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Anno XXI • Volume 19 • Numero 2/2017 MOMENTO MEDICO Journal of Clinical Medicine and Therapy ® A CURA DI Aragona E.S. 1 , La Mantia I. 2 , Mereghetti G. 1 , Gianazza G. 1 , Salsa A. 1 , Equizi E. 1 , Canavesi E. 1 , Morisi I. 1 1 Centro di Medicina Rigenerativa, Humanitas Mater Domini Castellanza (VA). 2 UOC Otorinolaringoiatria, Università di Catania. Le lesioni cutanee vascolari: approccio terapeutico integrato con l’utilizzo di un nutraceutico ad azione antiedemigena e antiinfiammatoria

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Anno XXI • Volume 19 • Numero 2/2017

MOMENTOMEDICO

Journal of Clinical Medicine and Therapy®

a cura di

Aragona E.S.1, La Mantia I.2, Mereghetti G.1, Gianazza G.1, Salsa A.1, Equizi E.1, Canavesi E.1, Morisi I.1

1Centro di Medicina Rigenerativa, Humanitas Mater Domini Castellanza (VA). 2UOC Otorinolaringoiatria, Università di Catania.

Le lesioni cutanee vascolari:

approccio terapeutico integrato con l’utilizzo di un nutraceutico

ad azione antiedemigena e antiinfiammatoria

Page 2: Le lesioni cutanee vascolari - AMbeR · di una lesione vascolare di varia eziopatogenesi (venosa, arteriosa, mista) varia da 24 mesi nel 20% dei casi fino a 60 mesi nell’8-10% dei

Introduzione Le lesioni cutanee croniche (LCC) a carico degli arti infe-riori costituiscono uno dei capitoli più importanti per la salute pubblica, sia per la prevalenza, che varia dallo 0,5 al 3% della popolazione generale (il 3,5% dei pazienti >65 anni), sia per la morbilità che possono causare e,soprattutto, per i costi sociali dovuti alla difficoltà dellecure ed alla persistenza nel tempo delle lesioni.Nelle casistiche cliniche dei maggiori Centri di assisten-za e cura per le persone affette da LCC, la durata mediadi una lesione vascolare di varia eziopatogenesi (venosa,arteriosa, mista) varia da 24 mesi nel 20% dei casi finoa 60 mesi nell’8-10% dei casi, con una compromissionedella qualità di vita dei pazienti, che sono - o possonoessere - esposti a co-patologie o presentare un proces-so infiammatorio cronico che comporta dolore e mancataguarigione delle lesioni.

In Humanitas Mater Domini di Castellanza (VA), Clinica del gruppo Humanitas, dal Luglio 2015 è attivo il Centro di Medicina Rigenerativa (CMR), nel cui ambito le LCC vengono gestite in un Ambulatorio dedicato. Il modello di assistenza del CMR, frutto dell’esperienza dei componen-ti dell’équipe multidisciplinare e della formazione conti-nua, è stato redatto ed applicato all’interno del progetto Ambulatori di Medicina Rigenerativa (AMR), che vuole essere diffuso come modello di gestione e di protocolli operativi per le LCC in varie città italiane, per permettere un linguaggio comune ed una formazione comune per gli operatori sanitari e per una gestione più omogenea a livel-lo nazionale del paziente con lesioni cutanee.La Medicina Rigenerativa è, in questo senso, intesa non come applicazione di tecniche sofisticate con utilizzo di terapie cellulari o di tessuti bio-ingegnerizzati dagli alti costi e con necessità strutturali, ma come attività di cura applicabili quotidianamente negli Ambulatori di molte re-altà ospedaliere italiane.

Le lesioni cutanee vascolari: approccio terapeutico integrato con l’utilizzo di un nutraceutico ad azione antiedemigena e antiinfiammatoria Aragona E.S.1, La Mantia I.2, Mereghetti G.1, Gianazza G.1, Salsa A.1, Equizi E.1, Canavesi E.1, Morisi I.1

1Centro di Medicina Rigenerativa, Humanitas Mater Domini Castellanza (VA). 2UOC Otorinolaringoiatria, Università di Catania.

ABSTRACT

SCOPO In questo lavoro gli Autori presentano i risultati di uno studio osservazionale espletato in 12 mesi, il cui obiettivo è stato validare l’uso in terapia sistemica di un nutraceutico ad azione antiinfiammatoria ed antiedemigena contenente Serratio peptidase, escina, bromelina e selenio, in una formulazione originale e calibrata dal punto di vista del dosaggio, in pazienti con lesioni cutanee croniche di origine vascolare.

MATERIALI E METODI Sono stati arruolati per lo studio 300 pazienti (196 donne e 104 uomini) con lesioni vascolari croniche a carico degli arti inferiori, con una estrema variabilità dei quadri clinici in relazione al range di età (42-94 anni). Al basale (T0), i pazienti sono stati sottoposti a visita medica ed a ricerca di co-patologie, valutazione della po-stura, della capacità di movimento, dello stato nutrizionale e della compliance alla terapia proposta. La rivalutazione durante la terapia è stata eseguita a T1 (2 settimane) ed a T2 (4 settimane) con una valutazione clinica a 3 e a 6 mesi. L’endpoint primario è stato rappresentato dalla riduzione del 50% della lesione a 3 mesi dal trattamento, l’endpoint secondario dalla percentuale di guarigione delle lesioni a 6 mesi. Il trattamento ha previsto l’assunzione del nutraceu-tico oggetto dello studio alla posologia di 2 cpr al giorno per 20 giorni. Il ciclo di prescrizione è stato ripetuto nelle settimane successive, viste la compliance del paziente e l’assenza di effetti collaterali registrata (0%).

RISULTATI I pazienti che presentavano una flogosi della cute perilesionale (n=255, 85%) ed edema perilesionale o declive dei tessuti molli (n=225, 75%) hanno tratto beneficio dalle 2 settimane di terapia con il nutraceutico ad azione antiinfiammatoria ed antiedemigena. In particolare, in questi pazienti è stata ottenuta la risoluzione di flogosi ed edema nel 100% dei casi, con una riduzione dei sintomi correlati. Il dolore (n=294, 98%) a T1 è risultato ridotto nel 50% dei casi ed a T2 nel 60% dei casi; a T2, l’essudato si è ridotto nell’80% dei casi e l’impotenza funzionale nell’85%. L’endpoint primario è stato raggiunto nel 62% dei pazienti, mentre a 6 mesi la lesione è risultata comple-tamente guarita nel 38% dei casi.

CONCLUSIONI Pur seguendo le Linee guida internazionali per la cura delle lesioni cutanee croniche di origine va-scolare, oltre all’utilizzo delle medicazioni e del bendaggio vascolare, appare oggi necessario un approccio integrato, multidisciplinare, che agisca risolvendo il processo infiammatorio cronico ed al contempo riattivi il processo di ripara-zione e di rigenerazione tissutale. Oggi la terapia a lungo termine con il nutraceutico ad azione antiedemigena e antiin-fiammatoria apre una nuova possibilità di contrasto al fenomeno causale delle lesioni cutanee non responders e l’ado-zione di un protocollo che associ all’utilizzo del nutraceutico, oggetto dello studio, la terapia con le citochine a basso dosaggio (la Low Dose Medicine) per il contrasto delle citochine proinfiammatorie e per la stimolazione delle citochine antiinfiammatorie oltrechè le popolazioni cellulari coinvolte nel wound healing è una possibilità terapeutica di rilievo.

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Il protocollo operativo Anti Inflammatory Regenerative Medicine (AIMED) creato dal CMR prevede una sinergia di interventi che, in modo circolare e mettendo il paziente al centro della cura, può cambiare il decorso della lesione cutanea agendo sui fattori che determinano il non healing delle lesioni: il processo infettivo, il processo infiammato-rio cronico ed il difetto rigenerativo. Scopo del presente lavoro è la revisione della casistica del CMR nel trattamento delle LCC di origine vascolare a carico degli arti inferiori e la presentazione del protocollo AIMED, con particolare riferimento all’utilizzo di un nutraceutico che, per le sue componenti, assume un ruolo importante nella terapia sistemica antiinfiammatoria delle LCC.Anticipando le conclusioni, pur seguendo le Linee gui-da internazionali per la cura delle LCC di origine vasco-lare, oltre all’utilizzo delle medicazioni e del bendaggio vascolare, appare oggi necessario un approccio integrato e multidisciplinare, che agisca risolvendo il processo in-fiammatorio cronico e, al contempo, riattivi il processo di riparazione e di rigenerazione tissutale.

Le ulcere vascolari Le lesioni cutanee vascolari possono essere distinte sulla base della loro eziologia con una incidenza per le venose del 65%, del 14-15% per le miste e per il 10% per le arteriose. Le ulcere da alterazioni del microcircolo incido-no per il 10%, ma si devono considerare le Ulcere atipi-che o di origine diversa quali: Ulcere ipertensive, Ulcere vasculitiche, Ulcere linfatiche, Ulcere angiodisplastiche, Ulcere da decubito, Ulcere da patologie autoimmuni e Ulcere iatrogene.L’ipossia da alterazione del microcircolo o da insufficien-te apporto ematico per le ulcere arteriose e la stasi per le ulcere venose sembrano essere gli eventi scatenanti che innescano la risposta dell’organismo con la formazione della lesione ulcerativa. L’edema distrettuale, di varia origine, la reazione flogisti-ca acuta, l’ipossia, l’acidosi tissutale associate alle alte-razioni posturali (piede cavo o piatto, pronato o supinato) sono i fenomeni osservati nella formazione della lesione ulcerativa degli arti inferiori. Le ulcere definite miste hanno una doppia componente ischemica e flebostatica, mentre risulta difficile inserire nella tipologia delle Ulcere miste altre lesioni che non hanno le componenti su citate.La sofferenza ischemica tissutale, associata ad acidosi, è lo starter della formazione delle ulcere vascolari con edema, con la necrosi del tessuto e la lesione ulcerativa e questo dato viene evidenziato dalla verifica ossimetrica trancutanea.L’ossimetria transcutanea di ulcere vascolari, che evidenzia livelli alterati di ossigeno nei tessuti perilesionali (low) ten-de a modificarsi positivamente dal momento che il paziente con Ulcera viene inquadrato clinicamente e sottoposto ai protocolli terapeutici sistemici. Una ossimetria transcuta-nea perilesionale che nella fase di terapia evidenzia un au-mento anomalo della concentrazione di ossigeno potrebbe essere di aiuto nelle ulcere ipergranuleggianti che evolvono in non responder, per interpretare i meccanismi causali della non risposta ai trattamenti (accumulo di ROS).L’esame ecografico doppler è l’esame strumentale di pri-ma scelta che assicura la diagnosi e una panoramica del-

le condizioni macro e microcircolatorie dell’arto inferiore esaminato. La difficoltà di eseguirlo routinariamente e i tempi di attesa ospedalieri e ambulatoriali spingono all’a-dozione del rilievo dell’ABI (Ankle-Brachial Index, indice caviglia/braccio), eseguibile rapidamente da personale formato, che fornisce indicazioni sulla necessità o meno del bendaggio vascolare associato alla terapia. Questi esami strumentali e di valutazione della lesione trofica possono essere integrati da una valutazione più complessa di tipo angiologico-cardiovascolare per lo stu-dio completo del paziente affetto da lesione cutanea degli arti inferiori e per l’individuazione delle comorbilità.

Ulcere arteriose Le ulcere arteriose presentano un quadro cianotico ed eritematoso a sedi multiple ma particolari (periunguea-le, base delle dita, salienze ossee più esposte a traumi, quali malleolo, calcagno e teste metatarsali), di forma regolare, con dimensioni piccole all’esordio, con succes-sivo aumento di dimensioni e molto dolenti, soprattutto in clinostatismo notturno, alleviate dalla posizione seduta con arti declivi.

Ulcere venoseLe ulcere venose sono espressione di malattia venosa cro-nica (MCV), sia essa primaria sia secondaria (sindrome post-trombotica).La sede delle ulcere è perimalleolare, con forme e gran-dezza variabili a margini irregolari, con alterazioni della cute perilesionale, con sofferenza degli annessi cutanei.

Cenni di fisiopatologia delle ulcere vascolari L’ipertensione venosa, associata al reflusso venoso e alla conseguente stasi, comporta a livello ultrastrutturale una infiammazione cronica dell’endotelio vasale con conse-guente stress ossidativo e accumulo di radicali liberi e con progressiva perdita della funzionalità delle cellule endoteliali. Queste ultime, per funzione, impediscono l’adesione piastrinica, esprimono molecole di adesione per il reclutamento delle cellule infiammatorie e se lese producono segnali procoagulativi. Questo ambiente acido proinfiammatorio porta alla migrazione, per chemiotassi, e al passaggio transendoteliale, per aumentata permea-bilità, di cellule del sistema immunitario e alla genera-zione di condizioni favorevoli al fenomeno trombotico. Le cellule endoteliali producono citochine proinfiammatorie come il TNF alfa e IL1, IL6, producono Ossido Nitrico (NO), fattori fibrinolitici che se alterati possono essere ri-velatrici dello stato di flogosi cronica persistente anche a causa della produzione di metalloproteinasi della matrice (MMPs) a livello tissutale da parte dei neutrofili.Le alterazioni ipossiche dell’endotelio venoso attivano la risposta infiammatoria e la prima risposta è la formazione di un edema locale. Le prostaglandine proinfiammatorie, i mediatori di derivazione plasmatica (chinine) e i prodot-ti microbici come il lipopolisaccaride (LPS) favoriscono la sovraregolazione di molecole di adesione, l’attrazione, l’a-derenza all’endotelio e l’attivazione dei neutrofili nell’a-rea di flogosi, il rilascio di proteasi e dei radicali liberi dell’ossigeno (ROS) con un tentativo di riparazione disor-ganizzato del danno della matrice extracellulare (ECM), con danno delle cellule endoteliali ed epiteliali che peg-giora il quadro di insufficienza venosa cronica severa, con

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progressione della malattia fino alla possibile formazione di ulcere, precedute dal peggioramento dell’edema e del-la produzione dell’essudato dalla lesione cutanea. La trombosi micro-circolatoria e la necrosi cellulare che sono alla base della formazione delle ulcere è pertanto un fenomeno complesso che prende origine dalla patologia di base (MVC), aggravata dalle copatologie e sostenuto da una serie di eventi ultramolecolari, ultrastrutturali e cel-lulari che alterano l’equlibrio omeostatico tra ECM - Cel-lula - Endotelio, per la presenza di edema infiammatorio.A livello cutaneo si osservano:• Aumentata presenza di stato di acidosi tissutale per de-

posito di H+ nella ECM con attività proteasica MMP, in particolare MMP2, con riduzione dell’inibitore tissutale delle MMP (TIMP)-2 e della Serina proteinasi (elastasi) per la degradazione della fibronectina e della ECM.

• Aumentata permeabilità microvasale con produzione di NO ed espressione di molecole di adesione che de-terminano allungamento e tortuosità dei capillari nelle manifestazioni dermatologiche delle lesioni cutanee vascolari, con proliferazione endoteliale negli stadi più avanzati.

• Aumento del TGF-beta 1 come risposta nel tentativo riparativo, che stimola sintesi di collagene da parte dei fibroblasti in modo inappropriato per la flogosi cro-nica fino alla fibrosi.

Razionale dell’utilizzo di un nutraceutico nel protocollo AIMEDIl protocollo operativo AIMED, elaborato dal CMR e appli-cato nel trattamento delle LCC vascolari, prevede tre step importanti, che in circolarità assicurano il rispetto delle fasi di cura. Il primo step riguarda la fase di cleansing e

di detersione profonda della lesione al fine di rimuovere i tessuti non vitali e i detriti cellulari, nel tentativo di contrastare le infezioni che possono complicare le LCC. Il secondo step del protocollo riguarda la fase della riat-tivazione dei processi di rigenerazione cellulare, che può essere attivata con una azione sulle popolazioni cellulari coinvolte, sia con terapie cellulari che con terapie biofisi-che. Il terzo step, il più importante per la strategia della guarigione delle lesioni, riguarda la possibilità di agire sui fenomeni infiammatori che impediscono la risposta ripa-ratoria e la guarigione della lesione cutanea (Figura 1).Un approccio innovativo e sistemico nel trattamento delle LCC di origine vascolare consiste nell’utilizzo di un nutra-ceutico classificabile come antiedemigeno ad azione pro-teolitica e fibrinolitica con efficacia antiflogistica a base di Serratio peptidase (100 mg/cpr pari a 120.000 UI/g), bromelina (100 mg/cpr), escina (30 mg/cpr), e selenio (41,5 mcg/cpr), che riduce l’edema attraverso quattro principali meccanismi:

• Riattivazione del drenaggio linfatico dell’essudato pro-teico, grazie alla sua azione proteolitica e fibrinolitica

• Riduzione della permeabilità capillare grazie, all’azio-ne antiedemigena.

• Riduzione dell’infiammazione vasale e tissutale, attra-verso il rilascio di prostaglandine antiinfiammatorie e l’inibizione della migrazione leucocitaria.

• Efficacia del trattamento antibiotico, grazie al miglio-ramento del drenaggio del focolaio flogistico che per-mette all’antibiotico di penetrare, con documentata azione della Serratio peptidase sul biofilm batterico.

Questi meccanismi agiscono sui tre compartimenti coin-volti dalla formazione dell’edema: capillari, tessuto inter-stiziale e sistema linfatico.

AIMEDAnti Inflammatory Regenerative Medicine

Operating protocol of chronic wound management

wound bed preparation cleansing

control and pH balance

infection control

Cell therapies

BIOPHYSICAL THERAPIES

PRP LIPOGEMS

YALURONIC A.

ACCELERATION OF PROCESS

REGENERATIVE ACTION

ANTI INFLAMMATORY

TOPICAL THERAPY

SYSTEMIC THERAPY

LOW DOSE THERAPYPBM

POLARIZED LIGHT

BIOPTRON

LED LUMIHEAL

MAGNETIC FIELDS PEMFS

POSTUROLOGIC PREVENTION

NUTRACEUTICAL THERAPY

ADVANCED DRESSING

Figura 1. Protocollo operativo AIMED per il trattamento delle ferite croniche.

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In particolare, la Serratio peptidase vanta una concen-trazione di 120.000 UI/g. Grazie alla sua potente attività proteolitica e fibrinolitica, la Serratio peptidase provoca la lisi degli essudati fibrinosi e dei substrati proteici pre-senti a livello del tessuto interstiziale, facilitando il rias-sorbimento degli edemi, ematomi traumatici e trombi. La Serratio peptidase svolge inoltre un’azione antiinfiamma-toria mediata dall’attività antibradichininica.La bromelina (100 mg/cpr), in sinergia con la Serratio peptidase, svolge un’azione proteolitica e fibrinolitica utile a drenare l’edema verso il sistema linfatico. L’at-tività antiinfiammatoria e antiedemigena sono esercita-te mediante inibizione della sintesi di alcune sostanze pro-infiammatorie come prostaglandina E2 (PGE2), bradi-chinina, serotonina (responsabili di vasodilatazione e au-mento della permeabilità dei capillari) e trombossano (re-sponsabile dell’aggregazione piastrinica). Il risultato è la riduzione dello stimolo flogogeno, dell’aggregazione pia-strinica e della vasodilatazione. L’azione della bromelina, pertanto, è duplice: previene la formazione dell’edema, riducendo e ristabilendo la permeabilità vasale attraverso una riduzione della flogosi, e al contempo riattiva il dre-naggio linfatico grazie all’attività proteolitica, favorendo il riassorbimento dell’edema. L’escina (30 mg/cpr), nota per la sua azione antiedemige-na, agisce con meccanismo antiinfiammatorio e rafforza la parete dei capillari, riducendo il numero di pori dell’en-dotelio vasale. ll selenio (41,5 mcg/cpr) svolge azione tro-fica a livello tissutale ed endoteliale, e protegge dai danni indotti dai radicali liberi (Tabella 1).

Materiali e metodi L’esperienza clinica presso il CMR di Humanitas Mater Domini e la casistica relativa ai pazienti con LCC si svolge dal luglio 2015 con arruolamento di 714 pazienti (286 uomini e 428 donne) ed un numero complessivo di 1.698 prestazioni (854 uomini e 844 donne). Il protocollo ope-

rativo AIMED è stato applicato sull’80% dei pazienti ed in 300 pazienti è stata adottata la terapia sistemica con l’integratore in oggetto (Tabella 2).L’arruolamento dei pazienti presso il CMR avviene sia at-traverso triage diretto all’AMR per i pazienti del territorio sia attraverso il P.S. di Humanitas Mater Domini, presso cui alcuni pazienti si recano per condizioni morbose com-plicate con LCC di varia eziologia. Il protocollo operativo di dimissione dal P.S., per questi pazienti prevede l’indi-rizzo del paziente all’AMR e l’adozione di una terapia me-dica con antibiotici a largo spettro nei casi più complicati e con il nutraceutico oggetto dello studio al dosaggio di 1 cpr x 2 volte al giorno per 20 giorni, nella prima fase e in attesa della visita specialistica presso l’AMR.Dopo il triage ambulatoriale, il paziente viene inquadra-to dal punto di vista sintomatologico (dolore), dal punto di vista delle caratteristiche della lesione e dal punto di vista diagnostico, al fine della prescrizione di un piano terapeutico appropriato.

Tabella 1. Azione dei componenti del nutraceutico utilizzato nello studio

BROMELINA SERRATIO PEPTIDASE• Inibizione sintesi PGE2, bradichinina, serotonina• Aumento sintesi PG antiinfiammatorie• Azione proteolitica

• Azione antibradichinina• Attività proteolitica e fibrinolitica

1. Lisi di essudati fibrinosi e glicocalice2. Riassorbimento di stravasi ematici3. Migliorata circolazione nel focolaio infiammatorio4. Facilitazione dell’azione antibiotica5. Eradicazione del biofilm batterico6. Debridement enzimatico

ESCINA SELENIO

• Aumento della resistenza capillare• Riduzione della permeabilità

1. Azione antiinfiammatoria2. Azione antiedemigena3. Azione venotonica

• Riduzione elastasi e ialuronidasi

• Azione anti-ROS• Azione trofica endoteliale

Tabella 2. Lesioni vascolari dei pazienti arruolati nello studio

Pazienti arruolati 300 (D 194, U 106)

Lesioni vascolari venose

75% totale 225 pazienti

(D 163, U 62)

Lesioni vascolari arteriose

10% totale 30 pazienti

(D 11, U 19)

Lesioni vascolari miste

5% totale 15 pazienti

(D 8, U 7)

Lesioni vascolari diabetiche

10% totale 30 pazienti

(D 12, U 18)

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Il paziente viene dimesso dall’Ambulatorio e indirizzato al-le medicazioni e controlli ambulatoriali, oppure al territorio attraverso le ADI che collaborano con il CMR, con la pre-scrizione di terapia sistemica con il nutraceutico oggetto dello studio. Il protocollo di osservazione del paziente con LCC pre-vede il controllo clinico e la medicazione due volte alla settimana o, nei casi seguiti da ADI tre volte alla setti-mana, una volta ogni due settimane; con la possibilità di controllare i parametri di studio della lesione che sono adottati per la scala di valutazione (Tabella 3). Per una migliore gestione delle medicazioni impiegate, il CMR ha adottato uno score numerico che va da 1 (medi-cazione semplice) a 5 (medicazione complessa che pre-vede applicazioni di più prodotti o Terapia a Pressione Negativa, [NPWT]), per dettagliare anche le risorse eco-nomiche impiegate per la gestione della lesione e del pa-ziente (Tabella 4). Sono stati arruolati 300 pazienti che presentavano lesioni vascolari croniche a carico degli arti inferiori con una estrema variabilità dei quadri clinici in relazione al range di età (42-94 anni) ed in relazione alla

Tabella 4. Fattori di valutazione farmacoeconomica del processo di medicazione

Fattore 1 Medicazione semplice con bendaggio

Fattore 2 Medicazione complessa con gestione dell’essudato e utilizzo di medicazione avanzata assorbente con bendaggio

Fattore 3 Medicazione complessa con gestione dell’essudato, debridement meccanico e stimolazione della granulazione, con bendaggio e accertamenti diagnostici strumentali

Fattore 4 Medicazione complessa come il fattore 3 con utilizzo di terapie biofisiche

Fattore 5 Medicazione complessa come il fattore 4 con adozione di terapie biofisiche e utilizzo di dispositivi invasivi per la gestione della fase infiammatoria, essudativa e rigenerativa

Tabella 3. Parametri di valutazione dello studio

• Flogosi della cute perilesionale

• Edema dei tessuti molli

• Presenza di biofilm

• Presenza di essudato

• Presenza di infezioni (tampone e biopsia)

• Dolore

• Impotenza funzionale

• Utilizzo di antibiotici

• Giornate lavorative perse

• Medicazioni impiegate

La terapia antibiotica è stata adottata nelle lesioni non responder sospette di infezioni sempre dopo tampone e biopsia con antibiogramma e in questi casi i germi isola-ti sono stati lo Staphylococcus aureus ed epidermidis, il Proteus, l’Escherichia coli, lo Pseudomonas.

RisultatiLa misurazione dei parametri di valutazione dell’efficacia dell’approccio terapeutico sistemico con un nutraceutico a base di Serratio peptidase, bromelina, escina e selenio, associato alla terapia integrata del paziente con LCC degli arti inferiori di origine vascolare, ha permesso di ottenere dei risultati interessanti per le valutazioni successive. I pazienti che presentavano una flogosi della cute perile-sionale (n=255, 85%) ed edema perilesionale o declive dei tessuti molli (n=225, 75%) hanno tratto beneficio dalle due settimane di terapia con il nutraceutico ad azio-ne antiinfiammatoria ed antiedemigena. In particolare, è stata ottenuta la risoluzione di flogosi ed edema nel 100% dei casi, con una riduzione dei sintomi correlati. Il dolore (n=294, 98%) a T1 è risultato ridotto nel 50% dei casi, e a T2 nel 60% dei casi; a T2, l’essudato si è ridotto nell’80% dei casi (168 su 210 pazienti), e l’impotenza funzionale è regredita nell’85% dei casi.L’endpoint primario (riduzione del 50% delle dimensio-ni della lesione) è stato raggiunto nel 62% dei pazienti mentre, a 6 mesi, la lesione è risultata completamente guarita nel 38% dei casi.L’altro dato interessante è stata la riduzione della terapia antibiotica somministrata ai pazienti con LCC, infette o potenzialmente infette, sia su base clinica sia, nei ca-si complicati, dopo esame colturale ed antibiogramma; in questi pazienti (n=105, 35% a T2) l’uso di antibioti-ci è risultato ridotto nel 90% dei casi. Questo dato, se associato indirettamente alla riduzione delle giornate di invalidità o di riposo domiciliare per malattia e/o medica-zione e alla riduzione del Fattore di Medicazione da 5 a 3, consente anche una proiezione dei vantaggi sui costi ospedalieri di gestione del paziente con LCC vascolari e dei costi ambulatoriali e sociali sostenuti dalle AST di riferimento del paziente.

causa e alle comorbilità. Al basale (T0), i pazienti sono stati sottoposti a visita medica e a valutazione del quadro clinico per la ricerca di co-patologie, valutazione della postura, della capacità di movimento, dello stato nutrizio-nale e della compliance alla terapia proposta.Ai pazienti sono stati spiegati il protocollo operativo AI-MED e gli obiettivi dell’approccio terapeutico, accettati con consenso informato. L’endpoint primario è stato rap-presentato dalla riduzione del 50% della lesione a 3 mesi dal trattamento, l’endpoint secondario dalla percentuale di guarigione delle lesioni a 6 mesi. Al paziente, rapidamente inquadrato clinicamente e in-stradato verso la fase diagnostica e la fase terapeutica, nel rispetto delle linee guida per le medicazioni adottate, è stato prescritto il nutraceutico oggetto dello studio al-la posologia di 2 cpr al giorno per 20 giorni. Il ciclo di prescrizione è stato ripetuto nelle settimane successive, vista la compliance del paziente e l’assenza di effetti col-laterali registrata (0%).

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Periodico Anno XXI, Vol. 19, Numero 2/2017 - Direttore Responsabile Francesco Falcone - Direttore Scientifico Carlo Giurbino - Aut. Trib. SA n. 1012 del 07/02/1998Copyright© 2017 Momento Medico S.r.l. - Via Terre Risaie, 13 - Zona Ind.le - 84131 Salerno - Tel. 089.3055511 (r.a.) - Fax 089.302450 - E-mail: [email protected] 17A80364-05/17Tutti i diritti di traduzione, riproduzione, adattamento parziale o totale con qualsiasi mezzo (compresi microfilms, copie fotostatiche o xerografiche) sono riservati alla Momento MedicoCoordinamento Editoriale a cura del Dipartimento Medico - Grafica, Impaginazione, Fotocomposizione, Edizione, Stampa e Allestimento Momento Medico

Discussione e conclusioni Il CMR, con l’adozione del protocollo operativo AIMED, ha introdotto una novità importante nella gestione, assisten-za e cura delle persone affette da LCC di varia eziopato-genesi, che riguarda la centralità della terapia antiinfiam-matoria a lungo termine per i pazienti con un processo infiammatorio cronico che sostiene il non healing delle lesioni ulcerative e che, al contempo, può essere causa di copatologie importanti per il paziente stesso. Le terapie con i FANS possono essere utilizzate nel breve periodo (massimo 10 giorni), per cui ci si ritrova di fronte alla necessità di trovare valide alternative. Oggi la terapia a lungo termine con il nutraceutico ad azione antiedemi-gena e antiinfiammatoria apre una nuova possibilità di contrasto al fenomeno causale delle lesioni cutanee non responders e l’adozione di un protocollo che associ all’u-tilizzo del nutraceutico, oggetto dello studio, la terapia con le citochine a basso dosaggio (la Low Dose Medicine) per il contrasto delle citochine proinfiammatorie e per la stimolazione delle citochine antiinfiammatorie oltrechè le popolazioni cellulari coinvolte nel wound healing è una possibilità terapeutica di rilievo.

L’azione antiedemigema a livello dell’endotelio dei vasi pe-rilesionali, e non solo, permette un ripristino della perme-abilità capillare, con il blocco della migrazione di cellule infiammatorie (monociti) e la riduzione della produzione di PGE2 e una migliore funzione del drenaggio della ECM per ripristinare la migliore comunicazione tra endotelio – ma-trice – cellula alterata dalla flogosi cronica. A questa azione di miglioramento della microcircolazione a livello della lesione e del tessuto perilesionale si somma l’azione della Serratio peptidase che, attraverso la fibrinoli-si e la sua azione litica sul glicocalice del biofilm, permet-te una migliore risposta all’azione topica del debridement enzimatico e meccanico, associato ad una precedente ed efficace detersione profonda ed una migliore risposta alla terapia antibiotica, quando prescritta. Infine, le componenti del nutraceutico consentono di di-sporre di una sinergia importante ed efficace per contra-stare sostanze prodotte nella fase infiammatoria (PGE2, bradichinina…), assicurano una risposta antiinfiammatoria a vario livello (dall’ambiente microcircolatorio al tessuto perilesionale), ed innescano una risposta riparativa che viene poi mantenuta e stimolata dalle altre terapie che so-no patrimonio del protocollo operativo AIMED.

Page 8: Le lesioni cutanee vascolari - AMbeR · di una lesione vascolare di varia eziopatogenesi (venosa, arteriosa, mista) varia da 24 mesi nel 20% dei casi fino a 60 mesi nell’8-10% dei

20 compresse

A BASE DI:

Serratio peptidase 12.000 UI 100 mg Bromelina 100 mg enzimi proteolitici

Ananas e.s. 50 mg drenante

Escina 30 mg

Selenio 41,5 mcg antiossidante

MODALITÀ D’USO:

1 compressa 2 volte al giorno

Cod

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