l'imitazione di cristo

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L'IMITAZIONE DI CRISTO "Chi segue me non cammina nelle tenebre" (Gv 8,12), dice il Signore. Sono parole di Cristo, le quali ci esortano ad imitare la sua vita e la sua condotta, se vogliamo essere veramente illuminati e liberati da ogni cecità interiore. Dunque, la nostra massima preoccupazione sia quella di meditare sulla vita di Gesù. Già l'insegnamento di Cristo è eccellente, e supera quello di tutti i santi; e chi fosse forte nello spirito vi troverebbe una manna nascosta. Ma accade che molta gente trae un ben scarso desiderio del Vangelo dall'averlo anche più volte ascoltato, perché è priva del senso di Cristo. Invece, chi vuole comprendere pienamente e gustare le parole di Cristo deve fare in modo che tutta la sua vita si modelli in Cristo. Che ti serve saper discutere profondamente della Trinità, se non sei umile, e perciò alla Trinità tu dispiaci? Invero, non sono le profonde dissertazioni che fanno santo e giusto l'uomo; ma è la vita virtuosa che lo rende caro a Dio. Preferisco sentire nel cuore la compunzione che saperla definire. Senza la carità e la grazia, a che ti gioverebbe una conoscenza esteriore di tutta la Bibbia e delle dottrine di tutti i filosofi? "Vanità delle vanità, tutto è vanità" (Qo 1,2), fuorché amare Dio e servire lui solo. Questa è la massima sapienza: tendere ai regni celesti, disprezzando questo mondo. Vanità è dunque ricercare le ricchezze, destinate a finire, e porre in esse le nostre speranze. Vanità è pure ambire agli onori e montare in alta condizione. Vanità è seguire desideri carnali e aspirare a cose, per le quali si debba poi essere gravemente puniti. Vanità è aspirare a vivere a lungo, e darsi poco pensiero di vivere bene. Vanità è occuparsi soltanto della vita presente e non guardare fin d'ora al futuro. Vanità è amare ciò che passa con tutta rapidità e non affrettarsi là dove dura eterna gioia. Ricordati spesso di quel proverbio: "Non si sazia l'occhio di guardare, né mai l'orecchio è sazio di udire" (Qo 1,8). Fa', dunque, che il tuo cuore sia distolto dall'amore delle cose visibili di quaggiù e che tu sia portato verso le cose di lassù, che non vediamo. Giacché chi va dietro ai propri sensi macchia la propria coscienza e perde la grazia di Dio. L'UMILE CONOSCENZA DI SÉ L'uomo, per sua natura, anela a sapere; ma che dà il sapere se non si ha il timore di Dio? Certamente un umile contadino che serva il Signore è più apprezzabile di un sapiente che, montato in superbia e dimentico di ciò che egli è veramente, vada studiando i movimenti del cielo. Colui che si conosce a fondo sente di valere ben poco in se stesso; e non cerca l'approvazione degli uomini. Dinanzi a Dio, il quale mi giudicherà per le mie azioni, che mi gioverebbe se io anche possedessi tutta la scienza del mondo, ma non avessi l'amore? Datti pace da una smania eccessiva di sapere: in essa, infatti, non troverai che sviamento grande ed inganno. Coloro che sanno desiderano apparire ed essere chiamati sapienti. Ma vi sono molte cose, la cui conoscenza giova ben poco, o non giova affatto, all'anima. Ed è tutt'altro che sapiente colui che attende a cose diverse da quelle che servono alla sua salvezza. I molti discorsi non appagano l'anima; invece una vita buona rinfresca la mente e una coscienza pura dà grande fiducia in Dio. Quanto più grande e profonda è la tua scienza, tanto più severamente sarai giudicato, proprio partendo da essa, se non sarà stata santa la tua vita.

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Imitazione di Cristo

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  • L'IMITAZIONE DI CRISTO"Chi segue me non cammina nelle tenebre" (Gv 8,12), dice il Signore. Sono parole diCristo, le quali ci esortano ad imitare la sua vita e la sua condotta, se vogliamo essereveramente illuminati e liberati da ogni cecit interiore. Dunque, la nostra massimapreoccupazione sia quella di meditare sulla vita di Ges.Gi l'insegnamento di Cristo eccellente, e supera quello di tutti i santi; e chi fosse fortenello spirito vi troverebbe una manna nascosta. Ma accade che molta gente trae un benscarso desiderio del Vangelo dall'averlo anche pi volte ascoltato, perch priva del sensodi Cristo. Invece, chi vuole comprendere pienamente e gustare le parole di Cristo deve farein modo che tutta la sua vita si modelli in Cristo.Che ti serve saper discutere profondamente della Trinit, se non sei umile, e perci allaTrinit tu dispiaci? Invero, non sono le profonde dissertazioni che fanno santo e giustol'uomo; ma la vita virtuosa che lo rende caro a Dio. Preferisco sentire nel cuore lacompunzione che saperla definire.Senza la carit e la grazia, a che ti gioverebbe una conoscenza esteriore di tutta la Bibbia edelle dottrine di tutti i filosofi? "Vanit delle vanit, tutto vanit" (Qo 1,2), fuorch amareDio e servire lui solo. Questa la massima sapienza: tendere ai regni celesti, disprezzandoquesto mondo.

    Vanit dunque ricercare le ricchezze, destinate a finire, e porre in esse le nostre speranze.Vanit pure ambire agli onori e montare in alta condizione. Vanit seguire desidericarnali e aspirare a cose, per le quali si debba poi essere gravemente puniti. Vanit aspirare a vivere a lungo, e darsi poco pensiero di vivere bene. Vanit occuparsi soltantodella vita presente e non guardare fin d'ora al futuro. Vanit amare ci che passa con tuttarapidit e non affrettarsi l dove dura eterna gioia.Ricordati spesso di quel proverbio: "Non si sazia l'occhio di guardare, n mai l'orecchio sazio di udire" (Qo 1,8).Fa', dunque, che il tuo cuore sia distolto dall'amore delle cose visibili di quaggi e che tu siaportato verso le cose di lass, che non vediamo. Giacch chi va dietro ai propri sensimacchia la propria coscienza e perde la grazia di Dio.

    L'UMILE CONOSCENZA DI SL'uomo, per sua natura, anela a sapere; ma che d il sapere se non si ha il timore di Dio?Certamente un umile contadino che serva il Signore pi apprezzabile di un sapiente che,montato in superbia e dimentico di ci che egli veramente, vada studiando i movimentidel cielo.Colui che si conosce a fondo sente di valere ben poco in se stesso; e non cercal'approvazione degli uomini. Dinanzi a Dio, il quale mi giudicher per le mie azioni, che migioverebbe se io anche possedessi tutta la scienza del mondo, ma non avessi l'amore? Dattipace da una smania eccessiva di sapere: in essa, infatti, non troverai che sviamento grandeed inganno. Coloro che sanno desiderano apparire ed essere chiamati sapienti. Ma vi sonomolte cose, la cui conoscenza giova ben poco, o non giova affatto, all'anima. Ed tutt'altroche sapiente colui che attende a cose diverse da quelle che servono alla sua salvezza.I molti discorsi non appagano l'anima; invece una vita buona rinfresca la mente e unacoscienza pura d grande fiducia in Dio. Quanto pi grande e profonda la tua scienza,tanto pi severamente sarai giudicato, proprio partendo da essa, se non sar stata santa latua vita.

  • Non volerti gonfiare, dunque, per alcuna arte o scienza, che tu possegga, ma piuttosto abbitimore del sapere che ti dato. Anche se ti pare di sapere molte cose; anche se hai buonaintelligenza, ricordati che sono molte di pi le cose che non sai.Non ti insuperbire (Rm 11,20; 12,16); confessa piuttosto la tua ignoranza. Perch vuoi portiavanti ad altri, mentre se ne trovano molti pi dotti di te, e pi esperti nei testi sacri? Sevuoi imparare e conoscere qualcosa, in modo spiritualmente utile, cerca di essere ignorato edi essere considerato un nulla. questo l'insegnamento pi profondo e pi utile, conoscersi veramente e disprezzarsi. Nontenere se stessi in alcun conto e avere sempre buona e alta considerazione degli altri; inquesto sta grande sapienza e perfezione.Anche se tu vedessi un altro cadere manifestamente in peccato, o commettere alcunch digrave, non dovresti crederti migliore di lui. Tutti siamo fragili; ma tu non devi ritenerenessuno pi fragile di te.

    L'AMMAESTRAMENTO DELLA VERITFelice colui che viene ammaestrato direttamente dalla verit, cos come essa , e non permezzo di immagini o di parole umane; ch la nostra intelligenza e la nostra sensibilitspesso ci ingannano, e sono di corta veduta.A chi giova un'ampia e sottile discussione intorno a cose oscure e nascoste all'uomo; coseper le quali, anche se le avremo ignorate, non saremo tenuti responsabili, nel giudiziofinale? Grande nostra stoltezza: trascurando ci che ci utile, anzi necessario, cidedichiamo a cose che attirano la nostra curiosit e possono essere causa della nostradannazione. "Abbiamo occhi e non vediamo" (Ger 5,21).Che c'importa del problema dei generi e delle specie? Colui che ascolta la parola eterna silibera dalle molteplici nostre discussioni. Da quella sola parola discendono tutte le cose etutte le cose proclamano quella sola parola; essa "il principio" che continua a parlare agliuomini (Gv 8,25). Nessuno capisce, nessuno giudica rettamente senza quella parola.Soltanto chi sente tutte le cose come una cosa sola, e le porta verso l'unit e le vede tuttenell'unit, pu avere tranquillit interiore e abitare in Dio nella pace. O Dio, tu che sei laverit stessa, fa' che io sia una cosa sola con te, in un amore senza fine.Spesso mi stanco di leggere molte cose, o di ascoltarle: quello che io voglio e desidero statutto in te. Tacciano tutti i maestri, tacciano tutte le creature, dinanzi a te: tu solo parlami.

    Quanto pi uno sar unificato e interiormente raccolto, tanto pi agevolmente capir moltecose, e difficili, perch dall'alto egli ricever lume all'intelletto. Uno spirito puro, saldo esemplice non si perde anche se si adopera in molteplici faccende, perch tutto egli fa aonore di Dio, sforzandosi di astenersi da ogni ricerca di s.Che cosa ti lega e ti danneggia di pi dei tuoi desideri non mortificati? L'uomo retto edevoto prepara prima, interiormente, le opere esterne che deve compiere. Cos non sarannoqueste ad indurlo a desideri volti al male; ma sar lui invece che piegher le sue opere allascelta fatta dalla retta ragione.Nessuno sostiene una lotta pi dura di colui che cerca di vincere se stesso. Questo appuntodovrebbe essere il nostro impegno: vincere noi stessi, farci ogni giorno superiori a noi stessie avanzare un poco nel bene.

    In questa vita ogni nostra opera, per quanto buona, commista a qualche imperfezione;ogni nostro ragionamento, per quanto profondo, presenta qualche oscurit. Perci laconstatazione della tua bassezza costituisce una strada che conduce a Dio pi sicuramenteche una dotta ricerca filosofica.

  • Non gi che sia una colpa lo studio, e meno ancora la semplice conoscenza delle cose - laquale , in se stessa, un bene ed voluta da Dio -; ma sempre cosa migliore una buonaconoscenza di s e una vita virtuosa. Infatti molti vanno spesso fuori della buona strada enon danno frutto alcuno, o scarso frutto, di bene, proprio perch si preoccupano pi dellaloro scienza che della santit della loro vita.Che se la gente mettesse tanta attenzione nell'estirpare i vizi e nel coltivare le virt, quantane mette nel sollevare sottili questioni filosofiche non ci sarebbero tanti mali e tantiscandali tra la gente; e nei conventi non ci sarebbe tanta dissipazione. Per certo, quandosar giunto il giorno del giudizio, non ci verr chiesto che cosa abbiamo studiato, mapiuttosto che cosa abbiamo fatto; n ci verr chiesto se abbiamo saputo parlare bene, mapiuttosto se abbiamo saputo vivere devotamente.Dimmi: dove si trovano ora tutti quei capiscuola e quei maestri, a te ben noti mentre eranoin vita, che brillavano per i loro studi? Le brillanti loro posizioni sono ora tenute da altri; enon detto che questi neppure si ricordino di loro. Quando erano vivi sembravano essereun gran che; ma ora di essi non si fa parola.Oh, quanto rapidamente passa la gloria di questo mondo! E voglia il cielo che la loro vitasia stata all'altezza del loro sapere; in questo caso non avrebbero studiato e insegnatoinvano.Quanti uomini si preoccupano ben poco di servire Iddio, e si perdono a causa di un vanosapere ricercato nel mondo. Essi scelgono per s la via della grandezza, piuttosto di quelladell'umilt; perci si disperde la loro mente (Rm 1,21). Grande , in verit, colui che hagrande amore; colui che si ritiene piccolo e non tiene in alcun conto anche gli onori pi alti.Prudente , in verit, colui che considera sterco ogni cosa terrena, al fine di guadagnarsiCristo (Fil 3,8). Dotto, nel giusto senso della parola, , in verit, colui che fa la volont diDio, buttando in un canto la propria volont.

    LA PONDERATEZZA NELL'AGIRENon dobbiamo credere a tutto ci che sentiamo dire; non dobbiamo affidarci a ogni nostroimpulso. Al contrario, ogni cosa deve essere valutata alla stregua del volere di Dio, conattenzione e con grandezza d'animo.Purtroppo, degli altri spesso pensiamo e parliamo pi facilmente male che bene: tale lanostra miseria. Quelli che vogliono essere perfetti non credono scioccamente all'ultimo cheparla, giacch conoscono la fragilit, anzi l'infermit umana, portata alla malevolenza etroppo facile a blaterare.Grande saggezza non essere precipitosi nell'agire e, d'altra parte, non restare ostinatamentealle nostre prime impressioni. Grande saggezza, perci, non andare dietro a ogni discorsodella gente e non spargere subito all'orecchio di altri quanto abbiamo udito e creduto.Devi preferire farti guidare da uno migliore di te, piuttosto che andar dietro alle tuefantasticherie; prima di agire, devi consigliarti con persona saggia e di retta coscienza.Giacch la vita virtuosa che rende l'uomo saggio della saggezza di Dio, e buon giudice inmolti problemi. Quanto pi uno sar intimamente umile e soggetto a Dio, tanto pi sarsaggio, e pacato in ogni cosa.

    LA LETTURA DELLE SACRE SCRITTURENei libri sacri si deve ricercare la verit, non la bellezza della forma. Essi vanno letti nellospirito con cui furono scritti; in essi va ricercata l'utilit spirituale, piuttosto che l'eleganzadella parola. Perci dobbiamo leggere anche opere semplici, ma devote, con lo stessodesiderio con cui leggiamo opere dotte e profonde. Non lasciarti colpire dal nome delloscrittore, di minore o maggiore risonanza; quel che ci deve indurre alla lettura deve essere il

  • puro amore della verit. Non cercar di sapere chi ha detto una cosa, ma bada a ci che stato detto. Infatti gli uomini passano, "invece la verit del Signore resta per sempre" (Sal116,2); e Dio ci parla in varie maniere, "senza tener conto delle persone" (1 Pt 1,17).Spesso, quando leggiamo le Scritture, ci di ostacolo la nostra smania di indagare, perchvogliamo approfondire e discutere l dove non ci sarebbe che da andare avanti in semplicitdi spirito. Se vuoi trarre profitto, leggi con animo umile e semplice, con fede. E nonaspirare mai alla fama di studioso.Ama interrogare e ascoltare in silenzio la parola dei santi. E non essere indifferente alleparole dei superiori: esse non vengono pronunciate senza ragione.

    GLI SREGOLATI MOTI DELL'ANIMAOgni qual volta si desidera una cosa contro il volere di Dio, subito si diventa interiormenteinquieti. Il superbo e l'avaro non hanno mai requie; invece chi povero e umile di cuoregode della pienezza della pace.Colui che non perfettamente morto a se stesso cade facilmente in tentazione ed vinto incose da nulla e disprezzabili.Colui che debole nello spirito ed , in qualche modo, ancora volto alla carne e ai sensi,difficilmente si pu distogliere del tutto dalle brame terrene; e, quando pur riesce a sottrarsia queste brame, ne riceve tristezza. Che se poi qualcuno gli pone ostacolo, facilmente sisdegna; se, infine, raggiunge quel che bramava, immediatamente sente in coscienza il pesodella colpa, perch ha assecondato la sua passione, la quale non giova alla pace checercava. Giacch la vera pace del cuore la si trova resistendo alle passioni, non soggiacendoad esse.Non gi nel cuore di colui che attaccato alla carne, non gi nell'uomo volto alle coseesteriori sta la pace; ma nel cuore di colui che pieno di fervore spirituale.

    GUARDARSI DALLE VANE SPERANZE E FUGGIRE LA SUPERBIAChi mette la sua fiducia negli uomini e nelle altre creature un insensato.Non ti rincresca di star sottoposto ad altri, per amore di Ges Cristo, e di sembrare unpoveretto, in questo mondo. Non appoggiarti alle tue forze, ma salda la tua speranza in Dio:se farai tutto quanto sta in te, Iddio aderir al tuo buon volere.Non confidare nel sapere tuo o nella capacit di un uomo purchessia, ma piuttosto nellagrazia di Dio, che sostiene gli umili e atterra i presuntuosi. Non vantarti delle ricchezze, sene hai, e neppure delle potenti amicizie; il tuo vanto sia in Dio, che concede ogni cosa, edama dare se stesso, sopra ogni cosa. Non gonfiarti per la prestanza e la bellezza del tuocorpo; alla minima malattia esse si guastano e si deturpano.Non compiacerti di te stesso, a causa della tua abilit e della tua intelligenza, affinch tunon spiaccia a Dio, a cui appartiene tutto ci che di buono hai sortito dalla natura.Non crederti migliore di altri, affinch, per avventura, tu non sia ritenuto peggiore dinanzi aDio, che ben conosce quello che c' in ogni uomo (cfr. Gv 2,25). Non insuperbire per le tueopere buone, perch il giudizio degli uomini diverso da quello di Dio, cui spesso nonpiace ci che piace agli uomini. Anche se hai qualcosa di buono, pensa che altri abbia dimeglio, cosicch tu mantenga l'umilt. Nulla di male se ti metti al di sotto di tutti gli altri;molto male invece se tu ti metti al di sopra anche di una sola persona.Nell'umile pace indefettibile; nel cuore del superbo sono, invece, continua smania einquietudine.

  • EVITARE L'ECCESSIVA FAMILIARIT"Non aprire il tuo cuore al primo che capita" (Sir 8,22); i tuoi problemi, trattali invece conchi ha saggezza e timore di Dio.Cerca di stare raramente con persone sprovvedute e sconosciute; non metterti con i ricchiper adularli; non farti vedere volentieri con i grandi. Stai, invece, accanto alle persone umilie semplici, devote e di buoni costumi; e con esse tratta di cose che giovino alla tuasantificazione. Non avere familiarit con alcuna donna, ma raccomanda a Dio tutte le donnedegne. Cerca di essere tutto unito soltanto a Dio e ai suoi angeli, evitando ogni curiositriguardo agli uomini.Mentre si deve avere amore per tutti, la familiarit non affatto necessaria. Capita talvoltache una persona che non conosciamo brilli per fama eccellente; e che poi, quando essa cista dinanzi, ci dia noia solo al vederla. D'altra parte, talvolta speriamo di piacere aqualcuno, stando con lui, e invece cominciamo allora a non piacergli, perch egli vede innoi alcunch di riprovevole.

    OBBEDIENZA E SOTTOMISSIONEStare sottomessi, vivere soggetti a un superiore e non disporre di s cosa grande e valida. molto pi sicura la condizione di sudditanza, che quella di comando. Ci sono molti chestanno sottomessi per forza, pi che per amore: da ci traggono sofferenza, e facilmente sene lamentano; essi non giungono a libert di spirito, se la loro sottomissione non viene dalprofondo del cuore e non ha radice in Dio.Corri pure di qua e di l; non troverai pace che nell'umile sottomissione sotto la guida di unsuperiore. Andar sognando luoghi diversi, e passare dall'uno all'altro, stato per molti uninganno.

    Certamente ciascuno preferisce agire a suo talento, ed maggiormente portato verso chi glid ragione. Ma se Cristo dentro di noi, dobbiamo pur talvolta lasciar perdere i nostridesideri, per amore della pace.C' persona cos sapiente che possa conoscere pienamente ogni cosa? Perci non devi averetroppa fiducia nelle tue impressioni; devi ascoltare volentieri anche il parere degli altri.Anche se la tua idea era giusta, ma la abbandoni per amore di Dio seguendo quella di altri,da ci trarrai molto profitto. Stare ad ascoltare ed accettare un consiglio - come spesso hosentito dire - cosa pi sicura che dare consigli.Pu anche accadere che l'idea di uno sia buona; ma sempre segno di superbia e dipertinacia non volersi arrendere agli altri, quando la ragionevolezza o l'evidenza lo esigano.

    ASTENERSI DAI DISCORSI INUTILIPer quanto possibile, stai lontano dall'agitarsi che fa la gente. Infatti, anche se vi si attendecon purezza di intenzione, l'occuparsi delle faccende del mondo un grosso impaccio,perch ben presto si viene inquinati dalle vanit, e fatti schiavi. Pi di una volta vorrei esserstato zitto, e non essere andato in mezzo alla gente.

    Ma perch andiamo parlando e chiacchierando cos volentieri con altri, anche se poi raroche, quando torniamo a star zitti, non abbiamo qualche guasto alla coscienza? Parliamo cosvolentieri perch, con queste chiacchiere, cerchiamo di consolarci a vicenda, e speriamo disollevare il nostro animo oppresso dai vari pensieri. Inoltre molto ci diletta discorrere efantasticare delle cose che amiamo assai e che desideriamo, o di ci che sembracontrastarci. Ma spesso purtroppo tutto questo vano e inutile; giacch una simileconsolazione esteriore va molto a scapito di quella interiore e divina.

  • Non dobbiamo passare il nostro tempo in ozio, ma in vigilie e in orazioni; e, se possiamo odobbiamo parlare, dire cose edificanti. Infatti, mentre il malvezzo e la trascuratezza delnostro progresso spirituale ci induce facilmente a tenere incustodita la nostra lingua, giovaassai al nostro profitto interiore una devota conversione intorno alle cose dello spirito; tantopi quando ci si unisca, nel nome di Dio, a persone animate da pari spiritualit.

    LA CONQUISTA DELLA PACE INTERIORE E L'AMORE DEL PROGRESSOSPIRITUALE

    Se non ci volessimo impicciare di quello che dicono o di quello che fanno gli altri, e di coseche non ci riguardano, potremmo avere una grande pace interiore. Come, infatti, possibileche uno mantenga a lungo l'animo tranquillo se si intromette nelle faccende altrui, se va acercare all'esterno i suoi motivi di interesse, se raramente e superficialmente si raccoglie inse stesso?Beati i semplici, giacch avranno grande pace. Perch mai alcuni santi furono cos perfetti epieni di spirito contemplativo? Perch si sforzarono di spegnere completamente in s ognidesiderio terreno, cosicch - liberati e staccati da se stessi - potessero stare totalmente unitia Dio, con tutto il cuore. Noi, invece, siamo troppo presi dai nostri sfrenati desideri, etroppo preoccupati delle cose di quaggi; di rado riusciamo a vincere un nostro difetto,anche uno soltanto, e non siamo ardenti nel tendere al nostro continuo miglioramento. Ecos restiamo inerti e tiepidi.Se fossimo, invece, totalmente intenti a noi stessi e per nulla implicati in cose esteriori,potremmo perfino avere conoscenza delle cose di Dio, e fare esperienza, in qualche misura,della contemplazione celeste. Il vero e pi grande ostacolo consiste in ci, che non siamoliberi dalle passioni e dalle brame, e che non ci sforziamo di entrare nella via dellaperfezione, che fu la via dei santi: anzi, appena incontriamo una difficolt, anche di pococonto, ci lasciamo troppo presto abbattere e ci volgiamo a consolazioni terrene.

    Se facessimo di tutto, da uomini forti, per non abbandonare la battaglia, tosto vedremmovenire a noi dal cielo l'aiuto del Signore. Il quale prontamente sostiene coloro checombattono fiduciosi nella sua grazia; anzi, ci procura occasioni di lotta proprio perch neusciamo vittoriosi.Che se facciamo consistere il progresso spirituale soltanto in certe pratiche esteriori, tosto lanostra religione sar morta. Via, mettiamo la scure alla radice, cosicch, liberati dallepassioni, raggiungiamo la pace dello spirito.Se ci strappassimo via un solo vizio all'anno diventeremmo presto perfetti. Invece spesso ciaccorgiamo del contrario; troviamo cio che quando abbiamo indirizzata la nostra vita aDio eravamo pi buoni e pi puri di ora, dopo molti anni di vita religiosa. Il fervore el'avanzamento spirituale dovrebbe crescere di giorno in giorno; invece gi sembra gran cosase uno riesce a tener viva una particella del fervore iniziale.

    Se facessimo un poco di violenza a noi stessi sul principio, potremmo poi fare ogni cosafacilmente e gioiosamente.Certo difficile lasciare ci a cui si abituati; ancor pi difficile camminare in sensocontrario al proprio desiderio. Ma se non riesci a vincere nelle cose piccole e da poco, comesupererai quelle pi gravi? Resisti fin dall'inizio alla tua inclinazione; distaccatidall'abitudine, affinch questa non ti porti, a poco a poco, in una situazione pi ardua.

  • Se tu comprendessi quanta pace daresti a te stesso e quanta gioia procureresti agli altri,vivendo una vita dedita al bene, sono certo che saresti pi sollecito nel tendere al tuoprofitto spirituale.

    I VANTAGGI DELLE AVVERSIT bene per noi che incontriamo talvolta difficolt, sofferenze e contrariet; queste, infatti,richiamano l'uomo a se stesso, nel profondo, fino a che comprenda che quaggi egli inesilio e che la sua speranza non va riposta in alcuna cosa di questo mondo. bene chetalvolta soffriamo contraddizione e che la gente ci giudichi male e ingiustamente, anche sele nostre azioni e le nostre intenzioni sono buone.Tutto ci suol favorire l'umilt, e ci preserva dalla vanagloria. Invero, proprio quando lagente attorno a noi ci offende e ci scredita, noi aneliamo con maggior forza al testimoneinteriore, Iddio.

    Dovremmo piantare noi stessi cos saldamente in Dio, da non avere necessit alcuna diandar cercando tanti conforti umani. Quando un uomo di buona volont soffre tribolazioni etentazioni, o afflitto da pensieri malvagi, allora egli sente di avere maggior bisogno diDio, e di non poter fare nulla di bene senza di lui. E si rattrista e piange e prega per il maleche soffre; gli viene a noia che la vita continui; e spera che sopraggiunga la morte (2 Cor1,8), cos da poter scomparire e dimorare in Cristo (Fil 1,23). Allora egli capisce che nelmondo non pu esserci completa serenit e piena pace.

    RESISTERE ALLE TENTAZIONIFinch saremo al mondo, non potremo essere senza tribolazioni e tentazioni; infatti stascritto nel libro di Giobbe (7,1) che la vita dell'uomo sulla terra tutta una tentazione.Ognuno dovrebbe, dunque, stare attento alle tentazioni e vigilare in preghiera (1 Pt 4,7),affinch il diavolo non trovi il punto dove possa esercitare il suo inganno; il diavolo, chemai non posa, ma va attorno cercando chi possa divorare (1 Pt 5,8).Nessuno cos avanzato nella perfezione e cos santo da non avere talvolta delle tentazioni.Andare esenti del tutto da esse non possiamo. Tuttavia, per quanto siano moleste e gravose,le tentazioni spesso sono assai utili; perch, a causa delle tentazioni, l'uomo viene umiliato,purificato e istruito. I santi passarono tutti per molte tribolazioni e tentazioni, eprogredirono; invece coloro che non seppero sostenere le tentazioni si pervertirono etradirono.Non esiste una istituzione cos perfetta, o un luogo cos nascosto, dove non si trovanotentazioni e avversit. L'uomo non mai del tutto esente dalla tentazione, fin che vive,poich il principio della tentazione dentro di noi. Dal momento che siamo nati nellaconcupiscenza, se vien meno una tentazione o tribolazione, un'altra ne sopraggiunge e c'sempre qualcosa da sopportare; abbiamo infatti perduto il bene della nostra felicit.Molti, di fronte alle tentazioni, cercano di fuggire, ma cadono poi in esse anche pigravemente. Non possiamo vincere semplicemente con la fuga; ma con la sopportazione econ la vera umilt che saremo pi forti di ogni nemico. Ben poco progredir colui che siallontana un pochino e superficialmente dalle tentazioni, senza sradicarle: tostoritorneranno ed egli star ancor peggio.Vincerai pi facilmente, a poco a poco, con una generosa pazienza e con l'aiuto di Dio; pifacilmente che insistendo cocciutamente nel tuo sforzo personale.Accogli frequentemente il consiglio di altri, quando sei nella tentazione; e non essere asprocon colui che tentato, ma dagli conforto, come desidereresti fosse fatto a te.

  • Causa prima di ogni perversa tentazione la mancanza di stabilit spirituale e la scarsezzadi fiducia in Dio; giacch, come una nave senza timone viene spinta qua e l dalle onde,cos l'uomo infiacchito, che abbandona i suoi propositi, viene in vario modo tentato.Come il fuoco serve a saggiare il ferro (Sir 31,26), cos la tentazione serve a saggiare lasantit di una persona (Sir 27,6). Quali possibilit ciascuno abbia in potenza, spesso non losappiamo; ma la tentazione dispiega palesemente ci che siamo.Tuttavia bisogna vigilare, particolarmente intorno all'inizio della tentazione; poich ilnemico si vince pi facilmente se non gli si permette per nulla di varcare le porte dellanostra mente; e se gli si sbarra la strada al di l della soglia, non appena abbia bussato. Diqui il detto: "resisti agli inizi; troppo tardi quando si prepara la medicina" (Ovidio,Remedia amoris, II,91).Infatti, dapprima viene alla mente un semplice pensiero, di poi una forte immaginazione,infine un compiacimento, un impulso cattivo e un'acquiescenza. E cos, piano piano, ilnemico malvagio penetra del tutto, proprio perch non gli si resistito all'inizio. E quantopi a lungo uno ha tardato torpidamente a resistere, tanto pi si , via via, interiormenteindebolito, mentre il nemico andato crescendo di forze contro di lui.

    Alcuni sentono le maggiori tentazioni al principio della loro conversione a Dio; altri invecealla fine. Alcuni sono fortemente turbati pressoch per tutta la vita; altri sentono tentazionipiuttosto lievi: secondo quanto dispongono la sapienza e la giustizia di Dio, le quali pesanola condizione e i meriti di ciascuno e preordinano ogni cosa alla salvezza degli eletti.Perci non dobbiamo lasciarci cogliere dalla disperazione, quando siamo tentati. Dobbiamoinvece, pregare Iddio ancor pi fervorosamente, affinch si degni di aiutarci in ognitentazione; Lui che, in verit, secondo quanto dice Paolo (1 Cor 10,13), far in modo che latentazione sia accompagnata dai mezzi per poterla sopportare. Abbassiamo, dunque, inumilt, l'anima nostra sotto la mano di Dio, quando siamo tentati e tribolati, giacch ilSignore salver gli umili di spirito e li innalzer (1 Pt 5,6; Sal 33,19).Quanto uno abbia progredito si dimostra nella tentazione e nella tribolazione; qui sta il suomaggior merito; qui appare pi chiaramente la sua virt. Non gran cosa esser devoti efervorosi quando non si hanno difficolt; sapere invece sopportare se stessi nel momentodell'avversit d a sperare in un grande avanzamento spirituale.Avviene che alcuni sono al riparo da grandi tentazioni, ma sono spesso sconfitti nellepiccole tentazioni di ogni giorno; e cos, umiliati per essere caduti in cose tanto da poco,non ripongono pi fiducia in se stessi, nelle cose pi grandi.

    EVITARE I GIUDIZI TEMERARIRivolgi gli occhi a te stesso e stai attento a non giudicare quel che fanno gli altri. In talegiudizio si lavora senza frutto; frequentemente ci si sbaglia e facilmente si cade in peccato.Invece, nel giudizio e nel vaglio di se stessi, si opera sempre fruttuosamente.Spesso giudichiamo secondo un nostro preconcetto; e cos, per un nostro atteggiamentopersonale, perdiamo il criterio della verit. Se il nostro desiderio fosse diretto soltanto aDio, non ci lasceremmo turbare cos facilmente dalla resistenza opposta dal nostro sensoumano. Di pi, spesso, c' qualcosa, gi nascosto, latente in noi, o sopravvenientedall'esterno, che ci tira di qua o di l.Molti, in tutto ci che fanno, cercano se stessi, senza neppure accorgersene. Sembranoessere in perfetta pace quando le cose vanno secondo i loro desideri e i loro gusti; se,invece, vanno diversamente, subito si agitano e si rattristano.

  • 2. Avviene di frequente che nascano divergenze tra amici e concittadini, persino tra personepie e devote, per diversit nel modo di sentire e di pensare. Giacch difficile liberarsi davecchie posizioni abituali, e nessuno si lascia tirare facilmente fuori dal proprio modo divedere. Cos, se ti baserai sui tuoi ragionamenti e sulla tua esperienza, pi che sulla forzapropria di Ges Cristo, raramente e stentatamente riuscirai ad essere un uomo illuminato;Dio vuole, infatti, che noi ci sottomettiamo perfettamente a lui, e che trascendiamo ogninostro ragionamento grazie ad un fiammeggiante amore.

    LE OPERE FATTE PER AMORENon si deve fare alcun male, per nessuna cosa al mondo n per compiacenza versochicchessia; talora, invece, per giovare a uno che ne ha bisogno, si deve senza esitazionelasciare una cosa buona che si sta facendo, o sostituirla con una ancora pi buona; in talmodo non si distrugge l'opera buona, ma soltanto la si trasforma in meglio.

    A nulla giova un'azione esterna compiuta senza amore; invece, qualunque cosa, per quantopiccola e disprezzata essa sia, se fatta con amore, diventa tutta piena di frutti. In verit Iddionon tiene conto dell'azione umana in s e per s, ma dei moventi di ciascuno.Opera grandemente colui che ha grande amore; opera grandemente colui che agisce conrettitudine; opera lodevolmente colui che si pone al servizio della comunit, pi che del suocapriccio.Accade spesso che ci sembri amore ci che piuttosto attaccamento carnale; giacch raroche, sotto le nostre azioni, non ci siano l'inclinazione naturale, il nostro gusto, la speranza diuna ricompensa e la simpatia. Chi ha un amore vero e perfetto non cerca se stesso, in alcunasua azione, ma desidera solamente che in ogni cosa si realizzi la gloria di Dio.Di nessuno invidioso colui che non tende al proprio godimento, n vuole personalisoddisfazioni, desiderando, al di l di ogni bene, di avere beatitudine in Dio. Costui nonattribuisce alcunch di buono a nessuno, ma riporta il bene totalmente a Dio; dal quale ognicosa procede, come dalla sua fonte, e nel quale, alla fine, tutti i santi godono pace.Oh, chi avesse anche una sola scintilla di vera carit, per certo capirebbe che tutto ci che di questa terra pieno di vanit.

    SOPPORTARE I DIFETTI DEGLI ALTRIQuei difetti, nostri od altrui, che non riusciamo - se non rarissimamente - a correggere, lidobbiamo sopportare con pazienza, fino a che Dio non disponga altrimenti. Rifletti che, peravventura, questa sopportazione la cosa pi utile per te, come prova di quella pazienza,senza della quale ben poco contano i nostri meriti. Tuttavia, di fronte a tali difficolt, devichiedere insistentemente che Dio si degni di venirti in aiuto, sicch tu riesca a sopportarle.Se uno, ammonito una volta e un'altra ancora, non si acquieta, cessa di litigare con lui;rimetti invece ogni cosa in Dio, affinch in tutti noi, suoi servi, si faccia la volont e lagloria di Lui, che ben sa trasformare il male in bene.Sforzati di essere paziente nel tollerare i difetti e le debolezze altrui, quali che esse siano,giacch anche tu presenti molte cose che altri debbono sopportare.

    Se non riesci a trasformare te stesso secondo quella che pure la tua volont, come potraipretendere che gli altri si conformino al tuo desiderio?Volentieri vedremmo gli altri perfetti, e tuttavia non correggiamo le nostre manchevolezze.Vogliamo che gli altri si correggano rigorosamente; mentre noi non sappiamo correggerenoi stessi. Ci disturba una ampia libert degli altri; mentre non sappiamo negare a noi stessi

  • ci che desideriamo. Vogliamo che gli altri siano stretti entro certe regole; mentre noi nonammettiamo di essere un po' pi frenati.In tal modo, dunque, chiaro che raramente misuriamo il prossimo come noi stessi.Se fossimo tutti perfetti, che cosa avremmo da patire dagli altri, per amore di Dio? Ora, Diocos dispose, affinch apprendessimo a portare l'uno i pesi dell'altro (Gal 6,2). Infatti nonc' alcuno che non presenti difetti o molestie; non c' alcuno che basti a se stesso e che, diper s, sia sufficientemente saggio. Occorre, dunque, che ci sopportiamo a vicenda, che avicenda ci consoliamo, che egualmente ci aiutiamo e ci ammoniamo.Quanta virt ciascuno di noi abbia, ci appare al momento delle avversit: non sono leoccasioni che fanno fragile l'uomo, ma esse mostrano quale esso .

    LA VITA NEI MONASTERISe vuoi mantenere pace e concordia con gli altri, devi imparare a vincere decisamente testesso in molte cose. Non cosa facile stare in un monastero o in un gruppo, e viverci senzalamento alcuno, mantenendosi fedele fino alla morte. Beato colui che vi avr vissutosantamente e vi avr felicemente compiuta la sua vita.Se vuoi stare saldo al tuo dovere e avanzare nel bene, devi considerarti esule e pellegrino suquesta terra. Per condurre una vita di piet, devi farti stolto per amore di Cristo.

    2. Poco contano l'abito e la tonsura; sono la trasformazione della vita e la completamortificazione delle passioni che fanno il monaco.Chi tende ad altro che non sia soltanto Dio e la salute dell'anima, non trover chetribolazione e dolore. Ancora, non avr pace duratura chi non si sforza di essere il pipiccolo, sottoposto a tutti.Qui tu sei venuto per servire, non comandare. Ricordati che sei stato chiamato a sopportaree a faticare, non a passare il tempo in ozio e in chiacchiere. Qui si provano gli uomini, comesi prova l'oro nel fuoco (cfr. Sir 27,6). Qui nessuno potr durevolmente stare, se non si sarfatto umile dal profondo del cuore, per amore di Dio.

    GLI ESEMPI DEI SANTI PADRIGuarda ai luminosi esempi dei grandi santi padri, nei quali rifulse una piet veramenteperfetta; e vedrai come sia ben poco, anzi nulla, quello che facciamo noi. Ahim!, che cosa la nostra vita, paragonata alla vita di quei santi?Veramente santi, e amici di Cristo, costoro servirono il Signore nella fame e nella sete; nelfreddo, senza avere di che coprirsi; nel faticoso lavoro; nelle veglie e nei digiuni; nellepreghiere e nelle pie meditazioni; spesso nelle ingiurie e nelle persecuzioni.Quante tribolazioni, e quanto gravi, hanno patito gli apostoli, i martiri, i testimoni dellafede, le vergini e tutti gli altri che vollero seguire le orme di Cristo; essi, infatti, ebbero inodio se stessi in questo mondo, per possedere le loro anime nella vita eterna.Quale vita rigorosa, e piena di rinunce, vissero questi grandi padri nel deserto; quantolunghe e gravi tentazioni ebbero a sopportare; quanto spesso furono tormentati dal diavolo;quante ripetute e fervide preghiere offrirono a Dio; quali dure astinenze seppero sopportare;come furono grandi l'ardore e il fervore con i quali mirarono al loro progresso spirituale;come fu coraggiosa la battaglia che essi fecero per vincere i loro vizi; come fu piena e rettala loro intenzione, che essi tennero sempre volta a Dio!Lavoravano per tutta la giornata, e la notte la passavano in continua preghiera; ma neppuredurante il lavoro veniva mai meno in loro l'orazione interiore. Tutto il loro tempo eraimpiegato utilmente; e a loro sembrava troppo corta ogni ora dedicata a Dio; ancora, per la

  • grande soavit della contemplazione, dimenticavano persino la necessit di rifocillare ilcorpo.Rinunciavano a tutte le ricchezze, alle cariche, agli onori, alle amicizie e alle parentele;nulla volevano avere delle cose del mondo; mangiavano appena quanto era necessario allavita e si lamentavano quando si dovevano sottomettere a necessit materiali.

    Erano poveri di cose terrene, molto ricchi invece di grazia e di virt; esteriormentemiserabili, ricompensati per interiormente dalla grazia e dalla consolazione divina; lontanidal mondo, ma vicini a Dio, amici intimi di Dio; si ritenevano un nulla ed erano disprezzatidagli uomini, ma erano preziosi e cari agli occhi di Dio. Stavano in sincera umilt,vivevano in schietta obbedienza; camminavano in amore e sapienza: per questoprogredivano spiritualmente ogni giorno, e ottenevano tanta grazia presso Dio.Essi sono offerti come esempio per tutti coloro che si sono dati alla vita religiosa; essi cidevono indurre all'avanzamento nel bene, pi che non ci induca al rilassamento la schieradelle persone poco fervorose.

    Quanto fu grande l'ardore di questi uomini di Dio, quando diedero inizio alle loroistituzioni. Quale devozione nella preghiera, quale emulazione nelle virt, quale rigore inessi vigoreggi; quanto rispetto e quanta docilit sotto la Regola fior in tutti loro. Restanoancora certi ruderi abbandonati, ad attestare che furono veramente uomini santi e perfetti,costoro, che con una strenua lotta, schiacciarono il mondo.Oggi, invece, gi uno ritenuto buono se non tradisce la fede; se riesce a sopportare conpazienza quel che gli tocca. Tale la nostra attuale condizione di negligente tiepidezza, cheben presto cadiamo dal fervore iniziale; pigri e stanchi, gi ci viene a noia la vita.Voglia il Cielo che in te non si vada spegnendo del tutto l'avanzamento nelle virt; in te chefrequentemente hai avuto sotto gli occhi gli esempi dei santi.

    GLI ESERCIZI DEL BUON RELIGIOSOLa vita di colui che si dato a Dio deve esser rigogliosa di ogni virt, cosicch, quale egliappare esteriormente alla gente, tale sia anche interiormente. Anzi, e a ragione, di dentro videve essere molto pi di quanto appare di fuori; giacch noi siamo sotto gli occhi di Dio, ea lui dobbiamo sommo rispetto, ovunque ci troviamo; Dio, dinanzi al quale dobbiamocamminare puri come angeli.Ogni giorno dobbiamo rinnovare il nostro proposito e spronare noi stessi al fervore, comefossimo appena venuti, oggi, alla vita del monastero. Dobbiamo dire: aiutami, SignoreIddio, nel mio buon proposito e nel santo servizio che ti dovuto; concedimi diricominciare oggi radicalmente, perch quel che ho fatto fin qui nulla.Il nostro progresso spirituale procede di pari passo con il nostro proposito. Grande vigilanzaoccorre per chi vuol avanzare nel bene; ch, se cade spesso colui che ha forti propositi, checosa sar di colui che soltanto di rado si propone alcunch, e con poca fermezza?Svariati sono i modi nei quali ci accade di abbandonare il nostro proposito; anche lasemplice omissione di un solo esercizio di piet porta quasi sempre qualche guasto. Inverit, la fermezza di proposito dei giusti dipende, pi che dalla loro pazienza, dalla graziadi Dio, nel quale essi ripongono la loro fiducia, qualunque meta riescano a raggiungere;giacch l'uomo propone ma chi dispone Dio, le cui vie noi non conosciamo.Se talvolta, per fare del bene o per essere utili ai fratelli, si omette un abituale esercizio dipiet, esso potr facilmente essere recuperato pi tardi; che se, invece, quasi senza badare,lo si tralascia per malavoglia o per negligenza, ci costituisce una colpa, e deve esseresentito come una perdita.

  • Per quanto ci mettiamo tutto l'impegno possibile, sar facile che abbiamo a cadere ancora,in varie occasioni. Tuttavia dobbiamo fare continuamente qualche proponimento preciso,specialmente in contrapposto a ci che maggiormente impedisce il nostro profitto spirituale.Cose esterne e cose interiori sono necessarie al nostro progresso spirituale; perci, le unecome le altre, dobbiamo esaminarle attentamente e metterle nel giusto ordine.Se non riesci a stare sempre concentrato in te stesso, raccogliti di tempo in tempo, almenouna volta al giorno, la mattina o la sera: la mattina per fare i tuoi propositi, la sera peresaminare come ti sei comportato, cio come sei stato, nelle parole, nonch nei pensieri,con i quali forse hai pi spesso offeso Dio e il prossimo.Armati, come un soldato, contro le perversit del diavolo. Tieni a freno la gola; cos terraipi facilmente a freno ogni altra cattiva tendenza del corpo. Non stare mai senza far nulla;sii occupato sempre, a leggere o a scrivere, a pregare, a meditare o a fare qualche lavoroutile per tutti.Gli esercizi che affliggono il corpo siano compiuti con discrezione; n tutti possonoassumersene ugualmente. Se non sono esercizi di tutta la comunit, non devono esserepalesati a tutti, giacch ci che personale si fa con maggior profitto nel segreto. Tuttaviaguarda di non essere tardo alle pratiche comunitarie; pi pronto, invece, a quelle tueproprie. Ch, compiuto disciplinatamente e interamente il dovere imposto, se avanza tempo,ritornerai a te stesso, come vuole la tua devozione personale.Non possibile che tutti abbiano a fare il medesimo esercizio, giacch a ciascuno giovaqualcosa di particolare. E poi si amano esercizi diversi secondo i momenti: alcuni ci sonopi graditi nei giorni di festa, altri nei giorni comuni. Inoltre, nel momento della tentazionee nel momento della pacifica tranquillit, abbiamo bisogno di esercizi ben diversi. Infine,quando siamo nella tristezza, ci piace pensare a certe cose; ad altre, invece, quando siamonella letizia del Signore.

    Nelle feste pi solenni dobbiamo rinnovare gli esercizi di piet ed implorare con fervore pigrande l'aiuto dei santi. I nostri proponimenti devono andare da una ad altra festivit, comese in quel punto dovessimo lasciare questo mondo e giungere alla festa eterna.Per questo, nei periodi di particolare devozione, dobbiamo prepararci con cura, emantenerci in pi grande piet, attenendoci pi rigorosamente ai nostri doveri, quasistessimo per ricevere da Dio il premio delle nostre fatiche. Che se tale premio sarrimandato, dobbiamo convincerci che non eravamo pienamente preparati e che noneravamo ancora degni della immensa gloria, che ci sar rivelata (Rm 8,18) nel tempostabilito; e dobbiamo fare in modo di prepararci meglio alla morte."Beato quel servo - dice Luca evangelista - che il padrone, al suo arrivo, avr trovatosveglio e pronto. In verit vi dico che gli dar da amministrare tutti i suoi beni" (Lc 12,44;cfr. Lc 12,37).

    L'AMORE DELLA SOLITUDINE E DEL SILENZIOCerca il tempo adatto per pensare a te e rifletti frequentemente sui benefici che vengono daDio. Tralascia ogni cosa umanamente attraente; medita argomenti che ti assicurino unacompunzione di spirito, piuttosto che un modo qualsiasi di occuparti.Un sufficiente spazio di tempo, adatto per dedicarti a buone meditazioni, lo troverairinunciando a fare discorsi inutilmente oziosi e ad ascoltare chiacchiere sugli avvenimentidel giorno. I pi grandi santi evitavano, per quanto possibile, di stare con la gente epreferivano stare appartati, al servizio di Dio.

  • stato detto: ogni volta che andai tra gli uomini ne ritornai meno uomo di prima (Seneca,Epist. VII, 3). E ne facciamo spesso esperienza, quando stiamo a lungo a parlare con altri.Tacere del tutto pi facile che evitare le intemperanze del discorrere, come pi facilestare chiuso in casa che sapersi convenientemente controllare fuori casa. Perci colui chevuol giungere alla spiritualit interiore, deve, insieme con Ges, ritirarsi dalla gente.Soltanto chi ama il nascondimento sta in mezzo alla gente senza errare; soltanto chi ama ilsilenzio parla senza vaneggiare; soltanto chi ama la sottomissione eccelle senza sbagliare;soltanto chi ama obbedire comanda senza sgarrare; soltanto colui che certo della suabuona coscienza possiede gioia perfetta.

    Per, anche nei santi, questo senso di sicurezza ebbe fondamento nel timore di Dio. Essibrillarono per straordinarie virt e per grazia, ma non per questo furono meno fervorosi eintimamente umili. Il senso di sicurezza dei cattivi scaturisce, invece, dalla superbia e dallapresunzione; e, alla fine, si muta in inganno di se stessi.Non sperare di avere sicurezza in questo mondo, anche se sei ritenuto buon monaco oeremita devoto; spesso, infatti, coloro che sembravano eccellenti agli occhi degli uominisono stati messi nelle pi gravi difficolt, proprio perch avevano troppa fiducia in se stessi.Per molte persone meglio dunque non essere del tutto esenti da tentazioni ed averesovente a lottare contro di queste, affinch non siamo troppo sicure di s, non abbiamo percaso a montare in superbia o addirittura a volgersi sfrenatamente a gioie terrene.Quale buona coscienza manterrebbe colui che non andasse mai cercando le gioiepasseggere e non si lasciasse prendere dal mondo! Quale grande pace, quale serenitavrebbe colui che sapesse stroncare ogni vano pensiero, meditando soltanto intorno a ciche attiene a Dio e alla salute dell'anima, e ponendo ben fissa ogni sua speranza in Dio!Nessuno sar degno del gaudio celeste, se non avr sottoposto pazientemente se stesso alpungolo spirituale. Ora, se tu vuoi sentire dal profondo del cuore questo pungolo, ritiratinella tua stanza, lasciando fuori il tumulto del mondo, come sta scritto: pentitevi nei vostrigiacigli (Sal 4,4). Quello che fuori, per lo pi, vai perdendo, lo troverai nella tua cella; laquale diventa via via sempre pi cara, mentre reca noi soltanto a chi vi sta di mal animo. Se,fin dall'inizio della tua venuta in convento, starai nella tua cella, e la custodirai con buonadisposizione d'animo, essa diventer per te un'amica diletta e un conforto molto gradito.

    Nel silenzio e nella quiete l'anima devota progredisce e apprende il significato nascostodelle Scritture; nel silenzio e nella quiete trova fiumi di lacrime per nettarsi e purificarsiogni notte, e diventa tanto pi intima al suo Creatore quanto pi sta lontana da ogni chiassomondano. Se, dunque, uno si sottrae a conoscenti e ad amici, gli si far vicino Iddio, con gliangeli santi. cosa migliore starsene appartato a curare il proprio perfezionamento, chefare miracoli, dimenticando se stessi.Cosa lodevole, per colui che vive in convento, andar fuori di rado, evitare di apparire,persino schivare la gente. Perch mai vuoi vedere ci che non puoi avere? "Il mondo passa,e passano i suoi desideri" (1 Gv 2,17). I desideri dei sensi portano a vagare con la mente;ma, passato il momento, che cosa ne ricavi se non un peso sulla coscienza e una profondadissipazione? Un'uscita piena di gioia prepara spesso un ritorno pieno di tristezza; unaveglia piena di letizia rende l'indomani pieno di amarezza; ogni godimento della carnepenetra con dolcezza, ma alla fine morde e uccide.Che cosa puoi vedere fuori del monastero, che qui tu non veda? Ecco, qui hai il cielo e laterra e tutti gli elementi dai quali sono tratte tutte le cose. Che cosa altrove potrai vedere,che possa durare a lungo sotto questo sole?

  • Forse credi di poterti saziare pienamente; ma a ci non giungerai. Ch, se anche tu vedessitutte le cose di questo mondo, che cosa sarebbe questo, se non un sogno senza consistenza?Leva i tuoi occhi in alto, a Dio, e prega per i tuoi peccati e per le tue mancanze. Lascia levanit alla gente vana; e tu attendi invece a quello che ti ha comandato Iddio. Chiudi dietrodi te la tua porta, chiama a te Ges, il tuo diletto, e resta con lui nella cella; ch una sgrande pace altrove non la troverai.Se tu non uscirai e nulla sentirai del chiasso mondano, resterai pi facilmente in una paceperfetta. E poich talvolta ti reca piacere sentire cose nuove, dovrai sopportare ilconseguente turbamento dell'animo.

    LA COMPUNZIONE DEL CUORESe vuoi fare qualche progresso conservati nel timore di Dio, senza ambire a una smodatalibert; tieni invece saldamente a freno i tuoi sensi, senza lasciarti andare a una stoltaletizia. Abbandonati alla compunzione di cuore, e ne ricaverai una vera devozione. Lacompunzione infatti fa sbocciare molte cose buone, che, con la leggerezza di cuore,sogliono subitamente disperdersi. meraviglia che uno possa talvolta trovare piena letizianella vita terrena, se considera che questa costituisce un esilio e se riflette ai tanti pericoliche la sua anima vi incontra.Per leggerezza di cuore e noncuranza dei nostri difetti spesso non ci rendiamo conto deiguai della nostra anima; anzi, spesso moltiplichiamo le parole, quando, in verit, dovremmopiangere. Non esiste infatti vera libert, n santa letizia, se non nel timore di Dio. Felicecolui che riesce a liberarsi da ogni impaccio dovuto a dispersione spirituale, concentrandotutto se stesso in una perfetta compunzione. Felice colui che sa allontanare tutto ci che pumacchiare o appesantire il suo spirito.Tu devi combattere da uomo: l'abitudine si vince con l'abitudine. Se impari a non curartidella gente, questa lascer che tu attenda tranquillamente a te stesso. Non portare dentro dite le faccende degli altri, non impicciarti neppure di quello che fanno le persone pi invista; piuttosto vigila sempre e in primo luogo su di te, e rivolgi il tuo ammonimentoparticolarmente a te stesso, prima che ad altre persone, anche care.Non rattristarti se non ricevi il favore degli uomini; quello che ti deve pesare, invece, laconstatazione di non essere del tutto e sicuramente nella via del bene, come si converrebbea un servo di Dio e a un monaco pieno di devozione.

    grandemente utile per noi, e ci d sicurezza di spirito, non ricevere molte gioie in questavita; particolarmente gioie materiali. Comunque, colpa nostra se non riceviamoconsolazioni divine o troppo raramente ci sentiamo devoti; perch non cerchiamo lacompunzione del cuore e non respingiamo le vane consolazioni che vengono dal di fuori.Riconosci di essere indegno della consolazione divina, e meritevole di molte sofferenze.Quando uno pienamente compunto in se stesso, ogni cosa di questo mondo gli apparepesante e amara. L'uomo retto ben trova motivo di pianto doloroso. Sia che rifletta su di so che vada pensando agli altri, egli comprende che nessuno vive quaggi senza afflizioni; equanto pi severamente si giudica, tanto maggiormente si addolora.Sono i nostri peccati e i nostri vizi a fornire materia di giusto dolore e di profondacompunzione; peccati e vizi dai quali siamo cos avvolti e schiacciati che raramenteriusciamo a guardare alle cose celesti.Se il nostro pensiero andasse frequentemente alla morte, pi che alla lunghezza della vita,senza dubbio ci emenderemmo con maggior fervore. Di pi, se riflettessimo nel profondodel cuore alle sofferenze future dell'inferno e del purgatorio, accetteremmo certamentefatiche e dolori, e non avremmo paura di un duro giudizio. Invece queste cose non

  • penetrano nel nostro animo; perci restiamo attaccati alle dolci mollezze, restiamo freddi eassai pigri. Spesso, infatti, una sorta di spirituale povert quella che facilmente invade ilnostro misero corpo. Prega dunque umilmente il Signore che ti dia lo spirito dicompunzione; e di', con il profeta: nutrimi, o Signore, "con il pane delle lacrime; dammi,nelle lacrime, copiosa bevanda" (Sal 79,6).

    LA MISERIA DELL'UOMODovunque tu sia e dovunque ti volga, sei sempre misera cosa; a meno che tu non ti volgatutto a Dio.Perch resti turbato quando le cose non vanno secondo la tua volont e il tuo desiderio? Chi colui che tutto ha secondo il suo beneplacito? Non io, non tu, n alcun altro su questaterra. Non c' persona al mondo, anche se un re o un papa, che non abbia qualchetribolazione o afflizione. E chi dunque che ha la parte migliore? Senza dubbio colui che capace di sopportare qualche male per amore di Dio.Dice molta gente, debole e malata nello spirito: guarda che vita beata conduce quel tale;come ricco e grande, come potente e come salito in alto! Ma, se poni mente ai benieterni, vedrai che tutte queste cose sono passeggere, anzi qualcosa di molto insicuro eparticolarmente gravoso, giacch non si possono avere senza preoccupazioni e paure. Per lafelicit non occorre che l'uomo possieda beni terreni in sovrabbondanza; basta averne unamodesta quantit, giacch la vita di quaggi veramente una misera cosa. Quanto pi unodesidera elevarsi spiritualmente, tanto pi la vita presente gli appare amara, perch constatapienamente le deficienze dovute alla corrotta natura umana. Invero mangiare, bere, starsveglio, dormire, riposare, lavorare, e dover soggiacere alle altre necessit che ci impone lanostra natura, tutto ci, in realt, una miseria grande e un dolore per l'uomo religioso; ilquale amerebbe essere sciolto e libero da ogni peccato.In effetti l'uomo che vive interiormente si sente schiacciato, come sotto un peso, dalleesigenze materiali di questo mondo; ed perci che il profeta prega fervorosamente diesserne liberato, dicendo: "Signore, toglimi dalle mie necessit" (Sal 24,17).

    Guai a quelli che non riconoscono la propria miseria, questa nostra vita corruttibile! Eppurecerta gente - anche se, lavorando o elemosinando, mette insieme appena appena ilnecessario - vi si abbarbica, come se potesse restare quaggi in eterno, senza darsi pensierodel regno di Dio.Gente pazza, interiormente priva di fede; gente sommersa dalle cose terrene, tanto dagustare solo ci che materiale. Alla fine, per, constateranno, con pena, quanto pocovalessero - anzi come fossero un nulla - le cose che avevano amato.Ben diversamente, i santi di Dio, e tutti i devoti amici di Cristo; essi non andavano dietro aipiaceri del corpo o a ci che rende fiorente questa vita mortale. La loro anelante tensione etutta la loro speranza erano per i beni eterni; il loro desiderio - per non esser tratti al bassodall'attaccamento alle cose di quaggi - si elevava interamente alle cose invisibili, che nonvengono meno.O fratello, non perdere la speranza di progredire spiritualmente; ecco, ne hai il tempo el'ora. Perch, dunque, vuoi rimandare a domani il tuo proposito? Alzati, e cominciaall'istante, dicendo: questo il momento di agire; questo il momento di combattere; questo il momento giusto per correggersi.Quando hai dolori e tribolazioni, allora il momento per farti dei meriti. Giacch occorreche tu passi attraverso il "fuoco e l'acqua" prima di giungere nel refrigerio (Sal 65,12). E senon farai violenza a te stesso, non vincerai i tuoi vizi.

  • Finch portiamo questo fragile corpo, non possiamo essere esenti dal peccato, n viveresenza molestie e dolori. Ben vorremmo aver tregua da ogni miseria; ma avendo perduto, acausa del peccato, la nostra innocenza, abbiamo perduto quaggi anche la vera felicit.Perci occorre che manteniamo in noi una ferma pazienza, nell'attesa della misericordiadivina, "fino a che sia scomparsa l'iniquit di questo mondo" (Sal 56,2) e le cose mortali"siano assunte dalla vita eterna" (2 Cor 5,4).

    Tanto fragile la natura umana che essa pende sempre verso il vizio. Ti accusi oggi dei tuoipeccati e domani commetti di nuovo proprio ci di cui ti sei accusato. Ti proponi oggi diguardarti dal male, e dopo un'ora agisci come se tu non ti fossi proposto nulla.Ben a ragione, dunque, possiamo umiliarci; n mai possiamo avere alcuna buona opinionedi noi stessi, perch siamo tanto deboli e instabili. Inoltre, pu andare rapidamente perdutoper negligenza ci che a stento, con molta fatica, avevamo alla fine raggiunto, per grazia diDio. E che cosa sar di noi alla fine, se cos presto ci prende la tiepidezza?Guai a noi, se pretendessimo di riposare tranquillamente, come se gi avessimo raggiuntopace e sicurezza, mentre, nella nostra vita, non si vede neppure un indizio di vera santit.Occorrerebbe che noi fossimo di nuovo plasmati, quasi in un buon noviziato, a una vitairreprensibile; in tal modo potremo sperare di raggiungere un certo miglioramento e diconseguire un maggior profitto spirituale.

    LA MEDITAZIONE DELLA MORTEBen presto la morte sar qui, presso di te. Considera, del resto, la tua condizione: l'uomooggi c' e domani scomparso; e quando sottratto alla vista, rapidamente esce anche dallamemoria.Quanto grandi sono la stoltezza e la durezza di cuore dell'uomo: egli pensa soltanto allecose di oggi e non piuttosto alle cose future. In ogni azione, in ogni pensiero, dovresticomportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; ch, se avrai retta la coscienza, nonavrai molta paura di morire.Sarebbe meglio star lontano dal peccato che sfuggire alla morte. Se oggi non sei preparato amorire, come lo sarai domani? Il domani una cosa non sicura: che ne sai tu, se avrai undomani?A che giova vivere a lungo, se correggiamo cos poco noi stessi? Purtroppo, non sempreuna vita lunga corregge i difetti; anzi spesso accresce maggiormente le colpe. Magaripotessimo passare santamente anche una sola giornata in questo mondo.Molti fanno il conto degli anni trascorsi dalla loro conversione a Dio; ma scarso sovente ilfrutto della loro emendazione. Certamente morire cosa che mette paura; ma forse pipericoloso vivere a lungo.Beato colui che ha sempre dinanzi agli occhi l'ora della sua morte ed pronto ogni giorno amorire. Se qualche volta hai visto uno morire, pensa che anche tu dovrai passare per lastessa strada.La mattina, fa conto di non arrivare alla sera; e quando poi si far sera non osare sperare neldomani. Sii dunque sempre pronto; e vivi in tal modo che, in qualunque momento, la mortenon ti trovi impreparato.

    Sono molti coloro che muoiono in un istante, all'improvviso; giacch "il Figlio dell'uomoverr nell'ora in cui non si pensa che possa venire" (Mt 24,44; Lc 12,40). Quando sargiunto quel momento estremo, comincerai a giudicare ben diversamente tutta la tua vitapassata, e molto ti dorrai di esser stato tanto negligente e tanto fiacco.

  • Quanto saggio e prudente l'uomo che, durante la vita, si sforza di essere quale desideraesser trovato al momento della morte! Ora, una piena fiducia di morire santamente ladaranno il completo disprezzo del mondo, l'ardente desiderio di progredire nelle virt,l'amore del sacrificio, il fervore nella penitenza, la prontezza nell'obbedienza, la rinuncia ase stesso e il saper sopportare ogni avversit per amore di Cristo.Mentre sei in buona salute, molto puoi lavorare nel bene; non so, invece, che cosa potraifare quando sarai ammalato. Giacch sono pochi quelli che, per il fatto di essere malati, siemendano; cos come sono pochi quelli che, per il fatto di andare frequentemente inpellegrinaggio, diventano pi santi.Non credere di poter rimandare a un tempo futuro la tua salvezza, facendo affidamento suisuffragi degli amici e dei parenti; tutti costoro ti dimenticheranno pi presto di quanto tunon creda. Perci, pi che sperare nell'aiuto di altri, bene provvedere ora, fin che si intempo, mettendo avanti un po' di bene. Ch, se non ti prendi cura di te stesso ora, chi poi siprender cura di te?Questo il tempo veramente prezioso; ma, ahim, tu spendi inutilmente questo tempo conil quale puoi meritarti la vita eterna. Verr il momento nel quale chiederai almeno un giornoo un'ora per emendarti; e non so se l'otterrai. Ecco, dunque, mio caro, di quale pericolo tipotrai liberare, a quale pericolo ti potrai sottrarre, se sarai stato sempre nel timore di Dio, invista della morte.Procura di vivere ora in modo tale che, nell'ora della morte, tu possa avere letizia, anzichpaura; impara ora a morire al mondo, affinch tu cominci allora a vivere con Cristo; imparaora a disprezzare ogni cosa, affinch tu possa allora andare liberamente a Cristo; mortificaora il tuo corpo con la penitenza, affinch tu possa allora essere pieno di fiducia.

    Stolto, perch vai pensando di vivere a lungo, mentre non sei sicuro di avere neppure unagiornata?Quante persone sono state ingannate, inaspettatamente tolte a questa vita! Quante volte haisentito dire che uno morto di ferite e un altro annegato; che uno, cadendo dall'alto, si rotto la testa; che uno si soffocato mentre mangiava e un altro morto mentre stavagiocando? Chi muore per fuoco, chi per spada; chi per una pestilenza, chi per un assalto deipredoni. Insomma, comune destino la morte; e passa rapidamente come un'ombra la vitaumana.Chi si ricorder di te, dopo che sarai scomparso, e chi pregher per te? Fai, o mio caro, faiora tutto quello che sei in grado di fare, perch non conosci il giorno della tua morte; n saiche cosa sar di te dopo. Accumula, ora, ricchezze eterne, mentre sei in tempo. Non pensarea nient'altro che alla tua salvezza; preoccupati soltanto delle cose di Dio. Fatti ora degliamici, venerando i santi di Dio e imitando le loro azioni, "affinch ti ricevano nei luoghieterni, quando avrai lasciato questa vita" (Lc 16,9).Mantienti, su questa terra, come uno che di passaggio; come un ospite, che nulla ha chefare con le faccende di questo mondo. Mantieni libero il tuo cuore, e rivolto al cielo, perchnon hai stabile dimora quaggi (Eb 13,14). Al cielo rivolgi continue preghiere e sospiri elacrime, affinch, dopo la morte, la tua anima sia degna di passare felicemente al Signore.Amen.

    IL GIUDIZIO DIVINO E LE PENE DEI PECCATORIIn ogni cosa tieni l'occhio fisso al termine finale; tieni l'occhio, cio, a come compariraidinanzi al giudice supremo; al giudice che vede tutto, non si lascia placare con doni, nonaccetta scuse, e giudica secondo giustizia (cfr. Is 11,4).

  • Oh!, sciagurato e stolto, come potrai rispondere a Dio, il quale conosce tutto il male che haifatto? tu che tremi talvolta alla vista del solo volto adirato di un uomo? Perch non pensi aquel che avverr di te nel giorno del giudizio, quando nessuno potr essere scagionato edifeso da altri, e ciascuno per se stesso porter sulle spalle il proprio peso? adesso che latua fatica producente; adesso che il tuo pianto e il tuo sospiro possono piacere a Dio edessere esauditi; adesso che il tuo dolore pu ripagare il male compiuto e renderti puro.

    Un grande e salutare purgatorio l'ha colui che sa sopportare. Questi, ricevendo ingiustizie,si dispiace della cattiveria altrui, pi che del male patito; pronto a pregare per quelli che locontrastano e perdona di cuore le loro colpe; non esita a chiedere perdono agli altri; piincline ad aver compassione che ad adirarsi; fa violenza sovente a se stesso e si sforza disottoporre interamente la carne allo spirito.Stroncare ora i vizi e purgarsi ora dai peccati miglior cosa che lasciarli da purgare infuturo. Invero noi facciamo inganno a noi stessi amando le cose carnali, contro l'ordinestabilito da Dio. Che altro divorer, quel fuoco, se non i tuoi peccati? Perci, quanto piindulgi a te stesso quaggi, seguendo la carne, tanto pi duramente pagherai poi,preparando fin d'ora materiale pi abbondante per quelle fiamme.Ciascuno sar pi gravemente punito in ci in cui ebbe a peccare. Col i pigri sarannoincalzati da pungoli infuocati; e i golosi saranno tormentati da grande sete e fame. Col suilussuriosi e sugli amanti dei piaceri saranno versati in abbondanza pece ardente e zolfofetido; e gli invidiosi, per il gran dolore, daranno in ululati, quali cani rabbiosi. Non ci sarvizio che non abbia il suo speciale tormento. Col i superbi saranno pieni di ognismarrimento; e gli avari saranno oppressi da gravissima miseria.Un'ora trascorsa col, nella pena, sar pi grave di cento anni passati qui in durissimapenitenza. Nessuna tregua, col, nessun conforto per i dannati; mentre quaggi talora ci sistacca dalla fatica e si gode del sollievo degli amici.

    Devi darti da fare adesso, e piangere i tuoi peccati, per poter essere sicuro, accanto ai beati,nel giorno del giudizio.In quel giorno, infatti, i giusti staranno in piena tranquillit in faccia a coloro che lioppressero (Sap 5,1) e li calpestarono. Star come giudice colui che ora si sottometteumilmente al giudizio degli uomini.In quel giorno, grande speranza avranno il povero e l'umile, e sar pieno di paura ilsuperbo; apparir che stato saggio in questo mondo colui che ha saputo essere stolto edisprezzato per amore di Cristo.In quel giorno sar cara ogni tribolazione che sia stata sofferta pazientemente, e "ogniiniquit chiuder la sua bocca" (Sal 106,42); l'uomo pio sar nella gioia, mentre sar neldolore chi vissuto senza fede.In quel giorno il corpo tribolato godr pi che se fosse stato nutrito di delizie; risplender laveste grossolana e quella fine sar oscurata; una miserabile dimora sar pi ammirata cheun palazzo dorato.In quel giorno una pazienza, che non sia venuta mai meno, giover pi che tutta la potenzadella terra; la schietta obbedienza sar glorificata pi che tutta l'astuzia del mondo.In quel giorno la pura e retta coscienza dar pi gioia che la erudita dottrina; il disprezzodelle ricchezze varr di pi che i tesori di tutti gli uomini.In quel giorno avrai maggior gioia da una fervente preghiera che da un pranzo prelibato;trarrai pi gioia dal silenzio mantenuto, che da un lungo parlare.In quel giorno le opere buone varranno di pi che le molte belle parole; una vita rigorosa euna dura penitenza ti saranno pi care di ogni piacere di questa terra.

  • Impara a patire un poco adesso, affinch allora tu possa essere liberato da patimentimaggiori. Prova te stesso prima, quaggi, per sapere di che cosa sarai capace allora. Seadesso sai cos poco patire, come potrai sopportare i tormenti eterni? Se adesso un piccolopatimento ti rende cos incapace di sopportazione, come ti render la geenna?Ecco, in verit, non le puoi avere tutte e due, queste gioie: godere in questa vita e poiregnare con Cristo. Che ti gioverebbe se, fino ad oggi, tu fossi sempre vissuto tra gli onori ei piaceri, e ora ti accadesse di morire improvvisamente?Tutto, dunque, vanit, fuorch amare Iddio e servire a Lui solo. E perci, colui che amaDio con tutto il suo cuore non ha paura n della morte, n della condanna, n del giudizio,n dell'inferno. Un amore perfetto porta con tutta sicurezza a Dio; chi invece continua adamare il peccato ha paura - e ci non fa meraviglia - della morte e del giudizio.Se poi non hai ancora amore bastante per star lontano dal male, bene che almeno la pauradell'inferno ti trattenga; in effetti, chi non tiene nel giusto conto il timore di Dio non riuscira mantenersi a lungo nella via del bene, ma cadr ben presto nei lacci del diavolo.

    CORREGGERE FERVOROSAMENTE TUTTA LA NOSTRA VITAChe tu sia attento e preciso, nel servire Iddio; ripensa frequentemente alla ragione per laquale sei venuto qui, lasciando il mondo. Non stato forse per vivere in Dio e farti tuttospirito? Che tu sia, dunque, fervoroso, giacch in breve tempo sarai ripagato dei tuoi sforzi;n avrai pi, sul tuo orizzonte, alcun timore e dolore.Faticherai qui per un poco, e poi troverai una grande pace, anzi, una gioia perpetua. Se saraicostante nella fede e fervoroso nelle opere, Dio, senza dubbio, sar giusto e generoso nellaricompensa. Che tu mantenga la santa speranza di giungere alla vittoria, anche se non bene che tu ne abbia alcuna sicurezza, per non cadere in stato di torpore o di presunzione.Una volta, un tale, dibattuto interiormente tra il timore e la speranza, sfinito dal dolore, siprostr in chiesa davanti a un altare dicendo tra s: "Oh! se sapessi di poter perseverare!". Esubito, di dentro, ud una risposta, che veniva da Dio: "Perch, se tu sapessi di poterperseverare, che cosa vorresti fare? Fallo adesso quello che vorresti fare, e sarai del tuttotranquillo". Allora, rasserenato e confortato, egli si affid alla volont di Dio e cess in luiquella angosciosa incertezza; egli non volle pi cercar di sapere quel che sarebbe stato di luiin futuro, e si diede piuttosto a cercare "quale fosse la volont del Signore: volont di benee di perfezione" (Rm 12,2) per intraprendere e portare a compimento ogni opera buona.Dice il profeta: "Spera nel Signore e fai il bene; abita la terra e nutriti delle sue ricchezze"(Sal 36,3).

    Una sola cosa quella che distoglie molta gente dal progresso spirituale e dal fervorososforzo di correzione: lo sgomento di fronte agli ostacoli e l'asprezza di questa lotta. Inveroavanzano nelle virt coloro che si sforzano di superare virilmente ci che per essi pigravoso, e che pi li contrasta; giacch proprio l dove pi si vince se stessi, mortificandosinello spirito, pi si guadagna, e maggior grazia si ottiene.Certo che non tutti gli uomini hanno pari sforzo da compiere per vincere se stessi e permortificarsi. Tuttavia, uno che abbia tenacia e buon volere, anche se le sue passioni sonopi violente, riuscir a progredire pi di un altro, pur buono, ma meno fervoroso nel tendereverso le virt.Due cose giovano particolarmente al raggiungimento di una totale emendazione: il fareviolenza a se stessi, distogliendosi dal male, a cui ciascuno portato per natura; e ilchiedere insistentemente il bene spirituale di cui ciascuno ha maggiormente bisogno.

  • Inoltre tu devi fare in modo di evitare soprattutto ci che pi spesso trovi brutto in altri. Daogni parte devi saper trarre motivo di profitto spirituale. Cos, se ti capita di vedere o diascoltare dei buoni esempi, devi ardere dal desiderio di imitarli; se, invece, ti pare chequalcosa sia degno di riprovazione, devi guardarti dal fare altrettanto; se talvolta l'hai fatto,procura di emendarti.Come il tuo occhio giudica gli altri, cos, a tua volta, sarai giudicato tu dagli altri.Quale gioia e quale dolcezza vedere dei frati pieni di fervore e di devozione, santi nella vitainteriore e nella loro condotta; quale tristezza, invece, e quale dolore, vedere certi frati, chevanno di qua e di l, disordinatamente, tralasciando di praticare proprio ci a cui sono statichiamati! Gran danno procura, questo dimenticarsi delle promesse della propria vocazione,volgendo i desideri a cose diverse da quelle che ci vengono ordinate.

    Ricordati della decisione che hai presa, e poni dinanzi ai tuoi occhi la figura del crocifisso.Riflettendo alla vita di Ges Cristo, avrai veramente di che vergognarti, ch non hai ancoracercato di farti pi simile a lui, pur essendo stato per molto tempo nella via di Dio.Il monaco, che si addestra con intensa devozione sulla vita santissima e sulla passione delSignore, vi trover in abbondanza tutto ci che gli pu essere utile e necessario; e non dovrcercare nulla di meglio, fuor di Ges. Oh, come saremmo d'un colpo pienamenteaddottrinati se avessimo nel nostro cuore Ges crocefisso!Il monaco pieno di fervore sopporta ogni cosa santamente e accetta ci che gli vieneimposto; invece quello negligente e tiepido trova una tribolazione sull'altra ed angustiatoper ogni verso, perch gli manca la consolazione interiore, e quella esterna gli vienepreclusa.Il monaco che vive fuori della regola va incontro a completa rovina. Infatti chi tende ad unacondizione piuttosto libera ed esente da disciplina sar sempre angustiato, poich ora nongli andr una cosa, ora un'altra.Come fanno gli altri monaci, cos numerosi, che vivono ben disciplinati dalla regola delconvento? Escono di rado e vivono liberi da ogni cosa; mangiano assai poveramente evestono panni grossolani; lavorano molto e parlano poco; vegliano fino a tarda ora e sialzano per tempo; pregano a lungo, leggono spesso e si comportano strettamente secondo laregola.Guarda i Certosini, i Cistercensi, e i monaci e le monache di altri Ordini, come si alzanotutte le notti per cantare le lodi di Dio. Ora, sarebbe vergognoso che, in una cosa tantomeritoria, tu ti lasciassi prendere dal sonno e dalla pigrizia, mentre un grandissimo numerodi monaci comincia i suoi canti di gioia, in unione con Dio.Oh!, se noi non avessimo altro da fare che lodare il Signore, nostro Dio, con tutto il cuore econ tutta la nostra voce. Oh!, se tu non avessi mai bisogno di mangiare, di bere, di dormire;e tu potessi, invece, lodare di continuo il Signore, e occuparti soltanto delle cose dellospirito. Allora saresti molto pi felice di adesso, che sei al servizio del tuo corpo per varienecessit. E volesse il Cielo che non ci fossero queste necessit, e ci fossero soltanto i pastispirituali dell'anima, che purtroppo gustiamo ben di rado.

    Quando uno sar giunto a non cercare il proprio conforto in alcuna creatura, allora eglicomincer a gustare perfettamente Dio; allora accetter di buon grado ogni cosa che possasuccedere; allora non si rallegrer, o rattrister, per il molto o il poco che possieda. Sirimetter del tutto e con piena fiducia in Dio: in Dio, che per lui sar tutto, in ognicircostanza; in Dio, agli occhi del quale nulla muore o va interamente perduto; in Dio, per ilquale ogni cosa vive, servendo senza esitazione al suo comando.Abbi sempre presente che tutto finisce e che il tempo perduto non ritorna.

  • Non giungerai a possedere forza spirituale, se non avrai sollecitudine e diligenza. Secomincerai ad avere una certa tiepidezza, subito comincerai ad essere spiritualmentemalato. Se invece ti darai tutto al fervore, troverai una grande pace e sentirai pi lieve lafatica, per la grazia di Dio e per la forza dell'amore. Tutto pu l'uomo fervido e diligente.Impresa pi grande delle sudate fatiche corporali quella di vincere i vizi e di resistere allepassioni. E colui che non sa evitare le piccole mancanze cade, a poco a poco, in mancanzemaggiori.Sarai sempre felice, la sera, se avrai spesa la giornata fruttuosamente.Vigila su te stesso, scuoti e ammonisci te stesso; checch facciano gli altri, non dimenticarete stesso. Il tuo progresso spirituale sar pari alla violenza che avrai fatto a te stesso. Amen.

    ESORTAZIONI SULLA VITA INTERIORE - IL RACCOGLIMENTO INTERIORE"Il regno di Dio dentro di voi" (Lc 17,21), dice il Signore.Volgiti a Dio con tutto il tuo cuore, lasciando questo misero mondo, e l'anima tua troverpace. Impara a disprezzare ci che sta fuori di te, dandoti a ci che interiore, e vedraivenire in te il regno di Dio. Esso , appunto, "pace e letizia nello Spirito Santo" (Rm 14,17);e non concesso ai malvagi.Se gli avrai preparato, dentro di te, una degna dimora, Cristo verr a te e ti offrir il suoconforto. Infatti ogni lode e ogni onore, che gli si possa fare, viene dall'intimo (cfr. Sal44,14); e qui sta il suo compiacimento.Per chi ha spirito di interiorit frequente la visita di Cristo; e, con essa, un dolcediscorrere, una gradita consolazione, una grande pace e una familiarit straordinariamentebella. Via, anima fedele, prepara il tuo cuore a questo sposo, cosicch si degni di venirepresso di te e di prendere dimora in te. Egli dice infatti: "Se uno mi ama, osserver la miaparola, e verremo a lui e abiteremo presso di lui" (Gv 14,23). Accogli, dunque, Cristo, e nonfar entrare in te nessun'altra cosa.Se avrai Cristo sarai ricco, sarai pienamente appagato. Sar lui a provvedere e ad agirefedelmente per te. Cos non dovrai affidarti agli uomini. Questi mutano in un momento evengono meno rapidamente, mentre Cristo "resta in eterno" (Gv 12,34) e sta fedelmenteaccanto a noi, sino alla fine.Non dobbiamo fare molto conto sull'uomo, debole e mortale, anche se si tratta di personache ci preziosa e cara; n dobbiamo troppo rattristarci se talvolta ci combatte e cicontrasta.Quelli che oggi sono con te, domani si possono mettere contro di te; spesso si voltano comeil vento.

    Riponi interamente la fiducia in Dio, e sia lui il tuo timore e il tuo amore. Risponder luiper te, e operer per il bene, nel modo migliore.Non hai stabile dimora quaggi (cfr. Eb 13,14); dovunque tu abbia a trovarti, sei unforestiero e un pellegrino, n mai avrai pace se non sarai strettamente unito a Cristo. Perchti guardi tutto attorno quaggi, se non questo il luogo della tua pace? La tua dimora deveessere tra le cose celesti; e tutto devi guardare come di passaggio.Passano tutte le cose, e con esse anche tu; vedi di non invischiarti, per evitare di esserecatturato e di perire.Sia il tuo pensiero sempre presso l'Altissimo; e la tua preghiera si diriga, senza sosta, aCristo. Che se non riesci a meditare le profonde realt celesti, cerca rifugio nella passione diCristo e prendi lieta dimora nelle sue sante ferite. Se ti sarai rifugiato, con animo devoto,nelle ferite e nelle piaghe preziose di Ges, sentirai un gran conforto nella tribolazione e

  • non farai molto caso del disprezzo degli uomini, sopportando con facilit quanto si dicecontro di te.Anche Cristo fu disprezzato dagli uomini in questo mondo e, nel momento in cui ne avevamaggior bisogno, fu abbandonato, tra sofferenze disonoranti, da quelli che lo conoscevanoe gli erano amici.Cristo volle soffrire ed essere disprezzato; e tu osi lamentarti di qualcuno? Cristo ebbeavversari e oppositori; e tu vuoi che tutti ti siano amici e ti facciano del bene? Come potressere premiata la tua capacit di soffrire se non avrai incontrato alcuna avversit? Se nonvuoi sopportare nulla che ti si opponga, in che modo potrai essere amico di Cristo?Se vuoi regnare con Cristo, sorreggiti in Cristo e per mezzo di Cristo. Che se una sola voltatu riuscissi ad entrare perfettamente nell'intimo di Ges, gustando un poco dell'ardente suoamore, non ti preoccuperesti per nulla di ci che ti piace o non ti piace; troveresti gioia,invece, nelle offese che ti si fanno. Giacch l'amore per Ges ci porta a disprezzare noistessi.

    L'uomo che ama Ges, l'uomo veramente interiore e libero da desideri contrari alla supremavolont, pu volgersi a Dio senza impacci e innalzarsi in ispirito sopra se stesso,ricavandone una pace ricca di frutto.Veramente saggio, e dotto di una dottrina impartita da Dio pi che dagli uomini, colui chestima tutte le cose per quello che sono, non per quello che se ne dice nei giudizi umani.Se uno sa procedere secondo la guida interiore, dando poca importanza alle cose esteriori,non si perde nel ricercare il luogo adatto o nell'attendere il tempo opportuno per dedicarsiad esercizi di devozione. Se uno ha spirito di interiorit, subito si raccoglie in se stesso,giacch non si disperde mai del tutto nelle cose esterne. Per lui non un ostacolo un lavoroche gli venga imposto, n una occupazione che, in quel momento, appaia doverosa; giacchegli sa adattarsi alle situazioni, cos come esse si presentano.Colui che intimamente aperto, e rivolto al bene, non bada alle azioni meravigliose o stranedegli uomini; infatti quanto pi uno attira a s le cose esteriori, tanto pi resta legato edistratto da se medesimo.Se tutto fosse a posto in te, e tu fossi veramente puro, ogni cosa accadrebbe per il tuo bene eper il tuo vantaggio; che se molte cose spesso ti sono causa di disagio o di turbamento, proprio perch non sei ancora perfettamente morto a te stesso e distaccato da tutto ci che terreno. Nulla insozza e inceppa il cuore umano quanto un amore non ancora purificato,volto alle cose di questo mondo; se invece tu rinunci a cercare gioia in ci che sta fuori dite, potrai contemplare le realt celesti e godere frequentemente di gioia interiore.

    L'UMILE SOTTOMISSIONENon fare gran conto di chi ti sia favorevole o contrario; piuttosto preoccupati assai che, inogni cosa che tu faccia, Dio sia con te. Abbi retta coscienza; Dio sicuramente ti difender.Non ci sar cattiveria che possa nuocere a colui che Dio vorr aiutare.Se tu saprai tacere e sopportare, constaterai senza dubbio l'aiuto del Signore. lui checonosce il tempo e il modo di sollevarti; a lui perci devi rimetterti: a lui che pusoccorrerci e liberarci da ogni smarrimento.

    Perch ci possiamo mantenere in una pi grande umilt, sovente assai utile che altriconosca i nostri difetti e che ce li rimproveri. Quando uno si umilia per i propri difettifacilmente fa tacere gli altri e acquieta senza difficolt coloro che si sono adirati contro dilui.

  • All'umile Dio dona protezione ed aiuto; all'umile Dio dona il suo amore e il suo conforto;verso l'umile Dio si china; all'umile largisce tanta grazia, innalzandolo alla gloria, perch si fatto piccolo; all'umile Dio rivela i suoi segreti, invitandolo e traendolo a s con dolcezza.L'umile, fatto oggetto di contumelia e confusione, si sente pienamente in pace, avendo eglila sua dimora in Dio, e non nel mondo. Non credere di aver fatto alcun progresso spirituale,se non ti senti inferiore ad ogni altro.

    CHI COLUI CHE AMA IL BENE E LA PACESe, in un primo luogo, manterrai te stesso nella pace, potrai dare pace agli altri; ch l'uomodi pace pi utile dell'uomo di molta dottrina.Colui che turbato dalla passione trasforma anche il bene in male, pronto com' a vedere ilmale dappertutto; mentre colui che ama il bene e la pace trasforma ogni cosa in bene.Chi pienamente nella pace non sospetta di alcuno. Invece chi inquieto e turbato stasempre in agitazione per vari sospetti. Non tranquillo lui, n permette agli altri di esserlo;dice sovente cose che non dovrebbe dire e tralascia cose che pi gli converrebbe di fare; staattento a ci che dovrebbero fare gli altri, e trascura ci a cui sarebbe tenuto lui stesso.Sii dunque zelante, innanzi tutto, con te stesso; solo cos potrai essere giustamente zelantecon il tuo prossimo. Tu sei molto abile nel trovare giustificazioni per quello che fai e neltollerarlo, mentre rifiuti di accettare le giustificazioni negli altri. Sarebbe invece pi giustoche tu accusassi te stesso e scusassi il tuo fratello.Se vuoi essere sopportato, sopporta gli altri anche tu.

    Vedi quanto sei ancora lontano dal vero amore e dalla umilt di chi non sa adirarsi eindignarsi con alcuno, fuor che con se stesso.Non grande merito stare con persone buone e miti; cosa, questa, che fa naturalmentepiacere a tutti, giacch amiamo di pi quelli che ci danno ragione e preferiamo vivere inpace con loro. invece non piccola grazia, e lodevole comportamento, degno di un uomo,riuscire a vivere in pace con le persone dure e cattive, che si comportano senza correttezza enon hanno condiscendenza verso di noi.Ci sono alcuni che stanno, essi, nella pace e mantengono pace anche con gli altri. Ci sonoinvece alcuni che non stanno in pace essi, n lasciano pace agli altri: pesanti con ilprossimo, e ancor pi con se stessi. Ci sono poi alcuni che stanno essi nella pace e sipreoccupano di condurre alla pace gli altri.La verit che la vera pace, in questa nostra misera vita, la dobbiamo far consistere nelsaper sopportare con umilt, piuttosto che nel non avere contrariet.Colui che sapr meglio sopportare, conseguir una pace pi grande. Vittorioso su se stessoe padrone del mondo, questi l'amico di Cristo e l'erede del cielo.

    LA LIBERT DI SPIRITO E LA SEMPLICIT DI INTENZIONEDue sono le ali che permettono all'uomo di sollevarsi al di sopra delle cose terrene, lasemplicit e la libert di spirito: la semplicit, necessaria nella intenzione; la libert,necessaria negli affetti. La semplicit tende a Dio; la libert raggiunge e gode Dio.Nessuna buona azione ti sar difficile se sarai interiormente libero da ogni affettodisordinato. E godrai pienamente di questa interiore libert se mirerai soltanto alla volontdi Dio e se cercherai soltanto l'utilit del prossimo.Se il tuo cuore fosse retto, ogni cosa creata sarebbe per te specchio di vita e libro di santadottrina. Giacch non v' creatura cos piccola e di cos poco valore che non rappresenti labont di Dio. Se tu fossi interiormente buono e puro, vedresti ogni cosa senza velame e lacomprenderesti pienamente: infatti il cuore puro che penetra il cielo e l'inferno.

  • Come uno di dentro, cos giudica di fuori.Chi puro di cuore tutto preso dalla gioia, per quanta gioia nel mondo. Se invece, daqualche parte, ci sono tribolazioni ed angustie, queste le avverte di pi chi ha il cuoreperverso.Come il ferro messo nel fuoco, lasciando cadere la ruggine, si fa tutto splendente, cos coluiche si d totalmente a Dio si spoglia del suo torpore e si muta in un uomo nuovo.Quando uno comincia ad essere tiepido spiritualmente teme anche il pi piccolo travaglio eaccoglie volentieri ogni conforto che gli venga dal di fuori. All'incontro, quando unocomincia a vincere pienamente se stesso e a camminare veramente da uomo nella via delSignore, allora fa meno conto di quelle cose che prima gli sembravano gravose.

    L'ATTENTO ESAME DI SE STESSINon possiamo fare troppo affidamento su noi stessi, perch spesso ci manca la grazia e lacapacit di sentire rettamente. Scarsa la luce che in noi, e subitamente la perdiamo per lanostra negligenza. Spesso poi non ci accorgiamo neppure di essere cos ciechiinteriormente: facciamo il male e, cosa ancora peggiore, ci andiamo scusando. Talora siamomossi dalla passione e la prendiamo per zelo; rimproveriamo negli altri piccole cose epassiamo sopra a quelle pi grosse, commesse da noi. Avvertiamo con prontezza e pesiamoben bene ci che gli altri ci fanno soffrire, ma non ci accorgiamo di quanto gli altri soffronoper causa nostra.Chi riflettesse bene e a fondo su se stesso, non giudicherebbe severamente gli altri. L'uomointeriore, prima di occuparsi di altre cose, guarda dentro di s; e, intento diligentemente a sestesso, portato a tacere degli altri. Solamente se starai zitto sugli altri, guardandospecialmente a te stesso, giungerai a una vera e devota interiorit.

    Se sarai tutto intento a te stesso e a Dio, ben poco ti scuoter quello che sentirai dal di fuori.Sei forse da qualche parte, quando non sei presente in te? E se, dimenticando te stesso, tuavessi anche percorso il mondo intero, che giovamento ne avresti ricavato? Se vuoi averepace e spirituale solidit, devi lasciar andare ogni cosa e avere dinanzi agli occhi solamentete stesso.Grande sar il tuo progresso se riuscirai a mantenerti libero da ogni preoccupazione terrena;se invece apprezzerai in qualche modo una qualsiasi cosa temporale, farai un gran passoindietro.Nulla per te sia grande, nulla eccelso, nulla gradito e caro, se non solamente Iddio, oppurecosa che venga da Dio. Considera vano ogni conforto che ti venga da qualsiasi creatura.L'anima che ama Dio disprezza tutto ci che sia inferiore a Dio.Conforto dell'anima e vera letizia del cuore soltanto Dio, l'eterno, l'incommensurabile,colui che riempie di s l'universo.

    LA GIOIA DI UNA COSCIENZA RETTAGiusto vanto dell'uomo retto la testimonianza della buona coscienza. Se sarai certo, incoscienza, di aver agito rettamente, sarai sempre nella gioia.La buona coscienza permette di sopportare tante cose ed piena di letizia, anche nelleavversit. Al contrario, se sentirai in coscienza di aver fatto del male, sarai sempre timorosoed inquieto.Dolce riposo sar il tuo, se il cuore non avr nulla da rimproverarti. Non rallegrarti se nonquando avrai fatto del bene. I cattivi non godono mai di una vera letizia e non sentono maila pace dell'anima, giacch "non c' pace per gli empi", dice il Signore (Is 48,22; 57,21). E

  • se la gente dice: "siamo in pace, non ci accadr alcun male (Mic 3,11), chi mai oser farcidel male?", non creder loro; ch improvvisa si lever la collera di Dio, "e quello che hannofatto andr in fumo, e i loro piani svaniranno" (Sal 145,4).Per colui che ama Iddio, non difficile trovare la propria gloria nella sofferenza, poich cisignifica trovarla nella croce del Signore.La gloria data o ricevuta dagli uomini dura poco; e una certa tristezza le si accompagnasempre. Invece la gloria dei giusti viene dalla loro coscienza, non dalle parole della gente;la loro letizia viene da Dio ed in Dio; la loro gioia viene dalla verit.Colui che aspira alla gloria vera ed eterna non si preoccupa di quella temporale; invececolui che cerca questa gloria caduca, anzich disprezzarla dal profondo dell'animo,evidentemente ama di meno la gloria celeste.Grande serenit di spirito possiede colui che non bada alle lodi n ai rimproveri della gente;giacch, se ha la coscienza pulita, si sentir facilmente contento e tranquillo.

    Tu non sei maggiormente santo se ricevi delle lodi, n maggiormente cattivo se ricevi deirimproveri; sei quello che sei, e non puoi essere ritenuto pi grande di quanto tu non sia agliocchi di Dio.Se fai attenzione a quello che tu sei in te stesso, interiormente, non baderai a ci chepossano dire di te gli uomini. L'uomo vede in superficie, Dio invece vede nel cuore; l'uomoguarda alle azioni esterne, Dio invece giudica le intenzioni.Agire bene, sempre, e avere poca stima di se medesimi, segno di umilt di spirito; noncercare conforto da alcuna creatura segno di grande libert e di fiducia interiore.Chi non cerca per s alcuna testimonianza dal di fuori, evidentemente si abbandona deltutto a Dio. Infatti, come dice S. Paolo, "non riceve il premio colui che si loda da s, macolui che lodato da Dio" (2 Cor 10,18).Procedere tenendo Dio nel cuore, e non essere stretto da alcun legame che venga di fuori,ecco la condizione dell'uomo spirituale.

    L'AMORE DI GES SOPRA OGNI COSABeato colui che comprende che cosa voglia dire amare Ges e disprezzare se stesso perGes.Si deve lasciare ogni persona amata, per colui che merita tutto il nostro amore: Ges esigedi essere amato, lui solo, sopra ogni cosa.Ingannevole e incostante l'amore della creatura; fedele e durevole l'amore di Ges. Chis'attacca alla creatura cadr con la creatura, che facilmente viene meno; chi abbraccia Gestrover saldezza per sempre.Ama e tienti amico colui che, quando tutti se ne andranno, non ti abbandoner, npermetter che, alla fine, tu abbia a perire. Che tu lo voglia oppur