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n n r r 7 7 Magazine fotografia fotografia Demis Crudeli Demis Crudeli Stefano Ronchi Elena Parisi Elena Parisi Marco Bottani Gaetano Lo Porto Gaetano Lo Porto Angela Bartolo Angela Bartolo Alessandro Calori S S P P E E C C I I A A L L E E S S P P E E C C I I A A L L E E f f o o t t o o g g r r a a f f i i f f o o t t o o g g r r a a f f i i s s t t i i l l i i s s t t i i l l i i 7 7

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special issue PHOTOGRAPHY

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Demis CrudeliDemis Crudeli

Stefano Ronchi

Elena ParisiElena Parisi

Marco Bottani

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Angela BartoloAngela Bartolo

Alessandro Calori

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SOMMARIOSOMMARIO

MMaaggaazziinneennrr 7777MENSILE DI ATTUALITA’ COSTUME, ARTE E CULTURA

FRIENDS4ARTS SRL EDITOREvia arrigo boito 320900 monza - tel +39 0392622470

Testata in fase di registrazione presso il Tribunale di Monza,Direttore Responsabile Natale Caccavo; hanno collaborato a questo numero: Tazio Tenca,Guido Magrin, Giovanna Motta, Silvio Manini, Ales-sandro Calori, Elena Parisi, Demis Crudeli, Anna-rita Romito, Angela Bartolo, Stefano Ronchi, MarcoBottani,Gaetano lo Porto

EDITORIALE EDITORIALE PAG.3PAG.3

GAETANO LO PORTOGAETANO LO PORTO PAG.4PAG.4

STEFANO RONCHISTEFANO RONCHI PAG 12PAG 12

MARCO BOTTANIMARCO BOTTANI PAG.18PAG.18

F4A AgencyF4A Agency PAG.24PAG.24

ELENA PARISIELENA PARISI PAG.28PAG.28

ANGELA BARTOLOANGELA BARTOLO PAG 34PAG 34

ALESSANDRO CALORIALESSANDRO CALORI PAG.40PAG.40

DEMIS CRUDELIDEMIS CRUDELI PAG.46PAG.46

http://www.synthesis.co.it

Ogni vera espressione artistica nasce da una passione, una passione che fluisce impetuosa "dentro" e "at-traverso" l'artista, mentre lui cerca di imbrigliare l'attimo fuggente... musica, verso, immagine, movimento...non sempre è facile da catturare l'attimo fuggente: un'ispirazione a volte è così eterea e impossibile da af-ferrare. Quando l'artista ci riesce, la sua opera è immagine istantanea di quella passione che fluisce den-tro di lui; se anche noi riusciamo a "entrare nell'opera", allora tutta quella passione (e non solo la suaimmagine istantanea) arriverà a noi, per questo dobbiamo imparare a leggere, a guardare, ad ascoltare, conattenzione, con sensibilità, approfondire l'opera artistica più e più volte, ogni volta coglieremo aspetti più na-scosti.

La fotografia è un evidente esempio di tuttoquesto: l'oggetto fisico che vediamo o toc-chiamo, appunto la "foto" (cartolina, manife-sto, immagine su un monitor o gigantografiasulla parete di un edificio) è solo il prodotto delclick di una macchina, mentre lo "scatto" in séè molto di più: dentro ha una storia, porta unmessaggio, una poesia, una denuncia. La fotoè l'attimo, lo scatto invece è fuori dal tempo.

Se guardiamo con superficialità la foto, per-diamo il messaggio che è nello scatto...

Questo numero di F4A Magazine è dedicatointeramente alla fotografia, tra tutte le espres-

sioni artistiche, sicuramente la più "trasversale", perché attraversa tutte le altre espressioni dell'arte, cosìcome attraversa le nostre vite. In ogni evento, in ogni rappresentazione, in ogni luogo, uno scatto può "fer-mare la storia per raccontarla a noi", documentare la realtà o aprirne nuove visioni, mostrandoci dettagli diquella realtà che a volte ci sfuggono; tutto questo grazie alla guida dell'occhio del fotografo, un occhio a voltecritico, a volte creativo, a volte romantico, ma spesso molto... "obiettivo".

Presenteremo le interviste fatte ad alcuni fotografi della community di Friends 4 Arts, ognuno con la sua sto-ria e la sua specializzazione, ma tutti accomunati dalla passione di raccontare con le immagini.

Abbiamo cercato di porre domande abbastanza simili a ogni fotografo, per presentare e confrontare le di-verse visioni e i diversi approcci. Alcuni di loro sono nati in camera oscura (e non sempre è stato facile re-cidere il cordone ombelicale fatto di pellicola), altri invece sono stati battezzati in epoca digitale e magarisono più avvezzi alla "postproduzione al computer", ma non è una regola e quindi non si può generalizzare.Ci sono fotografi famosi che hanno fatto reportage di guerra e fotografato i grandi eventi del pianeta pro-prio mentre avvenivano, altri che hanno fermato il battito d'ali di un colibrì, altri che hanno trasformato unluogo "comune", come una panchina di un parco, in una rampa di lancio per l'immaginazione, altri ancorache hanno fermato in uno scatto l'emozione della grande musica e tanto altro ancora.

Chiunque può comprare una macchina fotografica e fare una foto... quando invece sai "dipingere un'emo-zione usando la luce", allora quello è uno "scatto".

EditorialeMagazineCCLLIICC....ssoonnoo ffoottoo oo ssoonnoo ssccaattttii??

Gaetano Lo Porto

PPrrooffeessssiioonnee:: rreeppoorrtteerr F4A intervista un grande fotografo, Gaetano LoPorto, le cui foto sono state pubblicate in tuttoil mondo, perché Gaetano ha fatto davverotutto: dai reportage di guerra alle foto di perso-naggi famosi, per poi tornare a casa e, pur con-tinuando a documentare la Storia, si è dedicatoanche al fashion, food, still-life perché, comelui stesso scrive: "non potete capire quantopossa essere emozionante dominare la luce suun crononometro da polso in acciacio lucido..."

Dal suo sito riportiamo gli inizi "avventurosi"della sua carriera: "Comincio professional-mente nel 1984 con una cosetta leggera leg-gera: Reportage di guerra in America Centrale(guerra civile in Nicaragua). Pubblico i miei re-portage su quella storia su L’Espresso, Pano-rama, Epoca, Corriere della Sera, LaRepubblica, New York Times, The BostonGlobe, Report of America, Stern, ecc. Una miafoto del neoeletto Presidente viene pubblicatain 32 Paesi! Rientrato in Italia, spostandomi traRoma e Milano, comincio ad occuparmi di re-portage di attualità sociale e politica in Italia,

dai funerali di Berlinguer a Mani Pu-lite; racconto il declino di Craxi el’ascesa di Di Pietro, e Berlusconi, eProdi; racconto l’Albania prima dafotografo clandestino, e poi seguo leprime elezioni libere in quel Paese: incontro Teresa di Calcutta..."

Di Gaetano, oltre alle foto memora-bili e alla importante carriera, ci hacolpito particolarmente una frase:"fotografo perché non potevo farnea meno". Scopriamo insieme per-ché.

F4A: Come nasce la tua passioneper la fotografia?La mia passione per la fotografianasce da lontano, nel tempo. Avevoforse 14-15 anni quando frequen-tavo gli amici di mio fratello mag-giore. Tutti erano coinvolti in uncorso di fotografia della miticaScuola Radio Elettra, e da pischellocuriosavo in quel mondo magicodella camera oscura. Ho cominciatocosì a giocare con la Comet di miopadre, la fotocamera di famiglia,quella che si portava in gita, o in va-canza. Da qui è partita la curiositàper questo strumento.

F4A: Sei autodidatta? Hai frequen-tato corsi o scuole? Quanto è im-portante aver studiato? Si può supplire lo studio solocon la pratica?

Naturalmente ho cominciato da autodidatta, così, gio-cando e guardando gli altri. Poi ho potuto comprare ilmio primo corredo reflex (una straordinaria EXACTA1000, del 1970, la prima fotocamera con 1/1000, con 2grandangoli e un 135mm), con il quale ho cominciatoa fotografare di tutto e di più. Finchè un amico mi invitòa fare dei ritratti alle sue due bambine. Grande suc-cesso in famiglia, e da qui il primo ingaggio: il mioamico pilotava piccoli velivoli per attività pubblicitarie,e mi incaricò le foto aeree di un centro turistico per la pubblicità. Non credevo a quel che mi stavacapitando: in volo con la testa fuori dal finestrino a fotografare villette, spiagge, campi da tennis e dar-sene, e poi tornare sul posto via terra per fotografare da vicino tutto il centro turistico, con autista,segretaria, vitto, alloggio, e tutto quello che mi serviva per lavorare al meglio, e anche ben pagato.Con il ricavato di questo primo lavoro ho comprato una reflex più moderna, ben accessoriata.

Ho continuato a sperimentare, sempre da fotoamatore, con particolare attenzione al lavoro di camera

oscura, finchè ho potuto permettermi di iscrivermi ad un corso serio, molto serio e impegnativo. A Mi-lano. Docenti Franco Fontana e Giuliana Scimè, che ancora ricordo con grandissima gratidudine eaffetto. La mia intenzione era quella di diventare un bravo fotografo creativo, di quelli che speri-mentano forme e colori, e fanno foto da appendere incorniciate alle pareti di una galleria d’ arte. Maalla fine del Workshop, Franco Fontana mi disse: “Lascia perdere le gallerie d’ arte: tu sei tagliato peril reportage, per la strada!”. Contemporaneamente mi capitò di leggere su Frigidaire un’ intervista aOliviero Toscani, allora giovane genio emergente, che demoliva la fotografia incorniciata, destinataad un esiguo pubblico che non avrebbe capito un bel niente di quello che guardava, ma del cocktaildell’ inaugurazione sì, e difendeva il concetto della riproducibilità all’ infinito della fotografia (per la suastessa natura), e quindi la sua destinazione sui giornali, disponibile e fruibile da milioni di utenti, cioègli stessi concetti e le stesse motivazioni della Pop-art di Andy Warhol. Questi due eventi mi hannoimposto una potente virata irreversibile.

F4A: L’ “occhio” si può imparare o è innato?“L’occhio” è attivo in modo porporzionale alla sensibilità e alla curiosità di ciascun essere umano,ma va esercitato, affinato, con l’ esercizio costante, e il confronto con gli altri. L’ umiltà è fondamen-tale. Non ci si può auto-celebrare, convincersi di essere il migliore per orgoglio. Così si va fuoristrada, e ci si fa male.Sono convinto che in realtà l’occhio vede soprattutto quello che stai cercando, perché la fotografiaè una di quelle attività umane in cui sono coinvolti non solo tutti i sensi, ma anche muscoli, tendini,ecc., e, cosa non trascurabile, soprattutto cervello.Quando affronto un soggetto, un evento, un’ inchiesta o comunque qualcosa da narrare con le mieimmagini, prima di entrarne “in contatto” mi sono già documentato, ci ho già ragionato su, previsua-lizzando quello che cerco, quale aspetto voglio approfondire, e ho perfino una bozza mentale dellacomposizione delle inquadrature. Ciò non esclude che al momento dell’ impatto mi troverò di fronteuna cosa completamente diversa da quella che mi aspettavo, e allora subentra la rapidità nel rive-dere tutta la progettazione, la immediata comprensione della realtà, e molto spesso anche il rical-colo di aspetti più semplicemente tecnici (luce, spazi, condizioni operative, e chissà che altro: ognivolta è una sorpresa). A tutto ciò si aggiunge, certamente, un eventuale senso estetico che è a volteinnato, ma che, anche, si impara guardando e studiando il lavoro di altri, anche in altri campi (Cara-vaggio ad esempio è spesso, o dovrebbe essere, un must per i fotografi).

F4A: Ti sei mai ispirato a uno o più fotografi illustri? Hai un modello di riferimento?Ispirarsi a fotografi illustri è rischioso, perché facilmente si finisce per replicare goffamente cose chenon ti appartengono, ma si affina la propria sensibilità studiandone l’ approccio ai contenuti e allaforma. I miei modelli di riferimento sono tanti, e provengono dai generi più diversi, ma da ciascunoprendo principalmente l’ onestà e l’ immediatezza.

F4A: Un fotografo deve avere un proprio stile? Ese è così, cosa contraddistingue il tuo stile di fo-tografia? Come lo hai sviluppato nel tempo?Certamente un fotografo deve avere un propriostile. Fotografare “alla maniera di…” è come farela cover-band di Ligabue. Lo stile di un fotografonasce dallo sviluppo di una propria grammatica,da un proprio slang visivo.Il mio nasce soprattutto, credo, dal modo in cuiaffronto i soggetti o le situazioni: frontalmente, en-trandoci con tutti e due i piedi, e quasi semprecon un grandangolo, da molto vicino, ma amomoltissimo anche il tele, con il quale colgo mo-menti ed espressioni assolutamente spontanei. Iodico spesso che “fotografo sporco”, cioè primaviene il contenuto, e poi le regolette. Ma non è poitanto vero, perché le “regolette” le conosco, le hostudiate (Feininger, Ansel Adams, Cartier-Bres-son, il già citato Fontana, per dirne alcuni), maproprio perché le conosco, poi so abbastanzabene quali e quando romperle. E allora un oriz-zonte non perfettamente in bolla, a volte moltofuori bolla, conferisce dinamica e pathos a imma-gini che sono quasi sempre caratterizzate dallaricerca della dinamica; e poi cerco sempre l’ ele-mento umano, anche se dovessi fotografare l’ ar-chitettura o il paesaggio urbano. Questo stile si èsviluppato da solo, un po’ per istinto e un po’ con-sapevolmente, alla continua ricerca di un coin-volgimento simultaneo fra me, il soggetto, e l’utente.

F4A: Come si costruisce uno scatto? E’ impor-tante saper cogliere l’attimo o costruirlo? Quali equante sono le fasi di una fotografia?La costruzione di uno scatto (colgo l’ occasioneper citare Ivano Fossati) nasce dalla previsualiz-zazione, quella pratica per cuiprima ancora di arrivare in vista deltuo soggetto hai già messo insiemequello che sai di lui e quello chepensi di lui, cioè come vorresti ve-derlo, raccontarlo e trasmetterlo (ma devi essere sempre pronto acambiare opinione, se poi vedi chele cose stanno diversamente). L’ at-timo va colto, lo dice la parolastessa: un attimo costruito duratutto il tempo che ti serve per co-struirlo, e può essere un’ eternità.Certo, a volte l’attimo-eternità serve(vedi la morte del miliziano spa-gnolo di Robert Capa), ma che sia

necessario capita solo in casi estremi. E’ invecesempre necessario che l’attimo venga coltoquando si manifesta: per questo bisogna saperlocercare e saperlo aspettare, che tanto prima opoi arriva. Pazienza e antenne puntate: tutto qui.F4A: Come si costruisce uno scatto memora-bile?Lo scatto memorabile si costruisce da sé. E’ unfenomeno a metà fra l’ alchimia e la scienzaesatta. L’ alchimia sta nella congiunzione deglielementi più diversi (momento giusto, perce-zione della realtà nel momento in cui si avvera,un minimo di visionarietà); la scienza esatta stanel calcolo matematico delle probabilità che uncerto evento avvenga in un certo modo, e quinditi trova già pronto, culturalmente e tecnicamente,a raccoglierlo.

F4A: Quali sono le chiavi del successo di unafoto? Credo che la chiave del successo di una foto stianella universalità del suo contenuto e del suomessaggio, ovvero nell’ inequivocabilità di quelloche l’utente vede. E’ fondamentale la semplicitàe l’immediatezza del linguaggio. Ma a volte staanche nell’attimo di genialità da cui il fotografo ècolto. L’istinto spesso mi guida, ma confesso cheanche decenni di “mestiere” mi aiutano.

F4A: Quanto è importante la scelta di attrezza-ture “stellari” in una foto memorabile? Si può farebuona fotografia anche senza investire capitaliin corpi macchina/obiettivi/ecc.?Una grande foto nasce prima di tutto nella testae nei sensi di un fotografo. Non si trova già la-tente un una fotocamera da cinquemila euro.Detto questo, però, una attrezzatura affidabile ti

da il senso di sicurezza che nasce dalla certezzache quello che decidi di fare venga fedelmente edocilmente eseguito da strumenti che rispondonobene, e sempre. Quindi è meglio scegliere in par-tenza uno strumento sicuro, e conoscerlo bene,per ricavarne esattamente quello che ti serve. In-seguire il “canto delle sirene” del mercato è robada collezionisti compulsivi.

F4A: La tua dotazione “standard”? Corpo mac-china/obiettivoIl contenuto della mia borsa: un corpo macchina

reflex digitale full-frame con power-grip (di solitoun corpo solo mi basta, ma a volte ce ne voglionodue, per esempio quando porto con me anche il300mm f.2,8), uno zoom grandangolo corto 16-28mm f.2,8, uno zoom grandangolo-mediotele24-70mm f.2,8, uno zoom tele 80-200 f.2,8, unmoltiplicatore di focale, un flash dedicato, schededi memoria, batterie per la fotocamera, batterieper il flash, quadernetto per appunti, penna e

pennarello, pannetti in microfibra per gli obiet-tivi, un pacchetto di Gauloises rosse, fazzolet-tini scottex per mille motivi, un coltellino Opineln°2 per non so quale motivo e un minuscoloamuleto in argilla dono di un santero cubano diSantiago, che mi raccomandò nel 1991 di nonlasciarlo mai. Totale circa 12 kg.

F4A: Nikon? Canon? Altre marche? Perchéquesta scelta?Nikon per la fotocamera e il flash, e per lo zoom80-200. Le altre ottiche sono compatibili, maaccuratamente studiate prima di acquistarle.Ottime, comunque. In epoca analogica (sem-bra come dire “giurassica”) dal 1992 al 2000,corpi e ottiche Nikon (F90 e F90x), preceden-temente reflex analogiche Contax. La scelta diconfermare Nikon dipende da una particolareergonomia e affidabilità, stabilità di prestazioni,e assistenza che manco la NASA. Ultimamentemi sono dotato di una Nikon D600 fx, e ancoranon capisco perché Nikon la posiziona fra le“amatoriali”.

F4A: Fotoritocco si, fotoritocco no? Quando sipuò/deve intervenire con il computer?Scandaloso: non uso il Photoshop!!! Ho faticatoun po’ a modificare il mio workflow nel passag-gio dall’ analogico al digitale, finchè non ho tro-vato la chiave per uscire dalla camera oscurachimica e entrare nella camera oscura elettro-nica. Ma quando ho trovato il modo di trasferirenel pc (altro scandalo: preferisco il pc al Mac)quei ragionamenti e quei gesti che mi erano na-turali in luce rossa o giallo-verde, tutto è diven-tato più fisiologico. Per questo utilizzo unsoftware di correzione fotografica, il CaptureNx2 di Nikon, e in alternativa consiglio a chi co-mincia il Lightroom di Adobe (ma solo se giàpratico di PS, perché elefantiaco come il PS).Uso questo genere di programmi perché con-sidero necessario per un fotografo completareil processo fotografico dopo lo scatto con stru-menti, appunto, fotografici. Lascio il Photoshopai grafici, che fanno un grande lavoro, ma, ap-punto, di grafica. O al massimo la definisco “di-gital art”, ma non fotografia. Non sopporto (èuna vera allergia) l’idea di fotografare pen-sando che “poi la sistemo in Photoshop”. No,lo scatto deve essere “fotograficamente giusto”già in macchina. E infatti i settaggi della mia fo-tocamera sono tutti in “normal”. E fotografoesclusivamente in M (manuale).

F4A: Uno scatto deve emozionare, tu ti emozioni durante lo scatto? Dopo, quando esamini il servi-zio?Spesso, mentre scatto durante uno shooting in situazioni emotivamente molto forti, mi capita di doverasciugare gli occhi, o per quello che sto testimoniando, o, a volte, anche per la consapevolezza diaver realizzato uno scatto veramente“forte e giusto”. In analogico ti riservavil’emozione di aspettare lo sviluppo perconfermare che ci avevi visto giusto, indigitale lo verifichi in tempo reale dalloscreen del dorso-macchina. Ma spessoaccade anche che visionando le ante-prime degli scatti sul pc, scopri di avercatturato qualcosa di cui ti rendi contosolo adesso. A volte un cropping ti re-gala un’ immagine molto più forte delloscatto originale, ma quelle poche voltein cui ricorro al ritaglio, spero sempreche Fontana non venga a saperlo.

F4A: Cosa vuol dire essere fotografo nel 2013? Come è cambiato questo lavoro (o questa arte) neglianni?Sostanzialmente, nel 2013 sono lo stesso fotografo che ero nel 1993, forse un bel po’ più consape-vole di quel che faccio. Quello che c’è di nuovo è il fatto che adesso sono a disposizione media al-ternativi, intendo i social in generale e FB in particolare per me, che io utilizzo per divulgare cose

marginali al mercato editoriale giornalistico,come storie interessanti in un campo più ri-stretto, come la mia città e la sua gente. In effettiquesti strumenti mi hanno messo in maggiorecontatto con la gente che mi vive intorno. Inol-tre, in questi tempi di estrema fragilità del mer-cato editoriale canonico, ho cominciato apropormi sul mercato locale in settori qualificatie di nicchia, come un festival di musica lirica chesi svolge in città, e di cui sono il responsabiledelle immagini, dando una svolta nella visibilitàdi pubblico e critica a questa manifestazione. Insostanza è il momento di diversificare, privile-

giando comunque la qualità e la specializza-zione, non certo di riciclarsi svendendosi.F4A: Un consiglio per chi si avvicina oggi allafotografia, come hobby o come professioneA chi si avvicina oggi alla fotografia per hobbyconsiglio di non lasciarsi incantare da sogni digloria, confrontandosi con altri amatori e pro-fessionisti con un approccio di massima umiltà(attenti comunque a maniaci esibizionisti e nar-cisi), e magari aderendo a progetti sociali di in-formazione e denuncia, ma sempre con onestà.A chi cerca di farne una professione dico: primadi tutto imparate, studiate seriamente (ma non ènecessario per questo spendere vagoni di de-naro), e non cedete alla tentazione di scavarviuna nicchia di mercato svendendo il vostro la-voro. Da una politica di prezzi al ribasso non siuscirà mai più.

A tutti, per prima cosa, do questo consiglio: LEG-GETE IL MANUALE DI ISTRUZIONI. Della foto-camera, ma anche di tutto il resto. STUDIATE.Charlie Mingus, il grande contrabbassista jazz, aisuoi allievi della scuola di improvvisazione jazz, in-segnava per prima cosa il solfeggio. Se non cono-sci perfettamente le regole, come pretendi diromperle?

F4A: sappiamo che oggi sei molto attivo anchenell'insegnamento della fotografiaIn questo periodo sono molto preso da questa ma-teria. Lo scorso anno ho condotto un PON presso

una scuola media sul tema del racconto per im-magini. E’ stata una esperienza fantastica, per-ché ho lavorato con 28 ragazzini di primamedia, a cui ho fatto scoprire un mondo a lorodel tutto sconosciuto, e li ho portati a produrrelavori compiuti di narrazione, ricerca e analisimai immaginati prima. E poi, immaginate unbambino di 11 anni di fronte ad un 300mmf.2,8… “Bestiale, professò !!!”.

Un piccolo neo di questa esperienza è che lo

Stato è poco interessato a pagare queste pre-stazioni. Ritarda in modo scandaloso.Al momento ho in piedi due iniziative: un corsodi fotografia di base presso un Centro di Ag-gregazione Giovanile, e un Workshop di Foto-giornalismo per fotoamatori evoluti e studenti diScienze della Comunicazione. In generalevengo spesso interpellato anche in manieraestemporanea da giovani che mi chiedono con-sigli, anche fermandomi per strada: a tuttispiego innanzitutto la necessità di operare inmodo consapevole, cioè di fare scelte, anchetecniche, che abbiano un perché ragionato (es.perché un diaframma aperto piuttosto chechiuso).

Abbiamo dovuto necessariamente selezionareun numero molto ristretto di scatti di GaetanoLo Porto, non ci sarebbe stato lo spazio suffi-ciente per poter mostrare tutto. Tra gli illustriesclusi (e non per motivi politici, naturalmente)Di Pietro, Grillo, Monti, ma anche Santoro, lo"zio Michele", solo per citarne alcuni. E poi tan-tissime altre foto che documentano la grandis-sima capacità di raccontare il mondo, i fatti, lavita, ecc. ecc. Abbiamo purtroppo dovuto fareuna selezione, per tutte le altre fotografie, vi ri-mandiamo al sito" http://www.agf-foto.it

Stefano Ronchi è un fotografo naturalista,Stefano Ronchi è un fotografo naturalista,uno di quei maghi che hanno la capacità (euno di quei maghi che hanno la capacità (ela pazienza) di catturare anche quei dettaglila pazienza) di catturare anche quei dettagli"impossibili" del mondo ani"impossibili" del mondo ani--male.male.

Nelle sue foto, Stefano cerca diNelle sue foto, Stefano cerca di"dare risalto soprattutto alla di"dare risalto soprattutto alla di --gnità dell'animale, alla collocagnità dell'animale, alla colloca--zione perfetta nel suo habitat,zione perfetta nel suo habitat,dando una rappresentazione piùdando una rappresentazione piùveritiera, rispettosa e suggestivaveritiera, rispettosa e suggestivapossibile." I suoi scatti ci trasmetpossibile." I suoi scatti ci trasmet--tono un immenso amore per la natono un immenso amore per la na--tura, anche per la forma viventetura, anche per la forma viventemeno considerata, perché anchemeno considerata, perché anchenella più infinitesima forma viventenella più infinitesima forma viventec'è una grande magia, in ogni moc'è una grande magia, in ogni mo--vimento, ogni volo, ogni passo.vimento, ogni volo, ogni passo.

Ci dice Stefano: "Fotografare l'anima degli aniCi dice Stefano: "Fotografare l'anima degli ani--mali e ricongiungerla a quella degli uomini è ciòmali e ricongiungerla a quella degli uomini è ciòche mi muove. Se in qualche modo i mie scattiche mi muove. Se in qualche modo i mie scattivi avvicineranno al mondo animale con rispettovi avvicineranno al mondo animale con rispettoe vi faranno scoprire la meraviglia ancora nae vi faranno scoprire la meraviglia ancora na--scosta, allora il mio entusiasmo fotografico discosta, allora il mio entusiasmo fotografico di--venterà ancora più tenacemente motivo dellaventerà ancora più tenacemente motivo dellamia avventura."mia avventura."I suoi scatti meravigliosi ci trasmettono davveroI suoi scatti meravigliosi ci trasmettono davverotutto questo: l'espressione di amore di unatutto questo: l'espressione di amore di una

madre per il suo cucciolo (e che quella madremadre per il suo cucciolo (e che quella madresia "animale" è davvero un dettaglio poco rilesia "animale" è davvero un dettaglio poco rile--vante, perché quello che è stato fermato nellovante, perché quello che è stato fermato nello

scatto è un sentimento), lo sguardoscatto è un sentimento), lo sguardoattento di un rapace in volo, la magiaattento di un rapace in volo, la magiadei colori di un uccello acquatico (edei colori di un uccello acquatico (escusateci se non conosciamo tutte lescusateci se non conosciamo tutte lespecie presentate nel servizio fotospecie presentate nel servizio foto--grafico allegato all'intervista).grafico allegato all'intervista).

F4A: Come nasce la tua passioneF4A: Come nasce la tua passioneper la fotografia?per la fotografia?La mia passione nasce fin da raLa mia passione nasce fin da ra--gazzo quando acquisto la mia primagazzo quando acquisto la mia primamacchina fotografica, una Olympusmacchina fotografica, una OlympusOm10. Smetto per qualche anno, unOm10. Smetto per qualche anno, unpo’ per la giovane età ed un po’ per ipo’ per la giovane età ed un po’ per icosti. Ma la passione non è del tuttocosti. Ma la passione non è del tutto

sopita tanto è vero che nel 2007, alla prima ocsopita tanto è vero che nel 2007, alla prima oc--casione, fotografare le corse della squadra dicasione, fotografare le corse della squadra dimountain bike di cui facevo parte, riprendomountain bike di cui facevo parte, riprendoanche grazie all’avvento del digitale.anche grazie all’avvento del digitale.

F4A: Sei autodidatta? Hai frequentato corsiF4A: Sei autodidatta? Hai frequentato corsio scuole? Quanto è importante aver stuo scuole? Quanto è importante aver stu--diato? Si può supplire lo studio solo con ladiato? Si può supplire lo studio solo con lapratica?pratica?Io sono un autodidatta a tutti gli effetti nonIo sono un autodidatta a tutti gli effetti nonavendo mai frequentato né corsi né scuole. Hoavendo mai frequentato né corsi né scuole. Hopassato molte serate a guardare i lavori dei fopassato molte serate a guardare i lavori dei fo--

STEFANO RONCHI

QQUUAANNDDOOQQUUAANNDDOOFFOOTTOOGGRRAAFFAARREE EE’’ FFOOTTOOGGRRAAFFAARREE EE’’

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tografi che hannotografi che hannocaratterizzato la focaratterizzato la fo--tografia ed il miotografia ed il miogenere in particogenere in partico--lare, cercando dilare, cercando di“rubare” loro i se“rubare” loro i se--greti, per capire ilgreti, per capire ilperché quelloperché quelloscatto trovava lascatto trovava lamia approvazione.mia approvazione.Sono partito da lìSono partito da lìper poi cercare diper poi cercare dimettere in praticamettere in praticaquanto appresoquanto appresodalla mia ricercadalla mia ricercaattraverso il lavoroattraverso il lavorosul “campo”. Credosul “campo”. Credocomunque che unacomunque che unabase teoricabase teoricaavrebbe di certoavrebbe di certoagevolato e miglioagevolato e miglio--rato il mio lavoro.rato il mio lavoro.Credo che il duro lavoro ed il costante impegnoCredo che il duro lavoro ed il costante impegnoalla fine paghino sempre. I miglioramenti ci saalla fine paghino sempre. I miglioramenti ci sa--ranno sempre e saranno anche costanti. Maranno sempre e saranno anche costanti. Masono anche convinto che ci sia un limite oltre ilsono anche convinto che ci sia un limite oltre ilquale debba subentrare il talento e questo o cequale debba subentrare il talento e questo o cel’hai o nessuno può insegnarl’hai o nessuno può insegnar--telo. Per quanto mi sforzi di protelo. Per quanto mi sforzi di pro--gredire non credo mai di potergredire non credo mai di poteraffiancare i “padri” della fotoaffiancare i “padri” della foto--grafia quali Capa o Henry-Cargrafia quali Capa o Henry-Car--tier Bresson solo per citarnetier Bresson solo per citarnequalcuno. Per quanti pittori vaqualcuno. Per quanti pittori va--dano all’Accademia di Brera addano all’Accademia di Brera adimparare la tecnica pittorica poimparare la tecnica pittorica po--chissimi diventeranno imporchissimi diventeranno impor--tanti e forse nessuno diverrà untanti e forse nessuno diverrà unnuovo Caravaggio.nuovo Caravaggio.

F4A: Ti sei mai ispirato a unoF4A: Ti sei mai ispirato a unoo più fotografi illustri? Hai uno più fotografi illustri? Hai unmodello di riferimento?modello di riferimento?Come ho detto prima, lo studioCome ho detto prima, lo studiodel lavoro dei fotografi che midel lavoro dei fotografi che mihanno preceduto è stata per me la base per inihanno preceduto è stata per me la base per ini --ziare a fotografare. E non solo la fotografia maziare a fotografare. E non solo la fotografia maanche la pittura è stata per me importante, osanche la pittura è stata per me importante, os--servando ad esempio le regole di composizioneservando ad esempio le regole di composizione

per mutuarle poi neiper mutuarle poi neimie scatti. Io sonomie scatti. Io sonoun fotografo naturaun fotografo natura--lista e mi occupolista e mi occupoquasi esclusivaquasi esclusiva--mente di animali,mente di animali,pertanto ho privilepertanto ho privile--giato lo studio digiato lo studio diquei fotografi chequei fotografi chehanno fatto conohanno fatto cono--scere al mondoscere al mondoquesto genere. Fraquesto genere. Fratutti mi sono semtutti mi sono sem--pre ispirato a Ronpre ispirato a Ron--nie Gaubert, unnie Gaubert, unfotografo amerifotografo ameri --cano morto premacano morto prema--turamente nel 2011,turamente nel 2011,a cui penso chea cui penso chetutti i maggiori fototutti i maggiori foto--grafi naturalisti sigrafi naturalisti sisiano ispirati.siano ispirati.

F4A: Un fotografo deve avere un proprioF4A: Un fotografo deve avere un propriostile? E se è così, cosa contraddistingue ilstile? E se è così, cosa contraddistingue iltuo stile di fotografia? Come lo hai sviluppatotuo stile di fotografia? Come lo hai sviluppatonel tempo?nel tempo?

Come in qualsiasi attività artistica anche nellaCome in qualsiasi attività artistica anche nellafotografia è indispensabile avere un propriofotografia è indispensabile avere un proprio“marchio” di fabbrica, uno stile proprio che ti per“marchio” di fabbrica, uno stile proprio che ti per--metta di differenziarti dagli altri. Solitamente lametta di differenziarti dagli altri. Solitamente la

fotografia naturalistica è caratterizzata dallafotografia naturalistica è caratterizzata dallapresenza sia dell’animale da immortalare chepresenza sia dell’animale da immortalare chedell’habitat a fare da sfondo. In contrapposidell’habitat a fare da sfondo. In contrapposi --zione a questo ho sempre cercato di creare unazione a questo ho sempre cercato di creare unafotografia in cui l’animale fosse il vero protagofotografia in cui l’animale fosse il vero protago--nista e lo sfondo fosse il più “sfocato” e liberonista e lo sfondo fosse il più “sfocato” e liberopossibile.possibile.

F4A: Come si costruisce uno scatto? E’ imporF4A: Come si costruisce uno scatto? E’ impor--tante saper cogliere l’attimo o costruirlo? Qualitante saper cogliere l’attimo o costruirlo? Qualie quante sono le fasi di una fotografia? e quante sono le fasi di una fotografia? La fotografia è caratterizzata da una diversifiLa fotografia è caratterizzata da una diversifi --cata serie di generi, dal ritratto al glamour,cata serie di generi, dal ritratto al glamour,dalla naturalistica alla macro, dal land al repordalla naturalistica alla macro, dal land al repor--tage. Questi generi sono talmente diversi tra ditage. Questi generi sono talmente diversi tra diloro da non poterne parlare in un'unica risposta.loro da non poterne parlare in un'unica risposta.Nella fotografia naturalistica lo scatto “parte”Nella fotografia naturalistica lo scatto “parte”dallo studio dell’animale: dove vive, come sidallo studio dell’animale: dove vive, come sinutre, come vola/si muove, come si riproduce enutre, come vola/si muove, come si riproduce e

dove nidifica. Fatto questo ci si apposta, mimedove nidifica. Fatto questo ci si apposta, mime--tizzati, nel luogo prescelto, stando attenti allotizzati, nel luogo prescelto, stando attenti allosfondo ed all’ambiente circostante, che non risfondo ed all’ambiente circostante, che non ri --sulti troppo invasivo. Fatto questo non resta chesulti troppo invasivo. Fatto questo non resta cheaspettare che l’animale si muova, cogliendo l’ataspettare che l’animale si muova, cogliendo l’at--timo propizio. Spesso capita che questo nontimo propizio. Spesso capita che questo nonsucceda e la giornata si trasforma in un nulla disucceda e la giornata si trasforma in un nulla difatto. fatto.

Nella fotografia naturalistica non vi è quasi nullaNella fotografia naturalistica non vi è quasi nulladi costruito, se non per il fatto che l’animale dadi costruito, se non per il fatto che l’animale dafotografare viene spesso attirato attraverso l’utifotografare viene spesso attirato attraverso l’uti --lizzo del cibo. E spesso tutto avviene così velolizzo del cibo. E spesso tutto avviene così velo--

cemente che il tempo per pensare allo scatto ècemente che il tempo per pensare allo scatto èveramente infinitesimale. E nonostante questoveramente infinitesimale. E nonostante questoti rendi conto immediatamente se lo scatto cheti rendi conto immediatamente se lo scatto chehai appena effettuato sarà di sicuro effetto ohai appena effettuato sarà di sicuro effetto omeno. Non conosco quale sia l’alchimia giustameno. Non conosco quale sia l’alchimia giusta

per considerare uno scatto memorabile o menoper considerare uno scatto memorabile o menoe forse è un algoritmo molto soggettivo. Pere forse è un algoritmo molto soggettivo. Perquanto mi riguarda è un perfetto insieme di tecquanto mi riguarda è un perfetto insieme di tec--nica e di “cuore”. Dove per cuore intento quellanica e di “cuore”. Dove per cuore intento quellaparte di emozione, di sentimento che fa si cheparte di emozione, di sentimento che fa si chel’immagine ti arrivi come un pugno nello stol’immagine ti arrivi come un pugno nello sto--maco e li vi rimanga per molto tempo. E quandomaco e li vi rimanga per molto tempo. E quandoquesto avviene rimango a guardare la fotografiaquesto avviene rimango a guardare la fotografiaper molto tempo lasciando che passi dagli occhiper molto tempo lasciando che passi dagli occhiper arrivare alla memoria indelebilmenteper arrivare alla memoria indelebilmente

F4A: Quanto è importante la scelta di attrezzaF4A: Quanto è importante la scelta di attrezza--ture “stellari” in una foto memorabile? Si puòture “stellari” in una foto memorabile? Si può

fare buona fotografia anche senza investire cafare buona fotografia anche senza investire ca--pitali in corpi macchina/obiettivi/ecc.?pitali in corpi macchina/obiettivi/ecc.?

Spesso si dice che l’attrezzatura non fa la foSpesso si dice che l’attrezzatura non fa la fo--tografia ma, come si dice in gergo, il manico.tografia ma, come si dice in gergo, il manico.Ed in parte posso essere d’accordo; ho vistoEd in parte posso essere d’accordo; ho vistodelle mostre con fotografie fatte solo con l’usodelle mostre con fotografie fatte solo con l’usodi cellulari e sono dei veri capolavori. Mi piacedi cellulari e sono dei veri capolavori. Mi piacesempre sottolineare che chi ha fatto la storiasempre sottolineare che chi ha fatto la storiadella fotografia utilizzava dei mezzi che, perdella fotografia utilizzava dei mezzi che, perquanto evoluti per l’epoca, sono al di sottoquanto evoluti per l’epoca, sono al di sottodegli standard attuali. In alcuni generi fotogradegli standard attuali. In alcuni generi fotogra--

fici l’attrezzatura risulta però essere fondafici l’attrezzatura risulta però essere fonda--mentale, a mio avviso. Se possiedi unamentale, a mio avviso. Se possiedi unamacchina professionale che ti permette dimacchina professionale che ti permette diavere una raffica molto veloce abbinata ad unavere una raffica molto veloce abbinata ad unobiettivo altamente prestante avrai molte piùobiettivo altamente prestante avrai molte piùprobabilità di catturare un martin pescatoreprobabilità di catturare un martin pescatorementre vola rispetto all’utilizzo di una entrymentre vola rispetto all’utilizzo di una entrylevel.level.

F4A: La tua dotazione “standard”?F4A: La tua dotazione “standard”?Attualmente fotografo utilizzando una CanonAttualmente fotografo utilizzando una CanonEos-1DX e come lente un Canon 300 f/2.8LEos-1DX e come lente un Canon 300 f/2.8Lusm, che credo sia una delle migliori lenti maiusm, che credo sia una delle migliori lenti maifatte da questo brand.fatte da questo brand.

F4A: Perché hai scelto Canon? F4A: Perché hai scelto Canon? Come ho detto sopra la mia dotazione è semCome ho detto sopra la mia dotazione è sem--pre stata Canon. E la scelta all’epoca fu detpre stata Canon. E la scelta all’epoca fu det--tata dalla cosa più banale che ci potessetata dalla cosa più banale che ci potesse

essere, da una pubblicità. Sinceramente ritengoessere, da una pubblicità. Sinceramente ritengoche ad alti livelli ci siano pochissime differenzeche ad alti livelli ci siano pochissime differenzefra i vari brand . Spesso sono solo motivi per infra i vari brand . Spesso sono solo motivi per in--finite discussioni fra amatori. finite discussioni fra amatori.

F4A: Fotoritocco si, fotoritocco no? Quando siF4A: Fotoritocco si, fotoritocco no? Quando sipuò/deve intervenire con il computer?può/deve intervenire con il computer?Prima di tutto io non lo chiamerei fotoritocco maPrima di tutto io non lo chiamerei fotoritocco mapost produzione. E a questa sono favorevolispost produzione. E a questa sono favorevolis --simo, perché enfatizza una fotografia. Sistemaresimo, perché enfatizza una fotografia. Sistemareluci, colori, ottimizzare la composizione sono inluci, colori, ottimizzare la composizione sono in--

dispensabili come una volta era la cameradispensabili come una volta era la cameraoscura. Il fotoritocco è una cosa completamenteoscura. Il fotoritocco è una cosa completamentediversa, che tende ad alterare la realtà di quellodiversa, che tende ad alterare la realtà di quelloche fotografi. Qui sta alla discrezione dell’autoreche fotografi. Qui sta alla discrezione dell’autoreil confine sulla liceità dell’operazione. Nella nail confine sulla liceità dell’operazione. Nella na--turalista dovrebbe esser usato pochissimo perturalista dovrebbe esser usato pochissimo perovvietà di cose. Ritengo che la linea di demarovvietà di cose. Ritengo che la linea di demar--cazione da non superare sia lo stravolgimentocazione da non superare sia lo stravolgimentocompleto della realtà.completo della realtà.

F4A: Cosa vuol dire essere fotografo nelF4A: Cosa vuol dire essere fotografo nel2013? Come è cambiato questo lavoro (o que2013? Come è cambiato questo lavoro (o que--sta arte) negli anni? sta arte) negli anni? Non so dire cosa significhi esser fotografo nelNon so dire cosa significhi esser fotografo nel2013, posso solo dire che cosa rappresenta per2013, posso solo dire che cosa rappresenta perme. Per me significa ancora utilizzare un mezzome. Per me significa ancora utilizzare un mezzodi comunicazione con cui trasmettere agli altri ildi comunicazione con cui trasmettere agli altri ilmio modo di vedere il mondo, l’ambiente che mimio modo di vedere il mondo, l’ambiente che micirconda. E’ fermare un attimo, ma un attimo ircirconda. E’ fermare un attimo, ma un attimo ir--

reale, perché è un tuo modo soggettivo di perreale, perché è un tuo modo soggettivo di per--cepire quella realtà. Quello stesso istante pocepire quella realtà. Quello stesso istante po--trebbe essere ripreso da decine di fotografi, matrebbe essere ripreso da decine di fotografi, maognuno lo rappresenterebbe in modo diverso.ognuno lo rappresenterebbe in modo diverso.Ma credo che questa filosofia stia cambiando,Ma credo che questa filosofia stia cambiando,ora tutti hanno una macchina fotografica od unora tutti hanno una macchina fotografica od uncellulare a portata di mano in ogni momento.cellulare a portata di mano in ogni momento.Le immagini sono ovunque, talmente veloci eLe immagini sono ovunque, talmente veloci enumerose che non si ha nemmeno un attimonumerose che non si ha nemmeno un attimoper fermarci a guardarle, a metabolizzarle. Ilper fermarci a guardarle, a metabolizzarle. Ilprofessionismo tende a scomparire soppiantatoprofessionismo tende a scomparire soppiantatodagli amatori che vanno a rovinare il mercatodagli amatori che vanno a rovinare il mercatopur di vedere pubblicata una fotografia e dallepur di vedere pubblicata una fotografia e dalle

agenzie che riempiono i giornali di foto scaagenzie che riempiono i giornali di foto sca--denti ma senza dover pagare alcun compenso.denti ma senza dover pagare alcun compenso.Ma l’arte, quella con A maiuscola, per fortunaMa l’arte, quella con A maiuscola, per fortunanon scomparirà, almeno credo o voglio crenon scomparirà, almeno credo o voglio cre--derlo. Ci sarà sempre posto per uno Sciacca,derlo. Ci sarà sempre posto per uno Sciacca,per un Capa e così via. per un Capa e così via.

F4A: Un consiglio per chi si avvicinasseF4A: Un consiglio per chi si avvicinasseoggi alla fotografia, come hobby o comeoggi alla fotografia, come hobby o comeprofessione.professione.L’unico consiglio che posso dare è sempre loL’unico consiglio che posso dare è sempre lostesso, quello di fotografare mettendo semprestesso, quello di fotografare mettendo sempreil “cuore” al primo posto. Come se questoil “cuore” al primo posto. Come se questofosse l’attrezzatura più importante da averefosse l’attrezzatura più importante da averesempre con sè. Questo ti porterà ad avere unasempre con sè. Questo ti porterà ad avere una

fotografia che sia solo tua, riconoscibile ovunfotografia che sia solo tua, riconoscibile ovun--que. Ed allora non importa se tu sei un profesque. Ed allora non importa se tu sei un profes--sionista o un amatore, perché comunquesionista o un amatore, perché comunqueregalerai emozioni a chi osserverà i tuoi lavori.regalerai emozioni a chi osserverà i tuoi lavori.

"un fotografo naturalista non deve sem"un fotografo naturalista non deve sem--plicemente scattare a raffica e avere unaplicemente scattare a raffica e avere unacomposizione tecnica perfetta, come facomposizione tecnica perfetta, come faun fotografo paesaggista... Un fotografoun fotografo paesaggista... Un fotografonaturalista impara a conoscere gli animalinaturalista impara a conoscere gli animalistando con loro ed è sempre attento adstando con loro ed è sempre attento adogni particolare!" ogni particolare!" (Stefano Ron(Stefano Ronchi)chi)

IILL FFOOTTOOGG��FFOOddeell MMOONNDDOO

MMAARRCCOO BBOOTTTTAANNII

Marco Bottani è un "grande fotografo... grande",se non avesse fatto il fotografo avrebbe potutoessere un grande giocatore di basket (infatti hagiocato a pallacanestro per molti anni). Ci piacescherzare per introdurre il nostro amico Marco,perché è un vero gigante (della fotografia e nonsolo di quella...).

I suoi scatti sembrano dipinti, sono quadri che ciparlano e raccontano la storia delle persone lì ri-tratte. Spesso sono storie di bambini, di donne odi uomini dei posti più poveri del mondo, dipintiindimenticabili del Benin o dell'India, della Mon-golia o della Namibia o anche di un Brasile "nonda turisti".

La naturalezza con cui Marco realizza foto tecni-camente e stilisticamente perfette è impressio-

.nante, ma l'elevatissimo valore artistico ed estetico dello scattoè per lui solo un "ponte per portare quelle storie fino a noi".

Usando le parole di Marco Bottani: "l’immagine è uno stru-mento e non l’obiettivo, il fine e la nostra principale attenzionedevono essere sempre le persone".A noi non resta che ringraziare, ammirare e riflettere.

F4A: Come nasce la tua passione per la fotografia?Il mio incontro con la fotografia è stato graduale e certamentefacilitato dalla grande passione di mio padre (fotografo dilet-tante da sempre).

F4A: Sei autodidatta? Hai frequentato corsi o scuole? Quantoè importante aver stu-diato? Si può supplirelo studio solo con lapratica?

Terminate le scuoledell’obbligo ho cercatoun indirizzo che po-tesse soddisfare la miacuriosità, una spiccatavena artistica e la pre-dilezione per il “fare”piuttosto che per lo“studiare”. Ho scelto uncorso professionale difotografia della Re-gione Lombardia gra-zie al quale ho appresoi rudimenti delle tecni-

che fotografiche. L’aver studiato mi ha dato degli strumenti per la pratica quotidiana professionaleanche se, in tutti questi anni, nessuno mi ha mai chiesto quale fosse la mia qualifica.Mi interesso da sempre anche di grafica, video e web pertanto non mi presento come un “fotografopuro”, piuttosto un “professionista della comunicazione” che ha le competenze trasversali necessarie per offrire un servizio completo.

F4A: L' "occhio" si può imparare o è innato?L' "occhio" si può allenare cercando sempre rinnovate prospettive di volgere lo sguardo al modo etraendo ispirazione da chi è capace di farlo anche se, di base, c’è una sensibilità innata ed istintivache ti porta a fare alcuni scatti piuttosto che altri.

F4A: Ti sei mai ispirato a uno o più fotografi illustri? Hai un modello di riferimento?Sono un fotografo che ama cogliere l’attimo pertanto i miei riferimenti sono i grandi reporter: Seba-stião Salgado, Elliot Erwit, Steve McCurry, Henri Cartier-Bresson Gianni Berengo Gardin, insomma“i soliti noti” gli unici in grado di attirare folle alle proprie mostre e vendere libri, lo dico con un filo dirammarico perché sembra che tolti loro agli altri (e ce ne sono moltissimi) non rimane altro che qual-che “MI PIACE” su facebook.

F4A: Un fotografo deve avere un propriostile? E se è così, cosa contraddistingue il tuostile di fotografia?Mi piace pensare che le mie foto raccontinouna storia e che attraverso l’immagine si rie-sca a cogliere il mondo che in quel momentosto incontrando. Sia per le foto di viaggi cheper i ritratti o i matrimoni uno scatto di valoreè uno scatto che traduce la complessità diquello che sta accadendo e non uno scattoperfetto nell’esecuzione.

F4A: Come si costruisce uno scatto memo-rabile?Per un professionista c'è di base una buona padronanza della propria attrezzatura, la preparazioneper poter vivere la situazione che andrà a fotografare in maniera intensa ma rispettosa. Il resto è pas-sione, pazienza e un pizzico di fortuna.

F4A: Quanto è importante la scelta di attrezzature "stellari" in una foto memorabile? Si può farebuona fotografia anche senza investire capitali in corpi macchina/obiettivi/ecc.?La tecnologia di oggi avvicina chiunque alla fotografia in modo facile e relativamente economico,non è necessario avere macchine da migliaia di euro per fare uno scatto valido. Un professionistaperò dovendo garantire un prodotto di grande qualità è obbligato a lavorare con attrezzature sofisti-cate che non si blocchino al primo gelo, che sopportino l’acqua e che permettano di “scattare” in si-curezza in ogni condizione.

F4A: Nikon? Canon? Altre marche? Perché questa scelta?Sono da sempre Nikonista, più che altro per tradizione famigliare. La mia attrezzatura cambia a se-conda della tipologia di lavoro; se sono “itinerante” prediligo la praticità e la maneggiabilità piuttostoche la super tecnologia e scelgo un obiettivo tuttofare che mi permette di muovermi in libertà.

F4A: Fotoritocco si, fotoritocco no? Quando si può/deve intervenire con il computer?Oggi i file RAW obbligano il fotografo a “sviluppare” le foto e ciò è possibile solo intervenendo con il

computer. Per il mio stile, il lavoro di post-produzione è sempre delicato, finalizzato ad un risultato ilpiù fedele possibile all’originale e utilizzato con sapienza e professionalità.

F4A: Uno scatto deve emozionare, tu ti emozioni durante lo scatto? Dopo, quando esamini il servi-zio?Emozione è un termine un po’ abusato nel settore: non credo che una buona foto debba per forzasempre emozionare, alcune volte deve essere didascalica, altre è semplicemente bella o anche solosimpatica. Poi ci sono le foto magiche, quelle che emozionano mentre le fai, mentre le rivedi oquando osservi l’impatto che hanno in chi le osserva.

F4A: Cosa vuol dire essere fotografo nel 2013? Come è cambiato questo lavoro (o questa arte) neglianni?Come in molti altri settori legati alla tecnologia, la professione del fotografo vive un momento digrande incertezza. Le possibilità nel mondo dell’immagine si sono evolute esponenzialmente e nonè ancora chiaro quale potrà essere il futuro del nostro lavoro.In un tempo invaso di immagini la nostra prospettiva professionale è una foto molto sfuocata.

F4A: Sei un "fotografo del mondo" e nei tuoi scatti racconti anche gli angoli più dimenticati e poveridel nostro pianeta, ci parli del Benin?

Collaboro da anni con il gruppo Aleimar, una associazione che si occupa di sostegno a distanza eprogetti di sviluppo. Ho fatto per loro reportage in India, Brasile e Benin, un piccolo stato africano cheho visitato per ben 5 volte, grazie ad alcuni scatti fatti in Benin ho vinto il Turin photo festival 2012.Il Benin è uno stato sconosciuto molto povero, qui Aleimar segue alcuni centri di accoglienza, fi-nanziando anche progetti di sviluppo.Ho realizzato diversi reportage in questo paese ed ho imparato a raccontare delle storie tenere e cru-deli, con sensibilità e rispetto per le persone e per i luoghi. I bambini africani amano farsi fotografaree rivedersi nello schermo del digitale invece gli adulti non hanno sempre piacere di vedersi ritratti.Fotografare in Benin mi ha insegnato che l’immagine è uno strumento e non l’obiettivo, il fine e la no-stra principale attenzione devono essere sempre le persone.

F4A: Hai mai pensato di dedicarti all'insegnamento?Data la crisi del settore molti colleghi hanno scelto di dedicarsi all’insegnamento ma personalmentecredo fermamente che insegnare fotografia sia un lavoro diverso rispetto a fare il fotograto e che ri-chieda competenze e capacità specifiche: oltre a conoscere la tecnica e la new tecnologia è fonda-mentale avere la capacità di tradurre in modo semplice ad altri il proprio sapere, di gestire ledinamiche d’aula ed i processi di apprendimento e, onestamente, non penso che sia un lavoro perchiunque.

F4A: Un consiglio per chi si avvicinasse oggi alla fotografia, come hobby o come professioneSembrerà folle ma i due consigli che mi sento di dare sono un po’ controtendenza rispetto allo scattofacile esito della tecnologia digitale: il primo è quello di avere pazienza e non sparare decine di scattia caso, il secondo è quello di usare le gambe, a volte basta avanzare di pochi metri o spostarsi dilato e le prospettive cambiano. Provate!!

MarcoBottaniLink al sito di Marco Bottani: http://www.marcobottani.it

VVEEDDIIAAMMOO AALLCCUUNNII PPUUNNTTII DDII FFOORRZZAA DDEELLLLEE NNOOSSTTRREE SSOOLLUUZZIIOONNIICompetitività economica e flessibilità grazie al potenziale creativo potenzialmente illimitatoVelocità nell'elaborazione e proposta delle ideeOriginalità delle proposte e capacità di gestire la comunicazione a 360°Autonomia nella creazione del messaggio pubblicitario (sia nella forma grafica che nei testi, lad-dove l'azienda non abbia capacità interne di elaborazione degli stessi)Management F4A con lunga esperienza aziendale, in ruoli commerciali/marketing/comunicazione

1) F4A per le Aziende

Organizazione eventi, spettacoli, fiere Comunicazione aziendale (interna/esterna)

Creazione/rinnovamento del logoCreazione brochure (istituzionali, di prodotto, pubblicitarie)

Realizzazione siti internetServizi fotografici

Filmati pubblicitari o istituzionaliCreazione di jingle, spot televisivi, videoclip, ecc.

Campagne pubblicitarie integrateRealizzazione corsi e videocorsi di formazione

Realizzazione di manuali di prodotto per gli utenti (video)Manuali/videomanuali per clienti e utenti

2) F4A per gli Esercizi Commerciali, Locali per spettacoli live/Teatri

Direzione ArtisticaAttività di PRServizio PrenotazioniCreazione materiale pubblicitario per promuovere gli eventiPromozione eventi via internet (portale F4A, Social Networks),stampa, radio/web radio, tv digitale terrestre, web tvSelezione della proposta artisticaRealizzazione di riprese video, dirette, ecc.Inserimento dell'esercizio commerciale in network nazionale perla realizzazione di eventi live tra loro collegati, concorsi, programmi TV, ecc.PubblicitàSiti internet

3) F4A per gli ArtistiCommunity virtuale per collaborazioni online finalizzate allarealizzazione di progetti multiartistici (prodotti e perfor-mance live)Inserimento dell'artista in team di creatività per propostaverso aziende (spot pubblicitari, dischi, video, fotografia,ecc.)Agenzia spettacoliAgenzia Management e P.R. per spettacoli liveUfficio Stampa e gestione della comunicazione/P.R.Casa EditriceProduzioni AudioProduzioni VideoDistribuzione prodotti via web, in abbinamento editoriale,ecc.Realizzazioni e gestione siti internet, pagina di social net-work dell'artista, ecc.Vetrina dei contributi artistici sul portalewww.friends4arts.com e su F4A Magazinedistribuzione e vendita dei prodottiPartecipazione a programmi televisivi, presentazioni deiprodotti artistici in varie location anche "non convenzionali"(Librerie, gallerie d'arte, villaggi turistici, ecc.)Consulenza artistica per il Lancio dell'Artista (look, reperto-rio, ecc.)Supporto legaleDeposito di brani (Gestione del diritto d'autore)Ricerca di sponsorizzazioni e partecipazioni per coprodu-zioni

5) F4A per gli Enti Pubblicie Turistici

(Comuni, Province, APT,Pro Loco)

Organizzazione Eventi di Piazzao FesteRassegne culturali, eventi a temaEditore di Guide delle Città e deipercorsi culturali, valorizzazionedel territorio (arte e percorsienogastronomici)

4) F4A per le TV/Radio

Produzione di programmi televisivi (musica, danza, pittura,fotografia, cucina, ecc.)Produzione di talent showProduzione di streaming audio e podcast

info e contattiwww.f4a.it

[email protected] 039-2622470

Elena Parisi nasce in una famiglia d'arte, es-sendo figlia di Paola e Marcello Parisi (il notofashion designer che ha disegnato tessutiper i più importanti stilisti dell'alta moda: PinoLancetti, Rocco Barocco, Mila Schön, Wal-ter Albini, solo per citarne alcuni). Proprio lacollaborazione nell'azienda di famiglia hapermesso ad Elena di maturare e affinare laricerca estetica e stilistica, insieme a una"personalità artistica poliedrica" che le hafatto esplorare vari settori artistici, lavorandocome illlustratrice, fotografa, aiuto sceno-grafa, grafica multimediale, art director, fi-nanche attrezzista di scena per il cinema e ilteatro.

ELENA PARISI

EEMMOOZZIIOONNII sseennzzaa TTEEMMPPOO

Il suo background di creatività emerge in modo evidentenei suoi scatti, in cui la fotografia "non è copia esatta delreale, ma sua interpretazione."

Citando Cristina Guerra nella sua recensione della mo-stra "steelove": " L’approfondita conoscenza della gra-fica digitale e del 3D le permettono di maturare uno stileoriginale e unico nella creazione d’immagini, tecnica ap-plicata soprattutto alla fotografia. Gli elaborati finali ven-gono stampati su metallo, specchio e tela, tutti materialiscelti in base alla loro particolare capacità di accen-tuarne le finalità poetico-epressive."I ripetuti viaggi in oriente hanno poi influito ulteriormentenell'opera di Elena, che rivolge la sua attenzione anchea una ricerca profonda di contenuti e messaggi, ben oltrela mera apparenza.

F4A: Come nasce la tua passione per la fotografia?Da bambina vedevo fotografare mio padre con una rol-leiflex ed ero affascinata dagli scatti che faceva , foto inbianco e nero molto intense che sembravano scolpitenella pietra.

F4A: Sei autodidatta? Hai frequentato corsi o scuole?Quanto è importante aver studiato? Si può supplire lostudio solo con la pratica?Sono autodidatta ho conseguito studi di formazione ar-tistica e frequentato un corso sulle tecniche fotografiche.

EMOZIONI senza TEMPO

tecnica

F4A: L' "occhio" si può imparare o è innato?Direi che l’occhio è innato.

F4A: Ti sei mai ispirata a uno o più fotografi illustri? Hai un modello di riferimento?Non mi sono mai ispirata a nessuno sinceramente ma c’è un fotografo Steve McCurry che mi piace particolarmente peri suoi scatti soprattutto per lo stile di vita, per i suoi reportage.

F4A: Un fotografo deve avere un proprio stile? E se è così, cosa contraddistingue il tuo stile di fotografia? Come lo haisviluppato nel tempo?Indubbiamente un fotografo dovrebbe avere un suo stile... nel mio caso lo stile è rappresentato attraverso "inquadraturemolto particolari" e l’intento è quello di catturare per un istante quelle parti nascoste e troppo spesso inascoltate che giac-ciono nell’animo di ogni individuo o della natura circostante.Come la fotografia non è copia esatta del reale, ma una sua interpretazione, così interpreto a livello psichico i miei sog-getti esasperando il sentimento che li abita al momento dello scatto.Ho sviluppato questo stile semplicemente cercando di osservare in modo profondo l’anima… Per anni sono stata attrattadalle persone, dagli occhi, da cio’ che si nascondeva dentro ogni sguardo… Alcune sezioni del mio sito ne sono una te-stimonianza (ad es. la mostra “Attraverso”), o la mostra “Steelove” dove ho invece raccontato attraverso le immagini edun video la storia di una vita passata…Ultimamente sono attratta invece da cio’ che si cela di inascoltato ma vibrante nella natura (in alcune immagini qui alle-gate potrete notare un modo singolare di interpretarla...).

F4A: Come si costruisce uno scatto? E’ impor-tante saper cogliere l’attimo o costruirlo? Qualie quante sono le fasi di una fotografia?

Uno scatto si costruisce in modo differente inbase a cosa si deve fotografare e a qual’è la fi-nalità dello scatto. Se si deve fare un reportagegli scatti sono piu’ istintivi e dalla continua os-servazione degli avvenimenti e luoghi che si in-contrano si cerca di cogliere gli istanti piùsignificativi e simbolici. Per dei ritratti bisognain uno scatto cercare di prendere il carattere iltemperamento e i sentimenti che abitano il sog-getto. Per un servizio di moda effettuato in stu-dio è invece necessario un lavoro molto piu’accurato di creazione dell’immagine prima delloscatto con le luci il trucco e gli abiti.

F4A: Come si costruisce uno scatto memora-bile?Ci si rende conto mentre si scatta di essere riu-sciti a catturare un’immagine unica e irripetibilecapace di rendere immortale quel momento.

F4A: Quali sono le chiavi del successo di unafoto?Che provochi un emozione che muova un sen-timento.

F4A: Quanto è importante la scelta di attrezza-ture “stellari” in una foto memorabile? Si puòfare buona fotografia anche senza investire ca-pitali in corpi macchina/obiettivi/ecc.?Direi che non è tanto importante l’attrezzaturama chi la utilizza e cosa riesce a inquadraredella realtà. Indubiamente alcune macchineche hanno uno scatto piu’ veloce una risolu-zione dell’immagine di qualità aiutano ad otte-nere dei risultati professionali però.

F4A: Nikon? Canon? Altre marche?Uso da anni reflex Canon con la quale mi trovo molto bene per una familiarità tecnica. Da poco sto usando una Olym-

tecnica

pus omd una piccola macchina che ha degli obbiettivi in-tercambiali di grande qualità e luminosità vi consiglio diprovarla….

F4A: La tua dotazione “standard”?Solitamente uso una reflex con 3 obbiettivi fissi un gran-dangolo, un obbiettivo per ritratti e un tele che interscam-bio in base all’esigenza.

F4A: Fotoritocco si, fotoritocco no? Quando si può/deveintervenire con il computer?

Alcune volte il foto ritocco non è necessario ma la mag-gior parte delle volte serve, ci sono però delle esigenzeprofessionali di post produzione che lo richiedono quandoservono delle atmosfere particolari che nella realtà è im-possibile o troppo oneroso da ottenere.

F4A: Uno scatto deve emozionare, tu ti emozioni durantelo scatto? Dopo, quando esamini il servizio?Uno scatto deve assolutamente emozionare, io mi emo-ziono spesso mentre fotografo. Alcune volte l’emozione ècosì forte davanti a qualche soggetto o situazione ma to-gliermi il fiato. Perdendosi le coordinate cromatiche ap-partenenti alla vista quotidiana si aprono porte inesploratesu fantastici mondi esoterici dove vengono concessi libertàed abbandono.

F4A: Cosa vuol dire essere fotografo nel 2013?Si ha la possibilità di poter fare da testimoni di uno dei mo-menti storici e lasciare una testimonianza di come vedi tuil mondo. Ognuno ha una visione differente delle coseanche se la realtà è una ognuno attraverso l’obbiettivo hala possibiltà di creare un mondo unico e differente.

tecnica

F4A: Cosa vorresti ancora fare che non hai mai fatto?Ho fatto parecchi reportage in giro per il mondo ma ci sono ancora molti luoghi che vorrei raccontare nelle mie immaginiche non ho ancora visto….

F4A: Un consiglio per chi si avvicinasse oggi alla fotografia, come hobby o come professioneIl consiglio è quello di lasciarsi trasportare dalla possibilità di creare una propria visione unica e irripetibile della realtàfondendosi con l’obbiettivo che scattando ci da’ la possibilità di fare una selezione ogni volta di cio’ che ci circonda. Nes-suno ti insegna veramente cosa inquadrare …cio’ che scegli di fermare nelle immagini e cio’ che vedi e quello che seitu….."Sono legata particolarmente a queste perché raccontano attraverso immagini separate l’intensità del personaggio ma-schile della mia storia e la sua nascita dalla terra" (Elena Parisi).

"Steelove è la metafora della lotta che ogni essere umano è chiamato a intraprendere per conquistare il diritto di amare.Protagonisti sono un uomo e una donna, entrambi guerrieri, nati rispettivamente dalla terra e dall’acqua. Il passaggio at-traverso i quattro elementi terra, acqua, aria e fuoco li porterà verso un graduale processo di consapevolezza di sé. Im-pareranno cos’è il dolore e la battaglia, indosseranno un’armatura per riuscire ad affrontare i conflitti e le ostilità della vita.Elena Parisi, autrice e regista, interpreta anche le vesti di attrice simboleggiando il Daimon, spirito guida che dirige dal-l’interno le sorti della vicenda. Da abile sciamana mischia gli ingredienti alchemici messi in gioco dai protagonisti. Attra-verso rituali ricchi di pathos e simbologie ancestrali riusciranno a realizzare il loro sogno: essere liberi grazie all’amore."(Cristina Guerra)

Alcune immagini da un reportage durante un trekking sull’ Himalaya fatto anni fa’ in Laddak ai confini con il Tibet, terradi grande mistero e spiritualità.Momenti di riflessione e di ascolto interiore rappresentati con le immagini…

tecnica

per approfondimenti su Elena Parisi, le sue opere e le mostre: http://www.elenaparisi.com

Abbiamo incontrato Angela Bartolo, una delle più grandi "Fotografe Italianedel Jazz", in occasione della sua personale "Immagini di Note" di cui ab-biamo già parlato su Friends 4 Arts

Fotografa, giornalista, ma soprattutto grande amante della musica in tutte lesue espressioni e del Jazz in particolare, tanto da essere diventata pratica-mente un riferimento per alcuni grandi jazzisti italiani, che... si fanno fotogra-fare solo da lei!

Amica dei musicisti ma sempre in guerra con i tecnici delle luci nei locali delJazz, per via delle condizioni proibitive di illuminazione e colori sul palco aifini della buona resa delle foto.

F4A: Come nasce la tua passione per la fotografia?In realtà la passione c'è sempre stata, solo che le vicissitudini della vita a volte rallentano i sogni, ma arrivasempre il momento in cui vuoi cercare dicapire almeno se puoi farcela, perchè lapassione è una cosa fondamentale ma dasola non basta.

F4A: Sei autodidatta? Hai frequentatocorsi o scuole? Quanto è importante averstudiato? Si può supplire lo studio solocon la pratica?Ho frequentato la scuola professionale,AFOL (Agenzia Formazione Lavoro) SudMilano dal 2003 al 2009, sotto l'attentaguida di Fabrizio Pavesi, Docente e Foto-reporter di grande esperienza e professio-nalità, gli devo decisamente molto. Con luiho studiato fotoreportage di viaggio, conalcuni professionisti provenienti dai suoicorsi ho fatto pratica di fotoreportage di

ANGELA BARTOLO

..immagini di note..

matrimonio, e poi in un momento particolare della mia vita ho voluto cimentarmi nei fotoreportage di mu-sica, cominciando dal Jazz che è il genere che amo di più. Mi sono resa conto subito che questo coniugavadue grandi passioni potenziando attraverso l'emozione ogni scatto.I risultati sono visibili nelle immagini.Non escludo di sperimentare altro, per esempio i ritratti posati, alcuni musicisti li chiedono a volte, oppuremi vorrei sviluppare la mia personale visione del nudo.

Mi piacerebbe pubblicare un libro per cominciare con le foto di musica ma poi, ho nel cassetto un paio diprogetti, per esempio un libro fotografico con itinerari in Sicilia tanto per tornare alle origini dei miei studi,oppure un progetto a favore delle donne che hanno subito violenza.

F4A: L' "occhio" si può imparare o è innato?Penso che ogni fotografo vero abbia dentro di se un "occhio" personale, intimo, qualcosa che nessuno puòdargli, ma nemmeno togliergli.

F4A: Ti sei mai ispirata a uno o più fotografi illustri? Hai un modello di riferimento?Hanri Cartier Bresson è stato e sarà di grande ispirazione e insegnamento per infinite generazioni di foto-grafi o aspiranti tali, lo usavamo spesso a scuola come spunto didattico.Poi direi Tiziano Terzani, fotografo quasi per caso ma non per questo meno grande.Terzani, giornalista per scelta ha incontrato "casulmente" la sua Laica in oriente mentre da inviato di un

giornale passava attraverso un dei numerosi conflitti di cui doveva rendere una cronaca obbiettiva e detta-gliata, in questo modo scoprì la potenza dell'immagine, la forza comunicativa dello scatto. "Per un vero fo-tografo una storia non è un indirizzo a cui recarsi con delle macchine sofisticate e i filtri giusti. Una storiavuol dire leggere, studiare, prepararsi. Fotografare vuol dire cercare nelle cose quel che uno ha capito conla testa. La grande foto è l'immagine di un'idea. Bisogna capire cosa c'è dietro i fatti per poterli rappresen-tare. La fotografia - clic! – quella la sanno fare tutti." (Tiziano Terzani)

F4A: Un fotografo deve avere un proprio stile? E se è così, cosa contraddistingue il tuo stile di fotografia?Come lo hai sviluppato nel tempo?Sì oggi più che mai è necessario avere stile e personalità, specialmente in questo lavoro, con l'avvento del

digitale è nata una categoria di presunti fotografiche pensano avendo un'attrezzatura sofisticata diessere diventati automaticamente professionisti, ilmercato è invaso da tonnellate di spazzatura foto-grafica che spesso viene offerta gratuitamente equesto rende indispensabile, la qualità assoluta, ilcolpo d'occhio professionale.

Ho sviluppato il mio stile attraverso la ricerca di unacorretta comunicazione dell'emozione attraversol'immagine, nelle mie immagini di musica è evi-dente, nella personale "immagini di note" infatti,rendo protagonisti non i musicisti né i loro strumenti,ma la loro intensa espressione emozionale.

F4A: Come si costruisce uno scatto? E' importantesaper cogliere l'attimo o costruirlo? Quali e quantesono le fasi di una fotografia?Tecnicamente la sequenza è, inquadratura, misura-zione della luce, messa a fuoco, misurazione dellaprofondità di campo, scatto.

Non sempre è possibile costruire lo scatto, se staiscattando su un live, che sia Jazz o Rock o altro, lascena è in continua e rapidissima evoluzione, alloraper costruire lo scatto devi cogliere l'attimo, devi es-sere in grado di modificare le regolazioni della mac-china con una rapidità incredibile, perchèovviamente, la macchina è sempre ad impostazionetotalmente manuale.

F4A: Come si costruisce uno scatto memorabile?

Preparazione tecnica, sensibilità, concentrazione eun pizzico di fortuna.

F4A: Quali sono le chiavi del successo di una foto?

L'immagine è un mezzo di comunicazione imme-diato, se riesce ad esprimere correttamente ciò cheil fotografo voleva comunicare a chiunque la os-servi, è un'immagine d'impatto e probabilmente disuccesso, ci sono esempi storici in ogni genere difotografia.

F4A: Quanto è importante la scelta di attrezzature"stellari" in una foto memorabile? Si può fare buonafotografia anche senza investire capitali in corpimacchina/obiettivi/ecc.?

"Fotografare è riconoscere nello stesso istante e inuna frazione di secondo un evento e il rigoroso as-setto delle forme percepite con lo sguardo cheesprimono e significano tale evento. È porre sullastessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. Èun modo di vivere." (Henri Cartier Bresson)

In tutto questo l'attrezzatura non è la cosa più im-portante.

F4A: La tua dotazione "standard"?

Vuoi davvero l'elenco? Io sconsiglio sempre,quando mi si interpella, l'acquisto di obbiettivi o telea scarsa luminosità, sono limitativi, certo un 70/200F4 pesa la metà di un 70/200 F 2.8 ma la qualitàdell'immagine vale bene il sacrificio del peso.

Io uso prevalentemente una Canon 5D mark II e di-versi tele secondo il tipo di immagine che intendoottenere.

F4A: Nikon? Canon? Altre marche?

Nikon e Canon si rincorrono da anni in un giococommerciale piuttosto ben equilibrato, i loro corpimacchina sono a livelli di qualità eccellenti. La veradifferenza sta negli obbiettivi, Canon ha un sistemalenti migliore, il risultato è una maggiore luminositàe questo è fondamentale.

F4A: Fotoritocco si, fotoritocco no? Quando sipuò/deve intervenire con il computer?

Dipende da cosa intendi per fotoritocco, io non ela-boro mai gli scatti, se lo scatto è corretto lo salvo al-trimenti lo cancello, alcuni "fotografi" di nuovissimagenerazione di fronte a questa affermazione riman-gono increduli, io però insisto, non ritocco non usofiltri... tranne in rare eccezioni e mai per alterare loscatto in modo profondo.

F4A: Uno scatto deve emozionare, tu ti emozionidurante lo scatto? Dopo, quando esamini il servizio?

Secondo me sì, uno scatto deve emozionare e sì avolte capita che io stessa percepisca l'emozione in-tensamente, ma come abbiamo già detto, se scattisecondo il procedimento di Cartier Bresson, l'imma-gine passa dagli occhi alla mente al cuore e solodopo arriva la macchina fotografica, dunque emo-zionarsi è inevitabile.

Il servizio lo rivedo al massimo entro dodici ore dalloscatto, a volte è necessario farlo subito, dipendedalla situazione.

F4A: Cosa vuol dire essere fotografo nel 2013?Come è cambiato questo lavoro (o questa arte)negli anni?

Fare il fotografo oggi è complicato, troppo spesso siperde di vista l'etica che dovrebbe essere la nostrapelle, persone che si offrono gratuitamente per la-vori che non sempre sono in grado di fare corretta-mente senza alcuno scrupolo. All'inizio pensavo chefosse perchè sono una donna, perchè non ho maiaccettato compromessi a costo di sentirmi daredella stupida, in realtà è il malcostume generale chedilaga. Fortunatamente ci sono ancora professionistiseri, che usano la qualità del lavoro come bigliettoda visita e offrono un confronto serio e costruttivo,ma anche musicisti e direttori artistici seri che prefe-

riscono la qualità e la serietà, sono persuasa delfatto che ci sarà presto un sano ritorno alla ricercadi questi valori.

F4A: Un consiglio per chi si avvicinasse oggi alla fo-tografia, come hobby o come professione

Consiglio sempre di studiare un po', di fare un corsoo due anche di primo livello, non è una banalitàanche se si tratta di un hobby quando lo scatto dicequello che vuoi raccontare c'è un altro tipo di soddi-sfazione e la soddisfazione personale è lo scopo fi-nale dell'hobby.

Se si parte con l'idea del professionismo lo studio èd'obbligo e non basta, ci vuole passione e sacrificio,è un lavoro duro e impegnativo, anche se non losvolgi in zona di guerra. In quest'ultimo caso serveanche un pizzico di follia, il fotografi di guerra, cheammiro moltissimo e ai quali sono davvero grata peril loro lavoro, smettono spesso di sorridere, a volte,malgrado la loro permanenza in zone "calde" nonsuperi mai i quindici giorni, non riescono a scrostarsidi dosso il dolore che sono costretti a respirare lavo-rando.

Bisogna studiare dunque, e impegnarsi e lavorareduramente per crearsi uno spazio in questo difficilemondo, non esistono scorciatoie possibili, le scor-ciatoie finiscono sempre nel nulla.

Dopo l'intervista, quando ormai pensava di esser-sela cavata... di fronte ai 35 scatti della mostra Im-magini di Note, abbiamo fatto la domanda"politicamente scorretta"...

F4A: Angela, scegli 3 scatti e raccontaci 3 storie le-gate ad essiNooooo... come faccio? per me sono tutti "piezz 'ecore". OK, sceglierò sulla base dei ricordi legati agliscatti.

Ho conosciuto Renato Sellani una sera al BlueNote, era l'ospite d'onore in una sera dedicata allacanzone d'autore, mi dice che qualche giorno doposuonerà alla Salumeria della Musica invitandomi adandare a fotografarlo, ed io accetto di buon grado. Ilgiorno prima del concerto il suo buon amico Ga-briele Romagnuolo mi chiama spiegandomi che per

ragioni personali non è in grado di accompagnare Renato, che non guida l'auto, come fa abitualmente. Ga-briele mi chiede la cortesia di accompagnare Renato Sellani al sound check assicurandomi che la cosa nonavrebbe creato alcun problema al Maestro. Accetto e mi ritrovo in auto con questo grandissimo uomo che,letto il mio disagio prende a raccontare aneddoti della sua carriera musicale;“...quando suonavo con Romano Mussolini, il figlio del Duce..” Racconta Renato “...il jazz era proibito allorae lui, che era un bravissimo musicista, ogni volta che noi partivamo per l'estero ci chiedeva di portargli deidischi degli artisti americani, così si faceva contrabbando di musica..”durante il percorso da viale Monza a via Pasinetti, Renato mi ha raccontato diversi episodi, della sua vita,con precisi riferimenti storici, e una dovizia di particolari che i libri non hanno di sicuro. All'arrivo, entrandoalla Salumeria della Musica si ferma un attimo e mi dice:“...non è sconveniente se ci diamo del tu vero?”Un meraviglioso uomo, un musicista intenso e straordinario.

Betty Gilmore ha cantato ad Ah Um Jazz Festival 2012(http://www.ahumjazzfestival.com), una donna incredibil-mente forte, canta in acustico, senza amplificazioni,spesso accompagnata da banjo e fisarmonica, è scam-pata all'uragano Catrina che ha distrutto New Orleans,ha preso ogni cosa in quella catastrofe , lo racconta in unpezzo, che canta con un'intensità così forte, da ricreareatmosfere e sonorità che sembravano perdute e arrivaredritta al cuore di chi vuole ascoltare.

Franco Cerri ho avuto il piacere di fotografarlo ormai di-verse volte, ma il primo incontro è stato senza dubbio ilpiù importante, in occasione dell'ottantacinquesimo com-pleanno di Dario Fò, al Palazzo Reale di Milano.Il premio Nobel aveva allestito una grande mostra, tra iburattini di Franca Rame e le sue tele ha voluto incon-trare i cari amici con cui ha percorso un importante trattodi strada, così Dario Fò riunisce in un attimo FrancoCerri, Enrico Intra, Adriano Celentano ed Enzo Jannacci

e mostra loro un grande quadro in cui sono ri-tratti tutti assieme nell'atto di suonare jazz. Si famusica con i grandi accanto ai giovani dellaScuola Civica di Jazz. Un'indimenticabile matti-nata, al termine della quale incrocio Franco Cerriche esce dopo i saluti, lo fermo e dico “mi per-metta di stringerle la mano e di ringraziarla Mae-stro...” lui si ferma, tenendomi strette le manirosso in viso e con gli occhi al limite delle la-crime, mi risponde:“....che emozione...che emozione...erano qua-rant'anni che non ci incontravamo più tutti as-sieme....”Momenti intensi, frammenti di vita nascosti dietroun'immagine. M un'immagine riesce a catturaresolo in parte la grande emozione che questi in-credibili musicisti mi regalano ad ogni incontro,ogni volta, quando la serata ha termine, assieme al bagaglio di scatti, porto via con me un piccolo tesoro diracconti, vita, emozioni che mi fa sentire un po' più ricca.

Angela BartoloTantissime altre foto (emozioni comprese) su: http://www.angelabartolo.it

F4A intervista Alessandro Calori, un grande appassionatodi fotografia che grazie alla sua dedizione, preparazione edesperienza, non possiamo definire un "dilettante", ma a tuttigli effetti un "semiprofessionista". Alessandro si è specia-lizzato nelle foto a modelle in studio, nei ritratti e nel nudo,ma come ci racconterà, ultimamente ha iniziato a esplorarealtri generi di fotografia, quali ad esempio i concerti di mu-sica pop o jazz.

F4A: Come nasce la tua passione per la fotografia?E’ nata a vent’anni, acquistata la mia prima reflex ho co-minciato a scattare soprattutto paesaggi e cogliere situa-zioni sulla strada. Conservo ancora migliaia di diapositiveriprese in giro per l’Europa. Ancora oggi la street photo-graphy è uno dei generi che più mi appassionano.

F4A: Sei autodidatta? Hai frequentato corsi o scuole?Quanto è importante aver studiato? Si può supplire lo stu-dio solo con la pratica?Sostanzialmente sono autodidatta, anche se qualche corsol’ho frequentato e ho anche partecipato a diversi workshopche mi hanno aiutato soprattutto nel gestire le riprese instudio. La tecnica, e quindi lo studio, sono sicuramente im-portanti, anche se la pratica e la sperimentazione sulcampo sono state per me la vera scuola.

F4A: L’ “occhio” si può imparare o è innato?L’”occhio” si può certamente allenare, affinare. E qualcheinformazione tecnica aiuta e tutti possono realizzare un

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ALESSANDRO CALORI

buono scatto, con un po’ di attenzione. Ma in de-finitiva penso che di base ci sia una predisposi-zione a vedere ciò che ci circonda come fosseinquadrato nel mirino della nostra fotocamera. Loscatto è costruito già nella nostra mente prima difare “clic”.

F4A: Ti sei mai ispirato a uno o più fotografi illu-stri? Hai un modello di riferimento?Un modello di riferimento direi di no, anche se ap-prezzo, e imparo molto, dagli scatti di grandi foto-grafi. Potrei fare decine di nomi, ma su tutti miaffascinano le fotografie di Luigi Ghirri, per la no-vità che ha portato nella fotografia ritraendo sog-getti semplici, oggetti del quotidiano, per ipaesaggi nebbiosi della sua pianura, che è anchela mia. Altra fotografa che mi piace molto è Bet-tina Rheims per la sua ricerca, spesso anche irri-verente, sul corpo femminile.

F4A: Un fotografo deve avere un proprio stile? Ese è così, cosa contraddistingue il tuo stile di foto-grafia? Come lo hai sviluppato nel tempo?Mah, è difficile definire uno stile. A me piace so-prattutto spaziare tra vari generi e tendo a foto-grafare un po’ di tutto e a seconda dei periodiprediligo fare alcune cose piuttosto che altre. Perme la fotografia è una passione per cui faccio unpo’ quello che mi va: per esempio ultimamente hoscoperto la fotografia musicale live. E fotografareai concerti mi permette di abbinare due grandipassioni: la fotografia e la musica!

F4A: Come si costruisce uno scatto? E’ importantesaper cogliere l’attimo o costruirlo? Quali e quantesono le fasi di una fotografia?Bisogna distinguere il tipo di fotografia: in alcune

Certamente si possono fare ottime foto anchecon un’attrezzatura amatoriale. Ovviamente di-pende da cosa devi fare: se vuoi delle stampeformato gigantografia dovrai avere una defini-zione che ti permetta di avere ingrandimenti im-portanti, ma generalmente basta poco per averebuoni risultati.

F4A: La tua dotazione “standard”?Pochissima roba: una Canon 550D (come vediniente di super-professionale), uno zoom 24-105mm per il ritratto, un altro 70-200 mm e un pic-colo zoom 18-55 mm.

F4A: Nikon? Canon? Altre marche?Canon. Ma è solo questione di gusto personale,anche Nikon è ottima e con buoni risultati.

F4A: Fotoritocco si, fotoritocco no? Quando sipuò/deve intervenire con il computer?Anche qui dipende, se devi fare una foto di modail fotoritocco è essenziale, diciamo anche il 60-70% dello scatto. In altre situazioni può esseremeno determinante, anche se un uso moderatoè sempre utile. In alcune altre, per esempio nelfotogiornalismo, che conta è cogliere l’attimo,non la qualità della foto in se stessa.

F4A: Uno scatto deve emozionare, tu ti emozionidurante lo scatto? Dopo, quando esamini il ser-vizio?Certo, quando trovi l’idea giusta scattare è dav-

situazioni è determinante cogliere l’attimo, unbuon fotoreporter deve avere il fiuto per esserenel posto giusto nel momento giusto; se inveceparliamo per esempio di foto di moda lo scatto vapensato e costruito a priori, anche se poi è im-portante cogliere l’espressione giusta. Devi la-sciar muovere la modella dandole delleindicazioni, ma senza trattarla come un mani-chino da mettere in posa. Ed è importante par-lare: la maggior parte dei fotografi tende a starein silenzio e questo si vede poi nel risultato finale,si deve instaurare un rapporto di reciproca fiduciatra il fotografo e la modella, sia che si tratti di fotobeauty, fashion, glamour o nudo artistico.

F4A: Come si costruisce uno scatto memorabile?Oh mamma, che domandona! Posso solo dirtiche ancora sto cercando la risposta! Dovreiprima realizzarne uno!

F4A: Quali sono le chiavi del successo di unafoto?E’ determinante l’idea. Avere qualcosa da dire,raccontare qualcosa. Una foto può essere bella,magari tecnicamente perfetta, ma se dietro nonc’è un percorso che si vuole suggerire rimanefine a se stessa.

F4A: Quanto è importante la scelta di attrezza-ture “stellari” in una foto memorabile? Si può farebuona fotografia anche senza investire capitali incorpi macchina/obiettivi/ecc.?

vero un piacere, non smetteresti mai. E anchenell’esaminare un servizio è sempre un’emo-zione ritrovare nelle immagini quello che voleviesprimere.

F4A: Cosa vuol dire essere fotografo nel 2013?Come è cambiato questo lavoro (o questa arte)negli anni?Certamente l’avvento del digitale ha cambiato ra-dicalmente la professione. Una volta il fotografocomune viveva anche di vendita di pellicole, svi-luppo e stampa, oltre che di servizi matrimoniali,cerimonie, ecc., mentre per il fotoamatorec’erano sicuramente più difficoltà in queste atti-vità. Inoltre il costo di ogni singolo scatto obbli-gava a limitarne il numero. Oggi invece con ildigitale c’è la possibilità di effettuare migliaia discatti e basta un ragazzo un po’ sveglio nell’usodi strumenti elettronici per riuscire ad “indovinare”un certo numero di immagini, per puro calcolostatistico. Per cui questo tipo di mercato si è sem-pre più ristretto. Diverso è il discorso per lestampe di qualità, per gli scatti “professionali” uti-lizzando set e modelle professioniste. Qui evi-dentemente la differenza si vede.

F4A: Un consiglio per chi si avvicinasse oggi allafotografia, come hobby o come professionePrivilegiare sempre la creatività, misurarsi sem-pre con nuove sfide e non fossilizzarsi da subitocon la rincorsa dietro ad attrezzature di alto livello:come ho già detto l’occhio e l’idea sono i fattorideterminanti per la riuscita di ogni progetto. La fo-tocamera professionale può attendere! Ed è im-portante divertirsi, perchè la professione saràsempre più dura se non si sarà fotografi con la Fmaiuscola!Altri scatti di Alessandro Calori:http://www.fotocommunity.it/fotografo/alessandro-calori/1736606

DEMIS CRUDELI....ii lluuoogghhii ddeellllaa ssuuaa ffoottooggrraaffiiaa

Abbiamo incontrato Demis Crudeli, un giovane e promettente fotografo professionista, in occasionedella sua personale "luoghi" Oltre a rispondere alle nostre domande, Demis ha simpaticamente com-mentato ogni foto presentata in questa intervista, rievocando le sue emozioni al momento dello scattoo altre informazioni più tecniche legate alla foto.

F4A: Come nasce la tua passione per la fotografia?La mia passione per la fotografia nasce per caso e molto tardi. All’età di 28 anni, mi è capitato tra lemani un libro di fotografia di Bryan Peterson (che possedeva un mio caro amico che studiava per di-ventare cameraman). Ho iniziato a guardare le immagini illustrate, le inquadrature, i colori, ma so-prattutto quello che mi trasmetteva in quel momento preciso la Fotografia. Un’istante che vieneimmortalato per sempre, mi ha affascinato e mi sono avventurato in questa nuova passione, quasi

per gioco.

Ritratto (Eve La Plume, una delle principali ballerine di burlesque in Italia): qui ho scelto un set moltosemplice con sfondo bianco per concetrare la delicatezza e la bellezza del soggetto, ed in un setpiu’ costruito e studiato per dare risalto agli abiti con una versione un po’ piu’ teatrale della scena

DEMIS CRUDELI..i luoghi della sua fotografia

Beauty: uno scatto con la giusta luce e i colori contrastati permette di far risaltare molto il viso dellamodella (per il beauty è ideale)

Ho iniziato con una vecchia macchina fotografica reflex a pellicola, e come per qualsiasi persona chenon la sa assolutamente usare, su 36 fotogrammi di un rullino, quando andava bene ne salvavouno…

Poi da autodidatta ho iniziato ad imparare un po’ la tecnica fotografica e ho deciso di fare un masterdi Reportage alla John Kaverdash di Milano, dove a fine corso non sapevo lo stesso fotografare, mami ha aperto gli occhi su molti orizzonti ed ho conosciuto e studiato fotografi di alto livello che vera-mente hanno cambiato il modo di VEDERE le cose. Cosa importante per me è stata iniziare a lavo-rare come assistente fotografo. Ho iniziato nel 2006 e se capita lo faccio ancora oggi.Dal mio punto di vista non si smette mai di imparare dagli altri fotografi…non bisogna mai sentirsi ar-rivati.Forse io sono anche troppo incerto delle mie foto, non mi soddisfano mai. Sono felice di essere cosi,almeno cerco di migliorarmi giorno dopo giorno.Quando ero giovane e facevo il carrozziere nel mio piccolo paese di nascita (Tolentino, nelle Mar-che) il mio datore di lavoro mi diceva sempre: “il mestiere si ruba con gli occhi…” Quindi….. qualemiglior modo per imparare a fare il fotografo;)??… ah ah ah ah

F4A: Ti sei mai ispirato a uno o più fotografi illustri? Hai un modello di riferimento? Fotografi come Bresson, Capa, Erwitt o italiani come Berengo Gardin, Scianna ecc… hanno dato adun’istante, ad un fotogramma, una storia da raccontare ognuno con il suo stile, con il suo modo divedere. Mi piace molto una frase di Henri Cartier Bresson: “E’un’illusione che le foto si facciano conla macchina…si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa.”

F4A: Un fotografo deve avere un proprio stile? E se è così, cosa contraddistingue il tuo stile di foto-grafia? Come lo hai svilppato nel tempo?Io sinceramente non credo di avere uno stile che mi contraddistingue. Mi piace fotografare e cercodi mettere me stesso in tutto ciò che faccio… forse gli altri possono vedere se ho uno stile partico-lare…mettendo insieme tutti i miei scatti. Dal mio punto di vista, qualunque sia lo stile fotografico,nello scatto influisce molto lo stato d’animo del fotografo. Sarebbe bello quando si scatta poter sem-pre mettere il proprio gusto personale ma alle volte ci si scontra con clienti che con le loro richieste

si allontano dal proprio gusto e non resta fare altro che…accontentarli. Io non ho un preciso settore dove posso collocarmi. Scatto sia eventi, ritratti, moda e reportage. Ladifferenza tra uno scatto di moda/pubblicità e uno di reportage sta nel fatto che il primo può esserecostruito e studiato a priori ma il bello del reportage è che quell’istante colto non può tornare o co-munque se dovesse tornare non sarà mai uguale all’istante immortalato nella situazione precedente.Questo mi affascina molto.

Ritratto (Simone Riccioni): ho fotografato questo giovaneattore in una versione bianco e nero, risaltando i suoi occhied il suo sguardo e lasciando fuori fuoco il resto

F4A: Come si costruisce uno scatto? E’ importante sapercogliere l’attimo o costruirlo? Quali e quante sono le fasi diuna fotografia? La composizione, lo styling, la location sono elementi fon-damentali per la buona riuscita di uno scatto costruito.

F4A: Come si costruisce uno scatto memorabile?Uno scatto cosi detto memorabile non può essere costruito!Uno scatto memorabile per me è lo sbarco in Normandia diRobert Capa, dove su tutti i rullini scattati (per un erroredella redazione o stampatore adesso non ricordo bene), sisono salvati solo 11 fotogrammi…e in quei momenti nonpuoi costruire uno scatto (devi solo essere un pazzo comesolo lui era , quello si).Se non ricordo male lui diceva: “Se una foto non ti piace si-gnifica che non sei abbastanza vicino”. La fotografia come

tutte le forme d’arte può essere apprezzata o criticata ma resta pur sempre arte…per questo motivocerco di non criticare mai troppo l’arte altrui…ognuno ci vede qualcosa ed è giusto che sia così.

Modella: qui volevo contrastare la sensualita’ della modella in una location under-ground (infatti sono delle cantine di un palazzo), il tutto in una versione un po’ dark

Fashion: scatto realizzato durante l’ultima setti-mana della moda a milano, mi era stato chiesto difare delle foto di ambiente che raccontassero unpo’ la sfilata e con quest’immagine scattata ad untempo di scatto lento volevo dare il senso di mo-vimento e poesia, scegliendo quest’abito rossoche da’ tonalita’ e contrasto all’intera scena

F4A: Quanto è importante la scelta di attrezzature“stellari” in una foto memorabile? Si può farebuona fotografia anche senza investire capitali incorpi macchina/obiettivi/ecc.?La chiave del successo di una fotografia non è si-curamente nell’attrezzatura che si utilizza. Vero èche certi lavori richiedono attrezzatura adeguata.

F4A: La tua dotazione “standard”?Utilizzo Nikon D3 e ho un 24/70, un 70/200 e unsigma 15/30F4A: Perché hai scelto Nikon?Ho iniziato con Nikon e sono rimasto un felice ni-konista.Una cosa simpatica che mi capita spesso quandolavoro è che arriva gente che ti guarda l’attrezza-tura e poi dice, come mai Nikon e non Canon? op-pure…Nikon è sicuramente meglio di Canonvero? O cose simili… Ah ah ah a me fa ridere, nelsenso buono e simpatico della cosa e infatti ri-spondo sempre che la foto la fa il fotografo non lamacchina, però devo ammettere anche che in determinate situazioni l’attrezzatura è decisamente im-portante.

Danza: i ballerini stavano intrattenendo gli ospiti; conuna semplice luce flash su slitta ed un tempo lento ediaframmi chiusi, ho zoomato con un'obiettivo 24/70 in-dietro, dando il senso di movimento

F4A: Fotoritocco si, fotoritocco no? Quando sipuò/deve intervenire con il computer?Parlando di digitale si è portati ad una sorta di evolu-zione forzata che ci porta ad usare un computer equindi di conseguenza ad approfondire spesso la post-produzione. Io sono dell’idea che la pellicola aveva lasua magia/poesia, per quanto io sinceramente avendoiniziato tardi ho perso quel passaggio. Quello che unavolta si faceva in camera oscura, oggi lo si fa veloce-mente con photoshop. La tecnologia va avanti giorno dopo giorno, quindi lapost-produzione è ormai all’avanguardia, si può farepraticamente tutto ciò che non si è fatto con lo scattooriginale. Quello che manca si può aggiungere e ciòche è brutto può per magia diventare bello.

Fashion: inizio di una sfilatadi moda: qui mi piaceva molto

usare la silhouette dellaprima modella che uscisse

in passerella

Neve a Milano: scatto fatto con la neve che scendeva ed il treno che arrivava ad un passaggio alivello, mi piace molto perché nella sua semplicita’ mi da un senso di rumore e silenzio allo stessotempo

F4A: Uno scatto deve emozionare, tu ti emozioni durante lo scatto? Dopo, quando esamini il ser-vizio?Mi emoziono quando scatto e con una macchina fotografica in mano mi sento più sicuro e sperodi far emozionare chi guarda le mie foto. Non riesco però a ritenermi un’artista, i veri artisti sono

altri, ma la vita è lunga, chissà cosa succederà un domani.

una vecchia casa disabitata in Liguria, la mia mente tornaindietro nel tempo e mi fa immaginare che li una volta cifosse seduta una vecchia nonnina che lavorava a magliaguardando la televisione con la luce leggera del giorno…inattesa che suo marito rientrasse

F4A: Cosa vuol dire essere fotografo nel 2013? Come ècambiato questo lavoro (o questa arte) negli anni?Essere un fotografo nel 2013 non è facile, soprattutto inuna città come Milano (dove ormai vivo da 13 anni). C’èmolto lavoro, ma anche molta concorrenza… ci sono pa-recchie difficoltà…economiche, avere sempre un attrez-zatura all’avanguardia comporta spese (soprattutto con ildigitale che esce un nuovo corpo macchina ogni 2 annimassimo o obbiettivi piu luminosi e più incisi del modelloprima, luci ecc.), e non sempre si riesce a sostenerle tutte,soprattutto non sapendo mai quando lavorerai e quantoma soprattutto quando ti pagheranno.

Una cosa che mi infastidisce è che ancora nel 2013 ci siaqualcuno che ti chiede: cosa fai nella vita? E tu rispondi: il fotografo… aaahhh e di lavoro??? Ma….io amo il mio lavoro…e finche avrò la forza di andare avanti ce la metterò tutta per non mol-lare. Chi vivrà vedrà;)…F4A: Un consiglio per chi si avvicina oggi alla fotografia, come hobby o come professioneSe posso dare un consiglio a chi si avvicinerà oggi alla fotografia…direi… andate avanti per la vo-stra strada a testa alta, ma sempre con rispetto e umiltà, i risultati prima o poi arriveranno.

Ponte di Brooklin scattato in pieno giorno con il movimento delle persone che vanno al lavoro, fannofooting o semplicemente passeggiano. Mi trasmette un’emozione particolare, essere stato li su quelponte che collega Manhattan al quartiere di Brooklin... Io non ho viaggiato molto per il mondo anchese non mi lamento, ma in quest’istante ho immortalato un ricordo che rimarra’ per me sempre moltoimportante

Infine uno scatto che è per me un cavallo di battaglia, come fosse una canzone che non puo’ man-care ad un concerto, il quadro piu importante di un pittore insomma, la foto che porterò sempre nelcuore. Ci sono molti scatti tra il mio archivio che mi piacciono, ma questo è quello che preferisco. Pan-china milanese, ricordo ancora quando la scattai. era una sera d’autunno e la foschia in lontananzache nascondeva la strada mi fece provare una sensazione di silenzio assoluto (cosa che a milanoe’ davvero difficile...)

Per approfondimenti: http://www.demiscrudeli.com.

FOTOGRAFI E PAROLE"c’è una sensibilità innata ed istintiva che ti porta a fare alcuni scatti piuttosto che altri" (Marco Bottani)

"Fotografare l'anima degli animali e ricongiungerla a quella degli uomini è ciò che mi muove. Se inqualche modo i mie scatti vi avvicineranno al mondo animale con rispetto e vi faranno scoprire la mera-viglia ancora nascosta, allora il mio entusiasmo fotografico diventerà ancora più tenacemente motivodella mia avventura." (Stefano Ronchi)

"Per anni sono stata attratta dalle persone, dagli occhi, da cio’ che si nascondeva dentro ognisguardo…" "Ultimamente sono attratta invece da cio’ che si cela di inascoltato ma vibrante nella na-tura" (Elena Parisi)

"Lo scatto è costruito già nella nostra mente prima di fare “clic”." (Alessandro Calori)

"Sono convinto che in realtà l’occhio vede soprattutto quello che stai cercando" (Gaetano Lo Porto)

"Nessuno ti insegna veramente cosa inquadrare …cio’ che scegli di fermare nelle immagini è cio’ chevedi e ciò che vedi è quello che sei tu" (Elena Parisi)

"Mi piace pensare che le mie foto raccontino una storia e che attraverso l’immagine si riesca a cogliereil mondo che in quel momento sto incontrando." (Marco Bottani)

"La chiave del successo di una fotografia non è sicuramente nell’attrezzatura che si utilizza." (DemisCrudeli)

"Una grande foto nasce prima di tutto nella testa e nei sensi di un fotografo. Non si trova già latente ununa fotocamera da cinquemila euro." (Gaetano Lo Porto)

"la passione è una cosa fondamentale ma da sola non basta." (Angela Bartolo)

"cosa fai nella vita?", "il fotografo", "aaahhh e di lavoro???" (Demis Crudeli)

"Il professionismo tende a scomparire soppiantato dagli amatori che vanno a rovinare il mercato pur divedere pubblicata una fotografia e dalle agenzie che riempiono i giornali di foto scadenti ma senzadover pagare alcun compenso" (Stefano Ronchi)

"Momenti intensi, frammenti di vita nascosti dietro un'immagine. Ogni volta, quando la serata ha ter-mine, assieme al bagaglio di scatti, porto via con me un piccolo tesoro di racconti, vita, emozioni che mifa sentire un po' più ricca." (Angela Bartolo)

"L’immagine è uno strumento e non l’obiettivo, il fine e la nostra principale attenzione devono esseresempre le persone." (Marco Bottani)

"Quello stesso istante potrebbe essere ripreso da decine di fotografi, ma ognuno lo rappresenterebbein modo diverso. " (Stefano Ronchi)

"la fotografia non è copia esatta del reale, ma sua interpretazione." (Elena Parisi)

"Devi lasciar muovere la modella dandole delle indicazioni, ma senza trattarla come un manichino damettere in posa." (Alessandro Calori)

"fotografo perché non potevo farne a meno" (Gaetano Lo Porto)