manuale del sistema di gestione del...

75
FILIERA VITIVINICOLA MANUALE DEL SISTEMA DI GESTIONE DEL PRODOTTO BIOLOGICO

Upload: ngotu

Post on 09-Sep-2018

215 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

FILIERA VITIVINICOLA

MANUALE DEL SISTEMA DI GESTIONE DEL PRODOTTO BIOLOGICO

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

INDICE GENERALE

Sezione Titolo

00 GENERALITA’ E INTRODUZIONE

01 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SETTORE

02 OBIETTIVI DI QUALITA’ DEL PRODOTTO

03 ASPETTI GESTIONALI E ORGANIZZATIVI NELLA FILIERA PRODUTTIVA

04 DESCRIZIONE PROCESSO DI PRODUZIONE AGRICOLA

05 CONTROLLO DEL PROCESSO DI PRODUZIONE AGRICOLA

06 DESCRIZIONE PROCESSO DI TRASFORMAZIONE

07 CONTROLLO DEL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE

08 IDENTIFICAZIONE E RINTRACCIABILITÀ DEL PRODOTTO, GESTIONE DEL PRODOTTO NON CONFORME E PROCEDURA DI RICHIAMO

09 PRESENTAZIONE DEL PRODOTTO, ETICHETTATURA E INFORMAZIONI AL CONSUMATORE

La modulistica richiamata in ogni sezione è riportata su supporto informatico, distribuito unitamente al

Manuale.

SEZIONE 0

GENERALITÀ E INTRODUZIONE

SOMMARIO

0.1 Scopo del Documento

0.2 Ambito di applicazione

0.1 SCOPO DEL DOCUMENTO

Il presente documento definisce e descrive l’organizzazione del Sistema di Gestione Integrato del Prodotto Biologico,

adottato dalla filiera VinoVero come principale strumento di garanzia della qualità e della sicurezza dei propri prodotti.

La filiera VinoVero crede, infatti, che la maggiore consapevolezza maturata nei consumatori imponga una risposta, da

parte di chi produce, trasforma e commercializza i prodotti alimentari, legata non più solo alle caratteristiche primarie

dei prodotti, ma soprattutto alla garanzia di igiene e sicurezza alimentare ed alla valorizzazione di caratteristiche

peculiari, quali il rispetto dei principi dell’agricoltura biologica, la tutela dell’ambiente e la difesa dell’agroecosistema e

la possibilità di risalire a tutte le fasi di coltivazione, trasformazione e distribuzione del prodotto alimentare.

Per garantire tutto questo, la filiera VinoVero ha definito il proprio Sistema di Gestione Integrato del Prodotto

Biologico:

Sistema di Gestione, in quanto comprende un quadro organico di principi e regole che devono permeare l’intera

organizzazione e che permette di orientare il miglioramento continuo;

Integrato, perché costruito “trasversalmente”, incrociando i processi gestionali ed operativi propri della nostra

filiera con i requisiti di diverse norme internazionali e della normativa nazionale ed internazionale;

del Prodotto Biologico, perché la filiera VinoVero ha scelto di differenziare il proprio prodotto e di caratterizzarlo

fortemente per la provenienza da agricoltura biologica, scelta come tecnica che permette di produrre nel pieno rispetto

dell’ambiente e dell’equilibrio dell’agroecosistema, intervenendo sul suolo in maniera controllata e responsabile.

Nella scelta delle norme di riferimento sulla base delle quali è stato costruito il Sistema di Gestione del Prodotto

Biologico (SGPB), si è tenuto conto delle caratteristiche importanti per la nostra filiera e considerate altamente

valorizzanti dal mercato, in particolare:

il rispetto dei principi di agricoltura biologica, connessi con principi di sostenibilità e di corretto uso delle risorse

naturali;

la sicurezza alimentare, quale garanzia assoluta di igiene e salubrità dei prodotti;

la rintracciabilità dei prodotti lungo tutti i passaggi che compongono la filiera.

Sulla base di queste caratteristiche essenziali, sono state individuate le seguenti norme di riferimento per la

costruzione del SGPB:

Normativa in materia di agricoltura biologia, norme vigenti nazionali ed internazionali, con particolare

riferimento alle norme UE, USA e JAS

Regolamento UE n. 178/02 – Principi e requisiti generali della legislazione alimentare

D.Lgs. 193/2007 e “Pacchetto Igiene” (Reg. CE 852/04, 853/04, 854/04, 882/04 e Dir. 2002/99)

BRC / IFS – British Retail Consortium Global Standard Food / International Food Standard

GLOBAL-GAP – Good Agricultural Practices – Buone pratiche agricole

UNI EN ISO 22005:2008 - Rintracciabilità nelle filiere agroalimentari - Principi generali e requisiti di base per

progettazione di sistemi e attuazione

Il presente Manuale rappresenta lo strumento di definizione e pianificazione dell’intero Sistema di Gestione del

Prodotto Biologico (SGPB), voluto dalla filiera VinoVero per impostare tutte le attività, all’interno della filiera, in

maniera coerente ed integrata.

Il Manuale descrive, in dettaglio, gli aspetti organizzativi e gestionali della filiera, la descrizione puntuale delle fasi di

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

produzione agricola e della successiva trasformazione, specificando, per ciascuna fase, le modalità di controllo dei

processi. Il Manuale definisce, inoltre, il sistema che garantisce l’identificazione e la rintracciabilità lungo tutti i

passaggi della filiera, le modalità di gestione dei prodotti non conformi e le procedure di richiamo del prodotto difettoso

dal mercato. Sono descritte, infine, le modalità di presentazione del prodotto e di informazione ai consumatori.

Il Manuale è stato impostato per garantire facilità di utilizzo ed efficacia nella gestione dei processi. A tale fine, ogni

sezione del Manuale è da considerare come sezione operativa ed è completata, dove ritenuto necessario, da linee-

guida per l’applicazione di quanto definito nella relativa sezione e dalla modulistica di registrazione, necessaria per

dare evidenza del rispetto di quanto previsto dal SGPB.

Tutte le aziende che compongono la filiera VinoVero sono state coinvolte nella formulazione del SGPB ed approvano

quanto definito nel relativo Manuale mediante la sottoscrizione del Patto di Filiera, che, unitamente alla Politica per la

Qualità, costituisce la formalizzazione della condivisione degli obiettivi della filiera e dell’impegno ad assolvere gli

obblighi previsti nell’ambito del SGPB.

0.2 AMBITO DI APPLICAZIONE

Il presente Manuale è relativo a tutti i prodotti finiti della filiera VinoVero e si applica a tutte le attività direttamente o

indirettamente connesse con la qualità del prodotto.

Il manuale illustra inoltre le modalità di gestione della qualità all’interno della filiera VinoVero e di tutte le

Organizzazioni che ne fanno parte, in relazione agli obiettivi dichiarati per le caratteristiche qualitative del prodotto.

Con il presente Manuale l’intera filiera VinoVero è in grado di dimostrare la rispondenza del prodotto/processo ai

requisiti stabiliti, sulla base degli standard individuati, conservando per ogni lotto registrazioni e/o evidenze necessarie

allo scopo. Le attività e la relativa documentazione è sottoposta a verifica di conformità da parte di un ente terzo di

certificazione. Inoltre è la base su cui qualsiasi organizzazione autorizzata dalla filiera VinoVero può effettuare le visite

ispettive di prima e seconda parte. Infine ha lo scopo di fornire all’azienda lo strumento idoneo per la gestione

adeguata del processo produttivo al fine di conferire al prodotto della filiera VinoVero le caratteristiche prefissate.

SEZIONE 01

INQUADRAMENTO GENERALE DEL SETTORE

SOMMARIO

1.1 La viticoltura in Puglia

1.1 LA VITICOLTURA IN PUGLIA

Testimoniata già 2000 anni prima di Cristo, la vite in Puglia fa parte da sempre, assieme all’olivo, del suo paesaggio,

ed ha costituto, specie in passato, una delle risorse economiche maggiori del settore agricolo, sia nel comparto dell’uva

da tavola che in quello della produzione di vino. Oggi la Puglia resta la Regione d’Italia con la più alta produzione

vitivinicola (circa il 75% del totale), e grandi investimenti sono stati fatti nell’ultima decade per ammodernare il

settore, sia per l’uva da tavola che per le tecnologie di vinificazione, puntando molto sulla rivalutazione del vigneto

con la valorizzazione di molti vitigni autoctoni (negramaro, malvasia nera, primitivo, uva di Troia, bombino bianco e

nero). Oggi la Puglia conta 25 vini a denominazione di origine controllata ( D.O.C. ) con 128 preparazioni diverse: 52

vini rossi, 28 bianchi, 22 rosati, 17 dolci e/o liquorosi e 9 spumanti. Si punta molto al miglioramento della qualità delle

produzioni attraverso l’innovazione nelle fasi di lavorazione dell’uva, introducendo nuove varietà di vitigni e cercando

sistemi più confacenti di allevamento. Per questi ultimi, mentre è ancora diffuso il tipico alberello pugliese, quelli più

utilizzati sono l’allevamento a tendone, a guyot e a cordone speronato.

Le zone di produzione occupano tutto il territorio: nota è la ricchezza di vigneti delle colline e delle pianure costiere del

foggiano, dove sono state e sono tuttora numerose le attività di ricerca e sperimentazione delle università di Foggia e

di Bari (scelte varietali, sicurezza degli impianti, nuove tecnologie). Nella provincia di Bari, invece, si è in presenza di

elevate capacità di resa, e di un rilevante patrimonio varietale, che dà origine a famosi vini bianchi e rossi DOC, quali il

Castel Del Monte, il Primitivo, il Negramaro, il Moscato di Trani, il Locorotondo. Ma la Puglia vitivinicola per eccellenza

è rappresentata dalla penisola salentina, dove tanti piccoli territori a DOC si susseguono per un centinaio di chilometri,

nell’ambito delle tre province di Taranto, Brindisi e Lecce. I vitigni più diffusi sono qui il negramaro e la malvasia, e

molti i vini noti, a partire dal Primitivo di Manduria fino ai rosati, molto apprezzati particolarmente all’estero.

La scelta degli agricoltori pugliesi è sempre più quella di prodotti caratterizzati da un corretto rapporto qualità-prezzo-

immagine, e per raggiungere questi obiettivi si continua a lavorare, anche con contributi di Istituti quali lo IAM-B,

all’affinamento ulteriore delle tecniche enologiche, al miglioramento della selezione clonale ed all’adeguamento delle

forme di allevamento ai più moderni criteri della meccanizzazione. Si sta lavorando anche alla creazione di un marchio

“Puglia” finalizzato a far emergere le specificità del territorio.

La viticoltura biologica in Puglia

Dall’analisi dei dati forniti dagli Organismi di Controllo e dalla Regione Puglia (dati PSR), riferiti al 31 dicembre 2006,

gli ultimi disponibili, la Puglia si colloca tra le regioni leader a livello nazionale non solo per le produzioni biologiche in

generale, ma anche per il settore della viticoltura bio.

Nel 2006 in Puglia la superficie totale coltivata secondo il metodo di produzione biologica (biologica ed in conversione)

era di poco superiore ai 120.000 ha, pari al 10,6% di quella nazionale (1.148.162 ha). Mentre, sempre nel 2006, gli

oliveti ed i seminativi ricoprivano poco più del 75% della superficie totale biologica pugliese, i fruttiferi, i vigneti, le

foraggiere, le orticole, le leguminose e le colture industriali occupavano il restante 25%. In particolare, nelle diverse

province della Regione, la superficie totale della superficie vitata nel 2006 aveva raggiunto i 7.723 ha, cioè il 6% del

totale, con un’alta percentuale nella provincia di Taranto (16%), lasciando intravedere un’interessante spazio per la

valorizzazione del vino ottenuto da uve biologiche.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Ripartizione della SAU per Provincia e per macrocoltura, Puglia 2006

Foggia Bari Taranto Brindisi Lecce Superficie Totale (ha) %

Orticole 1.644 261 254 235 108 2.501 2

Fruttiferi 1.160 3.698 1.221 1.521 136 7.735 6

Leguminose 519 962 109 398 96 2.084 2

Seminativi 13.311 19.843 6.354 3.516 3.731 46.756 38

Foraggiere 545 4.966 689 147 370 6.718 5

Colture industriali 907 46 49 13 101 1.116 1

Vigneti 1.362 1.102 3.018 1.563 677 7.723 6

Oliveti 10.448 6.932 6.766 12.115 11.377 47.638 39

Altro 49 131 36 79 24 319 0

Superficie totale (ha) 29.949 37.929 18.499 19.590 16.623 122.589 100

% 24 31 15 16 14 100

FONTE: Stima su dati PSR 2006 - Regione Puglia

SEZIONE 02

OBIETTIVI DI QUALITA’ DEL PRODOTTO

SOMMARIO

2.1 Motivazione e obiettivi del prodotto

2.2 Politica della Qualità

2.3 Il Patto di Filiera

2.4 Documenti di riferimento

2.5 Definizioni e Abbreviazioni

2.1 MOTIVAZIONE E OBIETTIVI DEL PRODOTTO

La filiera VinoVero intende proporsi sul mercato con una forte caratterizzazione del proprio prodotto sulla base delle

seguenti caratteristiche:

il rispetto dei principi di agricoltura biologica, connessi con principi di sostenibilità e di corretto uso delle risorse

naturali;

la sicurezza alimentare, quale garanzia assoluta di igiene e salubrità dei prodotti;

la rintracciabilità dei prodotti lungo tutti i passaggi che compongono la filiera.

Rispetto dei principi di agricoltura biologica

L’agricoltura biologica non è solo sinonimo di cura ed attenzione per il prodotto-vino e per l’ambiente agricolo dal quale

deriva. Il compito dell’agricoltura biologica è anche quello di preservare le risorse naturali ed i loro cicli, ridurre

l’inquinamento ambientale ed utilizzare le risorse energetiche presenti nelle aziende, riducendo la dipendenza

energetica dell’agricoltura dall’esterno.

Secondo quanto definito dall’IFOAM (International Federation of Organic Movements), l’agricoltura biologica nasce e si

sviluppa su quattro principi fondamentali:

1. il principio del benessere: l’agricoltura biologica deve sostenere e favorire il benessere del suolo, delle piante,

degli animali, degli esseri umani e del pianeta, come un insieme unico ed invisibile.

Il benessere degli individui e delle comunità non può essere separato dal benessere degli ecosistemi. L’agricoltura

biologica deve sostenere ed ampliare il benessere degli ecosistemi e degli organismi, attraverso la produzione di

alimenti di elevata qualità, nutrienti e che contribuiscano alla prevenzione delle malattie ed alla salute. Essa deve,

perciò, evitare l’uso di fertilizzanti, fitofarmaci, medicine veterinarie ed additivi alimentari che possono avere effetti

dannosi sulla salute.

2. il principio dell’ecologia: l’agricoltura biologica deve essere basata su sistemi e cicli ecologici viventi, lavorare

con essi, imitali ed aiutarli a mantenersi.

La gestione biologica deve essere adattata alle condizioni, all’ecologia, alla cultura ed alle dimensioni locali. L’uso dei

fattori produttivi va ridotto tramite la riutilizzazione, il riciclo e la gestione efficiente di materiali ed energia, in modo da

mantenere e migliorare la qualità dell’ambiente e preservare le risorse.

3. il principio dell’equità: l’agricoltura biologica deve costruire relazioni che assicurino equità rispetto all’ambiente

comune ed alle opportunità di vita.

Le risorse naturali ed ambientali che sono usate per la produzione d il consumo devono essere gestite in modo

socialmente ed ecologicamente giusto e nel rispetto delle generazioni future. L’equità richiede che i sistemi di

produzione, di distribuzione e di mercato siano trasparenti, giusti e che tengano in conto i reali costi ambientali e

sociali.

4. il principio della precauzione: l’agricoltura biologica deve essere gestita in modo prudente e responsabile, al

fine di proteggere la salute ed il benessere delle generazioni presenti e future, nonché l’ambiente.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

La precauzione e la responsabilità sono i concetti chiave nelle scelte di gestione, di sviluppo e di tecnologie.

L’agricoltura biologica deve prevenire i rischi maggiori, tramite l’adozione di tecnologie appropriate ed il rifiuto di

tecnologie imprevedibili.

Sicurezza alimentare

La assoluta garanzia della sicurezza e salubrità dei nostri prodotti è requisito imprescindibile per rispondere da un lato

alla normativa sempre più stringente su queste tematiche e, dall’altro, alle paure manifestate dai consumatori.

Nell’ottica di filiera che VinoVero ha fatto propria, la sicurezza alimentare dipende dagli sforzi di tutte le organizzazioni

appartenenti alla filiera, ciascuna responsabile della propria fase di produzione e/o trasformazione.

Per mantenere la qualità e la sicurezza degli alimenti lungo l'intera filiera alimentare sono state definite precise

modalità operative per garantire la salubrità dei prodotti realizzati ed efficaci sistemi di monitoraggio, per garantire che

le operazioni vengano effettuate correttamente.

Sono, inoltre, state definite rapide ed efficaci misure di intervento di fronte ad eventuali problematiche sanitarie che si

manifestino in qualsiasi punto della filiera. Tali misure sono oggetto di verifica periodica, al fine di garantirne l’efficacia

e la tempestività, per evitare o controllare il rischio che un prodotto “non sicuro” giunga al consumatore finale.

Rintracciabilità di filiera

La rintracciabilità di filiera è un presupposto essenziale per l’efficiente gestione della produzione e per la gestione di

eventuali problemi di sicurezza.

La rintracciabilità di Filiera garantisce, infatti, ai clienti ed ai consumatori il controllo relativo alla provenienza, alla

produzione e alla distribuzione del prodotto tramite lo sforzo coordinato delle organizzazioni che aderiscono a

VinoVero.

Nell’ambito della filiera VinoVero sono definite specifiche modalità finalizzate alla identificazione del prodotto in ogni

stadio, dalla produzione in campo alla lavorazione, fino alla sua commercializzazione, garantendo così una facile

rintracciabilità lungo tutto il percorso.

Le modalità di identificazione e rintracciabilità, stabilite in accordo agli standard internazionali, sono meglio descritte

nel Capitolo 08 del presente Manuale.

2.2 POLITICA DELLA QUALITA’

Il Capofiliera, definisce e documenta la POLITICA PER LA QUALITA’, nella quale sono illustrati gli indirizzi generali che

tutta la filiera VinoVero intende perseguire.

In particolare, gli obiettivi generali, che sono alla base di tutta l’impostazione del Sistema di Gestione del Prodotto

Biologico, fanno riferimento alle garanzie offerte sui propri prodotti, come definito al precedente paragrafo 2.1, e

precisamente:

il rispetto dei principi di agricoltura biologica, connessi con principi di sostenibilità, di corretto uso delle risorse

naturali, di benessere e di equità;

la sicurezza alimentare, quale garanzia assoluta di igiene e salubrità dei prodotti;

la rintracciabilità dei prodotti lungo tutti i passaggi che compongono la filiera.

Data l’importanza dei principi enunciati nella Politica della Qualità, la filiera VinoVero si attiva per favorire la

conoscenza e la condivisione di tale Politica fra tutte le organizzazioni componenti la filiera, attraverso la distribuzione

della Politica stessa e la sottoscrizione, nell’ambito del Patto di Filiera, dell’impegno a concorrere per il raggiungimento

degli obiettivi generali.

La Politica della Qualità, inoltre, viene comunicata a tutti i livelli e, in modo particolare, a tutto il personale coinvolto

nei controlli, affinché venga resa operativa attraverso la costante applicazione del SGPB.

La Politica della Qualità viene periodicamente riesaminata dalla Direzione del Capofiliera, per valutarne costantemente

l’adeguatezza anche in relazione alla evoluzione degli obiettivi generali dell’intera filiera e delle esigenze dei Clienti e

dei consumatori finali.

La Politica della Qualità della filiera VinoVero è definita su apposito documento datato e sottoscritto dalla Direzione del

Capofiliera.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

2.3 IL PATTO DI FILIERA

Il Patto di Filiera è lo strumento con cui tutte le aziende affiliate, consapevoli dell’importanza di operare in stretta

collaborazione tra tutti i soggetti, si impegnano a raggiungere gli obbiettivi prefissati dal Manuale e ad operare secondo

le modalità previste dallo stesso. Il Patto è anche lo strumento con cui si garantisce che tutti i vantaggi derivanti

dall’applicazione di quanto previsto siano ripartiti tra tutti i soggetti della filiera.

Alla base del Patto c’è:

• La esplicita volontà ad aderire alla Politica della Qualità espressa dalla filiera VinoVero, così come riportata nel

Manuale del Sistema di Gestione del Prodotto Biologico;

• L’obbligo di osservare, per quanto di competenza, tutte le norme che regolamentano il rapporto tra la Capofiliera

e le altre Aziende della Filiera VinoVero, secondo quanto disposto dal Manuale;

• L’obbligo ad assoggettare la propria Azienda al sistema di controllo previsto da VinoVero secondo le modalità

definite nel Manuale, mediante verifiche sui campi, sulle strutture e sulla gestione della documentazione;

• L’obbligo da parte dell’azienda Capofila ad informare tempestivamente tutte le aziende sulle novità normative e a

predisporre strumenti idonei di formazione ed informazione;

• La esplicita disponibilità a favorire uno scambio continuo di informazioni tra i soggetti aderenti alla Filiera,

nell’ottica del coinvolgimento delle parti interessate e del miglioramento continuo del sistema di gestione della Filiera

stessa.

La condivisione degli obiettivi della filiera e l’impegno ad assolvere gli obblighi previsti nell’ambito della filiera sono

formalizzati mediante la sottoscrizione del documento denominato “PATTO DI FILIERA”, stipulato tra la Capofiliera e

ciascuna organizzazione compresa nella filiera VinoVero.

2.4 DOCUMENTI DI RIFERIMENTO

Si riportano di seguito l’elenco di prescrizioni legislative, norme e regolamenti i cui principi generali sono stati

considerati in fase di definizione di questo Manuale, e la tabella di correlazione tra gli standard nazionali e

internazionali assunti come riferimento nello sviluppo del Sistema di Gestione del Prodotto Biologico.

ELENCO DOCUMENTI

• Reg. CEE 2092/91 e successive modifiche ed integrazione

• Legislazione nazionale e regionale in materia di agricoltura biologica

• D. Lgs. 193/2007 e “Pacchetto Igiene” (Reg. CE 852/04, 853/04, 854/04, 882/04 e Dir. 2002/99)

• Norma UNI EN ISO 22005:2008 – Rintracciabilità nelle filiere agroalimentari – Principi e requisiti di base per

progettazione di sistemi e attuazione

• UNI EN ISO 9001:2000 – Sistemi di gestione per la qualità – Requisiti

• GLOBAL-GAP – Good Agricultural Practices

• BRC / IFS – British Retail Consortium Global Standard Food / International Food Standard

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

TABELLA DI CORRELAZIONE

REQUISITI STANDARDS

DI RIFERIMENTO CAPITOLI MANUALE SGPB

UNI EN ISO 22005

Reg UE 178

D.Lgs. 193/07

Pacchetto Igiene (*)

BRC IFS GLOBALGAP

Normativa nazionale e regionale in

AB

0. GENERALITA’ E INTRODUZIONE

// // Art. 1 // // //

01. INQUADRAMENTO GENERALE DEL SETTORE // // // // // //

02. OBIETTIVI DI QUALITA’ DEL PRODOTTO

4.1-4.2–4.3 // Artt. 3-4 2.2-2.4-2.5 1 //

03. ASPETTI GESTIONALI E ORGANIZZATIVI NELLA FILIERA PRODUTTIVA

5.3–5.4-5.5-5.6-5.7-5.8-

6-7-8 // Art. 5

2.7-2.9-2.10-2.12-2.15-6

1.4-3-5.1-5.8-

5.11 AF 1-3.2

04. DESCRIZIONE PROCESSO DI PRODUZIONE AGRICOLA E PIANO DI GESTIONE AGRICOLO

5.4 14 All. I // // AF 2-3-4-5 CB 2-3-4-5-6-7-8

05. CONTROLLO DEL PROCESSO DI PRODUZIONE AGRICOLA

// 14-17 All. I // // AF 2-3-4-5 CB 2-3-4-5-6-7-8

06. DESCRIZIONE PROCESSO DI TRASFORMAZIONE E PIANO DI GESTIONE DELLA TRASFORMAZIONE

5.4-5.5 14 Art. 5 – All. II 1-3-4-5 4 //

07. CONTROLLO DEL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE

// 14-17 All. II 1-3-4-5 2 //

08. IDENTIFICAZIONE E RINTRACCIABILITÀ DEL PRODOTTO, GESTIONE DEL PRODOTTO NON CONFORME E PROCEDURA DI RICHIAMO

5.1-5.2-5.5-5.6-5.7-5.8-

6 18-19 All. II 2.13-

2.14-4.8 5.8-5.9 CB 1

09. PRESENTAZIONE DEL PRODOTTO, ETICHETTATURA E INFORMAZIONI AL CONSUMATORE

4.3-5.2-5.5 16 All.II-Cap. X 4.5 4.5 //

(*) Gli articoli citati fanno riferimento al Regolamento CE n. 852/2004

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

2.5 DEFINIZIONI E ABBREVIAZIONI

DEFINIZIONI

TERMINE DEFINIZIONE

Autocontrollo Tutte le operazioni che permettono di individuare nella propria azienda ogni fase che potrebbe rilevarsi critica per la sicurezza dei prodotti alimentari e che consentono di applicare e di mantenere aggiornate le adeguate procedure di sicurezza avvalendosi dei principi su cui si basa il sistema HACCP.

Azienda agroalimentare Ogni soggetto pubblico o privato, con o senza fini di lucro, che esercita una o più delle seguenti attività: la produzione compresa quella primaria, la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione, di prodotti alimentari.

Azione correttiva Azione intrapresa per eliminare le cause di un’esistente Non Conformità, Difetto o altra situazione indesiderata al fine di prevenirne il ripetersi.

Azione preventiva Azione intrapresa per eliminare le cause di una potenziale Non Conformità o di un’altra situazione potenziale indesiderata, al fine di prevenirne il verificarsi.

Analisi dei pericoli (HA) Processo di raccolta e di interpretazione delle informazioni avente come obiettivo l’identificazione dei pericoli potenziali significativi, la valutazione della loro probabilità di comparsa (rischio) e gravità.

Filiera agroalimentare Insieme definito delle organizzazioni (od operatori) con i relativi flussi materiali che concorrono alla formazione, distribuzione, commercializzazione e fornitura di un prodotto agroalimentare. Il termine di filiera individua, in questo contesto, tutte le attività ed i flussi che hanno rilevanza critica per le caratteristiche del prodotto.

Flussi materiali Materie prime, additivi, semilavorati, mezzi tecnici, materiali da imballaggio che, in qualunque punto della filiera, entrano nel processo produttivo.

Igiene dei prodotti alimentari

Tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salubrità igienica dei prodotti alimentari. Tali misure interessano tutte le fasi della produzione primaria alla preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione, al consumatore.

Lotto Lotto di prodotto finito che l’azienda vende.

Materiali Mezzi tecnici per l’agricoltura (per esempio sementi, fertilizzanti, mangimi), le materie prime, gli additivi, i semilavorati e i semilavorati di imballaggio che entrano nel processo produttivo.

Metodo HACCP Metodo scientifico e sistematico per garantire la sicurezza dei prodotti alimentari, dalla produzione primaria al consumo finale attraverso l’individuazione, la valutazione e il controllo dei pericoli significativi.

Non conformità Mancato soddisfacimento di un requisito specificato.

Parte interessata Persona o gruppo di persone aventi un interesse nelle prestazioni o nel successo di un’organizzazione.

Prodotto ottenuto con metodo biologico

Prodotti agricoli vegetali, animali e prodotti animali ottenuti secondo le norme internazionali e nazionali vigenti in materia di produzione con metodo biologico, rientranti nel campo di applicazione del Reg. CEE 2092/91 e successive modifiche e integrazioni.

Nel caso di prodotto agricolo vegetale trasformato e non: il prodotto esente, nelle parti destinate al consumo umano, da residui fitosanitari non ammessi dalle norme citate.

Punto di controllo critico (CCP)

Punto, fase o procedura in corrispondenza della quale sia essenziale esercitare un’azione di controllo per prevenire o eliminare o ridurre a livello accettabile un pericolo per la sicurezza dell’alimento.

Rintracciabilità Capacità di risalire alla identificazione del fornitore dei materiali impiegati in ogni lotto del prodotto, e della relativa destinazione, mediante registrazione documentata.

Rintracciabilità di filiera Capacità di ricostruire la storia e di seguire l’utilizzo di un prodotto mediante identificazioni documentate (relativamente ai flussi materiali ed agli operatori di filiera)

Sistema di rintracciabilità di filiera

Insieme organizzato che consente la rintracciabilità in una filiera agroalimentare

Sistema di rintracciabilità aziendale

Sistema organizzato che consente la rintracciabilità nell’ambito aziendale.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

ABBREVIAZIONI

ABBREVIAZIONE SIGNIFICATO

SGPB Sistema di Gestione Prodotto Biologico

DIR Direzione Aziendale dell’Organizzazione Capofiliera

RGP Responsabile di Gestione Prodotto

RCF Responsabile Rapporti Clienti / Fornitori

ARF Addetto ai Rapporti di Filiera

Inserire eventuali ulteriori abbreviazioni utilizzate nell’ambito del SGPB

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

POLITICA DELLA QUALITA’

La filiera VinoVero è fermamente convinta dell’importanza e della necessità di dare maggiore visibilità esterna alla

qualità dei propri prodotti, della propria organizzazione interna ed all’attenzione verso la tutela dell’ambiente.

La filiera VinoVero crede, infatti, che la maggiore consapevolezza maturata negli utenti finali dei propri prodotti

imponga una risposta, da parte dei produttori e dei distributori, legata non più solo alle caratteristiche primarie dei

prodotti, ma soprattutto alla garanzia di igiene e sicurezza alimentare ed alla valorizzazione di caratteristiche peculiari,

quali il rispetto dei principi dell’agricoltura biologica e la possibilità di risalire a tutte le fasi di produzione,

trasformazione e distribuzione del prodotto alimentare.

A tal fine, la filiera VinoVero promuove l’adozione di un Sistema Integrato di Gestione dei prodotti biologici

ottenuti nell’ambito dell’intera FILIERA.

La caratterizzazione dei prodotti della filiera VinoVero si sostanzia, pertanto, nella garanzia delle seguenti

caratteristiche:

l’utilizzo esclusivo di metodi di agricoltura biologica e la realizzazione di prodotti a “residui zero”;

il controllo dell’igiene e della salubrità lungo tutta la filiera;

la rintracciabilità del prodotto in tutti i passaggi all’interno della filiera;

il rispetto e la salvaguardia dell’agroescosistema;

l’adeguamento alle più stringenti e comuni normative relative agli aspetti sopra richiamati.

Per perseguire tale obiettivo generale, la filiera VinoVero, con il coinvolgimento di tutti gli operatori che ne fanno parte,

si impegna ad attuare con continuità quanto previsto dal Sistema di Gestione del Prodotto Biologico, predisposto con

tale finalità e basato sui seguenti elementi essenziali:

o coinvolgere tutti i soggetti di filiera nelle attività di pianificazione e controllo che concorrono alla realizzazione del

prodotto della filiera VinoVero secondo gli standard stabiliti;

o rispettare tutte le leggi ed i regolamenti applicabili, con particolare attenzione alla igiene e sicurezza alimentare ed

alla rintracciabilità e relativa etichettatura dei prodotti;

o garantire la sicurezza alimentare dei prodotti e delle produzioni, senza alterare l’equilibrio degli ecosistemi su cui

gravano;

o stabilire ed effettuare adeguati controlli, inclusi riesami periodici, per assicurare che i principi contenuti nella

presente Politica vengano seguiti;

o assicurare che ogni dipendente, collaboratore, organizzazione comprenda le proprie responsabilità relativamente

all’applicazione del Sistema e ne tenga contro nello svolgimento della propria attività lavorativa;

o attuate modalità di comunicazione al fine di rendere consapevoli tutti i soggetti coinvolti in merito al proprio ruolo

ed alle modalità di attuazione del SGPB.

Sulla base degli obiettivi generali, la filiera VinoVero definisce annualmente obiettivi specifici di miglioramento, sui

quali misurare e valutare la validità e l’efficacia del proprio Sistema di Gestione del Prodotto Biologico.

Nell’ambito della Filiera, CAPO-FILIERA si impegna ad assumere un ruolo attivo nella promozione del Sistema di

Gestione del Prodotto Biologico e nella valorizzazione del prodotto VinoVero, coinvolgendo tutti i livelli della Filiera e le

Organizzazioni che ne fanno parte. A tal proposito la Politica viene:

diffusa e illustrata a tutte le Organizzazioni, per garantire la piena comprensione e condivisione;

resa disponibile al pubblico, mediante adeguate forme di comunicazione;

riesaminata periodicamente, nel corso del Riesame del Sistema, per valutarne l’adeguatezza in riferimento a

mutate condizioni organizzative, tecnologiche e di mercato.

La filiera VinoVero

CAPO-FILIERA

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

PATTO DI FILIERA

TRA

INDICARE GENERALITA’ DELLA ORGANIZZAZIONE CAPO-FILIERA

E

La ditta

.....................................................................................................................................................................

Con sede in ........................................................... via ...............................................................................

Rappresentata da ............................................................................................................................................

Nella figura di .................................................................................................................................................

Di seguito indicata come Organizzazione

PREMESSO che

CAPO-FILIERA svolge attività di (inserire descrizione, precisando l’ambito di attività specifico dell’azienda capo-filiera).

CAPO-FILIERA intende realizzare e tenere attivo un sistema di gestione della qualità dei prodotti della filiera delle erbe

officinali da agricoltura biologica esteso a tutti i soggetti e le organizzazioni che concorrono in modo significativo alle

attività di cui è responsabile CAPO-FILIERA.

Detto sistema di gestione della qualità del prodotto è esplicitato nel documento “Manuale di gestione della qualità del

prodotto biologico”, denominato Manuale SGPB, nella revisione corrente.

CAPO-FILIERA ha, inoltre, stabilito la propria Politica per la Qualità, nella quale sono esplicitati i principi e gli indirizzi

generali che la filiera intende perseguire.

Come risulta dai documenti citati, l’obiettivo di CAPO-FILIERA è quello di trasformare, confezionare e commercializzare

i prodotti della filiera olivicola, così caratterizzati:

Prodotti BIOLOGICI, ai sensi delle vigenti normative nazionali ed internazionali, con particolare

riferimento alle norme UE, USA e JAS;

Ottenuti nel rispetto della normativa vigente in materia di igiene e sicurezza alimentare;

Ottenuti nell’ambito di un SISTEMA DI RINTRACCIABILITA’ ai sensi della norma UNI 22005:2008;

Ottenuti nel rispetto degli standard BRC/IFS e GLOBALGAP

La Organizzazione _________________ ha già in corso o intende avviare rapporti di collaborazione con l’azienda

CAPO-FILIERA per l’ottenimento dei prodotti oggetto di certificazione.

In particolare, l’organizzazione è impegnata nella filiera VinoVero per l’attività di (inserire descrizione, precisando

l’ambito di attività specifico dell’azienda aderente alla filiera).

Per detta attività l’Organizzazione rientra nell’elenco attivo dei fornitori qualificati di CAPO-FILIERA.

L’Organizzazione intende cooperare nella filiera CAPO-FILIERA per concorrere ad ottenere i risultati attesi e descritti

nel documento “Manuale di gestione della qualità del prodotto biologico”, nella revisione corrente, che dichiara di

conoscere ed approvare.

L’organizzazione possiede i mezzi e le risorse necessarie al conseguimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi

prefissati da CAPO-FILIERA ma intende avvalersi, per la organizzazione del sistema di gestione della qualità dei

prodotti destinati alla Filiera, del sistema elaborato ed attuato da CAPO-FILIERA.

LE PARTI CONVENGONO QUANTO SEGUE

Art. 1 Scopo dell’accordo

1.1 Tutte le Organizzazioni aderenti alla filiera VinoVero si impegnano a rispettare quanto previsto nell’ambito del

Sistema di Gestione della qualità del prodotto biologico, come descritto nella premessa del presente accordo.

1.2 La piena attuazione del presente accorso consentirà, all’intera FILIERA, di conseguire idonea certificazione

rilasciata da un ente indipendente.

Art. 2 Compiti e impegni dell’organizzazione

2.1 L’Organizzazione si impegna ad aderire alla Politica della Qualità definita da CAPO-FILIERA così come riportato in

premessa.

2.2 L’Organizzazione si impegna ad osservare, nell’ambito delle attività sotto il proprio controllo e la propria

responsabilità e limitatamente alle attività che ricadono nell’ambito della filiera VinoVero, tutte le disposizioni presenti

nel Manuale di cui in premessa ed in particolare quelle inerenti il controllo e le registrazioni.

2.3 L’Organizzazione dovrà fornire tempestivamente tutte le informazioni richieste dal Responsabile designato da

CAPO-FILIERA e relative ai prodotti oggetto degli impegni di cui al presente accordo.

2.4 L’Organizzazione dovrà provvedere a fornire, unitamente alla consegna del prodotto di cui al presente patto, tutte

le informazioni necessarie a dare evidenza dei trattamenti subiti dal prodotto durante tutta la fase di cui è responsabile

l’organizzazione, garantendo un idoneo collegamento dei singoli lotti e/o partite alle materie prime in ingresso e ai

prodotti in uscita, evitando qualsiasi soluzione di continuità nel sistema di rintracciabilità della filiera.

2.5 L’Organizzazione garantisce la propria disponibilità ad assoggettare la propria organizzazione e le unità produttive

impegnate nei rapporti contrattuali con CAPO-FILIERA alle attività di controllo e sorveglianza previste dal Manuale.

2.6 A tale scopo l’organizzazione si impegna a rendere disponibile l’accesso alle unità di produzione interessate ed

alle registrazioni relative sia al personale incaricato e/o autorizzato da CAPO-FILIERA sia al personale dell’ente di

certificazione indicato da CAPO-FILIERA e dei rispettivi enti di accreditamento.

2.7 L’Organizzazione dovrà adottare idonee azioni correttive a seguito delle non conformità emerse nel corso delle

verifiche ispettive interne della filiera VinoVero e di quelle degli enti di certificazione.

2.8 L’Organizzazione dovrà conservare e trasmettere tempestivamente a CAPO-FILIERA i reclami inerenti il prodotto

o il processo interessato ai rapporti contrattuali con CAPO-FILIERA ovvero tutte le sanzioni emesse dall’organismo di

controllo per le produzioni da agricoltura biologica cui è assoggettata l’organizzazione.

2.9 L’Organizzazione si impegna a seguire ed attuare le indicazioni e le specifiche tecniche operative predisposte da

CAPO-FILIERA per il tramite del Responsabile di prodotto della Filiera.

2.10 L’Organizzazione si impegna a partecipare alle attività formative e di aggiornamento predisposte da CAPO-

FILIERA.

Art. 3 Compiti ed impegni di CAPO-FILIERA

3.1 CAPO-FILIERA si impegna a promuovere il prodotto VinoVero in tutti i contesti, perseguendone la valorizzazione

commerciale, anche al fine di assicurare, a tutti i soggetti aderenti alla filiera, idonee condizioni di vita ed una equa

remunerazione.

3.2 CAPO-FILIERA dovrà mettere a disposizione l’elenco aggiornato e completo dei diversi soggetti aderenti alla

filiera.

3.3 CAPO-FILIERA si impegna a promuovere e realizzare con cadenza almeno annuale incontri con tutti i soggetti

aderenti alla filiera al fine di fornire gli aggiornamenti sullo stato del sistema di gestione del prodotto della filiera e

sugli obiettivi comuni da conseguire.

3.4 CAPO-FILIERA provvederà a garantire l’aggiornamento ed il miglioramento continuo degli strumenti predisposti

per la gestione della qualità del prodotto, anche sulla base delle indicazioni fornite dall’organizzazione.

3.5 CAPO-FILIERA si impegna a fornire l’assistenza necessaria per dare efficacia alle azioni correttive predisposte

nell’ambito delle attività di gestione della qualità del prodotto biologico.

3.6 CAPO-FILIERA provvederà a fornire all’organizzazione l’assistenza necessaria per il conseguimento degli obiettivi

quanti-qualitativi prefissati nell’ambito della filiera vitivinicola.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

3.7 CAPO-FILIERA si impegna a promuovere la costituzione di un comitato consultivo della filiera rappresentativo di

tutti i soggetti aderenti alla filiera al fine di sottoporre preventivamente le modifiche da apportare al sistema di

gestione della qualità del prodotto biologico.

Art. 4 Obbligo alla riservatezza

Nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente, i dati acquisiti nell’esercizio delle attività soggette a controllo

formeranno oggetto di trattamento da parte di CAPO-FILIERA, nell’osservanza dell’obbligo di riservatezza sancito,

nonché nell’osservanza del più generale principio di correttezza nei rapporti commerciali.

Data, ………………………..……

CAPO-FILIERA

____________________________________

Organizzazione

____________________________________

SEZIONE 03

ASPETTI GESTIONALI ED ORGANIZZATIVI NELLA FILIERA PRODUTTIVA

SOMMARIO

3.0 Introduzione

3.1 Organizzazione della Filiera

3.2 Gestione della Documentazione

3.3 Addestramento del personale

3.4 Azioni correttive e preventive

3.5 Gestione dei reclami da Cliente

3.6 Verifiche Ispettive

3.7 Riesame del Sistema

3.8 Documenti di Registrazione

3.0 INTRODUZIONE

Lo scopo della presente sezione del Manuale è di descrivere i processi gestionali ed organizzativi definiti dalla filiera

VinoVero, con particolare riferimento a:

l’organizzazione complessiva della filiera;

la definizione e le modalità di controllo della documentazione del Sistema di Gestione Integrato;

la formazione e l’addestramento delle risorse della filiera;

la gestione delle azioni correttive;

la gestione dei reclami ricevuti dai clienti;

la pianificazione e l’effettuazione delle verifiche ispettive interne e del Riesame del Sistema.

I processi gestionali ed organizzativi descritti sono strettamente correlati con le attività operative relative alla fase di

produzione e di trasformazione dei prodotti della filiera VinoVero, descritti nelle sezioni seguenti del presente Manuale.

La definizione e la gestione dei processi sopra elencati sono effettuate in accordo ai requisiti previsti dai diversi

standard di riferimento, come risulta dalla tabella di correlazione riportata nella Sezione 2 del presente Manuale.

3.1 ORGANIZZAZIONE DELLA FILIERA

Identificazione della filiera

Allo scopo di assicurare costantemente il rispetto delle prescrizioni del SGPB e dei relativi standard di riferimento,

l’azienda (inserire la denominazione dell’azienda individuata come Capo-Filiera) in qualità di Capo-filiera, in accordo

con tutti i soggetti aderenti al Patto di Filiera, ha definito la struttura organizzativa della filiera VinoVero ed i rispettivi

ruoli di ciascun componente in tale ambito. In particolare la filiera VinoVero è costituita dalle seguenti tipologie di

soggetti:

(inserire l’elenco delle tipologie di aziende/organizzazioni aderenti alla Filiera. Si riporta, a titolo di esempio, una

composizione-tipo di filiera per il settore olivicolo:

azienda Capofiliera

aziende fornitrici di mezzi tecnici (vivai)

aziende agricole

aziende di trasformazione (cantine)

Adattare la descrizione rispetto all’articolazione della filiera)

I dati identificativi di ciascun componente della filiera sono riportati, per tipologia di organizzazione, nella tabella

seguente.

(inserire nella tabella seguente l’indicazione di tutte le organizzazioni aderenti alla Filiera)

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

TIPOLOGIA ORGANIZZAZIONE SEDE

Ruoli e responsabilità

Nell’ambito della filiera VinoVero, è stata individuata l’organizzazione (specificare denominazione) quale organizzazione

che ricopre il ruolo di CAPOFILIERA. Il ruolo di Capo-filiera è, infatti, attribuito all’azienda leader nello specifico

comparto e che ricopre un ruolo strategico anche con riferimento alla commercializzazione del prodotto finito, curando

e promuovendo i rapporti con il mercato di riferimento.

L’organizzazione Capo-filiera ha il compito di presidiare costantemente tutti gli scambi di informazioni, documenti e

flussi materiali che avvengono all’interno della Filiera, nonché di coordinare l’insieme di operatori che aderiscono al

Patto di Filiera, nella gestione delle attività operative del Sistema. Spetta a (specificare denominazione) presiedere la

Filiera e svolgere attività di controllo e vigilanza affinché il Sistema di Gestione del Prodotto sia correttamente

applicato nell’ambito delle Aziende affiliate.

A tal fine l’organizzazione Capo-filiera ha individuato una funzione, quella del Responsabile di Gestione Prodotto (RGP),

specificatamente preposta alle attività di indirizzo, coordinamento, supporto e controllo per il corretto funzionamento

dell’intera organizzazione di filiera. La nomina della persona individuata per ricoprire tale funzione, con la definizione

dei relativi compiti, è formalizzata mediante sottoscrizione di apposito documento e comunicata a tutte le

organizzazioni di Filiera, contestualmente alla sottoscrizione del Patto di Filiera.

Ciascun soggetto di Filiera, al fine di garantire il costante coordinamento con l’organizzazione di Filiera, individua al

proprio interno un Addetto ai Rapporti di Filiera (ARF), quale funzione di interfaccia con il Responsabile Gestione

Prodotto e con tutte le altre organizzazioni. Responsabilità e compiti dell’ARF sono definiti in apposito documento, che

costituisce la formalizzazione della nomina di ciascuna persona individuata. I soggetti individuati per ricoprire il ruolo di

ARF sono resi noti a tutte le organizzazioni di filiera.

Per assicurare il corretto sviluppo e controllo di tutti i processi connessi alla gestione del SGPB, l’organizzazione della

filiera prevede, inoltre, la definizione di ruoli e responsabilità secondo quanto descritto nella tabella seguente:

RUOLO RESPONSABILITA’

Direzione = Direzione Aziendale Organizzazione Capofiliera (DIR)

• Definisce le strategie aziendali e di filiera

• Coordina, definisce e verifica il raggiungimento degli obiettivi strategici

• Definisce, sviluppa e verifica il raggiungimento degli obiettivi economici, finanziari e commerciali

• Gestisce lo sviluppo commerciale e distributivo aziendale

• E’ il referente per l’integrazione ed il coinvolgimento delle organizzazioni di filiera

Responsabile di Gestione Prodotto (RGP) • Interagisce con ogni soggetto della Filiera e con gli organismi di controllo

• Definisce, emette e gestisce tutta la documentazione del SGP, in collaborazione con tutti i soggetti della Filiera ed è responsabile della conservazione dei documenti di registrazione del Sistema

• Verifica che tutti i soggetti della Filiera operino in conformità a quanto previsto dal Sistema di Gestione del Prodotto

• E’ responsabile, con la supervisione della Direzione, della pianificazione ed esecuzione delle Verifiche Ispettive Interne e dell’analisi dei relativi risultati

• Effettua, in collaborazione con la Direzione, il Riesame del SGP, al fine di verificarne l’efficacia e l’efficienza in relazione agli obiettivi prefissati e di pianificare i relativi miglioramenti

• Cura i rapporti con l’Ente esterno incaricato delle Verifiche per il rilascio della certificazione

Responsabile Rapporti Clienti / Fornitori (RCF) • Individua segmenti e sbocchi di mercato

• Definisce linee prezzi e condizioni di vendita e servizio ed eventuali piani promozionali

• Valuta e fissa le condizioni di offerta

• Definisce e stipula contratti di vendita

• Assicura la gestione delle attività di vendita sui mercati nazionali ed esteri attraverso il coordinamento della Filiera, al fine di raggiungere gli obiettivi di budget prestabiliti

Addetto ai Rapporti di Filiera (ARF) per ciascuna organizzazione facente parte della filiera

Con riferimento alle attività di competenza della propria organizzazione:

• E’ responsabile della conformità dei processi produttivi a quanto previsto dal SGPB

• E’ responsabile della gestione della documentazione e dell’archiviazione delle registrazioni

• Interagisce con il Responsabile di Gestione Prodotto per tutti gli aspetti connessi al SGP della Filiera

• Riferisce al RGP su tutte le problematiche relative all’applicazione del SGPB e collabora per l’attuazione di opportune azioni correttive

• Collabora con RGP durante la pianificazione e l’esecuzione delle verifiche ispettive interne ed esterne

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Struttura della filiera

(inserire rappresentazione grafica della filiera, indicando i rapporti tra le diverse organizzazioni. Si riporta un esempio

di filiera-tipo per il settore viticolo)

LEGENDA:

= flusso commerciale

= flusso del prodotto

AZIENDE DI

TRASFORMAZIONE

AZIENDE DI

PRODUZIONE

AZIENDE DI

TRASPORTO

FORNITORI DI

MEZZI TECNICI

ASSOCIAZIONI DI

PRODUTTORI

ALLA DISTRIBUZIONE

CAPOFILIERA XXXXX

XXXXX

XXXXX

XXXXX XXXXX

XXXXX

XXXXX XXXXX

XXXXX XXXXX

XXXXX XXXXX

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Organizzazione dell’azienda capofiliera

(inserire descrizione dell’organizzazione dell’azienda capo-filiera, riportando anche, possibilmente, la rappresentazione

grafica dell’organigramma aziendale. Si riporta un esempio per un’organizzazione-tipo:

Adattare la rappresentazione grafica dell’Organigramma rispetto alla propria struttura organizzativa)

DIREZIONE AZIENDALE DIR XXXX

RESPONSABILE GESTONE QUALITA’ PRODOTTO

RGP XXXX

RESPONSABILE DI PRODUZIONE DP

XXXX

RESPONSABILE RAPPORTI CLIENTI / FORNITORI

RCF XXXX

RESPONSABILE AMMINISTRAZIONE

RA XXXX

RESPONSABILE MAGAZZINO RM

XXXX

OPERATIVI OP

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Qualificazione fornitori e soggetti di filiera

Nel presente capitolo si descrivono le modalità di qualificazione dei fornitori e dei soggetti di filiera adottate al fine di

garantire il costante rispetto delle caratteristiche peculiari stabilite per il prodotto VinoVero. Le modalità di controllo

sulle forniture, acquisite sia da soggetti di filiera, sia da fornitori esterni, sono, invece, definite nelle sezioni 05 e 07 di

questo manuale.

Le modalità di qualificazione dei fornitori di materie prime e mezzi tecnici e delle organizzazioni aderenti alla filiera,

sono analoghe, in quanto basate sugli stessi criteri operativi di verifica del possesso di requisiti minimi stabiliti.

Le aziende facenti parte della filiera sono le organizzazioni, individuate nel precedente capitolo 3.1.1, che aderiscono al

Patto di Filiera e che applicano, per quanto di competenza, tutte le prescrizioni e le regole stabilite dal SGPB, al fine di

garantire le caratteristiche dichiarate per il prodotto.

Le aziende esterne alla filiera, fornitrici di materie prime e di mezzi tecnici, sono, comunque, preventivamente

sottoposte a specifiche modalità di qualificazione per verificare la conformità delle stesse ai requisiti minimi richiesti, al

fine di garantire il rispetto delle caratteristiche stabilite per il prodotto dal SGPB.

Le modalità di qualificazione di entrambe le tipologie di fornitori di materie prime e mezzi tecnici, sono caratterizzate

essenzialmente da una valutazione preventiva ed un monitoraggio periodico della capacità dell’organizzazione di

continuare a garantire nel tempo gli standard di qualità definiti ed approvati preventivamente. I criteri di riferimento

su cui si basano entrambe le fasi di valutazione sono:

applicazione dei criteri e delle metodologie di agricoltura biologica e relativa certificazione dei prodotti;

rispetto dei requisiti cogenti applicabili in materia di igiene e salubrità degli alimenti (HACCP);

applicazione di un sistema di rintracciabilità che assicuri la possibilità di risalire al lotto di produzione relativamente

alle forniture effettuate in favore della filiera;

applicazione dei requisiti previsti dagli standard GLOBALGAP e BRC/IFS.

La qualificazione dei fornitori si basa, dunque, sulla verifica preventiva e periodica del possesso da parte

dell’organizzazione di tali requisiti minimi, documentati mediante apposita check list di valutazione. La check list di

valutazione, predisposta sul modulo M 01, è definita nei contenuti dal RGP del CAPOFILIERA ed è applicata mediante

l’interazione diretta con l’organizzazione fornitrice, finalizzata all’acquisizione e verifica di specifica documentazione e/o

visita presso la sede dell’organizzazione stessa.

Durante la fase di qualificazione dei fornitori, particolare attenzione è rivolta all’acquisizione delle specifiche tecniche di

tutti i materiali utilizzati, compresi gli imballaggi primari destinati a venire a contatto direttamente con il prodotto.

La check list di valutazione utilizzata riporta l’indicazione dei documenti da acquisire e verificare nei contenuti (validità,

scadenza, prescrizioni, ecc.), gli aspetti esaminati durante la visita presso la sede dell’organizzazione e i relativi

risultati.

L’applicazione della check list di valutazione del fornitore permette di valutare in modo oggettivo e documentato la

capacità dell’organizzazione a fornire prodotti conformi allo standard qualitativo richiesto. I fornitori valutati

positivamente, secondo i criteri stabiliti sulla check list, e, dunque, ritenuti idonei entrano a far parte dell’Albo Fornitori

della filiera e sono soggetti a valutazione periodica in funzione della frequenza delle forniture. La frequenza delle

successive valutazioni e stabilita sulla stessa check list, nel campo “esito valutazione”.

La valutazione del fornitore può dare esito negativo o positivo con riserva qualora, a seguito degli aspetti rilevati

durante la visita presso la sede dell’organizzazione e/o della documentazione esaminata, si riscontri un totale, parziale

o potenziale scostamento dai requisiti richiesti. In tal caso è facoltà di RGP, con l’eventuale supporto della Direzione,

richiedere all’organizzazione oggetto di valutazione, l’attivazione di opportune azioni correttive finalizzate alla

rimozione dello scostamento e, quindi, ad una nuova valutazione per il perseguimento di un esito positivo della

qualificazione. Le eventuali azioni correttive richieste sono annotate sullo stesso modulo di check list (M 01).

Per ciascuna organizzazione fornitrice di materie prime e mezzi tecnici RGP predispone apposito fascicolo contenente

tutta la documentazione attestante l’esecuzione e gli esiti delle attività di qualificazione (check list compilate con

relativa documentazione allegata, copia di attestati/certificati emessi da Enti di Certificazione e da Organismi di

Controllo, eventuale documentazione relativa alla gestione di azioni correttive, ecc.).

E’ compito di RGP, eventualmente coadiuvato dal Responsabile Rapporti Clienti/Fornitori (RCF), assicurare che per

ciascun fornitore di materie prime e mezzi tecnici siano effettuate e documentate, mediante la check list e la relativa

documentazione acquisita, sia la qualificazione preventiva che le successive fasi di monitoraggio periodico.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

3.2 GESTIONE DELLA DOCUMENTAZIONE

Descrizione della documentazione

La documentazione del Sistema di Gestione del Prodotto Biologico della filiera VinoVero si compone di:

Manuale SGPB ed eventuali ulteriori documenti di riferimento/supporto interni ed esterni

Politica per la Qualità

Patto di Filiera

Linee guida per l’applicazione di quanto definito nel Manuale

documenti di registrazione interni ed esterni

Sono classificabili come documenti di riferimento/supporto tutti quei documenti che riportano requisiti di determinati

processi/prodotti/attività a carattere prescrittivi (doc. di riferimento) ovvero quei documenti a carattere esplicativo e/o

integrativo (doc. di supporto) che agevolano la comprensione e l’applicazione dei documenti di riferimento.

Rientrano, pertanto, in questa categoria di documentazione:

o gli standard assunti come normativa di riferimento per la definizione del SGPB

o le leggi applicabili al settore di attività

o documentazione tecnico/scientifica relativa ad aspetti connessi con i processi della filiera

o linee guida/buone pratiche agricole

o la documentazione elaborata nell’ambito del Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

La Politica per la Qualità, definita dal Capofiliera e condivisa con tutte le organizzazioni aderenti alla filiera VinoVero, è

il documento che definisce gli indirizzi generali che tutta la filiera intende perseguire.

Il Patto di Filiera stabilisce gli impegni formali assunti da ciascun attore della filiera e definisce gli obiettivi della filiera

stessa e l’ambito nel quale è definita la rintracciabilità dei prodotti.

Si definiscono Linee Guida quei documenti, integrativi rispetto al presente Manuale, che hanno funzione esplicativa per

le modalità di attuazione di quanto definito nel Manuale, con specifico riferimento ai requisiti di alcuni degli standard di

riferimento (es. Piano di Gestione Agricolo).

Sono identificabili come documenti di registrazione tutti quei documenti che danno evidenza dell’applicazione di una

prescrizione contenuta nei documenti di riferimento/supporto ovvero che dia evidenza dell’esecuzione di attività

direttamente connesse allo sviluppo del SGPB.

Tutte le citate tipologie di documenti possono essere stati appositamente predisposti dall’organizzazione oppure

possono essere documenti di origine esterna. In quest’ultimo caso, il Responsabile Gestione Prodotto ne verifica i

contenuti ed approva formalmente il documento, che successivamente sarà gestito con le medesime modalità previste

per i documenti di origine interna.

I documenti del SGPB, sia di riferimento/supporto che di registrazione, possono inoltre essere di pertinenza di

specifiche tipologie di organizzazioni costituenti la filiera (ad es. specifiche e documenti di registrazione per la fase di

coltivazione, documenti di tipo commerciale per la fase di commercializzazione, ecc.), oppure possono essere

applicabili lungo tutta la filiera in modo trasversale.

Tutta la documentazione di riferimento e di registrazione può essere di tipo cartaceo oppure essere realizzata e/o

utilizzata in modo informatico.

La struttura della documentazione interna del SGPB è costituita essenzialmente dal presente Manuale, che rappresenta

il documento operativo interno di riferimento per l’applicazione del sistema, e da documenti di registrazione costituti

da moduli appositamente predisposti per fornire evidenza dell’esecuzione di determinate attività. Le sezioni del

Manuale SGPB costituiscono, dunque, le procedure operative per l’attuazione delle modalità definite per gestire le

attività previste dal sistema, in conformità ai requisiti degli standard assunti come riferimento. Il presente Manuale è

tenuto aggiornato e distribuito alle organizzazioni di filiera e all’interno dell’azienda capofiliera da RGP, secondo le

modalità di gestione descritte nei capitoli successivi.

Modalita’ di gestione della documentazione

Per ciascuna tipologia dei documenti descritti, si definiscono, nel seguito, i criteri generali e specifici di gestione e

controllo.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

DOCUMENTI DI SUPPORTO/RIFERIMENTO INTERNI

Il Manuale SGPB e gli eventuali ulteriori documenti di supporto interni, incluse le Linee Guida, devono sempre riportare

con chiarezza l’evidenza di:

•• Approvazione relativa all’adeguatezza, da parte della funzione responsabile, prima della emissione

•• riesame, eventuale aggiornamento e relativa riapprovazione

•• stato di revisione corrente e identificazione delle eventuali modifiche apportate

•• distribuzione e disponibilità presso i luoghi di utilizzazione delle pertinenti versioni in vigore dei documenti

applicabili, mediante lista di distribuzione firmata dalla funzione ricevente

•• facile identificazione e leggibilità

•• identificazione dei documenti obsoleti, eventualmente conservati, finalizzata ad evitarne un uso involontario.

Le modalità specifiche di gestione e controllo sono riportate nella tabella seguente.

Attività Descrizione

Elaborazione e stesura

Tale attività consiste nell'individuare, elaborare, formalizzare i concetti, le attività, le responsabilità, ecc., in documenti standardizzati del Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Identificazione Tutti i documenti di origine interna del SGPB sono identificati mediante:

• codice alfanumerico

• titolo del documento

• numero sequenziale e totale delle pagine

• indice di revisione e relativa data

Verifica ed approvazione

La Verifica consiste nell'analisi dei contenuti del documento per accertarne l'adeguatezza, la correttezza e la congruenza con i dati, i requisiti di riferimento e con le finalità del documento stesso. L'approvazione rappresenta il riscontro formale che attesta la validità del documento per la specifica utilizzazione.

I documenti fondamentali devono essere verificati ed approvati formalmente dai Responsabili delle aree direttamente interessate prima della loro emissione.

Emissione Al completamento delle attività di verifica ed approvazione, si procede all'emissione ufficiale del documento.

Distribuzione La distribuzione deve avvenire in modo controllato, tale da garantire che le edizioni appropriate dei documenti siano disponibili ed operative dove si svolgono le attività o i servizi ad esse pertinenti. La distribuzione del documento avviene utilizzando la Lista di Distribuzione (mod. M 02), sulla quale tutti i destinatari controfirmano l'avvenuta ricezione.

Il Responsabile della distribuzione all’interno della filiera è RGP. Il destinatario della distribuzione presso ciascuna organizzazione è ARF.

Consulenza ed Interpretazione

RGP garantisce la consulenza e l'adeguato supporto per la corretta interpretazione ed applicazione dei contenuti dei documenti emessi, sia all’interno di ciascuna organizzazione che fra le diverse organizzazioni facenti parte della filiera.

Applicazione L'applicazione e la corretta interpretazione dei documenti è diretta responsabilità di ogni Funzione interessata nell’ambito delle diverse aziende della Filiera, in relazione alle proprie competenze.

Gestione delle modifiche

Tutte le modifiche sono verificate e approvate dalle stesse Funzioni che hanno elaborato le revisioni precedenti. Su ogni pagina appare l'indice di revisione e la data in modo da identificare chiaramente l'ultima revisione.

Conservazione ed Archivio

Tutti i documenti sono conservati in originale e con tutte le revisioni, presso l’azienda Capofiliera, a cura di RGP. I documenti sono catalogati in un apposito indice e corredati delle liste di distribuzione per consentirne la rintracciabilità. Ogni ricevente è responsabile di:

• conservare in modo corretto la documentazione;

• renderla operativa;

• sostituirla con le modifiche o le revisioni successive;

• distruggerla o restituirla secondo le istruzioni del Responsabile dell’emissione.

Gli originali di tutte le edizioni obsolete, revisionate, sono conservati presso gli archivi di RGP per un periodo definito per ogni tipologia di documento, ed identificate con la dicitura "ANNULLATO", data e firma. Qualora non specificato si intende periodo di archiviazione pari a tre anni dalla data di annullamento.

Rintracciabilità Ogni documento è corredato delle indicazioni necessarie per individuare la sua area di appartenenza e seguirne la sua evoluzione nel tempo.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Attività Descrizione

Validità La validità dei documenti si protrae sino a quando si manifesti l’esigenza di apportare modifiche e quindi una revisione con nuova emissione.

Eliminazione

(per obsolescenza / inadeguatezza)

Quando si renda necessaria l'eliminazione di un documento per manifesta inadeguatezza alle norme o ai requisiti originali, è importante che l'eliminazione avvenga in maniera controllata. In particolare, RGP definisce tutte le attività per eliminare o fare annullare prontamente i documenti superati o non più validi presso tutti i centri di utilizzazione, fornendo tutte le necessarie informazioni e istruzioni.

RGP provvede inoltre, quando necessario, ad apportare le opportune variazioni al Manuale SGPB ed agli altri documenti correlati.

DOCUMENTI DI SUPPORTO/RIFERIMENTO ESTERNI

Si tratta di quei documenti che definiscono requisiti specifici, tecnici, di qualità, e/o prescrizioni cogenti cui l’intera

filiera deve attenersi per garantire le caratteristiche dei propri prodotti. Essi possono essere documenti di tipo tecnico,

commerciale oppure documenti emanati da Enti terzi (norme relative ai Sistemi di Rintracciabilità, standard di

riferimento, norme tecniche, regole di buona prassi, leggi, regolamenti, ecc.).

La gestione controllata di questa tipologia di documenti è descritta nella tabella seguente.

Attività Descrizione

Raccolta e archiviazione

E’ responsabilità di RGP acquisire tutti i documenti di origine esterna necessari ed archiviarli.

In particolare, RGP verifica periodicamente l’aggiornamento legislativo, consultando le fonti documentali ufficiali (pubblicazioni da associazioni, abbonamenti a riviste specifiche di settore, Gazzetta Ufficiale, ricerca su siti Internet istituzionali, ecc.)

Identificazione Tutti i documenti di origine esterna del SGPB sono identificati mediante:

• titolo del documento ed Ente emittente

• data di aggiornamento

Tutti i documenti acquisiti sono riportati sull’Elenco dei Documenti di Riferimento/Supporto (mod. M 03).

Verifica ed approvazione

I contenuti dei documenti di origine esterna sono verificati dalla Direzione della Capofiliera per accertarne l'adeguatezza e la congruenza con il SGPB della filiera.

La firma della Direzione apposta sul documento rappresenta il riscontro formale che attesta la validità del documento per la specifica utilizzazione all’interno della filiera.

Distribuzione La distribuzione avviene in modo controllato, a cura di RGP, al fine di garantire che le edizioni appropriate dei documenti siano disponibili dove si svolgono le attività o i servizi ad esse pertinenti. La distribuzione del documento avviene utilizzando la Lista di Distribuzione (mod. M 02), sulla quale tutti i destinatari controfirmano l'avvenuta ricezione.

Consulenza ed Interpretazione

RGP garantisce la consulenza e l'adeguato supporto per la corretta interpretazione ed applicazione dei contenuti dei documenti, sia all’interno di ciascuna organizzazione che fra le diverse organizzazioni facenti parte della filiera.

Applicazione L'applicazione e la corretta interpretazione dei documenti è diretta responsabilità di ogni Funzione interessata nell’ambito delle diverse aziende della Filiera, in relazione alle proprie competenze.

Conservazione ed Archivio

Tutti i documenti di origine esterna sono conservati, unitamente agli eventuali aggiornamenti, presso l’azienda Capofiliera, a cura di RGP. I documenti sono catalogati in un apposito indice e corredati delle liste di distribuzione per consentirne la rintracciabilità. Ogni ricevente è responsabile di:

• conservare in modo corretto la documentazione;

• applicarla, per quanto di propria competenza;

• sostituirla con i successivi aggiornamenti;

• distruggerla o restituirla secondo le istruzioni di RGP.

Gli originali di tutte le edizioni obsolete, antemodifica, revisionate, sono conservati presso gli archivi di RGP per un periodo definito per ogni tipologia di documento, ed identificate con la dicitura "ANNULLATO", data e firma. Qualora non specificato si intende periodo di archiviazione pari a tre anni dalla data di annullamento.

Attività Descrizione

Rintracciabilità Ogni documento è corredato delle indicazioni necessarie per individuare la sua area di appartenenza e seguirne la sua evoluzione nel tempo.

Validità La validità dei documenti si protrae sino a quando non venga emesso un nuovo aggiornamento ovvero sino a quando i contenuti in essi specificati rimangano attinenti alle attività della filiera.

Eliminazione

(per obsolescenza / inadeguatezza)

Quando si renda necessaria l'eliminazione di un documento, è importante che l'eliminazione avvenga in maniera controllata. In particolare, RGP definisce tutte le attività per eliminare o fare annullare prontamente i documenti superati o non più validi presso tutti i centri di utilizzazione, fornendo tutte le necessarie informazioni e istruzioni.

RGP provvede inoltre, quando necessario, ad apportare le opportune variazioni al Manuale SGPB ed agli altri documenti correlati.

DOCUMENTI DI REGISTRAZIONE INTERNI ED ESTERNI

Sono i documenti utilizzati per la registrazione di precise attività regolamentate dal Sistema di Gestione del Prodotto

Biologico, di cui rappresentano la dimostrazione oggettiva e documentata della applicazione, consentendo al tempo

stesso di valutarne l’efficacia.

I documenti di registrazione possono essere di origine interna, appositamente predisposti nell’ambito del SGPB, oppure

di origine esterna, se predisposti/redatti da Enti esterni alla filiera.

In entrambi i casi, è importante che ogni documento sia compilato in modo completo e chiaro, sia per quanto riguarda

i risultati delle attività eseguite, sia per ciò che concerne la correlazione ad attività, processi e/o ai documenti cui sono

riferiti.

Devono essere, inoltre, chiaramente identificabili i responsabili dell'esecuzione delle attività cui i documenti si

riferiscono.

Modalità e responsabilità in merito all’identificazione, compilazione, archiviazione e durata di conservazione di tali

documenti sono definite nell’ambito del relativo documento di riferimento.

Tutta la modulistica allegata ai documenti di riferimento interni del SGQ, utilizzata per la registrazione delle attività

effettuate, è identificata con il seguente codice alfanumerico:

M. XX

dove: M = Modello XX = N° progressivo

E’ responsabilità di RGP la predisposizione e il relativo aggiornamento dell’apposito Elenco Documenti di Registrazione

(M 04) che riporta tutti i documenti di registrazione sia interni, sia esterni, con l’indicazione del responsabile e delle

tempistiche di archiviazione.

3.3 ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE

L'Addestramento del Personale, appartenente a tutti i livelli dell'Organizzazione, costituisce un'esigenza fondamentale

per il miglioramento della qualità del prodotto, per l'efficacia del SGP e per il raggiungimento degli obiettivi che la

filiera VinoVero ha definito nella propria Politica per la qualità e nel Patto di Filiera.

L'addestramento del Personale si basa su un'adeguata combinazione di formazione, addestramento ed esperienza ed è

finalizzato ad assicurare che tutte le persone, coinvolte in attività relative al SGPB, svolgano le proprie mansioni con

adeguata competenza e, ove previsto, con idonee qualifiche specifiche.

Il processo di Addestramento comprende, oltre ad interventi di formazione, aggiornamento e addestramento

operativo, anche attività di sensibilizzazione e coinvolgimento rivolte a tutti i livelli dell’Organizzazione di filiera. Esso

rappresenta, infatti, un importante veicolo per la motivazione, la sensibilizzazione e l'integrazione delle persone e

contribuisce a facilitare ed accrescere l’efficacia della comunicazione.

Pertanto, allo scopo di assicurare costantemente un adeguato livello di competenza e consapevolezza di tutti gli

operatori per il rispetto delle prescrizioni del SGPB e dei relativi standard di riferimento, è responsabilità

dell’organizzazione Capo-filiera, in accordo con tutti i soggetti di filiera, pianificare ed effettuare attività specifiche di

addestramento e di informazione/comunicazione, secondo quanto descritto nei successivi paragrafi.

Informazione e comunicazione

Le attività di informazione e comunicazione, all’interno della filiera VinoVero, sono attuate con continuità, nello

sviluppo delle attività lavorative, avendo individuato delle funzioni specifiche preposte alla gestione di tutti gli scambi

informativi e di relazione tra i diversi soggetti di filiera. Tali funzioni sono rappresentate dall’RGQ della Azienda

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Capofiliera e dai diversi ARF individuati in ciascuna organizzazione facente parte della filiera. RGQ, in particolare, ha il

compito di assicurare la completa e corretta comunicazione interna e coordinare i flussi di informazioni tra tutte le

organizzazioni. Tali attività sono svolte quotidianamente mediante scambi continui sia per iscritto che verbali, con il

supporto dei normali mezzi di comunicazione (fax, e-mail, telefono, ecc.). In funzione delle necessità, sono, inoltre,

previsti e tenuti momenti di incontro tra i diversi responsabili di filiera e/o riunioni allargate a tutti i soggetti coinvolti.

Gli incontri informativi e le riunioni finalizzate e discutere e prendere decisioni in merito agli aspetti connessi

all’attuazione e al miglioramento del SGPB sono opportunamente verbalizzati e le relative registrazioni conservate da

RGQ.

Formazione e addestramento

E’ responsabilità di ciascuna Organizzazione di filiera mettere a disposizione personale idoneo e opportunamente

qualificato e addestrato per il corretto svolgimento delle attività di competenza, in osservanza alle prescrizioni

legislative vigenti ed ai requisiti previsti dagli standard di riferimento del SGPB. Pertanto ciascuna Organizzazione

provvede a verificare periodicamente, al proprio interno l’adeguatezza, delle qualifiche e dei livelli di competenza di

tutte le funzioni coinvolte nella gestione del SGPB e ad effettuare attività di addestramento, formazione e/o

aggiornamento per il miglioramento del Sistema.

La Direzione dell’Azienda Capofiliera, con la collaborazione di RGP, supporta le organizzazioni di filiera svolgendo azioni

di indirizzo nell’individuazione delle necessità formative e di addestramento a livello generale, in funzione della Politica

per la Qualità del prodotto, delle strategie e degli obiettivi stabiliti e delle eventuali richieste da parte del personale

operante nella Filiera, derivanti da specifiche necessità funzionali.

L’organizzazione Capo-filiera provvede, inoltre, ad organizzare incontri formativi specifici rivolti a tutti i soggetti

coinvolti nella gestione delle diverse attività di filiera, finalizzati a fornire adeguata formazione per la corretta

applicazione delle prescrizioni del SGPB e degli standard di riferimento. Tali incontri, organizzati per gruppi omogenei

di partecipanti, sono tenuti, in funzione delle finalità e degli argomenti da trattare, da personale interno o esterno

individuato dalla Direzione della Capofiliera.

Gli incontri formativi hanno ad oggetto, prevalentemente:

aspetti connessi con l’igiene dei prodotti e la sicurezza alimentare (principi HACCP);

principi di agricoltura biologica e modalità di gestione delle colture e del processo di trasformazione;

modalità di identificazione e rintracciabilità degli alimenti lungo la filiera produttiva;

gestione delle attività e tutela dell’ambiente.

Tutte le attività formative svolte sono registrate su apposito modulo (M 05) “Scheda Formazione”.

La verifica dell’efficacia delle azioni di formazione e addestramento è effettuata direttamente dalla Direzione, con la

collaborazione di RGP e dei Responsabili di Funzione, nello svolgimento delle attività lavorative. Per tutto il Personale,

vengono verificati i risultati ottenuti, in riferimento all’applicazione delle procedure del SGPB, mediante l’esito delle

Verifiche Ispettive Interne.

E’ compito di RGP gestire e conservare tutti i documenti di registrazione relativi alle attività di formazione e

addestramento, schede di formazione, attestati di corsi di formazione effettuati presso strutture esterne, curricula del

personale, documenti comprovanti il possesso di qualifiche specifiche, ecc.

3.4 AZIONI CORRETTIVE E PREVENTIVE

Le Azioni Correttive o Preventive hanno lo scopo di identificare le cause delle Non Conformità reali o potenziali e

pianificare provvedimenti correttivi atti ad eliminare o ridurre le cause stesse.

La classificazione delle Non Conformità e le relative modalità di gestione sono descritte in dettaglio nella sezione 08 del

presente Manuale.

Quando si verifica una Non Conformità si provvede alla valutazione ed alla risoluzione della singola Non Conformità.

Viene quindi presa in esame la possibilità di individuare ed eliminare la causa della Non Conformità al fine di

prevenirne il ripetersi (Azione Correttiva su Non Conformità reali). Periodicamente vengono prese in esame tutte le

informazioni che fornisce il Sistema di Gestione del Prodotto al fine di individuare ed eliminare le cause di possibili Non

Conformità (Azione Preventiva su Non Conformità potenziali).

Apertura di Azione Correttiva/Preventiva

L’attivazione di una Azione Correttiva o Preventiva è conseguente alla individuazione di Non Conformità reali o

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

potenziali scaturite da tutte le attività di controllo dei processi e di monitoraggio del SGPB. Pertanto l’attivazione di una

AC o AP può scaturire da:

rapporti sulle non conformità di processo di tipo grave e/o ripetitivo e/o non risolvibile in tempo reale

segnalazioni da parte di qualunque funzione aziendale, soggetto di filiera o da enti esterni (enti di controllo,

associazioni di categoria, ecc.)

anomalie rilevate in fase di verifiche ispettive, anche da parte del cliente

reclami o segnalazioni da parte del cliente relativamente a Non Conformità sul prodotto e/o sul servizio fornito

risultati delle attività di analisi e Riesame del SGPB effettuate dalla Direzione che evidenziano Non Conformità reali

o potenziali, che per gravità e/o impatto economico meritano particolare attenzione

Qualora un’area aziendale o una organizzazione di filiera riscontri carenze nell’applicazione del SGPB o irregolarità

gravi e/o ricorrenti nel corso dei normale processi operativi di competenza, può richiedere un’azione Correttiva.

Il Responsabile dell’area aziendale o l’ARF che rileva la Non Conformità ne da comunicazione ad RGP, in modo tale che

lo stesso attivi il processo di Azione Correttiva.

La gestione della AC/AP parte dall’analisi approfondita delle Non conformità reali o potenziali e dalla registrazione, da

parte di RGP, della descrizione della stessa, supportata dalla individuazione e raccolta dei documenti riportanti tutte le

informazioni necessarie a stabilire AC/AP efficaci.

RGP, quindi, con l’eventuale supporto della Funzione che richiede l’attivazione di una AC/AP, compila la prima parte del

Modulo “Gestione Azione Correttiva/Preventiva - ACP” (M 06) relativa all’analisi della Non Conformità, avendo cura, in

particolare, di riportare una descrizione dettagliata del problema che ha generato la richiesta e di allegare tutta

l’eventuale documentazione di supporto che attesta l’importanza del problema.

Attivazione di Azione Correttiva/Preventiva

A seguito della fase di analisi della non conformità, RGP, con l’eventuale coinvolgimento della Direzione, valuta

attentamente la necessità di attivare o meno l’azione e formalizza le decisioni prese sull’apposito campo del modulo

ACP. Nel caso di richiesta non accettata, RGP indica le motivazioni e le comunica alla Funzione richiedente.

A seguito della decisione di attivare l’AC/AP, RGP effettua un’analisi delle possibili cause del problema presentato e

pianifica l’AC/AP, coinvolgendo le eventuali altre funzioni aziendali interessate.

In ogni caso, è necessario riportare sul modulo M 06 le seguenti informazioni:

• individuazione delle cause / analisi della non conformità

• pianificazione e modalità di attuazione dell’AC/AP specificando dettagliatamente le attività pianificate, le

responsabilità, i tempi e le modalità di attuazione delle soluzioni adottate.

Monitoraggio dei risultati delle azioni attuate e Riesame delle AC / AP

Le attività pianificate sono monitorate mediante verifiche periodiche di attuazione da parte di RGP, che prevedono la

registrazione dell’esito delle verifiche delle azioni intraprese, nonché l’eventuale ripianificazione, per le attività non

effettuate e/o effettuate in maniera parziale e/o poco efficace. Tali verifiche di attuazione sono effettuate in funzione

delle tempistiche stabilite in fase di pianificazione. La gestione delle Azioni Correttive/Preventive e il relativo stato di

avanzamento sono registrati da RGP sull’apposito Registro (Mod. M 07).

La verifica complessiva dell’efficacia delle azioni intraprese per l’eliminazione delle cause reali o potenziali della non

conformità, può essere effettuata alla conclusione di tutte le attività previste o in fase di riesame del SGPB. La

registrazione della verifica di efficacia, in qualunque momento sia effettuata, è registrata nell’apposito campo del Mod

M 06, nonché sul Registro Azioni Correttive/Preventive.

In fase di Riesame del SGI vengono, inoltre, riesaminate tutte le AC/AP effettuate nel periodo di riferimento, nonché i

relativi risultati raggiunti.

3.5 GESTIONE DEI RECLAMI DA CLIENTE

L’intera filiera VinoVero attribuisce particolare importanza a tutte le informazioni di ritorno ottenute dai clienti, intesi

sia come strutture di commercializzazione dei prodotti che come consumatori finali.

Tra i diversi feed-back, quello più “critico” è rappresentato, senza dubbio, dai reclami, formalizzati per iscritto o

ricevuti verbalmente, che possono essere considerati veri e propri segnale d’allarme per la gestione dell’intera filiera e

dei suoi prodotti.

Appare, pertanto, assolutamente rilevante definire precise modalità di gestione dei reclami, all’interno della filiera, e di

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

analisi attenta, anche al fine di individuare possibili interventi di miglioramento.

La gestione dei Reclami e delle segnalazioni del Cliente permette, infatti, di valutare e definire le cause che hanno

determinato la Non Conformità del prodotto e/o l’insoddisfazione del Cliente sul prodotto e/o sul servizio globale

fornito.

Tale gestione, inoltre, consente la definizione e la formulazione di Azioni Correttive e/o Preventive, per risolvere le

problematiche emerse e per evitare che queste si ripresentino, nonché l’attivazione di idonee procedure di

richiamo/ritiro del prodotto dal mercato.

Il livello e la profondità dell’analisi del reclamo o della segnalazione e delle Azioni Correttive e/o Preventive

conseguenti, sono valutate caso per caso da RGP con il coinvolgimento della Direzione della struttura capofiliera.

Il reclamo può pervenire, in modo formalizzato tramite comunicazione scritta oppure come segnalazione verbale, dai

Clienti della filiera o dalle parti interessate esterne. In ogni caso, la Funzione che riceve il reclamo/segnalazione,

analizza quanto segnalato dal Cliente, individua la causa e ne ipotizza la relativa gestione. Il ricevente, inoltre, informa

tempestivamente RGP relativamente al Reclamo o alla segnalazione, al fine di concordare la relativa gesitone.

RGP, ricevuta l’informazione, opera come segue:

• identifica e descrive il reclamo/segnalazione sullo stesso modulo di gestione della Azioni Correttive/Preventive (M

06), coinvolgendo le funzioni interessate

• insieme alle altre funzioni coinvolte e, in particolare con la Direzione, valuta il reclamo/segnalazione e stabilisce le

azioni da attuare con le relative tempistiche e responsabilità.

In particolare, in base alle decisioni prese dalla Direzione e con la collaborazione delle altre funzioni interessate, RGP

interviene immediatamente per risolvere il reclamo/segnalazione segregando eventuali prodotti non conformi e/o

sospendendo le attività/processi che possono aver dato origine alla contestazione e/o attivando idonee modalità di

ritiro del prodotto con eventuale segnalazione, ove previsto, agli enti competenti, e fornendo adeguate risposta al

cliente. Le modalità per attivare il richiamo del prodotto dal mercato sono dettagliate nella sezione 08 del Manuale.

Quindi RGP formalizza le decisioni prese e le azioni che si è deciso di adottare, in funzione della criticità del problema,

finalizzate alla eliminazione delle cause che hanno determinato il problema oggetto di reclamo/segnalazione.

E’ responsabilità di RGP seguire l’attuazione delle azioni stabilite e monitorarne i risultati e la relativa efficacia.

Tutti i documenti relativi a Reclami e Segnalazioni sono conservati da RGP per tutte le attività di gestione,

monitoraggio e controllo.

Le informazioni di ritorno da tali attività vengono analizzate dalla Direzione nel corso del Riesame del Sistema, al fine

di individuare opportunità di miglioramento.

3.6 VERIFICHE ISPETTIVE

VERIFICHE ISPETTIVE INTERNE

Le attività di Verifica Ispettiva Interna, condotte con il coordinamento del Responsabile Gestione Prodotto

sull’organizzazione Capo-filiera, su tutti i soggetti appartenenti alla FILIERA VinoVero e sui fornitori di materie prime e

mezzi tecnici, hanno i seguenti obiettivi principali:

1. verificare la conformità di tutte le attività svolte per il controllo del processo a quanto definito nel presente

Manuale di Gestione del Prodotto Biologico;

2. verificare, sul prodotto finito, la presenza di tutte le caratteristiche stabilite dal Manuale di Gestione del Prodotto

Biologico (prodotti ottenuti con metodi di agricoltura biologica, identificazione e rintracciabilità lungo tutta la filiera,

controllo dell’igiene del prodotto in tutti i passaggi, ecc.);

3. verificare, in ciascuna area della filiera, l’applicazione delle modalità organizzative e gestionali indicate nel Manuale

di Gestione del Prodotto Biologico;

4. controllare la corretta effettuazione delle registrazioni di propria competenza, secondo quanto previsto dal

Manuale di Gestione del Prodotto Biologico, quali evidenze documentali delle attività eseguite e verificarne le modalità

di archiviazione.

Pianificazione delle Verifiche Ispettive

RGP pianifica annualmente le attività di verifica da effettuarsi sia all’interno dell’azienda capofiliera sia presso gli altri

soggetti della filiera. La frequenza delle verifiche da effettuare varia in funzione della tipologia di processo, della

stagionalità della produzione, della criticità dell’unità produttiva, dell’esito di precedenti verifiche ispettive interne ed

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

esterne e della necessità di verificare l’efficacia di eventuali Azioni Correttive.

La pianificazione delle verifiche ispettive interne, stabilita da RGP ed approvata dalla Direzione, è documentata sul

Piano Annuale delle Verifiche Ispettive (Mod. M 08). Le date stabilite per l’esecuzione delle Verifiche Ispettive sono

comunicate da RGP a ciascun Addetto ai Rapporti di Filiera (ARF) con congruo anticipo, al fine di poter effettuare le

attività in modo efficace, concordando gli aspetti organizzativi e logistici.

Esecuzione delle Verifiche Ispettive

Le Verifiche Ispettive Interne, effettuate sull’organizzazione Capo-filiera, sui soggetti appartenenti alla filiera e/o sui

fornitori, possono essere condotte direttamente dalla Direzione e/o da RGP e/o da personale e/o organismi qualificati

individuati dalla Direzione, assicurando sempre l’indipendenza del valutatore dalle attività oggetto di verifica.

La Direzione, dunque, assicura sempre che ogni Verifica Ispettiva Interna effettuata sia condotta da personale che non

ha diretta responsabilità nelle attività sottoposte a verifica.

L’Audit interno è effettuato mediante visita presso la sede ove si svolge il processo oggetto di indagine, intervista al

personale coinvolto, osservazioni dirette delle attività e delle condizioni nelle aree interessate nonché mediante

l’esame della documentazione utilizzata.

L’esecutore della Verifica utilizza, come guida operativa, una apposita “Lista di Riscontro”, modulo M 09, costituita da

un elenco di requisiti da verificare connessi con processi/aree prese in esame. Gli elementi da tenere a riferimento per

la definizione delle voci da valutare sono essenzialmente i requisiti previsti dagli standard di riferimento, i requisiti

generali del Sistema di Gestione del Prodotto ed ogni altro requisito specifico individuato nei documenti prescrittivi

riguardanti le singole aree della filiera.

Sulla Lista di Riscontro, in corrispondenza di ogni elemento riportato, RGP annota l’esito del controllo e le eventuali

anomalie rilevate, concordando, con il Responsabile del processo/area in esame, le azioni correttive e di miglioramento

da attuare.

La Lista di Riscontro, che riporta anche gli esiti della Verifica effettuata, viene sottoscritta sia dall’esecutore della

Verifica che dal Responsabile del processo/area indagata.

Gestione delle Non Conformità e Azioni Correttive e Preventive

A seguito delle Verifiche Ispettive effettuate, i soggetti di filiera oggetto di indagine devono gestire le anomalie

riscontrate in fase di verifica, mediante l’attivazione di idonee Azioni Correttive, finalizzate ad analizzare le cause delle

non conformità ed a pianificare gli interventi da mettere in atto per evitarne il ripetersi. Gli strumenti operativi per la

gestione e la registrazione di tali attività sono descritti nel paragrafo 3.4 del presente sezione del Manuale e nei moduli

in essa richiamati.

Riesame delle Verifiche Ispettive

Le attività di riesame delle verifiche ispettive effettuate sistematicamente, con particolare attenzione alle non

conformità riscontrate, sono attuate da RGP con il coinvolgimento diretto degli ARF.

Tale attività di riesame è finalizzata, in particolare, al monitoraggio dell’attuazione delle Azioni Correttive o Preventive

convenute e delle rispettive tempistiche di attuazione, nonché alla verifica dell’efficacia. Gli esiti del riesame delle

verifiche ispettive e della gestione delle relative azioni correttive e preventive sono elemento importante da

considerare in occasione del Riesame del Sistema effettuato annualmente dall’organizzazione Capo-filiera.

VERIFICHE ISPETTIVE ESTERNE

L’organizzazione Capo-filiera e tutti gli altri soggetti della filiera VinoVero possono essere periodicamente sottoposti a

Verifiche Ispettive Esterne, con diverse finalità a seconda che si tratti di verifiche di parte seconda o di parte terza.

In particolare:

• le Verifiche di parte seconda possono essere condotte da Clienti di VinoVero al fine di verificare la conformità dei

prodotti e delle forniture a tutti i requisiti stabiliti e concordati con il Cliente nelle trattative commerciali;

• le Verifiche di parte terza sono effettuate da Organismi di Controllo e/o da Enti di Certificazione allo scopo di

valutare la conformità dei prodotti, dei processi e del Sistema ai requisiti previsti da uno o più standard di riferimento.

La filiera VinoVero è, inoltre, sottoposta ad eventuali controlli effettuati da Enti / Organismi competenti per la verifica

del rispetto dei requisiti cogenti applicabili.

Al fine di rendere le attività di verifica e controllo elemento utile per il monitoraggio del corretto funzionamento del

Sistema e della costante conformità del prodotto ai requisiti stabiliti, l’organizzazione Capo-filiera, ha definito le

seguenti modalità di gestione di tali attività:

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

1. Disponibilità a ricevere le Verifiche secondo quanto pianificato / richiesto da ciascun soggetto di controllo;

2. Messa a disposizione di sede, personale, documentazione e quant’altro necessario al completo e corretto

svolgimento della Verifica Ispettiva;

3. Presenza della Direzione e/o del Responsabile Gestione Prodotto e/o di tutte le funzioni aziendali responsabili delle

attività oggetto di verifica;

4. Individuazione di RGP quale referente per il Valutatore esterno, relativamente alle attività di supporto per la

pianificazione e l’organizzazione delle Verifiche, l’assistenza e l’accompagnamento durante le fasi operative di Verifica,

il raggiungimento degli obiettivi stabiliti per la Verifica, la raccolta e l’analisi dei risultati delle Verifiche Ispettive

effettuate.

Le Verifiche Ispettive Esterne sono pianificate, condotte e documentate secondo le modalità specifiche di ciascun

Ente/Organismo.

E’ compito di RGP documentare la pianificazione e l’avvenuta effettuazione delle Verifiche Ispettive, mediante l’utilizzo

del “Piano Annuale delle Verifiche Ispettive”, M 08, e raccogliere tutta la documentazione relativa agli esiti delle

Verifiche effettuate. Tali risultati sono, infatti, utilizzati in fase di Riesame, secondo quanto definito nella relativa

sezione del presente Manuale.

3.7 RIESAME DEL SISTEMA

Il Sistema di Gestione del Prodotto viene sottoposto annualmente a Riesame da parte della Direzione, allo scopo di

verificarne la continua idoneità, adeguatezza ed efficacia e quindi pianificare azioni correttive, preventive e/o di

miglioramento. Il riesame è, inoltre, effettuato in occasione di modifiche significative nell’organizzazione della filiera

e/o nei processi operativi connessi alla realizzazione del prodotto (es. modifiche sostanziali dei processi di produzione o

di trasformazione, modifiche di apparecchiature, stabilimenti, ecc.)

Attraverso il Riesame vengono valutate le esigenze di apportare modifiche al Sistema di Gestione del Prodotto e/o alla

Politica per la Qualità.

Il Riesame del Sistema, effettuato dalla Direzione in collaborazione di RGP, è documentato mediante l’utilizzo del

modulo M 10, e costituisce uno degli elementi fondamentali per la stesura del Piano di Miglioramento, definito dalla

Direzione sullo stesso Mod M 10.

Il Riesame del Sistema consiste in una approfondita analisi dei risultati relativi alle attività di monitoraggio del

Sistema, dei processi e del prodotto, al fine di individuare le aree di miglioramento delle prestazioni. In particolare, il

Riesame consiste nel verificare lo stato del Sistema, valutando in modo approfondito e globale:

i risultati delle verifiche ispettive interne ed esterne, dei feedback dei clienti e delle simulazioni effettuate sul

richiamo del prodotto

le prestazioni dei processi, l’efficacia dei controlli e la conformità del prodotto

eventuali modifiche introdotte nel processo di produzione e trasformazione dei prodotti lungo tutta la filiera

lo stato delle azioni correttive e preventive

i risultati dei riesami precedenti e delle azioni di miglioramento pianificate

l’adeguatezza della Politica per la Qualità e del Patto di Filiera e l’eventuale necessità di modifiche

qualunque altro elemento rilevante ai fini della valutazione complessiva del funzionamento del SGPB, incluse

eventuali modifiche del quadro normativo applicabile.

Con riferimento a tali elementi RGP, con frequenza annuale, elabora la relazione di Riesame, riportando sinteticamente

sull’apposito modulo una valutazione critica e propositiva, supportata dalle informazioni e dai dati raccolti. RGP

sottopone, quindi, alla Direzione tale relazione e le proposte di miglioramento elaborate e formalizzate su tale

documento. E' compito della Direzione analizzare le informazioni relative al Riesame del Sistema, approvare o meno le

proposte presentate e definire le azioni di miglioramento da attuare.

I risultati del Riesame e le azioni stabilite nel Piano di Miglioramento sono comunicati dalla Direzione a tutte le

Organizzazioni facenti parte della filiera, mediante una riunione generale e/o comunicazioni/incontri specifici. Le

registrazioni del Riesame sono conservate da RGP.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

3.8 Documenti di Registrazione

ARCHIVIAZIONE Codice Titolo

Responsabile Durata

M 01 Check list valutazione fornitore RGP 3 anni

M 02 Lista di distribuzione RGP 3 anni

M 03 Elenco documenti di riferimento/supporto RGP 3 anni

M 04 Elenco documenti di registrazione RGP 3 anni

M 05 Scheda Formazione RGP 3 anni

M 06 Gestione azione correttiva/preventiva RGP 3 anni

M 07 Registro azioni correttive/preventive RGP 3 anni

M 08 Piano delle verifiche ispettive RGP 3 anni

M 09 Lista di riscontro per verifica ispettiva interna

RGP 3 anni

M 10 Riesame del Sistema RGP 3 anni

SEZIONE 04

DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI PRODUZIONE AGRICOLA E PIANO DI GESTIONE AGRICOLA

SOMMARIO

4.0 Gestione dell’agroecosistema

4.1 Processo di produzione agricola

4.2 Processo di trasformazione

4.0 GESTIONE DELL’AGROECOSISTEMA

PREMESSA

I processi di produzione e di trasformazione nella filiera VinoVero sono svolti con l’obiettivo di garantire una gestione

sostenibile dell’Agroecosistema, in accordo con i principi fondamentali dell’agricoltura biologica. Questo obiettivo è

perseguito attraverso 4 azioni fondamentali:

a) Salvaguardia dell’Ecosistema Primario;

b) Lo sviluppo di Superfici Ecologiche;

c) La minimizzazione dell’impatto dei rifiuti della lavorazione sull’ambiente;

d) La minimizzazione dell’impiego delle macchine e delle energie non rinnovabili.

SALVAGUARDIA DELL’ECOSISTEMA PRIMARIO

Vi possono essere necessità di messa a dimora di nuove colture o di realizzare nuove strutture per i depositi e/o

trasformazione dei prodotti o per gli alloggi di addetti alla lavorazione. In nessun caso questi devono essere realizzati

su terreni dove in precedenza era presenti:

3 prati e pascoli sfruttati in modo estensivo;

4 fossati umidi, stagni e pozze;

5 boschi;

6 paludi;

7 torbiere.

Nel caso di acquisti di nuovi terreni, se questi sono seminativi o presentano colture arboree con età inferiore a 10 anni,

è necessario dimostrare che sugli stessi non erano presenti negli ultimi 10 anni superfici tra quelle su elencate. Tale

vale anche se vi sono strutture realizzate nello stesso periodo.

FAVORIRE LO SVILUPPO DI SUPERFICI ECOLOGICHE

E’ necessario favorire lo sviluppo di superfici Ecologiche quali:

8 prati e pascoli sfruttati in modo estensivo;

9 cumuli di pietra, muri a secco, affioramenti rocciosi

10 fossati umidi, stagni e pozze;

11 boschi;

12 fasce seminate con fiori selvatici

13 siepi, boschetti campestri

14 paludi;

15 viali erbosi;

16 fabbricati con finestre e porte aperte;

17 alberi di alto fusto.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Per raggiungere tale scopo è necessario che nelle aziende siano presenti queste superfici e la cui dimensione raggiunga

il 7% del SAU aziendale. Le aziende, che al momento dell’ingresso nella Filiera non raggiungono tale requisito, hanno 5

anni di tempo per conformarsi.

ABBATTERE L’IMPATTO DEI RIFIUTI DELLA LAVORAZIONE SULL’AMBIENTE

Tale aspetto riguarda soprattutto le aziende di trasformazione dei prodotti. Per quelle di produzione è fatto solo obbligo

di non bruciare i residui colturali in campo.

Per le aziende di trasformazione, invece, è necessario che i residui della lavorazione abbiano solo 2 possibilità di

destinazione:

i residui di lavorazione sono inviati ad aziende autorizzate per il recupero.

Considerando la difficoltà di reperire aziende disposte a tale tipo di collaborazione, è concesso un periodo pari a 5 anni

dal momento dell’ingresso della struttura nella filiera per raggiungere tale scopo.

CONTENERE L’IMPIEGO DELLE MACCHINE

Un uso eccessivo delle macchine durante le fasi di produzione agricola possono avere impatti negativi quali:

5. Eccessivo compattamento dei suoli;

6. Inquinamento da gas di scarico.

Allo scopo di limitare al minimo tale impatto è necessario avere uno strumento di misura che lo quantifichi. Tale

misura è dato dal peso-equivalente/ha dato dal carburante per le macchine agricole utilizzato in ciascuna azienda. Tale

risultato è confrontato con apposita tabella che riporti i valori entro i quali l’impatto è considerato accettabile.

4.1 PROCESSO DI PRODUZIONE

PREMESSA

Il processo di produzione si completa in due fasi distinte: 1) la produzione agricola; 2) la trasformazione.

La produzione agricola riguarda l’impiego razionale dell’agroecosistema e dei mezzi tecnici, da cui si ottengono le

olive.

La trasformazione, descritta al successivo paragrafo 8.3, riguarda la fase dall’arrivo dell'uva in cantina,la vinificazione

e l'imbottigliamento.

DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUZIONE AGRICOLA

Tale processo si distingue in 3 macrofasi cicliche: Operazioni colturali, Raccolta e Trasporto. In talune circostanze si

può presentare la necessità di realizzare un nuovo vigneto, pertanto si può definire una la macrofase: Realizzazione di

un nuovo impianto, che si conclude con l’inizio della produzione. pertanto prima .

A queste fasi distinte e successive nel tempo si affiancano altre attività il cui impiego prescinde dal momento in cui il

ciclo produttivo si trova e sono identificati come Servizi Collaterali: Approvvigionamento mezzi tecnici, Gestione della

Fertilità Gestione della difesa dai parassiti, Valutazione dei prodotti e dei mezzi tecnici, Gestione dei sotto-prodotti e

degli scarti, Registrazioni e aspetti documentari.

Realizzazione del nuovo impianto

Scelta del sito produttivo

La scelta del terreno su cui realizzare il nuovo impianto oltre a rispondere a criteri di tipo economico, tiene conto della

vocazionalità. Il sito, inoltre, non è realizzato su terreni che negli ultimi 10 anni erano superfici dell’ecosistema

primario

Preparazione del terreno

Consiste nella eliminazione di colture eventualmente presenti in precedenza, in una lavorazione più o meno profonda

con scasso totale o rippatura, se necessaria. Questa è accompagnata da concimazione di fondo.

Scelta delle cultivar

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

La cultivar da utilizzarsi sarà tra quelle più diffuse nella zona, meglio se hanno un riconoscimento di Origine. E’

necessario tener conto anche della adattamento al clima e della resistenza ai principali parassiti. Infine, se questi

requisiti sono soddisfatti, la scelta può ricadere su quelle che agevolano le operazioni colturali.

Messa a dimora

L'operazione di impianto ha inizio con la la messa a dimora della pianta nella buca precedentemente preparata. E'

buona norma mantenere la pianta verticale e interrarla ad una profondità leggermente superiore a quella che aveva in

vivaio. Quindi riempire la buca con terreno finemente frantumato e asciutto. Per completare la riuscita

dell'attecchimento sono necessarie 2 – 3 irrigazioni localizzate.

Potatura di allevamento

Ha lo scopo, nei primi anni sino a quando la pianta raggiunge il regime di produzione, di formare la pianta stessa.

Operazioni colturali a regime

Gestione della fertilità e delle concimazioni Gestione della fertilità

Allo scopo di favorire un’ottimale sviluppo della coltura spesso è necessario favorire il mantenimento o l’accrescimento

della fertilità naturale del suolo. Questa può essere ottenuta attraverso l’impiego razionale della sostanza organica

prodotta in azienda e dallo stesso oliveto secondo un piano che è nel piano di Gestione. Solo in caso di comprovata

necessità si farà ricorso ad input esterni autorizzati dai diversi standard di riferimento. Ogni variazione in conseguenza

di variazione degli standard sarà comunicata da VinoVero alle funzioni interessate.

Potatura

Si distingue in potature secca o invernale, in cui si equilibra la pianta dosando per ciascun ceppo il numero delle

branche ed il carico delle gemme,e in potatura verde in cui si eliminano i tralci sterili e si distribuisce con uniformità la

vegetazione .. Scopo di tutti questi interventi è favorire la produttività ed aumentarla in rapporto equilibrato allo

sviluppo annuale della pianta. E’ importante, sottolineare anche la necessità di utilizzare attrezzi puliti e sanificati allo

scopo di prevenire la diffusione di patogeni da piante ammalate a piante sane.

Gestione della difesa e protezione della coltura

Spesso le colture sono attaccate da parassiti vegetali ed animali per cui è necessario adottare tutte le tecniche idonee

a contrastare lo sviluppo di tali organismi. La lotta può essere di tipo preventiva ricorrendo a scelte colturali o a

tecniche agronomiche che sfavoriscono l’insorgenza di malattie, oppure curativa mediante l’impiego di sostanze che

debellano tali parassiti o contrastano il loro sviluppo.

Gestione dell’acqua

La vite è in grado di sopravvivere anche in ambienti aridi, tuttavia in particolari momenti del suo ciclo vegetativo è

importante che disponga di un apporto idrico sufficiente, soprattutto in primavera (fioritura e allegagione) e in estate

(invaiatura ed ingrossamento dell'acino). Allo scopo ottimizzare gli impieghi di acqua sono da preferire quelli che

permettono di irrigare punti prossimi alla pianta con distribuzione a goccia, tramite tubature con erogatori di piccole

portate d'acqua (da 2 a 10 litri all'ora) con un buon risparmio; è preferibile comunque interrompere la fornitura di

acqua nelle ore più calde. E’ necessario in tutti i modi evitare l’inquinamento delle fonti idriche.

Gestione delle infestanti Nelle colture si possono sviluppare piante infestanti che competono con le colture, quindi, si

rende necessaria il contenimento del loro sviluppo. La competizione è particolarmente sentita durante la primavera

estate, pertanto il controllo delle infestanti deve limitarsi a questo periodo, favorendo l’inerbimento nel restante. Il

controllo è effettuato mediante una lavorazione superficiale del terreno o con lo sfalcio. Un’alternativa di controllo può

essere rappresentata dalla semina di essenze di leguminose, che sovesciate, apportano anche sostanze nutritive.

Vendemmia

Al raggiungimento della maturazione dell'uva si effettua la raccolta .La raccolta può essere effettuata a mano o con

l’ausilio di macchine.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Trasporto

Con questa operazione l'uva viene caricati sui mezzi di trasporto, e inviata in cantina. Il prodotto è accompagnata da

tutta la documentazione che riportano l’identificazione e le specifiche dei lotti di produzione. Laddove tale

documentazione è prodotta da organi competenti ne viene fatta immediata richiesta.

Con questa fase si conclude il processo di produzione agricola. Consiste nella produzione di documenti

Servizi collaterali

Approvvigionamento mezzi tecnici

Accettazione

E’ l’attività con cui si acquisiscono all’esterno tutti i mezzi, i quali impiegati con il fattore terra permettono di ottenere

l'uva. Tale fase comprende un processo preventivo di qualificazione dei fornitori, un processo di verifica dei prodotti

acquistati oltre che una gestione conforme del loro stoccaggio e impiego. Viene, altresì istituita apposita registrazione

di carico e scarico di tali materiali.

Deposito

Vista la varietà di mezzi tecnici che possono essere stoccati, la loro sistemazione nelle varie aree e/o locali segue un

criterio ben definito che ha lo scopo di evitare contaminazioni e promiscuità incontrollate. A tale scopo vengono

individuate le varie aree e ben identificate sia sul luogo sia su una planimetria presente in azienda.

Gestione degli scarti e dei sottoprodotti

Durante il ciclo viene prodotto del materiale che deve essere allontanato dal luogo di produzione. Tali possono essere

contenitori vuoti, strumenti e materiali esauriti. Per tutti questi vengono predisposti contratti con aziende specializzate

e autorizzate che li raccolgono e allontanano per lo smaltimento

Formazione e gestione del personale

Per il completamento delle varie fasi della produzione agricola spesso si ricorre a manodopera esterna all’azienda.

Questa viene reperita sul mercato e assunta mediante contratti che rispettano le norme vigenti sia in materia di

assunzione che in materia di previdenza. A tutto il personale viene fornita la necessaria formazione sia sugli aspetti di

gestione, di sicurezza e sanitari.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

FLOW – SHEET DEL PROCESSO DI PRODUZIONE AGRICOLA

REALIZZAZIONE DEL NUOVO IMPIANTO

OPERAZIONI COLTURALI

- Gestione della fertilità e delle concimazioni

- Potatura d i mantenimento - Gestione della difesa e

protezione della coltura - Gestione dell’acqua - Lotta alle infestanti - Irrigazione

TRASPORTO

GESTIO

NE D

EGLI

SCA

RTI E D

EI SO

TTOP

RO

DO

TTI

FOR

MA

AZIO

NE

E G

ESTION

E D

EL PER

SON

ALE A

PP

RO

VV

IGIO

NA

MEN

TO

MEZ

ZI T

ECN

ICI

RACCOLTA

SEZIONE 05

CONTROLLO DEL PROCESSO DI PRODUZIONE AGRICOLA

SOMMARIO

5.0 Introduzione

5.1 Realizzazione nuovo impianto

5.2 Operazioni colturali a regime

5.3 Raccolta trasporto e magazzinaggio

5.4 Servizi collaterali

5.0 INTRODUZIONE

Lo scopo della presente sezione del Manuale è di definire tutti gli adempimenti necessari, nelle fasi di produzione dei

prodotti della Filiera VinoVero, al fine di verificarne la conformità agli standard indicati nella sezione 02 del presente

Manuale ed alle modalità operative riportate nella sezione 04 e nei documenti in essa richiamati.

Di seguito, si riporta, per ciascuna delle fasi di produzione descritte nella sezione precedente, il dettaglio delle modalità

operative, il flow-sheet della fase esaminata ed il piano di controllo, con l’indicazione dei controlli da effettuare e delle

relative azioni.

5.1 REALIZZAZIONE DEL NUOVO IMPIANTO

Scelta del sito produttivo

La scelta del terreno su cui realizzare il nuovo impianto oltre a rispondere a criteri di tipo economico, tiene conto della

vocazionalità. Per questo è necessario uno studio preliminare che verifica la presenza di altri oliveti nell’areale, la

determinazione delle cultivar più utilizzate e i sistemi di allevamenti adottati. Altro aspetto fondamentale è verificare

attraverso opportune indagini che il sito su cui si sta realizzando il nuovo impianto non derivi dalla trasformazione di

superfici che negli ultimi 10 anni appartenevano ad un ecosistema primario

Preparazione del terreno

Consiste nella eliminazione di colture eventualmente presenti in precedenza, in una lavorazione più o meno profonda

con scasso totale o rippatura, se necessaria. Questa è accompagnata da concimazione di fondo.

Scelta delle cultivar

Dovendo scegliere la cultivar si preferirà utilizzare quelle più diffuse nella zona e che mostrano miglior adattamento al

clima e ai principali. Importante è anche la capacita all’adattamento alla meccanizzazione delle operazioni colturali.

Non di poca importanza è se la scelta ricade anche su cultivar che hanno un riconoscimento di Origine. Il materiale

utilizzato deve essere certificato da agricoltura biologica o in assenza di queste deve ottenere la deroga al suo impiego

dalle Autorità preposte.

Messa a dimora

L'operazione di impianto ha inizio con la messa a dimora della pianta nella buca precedentemente preparata. E' buona

norma mantenere la pianta verticale e interrarla ad una profondità leggermente superiore a quella che aveva in vivaio.

Quindi riempire la buca con terreno finemente frantumato e asciutto. Per completare la riuscita dell'attecchimento

sono necessarie 2 – 3 irrigazioni localizzate.

Potatura di allevamento

Ha lo scopo, nei primi anni sino a quando la pianta raggiunge il regime di produzione, di formare la pianta stessa.

Questa segue diversi criteri, i quali rispondono soprattutto al metodo di raccolta che si intendono effettuare ed in

particolare se manuale o meccanica.

POTATURA DI ALLEVAMENTO

FLOW – SHEET DELLA REALIZZAZIONE DEL NUOVO IMPIANTO

SCELTA DEL SITO PRODUTTIVO

Rischio 1: Il sito non è un’area vocazionale Rischio 2: Il sito è un’area derivante da superfici che negli

ultimi 10 anni appartenevano ad un ecosistema primario

PREPARAZIONE DEL TERRENO

SCELTA DELLA CULTIVAR

MESSA A DIMORA

Rischio 1: Le lavorazione non sono effettuate in modo adeguato

Rischio 1: Non sono eseguite tutte le pratiche adeguatamente

Rischio 1: la forma di allevamento utilizzata non risponde agli

indirizzi agronomici dell’azienda

MESSA A DIMORA MESSA A DIMORA

Rischio 1: Le cultivar utilizzate non sono adatte Rischio 2: Il materiale di propagazione non è Bio o non possiede la necessaria deroga all’utilizzo

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

PIANO DI CONTROLLO DELLA REALIZZAZIONE DEL NUOVO IMPIANTO

FASE CONTROLLI AZIONI / RACCOMANDAZIONI

Appurare che il sito ricade in un’area vocazionale per l’olivo

E necessario possedere uno studio sulla presenza dell’olivo nell’area e sulla sua adattabilità SCELTA DEL

SITO PRODUTTIVO Verificare che il sito non ricada su un’AREA

che negli ultimi 10 anni era superficie adibita a ecosistema primario

E’ necessario acquisire la documentazione che descriva la storia del sito degli ultimi 20 anni

Accertarsi le lavorazioni preparatorie siano effettuati in modo adeguato

Il responsabile dei lavori riporta in dettaglio su un quaderno dei lavori le operazioni da effettuarsi e ne riscontri in ogni fase la loro realizzazione PREPARAZIONE

DEL TERRENO Riscontrare che tutte le fonti di inoculo di parassiti siano allontanati

Prima della messa a dimora delle piante effettuare dei sondaggi nel terreno per verificare l’assenza di tali inoculi

Verificare che le scelte delle cultivar siano tra quelle più adatte al luogo

E’ necessario disporre dell’elenco delle cultivar utilizzate nella zona e della loro diffusione. Inoltre se è presente una denominazione di origine è necessario considerare le cultivar ammesse. SCELTA DELLA

CULTIVAR Assodare che il materiale utilizzato sia Bio o sia dotata di necessaria deroga al suo utilizzo

Prima dell’acquisto del ,materiale effettuare una ricerca sulla eventuale disponibilità di materiale Bio ed in sua assenza è necessario chiedere la deroga all’utilizzo all’autorità preposta

MESSA A DIMORA

Accertarsi siano eseguite tutte le pratiche in modo adeguato

Il responsabile dei lavori riporta in dettaglio su un quaderno dei lavori le operazioni da effettuarsi e ne riscontri in ogni fase la loro realizzazione

POTATURA DI ALLEVAMENTO

Riscontrare che la forma di allevamento utilizzata sia conforme alle tecniche agronomiche di indirizzo dell’azienda

E’ necessario stabilire i metodi di potatura e raccolta da utilizzarsi e adattare la forma di allevamento a questi

5.2 OPERAZIONI COLTURALI A REGIME

Gestione della fertilità e delle concimazioni Gestione della fertilità

Allo scopo di favorire un’ottimale sviluppo della coltura spesso è necessario favorire il mantenimento o l’accrescimento

della fertilità naturale del suolo. Questa può essere ottenuta attraverso l’impiego razionale della sostanza organica

prodotta in azienda e dallo stesso oliveto secondo un piano che è nell’allegato piano di Gestione. Solo in caso di

comprovata necessità si farà ricorso ad input esterni autorizzati dai diversi standard di riferimento. Ogni variazione in

conseguenza di variazione degli standard sarà comunicata da VinoVero alle funzioni interessate.

I tipi di concimi utilizzabili sono quelli previsti dall’All. II parte A del Reg. CEE 2092/91. Per il loro impiego è necessario

l’autorizzazione dell’Organismo di Controllo per l’agricoltura Biologica. I loro impiego segue i criteri riportati nel Piano

di Gestione

Le macchine da utilizzarsi devono essere tarate

Potatura

Si distingue in potature secca o invernale, in cui si equilibra la pianta dosando per ciascun ceppo il numero delle

branche ed il carico delle gemme,e in potatura verde in cui si eliminano i tralci sterili e si distribuisce con uniformità la

vegetazione . Scopo di tutti questi interventi è favorire la produttività ed aumentarla in rapporto equilibrato allo

sviluppo annuale della pianta. E’ importante, sottolineare anche la necessità di utilizzare attrezzi puliti e sanificati allo

scopo di prevenire la diffusione di patogeni da piante ammalate a piante sane.

Gestione della difesa e protezione della coltura

Spesso le colture sono attaccate da parassiti vegetali ed animali per cui è necessario adottare tutte le tecniche idonee

a contrastare lo sviluppo di tali organismi. La lotta può essere di tipo preventiva ricorrendo a scelte colturali o a

tecniche agronomiche che sfavoriscono l’insorgenza di malattie, oppure curativa mediante l’impiego di sostanze che

debellano tali parassiti o contrastano il loro sviluppo.

I tipi di principi attivi utilizzabili sono quelli previsti dall’ all. II parte B del Reg. CEE 2092/91. Per il loro impiego è

necessario l’autorizzazione dell’Organismo di Controllo per l’agricoltura Biologica. I loro impiego segue i criteri riportati

nel Piano di Gestione

Gli operatori addetti a tali operazione sono dotati di abiti protettivi nel rispetto di quanto previsto dalla legge 626/94

per le aziende agricole. Tali abiti sono custoditi dagli stessi operatori. Le irroratrici utilizzate sono annualmente tarate.

Gestione dell’acqua

La vite è in grado di sopravvivere anche in ambienti aridi, tuttavia in particolari momenti del suo ciclo vegetativo è

importante che disponga di un apporto idrico sufficiente, soprattutto in primavera (fioritura e allegagione) e in estate

(invaiatura ed ingrossamento dell'acino). Allo scopo ottimizzare gli impieghi di acqua sono da preferire quelli che

permettono di irrigare punti prossimi alla pianta con distribuzione a goccia, tramite tubature con erogatori di piccole

portate d'acqua (da 2 a 10 litri all'ora) con un buon risparmio; è preferibile comunque interrompere la fornitura di

acqua nelle ore più calde. E’ necessario in tutti i modi evitare l’inquinamento delle fonti idriche.

Gestione delle infestanti

Nelle colture si possono sviluppare piante infestanti che competono con le colture, quindi, si rende necessaria il

contenimento del loro sviluppo. La competizione è particolarmente sentita durante la primavera estate, pertanto il

controllo delle infestanti deve limitarsi a questo periodo, favorendo l’inerbimento nel restante. Il controllo è effettuato

mediante una lavorazione superficiale del terreno o con lo sfalcio. Un’alternativa di controllo può essere rappresentata

dalla semina di essenze di leguminose, che sovesciate, apportano anche sostanze nutritive.

E’ fatto assoluto divieto di impiego di diserbanti. I singoli interventi vanno registrati sulla scheda lotto coltura.

FLOW – SHEET DELLE OPERAZIONI COLTURALI A REGIME

GESTIONE DELLA FERTILITA’ E DELLE

CONCIMAZIONI

GESTIONE DELLA DIFESA E DELLA PROTEZIONE

DELLA COLTURA

GESTIONE DELL’ACQUA

Rischio 1: La concimazione viene effettuata utilizzando prodotti non consentiti dall’All. II parte A del Reg. CEE 2092/91. Rischio 2: La concimazione viene effettuata non rispettando i criteri del Piano di Gestione Rischio 3: Le macchine utilizzate non sono tarate

Rischio 1: La difesa viene effettuata utilizzando prodotti non consentiti dall’All. II parte B del Reg. CEE 2092/91. Rischio 2: La difesa viene effettuata non rispettando i criteri del Piano di Gestione

Rischio 3; Gli operatori non utilizzano gli abiti protettivi

Rischio 4; Utilizzo di macchine non tarate

Rischio1: Utilizzo di acqua nei periodo non adeguati

Rischio 2: Utilizzo di metodi irrigui non efficienti

Rischio 3: Inquinamento delle fonti idriche

GESTIONE DELLE

INFESTANTI Rischio1: Utilizzo di diserbanti.

Rischio 2: Mancata registrazione dei singoli interventi.

POTATURA Rischio1: La potatura non è equilibrata Rischio 2: non sono asportate le parti ammalate e7o danneggiate

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

PIANO DI CONTROLLO DELLE OPERAZIONI COLTURALI A REGIME

FASE CONTROLLI AZIONI / RACCOMANDAZIONI

Controllare che la concimazione venga effettuata utilizzando prodotti non consentiti dall’All II parte A del Reg CEE 2092/91

Prima dell’utilizzo il Responsabile della produzione appone il visto di approvazione sulla documentazione accompagnatoria del lotto in questione

Verificare che la concimazione venga effettuata secondo principi previsti dal Piano di Gestione

La concimazione è effettuata secondo un Piano di Gestione autorizzato dall’Organismo di Controllo per l’Agricoltura biologica

GESTIONE DELLA FERTILITA’ E DELLE CONCIMAZIONI

Accertarsi che le macchine utilizzate siano tarate

Effettuare un contratto con una ditta specializzata che effettui una taratura annuale

Appurare che la potatura sia equilibrata POTATURA DI MANTENIMENTO

Accertarsi dell’allontanamento delle parti ammalate e/o danneggiate

Le operazioni di potatura sono effettuate da personale formato

Riscontrare che la difesa venga effettuata utilizzando solo prodotti consentiti dall’All II parte B del Reg CEE 2092/91

Prima dell’utilizzo il Responsabile della produzione appone il visto di approvazione sulla documentazione accompagnatoria del lotto in questione

Verificare che la difesa venga effettuata secondo principi che rispettino la normativa e che tengano conto dei reali fabbisogni delle colture

La concimazione è effettuata nel rispetto dei requisiti stabiliti nel Piano di Gestione autorizzato dall’Organismo di Controllo per l’Agricoltura biologica

Controllare gli operatori non subiscano rischi di contaminazione

Tutti gli addetti alla somministrazione di antiparassitari indossano abiti protettivi così come previsto dalla legge 626/94

GESTIONE DELLA DIFESA E DELLA PROTEZIONE DELLA COLTURA

Accertarsi che le macchine utilizzate siano tarate

Effettuare un contratto con una ditta specializzata che effettui una taratura annuale

Controllare che i le somministrazioni di acqua siano efficienti

Le somministrazione vanno effettuare secondo le reali esigenze della coltura in funzione della fase fenologica

Verificare che non vi siano sprechi Utilizzare i metodi irrigui a goccia GESTIONE DELL’ACQUA

Appurare l’assenza di inquinamento delle fonti idriche

Effettuare uno studio di tutti le possibili fonti di inquinamento e riportarle su una planimetria

Riscontrare che non vengano utilizzati diserbanti

Il piano di campionamento deve prevedere analisi per la ricerca di diserbanti

GESTIONE DELLE INFESTANTI Verificare che i singoli interventi siano

registrati

Il Responsabile della Produzione provvede a riportare sulla Scheda Lotto Coltura data e tipo di intervento

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

5.3 RACCOLTA E TRASPORTO

Al raggiungimento della maturazione delle uve queste vengono raccolte e sistemati in contenitori o direttamente nei

mezzi di trasporto. La raccolta può essere effettuata a mano o con l’ausilio di macchine.

Il processo di produzione si conclude con la raccolta e l’invio dei prodotti al centro di lavorazione. La determinazione

del periodo di raccolta è importante per conferire al prodotto le caratteristiche qualitative del prodotto. I prodotti non

possono essere raccolti prima che sia trascorso il periodo di carenza dei p. a. eventualmente utilizzati

I contenitori ed i mezzi utilizzati per questa operazione sono esclusivamente dedicati a prodotti Bio e previamente

identificati allo scopo. Prima delle operazioni vengono verificati ed eventualmente ripuliti.

Il prodotto è accompagnata da tutta la documentazione che riportano l’identificazione e le specifiche dei lotti di

produzione. Laddove tale documentazione è prodotta da organi competenti ne viene fatta immediata richiesta.

Con questa fase si conclude il processo di produzione agricola.

FLOW – SHEET DELLA RACCOLTA E TRASPORTO E MAGAZZINAGGIO

PIANO DI CONTROLLO DELLA ACCOLTA TRASPORTO E MAGAZZINAGGIO

FASE CONTROLLI AZIONI / RACCOMANDAZIONI

Appurare che sia stato rispettato il periodo di carenza dei p a utilizzati

Prima della raccolta è necessario verificare sulla Scheda Lotto Coltura se siano scaduti tutti i periodi di carenza dei trattamenti effettuati

Verificare che non siano utilizzati contenitori contaminati da prodotti non conformi al Reg. CEE 2092/91

Sono utilizzati solo contenitori dedicati al BIO e allo scopo contrassegnati

RACCOLTA: Operazioni di raccolta

Controllare che i contenitori non contengano residui di prodotti estranei I contenitori sono preventivamente puliti

TRASPORTO Accertarsi della presenza di tutta la documentazione identificative dei lotti

Ogni lotto di raccolta è accompagnata da documentazione identificativa. Laddove necessario si richiede immediatamente la documentazione opportuna alle autorità preposte

RACCOLTA

Rischio 1: Non rispetto del periodo di carenza dei p. a. Rischio 2: Utilizzo di contenitori non dedicati solo al BIO; Rischi 3: Utilizzo di contenitori non puliti; Rischio 4: L’ uva presenta segni di marcescenza;

TRASPORTO Rischio 1: Assenza di documentazione che identifica le specifiche dei lotti di produzione

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

5.4 SERVIZI COLLATERALI

Approvvigionamento mezzi tecnici

Accettazione

E’ l’attività con cui si acquisiscono all’esterno tutti i mezzi, i quali impiegati con il fattore terra permettono di ottenere

le uve. L’approvvigionamento dei mezzi tecnici e dei materiali di supporto devono rispettare determinati requisiti. Per

questo, allo scopo di evitare l’impiego di quelli non conformi è attuata una selezione dei fornitori. Oltre a ciò, all’arrivo

in azienda tali materiali vengono sottoposti ad un’attenta verifica prima del loro impiego o stoccaggio. I prodotti non

idonei vengono stoccati in apposito locale, distinto dagli altri e ben identificato. Viene, altresì istituita apposita

registrazione di carico e scarico di tali materiali.

I locali utilizzati per lo stoccaggio o le aree impegnate temporaneamente per il deposito dei mezzi tecnici prima dello

spandimento devono essere ben separate e distinte da quelle utilizzate per la lavorazione delle uve.

Deposito

Vista la varietà di mezzi tecnici che possono essere stoccati, la loro sistemazione nelle varie aree e/o locali segue un

criterio ben definito che ha lo scopo di evitare contaminazioni e promiscuità incontrollate. Per il deposito dei mezzi

tecnici in attesa del loro impiego sono utilizzati locali e aree idonee. Per tutti in azienda è disponibile in luogo ben

visibile ed accessibile, una planimetria con indicazioni delle singole aree e dei locali per lo stoccaggio.

Per i fertilizzanti e fitofarmaci vengono utilizzati locali separati o in alternativa aree separate e ben identificati. Tali

luoghi, comunque, sono diversi dai locali di deposito per gli equipaggiamenti e gli indumenti protettivi del personale o

per il deposito di prodotti vegetali destinati alla vendita. Per lo stoccaggio di fitofarmaci e antiparassitari è utilizzato un

criterio secondo il quale i materiali liquidi non sostano mai al di sopra di quelli solidi. I locali sono idonei dal punto di

vista della sicurezza e davanti ad essi è predisposta segnaletica che evidenza il pericolo di contaminazione. L’accesso

agli stessi è consentito solo a personale autorizzato. Infine in prossimità degli stessi vi sono tutti gli strumenti idonei a

per intervenire in caso di contaminazione di aree e/o persone. A tal proposito è previsto che nelle immediate vicinanze

di tale luogo sia disponibile una procedura scritta che riporti le come comportarsi in caso di emergenza e un telefono

con un elenco di numeri utili per tali casi.

Gestione degli scarti e dei sottoprodotti

Durante il processo produttivo si possono generare rifiuti che devono essere smaltiti. Per esempio i contenitori vuoti di

fitofarmaci e fertilizzanti. Questi vengono raccolti, eventualmente bonificati e bucati, e riposti in contenitori chiusi e

sigillati e smaltiti attraverso aziende specializzate. Infine vi sono i materiali plastici derivanti e dai tubi di irrigazioni

non più utilizzabili. Anche questi vengono raccolti e smaltiti attraverso ditte specializzate.

Formazione e gestione del personale

Per il completamento delle varie fasi della produzione agricola spesso si ricorre a manodopera esterna all’azienda.

Questa viene reperita sul mercato e assunta mediante contratti che rispettano le norme vigenti sia in materia di

assunzione che in materia di previdenza. A tutto il personale viene fornita la necessaria formazione sia sugli aspetti di

gestione, di sicurezza e sanitari.

Generalmente le diverse operazioni si ricorre all’impiego di operai. . A tutto il personale viene fornita la necessaria

formazione sia sugli aspetti di gestione, di sicurezza e sanitari Nei casi di operai che manipolano attrezzature

pericolose, questi hanno precedentemente frequentato un corso addestrativi specifico, organizzato da ENTE

autorizzato. In ogni caso in azienda sono presenti procedure di pronto intervento e di emergenza, che sono

preventivamente spiegati agli interessati.

Gli operai impiegati sono tutti assunti nel rispetto delle norme vigenti in materia di assunzione e previdenza.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

FLOW – SHEET DEI SERVIZI COLLATERALI

PR

OC

ES

SO

DI

PR

OD

UZ

IO

NE

AG

RI

CO

LA

APPROVVIGIONAMENTO MEZZI TECNICI: Deposito

Rischio 1: assenza di aree dedicate per lo stoccaggio dei diversi materiali; Rischio 2: Assenza di planimetria con la identificazione delle varie aree di stoccaggio; Rischio 3: Assenza di luoghi separati per fitofarmaci e fertilizzanti; Rischio 4: Indumenti degli operatori depositati negli stessi luoghi di deposito di fitofarmaci e di fertilizzanti e/o prodotti vegetali; Rischio 5: Sosta di antiparassitari e fertilizzanti liquidi sopra di quelli solidi; Rischio 6: Assenza di cartelli che evidenziano il pericolo contaminazione; Rischio 7: Accesso ai luoghi di stoccaggio di fitofarmaci e fertilizzanti a personale non autorizzato; Rischio 8: Assenza di procedura sulle modalità di comportamento in caso di contaminazione posta in vicinanza dei luoghi di stoccaggio di fertilizzanti e antiparassitari; Rischio 9: Assenza di telefono e elenco numeri utili posti in vicinanza dei luoghi di stoccaggio di fertilizzanti e antiparassitari; Rischio 10: Stoccaggio di concime organico privo di protezione.

GESTIONE DEGLI SCARTI E DEI

SOTTOPRODOTTI

Rischio 1: Assenza di smaltimento dei contenitori di fitofarmaci e fertilizzanti e dei materiali plastici in modo non adeguato.

Rischio 2: Smaltimento non adeguato

FORMAZIONE E GESTIONE DEL PERSONALE

Rischio 1: Impiego di operai privi di regolare contratto. Rischio 2: Il personale impiegato non possiede adeguata formazione Rischio 3: Utilizzo per mansioni pericolose di operai privi di addestramento specifico;

APPROVVIGIONAMENTO MEZZI TECNICI: Accettazione

Rischio 1: Utilizzo di mezzi o materiale non preventivamente verificati; Rischio 2: Promiscuità di materiali idonei con quelli non idonei;

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

9.2.5.3 PIANO DI CONTROLLO DELLE OPERAZIONI COLTURALI

FASE CONTROLLI AZIONI / RACCOMANDAZIONI

Verificare che siano utilizzati solo mezzi o materiali idonei all’uso

Prima dell’utilizzo di qualsiasi mezzo o materiale questo viene sottoposto a valutazione da parte del responsabile della Produzione, il quale appone il visto di approvazione sulla documentazione accompagnatoria

APPROVVIGIONAMENTO MEZZI TECNICI: Accettazione

Accertarsi dell’assenza di promiscuità di materiali idonei con quelli non idonei

I materiali non idonei sono stoccati in luoghi separati e identificati con “NON IDONEO”

Verificare che non vi siano contaminazioni tra i diversi mezzi e materiali depositati

Sono previste aree dedicate per lo stoccaggio dei diversi materiali

Accertarsi della facilità di identificazione dei diversi luoghi di deposito

E’ prevista una planimetria con la identificazione delle varie aree di stoccaggio

Appurare che non vi siano contaminazioni da antiparassitari e fertilizzanti

Prevedere luoghi separati per il deposito di antiparassitari e fertilizzanti

Accertarsi che gli Indumenti degli operatori non siano contaminati da antiparassitari e fertilizzanti e che a loro volta non contaminino i prodotti vegetali

Prevedere per gli antiparassitari/fertilizzanti, per gli indumenti degli addetti e per i prodotti vegetali luoghi di deposito nettamente separati tra loro

Verificare che non via sia contaminazione dei prodotti liquidi di antiparassitari e fertilizzanti su quelli solidi

La sosta di antiparassitari e fertilizzanti liquidi non deve essere al di sopra dei solidi

Appurare che non vi siano contaminazioni accidentali da materiali pericolosi

E’ necessario predisporre la presenza di cartelli che evidenziano i pericoli di contaminazione

Controllare che non ci sia l’accesso ai luoghi di stoccaggio di fitofarmaci e fertilizzanti a personale non autorizzato

Coloro che accedono a tali luoghi ricevono la chiave di ingresso dal Responsabile della Produzione

Verificare che in caso di contaminazioni siano chiare le regole di comportamento

In vicinanza dei luoghi di stoccaggio dei fertilizzanti e antiparassitari è necessaria la presenza di procedura sulle norme di comportamento in caso di contaminazione

Verificare se è facile comunicare con i centri idonei in caso di necessità

In vicinanza dei luoghi di stoccaggio di fertilizzanti e antiparassitari è necessaria a presenza di telefono ed elenco con i numeri utili

Riscontrare che non ci sia contaminazione del suolo dovuta al deposito di concime organico

L’eventuale stoccaggio di concime organico deve essere protetto con materiale impermeabilizzante

Assodare che vi sia rispetto di quanto previsto dal Piano di Campionamento

Il Responsabile verifica settimanalmente il Piano di campionamento e appone la sua firma

Appurare che siano effettuate le analisi di prodotti di cui si sospettano la non conformità

Effettuare almeno un numero di analisi del 10% in più da quanto previsto dal piano di campionamento

Verificare che siano utilizzati laboratori accreditati

Utilizzare solo laboratori Accreditati SINAL in base alla UNI CEI EN 45001 (fino al decadere della sua validità) e alla sua sostitutiva UNI CEI EN ISO/IEC 17025: 2000

APPROVVIGIONAMENTO MEZZI TECNICI:

Deposito

Assodare che siano conservate le evidenze delle analisi effettuate

Il Responsabile della Produzione provvede alla registrazione dei risultati delle analisi e alla archiviazione dei Rapporti di Prova relativi presso la propria azienda

Verificare che i dei contenitori di fitofarmaci e fertilizzanti e dei materiali plastici sia smaltiti

Dopo l’utilizzo tutti i materiali di scarto sono stoccati in appositi contenitori in attesa dello smaltimento GESTIONE DEGLI

SCARTI E DEI SOTTOPRODOTTI

Verificare che lo smaltimento dei contenitori di fitofarmaci e fertilizzanti e dei materiali plastici sia effettuato in modo adeguato

E’ necessario predisporre un contratto con azienda idonea allo smaltimento di tali materiali

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

FASE CONTROLLI AZIONI / RACCOMANDAZIONI

Riscontrare che non si faccia ricorso a personale non regolare

Tutti gli addetti devono essere in possesso di regolare contratto secondo quanto previsto dalle norme per l’assunzione e per la previdenza

Specifico appurare che tutti gli addetti siano forniti di adeguata formazione

E’ necessario predisporre un piano di formazione adeguato

IMPIEGO PERSONALE

Verificare che non siano utilizzo per mansioni pericolose di operai privi di addestramento specifico

Gli addetti a mansioni pericolose devono essere in possesso di attestato di frequenza ad un corso specifico rilasciato da Organo competente

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

SEZIONE 06

DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE E PIANO DI GESTIONE DELLA TRASFORMAZIONE

SOMMARIO

6.0 Premessa

6.1 Descrizione del Processo di trasformazione

6.0 PREMESSA

Il processo di trasformazione si distingue in 5 macrofasi: Adempimenti preliminari; Arrivo e stoccaggio del Prodotto,

Lavorazione uve, Stoccaggio , Confezionamento e Spedizione.

A queste fasi distinte e successive nel tempo si affiancano altre attività il cui impiego prescinde dal momento in cui il

ciclo produttivo si trova e sono identificati come Servizi Collaterali: Approvvigionamento input no-food, Analisi dei

prodotti, Smaltimento dei prodotti di scarto, Predisposizione della documentazione accompagnatoria della merce.

6.1 DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE

Adempimenti preliminari

Prima dell’arrivo nel centro di lavorazione dei prodotti agricoli, i relativi fornitori sono sottoposti a preventiva

“Qualificazione”, al fine di verificare se sono in grado di fornire prodotti conformi ai requisiti del manuale VinoVero. In

particolare, si provvede a verificare che i fornitori aderenti alla filiera VinoVero abbiano sottoscritto il Patto di Filiera,

testimoniando l’impegno a realizzare il proprio prodotto nel rispetto di quanto definito nell’ambito del Sistema di

Gestione del Prodotto Biologico.

Arrivo del prodotto

Accettazione

All’arrivo del prodotto, prima dell’inizio delle opportune lavorazioni, viene verificata la documentazione di

accompagnamento che riferisce della conformità ai requisiti e della identificazione del lotto. Il prodotto in arrivo viene

registrato su apposita modulistica

Scarico e analisi visiva del prodotto in ingresso

Successivamente il prodotto viene pesato . Se il prodotto in arrivo risulta non essere conforme ai requisiti del

presente manuale viene subito identificato e stoccato in area diversa. Prima dell’avvio alla lavorazione il prodotto in

entrata è sottoposto ad analisi visiva allo scopo di verificare la sua conformità.

Lavorazione

Le uve vengono sottoposte al processo di pigiadiraspatura e pressatura ed avviate alla fermentazione. Le fasi

successive sono svinatura, torchiatura,travasi e centrifugazioni. Tutte le superfici di contatto sono costituiti da

materiale adatto agli alimenti che non rilasciano sostanze tossiche.

Stoccaggio

Il Vino ottenuto viene stoccato in appositi contenitori ben identificati. Questa fase più o meno lunga precede quella del

confezionamento, che può avvenire nella stessa struttura o presso altre a cui il vino viene trasferito con appositi mezzi,

garantendo la separazione ed identificazione dei singoli lotti omogenei.

Confezionamento e spedizione

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Filtrazione

Prima di procedere con le attività di confezionamento, il vino viene sottoposto a filtraggio, al fine di trattenere tutte le

impurità presenti e donare maggiore limpidezza.

Confezionamento

Definite le opportune miscele in base alle specifiche del prodotto che si intende avviare al consumo, il prodotto viene

avviato al confezionamento in imballaggi secondo la richiesta del cliente ed identificata con etichette che riportano

tutte le diciture necessarie.

Prima del riempimento, gli imballaggi sono sottoposti a soffiatura, al fine di rimuovere eventuali impurità presenti

all’interno degli imballaggi stessi.

In seguito il prodotto viene palettizzato in pedane.

Stoccaggio pedane

In attesa della spedizione, le pedane vengono poste in zone riparate dal caldo e dalla luce al fine di assicurarne la

perfetta conservazione. Per tutto il periodo di stoccaggio, le pedane non vengono addossate al muro ma disposte ad

almeno 50 cm. di distanza, al fine di consentire l’ispezionabilità su tutti i lati delle pedane.

Spedizione

La spedizione avviene mediante uso di vettori esterni alla filiera, forniti dai clienti o richiesti da VinoVero contattando

aziende terze fornitrici di questo servizio.

Al momento del carico, VinoVero verifica che sul mezzo utilizzato vi sia un corretto isolamento termico della zona di

stoccaggio per evitare un eccessivo riscaldamento durante il trasporto. Vengono, inoltre, verificate le condizioni

generali di pulizia del mezzo e l’assenza di carichi di materiale diverso non destinato al consumo umano.

Servizi collaterali

Adeguatezza delle strutture

Periodicamente, il Responsabile di Cantina verifica lo stato delle strutture, al fine di assicurare l’adeguatezza delle

stesse alle lavorazioni e stoccaggi effettuate, per tutelare e garantire sempre l’igiene e la sicurezza dei prodotti della

Filiera VinoVero.

Dal punto di vista delle strutture, i muri, i pavimenti ed il soffitto sono realizzati in materiali idonei, che consentono

una accurata pulizia ed impediscono la formazione di muffe e/o condense e l’accumulo di sporco.

Anche le aperture (porte e finestre) sono realizzate in modo da poter essere facilmente lavate e da impedire

l’accumulo di sporcizia. Le finestre, qualora apribili, sono dotate di reti di protezione per evitare l’ingresso di insetti e

animali infestanti.

Nell’area di lavorazione e stoccaggio, inoltre, vengono periodicamente effettuati interventi di disinfezione e di

derattizzazione, per allontanare eventuali animali nocivi.

Igiene del Personale

Tutto il personale addetto alla manipolazione dei prodotti della Filiera VinoVero viene costantemente formato e

motivato affinché presti particolare attenzione a tutti gli aspetti che possono influenzare l’igiene e la sicurezza dei

prodotti.

Tutto il personale, nel rispetto della legislazione vigente, partecipa a idonei programmi di formazione ed

aggiornamento ed è tenuto a sottoporsi a visite mediche e ad eventuali misure di profilassi.

Chiunque entri nei locali di lavorazione deve indossare indumenti da lavoro e di dispositivi di sicurezza (cuffie, guanti,

ecc.) che devono essere puliti ed utilizzati solo all’interno dei locali di lavorazione e non usati come indumenti civili.

Nelle attività di manipolazione dei prodotti, gli addetti pongono particolare attenzione all’igiene delle mani, in

particolare le mani e gli avambracci devono essere lavati accuratamente con sapone ed è vietato l'uso di disinfettanti.

Nell’area di lavorazione è, inoltre, fatto divieto assoluto di assumere cibo, bevande o altro e di fumare.

Approvvigionamento input no-food

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

E’ l’attività con cui si acquisiscono all’esterno tutti i mezzi e materiali necessari alla trasformazione del prodotto. Tale

fase comprende un processo preventivo di selezione dei fornitori, un processo di verifica dei prodotti acquistati oltre

che una gestione conforme del loro stoccaggio e impiego. Viene, altresì istituita apposita registrazione di carico e

scarico di tali materiali.

Per tutti i materiali che vengono a contatto diretto con il vino (bottiglie, tappi, capsule) l’azienda è in possesso di tutte

le relative schede tecniche, definite dal fornitore, dalle quali si evidenzia la realizzazione in material compatibile con

l’uso alimentare.

Analisi dei prodotti

Allo scopo di verificare che i prodotti che si stanno lavorando siano conformi ai requisiti del presente Manuale, sono

prelevati campioni da sottoporre ad analisi di laboratorio. Tali prelievi vengono effettuati secondo un piano predefinito

e riguardano i prodotti sia all’ingresso, sia durante la lavorazione, sia poco prima della spedizione. Laddove si

evidenziano dubbi sono effettuati prelievi specifici anche se non previste dal piano.

I laboratori utilizzati per l’effettuazione delle analisi sono esclusivamente quelli accreditati dal SINAL.

Smaltimento dei prodotti di scarto

Durante il ciclo viene prodotto del materiale che deve essere allontanato dal luogo di produzione. Tali possono essere

liquidi derivanti dalla lavorazione, strumenti e materiali esauriti o scarti dei prodotti (sansa ed acqua di vegetazione).

Per tutti questi vengono predisposti contratti con aziende specializzate autorizzate, le quali li raccolgono e li

allontanano per lo smaltimento.

Predisposizione della documentazione accompagnatoria della merce

Consiste nella produzione di documenti che riportano l’identificazione e le specifiche dei prodotti. Laddove tale

documentazione è prodotta da organi competenti ne viene fatta immediata richiesta.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

ADEMPIMENTI

PRELIMINARI

ARRIVO DEL PRODOTTO

AP

PR

OV

VIG

ION

AM

ENTO

MEZ

ZI

TEC

NIC

I

PR

EDIS

PO

SIZ

ION

E D

OC

UM

EN

TA

ZIO

NE

A

CC

OM

PA

GN

AT

OR

IA D

EL

LA

ME

RC

E

FLOW SHEET DEL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE

- Accettazione

- Scarico e analisi visiva

- Immagazzinamento in attesa di lavorazione

LAVORAZIONE

CONFEZIONAMENTO E SPEDIZIONE

S

MA

LTIMEN

TO D

EI PR

OD

OTTI D

I SC

AR

TO

AN

ALISI D

EL PR

OD

OTTO

E DEI

MEZZI TEC

NIC

I

Pigiadiraspatura -Pressatura –

Fermentazione-Svinatura – Torchiatura

- Filtrazione - Confezionamento - Stoccaggio pedane - Spedizione

ADEMPIMENTI

PRELIMINARI

ARRIVO DEL PRODOTTO

AP

PR

OV

VIG

ION

AM

ENTO

MA

TER

IALI

P

ER C

ON

FEZI

ON

AM

ENTO

-Accettazione

-Scarico e analisi visiva del prodotto in

ingresso

AN

ALIS

I DEL P

RO

DO

TTO

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

SEZIONE 07

CONTROLLO DEL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE

SOMMARIO

7.0 Introduzione

7.1 Adempimenti preliminari

7.2 Arrivo e stoccaggio del prodotto

7.3 Lavorazione

7.4 Stoccaggio

7.5 Confezionamento e spedizione

7.6 Servizi collaterali

7.0 INTRODUZIONE

Lo scopo della presente sezione del Manuale è di definire tutti gli adempimenti necessari, nelle fasi di trasformazione

dei prodotti della Filiera VinoVero, al fine di verificarne la conformità agli standard indicati nella sezione 02 del

presente Manuale ed alle modalità operative riportate nella sezione 06 e nei documenti in essa richiamati.

Di seguito, si riporta, per ciascuna delle fasi di trasformazione descritte nella sezione precedente, il dettaglio delle

modalità operative, il flow-sheet della fase esaminata ed il piano di controllo, con l’indicazione dei controlli da

effettuare e delle relative azioni.

7.1 ADEMPIMENTI PRELIMINARI

DESCRIZIONE

Prima dell’accettazione nel centro di lavorazione di qualsiasi prodotto, è necessario verificare se il fornitore risulti già

inserito nell’Albo dei Fornitori qualificati ovvero se sia necessario procedere alla sua qualifica.

Nel primo caso, l’organizzazione che ricopre il ruolo di Capo-filiera (specificare denominazione) è già in possesso di

tutte le informazioni e di tutta la documentazione necessaria per poter accettare il prodotto in ingresso.

Nel secondo caso, prima di poter accettare la fornitura, si procede alla qualificazione preventiva, secondo le modalità

descritte nella sez. 03 del presente Manuale (paragr. 3.1.5). In particolare, si procede alla verifica preventiva del

possesso da parte dell’organizzazione di specifici requisiti minimi, stabiliti dall’apposita check list di valutazione.

I fornitori qualificati entrano a far parte dell’Albo dei Fornitori della filiera, come descritto nella sez. 3 del Manuale.

Qualora il fornitore sia una organizzazione aderente alla Filiera VinoVero, il Capo-filera dovrà verificare l’avvenuta

sottoscrizione, da parte del fornitore stesso, del Patto di Filiera, con il quale si impegna a realizzare il proprio prodotto

nel rispetto di quanto definito nell’ambito del Sistema di Gestione del Prodotto Biologico.

FLOW-SHEET DEGLI ADEMPIMENTI PRELIMINARI

PIANO DI CONTROLLO DEGLI ADEMPIMENTI PRELIMINARI

FASE CONTROLLI AZIONI / RACCOMANDAZIONI

Accertarsi che il prodotto provenga da fornitore già qualificato

Controllare di avere sempre a disposizione l’elenco dei soggetti appartenenti alla Filiera VinoVero e l’Albo dei Fornitori Qualificati, nella versione più aggiornata.

In fase di qualifica, controllare, mediante l’utilizzo della check list, che il fornitore sia in grado di dimostrare l’adempimento a tutti i requisiti minimi individuati.

In fase di qualifica, annotare sulla check list tutti i riferimenti della documentazione esaminata.

ADEMPIMENTI PRELIMINARI

Qualora il fornitore sia un’organizzazione aderente alla Filiera, verificare l’avvenuta sottoscrizione del Patto di Filiera

Controllare che l’elenco delle organizzazioni aderenti alla Filiera sia tenuto aggiornato e che, per ciascuna di esse, sia disponibile il Patto di Filiera sottoscritto

7.2 ARRIVO E STOCCAGGIO DEL PRODOTTO

DESCRIZIONE

Accettazione

All’arrivo del prodotto, prima dell’inizio delle opportune lavorazioni, ne viene verificata la provenienza da fornitore

qualificato. In seguito viene accertata la presenza della documentazione di accompagnamento e la loro idoneità,

ovvero la presenza di informazioni che riferiscono della conformità ai requisiti del SGPB e della identificazione del lotto.

Infine, su apposita modulistica, vengono registrate le informazioni relative allo stesso prodotto. Nessun prodotto viene

avviato alle successive fasi di lavorazione prima di aver portato a termine la fase di accettazione.

Scarico ed analisi visiva del prodotto in ingresso

Successivamente il prodotto viene consegnato al magazzino, pesato e scaricato.

Prima dell’avvio alla lavorazione, il prodotto in entrata è sottoposto ad analisi visiva, allo scopo di verificare la sua

conformità rispetto a quanto dichiarato sulla documentazione accompagnatoria.

Se il prodotto in arrivo risulta non essere conforme ai requisiti del presente Manuale, viene subito identificato e

stoccato in area diversa.

FLOW-SHEET DELL’ARRIVO DEL PRODOTTO

ADEMPIMENTI PRELIMINARI Rischio 1: Mancata qualificazione del fornitore Rischio 2: Assenza di uno o più requisiti minimi necessari

alla qualifica del fornitore

Rischio 3: Mancata sottoscrizione del Patto di Filiera

ACCETTAZIONE

Rischio 1: Accettazione di prodotto da fornitori non qualificati Rischio 2: Accettazione di prodotto privo della documentazione accompagnatoria Rischio 3: Mancata registrazione dei dati relativi al prodotto in arrivo.

SCARICO E ANALISI VISIVA DEL

PRODOTTO IN INGRESSO

Rischio 1: Contaminazione dei prodotti stoccati all’esterno del magazzino Rischio 2: Promiscuità tra prodotto conforme e prodotto

non conforme Rischio 3: Assenza di riscontro di quanto riportato sulla documentazione

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

PIANO DI CONTROLLO DELL’ARRIVO DEL PRODOTTO

FASE CONTROLLI AZIONI / RACCOMANDAZIONI

Verificare che il fornitore sia stato preventivamente qualificato.

Controllare l’aggiornamento dell’Elenco dei soggetti di filiera e dell’Albo dei Fornitori Qualificati

Verificare che all’arrivo il prodotto sia munito della documentazione accompagnatoria

All’accettazione il Responsabile controlla la presenza di tutta la documentazione necessaria all’identificazione ed alla caratterizzazione del prodotto in ingresso

ACCETTAZIONE

Controllare la registrazione del prodotto in arrivo

Dopo l’arrivo, il Responsabile provvede a registrare il prodotto su apposito registro di Carico

Verificare le condizioni di conferimento del prodotto all’esterno del magazzino, per evitare possibili contaminazioni dei prodotti

Evitare lo stoccaggio, anche temporaneo, all’esterno del magazzino in aree scoperte

Controllare che i prodotti risultati non conformi siano adeguatamente segregati

Identificare in maniera visibile i contenitori dei prodotti non conformi, mediante l’apposizione di un cartello con la dicitura “NON CONFORME”, ed isolarli in apposite aree

SCARICO E ANALISI VISIVA

Controllare cha quanto riportato sulla documentazione accompagnatoria corrisponda alla fornitura consegnata

Prima di procedere, verificare la corrispondenza di tipologia e quantità tra la documentazione e la fornitura.

7.3 LAVORAZIONE

DESCRIZIONE

Pigiatura e diraspatura

La pigiatura consiste nel rompere la buccia degli acini per ottenere il mosto e assicurare quindi una buona diffusione

delle sostanze solubili in esso contenute. La diraspatura consiste nella separazione degli acini dal raspo in modo da

ridurre la perdita di colore e di alcol e renderli meno ricchi in tannino astringente. La pressatura consiste nel pressare

gli acini in modo da ottenere il succo d'uva da far successivamente fermentare.

Le attrezzature impiegate sono:

• vasca di raccolta uva, coclea e nastro trasportatore

• pigiadiraspatrice

• pressa pneumatica

• pompe (centrifughe, mono, a lobi, ecc) centrifuga

Fermentazione

La fermentazione trasforma., totalmente o parzialmente, gli zuccheri contenuti nel mosto in alcool, anidride carbonica

e prodotti secondari ad opera dei lieviti. Tale fermentazione può avvenire in presenza o meno delle parti solide dell'uva

di origine.

Le attrezzature impiegate sono:

• serbatoi in acciaio inox AISI 304 e 316 .

• sistemi di rimontaggio

• serbatoi in vetroresina

• serbatoi in cemento armato rivestito con resine epossidiche

• serbatoi in legno (generalmente rovere)

• pompe di vario tipo (centrifughe, elicoidali, ecc.)

• tubazioni fisse e mobili

eventuale aggiunta di

SO2,

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

lieviti selezionati,

enzimi pectolitici

Svinatura e torchiatura

La svinatura e la torchiatura permettono la separazione delle parti solide dalla frazione liquida.

Le attrezzature impiegate sono:

• pressa pneumatica

• tubazioni fisse e mobili

• pressa/torchio in continuo

Travasi e centrifugazioni

L'operazione di travaso ha lo scopo di separare le particelle insolubili, più o meno grossolane, dalla frazione liquida al

fine di ottenere un illimpidimento più o meno spinto del prodotto.

Le attrezzature impiegate sono:

• pompe di vario tipo (a pistoni, centrifughe, elicoidali, ecc.) per il trasferimento del prodotto .

• centrifughe con scarico automatico o meno delle fecce accumulate

• tubazioni fisse e mobili

• additivi utilizzati

• Bentonite

• gelatina

• albumina

FLOW-SHEET DELLA LAVORAZIONE DEL PRODOTTO

PIGIADIRASPATURA

Rischio 1: Assenza di netta separazione tra prodotto conforme e non conforme

FERMENTAZIONE

Rischio 1: Contaminazione del mosto nel passaggio tra i diversi contenitori/impianti Rischio 2: Assenza di netta separazione tra prodotto conforme e non conforme Rischio 3: Contaminazione dei prodotti durante le attività di pulizia e/o manutenzione

SVINATURA E TORCHIATURA

Rischio 1: Contaminazione del mosto/vino nel passaggio tra i diversi contenitori/impianti Rischio 2: Assenza o inadeguata identificazione dei silos di stoccaggio Rischio 3: Assenza di netta separazione tra prodotto conforme e non conforme Rischio 4: Contaminazione dei prodotti durante le attività di pulizia e/o manutenzione

TRAVASI E CENTRIFUGAZIONI

Rischio 1: Contaminazione del mosto/vino nel passaggio tra i diversi contenitori/impianti Rischio 2: Assenza o inadeguata identificazione dei silos di stoccaggio Rischio 3: Assenza di netta separazione tra prodotto conforme e non conforme Rischio 4: Contaminazione dei prodotti durante le attività di pulizia e/o manutenzione

PIANO DEI CONTROLLI DELLA LAVORAZIONE DEL PRODOTTO

FASI CONTROLLI AZIONI / RACCOMANDAZIONI

Controllare che la selezione sia effettuata in modo corretto e completo ARRIVO E SELEZIONE

UVE Controllare che vi sia netta separazione tra prodotto conforme e non conforme.

Il prodotto non conforme identificato viene subito allontanato dalla zona di lavorazione del prodotto conforme

Controllare sempre che tutti i contenitori e gli impianti utilizzati siano in perfette condizioni di igienicità

Effettuare regolarmente interventi di pulizia e manutenzione sui contenitori e sugli impianti utilizzati

PIGIATURA, DIRASPATURA DELLE UVE E SEPARAZIONE

DEL MOSTO

Controllare sempre che le attività di pulizia e/o di manutenzione non siano effettuate contemporaneamente alle attività di lavorazione. Verificare che i prodotti utilizzati siano compatibili con usi alimentari e siano stoccati correttamente in armadi chiusi e lontano dalle aree di lavorazione

Controllare la corretta etichettatura dei contenitori dei prodotti utilizzati per la pulizia e/o la manutenzione ed assicurare che siano riposti in armadi chiusi e lontano dalle aree di lavorazione

Controllare sempre che tutti i contenitori e gli impianti utilizzati siano in perfette condizioni di igienicità

Effettuare regolarmente interventi di pulizia e manutenzione sui contenitori e sugli impianti utilizzati

FERMENTAZIONE Controllare sempre che le attività di pulizia e/o di manutenzione non siano effettuate contemporaneamente alle attività di lavorazione. Verificare che i prodotti utilizzati siano compatibili con usi alimentari e siano stoccati correttamente in armadi chiusi e lontano dalle aree di lavorazione

Controllare la corretta etichettatura dei contenitori dei prodotti utilizzati per la pulizia e/o la manutenzione ed assicurare che siano riposti in armadi chiusi e lontano dalle aree di lavorazione

Controllare sempre che tutti i contenitori e gli impianti utilizzati siano in perfette condizioni di igienicità

Effettuare regolarmente interventi di pulizia e manutenzione sui contenitori e sugli impianti utilizzati

SVINATURA E TORCHIATURA

Controllare sempre che le attività di pulizia e/o di manutenzione non siano effettuate contemporaneamente alle attività di lavorazione. Verificare che i prodotti utilizzati siano compatibili con usi alimentari e siano stoccati correttamente in armadi chiusi e lontano dalle aree di lavorazione

Controllare la corretta etichettatura dei contenitori dei prodotti utilizzati per la pulizia e/o la manutenzione ed assicurare che siano riposti in armadi chiusi e lontano dalle aree di lavorazione

Controllare sempre che tutti i contenitori e gli impianti utilizzati siano in perfette condizioni di igienicità

Effettuare regolarmente interventi di pulizia e manutenzione sui contenitori e sugli impianti utilizzati

TRAVASI E CENTRIFUGAZIONI

Controllare sempre che le attività di pulizia e/o di manutenzione non siano effettuate contemporaneamente alle attività di lavorazione. Verificare che i prodotti utilizzati siano compatibili con usi alimentari e siano stoccati correttamente in armadi chiusi e lontano dalle aree di lavorazione

Controllare la corretta etichettatura dei contenitori dei prodotti utilizzati per la pulizia e/o la manutenzione ed assicurare che siano riposti in armadi chiusi e lontano dalle aree di lavorazione

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

7.4 STOCCAGGIO

DESCRIZIONE

Nella fase di stoccaggio, previa verifica analitica, vengono eseguite aggiunta di andride solforosa

FLOW-SHEET DELLA FASE DI STOCCAGGIO

PIANO DEI CONTROLLI DELLA FASE DI STOCCAGGIO

FASI CONTROLLI AZIONI / RACCOMANDAZIONI

Controllare che vi sia netta separazione tra prodotto conforme e non conforme.

Il prodotto non conforme identificato viene subito allontanato dalla zona di lavorazione del prodotto conforme

Controllare sempre che tutti i contenitori e le cisterne utilizzati siano in perfette condizioni di igienicità

Effettuare regolarmente interventi di pulizia e manutenzione su contenitori e cisterne utilizzati

STOCCAGGIO

Assicurare che non si interrompa l’identificazione dei lotti durante le fasi di stoccaggio e trasporto, al fine di garantire sempre la perfetta rintracciabilità

Registrare sempre tutte le attività di stoccaggio e/o trasporto, specificando i lotti del prodotto finito

7.5 CONFEZIONAMENTO E SPEDIZIONE

DESCRIZIONE

Filtrazione

Prima di procedere con le attività di confezionamento, il vino viene sottoposto a filtraggio, al fine di trattenere tutte le

impurità presenti e donare maggiore limpidezza. Il filtraggio avviene con filtri costituiti con materiale idoneo per lo

specifico utilizzo ed in modo tale che anche in questa fase il vino sia preservato da possibili contaminazioni (polvere,

corpi estranei, insetti, ecc.).

Confezionamento

Dopo la filtrazione, il vino viene confezionata in imballaggi, secondo le modalità concordate con il Cliente e/o secondo

le scelte di commercializzazione della Filiera VinoVero.

Prima di procedere al confezionamento, una fase di soffiatura assicura che all’interno delle bottiglie non vi sia presenza

di corpi estranei o impurità.

Le confezioni vengono identificate, in conformità alla normativa vigente, con etichette che riportano tutte le diciture

stabilite e/o definite con il Cliente ed il codice identificativo del lotto di lavorazione. In seguito il prodotto viene

pallettizato in pedane.

Tutte le attrezzature utilizzate nella fase di lavorazione dei prodotti sono posizionate in maniera da facilitare le attività

di pulizia e di manutenzione. Per garantirne la perfetta funzionalità, tali attrezzature sono, infatti, sottoposte

periodicamente ad interventi di manutenzione, sempre effettuati comunque in momenti distinti dalla produzione, per

evitare potenziali contaminazioni dei prodotti in lavorazione.

STOCCAGGIO Rischio 1: Assenza di netta separazione tra prodotto conforme e non conforme Rischio 2: Possibilità di contaminazione dei prodotti per condizioni di scarsa igiene Rischio 3: Assenza o inadeguata identificazione nello stoccaggio e/o nel trasporto

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Stoccaggio pedane

Il prodotto finito e confezionato viene stoccato in apposite aree del magazzino, in attesa di spedizione. Nella zona di

stoccaggio sono assicurate condizioni di temperatura tali da non alterare le caratteristiche del prodotto finito. Le

modalità di stoccaggio delle pedane, inoltre, sono tali da consentire l’ispezione su tutti i lati delle pedante stesse e, in

caso di stoccaggio lungo le pareti, sono disposte ad almeno 50 cm di distanza dai muri.

Spedizione

Le fasi di trasporto sono affidate a fornitori esterni alla Filiera VinoVero, precedentemente qualificati, come descritto

nella sezione 03 del Manuale. In ogni caso, in fase di carico dei prodotti finiti, viene effettuato un attento controllo

delle condizioni generali di pulizia del mezzo e viene controllata la presenza di un corretto isolamento termico e

l’assenza di carichi in materiale diverso da quello destinato al consumo umano.

FLOW-SHEET DELLA FASE DI CONFEZIONAMENTO E SPEDIZIONE

FILTRAZIONE Rischio 1: Possibile contaminazione del vino Rischio 2: Utilizzo di materiale non compatibile

CONFEZIONAMENTO

STOCCAGGIO PEDANE

Rischio 1: Confezionamento non conforme alle specifiche stabilite Rischio 2: Assenza o inadeguata identificazione delle confezioni Rischio 3: Assenza di netta separazione tra prodotto conforme e non conforme Rischio 4: Contaminazione dei prodotti durante le attività di pulizia e/o manutenzione

Rischio 1: Stoccaggio in condizioni non idonee Rischio 2: Assenza di netta separazione tra prodotto conforme e non conforme

SPEDIZIONE Rischio 1: Condizioni non idonee del mezzo di trasporto Rischio 2: Eccessivo riscaldamento durante il trasporto

Rischio 3: Possibile contaminazione da materiale non destinato al consumo umano

PIANO DEI CONTROLLI DELLA FASE DI CONFEZIONAMENTO E SPEDIZIONE

FASI CONTROLLI AZIONI / RACCOMANDAZIONI

Verificare le condizioni di perfetta pulizia ed igienicità del filtro, al fine di evitare possibili contaminazioni del prodotto

Effettuare regolarmente interventi di pulizia e manutenzione su contenitori e cisterne utilizzati. FILTRAZIONE

Verificare la perfetta compatibilità dei materiali utilizzati come filtri

Acquisire sempre le schede tecniche dei materiali utilizzati per il filtraggio

Verificare la rispondenza delle modalità di confezionamento alle specifiche definite e/o concordate con il Cliente.

Controllare sempre le specifiche dei prodotti prima di procedere con il confezionamento.

Controllare su tutte le confezioni la presenza dell’etichetta identificativa e la presenza del codice del lotto di produzione.

Non procedere alla successiva fase di confezionamento prima di aver verificato la presenza dell’etichetta identificativa su tutte le confezioni

Controllare che vi sia netta separazione tra prodotto conforme e non conforme.

Identificare i prodotti non conformi con l’apposizione in evidenza di cartello riportante la dicitura “NON CONFORME”. Posizionare tali prodotti in aree ben distinte da quelle destinate ai prodotti in spedizione.

CONFEZIONAMENTO

Controllare che tutte le attività di pulizia e manutenzione delle attrezzature avvengano in momenti distinti dalla produzione.

Al termine della lavorazione, posizionare le attrezzature utilizzate lontano dai prodotti, al fine di evitare possibili contaminazioni.

Controllare le condizioni di pulizia ed igiene nei locali destinati allo stoccaggio delle pedane, verificando anche l’assenza di animali infestanti

Effettuare regolarmente interventi di pulizia, disinfezione e, se necessario, derattizzazione nelle zone destinate allo stoccaggio delle pedane.

STOCCAGGIO PEDANE

Verificare che non vi sia stoccaggio promiscuo tra prodotti conformi e non conformi.

Il magazzino è dotato di locali ben separati ed identificati per lo stoccaggio di prodotti conformi e non conformi. I prodotti non conformi devono essere identificati mediante l’apposizione in evidenza di cartello riportante la dicitura “NON CONFORME”.

Controllare l’idoneità del mezzo di trasporto e le condizioni generali di pulizia e manutenzione

Verificare il possesso e la validità di tutte le autorizzazioni da parte del trasportatore. Porre particolare attenzione allo stato di igiene e pulizia del mezzo.

Controllare il corretto isolamento termico del mezzo, al fine di evitare condizioni di temperatura che possono danneggiare il prodotto

Esaminare attentamente il mezzo di trasporto prima di procedere al carico della merce

SPEDIZIONE

Appurare che non vi sia presenza di prodotti non destinati al consumo umano

In caso di presenza di altro materiale, non procedere al carico dei prodotti finiti

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

7.6 SERVIZI COLLATERALI

DESCRIZIONE

Adeguatezza delle strutture

Periodicamente, il Responsabile di Magazzino verifica lo stato delle strutture, al fine di assicurare l’adeguatezza delle

stesse alle lavorazioni effettuate, per tutelare e garantire sempre l’igiene e la sicurezza dei prodotti della Filiera

VinoVero.

Il magazzino rappresenta uno spazio sufficiente per eseguire le lavorazioni in maniera corretta ed in condizioni

igieniche sicure. Il flusso delle lavorazioni è tale da prevenire possibili contaminazioni tra i prodotti in lavorazione. Le

zone destinate al lavaggio di utensili ed attrezzature ed alla pulizia generale sono separati dal magazzino di

lavorazione.

Dal punto di vista delle strutture, le pareti dei muri sono mantenute in buone condizioni, facili da pulire e ove

necessario da disinfettare. Sono realizzate con impiego di materiale lavabile, fino ad una altezza opportuna alle

operazioni. I pavimenti sono tenuti in buone condizioni, realizzati con l’impiego di materiale resistente, non

assorbente, lavabile, non tossico e facili da disinfettare. Presentano, inoltre, pendenze adeguate a favorire il deflusso

dell’acqua, indirizzata verso una canalizzazione che convoglia l’acqua verso l’esterno.

I soffitti sono mantenuti in buone condizioni e periodicamente puliti, per evitare accumuli di sporco.

Le finestre e le altre aperture sono costruite in modo da impedire l’accumulo di sporcizie, quelle che possono essere

aperte verso l’esterno sono munite di reti per prevenire l’ingresso di animali nocivi.

Tutte le aree di lavorazione e/o di stoccaggio dei prodotti sono sottoposte a periodici interventi di pulizia e

sanificazione, per garantire sempre standard elevati di igiene. Sono pianificati ed effettuati, inoltre, interventi di

disinfestazione e derattizzazione.

Igiene del personale

Tutto il personale addetto alla lavorazione dei prodotti della Filiera VinoVero partecipa ad incontri di formazione, con

particolare attenzione alle tematiche relative ai principi di igiene ed alla salvaguardia dei prodotti. La formazione è

effettuata e registrata con le modalità definite nella sezione 03 del presente Manuale.

Qualsiasi malattia infettiva o problema medico con i quali il personale è venuto in contatto deve essere prontamente

comunicata ai responsabili aziendali, che decideranno gli opportuni provvedimenti.

Chiunque entri nei locali di lavorazione deve indossare indumenti da lavoro. Gli indumenti da lavoro devono essere

puliti ed utilizzati solo all’interno dei locali di lavorazione e non usati come indumenti civili.

Nell’area di lavorazione è obbligatorio indossare idonee cuffie di copertura dei capelli, per evitare potenziali

contaminazioni del prodotto, e guanti di protezione per le mani. Gli addetti devono, inoltre, rispettare altre misure

connesse all'abbigliamento, come non portare orologi, anelli, bracciali, collane, ecc. e non maneggiare monete.

Nelle attività di manipolazione dei prodotti, gli addetti devono porre particolare attenzione all’igiene delle mani, in

particolare le mani e gli avambracci devono essere lavati accuratamente con sapone ed è vietato l'uso di disinfettanti.

Le mani e gli avambracci devono essere sempre lavati dopo aver fatto uso dei servizi igienici, dopo ogni sospensione

del lavoro, dopo aver tossito o starnutito riparandosi naso e bocca con le mani, quando vi è stata occasione di

insudiciamento o di contaminazione.

Nell’area di lavorazione è, inoltre, fatto divieto assoluto di assumere cibo, bevande o altro e fumare.

Approvvigionamento input no-food

L’approvvigionamento di tutti i materiali no-food, compresi i materiali da imballaggio, deve rispettare determinati

requisiti, per poter garantire la conformità dei prodotti finali agli standard di riferimento previsti dal SGPB della Filiera

VinoVero. Per questo, allo scopo di evitare l’impiego di quelli non conformi, viene effettuata una attività di

qualificazione dei fornitori, secondo le modalità descritte nella sezione 03 di questo Manuale.

Inoltre, all’arrivo in azienda di tali materiali, gli stessi vengono sottoposti ad un’attenta verifica prima del loro impiego.

Sono predisposte anche modalità e luoghi atti per la gestione degli stessi fintanto che tutte le verifiche non siano state

completate, evitando, comunque, il rischio che tale materiale possa creare inquinamento. Viene, altresì istituita

apposita registrazione di carico e scarico di tali materiali.

Con particolare riferimento ai materiali da confezionamento, destinati a venire a contatto diretto con il vino (bottiglie,

tappi, capsule, ecc.), al fine di assicurare la perfetta compatibilità con gli alimenti si provvede ad acquisire dal fornitore

le relative schede tecniche.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Analisi dei prodotti

Allo scopo di verificare che i prodotti in lavorazione e quelli finiti siano conformi ai requisiti del presente Manuale, sono

prelevati campioni di tali materiali per sottoporli ad analisi di laboratorio. Tali prelievi vengono effettuati secondo un

piano predefinito e riguardano i prodotti sia all’ingresso, sia durante la lavorazione, sia poco prima della spedizione.

Laddove si evidenziano dubbi sono effettuati prelievi specifici aggiuntivi, anche se non previsti dal piano. I laboratori

utilizzati per l’effettuazione delle analisi sono preventivamente qualificati, secondo quanto definito nella sezione 03 del

Manuale. I risultati dei rapporti di prova sono registrati su apposito modulo.

Smaltimento dei prodotti di scarto

Tutti i rifiuti prodotti durante le attività di lavorazione sono gestiti nel pieno rispetto dei requisiti stabiliti dalla

normativa vigente. I rifiuti sono stoccati in maniera differenziata ed affidati, per le successive attività di smaltimento, a

ditte regolarmente autorizzate. Tutta la gestione è documentata e le registrazioni (formulari di identificazione dei

rifiuti, registri di carico e scarico, ecc.) sono correttamente archiviate.

Predisposizione della documentazione accompagnatoria della merce

Prima della spedizione dei prodotti, viene predisposta la documentazione che riporta l’identificazione del lotto e le

diciture descrittive dei requisiti del prodotto. Laddove è necessario richiedere ulteriore documentazione comprovante i

requisiti, ne viene fatta richiesta agli organi competenti. In questo modo si informa immediatamente lo stesso

Organismo, che ha la facoltà di effettuare tempestivamente tutte le verifiche necessarie per il rilascio di tale

documentazione.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

FLOW-SHEET DEI SERVIZI COLLATERALI

ADEGUATEZZA DELLE

STRUTTURE

Rischio 1: Rischio fisico, chimico o di contaminazione biologica del prodotto per cattive condizioni igieniche del locale o per contaminazione incrociata Rischio 2: Ingresso di animali nocivi dalle aperture Rischio 3: Presenza di animali nocivi

IGIENE DEL PERSONALE Rischio 1: rischio di contaminazione biologica del prodotto per cattive condizioni igieniche del personale

APPROVVIGIONAMENTO INPUT

NO-FOOD

Rischio 1: Non vengono effettuate le analisi previste Rischio 2: Non vengono effettuate le analisi di prodotti di cui si sospetti la non conformità. Rischio 3: Utilizzo di laboratori non qualificati

Rischio 4: Assenza di registrazione dei risultati delle analisi

Rischio 1: Approvvigionamento di mezzi o materiali da fornitori non qualificati; Rischio 2: Utilizzo di mezzi o materiale non preventivamente verificati; Rischio 3: Stoccaggio dei mezzi e materiali in luoghi e con modalità non adeguati;

Rischio 4: assenza di registrazione dei mezzi e materiali

acquistati e utilizzati

ANALISI DEI PRODOTTI

Rischio 1: Smaltimento dei rifiuti vari in modo non

adeguato. SMALTIMENTO DEI PRODOTTI

DI SCARTO

Rischio 1: Mancata o incompleta predisposizione della documentazione di accompagnamento;

Rischio 2: Mancata richiesta agli organi competenti della

eventuale documentazione necessaria.

DOCUMENTAZIONE

ACCOMPAGNATORIA

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

PIANO DEI CONTROLLI DEI SERVIZI COLLATERALI

FASI CONTROLLI AZIONI / RACCOMANDAZIONI

Mantenere sempre perfette condizioni igieniche all’interno dell’area di lavorazione, verificando periodicamente il perfetto stato di manutenzione e pulizia delle strutture

Verificare costantemente lo stato dei locali e, se necessario, effettuare interventi di manutenzione sulle strutture e sugli impianti, per mantenere inalterate le caratteristiche che garantiscono l’igiene delle lavorazioni svolte.

Verificare la presenza e l’efficacia di dispositivi per contrastare l’ingresso di animali nocivi.

Limitare quanto più è possibile l’apertura delle porte. Verificare, in collaborazione con la ditta incaricata della derattizzazione, lo stato di esche e trappole per controllare l’efficacia di tali dispositivi.

ADEGUATEZZA DELLE STRUTTURE

Controllare lo stato dei dispositivi contro gli animali nocivi ed eventuali segni di infestazione in prossimità delle zone di lavorazione.

Verificare, in collaborazione con la ditta incaricata della derattizzazione, lo stato di esche e trappole per controllare l’efficacia di tali dispositivi. Non posizionare materiali o pedane a ridosso dei muri, ma distanziarli di almeno 50 cm per poter permettere ispezioni dei luoghi.

IGIENE DEL PERSONALE

Verificare sempre le condizioni di igiene del personale

Mettere a disposizione del personale abiti da lavoro e protezioni (cuffie, guanti, ecc.) e controllare sempre lo stato di pulizia dei servizi igienici. Far rispettare le precauzioni per l’igiene a tutto il personale ed ai visitatori.

Appurare che i mezzi e/o i materiali siano approvvigionati da fornitori qualificati

Controllare l’aggiornamento dell’Elenco dei soggetti di filiera e dell’Albo dei Fornitori Qualificati

Accertarsi che non vengano utilizzati mezzi o materiale senza che siano stati preventivamente verificati

Non avviare alle successive attività di lavorazione i mezzi/materiali prima di aver completato i relativi controlli.

Verificare che lo stoccaggio dei mezzi e materiali avvenga in luoghi e con modalità adeguati

Controllare che lo stoccaggio i mezzi e materiali non possa provocare contaminazioni accidentali dei prodotti

APPROVVIGIONAMENTO INPUT NO - FOOD

Accertarsi dell’avvenuta registrazione dei mezzi e materiali acquistati e utilizzati

Aggiornare costantemente le registrazioni al fine di garantire la rintracciabilità

Controllare che vengano effettuate le analisi previste

Pianificare le analisi in modo da garantire a rappresentatività dei campioni prelevati

Accertarsi che vengano effettuate le analisi di prodotti di cui si sospetti la non conformità.

Intensificare la analisi per i fornitori nuovi o quelli rispetto ai quali si sono verificati problemi/anomalie

Verificare che i Laboratori utilizzati siano stati precedentemente qualificati

Controllare l’aggiornamento dell’Elenco dei soggetti di filiera e dell’Albo dei Fornitori Qualificati

ANALISI DEI PRODOTTI

Controllare il Certificato riportante l’esito delle analisi effettuate

Archiviare in maniera idonea i risultati delle analisi, in modo da poterli esibire anche in caso di eventuali contestazioni e/o controlli ufficiali

FASI CONTROLLI AZIONI / RACCOMANDAZIONI

SMALTIMENTO DEI PRODOTTI DI SCARTO

Controllare il corretto smaltimento dei rifiuti prodotti.

Identificare in maniera ben visibile i contenitori per i rifiuti, specificando, su ciascuno di esso, il rifiuto ed il relativo codice CER contenuto. Collocare i contenitori in maniera idonea, in area coperta, facilmente accessibile e possibilmente lontano dall’area di lavorazione dei prodotti. Controllare il possesso di tutte le autorizzazioni da parte delle ditte incaricate

Verificare la completezza della documentazione di accompagnamento dei prodotti

Controllare sempre la correttezza dei dati riportati sulla documentazione ed, in particolare, il riferimento al codice di lotto, indispensabile per poter avviare una eventuale procedura di richiamo del prodotto. DOCUMENTAZIONE DI

ACCOMPAGNAMENTO DELLA MERCE

Verificare che venga fatta tempestiva richiesta agli organi competenti della eventuale documentazione necessaria.

Assicurarsi preventivamente della necessità di allegare eventuale documentazione prodotta da organi competenti, in modo da avviare la relativa richiesta entro i termini corretti.

SEZIONE 08

IDENTIFICAZIONE E RINTRACCIABILITA’ DEL PRODOTTO, GESTIONE DEL PRODOTTO NON CONFORME E PROCEDURA DI RICHIAMO

SOMMARIO

8.0 Introduzione

8.1 Identificazione e rintracciabilità del prodotto

8.2 Gestione del prodotto non conforme

8.3 Modalità di richiamo del prodotto

8.4 Documenti di registrazione

8.0 INTRODUZIONE

In questa sezione del Manuale viene descritto il sistema di identificazione e rintracciabilità ei prodotti all’interno della

Filiera VinoVero, le modalità definite per la gestione dei prodotti non conformi, rispetto ai requisiti definiti nel presente

Manuale, e le modalità per gestire un eventuale richiamo dal mercato del prodotto non conforme.

L’obiettivo delle attività descritte è quello di garantire in ogni momento le caratteristiche igienico sanitarie del prodotto

e di assicurare criteri di trasparenza e sicurezza verso il mercato, attraverso la possibilità di risalire alla provenienza

dei materiali e alla destinazione del prodotto, anche successivamente alle fasi di consegna al Cliente.

Nella definizione del sistema di rintracciabilità, descritto in questa sezione del Manuale, predisposto ed attuato dalla

filiera VinoVero, si è fatto riferimento ai requisiti della norma UNI EN ISO 22005:2008 e al Regolamento CE n.

178/2002.

Al fine di perseguire costantemente gli obiettivi del SGPB e, dunque, anche del sistema di rintracciabilità definito per il

prodotto VinoVero, tutte le organizzazione coinvolte sottoscrivono il Patto di Filiera e la Politica della Qualità, quali

accordi formali che evidenziano la condivisione delle organizzazioni e l’impegno al rispetto delle modalità definite dal

sistema, per gli aspetti di propria competenza.

(Specificare la denominazione dell’Organizzazione capo-filiera) in qualità di azienda capofiliera, indirizza, coordina e

controlla l’applicazione del SGPB da parte delle organizzazioni coinvolte, secondo quanto definito nel presente

manuale.

8.1 IDENTIFICAZIONE E RINTRACCIABILITA’ DEL PRODOTTO

PREMESSA

Al fine di garantire il perfetto funzionamento del sistema di identificazione e rintracciabilità definito per il prodotto della

Filiera VinoVero, il primo passaggio fondamentale consiste nella esatta individuazione di tutte le organizzazione che

aderiscono alla filiera, ciascuna con l’attribuzione delle relative responsabilità, e, dunque, hanno sottoscritto il Patto di

Filiera, quale formale impegno al rispetto di tutti i requisiti previsti nel Sistema di Gestione del Prodotto Biologico e nel

presente Manuale. L’elenco completo ed aggiornato delle organizzazioni della Filiera VinoVero è riportato nella sezione

03 dl presente Manuale.

MODALITA’ DI IDENTIFICAZIONE

Per identificare il prodotto è necessario che in ogni fase della sua produzione e lavorazione esso sia chiaramente

identificato e associabile alle informazioni relative al suo trattamento in tutte le fasi precedenti, a partire dalla fase di

produzione sul campo.

A. IDENTIFICAZIONE DEI PRODUTTORI DI MATERIE PRIME (aziende agricole di produzione olive)

Per quanto riguarda la fase di produzione in campo, l’Azienda Agricola appartenente alla Filiera VinoVero è tenuta a

identificare esattamente l’appezzamento di coltivazione sul modulo “Allegato al Piano di Gestione”, registrando i dati

anagrafici ed agronomici dei vigneti.

Il modulo, infatti, permette di identificare univocamente il lotto di coltivazione e di documentare tutte le informazioni

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

necessarie a ricostruirne, anche a distanza nel tempo, le fasi di lavorazione.

Tutte le informazioni riportate sull’Allegato al Piano di Gestione identificano esattamente il lotto di coltivazione, al

quale viene attribuito un codice numerico costituito da due cifre progressive e dalle ultime due cifre dell’anno di inizio

della coltivazione, come di seguito riportato:

Lotto n° XX / YY

dove XX = numero progressivo

YY = anno di inizio della coltivazione

L’azienda agricola, inoltre, registra sullo stesso modulo, ovvero su documentazione equivalente, tutte le operazioni

colturali effettuate, riportando, per ciascuna operazione:

la data

la descrizione dell’operazione effettuata, completa di riferimenti ed eventuali formulati commerciali

le quantità utilizzate

il nome del responsabile dell’operazione.

Al momento della consegna del prodotto per le successive attività di trasformazione, l’azienda agricola riporta sul

documento di trasporto il numero assegnato al lotto di coltivazione.

B. IDENTIFICAZIONE DEI LOTTI DI CONFERIMENTO UVE

Al ricevimento presso il magazzino di lavorazione, gli addetti verificano che ciascuna fornitura sia corredata di tutta la

documentazione prevista e che, principalmente, sul DDT sia riportato il codice identificativo della coltivazione.

Solo ad esito positivo di tale verifica, il prodotto viene inoltrato alle successive fasi di controllo e lavorazione, come

meglio descritto nella precedente sezione 07 del Manuale.

Accettato in ingresso, il prodotto viene identificato mediante l’attribuzione di un altro codice lotto di entrata, di tipo

numerico, costituito da due o tre cifre, generato mediante l’applicazione di una formula che tiene conto di:

• data di ingresso nel magazzino

• numero di DDT.

Da questo punto in poi, tutte le informazioni relative al prodotto in lavorazione sono registrate sul file di Excel

“Prospetto Lavorazione”.

Su tale file sono registrati, infatti, tutti gli arrivi di prodotti, con i riferimenti al DDT, all’azienda agricola di provenienza

ed al relativo appezzamento di coltivazione, nonché alle quantità in ingresso (espresse in Kg).

C. IDENTIFICAZIONE DEI LOTTI DI LAVORAZIONE

Ciascuna partita in lavorazione viene identificata mediante l’attribuzione di un codice lotto di lavorazione, costituito

da:

• giorno di lavorazione, espresso con il numero progressivo nell’anno (tra 1 e 365)

Le informazioni relative al prodotto in lavorazione sono registrate sul file Excel “Prospetto di Lavorazione”, il quale

consente di mettere in relazione l’identificativo dello spazio dove stazionano le uve con i lotti di entrata di riferimento

e, dunque, con i lotti di coltivazione.

D. IDENTIFICAZIONE DEI LOTTI DI STOCCAGGIO E DEI LOTTI-MISCELA

Al termine di tutte le fasi di lavorazione, il vino viene posizionato in idonei contenitori di stoccaggio, numerati ed

identificati mediante targhe adesive o mobili. Ad ogni contenitore corrisponde un codice di riferimento numerico e su

ciascuna targa viene sempre specificato il tipo di olio contenuto.

Il codice lotto di stoccaggio risulterà, dunque, composto da il codice lotto di lavorazione seguito dal codice

identificativo del contenitore di stoccaggio. Quest’ultimo identificativo è registrato sul “Prospetto di Lavorazione”.

Nel caso in cui vengano realizzate miscele di vini o mosti da contenitori differenti, al codice lotto di stoccaggio, come

sopra descritto, riferito al contenitore di provenienza, sarà aggiunto anche il codice identificativo del contenitore di

destinazione finale della miscela, ottenendo il codice lotto-miscela.

E. IDENTIFICAZIONE DEI LOTTI DI CONFEZIONAMENTO

Il prodotto confezionato viene identificato mediante il codice lotto di confezionamento, costituito da:

• giorno di lavorazione, espresso con il numero progressivo nell’anno (tra 1 e 365)

• anno di lavorazione, espresso con due cifre.

Tale codice è riportato sulla confezione e/o sulle etichette apposte sulla confezione stessa.

Il lotto di confezionamento è registrato sul file “Prospetto di Lavorazione”, in corrispondenza del lotto di stoccaggio o

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

del lotto-miscela, assicurando così la perfetta rintracciabilità fino all’uscita del prodotto.

RINTRACCIABILITÀ

La rintracciabilità di tutti i prodotti della filiera VinoVero è garantita dalla presenza delle etichette identificative, sulle

quali è riportato il codice lotto di confezionamento.

Tale codice corrisponde al lotto in uscita, composto così come descritto nel paragrafo precedente.

Da tale codice, consultando il file “Prospetto di Lavorazione”, è possibile risalire a tutte le informazioni inerenti quel

prodotto, sia per quanto riguarda la fase di trasformazione e confezionamento, che per quanto riguarda la fase di

produzione in campo, effettuata presso le aziende agricole della filiera.

8.2 GESTIONE DEL PRODOTTO NON CONFORME

PREMESSA

Come accennato nella sezione 03 del presente Manuale, il SGPB della Filiera VinoVero prevede modalità differenti per

la gestione delle Non Conformità di Sistema e per quelle di Processo.

Queste ultime, oggetto della presente sezione, sono quelle che si verificano durante le fasi di produzione agricola e di

trasformazione, a seguito dei controlli definiti nelle precedenti sezioni 05 e 07.

Qualora, a seguito dei controlli effettuati, si riscontri una Non Conformità, si eseguono le attività riportate di seguito.

IDENTIFICAZIONE

Qualora, durante le attività di produzione e trasformazione, l’addetto rilevi un prodotto non conforme, cioè un prodotto

che dia luogo ad un esito negativo del controllo eseguito, l’addetto provvede immediatamente ad identificare il

prodotto, in modo da impedirne il passaggio alla successiva fase di lavorazione.

I prodotti non conformi vengono identificati mediante l’apposizione di un cartello ben evidente, riportante la dicitura

“PRODOTTO NON CONFORME” ovvero, quando ciò non sia possibile, i prodotti sono stoccati in contenitori identificati

mediante cartello riportante la stessa dicitura. I prodotti così identificati sono, inoltre, adeguatamente segregati in aree

appositamente individuate.

ESAME E TRATTAMENTO DELLE NC

Le NC rilevate in fase di lavorazione sono classificate come gravi quando:

• il prodotto non è rilavorabile né riutilizzabile tal quale ed il difetto si presenta con continuità;

• il prodotto non soddisfa uno o più requisiti previsti dagli standard di riferimento del SGPB;

• il prodotto può essere consegnato al Cliente solo dopo formale accettazione in deroga;

il prodotto non corrisponde a quello richiesto dal Cliente, per tipologia o modalità di confezionamento;

eventuali NC rilevate nelle fasi precedenti risultano ancora non risolte.

Sono invece classificate lievi le NC che:

risultano occasionali e non influenzano quantità significative di prodotto;

consentono di rilavorare il prodotto per poterne ottenere la conformità ai requisiti specificati;

consistono in una mancanza di documentazione di accompagnamento alla merce, qualora prevista

contrattualmente.

In caso di NC lievi, l’addetto provvede ad informare ARF, qualora la NC si verifichi nella fase di produzione agricola,

ovvero RGP, qualora si verifichi in fase di trasformazione. In funzione di quanto concordato con il proprio referente,

l’addetto provvede a risolvere immediatamente la Non Conformità. In ogni caso, ARF segnala la NC rilevata a RGP, il

quale, sentito il Direttore di Produzione, valuta l’opportunità di registrare la NC e la relativa risoluzione sul modulo

“Rapporto di Non Conformità”, mod. M 11, al fine di valutarne nel tempo la frequenza di accadimento.

In caso di NC gravi, la funzione che rileva la NC provvede ad informare tempestivamente RGP, il quale compila il

Rapporto di NC ed informa il Responsabile dell’organizzazione che ricopre il ruolo di Capo-filiera per le decisioni relative

alle azioni da intraprendere. Qualora tali azioni comportino un’interruzione della produzione o interventi costosi, la

decisione viene concordata direttamente con il Responsabile della Capo-Filiera.

REGISTRAZIONE

La gestione delle NC in processo viene documentata sul modulo “Rapporto di Non Conformità” a cura di ARF / RGP, il

quale, oltre all’analisi della NC riscontrata, registra il trattamento da adottare per la sua risoluzione. Successivamente,

è cura di RGP verificare l’avvenuta risoluzione e valutare l’efficacia degli interventi adottati per la risoluzione di tutte le

Non Conformità riscontrate lungo tutta la FILIERA.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Tutte le Non Conformità rilevate, inoltre, sono riportate sul Registro Non Conformità, mod. M 12, a cura di RGP.

8.3 MODALITA’ DI RICHIAMO DEL PRODOTTO

Qualora si verifichi la necessità di richiamare il prodotto dal mercato, il Capo-Filiera (specificare denominazione) attiva

le modalità operative di seguito descritte.

RILIEVO DELLA SITUAZIONE DI PERICOLO

La necessità di attivare la procedura di richiamo del prodotto dal mercato si verifica quando, successivamente alla

consegna del prodotto al Cliente, si riscontrino caratteristiche in contrasto con quanto stabilito dagli standard di

riferimento del SGP ovvero quando il prodotto presenti dati analitici/caratteristiche che compromettono l’igiene e la

sicurezza alimentare.

Tali circostanze possono essere segnalate al Capo-filiera (specificare denominazione) da parte del Cliente mediante

segnalazione scritta, che riporti l’identificazione del prodotto contestato e la descrizione esatta del difetto riscontrato.

IDENTIFICAZIONE E RINTRACCIABILITÀ DEI PRODOTTI

Ciascuna fornitura proveniente dalla Filiera VinoVero è identificata mediante l’attribuzione di un codice lotto che

corrisponde univocamente ad un’unica fornitura di prodotto in lavorazione nella stessa giornata e destinata allo stesso

cliente ovvero della stessa tipologia di vino.

L’identificazione parte dalla fase di produzione in campo e segue tutta la storia del prodotto, fino alla sua spedizione.

Le modalità definite dalla Filiera VinoVero per l’identificazione e l’attribuzione del codice lotto sono descritte

dettagliatamente nel precedente paragrafo 8.1.2 della presente sezione.

Il codice lotto assegnato al prodotto è sempre riportato sulla etichetta apposta su ciascuna confezione.

L’identificazione delle forniture in ingresso, dei lotti in lavorazione, in stoccaggio ed in confezionamento sono riportate

sul file di Excel denominato “Prospetto di Lavorazione”, archiviato da RGP.

MODALITA’ DI RICHIAMO

Ricevuta la segnalazione del prodotto contestato, RGP, in collaborazione con la Direzione, esamina attentamente tutta

la documentazione inviata ed i riscontri sul prodotto, al fine di verificare l’esistenza dei difetti segnalati.

Accertato il difetto, RGP individua tutto il prodotto in uscita con riferimento al lotto in cui è presente il difetto,

utilizzando le informazioni riportate sul file “Riepilogo lotti”.

RGP comunica gli estremi identificativi del prodotto consegnato alla Direzione, la quale provvede ad informare il

Cliente, mediante comunicazione scritta che riporta:

la descrizione della fornitura, delle quantità e dei luoghi di consegna;

il riferimento al/ai DDT di spedizione della merce;

ogni altra informazione in possesso della Filiera VinoVero utile ad identificare esattamente il prodotto da ritirare.

Per garantire una informazione tempestiva, RGP aggiorna costantemente l’”Elenco Clienti e Referenti per richiamo

prodotto”, mod. M 13, che riporta, per ciascun Cliente, i referenti per attivare la procedura di richiamo del prodotto ed

i relativi recapiti.

La procedura di richiamo attivata ed i relativi sviluppi sono registrati, a cura di RGP, sul Rapporto di Non Conformità.

VERIFICA DELLA MODALITA’ DI RICHIAMO DEL PRODOTTO

Almeno una volta all’anno, viene effettuata una simulazione per verificare il corretto funzionamento della modalità di

richiamo e l’efficacia degli strumenti preposti.

RGP seleziona un prodotto inviato, rilevando il Cliente di destinazione ed il lotto identificativo.

Tutti i successivi passaggi (riscontro della documentazione di accompagnamento in entrata, eventuali certificati di

analisi, individuazione del lotto in uscita, individuazione del Cliente e del luogo di spedizione, individuazione dei

referenti) sono registrati sul Rapporto di Non Conformità. Sullo stesso Rapporto, RGP riporta eventuali considerazioni

sull’efficacia della modalità di richiamo e/o sulla necessità di introdurre eventuali modifiche.

8.4 Documenti di Registrazione

ARCHIVIAZIONE Codice Titolo

Responsabile Durata

M 11 Rapporto di Non Conformità RGP 3 anni

M 12 Registro non Conformità RGP 3 anni

M 13 Elenco clienti e Referenti per richiamo prodotto

RGP 3 anni

// Prospetto di Lavorazione RGP 3 anni

SEZIONE 09

PRESENTAZIONE DEL PRODOTTO, ETICHETTATURA E INFORMAZIONI AL CONSUMATORE

SOMMARIO

9.0 Generalità

9.1 Riferimenti al metodo biologico

9.2 Uso del logo comunitario

9.3 Riferimenti al controllo e certificazione

9.4 Indicazioni da riportare nei documenti di trasporto o che accompagnano il prodotto

9.0 GENERALITÀ

Le modalità di etichettatura e pubblicità del metodo di produzione biologico nei prodotti agroalimentari destinati al

mercato comunitario sono stabilite dal Reg. CEE 2092/91 (e successive modifiche ed integrazioni), valido fino al 31

dicembre 2008 e dal Reg. CE 834/07 (oltre al Reg. CE 889/07 di attuazione), a decorrere dal 2009.

L’”Etichettatura” comprende “i termini, le diciture, le indicazioni, i marchi di fabbrica, i nomi commerciali, le immagini o

i simboli riguardanti imballaggi, documenti, avvisi, etichette, cartoncini,nastri o fascette e presenti su di essi, che

accompagnano o si riferiscono a un prodotto”.

Per “Pubblicità” si intende “qualsiasi presentazione al pubblico, con mezzi diversi dall’etichettatura, che intende o

potrebbe influenzare e determinare atteggiamenti, convinzioni e comportamenti atti a promuovere direttamente o

indirettamente la vendita di prodotti biologici”.

Le specifiche sotto indicate sono valide vincolanti sia per l’etichettatura che per la pubblicità del prodotto.

9.1 RIFERIMENTI AL METODO BIOLOGICO

Il vino, fin dal 1991, è stato escluso dalle disposizioni previste nell’all. VI del Reg. CEE 2092/91 relative agli additivi e

coadiuvanti ammessi nel corso della preparazione.

In assenza di requisiti specifici per la trasformazione, in tutta Europa usa indicare in etichetta “vino ottenuto con uve

da agricoltura biologica”. Grazie al nuovo Reg. CE 834/07, una volta definiti i requisiti per il processo di vinificazione, si

potrà indicare “Vino Biologico”. Grazie ad un progetto finanziato dall’UE (ORWINE) i diversi Paesi membri stanno

concordando i criteri per la certificazione del vino che dovrebbero essere i seguenti:

1. estensione della validità delle attuali liste positive di additivi e coadiuvanti tecnologici ammessi anche per la

produzione del vino (tali liste già contengono numerosi additivi e coadiuvanti tecnologici utili per l’industria enologica)

2. definizione di condizioni specifiche per l’uso e dei limiti massimi relativamente al contenuto di solforosa per ogni

tipologia di vino, introdotti probabilmente con meccanismi che ne permettano una riduzione graduale fino a livelli pari

alla metà rispetto ai valori massimi previsti dalla normativa generale (OCM);

3. definizione di una lista negativa di processi fisici non ammessi.

Nella descrizione e nei marchi di fabbrica è possibile utilizzare i termini: BIOLOGICO, ECOLOGICO, ORGANIC e le

traduzioni lingue ufficiali della Comunità. Lo stesso vale per le abbreviazioni BIO ed ECO.

Tutti i termini sopraindicati sono tutelati dalla normativa comunitaria, indifferentemente in ogni Paese membro, e

possono essere utilizzati solo per i prodotti ottenuti in conformità ai regolamenti sopraindicati.

Nella Denominazione del prodotto, in attesa della definizione di norme tecniche specifiche per il vino, è possibile

indicare solo VINO CON UVE DA AGRICOLTURA BIOLOGICA.

A partire dal 1 gennaio 2009 è possibile impiegare anche la dicitura VINO CON UVE BIOLOGICHE

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Il prodotto ottenuto con uve in conversione all’agricoltura biologica (il periodo di conversione ha normalmente una

durata di 3 anni dall’inizio della conduzione biologica dei terreni) deve riportare l’indicazione:

VINO CON UVE IN CONVERSIONE ALL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

ovvero, a partire dal 1 gennaio 2009, l’indicazione:

VINO CON UVE BIOLOGICHE IN CONVERSIONE

La dicitura VINO BIOLOGICO potrà essere utilizzata solo dopo che l’UE stabilirà le norme tecniche specifiche per il vino

mediante la pubblicazione di uno specifico regolamento di attuazione.

E’ opportuno precisare che:

a) il vino ottenuto con le uve raccolte nei primi 12 mesi del periodo di conversione non può vantare alcun riferimento

al metodo biologico (deve essere commercializzato sul mercato convenzionale);

b) il vino in conversione non può essere utilizzato per la preparazione di prodotti multi-ingrediente;

c) non è possibile miscelare vino “biologico” con vino “in conversione”, così come non è assolutamente possibile

aggiungere aliquote anche minime di vino o mosti convenzionali.

9.2 USO DEL LOGO COMUNITARIO

Il Reg. CE 834/07 prevede l’obbligo di apposizione del logo comunitario per tutti per tutti i prodotti confezionati, con

un contenuto in ingredienti biologici superiore al 95%, prodotti e coltivati all’interno dell’UE.

L’utilizzo del logo rimane volontario, invece, per i prodotti ottenuti con materie prime provenienti da Paesi Terzi.

Il logo comunitario deve essere sempre accompagnato dall’indicazione dell’origine UE o non UE delle materie prime che

costruiscono il prodotto. Si può omettere l’indicazione «non UE» solo, quando l’ingrediente interessato ha una

incidenza inferiore al 2% del totale delle componenti agricole. L’ indicazione «UE» o «non UE» può essere sostituita o

integrata dall’indicazione di un Paese nel caso in cui tutte le materie prime agricole di cui il prodotto è composto siano

state coltivate in quel Paese.

Alcune Autorità competenti degli Stati membri, tra queste anche il MiPAF, ritiene che il logo UE non possa essere

riportato nelle etichette del vino fino a quando non saranno definite le norme tecniche per la vinificazione. Si tratta, in

ogni caso, di interpretazioni informali; la normativa vigente (incluso il Reg. CE 834/07) non vieta esplicitamente

l’impiego del logo comunitario per questa categoria di prodotti.

Una volta definite le regole per la vinificazione l’uso del logo non potrà che rispondere ai criteri previsti per le altre

tipologie produttive.

Un vino prodotto o imbottigliato in Italia con uve provenienti da Paesi UE deve riportare il logo UE e, in prossimità di

questo, l’indicazione “Agricoltura UE”.

Nel caso in cui le uve sono tutte italiane si può riportare la dizione “Agricoltura UE – Italia” o “Agricoltura Italiana”

Un vino prodotto o imbottigliato in Italia con uve provenienti da Paesi Terzi può non riportare il logo UE. Se riportato in

etichetta, il logo deve essere accompagnato dalla dicitura “Agricoltura Non UE”. Nel caso si tratti di una miscela di uve,

mosti o vini europei e provenienti da Paesi Terzi (la cui incidenza è superiore al 2% del totale) la dicitura prevista è

“Agricoltura UE/Non UE”.

Le caratteristiche tecniche e le dimensioni minime del logo (20 mm) sono descritte nel dettaglio nell’allegato XI del

Reg. CE 889/07.

9.3 RIFERIMENTI AL CONTROLLO E CERTIFICAZIONE

Il numero di codice dell'autorità o dell'organismo di controllo deve essere indicato nel modo seguente:

e) inizia con la sigla identificativa dello Stato membro o del paese terzo, secondo i codici paese di due lettere di cui

alla norma internazionale ISO 3166 (Codici per la rappresentazione dei nomi di paesi e delle loro suddivisioni);

f) comprende un termine che rinvia al metodo di produzione biologico, secondo il disposto dell'articolo 23, paragrafo

1, del regolamento (CE) n. 834/2007;

g) comprende un numero di riferimento stabilito dall'autorità competente; e

h) è collocato immediatamente sotto il logo comunitario, se questo compare in etichetta.

L’indicazione del luogo in cui sono state coltivate le materie prime agricole di cui il prodotto è composto (vedi

“Agricoltura UE” o “Non UE”) è collocata immediatamente sotto il numero di codice sopraindicato.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Il Reg. CE 889/07, al fine di permettere un graduale adattamento degli operatori già aderenti al regime di controllo UE,

prevede le seguenti misure transitorie in materia di etichettatura.

1. E’ rimandata la rivisitazione grafica del nuovo logo; per il momento si usa quello vecchio alle medesime condizioni.

Fino al 1 luglio 2010 non è obbligatorio indicare l’origine della materia prima in etichetta.

2. A partire dal 1 luglio 2010 alcuni additivi (lecitine, pectina, gomma arabica, ecc.) e coadiuvanti tecnologici

rientreranno nel conteggio della percentuale di biologico.

3. Fino al 1 luglio 2010 gli operatori possono continuare ad utilizzare, ai fini dell'etichettatura, le disposizioni

previste dal regolamento (CEE) n. 2092/91 in relazione:

i. al sistema di calcolo della percentuale di ingredienti biologici degli alimenti;

ii. al numero di codice e/o al nome dell'autorità o dell'organismo di controllo.

4. I prodotti ottenuti, condizionati ed etichettati anteriormente al 1 gennaio 2009 a norma del regolamento (CEE) n.

2092/91 possono continuare ad essere commercializzati con termini che fanno riferimento al metodo di produzione

biologico fino ad esaurimento delle scorte.

5. Fino al 1 gennaio 2012 il materiale da imballaggio a norma del regolamento (CEE) n. 2092/91 può continuare ad

essere utilizzato per i prodotti commercializzati con termini che fanno riferimento al metodo di produzione biologico,

purché i prodotti siano conformi ai requisiti del regolamento (CE) n. 834/2007.

A seguito del mutato quadro normativo e delle disposizioni transitorie sopra indicate è prevedibile che il MiPAF, in

qualità di Autorità Pubblica competente, elabori nuove disposizioni nazionali per l’indicazione dei riferimenti al controllo

in etichetta, in sostituzione delle attuali diciture previste dal D.L. 220/05 (valide fino al 31 dicembre 2008):

Controllato da xxxxxxxxxx

Aut. Mi.P.A.F. D.M. n° xxxxxx del xxxxxxx

in applicazione del Reg. CEE 2092/91

IT ODC Axxx Fxxxxxx

Codice alfanumerico così composto:

IT= Italia

ODC = codice europeo dell’Organismo di Controllo autorizzato (es. ICA = ICEA, BAC = Bioagricert, ecc.)

Axxx= numero identificativo dell’operatore controllato

F (o T) xxxxxx = codice di autorizzazione alla stampa di etichette (rilasciato dall’Organismo di Controllo) dove T=

prodotto trasformato e F = prodotto fresco

I marchi di certificazione privati e nazionali possono essere impiegati a patto che le condizioni di uso e le certificazioni

correlate non provochino anomalie e ostacoli al libero mercato.

E‘ opportuno segnalare che l’Italia, nell’ambito delle proposte di legge nazionale per l’agricoltura biologica, ha

manifestato l’intenzione di istituire un marchio che identifica il prodotto biologico italiano.

Manuale per il Sistema di Gestione del Prodotto Biologico

Esempio etichetta conforme al Reg. CEE 2092/91, D.L. 220/95 e altre

disposizioni nazionali Esempio etichetta conforme al Reg. CE

834/07, Reg. CE 889/07 anche a seguito della definizione norme per la vinificazione

Oltrepò pavese doc Pinot grigio

Prodotto e imbottigliato da

Cantina Paolo Rossi

Via Verdi 24 – Pavia

altre indicazioni obbligatorie

Oltrepò pavese doc Pinot grigio

Vino Biologico

Prodotto e imbottigliato da

Cantina Paolo Rossi

Via Verdi 24 – Pavia

altre indicazioni obbligatorie

Agricoltura UE - Italia IT ICA BIO xxxxxx (*)

In altra parte dell’etichetta,

altro campo visivo, contro etichetta

(*) Codice alfanumerico definito

dall’Autorità Competente

Vino prodotto con uve da Agricoltura Biologica

Controllato da: Istituto per la

Certificazione Etica e Ambientale (ICEA) Aut. Mi.PA:F. D.M. n° 91737 del 18.07.02

in applicazione del Reg. CEE 2092/91

IT ICA Axxx Txxxxxx

9.4 INDICAZIONI DA RIPORTARE NEI DOCUMENTI DI TRASPORTO O CHE ACCOMPAGNANO IL PRODOTTO

Il vino ottenuto con uve da agricoltura biologica si può vendere, conferire, trasferire sfuso (in contenitori o veicoli non

chiusi e sigillati) solo se è destinato al consumatore finale o ad altri operatori a loro volta assoggettati al regime di

controllo.

In tutti gli altri casi gli imballaggi, contenitori o veicoli devono essere chiusi in modo che il contenuto non possa essere

sostituito se non manipolando o danneggiando i sigilli e a condizione che l’etichetta e/o il documento di trasporto

riportino le indicazioni previste dalla normativa generale e dalle disposizioni in materia di agricoltura biologica.

Nei documenti che accompagnano la merce (Documento di Trasporto , Fattura Accompagnatoria o altre attestazioni

aziendali correlate alla transazione) è necessario sempre indicare:

a) il nome e l'indirizzo dell'operatore e, se diverso da quest'ultimo, del proprietario o venditore del prodotto;

b) il nome del prodotto accompagnato da un riferimento al metodo di produzione biologico

c) il nome e/o il numero di codice dell'autorità o dell'organismo di controllo a cui è assoggettato l'operatore.

Il cliente, al momento, del ricevimento deve essere messo in grado di verificare la correlazione tra il contenuto del

carico e quanto riportato nei documenti accompagnatori la merce.