macroeconomia 2 fabio d’orlando
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Macroeconomia 2 Fabio D’Orlando. Ricevimento: Martedì ore 11.30, stanza 9.04 e-mail: [email protected] Manuale: disponibile in estate - PowerPoint PPT PresentationTRANSCRIPT
Macroeconomia 2 – Definizioni e regolarità
statistiche
Macroeconomia 2Fabio D’Orlando
• Ricevimento: Martedì ore 11.30, stanza 9.04• e-mail: [email protected]• Manuale: disponibile in estate• Sino ad allora: Boccella-D’Orlando, Fondamenti di
Macroeconomia, LED, Milano (tutto) per la parte base + 9 dispense aggiuntive + slides delle prime lezioni
• Sia le dispense sia le slides saranno rese disponibili sul sito man mano che procedono le lezioni
• sito web: www.eco.unicas.it/docente/dorlando• Le prime 30 slides sono opera del professor Giorgio Rodano• Preappello di fine corso riservato ai frequentanti (solo sugli
argomenti svolti a lezione)
1. La Macroeconomia e la contabilita' nazionale2. Il flusso circolare del reddito3. Il modello reddito-spesa4. Il modello IS-LM 5. Il modello reddito-spesa con lo Stato6. Il modello IS-LM con lo Stato7. Il modello reddito-spesa in economia aperta8. Il modello Mundell-Fleming9. Il modello Mundell-Fleming con assenza di mobilita' dei capitali10. Il modello Mundell-Fleming con imperfetta di mobilita' dei capitali11. Il modello Mundell-Fleming con perfetta mobilita' dei capitali
Programma2
12. La curva AD13. La curva AS nel caso classico e neoclassico14 La curva AS nel caso neokeynesiano e keynesiano15. Il modello IS-LM-AS (AD-AS) completo16. L'inflazione17. La disoccupazione18. La curva di Phillips, la sintesi neoclassica e il monetarismo19. La nuova macroeconomia classica20. La teoria del ciclo economico reale21. La nuova economia keynesiana22. Il modello di Barro e Gordon23. Il modello IS-MP-IA 24. L'efficacia delle politiche e la path-dependency
3
4
• Da che dipende la disoccupazione?• Da che dipende l’inflazione?
Ci sono anche tante altre domande. Per esempio:
Sono tutti esempi di domande che riguardano, non un singolo bene, un
singolo prezzo o un singolo mercato, ma l’economia nel suo complesso.
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
• Che cosa è il PIL? E perché è importante?• Perché in certi periodi l’attività economica va bene (l’economia cresce), mentre in altri periodi va male (l’economia ristagna)?
Alcune domande
Sono tutti esempi di domandecui cerca di rispondere la
macroeconomia.
5
Forze di lavoro (NF ): sono il complesso delle persone che vogliono lavorare.
Occupati (N):sono il complesso delle persone che
lavorano.
U = NF N
Disoccupati (U ): sono il complesso delle persone che vogliono lavorare e non lavorano.
Disoccupati:
La disoccupazion
e
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
6
È la quota (percentuale) dei disoccupati sul
totale delle forze di lavoro:
u UNF
NF NNF
1 NNF
Tasso di disoccupazione (u)
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
Le cifre della disoccupazione
Tasso di disoccupazioneItalia - 1960-2005
0
2
4
6
8
10
12
14
1960
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
7
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
8
1. il tasso di disoccupazione in Italia è cambiato molto nel corso degli anni (quarant’anni fa era assai più basso);
2. registra ampie fluttuazioni in su e in giù (negli ultimi sei anni è diminuito di oltre quattro punti;
3. cambia lentamente (“persistenza”).
È così dappertutto?
Regolarità statistiche
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
9Un confronto internazionale
Tassi di disoccupazione
0
2
4
6
8
10
12
14
1960
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
Italia
Europa
Usa
Giappone
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
10
1. Gli andamenti della disoccupazione in Italia ed Europa si somigliano molto (anche se la disoccupazione italiana è in media un po’ più alta).2. Europa e USA hanno, invece, andamenti molto diversi: in particolare, le fluttuazioni USA sono più brusche e frequenti.3. Un’altra differenza tra Europa e USA riguarda il lungo periodo: fino al 1980 la disoccupazione in Europa è più bassa; dopo avviene il contrario.4. Il Giappone ha una storia a parte: la disoccupazione è nettamente più bassa, ma c’è stato un forte peggioramento negli ultimi anni (controtendenza).
Altre regolarità statistiche
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
11
Definizione: È una situazione caratterizzata da un continuo aumento dei prezzi dei beni, ovvero da una continua diminuzione del potere d’acquisto della moneta.Misurare l’inflazione: Si costruisce un indice dei prezzi e si calcola la sua variazione percentuale.Indice dei prezzi: è una media ponderata dei prezzi dei vari beni considerati:
dove gi è il peso dell’i.mo prezzo nella media; si ha
perciò ∑i gi = 1.
P t 100 i 1
n
g ipit
pi0
Con si indicano i valori dei prezzi a una data convenzionale iniziale (detta “anno base” dell’indice). Perciò si ha ).
p i0
P0 100
Inflazione
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
12Livello generale dei prezzi (P). Il valore dell’indice dipende dai prezzi considerati nel calcolo, ossia dal vettore , e dai loro pesi, ossia dal vettore . Un indice ideale dovrebbe considerare tutti i prezzi dei beni e dei servizi, e dei pesi corrispondenti alle quantità dei beni effettivamente acquistate.
g g1 , , gn p p1 , , pn
P t
Tasso di inflazione ( ). È la variazione percentuale di :
P P t
P t Pt Pt 1
Pt 1
Con i logaritmi e ponendo si ricava facilmente:
lnP t pt
P t pt pt 1 pt
Questo indice ideale viene chiamato livello generale dei prezzi. In pratica si calcolano i pesi usando un paniere di beni rappresen-tativo delle spese di una famiglia tipo(o in un altro modo che vedremo più avanti).
Livello e variazione
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
13Le cifre dell’inflazione
Tassi di inflazione
0
5
10
15
20
25
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005
Italia
Europa
Usa
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
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1. Il livello generale dei prezzi aumenta sempre (“quasi” sempre): ossia, l’inflazione può essere più o meno alta, ma è positiva; attualmente è piuttosto bassa, ma in passato è stata parecchio più alta (in altri tempi e/o in altri paesi, molto di più).
2. I tre andamenti si somigliano parecchio, anche se non sono identici; questo suggerisce che ci sono cause comuni dell’inflazione, cui però si aggiungono cause specifiche.
3. C’è una chiara graduatoria: l’Italia ha avuto un’inflazione in media più alta di quella europea, che è a sua volta più alta di quella americana; questo suggerisce che cause comuni hanno effetti diversi sulle singole economie.
Ancora regolarità statistiche
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
15La curva di Phillips
La curva di PhillipsItalia - 1980-2000
0
5
10
15
20
25
4 6 8 10 12 14
Tasso di disoccupazione
Tas
so d
i in
flaz
ion
e
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
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Nella slide precedente abbiamo “plottato”
in un diagramma a dispersionele cifre del tasso di disoccupazione (u)
e del tasso di inflazione ( )
P
Emerge una evidente correlazione inversa :
quanto più alta è l’inflazionetanto più bassa è la
disoccupazione.I due fenomeni sono legati (da
cosa?).Pertanto è meglio studiarli
assieme.
Commento al grafico
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
17Un po’ di cautela
Inflazione e disoccupazione(Italia - 1960 -2004)
0
5
10
15
20
25
2 4 6 8 10 12 14
Tasso di disoccupazione
Tass
o di
infl
azio
ne
1960
1980
19701990
2000
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
Il nesso tra inflazione e disoccupazione
può rivelarsi più complicatodi quel che suggerisce la curva di
Phillips.
18
Si deve fare attenzione alle regolarità statistiche.
Nella figura sono stati “plottati”i dati di un periodo più lungo;e la relazione inversa diventa
confusa(il che suggerisce appunto
che la questione è più complessa).
Commento al grafico 13
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
19Definizione: È il valore dei beni e dei servizi
prodotti in un paese in un anno, al netto dei beni e dei servizi consumati per produrli. Viene indicato comunemente con la sigla Pil.Il Pil è un indicatore del livello di attività economica di un paese. Il Pil pro capite (Pil diviso per la popolazione) è
un indicatore della ricchezza (benessere) di un paese.
Il prodotto nazionale
Nel lungo periodo il Pil tende a crescere (vedi LUCIDO 20). Questo fenomeno è alla base dello “sviluppo economico”.La crescita del Pil non è regolare. Nel breve periodo presenta alti e bassi, secondo caratteristiche fluttuazioni economiche , dette anche “ciclo economico” (vedi LUCIDO 21). Spiegare la crescita e le fluttuazioni del Pil (come anche spiegare la disoccupazione e l’inflazione) è uno dei compiti
della macroeconomia.Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
20Un esempio di crescita economica
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
Crescita del Pil in Italia(1960=100)
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000
Pil
Trend HP
100
200
300
400
21Fluttuazioni economiche
Fluttuazioni del Pil in Italia(scarti rispetto al trend HP)
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
22
In questo corso non ci occuperemo dei meccanismi della crescita economica
(non ne abbiamo lo spazio)
Shock e propagazioneLe fluttuazioni economiche non riguardano soltanto il Pil. Abbiamo visto che anche gli
andamenti della disoccupazione e dell’inflazione presentano fluttuazioni (vedi
LUCIDI 7 e 13).All’origine delle fluttuazioni vi sono, in genere, degli shock, che colpiscono l’economia turbandone l’equilibrio.
Ma le fluttuazioni dipendono anche dal modo con cui le economie rispondono agli shock,
ossia dai cosiddetti meccanismi di propagazione.
I meccanismi di propagazione, le leggi di funzionamento dei sistemi macroeconomici,
sono diversi da paese a paese, ma presentano alcune importanti caratteristiche comuni.
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
Prezzo del petrolio per l'Italia
10
100
1000
10000
19
60
19
65
19
70
19
75
19
80
19
85
19
90
19
95
20
00
20
05
prezzo in dollari
prezzo in lire (euro)
prezzo reale
23Il prezzo del petrolio
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
24L’andamento del prezzo del petrolio è un esempio di shock .
Qualche commento
I principali episodi:Il primo (1973-74) è un esempio di shock permanente.
Esistono anche shock temporanei (ce ne è stato uno nel 1991).
Confrontare questi shock con gli andamenti dei LUCIDI 9, 13 e 21.
Il secondo (1978-79) è un esempio di shock persistente.Il terzo (1986) è un esempio di shock (persistente) negativo (è noto come “controshock”).
Negli ultimi anni c’è una tendenza all’aumento.
Il grafico illustra i diversi andamenti del prezzo del petrolio in dollari, del prezzo in lire (euro) e del prezzo “reale”, che misura la quantità di beni (di PIL) che occorre spendere per acquistarlo.Macroeconomia – Definizioni e
regolarità statistiche
25“Comovimenti”
Variazioni del PIL e del tasso di disoccupazione (USA - 1960-2002)
-4
-2
0
2
4
6
8
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000
PIL TASSO DISO CCUPAZIONE
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
26Nel grafico precedente sono state “plottate”le variazioni del Pil e della disoccupazione
nell’economia USA.
Commento al grafico 25
È un importante esempio di comovimento : l’andamento della disoccupazione
è correlato negativamentecon quello dell’attività economica.
Se il Pil cresce molto, la disoccupazione diminuisce.
Se cresce poco (o, peggio, cala) la disoccupazione aumenta.
Questo fatto stilizzato viene chiamato:
“Legge di Okun”
Le due curve sono nettamente speculari.
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
27La Legge di Okun
Legge di Okun(USA - 1960-2002)
-3,0
0,0
3,0
6,0
9,0
-4 -2 0 2 4 6 8
y
u
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
28Nel grafico precedente viene presentata la
“Legge di Okun”con un diagramma a dispersione
(tra la % del Pil e la % della disoccupazione).
Commento al grafico 24
L’intercetta con l’asse delle ascisse indica la crescita del Pil superata la quale la
disoccupazione diminuisce (circa il 3.6%).L’inclinazione della retta misura la riduzione di disoccupazione associata, in media , a un punto
di crescita del Pil (circa 0.6%).
Emerge una chiara correlazione inversa.
Si tratta di una elasticità :
lnu/ lnPil
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
29E in Italia?
Fluttuazioni di Pil e disoccupazione(Italia - 1971-2002)
-12
-8
-4
0
4
8
12
1961
1966
1971
1976
1981
1986
1991
1996
2001
-1
-0,5
0
0,5
1
Fluttuazioni del Pil
Var% della disoccupazione
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
30
Nella slide 25 abbiamo abbiamo visto chei dati dell’economia USA rivelano un marcato
“comovimento”tra fluttuazioni del Pil e andamento della
disoccupazione
Commento al grafico 27
C’è una differenza istituzionale :in Italia è molto più difficile licenziare e
assumereper la presenza di firing cost.
C’è ugualmente una relazione tra prodotto e lavoro impiegato;
ma si esprime in un altro modo(una via traversa).
La slide precedente mostra invece che per l’Italia questa
relazione è decisamente più debole (quasi inesistente).
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
31In Italia, quando il Pil cresce, la disoccupazione varia di poco, ma aumentano le ore lavorate. Si veda il diagramma a dispersione.
Ore lavorate
La legge di Okun(Italia - 1971-2002)
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
-4 -2 0 2 4 6 8
Var% del Pil
Va
r% d
elle
ore
la
vo
rate
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
32Commento al grafico 28
CONCLUSIONE:la relazione di breve periodo
tra andamento del prodotto e impiego del lavoro
vale anche in Italia (vale in tutti i paesi).
Le ore lavorate aumentano(con un’elasticità pari a poco meno di
0.5,come mostra l’inclinazione della
retta)quando il Pil cresce più dell’1%
(come mostra l’intercetta con l’asse delle ascisse).
In Italia abbiamo una “legge di Okun” sui generis,
che riguarda, appunto,non l’occupazione ma le ore lavorate
Macroeconomia – Definizioni e regolarità statistiche
I problemi illustrati nelle prime slides (disoccupazione, inflazione, fluttuazioni del Pil)
mostrano evidenti legami(curva di Phillips, legge di Okun).
La macroeconomia fa appunto questo.
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Macroeconomia – Aggregazione e “Legge di Walras”
Perciò non vanno studiati isolatamente
ma tenendo conto di questi legami.
Perché la macroeconomia
Studia il funzionamento di un sistema economico nel suo in-sieme, mettendo in luce i
legami tra i vari fenomeni economici. Per riuscirci riduce drasticamente il numero dei soggetti e dei beni (perciò
anche dei prezzi e dei mercati). Lo fa considerando grandezze aggregate.