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Lo sviluppo Misure sulla crescita in salita il governo non trova le risorse Sanità, stop a Palazzo Chigi Salari italiani fermi al palo, i prezzi aumentano del doppio VALENTINA CONTE ROMA — Troppi dubbi sul “de- cretone” che doveva rivoluzio- nare la sanità italiana. E dunque oggi salta il Consiglio dei mini- stri. L’appuntamento slitta al 5 settembre, all’indomani dell’in- contro tra Monti e il presidente francese Hollande. Ma il menù potrebbe ancora limitarsi a un puro esame del provvedimento che il ministro della Salute Bal- duzzi contava invece di portare a casa oggi. Stessa sorte per il se- condo decreto Passera sullo svi- luppo, con il via libera ad Agenda digitale e start up. Per tutti, uno scoglio enorme da superare: la copertura finanziaria. Soldi veri non ce ne sono. E all’appello mancano ancora i 6,5 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva dal primo luglio del 2013. Risorse che il governo proverà a recuperare con la spending review, fase due, da collegare alla legge di stabilità. Governo in affanno, dunque, sull’agenda d’autunno per la cre- scita. Il Paese langue, avrebbe bi- sogno di una spinta per ripartire. Mentre gli stipendi sono man- giati dall’inflazione, come ha confermato ieri l’Istat. A luglio le retribuzioni restano ferme su giugno e salgono solo dell’1,5% su base annua, mentre i prezzi crescono del 3,1%, più del dop- pio. Le crisi aziendali si moltipli- cano, come dimostrano Sulcis, Alcoa, Ilva, Fiat. E ben 4 milioni di lavoratori sono in attesa del rin- novo dei loro contratti (di cui 3 milioni di statali). Un panorama tutt’altro che rassicurante. Al rientro dalle ferie, gli italiani fan- no poi i conti con la benzina oltre i due euro al litro e la fine degli

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Lo sviluppo

Misure sulla crescita in salitail governo non trova le risorseSanità, stop a Palazzo ChigiSalari italiani fermi al palo, i prezzi aumentano del doppioVALENTINA CONTE

ROMA — Troppi dubbi sul “de-cretone” che doveva rivoluzio-nare la sanità italiana. E dunqueoggi salta il Consiglio dei mini-stri. L’appuntamento slitta al 5settembre, all’indomani dell’in-

contro tra Monti e il presidentefrancese Hollande. Ma il menùpotrebbe ancora limitarsi a unpuro esame del provvedimentoche il ministro della Salute Bal-duzzi contava invece di portare acasa oggi. Stessa sorte per il se-condo decreto Passera sullo svi-

luppo, con il via libera ad Agendadigitale e start up. Per tutti, unoscoglio enorme da superare: lacopertura finanziaria. Soldi verinon ce ne sono. E all’appellomancano ancora i 6,5 miliardiper evitare l’aumento dell’Iva dalprimo luglio del 2013. Risorse che

il governo proverà a recuperarecon la spending review, fase due,da collegare alla legge di stabilità.

Governo in affanno, dunque,sull’agenda d’autunno per la cre-scita. Il Paese langue, avrebbe bi-sogno di una spinta per ripartire.Mentre gli stipendi sono man-

giati dall’inflazione, come haconfermato ieri l’Istat. A luglio leretribuzioni restano ferme sugiugno e salgono solo dell’1,5%su base annua, mentre i prezzicrescono del 3,1%, più del dop-pio. Le crisi aziendali si moltipli-cano, come dimostrano Sulcis,

Alcoa, Ilva, Fiat. E ben 4 milioni dilavoratori sono in attesa del rin-novo dei loro contratti (di cui 3milioni di statali). Un panoramatutt’altro che rassicurante. Alrientro dalle ferie, gli italiani fan-no poi i conti con la benzina oltrei due euro al litro e la fine degli

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sconti estivi. «Stiamo lavorandoalla sterilizzazione della maggio-re Iva incassata con una diminu-zione delle accise», azzardaClaudio De Vincenti, sottosegre-tario allo Sviluppo economico.Operazione non del tutto proba-bile, ma a Palazzo Chigi si valuta

la possibilità di intervenire inqualche modo. E in fretta. Primache l’autunno della crisi comincia mordere sul serio.

Rimettere al centro la crescitaè dunque l’obiettivo dichiaratodal governo in questa fase. Ma latensione sulle risorse mette a di-sagio molti dicasteri. Dal cantosuo, il premier Monti, che qual-cuno descrive seccato, vorrebbeevitare l’eccessivo protagoni-smo dei ministri - Passera, For-nero e lo stesso Balduzzi - troppoloquaci all’esterno e su temi sen-sibili, come la diminuzione delcuneo fiscale o la defiscalizzazio-ne delle grandi opere. Idee giu-ste, ma di complicata realizza-zione perché costose e dunquedestinate al puro annuncio. An-che la tassa sulle bollicine volutada Balduzzi per finanziare le mi-sure sulla “non autosufficienza”(250 milioni l’anno) ha messo inimbarazzo l’esecutivo e scatena-to le industrie del settore. E dun-que potrebbe essere stralciata.Così la stretta sui videopoker, chedeprimerebbe una delle fonti piùsuccose per le entrate dello Stato.E la rivoluzione dei medici di ba-se “h24”, importante ma da fo-raggiare. Le Regioni, intanto,hanno fatto i “compiti” e inviatoun documento a Balduzzi con iloro suggerimenti.

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All’appellomancano ancorai 6,5 miliardi perevitare l’aumentodell’Iva nel 2013

ROBERTO MANIA

ROMA — «L’Italia ha bisogno diuna nuova classe dirigente. È unpaese che va “shakerato” perchési aprano tutte le porte. Il governoMonti ha cominciato a scardinareil vecchio sistema, creando var-chi, incuneandosi nella muraglia.Questo è il testimone che passeràal prossimo esecutivo politico».Fabrizio Barca, ministro per laCoesione territoriale, pensache l’azione riformatricedel governo non sia del tut-to esaurita ma che di certo iprossimi mesi dovrannoessere dedicati soprattut-to all’attuazione delle de-cisioni già prese. E ragio-na sul futuro dell’Italiaapplicando lo schema diun fortunatissimo libro(“Why nations fail”)scritto da due accademi-ci americani, l’economi-sta del Mit Doran Ace-moglu e il politologo diHarvard James Robin-son secondo i quali ipaesi con “istituzioni in-clusive” aperte alla parte-cipazione e dunque all’in-novazione sono destinati avincere su quelli con “isti-tuzioni estrattive” dovedominano le rendite diposizione. L’Italia fa partedi questi ultimi.

Lei auspica un ricambio del-la classe dirigente, criticando inostri meccanismi di selezione.Dice che il governo sta rompen-do le barriere alla mobilità socia-le. Eppure questo è un governo dicooptati, dalle banche, dalle uni-versità, dall’alta burocrazia pub-blica. Non è una contraddizione?

«Per nulla. L’anima del governoè quella che le ho descritto. Il rigo-re si può fare anche senza le rifor-me, ma la crescita e l’equità (il trit-tico di cui ha parlato Monti fin dal-l’insediamento del suo gabinetto)si ottengono solo se si sbloccanole cause che rendono immobile ilnostro sistema. Pensi solo alla for-ma mentis del presidente Montisul terreno della concorrenza nelsettore dei servizi e non solo cheha contaminato tutti noi. Abbia-mo aperto il primo varco nel mer-cato del gas e quello del trasportoferroviario. Nonostante sia passa-ta un po’ in sordina, abbiamo av-viato la riforma gli ordini profes-sionali, toccando per la prima vol-ta anche quello degli avvocati. Epoi, per usare un’espressione del-

la Banca d’Italia, abbiamo rotto“la pletoricità e gli incroci” deiconsigli di amministrazione dellebanche con quelli degli enti pub-blici. Per stare nelle cose di miacompetenza, abbiamo posto lepremesse per un radicale cambia-mento nell’approccio alla gestio-ne delle emergenze come quelledell’Aquila e di Pompei: è tuttotrasparente, tutte le spese sonoverificabili in tempo reale sulweb, così come i bandi per i con-corsi. Tra un po’ non ci sarà più lainaccessibilità delle informazio-ni sulle spese della pubblica am-ministrazione. Niente di tuttociò era scontato. Per fare i taglie basta andava bene anche la“vecchia macchina”».

Lei pensa che i cittadinipercepiscano tutto questo?

«Non a sufficienza».Perché?«Forse perché nel rap-

porto tra noi e i partiti che cisostengono non c’è stataun’adeguata discussione.Ma forse anche perché

non abbiamo ricercato ilconsenso a tutti i costi.D’altra parte non era ilnostro obiettivo, né il

nostro compito».

Una nuova classe dirigentenon nasce dall’oggi al domani. Civorrà del tempo.

«Non sarà un processo veloce enemmeno indolore. Si produr-ranno conflitti perché c’è chi per-derà e dovrà farsi da parte».

Sembra di sentire Matteo Ren-zi. Che ne pensa del sindaco di Fi-renze?

«Renzi, come altri, sente questapulsione. Avverte che questo è ilpunto. Ma è un terreno che variempito di contenuti non lascia-to al webbismo, al twitterismo o al

nuovismo che non si misuranocon la concretezza».

Voterebbe Renzi alle primariedel Pd?

«Non ho mai votato alle prima-rie di un partito e non lo farò nem-meno questa volta».

Il paese bloccato è più colpadella destra o della sinistra?

«La malattia delle “istituzioniestrattive” per usare la formula diAcemoglu e Robinson è comune atutto il Paese».

E qual è la responsabilità dellanostra classe imprenditoriale? Ilsuo collega del Lavoro, Elsa For-nero, ha detto che ora tocca agliindustriali tornare a investirenelle proprie imprese perché illavoro si crea solo così.

«Gli scarsi investimenti di que-sta fase dipendono dall’incertez-za che c’è. Il compito del governoè anche quello di creare un qua-dro di certezze per spingere gli in-vestimenti. Più in generale i nostriimprenditori si sono adeguati. Mail vero motivo per cui poche pic-cole imprese diventano medie epoche medie si trasformano ingrandi è la paura che i nostri im-prenditori hanno di aprire gli as-setti proprietari, di accettare dimettersi in gioco».

E i sindacati? Attori di conser-vazione o di innovazione?

«Rispetto a qualche anno fa, si-curamente più innovatori. Guar-di, è il discorso pubblico naziona-le ad essere ancora molto antico.Sui territori c’è una maggiore con-sapevolezza che si debba cambia-re».

Ma lei considera esaurita lastagione delle riforme del gover-no Monti?

«No. Ci sono ancora altre misu-re da varare, tra le prime quelle perfacilitare le start up aziendali e lacosiddetta agenda digitale. Macerto bisognerà attuare, attuare,attuare i provvedimenti già ap-provati. Perché non basta appro-vare il regolamento di turno per-ché tutto sia a posto. I provvedi-menti vanno adottati sul territo-rio, lì dove i cittadini ne possonotoccare con mano la realizzazio-ne».

Non negherà che il nuovo slit-tamento del “decretone sanità”del ministro Balduzzi sia un se-gnale di debolezza del governo?

«Se per fare un provvedimentoperfetto, specie se così importan-te, servono alcuni giorni in piùnon mi pare un problema. L’im-portante è portarlo a casa».

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“Abbiamo iniziato a scardinare il sistemama ci vuole una nuova classe dirigente”Barca: liberalizzazioni e trasparenza per sbloccare il Paese

L’intervista

Le prossime misureCi sono ancora altre misure da varare,tra le prime quelle per facilitare lestart up aziendali e la cosiddettaagenda digitale. Ma certo bisogneràattuare i provvedimenti già approvati

Il decreto sanitàSe per fare un provvedimentoperfetto, specie su una materia cosìimportante, servono alcuni giornidi più non mi pare un problema:l’importante è portarlo a casa

MINISTROFabrizio BarcaSotto, il centrodell’Aquila

FOTO:ANSA

L’ESPRESSODismissioni del patrimoniopubblico, gruppi a rischiocrac, famiglie in crisi: sul’Espresso oggi in edicola

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GOVERNOIL DECRETO DELLE POLEMICHE

Nodo sanitàSalta il Consigliodei ministriLariunionefissataperoraslittaallaprossimasettimana:arischio la tassasullebevandeelastrettasuigiochi

Alla fine le bevande gassatesono andate di traverso al go-verno. L’idea di tassare le bi-bite zuccherate per i prossi-mi tre anni va rivista e lostesso dicasi per le misurecontro il gioco d’azzardo. Maa subire uno stop è tutto il de-creto sanità a cui ha lavoratoil ministro della Salute, Re-nato Balduzzi e che parecchidubbi ha suscitato tra glistessi ministri e i tecnici.Proprio per consentire di ri-vedere con calma il testo èstato rimandato il Consigliodei ministri previsto per og-gi, che aveva all’ordine delgiorno l’esame del provvedi-mento. Se ne discuterà allaprossima riunione, fissataper il 5 settembre. Il rinvio èstato deciso dopo alcuni col-loqui che ci sono stati ierimattina fra il premier MarioMonti, Balduzzi ed altri mini-stri. I nodi, sollevati già inpreconsiglio da alcuni mini-steri, sono molti: alcune nor-me sono prive dei requisiti diurgenza richiesti ad un de-creto, per altre, come quellerelative all’apertura degliambulatori 24 ore su 24,mancherebbe la copertura fi-nanziaria. Si discute anchedell’opportunità di introdur-re alcuni deterrenti controscorretti stili di vita, come la

tassa sulle bibite o la strettasui giochi d’azzardo (divieto diinstallare macchinette all’in-terno o in un raggio di 500 me-tri da istituti scolastici e centrifrequentati principalmente dagiovani, strutture operanti inambito sanitario o socio-assi-stenziale e luoghi di culto). «Ilrinvio del Consiglio dei mini-stri rappresenta l’ennesimoesempio del dilettantismo diquesto governo che si è pre-sentato con tanta enfasi dicen-do di saper risolvere i proble-mi del Paese, ma in realtà li hasolo peggiorati» sostiene ilpresidente dei deputati dellaLega Nord, Gianpaolo Dozzo.Osservazioni sul provvedi-

mento sono arrivate anchedalla commissione salute dellaConferenza delle Regioni, chele ha messe nero su bianco inun documento aggiungendoaltri 5 articoli ai 27 pensati inorigine dal ministero. Le Re-gioni bocciano ad esempio l’ar-ticolo 6 sul «Programma na-zionale per la non autosuffi-cienza» vista la «mancanza dirisorse; la sovrapposizionedelle competenze e la violazio-

ne dell’«aliquota fiscale ridot-ta prevista per tutte le attivitàindustriali produttive di beni eservizi». La settimana prossi-ma il governo dovrà affrontareun’altra questione spinosa: ladecisione sull’opportunità dipresentare ricorso contro lasentenza della Corte europeaper i diritti dell’uomo sulla leg-ge 40 sulla fecondazione assi-stita. È probabile che il Consi-glio dei ministri di mercoledìpossa anche essere la sede peruna relazione di Balduzzi sullasentenza della Corte di Stra-sburgo e sulle ragioni - a pare-re del ministro - che merite-rebbero il ricorso. Non è esclu-so che il governo, prima di de-cidere, chieda il parere pre-ventivo di Camera e Senato.

ROSARIA TALARICOROMA

LeRegionipropongonoaltri5articoliai27presentati inoriginedalministroBalduzzi

ne del Titolo V della Costitu-zione». Per le Regioni va elimi-nato anche l’intero comma 9dell’articolo 11 («Disposizioniin materia di vendita di pro-dotti del tabacco, di bevande emisure di prevenzione percontrastare la dipendenza dagioco d’azzardo patologico»),quello che riguarda l’obbligo dicertificazione specialisticamedico-sportiva. In terminigenerali i presidenti di Regio-ne sottolineano «l’assoluta ne-cessità che siano previste leadeguate coperture economi-che per tutte le misure che, di-rettamente o indirettamente,prevedono ulteriori costi per ilServizio sanitario nazionale».Poi nel documento si puntua-lizza e si esorcizza la paura più

grande: «Nessuna risorsa ag-giuntiva potrà ricadere sulleRegioni». Per quanto riguardagli articoli aggiunti, il primo ri-guarda «Disposizioni in mate-ria di armonizzazione dei si-stemi contabili e degli schemidi bilancio delle Regioni» epresenta una nuova strategiadi assetto contabile con «unasperimentazione, della duratadi due esercizi finanziari».L’articolo 29 ridefinisce i crite-ri per la mobilità del personaledelle aziende sanitarie. L’ulti-ma richiesta riguarda le «Di-sposizioni in merito al tratta-mento fiscale relativo ai con-sumi di gas metano delleaziende e degli enti del Servi-zio sanitario nazionale». Perquesti si richiede l’applicazio-

Il Consiglio dei ministri rinviato al 5 settembre. Slitta così l’esame della riforma sulla sanità

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