master usmr pro 2011

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Master Ufficio Stampa e Media Relations, 24-25 ottobre 2011 Biagio Carrano L'ufficio stampa nell’ottica dei media sociali digitali

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L'ufficio stampa nell’ottica dei media sociali digitali

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I filtri tradizionali ai “fatti”

Definito un fatto come rilevante o notiziabile cerchiamo di capire quanti filtri vengono applicati dalle redazioni al racconto del medesimo:

Filtri geografici: vicinanza fisica, rilevanza geopolitica, ...

Filtri editoriali: tipologia della testata (generalista, economica, specialistica, ecc.), orientamento politico, orientamento dei giornalisti di vertice, polemiche e battaglie giornalistiche intraprese, ecc.

Filtri legati alla proprietà: altri investimenti della proprietà, interessi e inclinazioni dei membri della famiglia della proprietà, ecc.

Filtri temporali o stagionali

Filtri legati alla disponibilità di materiale giornalisticamente utile

Filtri legati al format del media: dimensioni del quotidiano e del periodico, format radiofonico o televisivo, sito web

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Fatti e dichiarazioni

Presenza fisica e

valutazione di rilevanza

Non rilevante

Rile

vaan

te

Uffici stampa /Corrispondenti/Cittadini/Bloggers

Valutazione

giornalistica,

ideologica

Agenzie stampa/

Testate su carta-radio-tv-online

Valutazione

giornalistica,

redazionale,

commerciale,

ideologica

Fruitori di canale/Audiences

Interessi

personali e di gruppo

Opinione pubblica/ Dibattito nelle elites

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I nuovi criteri del giornalismo digitale

Il giornalismo digitale autoprodotto ha introdotto nuovi parametri di

notiziabilità quali:

il ripensamento del ciclo della notizia (1440/7 news cycle)

l’iperlocalismo

l’iperspecializzazione

la collaborazione con e tra soggetti non professionalizzati

il coinvolgimento dei media sociali nella fase di raccolta e di distribuzione

delle notizie

la moltiplicazione delle “fonti” e lo sviluppo di un modello di verifica diffuso

la diffusione di smartphones sempre collegati a internet

la diffusione di nuovi dispositivi per la fruizione delle notizie

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I media nel processo di valorizzazione e distribuzione della notizia

La formattazione della notizia: Veicolazione e lievi modifiche dei take:

Social media come nuove fonti:

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I media nel processo di valorizzazione e distribuzione della notizia

Informazione flusso: Informazione a cadenza fissa:

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I media nel processo di valorizzazione e distribuzione della notizia

Informazione di approfondimento

e spesso originale:

Informazione autoprodotta,

on demand, content aggregators:

www.beppegrillo.it

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Un cambiamento di paradigma

L’informazione “filtrata” dai processi giornalistici è diventata solo una parte del totale

I professionisti della comunicazione aziendale continuano a insegnare e a lavorare sulla base di principi sempre più messi in discussione dalle tecnologie digitali e dalle filosofie collaborative e relazionali dei nuovi media

Cosa significa per un comunicatore professionale passare da un paradigma in cui ci si confrontava con i mass media a un ambiente comunicazionale sempre più dominato dai media sociali??

Si tratta di un cambiamento radicale di paradigma, in cui la moltiplicazione delle fonti pone problemi speculari a giornalisti e media relator. E soprattutto il ciclo della notizia si è ulteriormente accellerato negli ultimi due anni.

Come riposizionare i principi delle relazioni con i media in un contesto dove i media personali sono sempre più strategici?

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Un cambiamento di paradigmaUn esempio:

25 giugno 2009: muore Michael Jackson

Sequenza della diffusione della notizia:

Chiamata al 911 (emergenza sanitaria) dalla villa di Michael Jackson: 19.21 GMT

@WeirdNews, dal Giappone!20.04 GMT: si parla di attacco cardiaco

Prima notizia della morte:TMZ: 21.20 GMT

Ripresa su Facebook21.18 GMT

Ripresa online: 20.10 GMT

Notizia della morte su Facebookattorno alle 21.50 GMT

Conferma della morte su CNNattorno alle 23.20 GMT

Prima pagina del New York Times il 26 giugno

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Un cambiamento di paradigma

Il controllo di veridicità attraversa tutta la rete

Il 28 dicembre il sito TMZ.com pubblica una foto che ipotizza datata a metà degli anni Cinquanta in cui un giovane prende il sole su una barca mentre quattro ragazze nude si divertono. Il giovane, a quanto afferma colui che avrebbe consegnato la foto, è John Fitzgerald Kennedy, nei giorni in cui la moglie stava abortendo.

Un esperto giudiziario di analisi delle fotografie sembra avvalorare la veridicità della foto.

Eppure...

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Un altro sito web, www.thesmokinggun.com scopre nell'arco di poche ore chesi tratta di un falso, ovvero di una foto tratta da un numero della rivistaPlayboy degli anni Sessanta.

Un cambiamento di paradigma

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Ma in Italia le notizie arrivano tardi. Ecco come Il Giornale è costretto a fareuna ribattutaAd accorgersi del caso è il blog “Nonleggerlo.blogspot.com”

Un cambiamento di paradigma

Il controllo di veridicità attraversa tutta la rete

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Ecco uno che ha capito tutto di media coverage!

Sfruttando la scarsità estiva di notizie e la necessità dell'informazione-flusso di riempire i palinsesti e creare costantemente “storie” emotivamente coinvolgenti, il Rev. Terry Jones con la sua idea “Burn a Koran day” ha dichiarato di aver concesso oltre 150 interviste tra luglio e agosto

Nella prima settimana di settembre l'iniziativa di uno sconosciuto reverendo è diventata la prima notizia sulle televisioni via cavo. Il responsabile dei rapporti con i media dell'amministrazione Obama Robert Gibbs ha dichiarato: “Vi sono più persone alle sue conferenze stampa che ai suoi sermoni”. Ma l'attenzione per il caso è cresciuta prima fuori dagli Stati Uniti, quando vi sono state proteste in Afganistan e il generale Petraeus ha detto che l'iniziativa metteva a repentaglio la vita dei militari NATO.

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Come nasce un caso mediatico

Nel 2009 sulla piccola chiesa del reverendo Jones appare un cartellone con su scritto “islam is of the devil”, seguito da t-shirt con lo stesso slogan

La AP riprende la notizia tra le storie di tema religioso, dandole poca evidenza

USA Today, il più diffuso quotidiano, dedica un articolo alla storia

Il network di Dubai Al Arabiya riprende la storia nel mondo arabo

Il 21 luglio RNS, agenzia informativa che fornisce notizie a centinaia di testate, dedica un piccolo spazio alla decisione di Jones

Yahoo News e vari blog riprendono la notizia

A fine luglio Rick Sanchez della CNN pur definendo folle l'iniziativa invita in studio il reverendo

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Come nasce un caso mediatico

Le provocazioni del reverendo Jones, un ex manager di albergo, si sono andate a incuneare nel dibattito sulla realizzazione di una moschea a Ground Zero.Ma più in generale bisogna considerare due cornici: la prima dovuta al montante antislamismo che di tanto in tanto sfocia in episodi e dichiarazioni di intolleranza in varie zone degli Stati Uniti;la seconda è legata alla crisi di ascolti della CNN, tradizionalmente di impronta democratica, che alla ricerca di storie capaci di catturare l'attenzione del pubblico ha dato una rilevanza mondiale a un reverendo di esplicite simpatie repubblicane che ha un modestissimo seguito con la sua chiesa evangelica.

Da inizio settembre fino alla decisione del rev. Jones di sospendere l'evento di messa al rogo del Corano vi sono state proteste e incidenti in vari paesi del mondo islamico.A Kabul fino all'11 settembre vi sono proteste contro gli americani.

Ancor prima della decisione del rev. Jones di annullare l'evento di messa al rogo del Corano, CNN, Fox News e New York Times hanno esplicitamente affermato che non avrebbero presentato immagini dell'evento.

Chris Cuomo, un anchorman della ABS, ha scritto su Twitter: “Io sono parte dei media e penso che i media hanno dato vita a questa messa al rogo del Corano in Florida... ed è stato un atto incosciente”.

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Sohaib Athar è un consulente pachistano di Information Technology che vive in una remota località residenziale del suo paese, Abbottabad. Un twitter come tanti altri nel mondo, con il suo giro di followers legati a conoscenze personali e alla sua attività professionale. Ma Sohaib è diventato celebre in tutto il mondo per aver inconsapevolmente raccontato il raid delle forze speciali americane che hanno portato all’uccisione di Osama Bin Laden. Sohaib ha fornito ai suoi followers il racconto di quanto accadeva vicino casa sua.

Con i media sociali chiunque può diventare una fonte (a volte l’unica) di un evento storico.

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Helicopter hovering above Abbottabad at 1AM (is a rare event).

Go away helicopter - before I take out my giant swatter :-/

A huge window shaking bang here in Abbottabad Cantt. I hope its not the start of something nasty :-S

@m0hcin all silent after the blast, but a friend heard it 6 km away too... the helicopter is gone too.

@m0hcin http://bit.ly/ljB6p6 seems like my giant swatter worked !

@m0hcin the few people online at this time of the night are saying one of the copters was not Pakistani...

OMG :S Bomb Blasts in Abbottabad.. I hope everyone is fine :(

@raihak Funny, moving to Abbottabad was part of the 'being safe' strategy

Since taliban (probably) don't have helicpoters, and since they're saying it was not "ours", so must be a complicated situation #abbottabad

@raihak yep, the mad power cuts have reached abbottabad - 14 hours daily - luckily I have a generator AND a UPS at the coffee shop

The abbottabad helicopter/UFO was shot down near the Bilal Town area, and there's report of a flash. People saying it could be a drone.

@smedica people are saying it was not a technical fault and it was shot down. I heard it CIRCLE 3-4 times above, sounded purposeful.

@tahirakram very likely - but it was too noisy to be a spy craft, or, a very poor spy craft it was.

@smedica I live near Jalal Baba Auditorium

Here's the location of the Abbottabad crash according to some people >>> http://on.fb.me/khjf34

Post twittati da Athar in 4 ore tra la notte del primo maggio e il giorno del 2 2011.

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Two helicpoters, one down, could actually be the training accident scenario they're saying it was >> http://bit.ly/ioGE6O

A Major of the #Pakistan #Army's 19 FF, Platoon CO says incident at #Abbottabad where #helicopter crashed is accidental and not an "attack“

The Major also says no "missiles" were fired and all such exaggerated reports are nothing but rumours #Pakistan

and now I feel I must apologize to the pilot about the swatter tweets :-/

1 dead and 1 injured in Abbottabad for heli crashed

I think the helicopter crash in Abbottabad, Pakistan and the President Obama breaking news address are connected.

Report from a taxi driver: The army has cordoned off the crash area and is conducting door-to-door search in the surrounding

@kursed What really happened doesn't matter if there is an official story behind it that 99.999% of the world would believe

@kursed Another rumor: two copters that followed the crashed one were foreign Cobras - and got away

@ahmedbilal @kursed Sadly. We should start learning how to spread believable stories and recreate a reality that suits us.

Report from a sweeper: A family also died in the crash, and one of the helicopter riders got away and is now being searched for.

@kursed Well, there were at least two copters last night, I heard one but a friend heard two, for 15-20 minutes.

I guess Abbottabad is going to get as crowded as the Lahore that I left behind for some peace and quiet. *sigh*

RT @ISuckBigTime: Osama Bin Laden killed in Abbottabad, Pakistan.: ISI has confirmed it << Uh oh, there goes the neighborhood :-/

I guess I should unsubscribe from the #abbottabad search on twitter before it kills my machine. Leave Abbottabad alone, Osama and Obama...

Uh oh, now I'm the guy who liveblogged the Osama raid without knowing it.

and here come the mails from the mainstream media... *sigh*

...................

I am JUST a tweeter, awake at the time of the crash. Not many twitter users in Abbottabad, these guys are more into facebook. That's all.

Post twittati da Athar in 4 ore tra la notte del primo maggio e il giorno del 2 2011.

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Il controllo di veridicità attraversa tutta la rete

Il 7 ottobre 2011 il ministro della difesa britannico Liam Fox intervistato dal programma BBC Breakfast nega di essersi fatto accompagnare in vari viaggi istituzionali dall’amico e testimone di nozze Adam Werritty che non aveva alcun titolo. In particolare si parla del viaggio a luglio 2011 in Sri Lanka.

Il 9 ottobre 2011 il blog italiano Nomfup scopre un video della televisione srilankese che smentisce il ministro.

Il 10 ottobre 2011 la notizia è in prima pagina dell’Observer, che correttamente cita lo scoop del blogger italiano Filippo Sensi

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Come riorganizzare il caos della comunicazione digitale?

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Esempi Uso corrente in ItaliaTecnologie socialiReti socialiTecnologie che consentono di svilupparerelazioni personali

RSSUno standard Xmlche consente di raccogliere eleggere aggiornamenti di contenuti

Open source softwareSoftware libero che può essere modificato edistrbuito senza pagamenti

BlogContenuti online gestiti da una o piùpersone

Motori di ricercaServizi onlice capaci di cercare i contenutirichiesti dagli utentii

Portali di valutazioni degli utentiSiti dove è possibile leggere valutazioni fattedagli utenti di prodotti o servizi

P2P file sharingReti di scambio di files dove gli utenti fungonosia da server che da client

C2C e commerceSiti web che consentono la compravendita senzaintermediari

Siti web di comparazione prodottiSiti che consentono ai consumatori di comparareprodotti e servizi

PodcastsFiles audio o video che possono essere scaricatisu un lettore digitale

Wiki/Software collaborativiPiattaforme che consentono agli utenti dipubblicare contenuti su qualsiasi argomento

TaggingMetadata che consentono di riordinare icontenuti e di trovarli più facilmente

A febbraio 2010 gli italiani hanno speso inmedia ogni mese 6 ore e 28 minuti suisocial network con 19 milioni di iscritti suFb

Campione di 65 aziende e PA nel2008: 75% conosce gli RSS, 44% èinteressato; 11% utilizza

Adozione nelle imprese di sistemiliberi: 10,06%: imprese fino a 49 dip.; 19.98%imprese fino a 99 dip.; 27,83% impresefino a 250 dip.; 38,/ oltre 250 dip. (ISTAT 2008)

2.942.588 blog attivi in Italia, pari al6% della popolazione (2008)

89% degli italiani online li usa ogni giorno;93% li considera il miglior strumento diricerca; 88% ha deciso un acquisto così (OTO)

82% li conosce, il 24% compulsanewsgroup , forums e siti prima di unacquisto, l'11% consulta i blog (Tns Infratest)

Chi scarica in Italia ha soprattutto tra i 15e i 24 anni, esperto di informatica, sarebbedisposto a pagare tra i 30 e i 50 cents percanzone e fino a 2 € per film (Einaudi 2007)

L'e-commerce italiano fattura 10miliardi di euro, pari al 3,2% del mercato europeo. Crescita del 58% rispetto all'anno scorso.(Casaleggio 2010)

In Italia Mutuionline è all'800esimo posto,BuyCentral è al 3603esimo posto pertraffico,

In Italia i principali siti sono RadioDue,con il record di podcast raggiunto daVivaRadioDue, e audiocast.it

Al 22 aprile it.wiki aveva 680.000 vocie oltre 500.000 utenti registrati

Non vi sono specifiche italiane nel settore.

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Investitori

pubblicitariMedia

Web sites, tv,

giornali, periodici

Pubblico

eterogeneo

Giornalisti

Imprese

Reporter

ReporterInvestitori

pubblicitari

EditoriCommunities Communities

Modello intercast:

notizie bottom-up

Modello broadcast:

notizie top-down

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I principali strumenti di produzione e distribuzione di contenuti

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Dalle logiche del copyright ai nuovi modelli di distribuzione dei contenuti

La diffusione di massa di tecnologie di creazione e distribuzione dei contenuti ha messo in crisi il vecchio modello del copyright

Da una parte vi sono gli alfieri del copyleft, codificato come PD, public domain, che partono dal movimento del free software (inteso come software libero) estremizzandone le posizioni

In mezzo alle due posizioni si è rafforzato nell’ultimo decennio il movimento di Creative Commons, fondato da Lawrence Lessig, secondo cui gli autori possono definire gli attributi e i tipi di licenza con i quali distribuire le loro opere sulla base dei principi di tutela dell’autore, di accesso universale alla conoscenza, di superamento dei modelli di commercializzazione promossi dai grandi gruppi mediatici.

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I quattro attributi delle licenze Creative Commons

1. Attribuzione (by)Bisogna sempre indicare l’autore dell’opera al fine di attribuirne l’identità “L’autore conserva il diritto di rivendicare la paternità dell’opera” (art. 20)

2. Uso non commerciale (nc)Non sono consentiti usi commerciali dell’opera creativa “l’autore ha altresì il diritto di utilizzare economicamente l’opera” (art. 12) tuttavia chiunque può riprodurre, trascrivere, eseguire e distribuire purché non a scopo di lucro

3. Non opere derivateNon sono consentite rielaborazioni, trasformazioni, riduzioni o deformazioni dell’opera che possano portare pregiudizio all’onore o alla reputazione del suo autore

4. Condivisione allo stesso modoSi può modificare l’opera ma alle stesse condizioni definite dal suo autore

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Le 6 licenze Creative Commons

Attribuzione

Attribuzione - Non opere derivate

Attribuzione - Non Commerciale

Attribuzione - Condividi allo stesso modo

Attribuzione - Non opere derivate, Non commerciale

Attribuzione - Non commerciale, Condividi allo stesso modo

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Definiamo contenuto ogni elemento informativo su qualsiasi supporto e su qualsiasi canale che:

Rafforza la relazione tra clienti e organizzazione Aiuta i potenziali clienti Che fa diventare l’organizzazione una fonte

attendibile Che spinge i potenziali clienti all’acquisto (a

mobilitarsi) quando sono pronti

I Contenuti fanno condividere una fonte, risolvono un problema, aiutano i vostri clienti a lavorare meglio, migliorano le vite di coloro che ne fruiscono, o li rendono più intelligenti, più belli, più in forma, più fighi, più informati, con spalle più forti, fondoschiena più alti, figli più sani...Insomma qualsiasi cosa possa davvero interessare ed essere considerato utile dal vostro pubblico di riferimento.

Cosa sono i contenuti?

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La frammentazione delle audiences si accompagna anche alla frammentazione

dell’attenzione

La conseguenza è la necessità di procedere a unaFrammentazione dei contenuti,che implica la suddivisione degli stessi in componenti facilmente veicolabili dai social media ma in compenso un allungamento del ciclo di vita dei contenuti

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Il ciclo di vita dei contenuti

La frammentazione dei contenuti non significa perdere di vista il messaggio centrale sulla base del quale si vuole impostare la conversazione con i clienti. Se si ha a disposizione un white paper o un case study che dimostra le qualità o i successi dell’organizzazione si possono caricare questi materiali sul sito web o inviarli per posta a gruppi selezionati. Quanti leggeranno il documento?

Però si può anche estrarre tutta una serie di contenuti parziali (risultati, tabelle, citazioni, ecc.) da questi documenti e distribuirli attraverso i media sociali, al fine di alimentare costantemente il flusso di notizie reciproco tra organizzazione e clienti e di prolungare il dialogo su certi temi.

Il ciclo di vita dei contenuti punta principalmente a gestire un livello omogeneo e costante di flusso di contenuti (=relazione) tra clienti e organizzazione. Più importante dell’intensità, vi è al centro la ricerca dell’attenzione del cliente.

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Il ciclo di vita dei contenuti

Su base giornaliera:

• Aggiornamenti via twitter• Notizie interessanti da altre fonti da distribuire via twitter e facebook• Controllare e aggiornare la Facebook’s fan page• Risposte ai commenti al blog• User generated contents sul sito web

Su base settimanale:

• Almeno un post del blog, possibilmente 2 o 3• Un breve video (commenti di esperti interni, how-to, ecc.)• Partecipazione a forum di settore o su LinkedIn• Aggiornamenti del sito web• Distribuire i contenuti con Digg,Delicious, Stumble Upon, Mixx,

Reddit..

Su base mensile:

• Almeno un post del blog più profondo o un’analisi in dettaglio• Un video o un podcast del vertice aziendale a qualche conferenza • Powerpoint da condividere su Slideshare• Invitare ospiti a postare sul blog• Creare un webinar• Pubblicare un case study o una success story

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Whole Foods è una catena di oltre 300 supermercati specializzata nella vendita di prodotti di stagione, biologici e di alta qualità gastronomica con alti standard in tema di responsabilità sociale d’impresa.

La strategia si basa sul soft sell, con la diffusione di messaggi e informazioni tesi ad accrescere l’interesse dei potenziali consumatori, incrementare le loro conoscenze sui singoli prodotti e sulle modalità di consumo, rafforzare la relazione con i medesimi con l’obiettivo di alzare la fedeltà e il numero di visite ai supermercati.Il marketing di Whole Foods è fortemente basato sui social media e sulla qualità dei contenuti diffusi.

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Il blog Il sito web

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Il sito web

Il sito web punta a dare informazioni su dove trovare i negozi, informazioni sui prodotti e informazioni su uno stile di alimentazione sano.

Al centro non vi è un approccio pubblicitario o basato su animazioni flash o video invasivi quanto il desiderio di rispondere a tutte le domande che un consumatore può avere quando si avvicina al concetto che c’è dietro l’impresa.

Il sito web è il primo strumento per introdurre l’impresa presso i clienti potenziali od occasionali. Dopo questa prima fase il cliente deciderà se costruire una relazione con l’impresa attraverso i media sociali che riterrà più adeguati rispetto alle sue modalità di informazione e di comunicazione.

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Il blog

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Il blog

Il blog di Whole Foods Market punta a essere lo snodo di tutta la presenza dell’azienda sui media sociali.

Il blog intende essere un momento di narrazione dei prodotti, della vita aziendale e dei suoi valori

La narrazione biografica si alterna con post più informativi e tecnici mentre saltuariamente vi sono post che danno conto dell’arrivo di nuovi prodotti nei negozi o di offerte speciali.Il blog è aziendale ma i post sono sempre firmati dai singoli redattori, con i quali si può creare un contatto diretto.L’obiettivo dichiarato del blog è di creare una reale conversazione con i lettori sulla base dei contenuti che più possono interessarli

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La presenza su Facebook

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La presenza su Facebook

Le pagine su Facebook puntano a diffondere i contenuti del sito web e del blog e a costruire una relazione con i fan che a loro volta distribuiranno i contenuti via fb o twitter.

La caratteristica di Facebook è che si tratta di un social media fortemente (invasivamente) dialogico per cui il numero dei commenti ai singoli post sul wall sono nettamente superiori a quelli per lo stesso post sul blog. Inoltre sul wall vengono inseriti link anche ad altri siti o eventi che parlano di WFM o che trattano di argomenti comuni.

Facebook veicola le iniziative e i temi proposti da WFM in maniera molto più rapida rispetto al blog o al sito web grazie alla sua natura virale e questo consente di distribuire informazioni in maniera estremamente efficiente utilizzando reti di affinità, ovvero le persone che riprendono e disseminano a loro volta certi contenuti sono esperte o almeno fortemente interessate.

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La presenza su Twitter

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La presenza su Twitter

WFM usa Twitter in maniera multidimensionale:

L’account @WholeFoods per distribuire notizie, comunicare aggiornamenti, informare su eventi e per ricevere i feedback dei clienti

5 account tematici: @WFMCheese, dedicato ai formaggi@WFMWineGuys, dedicato a vini e birra@WholeRecipes, un feed dedicato alle ricette@WholeFoodsPR, l’account delle relazioni pubbliche@WholeKidsFND, l’account della Whole Kids Foundation

Vari account di zona che coordinano le iniziative di gruppi di supermercati

Un account per ogni supermercato che comunica anche offerte e sconti in modalità real time.

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Il canale su YouTube

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Il canale su YouTube

Il canale YouTube di WFM ha oltre 3.300 sottoscrittori e punta a raccontare storie sui valori e la vision aziendale, produttori sostenuti da WFM, con educational attorno a vari prodotti venduti nella catena, con video divertenti che ironizzano su abitudini di consumo.

I video sono anche caricati sulla pagina di Facebook.

L’obiettivo è quello di creare contenuti video brevi (gran parte non supera i 3 minuti), virabili, gradevoli, capaci di dare voce ai vari stakeholders dell’impresa

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La presenza su Flickr

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La presenza su Flickr

Il canale su Flickr intende offrire ai fruitori del mondo WFM la possibilità di condividere un’esperienza legata alle visite presso i punti vendita o ai cibi e ai valori promossi dall’impresa.

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Mille e un blog: dall’autobiografismo ai contenuti specialistici

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Mille e un blog: dall’autobiografismo ai contenuti specialistici

I blog sono il più diffuso e importante strumento di comunicazione nell’epoca dei media sociali. Al 16 marzo 2011 si contavano nel mondo quasi 158 milioni di blog attivati con una crescita di circa 80.000 nuovi blog al giorno e oltre 1 milione e 777mila post al giorno.

I blog più diffusi sono quelli con prevalente contenuto testuale ma dobbiamo citare anche: i blog a prevalente contenuto fotografico (Photoblog) i blog a prevalente contenuto video (videoblog) i blog a prevalente contenuto musicale (MP3blog) i blog a prevalente contenuto di file audio (Podcasting) i blog con spazio per le dimensioni dei post limitato (Microblog)

Un blog può essere creato ex novo con l’acquisto di un dominio oppure utilizzando piattaforme standard che offrono tutti gli strumenti di gestione del blog in termini di design, temi grafici, gestione dei commenti, statistiche e altre impostazioni. Le principali piattaforme a livello mondiale sono Wordpress, Blogger, Tumblr, Posterous, SquareSpace.In italia il più importante resta Blogosfere.

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Mille e un blog: dall’autobiografismo ai contenuti specialistici

I blog possono essere distinti in 5 categorie:

Blog personali, nei quali l’unico estensore dei post parla delle sue

esperienze di vita e di lavoro in termini generalisti

Blog specialistici, nei quali l’unico estensore pubblica prevalentemente

post relativi ad argomenti specialistici ben definiti

Blog aziendali, in cui si intende rafforzare il brand dell’azienda o si

presenta sotto prospettive particolari la vita e la comunicazione

dell’azienda con l’obiettivo di allargare e approfondire il dialogo con i

clienti

Blog collettivi, in cui una molteplicità di autori collabora su un tema

specifico

Blog aggregatori, blog nati da un singolo redattore cresciuti tanto in

termini di pubblico da diventare aggregatori dando visibilità ad altri blog

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Blog personali

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Mille e un blog: dall’autobiografismo ai contenuti specialistici

Blog specializzati

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Blog aziendali

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  annulla la distanza psicologica tra cliente e azienda

  aiuta il processo di fidelizzazione dei clienti attraverso il concetto di appartenenza a una community

  permette di recepire critiche e suggerimenti in modo non traumatico ma senza alcuna mediazione

  consente di testare in anteprima orientamenti e iniziative

  offre l'opportunità di monitorare il sentimento dei propri clienti sia in generale sia rispetto a precise scelte strategiche

consente di indirizzare meglio gli investimenti nell’analisi del mercato

costruisce una relazione diretta con tutti i comunicatori digitali (blogger, moderatori di forum, ecc.)

I vantaggi di un blog aziendale

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Blog collettivi

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Blog aggregatori

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Blog basati su contenuti non testuali

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Biagio Carrano

La pubblicità o la promozione di contenuti nei blog può avvenire in cinque modalità:

Inserimento di Banner o pop-up

Inserimento di Google Adwords, in una logica di contenuti contestualizzati

Inserimento di link nell’area dei commenti

Segnalazione al blogger di contenuti rilevanti

Pagamenti al blogger per recensioni positive

Comunicare attraverso i blog

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Biagio Carrano

Comunicare attraverso i blog

Le fasi per una strategia di contatto con i blogger:

1. Monitorare costantemente il buzz sulla rete sull’argomento di interesse attraverso i

motori di ricerca, gli aggregatori di RSS Feed e i sistemi evoluti di web monitoring

2. Se si lavora in agenzia utilizzare il patrimonio di contatti e informazioni sviluppato in

precedenza

3. Costruirsi una serie di blog di riferimento da seguire costantemente

4. Contattare il blogger informandolo solamente quando il tema rientra in quelli seguiti

da lui

5. Valutare il blogger alla stregua di un attore della comunicazione tradizionale per cui

inviargli costantemente i comunicati stampa, ma solo su sua esplicita richiesta

6. Promuovere anche a insaputa del blogger i suoi post che parlano favorevolemente di

prodotti/servizi da voi proposti

7. Monitorare le statistiche relative a ogni blogger contattato

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2 febbraio 2011Titolo: Levissima e Lowe Pirella Fronzoni

Ciao Biagio, sono Claudia Mapelli, account di Digital PR, agenzia specializzata in pubbliche relazioni. Vorrei presentarti la nuova campagna pubblicitaria di LaLitro, la prima bottiglia realizzata con materiale riciclato. Oltre alla tradizionale campagna stampa, sono stati realizzati dei divertenti video per il web che puoi trovare qui http://www.youtube.com/user/levissimalalitro?blend=2&ob=5 oppure sul sito dedicato http://www.you4planet.it/ In allegato, per completezza di informazione, trovi il comunicato stampa di Levissima.Grazie per l’attenzione e buona giornata,Claudia   

10 ottobre 2010Titolo email: CALZEDONIA: IL FUTURO è ROSA.

Ciao Biagio, Sono Matteo Mucci, Account di Digital PR, agenzia digitale specializzate in pubbliche relazioni. Per il nostro cliente Calzedonia stiamo inviando in anteprima esclusiva a blogger di settore, il nuovo spot realizzato da Saatchi & Saatchi. Lo spot, in 30”, vuole essere l’omaggio di Calzedonia a tutte le donne d’Italia. Le immagini che si alternano sullo schermo,sulla base di una colonna sonora strumentale, rappresentano scene di vita quotidiana e vogliono essere l’augurio di Calzedonia a tutte le sorelle d’Italia.  Puoi scaricare il video in anteprima cliccando su questo link:http://drop.io/Calzedonia_new_spot In allegato, per completezza di informazione, trovi il comunicato stampa di Calzedonia che spiega nel dettaglio la campagna pubblicitaria.Sia il comunicato che il video sono liberamente utilizzabili per un eventuale post. Grazie e ciao. Per Digital PRMatteo Mucci 

Le PR e il mondo dei blogger

Come contattare un blogger?

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Usare i nuovi media sociali

Puntare a un’audience specifica. Bisogna individuare una nicchia importante per la vostra organizzazione

Essere un opinion leader. Dimostrate di poter proporre soluzioni innovative

Essere autentici e trasparenti. Non bisogna mistificare la propria reale natura sul web.

Creare molti links. I links a blog e ai propri siti aziendali, ma anche a siti di concorrenti e ad altri attori del settore

Incoraggiare la gente a contattarvi. Facilitate il contatto e costruite un dialogo attraverso le email.

Partecipare. Create gruppi e partecipate alle discussioni online diventandone leader e organizzatori

Indicizzare. Create i tag alle vostre pagine e inseritele nelle directories per argomento. Incoraggiate altri a creare dei segnalibro verso di voi nei repertori online

Sperimentare. Ecco il punto più importante: la possibilità di provare online e su nicchie specializzate nuove modalità di comunicazione

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Le nuove “regole” per i comunicati ai media digitali

Non inviare comunicati solo quando ci sono grossi eventi da comunicare ma trovare delle buone occasioni per inviare costantemente comunicati stampa

Invece di contattare pochi giornalisti di prestigio si creino comunicati stampa capaci di parlare direttamente ai potenziali clienti

Scrivere comunicati stampa con numerose parole-chiave (tags)

Includere offerte che spingano i potenziali clienti ad attivarsi dopo aver letto il comunicato

Indicare nel comunicato i links alle pagine del vostro sito web dove i potenziali clienti possono trovare quanto descritto

Ottimizzare i comunicati per facilitarne la ricerca e la navigazione sul web

Aggiungete i tags per i social media per Technorati, DIGG, del.icio.us al fine di far trovare facilemnte il vostro comunicato

Spingete i potenziali acquirenti verso il processo di acquisto attraverso i comunicati

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Biagio Carrano

Le nuove “regole” per i rapporti con gli esperti online

I lanci stampa generici e privi di target sono spam

I comunicati inviati a giornalisti non del settore sono spam

Fatevi trovare dai giornalisti specializzati attraverso siti come Google o Technorati

Inviate i comunicati anche ai bloggers del settore

Costruite una continuità di invii a tutti gli stakeholders

Realizzate una online media room che aiuti i giornalisti di ogni tipo di testata a fare il proprio mestiere

Spiegate ai giornalisti non i prodotti ma le soluzioni che offre la vostra azienda

Se i giornalisti di riferimento hanno un blog seguitelo e provate a capire su cosa si sta orientando in questo momento

Per i giornalisti più importanti provate sempre a costruire comunicati stampa specifici

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Biagio Carrano

Le nuove “regole” per ufficio stampa e pr sul web

Le pr vanno bel oltre il rapporto con i media o con i principali pubblici aziendali

La vostra azienda è quello che pubblica, in qualsiasi media lo faccia

La gente vuole autenticità, non spin né propaganda

Interpretate la marketing communication come una strategia per inviare contenuti mirati esattamente quando le vostre audiences lo vogliono

Bisogna integrare le forme di comunicazioni di massa con forme di comunicazione che raggiungono audiences finora poco esposte al vostro messaggio

Internet ha di nuovo messo l’accento sulle relazioni con i pubblici dopo anni di esclusivo focus sui media

Le aziende devono accompagnare il processo di acquisto dei clienti fornendo molti contenuti e informazioni

Blogs, podcasts, e-books, comunicati online e altre forme di contenuti online consentono ad aziende od organizzazioni di comunicare direttamente con i potenziali compratori nella forma che essi meglio apprezzano

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Le nuove regole del marketing e delle pr quando si opera online

Il marketing è molto più che pubblicità, pr e risultati di vendita

La comunicazione è molto più che visibilità sui media

Sul web si cerca informazione e relazione, non pubblicità

Bisogna trovare il miglior momento non per interrompere la fruizione di un media ma per fornire contenuti e relazioni ai potenziali clienti

Le communities molto specializzate contano più delle audiences di massa

I clienti o i pubblici marginali e occasionali sono una risorsa quanto quelli più frequenti

Internet offre alle pr la possibilità di ritornare a essere rivolte a tutti i pubblici

Blog, pocasts, e-books, news releases, webinars, newsletters e altre forme di comunicazione online consentono all’azienda/ente/organizzazione di parlare direttamente ai loro pubblici, senza intermediari

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Le trasformazioni della comunicazione indotte dai social media

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Quando si fa comunicazione nel mondo digitale bisogna essere coscienti che

in esso la separazione tra marketing e pr è labile se non inesistente.

Questo per alcuni motivi quali:

L’azzeramento della distanza tra momento informativo/comunicativo e il momento

della vendita

L’immaterialità di molti prodotti e la digitalizzazione di molti altri

La costruzione di una relazione diretta tra organizzazione e il pubblico dei potenziali

clienti/utenti

Un approccio di marketing che punta più a costruire un’esperienza attorno al

prodotto/servizio che a lanciare slogan di facile presa e memorabilità

Gli ultimi dati Usa parlano di una fiducia al 14% verso la pubblicità e al 90% verso

la peer communication

Non si vende un oggetto, si vende un uso.

La domanda da farsi è quale uso può davvero trasferire valore aggiunto al

cliente

Moltiplicazione delle possibilità di verifica di una informazione

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L'ufficio stampa: da Minculpop aziendale a produttore di contenuti

Il vecchio ufficio stampa, che da alcuni viene ancora interpretato come un Minculpop aziendale da cui devono passare solo veline gradite, gradevoli e leggere, con annessa censura o edulcorazione dei fatti imbarazzanti, deve trasformarsi in una redazione capace di diffondere costantemente contenuti competenti e consistenti a tutti i soggetti interessati, sia quelli che operano in media maturi sia sui nuovi media o nei media sociali. La soluzione è quella di disseminare in tutti i media, soprattutto quelli sociali, una messe di informazioni capace di creare un contesto positivo, in cui le inevitabili notizie negative, frutto di errori, manchevolezze o anche di reale malafede, possano trovare un certo bilanciamento.

Non si tratta di adattare all'online i classici strumenti dell'ufficio stampa e delle relazioni pubbliche ma di reimpostare tutta la strategia:

Interruzione/Distrazione

Coinvolgimento/Attrazione

Da a

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I nuovi modelli di riordino dei contenuti

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Content Curation

Come si riordinano i contenuti dei media sociali?

1. Distinguere tra content aggregator e news aggregator: nel primo caso ricade un sito come Liquida, nel secondo il classico Google news. La caratteristica di questi siti è quella di basarsi su meccanismi di individuazione e riorganizzazione delle fonti (blog, tweet e news in un caso, siti di informazione nell’altro) che si basano su tag

2. Poi abbiamo i content producers, che possono essere tanto fonti giornalistiche, che istituti di ricerca che singoli blogger o produttori di contenuti digitali (audio, video, foto, mash ups).

3. I resonators, ovvero utenti digitali (non solo blogger ma anche profili facebook, twitter, foursquare e così via) che hanno una forte connessione qualitativa e quantitativa con gli altri utenti del web sociale seguiti proprio perché capaci di proporre sempre o almeno spesso una selezione pregnante di contenuti

4. I dashboard, strumenti come Netvibes che ci consentono di tenere sotto controllo una serie di tematiche grazie alla capacità di aggregare diversi contenuti con tag simili

5. Quindi abbiamo le piattaforme che miscelano contenuti orginali, news aggregation e piattaforme per blogger quali Huffington Post e Il fatto quotidiano

6. Infine abbiamo gli algoritmi come Google e Bing.

7. Aggiungerei infine a questa panoplia anche altri strumenti di rilevazione instantanea come Google Alerts o Tweetdeck o whatthetrend.

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Videotelling: raccontare storie e contenuti per immagini

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Videotelling: raccontami una storia

Recentemente i motori di ricerca come Google e Bing hanno adottato un nuovo modello di ricercachiamato Blended Search, che implica la scelta di mostrare nelle pagine dei risultati non solo pagine web ma anche video, twitts, mappe, immagini e altri contenuti non esclusivamente testuali. Forrester Research ha calcolato che un video ha 50 volte più possibilità di un contenuto testuale di apparire nella prima pagina delle ricerche di Google. Non basta produrre un video o la costruzione di un suo potenziale virale per ritenersi soddisfatti. Se l’obiettivo è generare buzz o creare un contenuto divertente certamente un video virale puà andare bene ma se l’obiettio è generare attenzione o incrementare il numero dei potenziali clienti allora bisogna focalizzarsi sulla storia che si vuole raccontare.

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United breaks guitarsEsasperato dall’indifferenza degli addetti della United Airlines alle sue proteste dopo aver scoperto che la sua chitarra era stata riconsegnata spaccata, il musicista Dave Carroll scrisse una canzone e ne postò il video su YouTube. Il video ebbe 150.000 visite il primo giorno (6 luglio 2009) e oggi si avvicina a 11 milioni.

E’ tutta colpa di PisapiaDurante la campagna elettorale 2011 per il sindaco di Milano la candidata Letizia Moratti accusò falsamente il suo avversario Giuliano Pisapia di essere stato condannato per furto. I sostenitori di Pisapia iniziarono a ironizzare su Facebook creando il gruppo “E’ tutta colpa di Pisapia” che ribaltò le accuse ridicolizzandole.

Il sacrificio dello Whopper“Cosa saresti disposto a fare per un Whopper?” Così la Burger King ha lanciato una campagna che offriva un panino gratis a chiunque avesse cancellato 10 amici su Facebook attraverso un’apposita applicazione. L’iniziativa è stata sospesa per il troppo successo dopo che 233.906 amicizie erano state cancellate.

Tre esempi di contenuti virali

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Videotelling: l’attrezzatura di base

Una videocamera digitale: costo tra i 300 e i 3.000 €

Un cavalletto: costo tra i 2 e i 12 €

Un hard disk esterno da almeno 500 Giga: tra i 70 e i 100 €

Un programma di editing digitale quali Adobe Premiere Pro, nero Digital Pro, Avid Studio o Avid Pinnacle Studio, Apple Final Cut: costo tra i 500 e i 1000 €

E soprattutto....

La storia che volete raccontare

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Videotelling: la storia

1. Una storia vera riguardante i risultati, le esperienze, le persone della vostra società

2. Protagonisti devono essere persone vere, rintracciabili e con un ruolo e una biografia verificabile: il video deve mostrare persone anche se vuole presentare concetti aziendali o prodotti e servizi

3. Il video può includere soggetti esterni (per esempio venditori, clienti o stakeholders) per incrementare il tasso di credibilità

Le migliori storie sono quelle che includono un problema o una sfida che l’impresa ha affrontato e superato per cui ora offre al suo pubblico il racconto della soluzione.

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Videotelling: consigli di base

Conoscete la vostra attrezzatura usandola il più possibile prima delle riprese

Allontanatevi dalle fonti di rumore

Attenti alle luci e all’illuminazione

Attenti alle ombre

Non usate musica sottoposta a copyright

Gestite il microfono della telecamera in maniera attenta

Rendete la telecamera il più stabile possibile

Provate prima le prospettive e le inquadrature

Dopo aver girato ogni brano rivedetelo subito nella telecamera

Prendete l’attività come un qualcosa di serio ma anche di divertente e non come il nuovo capolavoro del cinema mondiale

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Videotelling: cosa raccontare

Video-diarii di persone che parlano di fronte la telecamera raccontando esperienze, soluzioni proposte dall’azienda, rispondendo a domande frequenti o dando aggiornamenti sulle attività e sui progetti aziendali

Interviste con il personale, i clienti o con coloro che possono essere considerati esperti riconosciuti nel settore di riferimento

Presentazioni di nuovi prodotti

Video “dietro le quinte” che raccontano come lavora l’impresa, lo stile aziendale, i processi interni

Video relativi ad eventi organizzati dall’impresa o che hanno visto interventi di dirigenti

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Videotelling: distribuire il video

Per promuovere il video si possono usare i servizi di o di tanti altri provider di servizi di marketing attraverso video-seeding

Bisogna ovviamente scegliere con attenzione:

Il titolo La descrizione I tag I thumbnail

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Videotelling: raccontami una storia

Alcuni esempi di video aziendali

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Il videoblog di Claudio Messora

Tolleranza Zoro, di Diego Bianchi

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Nuovo giornalismo e nuove media relations nel mondo digitale

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La frammentazione delle audiences

In circa 30 anni negli Stati Uniti i grandi broadcaster (le syndications) hanno perso gran parte del loro pubblico a favore dei canali via cavo.

Questo ha implicato non solo un indebolimento del loro potere commerciale ma anche una moltiplicazione dei canali attraverso i quali i vari pubblici si informano, comunicano, coltivano i loro interessi.

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La frammentazione delle audiences

Ma quanti telespettatori hanno i famosi canali all-news americani?

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I nuovi newsmedia di riferimento negli USA

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Nel mese di gennaio 2011 The Huffington Post ha registrato 28 milioni di

utenti unici, in netta crescita rispetto ai 24,5 di dicembre

TMZ ha raggiunto a marzo 2011 i 17 milioni di visitatori unici mensili

The Drudge Report dichiara 12 milioni di utenti unici su base mensile

The Daily Beast ha raggiunto i 6 milioni di utenti unici al mese

Talking Points Memo supera i 2,5 milioni di utenti unici al mese

Durante l’ultima campagna elettorale presidenziale Politico ha raggiunto

gli 11 milioni di visitatori al mese

Le dimensioni della nuova informazione online

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Nuovi modelli per i media a stampa

Si sviluppano sempre più modelli di giornalismo definito negli Stati Uniti “Pro-am”, ovvero frutto dell'incontro tra la professionalità dei redattori regolamente pagati e la passione disinteressata degli appassionati (amateurs) capaci di essere molto radicati su certi territori. I primi esperiementi hanno messo insieme singoli cittadini, associazioni, blogger e quotidiani per scoprire sprechi e malversazioni dei pubblici ufficiali.Diverse sono le motivazioni di questo modello: Un maggior coinvolgimento dei lettori Un maggior radicamento sul territorio La necessità di sopperire ai tagli nelle redazioni La ricerca di temi più vicini alle sensibilità dei lettori

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L’iperlocalismo non riesce spesso a essere redditizio come dimostra l’esperienza di Backfence, un sito di informazione iperlocale che intendeva coinvolgere i lettori a contribuire con i loro articoli.L’informazione iperlocale è teatro della lotta tra le piccole realtà locali, Yahoo, Google e AOL, che ha lanciato Patch.com, che finora ha raggiunto 1.000 comunità locali negli USA con un investimento di 50 milioni di dollari. Ogni giornalista ingaggiato da Patch a presidiare una cittadina guadagna tra i 38 e i 45.000 $ all’anno e ha l’impegno a pubblicare 5 contenuti al giorno oltre a supervisionare il lavoro dei collaboratori freelance o a titolo gratuito. Il mercato delle inserzioni locali negli Stati Uniti vale ancora 15,9 miliardi di dollari (fonte Borrell Associates) nonostante che Craigslist abbia drenato gran parte degli introiti dei piccoli annunci.

Nuovi modelli per i media a stampa

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Nuovi modelli per i media a stampa

Per affrontare il web 2.0 i media sono chiamati anche a un cambio di mentalità.

I media sono per definizione “news-oriented”, ovvero indirizzati a scoprire quali fatti sono notizie per poi diffonderli nei tempi e nelle modalità che le redazioni ritengono adeguati.

Il social web è invece per definizione “relationship-oriented”, ovvero costruito per sviluppare nuove relazioni tra i suoi utenti in cui le notizie sono solo uno delle possibilità di contatto.

Il quotidiano ha storicamente avuto una funzione di sviluppo di contatti interpersonali e di identità collettive ma questa funzione tende a essere sostituita sempre più dal social web.

Se i media saranno capaci di sostenere relazioni con e tra i loro fruitori e non di limitarsi a dare solo notizie potranno probabilmente sopravvivere con successo alle trasformazioni in corso. Ad oggi molti modelli vengono sperimentati ma nessuno appare vincente in assoluto

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Nuovi modelli di pagamento

Oltre alla classica vendita in edicola o alla sempre più onerosa distribuzione in abbonamento si stanno ipotizzando nuovi modelli di pagamento, tra i quali:

Micropagamenti, Abbonamenti a specifici contenuti online Quote di iscrizione Licensing di contenuti verso siti terzi Modelli di condivisione degli introiti pubblicitari con siti terzi Vendita congiunta di pubblicità tra quotidiani e siti web (Yahoo) Donazioni volontarie

Ma soprattutto…Il modello si evolve non più verso la vendita di spazi pubblicitari ma verso la vendita di pubblici specifici a inserzionisti specifici.

A questo punto il grande dibattito è:Come organizzare e distribuire i contenuti in maniera coerente con la nuova profilazione dei pubblici su cui si orienteranno i media?

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Nuovi modelli di pagamento

I Micropagamenti

L’idea che si sta diffondendo è di far pagare i contenuti online attraverso dei micropagamenti, pochi centesimi per articolo o poche decine di dollari o euro per la fruizione completa dell’edizione odierna

Voi cosa ne pensate??

Una settimana di abbonamento al Washington Post costa 1,81 $ e pesa circa 8 libbre. Una tonnellata metrica di carta da stampa costa 750 $. Quindi 8 libbre di carta da stampa costano al WP ben 2,71 $!!

Quindi il trasferimento online dei contenuti sembra una soluzione inevitabile.

Tuttavia se il milione di lettori del New York Times pagasse 2 $ al mese per poter leggerlo online si incasserebbero circa 24 milioni di $ all’anno

Ma l’anno scorso dalla pubblicità cartacea e digitale il Times ha incassato 1 miliardo di $, mentre ha incassato 668 milioni di $ dalle vendite

Page 89: Master USMR Pro 2011

Nuovi modelli di distribuzione

Distribuire solo i contenuti, non il supporto

Una delle ipotesi di riorganizzazione delle redazioni fa gestire la notizia a un unico staff che è incaricato di seguirla e poi di sviluppare i diversi format di distribuzione, quali:

Carta

Sito web

Radio

Tv

Blackberry

iPhone

Kindle

iPad

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Nuovi modelli di distribuzione

Una ricerca (giugno 2009) di Boston Consulting Group effettuata su 5000 intervistati in 8 nazioni (USA, UK, Germania, Francia, Spagna, Italia, Norvegia e Finlandia) ha dimostrato che il 48 % degli intervistati sarebbe disposto a pagare anche le news online.

In Italia chi sarebbe pronto a pagare valuta un prezzo equo in 7$ al mese.

In Germania, Francia, Spagna, Norvegia e Finlandia si sarebbe disposti a pagare anche più di 7$ al mese.

Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna non si andrebbe oltre i 3$ al mese.

Chi è disposto a pagare l’informazione online già è un abituale compratore di notizie a stampa.

L’online non incrementa di molto i ricavi (almeno finora), semmai incrementa in maniera significativa i profitti.

Ma qualcosa sta cambiando...

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An important announcement fromthe publisher of The New York TimesDear New York Times Reader,

Today marks a significant transition for The New York Times as we introduce digital subscriptions. It’s an important step that we hope you will see as an investment in The Times, one that will strengthen our ability to provide high-quality journalism to readers around the world and on any platform. The change will primarily affect those who are heavy consumers of the content on our Web site and on mobile applications. (...)

18 marzo 2011, una data da ricordare?

La decisione del New York Times di introdurre un sistema di tariffazione per la fruizione intensiva del quotidiano attraverso i vari supporti può essere forse considerata l’inizio di un processo di pagamento dei contenuti digitalivo c

On NYTimes.com, you can view 20 articles each month at no charge (including slide shows, videos and other features). After 20 articles, we will ask you to become a digital subscriber, with full access to our site.

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Nuovi assetti aziendali

Una delle ipotesi allo studio è quella di trasformare le aziende editoriali in

fondazioni No-profit, che potrebbero contare su una serie di vantaggi:

Sgravi fiscali

Sgravi contributivi

Possibilità di ottenere finanziamenti detassabili

Ma vi sono alcune perplessità:

può una Fondazione avere come fine esplicito quello di orientare la pubblica opinione oppure attaccare un Governo o una parte politica?

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La scelta del web aumenta la concorrenza

Lungi dal creare nuove fonti pubblicitarie significative la scelta di mettere i contenuti sul web ha portato le testate giornalistiche a scontrarsi con nuovi concorrenti quali:

Testate locali

Siti web di informazione

Blog specializzati

Content aggregators

Siti web di canali tv all news

Testate tradizionali finora non concorrenti per motivi geografici

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Le aree di trasformazione

Organizzazioni multimediali: Come trasformare una matrice verticale di un quotidiano in una struttura manageriale orizzontale riorganizzata attorno ai diversi pubblici?

    Riprogettazione della redazione e del flusso delle notizie e delle mansioni come integrare efficacemente la redazione per offrire contenuti a ciclo continuo (h24) a pubblici differenti e su ogni piattaforma?   

Nuovi modelli di pubblicità: come muovere dalla pubblicità tabellare a una multimediale e cambiare l’approccio per passare a vendere pubblici e non più soltanto spazi?     

Contenuti mobili e pubblicità: il potere delle notizie in mobilità e come la mobilità potrebbe essere la chiave per sviluppare nuovi flussi di ricavi

Blogging: come far leva sui contenuti dei bloggers locali e generare nuovi pubblici per la testata?

Social media – il potere del microblogging di generare traffico e fedeltà alle vostre notizie. Come integralo nella pianificazione quotidiana del flusso di notizie in maniera efficiente?

Strategie di branding: come rafforzare la visibilità della testata?

Nuove tecniche di racconto delle notizie

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Nuovi modelli per i media a stampa

Il Texas Tribune (www.texastribune.org) è un sito di informazione online senza scopo di lucro che basa le sue entrate su quattro canali:

a. donazioni,

b. sponsorizzazioni,

c. premium contents,

d. ricavi da conferenze a tema o specializzate

Finora ha ottenuto circa 3,7 milioni di dollari in donazioni e sponsorizzazioni e punta a coprire argomenti poco commerciali come sanità, scuola e formazione, immigrazione, lobbismo, salari dei dipendenti pubblici, tasse.

L’idea dei suoi sostenitori è “Journalism like a public good”.

Modelli simili anche per:

www.baltimorebrew.org ; www.minnpost.org ; www.voiceofsandiego.org

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“(…) we have bestowed our highest honor — market valuation — not on

those who labor over the making of original journalism but on aggregation.

“Aggregation” can mean smart people sharing their reading lists, plugging

one another into the bounty of the information universe. It kind of describes

what I do as an editor. But too often it amounts to taking words written by

other people, packaging them on your own Web site and harvesting

revenue that might otherwise be directed to the originators of the material.

In Somalia this would be called piracy. In the mediasphere, it is a respected

business model.

The queen of aggregation is, of course, Arianna Huffington, (…)”

Bill Keller, New York Times, 13 marzo 2011

Aggregare notizie non significa fare giornalismo

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Tre modelli di giornalismo indipendente basati su internet

Spot.Us è un progetto no profit del Center for Media Change e finanziato da vari soggetti tra cui la Knigh Foundation.Il progetto si definisce “open source”, con l'obiettivo di aprire la strada a un giornalismo finanziato dalle comunità stesse che possano essere interessate. In questo modo il publico può commissionare al sito la realizzazione di reportage su tematiche importanti e a volte non coperte dai media. I contributi sono deducibili dalle tasse e se un media compra i diritti di quel reportage il contributo viene rimborsato.

Il Nieman Journalism Lab è un tentativo di aiutare ilgiornalismo a trovare il suo futuro nell'epoca di internet.L'obiettivo è quello di evidenziare i tentativi di innovazione ecapire perché alcuni funzionano e altri no, ma anche cercarenuove idee da diffondere e aiutare i giornalisti a lavorare in unalogica online.Infine provare ad aiutare nuovi modelli di giornalismo online.

ProPublica è una redazione giornalistica indipendente e noprofit che produce giornalismo investigativo su temi dipubblico interesse.L'obiettivo è quello anche di evidenziare “lo sfruttamento dei forti sui deboli” e i fallimenti delle persone al potere adimostrarsi degni della fiducia in essi riposta.Ha vinto il premio Pulitzer quest’anno.

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Lanciato nel gennaio 2009, il meccanismo del GlobalPost si basa su un abbonamentochiamato Passport che offrel'accesso a tutti I contenuti,compresi quelli più specialistici,la possibilità di organizzareconference calls con Icorrispondenti, e di ottenerebreaking news da essi via email.Gli abbonati, al costo di 199 $all'anno, possono proporrearticoli e reportage dasviluppare.Il compenso base per icorrispondenti è di 1000 $ almese per 4 articoli.Ad oggi vi sono 500 giornalisti inlista di attesa per far parte delnetwork GlobalPost.Nel maggio 2010 il sito ha registrato 905.000 unique users e oltre 4 milioni da 222 paesi nell'anno in corso.

L’esperimento “Global Post”

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La News Corp. di Rupert Murdoch ha lanciato il 28 gennaio 2011 The Daily, la prima

testata informativa pensata e realizzata esclusivamente per iPad.

L’investimento iniziale è stato di 30 milioni di dollari e ogni numero costerà 500.000 $.

Il costo dell’abbonamento settimanale è di 0,99$ mentre l’abbonamento annuale sta a 40$

I primi investitori pubblicitari sono stati la HBO, la virgin Atlantic e la Range Rover.

“The Daily is a pan-media – a news web site, a glossy magazine and a network newscast”

(The New York Times)

Oltre la carta, oltre internet

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“We use Facebook to schedule the protests, Twitter to coordinate, and YouTube to tell the world.“

(il tweet di un manifestante)

I social media e le rivolte arabe

“The power of this technology, the power of social networking to channel and champion public sentiment, has been more evident in the past few weeks than ever before.”

(Susan Rice, ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU)

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I social media e le rivolte arabe

I movimenti di rivolta non sono nati online ma si è creato un meccanismo di alimentazione reciproca tra quanto accadeva nelle strade e quanto veniva comunicato attraverso i mezzi digitali: i blogger davano un’informazione diversa da quella uniformata del regime, le proteste venivano programmate su facebook e altri social media, tweeter aggiornava in tempo reale, su Youtube vengono messe le immagini degli scontri e delle brutalità delle forze di sicurezza, i canali all news (in primis Al Jazeera) riprendevano il materiale dai social media e ne dilatavano la audience, le persone così informate erano mobilitate ad unirsi ai manifestanti.

Inoltre il comune patrimonio linguistico dei giovani arabi dal Marocco al Golfo Persico ha consentito ad essi di seguire la rivolta in Tunisia con una profondità impossibile da avere con i mass media. In parallelo gran parte dei tweet erano in inglese per rendersi intelligibili all’opinione pubblica mondiale.

Infine la condivisione di una struttura demografica e di problemi sociali simili (età media della popolazione poco oltre i 20 anni, alta scolarizzazione alta disoccupazione, alta penetrazione di telefoni cellulari evoluti) ha consentito che la rivolta tunisina potesse diventare un format sul quale plasmare le altre rivolte. I social media sono per natura acefali e post ideologici: non a caso le rivolte non hanno un leader e non sono promosse da partiti politici od organizzazioni sociali.

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Mohammed “Mo” Nabbous, fondatore della Al Hurra TV, prima tv libera libica, ucciso il 18 marzo a Bengasi

Quali sono dunque i ruoli e le funzioni che i media sociali e le tecnologie di comunicazione hanno avuto nelle narrazioni per le mobilitazioni sociali?

Coordinamento e pubblicizzazione delle manifestazioni di massa e della resistenza non violenta

Sostegno da parte di governi esteri e comunità della diaspora in forma di finanziamento, di visibilità sui media, di appoggio morale

Organizzazione eventi non convenzionali di protesta da parte di giovani in occasione di elezioni-truffa, scontri interni al regime, visite di Stato

Sviluppo del dialogo e della reciproca conoscenza tra diversi esponenti e organizzazioni opposte al regime

Creazione di storie interessanti per i grandi canali televisivi globali all news

I social media e le rivolte arabe

Il blogger egiziano Kareem Amer, condannato nel 2007 a 4 anni di prigione per un post ritenuto offensivo nei confronti di Hosni Mubarak

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I principali siti di informazione online in Italia

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Il giornalismo partecipativo (in inglese citizen journalism) rappresenta lo sbocco informativo del fenomeno della diffusione di massa degli strumenti di comunicazione del web 2.0 e delle tecnologie digitali. La possibilità non solo di fruire passivamente di contenuti prodotti da altri (cosa che accomuna i media tradizionali alle versioni online dei medesimi) ma di produrre contenuti (testi, foto, video, realizzazioni digitali) e distribuirli attraverso internet ha nei fatti superato il limite economico e organizzativo che distingueva i grandi editori dai singoli cittadini. Prima del web 2.0 chi deteneva una notizia non poteva farci niente con essa se non il passaparola o stamparci un volantino oppure consegnarla ai grandi editori che decidevano se pubblicarla o meno.Superato il vincolo organizzativo ed economico, i contenuti tornano ad essere il discrimine fondamentale.

Le vecchie “fonti” (persone presenti su un territorio, esperti, ecc.) possono diventare loro stessi giornalisti

Il giornalismo partecipativo

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Il giornalismo partecipativo

“Oggi sempre più soggetti sanno utilizzare la natura interattiva di internet per partecipare direttamente allo scambio delle notizie e delle idee. L’informazione come lezione sta lasciando spazio all’informazione come conversazione”

Tom Curley, direttore dell’Associated Press,

alla conferenza dell’Online News Association nel 2004

Rispetto all’autoproclamata “obiettività” dei media tradizionali sempre più persone preferiscono orientare le loro scelte verso blog e altri media partecipativi che esplicitano subito i loro giudizi.

I limiti riguardano la qualità dei contenuti che non sempre sono soddisfacenti. Proprio per questo alcune testate partecipative offrono ai lettori la possibilità di premiare con un’offerta gli articoli meglio fatti.

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Il giornalismo partecipativo

Partecipazione del pubblico (attraverso i commenti dei lettori alle notizie

presentate su internet, blog personali, video o foto acquisite con

strumentazioni private o cellulari, oppure notizie locali scritte da cittadini

residenti nel territorio)

Siti indipendenti di notizie, informazioni e approfondimenti (come Dagospia in

Italia)

Siti web basati sulle informazioni prodotti da giornalisti non professionisti

(come OhMyNews)

Siti web collaborativi (come Slashdot)

Altre modalità di media “sottili” (email newsletter, mailing lists, ecc.)

Siti web personali che producono e diffondono informazione

Sono stati classificate sei tipologie di giornalismo partecipativo:

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Modelli internazionali di giornalismo partecipativo

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Modelli italiani di giornalismo partecipativo

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I periodici online

La ANSO, Associazione Nazionale Stampa Online, raggruppa 59 testateonline, per lo più a carattere locale.

Le esperienze più evolute tra gli associati ANSO hanno fatto emergere unmodello organizzativo ed economico che si sta dimostrando capace direggere nel tempo.Vi è una redazione centrale (a volte ridotta a una o due persone) che lavoraquotidianamente e viene retribuita regolarmente, poi vi sono collaboratoristabili che non ricevono nulla se non la soddisfazione di vedersi gli articolipubblicati e infine una miriade di collaboratori/fonti occasionali.

Ad oggi l'ANSO dichiara oltre 3 milioni di lettori unici al mese e 2000 notiziepubblicate ogni giorno.

In Italia oggi le testate online rappresentano il meccanismo più diffuso edefficace di giornalismo partecipativo.

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Il caso delle testate iscritte all'ANSO

Crescita delle testate ANSO dal 2007 al 2009 secondo una ricerca di Media and Entertainment Group

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"The only security of all is in a free press. The force of public opinion cannot beresisted when permitted freely to be expressed. The agitation it produces must besubmitted to. It is necessary, to keep the waters pure."

Thomas Jefferson

Cosa significa per voi libertà di stampa? Cosa cambia con internet?

"Our success will still depend on the bond of trust between readers and our content, not on how many platforms we use. If we earn the trust and loyalty of our readers, good newspapers, and their electronic siblings will become even stronger news brands. They may not always be thrown over the fence each morning but their impact will continue to resonate in the communities they serve “

Rupert Murdoch, 27 April 2009

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Grazie per l'attenzione!

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L’immateriale: http://www.biagiocarrano.blogspot.com/

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