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Macchi 202 Folgore dal kit Italeri in Scala 1/72.
Modeling Time
Circa dieci anni fa, da tredicenne, comprai il mio primo modellino. Scelsi il Macchi 202
perché era il mio aereo preferito e nonostante fosse una macchina da guerra, aveva una linea
filante, elegante, bellissima. Lo acquistai dopo aver finito la visita al Museo Storico di Vigna di
Valle, e in pochi giorni lo terminai dipingendolo a pennello con degli smalti Model Master. Il
risultato finale fu quello che fu, ma ero felicissimo.
Ora, da ventitreenne e con un po’ di esperienza sulle spalle, ho voluto riprovarci e
ammirare quella bellissima linea disegnata dall’Ingegner Castoldi settantasei anni fa. Il kit è
sempre lo stesso, ma questa volta dalla mia parte ho un aerografo Iwata HP-CS, le decals
Skymodel, acrilici Tamiya e vinilici Lifecolor!
Il kit:
La scatola Italeri permette di realizzare un buon modello; lo stampo, in comune con il kit del
Mc. 205 Veltro (uscito qualche mese dopo…), è, di fatto, un ibrido che richiede un buono studio
della documentazione per ottenere una riproduzione in scala coerente e realistica. Gli incastri
non sono il massimo e ci sono delle parti abbastanza delicate che richiedono diverse prove a
secco e una particolare attenzione durante l’incollaggio.
Le ali hanno le due mitragliatrici da 7.7mm già stampate e rappresentano quelle destinate agli
esemplari della serie costruttiva dalla X in poi. Queste cellule, per quanto fossero le più
armate, non furono molto diffuse nei reparti per cui ho preferito stuccare ed eliminare tutti i
particolari menzionati. Se volete realizzare un aereo “late” bisogna aggiungere anche il
blindovetro all’elemento centrale del parabrezza.
Il dettaglio generale invece è buono, l’abitacolo è spartano ma comunque onesto per quello
che si vedrà, le incisioni non sono pesanti. L’unica pecca è il pozzetto del carrello
completamente di fantasia, ma essendo “sotto” ci si può benissimo convivere…
Si comincia!
Come detto i primissimi interventi hanno interessato le mitragliatrici alari e la loro completa
eliminazione. Poi mi sono dedicato all’abitacolo, dove l’Italeri propone il cruscotto come un
pezzo piatto di plastica e una decalcomania per gli strumenti; non mi sono accontentato e con
un po’ di Plasticard da 0.25 sagomato correttamente, e forato in corrispondenza degli
strumenti, ho ottenuto questo:
Quindi sono passato ai carrelli, dove ho dipinto in Alclad Chrome lo stelo del martinetto e il
resto della gamba in White Aluminium (Sempre Alclad). Le ruote hanno ricevuto lo stesso
colore sul cerchione, mentre il copertone l’ho colorato di nero opaco Lifecolor, con drybrush di
vari grigi e marroncini.
Anche sul seggiolino ho fatto qualche modifica eliminando tutto il dettaglio del paracadute
con un trapanino elettrico, per poi riprodurlo nuovamente con del nastro Tamiya (stesso usato
anche per le cinture, poi dipinte in Dark Earth). Le catene al lato e sotto le ho create facendo
una spirale di un filo elettrico sottilissimo, per poi schiacciarla tutta su di un lato con una
pinzetta.
Ho aggiunto qualche dettaglio anche sulle paratie laterali, ma senza esagerare poiché non
si vede veramente nulla a fusoliera chiusa. Ho usato plasticard da 0.25mm e filo di piombo da
Ø0.2mm
Poi è arrivato il momento di lavorare sul pozzetto del carrello principale: ho preso ispirazione
dalle fotoincisioni Eduard per questo kit, e per prima cosa con il trapanino ho asportato tutto il
dettaglio già stampato. Ho realizzato una paratia in plasticard da 0.25mm da incollare nella
parte posteriore del vano che poi è stata sagomata a misura con la fusoliera e l’ala. Con lo
stesso procedimento ne ho ottenuta un’altra da mettere nella parte anteriore. Nelle foto si può
notare il paragone con il dettaglio originale proposto dall’Italeri.
Con filo di piombo da Ø0.2mm e Ø0.4mm e Plastirod Ø0.5mm e Ø0.75 mm ho riprodotto la
struttura del castello motore, e le varie tubature idrauliche/carburante. Ho raccordato la
paratia posteriore con l’ala utilizzando del Mr. Surfacer 1000 dato a pennello.
Ho, quindi, spruzzato un primo strato di Verde Anticorrosione Lifecolor su tutta la zona e, con
un pennellino molto sottile, ho dipinto i dettagli. Del drybrush in bianco e grigio 36375 hanno
aiutato a dare una maggiore tridimensionalità ai nuovi dettagli. Successivamente ho steso, ad
aerografo, uno strato di Future propedeutico per dei lavaggi in Bruno Van Dyck e nero a olio.
Infine li ho sigillati con l’opaco Lifecolor.
Ho anche ricostruito i martinetti per la retrazione del carrello con due brass rods dell’Albion
Alloys da Ø0.4mm e Ø0.6mm. La parte da 0.4 l’ho verniciata col Chrome della Alclad, mentre
su quella da 0.6 ho usato il nero opaco Lifecolor con del drybrush in grigio 36375. (Ilraffronto
con il pezzo Italeri è, ovviamente, impietoso).
L’abitacolo ha subito un trattamento molto simile al vano carrello, ho però rifatto la pedaliera,
rispetto a quella che si vedeva nella foto precedente.
Ora, viene la fase più difficoltosa: assemblare la fusoliera. Purtroppo, essendo lo stampo
condiviso col Macchi 205, alcuni pezzi sono intercambiabili. Comodo per il produttore, scomodo
per il modellista…
La fusoliera stessa, quindi, è composta di ben quattro parti. Le due valve sono abbastanza
facili da unire, la capottatura superiore e inferiore del motore è un vero disastro!
Ho usato degli inserti di Plasticard per riempire i buchi e colla cianoacrilica per stuccare.
Una buona dose di carta vetrata e olio di gomito mi ha permesso di raccordare al meglio tutti i
pezzi. Si nota come anche il filtro dell’aria sia, come dire, rovinato? Non è stato stampato
correttamente ed era mancante degli ultimi 2-3 mm. Anche in questo caso, usando del
Plastirod per riempire il buco e stucco Tamiya per rifinirlo, ho ricostruito ciò che mancava. Ho
inoltre provato a forare gli scarichi, in modo da dargli maggiore profondità.
Attenzione anche alla radice dell’ala e alla zona posteriore al radiatore dell’acqua sotto la
pancia. Gli incastri non sono proprio precisi e l’uso di plasticard e stucco è inevitabile.
Ho aggiunto del dettaglio anche al radiatore stesso rifacendone la parte anteriore e
aggiungendo due listelli di plasticard all’imboccatura. Dopo aver finalmente stuccato tutto, ho
reinciso i pannelli a copertura delle scatole munizioni per le mitragliatrici in caccia calibro 0,50
situate davanti al parabrezza; nel kit, ovviamente, sono completamente dimenticati.
I trasparenti sono stati bagnati nella cera Future; prima di incollare il parabrezza, che ha avuto
bisogno di una piccola stuccatura col Mr. Surfacer sul lato destro, ho aggiunto il mirino San
Giorgio fatto con tre pezzi di Plasticard e uno di acetato trasparente.
Colorazione:
E mano all’aerografo!
Primissima cosa, una mano di grigio 36375 per controllare eventuali difetti di montaggio. Dopo
di ciò, sulla radice dell’ala sinistra, una passata di White Aluminium Alclad!
Quindi una generosa mano di Nocciola Chiaro 4 F.S.30219 Lifecolor su tutte le superfici
superiori.
E di Grigio Azzurro Chiaro sul ventre. Ho eseguito un leggero post-shading con del Nocciola
Chiaro 4 schiarito con del bianco.
Ho anche messo insieme e dipinto l’elica..
Anche con un po’ di weathering…
Ho aggiunto le linee idrauliche per i freni sulle gambe del carrello.
Gli scarichi (un po’ piccini secondo me) li ho dipinti con una mano di nero opaco, quindi vari
drybrush di ruggine, grigio 36375 e bianco.
Ora viene la sfida vera e propria, quella di realizzare i famosi anelli di fumo (o smoke
rings). Il primo tentativo l’ho fatto spruzzando il Verde Oliva Scuro 2 Lifecolor: ho provato
diverse alchimie diluendolo con il Flow Improver della Windsor & Newton a varie pressioni ma,
purtroppo, il risultato non è stato un granché. I pigmenti Lifecolor non sono sottili e tendono ad
asciugarsi rapidamente sull’ago intasandolo, e questo li rende inutilizzabili per tal genere di
mimetiche.
Dopo aver sverniciato tutto e ridipinto il Nocciola Chiaro 4, ho cambiato strategia usando il
Tamiya XF-27 NATO Green. L’ho diluito al 50% circa con il diluente nitro, e ho rimosso
dall’aerografo (HP-CS) la corona che protegge la duse. La pressione del compressore l’ho
tarata a 0,8 bar… e sono riuscito nell’intento!
Ho realizzato le amebe a mano libera, senza nessuna mascheratura o tratto a matita da
seguire. Prima ho fatto un sacco di tentativi su fogli di carta e su di un povero P-39 Academy
che ha assunto il triste ruolo di “cavia”.
In queste foto si vede la banda bianca in fusoliera (Bianco opaco Lifecolor) un po’ troppo
estesa, poi l’ho corretta.
Le scrostature sulla radice dell’ala le ho realizzate “graffiando” via il colore Lifecolor con la
punta del cutter (con lama #11), e sotto è comparso lo smalto Alclad molto più resistente.
Ho inoltre realizzato le luci di posizione sull’ala e sul poppino, tagliando la plastica grigia,
incollando e sagomando un pezzo di plastica trasparente.
Weathering e decals:
A questo punto tre mani di lucido Tamiya diluito con la nitro hanno fatto da base per le (poche)
decal Sky Models da cui ho prelevato le insegne per un esemplare del 4° Stormo operativo in
Tunisia. Ho trattato le decalcomanie con il Mr.Mark Softer e non sono rimasto molto soddisfatto
del risultato: rigide e poco inclini a reagire ai liquidi ammorbidenti, alla fine le ho dovuto
aiutare spingendole nelle pannellature con uno stuzzicadenti e molta attenzione. A seguire ho
sigillato con un’altra mano di lucido, sempre Tamiya, per poi eseguire dei lavaggi con il Bruno
Van Dyck a olio insistendo nelle zone vicino al motore. Sul ventre ho usato un grigio medio.
Sul dorso ho anche usato il bianco, in alcuni punti dato puro, e poi tirato via con un cotton-
fioc. Ho fatto anche una leggera brunitura da gas di scarico spruzzando Bruno Van Dyck
diluitissimo con acquaragia sulla fusoliera giusto dietro gli exhaust. Per sigillare tutto, due mani
di opaco Lifecolor hanno dato la giusta finitura! Il sole e la polvere del Nord Africa non lasciano
nulla di lucido…
Ho infine incollato lo stelo dell’antenna, rifatta in plasticard da 0.5mm, il tubo di pitot (brass
rod da Ø0.4mm), il carrello e i portelli.
Per finire, il tettuccio in posizione aperta, e il filo della radio fatto con sprue tirato a caldo.
Dieci anni dopo, ecco il mio secondo Macchi 202!
In armadio ho anche il 205 e perché no, mi piacerebbe fare un altro Folgore con mimetica da
fronte orientale…!
Un ringraziamento particolare a tutto il forum di Modeling Time!!