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Le metafore organizzative A.A. 2015-2016 Prof. Lucio Fumagalli [email protected]

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Page 1: Le metafore organizzative - Dipartimento di Comunicazione ... · Coordinamento del lavoro basato sui principi dell’ordinamento gerarchico Principali scuole: Pagina 3 Scuola classica

Le metafore

organizzative

A.A. 2015-2016

Prof. Lucio Fumagalli

[email protected]

Page 2: Le metafore organizzative - Dipartimento di Comunicazione ... · Coordinamento del lavoro basato sui principi dell’ordinamento gerarchico Principali scuole: Pagina 3 Scuola classica

Le metafore organizzative

Pagina 2

Le organizzazioni

come macchine

Le organizzazioni

come organismi

Le organizzazioni

come cervelli

Le organizzazioni sono formate da diversi pezzi con

differenti funzioni che contribuiscono singolarmente a

formare il processo organizzativo complessivo

I sistemi organizzativi sono concepiti sulla base dei

bisogni che devono soddisfare e dell’ambiente esterno

I sistemi si basano sull’elaborazione e generazione di

informazioni che permettono alle organizzazioni di

apprendere e di auto-organizzarsi

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Le organizzazioni come macchine

Principi di base:

Specializzazione del lavoro e parcellizzazione dei compiti

Coordinamento del lavoro basato sui principi dell’ordinamento gerarchico

Principali scuole:

Pagina 3

Scuola classica Nasce nella seconda fase della

Rivoluzione Industriale dall’esigenza di

razionalità ed efficienza

Scuola burocratica

Evidenzia le correlazioni fra la

meccanizzazione dell’industria e la

proliferazione delle forme organizzative

basate sull’autorità

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Le organizzazioni come macchine

Principi di base della scuola classica:

Unità di comando: ogni dipendente deve ricevere ordini solo da un superiore gerarchico.

Catena del comando:la linea gerarchica che lega il vertice e la base deve garantire la trasmissione delle comunicazioni e delle decisioni.

Ambito del controllo: il numero di persone controllate da un unico superiore non deve pregiudicare il coordinamento e la trasmissione delle comunicazioni.

Staff & Line: deve essere chiara la divisione dei compiti fra le funzioni di staff e le linee gerarchiche.

Divisione del lavoro: la specializzazione del lavoro deve essere spinta fino al limite.

Autorità e responsabilità: i livelli di autorità e responsabilità devono essere equilibrati e derivare da una pianificazione dei livelli di controllo.

Centralizzazione dell’autorità.

Disciplina.

Subordinazione degli interessi individuali all’interesse generale.

Equità: la remunerazione per il lavoro svolto deve essere percepita come giusta.

Rapporti di lavoro di lungo periodo: favoriscono lo sviluppo delle competenze.

Spirito di corpo: deve essere garantita l’armonia all’interno dell’organizzazione.

Pagina 4

La scuola classica

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Le organizzazioni come macchine

Specializzazione delle mansioni

La massimizzazione della divisione del lavoro tra operatori specializzati fino al limite consentito dalle separabilità tecnica è positivamente e significativamente correlata alla massimizzazione dell’efficienza e ne è causa.

Studio scientifico dei tempi e dei metodi di lavoro

Lo studio e la codifica delle procedure di lavoro impiegate dagli operatori più produttivi è la condizione necessaria per il trasferimento di queste procedure a tutti gli altri operatori

"specificano non solo quello che si dovrà fare, ma anche come dovrà essere fatto, e stabiliscono esattamente il tempo assegnato per l'esecuzione". [1911, Frederick W. Taylor]

Incentivo monetario

Le imprese organizzate scientificamente ottengono risultati migliori e possono quindi corrispondere salari più alti, attirando gli operai più produttivi dalle altre aziende.

“In primo luogo, si deve far comprendere agli operai che il nuovo sistema trasforma i loro datori di lavoro da antagonisti in amici, che lavorano al loro fianco, col massimo impegno possibile, per gli stessi scopi: per

realizzare cioè un aumento di produzione che riduce i costi in misura tale da poter pagare in permanenza gli operai dal 30 al 100% in più di quanto guadagnavano in passato pur assicurando sempre all'azienda dei

buoni profitti". [1911, Frederick W. Taylor]

Pagina 5

La scuola classica di Taylor

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Le organizzazioni come macchine

A differenza di Taylor, che si concentrò sul lavoro in officina, Fayol ha sviluppato una teoria sull’amministrazione dell’organizzazione nella sua complessità, focalizzando l’attenzione sui vertici.

Tutte le operazioni che si svolgono all’interno dell’impresa sono suddivisibili in sei gruppi (dipartimentalizzazione):

Funzioni tecniche

Funzioni commerciali

Funzioni finanziarie

Funzioni di sicurezza

Funzioni contabili

Funzioni direttive

Il modello organizzativo funzionale permette un’accentuata specializzazione delle funzioni e il contenimento dei costi. Nelle organizzazioni è necessario una polivalenza funzionale delle capacità e delle competenze delle persone

Le funzioni più importanti sono quelle direttive che si basano sui principi di autorità e responsabilità.

Pagina 6

La scuola classica di Fayol

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Le organizzazioni come macchine

Gantt contribuì alla teoria dello Scientific Management elaborando un sistema retributivo meno rigido di quello di Taylor, ossia legato all’efficienza del singolo operaio.

Per l’azienda è fondamentale assicurarsi la fiducia e la collaborazione dell’operaio per mantenere nel tempo i risultati ottenuti.

Il fallimento nel mantenimento di un alto rendimento è da ricercare nel disinteresse del management.

Per assicurarsi la collaborazione dell’operaio è necessario riconoscere e premiare la migliore capacità produttiva.

Il premio per il rispetto del piano di lavoro giornaliero è da corrispondere all’operaio e all’assistente.

Pagina 7

La scuola classica di Gantt

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Le organizzazioni come macchine

L’organizzazione burocratica standardizza i processi amministrativi nello stesso modo in cui la macchina standardizza la produzione.

La burocrazia garantisce efficienza, precisione rapidità, chiarezza, regolarità e affidabilità.

Il funzionamento di un’organizzazione burocratica si basa sulla divisione dei compiti, sulla supervisione gerarchica e su un sistema di regole, regolamenti e procedure dettagliati e formalizzati.

Ciascuno conosce il proprio compito e lo esegue con diligenze, puntualità e professionalità.

Pagina 8

La scuola classica di Weber

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Potenzialità e limiti della metafora

meccanicistica

Potenzialità: Limiti: La metafora meccanicistica non

considera gli aspetti umani dell’organizzazione e il fatto che le attività e i compiti sono spesso più complessi e incerti di quelli svolti dalle macchine;

I modelli meccanicistici possono creare numerose resistenze nell’adattamento ad un ambiente mutevole;

Nei dipendenti creano alienazione e scarsa socialità.

Pagina 9

L’approccio meccanicistico raggiunge buoni risultati quando:

Il compito è molto chiaro;

L’ambiente è stabile;

Il ciclo produttivo è routinario;

La precisione ha un ruolo importante;

I dipendenti rispettano i compiti assegnati.

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Le organizzazioni come organismi

Principi di base:

Le organizzazioni sono concepite come “sistemi aperti” che si adeguano all’ambiente.

Le organizzazioni hanno dei cicli vitali.

Le attività lavorative sono influenzate sia dalla natura umana che dalle componenti formali

Principali modelli:

Pagina 10

Scuola delle relazioni

umane

L’organizzazione è legata alla soddisfazione e

alla motivazione dei suoi componenti

Scuola sistemica L’organizzazione è legata all’ambiente in cui

opera

Teoria della

contingenza

L’organizzazione è legata sia a variabili interne

che esterne o ambientali

Modello

socio-tecnico

L’organizzazione deve essere in grado di

aumentare simultaneamente la produttività e la

soddisfazione dei dipendenti

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Le organizzazioni come organismi

La produttività è funzione del livello di soddisfazione.

Il comportamento dei superiori influenza la soddisfazione e quindi la produttività.

I conflitti si risolvono attraverso la negoziazione/comunicazione.

Non è solo l’uomo a doversi adattare alle strutture, ma anche le strutture all’uomo.

Un lavoro più interessante e autonomo aumenta la soddisfazione.

Pagina 11

La scuola delle relazioni umane

Scuola delle

relazioni umane

Corrente

interazionista

Filone delle

risorse umane

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La scuola delle relazioni umane

Principi:

La produttività dei singoli non è direttamente dipendente dalle condizioni di lavoro.

La produttività è fortemente influenzata dai gruppi di lavoro.

Il gruppo è un ottimo veicolo di informazione fra la direzione e i componenti del team.

Il gruppo ha un ruolo determinante nel perseguimento degli obiettivi aziendali.

Limiti:

La teoria trascura le componenti strutturali, tecnologiche ed economiche.

Tra i diversi gruppi operanti in un’organizzazione esistono divergenze di interessi.

Gli incentivi di carattere sociale e morale hanno effetto solo se le persone e i gruppi si identificano nell’organizzazione.

Pagina 12

La corrente interazionista di Mayo

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Principi:

La produttività è funzione della soddisfazione dei lavoratori.

La soddisfazione non dipende solo dall’appartenenza ad un gruppo, ma anche dall’autorealizzazione e dalla significatività del contenuto del lavoro (teorie motivazionali).

Gli individui e i gruppi raggiungono al meglio gli obiettivi solo quando i loro bisogni sono soddisfatti.

Le mansioni e le relazioni interpersonali possono venir progettate per creare delle condizioni che favoriscano l’integrazione fra i bisogni degli individui e quelli dell’organizzazione.

Limiti:

La riorganizzazione del lavoro suggerita investe la sfera individuale e non modifica sostanzialmente la distribuzione del potere decisionale in azienda.

Si trascurano le differenze esistenti tra le diverse esigenze individuali.

Le teorie motivazionali non considerano importanti variabili come i fattori ambientali e la tecnologia che condizionano il disegno organizzativo più dei bisogni dei dipendenti.

Pagina 13

La scuola delle relazioni umane

Il filone delle risorse umane/1

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Le teorie motivazionali: Maslow

Gli uomini sono motivati da dei bisogni ordinabili su di una scala gerarchica.

I bisogni sono:

fisiologici,

di sicurezza,

di appartenenza (essere accettato dagli altri),

di stima (ottenere il prestigio inteso come rispetto dagli altri),

di autorealizzazione (dipende dalle risorse potenziali di ciascun individuo).

Pagina 14

La scuola delle relazioni umane

Il filone delle risorse umane/2

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Le teorie motivazionale: Herzberg

le persone sono contemporaneamente sensibili a bisogni inferiori e superiori, ma li interpretano in modo diverso.

Secondo Herzberg i bisogni sono riconducibili a due categorie:

Fattori igienici: La loro assenza crea insoddisfazione, la loro presenza non provoca reazioni (la società, le policy, la supervisione, le condizioni di lavoro, le relazioni interpersonali, le remunerazione, lo status, la sicurezza);

Fattori motivanti: La loro assenza non provoca reazioni. La loro presenza crea soddisfazione (raggiungimento dei risultati, riconoscimento, interesse dei compiti, responsabilità, crescita).

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La scuola delle relazioni umane

Il filone delle risorse umane/3

Fattori igienici

Fattori motivanti

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I sistemi socio-tecnici hanno la loro origine negli anni ’50 grazie ai contributi dei membri del Tavistock Institute of Human Relations.

L’organizzazione deve integrare gli aspetti umani e quelli tecnici del lavoro.

Gli elementi umani/sociali e quelli tecnici sono inseparabili perché hanno una forte influenze reciproca.

Nella progettazione della struttura organizzativa devono essere considerati simultaneamente:

Le tecnologie

Le persone

I gruppi

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Le organizzazioni come organismi Modello socio-tecnico

Tecniche

Gruppi Persone

Ricerca di

coerenza fra tutti i

fattori

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L’approccio sistemico si basa prevalentemente sul lavoro dello studioso di biologia Ludwig von Bertalanffy.

Le organizzazioni sono sistemi aperti all’ambiente esterne con il quale devono istaurare un rapporto per poter produrre.

Il concetto di ambiente esterno comprende il task environment (ambiente con il quale l’organizzazione interagisce direttamente) e l’ambiente di contesto.

Le organizzazioni sono formate da sottosistemi interrelati.

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Le organizzazioni come organismi Scuola sistemica

Ambiente di contesto

Task environment

Organizzazione

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Le diverse situazioni che un’organizzazione deve affrontare richiedono una scelta fra le proposte dalle varie scuole di pensiero variabile in base alle esigenze che tenga conto delle variabili interne all’organizzazione (tecnologie e dimensione) e quelle esterne (ambiente).

La tecnologia influenza l’organizzazione quanto più questa è vicina alla produzione.

Le organizzazione possono essere ricondotte a due sistemi (Burns e Stalker):

Sistema meccanico (strutture burocratiche, l’autorità, le attività e le competenze tecniche sono definite in modo preciso): adottabile quando l’organizzazione opera in un ambiente stabile e definito;

Sistema organico (flessibilità, i compiti sono definiti in base alle esigenze): adottabile quando l’organizzazione opera in un ambiente instabile e in continuo mutamento.

Paradigma delle pari complessità (Lawrence e Lorsch):

La complessità dell’ambiente richiede una più elevata differenziazione (differenza negli assetti e negli orientamenti conoscitivi ed emotivi che intercorre tra le unità dell’organizzazione) nella struttura dell’organizzazione;

Una maggiore differenziazione richiede più elevati livelli di integrazione (insieme dei processi che migliorano la collaborazione e il coordinamento fra unità differenziate).

Pagina 18

Le organizzazioni come organismi Teoria della contingenza

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Potenzialità e limiti della metafora

Potenzialità:

Importanza attribuita ai rapporti tra le organizzazioni e il loro ambiente.

La gestione delle organizzazioni può essere sempre migliorata se si presta attenzione ai bisogni che devono essere soddisfatti.

Ponendo nella sopravvivenza l’obiettivo cruciale delle organizzazioni, il management ha maggiore flessibilità di azioni e di decisione.

La strategia, la struttura, la tecnologia, le dimensioni umane e manageriali sono considerati sottosistemi correlati in cui i bisogni devono essere soddisfatti contemporaneamente nel modo più equilibrato.

Questa visione delle organizzazioni tiene aperta la possibilità di scelta fra diversi modelli organizzativi.

Limiti:

Questo approccio rappresenta le organizzazioni in modo molto concreto lasciando poco spazio all’azione creativa dell’uomo.

Non considera che le organizzazioni non solo devono adeguarsi all’ambiente, ma contribuiscono anche alla sua formazione.

Le organizzazioni difficilmente risultano come unità funzionali perfettamente coordinate come sono considerate nel modello.

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Le organizzazioni come cervelli

Principi di base:

Le organizzazioni sono sistemi in grado di elaborare informazioni.

La raccolta e l’elaborazione delle informazioni permette ai sistemi di auto-organizzarsi.

Principali modelli:

Pagina 20

Approccio decisionale L’organizzazione è come un cervello che

elabora informazioni

Organizzazioni

“olografiche”

L’organizzazione è come un sistema

olografico che combina caratteristiche di

centralizzazione con caratteristiche di

decentralizzazione

Modello delle learning

organizations

L’organizzazione è un sistema complesso

in grado di apprendere

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Le organizzazioni sono un insieme di sistemi informativi, sistemi di comunicazione e sistemi decisionali.

Le organizzazioni non possono essere razionali perché i loro membri hanno limitate capacità di trattare le informazioni (razionalità limitata).

L’uomo cerca una soluzione soddisfacente attraverso un processo decisionale a tre livelli: strategico (individuazione delle variabili ambientali), progettuale (configurazione alternative), operativo (scelta e realizzazione dell’alternativa).

I limiti della razionalità umana si ritrovano nella progettazione delle strutture e delle modalità operative delle organizzazioni.

Le decisioni sono determinate dai processi di percezione, ricerca, scelta e apprendimento. L’apprendimento causa la creazione di eurismi, ossia regole di ricerca ed elaborazione delle informazioni fondate sulle esperienze passate e sulla memoria.

In risposta al problema della razionalità limitata le organizzazioni sviluppano meccanismi che permettono di gestire al meglio la conoscenza, creando economie di razionalità.

Il grado di incertezza determina le struttura organizzative.

Pagina 21

Le organizzazioni come cervelli

L’approccio decisionale di Simon

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Caratteristiche delle learning organizations:

Capacità di analizzare e anticipare i cambiamenti dell’ambiente e capire quali elementi sono significativi per l’organizzazione;

Capacità di porre in discussione e modificare le norme operative e le ipotesi su cui si basano;

Capacità di individuare gli orientamenti strategici più adeguati e modelli organizzativi coerenti;

Struttura in grado di favorire l’apprendimento basato sul meccanismo di subroutine doppia.

Difficoltà:

I principi organizzativi su cui si basano alcuni modelli (es. modello burocratico, struttura funzionale marcata) ostacolano il processo di apprendimento.

Routine comportamentali difensive: la volontà di proteggere se stessi o i colleghi porta a nascondere le problematiche.

Pagina 22

Le organizzazioni come cervelli

Le learning organizations

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Le caratteristiche dell’intero sistema sono contenute in ogni sua parte in modo che possa auto-organizzarsi e rigenerarsi su base continua. Ciò è realizzabile attraverso:

La cultura aziendale: nella visione e nei valori possono essere contenute le caratteristiche condivisibili dall’intera organizzazione.

I sistemi informativi: un sistema informativo capillare rappresenta “l’intelligenze a rete” dell’organizzazione sviluppata in tutti i suoi livelli e parti.

La struttura: la crescita è basata sulla creazione di imprese affiliate che permettono di raggiungere nuovi clienti e sviluppare nuovi business senza perdere la “personalità” dell’organizzazione.

I singoli ruoli: ai gruppi di lavoro sono affidati interi processi e i ruoli sono definiti in maniera elastica.

Deve essere sviluppata la capacità di apprendere per garantire processi a subroutine doppia in grado di modificare l’organizzazione coerentemente con le modificazioni dell’ambiente esterno.

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Le organizzazioni come cervelli

Le organizzazioni “olografiche”

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Potenzialità:

La metafora del cervello indica con chiarezza quali sono le caratteristiche che un’organizzazione deve possedere per poter apprendere.

Il modello getta le basi per ripensare alle logiche manageriali classiche.

La metafora permette di concepire le implicazioni delle nuove tecnologie nell’ottica delle interazioni di tutte le “intelligenze” presenti nell’organizzazione per renderla capace di auto-organizzarsi.

Limiti:

Il modello non considera i conflitti che possono verificarsi fra un’organizzazione che apprende e i classici fenomeni di potere e di controllo presenti in tutte le organizzazioni.

L’apertura mentale e la capacità di autocritica sono estranee alle logiche di management tradizionali.

Le difficoltà del management a far propria le logiche dell’apprendimento e dell’auto-organizzazione creano resistenze che portano a mantenere lo stato attuale.

Pagina 24

Potenzialità e limiti della metafora

del cervello