l'espressione uno in cristo gesù in gal 3,19-29

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Facoltà Teologica dell’Italia Centrale Firenze Anno accademico 2013-2014 L’espressione ei- j evn Cristw/| VIhsou/ nella pericope di Gal 3,19-29 Relatore: prof. Alessandro Biancalani Correlatore: prof. Benedetto Rossi Studente: Stefano Redaelli

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tesi di baccalaureato in teologia

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  • Facolt Teologica dellItalia Centrale

    Firenze

    Anno accademico 2013-2014

    Lespressione

    ei-j evn Cristw/| VIhsou/

    nella pericope di Gal 3,19-29

    Relatore: prof. Alessandro Biancalani

    Correlatore: prof. Benedetto Rossi

    Studente: Stefano Redaelli

  • Indice

    INDICE

    Sigle e abbreviazioni utilizzate pag. 2

    INTRODUZIONE pag. 3

    CAPITOLO 1. IL TESTO DI GAL 3,19-29 pag. 11

    1.1 Delimitazione della pericope

    e sua collocazione nel contesto di Gal 3,1-4,11 pag. 11

    1.2 Testo e sua traduzione pag. 17

    CAPITOLO 2. ESEGESI ED ERMENEUTICA pag. 30

    CONCLUSIONI pag. 41

    Bibliografia individuata e consultata pag. 44

  • Sigle e abbreviazioni utilizzate

    2

    SIGLE E ABBREVIAZIONI UTILIZZATE

    Per le abbreviazioni dei libri biblici si usano quelle proposte dalla Conferenza

    Episcopale Italiana1.

    Per lanalisi critica del testo si usano le abbreviazioni impiegate nella versione del

    testo greco utilizzata come riferimento2.

    1 Per le abbreviazioni, come per le citazioni in nota, luso delle lettere maiuscole e minuscole, la grafia e

    per la bibliografia, si seguono le indicazioni riportate nel documento a cura di P.G. CARMINATI, Norme

    Grafiche per i Collaboratori, EDB, Bologna 23/09/2010, consegnato per via informatica dal Docente. Nel

    presente lavoro, quando faccio menzione di traduzioni riportate nella Bibbia CEI mi riferisco alla edizione

    pi recente del 2008. 2 Novum Testamentum Graece, post Eberhard et Erwin Nestle edizione vigesima septima revisa,

    communiter ediderunt Barbara et Kurt Aland, Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart 199327, korrigierter

    Druck 2006.

  • Introduzione

    3

    INTRODUZIONE

    La lettera ai Galati certamente uno degli scritti pi rilevanti di Paolo. Oltre ai

    preziosissimi dati autobiografici in essa contenuti, vi si trova espresso il cuore della

    teologia paolina e del vangelo stesso, presentato attraverso toni forti, paradossi audaci e

    pensieri profondi capaci di comunicare loriginalit del messaggio evangelico.

    La lettera stata scritta dallapostolo con ogni probabilit attorno allanno 56 d.C.

    ad Efeso3. I destinatari sono quelle chiese, individuate dalla maggior parte degli studiosi

    4

    come le comunit che Paolo visit durante il secondo viaggio missionario5, situate nella

    regione della Galazia6.

    Loccasione della lettera si pu cogliere gi in Gal 1,6-7: Mi meraviglio che, cos

    in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro

    vangelo. Per non ce n un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono

    sovvertire il Vangelo di Cristo.

    La comunit si trova in un momento di forte turbamento a causa di alcuni

    predicatori che annunciano un vangelo diverso da quello di Paolo. Questi predicatori, che

    il contesto ci permette di identificare7 come giudeo-cristiani, ritengono necessario

    3 Vanhoye riporta una esaustiva esposizione delle varie possibilit sostenute dagli studiosi in merito alla

    datazione della lettera (cf. A. VANHOYE, Lettera ai Galati, Paoline, Milano 2000, 19). Lipotesi seguita in

    questo lavoro corrisponde a quella maggiormente accreditata, che presuppone la piena identit tra il

    cosiddetto Concilio di Gerusalemme esposto da Paolo nella lettera (Gal 2,1-10) e quello narrato da Luca

    negli Atti (At 15,4-29), e tiene conto di un antico prologo in cui detto che la lettera fu scritta ad Efeso. 4 Cf. VANHOYE, Lettera ai Galati, 20-22.

    5 Cf. At 16,6: Attraversarono quindi la Frgia e la regione della Galazia, poich lo Spirito Santo aveva

    impedito loro di proclamare la Parola nella provincia di Asia. 6 Al tempo di Paolo vi era una provincia romana di Galazia: un ampio territorio situato al centro

    dellattuale Turchia, che prendeva il nome dalla regione della Galazia, che ne costituiva la parte pi

    settentrionale. Vi era perci una Galazia provincia e una Galazia regione. 7 Paolo non parla esplicitamente di coloro che diffondono laltro vangelo, perch erano evidentemente

    ben noti ai destinatari della lettera. dal contesto della lettera, quindi, che si possono trarre conclusioni

    sulla loro identit. Bosch riporta tutte le ipotesi valutate dagli studiosi circa lidentit di questi avversari di

    Paolo (cf. J.S. BOSCH, Scritti paolini, Paideia, Brescia 2001, 228-231). In questo lavoro si assume

    lopinione largamente accreditata che si tratti di missionari giudaizzanti, che probabilmente si opposero

    esplicitamente alla predicazione di Paolo insinuando che la libert dalla Legge da lui proclamata fosse un

    vangelo annacquato per conquistare pi facilmente un gran numero di seguaci. Questa rivalit personale

    la si pu dedurre da alcuni passi come Costoro sono premurosi verso di voi, ma non onestamente;

    vogliono invece tagliarvi fuori, perch vi interessiate di loro (Gal 4,17), e anche Quelli che vogliono fare

    bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati a causa della

    croce di Cristo (Gal 6,12); inoltre, di fronte a questi oppositori, Paolo difende se stesso mostrando che il

    suo vangelo non meno impegnativo, ma al contrario causa di persecuzioni: Quanto a me, fratelli, se

    predico ancora la circoncisione, perch sono tuttora perseguitato? Infatti, sarebbe annullato lo scandalo

  • Introduzione

    4

    imporre ai convertiti dal paganesimo la circoncisione e la legge mosaica. Paolo si vede

    allora costretto a ribadire la novit radicale del vangelo: la salvezza donata da Dio in

    Cristo Ges in modo gratuito e universale e la possibilit per qualsiasi uomo di poterla

    accogliere nella fede. Tale novit, che rappresenta il centro stesso della buona novella,

    non era del tutto compresa dai missionari giudaizzanti, che tendevano invece a mantenere

    la legge mosaica, oltre alla fede in Cristo, come necessaria alla salvezza.

    La lettera si configura8 dunque come una difesa del vero vangelo e della sua

    irriducibile novit.

    La maggioranza degli studiosi9 concorde nel dividere la lettera in 3 parti, anche

    se non vi il medesimo accordo sullindividuazione del limite preciso di ogni parte.

    Questa ripartizione corrisponde ai diversi tipi di argomentazione (storici, dottrinali e

    morali), che Paolo organizza nel suo discorso in difesa del vangelo dal lui predicato.

    Oltre alle ragioni di contenuto si osserva anche la diversit di genere letterario: la prima

    parte di carattere autobiografico esibisce una frequenza della prima persona, di notazioni

    di tempo, di luogo e di nomi propri; la seconda parte, dottrinale, registra la presenza di

    della croce (Gal 5,11). Vanhoye osserva anche come Paolo probabilmente non conosce lidentit

    personale dei suoi avversari. In Gal 5,7, infatti, si riferisce a loro ponendo ai Galati una domanda:

    Correvate cos bene! Chi vi ha tagliato la strada, voi che non obbedite pi alla verit?, e poco dopo in

    Gal 5,10 afferma chi vi turba subir la condanna, chiunque egli sia (cf. VANHOYE, Lettera ai Galati,

    24). 8 Vanhoye riporta le varie proposte formulate dai commentatori circa il genere letterario della lettera. La

    conclusione a cui arriva che occorre tenere conto della novit della predicazione cristiana, senza

    necessariamente tentare di applicare un modello catalogato negli antichi trattati di retorica. La lettera ai

    Galati, dunque, si pu definire come appartenente ad un nuovo genere letterario: quello degli interventi

    apostolici per il sostegno della fede. In particolare ci permette di comprendere nello stesso scritto parti a

    carattere giudiziario, deliberativo e dimostrativo, unificati nellunico sforzo di difesa del vangelo rivolta ad

    una comunit in crisi (cf. VANHOYE, Lettera ai Galati, 16-18). 9 Cf. VANHOYE, Lettera ai Galati, 14. Vanhoye riporta una lista precisa dei maggiori commentatori

    concordi nella suddivisione in 3 parti, mostrando come anche coloro che suddividono la lettera in sole 2

    parti sostanzialmente accorpano le prime due. Alcuni invece dividono la lettera in pi di 3 sezioni, ma

    possono essere ricondotti entro la pi generica suddivisione tripartita: un maggior numero di parti non

    risulterebbe altro che un dare maggiore enfasi alle sottosuddivisioni interne. Un esempio la proposta

    quadripartita di Pitta (cf. A. PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e commento, EDB, Bologna

    1996,40-41), riportata a rappresentanza di tutti coloro che, a partire da Betz, fanno emergere la struttura

    della lettera facendo riferimento agli elementi tipici della retorica dellepoca. La lettera sarebbe cos

    formata da 4 dimostrazioni (Gal 1,13-2,21; 3,1-4,7; 4,8-5,12; 5,13-6,10), ottenute dividendo tra loro gli

    argomenti scritturistici che risultano cos 2 parti distinte. Ogni dimostrazione formata da 3 momenti:

    unapostrofe (Gal 1,6-10; 3,1-5; 4,8-11; 5,13-15), una protressi, cio uno sviluppo della dimostrazione, una

    perorazione, ovvero una sintesi finale (Gal 2,15-21; 4,1-7; 5,2-12; 6,11-18). La prima apostrofe introduce

    non solo la prima argomentazione, ma tutta la lettera. Lo stesso vale per lultima perorazione, che chiude

    tutta la lettera.

  • Introduzione

    5

    citazioni della Scrittura; la terza parte, di carattere esortativo, abbonda maggiormente di

    imperativi.

    Delle tre parti, la seconda risulta essere quella pi problematica circa

    lindividuazione precisa dei suoi limiti. Vanhoye10

    riporta come il principale disaccordo

    tra i commentatori della lettera ai Galati riguardi i vv. 1-12 del cap. 5, da alcuni

    considerati la fine della II parte, da altri linizio della III. Coloro che pongono in 5,1

    linizio della III parte osservano che tale versetto (Cristo ci ha liberati per la libert!

    State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavit) presenta

    gi il tema della libert, che risulta essere il tema centrale dellultima parte della lettera, e

    lo fa gi in tono esortativo.

    In questo lavoro, per, si preferisce lopinione di Vanhoye e di molti altri studiosi

    che ritengono 5,1-12 ancora parte dellargomentazione dottrinale. Sebbene 5,1 anticipi il

    tema della libert, 5,2-12 vede ancora una trattazione sullobbligo della circoncisione e la

    presenza di unapostrofe (5,7-12) che richiama e chiude il discorso aperto da unaltra

    apostrofe (3,1-5), con la quale inizia la II parte.

    Seguendo la suddivisione proposta da Vanhoye11

    , la composizione della lettera

    risulta quindi:

    Indirizzo e saluto iniziale (1,1-5);

    Rimprovero e esplicitazione dello scopo della lettera (1,6-10);

    I Parte: argomenti storici di carattere autobiografico (1,11-2,21);

    II Parte: argomenti dottrinali (3,1-5,12);

    III Parte: argomentazioni morali e precisazioni sulla vita (5,13-6,10);

    Epilogo e saluto finale (6,11-18).

    Le considerazioni fatte circa la difficolt di suddivisione fra le parti, si estendono

    anche ai tentativi di ulteriori ripartizioni interne. Questo mostra come la lettera si presenti

    unitaria e fluida: un unico grande discorso di difesa del vangelo dove spesso la fine di

    una argomentazione lanticipo di quella successiva.

    Sempre seguendo Vanhoye12

    , una suddivisione pi specifica e interna delle parti

    vede:

    10

    VANHOYE, Lettera ai Galati, 16. 11

    Ibidem.

  • Introduzione

    6

    I Parte

    o (1,11-24) Paolo espone la propria vicenda personale di incontro con il

    Risorto per sostenere che il vangelo da lui predicato non proviene da un

    insegnamento umano ma da una rivelazione divina.

    o (2,1-10) Paolo ricorda la vicenda del Concilio di Gerusalemme per

    mostrare come il suo vangelo fu approvato dalle persone pi autorevoli

    nella Chiesa.

    o (2,11-21) Paolo ricorda lincidente di Antiochia per mostrare come sia

    sempre stato coerente con la propria posizione anche di fronte a Pietro.

    II Parte

    o (3,1-5) I apostrofe: si richiama i Galati alla loro esperienza cristiana: lo

    Spirito stato ricevuto dalla Legge o dalla fede?

    o (3,6-29) I argomento scritturistico: lesempio di Abramo. la fede che

    rende figli di Abramo.

    (3,6-14) Abramo ebbe fede, ed la fede che rende figli di Abramo.

    Allora la scelta tra la fede che porta alla benedizione e le opere

    della Legge che portano alla maledizione.

    (3,15-18) I obiezione (la Legge pu annullare le promesse?) e sua

    risposta negativa.

    (3,19-25) II obiezione (perch la Legge?).

    (3,26-29) Conclusione del I argomento scritturistico: la fede ci fa

    figli di Dio in Cristo e vera discendenza di Abramo.

    o (4,1-11) I conclusione e II apostrofe.

    (4,1-7: conclusione) finita la schiavit.

    (4,8-11: apostrofe) Perch volete tornare schiavi?

    o (4,12-20) Intermezzo autobiografico nei ricordi e sentimenti personali.

    o (4,21-31) II argomento scritturistico: Sara, Agar e i loro figli.

    (4,21-13) Il figlio della schiava e il figlio della donna libera.

    (4,24-25) La schiava rimanda allalleanza del Sinai, che dunque

    conduce alla schiavit.

    12

    VANHOYE, Lettera ai Galati, 26-27.

  • Introduzione

    7

    (4,26-28) La donna libera rappresenta la Gerusalemme celeste, ed

    nostra madre.

    (4,29-31) Niente compromessi fra il figlio della schiava e quello

    della donna libera.

    o (5,1-12) II conclusione e III apostrofe.

    (5,1-6: conclusione) O Cristo e la fede, o la circoncisione e la

    Legge.

    (5,7-12: apostrofe) ammonimenti e espressioni di fiducia.

    III Parte

    o (5,13-15) Non confondere la libert cristiana con legoismo.

    o (5,16-25) Non le opere della carne ma il frutto dello Spirito.

    o (5,26-6,6) Non la superbia ma la comprensione e laiuto reciproco.

    o (6,7-10) Chi semina nella carne raccoglie corruzione, chi semina nello

    Spirito raccoglie vita eterna.

    Per quanto riguarda la composizione dellintera lettera, sebbene rientri fra coloro

    che suddividono Gal in 3 sezioni, opportuno riportare anche lopinione di Meynet13

    ,

    ripresa poi anche da altri autori14

    . Meynet lesponente principale di coloro che studiano

    la struttura basandosi sulle leggi della retorica, ma non come Betz15

    o Pitta16

    , che

    ricorrono alla retorica classica (greco-latina), bens facendo riferimento ad una retorica di

    stampo biblico-semitico. Meynet, dunque, non cercando elementi come le apostrofi o le

    perorazioni, propone, per lintera lettera e per ciascuna delle 3 sottoparti in cui divisa,

    una struttura chiastica.

    13

    R. MEYNET, La composizione della lettera ai Galati, in Studia Rhetorica 33(2011). 14 Cf. ad es. G. PAXIMADI, Lettera ai Galati, in MAGGIONI B. MANZI F. (edd.), Lettere di Paolo, Cittadella, Assisi 2005, 645-648. 15

    H.D. BETZ, The Literary Composition and Function of Pauls Letter to the Galatians, in New

    Testament Studies 21(1974). Betz colui che per primo ha introdotto lo studio della composizione di Gal

    attraverso le categorie delloratoria classica greco-romana, e molti altri autori poi lo hanno seguito. La

    proposta di Betz, ulteriormente diversa da quelle presentate, vede la lettera come un unico discorso di

    genere giudiziale concepito come: narratio (Gal 1,12-2,14), propositio o tesi (2,15-21), probatio o

    dimostrazione (3,1-4,31), exhortatio (5,1-6,10). La difficolt di questa impostazione lesortazione, che di

    per s non farebbe parte del classico genere giudiziale. Per questo motivo successivi commentatori, pur

    continuando a tener conto degli elementi della retorica classica hanno preferito suddividere la lettera in

    modo diverso, come fa ad esempio Pitta che lo divide in 4 dimostrazioni differenti, cercando soluzione

    meno unitarie ma pi coerenti con la particolarit del testo paolino. 16

    PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e commento, 40-41.

  • Introduzione

    8

    La I parte (1,6-2,21) risulterebbe formata da tre sezioni disposte secondo lo

    schema (a: 1,6-10) (b: 1,11-2,10) (a: 2,11-21), dove a Paolo che rimprovera i Galati (a)

    corrisponde Paolo che rimprovera Pietro (a).

    La II parte (3,1-5,1) formata da 5 sezioni disposte in modo concentrico, dove le

    prime due e le ultime due sono parallele tra loro: (a1: 3,1-14) le genti sono figli di

    Abramo per la fede in Cristo e senza la Legge; (a2: 3,15-25) gli ebrei sono eredi per la

    fede in Cristo e senza la Legge; (b: 3,26-29) tutti sono figli di Dio per mezzo della fede

    in Cristo; (a2: 4,1-20) tutti sono eredi in Cristo e non pi schiavi della Legge; (a1: 4,21-

    27) tutti sono figli di Abramo in Cristo e non pi schiavi della Legge.

    La III parte (5,2-6,18), in parallelo con la I, formata da 3 sezioni disposte

    concentricamente: (a: 5,2-12) (b: 5,13-6,10) (a: 6,11-18), dove alla prevalenza della fede

    (a) corrisponde la prevalenza della nuova creazione (a).

    Laspetto interessante della proposta di Meynet che pone maggiormente in

    evidenza come il centro della II parte risultino essere i vv. 26-29 del capitolo 3, i quali

    divengono anche il centro dellintera lettera.

    La posizione assunta in questo lavoro, viste le grandi diversit tra le proposte dei

    vari commentatori, che lo scrivere di Paolo, pur basandosi certamente su regole in uso

    allepoca, risente fortemente anche della sua creativit personale e della fluidit del suo

    stile. Risulta quindi non facile definirne il genere letterario e individuarne in modo certo

    e preciso la composizione. Come dice Vanhoye:

    In realt, sembra preferibile ammettere lindole originale dellevangelizzazione

    e affermare che la Lettera ai Galati appartiene ad un genere non catalogato negli

    antichi trattati di retorica17

    .

    Da questo sguardo globale sulla lettera possibile gi raccogliere alcune chiavi di

    lettura.

    Anzitutto Paolo sta difendendo il vangelo da lui predicato da posizioni che non ne

    colgono la radicale novit. In particolare lapostolo vuole difendere il primato assoluto

    della fede in Cristo in ordine alla salvezza, che non pu essere affiancato da una necessit

    della Legge.

    17

    VANHOYE, Lettera ai Galati, 18.

  • Introduzione

    9

    Sullo sfondo vi la contrapposizione fra due categorie di persone: i giudei e i

    pagani. Tale contrapposizione risultava particolarmente forte nella mentalit giudaica

    tanto da passare anche tra i giudeo cristiani. Questo comportava per i pagani il dover

    diventare prima giudei per poter essere ammessi alla salvezza portata dal Cristo. Paolo,

    combattendo questa posizione per difendere luniversalit della salvezza tramite

    laccoglienza nella fede, come fa anche in altre lettere18

    , annuncer la fine delle divisioni

    affermando invece lunit in Cristo.

    Come mette in risalto Meynet, Gal 3,26-29 ha un posto centrale nella lettera,

    quindi in quei versetti si pu trovare, in particolare, quel principio essenziale e totalmente

    nuovo che costituisce il centro del vangelo annunciato da Paolo e qui difeso.

    In questo lavoro si vuole cogliere il significato dellespressione ei-j evn Cristw/|

    VIhsou/ (uno in Cristo Ges), presente al v. 28 del capitolo 3.

    Da quanto detto in precedenza tale espressione risulta rilevante in quanto

    strettamente inerente alla centralit del messaggio evangelico che Paolo esprime in

    particolar modo in Gal 3,26-29, e pu essere considerato il punto di convergenza della

    buona novella annunciata ai pagani di una unit nella quale terminano ogni divisione e

    discriminazione rispetto alla salvezza19

    . Inoltre evn Cristw/| VIhsou/ appartiene pressoch

    esclusivamente al vocabolario dellapostolo: ricorre ben 47 volte in tutta la Scrittura20, e

    di queste solo una non appartiene allopera di Paolo o di tradizione paolina. Se si estende

    questo studio anche alle espressioni simili come in Cristo e nel Signore, si possono

    osservare tendenzialmente le stesse proporzioni. Ci fa di questa espressione una formula

    prettamente paolina; il suo studio, quindi, anche se strettamente contestualizzato al suo

    uso in Gal 3,28, pu risultare rilevante non solo come apporto alla comprensione del

    18

    Cf. Ef 2,13-18: Ora invece, in Cristo Ges, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini

    grazie al sangue di Cristo. Egli infatti la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo,

    abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cio l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua

    carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,

    facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce,

    distruggendo in se stesso l'inimicizia. Egli venuto perci ad annunziare pace a voi che eravate lontani e

    pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un

    solo Spirito.; ma vedi anche per es. 1Cor 1,10.12,13; Col 3,10-11. 19

    Cf. Gal 3,28: Non c giudeo n greco; non c schiavo n libero; non c maschio e femmina; tutti voi

    infatti siete uno solo in Cristo Ges. 20

    Rm 3,24 . 6,11 . 6,23 . 8,1 . 8,2 . 8,39 . 15,17 . 16,3; 1Cor 1,2 . 1,4 . 1,30 . 4,17 . 15,31 . 16,24; Gal 2,4 .

    3,14 . 3,26 . 3,28; Ef 1,1 . 2,6 . 2,7 . 2,10 . 2,13 . 3,6 . 3,21; Fil 1,1 . 1,26 . 2,5 . 3,3 . 3,14 . 4,7 . 4,19 . 4,21;

    Col 1,4; 1Tes 2,14 . 5,18; 1Tt 1,14 . 3,13; 2Tt 1,1 . 1,9 . 1,13 . 2,1 . 2,10 . 3,12 . 3,15; Fm 1,23; 1Pt 5,10.

  • Introduzione

    10

    vangelo difeso da Paolo in questa lettera, ma anche come un approfondimento del

    pensiero in generale dellapostolo.

    Per raggiungere questo obiettivo nel Capitolo 1 si prender in esame il contesto

    dellespressione ei-j evn Cristw/| VIhsou/, per cogliere lessenza del discorso nel quale essa

    viene utilizzata. Ci sar svolto anzitutto individuando la pericope di appartenenza

    (sezione 1.1). Successivamente, nella sezione 1.2, verr presentato il testo greco della

    pericope e una proposta di traduzione sostenuta da considerazioni di carattere linguistico

    espresse versetto per versetto.

    Nel Capitolo 2 si passer allesegesi del testo individuato. Tale esegesi non

    finalizzata ad una interpretazione esaustiva della pericope, ma alla comprensione

    dellespressione in esame come inserita nel suo contesto.

    Infine, nella conclusione si cercher di trarre le fila del percorso svolto per

    mettere in luce il significato di ei-j evn Cristw/| VIhsou/ cos come emerge in questa sezione

    della lettera ai Galati.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    11

    CAPITOLO 1

    IL TESTO DI GAL 3,19-29

    1.1 DELIMITAZIONE DELLA PERICOPE E SUA COLLOCAZIONE NEL

    CONTESTO DI GAL 3,1-4,11

    Il contesto dellespressione in esame quello della parte dottrinale della lettera e,

    in particolare, del primo argomento scritturistico. Si tratta della parte che va da 3,1 a

    4,11. Questa sezione individuabile perch con il capitolo 3 inizia la parte dottrinale,

    distinguibile dalla precedente per linguaggio e argomenti trattati. Il passaggio si nota

    chiaramente dato che Paolo passa dal parlare di s al parlare direttamente ai Galati e dei

    Galati21

    . Lo stesso si pu dire per la sezione che inizia da 4,1222

    , che rappresenta linizio

    dellintermezzo autobiografico. Tale suddivisione rafforzata dal fatto che 3,1-5 e 4,8-11

    rappresentano due apostrofi che racchiudono il primo argomento scritturistico su Abramo

    e le conseguenza che Paolo trae da esso. Il testo rimanente caratterizzato, a sua volta,

    da uninclusione: 3,6-723

    , che rappresenta la tesi iniziale, e 3,2924

    , che ne rappresenta la

    conclusione.

    Nella suddivisione interna di questa sezione della lettera sulla prima

    dimostrazione scritturistica e nellindividuazione delle pericopi, non vi uniformit di

    opinioni tra i commentatori. Probabilmente questo si deve al fatto che, come afferma

    Vanhoye:

    Non tanto facile seguire la logica di questa dimostrazione, perch Paolo

    impetuoso e non prende il tempo per indicare tutte le tappe del suo pensiero.

    Daltra parte non segue sempre la stessa pista, ma passa improvvisamente

    21

    Gal 3,1: O stolti Galati, chi vi ha incantati? Proprio voi, agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo

    Ges Cristo crocifisso!. 22

    Gal 4,12: Siate come me, ve ne prego, fratelli, poich anchio sono stato come voi. Non mi avete offeso

    in nulla. In 4,11 (Temo per voi di essermi affaticato invano a vostro riguardo) Paolo conclude

    lapostrofe gi passando a parlare di s. Si tratta della fluidit tra le sezioni gi rimarcata precedentemente,

    dove spesso le sezioni sono anticipate nellultima parte di quelle precedenti, perch parte di un unico

    grande discorso. 23

    Gal 3,6-7: Come Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato come giustizia, riconoscete dunque che

    figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede. 24

    Gal 3,29: Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    12

    dalluna allaltra, per poi tornare alla pista anteriore, sicch le diverse piste si

    intrecciano, provocando una certa confusione.25

    Certamente Gal 3,6-7 rappresenta la tesi iniziale posta da Paolo in riferimento a

    Gen 15,626

    : Dio rivolge ad Abramo una promessa incondizionata, non chiedendo nulla in

    cambio; Abramo non fa altro che accoglierla nella fede, e ci bastato perch essa si

    realizzasse. Soltanto in Gen 1727

    viene la circoncisione e la necessit da parte del

    patriarca di osservare la sua parte dellalleanza. Abramo rappresenta dunque prototipo

    del credente prima che delluomo dellobbedienza. quindi la fede, e non le opere ad

    ottenere la giustificazione. Il v. 6 indubbiamente lintroduzione di un nuovo tema,

    anche se in realt non pu nemmeno essere slegato dal contesto precedente. Abramo si

    presenta infatti come lelemento di conferma decisiva della risposta che i Galati hanno

    dovuto riconoscere: abbiamo ricevuto lo Spirito non in seguito alle opere della Legge,

    ma in seguito ad un ascolto di fede28

    .

    Se quanto detto nel v. 6 vero, allora, per essere famiglia di Abramo, cio

    entrare nellorizzonte dellalleanza, che Dio ha stipulato con gli uomini fin da Abramo,

    occorre seguire il principio della fede, che lega alla promessa fatta al patriarca, non

    quello dellobbedienza, che lega ad una Legge che verr solo pi tardi, con Mos (v. 7).

    Da questa dimostrazione espressa da Paolo, si comprende anche quale doveva

    essere 1argomentazione dei giudaizzanti. Essi probabilmente sostenevano che per

    entrare nellorizzonte dellalleanza occorresse essere figli di Abramo, e quindi

    appartenenti al popolo ebraico. Da qui la necessit della circoncisione anche ai cristiani

    convertiti dal paganesimo, che dovevano prima diventare ebrei per poi godere

    pienamente della salvezza portata da Cristo.

    Nel vv. 8-14 Paolo continua largomentazione mostrando come attraverso la fede

    si entra in rapporto stretto con Abramo e quindi, in lui, anche con la benedizione

    promessa (Gen 12,3b29

    ). Di conseguenza, coloro che si pongono fuori di questa logica,

    25

    VANHOYE, Lettera ai Galati, 79. 26

    Gen 15,6: Egli (Abramo) credette al Signore, che glielo accredit come giustizia. 27

    Gen 17,9-10: Disse Dio ad Abramo: . 28

    Cf. Gal 3,5. 29

    Gen 12,3b: in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    13

    ponendo la Legge allorigine della propria salvezza e non la fede, non essendo nella

    prospettiva della benedizione, rientrano in quella del suo contrario: ovvero della

    maledizione. Ma Cristo venuto a liberare dalla maledizione della Legge, e ci apre

    universalmente la possibilit della benedizione a tutte le genti.

    A questo punto lapostolo affronta 2 possibili obiezioni o dubbi che

    inevitabilmente sorgono a fronte di quanto ha appena esposto. La prima obiezione

    affrontata nei vv. 15-18: la Legge, che venuta in seguito, potrebbe aver annullato la

    promessa fatta in precedenza? La risposta al v. 17 conferma la promessa come valida

    permanentemente: Ora io dico: un testamento stabilito in precedenza da Dio stesso, non

    pu dichiararlo nullo una Legge che venuta quattrocentotrenta anni dopo, annullando

    cos la promessa.

    Il secondo dubbio sulla funzione della Legge, ed espresso in Gal 3,19: Perch

    allora la Legge?.

    Lapostolo spiega la funzione della Legge mostrandone il rapporto con la fede

    allinterno di un quadro temporale dove c un prima e un dopo lavvento di Cristo.

    Dopo Cristo, la fede in lui permette di entrare in una relazione intima con lui e diventare,

    in lui, figli di Dio.

    Gi al v. 1630

    Paolo aveva notato che nella Genesi31

    si parla della discendenza di

    Abramo con un vocabolo al singolare, spe,rma, e ne conclude che questa parola si applica

    ad uno solo, cio Cristo (3,16). Il destinatario della promessa di Dio quindi Abramo

    e Cristo. Ora mediante la fede i credenti in Cristo divengono uno con lui e quindi anche

    eredi della promessa (v. 29). Questo versetto si riallaccia dunque a 3,6-7 chiudendo il

    discorso su Abramo.

    Nei primi versetti del capitolo 4, per, Paolo torna nuovamente sul tema prima di

    concludere con la seconda apostrofe in 4,8-11.

    30

    Gal 3,16: Ora appunto ad Abramo e alla sua discendenza che furono fatte le promesse. Non dice la

    Scrittura: e ai discendenti, come se si trattasse di molti, ma: e alla tua discendenza, come a uno solo,

    cio Cristo. 31

    Gen 15,18 dalla traduzione dei LXX: evn th/| h`me,ra| evkei,nh| die,qeto ku,rioj tw/| Abram diaqh,khn le,gwn tw/| spe,rmati, sou dw,sw th.n gh/n tau,thn avpo. tou/ potamou/ Aivgu,ptou e[wj tou/ potamou/ tou/ mega,lou potamou/ Euvfra,tou. Dove tw/| spe,rmati , (lett. il seme) al singolare.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    14

    Vanhoye32

    considera il testo che va da Gal 3,19-4,11 ununit tematica sulla

    provvisoriet della Legge e sulla prevalenza della fede. Allinterno di questa registra dei

    passaggi, anche se piuttosto fluidi e parte di un unico discorso. Tra questi il v. 29,

    essendo la conclusione del discorso iniziato in 3,6-7, rappresenta un punto di cesura pi

    forte che separa i vv. 19-29 dai primi versetti del capitolo 4.

    Come Vanhoye, anche altri commentatori propendono per sottolineare lunit di

    Gal 3,19-29 con i primi versetti del capitolo 4. Mussner33

    , per esempio, considera

    ununica pericope Gal 3,19-4,7, pur isolando al suo interno Gal 3,23-25 come una

    microunit data dallenunciato del v. 23 Pro. tou/ de. evlqei/n th.n pi,stin prima che

    venisse la fede che corrisponde a quello del v. 25 evlqou,shj de. th/j pi,stewj essendo

    venuta la fede.

    Pitta34

    suddivide in modo pi netto in unit differenti: 3,19-22 che titola le

    motivazioni della Legge, 3,23-29 la figliolanza abramitica mediante la fede, 4,1-7 la

    figliolanza divina. I versetti 8-11 del cap. 4 vengono invece legati pi allunit

    successiva poich nella struttura della lettera

    da lui proposta

    35, ogni dimostrazione inizia

    con unapostrofe. Pitta36

    separa i vv. 19-22 dai seguenti ponendo nel v. 22 la conclusione

    della domanda sulla Legge che apre questa microunit al v. 19 (Ti, ou=n o` no,moj Perch

    allora la Legge?). Nonostante questa suddivisione riconosce che le due parti sono

    strettamente legate da parole gancio tra i versetti 22 e 23: il verbo sugklei,w e la parola

    pi,stij. Sullunit di 3,23-29 Pitta37 osserva che molti38 considerano una cesura tra i vv.

    23-25 e i vv. 26-29 che costituirebbero una pericope a parte. La divisione in due sarebbe

    motivata dal passaggio dalla prima persona plurale (vv. 23-25) alla seconda plurale (vv.

    26-29). Lopinione di Pitta, per, che in Paolo, specie nella lettera ai Galati, il

    passaggio da una persona allaltra frequente, quindi pi propenso a considerare lunit

    dei vv. 23-29. Una maggiore cesura riconosciuta, invece, rispetto a Gal 4,1-7 che inizia

    32

    VANHOYE, Lettera ai Galati, 92-113. 33

    F. MUSSNER, La lettera ai Galati, in Commentario teologico del Nuovo Testamento, 13, Paideia,

    Brescia 1987, IX, 380-428. 34

    PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e commento, 209-246. 35

    Ibidem. 36

    Ibidem. 37

    Ibidem. 38

    Cos per es. anche Buscemi (cf. A.M. BUSCEMI, Lettera ai Galati. Commentario esegetico, Franciscan

    Printing Press, Jerusalem 2004, 318-320).

  • Il testo di Gal 3,19-29

    15

    con una formula tipicamente introduttiva: le,gw de, dico per, ed racchiusa da una

    inclusione fra i v.1 e 7 mediante i riferimenti allerede, alla schiavit, alla figliolanza e

    allazione di Dio. Questa pericope, che riprende le tematiche affrontate, tornando sulla

    funzione di pedagogo della Legge gi trattata in 3,23-25, rappresenta per Pitta una

    peroratio, cio la conclusione dalla prima argomentazione dal punto di vista retorico.

    Un altro commentatore che separa Gal 4,1-7 da Gal 3,19-29 Schlier39

    , che

    considera i vv. 19-29 ununica pericope.

    Da ultimo si ricorda come Meynet40

    considera Gal 3,26-29 una pericope

    unitaria41

    posta al centro della struttura chiastica di tutta la sezione 3,1-5,1. La pericope

    a sua volta costruita concentricamente: i vv. 26-27 sono paralleli ai vv. 28d-29 entrambi

    iniziando con lespressione Pa,ntej ga.r evste (tutti infatti siete), cosa che mette

    in relazione ui`oi. qeou/ con ei-j (v. 26: tutti infatti siete figli di Dio; v. 28d: tutti voi

    infatti siete uno)42

    . Al centro si trova il v. 28abc strutturato come una triplice negazione

    introdotta da ouvk e;ni..

    In questo lavoro, come fa la maggior parte degli studiosi, si considera

    unitariamente Gal 3,19-29, come discorso che procede dallobiezione sulla Legge (v. 19)

    e termina con una conclusione (v. 29) che chiude tutta la prima argomentazione

    scritturistica. I versetti 1-7 del capitolo 4, in accordo con Pitta, Schlier e altri, vengono

    considerati parte di una nuova pericope, anche se con forti legami tematici con la

    precedente. Allinterno di Gal 3,19-29, per, non possibile non registrare una

    discontinuit tra i vv. 22 e 23 e tra i vv. 25 e 26. La pericope esaminata risulta quindi

    formata da tre momenti consecutivi che rappresentano la progressione del discorso di

    Paolo:

    (3,19-22) le motivazioni della Legge;

    39

    H. SCHLIER, Lettera ai Galati, Paideia, Brescia 1965, 156-195. 40

    MEYNET, La composizione della lettera ai Galati, 10. 41

    Seppur considerando gli elementi della retorica classica e non quelli della retorica ebraico-biblica come

    Meynet, anche Buscemi (BUSCEMI, Lettera ai Galati. Commentario esegetico, 346-350) considera Gal

    3,26-29 ununica pericope con ruolo specifico di recapitulatio: sintesi degli elementi principali

    dellargomentazione (in questo caso: lessere figli di Dio in Cristo, il battesimo, lessere rivestiti di Cristo,

    lessere diventati uno solo in Cristo Ges) presentati in modo da avere effetto sulle emozioni

    dellascoltatore. Buscemi suddivide la pericope in questo modo: vv. 26-27: in Cristo Ges siamo tutti figli

    di Dio, v. 28a: in Cristo Ges sono superate tutte le differenze, vv. 28b-29: in Cristo Ges siamo

    discendenza di Abramo. 42

    Cos anche Buscemi (cf. BUSCEMI, Lettera ai Galati. Commentario esegetico, 362).

  • Il testo di Gal 3,19-29

    16

    (3,23-25) applicazione al noi, cio ai giudei come destinatari della

    Legge: la funzione transitoria della Legge fino alla venuta della fede;

    (3,26-29) applicazione al voi, cio ai pagani dopo la venuta di Cristo: la

    fede fa tutti figli di Dio in Cristo e vera discendenza di Abramo.

    Il discorso si legge perci in 3 passaggi. A causa di quanto esposto in 3,8-14,

    dove si parla della Legge connessa alla maledizione, sorge spontanea una domanda sulla

    Legge. Paolo affronta la questione in 3,19-22 attraverso due interrogativi: Perch

    dunque la Legge?, che apre il v. 19, e la Legge dunque contro le promesse di Dio?43

    del v. 21, a cui seguono sinteticamente delle risposte. Il v. 2244

    , per, riprendendo quanto

    anticipato in 3,845

    , afferma lapertura universale a tutti i credenti mediante un ruolo della

    Scrittura, e questo diventa il fulcro dellargomentazione portata avanti da Paolo che lega

    la fede di Abramo con lesperienza dei Galati. I due passaggi successivi, 3,23-25 e 3,26-

    29, possono essere visti come unulteriore sviluppo di questo concetto: cio di come si

    potuti giungere a questa apertura universale mediante la fede. Si tratta di una

    presentazione del rapporto Legge fede inserita in un quadro storico: i vv. 23-25

    presentano il prima della Legge, i vv. 26-29 il dopo della fede come apertura a tutti i

    credenti. Il punto di riferimento che permette di distinguere un prima e un dopo

    Cristo46

    . Proprio il termine Cristo, inoltre, caratterizza i vv. 26-29, in cui presente ben

    5 volte47

    in soli 4 versetti, contro le 2 volte48

    dei vv. 19-25. Questa frequenza dimostra

    come i vv. 26-29, parlando dello specifico della fede, toccano per i punti salienti della

    novit cristiana concentrandoli sinteticamente in questi pochi versetti. Il risultato ottenuto

    da Paolo di un messaggio molto pi ricco di quanto sembrava necessitare il semplice

    discorso argomentativo sul rapporto Legge - fede.

    43

    Questa domanda in realt era gi emersa nei vv. 15-18 e al v. 17 era gi stata data una prima risposta.

    Paolo vi ritorna proprio per affermare ulteriormente la sua posizione dopo la spiegazione sul perch della

    Legge. Da questa insistenza dellapostolo si pu dedurre che il fatto che la Legge fosse venuta dopo le

    promesse, forse era uno degli argomenti dei giudaizzanti per affermare la sua superiorit. 44

    Gal 3,22: ma la Scrittura ha rinchiuso tutto sotto peccato, perch la promessa mediante la fede di Ges

    Cristo fosse data a coloro che credono. 45

    Gal 3,8: E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato i pagani per la fede, preannunci ad

    Abramo: In te saranno benedette tutte le nazioni. 46

    Cf. Gal 3,24: cosicch la Legge diventata per noi un pedagogo fino a Cristo, affinch fossimo

    giustificati dalla fede. 47

    Una volta in 3,26; due in 3,27; una in 3,28; una in 3,29. 48

    Una volta in 3,22; una in 2,24.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    17

    Il v. 29, infine, chiude largomentazione iniziata in 3,6-7 e portata avanti

    attraverso queste diverse fasi di sviluppo.

    1.2 TESTO E SUA TRADUZIONE

    In questa sezione presentato il testo greco e una proposta di traduzione. Le note

    linguistiche che seguono hanno lo scopo di motivare le scelte di traduzione dal greco

    allitaliano, esporre le modalit duso di determinati termini da parte dellautore biblico

    per comprendere meglio il significato con cui vanno letti, e notificare gli elementi

    significativi di critica testuale.

    19 Ti, ou=n o` no,moj tw/n

    paraba,sewn ca,rin prosete,qh( a;crij ou-

    e;lqh| to. spe,rma w-| evph,ggeltai( diatagei.j

    diV avgge,lwn evn ceiri. mesi,tou 20 o de.

    mesi,thj e`no.j ouvk e;stin( o` de. qeo.j ei-j

    evstin 21 o ou=n no,moj kata. tw/n

    evpaggeliw/n tou/ qeou/ mh. ge,noito eiv

    ga.r evdo,qh no,moj o` duna,menoj

    zw|opoih/sai( o;ntwj evk no,mou a'n h=n h`

    dikaiosu,nh 22 avlla. sune,kleisen h

    grafh. ta. pa,nta upo. amarti,an( i[na h`

    evpaggeli,a evk pi,stewj VIhsou/ Cristou/

    doqh/| toi/j pisteu,ousin

    23 Pro. tou/ de. evlqei/n th.n pi,stin

    u`po. no,mon evfrourou,meqa sugkleio,menoi

    eivj th.n me,llousan pi,stin

    avpokalufqh/nai( 24 w[ste o no,moj

    paidagwgo.j hmw/n ge,gonen eivj Cristo,n(

    i[na evk pi,stewj dikaiwqw/men\ 25 evlqou,shj de. th/j pi,stewj ouvke,ti upo.

    paidagwgo,n evsmen

    19 Perch dunque la Legge? In

    vista delle trasgressioni fu aggiunta,

    finch venisse il seme cui era stato

    promesso; promulgata per mezzo di

    angeli, per mano di un mediatore. 20 Ma

    non vi il mediatore di uno solo, e Dio

    uno solo. 21 La Legge dunque contro le

    promesse di Dio? Non sia mai! Se infatti

    fosse stata data una legge in grado di

    vivificare, allora da una legge sarebbe

    giunta la giustizia; 22 ma la Scrittura ha

    rinchiuso tutto sotto peccato, perch la

    promessa mediante la fede di Ges

    Cristo fosse data a coloro che credono. 23 Ma prima che giungesse la

    fede, eravamo sorvegliati sotto la Legge,

    rinchiusi fino a che non fosse rivelata la

    fede che doveva venire, 24 cosicch la

    Legge diventata per noi un pedagogo

    fino a Cristo, affinch fossimo

    giustificati dalla fede. 25 Ma

    sopraggiunta la fede, non siamo pi

    sotto un pedagogo.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    18

    26 Pa,ntej ga.r ui`oi. qeou/ evste dia.

    th/j pi,stewj evn Cristw/| VIhsou/\ 27 o[soi

    ga.r eivj Cristo.n evbapti,sqhte( Cristo.n

    evnedu,sasqe 28 ouvk e;ni VIoudai/oj ouvde.

    {Ellhn( ouvk e;ni dou/loj ouvde. evleu,qeroj(

    ouvk e;ni a;rsen kai. qh/lu\ pa,ntej ga.r

    u`mei/j ei-j evste evn Cristw/| VIhsou/ 29 eiv

    de. u`mei/j Cristou/( a;ra tou/ VAbraa.m

    spe,rma evste,( katV evpaggeli,an

    klhrono,moi

    26 Tutti infatti siete figli di Dio,

    per mezzo della fede in Cristo Ges; 27quanti infatti siete stati battezzati in

    Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. 28 Non

    c giudeo n greco; non c schiavo n

    libero; non c maschio e femmina; tutti

    voi infatti siete uno in Cristo Ges. 29 Se

    dunque voi siete di Cristo, allora siete

    seme di Abramo; eredi secondo la

    promessa.

    V. 19

    Ti, ou=n o` no,moj tw/n paraba,sewn ca,rin prosete,qh( a;crij ou- e;lqh| to. spe,rma w-|

    evph,ggeltai( diatagei.j diV avgge,lwn evn ceiri. mesi,tou

    Perch dunque la Legge? In vista delle trasgressioni fu aggiunta, finch venisse il seme

    cui era stato promesso; promulgata per mezzo di angeli, per mano di un mediatore.

    Anzitutto da registrarsi un problema di critica testuale. Oltre alla versione

    riportata49

    , alcuni testimoni50

    presentano: Perch dunque la legge delle opere? Altri51

    :

    Perch dunque la legge delle opere? Fu posta in vista delle trasgressioni. Un terzo

    gruppo52

    : Perch dunque la Legge? In vista delle tradizioni fu posta. Per ragioni di

    critica esterna, la lezione riportata da preferirsi, perch sostenuta da numerosi e

    autorevoli testimoni53

    . Per ragioni di critica interna, invece, occorrerebbe favorire le

    lezioni che restringono il giudizio negativo alla sola legge delle opere, e quindi

    allatteggiamento legalistico pi che alla Legge in s. Inoltre le lezioni del secondo e

    terzo gruppo, dicendo fu posta al posto di fu aggiunta, risultano meglio in accordo

    con il testo appena precedente, suggerendo che la Legge sia un dono di grazia di tipo

    differente piuttosto che unaggiunta alla promessa. Pitta54

    , per, osserva che

    49

    Perch dunque la Legge? sostenuta da , A, B, C, D2, , e altri. 50

    Cf. P46

    . 51

    Cf. F, G, it, Irlat

    , Ambst. 52

    Cf. D*. 53

    Limportante codice P46

    risulta una testimonianza contraria, per isolata. 54

    PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e commento, 210.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    19

    probabilmente la motivazione di tutte queste varianti la polemica anti-marcionita,

    quindi la lezione riportata definitivamente da preferirsi, e questa anche la scelta fatta

    dalle pi autorevoli edizioni critiche55

    .

    Il pronome interrogativo ti, pu essere inteso in due sensi: predicativo o

    avverbiale. Nel primo caso sarebbe sottinteso il verbo evsti.n, e la domanda sarebbe allora

    sulla natura della Legge. Nel secondo caso la domanda si completerebbe col verbo

    prosete,qh, assumendo il senso di: perch dunque fu aggiunta la Legge? Il contesto

    sembra suggerire la seconda interpretazione.

    Ca,rin pu indicare sia causa che finalit. Si potrebbe tradurre quindi a causa

    delle trasgressioni fu aggiunta, intendendo che la Legge posta a motivo dellesistenza

    delle trasgressioni. Ma in questo modo sorge un problema: le trasgressioni non possono

    precedere la Legge, anzi la Legge che evidenzia il peccato rendendolo trasgressione56

    .

    In questo lavoro, pertanto, si preferisce, in accordo con Pitta e altri57

    , evidenziare il

    valore finale in vista delle trasgressioni fu aggiunta.

    In base allesegesi di Gen 15,18 fatta da Paolo stesso al v. 1658

    , la parola spe,rma

    seme assume in questo contesto una chiara caratterizzazione cristologica: si tratta

    quindi di Cristo, colui nel quale si compie la promessa.

    VEph,ggeltai59 era stato promesso un caso di passivo divino, come prosete,qh

    e diatagei.j. Rispetto agli altri due, che sono aoristi, evph,ggeltai un perfetto: indica,

    perci, il valore di una promessa fatta nel passato ma i cui effetti permangono ancora nel

    presente.

    Per quanto riguarda diatagei.j60, essendo un altro passivo teologico, indica la

    Legge come promulgata da Dio. Lespressione introdotta dalla preposizione dia,, allora,

    non va tradotta: da parte degli angeli, per cui questi risulterebbero gli autori della

    Legge promulgata, ma per mezzo di angeli, dove dia, assume un valore strumentale.

    55

    Cf. NA27

    . 56

    Cos per es. Rm 4,15: La Legge infatti provoca lira; al contrario, dove non c Legge, non c

    nemmeno trasgressione. 57

    PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e commento, 211. 58

    Cf. pag. 13. 59

    Perfetto passivo di evpagge,llomai. 60

    diatagei.j diV avgge,lwn promulgata per mezzo di angeli.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    20

    VEn ceiri. mesi,tou per mano di un mediatore. Sullidentit del mediatore sono

    state fatte molte ipotesi nel corso del tempo. Lipostesi pi accreditata61

    che si tratti di

    Mos, che sul monte Sinai svolge il ruolo di mediatore tra Dio e il popolo62

    , come attesta

    anche At 7,38: Egli colui che, mentre erano radunati nel deserto, fu mediatore tra

    langelo, che gli parlava sul monte Sinai, e i nostri padri; egli ricevette parole di vita da

    trasmettere a noi. Pitta63

    invece sostiene che la frase sia una semplice variazione

    stilistica rafforzativa ed esplicativa rispetto a quella precedente: quindi il mediatore non

    sarebbe che un angelo.

    V. 20

    o` de. mesi,thj eno.j ouvk e;stin( o de. qeo.j ei-j evstin

    Ma non vi il mediatore di uno solo, e Dio uno solo.

    eno.j, ei-j (uno solo)64. Il suo riferimento a Dio rappresenta qui unimplicita

    professione di fede monoteistica. Nel contesto pi generale della lettera, per, questo

    termine particolarmente importante perch Paolo vuole ribadire lunicit di tutta una

    serie di realt altrimenti messa in pericolo dalla predicazione dei suoi avversari. Lunicit

    di Dio si aggiunge perci allunicit del vangelo (Gal 1,7), del discendente di Abramo

    (Gal 3,16), della realt dei credenti in Cristo (Gal 3,28).

    V. 21

    o` ou=n no,moj kata. tw/n evpaggeliw/n tou/ qeou/ mh. ge,noito eiv ga.r evdo,qh no,moj o

    duna,menoj zw|opoih/sai( o;ntwj evk no,mou a'n h=n h` dikaiosu,nh

    La Legge dunque contro le promesse di Dio? Non sia mai! Se infatti fosse stata data

    una legge in grado di vivificare, allora da una legge sarebbe giunta la giustizia;

    61

    Cos ad es. Schlier (cf. SCHLIER , Lettera ai Galati, 164-165) e Mussner (cf. MUSSNER , La lettera ai

    Galati, 386-390). 62

    Cf. Es 19-20. 63

    PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e commento, 213-214. 64

    In entrambi i casi si tratta del numerale ei-j, mi,a, e[n, che ha valore di uno, ma anche di uno soltanto, singolo. Si preferito per scrivere uno solo perch, per la prima affermazione, la frase in italiano risulta

    pi fluida e immediatamente comprensibile. Cos anche la traduzione CEI, sia 2008 che precedente.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    21

    Il genitivo tou/ qeou/ di Dio presente in molti testimoni65, ma non in tutti66.

    Pitta67

    osserva che per la critica esterna da preferirsi la lezione lunga, perch

    maggiormente attestata, per la critica interna quella breve, perch risulta essere la pi

    difficile, e perch non necessario specificare lorigine teologica delle promesse. In

    questo lavoro stata privilegiata la lezione pi lunga, in accordo con la traduzione CEI

    2008, poich risulta pi chiara e laggiunta non modifica il senso del testo.

    A causa della mancanza dellarticolo nel testo greco davanti alla parola no,moj68,

    non seguendo la traduzione CEI 2008, si preferito tradurre una legge, e non la Legge,

    sia nel primo caso che nel secondo. Si mantiene cos pi forte il legame fra le due parti

    della frase: se una legge allora da una legge. Ci, comunque, non toglie che dal

    contesto risulti chiaro di quale Legge Paolo stia parlando.

    Vv. 22-23

    avlla. sune,kleisen h grafh. ta. pa,nta upo. a`marti,an( i[na h evpaggeli,a evk pi,stewj VIhsou/

    Cristou/ doqh/| toi/j pisteu,ousin Pro. tou/ de. evlqei/n th.n pi,stin u`po. no,mon

    evfrourou,meqa sugkleio,menoi eivj th.n me,llousan pi,stin avpokalufqh/nai(

    ma la Scrittura ha rinchiuso tutto sotto peccato, perch la promessa mediante la fede di

    Ges Cristo fosse data a coloro che credono. Ma prima che giungesse la fede, eravamo

    sorvegliati sotto la Legge, rinchiusi fino a che non fosse rivelata la fede che doveva

    venire,

    ~H grafh. la Scrittura non si identifica con o` no,moj la Legge, ma riguarda il

    concetto pi ampio di rivelazione. Perci da intendersi, secondo Buscemi, come

    manifestazione della volont di Dio che rende noti agli uomini i suoi disegni salvifici.

    Quindi la Scrittura nella sua totalit, che, in quanto volont concreta di Dio,

    attraverso il ruolo della Legge pone tutto sotto il peccato, per raggiungere il suo fine.69

    65

    Cf. , A, C, D, F, G, , e altri. 66

    P46

    , d, Ambst non la riportano, mentre il codice 104 riporta tou/ Cristou. 67

    PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e commento, 214-215. 68

    eiv ga.r evdo,qh no,moj o;ntwj evk no,mou Se infatti fosse stata data una legge allora da una legge . 69

    BUSCEMI, Lettera ai Galati. Commentario esegetico, 337.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    22

    Il verbo froure,w (evfrourou,meqa eravamo sorvegliati), che genericamente

    significa badare a, curare, pu essere inteso nel senso pi positivo di custodire, ma

    anche in quello negativo di sorvegliare. Il verbo sugklei, (sugkleio,menoi rinchiusi) e

    lespressione u`po. no,mon del v. 22 lasciano intendere70 un senso pi negativo. Per queste

    ragioni si preferito tradurre sorvegliare.

    La prima persona plurale (eravamo), compare qui e continua per i vv. 23-2571

    .

    Viene invece sostituita dalla seconda persona plurale nei vv. 26-2972

    . Pitta73

    sostiene che,

    nonostante al v. 22 si parli di tutti (attraverso lespressione ta. pa,nta ogni cosa) come

    rinchiusi sotto il peccato, ora Paolo stia parlando soltanto dei giudei, come coloro che

    hanno vissuto sotto la Legge. Ci giustifica il passaggio alla seconda persona plurale al v.

    26, quando, grazie allavvento della fede, il discorso si estende anche ai pagani, e quindi

    ai Galati, come discorso di salvezza.

    Vv. 24-25

    w[ste o no,moj paidagwgo.j hmw/n ge,gonen eivj Cristo,n( i[na evk pi,stewj dikaiwqw/men\

    evlqou,shj de. th/j pi,stewj ouvke,ti upo. paidagwgo,n evsmen

    cosicch la Legge diventata per noi un pedagogo fino a Cristo, affinch fossimo

    giustificati dalla fede. Ma sopraggiunta la fede, non siamo pi sotto un pedagogo.

    Vista la coloritura negativa dei versetti precedenti, non bisogna interpretare il

    pedagogo (paidagwgo.j) in chiave troppo positiva: un educatore, un maestro. Occorre

    quindi pensare al pedagogo pi come un sorvegliante, la cui presenza denuncia

    lincapacit del fanciullo ad essere autosufficiente. Pitta74

    osserva che vi una gran

    parte di letteratura classica che attesta una valutazione poco positiva del pedagogo, al

    70

    Il verbo sugklei,w (sune,kleisen ha rinchiuso) un verbo non frequente. Nel NT usato soltanto in Gal 3,22.23 e Rm 11,32, da Paolo, e in Lc 5,6 per indicare i pesci imprigionati nella rete del pescatore. Questo

    verbo esprime qui il concetto negativo dellessere rinchiusi, essere sottomessi, essere assoggettati,

    che Paolo sottolinea spesso mediante luso della preposizione upo. seguita da accusativo; per esempio in Gal nelle espressioni: sotto la Legge (Gal 3,23; 4,4.5.21; 5,18), sotto il peccato (Gal 3,22), sotto gli

    elementi del mondo (Gal 4,3). 71

    Cf. v. 24: per noi (h`mw/n); fossimo giustificati (dikaiwqw/men); v. 25: non siamo (ouvke,ti evsmen). 72

    Cf. v. 26: siete (evste); v. 27: siete stati battezzati (evbapti,sqhte); vi siete rivestiti (evnedu,sasqe); v. 28: tutti voi infatti siete (pa,ntej ga.r umei/j evste); v. 29: siete (evste). 73

    PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e commento, 219-220. 74

    Ibidem.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    23

    contrario della tendenziale valutazione a cui portata la sensibilit moderna. Inoltre in

    1Cor 4,14-1575

    Paolo oppone la relazione dei fanciulli con i pedagoghi a quella col padre,

    ponendo sicuramente la prima in una luce pi negativa.

    V. 26

    Pa,ntej ga.r uioi. qeou/ evste dia. th/j pi,stewj evn Cristw/| VIhsou/\

    Tutti infatti siete figli di Dio, per mezzo della fede in Cristo Ges;

    Secondo Mussner76

    , il termine ui`oi figli utilizzato in relazione allimmagine

    del pedagogo che Paolo ha utilizzato nei versetti precedenti. Ui`oi, qui, sarebbe inteso

    come figli maggiorenni, non pi soggetti perci al pedagogo, in opposizione a nh,pioi

    (fanciulli) e schiavi (meqa dedoulwme,noieravamo schiavi) di Gal 4,3.

    Dal punto di vista sintattico lespressione evn Cristw/| VIhsou/ in Cristo Ges si

    pu riferire alla fede (pi,stij), specificandola dunque come fede in lui, oppure a ui`oi. qeou

    figli di Dio, sottolineando che i Galati sono divenuti tali mediante lunione con Cristo.

    Pitta77

    osserva che in Paolo la fede in Cristo viene sempre resa con lespressione

    pi,stewj Cristou/78, e sarebbe dunque la prima volta che lapostolo utilizza la particella

    evn. Anche il contesto del brano che si sviluppa nei versetti successivi (vv. 27-28) fa

    propendere per una sottolineatura dellessere figli di Dio in Cristo. Essere ui`oi. Qeou

    figli di Dio, inoltre, un concetto non nuovo e presente anche nellAT come riferito a

    Israele79

    : lessere figli di Dio in Cristo la vera novit al centro del kerygma

    dellannuncio cristiano.

    Unaltra importante osservazione circa lespressione evn Cristw/| VIhsou/ la sua

    appartenenza quasi esclusiva al vocabolario dellapostolo80

    . Gli studi a riguardo81

    mostrano come Paolo utilizzi questa espressione in diversi modi: ad esempio in senso

    75

    1Cor 4, 14-15: Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei

    carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri: sono io

    che vi ho generato in Cristo Ges mediante il Vangelo. 76

    MUSSNER , La lettera ai Galati, 405. 77

    Cf. PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e commento, 222-223. 78

    Cf. es. Gal 2,16; 3,22. 79

    Cf. es. Es 4,22-23; Ger 31,9; Os 11,1. 80

    Cf. quanto detto a pag. 9. 81

    Cf. M.A. SEIFRID, In Cristo, in Dizionario di Paolo e delle sue lettere, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2000

    2.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    24

    strumentale82

    , o in senso modale83

    . In qualsiasi senso lo si usi, per, Cristo rappresenta

    sempre lorizzonte entro cui si vuole rimanere. Inoltre va osservato anche che mai Paolo

    usa lespressione in Ges o in Ges Cristo, ma sempre in Cristo o in Cristo Ges

    o nel Signore: questo denota che il piano che si sta sottolineando quello dello stato

    glorioso e dellazione salvifica di Cristo. La frequenza di queste espressioni deriva

    probabilmente da una duplice necessit: affermare la particolarit dellazione salvifica di

    Dio, che viene realizzata pienamente in Cristo, e ribadire il rapporto che i credenti hanno

    con lui come nuova modalit di vita. Spesso i due aspetti non sono disgiunti, e lin

    Cristo definisce contemporaneamente il dono della salvezza realizzato da Dio, che ha il

    suo fulcro nel mistero pasquale, e le esigenze che esso suscita in coloro che lo accolgono.

    Questa locuzione diventa quindi, per Paolo, mezzo sintetico con cui esprimere la novit e

    la particolarit dellevento salvifico e trasformante annunciato dal vangelo. A sostegno di

    queste considerazioni occorre notare anche che c in Paolo una relazione stretta tra

    lessere in Cristo e lessere nello Spirito: in coloro che appartengono a Cristo abita lo

    Spirito84

    .

    Questa espressione, seppure con alcune varianti, ricorrente anche nei versetti

    successivi (vv. 27-28): segno che questi versetti stanno esprimendo il cuore del

    messaggio evangelico.

    V. 27

    o[soi ga.r eivj Cristo.n evbapti,sqhte( Cristo.n evnedu,sasqe

    quanti infatti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo.

    Si osserva che il pronome quanti (o[soi), che sembrerebbe ridurre il campo

    rispetto al pa,ntej tutti del v. 26, in realt, a parere di tutti i commentatori85, va inteso

    come specificazione e attribuzione, e non come esclusione.

    82

    Cf. 2Cor 5,19: Era Dio infatti che riconciliava a s il mondo in Cristo, dove Cristo lo strumento

    dellazione di Dio. 83

    Cf. Rm 9,1: Dico la verit in Cristo, dove lin Cristo indica il modo con cui Paolo veritiero. 84

    Cf ad es. Rm 8,1-2: Ora, dunque, non c nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Ges. Perch

    la legge dello Spirito, che d vita in Cristo Ges, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 85

    Cf. ad es. SCHLIER, Lettera ai Galati, 178; oppure PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e

    commento, 223.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    25

    Lespressione in Cristo (eivj Cristo.n) qui espressa mediante la particella eivj,

    e non con evn, come al v. 26. Sebbene le due espressioni nel greco ellenistico possono

    equivalersi86

    , mai Paolo usa lespressione evn parlando dellessere battezzati in Cristo.

    Luso di eivj seguito dallaccusativo d maggiormente unidea di movimento ingressivo,

    quindi unentrata, mediante il battesimo, nella dimensione cristiforme dellesistenza.

    Occorre notare87

    infatti che, la particella eivj seguita dallaccusativo, viene ad esprimere

    linstaurarsi di una relazione profonda con Cristo, pi che una dimensione cristologica

    nella quale si viene immersi o colui nel nome del quale si viene battezzati. Si tratta

    dunque della persona a cui si aderisce e a cui ci si unisce intimamente.

    VEnedu,sasqe vi siete rivestiti. Gi nellAT il rivestirsi usato in senso

    metaforico: ad esempio come rivestirsi di forza (cf. Is 51,9)88

    , di giustizia (cf. Is 59,17;

    Gb 29,14)89

    , di splendore (cf. Sal 93,1)90

    , oppure come lessere infusi dello spirito del

    Signore (cf. Gdc 6,34)91

    . Anche il NT attesta spesso luso di questo verbo in senso

    metaforico, sia per indicare la condizione nuova del cristiano, come in questo caso92

    , sia

    per esortarlo ad assumere un comportamento coerente con il suo nuovo stato93

    .

    Vv. 28-29

    ouvk e;ni VIoudai/oj ouvde. {Ellhn( ouvk e;ni dou/loj ouvde. evleu,qeroj( ouvk e;ni a;rsen kai. qh/lu\

    pa,ntej ga.r u`mei/j ei-j evste evn Cristw/| VIhsou/ eiv de. u`mei/j Cristou/( a;ra tou/ VAbraa.m

    spe,rma evste,( katV evpaggeli,an klhrono,moi

    Non c giudeo n greco; non c schiavo n libero; non c maschio e femmina; tutti voi

    infatti siete uno in Cristo Ges. Se dunque voi siete di Cristo, allora siete seme di

    Abramo; eredi secondo la promessa.

    86

    Cf. PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e commento, 223. 87

    Cf. VANHOYE, Lettera ai Galati, 99; oppure anche PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e

    commento, 223. 88 Is 51,9a: Svgliati, svgliati, rivstiti di forza. 89

    Is 59,17a: Egli si rivestito di giustizia come di una corazza; Gb 29,14a: Ero rivestito di giustizia

    come di un abito. 90

    Sal 93,1a: Il Signore regna, si riveste di maest: si riveste il Signore, si cinge di forza. 91

    Gdc 6,34: Ma lo spirito del Signore rivest Gedeone. 92

    Cf. anche Rm 13,14: Rivestitevi invece del Signore Ges Cristo. Luso dellimperativo per colloca il

    passo di Rm in un discorso parenetico, mentre laoristo evnedu,sasqe di Gal 3,27 fa riferimento ad una esperienza salvifica concretizzata in un evento preciso: quello del battesimo. 93

    Cf. ad es. Rm 13,12b: gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce, o Ef 6,14b:

    indosso, la corazza della giustizia.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    26

    La particella e;ni si trova quasi solamente in Paolo, e sempre legata a ouvk94. A

    parere degli studiosi, la traduzione pi pertinente di ouvk e;ni non c, e non non c

    pi, come riportava la vecchia versione CEI. Questultima traduzione, infatti, lascerebbe

    intendere che un tempo invece le differenze in Cristo cerano. La nuova traduzione CEI

    2008 corregge la vecchia e traduce non c95

    .

    da notare che la terza negazione96

    non riporta ouvk e;ni ouvde (non c n),

    bens ouvk e;ni kai (non c e). Pitta97 sottolinea che le opinioni dei commentatori a

    riguardo si attestano sul riconoscimento qui di una citazione implicita di Gen 1,27: a;rsen

    kai. qh/lu evpoi,hsen auvtou,j98 (maschio e femmina li cre).

    Ei-j evn Cristw/| VIhsou/99 / uno in Cristo Ges. Alcuni testimoni100 al posto

    del maschile ei-j uno riportano il neutro e[n una cosa. Sebbene la critica sia interna

    che esterna propende per ei-j, ci denota che questa espressione non risulta di facile e

    immediata comprensione.

    VIoudai/oj ouvde. {Ellhn dou/loj ouvde. evleu,qeroj a;rsen kai. qh/lu giudeo n

    greco schiavo n libero maschio e femmina. Questi gruppi di coppie

    antinomicamente poste non sono presenti solo in Gal 3,28. Paolo spesso procede per

    coppie antinomiche101

    , come un modo tipico del suo stile argomentativo; ci permette di

    esprimere un senso di universalit che desta meraviglia e colpisce i destinatari. Due in

    particolare, per, sono i brani tanto simili a Gal 3,26-28 da poter essere messe in sinossi

    con esso: 1Cor 12,12-13102

    e Col 3,9b-11103

    .

    94

    Cf. 1Cor 6,5; Col 3,11. 95

    Cos anche la Vulgata: non est. 96 ouvk e;ni a;rsen kai. qh/lu non c maschio e femmina. 97

    Cf. PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e commento, 229. 98

    Traduzione dei LXX, riportata anche in Mc 10,6. 99

    Per quanto riguarda la particella ei-j vedi quanto gi detto al v. 20. Rispetto a Gal 3,20 qui si preferito tradurre uno e non uno solo, in accordo ad es. con Buscemi (cf. BUSCEMI, Lettera ai Galati.

    Commentario esegetico, 345), Pitta (cf. PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e commento, 218)

    e altri. Questa scelta quella seguita anche dalla traduzione CEI, sia 2008 che precedente. Per quanto

    riguarda invece lespressione evn Cristw/| VIhsou/, vedi quanto gi detto per il v. 26. 100

    G, 33. 101

    Es. Rm 1,14; 8, 38-39; Gal 5,6; 6,15. 102

    1Cor 12, 12-13: Come infatti il corpo uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur

    essendo molte, sono un corpo solo, cos anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un

    solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo

    Spirito.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    27

    Nella tabella riportata in seguito si possono vedere i tre brani affiancati.

    Gal 3,26-28 1Cor 12,12-13 Col 3,9b-11

    26 Pa,ntej ga.r uioi. qeou/

    evste dia. th/j pi,stewj evn

    Cristw/| VIhsou/

    12 aqa,per ga.r to. sw/ma e[n

    evstin kai. me,lh polla. e;cei(

    pa,nta de. ta. me,lh tou/

    sw,matoj polla. o;nta e[n

    evstin sw/ma( ou[twj kai. o`

    Cristo,j

    9b avpekdusa,menoi to.n

    palaio.n a;nqrwpon su.n

    tai/j pra,xesin auvtou/

    27 o[soi ga.r eivj Cristo.n

    evbapti,sqhte( Cristo.n

    evnedu,sasqe

    13a kai. ga.r evn e`ni. pneu,mati

    h`mei/j pa,ntej eivj e]n sw/ma

    evbapti,sqhmen

    10 kai. evndusa,menoi to.n

    ne,on to.n avnakainou,menon

    eivj evpi,gnwsin katV eivko,na

    tou/ kti,santoj auvto,n

    28a ouvk e;ni VIoudai/oj ouvde.

    {Ellhn

    13b ei;te VIoudai/oi ei;te

    {Ellhnej

    11a o[pou ouvk e;ni {Ellhn

    kai. VIoudai/oj( peritomh. kai.

    avkrobusti,a( ba,rbaroj(

    Sku,qhj(

    28b e;ni dou/loj ouvde.

    evleu,qeroj

    13c ei;te dou/loi ei;te

    evleu,qeroi

    11b dou/loj( evleu,qeroj

    28c ouvk e;ni a;rsen kai. qh/lu

    28d pa,ntej ga.r umei/j

    ei-j evste evn Cristw/| VIhsou

    13d kai. pa,ntej e]n pneu/ma

    evpoti,sqhmen

    11c avlla. ta. pa,nta kai. evn

    pa/sin Cristo,j

    103 Col 3,9b-11: vi siete svestiti delluomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi Greco o Giudeo,

    circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo tutto e in tutti.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    28

    Tutti e tre i brani si riferiscono alla vita nuova che scaturisce dal battesimo (riga

    2)104

    , anche se in Col il riferimento al battesimo non esplicito. Gal e Col si riferiscono a

    questa novit mediante la metafora del rivestirsi, e proprio grazie a Gal, dove il rivestirsi

    di Cristo viene legato allessere battezzati, si pu interpretare la presenza implicita del

    tema battesimale anche in Col.

    Tutti e tre i brani presentano le coppie giudeo e greco (riga 3)105

    , schiavo e libero

    (riga 4)106

    . La prima in Col viene rafforzata con lulteriore coppia: circoncisione e

    incirconcisione. Solo in Gal per si ritrova la coppia maschio e femmina (riga 5)107

    . Le

    conclusioni dei tre brani riconducono le antinomie presentate ad una unit (riga 6)108

    . Se

    Gal e Col riportano lunit a livello cristologico, 1Cor lo fa in prospettiva pneumatologia;

    ma da notare che nel linguaggio paolino lessere in Cristo conduce allessere nello

    Spirito, e vi tra le due espressioni uno strettissimo legame109

    .

    La maggior parte degli studiosi110

    ritiene 1Cor 12,12-13 la versione pi antica, di

    cui Gal 3,26-28 sarebbe poi uno sviluppo. Col 3,9b-11, invece, sembra essere la ripresa

    di una formula paolina gi attestata ed entrata nella tradizione linguistica dellapostolo.

    Oltre ai passi paralleli appena considerati, in 1Cor 7 si pu scorgere un discorso

    analogo anche se esposto in forma meno sintetica e pi discorsiva. In questo passo Paolo

    sta parlando della sessualit e il matrimonio, e nei vv. 18-24 si legge: Qualcuno stato

    chiamato quando era circonciso? Non lo nasconda! stato chiamato quando non era

    circonciso? Non si faccia circoncidere! La circoncisione non conta nulla, e la non

    circoncisione non conta nulla; conta invece losservanza dei comandamenti di Dio.

    Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato. Sei stato chiamato da

    schiavo? Non ti preoccupare; anche se puoi diventare libero, approfitta piuttosto della

    tua condizione! Perch lo schiavo che stato chiamato nel Signore un uomo libero, a

    104

    Gal 3,27: quanti infatti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo; 1Cor 12,13a: Infatti

    noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo; Col 3,10: avete rivestito il

    nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. 105

    Gal 3,28a: Non c giudeo n greco; 1Cor 12,13b: Giudei o Greci; Col 3,11a: Qui non vi Greco

    o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita. 106

    Gal 3,28b: non c schiavo n libero; 1Cor 12,13c: schiavi o liberi; Col 3,11b: schiavo, libero. 107

    Gal 3,28c: non c maschio e femmina. 108

    Gal 3,28d: tutti voi infatti siete uno solo in Cristo Ges; 1Cor 12,13d: tutti siamo stati dissetati da un

    solo Spirito; Col 3,11c: ma Cristo tutto e in tutti. 109

    Cf. quanto detto alla voce evn Cristw/| VIhsou/ nel v. 26. 110

    Cf. ci che riporta PITTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e commento, 226.

  • Il testo di Gal 3,19-29

    29

    servizio del Signore! Allo stesso modo chi stato chiamato da libero schiavo di Cristo.

    Siete stati comprati a caro prezzo: non fatevi schiavi degli uomini! Ciascuno, fratelli,

    rimanga davanti a Dio in quella condizione in cui era quando stato chiamato. In un

    discorso sul maschio e sulla femmina circa il matrimonio e la verginit, Paolo inserisce

    anche la coppia circonciso e incirconciso, che corrisponde a giudeo e greco, e la coppia

    schiavo libero.

    Analogamente in Ef 5,21-6,9111

    , nel proporre la sottomissione reciproca come

    conseguenza dellessere in Cristo (Nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli

    altri Ef 5,21), Paolo esemplifica tre casi nei quali tale atteggiamento va applicato: nel

    matrimonio, cio nel rapporto maschio e femmina, in famiglia nel rapporto padre figlio,

    e nel rapporto padrone - schiavo. Anche in questo caso ritornano alcune delle coppie

    presenti in Gal 3,28, dimostrando che si tratta di coppie fondamentali che comprendono

    tutta la dimensione antropologica ed esistenziale dellepoca.

    Da questi passi si pu notare come chiaramente il pensiero di Paolo non

    interessato tanto allabolizione di queste distinzioni, quanto allininfluenza che esse

    hanno rispetto alla chiamata e alla possibilit della vita nuova in Cristo.

    111

    Ef 5,21-6,9: Nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti,

    come al Signore; il marito infatti capo della moglie, cos come Cristo capo della Chiesa, lui che

    salvatore del corpo. E come la Chiesa sottomessa a Cristo, cos anche le mogli lo siano ai loro mariti in

    tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per

    lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dellacqua mediante la parola, e per presentare a se

    stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia n ruga o alcunch di simile, ma santa e immacolata. Cos

    anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se

    stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la

    Chiesa, poich siamo membra del suo corpo. Per questo luomo lascer il padre e la madre e si unir a

    sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero grande: io lo dico in riferimento a Cristo

    e alla Chiesa! Cos anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia

    rispettosa verso il marito. Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perch questo giusto. Onora tuo

    padre e tua madre! Questo il primo comandamento che accompagnato da una promessa: perch tu sia

    felice e goda di una lunga vita sulla terra. E voi, padri, non esasperate i vostri figli, ma fateli crescere

    nella disciplina e negli insegnamenti del Signore. Schiavi, obbedite ai vostri padroni terreni con rispetto e

    timore, nella semplicit del vostro cuore, come a Cristo, non servendo per farvi vedere, come fa chi vuole

    piacere agli uomini, ma come servi di Cristo, facendo di cuore la volont di Dio, prestando servizio

    volentieri, come chi serve il Signore e non gli uomini. Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo che

    libero, ricever dal Signore secondo quello che avr fatto di bene. Anche voi, padroni, comportatevi allo

    stesso modo verso di loro, mettendo da parte le minacce, sapendo che il Signore, loro e vostro, nei cieli e

    in lui non vi preferenza di persone.

  • Esegesi ed ermeneutica

    30

    CAPITOLO 2

    ESEGESI ED ERMENEUTICA

    In questo capitolo viene proposta uninterpretazione dei vv. 19-29 della lettera ai Galati

    finalizzata a cogliere il senso del v. 28, e in particolare dellespressione ei-j evn Cristw/|

    VIhsou, tenendo conto del contesto nel quale inserito. La pericope analizzata a partire

    dalla suddivisione individuata nel capitolo precedente112

    : vv. 19-22 le motivazioni della

    Legge; vv. 23-25 la funzione transitoria della Legge fino alla venuta della fede; vv. 26-29

    la fede fa tutti figli di Dio in Cristo e vera discendenza di Abramo.

    Vv. 19-22

    La pericope si apre con una domanda, che emerge dalla presentazione negativa

    fatta della Legge nei precedenti passaggi della lettera. Il problema che si delinea

    profondo: si tratta di concepire come lo stesso Dio abbia potuto porre due atti diversi (la

    promessa e la Legge) che sembrano essere in contraddizione fra loro.

    La domanda si completa con laffermazione successiva assumendo il senso di:

    perch dunque fu aggiunta la Legge?113

    . La Legge vista come unaggiunta successiva

    prosegue il tema gi esposto in Abramo, che uomo di fede prima che dellosservanza, e

    nel v. 17: Ora io dico: un testamento stabilito in precedenza da Dio stesso, non pu

    dichiararlo nullo una Legge che venuta quattrocentotrenta anni dopo 114

    . Questo tema

    evidenzia la Legge come secondaria nel piano salvifico di Dio, quindi essa non

    appartiene allessenza originaria, ma semplicemente al piano storico; ci permette di

    concepirne anche una fine, oltre che un principio.

    La domanda sulla Legge presenta una risposta composta da tre significative

    connotazioni: in vista delle trasgressioni finch venisse il seme, per mezzo di angeli

    e per mano di un mediatore.

    112

    Cf. pag. 15-16. 113

    Cf. pag. 19. 114

    Cf. SCHLIER, Lettera ai Galati, 157-158.

  • Esegesi ed ermeneutica

    31

    In vista delle trasgressioni. Si tratta di unaffermazione forte, visto il suo

    carattere finale: la Legge stata posta perch vi fossero delle trasgressioni115

    . Questo

    concepibile solo se si comprende come nel pensiero paolino la Legge ha la funzione di

    porre in evidenza il peccato116

    , perch tutto gli uomini potessero scoprirsi bisognosi della

    misericordia di Dio, e perci pronti ad accoglierla: attraverso le trasgressioni suscitate

    dalla Legge, luomo si scopre peccatore. Come Paolo mostrer in maniera approfondita

    nella lettera ai Romani117

    , la Legge, per lui, non peccato, perch Legge data da Dio;

    ma pone in evidenza il peccato senza dare la forza alluomo per liberarsene, perch la sua

    azione solo esteriore. Per questo motivo in Gal 3,8-14 si afferma che essa diventa

    maledizione per luomo. Poich la Legge non ha la forza di sciogliere luomo dalle

    catene del peccato che lo tengono avvinto, necessariamente deve essere provvisoria e non

    definitiva. La sua funzione era valida finch venisse il seme cui era stato promesso,

    cio fino alla venuta di Cristo.

    Affermando queste cose, Paolo va contro il pensiero giudaico. Mussner118

    riporta

    come diverse attestazioni di letteratura giudaica, ad esempio Flavio Giuseppe, presentano

    lidea di una Legge imperitura, data da Mos una volta per sempre. Tali attestazioni

    rivelano che la Legge era concepita tra le 7 realt create prima della creazione del

    mondo119

    ; questo si mostra contrario anche alla Legge quale realt aggiunta, venuta dopo

    le promesse. La collocazione nel tempo della Legge da parte di Paolo dunque

    profondamente controcorrente rispetto alla mentalit giudaica.

    Promulgata per mezzo di angeli. Lapostolo qui sembra sostenere lidea che la

    Legge, pur provenendo da Dio, stata data attraverso una mediazione angelica. Gli

    studiosi120

    fanno derivare tale credenza da alcuni passi della LXX, come ad esempio Dt

    115

    Cf. Rm 4,15b: dove non c Legge, non c nemmeno trasgressione, o anche Rm 5,20a: La Legge poi

    sopravvenne perch abbondasse la caduta. 116

    Cf. Rm 3,20b: per mezzo della Legge si ha conoscenza del peccato. 117

    Cf. Rm 7,7: Che diremo dunque? Che la Legge peccato? No, certamente! Per io non ho conosciuto

    il peccato se non mediante la Legge. Infatti non avrei conosciuto la concupiscenza, se la Legge non avesse

    detto: Non desiderare, o anche Rm 7,13b: il peccato, per rivelarsi peccato, mi ha dato la morte

    servendosi di ci che bene, perch il peccato risultasse oltre misura peccaminoso per mezzo del

    comandamento. 118

    MUSSNER , La lettera ai Galati, 384-385. 119

    Cf. SCHLIER, Lettera ai Galati, 157-158. 120

    Cf. es. MUSSNER , La lettera ai Galati, 386-387.

  • Esegesi ed ermeneutica

    32

    33,2121

    ; credenza che si attesta anche in passaggi del NT122

    . Paolo fa quindi sua questa

    tradizione ancora presente, per affermare linferiorit delle Legge facendone risaltare la

    distanza da Dio rispetto alla promessa, che viene data invece da Dio direttamente. Questa

    distanza viene ribadita ulteriormente con la presenza, nel caso delle Legge, di un

    intermediario (per mano di un mediatore); mentre il paragone con la promessa, offerta

    da Dio stesso, suggerito dal v. 20 ma non vi il mediatore di uno solo, e Dio uno

    solo.

    Questi primi versetti hanno iniziato a rispondere al problema di come concepire

    due atti diversi provenienti dallunico Dio123

    . La prima risposta linferiorit della Legge

    e la sua derivazione non diretta ma mediata.

    Al v. 20 Paolo affronta una seconda domanda che emerge dal rapporto Legge

    promessa come entrambe provenienti dallunico Dio: se la Legge stata aggiunta dopo,

    non potrebbe annullare la promessa precedente?

    Anzitutto lapostolo risponde subito con un forte diniego, e la motivazione viene

    data nella seconda parte del versetto: la Legge risultata insufficiente alla realizzazione

    del progetto di Dio. Linadeguatezza della Legge viene dal fatto che essa, come si dice in

    Gal 3,12124

    , si basa su dover compiere qualcosa, e la debolezza della carne (sa,rx), unita

    alla malizia del peccato (avmarti,a), pone luomo in una condizione di impossibilit

    allosservanza.

    Il v. 22 ribadisce e riassume la conclusione raggiunta sul ruolo della Legge: essa

    inferiore alle promesse (vv. 19-20) ed incapace di portare luomo alla salvezza (v. 21),

    ma stata data per manifestare il peccato. Tramite la Legge luomo stato rinchiuso in

    modo palese sotto il giogo del peccato, perch si rendesse conto della propria condizione

    e fosse pronto a ricevere la salvezza da Dio, come attesta la seconda parte del versetto.

    121

    Dt 33,2: kai. ei=pen ku,rioj evk Sina h[kei kai. evpe,fanen evk Shir h`mi/n kai. kate,speusen evx o;rouj Faran su.n muria,sin Kadhj evk dexiw/n auvtou/ a;ggeloi metV auvtou/ e il Signore venne dal Sinai e ci apparve da Seir e si affrett dalla regione montana di Pharan e da Kades con due miriadi, alla sua destra cerano

    angeli con lui. 122

    Cf. ad es. At 7,53a: voi che avete ricevuto la Legge mediante ordini dati dagli angeli, Eb 2,2a: Se,

    infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si dimostrata salda. 123

    Il fatto che la soluzione non possa essere immaginata ponendosi al di fuori dellunicit di Dio non era

    certamente in discussione. Paolo per, anche se marginalmente nel discorso, lo ribadisce comunque al v.

    20: e Dio uno solo. 124

    Gal 3,12: Ma la Legge non si basa sulla fede; al contrario dice: Chi metter in pratica queste cose,

    vivr grazie ad esse.

  • Esegesi ed ermeneutica

    33

    La particella i[na (perch) evidenzia il valore finale di Gal 22b125, e ci mette in

    relazione la Legge, che mostra alluomo di essere peccatore, con il vangelo (lannuncio

    della salvezza data tramite la fede in Cristo). Legge e vangelo quindi sono entit

    complementari126

    : non si pu comprendere la Legge senza il vangelo.

    Poich la Scrittura del v. 22a127

    non si identifica con la Legge di cui Paolo ha

    parlato finora, ma riguarda invece il concetto pi ampio di rivelazione128

    , lapostolo

    sintetizza qui ci che in Rm 3,9-19 dir in modo pi completo: tutti hanno peccato129

    , sia

    gli ebrei che i pagani, e ci gi attestato in numerosi passi dellAT130

    . La Scrittura,

    quindi, documenta come le esigenze di Dio non siano attese da nessuno, nemmeno da

    Israele, che ben le conosce tramite la Legge, nella quale sono specificate. Questa

    considerazione universalistica apre alla vera novit del versetto: la salvezza data tramite

    la fede a tutti coloro che credono in Cristo.

    Questultima affermazione suscita in Paolo la necessit di spiegarsi meglio;

    perci nei versetti successivi (vv. 23-25 o poi 26-29) lapostolo si sofferma

    nellapprofondimento del rapporto Legge e adempimento delle promesse in Cristo,

    giungendo a mostrare le conseguenze di novit che esse hanno per tutti i credenti.

    Vv. 23-25

    I vv. 23-25 si aprono con lespressione temporale ma prima che, la quale

    mostra lintento dellapostolo di organizzare il discorso cronologicamente secondo un

    prima e un dopo. Il prima riguarda il tempo della Legge e della sua funzione, gi

    espressa nei versetti precedenti ma approfondita in 23-25. Tale tempo riguarda

    soprattutto Israele e lo stesso Paolo in quanto giudeo (da qui luso del noi)131

    . Ci che

    lapostolo mette in chiaro fin da subito per che il tempo della Legge limitato;

    sopraggiunta la fede, infatti, la Legge cessa la sua funzione. Anzi la Legge in stretta

    125

    Gal 22b: perch la promessa mediante la fede di Ges Cristo fosse data a coloro che credono. 126

    Cf. MUSSNER , La lettera ai Galati, 394-395. 127

    Gal 3,22a: ma la Scrittura ha rinchiuso tutto sotto peccato. 128

    Cf. pag. 21. 129

    questo il senso del ta. pa,nta (tutto) espresso in questo versetto: la Scrittura ha rinchiuso tutto sotto peccato. 130

    Cf. ad es. Sal 14,3: Sono tutti traviati, tutti corrotti; non c chi agisca bene, neppure uno; ma anche

    Sal 5,10; Sal 140,4; Sal 10,7; Is 59,7-10. 131

    Cf. pag. 22.

  • Esegesi ed ermeneutica

    34

    relazione con la fede, perch aveva il compito di mantenere luomo vigile sul peccato,

    preparandolo per lavvento della fede che doveva venire.

    Col v. 24 Paolo esplicita ulteriormente la funzione della Legge attraverso

    limmagine del pedagogo, inteso come colui che sorveglia il figlio minorenne ritenuto

    ancore non autosufficiente. Mussner132

    osserva che la Legge-pedagogo non dunque

    colei che accompagna il fanciullo-Israele fino a Cristo, perch la fede non emerge dalla

    Legge, ma colei che, con il solo fatto di esserci, ricorda a Israele che egli non in grado

    di salvarsi autonomamente, a causa della debolezza della carne e della malizia del

    peccato. Questa vigilanza, portata dalla Legge, rende luomo pronto ad accogliere la

    giustificazione per fede portata da Cristo.

    A questo punto occorre ricordare che, per Paolo, lavvento della fede non

    significa la fine della validit della Legge133

    , altrimenti si inaugurerebbe unera anomica

    di licenza etica. In Rm 3,31 dir: Togliamo dunque ogni v