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Enrico Gargano – Bruno Giovanazzi Le Statue di Gudea Testo cuneiforme, traslitterazione e traduzione Edizioni Ares 2007

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Page 1: Le Statue di Gudea - antichecivilta.it · Le statue di Gudea: statua A 7 sigillo CS.1: Ningišzida presenta al dio Enki Gudea , da C.E.Suter Note: 1 Si segue nella traduzione del

Enrico Gargano – Bruno Giovanazzi

Le Statue di Gudea

Testo cuneiforme, traslitterazione e traduzione

Edizioni Ares 2007

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Le statue di Gudea: statua A

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Statua A

Descrizione

Luogo di conservazione: Museo del Louvre, Parigi, AO 8, “Petite statue debout”. Statua acefala di diorite verde scuro, proveniente dagli scavi di E. de Sarzec a Tello. La posizione di Gudea è in piedi con le mani congiunte, altezza 124 cm. Iscrizione sulla spalla destra e sulla parte anteriore della toga. La statua è dedicata alla dea Ninhursang.

Bibliografia 1884-1912 de Sarzec, Découvertes I pp. 134-35

(studio), II pp. VI-VII (copia), pl. 15 (foto della spalla destra), pl. 20 (foto di fronte).

1907 Thureau-Dangin, SAK pp. 66-70a (edizione). 1932 Witzel, Gudea (copia). 1948 Parrot, Tello pp.160 (studio), pl. XIII a (foto di

fronte). 1951 Lambert and Tournay, RA 45 pp. 49-66. 1960 Strommenger, Bagh. Mitt. 1 p. 64 (studio). 1961 Parrot, Sumer foto 256 (fronte). 1973 Jacobsen, Orientalia NS pp.277-79

(traslitterazione, traduzione). 1975 Orthmann, Der Alte Orient photo 53 (front). 1978 Edzard et al. AnOr 29° pp. 4*-5* (lista

referenze). 1978 Johansen, Mesopotamia 6 pp.8-9 (studio), pls.

1-4 (foto: fronte, lato destro e sinistro, dorso). 1980 Amiet, Art of the Ancient Near East photo 377

(front). 1987 Colbow, Rundplastik pp. 124-25 (studio). 1991 Steible, NSBW 1 pp. 180-85 (edizione), 2 pp.

38-42 (commentario). 1997 Edzard, Rime 3/1, Gudea and his dynasty pp.

38-40 (edizione). 2005 André-Salvini, Gudea di Lagash: ritratto di un

principe sumerico, pp 23-45, CSVO, Atti del 6° Convegno Internazionale, Milano.

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Le statue di Gudea: statua A

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iscrizione spalla destra

particolare del busto

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Le statue di Gudea: statua A

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( spalla destra ) 1) gu3-de2-a 2) ensi2(PA.TE.SI)- 3) lagaš(ŠIR.BUR.LA)ki 4) lu2 e2-ninnu- 5) dnin-ñir2-su-ka 6) in-du3-a ( colonna i ) 1) dnin-þur-sañ 2) nin uru-da mu2-a 3) ama-dumu-dumu-ne 4) nin-a-ni 5) gu3-de2-a 6) ensi2(PA.TE.SI)- 7) lagaš(ŠIR.BUR.LA)ki-ke4 8) e2 uru ñir2-su

ki-ka-ni 9) mu-na-du3 ( colonna ii ) 1) dub-šen(REC 429) kug-ga-ni 2) mu-na-dim2 3) ñišdur2-ñar-maþ-nam-nin-ka-ni 4) mu-na-dim2 5) e2-maþ-ni-a mu-na-ni-kur9 6) kur ma2-gan

ki-ta

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Le statue di Gudea: statua A

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( spalla destra )

1)Gudea

2)reggente1

3)di Lagaš2

4)l’uomo che l’Eninnu3

5)di Ningirsu4

6)costruì. ( colonna i )

1)Per Ninhursang5,

2)la signora spuntata e cresciuta6 con la città,

3)la madre di tutti i figli7,

4)la sua regina,

5)Gudea

6)reggente

7)di Lagaš,

8)la sua Casa8 di Girsu9

9)per lei costruì. ( colonna ii )

1)il suo scrigno splendente10

2)per lei fabbricò,

3) il suo alto trono della condizione di regina

4)per lei fabbricò ,

5)nella sua alta Casa per lei li introdusse,

6)dal paese di Magan11

sd, 1-6) Gudea, reggente di Lagaš, colui che costruì l’Eninnu del dio Ningirsu. i,1-9) Gudea, il reggente di Lagaš, costruì per la dea Ninhursang, la signora fiorita con la città, la madre di tutti i figli, la sua casa della città di Girsu. ii,1-5) Per lei fabbricò il suo scrigno splendente e il suo alto trono simbolo della regalità: entrambi li ha portati all’interno dell’alta casa per dedicarli alla dea;

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Le statue di Gudea: statua A

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sigillo CS.1: Ningišzida presenta al dio Enki Gudea , da C.E.Suter

Note: 1 Si segue nella traduzione del lemma Pettinato: nella concezione della regalità è la divinità poliade della città il vero sovrano, Gudea è in un certo senso l’intermediario, il vicario, “il reggente” in terra della divinità. Per una analisi del termine ensi2 cf. Pettinato, I re di Sumer 1, pp. 91 e ss.. 2 Cf. Appendice “Nomi geografici e di edifici sacri”. 3 Il sintagma e2-ninnu è da intendere come rapporto asindetico “la Casa cinquanta”; Edzard esclude il rapporto genitivale ossia “la Casa dei cinquanta” , cf. RIME 3/1, p.4. 4 Cf. Appendice “Nomi divini”. 5 È da intendere la madre di tutti gli dei. ( Ninhursang è una delle dee madri, cf. App. “Nomi divini” ). 6 mu2 indica lo “spuntare” della pianta dal terreno e quindi la sua crescita; concetto legato alla tradizione di Nippur ( cf. Appendice “Note generali, n.1” ). La divinità protettrice della città forma un tutt’uno con essa e quindi “cresce con la città”, “fiorisce” con essa !. 7 Cf. “Note generali, n.2”. 8 il termine sumerico e2 che noi traduciamo con la parola “casa” indica il luogo terreno, che oggi definiremmo “tempio”, dove gli dei abitano, continuamente curato e rifornito di offerte regolari. 9 Girsu era la capitale dello stato di Lagaš ( cf. Appendice “Nomi geografici” ). 10 il valore semantico originale di kug è legato all’aspetto dell’argento in quanto metallo, ne indica quindi sia la purezza che lo splendore, concordiamo con Edzard nella traduzione del termine:“splendente” (cf. “Note generali, n.3” ). 11 Cf. Appendice “Nomi geografici”. 12alan-na-ni-še3 : può essere analizzato /alan-ani/ “una statua di se stesso” oppure /alan-na-ani/ “una statua di pietra di se stesso”. Cf. Edzard, RIME 3/1, p.30. Vedere in Appendice la Tabella A che da una panoramica di questo sintagma nelle varie statue. 13 tud è il verbo del “partorire, dare alla luce”. Gudea scolpendo la diorite fa nascere la statua.

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Le statue di Gudea: statua A

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(quarta di copertina) Tra il 3500 ed il 3000 a.Cr. assistiamo nella Bassa Mesopotamia allo sviluppo dei primi agglomerati urbani sumerici tra i quali primeggia quello di Uruk. Nascono quindi le città-stato, entità autosufficienti basate sulla diversificazione degli strati sociali, sulla loro collaborazione ed integrazione. Punti fondamentali nella vita di queste comunità statali sono il “Palazzo” e la “Casa (del dio protettore o della dea protettrice)”, il primo sede del potere laico ed il secondo del potere religioso. La nascita delle città-stato sumeriche fu accompagnata da un altro evento di portata eccezionale per la successiva storia umana. Allo stesso periodo dello sviluppo urbano di Uruk appartiene infatti l’invenzione della scrittura: fissare graficamente le parole su supporti materiali fu l’invenzione più straordinaria e sconvolgente della fine del IV millennio ed il merito di questa scoperta lo ebbero, senza ombra di dubbio, gli abitanti di Uruk. All’inizio, di natura prettamente pittografica la scrittura si evolvette in breve tempo in un sistema articolato di segni di tipo cuneiforme che erano contemporaneamente ideografici e sillabici, impressi su tavolette d’argilla per mezzo di stili fatti di canna o di metallo. Iniziò così la trasmissione del pensiero attraverso documenti scritti che da quelle epoche lontane hanno trasferito alla nostra conoscenza una immensa messe di dati su quelle lontane civiltà!. La città-stato di Lagash fiorisce e si sviluppa tra il 2200 e il 2100 a.Cr. sotto la II Dinastia, iniziata dal sovrano Ur-Ningirsu I e terminata con Nammaþani, che ha il suo massimo esponente in Gudea il cui nome nella nostra lingua significa “il chiamato” a governare la città, naturalmente dal suo dio protettore Ningirsu, il dio poliade di Lagaš. E’ un periodo oscuro della storia mesopotamica a causa della dura e feroce dominazione dei Gutei popolazioni barbariche scese dall’altopiano iranico che si impadroniscono della Mesopotamia centro-meridionale e detengono il potere per un centinaio d’anni; nonostante ciò varie città-stato sumeriche riescono a mantenere una loro indipendenza magari pagando tributi ai dominatori e tra queste si distingue appunto lo stato di Lagaš governato da Gudea. La conoscenza che abbiamo del suo più importante e famoso sovrano è legata all’abbondanza di reperti scritti che ci sono pervenuti da quel lontano passato: le iscrizioni cuneiformi in lingua sumerica che ricoprono i famosi cilindri (A e B), le sue statue dedicatorie, le sue statuette di fondazione ed innumerevoli frammenti di stele. Dalle iscrizioni che descrivono la sua più importante attività edilizia e cioè la costruzione dell’Eninnu, la casa del dio Ningirsu, apprendiamo che Gudea stabilì contatti commerciali con tutto il mondo allora conosciuto per far arrivare i materiali necessarii sia alla costruzione del tempio sia alla produzione delle sue statue dedicatorie. Apprendiamo che dal paese di Magan (da identificare con l’Oman odierno) le sue navi importavano la diorite, materiale con cui venivano scolpite le statue; dai paesi di Meluþþa, Gubi e Dilmun ( da identificare rispettivamente con l’India, l’Iran e l’isola di Bahrein) legname prezioso, ebano, e oro; dall’Amano (Libano) i cedri usati nella costruzione dell’Eninnu; da Tidanum, paese degli Amorrei, blocchi di alabastro. Le iscrizioni della Statua B e dei due Cilindri ci forniscono le notizie più dettagliate di questa vasta rete commerciale e soprattutto ci rivelano il fatto che il regno di Lagaš, sotto la guida di Gudea, ne aveva il pieno controllo. E’ comunque certo che sotto il suo regno lo stato di Lagaš sembrò rifuggere da attività militari, solo nella Statua B (colonna V, 64-69) troviamo un accenno ad una guerra condotta contro l’Elam: “ Colpì

con le armi le città di Anshan ed Elam e introdusse per Ningirsu il bottino nell’Eninnu”, mentre visse sicuramente un periodo di pace e di prosperità e che Gudea svolse accuratamente la sua funzione di pastore legittimo del paese introducendo riforme amministrative e religiose come lui stesso ci descrive sia nella Statua B che nelle Statue E ed F. Enrico Gargano ( Castelnuovo Magra – Sp, 1943 ) laureato in Ingegneria Elettronica all’Università St. di Pisa, svolge attualmente la sua attività come “tutor” di lingua sumerica ed accadica presso il Centro Studi del Vicino Oriente di Milano. Bruno Giovanazzi ( Brentonico – Tn, 1934 ) laureato in Medicina all’Università St. di Milano, svolge attualmente la sua attività come “tutor” di lingua egiziana antica e sumerica presso il Centro Studi del Vicino Oriente di Milano.