen-ti l'immobile.3. L'incarico professionale, di cui al comma 2 lettera a), è conservato, in originale, dal soggetto richieden-te, per un periodo di 5 anni.
Articolo 4 (Utilizzazione dei dati)1. I dati acquisiti per via telemati-
ca, in relazione all'incarico ricevu-to, possono essere utilizzati esclu-sivamente per i fini consentiti e nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente in materia di ri-utilizzazione commerciale e di pro-tezione dei dati personali.
Articolo 5 (Attivazione del servizio)1. La data di attivazione del ser-vizio di cui al presente provvedi-mento è stabilita con comunica-to del Direttore dell'Agenzia del Territorio, pubblicato sul sito in-ternet all'indirizzo www. agenzia territorio, it.
Articolo 6 (Controlli, sospensio-ne e chiusura del servizio)L'inosservanza degli obblighi del presente provvedimento deter-mina la sospensione o la chiusura del servizio, in relazione alla gravi-tà dell'inadempimento, ferma re-stando l'applicazione dell'art. 76 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445. L'Agenzia del Territorio ha fa-coltà di effettuare i controlli volti a verificare l'osservanza degli ob-blighi di cui al presente provvedi-mento.
Articolo 7 (Disposizioni finali)1. Il presente provvedimen-to è pubblicato sul sito internet dell'Agenzia del Territorio, ai sensi dell'articolo 1, comma 361, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, ed entra in vigore il giorno suc-cessivo a quello della sua pubbli-cazione.
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
34
Calendario dei Corsi e dei Seminari per i Geometri in Regionedi Elio Miani
Formazione
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
36
Con il numero 3 (marzo 2010) è iniziata la pubbli-
cazione su Dimensione Geometra, del Calenda-
rio dei Corsi e dei Seminari programmati dai Col-
legi Regionali. I tempi tecnici di uscita della no-
stra rivista, non ci permettono di fornire un elen-
co completo degli eventi formativi, in particolar
modo quelli dei seminari, che spesso vengono or-
ganizzati con tempistiche rapide. La finalità della
pubblicazione del calendario è soprattutto quel-
la di fornire ai lettori un elenco degli eventi che si
svolgono nei collegi di non appartenenza del sin-
golo professionista, in quanto ogni Collegio Pro-
vinciale provvede ad informare per tempo e per
posta elettronica i propri iscritti in merito alle atti-
vità che si tengono nel proprio ambito territoriale.
Non è pertanto necessario richiedere informazioni
al proprio collegio in quanto, al momento opportu-
no, ogni iscritto riceverà una e-mail con i program-
mi del seminario o corso in programma e le mo-
dalità per l'adesione. Si desidera comunque sot-
tolineare che la finalità di questi eventi formativi,
pur nell'obbligatorietà di dover rispettare i credi-
ti previsti dal nostro Regolamento della Forma-
zione Continua, rimane quella dell'aggiornamen-
to ed acculturamento professionale del Geome-
tra, secondo le specifiche specialità ed interessi
di ognuno e non quella di ottenere comunque un
“punteggio” numerico elevato di crediti.
TIPO1
DESCRIZIONE DELL'EVENTO PERIODO ORE ORG.2
LUOGO N°3
CREDITI4
C Aggiornamento coordinatori sicurezza21-28 ott. 201024 nov. 2010 2-9 dic. 2010
20 TS Collegio Geometri TS 3510+4 per
esame
C Corso energetica 22 ott. 2010 8 PN ITG Pertini Pordenone 40 4
C Termotecnica nov. 2010 8 PN ITG Pertini Pordenone 40 4
CLa gestione di rifiuti – terre e rocce da scavo
4-5 nov. 2010 11-12 dic. 2010
20 TS Collegio Geometri TS 3510+4 per
esame
SRestauro e isolamento termico
esterno degli edifici12 nov. 2010 4 UD
Sala consiliareComune di Osoppo
s.l. 3*
CAcustica nella progettazione edilizia e
nella D.L.15-16-22-23
nov. 201012 TS Collegio Geometri TS 35
6+4 per
esame
C GEOVAL estimo immobiliare17-18-19-29-30
nov. 201040 TS Collegio Geometri TS 35
40+4 per
esame*
C Topografia applicata 25-26 nov. 2010 16 TS Collegio Geometri TS 358+4 per
esame
S Seminario urbanistica 1 dic. 2010 4 TS Collegio Geometri TS s.l. 2
C Corso CTU 6-7-11 dic. 2010 24 TS Collegio Geometri TS 3512+4 per
esame
C Corso CTU 27-28 gen. 2011 16 PN ITG Pertini Pordenone 50 8
1 TIPOLOGIA: corsi = C seminari = S 3 POSTI DISPONIBILI: s.l. = senza limiti
2 ORGANIZZAZIONE: Collegio di Gorizia = GOCollegio di Udine = UDCollegio di Pordenone = PNCollegio di Trieste = TSCollegio Periti e Geometri di Udine = PGUD
4 CREDITI IPOTIZZATI: in attesa di validazioneda parte del CNG
* CREDITI GIA’ RICONOSCIUTI DAL CNG
38
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
Iacopo Chiaruttini
Il famoso Mercato della Seta,
edificio dichiarato Patrimonio
dell'umanità
Sulle orme di Calatrava Viaggio studio dei Geometri Pordenonesi a Valencia
di iacopo Chiaruttini
Attività del Collegio di Pordenone
Come da tradizione, anche quest’anno
l’Associazione dei Geometri della pro-
vincia di Pordenone ha organizzato dal 9
al 13 Giugno scorso, l’ormai tradiziona-
le viaggio studio che questa volta, par-
tendo in aereo da Bologna, ha toccato
il suolo spagnolo, per visitare una delle
città più importanti e più in crescita del
Mediterraneo, ovvero Valencia.
Valencia, la bellissima terza città della
Spagna (800.000 abitanti circa), ha affa-
scinato e fatto innamorare i 28 colleghi
pordenonesi che hanno aderito all’inizia-
tiva, sia per la visita agli aspetti più famo-
si e caratteristici della città, che per aver
potuto ammirare direttamente e da vici-
no, le splendide creazioni firmate dal fa-
mosissimo architetto Calatrava.
Questa città, conosciuta ai più per il con-
nubbio “paella-movida”, stupisce anche
il turista più vacanziero, perché questa
fama di tipo “culinario/divertimento” è
di certo riduttiva rispetto al resto delle
sue attrattive. Basti pensare che Valen-
cia possiede una storia enorme ed a dir
poco interessante, essendo stata fonda-
ta dai romani nel 138 avanti Cristo ed ha
conservato ancora molti dei monumenti
costruiti nei suoi oltre 2000 anni di sto-
ria, come lo dimostra il suo invidiabile
centro storico.
E’ presente anche un segno inconfondi-
bile dell’architettura gotica, testimoniata
dalle due torri del Serranos, che costi-
tuivano l’entrata all’antica muraglia me-
dievale della città, con alle loro spalle la
Plaza de la Vergen, che gli attenti e pre-
cisi Geometri pordenonesi hanno visita-
to fin da subito.
Poi merita ricordare anche l’imponente
cattedrale gotica di Santa Maria, una del-
le chiese più importanti della Spagna, fa-
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
39
mosa in tutto il mondo perché al suo in-
terno vi è ancor’oggi custodito il Sacro
Calice. Nella sue fattezze si osserva pre-
valentemente lo stile gotico della sua for-
mazione ma con questo si fondono pre-
gevolmente anche elementi del romani-
co, barocco e rinascimentale.
Il primo giorno utile dopo l’arrivo a Valen-
cia, è stato visitato il famoso Mercato
della Seta, testimone dell’antica prosperi-
tà della città, struttura dichiarata dall’Une-
sco patrimonio mondiale dell’umanità,
anche per la sua forma architettonica, ri-
specchiante un castello medievale che
comprende tra l’altro, uno spettacolare
salone dove venne firmato il primo “pa-
gherò” della storia.
Nelle vicinanze del mercato della Seta,
al di là dei prodotti gastronomici presen-
ti, la visita al Mercato Centrale ha colpi-
to la sensibilità dei Geometri, trattando-
si di un capolavoro del modernismo spa-
gnolo con una incredibile ed affascinan-
te struttura. Oltre all’aspetto storico del-
la città e dei luoghi visitati, hanno molto
interessato la curiosità dei Geometri an-
che le opere contemporanee e più mo-
derne, come quelle progettate dall’archi-
tetto inglese Foster, complice della pro-
gettazione di un maestoso centro con-
gressi dove si sono tenute importantis-
sime conferenze internazionali.
Non da meno è stat l’attenzione per l’am-
modernamento del porto, confinante con
una splendida spiaggia e per le numerose
realizzazioni eseguite in occasione dell’
America’s Cup di Valencia, il più famoso
trofeo nello sport della vela, nonché il più
antico trofeo sportivo del mondo per cui
si compete tuttora. In occasione di que-
sto evento, sono stati realizzati interventi
di altissimo livello, come l’edificio per gli
ospiti ideato dall’architetto britannico Da-
vid Chipperfield e la creazione della ba-
se del team italiano, affidata all’architet-
to sempreverde Renzo Piano.
Ma l’opera che ha lasciato a bocca aper-
ta i turisti Geometri, è quella che ha con-
tribuito al rilancio assoluto di Valencia ed
all’incremento costante del suo turismo,
cioè la Città delle Arti e delle Scienze,
spettacolare complesso di edifici futuristi-
ci progettati dal geniale architetto Santia-
go Calatrava. Questa oggi è l’icona vera e
propria di Valencia: un’architettura d’avan-
guardia, unica nel suo genere, vedendola
si rimane folgorati dalla sua bellezza. E’
composta da una passeggiata, l’Umbra-
cle, dall’Opera House dedicata al teatro
ed alla musica, simile per la concezione
a quella di Sydney, dall’oceanografico,
enorme ed incredibile acquario naturale
tutti. Di Valencia però abbiamo apprezza-
to anche molte altre cose, il clima locale
(caldo mediterraneo ma sempre venti-
lato), la funzionalità dei trasporti (buona
rete metropolitana e numerosa presen-
za di taxi), la enogastronomia, che non
è assolutamente banale come qualcu-
no potrebbe asserire.
La cucina tipica della città, tra le sue spe-
cialità annovera certamente la famosa
“paella valenciana”, variante locale della
tradizionale paella, ottimi piatti di pesce,
tapas (antipasti particolari) e menaditos
(stuzzicanti panini farciti), accompagnati
da bevande caratteristiche come la san-
gria e l’agua de Valencia, un cocktail a
base di succo d’arancia, cava e vodka,
oltre all’horchata, bevanda rinfrescante
a base di acqua, zucchero e chufa. Na-
turalmente non è mancato il divertimen-
to a base di movida valenciana, ovvero
la tradizionale e conosciuta festa “itine-
rante” del dopo cena, nei numerosissi-
mi locali dei quartieri cittadini, accom-
pagnati da musica.
Quindi va sottolineato quanto la scelta
di visitare questi meravigliosi luoghi, sia
stata azzeccata ed apprezzata da tutti,
per il contesto, l’organizzazione e ovvia-
mente la bellezza di Valencia. Inoltre il
viaggio ha permesso di creare un’occa-
sione di confronto e forte coesione tra
colleghi, in attesa di una nuova avventu-
ra, alla quale si sta già pensando.
che ospita più di 45.000 esemplari di cir-
ca 500 specie marine provenienti da tut-
ti gli ecosistemi acquatici dall’emisfero.
La struttura ospita un planetario ed un ci-
nema imax ed infine la cittadella si com-
pleta con il museo delle scienze Princi-
pe Felipe, il museo più grande di tutta la
Spagna, dalla forma a scheletro di bale-
na, dove si possono scoprire tutte le me-
raviglie della scienza. Una piacevole par-
ticolarità è il motto di questo museo: “
toccare è sempre permesso” a differen-
za di tutti gli altri musei del mondo dove
l’imperativo è “vietato toccare”.
Qui invece si chiede al pubblico proprio
il contatto con la scienza, infatti tutte le
installazioni e le esposizioni richiedono la
partecipazione attiva dei visitatori, susci-
tando grande interesse soprattutto tra i
giovani. Calatrava in questa città nella cit-
tà, ha voluto creare un polo attrattivo per
il turista, calamitandolo nella sua architet-
tura, che lui osa definire un’arte concreta,
non impossibile e a servizio dell’uomo.
Piacevoli ed interessanti si sono rivela-
te anche le visite lampo al vecchio sta-
dio ed a quello nuovo ancora in costru-
zione, alla stazione centrale dei treni, al
circuito di formula uno e ad un’elegante
ponte con annessa stazione metrò, ec-
cezionali opere firmate sempre da Cala-
trava, sul letto prosciugato del fiume Tu-
ria, dove nella complessiva riqualificazio-
ne del luogo, è stato realizzato anche un
bellissimo ed utile parco, a disposizione di
Parte del complesso
di costruzioni futuristiche
della Città delle Arti e delle Scienze
dim
ensio
ne g
eom
etra
10/2
010
40
iN cOpeRtiNA“I poggioli del Friuli Venezia Giulia”Cassacco (Ud)
diRettORe ReSpONSAbiLebrUno razza
cOMitAtO di RedAZiONePIEr GIUSEPPE SEra (Go) anTonIo TIEGHI (Pn)LIVIo LaCoSEGLIaz (Ts) ELIo mIanI (Ud)
cOORdiNAtORe di RedAZiONeGLorIa GobETTI (Ud)
pROpRietàorGano UFFICIaLE dEL ComITaTo rEGIonaLE dEI CoLLEGI dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dEL FrIULI VEnEzIa GIULIa
editORe, diReZiONe,RedAZiONe, AMMiNiStRAZiONeaSSoCIazIonE dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dELLa ProVInCIa dI UdInEper conto del Comitato regionale dei Collegidei Geometri e Geometri laureati del Friuli Venezia Giulia Via Grazzano 5/b33100 UdineTel 0432 501503Fax 0432 504048e-mail: [email protected]
Il presente numero è stato chiuso per la stampail ????????????. Tiratura ?????? copie
StAMpALA tipOGRAFicA SRLVia Julia, 2733030 basaldella di Campoformido (Ud)Tel 0432 561302Fax 0432 561750Per invio materiali: [email protected]
pubbLicitàSCrIPTa manEnT srlViale della Vittoria, 1333100 UdineTel. 0432 505900e-mail: [email protected]
aUTorIzz. dEL TrIbUnaLE dI UdInEn. 42/92 dEL 21.11.92PrEzzo dI CoPErTIna € 2,00arrETraTI € 3,00abbonamEnTo 12 nUmErI € 20,00abbonamEnTo ESTEro (EUroPa) € 27,00
Questo periodico è associatoall’Unione Stampa Periodica Italiana
dimensione
geometraorGano UFFICIaLE dEL ComITaTo rEGIonaLE dEI CoLLEGI dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dEL FrIULI VEnEzIa GIULIa
dim
ensio
ne g
eom
etra
5/20
10
42
iN cOpeRtiNA“I pozzi del Friuli Venezia Giulia” Fr. nogaredo di Corno - Comune di Coseano (Ud)
diRettORe ReSpONSAbiLebrUno razza
cOMitAtO di RedAZiONePIEr GIUSEPPE SEra (Go) anTonIo TIEGHI (Pn)LIVIo LaCoSEGLIaz (Ts) ELIo mIanI (Ud)
cOORdiNAtORe di RedAZiONeGLorIa GobETTI (Ud)
pROpRietàorGano UFFICIaLE dEL ComITaTo rEGIonaLE dEI CoLLEGI dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dEL FrIULI VEnEzIa GIULIa
editORe, diReZiONe,RedAZiONe, AMMiNiStRAZiONeaSSoCIazIonE dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dELLa ProVInCIa dI UdInEper conto del Comitato regionale dei Collegidei Geometri e Geometri laureati del Friuli Venezia Giulia Via Grazzano 5/b33100 UdineTel 0432 501503Fax 0432 504048e-mail: [email protected]
Il presente numero è stato chiuso per la stampail 12 ottobre 2010. Tiratura 3000 copie
StAMpA
Via Julia, 2733030 basaldella di Campoformido (Ud)Tel 0432 561302Fax 0432 561750Per invio materiali: [email protected]
pubbLicitàSCrIPTa manEnT srlViale della Vittoria, 1333100 UdineTel. 0432 505900e-mail: [email protected]
aUTorIzz. dEL TrIbUnaLE dI UdInEn. 42/92 dEL 21.11.92PrEzzo dI CoPErTIna € 2,00arrETraTI € 3,00abbonamEnTo 12 nUmErI € 20,00abbonamEnTo ESTEro (EUroPa) € 27,00
Questo periodico è associatoall’Unione Stampa Periodica Italiana
dimensione
geometraorGano UFFICIaLE dEL ComITaTo rEGIonaLE dEI CoLLEGI dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dEL FrIULI VEnEzIa GIULIa