manuale di manutenzione - il portale delle prefetture

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MANUALE DI MANUTENZIONE PIANO DI MANUTENZIONE (art. 38 D.P.R. 207/2010) OGGETTO: PON FESR “Sicurezza per lo sviluppo” 2007/2013– Progetto Quadro “Progetto Locride” Obiettivo operativo 2.8 ristrutturazine campo sportivo in Cirella COMMITTENTE: Comune di Platì – (Prov. Reggio Cal.) IL TECNICO

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MANUALE DI MANUTENZIONE

PIANO DI MANUTENZIONE (art. 38 D.P.R. 207/2010)

OGGETTO:

PON FESR “Sicurezza per lo sviluppo” 2007/2013– Progetto Quadro “Progetto Locride” Obiettivo operativo 2.8 ristrutturazine campo sportivo in Cirella

COMMITTENTE:

Comune di Platì – (Prov. Reggio Cal.)

IL TECNICO

Mnuale di Manutenzione

AREE ESTERNE Pag. 1

DESCRIZIONE DELLA CLASSE DI UNITA' TECNOLOGICA Le aree esterne pertinenziali ad un'opera sono state suddivise in "sistemazioni esterne" intendendo l'organizzazione planimetrica delle aree stesse ed in "allestimenti" che raggruppano gli elementi verticali disposti. Entrambe le categorie costituiscono l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di dividere e conformare gli spazi esterni connessi al sistema edilizio.

Unità tecnologiche di classe AREE ESTERNE

- SISTEMAZIONI ESTERNE PAVIMENTATE SISTEMAZIONI ESTERNE Le sistemazioni esterne costituiscono l'insieme degli elementi tecnici (disposti sul piano orizzontale) aventi la funzione di dividere e conformare gli spazi esterni connessi al sistema edilizio (aree a verde, percorsi, ecc.). MODALITA' D'USO Le sistemazioni esterne quali modalità d'uso corretta richiedono una periodica e costante manutenzione, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di fruibilità veicolare/pedonale. E' pertanto necessario provvedere ad una costante manutenzione con taglio dell'erba o potatura delle piante e siepi, con la riparazione di eventuali danni che potrebbero crearsi nel tempo quali sconnessioni, rotture, buche, ecc. e tutte le altre operazioni utili al mantenimento dell'area stessa.

Manuale di Manutenzione

PERCORSI ESTERNI PAVIMENTATI Pag. 2 Classe di unità tecnologica: AREE ESTERNE

Unità tecnologica: SISTEMAZIONI ESTERNE

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE I percorsi esterni pavimentati costituiscono il sistema di collegamento e movimento per i pedoni e/o veicoli all'interno dell'area pertinenziale al manufatto in esame. Essi solitamente sono costituiti da uno strato di fondazione in pietrisco o in soletta di cemento, sopra al quale viene steso uno strato di sabbia ed il pavimento prescelto : cotto, klinker, autobloccanti di cemento, ecc.

2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Sono posizionati lungo il bordo del campo e costituiti in elementi autobloccanti 3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI

[Controllo] Controllo della superficiale pavimentata

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Controllo] Controllo delle pendenze

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Controllo] Controllo bordi

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Intervento] Pulizia bordi

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Intervento] Sfalcio vegetazione

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Falciatrice/Decespugliatore

[Intervento] Ripristino fondazione

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale

Manuale di Manutenzione

- Attrezzi manuali di uso comune - Compattatore/Costipatore - Betoniera

[Intervento] Rinnovo della pavimentazione

RISORSE D'USO

Pag. 3

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Tagliapiastrelle/Tagliamarmette - Levigatrice

4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI

Efficienza

Attitudine a garantire, in condizioni di normale utilizzo, livelli di rendimento costanti nel tempo. Livello minimo delle prestazioni Il livello minimo prestazionale richiesto, in merito all'efficienza, ad un percorso è inteso come la capacità di garantire il servizio richiesto (pedonale ) nel rispetto delle misure di sicurezza e con il mantenimento di condizioni accettabili.

Controllo della scabrosità

Proprietà di avere le superfici degli elementi di rugosità ed irregolarità adeguate all'uso cui sono destinate. Livello minimo delle prestazioni Quale livello minimo prestazionale per i percorsi pavimentati, in merito alla scabrosità, si ha che gli stessi devono avere la finitura superficiale priva di difetti geometrici (fessurazioni o rotture) o scabrosità tali da comprometterne la funzionalità e creare situazioni di pericolo per i pedoni/veicoli che li utilizzano, il tutto nel rispetto delle vigenti normative e secondo le prescrizioni delle norme UNI.

Resistenza meccanica

Capacità di resistere, nelle condizioni di esercizio, alle sollecitazioni agenti, evitando il prodursi di deformazioni, cedimenti e/o rotture. Livello minimo delle prestazioni I percorsi pavimentati devono assicurare una resistenza meccanica, nei confronti di carichi applicati, in modo da contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi, e garantire la fruibilità ai pedoni. I limiti prestazioni, intesi come carichi applicati o deformazioni ammissibili, sono ricavabili o dalle indicazioni di progetto o dalle normative vigenti.

Affidabilità

Attitudine a garantire, in condizioni di normale utilizzo, livelli prestazionali costanti nel tempo. Livello minimo delle prestazioni Ai percorsi pavimentati, quale livello minimo prestazionale per essere affidabili, si richiede loro di essere realizzati di dimensioni consone per un eventuale traffico veicolare, con pendenze tali da evitare il ristagno di acqua, di avere una pavimentazione idonea all'utilizzo del percorso stesso e protezioni adatte all'ubicazione del percorso stesso

Manuale di Manutenzione

Attrezzabilità

Capacità di un elemento a garantire la possibilità di montaggio e installazione di attrezzature. Livello minimo delle prestazioni

Pag. 4

Ai percorsi pavimentati, quale livello minimo prestazionale per essere attrezzabili, si richiede loro di essere realizzati in modo da consentire l'alloggiamento di elementi aggiuntivi senza che ciò provochi il restringimento del percorso stesso.

Facilità di intervento

Attitudine a garantire facili condizioni di intervento per ispezioni, manutenzioni e/o lavori. Livello minimo delle prestazioni Il livello minimo prestazionale fornito da un percorso pavimentato in merito alla facilità di intervento consiste nella possibilità di permettere facili ispezioni, manutenzioni e ripristini, garantite attraverso una corretta impostazione progettuale.

Pulibilità

Attitudine a garantire per un elemento la possibilità di rimuovere sporco e depositi. Livello minimo delle prestazioni I percorsi pavimentati devono garantire un livello di pulizia accettabile in funzione dell'uso e dell'importanza che rivestono.

Riparabilità

Capacità di un elemento di poter essere, in parte o totalmente, riparato, onde garantire le prestazioni originarie. Livello minimo delle prestazioni Il livello minimo prestazionale che i percorsi pavimentati devono garantire è funzione dell'importanza degli stessi, della loro composizione e della loro accessibilità nel caso di interventi di manutenzione.

5. ANOMALIE RISCONTRABILI Depositi

Valutazione: anomalia lieve Depositi sulla superficie dell'elemento di pulviscolo atmosferico o altro materiale estraneo (foglie, ramaglie, detriti, ecc.).

Modifiche della superficie

Valutazione: anomalia lieve Modifiche della superficie dell'elemento dovute ad invecchiamento, ad agenti atmosferici o a sollecitazioni esterne, con fenomeni di essiccamenti, erosioni, polverizzazioni, ecc. con conseguenti ripercussioni sulle finiture e regolarità superficiali. Deformazioni

Valutazione: anomalia grave

Variazioni geometriche e/o morfologiche della superficie dell'elemento, dovute a sollecitazioni di varia natura (sovraccaricamento, sbalzi termici, ecc.).

Manuale di Manutenzione

Pag. 5

Accumuli d'acqua

Valutazione: anomalia lieve Formazione di accumuli d'acqua per cause connesse ad avvallamenti superficiali e/o ad un errore di formazione delle pendenze.

Crescita di vegetazione

Valutazione: anomalia lieve Crescita di vegetazione (erba, licheni, muschi, ecc.) sulla superficie dell'elemento o su parte di essa.

6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE

CONTROLLI

- Controllo della superficiale pavimentata - Controllo delle pendenze - Controllo bordi

INTERVENTI

- Pulizia bordi

7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO

CONTROLLI

Nessuno

INTERVENTI

- Sfalcio vegetazione - Ripristino fondazione - Rinnovo della pavimentazione

Manuale di Manutenzione

CHIUSURA VERTICALE Pag. 6

DESCRIZIONE DELLA CLASSE DI UNITA' TECNOLOGICA Le chiusure verticali sono gli elementi tecnici del sistema edilizio che delimitano verticalmente gli spazi interni del sistema stesso rispetto all'esterno. Possono essere opache (pareti) o trasparenti (infissi) e la loro funzione principale, oltre a quella di separare l'interno dall'esterno, è quella di regolare il passaggio di energia termica, di energia luminosa, di energia sonora e di proteggere dagli agenti esterni.

Unità tecnologiche di classe CHIUSURA VERTICALE

- RIVESTIMENTI ESTERNI

RIVESTIMENTI ESTERNI Strati funzionali esterni dell'edificio con il compito di proteggere la facciata dagli agenti atmosferici e dalle sollecitazioni cui è sottoposta e di garantire un aspetto uniforme durante tutto il ciclo di vita. Tra questa categoria ricomprendiamo gli intonaci esterni, i rivestimenti, le tinteggiature ed i decori. MODALITA' D'USO Le modalità d'uso corrette dei rivestimenti esterni (intonaci, rivestimenti, tinteggiature, ecc.) consistono nel visionare periodicamente le superfici per verificare il grado di conservazione ed invecchiamento, in modo da controllare eventuali cadute dei livelli qualitativi al di sotto dei valori accettabili tanto da compromettere l'affidabilità stessa del rivestimento.

Manuale di Manutenzione

RIVESTIMENTI LAPIDEI Pag. 7 Classe di unità tecnologica: CHIUSURA VERTICALE

Unità tecnologica: RIVESTIMENTI ESTERNI

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Il rivestimento lapideo può essere messo in opera usando diverse metodologie esecutive che variano passando dai rivestimenti tradizionali (usando lastre singole la cui posa avviene in modo indipendente), alle soluzioni in lastre sottili (omogenee o composite). Le pietre "ornamentali" si possono raggruppare in quattro categorie : marmo, granito, travertino, pietra, ciascuno dotato di caratteristiche proprie, pertanto la scelta deve rispondere a precise volontà progettuali.

2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Nell’ambito dell’intervento vi è solamente il rivestimento dei pilastri di sostegno

3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI

[Controllo] Verifica della condizione estetica della superficie

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Verifica dell'efficienza del rivestimento

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Verifica dei difetti di posa e/o manutenzione

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Controllo dei danni causati da eventi imprevedibili

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Intervento] Pulizia delle superfici

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali - Detergenti

[Intervento] Rimozione di croste nere, patine biologiche, graffiti e macchie

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

Manuale di Manutenzione

- Opere provvisionali - Detergenti

[Intervento] Ripristino delle giunzioni e sigillature

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Intervento] Rimozione e rifacimento del rivestimento

RISORSE D'USO

Pag. 8

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali - Segatrice

4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI

Resistenza agli urti

Capacità di resistere, nelle condizioni di esercizio, le sollecitazioni dovuti ad urti ed impatti, evitando il prodursi di deformazioni e/o rotture. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali per i rivestimenti devono essere correlati al fatto di avere una certa resistenza agli urti, qualora soggetti a urti, impatti, ecc. pertanto si ha che non si devono arrecare disagi per i fruitori e si deve garantire sempre la funzionalità del rivestimento. Dalle norme UNI si possono avere indicazioni sulle caratteristiche classificatorie e geometriche dei vari materiali utilizzabili.

Attrezzabilità

Capacità di un elemento a garantire la possibilità di montaggio e installazione di attrezzature. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali per i rivestimenti devono essere correlati al fatto di avere una superficie e delle caratteristiche tali da consentire la collocazione di attrezzature. Dalle norme UNI si hanno indicazioni sulle caratteristiche classificatorie e geometriche dei vari materiali utilizzabili.

Resistenza meccanica

Capacità di resistere, nelle condizioni di esercizio, alle sollecitazioni agenti, evitando il prodursi di deformazioni, cedimenti e/o rotture. Livello minimo delle prestazioni Per i livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si fa riferimento alle prescrizioni di legge e norme vigenti in materia.

Assenza dell'emissione di sostanze nocive

Attitudine a non produrre e/o emettere sostanze nocive (tossiche, irritanti, corrosive).

Manuale di Manutenzione

Pag. 9 Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali per i rivestimenti devono essere correlati al fatto di non rilasciare sostanze nocive. Dalle norme UNI si possono avere indicazioni sulle caratteristiche dei vari elementi. Per la concentrazione di sostanze nocive nell'aria ambiente si fa riferimento alle normative vigenti in materia, ed in particolare si riportano i livelli massimi di concentrazione di sostanze quali la formaldeide, il gas radon e le polveri : eventuale presenza di formaldeide libera nell'aria in concentrazione < 0,1 mg/m³; eventuale presenza di polveri nell'aria, in concentrazione < 0,1 mg/m³; eventuale presenza di gas radon < 0,5 mg/m³.

Resistenza agli attacchi biologici

Capacità degli elementi di non subire, a seguito della crescita e presenza di agenti biologici (organismi viventi), modifiche prestazionali. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati, dall'esposizione, dal tipo di agente biologico e del loro impiego.

Anigroscopicità

Capacità degli elementi di non essere soggetti a mutamenti di dimensione, comportamento e morfologia in seguito all'assorbimento e/o al contatto con acqua. Livello minimo delle prestazioni La presenza di acqua non deve produrre variazioni dimensionali né tanto meno deformazioni permanenti sul rivestimento

Controllo della condensazione interstiziale

Capacità di non consentire, entro gli elementi, la creazione di acqua di condensa. Livello minimo delle prestazioni I valori minimi variano in funzione dei materiali e del loro impiego, e comunque sono ricavabili dalle norme Uni e dalla normativa vigente.

Controllo della condensazione superficiale

Capacità di non consentire, sulla superficie interna degli elementi, la creazione di condensa. Livello minimo delle prestazioni I valori minimi variano in funzione dei materiali e del loro impiego, e comunque sono ricavabili dalle norme Uni e dalla normativa vigente.

Controllo della scabrosità

Proprietà di avere le superfici degli elementi di rugosità ed irregolarità adeguate all'uso cui sono destinate. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi variano in funzione delle indicazioni progettuali e del Direttore dei lavori.

Resistenza al gelo

Capacità di mantenere inalterate le proprie caratteristiche e non subire degradi o modifiche dimensionali-funzionali a seguito della formazione di ghiaccio così come anche durante la fase di disgelo.

Manuale di Manutenzione Pag. 10

Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati, dall'esposizione e del loro impiego; pertanto la scelta della materiale deve essere adeguata alle caratteristiche climatiche del luogo ove andrà posizionata. Dalle norme UNI si possono avere indicazioni sulle caratteristiche classificatorie e geometriche dei vari elementi utilizzabili.

Sostituibilità

Capacità di un elemento di garantire la possibilità di effettuare sostituzioni di parti e/o elementi, onde garantire le prestazioni originarie. Livello minimo delle prestazioni Si rimanda alle norme UNI specifiche per il tipo di prodotto utilizzato.

5. ANOMALIE RISCONTRABILI

Modifiche cromatiche

Valutazione: anomalia lieve

Modificazione, su aree piccole o estese, della pigmentazione e del colore superficiale, con la comparsa di macchie e/o patine opacizzanti.

Depositi

Valutazione: anomalia lieve Depositi sulla superficie dell'elemento di pulviscolo atmosferico o altro materiale estraneo (croste nere, detriti, ecc.).

Efflorescenze

Valutazione: anomalia lieve Fenomeni legati alla formazione cristallina di sali solubili sulla superficie dell'elemento, generalmente poco coerenti e con colore biancastro.

Macchie e imbrattamenti

Valutazione: anomalia lieve Presenza sulla superficie di macchie di varia natura e/o imbrattamenti con prodotti macchianti (vernici, spray, ecc.) e/o graffi.

Crescita di vegetazione

Valutazione: anomalia lieve Crescita di vegetazione (muschi, ecc.) sulla superficie dell'elemento o su parte di essa.

Modifiche della superficie

Valutazione: anomalia lieve Modifiche della superficie dell'elemento dovute ad invecchiamento, ad agenti atmosferici o a sollecitazioni esterne, con fenomeni di essiccamenti, erosioni, polverizzazioni, ecc. con conseguenti ripercussioni sulle finiture e regolarità superficiali.

Manuale di Manutenzione Pag. 11

Disgregazioni

Valutazione: anomalia grave Disgregazioni delle superfici dell'elemento, con effetti di sgretolamenti e lacerazioni.

Fessurazioni

Valutazione: anomalia grave Presenza, estesa o localizzata, di fessure sulla superficie dell'elemento, di profondità variabile tale da provocare, talvolta, distacchi di materiale. Distacchi e scollamenti

Valutazione: anomalia grave

Distacchi e scollamenti di parte o di tutto l'elemento dallo strato di supporto, dovuti a errori di fissaggio, ad invecchiamento del materiale o a sollecitazioni esterne.

Chiazze di umidità

Valutazione: anomalia grave Presenza di chiazze o zone di umidità sull'elemento, generalmente in aree dell'elemento in prossimità del terreno e/o delle opere fondazionali.

Degradi

Valutazione: anomalia grave Degradi strutturali e conformativi comportanti la formazione di microfessure, screpolature, sfogliamenti (per invecchiamento, fenomeni di fatica, ecc.).

Ritenzione di umidità

Valutazione: anomalia grave La ritenzione di umidità consiste nell'assorbimento di umidità con conseguente degrado degli elementi che possono comportare rigonfiamenti e successive rotture.

Scheggiature

Valutazione: anomalia grave Scheggiatura dell'elemento con distacco ed allontanamento di porzioni di materiale soprattutto lungo i bordi e gli spigoli.

6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE

CONTROLLI

- Verifica della condizione estetica della superficie

INTERVENTI

- Pulizia delle superfici - Rimozione di croste nere, patine biologiche, graffiti e macchie

Manuale di Manutenzione Pag. 12

7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO

CONTROLLI

- Verifica dell'efficienza del rivestimento - Verifica dei difetti di posa e/o manutenzione - Controllo dei danni causati da eventi imprevedibili

INTERVENTI

- Ripristino delle giunzioni e sigillature

- Rimozione e rifacimento del rivestimento

Manuale di Manutenzione

STRUTTURA PORTANTE Pag. 13

DESCRIZIONE DELLA CLASSE DI UNITA' TECNOLOGICA La struttura portante comprende tutte le unità tecnologiche e gli elementi tecnici che hanno funzione di sostenere i carichi (peso proprio della struttura e carichi applicati) e di collegare staticamente le parti del sistema edilizio.

Unità tecnologiche di classe STRUTTURA PORTANTE

- STRUTTURE DI FONDAZIONE - STRUTTURE DI CONTENIMENTO STRUTTURE DI FONDAZIONE Le strutture di fondazione sono l'insieme degli elementi tecnici orizzontali che hanno la funzione di sostenere il peso della sovrastante struttura e di distribuirlo sul terreno senza che si verifichino dissesti sia nel suolo che nella costruzione. MODALITA' D'USO Quale modalità d'uso corretta occorre che venga periodicamente verificato lo stato di conservazione del manufatto, verificando se sono presenti o meno lesioni sulle strutture in elevazione, riconducibili a fenomeni interessanti le fondazioni (rotazioni, cedimenti, ecc.), o altro indicatore dello stato di conservazione delle condizioni originarie dell'opera.

STRUTTURE DI CONTENIMENTO Le strutture di contenimento sono rappresentate dagli elementi tecnici che hanno la funzione di sostenere i carichi spingenti derivanti dal terreno, di formare rilevati, di proteggere opere in trincea, ecc. Le strutture tradizionali sono realizzate in muratura, in calcestruzzo armato o non armato, mentre le soluzioni più innovative utilizzano prefabbricati leggeri in c.a. che trasformano la struttura in un sistema più stabile e più accettabile dal punto di vista ambientale. MODALITA' D'USO E' necessaria un'ottima conoscenza del terreno al fine di valutare con buona precisione i carichi agenti sul muro. Inoltre per un corretto uso dell'unità tecnologica è opportuno prevedere una regimazione delle acque di falda e di quelle di infiltrazione: si deve procedere ad un'ispezione periodica della struttura, al fine di individuare preventivamente lesioni o cedimenti, e alla verifica del corretto funzionamento del sistema di smaltimento delle acque.

Manuale di Manutenzione

MURO DI SOSTEGNO IN CALCESTRUZZO Pag. 14 Classe di unità tecnologica: STRUTTURA PORTANTE

Unità tecnologica: STRUTTURE DI CONTENIMENTO

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Il muro di sostegno in calcestruzzo viene realizzato gettando in opera il calcestruzzo entro casseformi di opportuna forma e dimenioni. Il muro può essere armato oppure no a seconda delle dimensioni dell'opera ed avere paramenti verticali oppure inclinati in funzione sia delle verifiche (a ribaltamento, a scorrimento e a schiacciamento) necessarie per la stabilità del muro sia dell'andamento del piano di campagna del terreno.

2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO I muri di sostegno sono collocati lungo il perimetro del lotto di terreno interessato, oltre a quelli posizionati nell’area dove sono ubicati gli spogliatoi. 3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI [Controllo] Controllo dello stato delle strutture

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Controllo dell'aspetto della superficie

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Controllo dei danni dopo evento imprevedibile

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Controllo delle caratteristiche del terreno

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Penetrometro - Scissometro - Piezometro - Inclinometro - Geofono

[Controllo] Prova sclerometrica

RISORSE D'USO

- Sclerometro - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

Manuale di Manutenzione

Pag. 15 [Controllo] Prova con pacometro

RISORSE D'USO

- Pacometro - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Controllo della carbonatazione

RISORSE D'USO

- Soluzione di fenoftaleina - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Carotaggio

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali - Carotatrice

[Controllo] Monitoraggio delle lesioni

RISORSE D'USO

- Fessurimetro/Distanziometro/Strain gages - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Indagine ultrasonica

RISORSE D'USO

- Emettitore di ultrasuoni - Ricevitore - Oscilloscopio - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Prova di estrazione

RISORSE D'USO

- Trapano - Tassello - Strumento estrattore - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

Manuale di Manutenzione

[Intervento] Pulizia della superficie

RISORSE D'USO

Pag. 16

- Sabbiatrice/Idrosabbiatrice/Spazzola meccanica - Solventi - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Intervento] Applicazione di trattamenti protettivi

RISORSE D'USO

- Resine epossidiche (protettive) - Soluzioni di resine siliconiche (idrorepellenti) - Prodotti di finitura - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Intervento] Applicazione di trattamenti consolidanti

RISORSE D'USO

- Resine siliconiche - Prodotti a base di silicati - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Intervento] Consolidamento del terreno

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Rullo costipatore - Vibroflottatrice - Resine

[Intervento] Realizzazione di una paratia

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Autobetoniera/Betoniera - Escavatore - Automezzo - Opere provvisionali

[Intervento] Sostituzione del muro

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Autobetoniera/Betoniera

Manuale di Manutenzione

- Opere provvisionali - Vibratore

[Intervento] Realizzazione del drenaggio

RISORSE D'USO

Pag. 17

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Carotatrice - Automezzo - Escavatore - Opere provvisionali - Martello perforatore

[Intervento] Ancoraggio con pali radice

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Battipalo/Trivellatrice - Autobetoniera/Betoniera - Opere provvisionali

[Intervento] Rinforzo del muro

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Autobetoniera/Betoniera - Opere provvisionali

[Intervento] Realizzazione di sottofondazioni

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Autobetoniera/Betoniera - Escavatore - Automezzo - Opere provvisionali

[Intervento] Sigillatura delle lesioni

RISORSE D'USO

- Tubetti di iniezione e sfiato - Resina epossidica a consistenza di stucco - Resina epossidica fluida - Pompa pneumatica a bassa pressione - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Intervento] Ripresa delle lesioni

RISORSE D'USO - Malta cementizia specifica

Manuale di Manutenzione

Pag. 18

- Macchine a spruzzo per applicazione - Prodotti di finitura - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI

Resistenza meccanica

Capacità di resistere ai carichi e sovraccarichi, in tutte le condizioni di esercizio, nonchè ai fenomeni dinamici, nel rispetto del coefficiente di sicurezza, senza deformazioni o cedimenti inammissibili. Livello minimo delle prestazioni Le strutture di contenimento devono garantire stabilità e resistenza sotto l'effetto dei carichi trasmessi dal terreno; i livelli minimi prestazionali devono essere ricavati dalle leggi e dalle normative vigenti in materia di progettazione, esecuzione e collaudo delle opere di sostegno. Per quanto riguarda il calcolo ed il dimensionamento delle strutture, i relativi materiali, i procedimenti e metodi costruttivi si rimanda alle vigenti norme specifiche e in particolare alle norme emanate in applicazione della legge 5 novembre 1971, n. 1086 e della legge 2 febbraio 1974, n. 64. Si fa riferimento principalmente al Decreto 11 marzo 1988 del M.ro LLPP "Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione" ed alla relativa Circolare 24 settembre 1988 n°30483 del M.ro LLPP. Inoltre esistono una serie di norme tecniche volontarie, costituite in particolar modo da norme europee, che riguardano soprattutto la progettazione geotecnica, ma contengono anche indicazioni di tipo esecutivo: fra queste l'Eurocodice 7 (UNI ENV 1997/97) fornisce i criteri per calcolare le azioni originate dal terreno, gli aspetti esecutivi ed indica la qualità dei materiali e dei prodotti che devono essere adottati per soddisfare le prescrizioni di progetto.

Stabilità chimico-reattiva

Capacità degli elementi di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Livello minimo delle prestazioni I materiali utilizzati per la realizzazione delle strutture di contenimento devono conservare inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. I livelli minimi variano in funzione dei materiali impiegati e della loro compatibilità chimico-fisica stabilita dalle norme vigenti: in particolar modo è opportuno evitare contatti diretti tra materiali che possono dar luogo a corrosione elettrolitica (acciaio e zinco, acciaio e alluminio) e il contatto diretto fra l'acciaio ed alcuni materiali aggressivi come il gesso. Si deve prestare attenzione al fenomeno di reazione alcali-aggregati della miscela costituente il cls, innescata dalla presenza di alcali nel cemento e di silice amorfa negli aggregati: per garantire i livelli minimi di prestazione è preferibile evitare l'uso di aggregati reattivi e limitare il contenuto di alcali (sodio e potassio) nel cemento, utilizzando cementi di miscela e riducendo l'umidità del cls.

Resistenza agli agenti aggressivi

Capacità di non subire gli effetti dovuti all'azione di agenti aggressivi chimici, quali disgregazioni e mutamenti di aspetto. Livello minimo delle prestazioni Le strutture di contenimento non devono subire dissoluzioni, disgregazioni o mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi presenti nell'ambiente (anidride carbonica, solfati, ecc.). Le strutture esposte ad atmosfere marine e ad attacchi solfatici devono essere costruite con calcestruzzi confezionati con il corretto dosaggio e inoltre devono essere previste adeguate misure di protezione delle superfici utilizzando appositi prodotti protettivi. Per quello che riguarda i livelli minimi prestazionali si fa riferimento alle norme UNI riguardanti la

Manuale di Manutenzione

Pag. 19

durabilità del calcestruzzo (UNI 8981-1-2-3-4-5-6-7-8/99) e alla norma UNI EN 206 che suddivide il cls in classi, in funzione delle condizioni ambientali a cui è esposto: la norma riporta per ciascuna classe lo spessore minimo del copriferro, il massimo rapporto acqua/cemento e il minimo dosaggio di cemento per la produzione e la posa in opera di cls durabili chimicamente.

Resistenza al gelo

Capacità di non subire gli effetti dovuti alla formazione di ghiaccio, quali disgregazioni o mutamenti di aspetto e dimensione. Livello minimo delle prestazioni Le strutture di contenimento non devono subire disgregazioni e mutamenti di aspetto o dimensione a causa della formazione di ghiaccio. I livelli minimi prestazionali possono essere definiti facendo riferimento alla normativa UNI. In particolare per quello che riguarda il calcestruzzo la norma UNI 8981-4/99 indica i provvedimenti da adottare, in fase di confezionamento, per prevenire l'attacco del gelo (utilizzo di additivi aeranti, impiego di aggregati non gelivi, riduzione del rapporto acqua/cemento) mentre la norma UNI 7087/82 definisce le modalità per determinare la resistenza al gelo su provini, confezionati in laboratorio o ricavati da cls già indurito, sottoposti a cicli alternati di gelo e disgelo: la degradazione del provino di calcestruzzo viene valutata osservando le variazioni del modulo elastico, della lunghezza e della massa.

Anigroscopicità

Capacità degli elementi di non essere soggetti a mutamenti di dimensione, comportamento e morfologia in seguito all'assorbimento e/o al contatto con acqua. Livello minimo delle prestazioni Le strutture di contenimento non devono essere soggette a cambiamenti chimico- fisici, strutturali o funzionali nel caso in cui vengano a contatto o assorbano acqua piovana, di falda o marina. I livelli minimi prestazionali variano in funzione delle caratteristiche del materiale impiegato e dell'origine e composizione dell'acqua. Per caratterizzare il livello minimo di resistenza all'acqua di un'opera in cls si può riferimento alla norma UNI 8981-3/99 "Durabilità delle opere e degli elementi prefabbricati di calcestruzzo - Istruzioni per ottenere la resistenza alle acque dilavanti" e alla norma UNI 8981-6/99 "Durabilità delle opere e degli elementi prefabbricati di calcestruzzo - Istruzioni per ottenere la resistenza all'acqua di mare". Entrambe le norme forniscono un criterio per valutare il grado di aggressività dell'acqua (mediante classi di aggressività) ed indica i provvedimenti da adottare per prevenire l'attacco o almeno ridurre i conseguenti effetti dannosi (utilizzo di calcestruzzo compatto e poco permeabile confezionato con una corretta combinazione dei seguenti fattori: composizione del calcestruzzo, tipo di cemento, ridotto rapporto acqua/cemento, dosaggio di cemento sufficientemente elevato, elevata lavorabilità ).

Resistenza agli attacchi biologici

Capacità degli elementi di non subire riduzioni di prestazioni causate dalla presenza di animali, di vegetali o di microrganismi. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati, del loro impiego e del tipo di agente biologico. In ogni caso occorre garantire, soprattutto sulle costruzioni meno recenti, una adeguata pulizia e una protezione con prodotti che contrastino efficacemente lo sviluppo della vegetazione.

Regolarità geometrica

Capacità di soddisfare le esigenze estetiche e funzionali di planarità e assenza di difetti superficiali.

Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi variano in funzione delle esigenze, delle caratteristiche e dell'importanza dell'opera.

Manuale di Manutenzione

5. ANOMALIE RISCONTRABILI

Cedimento

Valutazione: anomalia grave

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Degrado della struttura di contenimento che si manifesta con lesioni verticali nel corpo del muro oppure con veri e propri cedimenti di porzioni di muro.

Rotazione

Valutazione: anomalia grave Rotazione della struttura del muro dovuta alla diminuzione del coefficiente di sicurezza al ribaltamento a causa di infiltrazioni idriche.

Rottura

Valutazione: anomalia grave Rottura della struttura di contenimento dovuta a cedimenti differenziali del terreno sottostante oppure ad eccessive sollecitazioni provenienti dal terreno a monte.

Lesione e/o fessurazione

Valutazione: anomalia grave Aperture o lesioni che possono interessare una parte o l'intero spessore dell'elemento.

Cavillature superficiali

Valutazione: anomalia lieve Fessurazioni capillari ramificate sulla superficie, dovute a un non corretto dosaggio del calcestruzzo.

Chiazze di umidità

Valutazione: anomalia grave Presenza di chiazze o zone di umidità sull'elemento, generalmente in aree dell'elemento in prossimità del terreno e/o delle opere fondazionali.

Crescita di vegetazione

Valutazione: anomalia lieve Crescita di vegetazione (erba, licheni, muschi, ecc.) sulla superficie dell'elemento o su parte di essa.

Deformazione

Valutazione: anomalia grave

Variazioni geometriche e/o morfologiche degli elementi strutturali, dovute a sollecitazioni di varia natura

(sovraccaricamento, sbalzi termici, ecc.), accompagnate spesso dalla perdita delle caratteristiche di resistenza e

stabilità degli elementi stessi

Manuale di Manutenzione

Pag. 21 Degrado dei giunti

Valutazione: anomalia grave Decoesione, distacco, cambiamento di colore dei giunti.

Disgregazione

Valutazione: anomalia grave Disgregazioni delle superfici dell'elemento, con effetti di sgretolamenti e lacerazioni.

Distacco

Valutazione: anomalia grave Decoesione e conseguente caduta di parti di materiale.

Erosione

Valutazione: anomalia lieve Degrado della superficie dovuto all'azione erosiva di agenti di natura chimica o biologica.

Fori e bolle

Valutazione: anomalia lieve Presenza di piccoli crateri sulla superficie generalmente causati da grani di calce libera che, idratando, aumentano di volume e generano piccoli distacchi.

Macchie di ruggine

Valutazione: anomalia grave Macchie bruno-rossastre sulla superficie del calcestruzzo dovute alla corrosione dei ferri d'armatura.

Mancanza di copriferro

Valutazione: difetto grave Mancanza di calcestruzzo in corrispondenza dell'armatura con conseguente esposizione dei ferri a fenomeni di corrosione.

Muffe biologiche

Valutazione: anomalia lieve Deposito sottile costituito prevalentemente da microrganismi, che creano una patina di colore variabile aderente alla superficie.

Manuale di Manutenzione

Pag. 22 Nidi di ghiaia

Valutazione: anomalia lieve

Degrado della superficie dovuto alla segregazione dei componenti del calcestruzzo in fase di getto e caratterizzato da cavità irregolari e inerti di maggior diametro in evidenza.

Sfogliamento

Valutazione: anomalia lieve Disgregazione e sfaldamento degli strati superficiali dell'elemento, causato solitamente dagli effetti del gelo.

Variazione di volume

Valutazione: anomalia grave Aumento di volume dell'elemento e conseguente disgregazione, dovute all'attacco solfatico in ambiente marino oppure a cicli di gelo-disgelo.

6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE

CONTROLLI

- Controllo dello stato delle strutture - Controllo dell'aspetto della superficie - Controllo dei danni dopo evento imprevedibile

INTERVENTI

Nessuno

7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO

CONTROLLI

- Controllo delle caratteristiche del terreno - Prova sclerometrica - Prova con pacometro - Controllo della carbonatazione - Carotaggio - Controllo dell'ossidazione delle armature - Monitoraggio delle lesioni - Indagine ultrasonica - Prova di estrazione

INTERVENTI

- Pulizia della superficie - Applicazione di trattamenti protettivi - Applicazione di trattamenti consolidanti - Consolidamento del terreno - Realizzazione di una paratia - Sostituzione del muro - Realizzazione del drenaggio - Ancoraggio con pali radice - Rinforzo del muro - Realizzazione di sottofondazioni - Sigillatura delle lesioni - Ripresa delle lesioni

Manuale di Manutenzione

Pag. 23 FONDAZIONI SU PLINTI Classe di unità tecnologica: STRUTTURA

Unità tecnologica: FONDAZIONI IN C.A.

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE La fondazione su plinti viene utilizzata quando il terreno resistente è poco profondo e ha una resistenza tale da consentire la ripartizione del carico concentrato trasmesso dai pali su una ristretta superficie. I plinti hanno forma parallelepipeda o tronco-piramidale e possono essere armati oppure no (è comunque prevista un'armatura di ferri di piccolo diametro alla base del plinto inerte). Viene realizzato, sotto la fondazione, uno strato (solitamente di 10 cm) di magrone, realizzato con cls a basso dosaggio, per livellare il piano di appoggio e per evitare il contatto fra l'armatura e il suolo.

2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Solo in corrispondenza al cancello di ingresso

3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI

[Controllo] Controllo dello stato delle strutture

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Controllo della verticalità

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Filo a piombo - Opere provvisionali

[Controllo] Controllo dei danni dopo evento imprevedibile

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Controllo delle caratteristiche del terreno

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Penetrometro - Scissometro - Piezometro - Inclinometro - Geofono - Opere provvisionali

Manuale di Manutenzione

Pag. 24 [Controllo] Prova sclerometrica

RISORSE D'USO

- Sclerometro - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali [Controllo] Prova con pacometro

RISORSE D'USO

- Pacometro - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Controllo della carbonatazione

RISORSE D'USO

- Soluzione di fenoftaleina - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Controllo dell'ossidazione delle armature

RISORSE D'USO

- Voltmetro ad alta impedenza - Elettrodo di riferimento - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Carotaggio

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Carotatrice - Opere provvisionali [Intervento] Iniezione con malte o resine

RISORSE D'USO

- Tubetti di iniezione e sfiato - Resina epossidica a consistenza di stucco - Resina epossidica fluida - Pompa pneumatica a bassa pressione - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Intervento] Costruzione di sottofondazioni

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Autobetoniera/Betoniera - Escavatore - Automezzo - Piegaferro - Sega circolare

Manuale di Manutenzione

Pag. 25 [Intervento] Consolidamento del terreno

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Rullo costipatore - Vibroflottatrice - Resine

[Intervento] Costruzione di nuove fondazioni

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Autobetoniera/Betoniera - Escavatore - Automezzo - Piegaferro - Sega circolare

4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI

Resistenza meccanica

Capacità di resistere ai carichi e sovraccarichi, in tutte le condizioni di esercizio, nonchè ai fenomeni dinamici, nel rispetto del coefficiente di sicurezza, senza deformazioni o cedimenti inammissibili. Livello minimo delle prestazioni Le strutture di fondazione devono garantire stabilità e resistenza sotto l'effetto dei carichi provenienti dalle strutture di elevazione; i livelli minimi prestazionali devono essere ricavati dalle leggi e dalle normative vigenti in materia di progettazione, esecuzione e collaudo delle opere di fondazione. Per quanto riguarda il calcolo ed il dimensionamento delle strutture, i relativi materiali, i procedimenti e metodi costruttivi si rimanda alle vigenti norme specifiche e in particolare alle norme emanate in applicazione della legge 5 novembre 1971, n. 1086 e della legge 2 febbraio 1974, n. 64. Si fa riferimento principalmente al Decreto 11 marzo 1988 del M.ro LLPP "Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione" ed alla relativa Circolare 24 settembre 1988 n°30483 del M.ro LLPP. Inoltre esistono una serie di norme tecniche volontarie, costituite in particolar modo da norme europee, che riguardano soprattutto la progettazione geotecnica, ma contengono anche indicazioni di tipo esecutivo: fra queste l'Eurocodice 7 (UNI ENV 1997/97) fornisce i criteri per calcolare le azioni originate dal terreno, gli aspetti esecutivi ed indica la qualità dei materiali e dei prodotti che devono essere adottati per soddisfare le prescrizioni di progetto.

Stabilità chimico-reattiva

Capacità degli elementi di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Livello minimo delle prestazioni I materiali utilizzati per la realizzazione delle strutture di fondazione devono conservare inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. I livelli minimi variano in funzione dei materiali impiegati e della loro compatibilità chimico-fisica stabilita dalle norme vigenti: in particolar modo è opportuno evitare contatti diretti tra materiali che possono dar luogo a corrosione elettrolitica (acciaio e zinco, acciaio e alluminio) e il contatto diretto fra l#acciaio ed alcuni materiali aggressivi come il gesso. Si deve prestare attenzione al fenomeno di reazione alcali-aggregati della miscela costituente il cls, innescata dalla presenza di alcali nel cemento e di silice amorfa negli aggregati: per garantire i livelli minimi di prestazione è preferibile evitare l'uso di aggregati reattivi e limitare il contenuto di alcali (sodio e potassio) nel cemento, utilizzando cementi di miscela e riducendo l'umidità del cls.

Manuale di Manutenzione

Pag. 26 Resistenza agli agenti aggressivi

Capacità di non subire gli effetti dovuti all'azione di agenti aggressivi chimici, quali disgregazioni e mutamenti di aspetto. Livello minimo delle prestazioni Le strutture di fondazione non devono subire dissoluzioni, disgregazioni o mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi presenti nell'ambiente (anidride carbonica, solfati, ecc.). Le strutture esposte ad atmosfere marine e ad attacchi solfatici devono essere costruite con calcestruzzi confezionati con il corretto dosaggio e inoltre devono essere previste adeguate misure di protezione delle superfici utilizzando appositi prodotti protettivi. Per quello che riguarda i livelli minimi prestazionali si fa riferimento alle norme UNI riguardanti la durabilità del calcestruzzo (UNI 8981-1-2-3-4-5-6-7-8/99) e alla norma UNI EN 206 che suddivide il cls in classi, in funzione delle condizioni ambientali a cui è esposto: la norma riporta per ciascuna classe lo spessore minimo del copriferro, il massimo rapporto acqua/cemento e il minimo dosaggio di cemento per la produzione e la posa in opera di cls durabili chimicamente.

Resistenza al gelo

Capacità di non subire gli effetti dovuti alla formazione di ghiaccio, quali disgregazioni o mutamenti di aspetto e dimensione. Livello minimo delle prestazioni Le strutture di fondazione non devono subire disgregazioni e mutamenti di aspetto o dimensione a causa della formazione di ghiaccio. I livelli minimi prestazionali possono essere definiti facendo riferimento alla normativa UNI. In particolare per quello che riguarda il calcestruzzo la norma UNI 8981-4/99 indica i provvedimenti da adottare, in fase di confezionamento, per prevenire l#attacco del gelo (utilizzo di additivi aeranti, impiego di aggregati non gelivi, riduzione del rapporto acqua/cemento) mentre la norma UNI 7087/82 definisce le modalità per determinare la resistenza al gelo su provini, confezionati in laboratorio o ricavati da cls già indurito, sottoposti a cicli alternati di gelo e disgelo: la degradazione del provino di calcestruzzo viene valutata osservando le variazioni del modulo elastico, della lunghezza e della massa. Anigroscopicità

Capacità delle strutture di fondazione di non subire mutamenti di dimensione, comportamento e morfologia in seguito all'assorbimento di acqua. Livello minimo delle prestazioni Le strutture di fondazione non devono essere soggette a cambiamenti chimico- fisici, strutturali o funzionali nel caso in cui vengano a contatto o assorbano acqua piovana, di falda o marina. I livelli minimi prestazionali variano in funzione delle caratteristiche del materiale impiegato e dell'origine e composizione dell'acqua. Per caratterizzare il livello minimo di resistenza all'acqua di un'opera in cls si può riferimento alla norma UNI 8981-3/99 "Durabilità delle opere e degli elementi prefabbricati di calcestruzzo - Istruzioni per ottenere la resistenza alle acque dilavanti" e alla norma UNI 8981-6/99 "Durabilità delle opere e degli elementi prefabbricati di calcestruzzo - Istruzioni per ottenere la resistenza all'acqua di mare". Entrambe le norme forniscono un criterio per valutare il grado di aggressività dell'acqua (mediante classi di aggressività) ed indica i provvedimenti da adottare per prevenire l'attacco o almeno ridurre i conseguenti effetti dannosi (utilizzo di calcestruzzo compatto e poco permeabile confezionato con una corretta combinazione dei seguenti fattori: composizione del calcestruzzo, tipo di cemento, ridotto rapporto acqua/cemento, dosaggio di cemento sufficientemente elevato, elevata lavorabilità ).

Resistenza agli attacchi biologici

Capacità degli elementi di non subire riduzioni di prestazioni causate dalla presenza di animali, di vegetali o di microrganismi. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati, del loro impiego e del tipo di agente biologico.

Manuale di Manutenzione

Pag. 27 5. ANOMALIE RISCONTRABILI

Cedimento

Valutazione: anomalia grave Cedimento della struttura di fondazione che si manifesta sugli elementi delle strutture sovrastanti con famiglie di lesioni. Le lesioni assumono forme diverse a seconda del tipo di cedimento.

Rotazione

Valutazione: anomalia grave Rotazione del piano di fondazione della struttura attorno ad un punto che si manifesta sugli elementi delle strutture sovrastanti con lesioni verticali in corrispondenza del punto di rotazione.

Rottura

Valutazione: anomalia grave Rottura degli elementi di fondazione dovuta a cedimenti differenziali del terreno oppure ad eccessive sollecitazioni provenienti dalle strutture sovrastanti.

Lesione e/o fessurazione

Valutazione: anomalia grave Presenza di lesioni e/o fessurazioni sugli elementi di fondazione con o senza spostamento delle parti.

Umidità dovuta a risalita capillare

Valutazione: anomalia lieve

Presenza di umidità sulle pareti del fabbricato, dovuta a risalita capillare di acqua attraverso le strutture di fondazione.

Mancanza di copriferro

Valutazione: difetto grave Mancanza di calcestruzzo in corrispondenza dell'armatura con conseguente esposizione dei ferri a fenomeni di corrosione.

6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE

CONTROLLI

- Controllo dello stato delle strutture - Controllo della verticalità - Controllo dei danni dopo evento imprevedibile

INTERVENTI

Nessuno

Manuale di Manutenzione

Pag. 28 7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO

CONTROLLI

- Controllo delle caratteristiche del terreno - Prova sclerometrica - Prova con pacometro - Controllo della carbonatazione - Controllo dell'ossidazione delle armature - Carotaggio

INTERVENTI

- Iniezione con malte o resine - Costruzione di sottofondazioni - Consolidamento del terreno - Costruzione di nuove fondazioni

Manuale di Manutenzione

Pag. 29 STRATO DRENANTE Classe di unità tecnologica: STRUTTURA PORTANTE

Unità tecnologica: STRUTTURE DI CONTENIMENTO

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Il drenaggio permette la raccolta e lo smaltimento delle acque, sia meteoriche che di falda, che si trovano a monte del muro di sostegno, evitando in questo modo che, alla spinta del terreno, si vada ad aggiungere la spinta idrica. Quale strato drenante si possono utilizzare diversi materiali, in funzione delle velocità con la quale si vuole realizzare il drenaggio stesso, possiamo pertanto avere strati drenanti in : ghiaia, perlite espansa, argilla espansa, pomice, tessuti doppi, ecc.

2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO In corrispondenza ai muri di sostegno 3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI

[Controllo] Controllo delle superfici

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Controllo drenaggi

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Intervento] Pulizia superficiale

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Intervento] Rinnovo dello strato drenante

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI

Resistenza meccanica

Idoneità a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Livello minimo delle prestazioni Lo strato drenante deve assicurare una resistenza meccanica, nei confronti di carichi applicati, in modo da contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi.Tale caratteristica è correlata alla dimensione e alla resistenza dei granuli utilizzati per il drenaggio. I limiti prestazionali, intesi come carichi applicati o deformazioni ammissibili, sono ricavabili o dalle indicazioni di progetto o dalle normative vigenti, mentre le norme

Manuale di Manutenzione

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Uni stabiliscono le prove cui si devono sottoporre i materiali per determinarne le varie caratteristiche.

Resistenza agli agenti aggressivi

Attitudine a non subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali richiesti allo strato drenante sono legati al fatto che lo stesso dovrà subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici, quali quelli solitamente presenti nell'ambiente (inquinamento), dato che un suo qualsiasi mutamento potrebbe compromettere la funzionalità e la stabilità della struttura di contenimento.

Resistenza agli attacchi biologici

Attitudine a non subire riduzioni di prestazioni a seguito della presenza di microrganismi viventi (animali, vegetali, microrganismi). Livello minimo delle prestazioni Occorre garantire una adeguata pulizia sulla superficie dello strato drenante in modo da contrastare efficacemente lo sviluppo della vegetazione e poter mantenere i livelli minimi prestazionali richiesti, che presuppongono un buon funzionamento dello strato in ogni condizione d'uso.

Resistenza all'irraggiamento

Attitudine a non subire mutamenti di aspetto e caratteristiche chimico-fisiche a causa dell'esposizione all'energia raggiante. Livello minimo delle prestazioni Gli strati drenanti non devono subire mutamenti di aspetto (geometria, finiture, ecc.) e delle proprie caratteristiche chimico-fisiche a seguito dell'esposizione all'energia raggiante. I livelli minimi prestazionali sono funzione dell'ubicazione del manufatto e delle caratteristiche funzionali richieste.

Resistenza al gelo

Attitudine a non subire disgregazioni e/o mutamenti di dimensione ed aspetto a causa della formazione di ghiaccio. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali per lo strato drenante si possono ricavare dalle norme UNI relative a ciascun materiale costituente.

Sostituibilità

Attitudine a consentire la collocazione di elementi tecnici al posto di altri. Livello minimo delle prestazioni Il livello minimo prestazionale richiesto è legato alla possibilità di effettuare sostituzioni senza creare pregiudizio all'intero sistema.

Manualeale di Manutenzione

5. ANOMALIE RISCONTRABILI

Crescita di vegetazione

Valutazione: anomalia lieve Crescita di vegetazione (erba, licheni, muschi, ecc.) sulla superficie dell'elemento o su parte di essa.

Depositi

Valutazione: anomalia lieve

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Depositi sulla superficie dell'elemento di pulviscolo atmosferico o altro materiale estraneo (foglie, ramaglie, detriti, ecc.).

Deformazioni

Valutazione: anomalia grave Variazioni geometriche e/o morfologiche della superficie dell'elemento, dovute a sollecitazioni di varia natura (sovraccaricamento, sbalzi termici, ecc.).

Disgregazioni

Valutazione: anomalia grave Disgregazioni delle superfici dell'elemento, con effetti di sgretolamenti e lacerazioni.

Errori di montaggio

Valutazione: anomalia grave Errori eseguiti in fase di montaggio (esecuzione di giunzioni, fissaggi, ecc.) che nel tempo determinano problemi comportanti scorrimenti, deformazioni, sollevamenti, pieghe, ecc.

Fessurazioni

Valutazione: anomalia grave i

profondità variabile tale da provocare,

talvolta, distacchi di materiale.

Intasamento superficiale

Valutazione: anomalia grave Intasamento superficiale dell'elemento dovuta a pulviscolo atmosferico, terra o altro materiale estraneo, tale da far venire meno la funzione propria dell'elemento stesso.

6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE

CONTROLLI

- Controllo delle superfici - Controllo drenaggi

INTERVENTI - Pulizia superficiale

Manuale di Manutenzione

7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO

CONTROLLI

Nessuno

INTERVENTI

- Rinnovo dello strato drenante

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Manuale di Manutenzione

TUBI COLLETTORI E CANALE DI SCOLO Pag. 33 Classe di unità tecnologica: STRUTTURA PORTANTE

Unità tecnologica: STRUTTURE DI CONTENIMENTO

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE I tubi collettori e le canale di scolo sono gli elementi che permettono lo smaltimento delle acque: i tubi assicurano lo scarico dell'acqua proveniente dal drenaggio e vengono posti ai piedi dello strato drenante, mentre le canalette hanno la funzione di allontanare le acque meteoriche e vengono poste sulla sommità del muro di sostegno. I materiali maggiormente usati per la realizzazione di questi elementi sono le materie plastiche per quello che riguarda i tubi collettori, mentre le canalette di scolo sono generalmente realizzate con elementi in c.a. prefabbricati oppure gettate in opera.

2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO I tubi collettori da ispezionare e mantenere sono collocati lungo il perimetro del campo e, in prosecuzione, nel tratto di smaltimento verso il vicino torrente

3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI

[Controllo] Controllo degli elementi

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Controllo] Controllo delle pendenze

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Intervento] Pulizia tubi e canale

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

[Intervento] Sostituzione elemento

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI

Resistenza meccanica

Idoneità a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Livello minimo delle prestazioni I tubi collettori e le canale di scolo devono essere idonei a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche (urti, vento, sovraccarichi ecc). Il limite prestazionale è dettato dalla loro capacità di resistere, e quindi continuare a smaltire l'acqua, pertanto dovranno garantire le

Manuale di Manutenzione

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condizioni di portata, previste dal progetto, per tutto il loro ciclo di vita.

Resistenza agli agenti aggressivi

Attitudine a non subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali sono connessi al mantenimento della funzionalità richiesta al sistema di raccolta e smaltimento delle acque, pertanto la resistenza sotto l'azione di agenti aggressivi varierà, in termini di spessore e caratteristiche chimico-fisiche, per il singolo materiale utilizzato.

Resistenza agli attacchi biologici

Attitudine a non subire riduzioni di prestazioni a seguito della presenza di microrganismi viventi (animali, vegetali, microrganismi). Livello minimo delle prestazioni Per la determinazione dei livelli minimi prestazionali si rimanda alle norme UNI relative, dato che si hanno prestazioni differenti per ogni materiale impiegabile.

Resistenza al gelo

Attitudine a non subire disgregazioni e/o mutamenti di dimensione ed aspetto a causa della formazione di ghiaccio. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali, suddivisi per i vari tipi di materiali che possono essere impiegati, si possono ricavare dalle norme UNI.

Anigroscopicità

Attitudine a non subire mutamenti di aspetto e/o morfologia, di dimensione e comportamento in seguito ad assorbimento di acqua o di vapor d'acqua. Livello minimo delle prestazioni Per la determinazione dei livelli minimi prestazionali richiesti in merito alla resistenza all'acqua, si ha che questi variano con la tipologia di materiali utilizzati.

Resistenza all'irraggiamento

Attitudine a non subire mutamenti di aspetto e caratteristiche chimico-fisiche a causa dell'esposizione all'energia raggiante. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali, relativamente alla possibilità o meno di subire mutamenti di aspetto (geometria, finiture, ecc.) e delle proprie caratteristiche chimico-fisiche a seguito dell'esposizione all'energia raggiante, sono funzione dell'ubicazione del manufatto e delle caratteristiche funzionali richieste.

Manuale di Manutenzione

Pulibilità

Attitudine a consentire la rimozione di sporcizia e sostanze indesiderate. Livello minimo delle prestazioni I tubi e le canale devono garantire un livello di pulizia accettabile.

Sostituibilità

Attitudine a consentire la collocazione di elementi tecnici al posto di altri. Livello minimo delle prestazioni

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Il livello minimo prestazionale richiesto è legato alla possibilità di effettuare sostituzioni senza creare pregiudizio all'intero sistema, fatto questo che si ottiene ricorrendo a elementi di comune diffusione, con dimensioni e caratteristiche riportate nella normativa vigente e nelle norme UNI.

5. ANOMALIE RISCONTRABILI

Accumuli d'acqua

Valutazione: anomalia lieve Formazione di accumuli d'acqua per cause connesse ad avvallamenti superficiali e/o ad un errore di formazione delle pendenze.

Crescita di vegetazione

Valutazione: anomalia lieve Crescita di vegetazione (erba, licheni, muschi, ecc.) sulla superficie dell'elemento o su parte di essa.

Deformazioni

Valutazione: anomalia grave Variazioni geometriche e/o morfologiche della superficie dell'elemento, dovute a sollecitazioni di varia natura (sovraccaricamento, sbalzi termici, ecc.).

Depositi

Valutazione: anomalia lieve Depositi sulla superficie dell'elemento di pulviscolo atmosferico o altro materiale estraneo (foglie, ramaglie, detriti, ecc.).

Errori di montaggio

Valutazione: anomalia grave Errori eseguiti in fase di montaggio (esecuzione di giunzioni, fissaggi, ecc.) che nel tempo determinano problemi comportanti scorrimenti, deformazioni, sollevamenti, pieghe, ecc.

Fessurazioni

Valutazione: anomalia grave

Manuale di Manutenzione

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Presenza, estesa o localizzata, di fessure sulla superficie dell'elemento, di profondità variabile tale da provocare, talvolta, distacchi di materiale.

6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE

CONTROLLI

- Controllo degli elementi

INTERVENTI

- Pulizia tubi e canale

7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO

CONTROLLI

- Controllo delle pendenze

INTERVENTI

- Sostituzione elemento

Manuale di Manutenzione

CADITOIE Pag. 37 Classe di unità tecnologica: ACQUEDOTTI E FOGNATURE

Unità tecnologica: FOGNATURE

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Le caditoie (o pozzetti di drenaggio) sono utili per raccogliere le acque che cadono su di una superficie e condurle verso il collettore di raccolta. Le caditoie vengono incassate nel terreno, sono generalmente con struttura in cemento o muratura e sono dotate superiormente di un chiusino grigliato in cemento, ghisa, ecc..

2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Lungo il bordo del campo

3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI

[Controllo] Controllo in superficie

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Controllo] Controllo della funzionalità

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Intervento] Pulizia caditoie

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Sonda [Intervento] Rinnovo pozzetti

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Betoniera

4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI

Controllo della portata

Attitudine a garantire valori minimi di portata dei fluidi circolanti. Livello minimo delle prestazioni

Manuale di Manutenzione

Pag. 38 Quale livello minimo prestazionale le caditoie devono essere di dimensione tale da costituire elementi di continuità per l'intera condotta,senza causare ostacolo o restringimento.

Resistenza meccanica

Capacità di resistere, nelle condizioni di esercizio, alle sollecitazioni agenti, evitando il prodursi di deformazioni, cedimenti e/o rotture. Livello minimo delle prestazioni Il livello minimo prestazionale delle caditoie al fine della resistenza meccanica è connesso al mantenimento delle condizioni di funzionalità anche sotto sollecitazioni di varia natura, pertanto il progetto e la scelta del materiale impiegato dovranno tener conto di sollecitazioni esterne, ad eccezione di eventi particolari.

Affidabilità

Attitudine a garantire, in condizioni di normale utilizzo, livelli prestazionali costanti nel tempo. Livello minimo delle prestazioni Il livello minimo prestazionale delle caditoie al fine di garantire affidabilità nel funzionamento è legato allo svolgimento della funzione assegnatagli, ad ogni qual modo si fa riferimento alle norme UNI vigenti.

Pulibilità

Attitudine a garantire per un elemento la possibilità di rimuovere sporco e depositi. Livello minimo delle prestazioni Le caditoie, quale livello minimo prestazionale per la pulibilità, devono essere facilmente individuabili ed accessibili.

Controllo della scabrosità

Proprietà di avere le superfici degli elementi di rugosità ed irregolarità adeguate all'uso cui sono destinate. Livello minimo delle prestazioni Poichè, al fine di garantire rendimenti accettabili così come da indicazioni progettuali, le caditoie devono presentare superfici di irregolarità e ruvidezza adeguate agli scopi per i quali sono impiegati, facendo riferimento, quali limiti prestazionali, alle norme vigenti ed alle norme UNI.

Riparabilità

Capacità di un elemento di poter essere, in parte o totalmente, riparato, onde garantire le prestazioni originarie. Livello minimo delle prestazioni Le caditoie, quale livello minimo prestazionale per la riparabilità, devono essere facilmente individuabili ed accessibili, in modo da consentire di ripristinare l'integrità e la funzionalità nel caso dovessero subire deformazioni o rotture.

Facilità di intervento

Attitudine a garantire facili condizioni di intervento per ispezioni, manutenzioni e/o lavori. Livello minimo delle prestazioni Le caditoie, quale livello minimo prestazionale per la facilità di intervento, devono essere facilmente individuabili ed accessibili, pertanto è necessario provvedere a segnalare i percorsi o sul terreno o in cartografie specifiche.

Manuale di Manutenzione

Pag. 39 Sostituibilità

Capacità di un elemento di garantire la possibilità di effettuare sostituzioni di parti e/o elementi, onde garantire le prestazioni originarie. Livello minimo delle prestazioni Le caditoie, quale livello minimo prestazionale per la sostituibilità, devono essere realizzate con prodotti facilmente reperibili sul mercato, pertanto di caratteristiche codificate. Si fa riferimento alle norme UNI relative a ciascun materiale utilizzato.

5. ANOMALIE RISCONTRABILI

Deformazioni

Valutazione: anomalia grave Variazioni geometriche e/o morfologiche della superficie dell'elemento, dovute a sollecitazioni di varia natura (sovraccaricamento, sbalzi termici, ecc.).

Errori di montaggio

Valutazione: anomalia grave Errori eseguiti in fase di montaggio (esecuzione di giunzioni, fissaggi, ecc.) che nel tempo determinano problemi comportanti scorrimenti, deformazioni, sollevamenti, modifica delle pendenze o perdite di fluido.

Fessurazioni

Valutazione: anomalia grave Presenza, estesa o localizzata, di fessure sulla superficie dell'elemento, di profondità variabile tale da provocare, talvolta, distacchi di materiale.

Corrosioni

Valutazione: anomalia grave

Deterioramenti degli elementi metallici con formazione di ruggine e continua sfaldatura, con conseguente riduzione delle sezioni resistenti.

Distacchi

Valutazione: anomalia grave Distacchi di parte o di tutto l'elemento dal supporto, dovuti a errori di fissaggio, a sollecitazioni esterne, a sovraccarichi, a radici delle piante, ecc., tali da causare perdite di fluido, introduzione di terreno e vegetali all'interno deldell'elemento.

Depositi

Valutazione: anomalia lieve Depositi sulla superficie ed all'interno dell'elemento di pulviscolo atmosferico o altro materiale estraneo (foglie, ramaglie, detriti, ecc.).

Manuale di Manutenzione

Pag. 40 6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE

CONTROLLI

- Controllo in superficie - Controllo della funzionalità

INTERVENTI

- Pulizia caditoie - Rinnovo pozzetti

7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO

CONTROLLI

Nessuno

INTERVENTI

Nessuno

Manuale di Manutenzione

POZZETTI DI ISPEZIONE Pag. 41 Classe di unità tecnologica: ACQUEDOTTI E FOGNATURE

Unità tecnologica: FOGNATURE

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE di ispezione vengono realizzati per consentire il controllo delle condotte ed effettuare interventi manutentivi. Possono essere realizzati di piccole dimensioni nei quali si opera dall'esterno oppure di dimensioni tali da permettere l'ingresso nella condotta, o lateralmente ad essa, dotati di scalette di accesso e camera di lavoro. Solitamente sono realizzati con struttura in muratura o in cemento armato e presentano le solite caratteristiche di un manufatto edilizio.

2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Lungo la strada perimetrale del campo

3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI

[Controllo] Controllo in superficie

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Controllo] Controllo della funzionalità

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Intervento] Pulizia pozzetti

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale

- Attrezzi manuali di uso comune - Sonda

[Intervento] Rinnovo pozzetti

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Betoniera

4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI

Controllo della portata

Attitudine a garantire valori minimi di portata dei fluidi circolanti. Livello minimo delle prestazioni Quale livello minimo prestazionale per i pozzetti devono essere di dimensioni tale da costituire elementi di continuità per l’intera condotta, senza causare ostacolo e restringimento

Manuale di Manutenzione

Pag. 42 Controllo delle dispersioni

Idoneità ad impedire fughe di fluidi. Livello minimo delle prestazioni Il livello minimo prestazionale è quello di impedire qualsiasi fuga di fluidi e/o aeriformi: affinché i pozzetti possano esseri idonei a ciò deve essere verificato periodicamente il sito ove gli stessi sono stati posizionati.

Resistenza meccanica

Capacità di resistere, nelle condizioni di esercizio, alle sollecitazioni agenti, evitando il prodursi di deformazioni, cedimenti e/o rotture. Livello minimo delle prestazioni Il livello minimo prestazionale dei pozzetti al fine della resistenza meccanica è connesso al mantenimento delle condizioni di funzionalità anche sotto sollecitazioni di varia natura, pertanto il progetto e la scelta del materiale impiegato dovranno tener conto di sollecitazioni esterne, ad eccezione di eventi particolari.

Affidabilità

Attitudine a garantire, in condizioni di normale utilizzo, livelli prestazionali costanti nel tempo. Livello minimo delle prestazioni Il livello minimo prestazionale dei pozzetti al fine di garantire affidabilità nel funzionamento è legato allo svolgimento della funzione assegnatagli, ad ogni qual modo si fa riferimento alle norme UNI vigenti.

Pulibilità

Attitudine a garantire per un elemento la possibilità di rimuovere sporco e depositi.

Livello minimo delle prestazioni I pozzetti, quale livello minimo prestazionale per la pulibilità, devono essere facilmente individuabili ed accessibili.

Controllo della scabrosità

Proprietà di avere le superfici degli elementi di rugosità ed irregolarità adeguate all'uso cui sono destinate. Livello minimo delle prestazioni Poichè, al fine di garantire rendimenti accettabili così come da indicazioni progettuali, i pozzetti devono presentare superfici di irregolarità e ruvidezza adeguate agli scopi per i quali sono impiegati, facendo riferimento, quali limiti prestazionali, alle norme vigenti ed alle norme UNI.

Riparabilità

Capacità di un elemento di poter essere, in parte o totalmente, riparato, onde garantire le prestazioni originarie. Livello minimo delle prestazioni I pozzetti, quale livello minimo prestazionale per la riparabilità, devono essere facilmente individuabili ed accessibili, in modo da consentire di ripristinare l'integrità e la funzionalità nel caso dovessero subire deformazioni o rotture.

Facilità di intervento

Attitudine a garantire facili condizioni di intervento per ispezioni, manutenzioni e/o lavori. Livello minimo delle prestazioni I pozzetti, quale livello minimo prestazionale per la facilità di intervento, devono essere facilmente individuabili ed accessibili, pertanto è necessario provvedere a segnalare i percorsi o sul terreno o in cartografie specifiche.

Manuale di Manutenzione

Pag. 43 Sostituibilità

Capacità di un elemento di garantire la possibilità di effettuare sostituzioni di parti e/o elementi, onde garantire le prestazioni originarie. Livello minimo delle prestazioni I pozzetti, quale livello minimo prestazionale per la sostituibilità, devono essere realizzati con prodotti facilmente reperibili sul mercato, pertanto di caratteristiche codificate. Si fa riferimento alle norme UNI relative a ciascun materiale utilizzato.

5. ANOMALIE RISCONTRABILI

Deformazioni

Valutazione: anomalia grave Variazioni geometriche e/o morfologiche della superficie dell'elemento, dovute a sollecitazioni di varia natura (sovraccaricamento, sbalzi termici, ecc.).

Errori di montaggio

Valutazione: anomalia grave

Errori eseguiti in fase di montaggio (esecuzione di giunzioni, fissaggi, ecc.) che nel tempo determinano problemi comportanti scorrimenti, deformazioni, sollevamenti, modifica delle pendenze o perdite di fluido e/o aeriformi.

Fessurazioni

Valutazione: anomalia grave Presenza, estesa o localizzata, di fessure sulla superficie dell'elemento, di profondità variabile tale da provocare, talvolta, distacchi di materiale.

Accumuli

Valutazione: anomalia lieve Accumuli di reflui, causati o da errori nella predisposizione delle pendenze o per depositi accumulati entro i collettori tali da interrompere il deflusso delle acque reflue.

Corrosioni

Valutazione: anomalia grave Deterioramenti degli elementi metallici con formazione di ruggine e continua sfaldatura, con conseguente riduzione delle sezioni resistenti.

Distacchi

Valutazione: anomalia grave Distacchi di parte o di tutto il manufatto a seguito di erosioni delle pareti determinate dal continuo contato con reflui aggressivi e deterioramento delle finiture (scalette, chiusini, attacchi alla condotta, ecc.).

Depositi

Valutazione: anomalia lieve Depositi sulla superficie ed all'interno dell'elemento di pulviscolo atmosferico o altro materiale estraneo (foglie, ramaglie, detriti, ecc.).

Manuale di Manutenzione

Pag. 44 6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE

CONTROLLI

- Controllo in superficie - Controllo della funzionalità

INTERVENTI

- Pulizia pozzetti

7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO

CONTROLLI

Nessuno INTERVENTI

- Rinnovo pozzetti

Manuale di Manutenzione

COMPLEMENTI Pag. 45

DESCRIZIONE DELLA CLASSE DI UNITA' TECNOLOGICA Quali elementi accessori sono stati individuati una serie di elementi atti alla miglior comprensione ed utilizzo possibile dell'opera stessa. Ecco quindi che tali elementi sono raggruppa bili in "elementi di protezione" necessari per la delimitazione dell’area proteggendola da intrusioni indesiderate.

Unità tecnologiche di classe COMPLEMENTI

- SISTEMAZIONI - RECINZIONI

SISTEMAZIONI Con la definizione di sistemazioni a verde si intendono sia le aree, più o meno estese, sistemate con elementi vegetazionali secondo un progetto definito, sia gli elementi divisori o di protezione di spazi ben precisi. La composizione di un'area verde è varia, a secondo dell'impostazione ed esigenze progettuali, ma comunque costituita da prati, siepi, arbusti ed alberi scelti tra le innumerevoli specie presenti in natura. MODALITA' D'USO Per le modalità d'uso corrette delle aree sistemate a verde è sufficiente una normale manutenzione per assicurare una buona conservazione, mediante l'irrigazione, i trattamenti antiparassitari, il taglio dell'erba, le potature e taglio rami, eventuali innesti, le concimazioni, e tutte quelle operazioni necessarie per il mantenimento del verde.

RECINZIONI Le recinzioni sono utilizzate per delimitare aree alle quali si vuole attribuire un limite ben definito, o per proteggerle da intrusioni non desiderate e comunque per indicare ove finisce una proprietà o una destinazione e inizia un'altra entità. Le tipologie sono innumerevoli così come molti sono i materiali impiegati per la loro realizzazione : acciaio zincato, ferro battuto, acciaio rivestito con pvc, cemento, ecc. MODALITA' D'USO Per le recinzioni, quale modalità d'uso corretta, si ha la necessità di una costante e periodica manutenzione al fine di riprendere eventuali deformazioni e/o rotture dovute ad eventuali urti e di verniciare e proteggere le superfici dalle aggressioni di agenti aggressivi.

Manuale di Manutenzione

ARREDI E ACCESSORI Pag. 46 Classe di unità tecnologica: COMPLEMENTI

Unità tecnologica: SISTEMAZIONI

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Gli arredi ed accessori sono l'insieme degli elementi utili per completare e garantire alcuni servizi accessori uno spazio esterno pubblico e nello specifico una strada o un parcheggio.

2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Come da disegni allegati, la strada cui fare riferimento ha inizio dal cancello di ingresso posto all’inizio del centro sportivo vero e proprio. Percorre perimetralmente tutto il campo. Una parte è dedicata al percorso veicolare, mentre la parte laterale è dedicata alla sosta

3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI

[Controllo] Controllo delle superfici

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Controllo] Controllo collegamenti

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Intervento] Pulizia dai depositi

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Intervento] Pulizia da imbrattamenti

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Solventi chimici

[Intervento] Rinnovo elementi di fissaggio

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Avvitatore

[Intervento] Rinnovo elementi arredo

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Avvitatore

Manuale di Manutenzione

Pag. 47 4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI

Controllo della scabrosità

Proprietà di avere le superfici degli elementi di rugosità ed irregolarità adeguate all'uso cui sono destinate. Livello minimo delle prestazioni Per la scabrosità dei materiali e le tolleranze ammissibili per eventuali irregolarità si rimanda alla vigente normativa con particolare riferimento alle norme UNI.

Resistenza meccanica

Capacità di resistere, nelle condizioni di esercizio, alle sollecitazioni agenti, evitando il prodursi di deformazioni, cedimenti e/o rotture. Livello minimo delle prestazioni Poichè devono essere idonei a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche (urti, vento, neve, ecc) il loro limite prestazionale è dettato dalla loro capacità di resistere in considerazione, ovviamente, della funzione a cui devono assolvere.

Affidabilità

Attitudine a garantire, in condizioni di normale utilizzo, livelli prestazionali costanti nel tempo. Livello minimo delle prestazioni Devono essere progettati e realizzati con tecnologie e materiali atti a garantire nel tempo il requisito dell'affidabilità per il loro utilizzo. Pertanto per i livelli minimi di affidabilità si rimanda ai singoli requisiti che rendono l'elemento affidabile: resistenza meccanica, al gelo, al'acqua, ecc.

Sostituibilità

Capacità di un elemento di garantire la possibilità di effettuare sostituzioni di parti e/o elementi, onde garantire le prestazioni originarie. Livello minimo delle prestazioni Il livello minimo prestazionale richiesto agli elementi è legato alla possibilità di effettuare sostituzioni senza creare pregiudizio all'intero sistema, fatto questo che si ottiene ricorrendo a elementi di comune diffusione.

Resistenza agli agenti aggressivi

Capacità di non subire effetti degenerativi dovuti all'azione di agenti aggressivi chimici. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali sono connessi al mantenimento della funzionalità, pertanto la resistenza sotto l'azione di agenti aggressivi varierà, in termini di spessore e caratteristiche chimico-fisiche, dal singolo materiale utilizzato e dalla funzione dell'elemento.

Resistenza agli attacchi biologici

Capacità degli elementi di non subire, a seguito della crescita e presenza di agenti biologici (organismi viventi), modifiche prestazionali.

Manuale di Manutenzione

Pag. 48

Livello minimo delle prestazioni Per la determinazione dei livelli minimi prestazionali si rimanda alle norme relative, dato che si hanno prestazioni differenti per ogni materiale impiegabile e per ogni elemento considerato.

Resistenza al gelo

Capacità di mantenere inalterate le proprie caratteristiche e non subire degradi o modifiche dimensionali-funzionali a seguito della formazione di ghiaccio così come anche durante la fase di disgelo. Livello minimo delle prestazioni Per i livelli minimi prestazionali si rimanda alle norme vigenti.

Resistenza all'irraggiamento

Capacità degli elementi, a seguito di esposizione ad energia raggiante, a non subire modifiche strutturali o chimiche-fisiche. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali, relativamente alla possibilità o meno di subire mutamenti di aspetto (geometria, finiture, ecc.) e delle proprie caratteristiche chimico-fisiche a seguito dell'esposizione all'energia raggiante, sono funzione dell'ubicazione dell'elemento e delle caratteristiche funzionali richieste.

Pulibilità

Attitudine a garantire per un elemento la possibilità di rimuovere sporco e depositi. Livello minimo delle prestazioni Devono garantire un livello di pulizia accettabile in funzione dell'uso degli stessi

Anigroscopicità

Capacità degli elementi di non essere soggetti a mutamenti di dimensione, comportamento e morfologia in seguito all'assorbimento e/o al contatto con acqua. Livello minimo delle prestazioni Non devono subire mutamenti di aspetto e/o morfologia, di dimensione e comportamento in seguito ad assorbimento di acqua o di vapor d'acqua, quale livello minimo si rimanda alle proprietà dei singoli elementi.

5. ANOMALIE RISCONTRABILI

Modifiche cromatiche

Valutazione: anomalia lieve Modificazione, su aree piccole o estese, della pigmentazione e del colore superficiale, con la comparsa di macchie e/o patine opacizzanti Imbrattamenti

Valutazione: anomalia grave

Imbrattamento degli elementi di arredo (panchine, tettoie, fioriere, cartelloni, ecc.) con pitture o altro materiale simile e/o con graffiti.

Manuale di Manutenzione

Pag. 49 Errori di montaggio

Valutazione: anomalia grave Errori nei collegamenti al suolo o altra struttura di supporto, raccordi e staffature dei vari elementi, tali da causare il distacco degli stessi, lo spostamento o la perdita di funzionalità.

Fessurazioni e/o rotture

Valutazione: anomalia grave Fessurazioni e/o rotture degli elementi costituenti gli elementi di arredo legati ad azioni aggressive naturali (neve, vento, ecc.) o violente (urti, colpi, ecc.).

Depositi

Valutazione: anomalia lieve Depositi sulla superficie dell'elemento di pulviscolo atmosferico o altro materiale estraneo (foglie, ramaglie, detriti, ecc.).

Modifiche della superficie

Valutazione: anomalia lieve Modifiche della superficie dell'elemento dovute ad invecchiamento, ad agenti atmosferici o a sollecitazioni esterne, con fenomeni di essiccamenti, erosioni, ecc. con conseguenti ripercussioni sulle finiture e regolarità superficiali.

Deformazioni

Valutazione: anomalia grave Variazioni geometriche e/o morfologiche della superficie dell'elemento, dovute a sollecitazioni di varia natura (sovraccaricamento, sbalzi termici, ecc.).

Crescita di vegetazione

Valutazione: anomalia lieve Crescita di vegetazione (erba, licheni, muschi, ecc.) sulla superficie dell'elemento o su parte di essa.

6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE

CONTROLLI

- Controllo delle superfici - Controllo collegamenti INTERVENTI

- Pulizia dai depositi

Manuale di Manutenzione

Pag. 50

7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO

CONTROLLI

Nessuno

INTERVENTI

- Pulizia da imbrattamenti - Rinnovo elementi di fissaggio - Rinnovo elementi arredo

Manuale di Manutenzione

RECINZIONI IN FERRO-LEGNO E/O CON RETE Pag. 51 Classe di unità tecnologica: COMPLEMENTI

Unità tecnologica: RECINZIONI

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Le recinzioni vengono utilizzate per delimitare aree alle quali si vuole attribuire un limite ben definito, per proteggerle da intrusioni non desiderate e comunque per indicare ove finisce una proprietà, o una destinazione, ed inizia un'altra entità. Le tipologie sono innumerevoli : acciaio zincato, ferro battuto, acciaio rivestito con pvc, legno, ecc.

2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Perimetralmente al lotto di intervento 3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI

[Controllo] Controllo delle superfici

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Controllo] Controllo collegamenti

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Intervento] Pulizia dai depositi

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Intervento] Verniciatura e ripresa pellicole protettive

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

[Intervento] Pulizia da imbrattamenti

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Solventi chimici

[Intervento] Rinnovo elementi di fissaggio

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Troncatrice - Avvitatore

Manuale di Manutenzione

Pag. 52 [Intervento] Rinnovo elementi

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Troncatrice - Avvitatore

4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI

Controllo della scabrosità

Proprietà di avere le superfici degli elementi di rugosità ed irregolarità adeguate all'uso cui sono destinate. Livello minimo delle prestazioni Per la scabrosità dei materiali e le tolleranze ammissibili per eventuali irregolarità si rimanda alla vigente normativa con particolare riferimento alle norme UNI.

Resistenza meccanica

Capacità di resistere, nelle condizioni di esercizio, alle sollecitazioni agenti, evitando il prodursi di deformazioni, cedimenti e/o rotture. Livello minimo delle prestazioni Le recinzioni poichè devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche (urti, vento, neve, ecc) il loro limite prestazionale è dettato dalla loro capacità di resistere in considerazione, ovviamente, della funzione a cui devono assolvere.

Sostituibilità

Capacità di un elemento di garantire la possibilità di effettuare sostituzioni di parti e/o elementi, onde garantire le prestazioni originarie. Livello minimo delle prestazioni Il livello minimo prestazionale richiesto agli elementi è legato alla possibilità di effettuare sostituzioni senza creare pregiudizio all'intero sistema, fatto questo che si ottiene ricorrendo a elementi di comune diffusione. Resistenza agli agenti aggressivi

Capacità di non subire effetti degenerativi dovuti all'azione di agenti aggressivi chimici. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali sono connessi al mantenimento della funzionalità richiesta agli elementi delle recinzioni, pertanto la resistenza sotto l'azione di agenti aggressivi varierà, in termini di spessore e caratteristiche chimico-fisiche, dal singolo materiale utilizzato e dalla funzione dell'elemento

. Manuale di Manutenzione

Pag. 53 Resistenza agli attacchi biologici

Capacità degli elementi di non subire, a seguito della crescita e presenza di agenti biologici (organismi viventi), modifiche prestazionali. Livello minimo delle prestazioni Per la determinazione dei livelli minimi prestazionali si rimanda alle norme relative, dato che si hanno prestazioni differenti per ogni materiale impiegabile e per ogni elemento considerato.

Resistenza al gelo

Capacità di mantenere inalterate le proprie caratteristiche e non subire degradi o modifiche dimensionali-funzionali a seguito della formazione di ghiaccio così come anche durante la fase di disgelo. Livello minimo delle prestazioni Per i livelli minimi prestazionali si rimanda alle norme vigenti.

Resistenza all'irraggiamento

Capacità degli elementi, a seguito di esposizione ad energia raggiante, a non subire modifiche strutturali o chimiche-fisiche. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali, relativamente alla possibilità o meno di subire mutamenti di aspetto (geometria, finiture, ecc.) e delle proprie caratteristiche chimico-fisiche a seguito dell'esposizione all'energia raggiante, sono funzione dell'ubicazione dell'elemento e delle caratteristiche funzionali richieste.

Pulibilità

Attitudine a garantire per un elemento la possibilità di rimuovere sporco e depositi. Livello minimo delle prestazioni Le recinzioni devono garantire un livello di pulizia accettabile in funzione dell'uso degli stessi.

Affidabilità

Attitudine a garantire, in condizioni di normale utilizzo, livelli prestazionali costanti nel tempo. Livello minimo delle prestazioni Le recinzioni devono essere progettate e realizzate con tecnologie e materiali atti a garantire nel tempo il requisito dell'affidabilità per il loro utilizzo. Pertanto per i livelli minimi di affidabilità si rimanda ai singoli requisiti che rendonol'elemento affidabile: resistenza meccanica, al gelo, al'acqua, ecc.

Resistenza alle intrusioni

Attitudine ad impedire, con appositi accorgimenti, l'ingresso ad animali nocivi o persone indesiderate. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi richiesti alle recinzioni affinché si comportino come barriere contro l'ingresso di animali o persone non desiderate, e quindi presentino un adeguato infittimento, dipende dal livello di limitazione all'intrusione che vogliamo ottenere

. Manuale di Manutenzione

Pag. 54 5. ANOMALIE RISCONTRABILI

Rigonfiamenti pellicola protettiva

Valutazione: anomalia grave Formazione di bolle e/o scaglie con possibilità di distacco della pellicola dal supporto di base.

Corrosioni

Valutazione: anomalia grave Deterioramenti degli elementi metallici con formazione di ruggine e continua sfaldatura, con conseguente riduzione delle sezioni resistenti.

Depositi

Valutazione: anomalia lieve Depositi sulla superficie dell'elemento di pulviscolo atmosferico o altro materiale estraneo (foglie, ramaglie, detriti, ecc.).

Modifiche cromatiche

Valutazione: anomalia lieve Modificazione, su aree piccole o estese, della pigmentazione e del colore superficiale, con la comparsa di macchie e/o patine opacizzanti.

Macchie e imbrattamenti

Valutazione: anomalia grave Presenza sulla superficie di macchie di varia natura e/o imbrattamenti con prodotti macchianti (vernici, spray, ecc.).

Deformazioni

Valutazione: anomalia grave Variazioni geometriche e/o morfologiche della superficie dell'elemento, dovute a sollecitazioni di varia natura (sovraccaricamento, sbalzi termici, ecc.). Errori di montaggio

Valutazione: anomalia grave

Errori eseguiti in fase di montaggio (esecuzione di giunzioni, fissaggi, ecc.) che nel tempo determinano problemi comportanti scorrimenti, deformazioni, sollevamenti, distacchi, ecc.

Fessurazioni

Valutazione: anomalia grave Presenza, estesa o localizzata, di fessure sulla superficie dell'elemento, di profondità variabile tale da provocare, talvolta, distacchi di materiale.

Manuale di Manutenzione

Pag. 55 6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE

CONTROLLI

- Controllo delle superfici - Controllo collegamenti

INTERVENTI

- Pulizia dai depositi

7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO

CONTROLLI

Nessuno

INTERVENTI

- Verniciatura e ripresa pellicole protettive - Pulizia da imbrattamenti - Rinnovo elementi di fissaggio - Rinnovo elementi

Manuale di Manutenzione

CORPO STRADALE Pag. 56

DESCRIZIONE DELLA CLASSE DI UNITA' TECNOLOGICA Per corpo stradale si intende l'insieme di tutti gli elementi atti alla trasmissione dei carichi al terreno sottostante, garantendo, in condizioni di sicurezza, la fruibilità della strada da parte dei veicoli e pedoni. Tale insieme di elementi viene anche chiamato sovrastruttura che possono raggrupparsi, in funzione della tipologia dei materiali costitutivi, in sovrastrutture flessibili (macadam, macadam protetto, manto bituminoso) e sovrastrutture rigide (in calcestruzzo). La sezione stradale è composta da una serie di elementi : carreggiata (per il traffico veicolare), banchine laterali (per protezione e aree di rispetto), cunette (per lo smaltimento delle acque), oltre a opere di sostegno o complementari, ciascuna di loro realizzate talvolta con la sovrapposizione di più strati e/o con materiali diversi. Nel caso specifico il corpo stradale è costituito da uno strato di terra stabilizzata

Unità tecnologiche di classe CORPO STRADALE

- SEGNALETICA - SEZIONE STRADALE

SEGNALETICA Gli elementi di protezione ricomprendono tutti quegli elementi utili per consentire agli autoveicoli,, e quindi agli automobilisti, e a coloro che abitano nell'intorno della sede stradale, la massima sicurezza possibile, sia contro possibili sviamenti delle auto dalla sede stradale (new jersey e guard rail) che dalle emissioni rumorose prodotte dal flusso veicolare che percorre la strada stessa (barriere antirumore). i MODALITA' D'USO

Sia per la segnaletica orizzontale che per quella verticale è necessario monitorare il naturale invecchiamento degli elementi, eseguire una periodica manutenzione e pulizia, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di utilizzo. E' necessario altresì provvedere ad una costante riparazione di eventuali danni che potrebbero crearsi nel tempo quali sconnessioni, rotture elementi, distacco ancoraggi, ecc.

SEZIONE STRADALE La sezione stradale è composta funzionalmente da una serie di elementi: carreggiata (per il traffico veicolare), banchine laterali (per la protezione e le aree di rispetto), cunette (per lo smaltimento delle acque) e altre opere di sostegno o complementari. Dal punto di vista costruttivo la sezione stradale può essere suddivisa in sovrastruttura e sottofondo. A sua volta la sovrastruttura può essere rigida o flessibile a seconda dei materiali impiegati per la pavimentazione. Nella sovrastruttura si può individuare una successione di strati con caratteristiche diverse (strato di fondazione, strato di base, strato di usura, strato di collegamento o binder, pavimentazione), che hanno la funzione di trasmettere i carichi derivanti dal traffico veicolare al terreno sottostante e di proteggere il solido stradale dall'usura e dalla penetrazione delle acque meteoriche. Per quello che riguarda il terreno immediatamente sottostante alla sovrastruttura (sottofondo) esso può essere naturale o di riporto: in entrambi i casi è necessario procedere ad operazioni di costipamento per addensare la terra, migliorandone così le caratteristiche di portanza e di permeabilità all'acqua. A seconda della orografia del terreno le sezioni stradali possono trovarsi in rilevato o in scavo (trincea): in questi casi si devono costruire opere complementari a sostegno delle terre e procedere ad un adeguato studio del terreno. MODALITA' D'USO Una sezione stradale, quale modalità d'uso corretta, richiede una periodica e costante manutenzione, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di fruibilità veicolare. E' pertanto necessario provvedere ad una costante manutenzione con pulizia delle corsie, sistemazioni delle banchine, dei rilevati e trincee, riparazione di eventuali danni che potrebbero crearsi nel tempo quali sconnessioni, rotture, buche, ecc., e tutte le altre operazioni utili al mantenimento della strada stessa.

Manuale di Manutenzione

Pag. 57 SEGNALETICA VERTICALE Classe di unità tecnologica: CORPO STRADALE

Unità tecnologica: SEGNALETICA

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE La segnaletica verticale posta in adiacenza alla sede stradale serve per regolare la circolazione, per guidare gli utenti e per fornire prescrizioni (o utili indicazioni) su particolari comportamenti da seguire. I segnali stradali verticali vengono posti sul lato destro della strada, anche se talvolta possono essere ripetuti sul lato sinistro o sulle isole spartitraffico o al di sopra della carreggiata. I segnali verticali possono essere completati da pannelli integrativi che con simboli semplici e scritte sintetiche agevolano la comprensione del cartello. I segnali verticali si dividono in segnali di pericolo, segnali di prescrizione e di indicazione.

2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Lungo la strada perimetrale 3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI

[Controllo] Controllo delle superfici

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Scala a mano/Piattaforma aerea su autocarro

[Controllo] Controllo collegamenti

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Scala a mano/Piattaforma aerea su autocarro

[Intervento] Pulizia dai depositi

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Scala a mano/Piattaforma aerea su autocarro - Detergenti

[Intervento] Pulizia da imbrattamenti

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Scala a mano/Piattaforma aerea su autocarro - Detergenti

[Intervento] Rinnovo elementi di fissaggio

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Scala a mano/Piattaforma aerea su autocarro - Piastra semovente

Manuale di Manutenzione

Pag. 58

[Intervento] Rinnovo segnaletica

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Scala a mano/Piattaforma aerea su autocarro - Piastra semovente

4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI

Controllo della scabrosità

Proprietà di avere le superfici degli elementi di rugosità ed irregolarità adeguate all'uso cui sono destinate. Livello minimo delle prestazioni Per la scabrosità dei materiali e le tolleranze ammissibili per eventuali irregolarità si rimanda alla vigente normativa con particolare riferimento alle norme UNI relative ai materiali costituenti. La norma UNI EN 12767 31/05/01 "Sicurezza passiva di strutture di sostegno per attrezzature stradali - Requisiti e metodi di prova" indica i livelli di sicurezza tesi alla riduzione della severità degli infortuni in caso di incidente con impatto con strutture per segnaletica verticale.

Resistenza meccanica

Capacità di resistere, nelle condizioni di esercizio, alle sollecitazioni agenti, evitando il prodursi di deformazioni, cedimenti e/o rotture. Livello minimo delle prestazioni Gli elementi costituenti la segnaletica verticale, quale livello minimo prestazionale devono garantire di essere idonei a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche (urti, vento, neve, ecc) in considerazione, ovviamente, della funzione a cui devono assolvere.

Affidabilità

Attitudine a garantire, in condizioni di normale utilizzo, livelli prestazionali costanti nel tempo. Livello minimo delle prestazioni Per l'affidabilità dei materiali si rimanda alla vigente normativa con particolare riferimento alle norme UNI relative ai materiali costituenti. La norma UNI EN 12767 31/05/01 "Sicurezza passiva di strutture di sostegno per attrezzature stradali - Requisiti e metodi di prova" indica i livelli di sicurezza tesi alla riduzione della severità degli infortuni in caso di incidente con impatto con strutture per segnaletica verticale.

Sostituibilità

Capacità di un elemento di garantire la possibilità di effettuare sostituzioni di parti e/o elementi, onde garantire le prestazioni originarie. Livello minimo delle prestazioni Il livello minimo prestazionale richiesto agli elementi è legato alla possibilità di effettuare sostituzioni senza creare pregiudizio all'intero sistema, fatto questo che si ottiene ricorrendo a elementi di comune diffusione, con posa in opera semplificata.

Manuale di Manutenzione

Pag. 59 Resistenza agli agenti aggressivi

Capacità di non subire effetti degenerativi dovuti all'azione di agenti aggressivi chimici. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali sono connessi al mantenimento della funzionalità richiesta agli elementi della segnaletica verticale, pertanto la resistenza sotto l'azione di agenti aggressivi varierà, in termini di spessore e caratteristiche chimico-fisiche, dal singolo materiale utilizzato e dalla funzione dell'elemento.

Resistenza agli attacchi biologici

Capacità degli elementi di non subire, a seguito della crescita e presenza di agenti biologici (organismi viventi), modifiche prestazionali. Livello minimo delle prestazioni Per la determinazione dei livelli minimi prestazionali si rimanda alle norme relative, dato che si hanno prestazioni differenti per ogni materiale impiegabile e per ogni elemento considerato.

Resistenza al gelo

Capacità di mantenere inalterate le proprie caratteristiche e non subire degradi o modifiche dimensionali-funzionali a seguito della formazione di ghiaccio così come anche durante la fase di disgelo. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali sono connessi al mantenimento delle caratteristiche originarie sotto l'azione di cicli di gelo e disgelo, pertanto i livelli minimi prestazionali varieranno per ogni singolo materiale utilizzato.

Resistenza all'irraggiamento

Capacità degli elementi, a seguito di esposizione ad energia raggiante, a non subire modifiche strutturali o chimiche-fisiche. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali, relativamente alla possibilità o meno di subire mutamenti di aspetto (geometria, finiture, ecc.) e delle proprie caratteristiche chimico-fisiche a seguito dell'esposizione all'energia raggiante, sono funzione dell'ubicazione dell'elemento e delle caratteristiche funzionali richieste.

Pulibilità

Attitudine a garantire per un elemento la possibilità di rimuovere sporco e depositi. Livello minimo delle prestazioni Gli elementi della segnaletica verticale devono garantire un livello di pulizia accettabile relativamente alla funzione assegnata.

5. ANOMALIE RISCONTRABILI

Depositi

Valutazione: anomalia lieve Depositi sulla superficie dell'elemento di pulviscolo atmosferico o altro materiale estraneo (foglie, ramaglie, detriti, ecc.).

Manuale di Manutenzione

Pag. 60 Modifiche cromatiche

Valutazione: anomalia lieve

Modificazione, su aree piccole o estese, della pigmentazione e del colore superficiale, con la comparsa di macchie e/o patine opacizzanti.

Macchie e imbrattamenti

Valutazione: anomalia grave Presenza sulla superficie di macchie di varia natura e/o imbrattamenti con prodotti macchianti (vernici, spray, ecc.) e/o murales o graffiti.

Deformazioni

Valutazione: anomalia grave Variazioni geometriche e/o morfologiche della superficie dell'elemento, dovute a sollecitazioni di varia natura (sovraccaricamento, sbalzi termici, ecc.).

Errori di montaggio

Valutazione: anomalia grave Errori nei collegamenti al suolo o altra struttura di supporto, raccordi e staffature dei vari elementi, tali da causare il distacco degli stessi, lo spostamento o la perdita di funzionalità.

Fessurazioni

Valutazione: anomalia grave Presenza, estesa o localizzata, di fessure sulla superficie dell'elemento, di profondità variabile tale da provocare, talvolta, distacchi di materiale.

Crescita di vegetazione

Valutazione: anomalia lieve Crescita di vegetazione (erba, licheni, muschi, ecc.) sulla superficie dell'elemento o su parte di essa.

6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE

CONTROLLI

- Controllo delle superfici - Controllo collegamenti

INTERVENTI

- Pulizia dai depositi - Pulizia da imbrattamenti

Manuale di Manutenzione

Pag. 61

7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO

CONTROLLI

Nessuno

INTERVENTI

- Rinnovo elementi di fissaggio - Rinnovo segnaletica

Manuale di Manutenzione

SPOGLIATOI Pag. 62

DESCRIZIONE DELLA CLASSE DI UNITA' TECNOLOGICA

Per gruppo “spogliatoi” devono intendersi degli elementi prefabbricati muniti di tutti gli elementi tecnologici atti a consentire tutte le attività connesse al campo di calcio delle dimensioni e forme indicate negli elaborati progettuali. In particolare si prevedono due elementi per gli spogliatoi dei giocatori, un terzo elemento per gli arbitri ed infine un ulteriore elemento per bagno per i diversamente abili. Nello specifico La struttura portante sarà formata da due ossature, una di base e una di tetto, collegate fra di loro da quattro pilastri d’angolo e da montanti perimetrali. La struttura del tetto sarà sagomata in modo tale da funzionare anche da gronda perimetrale con quattro gocciolatoi che scaricano le acque meteoriche. Tutta la struttura è realizzata con profili in lamiera di acciaio presso piegata. Le parti esterne a vista della struttura portante (pilastri ed ossature di base e di tetto) saranno tinteggiate con vernice ad acqua . La copertura sarà realizzata con pannelli sandwich; le pareti esterne saranno formate da pannelli sandwich spessore mm giuntati tra di loro con sistema maschio femmina ed opportunamente fissati alle ossature di base e di tetto. Le pareti interne saranno formate da pannelli sandwich spessore mm 40. Gli spogliatoi sono muniti di impianto idrico; servizi igienici; pavimento

Unità tecnologiche di classe: SPOGLIATOI - STRUTTURA - CHIUSURE VERTICALI ED ORIZZZONATLI - ELEMENTI TECNOLOGICI

STRUTTURA La struttura ricomprende tutti quegli elementi strutturali utili per consentire la stabilità degli elementi di partizione verticali ed orizzontali consentendo agli utilizzatori, la massima sicurezza possibile ed il confort necessario. MODALITA' D'USO E’ necessario monitorare il naturale invecchiamento degli elementi, eseguire una periodica manutenzione e pulizia, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di utilizzo. E' necessario altresì provvedere ad una costante riparazione di eventuali danni che potrebbero crearsi nel tempo quali sconnessioni, rotture elementi, distacco ancoraggi, ecc.

CHIUSURE VERTICALI ED ORIZZONTALI Sono quegli elementi che delimitano gli spazi interni dall’esterno sia in senso orizzontale, sia in senso verticale. Provvisti di idonee bucature sono in pannelli sandwich dello spessore di mm 50 + 38 di greca realizzati con lamiera spessore 5/10 grecata (cinque greche ). I pannelli saranno giuntati tra di loro con sistema maschio femmina ed opportunamente fissati alle ossature di base e di tetto. Le pareti interne saranno formate da pannelli sandwich . MODALITA' D'USO E’ necessario monitorare il naturale invecchiamento degli elementi, eseguire una periodica manutenzione e pulizia, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di utilizzo. E' necessario altresì provvedere ad una costante riparazione di eventuali danni che potrebbero crearsi nel tempo quali sconnessioni, rotture elementi, distacco ancoraggi, ecc. ELEMENTI TECNOLOGICI Gli elementi tecnologici sono costituiti dall’’impianto idrico e dall’impianto elettrico. L’impianto idrico, con rete di distribuzione realizzata con tubi e raccordi in polibutilene (in doppio circuito per acqua calda e fredda laddove è previsto il boiler per la produzione di acqua calda sanitaria) completo di rubinetteria e valvolame. I sanitari in vetrochina bianca, i lavabi a 2 e 3 rubinetti sono in vetroresina bianca. La rubinetteria è in polibutilene o in ottone cromato. L’mpianto elettrico è costituito da linee principali, di adeguata sezione in rapporto al massimo carico previsto e protette a monte da opportuni interruttori magnetotermici e differenziali.

MODALITA' D'USO Una periodica e costante manutenzione sia delle tubazioni dell’impianto idrico, sia della rubinetteria, al fine di garantire buone condizioni di fruibilità. Lo stesso dicasi per l’impianto elettrico

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Pag. 63 STRUTTURA Classe di unità tecnologica: SPOGLIATOI

Unità tecnologica: STRUTTURA

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Costituita con materiali di acciaio zincati con un rivestimento di zinco. La struttura portante è formata da due ossature, una di base e una di tetto, collegate fra di loro da quattro pilastri d’angolo e da montanti perimetrali. La struttura del tetto sarà sagomata in modo tale da funzionare anche da gronda perimetrale con quattro gocciolatoi che scaricano le acque meteoriche. Tutta la struttura, così descritta, sarà realizzata con profili in lamiera di acciaio pressopiegata di spessore 20/10 e 30/10. Le parti esterne a vista della struttura portante (pilastri ed ossature di base e di tetto) saranno tinteggiate con vernice ad acqua colore ral6005.

2.COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Solo in corrispondenza del gruppo spogliatoi 3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI

[Controllo] Controllo delle superfici

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Scala a mano/Piattaforma aerea su autocarro

[Controllo] Controllo collegamenti

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Scala a mano/Piattaforma aerea su autocarro

[Intervento] Pulizia dai depositi

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Scala a mano/Piattaforma aerea su autocarro - Detergenti

[Intervento] Rinnovo elementi di fissaggio

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Scala a mano/Piattaforma aerea su autocarro - Piastra semovente

Manuale di Manutenzione

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[Intervento] Rinnovo segnaletica

RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Scala a mano/Piattaforma aerea su autocarro - Piastra semovente

4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI

Bolle o screpolature Presenza di bolle o screpolature dello strato protettivo superficiale con pericolo di corrosione e formazione di ruggine. Le Cause vanno ricercate in Azione degli agenti atmosferici e fattori ambientali; urti o minime sollecitazioni meccaniche esterne; perdita di adesione dello strato protettivo. Corrosione o presenza di ruggine Presenza di zone corrose dalla ruggine, estese o localizzate anche in corrispondenza dei giunti e degli elementi di giunzione. Si ha la perdita degli strati protettivi e/o passivanti; esposizione agli agenti atmosferici e fattori ambientali; presenza di agenti chimici. Deformazioni o distorsioni Descrizione: Presenza di evidenti ed eccessive variazioni geometriche e di forma dell'elemento strutturale e/o di locali distorsioni delle lamiere di metallo che costituiscono l'elemento stesso. Le eccessive deformazioni e distorsioni si manifestano quando lo sforzo a cui è sottoposto l'elemento strutturale supera la resistenza corrispondente del materiale. Imbozzamenti locali Fenomeno d'instabilità locale che si può presentare nelle lamiere metalliche costituenti un elemento strutturale in acciaio, le quali si instabilizzano fuori dal piano piegandosi e corrugandosi. Le cause sono i carichi concentrati; cambiamento delle condizioni di carico. Serraggio elementi giuntati Perdita della forza di serraggio nei bulloni costituenti le giunzioni tra elementi in acciaio. Le cause sono la non corretta messa in opera degli elementi giuntati; cambiamento delle condizioni di carico; cause esterne. Trattamenti ignifughi Perdita della protezione e/o dei rivestimenti ignifughi. Le cause sono gli agenti atmosferici e fattori ambientali esterni; ammaloramenti dei rivestimenti; minime sollecitazioni meccaniche esterne. Livello minimo delle prestazioni Il livello minimo prestazionale richiesto agli elementi è legato alla possibilità di effettuare sostituzioni senza creare pregiudizio all'intero sistema, fatto questo che si ottiene ricorrendo a elementi di comune diffusione, con posa in opera semplificata.

Manuale di Manutenzione

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5. ANOMALIE RISCONTRABILI

Bolle o screpolature

Valutazione: Moderata

Esposizione dell'elemento metallico agli agenti corrosivi e alla formazione di ruggine. Corrosione o presenza di ruggine Valutazione: Grave

Riduzione degli spessori delle varie parti dell'elemento; perdita della stabilità e della resistenza dell'elemento strutturale. Deformazioni o distorsioni

Valutazione: Grave

Perdita della stabilità e della resistenza dell'elemento strutturale. Imbozzamenti locali

Valutazione: Grave

Perdita di stabilità e di portanza dell'elemento strutturale. Serraggio elementi giuntati Valutazione: Grave

Perdita di resistenza della giunzione e quindi perdita di stabilità dell'elemento strutturale. Trattamenti ignifughi Valutazione: Grave

Perdita della protezione nei confronti delle elevate temperature che portano deformazioni notevoli e quindi il possibile collasso degli elementi strutturali. Errori di montaggio

Valutazione: anomalia grave Errori nei collegamenti al suolo o altra struttura di supporto, raccordi e staffature dei vari elementi, tali da causare il distacco degli stessi, lo spostamento o la perdita di funzionalità.

Manuale di Manutenzione

6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE P P ag. 66

CONTROLLI

- Controllo delle superfici - Controllo collegamenti

INTERVENTI

- Pulizia dai depositi - Pulizia da imbrattamenti

7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO

CONTROLLI

Nessuno

INTERVENTI - Rinnovo elementi di fissaggio - Trattamento antiruggine e/o passivanti, vernici, attrezzature manuali, trattamenti specifici. - Posizionamento di nuovi componenti, elementi di rinforzo, opere provvisionali. - Posizionamento di nuovi elementi di rinforzo, irrigidimenti, nuovi componenti, attrezzature per saldature in opera. ATTERZZATURE - Attrezzature manuali, attrezzature speciali, chiave dinamometrica. - Prodotti ignifughi, attrezzature manuali, trattamenti specifici.

Manuale di manutenzione

Pag. 67

CHIUSURE VERTICALI ED ORIZZZONATLI Classe di unità tecnologica: SPOGLIATOI

Unità tecnologica: CHIUSURE VERTICALI ED ORIZZZONATLI

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Le chiusure verticali ( pareti) esterne sono formati da pannelli sandwich spessore mm 50 composti da lamiera spessore 5/10 esterna preverniciata ral9002, poliuretano espanso iniettato (densità 40 kg/mc) e lamiera spessore 5/10 interna preverniciata ral9002. classe 1 di reazione al fuoco, giuntati tra di loro con sistema maschio femmina ed opportunamente fissati alle ossature di base e di tetto. Le pareti interne sono formate da pannelli sandwich spessore mm 40 composti da lamiera spessore 5/10 preverniciata ral9002, poliuretano espanso iniettato (densità 40 kg/mc) e lamiera spessore 5/10 preverniciata ral9002 – classe 1 di reazione al fuoco. le pareti poste tra le cabine wc/doccia hanno spessore mm 25. Gli infissi esterni ed interni (del tipo e nel numero indicati sui disegni allegati) saranno in profilati di alluminio verniciato colore ral6005: le chiusure orizzontali ( copertura) è realizzata con pannelli sandwich dello spessore di mm 50 + 38 di greca realizzati con lamiera spessore 5/10 grecata (cinque greche) preverniciata ral9002, poliuretano espanso iniettato (densità 40 kg/mc) e lamiera spessore 5/10 dogata preverniciata ral9002, che rappresenta la soffittatura interna – classe 1 di reazione al fuoco. sovraccarico uniformemente distribuito ammissibile 200 kg/mq.

2.COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO In corrispondenza del gruppo spogliatoi 3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI [Controllo] Controllo della superficie dei pannelli

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali [Controllo] Controllo dei vetri

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali [Controllo] Controllo del telaio

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali [Controllo] Controllo dei fissaggi

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali [Controllo] Controllo delle guarnizioni

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

Manuale di manutenzione

Pag. 68 [Controllo] Controllo dei danni dopo evento imprevedibile

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali [Controllo] Controllo della infiltrazione d'acqua

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali [Controllo] Controllo della verticalità della parete

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Filo a piombo - Opere provvisionali [Intervento] Pulizia della superficie

RISORSE D'USO - Solventi/Prodotti di pulizia - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali [Intervento] Sostituzione dell'elemento

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali [Intervento] Applicazione di trattamenti protettivi

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali - Prodotto protettivo [Intervento] Ripristino dell'elemento

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune - Opere provvisionali

Manuale di manutenzione

Pag. 69 4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI Resistenza meccanica Capacità di resistere alle possibili sollecitazioni, contrastando efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi. Livello minimo delle prestazioni Le pareti esterne devono garantire stabilità, resistenza e funzionalità sotto l'effetto delle possibili sollecitazioni cui possono essere sottoposte; i livelli minimi prestazionali devono essere ricavati dalle leggi e dalle normative vigenti che stabiliscono sia i valori da adottare per le azioni sollecitanti sia le prove cui devono essere sottoposti i materiali per conoscerne le caratteristiche di resistenza meccanica. In particolare per il calcolo dei carichi agenti si può fare riferimento all'Eurocodice 1 (UNI ENV 1991-1/96; UNI ENV 1991-2-1/96; UNI ENV 1991-2-5/01) o alle prescrizioni italiane riportate nel D.M. 16.1.1996 e nella C.M. LL.PP. 4.07.1996 n.156AA/STC. Resistenza agli urti Attitudine delle pareti perimetrali di sopportare le sollecitazioni derivanti da urti che possono prodursi nel corso dell'uso. Livello minimo delle prestazioni Le pareti perimetrali devono resistere all'azione degli urti sia sulla faccia esterna che su quella interna; i livelli minimi prestazionali sono ricavabili da prove di laboratorio eseguite su provini secondo le modalità riportate dalla norma UNI 9269 in base alle prescrizione contenute nella norma UNI ISO 7892. In particolare le prove prevedono la determinazione della resistenza all'urto da corpo molle (massa=50 Kg) e della resistenza all'urto da corpo duro (massa=1 Kg) e stabiliscono i valori massimi dell'energia di impatto che non devono provocare rotture, distacchi, deformazioni permanenti, sfondamenti etc.. sulla parete. Resistenza al fuoco Capacità degli elementi di resistere al fuoco per un tempo determinato senza subire deformazioni incompatibili con la loro funzione strutturale e di compartimentazione, in modo da garantire l'incolumità degli occupanti. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi di resistenza al fuoco per le pareti perimetrali sono riportati nella tabella della Circ.Min.Int. n.91. In tale tabella i valori dell'indice REI sono riferiti all'altezza antincendio dell'edificio, ossia all'altezza massima misurata dal livello inferiore dell'apertura più alta dell'ultimo piano al livello del piano più basso. REI = 60 Altezza antincendio 12 m <H<32 m REI = 120 Altezza antincendio 32 m <H<80 m REI = 180 Altezza antincendio H>80 m I valori di resistenza al fuoco di una parete perimetrale si valutano con una prova di laboratorio secondo la norma UNI 7678 oppure si possono dedurre dalla tabella 2 della C.M. dell'Interno 14.9.1961 n.91, dove sono indicate alcune categorie di pareti alle quali, in funzione dello spessore e del tipo di rivestimento protettivo adottato, viene assegnata una determinata classe di resistenza al fuoco. Resistenza agli agenti aggressivi Capacità di non subire gli effetti dovuti all'azione di agenti aggressivi chimici, quali disgregazioni e mutamenti di aspetto. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi sono in funzione dell'impiego e dei materiali utilizzati e si rimanda alle norme UNI specifiche. Resistenza agli attacchi biologici Capacità degli elementi di non subire riduzioni di prestazioni causate dalla presenza di animali, di vegetali o di microrganismi. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati, del loro impiego e del tipo di agente biologico. In ogni caso occorre garantire, soprattutto sulle costruzioni meno recenti, una adeguata pulizia e una protezione con prodotti che contrastino efficacemente lo sviluppo della vegetazione. Resistenza al gelo Capacità di non subire gli effetti dovuti alla formazione di ghiaccio, quali disgregazioni o mutamenti di aspetto e dimensione.

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Pag. 70 Livello minimo delle prestazioni Le pareti esterne non devono subire disgregazioni e mutamenti di aspetto o dimensione a causa della formazione di ghiaccio. I livelli minimi prestazionali possono essere definiti facendo riferimento alla normativa UNI in funzione del materiale impiegato.

Controllo della condensazione interstiziale Attitudine ad evitare la formazione di acqua di condensa all'interno degli elementi. Livello minimo delle prestazioni I valori minimi variano in funzione delle caratteristiche termiche dei materiali e del loro impiego e vengono calcolati sulla base delle norme UNI 10350 "Componenti edilizi e strutture edilizie - Prestazioni igrotermiche - Stima della temperatura superficiale interna per evitare umidità critica superficiale e valutazione del rischio di condensazione interstiziale"; UNI 10351 "Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore.". In ogni caso in seguito alle prove non si dovranno verificare condensazioni e macchie localizzate sull'interno. Controllo della condensazione superficiale Attitudine ad evitare la formazione di condensa sulla superficie interna delle pareti. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi sono legati al valore della temperatura di rugiada che varia in base alle condizioni di umidità relativa e di temperatura dell'aria interna del locale considerato. Nelle normali condizioni di progetto (temperatura interna T=20° C e umidità relativa F<=70%) si considera una temperatura di rugiada di 14°C ; pertanto la temperatura interna della parete, in funzione dei materiali costituenti i vari strati, non deve essere minore di tale valore. Controllo dell'inerzia termica Capacità degli elementi di ridurre il peso delle variazioni della temperatura esterna sull'ambiente interno. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali non sono attribuibili ai singoli elementi, ma all'edificio nel suo insieme attraverso il valore della "massa efficace". Isolamento termico Attitudine ad assicurare una opportuna resistenza al passaggio di calore in funzione delle condizioni climatiche. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali non sono attribuibili ai singoli elementi, ma all'edificio nel suo insieme valutando il coefficiente volumico di dispersione Cd che deve rientrare nei limiti previsti dalle normative vigenti.La legge cui si deve far riferimento è la legge n.10 del 9/1/91, nella quale vengono forniti gli strumenti di calcolo e i parametri con cui determinare il fabbisogno energetico di un edìficio. Tenuta all'acqua Attitudine ad impedire l'infiltrazione di acqua piovana che produca macchie di umidità sulla faccia interna o danneggiamenti alla parete o ad altre parti della struttura. Livello minimo delle prestazioni I livelli prestazionali minimi variano a seconda del livello di tenuta all'acqua che si vuole affidare all'elemento. La norma UNI EN 12155 definisce il metodo di prova in laboratorio a cui sottoporre un provino che riproduce, a grandezza naturale il sistema di parete: il provino deve resistere all'erogazione costante di una determinata quantità d'acqua sulla superficie esterna; a intervalli regolari viene incrementata la pressione di prova e vengono registrati in dettaglio i valori della pressione e la localizzazione dell'infiltrazione d'acqua.

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Pag. 71 Attrezzabilità Attitudine delle pareti a sopportare carichi appesi (dovuti ad elementi di arredo, tende, insegne, cavi..) e a consentire l'installazione di attrezzature. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi vengono determinati con prove in laboratorio o in sito in modo da riprodurre le eventuali sollecitazioni cui le pareti possono essere sottoposte: in particolare la parete esterna deva avere una resistenza ai carichi sospesi non inferiore a 1Kn, nel caso di carichi concentrati su mensole, e 2 kN/mq nel caso di carichi distribuiti. Sostituibilità Attitudine a consentire la collocazione di elementi tecnici nuovi al posto di quelli danneggiati. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi prestazionali devono garantire la possibilità di sostituire l'elemento facilmente e senza pregiudicare la funzionalità del sistema: per quello che riguarda le dimensioni standardizzate si rimanda alle norme UNI relative al tipo di prodotto considerato. Isolamento acustico Attitudine a fornire un'adeguata resistenza al passaggio dei rumori, sia di tipo aereo che di tipo impattivo, per assicurare un adeguato benessere uditivo all'interno dell'edificio. Livello minimo delle prestazioni Tutti gli elementi che compongono la struttura devono concorrere al raggiungimento del livello minimo di isolamento acustico determinato in base al tipo di edificio e alla zona in cui è costruito. In base al D.P.C.M. 5.12.1997 si ha la seguente classificazione degli edifici e dei relativi requisiti acustici passivi minimi: - categoria A: edifici adibiti ad usi residenziali - ---- categoria B: edifici adibiti ad usi direzionali - categoria C: edifici adibiti ad usi ricettivi - ---- categoria D: edifici adibiti ad usi sanitari - categoria E: edifici adibiti ad usi scolastici - categoria F: edifici adibiti ad usi culturali o ricreativi - ---- categoria G: edifici adibiti ad usi commerciali .

Rw=50; D2m,nT,w=40; Lnw=63; Rw=50; D2m,nT,w=42; Lnw=55; Rw=50; D2m,nT,w=40; Lnw=63; Rw=55; D2m,nT,w=45; Lnw=58 Rw=50; D2m,nT,w=48; Lnw=58 Rw=50; D2m,nT,w=42; Lnw=55; Rw=50; D2m,nT,w=42; Lnw=55;

Per quello che riguarda la destinazione d'uso del territorio il D.P.C.M. 1.3.1991 suddivide il territorio in sei zone acustiche e ne stabilisce i limiti massimi di immissione sonora: -classe I : Aree particolarmente protette -classe II: Aree prevalentemente residenziali -classe III: Aree di tipo misto -classe IV: Aree di intensa attività umana -classe V: Aree prevalentemente industriali -classe VI: Aree esclusivamente industriali Assenza dell'emissione di sostanze nocive

Diurno=50 dB; Notturno=40 dB Diurno=55 dB; Notturno=45 dB Diurno=60 dB; Notturno=50 dB Diurno=65 dB; Notturno=55 dB Diurno=70 dB; Notturno=60 dB Diurno=70 dB; Notturno=70 dB

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Pag. 72 Attitudine a non emettere gas, vapori, polveri, particelle o radiazioni dannose per gli utenti, sia in condizioni normali d'esercizio, sia in condizioni critiche. Livello minimo delle prestazioni Per la concentrazione di sostanze nocive nell'aria ambiente si fa riferimento alle normative vigenti in materia; in particolare si riportano i livelli massimi di concentrazione di sostanze quali la formaldeide, il gas radon e le polveri: Eventuale presenza di formaldeide libera nell'aria in concentrazione < 0,1 mg/m³ Eventuale presenza di polveri nell'aria, in concentrazione < 0,1 mg/m³ Eventuale presenza di gas radon < 0,5 mg/m³ Per i livelli minimi prestazionali dei materiali da costruzione si fa riferimento alle norme UNI ENV 13419-1 "Prodotti da costruzione - Determinazione delle emissioni di composti organici volatili - Metodo in camera di prova di emissione"; UNI ENV 13419-2 "Prodotti da costruzione - Determinazione delle emissioni di composti organici volatili - Metodo in cella di prova di emissione"; UNI ENV 13419-3 "Prodotti da costruzione - Determinazione delle emissioni di composti organici volatili -Procedimento per il campionamento, l'immagazzinamento dei campioni e la preparazione dei provini". Anigroscopicità Capacità degli elementi di non essere soggetti a mutamenti di dimensione, comportamento e morfologia in seguito all'assorbimento e/o al contatto con acqua. Livello minimo delle prestazioni Le pareti esterne non devono essere soggette a cambiamenti chimico- fisici, strutturali o funzionali nel caso in cui vengano a contatto e/o assorbano acqua piovana, di falda o marina. I livelli minimi prestazionali di resistenza all'acqua variano in funzione delle caratteristiche del materiale impiegato e dell'origine e composizione dell'acqua. Regolarità estetica Attitudine a presentare omogeneità di colore e di brillantezza. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi variano in funzione delle esigenze, delle caratteristiche e dell'importanza dell'opera. Regolarità geometrica Capacità di soddisfare le esigenze estetiche e funzionali di planarità e assenza di difetti superficiali. Livello minimo delle prestazioni I livelli minimi variano in funzione delle esigenze, delle caratteristiche e dell'importanza dell'opera. 5. ANOMALIE RISCONTRABILI Chiazze di umidità

Valutazione: anomalia grave Presenza di chiazze o zone di umidità sull'elemento, generalmente in aree dell'elemento in prossimità del terreno o delle opere fondazionali. Corrosione

Valutazione: anomalia grave Deterioramento delle parti metalliche con formazione di ruggine e continua sfaldatura. Deformazioni

Valutazione: anomalia grave Variazioni geometriche e/o morfologiche della superficie dell'elemento, dovute a sollecitazioni di varia natura (sovraccaricamento, sbalzi termici, ecc.).

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Pag. 73 Degrado dei giunti

Valutazione: anomalia grave Degrado degli elementi di collegamento fra i pannelli. Degrado delle guarnizioni

Valutazione: anomalia lieve Fuoriuscita delle guarnizioni di tenuta dalle loro sedi e loro fessurazione. Erosione Valutazione: anomalia grave Degrado della superficie dovuto all'azione erosiva di agenti di natura chimica o biologica. Lesioni

Valutazione: anomalia grave Fessurazioni causate da eventi traumatici con o senza distacco tra le parti. Macchie e imbrattamenti

Valutazione: anomalia lieve Presenza sulla superficie di macchie di varia natura e/o imbrattamenti con prodotti macchianti (vernici, spray, ecc.) e/o murales o graffiti. Mancanza

Valutazione: anomalia grave Caduta e perdita di parti del materiale. Muffe biologiche

Valutazione: anomalia lieve Deposito sottile costituito prevalentemente da microrganismi, che creano una patina di colore variabile aderente alla superficie. Non planarità

Valutazione: anomalia lieve Non perfetta complanarità di uno o più elementi della parete rispetto al sistema. Variazione di volume

Valutazione: anomalia grave Aumento di volume dell'elemento e conseguente disgregazione, dovute all'attacco solfatico in ambiente marino oppure a cicli di gelo-disgelo. Sfogliamento

Valutazione: anomalia grave Disgregazione e sfaldamento degli strati superficiali dell'elemento, causato solitamente dagli effetti del gelo.

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Pag. 74 Variazione cromatica Valutazione: anomalia lieve Alterazione cromatica della superficie. 6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE CO NT RO L L I - Controllo della superficie dei pannelli - Controllo dei vetri - Controllo del telaio - Controllo dei fissaggi - Controllo dei danni dopo evento imprevedibile - Controllo della infiltrazione d'acqua - Controllo della verticalità della parete

INTERVENTI Nessuno

7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO

CO NT RO L L I - Controllo delle guarnizioni INTERVENTI - Pulizia della superficie - Sostituzione dell'elemento - Applicazione di trattamenti protettivi - Ripristino dell'elemento

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Pag. 75 ELEMENTI TECNOLOCICI Classe di unità tecnologica: SPOGLIATOI

Unità tecnologica: ELEMENTI TECNOLOGICI.

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE

Gli elementi tecnologici cui fare riferimento sono:

- L’impianto idrico (accessori del tipo e nel numero indicati sui disegni allegati) con rete di distribuzione realizzata con tubi e raccordi in polibutilene (in doppio circuito per acqua calda e fredda laddove è previsto il boiler per la produzione di acqua calda sanitaria) completa di rubinetteria e valvolame. I servizi igienici in vetrochina bianca, i lavabi a 2 e 3 rubinetti sono in vetroresina bianca. La rubinetteria in polibutilene o in ottone cromato. Gli accessori bagno sono di pvc rigido bianco.

- L’impianto elettrico sarà costituito da linee principali, di adeguata sezione in rapporto al massimo carico previsto e protette a monte da opportuni interruttori magnetotermici e differenziali. I singoli apparecchi di comando, gli interruttori, le prese e le plafoniere saranno collegate ad un unico circuito di terra, che segue in ogni punto la rete di alimentazione e che si collegherà poi ai dispersori di terra della costruzione; le linee elettriche per gli interruttori, le prese, le plafoniere e gli apparecchi di comando scorrono in canaline di pvc a sezione tonda montate a vista sulle pareti ed a soffitto.

2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Fanno parte integrante degli spogliatoi. 3. DESCRIZONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI PER L’IMPIANTO ELETTRICO: IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE PER INTERNI

Per svolgere qualunque tipo di attività, produttiva, ricreativa o di altro tipo, all'interno di ambienti bui o durante le ore notturne, occorre che l'ambiente stesso sia illuminato opportunamente, non sempre una quantità eccessiva di luce rende confortevole o usufruibile un luogo di lavoro o di svago; è opportuno quindi che l'utilizzo di luce artificiale sia idoneo secondo il tipo di attività e rispondente alle normative. Una buona illuminazione negli ambienti di lavoro, riduce il rischio di affaticamento e incidenti, rende l'ambiente più piacevole aumentando, in certi casi, anche la produttività. Importante risulta l'illuminazione nelle attività commerciali, dove una buona scelta aiuta e valorizza le merci esposte. Nell'illuminazione di interni è opportuno non tralasciare il risparmio energetico e conseguentemente economico; la scelta del posizionamento, del tipo e delle esigenze minime, sono fattori determinanti per la realizzazione di un buon impianto di illuminazione. Gli impianti di illuminazione per interni vengono classificati in base al loro tipo di impiego: - ordinari ( mancanti di protezioni contro la penetrazione di corpi solidi e di acqua ) - di uso generale - regolabili ( la cui parte principale può essere orientata o spostata ) - fissi - mobili ( possono essere spostati rimanendo collegati al circuito di alimentazione ) - da incasso ( totalmente o parzialmente incassati nella superficie di posa ) In riferimento alla protezione contro i contatti diretti, gli apparecchi d'illuminazione possono essere inoltre suddivisi in tre categorie: - apparecchi di classe I ( provvisti di isolamento principale e morsetto di terra ) - apparecchi di classe II ( provvisti di isolamento principale e supplementare o rinforzato, non hanno il morsetto di terra ) - apparecchi di classe III ( alimentati a bassissima tensione di sicurezza ) Il grado di protezione degli apparecchi è definito dalla sigla IP seguita da almeno due numeri che ne determinano il

primo, il grado di protezione contro i corpi solidi ed il secondo contro i liquidi ( IP 20 ordinario ..... IP 68 protetto contro la polvere e per posa sommersa ).

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Pag. 76 A seconda del tipo di posa e del corpo illuminante utilizzato, i sistemi di illuminazione possono essere a illuminazione diretta, indiretta o mista. I principali parametri da prendere in considerazione per la realizzazione di un impianto di illuminazione sono: il livello e l'uniformità di illuminamento, il colore della luce e la resa del colore e la limitazione dell'abbagliamento. Particolare attenzione dovrà essere posta negli impianti installati nei luoghi di lavori, nei quali la componente abbagliamento ha una importanza rilevante al fine di evitare incidenti ( lavorazioni con utensili ) e disagio ( luoghi con presenza di terminali ) La classificazione delle sorgenti luminose utilizzabili negli ambienti interni può essere in due grandi categorie:

- a irradiazione per effetto termico ( lampade ad incandescenza ) - a scarica nei gas e nei vapori ( lampade fluorescenti, a vapori di mercurio, di sodio, ecc. ) Un corpo illuminante è composto, oltre che dalla lampada, da un diffusore, un riflettore e un rifrattore. Il diffusore costituito da un involucro di vetro o di materiale plastico, è utilizzato negli apparecchi di illuminazione dove è richiesta una illuminazione diffusa o semidiretta, in quanto il flusso luminoso è distribuito abbastanza uniformemente in tutte le direzioni. Il riflettore è costituto da superfici speculari ( alluminio brillante, vetro, lamiera smaltata ) che riflettono la luce emessa dalla lampada in una determinata direzione ( fascio largo o stretto ) I proiettori rientrano nella categoria dei riflettori. Il rifrattore è composto da un involucro trasparente recante profonde solcature, con profilo e orientamento prestabiliti al fine di modificare la distribuzione della luce, alcuni apparecchi illuminanti possono essere proiettori e rifrattori. Tutti i componenti elettrici di un impianto di illuminazione interna, devono essere muniti di marcature CE, obbligatoria dal 1° gennaio 1997; nel caso di compo nenti che possono emettere disturbi, come le lampade a scarica, deve essere certificata la compatibilità elettromagnetica. Per la protezione dai contatti indiretti, per questi impianti possono essere utilizzati due tipi di apparecchi: -apparecchi in classe I, provvisti di isolamento funzionale in tutte le loro parti e muniti di morsetto di terra - apparecchi in classe II, dotati di isolamento speciale e senza morsetto di terra Tutti i corpi illuminanti devono avere, riportate nella marcatura, tutti i dati inerenti la tensione, la potenza, e la frequenza di esercizio. Per la protezione dai contatti diretti, deve essere ben specificato nelle caratteristiche dell'armatura il grado IP di protezione. I requisiti che da un impianto di illuminazione sono richiesti, al fine di una classificazione buona sono: - buon livello di illuminamento in relazione alle caratteristiche e destinazione dei locali - tipo di illuminazione ( diretta, semi diretta, indiretta ) - tipo di lampada in relazione all'efficienza luminosa ed alla resa cromatica Per illuminamento si intende il flusso luminoso per unità di superficie ed i valori minimi consigliati sono riferiti al tipo di attività che viene svolta nel locale. Anche il tipo di illuminazione ( diretta, semi diretta, indiretta ) è dettato dal tipo di attività a cui è destinato l'impianto ed è evidente che la massima efficienza la si raggiunge con quella diretta. La scelta della lampada e quindi del tipo di illuminazione può essere dettata da vari fattori, è quindi opportuno conoscere i vantaggi e gli svantaggi dei vari tipi di lampada di seguito elencati: - La lampada ad incandescenza permette una accensione istantanea e non necessita di alimentatore, ha tuttavia costi di esercizio elevati ed elevata produzione di calore. - Le lampade alogene ( con attacco doppio, unilaterale, bassissima tensione, dicroica ) emettono una luce bianca con buona efficienza luminosa e non necessita di alimentatore. - La lampada fluorescente ( lineare o compatta ) è commercializzata con una ampia scelta di tonalità di luce, ha una bassa luminanza, alto livello di illuminamento, necessita di alimentatore. - La lampada ad alogenuri metallici ( doppio attacco o unilaterale ) è caratterizzata da una forte concentrazione di flusso luminoso, necessita di alimentatore - Le lampade al sodio alta pressione ( doppio attacco o unilaterale ) hanno una lunga durata, sono indicate per l'illuminazione di arredo, necessitano di alimentatore. IMPIANTO DI MESSA A TERRA Per impianto di terra si intende l'insieme dei dispersori, dei conduttori di terra, dei conduttori di protezione e dei conduttori equipotenziali. La corretta scelta ed applicazione di ciascun elemento dell'impianto di terra è condizione indispensabile per rendere affidabile il sistema di protezione. Mettere a terra un sistema, vuol dire collegare il sistema stesso tramite conduttore e parti conduttrici ad un punto del terreno individuabile con un dispersore. Un impianto di terra difettoso, errato o mal eseguito non è individuabile con una qualche disfunzione dell'impianto, bensì lo si rileva solo quando avviene qualche infortunio. L'impianto di messa a terra può essere di tipo funzionale, ciò avviene nei sistemi

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Pag. 77 TN con il centro stella del trasformatore collegato a terra. Talvolta la messa a terra viene eseguita per esigenze di lavoro ( nel caso di stabilire un collegamento temporaneo di una sezione di una linea per manutenzione dello stessa). L'impianto di terra con abbinato un interruttore differenziale risulta sicuramente il metodo più sicuro per prevenire i contatti diretti ed indiretti, con parti sotto tensione. La sua integrità e manutenzione permette un utilizzo sicuro dell'impianto elettrico. L'impianto di terra deve essere per il suo dimensionamento preventivamente calcolato, in particolar modo se si tratta di impianto di terra di cabina. Esistono metodi e strumentazione idonee utilizzati dai tecnici per la verifica e la regolarità dell'impianto di terra. E' buona norma, nella costruzione di nuovi fabbricati, collegare all'impianto di terra, i ferri dei plinti o le eventuali strutture in metalliche della costruzione; negli impianti integrativi LPS contro le scariche atmosferiche, è previsto un dispersore ogni calata, dispersori che debbono essere collegati tra di lori con un conduttore di terra. In prossimità dei dispersori ispezionabili, deve essere posto un cartello di segnalazione nel quale sono riportate le coordinate in metri dell'ubicazione del dispersore stesso. Per il funzionamento corretto degli SPD (scaricatori di sovratensione) è indispensabile utilizzare un conduttore di terra di sezione non inferiore a 16 mmq per il collegamento del sistema all'impianto di terra. In riferimento al DPR n.462 del 22/10/2001, gli impianti di terra di nuova installazione devono essere denunciati, entro un mese dalla loro utilizzazione, alle autorità preposte: ISPESL e ASL di zona. Per gli impianti esistenti va richiesta la verifica periodica alla ASL di competenza; la periodicità è di 5 anni per gli impianti comuni, 2 anni per gli impianti di terra installati in ambienti a maggior rischio in caso d'incendio e nei luoghi con pericolo di esplosione (art. 4 e 6 del DPR 462/01). LAMPADE FLUORESCENTI Le lampade fluorescenti sono particolarmente economiche ed offrono un'efficienza luminosa che può raggiungere un massimo di 104 lm/W, presentano inoltre una vasta gamma di tonalità di colorazione, oltre ad una varietà di modelli che si differenziano per potenza e struttura. Sostanzialmente le lampade fluorescenti possono essere di vario tipo: lineari e circolari aventi varie caratteristiche cromatiche e potenze diverse; compatte ( tipo integrate ) dette a risparmio energetico con circuito di alimentazione elettronico incorporato, ( tipo non integrate) ugualmente a risparmio energetico ma con l'accessorio del portalampada e del reattore di tipo appropriato ed esterno alla lampada. La loro utilizzazione trova naturale applicazione in tutti gli ambienti sia civili, commerciali che industriali. Spesso il loro utilizzo avviene, inserendo più lampade dentro un unica armatura ( plafoniera ) con installazione in controsoffitto o direttamente sul soffitto, in ambienti con presenza di monitor per elaboratori, si preferisce utilizzare plafoniere con lampade fluorescenti e riflettori anti riflesso( dark light ), in modo da non avere fastidi sul video. Pregi delle lampade fluorescenti: - elevata efficienza luminosa - consumi ridotti rispetto alle lampade ad incandescenza - accensione quasi immediata - varie tonalità di colore Difetti delle lampade fluorescenti: - costi elevati - dimensioni notevoli ( fluorescenti lineari ) - necessita di accessori quali start, reattore ( fluorescenti lineari) [Controllo] Controllo generale

RISORSE D'USO - Scaleo o ponteggio mobile - Attrezzatura con isolamento (1000 V): cacciaviti, pinze, chiavi, ecc. - Pinza amperometrica - Misuratore di isolamento - Misuratore di prova per interruttori differenziali - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune

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Pag. 78 [Intervento] Sostituzione delle lampade

RISORSE D'USO - Pinza amperometrica - Misuratore di isolamento - Misuratore di prova per interruttori differenziali - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzatura con isolamento (1000 V): cacciaviti, pinze, chiavi, ecc. - Attrezzi manuali di uso comune - Scaleo o ponteggio mobile 4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI Sicurezza elettrica Al fine di evitare, guasti o pericoli per l'incolumità delle persone, negli impianti di illuminazione devono essere presi tutti quei provvedimenti idonei e previsti dalle normative. Livello minimo delle prestazioni Devono essere rispettati i parametri elettrici previsti dalle normative. Corretta disposizione Al fine di poter ottenere buoni risultati di illuminamento, i centri luce di un impianto di illuminazione, devono essere tali da permettere una uniformità di illuminamento, evitando l'abbagliamento e zona d'ombra. La disposizione è definita da calcoli illuminotecnici di progettazione. Livello minimo delle prestazioni Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Resistenza meccanica I componenti degli impianti di illuminazione devono avere caratteristiche meccaniche idonee all'ambiente di posa, al fine di evitare deformazioni o rotture per causa di eventi esterni. L'emettitore di luce deve, se necessario, essere protetto da eventuali urti o sollecitazioni esterne. Livello minimo delle prestazioni Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Grado di protezione Poichè i componenti di un impianto di illuminazione esterna sono soggetti ad eventi atmosferici, acqua, umidità, polvere, la loro costruzione ed il loro grado di protezione IP deve essere idoneo, nei vari elementi, ad evitare la penetrazione di tali agenti esterni. Inoltre i componenti stessi devono essere costruiti con appositi materiali atti a prevenirne la deformazione causata dal funzionamento ordinario o/e alla normale esposizione ai raggi solari. Livello minimo delle prestazioni Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e le istruzioni di installazione. 5. ANOMALIE RISCONTRABILI Abbassamento livello di illuminazione

Valutazione: anomalia lieve L'inefficienza della lampada può essere causata dall'approssimarsi del suo limite di vita, dalla polvere depositatasi su di essa o sulla superficie riflettente o sul vetro di protezione dell'armatura. L'approssimarsi dell'esaurimento della lampada è facilmente visibile dalla banda nera che si forma ai due estremi. Avarie

Valutazione: anomalia grave Lo spegnimento della lampada può essere causato da vari fattori, il normale ciclo di vita della lampada, il mancato serraggio corretto della lampada sugli attacchi, uno dei contatti di alimentazione ( linea, start, reattore ), un sostanziale abbassamento della tensione di alimentazione oltre il valore definito dalla casa produttrice. Le frequenti accensioni e spegnimenti diminuiscono la vita della lampada.

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Pag. 79 Intervento delle protezioni

Valutazione: anomalia grave L'intervento delle protezioni magnetotermiche o differenziali poste al'inizio della linea di alimentazione, causato da un corto circuito o una dispersione, è la causa del disservizio, non possono essere tuttavia escluse, interruzioni della linea di alimentazione per cause diverse, quali lavori di scavo nella zona, cedimenti del sottosuolo con conseguente rottura dei conduttori. La non perfetta tenuta delle guarnizioni sia dell'armatura che di altre parti dell'impianto, può provocare l'ingresso di acqua o l'accumularsi di condensa con conseguente diminuzione del grado di protezione IP dell'impianto e quindi degli interruttori. 6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE CO NT RO L L I Nessuno INTERVENTI Nessuno 7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO CO NT RO L L I - Controllo generale INTERVENTI - Sostituzione delle lampade

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ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE In mancanza dell'illuminazione ordinaria è spesso necessario e talvolta obbligatorio avere un impianto di illuminazione di sicurezza; la presenza di tali tipo d'impianto permette, in caso di black-out di evitare panico tra i presenti . Per alcuni tipi di attività, anche se non obbligatorio, è consigliabile l'installazione di alcune lampade di riserva ad esempio del tipo autoalimentate, in particolare dove è presente il pubblico. L'illuminazione di sicurezza, dove è obbligatoria, ha il compito di segnalare le vie di esodo, al fine di permettere il deflusso corretto agli occupanti di un edificio o di un locale, verso luoghi ritenuti sicuri. Alcune particolari tipi di attività di lavoro, possono diventare pericolose in caso di improvvisa mancanza d'illuminazione, per la presenza di organi accessibili in movimento; in questi casi è quindi obbligatorio disporre di un impianto di illuminazione di sicurezza, al fine di poter concludere le eventuali lavorazioni pericolose. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Parte integrante degli spogliatoi 3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI [Controllo] Controllo generale

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzatura con isolamento (1000 V): cacciaviti, pinze, chiavi, ecc. - Pinza amperometrica - Misuratore di isolamento - Misuratore di prova per interruttori differenziali [Intervento] Sostituzione delle lampade e degli elementi

RISORSE D'USO - Pinza amperometrica - Attrezzatura con isolamento (1000 V): cacciaviti, pinze, chiavi, ecc. - Dispositivi di protezione individuale - Misuratore di isolamento - Misuratore di prova per interruttori differenziali 4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI Sicurezza elettrica Al fine di evitare, guasti o pericoli per l'incolumità delle persone, negli impianti di illuminazione devono essere presi tutti quei provvedimenti idonei e previsti dalle normative. La scelta del tipo di illuminazione deve essere effettuata in relazione all'ambiente ed la tipo di attività che viene svolta; un ambiente può essere ordinario, con pericolo di incendio e di esplosione, umido, bagnato. Livello minimo delle prestazioni Devono essere rispettati i parametri elettrici previsti dalle normative. Corretta disposizione Al fine di poter ottenere buoni risultati di illuminamento, l'installazione delle lampade di sicurezza, deve essere tale da permettere una uniformità di illuminamento, rendendo così sicuro l'esodo o la prosecuzione dell'attività. La disposizione è definita da calcoli illuminotecnici di progettazione. L'autonomia dell'impianto di illuminazione di sicurezza è determinata dal tipo di ambiente a cui è destinato ( 30 - 60 )min. Livello minimo delle prestazioni Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.

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Resistenza meccanica I componenti degli impianti di illuminazione di sicurezza devono avere caratteristiche meccaniche idonee all'ambiente di posa, al fine di evitare deformazioni o rotture per causa di eventi esterni. L'emettitore di luce deve, se necessario, essere protetto da eventuali urti o sollecitazioni esterne. Livello minimo delle prestazioni Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e raccomandati dalla casa costruttrice. Grado di protezione Poichè i componenti di un impianto di illuminazione di sicurezza possono essere installati in diversi tipi di ambienti, la loro costruzione ed il loro grado di protezione IP deve essere idoneo, ad evitare guasti o alterazioni . Tutti i componenti devono essere costruiti con appositi materiali atti a prevenirne la deformazione causata dal funzionamento ordinario o/e all'ambiente d'installazione. Livello minimo delle prestazioni Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e le istruzioni di installazione. 5. ANOMALIE RISCONTRABILI Abbassamento livello di illuminazione Valutazione: anomalia lieve

Il mancato funzionamento può essere dovuto all'usura della lampada, al precario serraggio sull'attacco, al distacco di un conduttore o alla rottura del organo di comando. La diminuzione del livello di illuminamento può essere causata dall'abbassamento della tensione di alimentazione o dalla sporcizia depositatosi sulla superficie della lampada; nelle lampade autoalimentate, causa di mal funzionamento può essere dovuta al livello di carica delle batterie o al loro deterioramento. Avarie

Valutazione: anomalia grave Possibili avarie possono derivare da corto circuiti degli apparecchi, usura degli accessori o installazione di componenti non idonei. Nelle lampade autoalimentate, la mancata ricarica delle batterie o il loro esaurimento, può essere causa di disservizio. Intervento delle protezioni

Valutazione: anomalia grave Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni, alla presenza di umidità ambientale, alla condensa o all'usura. Nelle lampade autoalimentate, l'intervento delle protezione, non permette la ricarica delle batterie. 6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE CO NT RO L L I Nessuno INTERVENTI Nessuno 7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO CO NT RO L L I - Controllo generale INTERVENTI - Sostituzione delle lampade e degli elementi

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pag. 82 CONDUTTORI DI TERRA E DI PROTEZIONE 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Il conduttore di terra è costituito dal conduttore che collega i dispersori o il dispersore al collettore ( nodo ) principale di terra; dal conduttore che collega i dispersori tra loro e se isolato, è anch'esso un conduttore di terra. Se i dispersori sono collegati da un conduttore in tubazione interrata anch'esso è da considerarsi come conduttore di terra, mentre se tale conduttore è direttamente interrato è da considerarsi come dispersore. Il conduttore di protezione è il conduttore che collega le masse, al collettore ( o nodo ) principale di terra. Il conduttore di protezione deve avere una sezione adeguata, tale da resistere agli sforzi meccanici, alla corrosione e alle sollecitazioni termiche che si verificano per un guasto, così detto, verso massa. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Parte integrante degli spogliatoi 3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI [Controllo] Controllo generale

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzatura con isolamento (1000 V): cacciaviti, pinze, chiavi, ecc. - Misuratore di isolamento e di terra [Intervento] Sostituzione conduttori di protezione

RISORSE D'USO - Misuratore di isolamento e di terra - Dispositivi di protezione individuale - Attrezzatura con isolamento (1000 V): cacciaviti, pinze, chiavi, ecc. 4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI Resistenza alla corrosione I requisiti essenziali che deve avere un impianto di terra sono: la sua resistenza ai fenomeni di corrosione, la sua resistenza meccanica e termica. I dispersori, costituiti da acciaio, devo essere sempre ricoperti o da uno strato di zinco dato a caldo o da uno strato di rame stagnato, tali accorgimenti proteggono gli elementi disperdenti da alterazioni profonde. Particolare requisito deve avere la giunzione tra il dispersore (picchetto) ed il dispersore (corda di rame); il collegamento tra i due deve essere effettuato con capocorda in rame stagnato, ciò diminuisce notevolmente il potenziale elettrochimico. Per il collegamento delle due parti dell'impianto, possono essere usati anche morsetti in ottone o materiali idonei a ricoprire la giunzione stessa, al fine di evitare l'accesso all'elettrolita. La resistenza meccanica e termica dell'impianto è determinata dalle dimensioni dei vari componenti le quali sono dettate dalle Normative e tuttavia calcolate in fase di progettazione. Livello minimo delle prestazioni Al fine di evitare la corrosione, oltre a utilizzare componenti di dimensioni idonee, occorre evitare giunzioni tra zinco e rame; nel caso di saldature, occorre proteggere il punto di saldature con rivestimenti protettivi. Per la connessione a compressione, a mano o idraulica, le giunzioni possono avere varie combinazioni ( conduttore- conduttore, conduttore passante-conduttore derivato ). Una buona connessione che limita la corrosione è rappresentato da la saldatura alluminotermica, che si effettua per reazione tra l'ossido di rame ed alluminio in polvere.

Resistenza meccanica La resistenza meccanica e termica dell'impianto è determinata dalle dimensioni dei vari componenti, le quali sono dettate dalle Normative e tuttavia calcolate in fase di progettazione. E' determinante per la resistenza meccanica dell'impianto, oltre alle dimensione, anche la posa, la quale deve essere tale da evitare eventuali deformazioni o sforzi (trazione o torsione).

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pag. 83 Livello minimo delle prestazioni

Il conduttore di terra può essere costituito da fili, corde, piattine, che, oltre ad avere una buona conducibilità elettrica, deve possedere una buona resistenza meccanica. Le dimensioni minime del conduttore di terra e di protezione ed i componenti di collegamento sono determinate dalle normative e tuttavia per la rimozione dei collegamenti devono essere usati idonei attrezzi. 5. ANOMALIE RISCONTRABILI Difetti di connessione Valutazione: anomalia grave

Difetti di connessione delle masse con conseguente interruzione della continuità dei conduttori fino al nodo equipotenziale. 6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE CO NT RO L L I Nessuno INTERVENTI Nessuno 7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO CO NT RO L L I - Controllo generale INTERVENTI - Sostituzione conduttori di protezione

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pag. 84

CONDUTTORI EQUIPOTENZIALI 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Questi conduttori connettono l'impianto di terra alle masse metalliche estranee, al fine di portare, queste ultime, allo stesso potenziale. I conduttori equipotenziali si dividono in principali e supplementari, i primi vengono collegati direttamente al collettore o nodo di terra, i secondi fanno parte di collegamenti locali e vengono collegati al conduttore principale. La sezione del conduttore principale di terra non deve essere inferiore a 6mmq con un massimo di 25mmq; quella dei conduttori supplementari deve essere non inferiore a quella del conduttore di protezione più piccolo. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Fanno parte integrante degli spogliatoi 3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI [Controllo] Controllo generale

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Misuratore di isolamento e di terra - Attrezzatura con isolamento (1000 V): cacciaviti, pinze, chiavi, ecc.

[Controllo] Controllo strumentale (misura del valore di resistenza) RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Misuratore di isolamento e di terra - Attrezzatura con isolamento (1000 V): cacciaviti, pinze, chiavi, ecc.

[Intervento] Sostituzione dei conduttori equipotenzili RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Misuratore di isolamento e di terra - Attrezzatura con isolamento (1000 V): cacciaviti, pinze, chiavi, ecc.

[Intervento] Intervento sulle connessioni RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Misuratore di isolamento e di terra - Attrezzatura con isolamento (1000 V): cacciaviti, pinze, chiavi, ecc.

[Intervento] Sostituzione dei nodi equipotenzili RISORSE D'USO

- Dispositivi di protezione individuale - Misuratore di isolamento e di terra - Attrezzatura con isolamento (1000 V): cacciaviti, pinze, chiavi, ecc. [Intervento] Misure strumentali

RISORSE D'USO - Dispositivi di protezione individuale - Misuratore di isolamento e di terra - Attrezzatura con isolamento (1000 V): cacciaviti, pinze, chiavi, ecc. 4. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI Resistenza alla corrosione Il sistema di equipotenzialità di un impianto di messa a terra deve mantenere integre le sue caratteristiche, i punti di collegamento devono essere sgombri da corrosione e non presentare diminuzione delle loro dimensioni. Livello minimo delle prestazioni I conduttori equipotenziali principali e supplementari devono essere protetti contro la corrosione, evitando in particolare fenomeni di reazioni elettrochimiche che spesso avvengono nelle giunzioni, a tale scopo vengono utilizzati materiali tra di loro compatibili o rivestiti di materiale idoneo a evitare l'accesso all'elettrolita.

Resistenza meccanica Gli elementi ed i materiali dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture, tale requisiti devono essere associati anche ai componenti facenti parte dell'equipotenzialità.

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pag. 85 Livello minimo delle prestazioni L'equipotenzialità di un impianto di terra deve avere una buona conducibilità elettrica e una buona resistenza meccanica. Le dimensioni minime dei conduttori, il metodo di collegamento ed i tipi di componenti da utilizzare sono dettate dalle normative. 5. ANOMALIE RISCONTRABILI Corrosione Valutazione: anomalia grave

Il diminuire delle dimensioni, il cambio di colore o la presenza di materiale granulare bianco nelle giunzioni, è un evidente sintomo della presenza di corrosione. Difetti di serraggio Valutazione: anomalia lieve

Movimenti frequenti o manomissioni, possono provocare l'indebolimento dei punti di contatto tra conduttori equipotenziali e masse metalliche con evidente instabilità e mobilità del bullone di serraggio 6. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE CO NT RO L L I Nessuno INTERVENTI Nessuno 7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO CO NT RO L L I - Controllo generale - Controllo strumentale (misura del valore di resistenza) INTERVENTI - Sostituzione dei conduttori equipotenziali - Intervento sulle connessioni - Sostituzione dei nodi equipotenziali - Misure strumentali

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pag. 86 IMPIANTO IDRICO L'impianto di distribuzione dell'acqua fredda e calda consente l'utilizzazione di acqua nell'ambito degli spazi interni del sistema edilizio o degli spazi esterni connessi. L'impianto è generalmente costituito dai seguenti elementi tecnici: - allacciamenti, che hanno la funzione di collegare la rete principale (acquedotto) alle reti idriche d'utenza; - macchine idrauliche, che hanno la funzione di controllare sia le caratteristiche fisico-chimiche, microbiologiche, ecc. dell'acqua da erogare sia le condizioni di pressione per la distribuzione in rete; - accumuli, che assicurano una riserva idrica adeguata alle necessità degli utenti consentendo il corretto funzionamento delle macchine idrauliche e/o dei riscaldatori; - riscaldatori, che hanno la funzione di elevare la temperatura dell'acqua fredda per consentire di soddisfare le necessità degli utenti; - reti di distribuzione acqua fredda e/o calda, aventi la funzione di trasportare l'acqua fino ai terminali di erogazione; - reti di ricircolo dell'acqua calda, che hanno la funzione di mantenere in costante circolazione l'acqua calda in modo da assicurarne l'erogazione alla temperatura desiderata; - apparecchi sanitari che consentono agli utenti di utilizzare acqua calda e/o fredda per soddisfare le proprie esigenze. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO Fanno parte integrante degli spogliatoi 3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI [Controllo] Attitudine al controllo della combustione Gli elementi dell'impianto idrico sanitario devono essere in grado di garantire processi di combustione a massimo rendimento con una produzione minima di scorie e di sostanze inquinanti. Prestazioni: I gruppi termici devono essere omologati dall'ISPESL da laboratori abilitati dal Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato, in base ai risultati delle prove termiche eseguite direttamente nel rispetto di quanto previsto dalle norme vigenti. Livello minimo della prestazione: Il controllo della combustione può essere verificato rilevando: - la temperatura dei fumi di combustione; - la temperatura dell'aria comburente; - la quantità di anidride carbonica (CO2) e di ossido di carbonio (CO) presente (in % del volume) nei residui della combustione e rilevata all'uscita del gruppo termico; - l'indice di fumosità Bacharach (per i generatori funzionanti a combustibile liquido). Riferimenti normativi: -Legge 5 marzo 1990 n.46: "Norme per la sicurezza degli impianti"; -D.P.R. 6 dicembre 1991 n.447: "Regolamento di attuazione della Legge 5 marzo 1990 n.46, in materia di sicurezza degli impianti"; -D.P.R. n.236 del 24 maggio 1988: "Attuazione della direttiva 80/778/Cee concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell'art.15 della Legge 16 aprile 1987 n.183"; -UNI 4542; -UNI 4543; -UNI 7137; -UNI 7138; -UNI 7139; -UNI 7271; -UNI 8064; -UNI 8065; -UNI 8192; -UNI 8193; -UNI 8194; -UNI 8195; -UNI 8196; -UNI 8349; -UNI 8949; -UNI 8950; -UNI 8951; -UNI 9054; -UNI 9182; -UNI 9893; -UNI 10304; -UNI 10305; -UNI 10306; -UNI 10307; -UNI 10436; -UNI 10874; -UNI EN 26; -UNI EN 305; -UNI ENV 247.

[Controllo] Attitudine al controllo della temperatura dei fluidi Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere I fluidi termovettori devono avere temperatura idonea per assicurare il corretto funzionamento, sia in relazione al benessere ambientale che al contenimento dei consumi energetici. Prestazioni: La temperatura può essere misurata mediante un sensore immerso verificando che le stratificazioni di temperatura e le traiettorie del flusso non influenzino l'accuratezza delle misurazioni. Livello minimo della prestazione:

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pag. 87 E' opportuno che le temperature dei fluidi termovettori corrispondano ai valori riportati dalla normativa di riferimento assicurando comunque una tolleranza per temperature oltre 100 °C di +/- 0,15 K e per temperature fino a 100 °C di +/- 0,1 K. Riferimenti normativi: -UNI ENV 247; -UNI ENV 306; -UNI ENV 327; -UNI ENV 328; -UNI EN 305; -UNI EN 307; -UNI EN 308; -UNI EN 1148; -UNI EN 1216; -UNI EN 1254-1.

[Controllo] Attitudine al controllo della tenuta Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi dell'impianto idrico sanitario devono essere idonei ad impedire fughe dei fluidi in circolazione per garantire la funzionalità dell'impianto. Prestazioni: Gli impianti devono essere realizzati con materiali e componenti idonei ad impedire fughe o trafilamenti dei fluidi in circolazione in modo da garantire la funzionalità dell'intero impianto in qualunque condizione di esercizio. Livello minimo della prestazione: La capacità di tenuta viene verificata mediante la prova indicata dalla norma UNI di settore. Al termine della prova si deve verificare la assenza di difetti o segni di cedimento. Riferimenti normativi: -Legge 5 marzo 1990 n.46: "Norme per la sicurezza degli impianti"; -D.P.R. 6 dicembre 1991 n.447: "Regolamento di attuazione della Legge 5 marzo 1990 n.46, in materia di sicurezza degli impianti";

[Controllo] Attitudine al controllo dell'aggressività dei fluidi Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Le tubazioni dell'impianto idrico non devono dar luogo a fenomeni di incrostazioni, corrosioni, depositi che possano compromettere il regolare funzionamento degli impianti stessi. Prestazioni: L'acqua utilizzata per l'alimentazione delle tubazioni deve essere priva di materie in sospensione e di vegetazione e soprattutto non deve contenere sostanze corrosive. Livello minimo della prestazione: L'analisi delle caratteristiche dell'acqua deve essere ripetuta con frequenza annuale e comunque ogni volta che si verifichi un cambiamento delle stesse. Devono essere previsti specifici trattamenti dell'acqua in modo che le caratteristiche chimico-fisiche (aspetto, pH, conduttività elettrica, durezza totale, cloruri, ecc.) corrispondano a quelle riportate dalla normativa. In particolare le acque destinate al consumo umano che siano state sottoposte ad un trattamento di addolcimento o dissalazione devono presentare le seguenti concentrazioni minime: durezza totale 60 mg/l Ca, alcalinità >= 30 mg/l HCO3. Riferimenti normativi: -UNI 564; -UNI 3918; -UNI 5465; -UNI 5468; -UNI 5469; -UNI 5745; -UNI 5746; -UNI 6363; -UNI 6784; -UNI 9182.

[Controllo] Attitudine al controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Gli elementi dell'impianto idrico sanitario capaci di condurre elettricità devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l'impianto di terra dell'edificio per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazioni per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla norma CEI 64-8. Prestazioni: Si possono controllare i collegamenti equipotenziali e/o di messa a terra dei componenti degli impianti di riscaldamento procedendo ad un esame nonché a misure di resistenza a terra dei collegamenti eseguite secondo le norme CEI vigenti. Livello minimo della prestazione:

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pag. 88 Devono essere rispettati i livelli minimi di progetto. Riferimenti normativi: -Legge 5 marzo 1990 n.46: "Norme per la sicurezza degli impianti"; -D.P.R. 6 dicembre 1991 n.447: "Regolamento di attuazione della Legge 5 marzo 1990 n.46, in materia di sicurezza degli impianti";

[Controllo] Attitudine a limitare i rischi di esplosione Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi dell'impianto idrico sanitario devono essere in grado di garantire processi di combustione a massimo rendimento con una limitazione dei rischi di esplosione. Prestazioni: Gli elementi devono essere omologati dall'ISPESL da laboratori abilitati dal Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato, in base ai risultati delle prove termiche eseguite direttamente nel rispetto di quanto previsto dalle norme vigenti. Livello minimo della prestazione: Per potere raggiungere e mantenere le ideali condizioni di combustione onde evitare rischi di esplosione è necessario che i locali dove sono alloggiati i generatori di calore siano permanentemente ventilati mediante idonee aperture di aerazione di dimensioni non inferiori a quelle riportate dalle vigenti norme di sicurezza e prevenzione incendi. Riferimenti normativi: -Legge 5 marzo 1990 n.46: "Norme per la sicurezza degli impianti"; -D.P.R. 6 dicembre 1991 n.447: "Regolamento di attuazione della Legge 5 marzo 1990 n.46, in materia di sicurezza degli impianti"; -D.P.R. n.236 del 24 maggio 1988: "Attuazione della direttiva 80/778/Cee concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell'art.15 della Legge 16 aprile 1987 n.183"; -UNI 4542; -UNI 4543; -UNI 7137; -UNI 7138; -UNI 7139; -UNI 7271; -UNI 8064; -UNI 8065; -UNI 8192; -UNI 8193; -UNI 8194; -UNI 8195; -UNI 8196; -UNI 8349; -UNI 8949; -UNI 8950; -UNI 8951; -UNI 9054; -UNI 9182; -UNI 9893; -UNI 10304; -UNI 10305; -UNI 10306; -UNI 10307; -UNI 10436; -UNI 10874; -UNI EN 26; -UNI EN 305; -UNI ENV 247.

[Controllo] Attitudine a limitare i rischi di incendio Classe di Requisiti: Protezione antincendio Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi dell'impianto idrico sanitario devono essere in grado di limitare i rischi di probabili incendi nel rispetto delle normative vigenti. Prestazioni: I generatori di calore, alimentati con combustibile solido, liquido o gassoso devono essere installati e funzionare in modo da non costituire pericolo d'incendio, nel rispetto di quanto prescritto dalle leggi e normative vigenti. Livello minimo della prestazione: Per i generatori di calore si può controllare la conformità a quanto prescritto dalla normativa e legislazione vigente. Riferimenti normativi: -Legge 5 marzo 1990 n.46: "Norme per la sicurezza degli impianti"; -D.P.R. 6 dicembre 1991, n.447: "Regolamento di attuazione della Legge 5 marzo 1990 n.46, in materia di sicurezza degli impianti"; -D.P.R. n.236 del 24 maggio 1988: "Attuazione della direttiva 80/778/Cee concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell'art.15 della Legge 16 aprile 1987 n.183"; -UNI 4542; -UNI 4543; -UNI 7137; -UNI 7138; -UNI 7139; -UNI 7271; -UNI 8064; -UNI 8065; -UNI 8192; -UNI 8193; -UNI 8194; -UNI 8195; -UNI 8196; -UNI 8349; -UNI 8949; -UNI 8950; -UNI 8951; -UNI 9054; -UNI 9182; -UNI 9893; -UNI 10304; -UNI 10305; -UNI 10306; -UNI 10307; -UNI 10436; -UNI 10874; -UNI EN 26; -UNI EN 305; -UNI ENV 247.

[Controllo] Attitudine a limitare i rischi di scoppio Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi dell'impianto idrico sanitario devono essere in grado di resistere alle variazioni di pressione che si verificano durante il normale funzionamento con una limitazione dei rischi di scoppio.

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pag. 89 Prestazioni: I gruppi termici devono essere omologati dall'ISPESL da laboratori abilitati dal Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato, in base ai risultati delle prove termiche eseguite direttamente nel rispetto di quanto previsto dalle norme vigenti. Livello minimo della prestazione: Per potere raggiungere e mantenere le ideali condizioni di combustione onde evitare rischi di scoppio è necessario che i generatori di calore siano dotati di dispositivi di sicurezza installati e monitorati secondo le prescrizioni di legge.

Riferimenti normativi: -Legge 5 marzo 1990 n.46: "Norme per la sicurezza degli impianti"; -D.P.R. 6 dicembre 1991 n.447: "Regolamento di attuazione della Legge 5 marzo 1990 n.46, in materia di sicurezza degli impianti"; -D.P.R. n.236 del 24 maggio 1988: "Attuazione della direttiva 80/778/Cee concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell'art.15 della Legge 16 aprile 1987 n.183"; -UNI 4542; -UNI 4543; -UNI 7137; -UNI 7138; -UNI 7139; -UNI 7271; -UNI 8064; -UNI 8065; -UNI 8192; -UNI 8193; -UNI 8194; -UNI 8195; -UNI 8196; -UNI 8349; -UNI 8949; -UNI 8950; -UNI 8951; -UNI 9054; -UNI 9182; -UNI 9893; -UNI 10304; -UNI 10305; -UNI 10306; -UNI 10307; -UNI 10436; -UNI 10874; -UNI EN 26; -UNI EN 305; -UNI ENV 247. [Controllo] Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Adattabilità delle finiture Classe di Esigenza: Fruibilità Gli elementi dell'impianto idrico sanitario devono essere realizzati nel rispetto della regola d'arte e devono presentare finiture superficiali integre. Prestazioni: Gli elementi dell'impianto idrico sanitario devono possedere superfici omogenee ed esenti da imperfezioni. Livello minimo della prestazione: Tutte le superfici devono avere caratteristiche di uniformità e continuità di rivestimento e non devono presentare tracce di riprese o aggiunte di materiale visibili. Riferimenti normativi: -Legge 5 marzo 1990 n.46: "Norme per la sicurezza degli impianti"; -D.P.R. 6 dicembre 1991 n.447: "Regolamento di attuazione della Legge 5 marzo 1990 n.46, in materia di sicurezza degli impianti"; -D.P.R. n.236 del 24 maggio 1988: "Attuazione della direttiva 80/778/Cee concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell'art.15 della Legge 16 aprile 1987 n.183"; -UNI 4542; -UNI 4543; -UNI 7137; -UNI 7138; -UNI 7139; -UNI 7271; -UNI 8064; -UNI 8065; -UNI 8192; -UNI 8193; -UNI 8194; -UNI 8195; -UNI 8196; -UNI 8349; -UNI 8949; -UNI 8950; -UNI 8951; -UNI 9054; -UNI 9182; -UNI 9893; -UNI 10304; -UNI 10305; -UNI 10306; -UNI 10307; -UNI 10436; -UNI 10874; -UNI EN 26; -UNI EN 305; -UNI ENV 247. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: A) Apparecchi sanitari e rubinetteria B) Tubi in acciaio zincato C) Tubi in rame A) APPARECCHI SANITARI E RUBINETTERIA

Impianto di distribuzione acqua sanitaria Gli apparecchi sanitari sono quegli elementi dell'impianto idrico che consentono agli utenti lo svolgimento delle operazioni connesse agli usi igienici e sanitari utilizzando acqua calda e/o fredda. A.1) REQUISITI E PRESTAZIONI

[Controllo] Controllo della portata dei fluidi Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Gli apparecchi sanitari dell'impianto idrico sanitario devono essere in grado di garantire valori minimi di portata dei fluidi. Prestazioni: Gli apparecchi sanitari devono assicurare, anche nelle più gravose condizioni di esercizio, una portata d'acqua non inferiore a quella di progetto. In particolare sono richieste le seguenti erogazioni sia di acqua fredda che calda:

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pag. 90 APPARECCHIO: LAVABO - Portata [l/s]: 0,10; Pressione (*) [kPa]: >50; APPARECCHIO: BIDET - Portata [l/s]: 0,10; Pressione (*) [kPa]: >50; APPARECCHIO: VASO A CASSETTA - Portata [l/s]: 0,10; Pressione (*) [kPa]: >50; APPARECCHIO: VASO CON PASSO RAPIDO (**) - Portata [l/s]: 1,50; Pressione (*) [kPa]: >150; APPARECCHIO: VASCA DA BAGNO - Portata [l/s]: 0,20; Pressione (*) [kPa]: >50; APPARECCHIO: DOCCIA - Portata [l/s]: 0,15; Pressione (*) [kPa]: >50; APPARECCHIO: LAVELLO - Portata [l/s]: 0,20; Pressione (*) [kPa]: >50; APPARECCHIO: LAVABIANCHERIA - Portata [l/s]: 0,10; Pressione (*) [kPa]: >50; APPARECCHIO: IDRANTINO 1/2 " - Portata [l/s]: 0,40; Pressione (*) [kPa]: >100; (*) o flussometro 3/4" (**) dinamica a monte del rubinetto di erogazione Livello minimo della prestazione: Il dimensionamento delle reti di distribuzione dell'acqua fredda e calda può essere verificato mediante l'individuazione della portata massima contemporanea utilizzando il metodo delle unità di carico (UC). Pertanto bisogna accertare che facendo funzionare contemporaneamente tutte le bocche di erogazione dell'acqua fredda previste in fase di calcolo per almeno 30 minuti consecutivi, la portata di ogni bocca rimanga invariata e pari a quella di progetto (con una tolleranza del 10%). Riferimenti normativi: -UNI 4542; -UNI 4543; -UNI 8192; -UNI 8193; -UNI 8194; -UNI 8195; -UNI 8196; -UNI 8349; -UNI 8949; -UNI 8950; -UNI 8951; -UNI 9054; -UNI 9182; -UNI EN 200; -UNI EN 246; -UNI EN 248; -UNI EN 274; -UNI EN 329; -UNI EN 411; -UNI EN 816; -UNI EN 817; -UNI EN 1112; -UNI EN 1113. [Controllo] Comodità di uso e manovra Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Gli apparecchi sanitari devono presentare caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. Prestazioni: I componenti degli apparecchi sanitari quali rubinetteria, valvole, sifoni, ecc. devono essere concepiti e realizzati in forma ergonomicamente corretta ed essere disposti in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro. Livello minimo della prestazione: I vasi igienici ed i bidet devono essere fissati al pavimento in modo tale da essere facilmente rimossi senza demolire l'intero apparato sanitario; inoltre dovranno essere posizionati a 10 cm dalla vasca e dal lavabo, a 15 cm dalla parete, a 20 cm dal bidet o dal vaso e dovranno avere uno spazio frontale libero da ostacoli di almeno 55 cm. I lavabi saranno posizionati a 5 cm dalla vasca, a 10 cm dal vaso e dal bidet, a 15 cm dalla parete e dovranno avere uno spazio frontale libero da ostacoli di almeno 55 cm; nel caso che il lavabo debba essere utilizzato da persone con ridotte capacità motorie il lavabo sarà posizionato con il bordo superiore a non più di 80 cm dal pavimento e con uno spazio frontale libero da ostacoli di almeno 80 cm. Riferimenti normativi: -UNI 4542; -UNI 4543; -UNI 8192; -UNI 8193; -UNI 8194; -UNI 8195; -UNI 8196; -UNI 8349; -UNI 8949; -UNI 8950; -UNI 8951; -UNI 9054; -UNI 9182; -UNI EN 246; -UNI EN 248; -UNI EN 274; -UNI EN 1112; -UNI EN 1113; -UNI EN 200; -UNI EN 329; -UNI EN 411; -UNI EN 816; -UNI EN 817. [Controllo] Resistenza a manovre e sforzi d'uso Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli apparecchi sanitari e la rubinetteria devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture in seguito ad operazioni di manovra o di utilizzo. Prestazioni: Sotto l'azione di sollecitazioni derivanti da manovre e sforzi d'uso, la rubinetteria sanitaria ed i relativi dispositivi di tenuta devono conservare inalterate le caratteristiche funzionali e di finitura superficiale assicurando comunque i livelli prestazionali di specifica. Livello minimo della prestazione: In particolare tutte le parti in ottone o bronzo dei terminali di erogazione sottoposti a manovre e/o sforzi meccanici in genere devono essere protetti mediante processo galvanico di cromatura o procedimenti equivalenti (laccatura, zincatura, bagno

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pag. 91 galvanico ecc.) per eliminare l'incrudimento e migliorare le relative caratteristiche meccaniche, seguendo le prescrizioni riportate nelle specifiche norme UNI di riferimento. I rubinetti di erogazione, i miscelatori termostatici ed i terminali di erogazione in genere dotati di parti mobili utilizzate dagli utenti per usufruire dei relativi servizi igienici possono essere sottoposti a cicli di apertura/chiusura, realizzati secondo le modalità indicate dalle norme controllando al termine di tali prove il mantenimento dei livelli prestazionali richiesti dalla normativa. La pressione esercitata per azionare i rubinetti di erogazione, i miscelatori e le valvole non deve superare i 10 Nm. Riferimenti normativi: -UNI 4542; -UNI 4543; -UNI 8192; -UNI 8193; -UNI 8194; -UNI 8195; -UNI 8196; -UNI 8349; -UNI 8949; -UNI 8950; -UNI 8951; -UNI 9054; -UNI 9182; -UNI EN 200; -UNI EN 246; -UNI EN 248; -UNI EN 274; -UNI EN 329; -UNI EN 411; -UNI EN 816; -UNI EN 817; -UNI EN 1112; -UNI EN 1113. A.2) ANOMALIE RISCONTRABILI

Corrosione Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza i ruggine in prossimità delle corrosioni. Difetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni. Difetti alle valvole Difetti di funzionamento delle valvole dovuti ad errori di posa in opera o al cattivo dimensionamento delle stesse. Incrostazioni Accumuli di materiale di deposito all'interno delle tubazioni ed in prossimità dei filtri che causano perdite o rotture delle tubazioni. Interruzione del fluido di alimentazione Interruzione dell'alimentazione principale dovuta ad un interruzione dell'ente erogatore/gestore. A.3) CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Verifica ancoraggio Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Verifica e sistemazione dell'ancoraggio dei sanitari e delle cassette a muro con eventuale sigillatura con silicone. Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre e sforzi d'uso; 2) Regolarità delle finiture. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni. Ditte specializzate: Idraulico. Verifica degli scarichi dei vasi Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Verifica della funzionalità di tutti gli scarichi ed eventuale sistemazione dei dispositivi non perfettamente funzionanti con sostituzione delle parti non riparabili. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della portata dei fluidi. Anomalie riscontrabili: 1) Incrostazioni. Ditte specializzate: Idraulico._ Verifica dei flessibili Cadenza: quando occorre Tipologia: Revisione Verifica della tenuta ed eventuale sostituzione dei flessibili di alimentazione. Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 2) Difetti alle valvole. Ditte specializzate: Idraulico.

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pag. 92 Verifica di tenuta degli scarichi Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Verifica della tenuta di tutti gli scarichi effettuando delle sigillature o sostituendo le guarnizioni. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della portata dei fluidi. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni. Ditte specializzate: Idraulico. Verifica sedile coprivaso Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Verifica, fissaggio, sistemazione ed eventuale sostituzione dei sedili coprivaso con altri simili e della stessa qualità. Requisiti da verificare: 1) Comodità di uso e manovra. Ditte specializzate: Idraulico. A.4) MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Disostruzione degli scarichi Cadenza: quando occorre Disostruzione meccanica degli scarichi senza rimozione degli apparecchi, mediante lo smontaggio dei sifoni, l'uso di aria in pressione o sonde flessibili. Ditte specializzate: Idraulico. Rimozione calcare Cadenza: ogni 6 mesi Rimozione di eventuale calcare sugli apparecchi sanitari con l'utilizzo di prodotti chimici. Ditte specializzate: Idraulico. B) TUBI IN ACCIAIO ZINCATO

Le tubazioni generalmente utilizzate per l'impianto idrico sanitario sono in acciaio zincato e provvedono all'adduzione e alla successiva erogazione dell'acqua destinata ad alimentare l'impianto. B.1) REQUISITI E PRESTAZIONI

[Controllo] Controllo della portata dei fluidi Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Le tubazioni devono essere in grado di garantire in ogni momento la portata e la pressione richiesti dall'impianto. Prestazioni: Le prestazioni delle tubazioni e quindi la portata delle stesse devono essere verificate in sede di collaudo (ed annotate sul certificato di collaudo) e successivamente con ispezioni volte alla verifica di detti valori. Anche i risultati delle ispezioni devono essere riportati su un apposito libretto. Livello minimo della prestazione: Per la verifica idrostatica effettuare una prova di tutte le tubazioni con una pressione pari ai valori indicati dalla norma UNI 6363 derivanti dalla formula P= 20 ds/D e per un periodo minimo di 10 secondi, dove d è la sollecitazione unitaria pari al 60% del carico unitario di snervamento (N/mm2); s è lo spessore nominale del tubo espresso in mm; D è il diametro esterno della tubazione. Per i tubi aventi diametro esterno maggiore di 219,1 mm i risultati della prova idraulica devono essere forniti dal fabbricante. Riferimenti normativi: -UNI 564; -UNI 3918; -UNI 5465; -UNI 5468; -UNI 5469; -UNI 5745; -UNI 5746; -UNI 6363; -UNI 6784; -UNI 9182.

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pag. 93 [Controllo] Assenza di emissioni di sostanze nocive Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I materiali costituenti le tubazioni non devono produrre o riemettere sostanze tossiche, irritanti o corrosive per la salute degli utenti. Prestazioni: I materiali e i componenti degli impianti idrosanitari non devono produrre o riemettere sostanze tossiche, irritanti e/o corrosive che alterino le caratteristiche (organolettiche, fisico-chimiche, microbiologiche, ecc.) dell'acqua destinata al consumo umano, sia in condizioni ordinarie che alla massima temperatura di esercizio (60°C). Livello minimo della prestazione: In particolare le reti di distribuzione dell'acqua potabile all'interno delle abitazioni devono essere realizzate in: - acciaio zincato, ai sensi del Regolamento sanitario approvato con R.D. 3.2.1901 n.45 e modificato con R.D. 23.6.1904 n.369; - rame, con titolo di purezza non inferiore al 99.90% e con fosforo non superiore a 0,04%, ai sensi del D.P.R. 3.8.1968 n.1095; - materiale plastico (polietilene ad alta densità, PVC, ecc.) purché corredato di certificato di atossicità rilasciato da laboratori autorizzati, ai sensi della C.M. della Sanità 2.12.1978 n.102. E' comunque vietato l'uso di tubi in piombo. Accertare che le tubazioni, i raccordi ed i pezzi speciali in genere di cui si prevede l'utilizzazione siano rispondenti alle specifiche prestazionali richieste, verificando la loro marchiatura e/o certificazione di accompagnamento. Riferimenti normativi: -R.D. 3.2.1901 n.45 (Approvazione del regolamento per l'esecuzione della legge sulla tutela dell'igiene e della sanità pubblica); -R.D. 23.6.1904 n.369 (Modifica del regolamento per l'esecuzione della legge sulla tutela dell'igiene e della sanità pubblica); -D.P.R. 3.8.1968 n.1095 (Modifica dell'art.125 del regolamento generale sanitario, approvato con R.D. 3.2.1901 n.45 e modificato con R.D. 23.6.1904 n.369); -C.M. Sanità 2.12.1978 n.102 (Tubazioni atossiche ed idonee al trasporto di liquidi alimentari); -D.P.R. 24.5.1988 n.236 (Attuazione della direttiva CEE n.80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell'art.15 della Legge 16 aprile 1987 n.183); -UNI 564; -UNI 3918; -UNI 5465; -UNI 5468; -UNI 5469; -UNI 5745; -UNI 5746; -UNI 6363; -UNI 6784; -UNI 9182. [Controllo] Resistenza alle temperature e a sbalzi di temperature Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le tubazioni e gli elementi accessori devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di temperature elevate o a sbalzi delle stesse. Per tale scopo possono essere dotati di adeguati rivestimenti. Prestazioni: Le tubazioni devono resistere alle temperature ed agli sbalzi termici prodotti dalle condizioni di funzionamento; pertanto gli isolanti termici ed i materiali di tenuta in genere non devono deteriorarsi o perdere le proprie caratteristiche anche nelle condizioni di massima o minima temperatura di progetto dell'acqua distribuita dalla rete. Livello minimo della prestazione: I rivestimenti che possono essere utilizzati per le tubazioni sono: cemento, smalto bituminoso, vernice bituminosa, resine epossidiche, materie plastiche ecc.. Per le caratteristiche dei rivestimenti valgono le prescrizioni riportate dalla norma UNI 6363 all'appendice B. Riferimenti normativi: -UNI 564; -UNI 3918; -UNI 5465; -UNI 5468; -UNI 5469; -UNI 5745; -UNI 5746; -UNI 6363; -UNI 6784; -UNI 9182. [Controllo] Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le tubazioni e gli elementi accessori quali valvole e rubinetti devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Prestazioni: Le tubazioni e gli elementi accessori devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo, senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. Pertanto gli elementi devono essere sottoposti a prove di verifica quali resistenza a trazione, a schiacciamento e a curvatura.

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pag. 94 Livello minimo della prestazione: La prova a trazione a temperatura ambiente deve essere effettuata secondo le modalità indicate dalla norma UNI 5465 per determinare il carico di rottura Rm, lo snervamento Re e l'allungamento percentuale A. Tali valori così determinati vanno poi verificati con quelli riportati nel prospetto III della norma UNI 6363. La prova a trazione a caldo deve essere effettuata secondo le modalità indicate dalla norma UNI 3918 ed i risultati ottenuti vanno poi verificati con quelli riportati nel prospetto IV della norma UNI 6363. La prova a schiacciamento va eseguita secondo le modalità indicate dalla norma UNI 5468. La prova a curvatura va eseguita secondo le modalità indicate dalla norma UNI 5469. Riferimenti normativi: -UNI 564; -UNI 3918; -UNI 5465; -UNI 5468; -UNI 5469; -UNI 5745; -UNI 5746; -UNI 6363; -UNI 6784; -UNI 9182. [Controllo] Stabilità chimico reattiva Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le tubazioni e gli elementi accessori quali valvole e rubinetti devono essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Prestazioni: I componenti dell'impianto devono essere realizzati con materiali e finiture che non presentino incompatibilità chimico-fisica fra loro o che possano dar luogo a fenomeni di corrosione elettrolitica evitando in particolare contatti diretti fra rame e zinco (o acciaio zincato) o fra metalli e materiali aggressivi (alluminio o acciaio e gesso). Livello minimo della prestazione: Verificare che la composizione chimica degli acciai utilizzati per realizzare tubazioni per la condotta dell'acqua non superi le tolleranze ammissibili indicate dal prospetto II della norma UNI 6363. Per il prelievo di campioni da sottoporre ad analisi chimico fisiche seguire le modalità indicate dalla norma UNI EU 18. Riferimenti normativi: -UNI 564; -UNI 3918; -UNI 5465; -UNI 5468; -UNI 5469; -UNI 5745; -UNI 5746; -UNI 6363; -UNI 6784; -UNI 9182; -UNI EU 18. B.2) ANOMALIE RISCONTRABILI

[Controllo] Corrosione Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni. [Controllo] Diifetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni. [Controllo] Difetti alle valvole Difetti di funzionamento delle valvole dovuti ad errori di posa in opera o al cattivo dimensionamento delle stesse. [Controllo] Incrostazioni Accumuli di materiale di deposito all'interno delle tubazioni ed in prossimità dei filtri che causano perdite o rotture delle tubazioni. B.3) CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Controllo coibentazione Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Verificare l'integrità delle coibentazioni con eventuale ripristino. Requisiti da verificare: 1) . Ditte specializzate: Idraulico.

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pag. 95 Controllo manovrabilità delle valvole Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo Eseguire una manovra di prova di tutti gli organi di intercettazione per evitare che si blocchino. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della tenuta; 2) . Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 2) Difetti alle valvole. Ditte specializzate: Idraulico. Controllo tenuta Cadenza: ogni anno Tipologia: Controllo a vista Verificare l'integrità delle tubazioni con particolare attenzione ai raccordi tra tronchi di tubo e tra tubi ed apparecchi utilizzatori. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della portata dei fluidi; 2) (Attitudine al) controllo della tenuta. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni. Ditte specializzate: Idraulico.

Controllo tenuta valvole Cadenza: ogni anno Tipologia: Registrazione Regolazione del serraggio dei premistoppa sugli steli ed eventuale sostituzione degli organi di tenuta. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della tenuta; 2) . Anomalie riscontrabili: 1) Difetti alle valvole. Ditte specializzate: Idraulico B.4) MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Pulizia o eventuale sostituzione dei filtri dell'impianto. Ditte specializzate: Idraulico. Pulizia otturatore Cadenza: quando occorre Pulizia o eventuale sostituzione dell'otturatore nel caso si verifichi il passaggio del fluido ad otturatore chiuso. Ditte specializzate: Idraulico.

C) TUBI IN RAME

I tubi in rame hanno la funzione di trasportare i fluidi termovettori fino ai terminali di scambio termico con l'ambiente. C.1) REQUISITI E PRESTAZIONI

[Controllo] Controllo dell'aggressività dei fluidi Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità I fluidi termovettori dell'impianto idrico sanitario non devono dar luogo a fenomeni di incrostazioni. corrosioni, depositi che possano compromettere il regolare funzionamento degli impianti stessi. Prestazioni: Devono essere previsti specifici trattamenti dell'acqua dei circuiti di riscaldamento, raffreddamento e umidificazione in modo che le caratteristiche chimico-fisiche (aspetto, pH, conduttività elettrica, durezza totale, cloruri, ecc.) corrispondano a quelle riportate dalla normativa. Livello minimo della prestazione:

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pag. 96 L'analisi deve essere ripetuta periodicamente possibilmente con frequenza settimanale o mensile e comunque ogni volta che si verifichi o si sospetti un cambiamento delle caratteristiche dell'acqua. Riferimenti normativi: -Legge 5 marzo 1990 n.46: "Norme per la sicurezza degli impianti"; -D.P.R. 6 dicembre 1991 n.447: "Regolamento di attuazione della Legge 5 marzo 1990 n.46, in materia di sicurezza degli impianti"; -UNI 7773. C.2) ANOMALIE RISCONTRABILI

Difetti di coibentazione Difetti di tenuta della coibentazione. Difetti di regolazione e controllo Difetti di taratura dei dispositivi di sicurezza e controllo quali manometri, termometri, pressostati di comando. Difetti di tenuta Perdite o fughe dei fluidi circolanti nelle tubazioni. Incrostazioni Accumuli di materiale di deposito all'interno delle tubazioni ed in prossimità dei filtri che causano perdite o rotture delle tubazioni. C.3) CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Controllo generale tubazioni Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare le caratteristiche principali delle tubazioni con particolare riguardo a: - tenuta delle congiunzioni a flangia; - giunti per verificare la presenza di lesioni o di sconnessioni; - la stabilità de sostegni dei tubi; - vibrazioni; - presenza di acqua di condensa; - serrande e meccanismi di comando; - coibentazione dei tubi. Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della tenuta; 2) (Attitudine al) controllo dell'aggressività dei fluidi. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di coibentazione; 2) Difetti di regolazione e controllo; 3) Difetti di tenuta; 4) Incrostazioni. Ditte specializzate: Idraulico C.4) MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Ripristino coibentazione Cadenza: quando occorre Effettuare un ripristino dello strato di coibentazione delle tubazioni quando sono evidenti i segni di degradamento. Ditte specializzate: Idraulico.

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pag. 97 TERRENO DI GIOCO

DESCRIZIONE DELLA CLASSE DI UNITA' TECNOLOGICA

Campo di calcio con manto erboso, di dimensioni 100 X 50 metri, oltre aree per destinazione di larghezza 2,00 metri lungo i lati. Le aree per destinazione sono delimitate da recinzione metallica di altezza pari a 3 metri lungo tutto il perimetro del terreno di gioco. In corrispondenza dei soli lati corti del terreno di gioco la recinzione è prolungata oltre la normale altezza con una rete parapalloni. L’intero impianto è completo di sistema drenante con collettore perimetrale.

Unità tecnologiche di classe TERRENO DI GIOCO - MANTO ERBOSO - DRENAGGIO - ARREDI E RECINZIONE

MANTO ERBOSO

In erba naturale realizzato previa formazione di tutti gli strati e spargimento di speciale concimazione adatta al tipo di terreno per la formazione e l'attecchimento dell'erba; la seminagione per la formazione del prato con miscuglio speciale di sementi; la disinfezione del terreno con polveri di zolfo l'interramento delle sementi stesse con una nuova concimazione e la definitiva rullatura con rulli leggeri a nido d’ape;

MODALITA' D'USO

E’ necessario monitorare l’attecchimento e l'innaffiamento del campo fino al completo attecchimento dell'erba; il primo taglio dell'erba; la periodica pulizia di oggetti di qualunque tipo, fogliame o altro materiale naturale compresi sabbia, ghiaia o terra presente a causa dell’uso.

DRENAGGIO

Il sistema drenante umidificante è formato da collettori trasversali, di cunicoli nel terreno per la formazione dei dreni, paralleli tra loro per tutta la lunghezza trasversale del campo fino al ricongiungimento del collettore fognario perimetrale di profondità variabile; tubi forati in PVC o similari, del diametro interno di cm 10, che costituiscono le reti del sistema drenaggio principale interno del campo. Collettore perimetrale del campo di gioco per la raccolta delle acque meteoriche, adeguatamente in pendenza per garantire il deflusso delle acque drenate; Pozzetti drenanti per la derivazione tra collettore fognario perimetrale e connessione allo scarico dei dreni trasversali al campo. Pozzetti di ispezione in cls prefabbricati

. MODALITA' D'USO E’ necessaria una periodica ispezione di tutto il sistema, con particolare riferimento ai cunicoli laterali ed ai pozzetti di raccordo.

ARREDI E RECINZIONE

Vengono ricompresi in questa voce le panchine laterali per giocatori ed allenatori; le porte con le reti, le bandierine d’angolo ed infine la rete di recinzione

MODALITA' D'USO

Periodica verifica degli elementi strutturali con la conseguente eliminazione di parti ammalo rate; verifica della tensione delle reti e sostituzione di elementi di sostegno ammalo rati..

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pag. 98

MANTO ERBOSO Classe di unità tecnologica: TERRENO DI GIOCO

Unità tecnologica: MANTO ERBOSO.

1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE

Il manto erboso interessa tutta l’area di gioco comprese le aree laterali e di fondo, realizzato mediante semina di idonei sementi previo spargimento di speciale concimazione adatta al tipo di terreno per la formazione e l'attecchimento dell'erba; la seminagione per la formazione del prato con miscuglio speciale di sementi; la disinfezione del terreno con polveri di zolfo l'interramento delle sementi stesse con una nuova concimazione e la definitiva rullatura con rulli leggeri a nido d’ape.

2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO

All’interno della strada in terra stabilizzata. Particolari informazioni si rilevano dai disegni allegati. 3. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI

I campi da calcio con erba naturale presentano problemi di natura biologica e, come tali, diversi e soggettivi da campo a campo.

[Controllo] Controllo dei tempi di fruizione Una fruizione troppo intensa, porta a non poter rispettare le condizioni di carico massimo che dovrebbe essere di 6-10 ore/settimana nei mesi autunno-invernali e 15-20 ore/settimana nei mesi primaverili-estivi;

RISORSE D’USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune; [Controllo] Controllo delle carenze nutrizionali I danni per attacchi delle malattie tipiche dei tappeti comportano pesanti interventi di manutenzione che arrivano al rifacimento totale o parziale del tappeto con la tecnica della rinzollatura, anche più volte all'anno.

RISORSE D’USO

- Dispositivi di protezione individuale - Attrezzi manuali di uso comune;

4.LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI

L’altezza del manto erboso deve essere tale da garantire il normale uso del terreno da gioco, in particolare: a) il rimbalzo del pallone secondo le regole CONI b) attutire i danni che possono derivare da cadute degli utilizzatori

5. ANOMALIE RISCONTRABILI

Aree secche Valutazione: anomalia grave

Presenza di aree in cui il manto erboso si presenta ingiallito a causa della mancanza di irrigazione o di adeguato fertilizzante Piano calpestabile sconnesso;

Manuale di manutenzione

pag. 99 Valutazione: anomalia grave

Presenza di aree in cui si sono verificati avvallamenti del piano di gioco.

6. MANUTENZIONE ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL’UTENTE Si considera che l’utente che prende in gestione tali opere, dovrà avere una squadra operai con mansioni specifiche per i lavori di manutenzione

TAGLIO DELL'ERBA L'altezza di taglio è compresa tra 25 e 35 mm, mentre la frequenza è legata al periodo vegetativo

LA PULIZIA. Consiste nell'asportazione dei corpi estranei (carta,mozziconi, foglie ecc.);

7. MANUTENZIONE ESEGUIBILE A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO INTERVENTI:

- fertilizzazione; - trattamenti; - sfeltratura e carotatura; - top-dressing - irrigazione.

Risorse necessarie: operai specializzati e generici; utensili vari per ripristino manto erboso, attrezzature meccaniche varie per i vari trattamenti; automezzi per il trasporto dei materiali di ripristino in loco materiali e utensili vari; attrezzatura specifica manuale; materiale per sostituzione parziale di elementi deteriorati o danneggiati; dispositivi di protezione individuale ai sensi del D.Lgs. 494/96 e s.m. e i.; adeguata cartellonistica di sicurezza

8. ULTERIORI CONSIDERAZIONI PER LA MANUETNZIONE DEL MANTO ERBOSO CONCIMAZIONE La concimazione necessita perché: 1.il tappeto erboso deve resistere al calpestio e all’usura; 2. il tappeto erboso deve essere sempre verde; 3. il tappeto erboso deve sviluppare un buon apparato radicale; 4. il tappeto erboso deve essere privo di infestanti. TAPPETI ERBOSI SPORTIVI Il tappeto erboso in un campo sportivo viene sottoposto a continue sollecitazione, dal calpestio allo strappo, e deve essere tagliato frequentemente. Ciò comporta un impoverimento di sostanze nutritive che devono essere reintrodotte con la concimazione, in modo da permette al prato di crescere più velocemente e chiudere i buchi lasciati dallo strappo. Le concimazioni devono essere fatte con metodo e mirateprevia analisi del terreno. PRINCIPALI SPECIE PER TAPPETO ERBOSO SPORTIVO: Lolium perenne (Loietto) Poa pratensis (Poa) Poa trivalis Poa nemoralis Festuca rubra ( Festuca rossa) Festuca rubra rubra Festuca rubra commutata Festuca arundinacea Festuca ovina

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pag. 100 FESTUCA RUBRA Festuca rubra rubra 1. specie rizomatosa e stolonifera 2. più resistente al freddo ed alla siccità Festuca rubra commutata 1. specie cespitosa 2. forma tappeti erbosi più densi e compatti Caratteristiche comuni 1. foglie sottili verde brillante a margine cigliato ; 2. resistenti al freddo ed alla siccità; 3. si adattano molto bene all'ombra; 4. formano tappeti erbosi di grande interesse ornamentale ma calpestabilità limitata; 5. bassa intensità di crescita; 6. germinazione lenta ca. 20 giorni; 7. favoriscono la formazione del feltro. LOLIUM PERENNE E' la specie maggiormente impiegata in Italia ed è la più diffusa in tutta Europa e costituisce la base per tutti i tappeti erbosi intensamente sfruttati. Foglia abbastanza larga senza peli, verde, con la pagina inferiore di colore verde Brillante. Base del fusto rosso violaceo Elevata velocità di germinazione anche a temperature basse (ca. 5 giorni) che lo rendono insostituibile all'impianto del prato come specie protettrice delle altre a sviluppo più lento. Notevole resistenza al calpestio. Elevata densità di crescita. Adatto ad ogni tipo di terreno. La specie più adatta per interventi di rigenerazione, si presta ad overseeding autunnali su tappeti erbosi costituiti da gramigna in zone gelive. POA PRATENSIS Specie rizomatosa ad alta capacità rigenerativa. Foglie più o meno larghe senza peli, l'estremità termina a forma di prua ed a fianco della nervatura centrale si distinguono due linee parallele "traccia da sci ": La base del fusto è bianca. Resistente al calpestamento, al freddo ed al caldo. Forma tappeti erbosi densi, compatti e veloci. Germinazione lenta ca. un mese. Quiescente in estate se non è irrigata. Bell’aspetto ornamentale. Limitata crescita in altezza in quanto tende a svilupparsi orizzontalmente. Bassa frequenza di taglio. FESTUCA ARUMDINACEA Specie cespitosa a foglia larga senza peli, a bordo rugoso e nervatura marcata. È la specie più resistente in condizioni di siccità, resiste al calpestamento ed alle malattie. Il miglioramento genetico rende la specie come la più interessante per la costituzione di tappeti erbosi nell'area mediterranea. Germinazione lenta carca un mese. Crescita lenta. Forma tappeti erbosi di gradevole aspetto estetico, ma soprattutto compatti e resistenti agli strappi. Buon comportamento al gioco, sostiene molto bene la palla. Per sfruttare le sue capacità perennanti non va tagliata sotto i 2 cm. LOTTA CONTRO LE INFESTANTI La lotta contro le erbe infestanti appartenenti alla famiglia delle graminacee e non solo, dipende essenzialmente dalla selettività dell'erbicida. L’insediamento delle erbe infestanti è dovuto a molteplici fattori, purezza del seme adoperato per rigenerare o seminare un campo da gioco, dal vento, esso porta i semi delle piante anche a distanze inimmaginabili, perciò se i prati vicini sono infestati da malerbe esse germoglieranno anche nel nostro campo sportivo, ecco perché serve, purtroppo l’erbicida, che come ho già scritto in premessa deve essere il più mirato possibile e a basso, se non nullo impatto ambientale.

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pag. 101 Principali sostanze nutritive Azoto L’azoto è necessario per: 1. la formazione delle proteine 2. lo sviluppo vegetativo 3. la forza rigenerativa 4. la costituzione delle cellule Fosforo Il fosforo serve a: 1. favorire la sintesi degli enzimi 2. favorire il trasporto d’energia 3. favorire lo sviluppo delle radici Potassio Il potassio serve a: 1. assicurare un miglior assorbimento idrico 2. assicurare l’assorbimento degli elementi nutritivi 3. assicurare l’immagazzinamento delle sostanze nutritive di riserva 4. assicurare la formazione dei tessuti meccanici 5. assicurare la maggior resistenza alle avversità Magnesio e microelementi Il magnesio e i microelementi sono indispensabili per: 1. la formazione della clorofilla 2. l’assimilazione delle sostanze nutritive 3. la liberazione d’ossigeno 4. la respirazione 5. l’assorbimento dell’energia L’importanza di una concimazione equilibrata La sola presenza di tutti i macro elementi e tutti i micro elementi in modo equilibrato permette un assorbimento ottimale delle sostanze nutritive. Per dimostrarvi quello che vi ho appena enunciato vi faccio un esempio: quello del tino. Ammettiamo che le doghe del tino siano gli elementi nutritivi; se le doghe del tino non fossero tutte uguali, cioè equilibrate, voi potreste mettere tanto liquido all’interno ma uscirà appena raggiunta la doga più bassa, perciò se manca in percentuale un elemento,l’assorbimento degli altri si ferma allo stadio di quest’ultimo. Diventa importantissimo, quindi conoscere cosa manca nel terreno per non concimare con elementi non necessari, questo si evince facendo le analisi del terreno. Elenco di concimi, per evidenziare la diversità di composizione e le infinite possibilità di concimazioni, diversificate secondo l’esigenza: Floranid Rasen 20-5-8+2+15+0,3+0,01 Floranid universale 15-5-8+3+32 Floranid club 10-5-20+4+20+0,5 Floranid NK 14-0-19+3+32 Floraid N 32 % azoto da ISODUR (lenta cessione) L’importanza di una distribuzione uniforme Garantendo una distribuzione omogenea, si garantisce anche una crescita omogenea, senza le presenze di parti più verdi e altre meno, o addirittura bruciature dovute ad una concentrazione di concime troppo elevata. L’importanza d’avere le giuste quantità d’azoto, l’azoto a lenta cessione Le radici dell’erba sono sensibili e deperiscono rapidamente. Un elevata quantità d’azoto a disposizione della pianta non fa altro che accrescere l’apparato fogliare, ciò richiede più tagli che significano una fragilità estrema della pianta stessa, che non sopporta più a dovere il calpestio e l’usura. La pianta necessita di azoto a lenta cessione ISODUR contenuti nella gamma Floranid, ciò permette un assorbimento duraturo e costante nel tempo e non concentrato con una crescita “normale”. La concimazione del tappeto erboso durante l’anno È importante considerare il ritmo biologico delle piante che costituiscono il campo da gioco. Primavera La primavera è il periodo più importante per lo sviluppo del manto erboso. La prima concimazione va fatta in marzo/aprile, le piante in questo periodo hanno il massimo bisogno di sostanze nutritive. Estate All’inizio dell’estate prosegue lo sviluppo vegetativo del prato prima del riposo estivo. In questo periodo si deve intervenire con concimazioni azotate a lenta cessione ISODUR, in combinazione con potassio, che aiuta il tappeto erboso a sopportare meglio il periodo estivo Floranid Club.

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pag. 102 Autunno inverno La concimazione tardiva d’autunno serve a stimolare la crescita radicale, questo permette alla pianta di ripartire vigorosamente in primavera (Floranid N 32). Irrigazione Durante il periodo vegetativo, si deve irrigare per compensare la scarsità delle precipitazioni e l’evaporazione dell’acqua dal terreno, questa operazione è necessaria per ottenere la crescita del tappeto erboso. Nei periodi aridi si innaffia appena, le impronte delle scarpe rimangono sul tappeto, ciò vuol dire che l’erba non ha più liquidi e perde elasticità che non la fa tornare come prima del calpestio. Una forte irradiazione solare e forte vento fanno perdere una percentuale d’acqua, perciò si deve innaffiare in assenza di vento e la sera tardi. La quantità d’acqua erogata deve variare tra 10/20 l m2, non si devono effettuare irrigazioni sporadiche o minime, si rovinerebbe il manato erboso, le radici rimarrebbero in superficie e una gelata o la siccità prolungata farebbero morire il prato. Per irrigare i campi si utilizzano vari sistemi: i tubi di plastica con lancia mobile, rotolone con lancia, questi metodi sono sempre poco affidabili, oggi vi è l’impianto fisso che ha soppiantato questi tipi di innaffiatura.