libro difesa 2011k

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    M A N U A L E P R A T I C O

    dott. giandomenico bellettini

    LA Difesa personale

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    M A N U A L E P R A T I C O

    dott. giandomenico bellettini

    LA Difesa personale

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    LA DIFESA PERSONALE

    Un grazie a maestri e campioni italiani che hanno partecipato con servizifotografici alla stesura di questo libro:

    Davide CarliCristina Savioli

    Stefano GianneschiVincenzo DOnofrio

    Anna Maria LonghiMauro IcicliRino Sala

    Andrea CasadeiMarco Mazzoni

    Gabriele PariFrancesco De Donato

    Antonio PrimanteMichaela

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    INDICE

    Capitolo 01 Introduzione .................................................................... Pag. 7

    Capitolo 02 Premessa ......................................................................... Pag. 10

    Capitolo 03 Le situazioni di pericolo .................................................. Pag. 13

    Capitolo 04 Come prevenire il pericolo.............................................. Pag. 20

    Capitolo 05 La voce come arma ......................................................... Pag. 22

    Capitolo 06 La posizione di guardia ................................................... Pag. 24

    Capitolo 07 Le armi del corpo umano ............................................... Pag. 34

    Capitolo 08 I colpi poco ortodossi ....................................................... Pag. 53

    Capitolo 09 Prese e leve articolari ..................................................... Pag. 58

    Capitolo 10 Proiezioni .......................................................................... Pag. 65

    Capitolo 11 Le tecniche difensive ....................................................... Pag. 68

    Capitolo 12 Armi di fortuna ................................................................. Pag. 74Capitolo 13 Difesa contro pi aggressori .......................................... Pag. 80

    Capitolo 14 Pronto soccorso ............................................................... Pag. 85

    Capitolo 15 Tecniche di difesa personale .......................................... Pag. 94

    Capitolo 16 Preparazione psicofisica ................................................. Pag. 105

    Capitolo 17 Autodifesa: nozioni giuridiche ........................................ Pag. 115

    Capitolo 18 Come dominare la paura ................................................ Pag. 118Capitolo 19 La filosofia della Difesa ................................................... Pag. 121

    Capitolo 20 Dignit filosofica della fuga ............................................ Pag. 122

    Capitolo 21 Difesa contro lo stupro .................................................... Pag. 123

    Capitolo 22 E se la psicologia non funziona? .................................... Pag. 125

    Capitolo 23 Primo: non prenderle. Secondo: prenderle! ................. Pag. 126

    INDICE

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    LA DIFESA PERSONALE

    Cercano di aggredirvi. Non perdete la calma.

    Non avendo nulla con cui difendervi utilizzate comearmi le vostre gambe.Normalmente, laggressore non si apetta una difesadi calcio ( la migliore difesa) la vostra gamba pi lunga del pugno dellaggressore, cos lo tenetelontano, senza rischiare di prendere un pugno,colpendolo con un calcio laterale sullo stomaco.

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    CAPITOLO 1

    Violenze, aggressioni, sopraffazioni:la storia quotidiana dellumanit pre-scinde, purtroppo, dalle intenzioni dei

    migliori.E persino chi animato dalla pi since-ra coscienza pacifista deve scontrarsicon una realt che contraddice conti-nuamente i princpi etici.

    Non vero - diceva un mio amicopugile - che sono un violento. La real-t ha cominciato a fare a pugni con la

    mia visione del mondo molto prima checominciassi a fare a pugni io.

    Battute a parte: aprite un qualsiasigiornale alle pagine di cronaca locale.Baster una scorsa veloce per convin-cervi che subire una violenza pu capi-tare a tutti, in qualsiasi momento.Che fare, allora? Non vi chiediamo cer-to di buttare a mare i vostri princpietici. Anzi.

    Si racconta che Beniamino Franklin, al tavolo dellAssemblea Costituente degliStati Uniti dAmerica, appena liberatisi dal giogo inglese, si adirasse con un col-lega senatore.Il collega aveva cos concluso - tra gli applausi - la sua retorica concione:perch l dove la libert, quello il mio paese.

    Il dott. Giandomenico Bellettini, presidentedella IAKSA - Italia

    C A P IT O L O 01 Introduzione

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    LA DIFESA PERSONALE

    Franklin batt il pugno sul tavolo e corresse:No! L dove NON la libert, quello il mio paese!.

    Gli applausi furono ancora pi forti.

    I vostri princpi, insomma, sono ancora pi importanti laddove sono minacciati.

    I capitoli che vi accingete a leggere non vogliono insegnarvi a picchiare, nonvogliono trasformarvi in giustizieri della strada, n poggiano sulla massimabiblica occhio per occhio, dente per dente.

    Questi capitoli, al contrario, intendono semplicemente darvi una mano per evita-

    re le violenze; innanzitutto con una grande attenzione agli atteggiamenti preven-tivi.

    Troppo spesso sono i pi deboli a soccombere alle prepotenze altrui. In questicasi le violenze subte non rappresentano lunica ingiustizia.

    C unaltra profonda ingiustizia, conseguenza della prima; uningiustizia che siprotrae nel tempo, come una cicatrice eterna: il fatto, cio, che le vittime debba-no troppo spesso convivere con la paura, con linsicurezza, con una scarsa fidu-

    cia in s stessi, il che finisce con lavvelenare la loro vita di tutti i giorni.Come imparerete da queste pagine, noi vogliamo far s che la paura, linsicurez-za e la sfiducia scompaiano. E assieme ad esse scomparir gran parte dei poten-ziali rischi di subire unaggressione.La difesa personale - come vedremo - una filosofia, pi che una disciplinamarziale. Una filosofia per tutti, ma adatta specialmente ai pi deboli, special-mente alle vittime predestinate di questa societ che, assieme a tante luci,presenta anche troppe ombre.

    Per questi soggetti a rischio (parlo soprattutto delle donne, le pi esposte alleviolenze di tutti i giorni) imparare la filosofia e le tecniche della difesa personalenon servir soltanto nelleventualit di una loro applicazione pratica: servir,soprattutto, sotto il profilo psicologico; servir a restituire quella tranquillit equella fiducia in s che sono il bene pi prezioso (e pi minacciato) per la stessaqualit della vita. proprio questo lauspicio mio , che vi avvicinate per la prima volta alla filosofiadella difesa personale, auguriamo di cuore una felice... serendipit.

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    CAPITOLO 1

    Per chi non lo sapesse, il termine serendipit deriva dallantica favola dei treprncipi di Serendip, che si mettevano alla ricerca di qualcosa... e regolarmentene trovavano unaltra.Se cercavano il drago da uccidere, venivano coinvolti in tuttaltra avventura, efinivano magari col liberare una bella principessa; quando intendevano sconfig-gere i pirati, rinvenivano per caso un fantastico tesoro; e cos via...Anche Cristoforo Colombo si trov a vivere una felice serendipit: cercava la viaper le Indie, e scopr lAmerica.Ebbene: voi, novelli Colombo, state forse cercando - nelle tecniche di difesapersonale - la possibilit di rispondere con efficacia alla prossima aggressionedi cui sarete vittime. Ma forse ( proprio questo il nostro augurio) non avrete maioccasione di applicare concretamente le tecniche apprese: certo, tuttavia, chetroverete fiducia e serenit, in una nuova consapevolezza del vostro corpo e dellavostra mente. Ecco: alla fine dellavventura (la pi bella e la pi preziosa che pos-sa capitare ad un essere umano) troverete voi stessi.

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    LA DIFESA PERSONALE

    Innanzitutto, una premessa: questopera consiste di testi e fotografie, che insie-me forniscono un approccio integrato alle tematiche della difesa personale.

    Pur essendo tra loro complementari, tuttavia, il metodo scritto e quello visi-vo-fotografico sono concepiti per essere anche strumenti autonomi perintrodurre il lettore alle tecniche della difesa personale: il che vuol dire chepotreste raggiungere risultati soddisfacenti persino escludendo in partenza unodei due strumenti.Vorrei per sottolineare la parola introdurre: lo studio teorico (magari integra-to, cio uno studio che si avvalga tanto dei testi quanto delle fotografie ) da solosarebbe insufficiente a farvi apprendere in modo efficace le tecniche della difesapersonale.

    Per raggiungere appieno questo obiettivo necessario, da parte vostra, unimpegno fattivo, fatto di esercitazioni, di allenamenti e (in parte) di sudore. Madi questo impegno (possiamo assicurarvelo) non dovrete mai pentirvi: giacchvi far stare meglio, sia fisicamente che psicologicamente; cos che sarete piin forma, pi sicuri di voi, pi sereni, pi capaci di reagire di fronte alle difficoltquotidiane che la vita ci propone...Ci premesso, ecco qui a fianco uno schematico consiglio su come procedere.

    Ecco come vi consigliamo di procedere:1 leggete innanzitutto lintera opera scritta (e guardate le sequenze fotografi-

    che), in modo da avere unidea generale della materia;2 curate la vostra preparazione fisica;3 studiate bene i punti vulnerabili del corpo umano; questa conoscenza fon-

    damentale per reagire con efficacia in caso di pericolo;4 studiate bene tutte le tecniche della difesa personale descritte nei vari capi-

    toli;

    C A P IT O L O 02 Premessa

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    CAPITOLO 2

    5 esercitatevi con impegno nellapplicazione di tutte le suddette tecniche:ricordate che necessaria - almeno in questa fase e in quella successiva lapresenza di un partner di allenamento;

    6 dopo esservi ben allenati, scegliete poche tecniche (che abbiano perobiettivo pochi punti vulnerabili) da approfondire; dovrete scegliere, natu-ralmente, le tecniche che sono pi congeniali al vostro fisico e alle vostrecapacit: diventeranno le vostre armi segrete, in grado di trarvi dimpac-

    cio in una eventuale situazione a rischio (meglio conoscere bene pochecose, che avere idee confuse su tutto).

    Cercano di scipparvi. Non perdete la calma.Non avendo nulla con cui difendervi utilizzate come armi le vostre mani.

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    LA DIFESA PERSONALE

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    CAPITOLO 3

    Quando improvvisamente ci troviamo in una situazione di pericolo, la cosa pidifficile saper valutare con esattezza lentit del pericolo stesso, e quindi sce-gliere il modo pi opportuno per fronteggiarlo.

    Sar allora utile, al fine di ottimizzare le possibilit di fare la scelta giusta, ten-tare una sorta di classificazione dei vari tipi di situazioni a rischio, identificandoper ciascuna di esse le reazioni ideali.Certo: la realt poi altra cosa dalla teoria, e ciascuna situazione concretarichieder non lapplicazione di modelli di comportamento precodificati, bensimprovvisazione e creativit. Ma altrettanto vero che una griglia teorica diriferimento potr facilitare la vostra capacit di improvvisare.

    Ci premesso, potremmo identificare 6 tipologie di aggressioni, che elenchiamo

    in ordine crescente di pericolosit potenziale:

    1 liti che degenerano in aggressioni;2 aggressioni da parte di teppisti;3 aggressioni a scopo di rapina;4 aggressioni da parte di ubriachi o drogati;5 aggressioni da parte di maniaci;6 aggressioni finalizzate a nuocere alla persona.

    Intendiamoci: questa classificazione (che adesso andremo ad approfondirevoce per voce) non pretende di avere una scientificit sociologica o antropologi-ca. semplicemente uno schema pratico di riferimento, la conoscenza del qualepotrebbe esservi daiuto nella concreta valutazione del pericolo.

    C A P IT O L O 03 Le situazioni di pericoloTIPOLOGIE DI AGGRESSIONI... E DI AGGRESSORI

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    LA DIFESA PERSONALE

    LITI CHE DEGENERANO IN AGGRESSIONI

    Liti che tendono a degenerare possono capitare tra conoscenti, e persino traamici e fratelli. In questi casi non davvero necessario fare ricorso alle tecnichedella difesa personale. sufficiente controllare il proprio stato emotivo, oltre chequello della controparte, e ragionare pacatamente per evitare lo scontro.Se anche lo scontro avvenisse, si tratta in genere di un combattimentoritualizzato, dove laggressivit comunque controllata da forti freni inibitori.Per questi motivi il livello di pericolosit delle liti tra conoscenti solitamentequasi nullo. La pericolosit cresce se la lite che minaccia di degenerare avvienecon sconosciuti (ad esempio in seguito a un banale incidente in auto).

    In queste situazioni lassenza di freni inibitori (non si ha di fronte un amico) pusommarsi alla carica nervosa (nellesempio precedente, lo stress da giungladel traffico). Occorre dunque fare una maggiore attenzione, ed essere prontianche allevenienza peggiore (subire un attacco violento). Anche in questo caso,tuttavia, bisogna cercare a tutti i costi di evitare lo scontro attraverso lautocon-trollo, un atteggiamento calmo e conciliante (seppure non arrendevole), un tonodi voce pacato.Siate saggi, insomma. E usate le tecniche della difesa personale solo come ulti-ma eventualit: nel 99 per cento dei casi, basta un po di diplomazia per sgon-

    fiare sul nascere questo tipo di rischio.Morale: in queste situazioni bisogna usare la testa... e non fare a testate!

    AGGRESSIONI DA PARTE DI TEPPISTI

    Lo scontro con eventuali teppisti innanzitutto uno scontro psicologico.Generalmente chi va in cerca di pretesti per una rissa ha forti problemi di insi-curezza, cui cerca di reagire mostrando aggressivit nei confronti dei pi deboli.Linsicurezza di fondo della maggior parte dei teppisti, tuttavia, non ne diminui-sce affatto la pericolosit: anche perch i teppisti agiscono molto spesso inbranco, e il timore di perdere la faccia di fronte al gruppo rafforza laggressivi-t dei singoli. In queste situazioni occorre mostrarsi sempre sicuri di s, masenza spavalderia o altri atteggiamenti provocatori. Il branco di teppisti si ecci-ta maggiormente proprio in queste due situazioni apparentemente opposte: daun lato nella consapevolezza di provocare paura, dallaltro lato nellopportunitdi mostrare il proprio (presunto) coraggio di fronte alle provocazioni. Il fine

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    CAPITOLO 3

    ultimo dei teppisti non tanto fare del male a noi, quanto cercare di dimostrarequalcosa a s stessi e al branco cui appartengono. Se si dovesse arrivare allo

    scontro fisico, tuttavia, questa distinzione non avrebbe molto valore sotto il pro-filo pratico. Perch laggressione potrebbe di fatto configurarsi come unaggres-sione del sesto tipo, cio unaggressione diretta a farci del male. A complicare iltutto, potremmo trovarci in netta inferiorit numerica. Nel caso in cui siate dasoli contro pi teppisti, ricordatevi di restare sempre in movimento, per non farviimmobilizzare; e di comportarvi come fece lOrazio... contro i Curiazi.

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    CAPITOLO 3

    AGGRESSIONI A SCOPO DI RAPINA

    Queste aggressioni sono potenzialmente pericolose perch generalmente sonoperpetrate da professionisti che tendono a programmarle per ridurre al mini-mo i rischi. Ma dobbiamo ricordarci che lo scopo del rapinatore quello di sot-trarci un valore, non quello di farci del male. Laggressione non il fine, bens ilmezzo per raggiungere il fine. Soprattutto di fronte ad unarma, allora, sarmeglio non fare gli eroi: consegnare al rapinatore quello che pretende da noisar quasi sempre il metodo migliore per uscire incolumi dallavventura. Meglioancora se avremo usato alcuni accorgimenti preventivi (per esempio quello ditenere con noi un secondo portafoglio, con qualche soldo e nessun documento).

    La pericolosit della rapina pu nascere proprio da una nostra reazione sbagliata:il rapinatore preparato alleventualit di farci del male, sia psicologicamente chetecnicamente (in genere ha con s unarma). Questa premeditazione di unaeventuale violenza non si riscontra (o almeno non sempre) nelle tipologie diaggressione precedentemente esaminate. Ed un elemento che gioca a sfavoredella possibilit di una efficace difesa personale: proprio perch il rapinatore pre-parato a neutralizzarla. Sta a voi, caso per caso, valutare se esiste la concreta pos-sibilit di una reazione: nel caso decidiate di non assecondare laggressore, tutta-via, comportatevi come se la rapina fosse unaggressione di tipo 6. A mio avviso,

    comunque, nessun portafoglio vale il rischio di una pallottola o di una coltellata.

    AGGRESSIONI DA PARTE DI UBRIACHI O DROGATI

    Laggressore alterato da alcool o da altra droga da un lato pericolosissimo, giac-ch le sostanze ingerite tendono ad allentare ogni freno inibitorio; dallaltro lato,tuttavia, potrebbe essere in condizioni fisiche non ottimali (riflessi rallentati, scar-sa coordinazione, eccetera), il che favorirebbe una nostra pronta reazione al tenta-tivo di offesa. Se lassalitore in evidente stato confusionale, si potrebbe cercare dicalmarlo con luso della parola: talvolta il raptus di aggressivit (non certo logico,n premeditato) di chi alterato dalluso di certe sostanze si spegne da un istanteallaltro. Ma teniamo presente che davvero difficile compiere, in poche frazioni disecondo, una completa analisi psicologica del nostro alterato assalitore: i nostritentativi di calmarlo potrebbero produrre effetti del tutto opposti a quelli desidera-ti. Teniamoci pronti, allora, a colpire velocemente per poi fuggire. I punti pi vulne-rabili dellubriaco sono lo stomaco e il fegato: un colpo ben assestato in una di

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    CAPITOLO 3

    queste parti (specie nello stomaco) ha buone probabilit di provocare una crisi divomito e lasciarci quindi tutto il tempo necessario per allontanarci. Se chi ci attac-

    ca un drogato in crisi di astinenza, molto probabilmente intende non tanto farcidel male, quanto impossessarsi dei nostri valori per comprarsi la dose a luinecessaria: la sua aggressione, pertanto, potrebbe rientrare tra quelle del terzotipo (vedi), sia pure con le variabili sopra analizzate (mancanza di freni inibitori, anostro svantaggio; condizioni fisiche non ottimali, a nostro vantaggio). Ricordatevi:anche per i drogati lo stomaco e il fegato sono punti particolarmente vulnerabili.

    AGGRESSIONI DA PARTE DI MANIACI

    Il maniaco soffre di unalterazione psichica, e questo lo rende assimilabile, peralcuni versi, a ubriachi e drogati. Ma il maniaco molto pi pericoloso, perch - adifferenza di ubriachi e drogati - le sue condizioni fisiche non sono compromes-se da fattori debilitanti esterni. Le sue azioni possono essere finalizzate a nuo-cere alla nostra persona (come in una aggressione di sesto tipo), ma anche inquesto caso il raptus aggressivo potrebbe essere calmato da un tono di voce dol-ce e conciliante: il dialogo ha sempre la possibilit di allentare la tensione internadel nostro assalitore. Se non siete psicanalisti o psichiatri, tuttavia, ricordatevi

    che le probabilit di azzeccare una terapia lampo sono davvero scarsine...Tenetevi dunque pronti a reagire come in una aggressione di sesto tipo.

    AGGRESSIONI FINALIZZATE A NUOCERE ALLA PERSONA

    Si tratta naturalmente di situazioni limite: ma non c soltanto il caso della ven-detta personale (regolamento di conti) o quello del rapimento. Anche aggres-sioni di origine diversa (come laggressione da parte di teppisti, o quella da partedi un maniaco) possono degenerare in questa pericolosissima tipologia... Unavolta valutato che ci troviamo di fronte a una serissima minaccia per la nostraincolumit e per la nostra stessa vita, occorre reagire con la massima decisione.Qui c una sola regola da tener presente: sopravvivere a tutti i costi. Occorredunque cercare subito la fuga. Se questa non possibile, bisogna ricorrere aicolpi pi efficaci (massimo danno inflitto nel minor tempo possibile, con il fine diprocurarci la via di fuga: si vedano i capitoli dedicati alle tecniche della difesapersonale).

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    LA DIFESA PERSONALE

    utilissimo tenere i soldi in tasche e portafogli diversi, nonch predisporre unapposito portafogli - con poche lire e nessun documento - da consegnare a un

    eventuale rapinatore.

    Precauzione anti-scippo: borse, valigie e altri contenitori di valori vanno sempreportati sottobraccio (stretti con decisione) e sempre dal lato interno del marcia-piede.

    Bisogna evitare, se possibile, di camminare da soli in zone buie o sconosciute.Di notte, tenersi sempre sul lato pi illuminato della strada.

    Occorre la massima prudenza con gli sconosciuti: specie quando si da soli, evi-tare contatti con questuanti e persone sospette.

    Se un individuo sospetto vi chiede che ore sono, non abbassate la testa per guar-dare lorologio: quellindividuo potrebbe approfittare di questo momento percolpirvi. Piuttosto, mostrategli direttamente lorologio, continuando a guardarloin viso. Se chi vi ha chiesto lora covava cattive intenzioni, rester spiazzato, poi-ch non potr pi contare sul fattore sorpresa; se invece voleva semplicementeinformarsi sullorario... beh, il vostro gesto avr accontentato efficacemente lasua curiosit.

    Ogni volta che dovete spostarvi in una citt o in una zona che non conoscete(anche quando vi accingete ad andare in vacanza), prendete le adeguate informa-zioni. Spesso un avvertimento preventivo (ad esempio: non girate in quella zonacon la macchina fotografica al collo: potrebbero cercare di strapparvela) puevitare un sacco di guai.

    C A P IT O L O 04 Come prevenire il pericoloPREVENIRE OGNI RISCHIO: ALTRI CONSIGLI PARTICOLARI

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    CAPITOLO 4

    Se proprio non potete evitare di passare accanto a individui sospetti, ricorrete aquesto stratagemma: ostentando un atteggiamento guardingo, infilate la mano

    allinterno della vostra giacca, o del vostro cappotto (o della borsetta, se siete don-ne); e tenetela l, come se doveste impugnare una rivoltella nascosta! Questo truc-co, che si ispira alla fiction cinematografica, vecchio ma sempre efficace: pocoprobabile che un eventuale malintenzionato corra il rischio di aggredire proprio voi!

    Un consiglio per le donne. Quando andate al cinema, evitate la vicinanza di even-tuali molestatori con un semplice accorgimento: mettete sempre vostro marito oil vostro accompagnatore tra voi e gli altri uomini... Oppure, se siete sole, sedete-vi sempre vicino a unaltra donna o allestremit di una fila. In questultimo caso,

    potrete agevolmente scappare al primo cenno di pericolo.

    DIFRONTE AL PERICOLO: SETTE CONSIGLI GENERALI1 Evitare in partenza, e possibile, luoghi e situazioni a rischio.2 Fare sempre attenzione a ci che accade intorno a noi.3 Restare comunque calmi.4 Avere in ogni situazione un atteggiamento equilibrato, n spavaldo n timo-

    roso.5 Come prima cosa, esaminare sempre la possibilit di una fuga immediata.

    6 Non mostrare mai pubblicamente i valori che si portano con s.7 Contare innanzitutto su s stessi.

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    LA DIFESA PERSONALE

    La voce uno strumento molto importante per la difesa personale, a patto di utiliz-zarla bene. Con questo non vogliamo dire che dovrete imparare a cantare! Pi sem-

    plicemente, dovrete usare con accortezza la parola(o il grido) a seconda delle circostanze.

    Nella difesa personale, la voce ha molteplici funzioni, che sinteticamente possia-mo suddividere in tre gruppi:

    ACALMARE LAGGRESSORE

    Parlare con tono pacato, assumendo un atteggiamento conciliante e trovando le

    giuste argomentazioni, talvolta sgonfia sul nascere una situazione potenzialmen-te pericolosa.

    Questo approccio va sempre tentato, lo ricordiamo, nei casi di aggressioni delprimo tipo .

    BINVOCARE AIUTO

    Invocare aiuto, o comunque attirare lattenzione di terzi, pu avere un effettodeterrente sul potenziale aggressore.

    Nel caso, ad esempio, che un maniaco importuni una donna in pubblico, costeinon dovrebbe esitare a reagire verbalmente con fermezza.Anche un sempliceGi le mani, porco! - detto a voce alta - avr leffetto di attirare lattenzionedei presenti e di scoraggiare limportuno, con buone probabilit di prevenire gliulteriori tentativi di aggressione e i relativi rischi degenerativi.

    C A P IT O L O 05 La voce come

    arma e come scudo

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    CAPITOLO 5

    EMETTERE GRIDA MARZIALI

    Accompagnare i vostri colpi con grida marziali avr un duplice effetto: da un

    lato fornir a voi una carica psicologica, dallaltro scoragger lassalitore.

    Il grido deve provenire dal vostro ventre, quasi a infondere ulteriore potenza alcolpo che state portando: questa efficace tradizione guerriera praticata damillenni, ed tuttora in voga nella maggior parte delle arti marziali.

    AL FUOCO!Un altro (importante) consiglio pratico: in tutti i casi di aggressione in cui utile

    cercare di richiamare altre persone (magari non presenti proprio sul posto maa portata di voce), evitate di gridare Aiuto! o cose simili.Lesperienza insegna che la gente non accorre a questo tipo di richiamo, per lasemplice ragione che ha paura, e che non vuole grane.Ha paura, soprattutto, perch non sa a cosa pu andare incontro (che vuoldire aiuto?; quale reale pericolo ciaspetta dietro langolo?).Vi suggeriamo, pertanto, di ricorrerea un richiamo psicologicamente pi

    efficace, da un lato perch legatoalle memorie ataviche della specieumana, dallaltro lato perch nongenerico.Questo richiamo : Al fuoco!.Chi ode un simile appello avr menopaura, perch sapr (o meglio: cre-der di sapere!) ci che lo aspetta, esi sentir in grado di proteggere lapropria incolumit.Sar dunque meno frenato neldesiderio di accorrere per prestaresoccorso. Non importa se poi que-sto potenziale soccorritore interverrattivamente o meno: il solo fatto chequalcuno accorra potrebbe far desi-stere laggressore dalla sua azione.

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    LA DIFESA PERSONALE

    Le situazioni in cui sarete costrettiad usare le tecniche di difesa per-sonale saranno ben diverse da

    quelle della palestra o del ring.Non sempre, pertanto, avrete lapossibilit di prepararvi adeguata-mente al contrattacco.Molto spesso, al contrario, occor-rer colpire lassalitore da posizio-ni e da angolazioni inusuali: potre-ste - a titolo di esempio - esserebloccati da una presa, oppure tro-

    varvi con le mani piene di pacchidopo lo shopping, o ancora sedutisu una panchina, e cos via. impossibile, naturalmente, speri-mentare in anticipo tutte le possi-bili situazioni concrete (anche se inquestopera ne esaminiamo mol-tissime).Quello che occorre fare allenarsiper sviluppare lagilit, la prontez-za di riflessi, la velocit di movi-mento, il senso dellequilibrio, lafunzionalit del nostro meccani-smo biologico. Sar utile, allora,ricercare nei vostri allenamenti

    una efficace posizione di guardia: cio quella posizione di partenza che vi con-sentir di difendervi e di contrattaccare nel modo migliore possibile.

    Velocit e precisione: questo, in fondo, il binomio piimportante per le tecniche della difesa personale. Il solomodo di raggiungerlo lavorare in palestra con costanzaed applicazione.

    C A P IT O L O 06 La posizione di guardia

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    vero: talvolta potreste essere costretti asferrare il primo colpo da posizioni diver-

    se. Ma lefficacia della vostra difesadipender anche dalla rapidit con cuiassumerete correttamente la guardia. da qui, dalla posizione di guardia, chedovrete partire nei vostri allenamenti. Inuna fase successiva, ovviamente, sarutile sperimentare (con il vostro partnerdallenamento) reazioni efficaci anchepartendo da posizioni differenti, cio da

    quelle posizioni naturali che assumia-mo nelle diverse situazioni della nostravita quotidiana: la posizione di guardia,tuttavia, resta un punto di partenza obbli-gatorio.Va tenuto presente che talvoltaassumere rapidamente una correttaposizione di guardia pu avere un effettodissuasivo nei confronti dellassalitore.Specie se sarete naturali e sciolti nellas-

    sumere la posizione (il che vuol dire benallenati), il vostro aggressore potrebbegiudicare imprudente venire alle manicon voi, e quindi decidere di filarsela.Ora forniremo alcuni princpi generali peruna corretta posizione di guardia. Maricordate che voi dovrete personalizzarli, cio adattare questi princpi astrattialle vostre concrete caratteristiche fisiche: e questo possibile solo con la pra-tica, con lallenamento.

    Princpi generali della posizione di guardia

    GLI ARTI INFERIORILe gambe devono essere leggermente piegate, in modo che possiate efficace-mente... molleggiarvi su di esse. Una gamba deve essere pi avanzata rispettoallaltra. La distanza tra i vostri piedi dovrebbe pi o meno corrispondere a quel-

    Foto 1-2: esercizio per sviluppare le capacittecniche. Partendo dalla posizione 1, portate ildiretto destro (2) senza scoprire la vostra guardia.Ripetete per 2 minuti, aumentando gradatamentela velocit.

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    la tra le vostre spalle. In questo modo il peso del vostro corpo sar equamentedistribuito tra le due gambe, e ci vi render pi pronti ai movimenti e agli scat-

    ti (in qualsiasi direzione) che si rendano necessari.

    GLI ARTI SUPERIORILe braccia non devono essere troppo vicine otroppo distanti dal vostro corpo: i gomiti -entrambi piegati - non devono fare attritocon il tronco, ma daltro canto devono ancheproteggerlo.Se i gomiti saranno nella giusta posizione

    (ripetiamo: vicino al tronco, ma non a contatto)i contrattacchi di pugno potranno essere piefficaci, in quanto potranno sfruttare traietto-rie lineari e quindi veloci. La mano che si trovadalla stessa parte della gamba pi avanzatadeve essere avanzata anchessa (chiusa apugno a circa venti-quaranta centimetri dal

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    naso): in questo modo, pugno e avambraccio formeranno una sorta di scudofrontale, pronto anche a trasformarsi in mezzo offensivo. Laltra mano

    (anchessa chiusa a pugno) deve essere pi arretrata, allincirca allaltezza dellamascella: in questo modo con lo stesso arto superiore attuerete due protezioni,una al viso (con la mano e lavambraccio) e laltra alle costole (con il gomito edil braccio).Una posizione del genere consente anche a questo braccio di distendersi rapi-damente per colpire, mutando la difesa in contrattacco.

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    IL BUSTO E LA TESTAIl busto deve essere lievemente raccolto su s stesso e in posizione obliqua (cio

    quasi di fianco, assecondando la mano e la gamba avanzate), per offrire unaminore superficie ai colpi dellaggressore. I muscoli ventrali e i glutei devonoessere contratti, a formare una sorta di corazza difensiva naturale. La testadeve essere comunque eretta, lo sguardo fisso sullaggressore e attento a tuttii suoi movimenti.

    SCATTI E MOVIMENTIDovrete allenarvi a spostarvi rapidamente in ogni direzione. In questi movimentidovrete muovere per primo, tra i due piedi, quello pi vicino alla direzione in cui

    volete andare, in modo da non incrociare mai le gambe (cosa che ridurrebbe ilvostro equilibrio). Non fate mai il passo pi lungo... della gamba! I passi devonoessere sempre piccoli ma veloci.Durante gli spostamenti, la guardia non va mai abbandonata: laggressorepotrebbe approfittarne. Ricordate che la coordinazione dei movimenti fonda-mentale, sia in attacco che in difesa. fondamentale anche la corretta valuta-zione delle distanze (al fine sia degli spostamenti, sia delle parate, sia dei colpida portare). E c un solo modo per raggiungere una buona coordinazione e unacorretta valutazione delle distanze: lallenamento costante.

    VARIARE LA POSIZIONE DI GUARDIACom la vostra guardia naturale? Destra o mancina? Cio: quale braccio equale gamba vi viene spontaneo avanzare? Qualunque sia la posizione di guardiaa voi congeniale, vi consigliamo di allenarvi anche in quella esattamente specu-lare: nelle situazioni di pericolo (non si sa mai) potrebbe esservi utile sapercambiare rapidamente la posizione di guardia.

    La guardia mascherataCOS LA GUARDIA MASCHERATA

    Con la mano destra, fingiamo di massaggiarci una tempia, oppure di sistemarcii capelli. Appoggiamo nel contempo il pollice della mano sinistra alla cintura.Sembrano atteggiamenti quasi naturali, ma sono in grado di garantire unabuona protezione del nostro corpo. La mano destra difende il viso, ed pronta acontrattaccare. La sinistra protegge il basso ventre.

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    Possiamo distendere il braccio destro per parare o deviare il colpo dellaggressore.

    Il braccio destro ripiegato

    sulla testa, insomma,costituisce un efficacescudo per tutti i colpi portatidallavversario con gli artisuperiori: pu parare, a titolodi esempio, tanto i diretti (jab)quanto i ganci (swing).

    La guardia mascherataconsente una grande efficacianelle parate, ma nellapossibilit di anticiparelaggressore che offre lemigliori potenzialit. Nellafoto, il braccio si distendevelocemente per colpirelavversario alla tempia.

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    GUARDIA MASCHERATA: QUANDO E COME USARLA

    La guardia mascherata unottima alternativa alla classica posizione di guar-dia in tutte le situazioni in cui necessario dissimulare di essere preparati allalotta. Mostrare di essere pronti al combattimento, infatti, spesso un modo diprovocarlo. Ma il saggio sa che lunico modo per non essere mai sconfitti quello di non combattere mai.La guardia mascherata consente, appunto, un prudente atteggiamento pre-ventivo. in questa posizione, ad esempio, che potreste tentare un approccioverbale per calmare un potenziale assalitore. Se lapproccio funziona, bene. Senon funziona, sarete pronti al peggio.

    inutile sottolineare che, una volta cominciato il combattimento, la guardiamascherata non serve pi. In questo caso tornerete ad assumere la normaleposizione di guardia che avrete collaudato (ed eventualmente personalizzato)durante gli allenamenti.A proposito di allenamenti: sar utilissimo esercitarsi, assieme al partner,anche in questa variante difensiva. Le simulazioni in palestra renderanno piefficace, e nel contempo pi naturale, la vostra guardia mascherata.Un ultimo suggerimento: talvolta la posizione di guardia classica potrebbe avereuna maggiore efficacia preventiva della guardia mascherata. La valutazione

    psicologica. E spetter a voi farla, caso per caso. Una cosa certa: se il vostropotenziale aggressore non convintissimo, assumere velocemente la clas-sica posizione di guardia potrebbe avere un effetto dissuasivo. Laggressorepotrebbe pensare: Questo qui uno che sa picchiare. Si vede dalla posizioneche ha assunto. Io me la batto.

    LA MANO SULLA CINTURA

    Nella guardia mascherata, la mano sulla cintura svolge un ruolo fondamen-tale. in grado, infatti, di proteggere il basso ventre da ogni tipo di attacco. Econsente inoltre di parare, bloccare o deviare eventuali calci o ginocchiate.

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    Foto 3-4: dopo esservi allenati con la gomitata latera-le, passate alla gomitata circolare in avanti, cercandola massima scioltezza dei movimenti. Il colpo deveessere fluido e veloce.

    Foto 5-6: allenatevi, infine, con la gomitata in avantidal basso verso lalto. Come per gli altri esercizi, cer-cate di aumentare gradatamente la velocit del colpo.

    Foto 5-6: anche nella gomitata dal basso verso lalto,il colpo non deve sbilanciarvi, n scoprire la vostraguardia lasciando pericolosi varchi allaggressore.

    Foto 3-4: anche in questo caso, non colpite con lapunta del gomito. Usate i colpi di punta solo permigliorare la penetrazione delle gomitate allindie-tro (laddove il bersaglio meno duro, e minore ilrischio di infortunio al gomito).

    Foto 1-6: tre esercizi per migliorare velocit, preci-sione nellesecuzione delle tecniche di gomitata. Perquesti esercizi necessario che il partner dallena-mento sia protetto dallo scudo-sacco.

    Foto 1-2: portate la gomitata laterale cercandosoprattutto la velocit di esecuzione, senza tuttaviapenalizzare la fase di caricamento (foto 1). Non colpitecon la punta, ma con lesterno del gomito.

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    Sarebbe fuori luogo assumere la classica posizione di guardia: costituirebbe di per s un invito alla lite.Meglio ricorrere alla guardia mascherata , in grado di coniugare un atteggiamento naturale e una efficaceprotezione del corpo.Se lavversario accenna ad aggredirci, possiamo anticiparlo colpendolo al volto. La guardia mascherata,infatti, ci permette una rapida distensione del braccio destro, per un pugno di grande efficacia.

    Simuliamo in palestra una possibile situazione a rischio: un litigio verbale minaccia di degenerare. Che cosa fare pertenersi pronti ad ogni evenienza, senza tuttavia assumere atteggiamenti provocatori?

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    Velocit e precisioneUN BINOMIO INDISPENSABILE ALLA DIFESA

    Foto 1-2: un esercizio specifico per migliorare la velocit e la precisione delle tecniche percussive di pugno. Il partner

    dallenamento dovr disporsi di fronte a voi con le mani aperte, chiamando poi la mano da colpire (ad es.: Destra!).

    Foto 2: reagite il pi rapidamente possibile per colpire la mano chiamata. Ripetete lesercizio per qualcheminuto, cercando di aumentare la velocit senza perdere precisione. Curate, in particolare, la velocit reattiva.

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    PUGNI: CONSIDERAZIONI GENERALI

    Perch il pugno non faccia pi male alla vostra mano che allaggressoredovete innanzitutto saperlo chiudere correttamente. Le dita, serrate, vannoripiegate su loro stesse fino a congiungersi con il palmo; il pollice deve esseretenuto allesterno delle dita richiuse, e stretto sulle falangi (vedi le foto).

    Quando portate il pugno, cercate sempre di colpire con precisione il puntoche sceglierete come bersaglio (per tale scelta, importante conoscere ilcapitolo sui punti vulnerabili del corpo umano).

    Dopo il pugno, larto che ha portato il colpo va immediatamente ritratto, perevitare che il vostro assalitore possa bloccarlo, torcerlo, o usarlo per una

    proiezione a vostro danno. Nelle situazioni in cui sarete co stretti a usare i pugni, cercate non tanto il

    singolo colpo, quanto piuttosto le scariche, possibilmente alternando letipologie di colpi e le relative angolazioni. La vostra difesa, in questo modo,sar meno prevedibile e pi efficace.

    Il pugno una efficace tecnica di difesa personale, ma consigliabile in par-ticolare a chi muscolarmente dotato, e possiede un certo peso corporeo.Per una donna di costituzione minuta che debba cercare di portare un colporisolutivo per poi fuggire, insomma, generalmente pi efficace il ricorsoad altre tecniche (vedi oltre). Lo stesso discorso vale per chi ha polsi/mani/dita piuttosto fragili, poich con il pugno nudo rischierebbe (assai pi checon altre tecniche) fratture, slogature, contusioni, e cos via.

    Passiamo ora ad esaminare le tre fondamentali tipologie di pugno: diretto,gancio e montante. Ricordate che la corretta posizione di partenza per portare ipugni, cos come gli altri colpi che vi illustreremo, la posizione di guardia (dicui abbiamo gi parlato).

    C A P IT O L O 07 Le armi del corpo umanoCOLPI CON LA MANO E CON IL GOMITO

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    IL DIRETTO (JAB)

    Il diretto un colpo veloce (giacch siavvale di una traiettoria lineare), il cuibersaglio per eccellenza costituitodal viso dellavversario, e in particola-re dalla radice del naso.Per portare il colpo, il braccio va distesocon forza e velocit verso il bersaglio; ilgomito, tuttavia, non deve essere deltutto teso, altrimenti potrebbe slogarsi.

    In questo movimento utile accompa-gnare il colpo con una rotazione dellespalle (questa rotazione, che deve partire dai fianchi, coinvolge in realt tutto ilcorpo: in questo modo il pugno avr maggiore forza, perch sostenuto dallinte-ro peso corporeo). Al momento dellimpatto il dorso della mano chiusa a pugnodeve essere rivolto verso lalto. Protagoniste dellimpatto saranno in particolarele prime due nocche, che in quel momento saranno in linea con i vostri occhi.

    IL GANCIO (SWING)

    Il gancio un colpo di notevolepotenza, se correttamente portato, daeseguire a distanza ravvicinata, il cuibersaglio ideale costituito dallamascella. Il gomito va alzato allester-no, mentre braccio e avambracciodevono formare un angolo di circa 90:questangolo non deve mutare assettodurante il colpo. Il colpo, semicircola-re, va portato ruotando assieme allar-to sia le spalle che le anche, in mododa trasferire il peso del corpo sulla

    gamba pi arretrata. Al momento dellimpatto le nocche devono essere pi omeno allaltezza della spalla. Per colpire il bersaglio grosso, pertanto, dovretenel contempo piegarvi sulle ginocchia: in questo modo potrete mirare anche allostomaco o al fegato, che costituiscono bersagli alternativi alla mascella.

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    IL MONTANTE (UPPERCUT)

    Il montante un colpo efficace se diret-to al fegato, allo stomaco o alla puntadel mento.Larto va caricato formando un ango-lo retto tra braccio e avambraccio(angolo che va mantenuto al momentodellimpatto), e piegandosi lievementesulle gambe. Il colpo va inferto dal bas-so verso lalto. Quando scaricate la

    potenza nel colpo, sar utile distenderele gambe che avevate piegato nella fasedi caricamento: ci dar al vostro montante una forza maggiore.Va tenuto presente che raggiungere la punta del mento con questo colpo pidifficile che raggiungere gli altri possibili bersagli, per la semplice ragione che latraiettoria da percorrere pi lunga. Il nostro consiglio, pertanto, di privilegiaregli obiettivi fegato e bocca dello stomaco, anche se la punta del mento sareb-be in teoria, per il montante, un punto pi vulnerabile.Per le donne, per i pi giovani, per i meno dotati dal punto di vista muscolare vale

    la considerazione generale fatta allinizio di questo paragrafo sui pugni: meglioricorrere ad altre tecniche, giacch questa richiede una notevole forza.

    Colpi con il taglio della mano

    CONSIDERAZIONI GENERALI I colpi con il taglio della mano rappresentano tecniche ideali per la difesa per-

    sonale: se ben eseguiti, infatti, consentono una grande efficacia anche a chinon muscolarmente dotatissimo. Inoltre, a differenza di quando si ricorre aipugni, per esempio, sono notevolmente ridotti i rischi di infortunio.

    La mano deve essere irrigidita, con tutte le dita unite fra di loro (anche il pol-lice deve essere ben serrato lungo lindice): in questo modo potr infliggerecolpi con entrambi i bordi (shuto e haito, nella terminologia del Karate).

    I colpi possono essere portati sia dallinterno verso lesterno che dallesternoverso linterno.

    Sia nei tagli dallinterno verso lesterno sia in quelli dallesterno verso linter-

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    no, vi suggeriamo di ricorrere ai colpi portati con il bordo esterno della mano(shuto). Per i colpi dallesterno allinterno, in teoria, potreste usare anchelaltro bordo (quello dalla parte del pollice, per intenderci): ma in questo movi-mento assai pi probabile una completa apertura della vostra guardia.

    TAGLIO DALLINTERNO VERSO LESTERNOQuesto colpo particolarmente efficace se diretto alla gola dellavversario.Anche il naso e la nuca, tuttavia, sono bersagli possibili: dipende dalla posizio-

    ne vostra e da quella del vostro assalitore. Nella fase di caricamento la mano(irrigidita come spiegato) va portata (come al solito partendo dalla posizionedi guardia) verso la vostra spalla (quella opposta alla mano stessa) o verso ilvostro orecchio (sempre quello opposto): quindi il braccio va disteso veloce-mente avendo cura che il gomito resti al di sotto del vostro mento; il movimentodi distensione va accompagnato da una rotazione dei fianchi nella stessa direzio-ne, per imprimere maggiore forza al colpo. Al momento dellimpatto il bracciodeve essere completamente teso (con la mano sempre irrigidita), e la linea ide-ale che congiunge i vostri fianchi dovr essere parallela alla linea ideale che vadalla punta delle vostre dita al vostro naso.

    TAGLIO DALLESTERNO VERSO LINTERNOI bersagli ideali di questo colpo sono gli stessi del colpo precedente.Cambia, naturalmente, la fase di caricamento: la mano andr portata versolorecchio corrispondente (destro se la mano quella destra, sinistro se la mano quella sinistra). Per aiutarvi nella fase di caricamento, potrete stendere davanti

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    LA DIFESA PERSONALE

    a voi il braccio opposto a quello che porta il colpo.Oltre alla fase di caricamento, nella tecnica dallesterno verso linterno cambia

    anche un altro elemento fondamentale: il braccio, anzich distendersi, restersempre piegato fino allimpatto finale.Il colpo va portato con movimento semicircolare, accompagnato dalla consuetarotazione dei fianchi; al momento dellimpatto la linea ideale tra i fianchi sarparallela (come nella tecnica precedente) alla linea ideale che corre tra la puntadelle vostre dita e il vostro naso.

    COLPI CON LA PUNTA DELLE DITA

    Questa tecnica rappresenta una sortadi via di mezzo tra il colpo di pugno e ilcolpo con il taglio della mano.I movimenti con cui portare il colposaranno identici a quelli con cui por-tare i pugni. Ma la mano atteggiataa taglio, cio tesa e irrigidita. Partico-larmente efficace il diretto con lapunta delle dita: in questo caso unodei bersagli pi vulnerabili costitui-to dallocchio dellaggressore. Abbiatelaccortezza, nelleseguire questa tecnica, di flettere lievemente il dito medio e (inmisura ancora minore) lanulare, in modo che le punte siano in linea con la puntadellindice.

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    CAPITOLO 7

    COLPI CON IL PALMO DELLA MANOAnche i colpi con il palmo della mano, al pari di quelli con il taglio, sono par-

    ticolarmente adatti alla difesa personale: innanzitutto perch la superficie cheva allimpatto (la parte inferiore del palmo della mano) , rispetto al pugno, peresempio, assai pi resistente allimpatto stesso.Si riducono quindi i rischi di infortunio, mentre il colpo resta di grande efficaciaanche per chi non possiede una grande forza muscolare (a patto, naturalmente,che la tecnica di esecuzione sia corretta).

    Bersaglio ideale di questa tecnica il viso dellavversario: in particolare il mento,il naso e la fronte (per essere precisi: la parte bassa della fronte, vicino alla partesuperiore del setto nasale).Il movimento del colpo simile a quello del jab, oppure a quello dello swing: deveessere, cio, o diretto o semicircolare.

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    Gomitate

    CONSIDERAZIONI GENERALI

    La gomitata senza dubbio uno deicolpi pi efficaci in assoluto per ladifesa personale: infatti un colpodi facile esecuzione, che si avvale diuna parte del nostro corpo adattis-sima a procurare danno, in quanto

    dura e relativamente appuntita, cioin grado di percuotere con un otti-mo coefficiente di penetrazione.

    La gomitata particolarmenteindicata quando laggressore si tro-va a corta distanza, o addirittura a contatto.

    Nella preparazione del colpo, lavambraccio va sempre ripiegato, in mododa appuntire il gomito. Il polso va ruotato in modo che il palmo della manoguardi il vostro bicipite, e la mano va chiusa a pugno.

    In alcune tipologie di gomitata (ad esempio nella gomitata allindietro o inquella laterale) laltra mano pu appoggiarsi al pugno dellarto impegnato acolpire, con un effetto spinta in grado di aumentare la potenza del colpo.

    In altri casi (ad esempio nelle gomitate frontali dirette al viso dellaggressore)la mano libera potrebbe afferrare il bersaglio del colpo e tirarlo verso il gomi-to: anche in questo caso la potenza del colpo viene accresciuta. Nellesempiotest fatto (le gomitate frontali al viso) la mano libera potrebbe afferrare icapelli dellassalitore.

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    CAPITOLO 7

    GOMITATA ALLINDIETROSe laggressore si trova alle vostre spalle, la gomitata allindietro pu rappresen-

    tare una reazione davvero efficace. Se il movimento sar eseguito correttamente,non ha grande importanza dove andr a colpire (del resto pi difficile mirare adun bersaglio preciso quando lassalitore dietro di voi): il colpo produrr sempreun dolore intenso, sia che raggiunga lo stomaco sia che raggiunga il fegato sia cheraggiunga le costole, e cos via.

    Nella fase di caricamento, il braccio va portato davanti a voi; quindi dovrete ripie-gare lavambraccio e girare il polso (come sopra spiegato), e infine colpire allin-

    dietro ruotando nel contempo il busto per imprimere una maggiore potenza.Se lavversario vi sta bloccando le spalle con le sue braccia, potrebbe risultareimpossibile accompagnare il colpo con la rotazione del busto. In questo caso sfer-rate una gomitata allindietro dal basso verso lalto, cercando nello stesso tempodi piegarvi in avanti: il colpo sar ugualmente efficace.

    GOMITATA FRONTALEAlla gomitata frontale potreste ricor-rere quando laggressore si trova difronte a voi, a media o a breve distanza.Obiettivi ideali di questo colpo sono lapunta del mento oppure la radice delnaso, ma anche la mascella o la gola.Il movimento - semicircolare - qua-si identico a quello dello swing, trannela fase finale. Nella fase finale, infatti,si piega lavambraccio (come spiegato

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    LA DIFESA PERSONALE

    nelle considerazioni generali sulle gomitate) e, continuando a ruotare le anche ele spalle, come nel gancio, e facendo un passo in avanti, si colpisce il bersaglio conla punta del gomito. Un possibile movimento alternativo per la gomitata frontale(ma di esecuzione pi difficile) quello tipico del montante (dal basso verso lalto):anche in questo movimento lavambraccio si piega nella fase finale. Ideale, in que-sto caso, cercare di colpire sotto il mento dellavversario. Il punto con cui impat-terete la zona immediatamente superiore alla punta del gomito (osso radiale).

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    CAPITOLO 7

    GOMITATA LATERALEAlla gomitata laterale farete ricorso, naturalmente, quando laggressore al

    vostro fianco. La tecnica di caricamento simile a quella degli altri tipi di gomi-tata: ma abbiate lavvertenza, in questo caso, di tenere le spalle basse e rilassa-te, e di ruotare la testa nella direzione in cui intendete colpire; le gambe vannoleggermente piegate, per poi distendersi al momento di scaricare nel colpo tuttala potenza. La mano libera potrebbe appoggiarsi al pugno dellarto che esegue latecnica, e spingere per aumentare lefficacia del colpo.

    GOMITATA DALLALTO VERSO IL BASSOLa gomitata dallalto verso il basso sempre

    molto dolorosa anche perch sfrutta la forza digravit.Uno dei bersagli ideali di questa tecnica costi-tuito dallarto con il quale il vostro assalitore stacercando di colpirvi, specie se con una manosiete riusciti ad afferrare larto in questione:con laltro vostro braccio, in questo caso, poteteinfliggere una gomitata dallalto verso il basso,diretta ad esempio allavambraccio o alla coscia

    del vostro aggressore, a seconda dellarto chequesti sta utilizzando.La gomitata dallalto verso il basso pu ancherappresentare il secondo (e decisivo) colpo inuna combinazione di tecniche di difesa perso-nale.Qualora siate riusciti a costringere il vostro assa-litore a piegarsi in avanti (ad esempio in seguito aun efficace calcio nella zona inguinale), potrestecolpirlo nuovamente con questo tipo di gomitata:il bersaglio ideale, nella fattispecie, costituitodalla spina dorsale (in un qualsiasi punto, anchenella zona cervicale) oppure dalla zona renale.

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    LA DIFESA PERSONALE

    Calci e ginocchiate

    CONSIDERAZIONI GENERALI SU CALCI E GINOCCHIATEA causa delle leggi fisiche della leva, i colpi portati con gli arti inferiori sonosempre pi potenti di quelli portati con gli arti superiori, e costituiscono pertantoun eccellente mezzo di difesa personale: con queste tecniche persino un bam-bino (ad esempio con un calcio bene assestato sullo stinco o sul ginocchio) pumettere un adulto in condizioni di non nuocere.Rispetto ad un pugno, inoltre, un calcio (o una ginocchiata) presenta minori rischidi infortunio. I piedi, in particolare, sono meno vulnerabili delle mani, anche per-ch generalmente sono protetti da calzature.

    CONSIDERAZIONI SUI CALCIScordatevi i colpi spettacolari alla Bruce Lee, cio i calci che raggiungono il visodopo prodezze di agilit: il bersaglio ideale dei vostri calci sempre basso, ciocompreso tra i piedi e la cintura dellaggressore.Se terrete presente questo principio, i vostri colpi saranno pi efficaci, e si ridur-ranno i rischi di perdere lequilibrio, nonch il rischio che laggressore possaafferrare la vostra gamba.

    Il calcio una tecnica che si adatta in modo particolare alle donne, giacch que-ste posseggono unarticolazione coxo-femorale pi mobile rispetto a quella degliuomini. Nelle donne, insomma, il differenziale medio tra la potenza dei colpiportati con le braccia e la potenza dei colpi portati con le gambe ancora piaccentuato.

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    CAPITOLO 7

    Il calcio pu essere sferrato in tutte le

    direzioni, e con diverse traiettorie. Colmutare delle traiettorie e dei bersaglimuta anche la parte del vostro piedeche va allimpatto: pu essere la puntadella scarpa, oppure il taglio internodel piede, o quello esterno, o la pianta(cio la suola della scarpa, specie incorrispondenza della zona che si trovafra le dita e lincavo del piede), oppure

    il tacco. Dipender da voi, a secondadelle circostanze, scegliere la tecnica,la traiettoria, il bersaglio, il punto concui colpire.N.B. - Nellesempio qui sopra abbiamoipotizzato la presenza delle calzature:non va dimenticato, tuttavia, che potrestetrovarvi nella necessit di usare il calcio apiedi nudi. Basti pensare ad una aggres-

    sione destate sulla spiaggia; oppure alfatto che potreste essere... carmelita-ni scalzi! Battute a parte: preferibileusare questa tecnica quando il piede adeguatamente protetto; ma in certi casisi pu calciare anche a piedi nudi (privi-legiando, per, i colpi con la pianta delpiede, specie con la zona sottostante ledita, che vanno ripiegate verso lalto perevitare rischi di fratture; e rinunciandodel tutto ai colpi di punta).

    Tutte le tecniche di calcio che illustreremo possono essere eseguite privilegian-do la velocit oppure privilegiando la potenza: in questo secondo caso, il colpofar pi male ma nel contempo sar leggermente pi prevedibile, proprio perchverranno esasperate la fase di caricamento e la spinta.

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    LA DIFESA PERSONALE

    Una componente molto importante

    per tutte le tecniche di esecuzione delcalcio lequilibrio.Qualora vi mancasse lequilibrio quan-do comincerete a sperimentare questetecniche, tuttavia, non dovete spaven-tarvi, n ritenere che sia meglio pervoi fare ricorso ad altre tecniche trala-sciando i calci. Lequilibrio, infatti, non una dote innata, che si ha oppure

    non si ha: , viceversa, un obiettivo che si pu raggiungere. Basta allenarsi concostanza.

    A proposito di equilibrio: se la situazione in cui vi trovate lo rende possibile, persferrare meglio il vostro calcio cercate un appoggio. Le vostre mani potrebberoappoggiarsi, ad esempio, alla portiera di unautomobile, o al corrimano di unascala, oppure stringersi attorno a un palo o ad un lampione: lappoggio vi per-metter non solo di conservare lequilibrio durante e dopo il calcio, ma anche diimprimere maggiore potenza al calcio stesso.

    I colpi di calcio si prestano a essere sferrati anche in situazioni anomale o inmomenti critici. Se ad esempio veniste aggrediti mentre siete seduti su unapanchina, potreste calciare sfruttando lappoggio dello schienale della panchi-na. Lo stesso dicasi per le situazioni che vi vedano a terra (magari in seguito aduna spinta o ad un colpo efficace del vostro assalitore): poggiando sul terreno laschiena (oppure un braccio e il fianco corrispondente) potreste opporre allag-gressore una scarica di calci che funger anche da barriera rispetto a uneventuale tentativo di immobilizzarvi.

    Ultimo consiglio generale: a prescindere dalla parte del vostro piede che soster-r limpatto, e anche se indossate robuste calzature, quando calciate contraetesempre le dita dei piedi, magari arcuandole verso lalto quando vi accingete acolpire con la pianta del piede; ci eliminer quasi del tutto il rischio di fratture.

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    CAPITOLO 7

    CONSIDERAZIONI SULLE GINOCCHIATEI bersagli possibili per una ginocchiata sono molteplici: per esempio la zonainguinale (i testicoli in particolare), o le costole, o la bocca dello stomaco. La sceltadipende, naturalmente, da alcune variabili, come il rapporto fra la vostra altezza equella dellaggressore, le reciproche posizioni, e cos via. Fra i bersagli possibili,ad ogni modo, non dimenticate la coscia: una ginocchiata nei muscoli della cosciapu provocare dolore intenso e persino una paralisi momentanea dellarto.

    CALCIO FRONTALEVa premesso che il calcio frontale pu essere portato sia con la gamba avanzatache con quella arretrata: nel primo caso sar pi veloce e meno prevedibile, nelsecondo caso sar invece pi potente. La scelta, come al solito, spetter a voi, aseconda della situazione concreta in cui vi troverete.Gli obiettivi da preferire per questo calcio sono: la zona inguinale, quella addo-minale, lo stinco, il ginocchio (ma anche la caviglia, oppure il piede). In ogni casosconsigliamo vivamente (per le ragioni gi indicate) di scegliere obiettivi spet-tacolari come quelli situati al di sopra della cintura del vostro aggressore.

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    LA DIFESA PERSONALE

    Nella fase di caricamento, il ginocchio va portato verso il petto (non necessario,tuttavia, superare col ginocchio stesso laltezza dei vostri fianchi), mentre il peso

    del corpo grava tutto sul piede che rimane a terra (i muscoli della gamba chepoggia, pertanto, vanno mantenuti contratti).Il ginocchio ha una funzione molto importante nel caricamento: ricordate che inquesta tecnica di calcio il ginocchio va sollevato prima di portare il colpo; in que-sto modo funger da fulcro per la migliore trasmissione della potenza (una sortadi perno, insomma, sia per il calcio singolo che per una serie di calci in rapidasuccessione). La gamba che porta il colpo, raccolta su s stessa durante la fasedi sollevamento del ginocchio, va poi distesa velocemente in avanti (il movimentocomplessivo - caricamento + scaricamento - deve ricordare quello di una molla).

    La traiettoria deve essere il pi possibile diretta, e in ogni caso mai ascendente(ci toglierebbe forza al colpo).Nella fase di scaricamento, accompagnate la gamba slanciata in avanti conuna lieve rotazione sia dellanca che del piede dappoggio: il calcio sar cos pipotente e pi efficace. La parte del vostro piede che andr allimpatto sar o lapunta (specie se state portando calzature rinforzate in quella zona) o la pianta(cio la suola della scarpa).

    Quando comincerete ad allenarvi in questa tecnica di calcio, vi consigliamo di

    partire suddividendo il movimento in quattro fasi distinte:1 alzate il ginocchio (in modo che la coscia sia allincirca perpendicolare al vostro

    busto, e che la parte superiore della gamba formi un angolo retto con quellainferiore) tenendo il corpo e la testa diritti, e lo sguardo fisso su un immaginarioaggressore;

    2 distendete la gamba velocemente, per portare il colpo;3 ripiegate il piede in modo da tornare alla posizione 1 (in pratica, la gamba che

    forma un angolo retto);4 poggiate a terra la gamba, tornando alla posizione di guardia.

    Nei vostri primi allenamenti scandirete bene queste quattro fasi, facendo unapausa tra una fase e laltra. Solo successivamente vi allenerete ad effettuare ilmovimento completo in modo fluido e veloce.

    Il calcio frontale ha due possibili varianti (entrambe destinate a bersagli moltobassi: da preferire lo stinco e la caviglia), che prevedono differenti tecniche dicaricamento e di slancio.

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    CAPITOLO 7

    Nella prima variante, il piede che colpir va portato allindietro (come per calcia-

    re il pallone), per essere poi mosso velocemente in avanti andando ad impattarecon il lato interno della scarpa (oppure con la punta).Al fine di rendere pi facili e pi efficaci sia il caricamento che la distensionedellarto, preferibile, nellesecuzione di questa variante, ricorrere alla gambapi arretrata (si veda il capitolo sulla posizione di guardia).Questa tecnica efficace quando la distanza tra voi e laggressore pi ridotta; molto utile farvi ricorso specie quando lassalitore vi ha afferrato i polsi e stacercando di immobilizzarvi. Nellesecuzione di questa variante, consigliamo dipiegare allindietro il busto mentre portate avanti la gamba per colpire, flettendo

    lievemente anche la gamba dappoggio: ci consentir (ad un tempo) un mag-giore equilibrio, una maggiore potenza, una maggiore protezione del vostro viso(che sar allontanato allindietro) da eventuali attacchi dellaggressore.

    Nella seconda variante (calcio a falce), la fase di caricamento simile a quelladella prima variante: il piede va portato allindietro, senza sollevare il ginocchioverso il petto. Ma la seconda fase diversa: il movimento infatti circolare (comequello di una falce), e tutto il corpo deve ruotare assieme al piede che porta

    il calcio. Qualora mancaste il bersa-

    glio, pertanto, tenetevi pronti a com-pletare questo movimento rotatorio: inpratica, farete un giro completo su voistessi. Un possibile obiettivo di questotipo di calcio costituito dalle cavigliedellavversario, e il movimento circola-re avrebbe, in questo caso, lo scopo difar cadere laggressore.Protagonista dellimpatto potrebbeessere la parte interna del vostro pie-de, ma anche la tibia.Un altro possi-bile obiettivo costituito dalla cosciadellassalitore, al fine di procurare uneffetto paralisi: in questo caso, per,il movimento pi ampio e pi diffici-le, e comporta un lungo e duro allena-mento.

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    CALCIO LATERALESe laggressore si trova al nostro fianco, lo si pu colpire con questa tipologia di

    calcio. La fase di caricamento la stessa del calcio frontale. Ma la gamba va poia colpire slanciandosi lateralmente.Un consiglio: per evitare movimenti poco naturali (che presupporrebbero unamobilit articolare da contorsionista), colpite sempre dallalto verso il basso.Gli obiettivi privilegiati, a questo punto, diventano il ginocchio o lo stinco o lacaviglia. O anche la zona inguinale, a patto che si accompagni il colpo con uncorrispondente piegamento del busto (che praticamente si dispone in lineacon la gamba distesa, facilitando lo scaricamento naturale del calcio, senzacontorsioni circensi!).

    Il principale vantaggio del calcio laterale la sua scarsa prevedibilit (data laposizione inconsueta), unita alla notevole potenza che caratterizza i colpi beneseguiti. Anche per questo calcio sarebbe molto vantaggioso riuscire ad appog-giarsi con le mani a un eventuale sostegno (una parete, un palo, eccetera).

    CALCIO ALLINDIETROQuesto un tipo di calcio che trova scarsa applicazione pratica nella difesa per-sonale, in quanto un colpo difficile e rischioso.Il suo utilizzo potrebbe limitarsi al caso in cui dobbiate affrontare due aggressori,

    uno davanti a voi e uno dietro di voi: in questo caso potreste usare come appog-

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    CAPITOLO 7

    gio lassalitore di fronte a voi, cercando di sorprendere (con il calcio allindietro)quello alle vostre spalle. In altri casi un colpo che conviene poco: se avete un

    solo aggressore molto vicino alle vostre spalle (che sta cercando di bloccarvi) molto meglio ricorrere alla gomitata allindietro, magari seguita da un calciolaterale dopo aver ruotato il busto; se invece laggressore alle vostre spalle non cos a ridosso, allora meglio che vi giriate e che assumiate la posizione di guar-dia. Se addirittura laggressore davanti a voi, beh, perch voltargli le spalle,seppure per la sola frazione dun secondo? Chiarito perch questo sia un colpopoco applicabile, va comunque sottolineato che sempre meglio conoscerlo(non si sa mai!). Vediamo dunque come si esegue.La fase di caricamento simile a quella del calcio frontale. La fase di scarica-

    mento della potenza avviene invece allindietro, mentre piegherete il busto inavanti (cercate tuttavia di non piegarlo troppo). Il busto pu anche essere ruo-tato lateralmente (assieme alla testa e alle anche) in modo che possiate vederemeglio il bersaglio ed ottenere cos una maggiore precisione del colpo: in questocaso la fase finale dellesecuzione ricorder da vicino quella tipica del calciolaterale.Per questo calcio pi che mai, vale il consiglio generale di mirare a obiettivi comeil ginocchio o le caviglie dellaggressore, in modo che il colpo possa arrivare asegno dallalto verso il basso; altrimenti sarebbe facile perdere lequilibrio o,

    ancor peggio, farsi afferrare larto dallaggressore stesso.

    ALCUNE CONSIDERAZIONI GENERALI GI FATTE A PROPOSITO DEI PUGNISONO VALIDE ANCHE PER CALCI E GINOCCHIATE. RIPASSIAMOLE:

    1 cercate sempre la massima precisione;2 dopo il colpo, ritraete subito larto, per evitare che il vostro assalitore possa

    afferrarlo a suo vantaggio;3 non limitatevi a portare un singolo colpo, ma cercate le scariche in rapida

    successione, possibilmente alternando le tipologie di colpi e le relative ango-lazioni: il vostro contrattacco, in questo modo, sar meno prevedibile e piefficace.

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    CAPITOLO 8

    I colpi poco ortodossi servono soprattutto quando il nostro assalitore,prendendoci di sorpresa o utilizzando la sua forza superiore, gi giunto a

    distanza ravvicinata e cerca di immobilizzarci. Un caso tipico il tentativo di stupro,

    in cui la vittima si ritrova per forza di cose a stretto contatto con laggressore.In certi casi, dunque, non dovete esitare a servirvi di morsi, graffi, testate, strappo

    dei capelli e quantaltro. Vediamo come.

    IL MORSOSe avete a portata di denti una delle seguenti parti sensibili del vostro aggres-sore, mordetela senza esitare: il collo, le dita (ma anche qualsiasi altra parte delbraccio), le orecchie, il naso.

    C A P IT O L O 08 I colpi poco ortodossiUNA ARMA IN PI NELLEMERGENZA

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    LA DIFESA PERSONALE

    LA TESTATASe lassalitore di fronte a voi e vicinissimo, potete assestargli un colpo con la

    parte superiore della testa alla radice del naso. Ricordatevi: dovete colpire con lafronte e mirare al setto nasale. Un errore di un solo centimetro potrebbe trasfor-mare la vostra testata in un clamoroso autogol, che procurer a voi stessi tutto ildanno che volevate infliggere allassalitore.Per usare la testata, ovviamente, non deve esserci troppa differenza di altezzatra aggressore ed aggredito. Qualora siate molto pi bassi, potete portare unatestata al mento: dovete colpire con la parte superiore della fronte, con un movi-mento dal basso verso lalto.

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    CAPITOLO 8

    IL GRAFFIOVa premesso che graffi e pugni sono tecniche di combattimento che si escludo-no a vicenda.Per graffiare, infatti, occorre avere le unghie un po pi lunghe delnormale; il che impedisce di serrare correttamente le dita per portare il pugno.Lobiettivo del graffio il viso dellassalitore: lideale mirare agli occhi.

    LO STRAPPO DEI CAPELLIAfferrate le chiome del vostro assalitore e strappatele con forza. Questo colpo molto doloroso, ma non solo. Pu presentare anche un altro vantaggio: infattilo strappo dei capelli stimola le ghiandole lacrimarie, cos che la vista del vostroassalitore potrebbe offuscarsi, dandovi il tempo per portare altri colpi in rapidasuccessione o per fuggire.

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    LA DIFESA PERSONALE

    LE TORSIONI E LE PRESSIONIIn alcune situazioni potreste avere gli arti superiori semi-immobilizzati, cio non

    in grado di effettuare i movimenti necessari per caricare il colpo. In questi casi possibile (ed efficace) ricorrere alle pressioni o alle torsioni.Ad esempio: lassalitore - pi grande e pi forte di voi - vi stringe in una morsacingendovi con le braccia; i vostri arti superiori sono dunque compressi contro levostre costole e i vostri fianchi; con la mano, tuttavia, potreste riuscire a raggiun-gere i testicoli dellaggressore, e piazzare un semplice quanto efficace pizzicot-to (bastano due dita). Questa torsione (dolorosissima) costringer laggressorea mollare la presa, e consentir a voi di recuperare la posizione di guardia e/o diportare altri colpi.

    Altri obiettivi ideali delle torsioni sono i capezzoli, il naso, le orecchie. Anche lapelle dei fianchi o delle braccia potrebbe essere raggiunta da efficaci pizzicotti:certo, questi non sono mai colpi risolutivi, ma talora potrebbero avere uneffica-cia diversiva, atta cio a farvi uscire da situazioni davvero molto scomode (adesempio una presa che vi sta bloccando).

    Lo stesso dicasi per le pressioni: nel caso che le vostre mani possano raggiun-gere il viso dellassalitore, una pressione dei pollici nella zona oculare potrebberibaltare le sorti di un corpo a corpo che vi veda soccombenti.

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    CAPITOLO 8

    NIENTE SCRUPOLI CONTRO CHI NON HA SCRUPOLIIn una situazione di reale pericolo, non bisogna avere

    remore: si possono usare anche i colpi che in altrecircostanze si giudicherebbero scorretti. Ricordateviche non siete su un ring, e che il vostro aggressorenon un leale avversario di una leale competizionesportiva. Ricordatevi che le intenzioni di chi vi vuolenuocere sono ancora meno ortodosse dei colpi chevi apprestate a portare...

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    LA DIFESA PERSONALE

    PreseLe prese sono, in sostanza, azioni che immobilizzano lavversario per mezzo diuna stretta, solitamente con le braccia.Ma nella difesa personale non consigliabile ricorrere alle prese. E il motivo molto semplice: se il principio della difesa personale quello di reagire allat-tacco per cercare al pi presto la via di fuga, esercitare una presa produce unasorta di stallo; infatti non potete fuggire senza mollare lavversario, ma se lomollate costui in grado di aggredirvi.Nella difesa personale, pertanto, le prese sono (quantomeno) poco utili. Ma c

    C A P IT O L O 09 Prese e leve articolari

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    CAPITOLO 9

    di pi: mantenere a lungo una presa significa tenere impegnati i muscoli dellevostre braccia, e lasciare allavversario il tempo per organizzare una reazione.Il nostro consiglio, pertanto, questo: studiate bene la tecnica delle prese, masolo per potervi meglio difendere da esse.Qui di seguito illustreremo le principali prese, rimandando lillustrazione e laspiegazione delle relative contromosse difensive al capitolo dedicato a Le tec-niche strettamente difensive.

    LA PRESA ALLE SPALLEQuesta tecnica di presa utilizza una forte stretta delle braccia per immobilizzare,da dietro, il tronco e gli arti superiori dellavversario; chi subisce questo tipo dipresa, tra laltro, non riesce a vedere bene laggressore, proprio perch coltoalle spalle. particolarmente pericolosa la cosiddetta presa allamericana, azione con-dotta da pi aggressori: in questa tecnica uno degli assalitori utilizza la presaalle spalle, mentre laltro (o gli altri) colpisce (colpiscono) ripetutamente la vit-tima immobilizzata.

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    LA CRAVATTAAnche questa tecnica di presa utilizza una forte stretta delle braccia. Ma il ber-saglio, questa volta, il collo, che viene afferrato da una posizione laterale: unodei due arti superiori coinvolti svolge direttamente lazione della presa, mentrelaltro coadiuva il primo nella stretta. Ci produce uno strangolamento e, allostesso tempo, una torsione in avanti del busto della vittima, che ha quindi note-voli difficolt a tornare in posizione eretta e a reagire efficacemente.

    LO STRANGOLAMENTOQuesta tecnica consiste in una forte pressione alla gola (diretta o indiretta)esercitata per mezzo delle mani o di un avambraccio (in questultimo caso, lostrangolamento viene effettuato da dietro).Lo strangolamento indiretto pu avvalersi di corde o di altri strumenti; puessere utilizzato persino il colletto della vittima: in questo caso, gli avambraccidello strangolatore si incrociano, tirando il bavero in modo che questo si stringaattorno al collo.

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    La pressione pu essere esercitata sulle arte-

    rie carotidee (specie usando le dita) o sulla tra-chea (specie usando lavambraccio da tergo).Nel primo caso si impedisce il regolare afflus-so di sangue al cervello: pochi secondi pos-sono essere sufficienti per far perdere i sensialla vittima, o addirittura per ucciderla. Nelsecondo caso si impedisce il regolare afflussodi aria nei polmoni; qui il tempo necessarioper far perdere i sensi (o per uccidere) leg-

    germente superiore; ma appare chiaro comequesta presa sia ugualmente molto pericolosa.

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    LA DIFESA PERSONALE

    Durante gli allenamenti col vostro partner, sar sicuramente utile sperimentare

    le tecniche di strangolamento e le relative tecniche di difesa.Ma, considerando la particolare pericolosit di questo tipo di presa, occorrela massima prudenza. Bisogna ricordarsi, innanzitutto, che luso della voce spesso compromesso dallazione di strangolamento, e che pertanto potrestenon essere in grado di dire basta al vostro partner.Vi consigliamo, in proposito, di ricorrere a una semplice metodologia, usata indiverse arti marziali: per far desistere il partner dalla sua azione, battete pivolte la mano sul pavimento (se vi trovate a terra) o sul corpo del partner (se vitrovate in posizione eretta). Sar questo il segnale convenuto per interrompere

    immediatamente lesercitazione.

    Leve articolari

    Nelle leve articolari si immobilizza una articolazione del corpo dellavversario, alfine di impedirgli di nuocervi. Larticolazione, naturalmente, va costretta in unaposizione innaturale, il che si ottiene applicando una leva ed esercitando conforza una pressione continua nella direzione opportuna. Le possibili articolazio-

    ni-bersaglio sono tre: il polso, il gomito, la spalla. Come si vede, appartengonotutte agli arti superiori. In teoria, potrebbero essere oggetto di una leva anchele articolazioni delle gambe: ma in pratica ci potrebbe accadere soltanto se ilvostro avversario fosse gi a terra, e voi sopra di lui. In questo caso avreste avostra disposizione molte mosse pi facili (e pi efficaci). Lasciamo dunque chesiano i lottatori di catch a occuparsi di leve al piede. E concentriamoci sulle dueleve articolari pi semplici da eseguire: quella al polso e quella al gomito.

    Innanzitutto bisogna tenere a mente 4 princpi generali, che valgono sia per ilprimo che per il secondo tipo di leva:

    1 Il punto di leva va applicato il pi vicino possibile allarticolazione che inten-dete immobilizzare.

    2 La forza, viceversa, va applicata lontano dallarticolazione, e quindi lontanodal punto di leva. Prima ancora che alle tecniche della difesa, questi primidue princpi appartengono ad Archimede! (Ricordate? Datemi un puntodappoggio e vi sollever il mondo).

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    CAPITOLO 9

    3 Il braccio su cui si intende esercitare la leva va tenuto lontano dal corpodellavversario.

    4 Mentre esercitate la leva, non dovete commettere lerrore di concentrarvi

    esclusivamente sulla leva stessa. Ricordate: il resto del corpo dellavversario va tenuto costantemente sotto

    controllo.

    LEVA AL POLSOPer eseguire questa tecnica dovete afferrare con una mano il polso dellavver-sario (stringendolo con forza), mentre con laltra mano torcerete il polso stessoin una posizione innaturale: ad esempio, potreste spingere sul dorso della manoavversaria imprimendo nel contempo una rotazione. Questa leva sicuramentela pi agevole da eseguire per i soggetti non particolarmente dotati sotto il pro-filo muscolare, proprio perch non richiede una grande forza.

    LEVA AL GOMITONellesecuzione di questa tecnica, la leva va applicata sul braccio (stringendoloin un punto quanto pi possibile vicino al gomito), mentre la forza va applicatasullavambraccio (lideale il polso). La rotazione innaturale deve portarelavambraccio dietro la schiena dellavversario.

    Allenamento in palestra. Il partner vi afferra per i polsi. Con una rotazione delle mani volgete i palmi verso di voi avvici-nandoli al viso, con il minimo sforzo vi sarete liberati della presa. Sferrategli un calcio dal basso verso lalto ai genitali.

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    LA DIFESA PERSONALE

    Una possibile variante prevede una leva sul gomito teso anzich sul gomito pie-

    gato. In questo caso afferrerete il braccio destro dellavversario, stando al suofianco. La leva sar applicata dal vostro petto, sul quale, con laiuto del vostrobicipite sinistro, appoggerete larticolazione del gomito dellaggressore.La forza sar sempre applicata al polso: ma questa volta userete entrambe levostre mani per torcere verso il basso il braccio destro dellavversario, in unmovimento che tenda a far piegare il braccio stesso dalla parte opposta a quellanaturale.

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    CAPITOLO 10

    Fase 2: ruotate busto e gambe, in modo chei vostri piedi assumano la stessa direzione di

    quelli dellassalitore. In pratica, dovete trovarvicon laggressore alle vostre spalle, ma con ilsuo braccio davanti a voi.

    Fase 3: chinate in avanti il busto, piegando nelcontempo le ginocchia, mentre con lanca cer-cate lappoggio (e la leva) sul corpo dellaggres-sore. Va precisato che questo appoggio dancava cercato al di sotto della cintura dellavver-

    sario, al fine di ottimizzarne la funzione di leva:laggressore si trover sollevato e proiettato inavanti, grazie anche alla trazione del braccio(che, ricordiamolo, comincia nella fase 1 econtinua durante tutte le fasi).

    Fase 4: una volta sollevato lavversario, lavostra azione traente nei confronti del suobraccio dovr ruotare verso il basso; nel con-

    tempo, raddrizzerete le ginocchia: in questomodo il vostro assalitore si trover proiettatoa terra.

    Fase 5: fatevi i complimenti, perch la proie-zione danca stata correttamente eseguita!Ma ricordate che non bisogna mai restare suicolpi: approfittate subito del vantaggio ottenu-to, o fuggendo immediatamente, se possibile,o continuando la controffensiva sullaggresso-re. In questultimo caso, potreste ricorrere atecniche percussive; potrebbe essere partico-larmente efficace, ad esempio, un calcio direttoai muscoli della coscia: un colpo che non creadanni irreparabili, ma che in grado di impe-dire allavversario, gi a terra, di rialzarsi e dicontinuare la sua aggressione.

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    LA DIFESA PERSONALE

    PREMESSASono difensive, in senso lato, tutte le tecniche e tutte le indicazioni contenutein questopera; comprese le tecniche doffesa (talvolta proprio vero che la

    miglior difesa lattacco).Ma in questo capitolo ci occuperemo delle tecniche difensive in senso stretto,cio delle mosse che dovremo attuare in risposta a specifiche tipologie di attaccoda parte dellaggressore.

    SCHIVARE E PARARESchivare e parare sono le azioni pi squisitamente difensive: importantissimoallenarsi bene su quanto vi illustreremo in questo capitolo, giacch nella mag-gior parte dei casi la difesa personale comincer proprio con una schivata o una

    parata. Subire unaggressione, infatti, implica il fatto che la prima mossa spettiallaggressore: sono rari i casi in cui riuscirete ad anticipare le sue intenzioni ea colpire per primi. Le schivate e le parate, tuttavia, non servono solo ad evitarei colpi dellavversario: sono determinanti per guadagnare lo spazio, il tempo elangolazione necessari ad un efficace contrattacco, poich difficile pensareche lassalitore si fermi dopo un solo colpo andato a vuoto.

    CONSIDERAZIONI GENERALI SULLE SCHIVATE La schivata un movimento rapido che vi permette di uscire dalla traiettoria

    del colpo avversario. Due princpi generali: la posizione di partenza per schivare (o almeno per

    allenarvi a schivare) quella di guardia; il movimento per evitare il colpo vafatto sempre nella direzione opposta a quella da cui proviene il colpo stesso.

    La schivata sar pi efficace se, oltre a evitare il colpo, consentir di rag-giungere una posizione da cui sia possibile o sferrare il contrattacco o fug-gire agevolmente. Nel primo caso la schivata dovr essere di misura (cioportarvi appena fuori dalla traiettoria del colpo, ma comunque vicini al vostro

    C A P IT O L O 11 Le tecniche difensive

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    CAPITOLO 11

    assalitore); nel secondo caso la schivata dovr essere ampia, cos che possia-te allontanarvi celermente approfittando del vantaggio spaziale e del fatto che

    lavversario preso in contropiede. Questa seconda ipotesi, va sottolineato,non di facile realizzazione: pu tuttavia essere applicata quando laggresso-re palesemente meno agile di voi.

    Il movimento della schivata pu essere fatto sia lateralmente, sia allindie-tro, sia in basso, a seconda del tipo di colpo da schivare e della direzione diprovenienza. Tutto il corpo deve accompagnare il movimento: nella schivataallindietro il busto si flette allindietro, nella schivata laterale i fianchi ruota-no, nella schivata in basso le ginocchia si piegano assieme al tronco.

    Durante la schivata, evitate sempre di incrociare le gambe (lo abbiamo gi

    detto in unaltra occasione): ci potrebbe farvi perdere lequilibrio e compro-mettere la vostra difesa. Per imparare bene a schivare, vi consigliamo di esercitarvi a lungo con il

    vostro partner di allenamento. Allinizio il partner porter colpi al rallentato-re, per poi progressivamente accelerare lesecuzione dei colpi stessi.

    CONSIDERAZIONI GENERALI SULLE PARATE Innanzitutto, una premessa: il termine parata, efficace per definire la

    sostanza delle tecniche che illustreremo, in realt improprio. Pi corret-

    tamente dovremmo parlare di deviazione, giacch la parata implica lop-posizione di forza a forza (cosa che sconsigliamo in quanto pericolosa). Ladeviazione, invece, riesce a raggiungere lo stesso obiettivo (rendere inef-ficace il colpo portato dallavversario) anche applicando una forza inferiore.Quando in questo testo incontrerete il termine parata, pertanto, sappiateche intendiamo riferirci a un movimento delle braccia atto a deviare il colpodellassalitore per portarlo fuori misura.

    Per la parata necessario un movimento rotatorio delle braccia, movimentoche andr a intercettare larto avversario che porta il colpo quando il colponon ancora giunto a segno. La deviazione del colpo stesso avverr semprecon un movimento dallinterno verso lesterno.

    Per meglio preparare la parata, utile tenere le braccia in movimento. Anchequesto movimento di preparazione sar di tipo rotatorio: le vostre braccia ele vostre mani devono formare una sorta di scudo mobile davanti al vostrocorpo.

    La parata che devia il colpo sar tanto pi efficace quanto maggiore sarla superficie con cui andrete a cercare limpatto: vi consigliamo, pertanto,

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    LA DIFESA PERSONALE

    di parare sempre con la mano aperta (deviazione a schiaffo o a manrove-scio).

    La parata una questione di tempismo. Anche per imparare questa tecnica,pertanto, vi consigliamo di esercitarvi a lungo con il vostro partner di alle-namento. La metodologia la stessa che abbiamo illustrato per le schivate:allinizio il partner porter colpi al rallentatore, per poi progressivamenteaccelerare lesecuzione dei colpi stessi.

    DIFESA CONTRO CALCI E GINOCCHIATE Quando lassalitore sta per colpirvi con uno degli arti inferiori, potete natural-

    mente fare ricorso alle schivate e alle parate.

    Qualora riusciste ad intuire con un certo anticipo lintenzione dellaggresso-re, potreste ricorrere ad un efficacissimo contropiede: per colpirvi con uncalcio o con una ginocchiata, infatti, lassalitore dovr rimanere su ununicagamba dappoggio. Proprio quella gamba diventer il vostro obiettivo; un col-po deciso sulla gamba dappoggio (magari un calcio frontale diretto al ginoc-chio), far molto male: probabile che lassalitore cada a terra, ed possibileche resti per qualche minuto in condizioni di non nuocere, dandovi modo diallontanarvi dal pericolo.

    sempre possibile, naturalmente, abbinare le due tecniche in rapida suc-

    cessione: dapprima schivare (o parare), e subito dopo (quando la gambadellavversario non ancora ridiscesa a terra) colpire il ginocchio dellag-gressore (con un calcio frontale o laterale, a seconda delle reciproche posi-zioni). Con il vostro partner dallenamento, esercitatevi a lungo a combinarein ununica azione queste e altre tecniche.

    Ricordate: il tempismo un elemento necessario a tutte le tecniche didifesa attiva; e per essere davvero tempisti indispensabile allenarsi concostanza. A proposito di tempismo, c un altro modo per rispondere a uncalcio o a una gomitata: afferrare la gamba dellaggressore. Qualora ci riu-sciate, ricordatevi di utilizzare al meglio il vantaggio ottenuto: se avete affer-rato la gamba con entrambe le mani, potreste alzarla immediatamente (conun movimento deciso) per far cadere laggressore; se lavete afferrata conuna mano o siete riusciti a bloccarla sotto il braccio, potreste ricorrere, conlaltro braccio, alla gomitata dallalto verso il basso, che avr come obiettivo imuscoli della coscia.

    Lo sgambetto. Lo sgambetto una tecnica difensiva che combina una schi-vata, una proiezione e una o pi percussioni. Lo sgambetto comincia sempre

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    CAPITOLO 11

    con la fase della schivata: occorre evitare di misura il calcio o la ginocchia-ta dellaggressore,