mani di falco: l’artigiano del rame - cinap.unict.it · chi non capovolge il tavolo, chi e'...

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA LiberaMente notizie dal CInAP ottobre 2013

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA

LiberaMente

…notizie dal CInAP

ottobre 2013

2

Disegno in copertina: Paolo Donzelli, “Il saluto”, Trento, 2011..

Coordinamento

dott. Paolo Donzelli [email protected]

Hanno partecipato con riflessioni, poesie, idee, opere

d’ingegno…

Letizia Adriatico

Danilo Caccamese

Antonio Luca Cuddè

Massimo Estero

Barbera Lucia

Mirabella Salvatore

3

Presentazione

Siamo felici di ricevere, di mese in mese, i contributi delle

vostre parole, le immagini, le emozioni, i vostri pensieri.

Siamo anche consapevoli che lo spazio delle parole è come una

fotografia, uno scatto veloce, e che soltanto l’unione di tutti gli

scatti può dare ad ognuno di noi un’idea piena di ogni

argomento trattato.

L’invito risulta proprio quello di ampliare le prospettive

attraverso cui leggiamo e intrecciamo tra loro gli argomenti, i

differenti punti di vista. Il contributo di ognuno diventa

un’opportunità per dare un senso di integrazione ad una mente

che separa, divide, allontana, osserva timidamente…

La partecipazione delle informazioni, delle riflessioni e delle

notizie è il cuore di questo notiziario che vive della

partecipazione attiva di ognuno di voi, cari scrittori, lettori,

fotografi, poeti, persone… grazie sempre per esserci.

Vi aspettiamo, come sempre, per il prossimo numero…

Paolo Donzelli

4

Come partecipare ?

Chi desidera partecipare attivamente curando alcune sezioni o

ricevere copia, può inoltrare la richiesta inviando una mail a

[email protected]. A cadenza trimestrale verrà inviato, tramite

posta elettronica, alle 800 persone circa che, con ruoli diversi,

fan parte del CInAP e/o collaborano con esso.

Le aree che vengono trattate di volta in volta sono:

Storie, parole, spunti

Le Leggi

Mi racconto… (testimonianze e condivisione di storie di

vita)

Il territorio che abito (riflessioni, cronaca, difficoltà

incontrate, proposte operative)

Lo Sport

In viaggio (esperienze di viaggio da condividere)

PsicoRubrica: la conoscenza a servizio della persona.

Lo psicologo risponde (raccolta di argomenti di

pertinenza psicologica)

Appunti e libri cerco

Appunti e libri offro

5

Bibliografia per tesine e per tesi (richieste e risposte per

argomenti)

La mia laurea (pagina riservata agli studenti laureati e

alla presentazione del proprio lavoro di tesi)

Il territorio si presenta (spazio riservato ad Associazioni

e agli Enti territoriali per favorire conoscenza,

consapevolezza e libera scelta)

La bottega della creatività (raccolta di opere d’ingegno

create dagli studenti: disegni, quadri, recensioni di film,

di cd musicali, di cortometraggi, di lavori teatrali e di

libri, fotografie, ricette, fumetti, racconti, poesie, fiabe,

progetti…)

Spazio-richieste (approfondimenti, proposte… cosa

desideri che venga affrontato nel prossimo numero?

Quale argomento?)

La bacheca del CInAP (aggiornamenti e notizie)

6

Dedicato ai silenzi, alle pagine bianche,

agli occhi che leggono e alle menti che sognano,

ai valori che parlano e che indicano le direzioni…

7

IL CInAP - Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata -

Università degli Studi di Catania

Il Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata dell’Università

degli Studi di Catania è l’Ufficio dedicato agli studenti

universitari con disabilità e Disturbi Specifici dell’Apprendi-

mento, come previsto dalle Leggi 104/92, 17/99 e successive

modifiche.

L’operatività del Centro è andata via via crescendo negli anni.

Ad inizio anno accademico ogni studente incontra gli psicologi

per elaborare congiuntamente un Piano Formativo

Individualizzato volto a garantire ad ognuno condizioni di pari

opportunità.

Nel 2011-2012, gli studenti che afferiscono al Centro sono

circa 700. Gli interventi proposti si concretizzano, a seconda

del caso, nell’attivazione di alcuni servizi, tra cui: tutor per il

supporto didattico e per l’accompagnamento all’interno delle

strutture universitarie, tutor specializzati nelle dinamiche

relazionali, l’erogazione di un contributo al trasporto, anche

con mezzi attrezzati, da e per le sedi universitarie,

l’interpretariato LIS, il counseling orientativo, psicologico e

sociale, la consulenza informatica e la divulgazione di strategie

didattiche individualizzate (prove d’esame equipollenti anche

in remoto), l’organizzazione di attività atte a favorire

l’inclusione e la partecipazione attiva degli studenti.

8

L’obiettivo del Centro diventa così lo sviluppo di una nuova

cultura della disabilità nell’Università e nel territorio.

Figurandosi come un laboratorio permanente, un’officina di

idee e di servizi volti a favorire la partecipazione attiva degli

studenti in condizione di disabilità, in cui i lavori in corso

diventano valori mettendosi quotidianamente in discussione,

aggiornandosi e promuovendo cambiamento, educando e

sensibilizzando attraverso l’attivazione di corsi di formazione,

iniziative, attività laboratoriali, iniziative di sensibilizzazione

sociale, seminari e convegni.

L’idea progettuale di fornire notizie nasce proprio in

quest’ottica di condivisione, di partecipazione, di scambio e di

integrazione.

“Non ci resta che augurare ad ognuno un buon lavoro, nella

direzione di una presenza sempre più attiva e partecipata nella

realtà e nel territorio che abitiamo”.

Il CInAP

Università degli Studi di Catania

CInAP -Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata-

Via A. di Sangiuliano, 259 - 95131 - Catania

Tel.: 0957307181 - 183 - 189 Fax: 0957307191

sito internet: http://www.cinap.unict.it

indirizzo e-mail: [email protected]

9

Comunicazione agli studenti

dal nuovo Rettore Giacomo Pignataro Ho il piacere di comunicarVi che il Ministro

dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Scientifica, prof. Francesco Profumo, ha firmato il

decreto con il quale mi nomina nuovo Rettore del

nostro Ateneo.

Tale decreto, celermente predisposto e sottoposto alla

firma dello stesso Ministro, consentirà l’avvio della

nuova fase amministrativa e gestionale dell’Università

di Catania, in seguito all’esito elettorale del rinnovo

della carica di Rettore, che mi ha visto onorato del

Vostro consenso.

Colgo l’occasione, dandoVi questa notizia, per

augurare a tutto l’Ateneo, in tutte le sue componenti,

un lavoro proficuo, comune e solidale.

Per costruire e rafforzare il nostro Ateneo, la nostra

casa comune, plurale e aperta alle sfide future, è

necessario il lavoro di tutti. Un lavoro ispirato sempre

a responsabilità e autonomia, merito e partecipazione,

per consolidare unità e compattezza della nostra

Università.

10

Comunicazione del Presidente del CInAP

Cari Studenti, sono lieto di comunicarVi che il 13 aprile

ho ricevuto la delega dal nostro Magnifico Rettore alla

Presidenza del CInAP.

Accolgo con grande piacere questo incarico,

consapevole della notevole responsabilità che ne

consegue e desidero rendermi disponibile ad

incontrarVi per ascoltare le Vostre specifiche esigenze

al fine di costruire insieme un percorso condiviso.

Il Centro è diventato negli anni un importante punto di

riferimento dell’Ateneo grazie ad un costante ed

efficace lavoro di rete e, su questa base, avvio il mio

operato.

Ritengo indispensabile cominciare ponendo l’attenzione

sull’abbattimento delle barriere architettoniche,

condizione necessaria alla partecipazione attiva di ogni

studente. Sono già pervenute le prime segnalazioni in

merito ed ho, pertanto, già avviato il dialogo con gli

Uffici competenti al fine di poterVi offrire al più presto

risposte concrete.

In attesa dei Vostri suggerimenti e fiducioso in una

collaborazione reciproca, porgo i miei più cordiali

saluti.

Il Presidente del CInAP Prof. Salvatore Massimo Oliveri

e-mail: [email protected]

11

Storie, parole, spunti

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero sul bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

12

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e' infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

Pablo Neruda

13

Le Leggi

La Corte di Cassazione ha emesso una nuova sentenza

confermando come sia il reddito familiare e non quello

individuale il riferimento per riconoscere il diritto alla pensione

di inabilità.

La questione sui limiti reddituali da applicare per la pensione

agli invalidi civili è stata al centro di un dibattito che torna a

infuocarsi. L'occasione è la nuova Sentenza (la numero 7320

del 22 marzo 2013, Sezione lavoro) che la Corte di

Cassazione ha emesso a questo proposito, ribadendo come, per

quanto riguarda l'invalido totale, il reddito a cui fare

riferimento non è solo quello individuale, ma deve essere

sommato a quello del coniuge, in caso di persona coniugata.

NON HA VALORE DI LEGGE - Vale la pena sottolineare

che questa sentenza riguarda solo il caso di specie (il ricorso

14

di una donna romana), quindi NON HA VALORE DI LEGGE

né si tratta di disposizione amministrativa che interessi la

totalità delle persone con invalidità che percepiscano pensioni o

assegni di invalidità. Premesso ciò, la sentenza non depone

favorevolmente sulla questione dei redditi da considerarsi per

l'erogazione delle provvigioni, considerando che l'argomento

necessita comunque di una ridefinizione.

LA CIRCOLARE INPS N.149/2012 - I timori erano nati con

la Circolare INPS n.149/2012 che annunciava come per i soli

invalidi civili al 100% titolari di pensione di invalidità, dal

2013 nel calcolo del reddito si sarebbe introdotto anche quello

del coniuge. Questo significa che una persona con invalidità

totale avrebbe perso il diritto alla pensione (275,87 euro al

mese), qualora il reddito suo più quello della moglie o del

marito avesse superato i 16.127,30 euro.

La decisione dell'Inps aveva immediatamente fatto scattare una

dura reazione sia dalle parti sindacali che associazionistiche,

anche in considerazione del fatto che la decisione si basava non

su un dettato di legge, ma su una Sentenza della Corte di

Cassazione (la numero 4677).

IL RITIRO DELLA CIRCOLARE - Un paio di settimane

dopo la sua introduzione, è seguito quindi il ritiro della

Circolare da parte dell'Inps, che con una successiva circolare

affermava: In attesa della preannunziata nota ministeriale a

chiarimento della complessa materia dei limiti reddituali delle

pensioni di inabilità civile ed in considerazione di una

interpretazione costituzionalmente orientata degli artt. 12 e 13

della legge n. 118/1971, si ritiene di non modificare

l'orientamento amministrativo assunto a suo tempo dal

Ministero dell'Interno (circ. Ministero dell'Interno n. 5 del

20.6.1980) e successivamente confermato nel tempo da questo

Istituto all'atto del subentro nella funzione di erogazione delle

provvidenze economiche per le minorazioni civili. Pertanto, sia

15

nella liquidazione dell'assegno ordinario mensile di invalidità

civile parziale, sia per la pensione di inabilità civile si

continuerà a far riferimento al reddito personale della persona

con invalidità.

POSSIBILI SCENARI - Ora, la nuova sentenza della Corte di

Cassazione ribadisce quanto affermato proprio in quella

precedente, la n. 4677 del 25 febbraio 2011, che era stata la

base della circolare Inps. Su quello che potrebbe accadere ora,

fa una analisi il sito Handylex il quale, premettendo appunto il

carattere NON NORMATIVO di questa sentenza, che, lo

ricordiamo, ha valore solo per il caso specifico, vede come

"plausibile l'ipotesi di applicazione dell'ISEE anziché del mero

reddito imponibile IRPEF come attualmente previsto. Ma va

anche detto che una siffatta ipotesi avrebbe necessità di un

"passaggio" alle Camere". La strada politica e legislativa

attraverso il Parlmento è comunque quella chiaramente

auspicata. Su questo Handylex: "In tal senso ricordiamo che,

nella precedente legislatura, era stata depositata una specifica

Proposta di Legge (Atti della Camera, 4231, prima firmataria

Onorevole Miotto) con l'intento di sanare definitivamente

l'intera questione, fornendo l'interpretazione autentica della

norma originaria (in verità piuttosto farraginosa). La

Proposta, assegnata nel 2011 alla XII Commissione Affari

Sociali, purtroppo, non è mai stata calendarizzata né, quindi,

posta in discussione".

LA REAZIONE DEI SINDACATI - Sulla sentenza si

registrano anche le prime reazioni sindacali. Così Nina Daita,

responsabile dell'Ufficio Politiche per la disabilità della CGIL

Nazionale: "Una sentenza, che sia detto nel massimo rispetto

dell'Alta corte, non condividiamo assolutamente. E' il

Parlamento adesso che deve fare chiarezza, determinando una

vera giustizia sociale nei confronti dei più poveri e dei più

deboli, come lo sono gli invalidi". La dirigente sindacale

ricorda come "la sentenza di oggi non fa legge e, in ogni caso,

occorre che il Parlamento faccia presto chiarezza perché

16

l'invalidità in quanto tale è un fattore individuale e non certo

familiare". Per Daita "pensare di colpire così i più deboli non

può appartenere a uno stato che pretenda di essere equo e

governato dal semplice buon senso".

"Il reddito da conteggiare", sottolinea ancora la sindacalista,

"deve essere quello individuale perché l'invalidità stessa è

individuale. Prendendo come riferimento invece il reddito

familiare non si fa altro che colpire la parte più debole e

indifesa del Paese, introducendo per paradosso gravi

discriminazione tra le stesse persone con invalidità. Basta

pensare che due persone con una stessa invalidità possono o

meno percepire l'assegno se siano sposati o meno. Un fatto

inconcepibile. L'assegno deve legato all'invalidità e anche ad

un reddito ma quest'ultimo di certo non può essere un

discrimine". La CGIL in ogni caso, conclude Daita, "si farà

garante e lotterà con tutte le sue forze contro questa sentenza

che riduce i diritti di cittadinanza".

PER LA FISH É UN "PASTICCIO" - “Riteniamo che

questo ‘pasticcio’ debba essere sanato politicamente dalle

Camere, che il Parlamento debba riappropriarsi della propria

funzione legislativa, intervenendo sulla delicata materia e

pronunciando quella che è l’interpretazione esatta di una

normativa farraginosa.” Questo il richiamo di Pietro Barbieri,

presidente della Federazione Italiana per il Superamento

dell’Handicap, che approfitta per ricordare che nella precedente

legislatura era stata depositata una precisa Proposta di Legge

(Atti della Camera, 4231) che però non è mai giunta alla

discussione.

“Ci appelliamo a tutti i Parlamentari affinché quella Proposta

non solo venga ripresentata, ma che sia anche calendarizzata

al più presto, discussa e approvata. Il rischio che, in forza di

una decisione assunta nelle aule di tribunale, migliaia di

persone rimangano prive di protezione (già minima) è

elevatissimo.”

17

Dall’inclusione sociale all’inclusione professionale

La legge 68/99 sul diritto al lavoro delle persone con disabilità

introduce una disciplina ispirata al concetto del "collocamento

mirato" cioè individualizzato in rapporto alla concreta capacità

lavorativa della persona e prevede, accanto a quote di riserva

obbligatoria sulle assunzioni, agevolazioni contributive per le

Imprese. I beneficiari della legge sono coloro che presentano

una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%, le

persone con invalidità del lavoro superiore al 33%, non vedenti

o con sordomutismo, gli invalidi di guerra, gli invalidi civili di

guerra e per servizio. Le quote di riserva variano in base al

numero dei lavoratori occupati e, comunque, non sono tenuti ad

18

applicarle i datori di lavoro, pubblici o privati, che occupano

meno di quindici dipendenti.

La competenza per l’attuazione di misure volte all'inserimento

lavorativo delle persone con disabilità spetta alle Province e ai

Centri per l'Impiego. Questi ultimi, in particolare, svolgono

azioni di:

- raccolta di informazioni utili alla gestione mirata della

lista di collocamento obbligatorio,

- inserimento mirato delle persone con disabilità,

- servizi mirati di orientamento.

Per potere accedere ai benefici della legge, le persone

disoccupate e con disabilità devono iscriversi alle liste

provinciali del collocamento mirato, tenute dai Centri per

l'impiego. L'iscrizione consente l'inserimento in una graduatoria

unica sulla base di criteri stabiliti dalle Regioni e dalle

Province. La legge privilegia come strumento di inserimento

mirato dei lavoratori con disabilità le convenzioni sottoscritte

dalle parti interessate (lavoratori, datori di lavoro, Centri per

l'impiego ed Enti che possono favorire l'integrazione

lavorativa), mediante le quali è possibile definire un

programma personalizzato di interventi al fine di risolvere,

attraverso strumenti mirati, i problemi di inserimento

lavorativo.

19

L’inclusione professionale viene inoltre favorita dalle politiche

attive del lavoro che definiscono l'insieme delle azioni e delle

misure finalizzate ad incidere direttamente sulla struttura

complessiva del mercato del lavoro creando nuova occupazione

o intervenendo sulle possibili cause di disoccupazione,

attraverso il concorso attivo della persona disoccupata.

L’orientamento che esprime tale politica è sintetizzato dal

motto “make work pay”, far sì che il lavoro paghi, cioè rendere

il lavoro remunerativo, in contrapposizione con un sistema

basato sulle prestazioni sociali (sussidi). L'implementazione

delle politiche attive per il lavoro rappresenta una risposta

comune di tutti gli Stati membri dell'UE per fronteggiare il

problema della disoccupazione. Negli ultimi anni, infatti, con la

nascita della nuova Strategia Europea per l'Occupazione (SEO),

iniziata col Trattato di Amsterdam, vi è stata una maggiore

attenzione da parte dell'UE alle politiche per l'occupazione,

definite come una "questione di interesse comune",

individuando proprio le politiche attive come prioritarie.

Obiettivi specifici delle politiche attive sono:

adeguare le caratteristiche professionali dell’offerta di

lavoro alla domanda di lavoro,

favorire l’incontro fra domanda e offerta di lavoro,

incentivare le assunzioni,

20

assicurare un eguale accesso al lavoro per chi si trova

in posizioni più marginali.

Normativa di riferimento

– CIRCOLARE INPS, 6 AGOSTO 2009, N.97 “Art. 56, comma 2, della legge 18 giugno 2009, n. 69. Limite alla presentazione di nuove domande volte a ottenere il riconoscimento del diritto a pensioni, assegni e indennità comunque denominati spettanti agli invalidi civili nei procedimenti in materia di invalidità civile, cecità civile e sordomutismo”. – DECRETO MINISTERIALE - Ministero dell'economia e delle finanze, 2 AGOSTO 2007 “Individuazione delle patologie rispetto alle quali sono escluse visite di controllo sulla permanenza dello stato invalidante”. – CONVENZIONE ONU 30 MARZO 2007 “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità”. – LEGGE 1 MARZO 2006, N. 67 “Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazione”. – LEGGE 9 GENNAIO 2004, N. 6

21

“Introduzione nel libro primo, titolo XII, del codice civile del capo I, relativo all'istituzione dell’amministrazione di sostegno e modifica degli articoli 388, 414, 417, 418, 424, 426, 427 e 429 del codice civile in materia di interdizione e di inabilitazione, nonché relative norme di attuazione, di coordinamento e finali”. – LEGGE 9 GENNAIO 2004, N. 4 “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”. – DECRETO LEGISLATIVO 10 SETTEMBRE 2003, N. 276 (Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30 - Legge Biagi) “Disciplina dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità”. – CIRCOLARE INPS n.138/2001 “Provvidenze a favore di genitori di disabili gravi”. – DECRETO LEGISLATIVO n.151 del 26 marzo 2001 “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’art. 15 della Legge n. 53 dell’8 marzo 2000”. – LEGGE 08 NOVEMBRE 2000, N. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”. – D.P.C.M. 13 GENNAIO 2000 “Atto di indirizzo e coordinamento in materia di collocamento obbligatorio dei disabili, a norma dell’art. 1 comma 4 della Legge 12 marzo 1999, n. 68”. – CIRCOLARE DEL MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE N.4/2000 “Disciplina generale per il collocamento obbligatorio”. – LEGGE NAZIONALE 12 MARZO 1999, N. 68 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”. – LEGGE NAZIONALE 28 GENNAIO 1999, N. 17 “Integrazione e modifica della legge - quadro 5 febbraio 1992, n.

22

104 per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. – LEGGE NAZIONALE 21 MAGGIO 1998, N. 162 “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave”. – D.P.R. 24 LUGLIO 1996, N. 503 “Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici”. – LEGGE NAZIONALE 5 FEBBRAIO 1992, n. 104 “Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. – LEGGE 2 DICEMBRE 1991, N. 390 “Norme sul diritto agli studi universitari”. – LEGGE 13/1989 “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”. – DECRETO MINISTERIALE N.236/1989 “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche”. – DECRETO LEGISLATIVO 509/1988 “Norme per la revisione delle categorie delle minorazioni e malattie invalidanti, nonché dei benefici previsti dalla legislazione vigente per le medesime categorie, ai sensi dell’art. 2 comma 1, della legge del 26 luglio 1988, n.291”. – LEGGE 30 MARZO 1971, N. 118 “Conversione in legge del D.L. 30 gennaio 1971, n. 5 e nuove norme in favore dei mutilati ed invalidi civili”.

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Mi racconto…

Maria Lucia, non vedente e sub:

"Immergermi mi fa sentire viva"

Domenica 06 Ottobre 2013 - 19:37 scritto da Federica Campilongo

Un esempio di forza di volontà arriva da Adrano. Non vedente

dall'età di 13 anni, Maria Lucia non ha mai perso la forza

d'animo. Il segreto? "Basta semplicemente guardare il lato

positivo delle cose".

24

CATANIA - "Ciao sono Maria Lucia Barbera ho 26 anni

sono nata ad Adrano e sono non vedente. La mia cecità è

dovuta da atrofia al nervo ottico, sono così dall'età di 13anni e

amo la mia vita". Uno schiaffo morale a chi si abbatte e vive

rinchiuso in se stesso arriva dalla provincia di Catania e parte

dalle parole di una ragazza che si considera una come tante, ma

che in fondo è una ragazza speciale.

"I miei hobbies sono tanti, svolgo attività teatrali, realizzo

creazioni artistiche e poi danzo, ma di certo il mare è il mio

amore più grande".

Muta, maschera e ossigeno, Maria Lucia in mare si sente

libera. "Ho conosciuto l'associazione LIFE un anno fa, con

loro ho cominciato il mio primo corso di subacquea - racconta

entusiasta - sono persone eccezionali perché riescono a far

accostare i disabili a questo particolare sport, sono persone in

gamba e coraggiosi! Durante le immersioni mi sento come un

pesce, mi piace sentirmi parte del mare, fruire di quello che la

natura ci offre è una sensazione splendida".

Si definisce determinata, solare e grintosa, allegria che

trapela anche quando racconta il suo particolare rapporto

con la vista: "I miei occhi sono sempre esistiti, fino a 13 anni

vedevo bene e mi reputo fortunata, perché oggi vivo con

impresse delle immagini mentali di bei posti in cui mi trovavo

durante la mia infanzia". Neanche a dirlo il suo colore preferito

25

è l'azzurro "esprime la profondità del cielo ed è il colore del

mare - spiega - è un colore davvero bello, e poi io ho avuto la

fortuna di vedere tutti i colori!".

Le fasi preparatorie ad un'immersione

Trova sempre un lato positivo in tutto. Un amore smisurato

quello per la vita e che spesso la porta a dare consigli agli altri

"tutti incontrano delle difficoltà nel corso della propria vita, ma

il segreto è essere positivi e vedere l'ottimismo in ogni

circostanza". E quando le chiediamo di esprimere un desiderio

non ha dubbi: "mi è sufficiente sperare che possa andare avanti

con questo spirito e che gli altri possano comprendere il mio

messaggio, che possano intraprendere sempre nuove

esperienze!!!"

26

Il territorio che abito Manifestazione di Solidarietà

27

Lo sport

…quando le barriere del pregiudizio lasciano spazio

all'amore per la vita

28

In viaggio

Ho percorso il sentiero di Santiago in più riprese e su diverse

tratte. Inizialmente, nel 2012, con due amici, per quindici

giorni, abbiamo intrapreso il cammino del nord, ultima parte,

da Comillas a Santiago (510 Km) e poi, qualche mese dopo,

altri 90 km per arrivare a Finisterre. Quest’anno ho attraversato

da solo la Spagna sul cammino francese da Pamplona a Burgos

in primavera, da Burgos a Leon a fine maggio e da Leon a

Santiago a fine settembre per un totale di 35 giorni e una

dose giornaliera di 20 km, che fanno in tutto 700 km.

29

Ancora una volta, il richiamo di attraversare a piedi le terre di

Navarra, Rioja, Leon, Cantabria e Galizia si era fatto troppo

forte perché potessi ignorarlo ulteriormente. Così, portato a

termine tutte le faccende di lavoro, ho chiuso la casa e

distribuito tra gli amici i compiti di bagnare l’orto e i gerani.

Sono ripartito con uno zainetto da sette chili e cinquecento

grammi contenente la “casa portatile”, poche cose che

sarebbero potute servirmi per l’escursione di un mese sul

sentiero di Santiago. Di questo viaggio conservo ricordi molto

personali che però vorrei ora renderli evocativi attraverso le

fotografie anche per chi sogna soltanto di partire.

Walter

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32

33

34

Psico-Rubrica

Gli stereotipi e i Pregiudizi

Sorveglia i pensieri perché diventano parole,

le parole perché diventano azioni,

le azioni perché diventano abitudini,

le abitudini perché diventano carattere.

proverbio Sufi

Da una ricerca del CENSIS (2010) sulla percezione sociale

della disabilità emerge che l’emozione che più si collega al

concetto di disabilità è la paura. Viene rilevata una notevole

35

sottostima della presenza di persone che hanno disabilità in

ambito cognitivo e psichiatrico, in quanto disabilità “non

visibili”. Risulta limitata, tra gli intervistati, la conoscenza della

disabilità e distorta la visione relativa alla presenza del

fenomeno.

La maggioranza degli italiani percepiscono la disabilità come

una limitazione del movimento: interrogati sul tema, infatti, il

62,9% dichiara di pensare, istintivamente, anzitutto ad una

disabilità in ambito motorio, mentre il 15,9% pensa ad una

persona con disabilità in ambito intellettivo (dovuta a difficoltà

cognitive) ed il 2,9% pensa alle disabilità nella sfera sensoriale

(dovuta a sordità o cecità). È invece il 18,4% a pensare ad una

disabilità che interessa più aspetti.

La ricerca del CENSIS indaga anche altri aspetti legati

all’accettazione e alla modalità di relazionarsi degli intervistati

con persone che presentano una disabilità. Emerge che nei

confronti di una persona con disabilità il 91,3% del campione

prova un forte sentimento di solidarietà, per tutte le difficoltà

che la disabilità comporta. Risultati simili si rilevano a

proposito del desiderio di rendersi utili e aiutare (l’82,7%,

infatti, dichiara di averlo provato molto) e dell’ammirazione per

la forza di volontà e la determinazione che la persona con

disabilità dimostra (anche in questo caso, l’85,9% dichiara che

ha sentito molto questo sentimento).

36

La metà del campione (50,8%) afferma di provare tranquillità,

di fronte a una situazione ritenuta “normale”. Sono diffusi

anche sentimenti controversi, di imbarazzo e di disagio: il

54,6% degli italiani prova paura per l’eventualità di potersi

trovare un giorno a dover sperimentare la disabilità in prima

persona o che questa possa essere vissuta da un membro della

propria famiglia. È emerso anche il timore di poter

involontariamente offendere o ferire la persona con disabilità

con parole e comportamenti inopportuni (il 34,6%). Il 14,2%

afferma di provare indifferenza, perché il problema della

disabilità non li tocca minimamente.

Va evidenziato, inoltre, che le dinamiche di rappresentazione

della disabilità subiscono una notevole differenziazione a

seconda del fatto che si parli di disabilità in ambito fisico o di

disabilità in ambito psichico. La disabilità di natura motoria,

infatti, tende a suscitare nelle persone l’immagine di un corpo

colpito che è impotente ed incapace di fare, ma che al

contempo suscita il desiderio di adattarsi e/o riscattarsi; di

contro, la disabilità nella sfera psichica, concepita, in maniera

estremizzata, come “follia”, provoca la costruzione di

un’immagine negativa nella quale la persona è vista come

inadeguata per la società.

Dalle ricerche si coglie pertanto la percezione di un’immagine

stereotipata della disabilità sia fisica che psichica, soprattutto

37

per il fatto di non conoscere la persona bensì limitarsi ad una

categoria della percezione di ciò che la parola “disabilità”

suscita in chi la ascolta.

Come si generano i pregiudizi?

Lo psicologo Allport propone una spiegazione cognitiva del

pregiudizio. Nel 1954, con la sua opera “La Natura del

pregiudizio”, descrive i processi cognitivi sui quali esso si basa.

La mente degli esseri umani, avendo come prima necessità

quella di ridurre e semplificare la realtà e la massa di

informazioni da trattare, utilizza il raggruppamento delle stesse

in insieme omogenei definibili come categorie. La

semplificazione tramite categorie si applica sia al modo fisico

che a quello sociale.

Rivolta al mondo sociale, la categorizzazione porta a vedere gli

altri in base ai possibili criteri in cui sono raggruppabili e in

funzione delle nostre necessità del momento, attribuendo, poi,

ai singoli individui le caratteristiche che definiscono l'intera

categoria (secondo il fenomeno della generalizzazione).

Nell'uso ordinario il possesso dei requisiti di base è condizione

38

necessaria e sufficiente per l'inclusione nelle categoria, sicché

tutti i membri, per definizione, devono possederli, mentre è

irrilevante il possesso di altri requisiti che non sono implicati

nella definizione. Nel caso di stereotipi e di pregiudizi si

verifica quasi sempre un’estensione dai requisiti di base che

definiscono la categoria e che sono relativi ad appartenenze

sociali, a requisiti di tipo psicologico e che riguardano i tratti

della personalità, le disposizioni, le qualità morali. Questi

ultimi vengono associati ai primi in maniera molto stretta,

finendo per diventare in qualche modo anch'essi parte della

definizione, e stabilendo dunque in modo arbitrario una

corrispondenza fra la definizione oggettiva e quella soggettiva.

Un determinato tratto diventa tanto più un elemento di

stereotipo indebito quanto più si discosta dalla ragione originale

che ha indotto il raggruppamento in categoria di quegli

individui.

Nel rapporto con le persone noi abbiamo la necessità di poter

fare il più rapidamente possibile delle previsioni sulle loro

qualità e sul loro possibile comportamento; infatti prima da

capire che l'interazione con una persona sarebbe per noi

improduttiva o perfino pericolosa dovremmo di fatto averci a

che fare e questo non sarebbe per noi utile. È questo il motivo

per cui attiviamo un processo detto di inferenza, che nel

39

complesso avrebbe la funzione di essere un mezzo efficace di

orientamento delle scelte e delle interazioni.

Infondo tutto il nostro mondo relazionale si regge su questo

criterio. Scegliamo di interagire con quelle persone che il

nostro sistema di inferenza ci segnala. L'uso ordinario della

stessa, nella nostra vita quotidiana, porta infatti, di solito, a

prevedere certe caratteristiche personali e comportamentali a

partire dall’osservazione di alcuni tratti anch'essi di tipo

soggettivo; mentre nel caso di stereotipi e pregiudizi si tende a

collegare in maniera arbitraria caratteristiche oggettive e di

appartenenza sociale con caratteristiche personali.

Un altro processo ordinario che viene esasperato nel caso di

stereotipi e pregiudizi è il fenomeno che viene definito di

accentuazione percettiva, che consiste nella tendenza a

percepire gli oggetti che sono inclusi in una stessa categoria

come più simili tra loro di quanto siano nella realtà, e a

percepire invece come più diversi di quanto realmente sono gli

oggetti che siano inclusi in categorie diverse.

Esempio di come si modifichi la rielaborazione delle immagini, a seconda

della prospettiva da cui le si osserva.

40

Brown, i cui studi hanno un orientamento socio-psicologico e

socio-culturale, ritiene che in questo processo, abbiano grande

importanza, nella formazione degli atteggiamenti

dell'individuo, l’influenza del contesto sociale, l’appartenenza

ad un gruppo e i periodi storici. Gli stereotipi e i pregiudizi,

quindi, diventano errori di tipo collettivo.

41

50 PENSIERI PER VOLERSI BENE a cura di Enrico Rolla

Ciò che ci diciamo, ciò che pensiamo degli altri, del futuro, il modo con cui parliamo a noi stessi, durante tutto il giorno, ogni giorno, è il nostro personale dialogo interno.

Il dialogo interno è come un paio di lenti colorate attraverso le quali vediamo sia noi stessi, sia il mondo attorno a noi. Colori diversi creano realtà diverse. Le esperienze che abbiamo e che supportano il nostro dialogo interno vengono facilmente “lette” con uno specifico colore e sono aggiunte al cumulo di prove che confermano il perché “Io sono fatto così, gli altri sono fatti così e il mondo gira in questo modo”.

Più a lungo manteniamo certi tipi di lenti per leggere gli eventi della nostra vita, più facilmente sarà quel particolare "film" che continueremo a ripeterci e mettere in pratica.

Rendersi conto che siamo i soli responsabili del nostro dialogo interno ci permette di scegliere se seguire quello che ci suggerisce, se ci è utile, o meno, se ci fa star bene o male e se modificarlo, in modo diverso, ogni volta che vogliamo.

Ecco 50 pensieri per volersi bene. 50 pensieri, tratti da "Il

problema non è mio... è tuo" di Enrico Rolla (ed. SEI), per dare nutrimento ad un dialogo interiore che vede noi stessi artefici del nostro benessere. Ma sarà un dialogo interiore che sviluppa benessere e serenità solo se i

42

pensieri sui quali si basa li abbiamo fatti nostri. Solo se li abbiamo interiorizzati e ci crediamo fermamente.

Allora Vi chiedo: riflettete su ognuno dei 52 pensieri, e date loro un significato. Motivate l’importanza e l’utilità di credere e praticare quanto scritto in ogni pensiero, perché, ricordate:

talvolta il dialogo interno è utile, altre volte è restrittivo ed inappropriato. Perciò stabilite se Vi sta spingendo in una direzione che Vi fa star bene o Vi fa star male. ChiedeteVi da dove arrivino le Vostre voci interiori, ma siate consapevoli che potete anche decidere di modificarle, perché le avete costruite Voi, siete Voi che conducete il gioco

1. SE PROVI DISAGIO IN ALCUNE SITUAZIONI E TI

DICI: "IO SONO FATTO COSÌ, NON POSSO FARCI

NIENTE", RIUSCIRAI SOLTANTO PEGGIORARE.

COL TEMPO È PIÙ FACILE "MARCIRE" CHE

"MATURARE".

2. COMPETI CON TE STESSO. LA COMPETIZIONE

CON GLI ALTRI NON TI FORTIFICA. RISCHI DI

DIPENDERE DAL GIUDIZIO ALTRUI.

3. NON EVITARE DI AFFRONTARE L'ANSIA. OGNI

VOLTA CHE SUPERI IL TUO DISAGIO DIVENTI

UN PO' PIÙ LIBERO. L'ANSIA NON DEVE MAI

DECIDERE PER TE.

4. E' TROPPO FACILE SOTTOLINEARE GLI ERRORI

DEGLI ALTRI. NON ESSERE PARSIMONIOSO

NELLE LODI E NEGLI APPREZZAMENTI,

AIUTANO L'ALTRO A MIGLIORARSI. PIÙ

43

CRITICHI L'ALTRO E PIÙ SI CONVINCERÀ

DELLA SUA INADEGUATEZZA. NON FARLO.

5. PIÙ ATTRIBUISCI IMPORTANZA O NON

IMPORTANZA AGLI ALTRI, PIÙ INDEBOLISCI TE

STESSO. STAI DIPENDENDO DAL GIUDIZIO

DEGLI ALTRI.

6. NON SEMPRE È FACILE TROVARE PERSONE DA

CUI È POSSIBILE IMPARARE. NON LASCIARTI

SFUGGIRE L'OCCASIONE QUANDO AVVIENE.

7. NON CENTRARE LA TUA ATTENZIONE SUGLI

ASPETTI NEGATIVI DEGLI ALTRI. TI SVILUPPA

SOLO FRUSTRAZIONE E RABBIA. NON TI AIUTA

A DIVENTARE PIÙ SERENO.

8. RIDURRE LA TUA ANSIA DIPENDE DA TE, NON

DELEGARE AI FARMACI, ALL'ALCOL O AL CIBO

QUESTO TUO POTERE.

9. OSSERVA IN MODO DISTACCATO I TUOI

PENSIERI NEGATIVI. NON PERMETTERE CHE

LORO DIVENTINO LA TUA REALTÀ, SONO

SOLO PENSIERI.

10. NON DIRTI: "QUESTO STATO DI UMORE

PASSERÀ". TU DEVI FARLO PASSARE!

11. NON FARE TUOI I PROBLEMI DEGLI ALTRI. SE

LO FAI IMPARI SOLO A SOFFRIRE CON LORO,

NON AD AIUTARLI.

12. NON DIRE ALL'ALTRO: "IO RIESCO MEGLIO DI

TE IN QUESTA ATTIVITÀ". PENSA A TE STESSO,

NON AL CONFRONTO.

44

13. NON AVERE PAURA DI DARE. DEVI AVERE

PAURA SE VUOI SOLO PRENDERE. IL DARE TI

POTRÀ RITORNARE. PRENDERE LO POTRAI

FARE UNA VOLTA SOLA.

14. AIUTARE GLI ALTRI LO SI FA SPESSO PER SE

STESSI, NON PER LORO.

15. IN OGNI ATTIVITÀ QUOTIDIANA METTI LA

GIUSTA TENSIONE E NULLA PIÙ. AFFANNARSI

NON SERVE A MIGLIORARE, SERVE SOLO A

CONFONDERE GLI ALTRI.

16. NON SEI SULLA GIUSTA STRADA SE DIVENTI

PRESUNTUOSO E ARROGANTE CON CHI REPUTI

INFERIORE. RISCHI DI PRENDERTI TROPPO SUL

SERIO.

17. NON ESISTONO PERSONE PIÙ IMPORTANTI.

ESISTONO SOLO PERSONE PIÙ O MENO

SIMPATICHE.

18. NON PENSARE CHE GLI ALTRI POSSANO

CAPIRE I TUOI BISOGNI. DICHIARALI, MA

ACCETTA CHE GLI ALTRI NON SIANO IN

GRADO DI SODDISFARLI.

19. IL TUO STATO DI BENESSERE DEVE DIPENDERE

SOLO DA TE. NON DAGLI EVENTI ESTERNI. É

FACILE STARE BENE QUANDO NON VI SONO

PROBLEMI SUL LAVORO O NEGLI AFFETTI.

TUTTI CI RIESCONO. SE TI DICI: "STAR BENE O

MALE DIPENDE DALLE SITUAZIONI", NON

RIUSCIRAI A CENTRARE L'ATTENZIONE SU TE

STESSO E, QUINDI, A MODIFICARTI.

45

20. RICORDA CHE LE PAROLE NON SONO

COMPORTAMENTI. E' MOLTO FACILE FARE

AFFERMAZIONI. SE CREDI ALLE PAROLE DI

UNA PERSONA CHE POI TI DELUDE, TI

ARRABBIERAI CON LEI, NON CON TE STESSO,

CHE SEI STATO UN CREDULONE.

21. CI SONO SOLO DEI VANTAGGI NEL DIRSI:

"DOVE HO SBAGLIATO?"

22. NON COLPEVOLIZZARE O INFERIORIZZARE GLI

ALTRI. IMPARERANNO SOLO A DIPENDERE DA

TE, DIFFICILMENTE DIVENTERANNO TUOI

ALLEATI.

23. SE, NON SODDISFATTO DEL COMPORTAMENTO

DELL'ALTRO, TI DIRAI: "AL SUO POSTO MI

SAREI COMPORTATO IN UN ALTRO MODO",

NON FARAI CHE SVILUPPARE IN TE

INTOLLERANZA. SEI SULLA STRADA DI

APPAGARE IL TUO BISOGNO DI ESSERE

AGGRESSIVO.

24. NON DIRTI: "IO SONO STATO SEMPRE

DISPONIBILE CON LUI." NON FARE UN FAVORE

CHE TI COSTA SACRIFICIO ALLA SCOPO DI

SENTIRTI IN CREDITO.

25. NON PRETENDERE CHE GLI ALTRI SIANO

DIVERSI DA COME SONO. NON PUOI

CAMBIARLI. PUOI SOLO STAR MALE NEL

CERCARE DI FARLO.

26. NON DARE CONSIGLI. E' TROPPO FACILE E CI

RIESCONO TUTTI. E' MEGLIO TACERE, SE NON

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SEI IN GRADO DI TRASFERIRE ABILITÀ AGLI

ALTRI.

27. ACCETTA LE CRITICHE. NON SUBIRLE. PRENDI

DA ESSE SOLO CIÒ CHE TI PUÒ SERVIRE.

28. NON IMPORRE IL TUO VOLERE AGLI ALTRI.

PRESTA ATTENZIONE AI LORO BISOGNI. NON

DIMENTICARE I TUOI E CERCA UNA

MEDIAZIONE TRA I TUOI E I LORO.

29. NON CREARTI INUTILI ASPETTATIVE

DICENDOTI: "ANDRÀ SENZ'ALTRO BENE!"

IMPEGNATI PER RAGGIUNGERE IL TUO

OBIETTIVO.

30. NON DARE MAI NULLA PER CERTO. SE LE TUE

ASPETTATIVE NON SI REALIZZANO, RISCHI DI

SOFFRIRE, DI FARTI DEL MALE E DI IMPIEGARE

TROPPO TEMPO A RIALZARTI.

31. L'INVIDIA NON TI AIUTA A MIGLIORARE MA

SOLO A STARE MALE.

32. CHIEDITI SE LA CRITICA CHE MUOVI AD UN

ALTRO SERVE SOLO PER DIMOSTRARE CHE TU

SEI IL MIGLIORE. SE È COSÌ, TU SEI

SICURAMENTE MOLTO PIÙ DEBOLE DI CHI

CRITICHI.

33. ESSERE CONTENTO DEI SUCCESSI DEGLI ALTRI

TI AIUTA A CREARTI DEGLI AMICI E AD

ESSERE PIÙ SERENO.

34. OGNI VOLTA CHE TI ARRABBI È UNA PICCOLA

PERDITA. SÌ, ARRABBIANDOTI MOLTO PUOI

47

ANCHE IMPORTI SULL'ALTRO. MA

L'IMPOSIZIONE RISCHIA SOLO DI CREARE IL

VUOTO INTORNO A TE.

35. DATTI DELLE REGOLE E CERCA DI

RISPETTARLE. NON AUTO-GIUSTIFICARTI SE

NON CI RIESCI. TI STAI PRENDENDO IN GIRO.

36. RIDI DI TE STESSO, NON DEGLI ALTRI.

37. IMPEGNATI PURE PER RAGGIUNGERE LA TUA

AFFERMAZIONE SUL LAVORO O PER

ACQUISIRE PRESTIGIO SOCIALE. MA

OSSERVATI DALL'ALTO MENTRE STAI

IMPEGNANDOTI E PROVA A SORRIDERE A TE

STESSO OSSERVANDOTI.

38. PERMETTITI PURE DEI VIZI. MA NON

PERMETTERE CHE DIVENTINO LORO I TUOI

PADRONI.

39. IL PRIMO DOVERE È VERSO SE STESSI. SE TU

SEI SERENO, CHI TI È VICINO POTRÀ

BENEFICIARNE.

40. FORSE PIÙ DEGLI ALTRI I GENITORI O GLI

AMICI HANNO IL POTERE DI FARTI SOFFRIRE.

MA PENSA: "SONO FATTI COSÌ, NON POSSO

CAMBIARLI, POSSO SOLO CAPIRLI." LASCIA

CHE LE LORO FRASI TI SCIVOLINO ADDOSSO E

NON ENTRINO IN TE.

41. VOLER BENE È ACCETTARE L'ALTRO COM'È E

NON VOLERLO CAMBIARE.

48

42. SE TI DICI: "STARÒ BENE SE TROVERÒ LA

PERSONA GIUSTA", RISCHI, NEL FUTURO, DI

CREARE NON SOLO LA TUA INFELICITÀ, MA

ANCHE LA SUA.

43. NON FARE CHE I BISOGNI DEGLI ALTRI

VENGANO PRIMA DEI TUOI. FINIRESTI COL

SOFFRIRE E ATTRIBUIRE LA TUA SOFFERENZA

AGLI ALTRI.

44. SE VUOI AIUTARE UNA PERSONA, NON

SODDISFARE I SUOI BISOGNI, MA INSEGNALE A

SODDISFARSELI.

45. EVITA DI LAMENTARTI: ANNOIA GLI ALTRI E

NON TI È DI NESSUN AIUTO.

46. SE VUOI AIUTARE UNA PERSONA, NON

PERMETTERE CHE SI APPOGGI A TE. POTREBBE

CADERE E FARSI MALE.

47. NON APPOGGIARTI A NESSUNO. RICORDATI

CHE, SE SI SPOSTA, TU CADI.

48. SE HAI BISOGNO DI AMORE, NON ANDARE A

BRACCIA TESE VERSO UN ALTRO TENENDO IN

MANO E CONSEGNANDOGLI IL PESO DEL TUO

ESSERE FELICE.

49. NELL'IMMAGINARE IL TUO FUTURO NON DIRE:

"VORREI, POTREI, DOVREI". SOLO "FACCIO"

DIVENTA IL TUO FUTURO.

50. SIAMO REALMENTE IN GRADO DI FARE CIÒ

CHE DICIAMO O INSEGNIAMO? FORSE,

49

QUALCHE VOLTA, VALE LA PENA METTERSI

ALLA PROVA.

CARTA DEI DIRITTI PERSONALI

1. Tu solo hai il diritto di giudicare il tuo comportamento, i tuoi pensieri e le tue emozioni, e di assumerti la responsabilità di realizzarli, accettandone le conseguenze.

2. Tu hai il diritto di non offrire ragioni e scuse per giustificare il tuo comportamento.

3. Tu hai il diritto di giudicare se puoi assumerti la responsabilità di trovare soluzioni ai problemi degli altri.

4. Tu hai il diritto di cambiare la tua opinione. 5. Tu hai il diritto di sbagliare e di assumertene la

responsabilità. 6. Tu hai il diritto di dire: "Non so". 7. Tu hai il diritto di essere indipendente dalla

benevolenza degli altri, quando devi tener loro testa.

8. Tu hai il diritto di essere illogico nel prendere decisioni.

9. Tu hai il diritto di dire: "Non capisco". 10. Tu hai il diritto di dire: "Non m'importa".

TU HAI IL DIRITTO DI DIRE " NO" SENZA SENTIRTI IN COLPA

50

Appunti e libri

cerco/offro

Portiamo a conoscenza di tutti gli studenti che

abbiamo predisposto un’area, all’interno della

biblioteca del CInAP, in cui raccogliere appunti e libri

di ogni Facoltà.

Aspettiamo i vostri contributi e le vostre richieste

contattandoci attraverso i seguenti recapiti:

tel. 095.7307189

[email protected]

Vi attendiamo numerosi!

51

La bottega della

creatività

Spesso le parole trovano una loro musicalità, si uniscono in una danza armonica, corteggiano la vita, si intrecciano, creando immagini, scene e paesaggi… così nasce la poesia…

52

La danza dell’amore

di Camillo Mignemi

Da tanto tempo son rimasto solo,

il cielo m’attende,

non ho ali per librarmi in volo.

Poi d’improvviso un’anima m’appare dinnanzi.

Vuol che con lei io danzi.

Del ballo non sono artista ma cadetto.

Non le importa, anzi con dolcezza,

unendomi a sè muta ogni difetto

in abilità e destrezza.

I nostri passi sono accompagnati dal vento,

ad ogni sua carezza o spinta

più calore nella tua stretta, sento.

Guardo il cielo pieno di nuvole,

danzano anche loro, senza domande o parole.

Ecco, ora si riempie d’aria e colori

mandiamo giù tutto

perché di odori e sapori

pieni saremo noi ed ogni frutto.

Qual è il tuo nome anima benedetta?

Ti muovi con grazia e regalità.

Non ho un nome preciso

chi mi conosce s’innamora della mia semplicità e sorriso.

Soggiorno sui cuori altrui,

a volte per sempre a volte per ore.

53

Dalla tua danza sono ammaliato

ed il mio cuore a te si è fidanzato.

Tra non molto lascerò del tuo cuore la stanza

tu non perder però la speranza.

Solo, sarò allora col mio cuore?

No, se chi ti ama davvero

ballerà con te

la danza dell’amore.

54

La storia dell’albero di quercia e di un falco

scritta da Carlo Barbato

Quel giorno, quando volò, non fu per fame, ma per giocare col vento di levante. Da quell’essere che sulla terra camminava vide uscire un lampo, un botto, e la grande meraviglia: le sue ali non si muovevano più, cadeva rovinosamente non potendo evitare quell’arrivo sulla terra in quella maniera, quel tonfo. E vide intorno a sé l’erba come mai l’aveva vista. Provò a rimuovere le ali e un dolore atroce gli fece aprire il becco per gridare, ma nessuno lo udì. Fu nell’ultimo anelito di vita che si guardò intorno e mi cercò. Cercai di consolarlo ma lui si addormentò. Questo fu quello che sembrò a me. In quello stesso giorno d’inverno, un essere che camminava sulla terra (forse lo stesso), si avvicinò a me. Lo fece non per passeggio, come faceva sempre. E fu così che, con quel ferro, cominciò a colpirmi. Le lacrime mi uscivano dai piedi. Gridavo, ma senza voce. Smarrito, mi guardavo intorno e, in poco tempo, mi mancò l’equilibrio. Non ondeggiavo più al vento; cadevo, invece, in una sola direzione. Dio mio, non avevo mai visto la terra da così vicino, con i miei rami.

55

Il mio amico mi guardò, vidi che ancora i suoi occhi erano socchiusi, respirava con fatica; ed io sentivo di non avere più linfa. Ci addormentammo insieme, senza vedere il sole il giorno dopo. Ma io vidi i germogli dalla mia radice. Lui vide i figli volare alti nel cielo. È insieme che andammo via. Io, in un camino, mi ricongiunsi al vento e lui la stessa cosa. Di noi restò il ricordo del vento… con me giocava tra le foglie, e lui lo portava lontano senza alcun battito d’ali. Che bel gioco fu la vita.

56

Desiderando partecipare alla "bottega della

creatività", invio il seguente contributo estratto da un

libro che sto scrivendo "Il ladro di lucchetti". Questo

è un passo del "ladro" Antonio Luca Cuddè

IX) mattino

Valentino odiava una sua ex quando lo interrompeva

dalla scrittura, non riusciva a capacitarsi che quella

persona che adorava, amava e che gli sembrava la

donna più bella, sensuale, educata del mondo potesse

alterarlo in tal modo da essere odiata come e più le

peggiori infermità; se Valentino scriveva era al lavoro,

ergo non doveva essere assolutamente interrotto se

non per due motivi: annuncio di una vincita al

superenalotto oppure rivelazione messianica.

Valentino non scriveva più: aveva perso ispirazione e

amore, quindi, qualsiasi cosa facesse, poteva essere

interrotto, pertanto nulla riusciva a sconvolgerlo più di

tanto, più che altro gli dispiaceva se qualcuno doveva

aspettarlo oppure se lui creava un danno ad altri.

Suo unico rifugio era la musica classica: in quel

mondo non stava male e questo per lui era già

fantastico, librava lontano da tutto e tutti … e questo

gli capitava anche al lavoro all’isola ecologica.

Questa volta il povero contribuente che suonava da

quasi un minuto interruppe a Valentino l’ascolto de “Il

concerto di Varsavia” di Addinsell.

57

L’impiegato musicofilo si scusò e alzò la sbarra, luce

rossa, quindi sbrigò la pratica: solo dieci kg di

bottiglie di plastica e tre lampadine a risparmio

energetico fulminate, copia per il Comune, copia

contribuente, i due si salutano, sbarra alzata, luce

rossa, la sbarra si abbassa, stop.

Il concerto di Varsavia era diventato “E lucean le

stelle” e Valentino su “l’ora è fuggita” stava in una

dimensione molto lontana e probabilmente non

avrebbe sentito il tuono se non fosse arrivato un black

out che rabbuiò tutto il suo stanzino in quella giornata

uggiosa. Uscito osservò le nubi condensarsi, qualche

goccia d’acqua gli bagnò le guance, quindi altre gocce

più calde gli solcarono il viso.

58

NICHILISMO: L’OSPITE INQUIETANTE

DA NIETZSCHE A GALIMBERTI,

IL PROBLEMA DELLA SOCIETÀ MODERNA

di Danilo Caccamese

Da sempre la filosofia è stata un'elegante interprete della realtà

nella quale l’uomo viveva, confrontandola fra le esigenze basse

della contingente vita quotidiana e le alte aspirazioni, che

spesso hanno preso la forma di divinità e culti. Umberto

Galimberti, esponente di punta della psicanalisi italiana, vuol

rileggere le intuizioni del filosofo tedesco alla luce del suo

pensiero laico, post-freudiano e con ottica greca, connotazioni

che finora sono state utilizzate nella sua opera. Il problema del

nichilismo, l’assenza di qualunque valore, non è più solo un

59

vezzo sofisticato, ma un serio problema che investe l’intera

società, in modo particolare i giovani che vivono in uno stato di

apatia passiva, incapaci di produrre nulla di concreto, a stento

capaci di vivere o di sopravvivere a sé stessi in una «[...]

tristezza diffusa che caratterizza la nostra società

contemporanea, percorsa da un sentimento permanente di

insicurezza e di precarietà» (Miguel Benasayag, L’epoca delle

passioni tristi).

Quest’assenza di valori, che si è manifestata appieno dalla

società dei media venutasi a creare nel secondo dopoguerra,

aveva già il suo seme nella belle epoque positivista (Nietzsche,

in questo, è stato profetico come Zarathustra) che guardava al

rombo del motore dell’aeroplano e della locomotiva, alla

funzionalità della macchina sull’ideale umanistico; così è

crollato il concetto non solo di Dio, ma anche della religiosità

stessa. È stata la soppressione dei valori, cosa normale visto che

con i secoli valori, culti e credenze cambiano insieme alle

persone. Il problema è stato cambiare queste virtù con un non-

valore, la Tecnica che non ha obiettivo escatologico alcuno se

non quello di auto-conservarsi e progredire all’infinito.

Breve allora è il passo che può far congiungere questa nuova

visione alle tragedie del mondo contemporaneo: dagli stermini

di massa (non solo nazisti) compiuti su persone ridotte a numeri

e barre, all’odierna politica finanziaria tecnocratica

60

(letteralmente il governo della tecnica) e disinteressata al bene

del consumatore che vive con l’unica funzione di produrre e

consumare prodotti “usa e getta” all’infinito. Quando, allora,

non si è più utili alla macchina produttrice? Lasciamo insoluta

la domanda e, ritornando ai giovani, disorientati e disillusi,

cinici e apatici, dediti a svaghi (alcool, droga e tutti gli altri

“mali” con cui, in modo moralistico, si addita il giovane medio)

per alienarsi dal mondo vero, domandiamoci perché realmente

accade. Per cui, che mondo abbiamo creato?

61

Spazio-richieste

“Quando avremo nuovamente i docenti referenti del

CInAP presso i singoli DIpartimenti?”

Francesco

Carissimo Studente, carissimi tutti, riportiamo di

seguito la lista dei docenti Referenti di Facoltà a cui

potere fare riferimento per informazioni inerenti il

percorso di studio, difficoltà incontrate presso la

Facoltà, barriere architettoniche e quant’altro possa

attenere tali ambiti.

62

DIPARTIMENTI REFERENTE CInAP TEL. UFFICIO E-MAIL REFERENTE

Anatomia, biologia e

genetica, medicina

legale, ….

"Ingrassia" prof. Francesco Patti

[email protected]

Architettura (DARC) prof. Maurizio Spina 0957382535 [email protected]

Biomedicina clinica

e molecolare prof. Matteo Cioni 0957384079

[email protected]

Chirurgia prof. Domenico Maugeri 0957262489 [email protected]

Economia e impresa dott.ssa Sonia Giaccone 0957537649 [email protected]

Fisica e astronomia prof.ssa Catia Petta 0953785392 [email protected]

Gestione dei sistemi

agroalimentari e

ambientali prof.ssa Giovanna Tropea

0957147359

[email protected]

Giurisprudenza prof. Orazio Condorelli 095230417 [email protected]

Ingegneria civile e

ambientale prof.ssa Annalisa Greco 0957382251

[email protected]

Ingegneria elettrica,

elettronica e

informatica prof.ssa Antonella Di Stefano

0957382364(65)

[email protected]

Ingegneria

industriale Prof. Arturo Pagano 0957382421

[email protected]

Matematica e

informatica prof. Biagio Ricceri 0957383057

[email protected]

Scienze biologiche,

geologiche e

ambientali

prof.ssa Germana Maria

Barone

0957195742

[email protected]

Scienze bio-mediche prof.ssa Daniela Puzzo 0957384033 [email protected]

Scienze chimiche prof. Raffaele Bonomo 0957385093 [email protected]

Scienze chirurgiche,

trapianti d'organo e

tecnologie avanzate prof. Giovanni Li Destri

0953782225

[email protected]

Scienze del farmaco dott.ssa Teresa Musumeci 0957384021 [email protected]

Scienze della

formazione prof.ssa Antonia Criscenti

[email protected]

Scienze delle

produzioni agrarie e

alimentari (DISPA)

dott.ssa Anna De Angelis 095234341

[email protected]

Scienze mediche e

pediatriche prof. Ignazio Vecchio 0953782781

[email protected]

Scienze politiche e

sociali prof.ssa Paolina Mulè 0957347271

[email protected]

63

Scienze umanistiche dott. Antonio Di Silvestro 0957102589 [email protected]

specialità medico-

chirurgiche prof. Luigi Maiolino 0953781093

[email protected]

SCUOLE

Facoltà di Medicina prof. Gaetano Catania 0953782218 [email protected]

STRUTTURE

DIDATTICHE

SPECIALI

Architettura, sede

decentrata di

Siracusa dott.ssa Stefania De Medici

[email protected]

Lingue e letterature

straniere, sede

decentrata di Ragusa dott.ssa Sabina Fontana

[email protected]

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La bacheca del CInAP Servizio di Counseling Psicologico

Si porta a conoscenza di tutti gli studenti che è attivo

un servizio gratuito di counseling psicologico.

L’esperienza universitaria è un momento di crescita

importante, ricco di esperienze e di opportunità, che vanno

vissute nella pienezza della loro funzione psicopedagogia e

sociale. A volte questo processo può essere disturbato da

fenomeni quali: indecisione, paura degli esami, difficoltà nella

concentrazione, ansie, difficoltà nel comunicare con gli altri,

tristezza, sfiducia, timidezza, solitudine.

Il Servizio è gestito da un’equipe di psicologi.

Chiunque desiderasse può chiedere informazioni

e/o prenotare il proprio colloquio

Sede: via A. Di Sangiuliano n. 259

tel. 095.7307189 e-mail: [email protected]

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Un ringraziamento particolare va a tutti i lettori che

partecipano leggendo, scrivendo, pensando queste

pagine, contribuendo alla storia del giornalino del

CInAP. A tutti coloro che permettono a se stessi di

condividere poesie, immagini, opinioni e anche a chi,

prima di farlo, lascia che il proprio sguardo scorra

tra le pagine di questo quarto numero.