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Luigi Pirandello e il teatro dei miti
Liceo James Joyce Linguis/co e delle Scienze umane
(Ariccia)
3 o9obre 2016 Prof.ssa Daniela Ri/
PIRANDELLO E IL FASCISMO
Pirandello aderisce al Par-to Fascista nel 1924, subito dopo l’assassinio Ma:eo;.
“Eccellenza, sento che per me questo è il momento più propizio di dichiarare una fede nutrita e servita sempre in silenzio.
Se l’E.V. mi s=ma degno di entrare nel Par=to Nazionale Fascista, pregierò come massimo onore tenervi il posto del più umile e
obbediente gregario. Con devozione intera.” Cause di questo gesto:
• Avversione verso uno Stato liberale ormai in profonda crisi. • A:razione verso un anarchismo di fondo che Pirandello vede nel
Fascismo. • Speranza nelle future sovvenzioni da parte del Fascismo.
• A:eggiamento da “bas-an contrario”, che è proprio di Pirandello.
Pirandello e Mussolini Mussolini ha bisogno di Pirandello, già famoso, come Pirandello ha bisogno di
Mussolini. Incontro non armonico:
Pirandello è l’opposto di ciò che Mussolini si aspe:a da un ar-sta “di regime”: Pirandello:umorale, individualista, per cer- aspe; eccentrico
Nomina ad Accademico d’Italia Mussolini non acce:a la morale delle opere di Pirandello ed è scontento dei
suoi successi all’estero, in par-colare a Parigi. Mussolini:cerca di ostacolarlo riducendo le sovvenzioni
Antepone a finanziamento per il Teatro Nazionale la costruzione di Cineci:à (cinema strumento più ada:o a riscuotere consenso)
Non vede di buon occhio il conferimento del Premio Nobel a Pirandello(1934)
1925: Pirandello fonda la Compagnia del Teatro d’Arte, di cui è dire:ore.
Conosce l’a:rice Marta Abba, di cui si innamora ma è un rapporto confli:uale, ostacolato dai figli dello scri:ore.
1926-‐28: la scarsa a:enzione alla sua produzione le:eraria da parte del regime lo spinge ad andare all’estero per
rappresentare le sue opere. Giudizio di Pirandello su Mussolini:
“Ciò che si vuole è che nessuno predomini, nessuno alzi la testa. AForno a Lui(Mussolini) un livello di teste che gli
arrivino appena appena al ginocchio e non un dito più su. TuFo, così, resta in basso, per forza, e confuso: e non c’è
altro veramente che bassezza e confusione.” Le:era a Marta Abba del 22 se:embre 1928
“Bisogna, bisogna andar via per qualche tempo dall’Italia, e non ritornarci se non in condizioni di non aver più bisogno di nessuno, cioè da padroni. Qui è un dilaniarsi con-nuo, in pubblico e in privato perché nessuno arrivi a conseguire qualche cosa a cui tu; spudoratamente aspirano. La poli-ca entra da per tu:o. La diffamazione, la calunnia, l’intrigo sono le armi di cui tu; si servono. La vita
in Italia s’è fa:a irrespirabile. Fuori!Lontano!Lontano!” Le:era a Marta Abba 8 luglio 1928.
Pirandello comunque non fa una vera analisi poli-ca e non prende pubblicamente posizione contro il Fascismo.
La sua arte, il suo teatro, sono una denuncia esplicita del regime oppressivo fascista.
Testamento di Pirandello: sfregio al regime, che rendeva i funerali di uomini famosi uno strumento di propaganda.
I. Sia lasciata passare in silenzio la mia morte. Agli amici, ai nemici preghiera, non che di palarne sui giornali, ma di non farne pur cenno. Né annunzii, né partecipazioni.
II. Morto, non mi si vesta. Mi s’avvolga, nudo, in un lenzuolo. E niente fiori sul leFo e nessun cero acceso.
III. Carro d’infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno m’accompagni, né paren=, né amici. Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta.
IV. Bruciatemi. E il mio corpo, appena arso sia disperso; perché niente, neppure la cenere, vorrei avanzasse di me. Ma se questo non si può fare, sia l’urna cineraria portata in Sicilia e murata
in qualche rozza pietra nella campagna di Girgen=, dove nacqui.
L’ULTIMO PIRANDELLO fine anni Ven/ ed anni Trenta
Cambiamento di poe-ca rispe:o a quella dell’umorismo
UMORISMO: scompone la realtà rivelandone le contraddizioni REALTA’. Frantumata e molteplice
TEATRO E NARRATIVA: intrecci narra-vi con meccanismi assurdi Linguaggio spezzato e convulso Impostazione raziocinante
ULTIMO PIRANDELLO: tendenze irrazionalis-che e mis-che Ricerca di un conta:o con l’Essere e l’essenza delle cose Ricerca di un’altra dimensione a:raverso le INTUIZIONI
NATURA: esterna e indifferente (fase dell’umorismo) ha segrete corrispondenze con l’uomo (ul-ma fase)
ARTE: strumento per scomporre la realtà (fase dell’umorismo) strumento per cercare essenza della realtà a:raverso i simboli
(ul-ma fase)
LINGUAGGIO: spezzato, concitato, corrosivo (fase dell’umorismo) vena lirica che cerca l’illuminazione (ul-ma fase)
I MITI
La nuova colonia (1928)
Lazzaro (1929)
I gigan/ della montagna (dal 1930, resta incompiuta)
Nei mi- non sono più presen- interni borghesi ma i personaggi sono immersi in un’atmosfera mi-ca, separata dalla realtà contemporanea.
Luoghi dell’immaginario.
La nuova colonia Isola non iden-ficata dove si rifugiano dei contrabbandieri per dar vita ad una
società utopica. Ambientazione: “ci:à marinara del Mezzogiorno”.
condizione di miseria dei marinai sfru:a- dai pochi proprietari di paranze della zona.
Pirandello: non crede nella possibilità dei marinai di avanzare rivendicazioni sociali.
Unica soluzione: ri-rarsi in un’isola sperduta che sembra des-nata a scomparire sommersa dalle acque.
I marinai si propongono di dar vita ad una società utopica basata sull’uguaglianza.
Isola: aspe:o selvaggio di acque e mon- rituali di espiazione e salvezza.
Processo di risca:o morale: FALLIMENTO MARINAI CONTRABBANDIERI in preda a vizi (vigliaccheria, invidia,
bes-alità) ISOLA SEDE PENITENZIARIA PERSONAGGIO POSITIVO: Currao. Eroe posi-vo sincero e leale, che crede
fermamente nella possibilità di risca:o. Per questa sua virtù è isolato dalla massa
PERSONAGGIO NEGATIVO: Crocco. Corro:o e meschino, vuol far fallire il piano di risca:o per favorire il padrone delle paranze. Incarna il ruolo di Giuda traditore.
FIGURA FEMMINILE: La Spera, ex pros-tuta, compagna di Currao da cui ha avuto un figlio.
Lei convince i marinai a trasferirsi sull’isola con toni veemen- e appassiona-:
“Schifo sì, schifo – voi della vostra, io della mia vita! – Sono tuFa un fremito, Dio! Non vi sen=te torcere dentro le viscere come una fune? – Che
aspeFate più? Andiamocene, andiamocene via, andiamocene lontano!”
La Spera: nome allusivo della speranza. Simbolo di amore materno e della presenza di Dio
Crede fermamente nel proge:o di rinascita morale da a:uare sull’isola. Quando il proge:o fallisce, non si dà per vinta.
Fallita la rivoluzione sociale: possibile la rivoluzione esistenziale.
Messaggio finale: la nuova vita non è risca:o poli-co o conquista del potere ma il ritorno alla condizione naturale.
Il tenta-vo di risca:o fallisce perché i marinai e Currao vogliono ricreare sull’isola l’asse:o sociale che avevano sulla terraferma, con tribunali e leggi cui tu; obbediscano sulla base della legge del più forte.
La Spera: quando Currao l’abbandona per sposare la figlia del padrone delle
paranze ma vuole portarle via il figlio, lei afferma i suoi diri; inalienabili di madre:
“Ma dunque mi volete proprio ribuFare nella perdizione con un po’ di denaro, è vero? Rimbarcarmi? E là, senza più il figlio, a baFere di nuovo il marciapiede, alla calata del porto?Questo volete fare di me, dopo che m’ero qua rifaFa nuova, Dio, alla tua presenza, alla luce del tuo sole, piena d’amore per tu\, io sola!”
FINALE A SORPRESA…………
Lazzaro 1929: in una le:era a Marta Abba Pirandello esprime la speranza che questa
sua opera possa favorire la conciliazione fra Stato e Chiesa che aveva ispirato i Pa; Lateranensi.
TEMA: RESURREZIONE Ambientazione: casa di campagna di Diego Spina. Diego ha un figlio, Lucio, in seminario e una figlia, Lia, paraplegica. Un medico fa resuscitare il coniglie:o della ragazza, pra-candogli
un’iniezione di adrenalina nel cuore. Segue una discussione: il medico: pur riconoscendo l’importanza della fede, afferma che la scienza
può essere uno strumento nelle mani di Dio; il monsignore: afferma che la fede è una sola e non è possibile riprendersi
quanto Dio ci ha tolto.
Diego è separato dalla moglie, Sara, che si è unita ad un contadino, Arcadipane, da lui ha avuto due figli naturali.
Sara è presentata come una donna bella, lussureggiante, che si è allontanata dal marito non condividendo le sue scelte riguardo a Lucio e Lia
I figli naturali di Sara sono sani e vigorosi: contrasto con i figli avu- da Diego, mala-cci.
Durante un concitato colloquio fra Sara e Diego, giunge la no-zia che Lucio vuole abbandonare il seminario.
Diego, fuori di sé, si precipita in strada e viene travolto e ucciso da una macchina.
Seconda resurrezione operata dal medico: Diego è riportato in vita. Presente il tema della religiosità che rimanda al rapporto confli:uale che
Pirandello e la sua famiglia di origine ebbero con la Chiesa per tu:a la vita. FINALE A SORPRESA…………
I gigan/ della montagna
Mito diviso in qua:ro par-: la quarta mai scri:a ma immaginata dall’autore e
raccontata al figlio Stefano la no:e prima di morire. Ambientazione: la villa della Scalogna, dove vive la comunità degli Scalogna- ,
personaggi gro:eschi e con nomi bizzarri(Quaqueo, Milordino, Duccio Doccia, Mara-‐Mara, Maddalena, La Sgricia), guida- dal mago Cotrone.
Nella villa arriva la compagnia della contessa Ilse, che recita un’opera lasciatale da un poeta, che si è suicidato perché innamorato di lei e non ricambiato.
L’opera è la Favola del figlio cambiato di Pirandello. Ilse, sentendosi in colpa per il suicidio del poeta, ha deciso di diffondere
l’opera, con estremo sacrificio, causando il dissesto del Conte, suo marito.
Ilse sacrifica la sua posizione sociale, in nome del poeta es-nto : “L’opera mi parve così bella che sì, me n’esaltai subito. Ma compresi bene (una
donna fa presto ad accorgersi di queste cose; voglio dire quando s’è faFo un pensiero su lei): voleva col fascino dell’opera riaFrarmi alla mia vita di prima, ma non per l’opera; per sé, per avermi sua…Sen=i che se l’avessi disilluso subito, non avrebbe più portato il suo lavoro a fine. E per la bellezza di quell’opera, non solo non lo disillusi, ma alimentai fino all’ul=mo la sua illusione. Quando l’opera fu compiuta, mi ritrassi – ma già tuFa in fiamme – da quel fuoco.”
Immagine di Ilse in didascalia: “coi capelli sparsi, color di rame caldo,
l’abito dimesso e doloroso, di velo violaceo, scollato, un po’ logoro”. La compagnia di teatran- si rende conto che Ilse è fuori dal normale,
ma ne condivide la sorte. Il mago Cotrone prome:e ad Ilse un’altra anima “grande come l’aria,
piena di sole o di nuvole, aperta a tu\ i lampi, abbandonata a tu\ i ven=…”.
In cambio le chiede l’abbandono del corpo, definito “apparenza tra” le “apparenze”, “tenebra e pietra”.
Richiamo religioso: Cotrone invita gli a:ori a fermarsi alla villa.
“Sciogliete i calzari e deponete il bordone, siete arriva= alla vostra meta”.
Riecheggia le parole di Dio a Mosè nell’Esodo:
“Solve calceamentum de pedibus tuis; locus enim, in quo stas, terra sancta est”.
Richiamo al Surrealismo? Surrealismo: la scri:ura deve essere automa-ca, spontanea. Bisogna me:ersi
in uno stato passivo, senza l’influenza della ragione o avendo dei sogge; prestabili-. Senza prevedere ciò che si deve scrivere ma in modo casuale; non c’è un messaggio da comunicare e il poeta è solo uno strumento: l’incoscienza gli de:a ciò che deve scrivere.
Lo s-le: bisogna far riaffiorare ciò che si vede nel sogno, senza preoccupazioni este-che o di coerenza argomenta-va.
Andrè Bretòn aveva incontrato Freud ed era rimasto affascinato dal conce:o dell’inconscio e dall’importanza del sogno. Poiché la psicanalisi serviva alla liberazione dell’inconscio, così Bretòn decise di applicare queste idee alla le:eratura.
Manifesto del surrealismo di Andrè Breton (1924): Il Surrealismo è un “automa=smo psichico puro, aFraverso il quale ci si propone di
esprimere, sia verbalmente, sia in forma scriFa, sia in qualsiasi altra maniera, il funzionamento reale del pensiero. DeFato dal pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di qualsiasi preoccupazione este=ca o morale.”
Pirandello: produzione le:eraria anni Trenta si esprime in un’atmosfera
“surreale” per le cara:eris-che fantas-che, allucinate di alcune sue novelle ( C’è qualcuno che ride, Una giornata, Il chiodo, I piedi nell’erba..). Improprio definire Pirandello un Surrealista secondo il modello di Bretòn: Pirandello: “automa-smo fantas-co impuro”(definizione di Marziano
Guglielmine;). Pirandello non crede in forme trascurate di conoscenza. Nei Gigan= della montagna, i Gigan- evocano dei fantasmi, ma ques- sono il
fru:o di un’operazione magica di Cotrone. Surrealismo: induceva lo scri:ore ad u-lizzare una scri:ura automa-ca,
ponendosi in una situazione di passività. Al contrario, Pirandello ha un sogge:o predeterminato. Nella sua mente
configura già l’alles-mento scenico e la sua opera teatrale è curata minuziosamente a:raverso le didascalie.
Ilse: ha rifiutato di abbandonare la professione ha rifiutato di vendere la propria arte per fini mercenari rifiuta l’invito di Cotrone a rimanere nella villa
Ilse afferma che l’arte deve portare tra gli uomini il suo messaggio este-co. Due posizioni: Cotrone:arte può vivere solo nella fantasia, nei sogni.
L’arte è autosufficiente e non ha bisogno del conta:o con il pubblico. Cotrone: “Da anni aspeFavo qua gente come voi per far vivere altri fantasmi che ho in
mente. Ma rappresenteremo anche la vostra Favola del figlio cambiato, come un prodigio che s’appaghi da sé, senza più chiedere niente a nessuno”.
Ilse: l’arte deve portare tra gli uomini il suo messaggio este-co. Ilse:”Vive in me; ma non basta! Deve vivere in mezzo agli uomini!” Cotrone: “Povera opera! Come il poeta non ebbe da lei l’amore, così l’opera non avrà
dagli uomini la gloria…”
Cotrone consiglia ad Ilse di rappresentare l’opera davan- ai Gigan- Gigan/: poten- creature sulle montagne Rappresentano: Il Potere (di qualsiasi iden-tà poli-ca) La realtà industriale e tecnologica I servi dei Gigan-: i gerarchi fascis- Cotrone: “…Bisognerà saperli prendere. L’opera a cui si sono messi lassù,
l’esercizio con=nuo della forza, il coraggio che han dovuto farsi contro tu\ i rischi e pericoli d’una immane impresa, scavi e fondazioni, deduzioni d’acque per bacini montani, fabbriche, strade, colture agricole, non han soltanto sviluppato enormemente i loro muscoli, li hanno resi naturalmente anche duri di mente e un po’ bes=ali. Gonfia= dalla viForia offrono però facilmente il manico per cui prenderli: l’orgoglio; lisciato a dovere, fa presto a diventar tenero e malleabile. (…)chiederemo anche una grossa somma, perché più grossa la chiederemo e più importanza acquisterà ai loro occhi la nostra offerta…”
Significato: l’arte ha bisogno di sovvenzioni? Ilse viene sbranata dai servi dei Gigan- durante un banche:o nuziale mentre
recita la Favola del figlio cambiato. 24 marzo 1934: la Favola del figlio cambiato era stata rappresentata al Teatro
Reale dell’Opera a Roma ed era stata un insuccesso per la scarsa approvazione da parte del regime fascista.
Mussolini ad un certo punto si era alzato sdegnato e se ne era andato. Pirandello dirà a proposito della serata: “L’offesa gratuita e brutale che c’è
stata faFa mi =ene lontano perfino dai Gigan= della montagna, in cui della Favola si parla e si cita qualche verso. Quella ch’è forse la mia opera maggiore di teatro m’è restata lì da allora…”
Opera incompiuta: l’offesa ricevuta non può essere stata determinante ( precedente dei Sei personaggi, che furono un insuccesso)
Il figlio Stefano raccoglie le ul-me volontà del padre. Chi è Stefano? Il figlio Stefano si era dedicato dedica alla produzione dramma-ca con lo pseudonimo di Stefano Landi,
probabilmente per evitare il confronto con il padre. Aveva alles-to per il Teatro Argen-na la commedia Casa a due piani Ha sempre sen-to su di sé il peso del padre “ingombrante”. Gennaio 1936: aveva messo in scena la commedia Un padre ci vuole, con mol- riferimen- autobiografici al suo
rapporto con il padre.
Nella penul-ma no:e di vita Pirandello fu molto agitato e al ma;no disse a Stefano di aver composto nella sua mente il terzo a:o dei Gigan-.
L’olivo saraceno: soluzione scenica per tendere il tendone davan- al quale avverrà la rappresentazione della Favola davan- ai Gigan-
Pirandello, in fin di vita, si preoccupa degli accorgimento tecnici per l’alles-mento della commedia
La penultima notte
Epilogo:la rappresentazione della compagnia teatrale si svolge davan- ai servi
dei Gigan-, creature rozze e insensibili alla poesia. Ilse acce:a di recitare, convinta che il fascino dell’arte sarà vi:orioso, ma gli
spe:atori non capiscono la favola e pretendono che Ilse faccia qualche canta-na e un balle:o.
La tensione sale fino a quando Ilse si scaglia nelle offese tra:ando da bru- i servi.
Scena di grande violenza e lo:a. Poi il silenzio. Gli a:ori portano sulle braccia il corpo di Ilse che, agonizzante, muore. Il Conte, disperato sul corpo della moglie, grida che la Poesia è morta. Poi acce:a il congruo indennizzo dei Gigan-, dicendo che lo userà per
edificare una tomba ad Ilse.
ILSE PIRANDELLO Svaria- tenta-vi di Pirandello di avere sovvenzioni dal regime. Messaggio finale: ci sarà la morte della Poesia. Il teatro diventerà spe:acolo triviale. Due ipotesi per Pirandello: IPOTESI -‐ ILSE:con-nuare l’a;vità teatrale cercando sovvenzioni IPOTESI -‐ COTRONE:rinunciare al rapporto con il pubblico Mi-: nonostante sforzi per cercare le ragioni della crisi spirituale, religiosa e
ar-s-ca, non trovano soluzioni in nessuno dei tre campi. Rifle:ono la fase più acuta di smarrimento e confusione della drammaturgia
del dopoguerra. Na- in un clima di di:atura (in Italia e poi in Germania). Conclusione dei Gigan-: amara considerazione della morte dell’arte che non
ha più margini di autonomia “E se ne vanno, portandosi il corpo di Ilse sul carreFo col quale erano venu=”