le basi della storia n. 1

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Le Basi Della Storia n. 1

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Indice: Indice: Indice: Indice:

Le basi della storia: le società

preindustriali

MODULO 1: IL VICINO ORIENTE ANTICO E LE PRIME CIVILTA’

unita’ – 1 : dalla preistoria alla storia pag. 3

unita’ – 2 : le prime grandi civilta’ pag. 6

MODULO 2: IL MEDITERRANEO E LA CIVILTA’ GRECO – ROMANA

unita’ – 3 : il mediterraneo antico e la civilta’ greca pag. 9

unita’ – 4 : l’ascesa di roma pag. 14

unita’ – 5: l’impero romano e l’unificazione del mediterraneo pag. 18

MODULO 3: L’EUROPA MEDIEVALE

unita’ – 6: il mediterraneo diviso e la nascita dell’europa pag. 21

unita’ – 7: la societa’ feudale pag. 24

MODULO 4: L’ETA’ MODERNA

unita’ – 8: dalla fine del medioevo all’eta’ moderna pag. 27

unita’ – 9: le grandi novita’ dell’eta’ moderna pag. 31

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MODULO 1:IL VICINO ORIENTE ANTICO E LE PRIME CIVILTA’

UNITA’ – 1 : DALLA PREISTORIA ALLA STORIA 1. Gli inizi della vita sulla Terra e la comparsa dell'uomo

Circa 20 miliardi di anni fa, una gigantesca esplosione diede origine alle galassie, con le stelle, i pianeti e la nostra piccola Terra. Le prime tracce di microrganismi vegetali e di batteri risalgono a tre miliardi e mezzo di anni fa; in seguito comparvero pesci, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi e, infine, l'uomo. Attraverso un processo di SELEZIONE NATURALE, sopravvissero le specie animali e vegetali che meglio si adattavano all'ambiente, mentre quelle più deboli si estinsero. Cinque milioni di anni fa, in Africa, comparvero gli OMINIDI. Con questo termine gli specialisti chiamano quei mammiferi particolarmente evoluti che rappresentano i più remoti antenati dell'essere umano.

Gli ominidi si dimostrarono la specie più attrezzata per sostenere la sfida di un

ambiente in profonda trasformazione, nel quale le foreste pluviali lasciavano sempre più spazio alla savana. Essi, infatti, col tempo acquisirono due capacità fondamentali: STARE IN POSIZIONE ERETTA e CAMMINARE SUI DUE ARTI POSTERIORI.

In tal modo si differenziarono da altri mammiferi con caratteristiche simili - le scimmie antropomorfe (orango, scimpanzè, gorilla, gibbone) - e migliorarono il loro rapporto con l'ambiente: grazie alla posizione eretta furono in grado di osservare ed esplorare meglio il territorio e, attraverso l'uso degli arti anteriori (finalmente "liberati" dal compito di camminare), poterono afferrare e manipolare gli oggetti. La comparsa dell'HOMO HABILIS, la prima creatura in grado di fabbricare i propri strumenti, segnò il passaggio dagli ominidi all'uomo.

2. Paleolitico e le società di caccia e di raccolta

IL PALEOLIT1CO, l'età "della pietra antica", è il primo periodo della preistoria;

Posizione eretta

Deambulazione sugli arti inferiori

Controllo dell’ambiente

Liberazione degli arti inferiori

OMINIDI

Manipolazione degli oggetti

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comincia quando I'Homo habilis costruisce i primi strumenti lavorando la pietra e termina verso il 10.000 a.C. All' Homo habilis fecero seguito altre specie umane: l'Homo erectus viveva di caccia, uccidendo grossi animali con battute condotte in gruppo, mentre donne e bambini raccoglievano ciò che la terra offriva. I’Homo sapiens, le cui caratteristiche erano simili a quelle dell'uomo modemo, era in grado di progettare le forme degli oggetti che voleva fabbricare.

HOMO SAPIENS SAPIENS, la specie alla quale anche noi apparteniamo, apparve

circa 40.000 anni fa. Egli inventò l'arco e imparò a servirsi con regolarità del fuoco, praticava il culto dei morti (fenomeno che dimostra la maturazione di una sia pur primordiale spiritualità) e dipingeva sulle pareti delle grotte.

Rispetto alle altre specie di homo, alcune delle quali convissero con lui per migliaia di anni, era molto più attrezzato per rispondere alle sfide dell'ambiente: aveva un CERVELLO MOLTO PIÙ SVILUPPATO, che lo metteva in grado di lavorare la pietra e di costruire manufatti sofisticati, di elaborare un linguaggio complesso e di porsi domande sulla vita e la morte e sul senso della propria esistenza. Insomma, l' Homo sapiens sapiens sperimentò una prima forma di vita spirituale e religiosa, di cui troviamo splendide testimonianze nelle antiche TOMBE e nelle PITTURE RUPESTRI, che rappresentano per lo più scene di caccia.

3. Neolitico: rivoluzione agricola e nascita dei villaggi

Nel NEOLITICO, l'età "della pietra nuova", in seguito a grandi mutamenti climatici gli uomini cambiarono gradualmente sistema di vita: da cacciatori e raccoglitori divennero ALLEVATORI e AGRICOLTORI, da nomadi divennero SEDENTARI.

L’invenzione dell'AGRICOLTURA segnò una tappa fondamentale nella storia

Raccoglitori

Agricoltori Allevatori

Cacciatori

SEDENTARI

NOMADI

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dell'umanità. Gli uomini iniziarono a trasformare l'ambiente e a costruire nuovi strumenti: furono così inventati le zappe, gli aratri, le macine, i recipienti in ceramica. Addomesticando gli animali che cacciavano, gli uomini si trasformarono in allevatori; la pratica dell'ALLEVAMENTO consentì una costante riserva di cibo e ridusse i rischi detta caccia.

Da nomadi gli uomini divennero sedentari, perchè era necessario vivere

stabilmente vicino ai terreni coltivati. Si trattò di una trasformazione di straordinaria importanza, che cambiò profondamente lo stile di vita e le abitudini dette comunità umane. Nacquero infatti i primi VlLLAGGl, nuclei stabili costituiti inizialmente da poche capanne in cui vivevano piccoli gruppi umani.

4. Dalla preistoria alla storia: città e scrittura

Dove l'agricoltura era più sviluppata, come nel Vicino Oriente antico; nell'area chiamata "Mezzaluna fertile", nacquero le prime CITTÀ: il villaggio, infatti, non poteva far fronte atta complessità dette operazioni connesse atta vita dei campi, al mantenimento dette grandi opere idrauliche e l’aumento degli scambi Commerciali. La città aveva funzioni nuove rispetto al villaggio. Era il luogo detta PRODUZIONE artigianale e del MERCATO, dove si scambiavano merci, metalli e alimenti, e divenne la SEDE DEL POTERE politico e religioso.

Con la città nacque anche la SCRITTURA, che inizialmente derivò dalla necessità pratica di tenere un controllo preciso detta quantità di merci prodotte, scambiate e immagazzinate. La scrittura rappresentò un passaggio fondamentale netto sviluppo dette civiltà antiche perchè non solo consentì di svolgere più razionalmente una grande quantità di attività pratiche, ma permise anche di esprimere ! e tramandare i pensieri e le idee.

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UNITA’ – 2 : LE PRIME GRANDI CIVILTA’ 5. La Mesopotamia, terra tra i due fiumi.

La CIVlLTÀ SUMERICA fu la prima civiltà mesopotamica. Verso il3500 a.C. i sumeri si stanziarono lungo il corso dei fiumi Tigri ed Eufrate e svilupparono una AGRICOLTURA IRR1GUA molto produttiva.

Vennero fondate molte ClVILÀ AUTONOME una dall'altra, ognuna protetta da

una divinità. I sumeri adoravano divinità antropomorfe che erano personificazioni delle forze della natura. Il centro amministrativo ed economico era il tempio, la ZIQQURAT da dove il ree i sacerdoti controllavano il territorio e tutte le attività.

Si sviluppò anche il COMMERCIO, perchè le eccedenze alimentari venivano

scambiate con metalli e legname provenienti da altre regioni. Il commercio favorì a sua volta le attività artigianali.

Verso la fine del III millennio le regioni mesopotamiche vennero sconvolte dalle

ripetute invasioni di popolazioni NOMADI. Gli ACCAD1, provenienti dai deserti dell'Arabia e della Siria, sostituirono al sistema sumerico delle città-stato un IMPERO UNITARIO, basato sull'uso della forza e dello sfruttamento, che però crollò rapidamente.

BABILONIA, la città che attorno al 1700 a.C. divenne centro di un vasto e

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fiorente regno guidato da HAMMU- RABI, donò nuovo splendore alle regioni mesopotamiche. Il sovrano Hammurabi si distinse nell'opera di costruzione dello stato, rafforzando la sua organizzazione politica ed economica; egli viene inoltre ricordato per il fumoso codice, primo tentativo di raccogliere in un testo scritto le leggi dello stato.

6. L'Egitto, una grande civiltà fluviale

La civiltà egizia si sviluppò attorno al 3000 a.C. lungo la valle del NILO, stretta fascia di terra resa fertile dalle sostanze lasciate sul terreno durante le piene del fiume. Attorno si estende il deserto che, per circa 2000 anni, isolò e protesse la civiltà egizia. Alla costituzione di uno STATO UNITARIO si arrivò intorno al 2700 a.C. L’unificazione politica del paese, prima diviso in Alto e Basso Egitto, segnò l'inizio della lunga storia di questa civiltà, durata fin verso il 1100 a.C. quando il regno egizio, dopo aver respinto le invasioni degli hiksos e degli ittiti, entrò in una fase di inesorabile declino.

Anche gli ITTITI, nomadi di origine indoeuropea giunti nel Vicino Oriente

verso il 2000 a.C., dopo aver creato un vasto impero furono travolti verso il 1200 a.C. dai "popoli del mare".

La società egizia era divisa in classi molto differenziate. Al vertice stava il

sovrano, il FARAONE, che deteneva un, potere assoluto ed era ritenuto l'incarnazione della divinità. Potenti e privilegiati erano poi i nobili, i sacerdoti, gli amministratori dello stato egli SCRIBI, custodi del segreto della scrittura .

La religione egizia era politeista, ammetteva cioè il culto di molti dèi, rappresentati

con tratti umani e animali. Alcuni di essi, come il dio-Sole, erano personifìcozioni di fenomeni naturali. La fede nella vita ultraterrena era l'aspetto più originale della religione egizia. A essa erano collegati il culto dei morti e la mummifìcazione dei

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defunti. Le tombe erano considerate le dimore dei defunti; per testimoniare la grandezza del faraone anche dopo la morte, furono costruite monumentali piramidi, che dimostrano una grande abilità nelle tecniche ingegneristiche di costruzione.

Gli egizi raggiunsero importanti risultati culturali nel- lo matematica, nella

geometria e nella medicina. Grande diffusione ebbe la scrittura geroglifìca, che fu decifrata nell'Ottocento.

7. Nuove civiltà in Mesopotamio: assiri e neobabilonesi

Un periodo di grandi sconvolgi menti seguì alle invasioni dei "popoli del mare" che, a partire dal 1200 a.C., si abbatterono sul Vicino Oriente, sconvolgendo l'organizzazione politica e territoriale degli antichi imperi. Tra il 1200 e il 700 a.C., la diffusione della lavorazione del FERRO fu all'origine di una nuova rivoluzione. Come sempre, le innovazioni tecnologiche provocarono anche trasformazioni sociali.

I territori del Vicino Oriente furono unificati per la prima volta nell'IMPERO

ASSIRO, un vasto territorio governato con la forza attraverso un potente esercito. Per un periodo assai breve si affermò l' IMPERO NEOBABILONESE, ma nel 539 a.C. esso fu travolto dalla nascente potenza persiana.

8. Ebrei e fenici

Il popolo ebraico rivestì un ruolo di grande importanza nella storia e nella cultura dell'uomo. Di origine seminomade, esso si distingueva da tutti gli altri popoli perché era MONOTEISTA, adorava cioè un solo Dio.

La religione ebraica si basa su una raccolta di testi sacri, la BIBBIA, che secondo lo tradizione furono ispirati dal- la divinità. Nella Bibbia si trovano anche informazioni sulle vicende storiche del popolo ebraico che, originario della bassa Mesopotamia, fondò poi in Palestina il regno di Israele. Il regno di Israele venne conquistato ripetutamente da altri popoli: la capitale Gerusalemme venne distrutta dai babilonesi nel VI secolo a.C. Per molti secoli la Palestina rimase provincia dei vari imperi che si susseguirono nel tempo.

I fenici non fondarono uno stato unitario ma diedero vita a una serie di CITTÀ

AUTONOME e indipendenti che si consolidarono attorno al 1200 a.C. Le più importanti furono Biblo, Berito, Sidone e Tiro.

Grandi NAVIGATORI, i fenici fondarono molte colonie e organizzarono nel Mediterraneo una vasta attività commerciale; compirono inoltre avventurosi viaggi di esplorazione, tra cui la circumnavigazione dell'Africa. I fenici inventarono l'ALFABETO, un sistema di scrittura molto più semplice di quello dei sumeri o degli egizi, costituito da lettere a cui corrisponde un unico suono. Essi lo elaborarono partendo dalla necessità pratica di organizzare le loro attività commerciali.

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MODULO 2: IL MEDITERRANEO E LA CIVILTA’ GRECO – ROMANA

UNITA’ – 3 : IL MEDITERRANEO ANTICO E LA CIVILTA’

GRECA

9. Minoici e micenei

La CIVILTÀ CRETESE o minoica fiorì nell'isola di Creta intorno al 2000 a.C.: essa sviluppò un'economia basata soprattutto sui commerci di olio, vino, ceramica e lana. Con la loro potente flotta i crete si dominarono i commerci del Mediterraneo orientale per circa cinque secoli. Caratteristiche erano le CITÀ-PALAZZO che erano residenze di re aristocratici, avevano funzione di tempio ed erano sede di magazzini, laboratori artigianali, archivi per catalogare le merci.

Intomo al 1600 a.C la città di MICENE, nel Peloponneso, divenne il centro della

civiltà achea. I micenei erano un popolo di guerrieri ed esperti navigatori; diversamente da quella cretese, la loro società era divisa in classi. I micenei è stesero il loro dominio sul mar Egeo e Fondarono colonie in vari punti del Mediterraneo.

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10. La polis greca

Alla fine dei "secoli bui" , cioè del lungo periodo (X1l-V111 secolo a.C ) durante il quale scomparvero le testimonianze scritte della civiltà egea, la Grecia risultava divisa in molte città-stato, le POLIS: ciascuna con i propri cittadini, le proprie leggi e il proprio territorio.

La polis comprendeva la campagna e il nucleo urbano, diviso in due parti.

Una parte alta (detta ACROPOLI ), sede del governo, e una parte bassa (l'AGORÀ) dove si commerciava e si teneva l'assemblea cittadina.

Era un CITTADINO della polis solo chi possedeva un lotto di terra. I cittadini potevano partecipare alla vita politica, ricoprire cariche pubbliche e partecipare all'assemblea popolare" Ne erano invece esclusi gli stranieri (detti "metici"), le donne e gli schiavi.

Tra l'VIII e il VI secolo i greci fondarono COLONIE nell'Italia meridionale, in

Francia e Spagna. Alla base della colonizzazione greca del Mediterraneo c'era la pressione demogralìca: l'aumento della popolazione in un territorio povero di risorse impose lo migrazione di parte dei residenti verso nuove terre da colonizzare. Le colonie erano città autonome, ma conservavano rapporti molto stretti con la città d'origine, di cui spesso riproducevano gli ordinamenti politici.

Nelle città greche, con l'aumentare delle dimensioni e l'intensificarsi delle attività

produttive e commerciali, si aprirono forti conflitti sociali fra l'ARISTOCRAZIA, me deteneva tutto il potere, e il POPOlO ( demos) me voleva partecipare alla guida politica della città. Per risolvere questi conflitti, spesso" sanguinosi, molte polis si diedero LEGGI SCRITTE.

Ad Atene il legislatore SOLONE abolì la schiavitù per debiti e permise a tutti i

cittadini di partecipare all'assemblea popolare. Solone, inoltre, divise la popolazione ateniese in quattro classi, non più in base alla nascita ma in base alla maggiore o minore ricchezza.

Le leggi scritte non risolsero in modo definitivo i conflitti sociali.

Approfittando di questi contrasti, in molte città greche il potere fu preso con la

CITTA’PALAZZO

Centro produttivo

Archivio Magazzino Tempio religioso

Residenza reale

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forza dai TIRANNI che emanarono provvedimenti a favore dei ceti popolari, limitando così i privilegi dei ricchi e indebolendo l'aristocrazia.

10. Atene e Sporta

Le due più importanti città greche avevano sistemi politici opposti: ad Atene si era affermata la DEMOCRAZIA, me vuol dire "governo del popolo"; a Sparta vigeva invece l'OLIGARCHIA, o "governo di pochi".

Ad ATENE, dopo un periodo di tirannide, CLISTENE realizzò importanti riforme.

La popolazione dell'Attica fu divisa in dieci tribù, che comprendevano cittadini di tutti gli strati sociali e che, eleggevano la bulè, cioè l'organo di governo della città.

A SPARTA governava un gruppo di famiglie aristocratiche, gli SPARTIATI, discendenti dei dori, gli antichi conquistatori del territorio della città. Queste famiglie detenevano tutto il potere; il Consiglio degli anziani prendeva le decisioni fondamentali per la vita della città.

12. Impero persiano e poleis greche

I PERSIANI, una popolazione indoeuropea che viveva sull'altopiano iranico, costruirono con successive operazioni di conquista l'impero più vasto allora conosciuto. Punti di forza del governo persiano furono la tolleranza nei confronti delle tradizioni delle popolazioni locali e la suddivisione del vasto impero in province, affidate a funzionari nominati dallo stesso "gran re".

Lo sforzo espansionistico di Dario verso ovest arrivò a costituire una diretta minaccia per le città greche. La ribellione delle città greche dell' Asia Minore fu soffocata da Ciro il Grande. Nel conflitto che seguì, e che vide Atene e Sparta alleate contro il nemico persiano, Atene , riportò una prima vittoria a Maratona e poi inflisse una nuova schiacciante sconfitta ai persiani a Salamina.

Il prestigio derivato ad Atene dalla vittoria sui persiani facilitò il consolidarsi della

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SUPREMAZIA ATENIESE su gran parte della Grecia. Come città-guida della Lega di Delo, Atene pose le città che si erano alleate per la difesa dai persiani in una condizione di sudditanza.

Le due grandi poleis Atene e Sparta si spartirono il controllo della Grecia, ma ciò non fu sufficiente a evitare lo scontro diretto fra le due città, che sfociò in una lunga guerra nota come GUERRA DELPELOPONNESO - conclusasi con l'annientamento della flotta ateniese e la vittoria di Sparta. Neppure Sparta riuscì però e a mantenere l'egemonia sulla Grecia, che venne temporaneamente conquistata da Tebe fino all'affermarsi di una nuova potenza: il regno di MACEDONIA.

13. Il dominio macedone e l'impero di Alessandro

La Macedonia, rimasta a lungo in una situazione di isolamento, diede inizio con Filippo II a un PROGETTO DI ESPANSIONE. Grazie a un'efficace riorganizzazione dell'esercito, Filippo ebbe la meglio sulle "poleis" alleate per salvaguardare la propria indipendenza e sottomise la Grecia.

Alessandro realizzò il sogno di suo padre Filippo di estendere il dominio

macedone all'impero persiano e diede a questa impresa una connotazione non soltanto militare, ma anche culturale. L’ampiezza dei territori conquistati portò Alessandro a vagheggiare l'idea di un IMPERO UN1VERSALE, che unisse tutto il mondo allora conosciuto sotto un unico scettro. Come erede della monarchia persiana Alessandro si fece venerare come un dio.

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14. La cultura nel mondo greco ed ellenistico

Dopo la morte di Alessandro l'immenso territorio che costituiva il suo impero si disgregò in regni autonomi. Questi REGNI, chiamati "ELLENISTICI", furono governati da re me avevano un potere assoluto e si facevano venerare come una divinità; la classe dirigente era costituita dall'aristocrazia greco-macedone.

L’età ellenistica fu un periodo di grande sviluppo economico e commerciale,

durante il quale aumentò la circolazione della moneta e crebbero le fortune di banchieri e mercanti. Uno dei traffici principali fu quello degli schiavi. "merce" assai richiesta per il lavoro sia nei campi sia, nelle botteghe artigianali.

Dal punto di vista culturale, l'epoca ellenistica fu straordinariamente ricca e segnò

il passaggio della cultura greca da una dimensione regionale (quella circoscritta al Peloponneso) a una dimensione internazionale (non solo il bacino mediterraneo, già fortemente grecizzato, ma gli immensi territori continentali posti tra Occidente e Oriente, sui cui brillerà l'astro dell'impero bizantino).

Lingua, cultura, religione e tradizioni furono gli elementi che unificarono il mondo greco, facendone una CIVILTÀ OMOGENEA nonostante la frammentazione politica che caratterizzava in origine le città-stato. L’educazione, per esempio, era concepita in tutta la Grecia con lo scopo di preparare i giovani uomini al futuro mestiere di cittadini; il tipo di formazione, però, variava molto a seconda delle poleis. Il teatro ebbe una grande importanza educativa nel mondo greco ed era frequentato non solo dall'aristocrazia, ma anche dal popolo. Le rappresentazioni teatrali - commedie e tragedie - mettevano in scena storie di dèi, eroi e uomini. La fìlosofìa, la storia, la medicina e l'arte erano forme di sapere orientate a una sempre più ampia conoscenza dell'uomo.

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MODULO 2: IL MEDITERRANEO E LA CIVILTA’ GRECO – ROMANA

UNITA’ – 4 : L’ASCESA DI ROMA

15. Roma: dalle origini leggendarie alla Repubblica

Roma -fondata secondo la leggenda da Romolo e Remo -fu inizialmente (Vlll secolo a.C) una piccola comunità di villaggi, che subrunasignifìcativa influenza ETRUSCA. Governata dapprima da (R~, che assomma- vano in se il potere

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militare e quello religioso, Roma vide ben presto accresciuto il potere delle assemblee, soprattutto del SENATO..

Nella Roma arcaica (VI-V secolo a.C) era profonda la divisione in dassi fra

PATRIZI - esponenti di spicco delle famiglie gentilizie - e PLEBEI a volte poveri, emarginati o asserviti ai patrizi, altre volte arricchitisi grazie all'intraprendenza dimostrata nelle attività artigianali e commerciali.

Il passaggio dal regime monarchico a quello REPUB- BUCANO: (V secolo a.C)

comportò una distribuzione di compiti fra diversi magistrati: primi fra tutti i CONSO:LI, responsabili della politica della città e della guida del- l'esercito. Nella repubblica ebbero compiti importanti i comizi curiati.

Quella romana era una REPUBBLICA OLIGARCHICA: le magistrature erano

riservate ai patrizi, mentre i plebei non potevano di fatto partecipare all'amministrazione della città. Questa esclusione scatenò la RIBELLIONE DELLA PLEBE, me conquistò il diritto ad avere propri magistrati riconosciuti dai patrizi: i tribuni della plebe e gli edili.

Un'altra conquista fondamentale ottenuta dai plebei fu la pubblicazione di leggi

scritte, le DEGGI DELLE DOD}CrTAvo:DR, che stabilivano l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. In seguito, i plebei conquistarono altri DIRITTI l'autorizzazione ai matrimoni misti con i patrizi e l'accesso al consolato, me costituiro- na tappe significative del cammino verso una parità sociale fra plebei e patrizi..

16. L'espansione di Roma in Italia e nel mediterraneo.

Nel IV secolo a.C. Roma ottenne il predominio sul LAZIO e il controllo sulle altre popolazioni dell'ITALIA CENTRALE compresi gli etruschi. In seguito (m secolo a.C.) estese la sua influenza sulla parte meridionale della penisola. Per esercitare un controllo sui territori italici conquistati, Roma istituì MUNICIPI, CITTÀ FEDERATE e COLONIE.

L’espansione di Roma in Italia e, successivamente, nel Mediterraneo, la portò a

confrontarsi con una temibile rivale: CARTAGIN. Antica colonia fenicia, Cartagine aveva possedimenti che comprendevano, oltre all' Africa, alla Spagna e alla Sardegna, la SICILIA; la rivalità con Roma per il controllo della Sicilia e del Mediterraneo occidentale condusse al CONFLITTO.

Roma vinse entrambe le GUERRE PUNICHE (III – II secolo a.C.) e quindi, dopo

aver sottomesso anche la Grecia e l' Asia Minore, distrusse Cartagine, conquistandone i territori.

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17. Società, economia, cultura e religione in età repubblicana

L’IMENTAZIONE degli antichi romani prevedeva il consumo di cibi molto semplici, quoti una polenta semiliquida a base di FARRO, accompagnata da condimenti diversi. Assai limitato era l’uso della carne, soprattutto di manzo. Il contatto con altre civiltà allargò la gamma dei cibi e la cura dei momenti conviviali.

Gallia e Spagna Italia settentrionale

Magna Grecia Mediterraneo

ROMA

LAZIO

CITTA’ LATINE

ITALIA CENTRALE

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Gli alloggi rispecchiavano la divisione in classi: povere e prive di servizi le

INSULAE abitate dai plebei, ampie e lussuose le "DOMUS" patrizie.

Le divinità familiari custodi della casa affiancavano quelle pubbliche, per le quali i romani organizzavano riti e cerimonie. L’influsso della cultura greca favorì un'integrazione tra la RELIGIOSITÀ ROMANA e la mitologia greca e interessò inoltre tutti i settori delle arti, dalla letteratura al teatro, non che le stesse abitudini di vita.

18. La crisi della repubblica: le guerre civili

Lo sviluppo politico, militare ed economico della città laziale rese più drammatiche le contraddizioni della società romana. TIBERIO e CAlO GRACCO, entrambi "tribuni della plebe", tentarono di porre rimedio alla grave crisi sociale con una RIFORMA AGRARIA, ma entrambi incontrarono l'opposizione dell'aristocrazia senatoria (proprietaria dei grandi latifondi) e finirono uccisi. Una parziale soluzione alle contraddizioni sociali fu fornita dal grande generale di origine plebea CAIO MARIO, il quale, aprendo L'ESERCITO a tutti i cittadini, offrì un MESTIERE ai contadini in miseria.

Nel I secolo a.C. Roma si dibatteva intanto nella GUERRA CIVILE con gli alleati

italici, a cui venne infine concessa la cittadinanza, e nella GUERRA CIVILE tra i popolari di Mario e gli aristocratici di Silla. Silla vinse il confronto con Mario e fu nominato dittatore a vita, dimostrando che un solo INDIVIDUO sostenuto dall'esercito poteva ottenere il POTERE ASSOLUTO.

Dopo Che Silla rinunciò spontaneamente al potere e si ritirò a vita privata, fu

GNEO POMPEO a diventare il nuovo "uomo del senato". Egli, dopo numerosi successi militari, costituì il primo TRIUNVIRATO con CESARE e CRASSO. Questo patto privato tra uomini potenti rappresentava una vera e propria sfida all'autorità del senato, Che si riduceva a un guscio vuoto privo di reali poteri.

Una volto raggiunti i rispettivi obiettivi personali, i triumviri entrarono in contrasto

tra loro: emarginato Crasso, furono Cesare e Pompeo a contendersi il potere. Dopo aver conquistato la Gallia, CESARE fronteggiò Pompeo in una GUERRA ClVILE da cui uscì PADRONE DI ROMA.

19. Da Cesare a Ottaviano: il principato

Cesare concentrò su di se tutti i poteri e avviò una politica di riforme sgradita al senato. Furono proprio un gruppo di senatori a organizzare una CONGIURA in cui Cesare morì pugnalato.

La morte di Cesare, però, non segnò il ritorno del potere all'aristocrazia senatoria.

Ormai la strada verso il governo personale di un solo individuo era tracciata. Fu OTTAVIANO, Che aveva guidato insieme ad Antonio la repressione degli uccisori di Cesare, a imporsi come "uomo forte". Tra Ottaviano e Antonio, infatti,

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si accese una forte RIVALITÀ culminata in una guerra da cui Ottaviano uscì vincitore.

Ottaviano si fece GARANTE della PACE e non abolì formalmente le magistrature

repubblicane, anche se di fatto le concentrò tutte nelle proprie mani, dando vita al PRINCIPATO. Egli seppe garantirsi l'appoggio della plebe e dell'esercito e circondarsi di funzionari fidati per l'amministrazione dell'esercito.

UNITA’ – 5: L’IMPERO ROMANO E L’UNIFICAZIONE DEL

MEDITERRANEO

20. I primi secoli dell’impero

I primi secoli dell'impero furono caratterizzati dal succedersi di diverse dinastie imperiali: la dinastia GIULIO CLAUDIA, i cui membri caddero spesso vittime di congiure, e la dinastia FLAVIA, che estese la cittadinanza ai provinciali, e ampliò il loro potere, integrandoli nella classe dirigente imperiale.

Con gli IMPERATORI ADDOTTIVI il potere non passò più di padre in figlio, ma

fu designato per adozione: ciascun imperatore sceglieva ("adottava") il suo successore mentre ancora regnava, così da poterlo educare all'arte della politica e del governo. Gli imperatori della dinastia degli ANTONINI preoccuparono soprattutto di garantire un periodo di pace all'impero, la cosiddetta PAX ROMANA, mentre gli imperatori della dinastia dei SEVERI estesero la CITADINANZA ROMANA a tutti gli uomini liberi, ponendoli su un piano paritario rispetto ai romani.

. Le PROVINCE non solo furono pienamente integrate nella struttura imperiale dal

punto di vista politico e giuridico, ma, grazie al loro eccezionale dinamismo economico, fecero una vera e propria CONCORRENZA all’Italia, al punto che l'agricoltura della penisola italica venne messa in crisi dai prodotti provenienti dalle province.

Le nuove città fondate nelle province mostrarono grande attenzione

all'allestimento di luoghi dedicati alla vita pubblica: foro, terme, teatri, circhi, arene. Ogni città, prendendo a modello la magnificenza di Roma, tentava di imitarla e di superarla in bellezza e sfarzo.

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21. L’impero multinazionale e le pressioni sui confini

Nel II secolo d.C., con Traiano, l'impero romano raggiunse la sua massima estensione territoriale. La coesione di un impero così vasto fu garantita dall'atteggiamento di tolleranza dei romani e di RISPETTO verso usi e tradizioni delle comunità locali e da un'AMMINISTRAZIONE efficiente.

L’impero romano era sostanzialmente un IMPERO UNITARIO, con una lingua

ufficiale il latino e un'amministrazione centrale, ma con il diritto di sopravvivenza per le culture dei diversi popoli sottomessi.

Tuttavia, ai confini dell'impero, cominciava a farsi sentire la pressione delle

POPOLAZIONI GERMANICHE attratte dalle terre fertili e ricche. Si trattava di tribù di guerrieri, che veneravano il dio guerriero Wothan.

22. La crisi dell'impero

Nel III secolo crebbe l'importanza dell'ESERCITO che divenne l'arbitro della situazione politica. In questo periodo, detto dell ‘anarchia militare", erano infatti gli eserciti me proclamavano o deponevano gli imperatori. Intanto, nei territori ai confini dell'impero, aumentavano le incursioni dei barbari.

Diocleziano restaurò l'autorità imperiale e attuò una RIORGANIZZAZlONE

dell’IMPERO, dividendolo in due partiorientale e occidentale -affidate ciascuna a un "augusto"; ogni augusto divideva il suo territorio con un "cesare": la nuova forma di governo si chiamò TETRARCHIA. Per arginare la diffusione del cristianesimo Diocleziano utilizzò l'arma della persecuzione.

Nel III secolo l'impero entrò in CRISI, soprattutto o causa dei costi sociali delle

guerre di difeso dei confini. Si arrivò o uno svalutazione dello moneta, tonto me si tornò o un'economia basata sul pagamento in natura.

A seguito dello crisi urbana i ricchi si ritirarono nelle "ville" , spesso fortificate,

autonome nello loro economia di sussistenza. Lo mancanza di schiavi favorì l'abitudine o dare in affitto i terreni o contadini chiamati "coloni".

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23. Oriente e Occidente: due diverse sorti per l’impero

Costantino riunificò l'impero e pose la capitale a COSTANTINOPOLI. La sua scelto politica più rilevante fu l'alleanza con i cristiani e la concessione della LIBERTA’ di CULTO. Questa collaborazione politica fondò le premesse per una solidarietà fra stato e chiesa. Costantino prese inoltre posizione contro le eresie.

. Costantino non riuscì ad arginare la crisi economica e la crisi delle città, ne a

formare l'esodo dei cittadini verso le campagne.

L’emergenza principale o cui i successori di Costantino dovettero far fronte fu quello delle INVASIONI BARBARICHE. Dopo il regno di Teodosio, i barbari dilagarono nello porte occidentale dell'impero: un esempio per tutti è il SACCO di ROMA"a opera dei visigoti nel 410. Mentre l'impero romano d'Occidente arrivava nel 476 alla suo conduzione, quello d'Oriente gli sopravvisse per ben mille anni, finchè cadde in mano ai turchi (1453).

23. 11 cristianesimo

Il contatto con le regioni orienta li favorì la diffusione a Roma di CULTI MISTERICI, tra cui quelli ispirati alle divinità egizie Iside e Osiride e al dio persiano Mitra. ln Palestina nacque il CRISTIANESIMO. Predicato prima da GESÙ e poi dagli apostoli, il cristianesimo ebbe rapida diffusione nell'impero.

I cristiani si riunivano in preghiera nelle case o in CHIESA e celebravano riti

comunitari, quali il battesimo e l'eucaristia. Predicavano un messaggio di UGUAGLIANZA e cercavano di provvedere, attraverso le elemosine, alle

IMPERO

OCCIDENTE

Cesare

Augusto

ORIENTE

Cesare

Augusto

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esigenze dei più poveri.

Inizialmente i cristiani non vennero perseguitoti, ma ben presto il rifiuto o compiere sacrifici per l'imperatore fu olio base di sanguinose FERSECUZIONI. Queste, però, non riuscirono o frenare lo diffusione del cristianesimo.

MODULO 3: L’EUROPA MEDIEVALE

UNITA’ – 6: IL MEDITERRANEO DIVISO E LA NASCITA

DELL’EUROPA

25. I regni romano-barbarici e l’impero d’occidente

Lo stanziamento delle tribù germaniche nei territori dell'impero romano d'Occidente segnò la nascita dei REGNI ROMANO-BARBARICI, nell'ambito dei quali la convivenza tra elementi romani e barbari non fu sempre facile, a causa delle differenze culturali, delle diverse abitudini sociali ed economiche e delle distinte tradizioni politico-amministrative.

L’unico regno in cui la fusione tra elemento romano ed elemento barbarico risultò

felice fu il regno franco di re Clodoveo. ROMANI e FRANCHI si fusero in un solo popolo anche grazie alla conversione dei franchi al CATTOLICESIMO; al contrario, la religione ariana degli 0strogoti ostacolò l'integrazione, nonostante la politica di conciliazione di Teodorico. All'inizio del VI secolo l'imperatore d'Oriente G1USTINIANO riuscì temporaneamente e parzialmente a ricomporre l'UNITÀ politica e religiosa del grande impero romano. ma in breve tale speranza fu travolta dalla pressione dei persiani a oriente e dei popoli germanici a occidente.

L’invasione dei LONGOBARDI in Italia ruppe l'unità politica della penisola

italiana. I L’longobardi infatti sconfissero i bizantini (che si ritirarono sulle coste adriatiche) e si insediarono in alcune regioni della penisola (al nord e al centro), formando un mosaico di DUCATI. La capitale del regno longobardo fu fissata a Pavia, ma importanti ducati furono anche quelli

di Spoleto e di Benevento.

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26. I franchi, il vassallaggio e il Sacro romano impero

Dopo la morte di Clodoveo, il regno dei franchi si divise e si indebolì, ma divenne di nuovo potente durante la dinastia carolingia e specialmente sotto il regno di CARLO MAGNO: egli sconfisse e conquistò il regno dei longobardi, fermò l'avanzata degli arabi in Spagna e ampliò i suoi territori verso oriente.

Carlo Magno fu poi incoronato IMPERATORE e fondò il SACRO ROMANO

IMPERO: con lui si realizzò il sogno di far rivivere l'impero romano. In realtà,la nuova costruzione imperiale era molto diversa dall'antico impero romano, sia dal punto di vista geografico, sia da quello politico, sia, infine, da quello sociale ed economico.

L’amministrazione dell'impero si fondava sul VASSALLAGGIO, un rapporto

di FEDELTÀ PERSONALE tra il sovrano e i suoi funzionari, il cui operato era controllato dai missi dominici. Alla base del legame vassallatico c'era lo scambio tra il sovrano. me cedeva ai grandi vassalli terre appartenenti al proprio patrimonio personale e vassalli, me offrivano al sovrano i propri servigi militari

Alla morte di Carlo Magno l'unità dell'impero andò perduta: dopo il regno del

figlio Ludovico il Pio il grande impero fu DIVlSO tra i suoi tre figli: a LOTARIO andarono la corona imperiale e la sovranità su una striscia di terra dal mare del Nord alle coste tirreniche dell'Italia centrale; a CARLO IL CALVO andò la Francia occidentale; a LUDOVICO IL GERMANICO la Francia orientale. cioè la Germania.

27. La civiltà Is1am1ca

Prima di Maometto, l'Arabia non aveva unità politica, ma era divisa in numero TRIBÙ DI BEDUINI, per lo più seminomadi, che controllavano i commerci attraverso la penisola e con l'Estremo Oriente e che spesso erano tributarie, ora dell'impero bizantino, ora di quello persiano. Solo sulle coste meridionali si erano sviluppate fiorenti città mercantili, che beneficiavano dei traffici tra Occidente e Oriente.

SOVRANO

armi

VASSALLI

terre

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Grazie alla predicazione di MAOMETTO e all'introduzione del culto monoteistico di ALLAH queste popolazioni trovarono una loro UNITÀ POLITICA E RELIGIOSA; La Mecca, già città santa per le tribù beduine, divenne il fulcro del nuovo stato. La religione islamica si fonda sulla rivelazione divina fatta da AlI ah a Maometto e trascritta nel CORANO, il libro sacro.

A partire dal 661 il mondo islamico venne guidato in modo energico e autorevole

da una serie di DINASTIE DI CAUFFI e divenne protagonista di una straordinaria e sorprendente espansione territoriale, inizialmente rivolta verso oriente e l'impero persiano. Gli arabi si spinsero, a partire dall'VIII secolo, ad attaccare la stessa Europa, conquistando la PENISOLA IBERICA e giungendo in Francia, dove la " loro espansione venne fermata nel 732 a Poitiers.

Nel corso dell'VIII secolo, poi, il loro impero perse gradualmente la sua effettiva

unità, anche a causa del- l'eccessiva estensione: sorsero quindi singole dinastie locali di EMIRI, sostanzialmente autonome da Baghdad, sede del califfo.

In questo periodo i paesi mediterranei sentirono prepotentemente l'APPORTO

CULTURALE della civiltà islamica, profondamente differente da quella cristiana e occidentale, ma pure ricca e straordinariamente sviluppata, sia in campo filosofico (gli arabi conservarono infatti il patrimonio culturale greco), sia in campo scien-tifico. L’Europa medievale ne ricavò un contributo fondamentale per il suo rinnovamento.

28. La Chiesa

In Occidente, sin dalla fine dell'impero romano, la CHIESA era diventata l 'unico PUNTO DI RIFERIMENTO per le popolazioni, non solo dal punto di vista REUGIOSO ma anche da quello POLITICO: ai vescovi infatti gli stessi imperatori avevano affidato compiti amministrativi, civili e di assistenza sociale.

A partire dalla metà del V secolo, al vescovo di Roma, successore dell'apostolo

Pietro, venne riconosciuto un ruolo di primo piano rispetto a tutti gli altri vescovi. Con papa GREGORIO MAGNO la Chiesa si rafforzò e s'impegnò tenacemente nell'opera di evangelizzazione dell'Europa.

Nel 529 SANBENEDETTO fondò il monastero di Montecassino.

I monaci benedettini vivevano in comunità e si dedicavano a una vita di preghiera, di lavoro e di assistenza alle popolazioni delle campagne. I monasteri benedettini diventarono presto fiorenti centri di vita economica e culturale.

28. Economia e società nei primi secoli del medioevo

All'inizio del Medioevo l'economia fu prevalentemente AGRICOLA e RURALE: i terreni erano articolati in vaste estensioni di terra di proprietà signorile, (la CURTIS) la cui produzione era finalizzata all'AUTOCONSUMO.

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La società assunse un volto rigidamente gerarchico: la quasi totale dissoluzione di un forte potere pubblico favorì la nascita di rapporti sociali di natura privata e fonda- ti su reciproche promesse di FEDELTÀ e di PROTEZIONE.

La centralità della terra e del suo sfruttamento e l'assetto sociale piramidale,

fondato su rapporti di natura privata, sono gli elementi che stanno alla base del FEUDALESIMO. Col passare del tempo, infatti, il legame vassallattico che univa il sovrano carolingio ai membri dell'aristocrazia guerriera franca interessarono anche i livelli più bassi della società: i grandi signori locali, a loro volta, riprodussero gli stessi rapporti di fedeltà e protezione con i nobili minori. Nasceva così una struttura sociale fortemente GERARCHICA, nella quale il potere centrale del sovrano era sempre più formale e nominale.

UNITA’ – 7: LA SOCIETA’ FEUDALE

29. Dall’anarchia feudale alla rinascita del Sacro romano impero

Nel corso del IX secolo l'intero continente europeo fu interessato da una serie di INVASIONI, provocate da popolazioni nordiche aggressive e bellicose, generalmente chiamate NORMANNI. Queste occuparono stabilmente alcune regioni costiere del mar Baltico e del mare del Nord, della Russia, della Francia, dell'Inghilterra, della Danimarca e dell'Italia meridionale, fondandovi delle dominazioni politiche autonome.

Anche i SARACENI, predoni musulmani stanziati sulle coste dell'Africa del

Nord, furono protagonisti per decenni di scorrerie devastanti nell'1talia meridionale e nella Francia del sud, che impegnarono duramente le autorità dell'epoca (papato, impero bizantino, grandi signori feudali).

Queste invasioni, spesso devastanti e rovinose, accelerarono il processo di DISGREGAZIONE POLITICA già in atto nell'ambito dell'impero carolingio. Così, in Italia e in Francia l'autorità del sovrano si indebolì gradualmente a beneficio dei GRANDI FEUDATARI, i soli in grado di assicurare protezione alle città e alle popolazioni contadine.

VASSALLI MAGGIORI

RE

Vassalli minori Vassalli minori

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Ciononostante, all'inizio del X secolo, dopo l'estinzione della dinastia carolingia,

gli OTTONE, duchi di Sassonia, per alcuni decenni riuscirono a restaurare la vecchia AUTORITÀ IMPERIALE. Per farlo si servirono dei VESCOVl-CONTI, alti membri del clero posti a controllo del territorio. In tal modo, però, l'autonomia e l'indipendenza della Chiesa risultarono pesantemente compromesse.

La crescita del potere e del prestigio dei grandi signori feudali cambiò anche il paesaggio europeo, che si riempì di CASTELLI, roccaforti da cui il signore esercitava una funzione militare difensiva e governava il territorio circostante.

30. La svolta del Mille

Agli inizi dell'XI secolo l'Europa iniziò a trasformarsi. La popolazione, che era rimasta stabile per secoli, a partire dall'XI secolo cominciò a crescere, raggiungendo all'inizio del XIV secolo i 75 MILIONI di abitanti.

Si trattò di una vera e propria ESPANSIONE DEMOGRAFICA, resa possibile dal

generale RINNOVAMENTO DELL’AGRICOLTURA, che potè beneficiare di un significativo allargamento delle terre coltivate, di un miglioramento delle tecniche di lavorazione e, quindi, di raccolti più abbondanti. Ciò consentì alla POPOLAZIONE RURALE, la maggior parte della popolazione europea medievale, di disporre di sufficienti RISORSE ALIMENTARI per sopravvivere.

Parallelamente, anche le CITTÀ conobbero un incremento della popolazione e

legarono il proprio sviluppo al potenziamento dei traffici commerciali, tornati a svilupparsi su grandi distanze. Gradualmente nel contesto cittadino si organizzarono le attività mercantili e commerciali e si predispose il controllo del contado circostante, destinato inesorabilmente a entrare nell'orbita economica e politica della città. Gli abitanti delle città finirono addirittura con il darsi istituzioni politiche permanenti, che le resero, di fatto, in larga misura autonome: i COMUNI.

Rinnovamento agricoltura

Aumento terre coltivate

Progresso tecniche lavorazione

Raccolti più abbondanti

Maggiori risorse

alimentari

CRESCITA

DEMOGRAFICA

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31. Impero e Chiesa

Il tentativo di restaurazione dell'autorità imperiale promosso dalla dinastia sassone degli Ottone ridusse l'autonomia della Chiesa, che risultò profondamente CONDIZIONATA nella sua libertà DALL’AUTORITÀ LAICA. Essa, infatti, controllava la nomina dei vescovi e addirittura del pontefice. Il sistema dei vescovi-conti portava spesso all'elezione alle cariche vescovi li di persone indegne, determinando una generale situazione di CORRUZIONE MORALE nell'ambito della vita della Chiesa.

Questa situazione iniziò a cambiare grazie all'energica attività di RIFORMA

promossa, nel corso del X e dell'XI secolo, dai monaci dell'abbazia benedettina di Cluny e dal papato, soprattutto con GREGORIO VII, il primo pontefice veramente consapevole della necessità di liberare la chiesa da ogni ingerenza dell'autorità laica.

L’iniziativa riformatrice del papato e il tentativo di liberarsi dal condizionamento

imperiale, portarono la Chiesa e l'impero allo scontro, che si consumò attorno alla delicata questione delle INVESTITURE: chi nominava i vescovi il papa o l'imperatore? La questione, dopo aspri conflitti, fu momentaneamente risolta nel 1122 con il CONCORDATO DI WORMS, in base al quale si riconosce- va il diritto di nomina papale e, al tempo stesso, la facoltà dell'imperatore di attribuire ai vescovi incarichi politici.

32. L'impero e l'Italia comunale

Riorganizzatosi attorno alla metà del XII secolo grazie all'energica dinastia di SVEVIA, l'impero si impegnò con FEDERICO I detto il BARBAROSSA in uno durissima lotta contro i COMUNI ITALIANI.

L’imperatore tentò di piegare la resistenza dei comuni dell'Italia del nord, tra cui

dominava la città di MILANO. I comuni, organizzati nella LEGA LOMBARDA, trovarono nel papato un loro alleato; il papa infatti temeva che l'eccessivo rafforzamento dell'impero potesse limitare la sua libertà di movimento.

Federico I venne sconfitto; analogo destino toccò al nipote

FEDERICO Il che, ottenuto anche il controllo dell’Italia meridionale, desiderava vincere la resistenza dei comuni e sottomettere alla sua autorità l'intera penisola. Ancora una volta i comuni ottennero l'appoggio papale e riuscirono a sconfiggere Federico II; alla sua morte, avvenuta nel 1250, l'impero iniziò a entrare in una fase di inesorabile DECADENZA.

Mentre l'Italia settentrionale rimase nell'orbita dell'impero germanico, sia pure

sviluppando una ricca e fiorente civiltà comunale, la parte meridionale della penisola fu spartita tra gli ANGIOINI (francesi) egli ARAGONESI (spagnoli)

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34. Le monarchie ereditarie

Mentre con la dinastia di Svevia l'impero tentava di riaffermare in Europa la propria egemonia, in FRANCIA, INGHILTERRA, SPAGNA e PORTOGALLO iniziavano a svilupparsi delle solide e robuste MONARCHIE NAZIONALI.

In Francia fu la DINASTIA CAPETINGIA a promuovere l'espansione

territoriale dell'autorità del re, ottenuta grazie alla graduale limitazione dell'autonomia dei grandi feudatari e al fermo controllo esercitato dal re e dai suoi funzionari. La monarchia francese si distinse per la sua adesione alla causa della cristianità, che ne fece una protagonista delle crociate in Terra Santa.

In Inghilterra fu la dinastia d'origine normanna dei

PLANTAGENETI a importare il sistema feudale nell'isola a impegnarsi per rafforzare l'autorità della monarchia, limitando il potere del baroni e ì dei vescovi. Il sovrano me si distinse maggiormente in questo opera di controllo sui feudatari e di riduzione delle libertà della chiesa fu ENRICO II PLANTAGENETO. I suoi successori, tuttavia, incontrarono sempre maggiori difficoltà: Giovanni Senza Terra fu addirittura costretto a concedere la MAGNA CHARTA LIBERTATUM, la più celebre "carta delle libertà" del Medioevo.

In Spagna la lotta contro i musulmani ebbe come protagonisti i regni di

CASTIGLIA e di ARAGONA, i quali, nel corso del XV secolo, si sarebbero uniti definitivamente attraverso il matrimonio dei loro sovrani, Isabella e Ferdinando.

MODULO 4: L’ETA’ MODERNA

UNITA’ – 8: DALLA FINE DEL MEDIOEVO ALL’ETA’ MODERNA

35. La crisi del Trecento

Tra il 1315 e il 1318 una gravissima CARESTIA decimò la popolazione del continente. A questa ne seguirono altre: la causa di questo fenomeno fu l'ARRETRATEZZA DEGLI AGRICOLTURA tardo medievale, incapace di sostenere la crescita demografica attraverso un aumento delle risorse alimentari.

Tra il 1347 e il 1350 un'EPIDEMIA di PESTE uccise quasi 30 milioni di persone,

circa un terzo degli abitanti d'Europa. La peste fu interpretata come un CASTIGO

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DIVINO, scatenato per punire gli esseri umani dei loro peccati. Incapaci di spiegarsi in termini scientifici la diffusione della peste, gli uomini dell'epoca cercarono dei capri espiatori: a farne le spese furono soprattutto gli EBREI accusati di diffondere il contagio.

Lo spopola mento delle campagne rese necessaria una profonda

RISTRUTURAZINE AGRICOLA. Nei paesi Paesi Bassi e nel Nord Italia si diffusero nuove forme di contratto agrario: l'AFFITTANZA la MEZZADRIA. Grazie a questi nuovi contratti, che disimpegnavano il proprietario dalla conduzione di terreni poco redditizi e affidavano all'affittuario o al mezzadro il compito di aumentarne il rendimento, queste regioni poterono riprendersi dalla crisi. In Spagna e nell’Italia del sud, invece, i FEUDATARI difesero i propri PRIVILEGI, usando le terre per l'allevamento transumante a danno delle attività agricole.

36. La crisi dei poteri universali

Alla morte di Federico II di Svevia la guida dell'impero passò nelle mani della dinastia degli ASBURGO. Enrico VII tentò vanamente di rinverdire il sogno universalistico dell'impero (che significava recuperare il controllo sull1talia), mentre i suoi successori sul trono del Sacro romano impero si limitarono a consolidare la MONARCHIA GERMANTCA.

Nel 1300 papa BONIFACCIO VII indisse il giubileo e procedette a una vasta

opera di consolidamento del prestigio e dell'autorità della Chiesa, in tutta Europa ma soprattutto in Italia. Questo progetto, però, incontrò la ferma opposizione del re di Francia FILIPPO IV IL BELLO.

Lo scontro tra Francia e papato si risolse in un primo tempo con la vittoria di

Filippo IV il Bello: la sede papale, durante il pontificato di Clemente V, fu trasferita ad Avignone, dando inizio al "GRANDE SCISMA D’OCCIDENTE. Aveva così inizio uno dei periodi più oscuri detta storia del papato, durante il quale più pontefici si contesero il ruolo di guida del mondo cristiano.

Lo scisma fu risolto con il CONCILIO di COSTANZO (1409) che elesse papa Martino V e al tempo stesso decretò la superiorità delle decisioni conciliari rispetto al potere papale: nacquero così le CHIESE NAZIONALI, cioè chiese in cui era molto forte il controllo del sovrano sui vescovi e sul patrimonio ecclesiastico.

Paesi Bassi Italia del nord

FFITTANZA

MEZZADRIA

Superamento crisi agricola

Spagna Italia del sud

ALLEVAMENTO

TRANSUMANTE

Aggravamento crisi agricola

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37. Monarchie nazionali e stati regionali

Nel corso del XV secolo le principali monarchie feudali europee cominciarono a trasformarsi in MONARCHIE NAZIONALI, cioè in stati in cui la sovranità regale , era effettiva su tutto il territorio nazionale.

Per quanta riguarda la FRANCIA, si assistette al progressivo aumento dell'autorità

dello stato sull'intero territorio nazionale. La GUERRA DEI CENT'ANNI, combattuta contro l'Inghilterra, aveva seriamente messo in pericolo l'autonomia della Francia dopo me l'antica dinastia capetingia si era definitivamente estinta. A quel punto, i sovrani inglesi, VASSALLI del re di Francia, avevano rivendicato il diritto alla corona francese. Dopo un secolo di scontri, CARLO VII era però riuscito a cacciare dalla Francia gli inglesi e a imporre l'autorità della corona.

Salito al trono dopo la GUERRA DELLE DUE ROSE, me aveva indebolito

l'aristocrazia, ENRICO VII TUDOR affermò il potere regio sull'Inghilterra e diede impulso alla costruzione di una grande flotta, che si rivelerà fondamentale per la straordinaria espansione mondiale del paese.

Con il matrimonio fra Isabella di Castiglia e Ferdinando d' Aragona nacque lo

STATO MONARCHICO SPAGNOLO, mentre il Portogallo rimase un regno autonomo. Entrambe le monarchie iberiche saranno protagoniste delle conquiste a partire dal XVI secolo.

In Italia sorsero gli stati regionali di MILANO,

VENEZIA, FIRENZE e NAPOLI, caratterizzati dai continui rovesciamenti di alleanze la cosiddetta POLITICA DELL’EQUILIBRIO e dalla mancata affermazione di uno stato sugli altri. Solo con la PACE di LODI (1453) gli scontri armati cessarono in favore della comune alleanza antiturca; da quel momento le rivalità tra gli stati regionali italiani, mai del tutto sopite, si giocarono soprattutto sul piano diplomatico.

Scontro fra papato e re di Francia

Concilio di costanza

Avignone

Roma

GRANDE

SCISMA

D’OCCIDENTE

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38. La ripresa della vita economica nel Quattrocento

A partire dall'inizio del Quattrocento la popolazione europea cominciò ad aumentare rapidamente e, quel me più conta, tale crescita non si interruppe più, almeno fino a metà del XVII secolo; questo fenomeno fu accompagnato e reso possibile da una forte RIPRESA ECONOMICA, particolarmente significativa nel settore agricolo.

Tra le principali trasformazioni agricole vi furono la messa a coltura di NUOVE

TERRE produttive e la formazione di grandi AZIENDE AGRICOLE, dove la coltivazione veniva finalmente integrata con l'allevamento (mentre tradizionalmente una attività escludeva l'altra). Le ì innovazioni tecniche e organizzative dell'agricoltura quattrocentesca migliorarono la produttività, ma non le condizioni di vita della maggior parte dei contadini.

L’affermazione delle monarchie nazionali si ripercosse sullo sviluppo delle

CITTA’ CAPITALI, che furono risanate e abbellite con palazzi signorili e imponenti opere pubbliche. Al tempo stesso, antime città manifatturiere come Pisa, Siena e Firenze, pur continuando a produrre beni di altissima qualità, persero centralità nel contesto dell'economia continentale.

Furono aperte NUOVE VIE COMMERCIALI, soprattutto con l'Estremo Oriente.

Venezio mantenne il monopolio dei prodotti di lusso orientali, mentre Genova dominava le vie marittime verso l'1nghilterra e il mare del Nord.

39. Umanesimo e Rinascimento

A partire dal XIV secolo si diffuse una nuova sensibilità culturale, che proponeva una visione del mondo in cui l'ESSERE UMANO era considerato artefice del proprio destino. Questa corrente di pensiero fu chiamata UMANESIMO. Essa si affidava allo studio della letteratura degli antichi scrittori pagani latini e greci, da cui gli umanisti ricavavano modelli intellettuali e morali validi per il presente.

Prese il nome di RINASCIMENTO il periodo durante il quale la civiltà europea

"rinacque" dopo l'eclisse della cultura classica nel Medioevo e in cui gli intellettuali elaborarono una nuova cultura in ogni campo del sapere umano: dalle lettere alla filosofia, dalla scienza alla politica.

Le opere degli artisti rinascimentali mostravano un nuovo interesse per il MONDO

REALE, universo ricollegandosi ai valori e all'estetica dell'antichità e svincolandosi dal sapere religioso me aveva dominato l'età medievale.

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UNITA’ – 9: LE GRANDI NOVITA’ DELL’ETA’ MODERNA 40. Le scoperte geografiche

Nel Quattrocento l'Europa, e in modo particolare le POTENZE IBERICHE, i affacciate sull'oceano Atlantico, intrapresero un grande movimento di espansione: i PORTOGHESI si spinsero lungo le coste africane, dove costituirono basi commerciali e poi aprirono la via marittima verso i porti dell’ ESTREMO ORIENTE ; gli SPAGNOLI, con il genovese Cristoforo Colombo, cercarono la rotta per le INDIE facendo vela verso Occidente: egli raggiunse le ANTILLE, anche se era convinto di essere arrivato in Giappone o, addirittura, in Cina.

Prima dell'arrivo dei navigatori portoghesi, l'Africa era abitata da popoli con gradi

di sviluppo molto differenti: in alcuni casi essi avevano fondato importanti CIVILTA’, in altri vivevano ancora in uno stato arcaico. Le tre più importanti aree di civilizzazione erano le COSTE DEL MEDITERRANEO, quasi interamente islamizzate, il SUDAN (a sud del Sahara) e l'AFRJCA ORIENTALE (dal Como d'Africa alla foce del fiume Zambesi).

Al momento della "scoperta" europea, il continente americano era abitato da

popolazioni che avevano sviluppato diversi gradi di civiltà, alcune POPOLAZIONI PRECOLOMBIANE erano raccolte in tribù di CACCIATORI E RACCOGUTORI; altre erano formate da COLTIVATORI dotati di una tecnologia artigianale complessa (come i MAYA); altre ancora avevano sviluppato grandi CIVILTA’ STATALI.

Le maggiori civiltà statali furono quelle

degli AZTECHI degli lNCA, Gli Aztechi abitavano una vasta area corrispondente agli attuali MESSICO e Guatemala: nonostante ignorassero la ruota e la lavorazione dei metalli, avevano un'agricoltura è voluta Che si avvaleva dell'ereditò delle grandi civiltà precedenti, tra cui soprattutto i Maya. Gli Inca vivevano sulla LORDJGUERAAN- DTNA! e dominavano un vasto impero in virtù della loro efficienza amministrativa e della capacitò militare.

Spagna

AMERICHE

Portogallo

ORIENTE

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41. Il cinquecento: il secolo d'oro dell'economia europea

Nel Cinquecento le scoperte geografiche aprirono l'epoca del predominio

mondiale dell'EUROPA e, in particolare, della Spagna e del Portogallo. Le aree di influenza coloniale della SPAGNA si estendevano dal Messico all'America meridionale.Il PORTOGALLO dominava sul Brasile, sul continente africano e sulle rotte commerciali dell'oceano Indiano. Mentre i portoghesi diedero vita a un, IMPERO COMMERCIALE cioè a un sistema di porti, empori e scali commerciali disseminati nei punti strategici delle rotte per l'Oriente (fatta eccezione per il dominio diretto sul Brasile), la Spagna costruì un IMPERO TERRITORIALE, basato sul dominio diretto di ampie regioni abitate da altri popoli, che furono sottomessi con la forza.

Nel Cinquecento, l'economia europea registrò un enorme SVILUPPO: gli scambi

commerciali da e per l'Europa aumentarono notevolmente, così come i consumi degli europei. L’espansione dell'economia continentale, tuttavia, determinò una sensibile crescita dei prezzi (INFLAZIONE) che si ripercosse negativamente sui LAVORI SALARIATI e sulla NOBILTÀ TERRIERA, che disponevano di fonti di reddito sempre più svalutate,

La BORGHESIA MERCANTILE e FINANZIARIA, che si avvantaggiò

dell'inflazione speculando sui salari e sui prestiti, diede avvio al CAPITALISMO AGRARIO, un nuovo modo di condurre le attività agricole destinato a trasformare la struttura produttiva della società europea. Alla logica parassitaria e improduttiva della rendita fondiaria si sostituiva la nuova logica dell'investimento produttivo, teso all'ammodernamento delle tecniche agricole.

42. Lo stato moderno

Tra il XV e il XVII secolo si formarono in Europa gli stati moderni. Il processo investì in pieno la SPAGNA, la FRANCIA e l'INGHILTERRA; assai meno la penisola italiana e l'area germanica. La principale caratteristica di questo processo storico fu l'ACCENTRAMENTO TERRITORIALE DEL POTERE nelle mani dei sovrani.

BUROCRAZIA ed ESERCITO furono i due pilastri su cui si fondarono gli stati

moderni: la prima serviva a garantire un'amministrazione efficiente e capillare su tutto il territorio nazionale, convogliando attraverso la TASSAZIONE DEI SUDDITI e le risorse necessarie per il mantenimento della macchina statale; il secondo, invece, assicurava la FORZA MILITARE indispensabile per affrontare la sfida per l'egemonia con gli altri stati.

Gli stati moderni, per imporsi, dovettero superare la RESISTENZA dei CORPI

INTERMEDI, cioè di tutte le organizzazioni e i gruppi sociali destinati a perdere potere e privilegi con l'affermazione di un solo centro di comando: la nobiltà feudale, il clero, le corporazioni di mercanti e artigiani.

Le rivalità tra gli STATI REGIONALI ITALIANI resero la penisola facile preda

delle maggiori potenze europee. Nel 15151 Italia era virtualmente divisa in due: il

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nord sotto il DOMINIO FRANCESE, il sud sotto quello SPAGNOLO.

Salito al trono nel 1519, l'imperatore CARLO V D'ASBURGO, signore di un immenso impero (Germania, Austria, Paesi Bassi, regno di Napoli, Sicilia, Sardegna, Spagna con i suoi possedimenti d'oltreoceano, Boemia e Ungheria), si batte contro i FRANCESI e i TURCHI, sconfiggendoli entrambi e divenendo il più potente sovrano d'Europa.

43. Riforma protestante

All'inizio del Cinquecento la Chiesa cattolica si trovava in una situazione paradossale: la sua forza era stata riaffermata dopo lo scisma d'Occidente; ciò nonostante andava crescendo una profonda INSODDISFAZIONE per lo stata di degrado in cui versava gran parte dell'organizzazione ecclesiastica, ben rappresentato dalla campravendita delle INDULGENZE.

La situazione era particolarmente grave in GERMANIA, dove la mancanza di

spiritualità e l'avidità del potere temporale dei papi provocarono una diffusa insoddisfazione tra i fedeli. Il frate tedesco MARTIN LUTERO propose una profonda RIFORMA sia della fede cattolica, sia dell'organizzazione della Chiesa, trovando l'appoggio non solo di numerosi fedeli, ma anche di tanti PRINCIPI TEDESCHI che intendevano emanciparsi dal controllo dell'imperatore cattolico e, al tempo stesso, incamerare le proprietà vescovili. Tale movimento prese il nome di PROTESTANTESIMO.

La riforma luterana era rivoluzionaria in senso teologico, ma non certo in senso

sociale: quando i contadini tedeschi abbracciarono la nuova dottrina a sostegno delle loro rivolte, fu lo stesso Lutero a sconfessarli, contribuendo alla loro repressione. In Svizzera, l'umanista GIOVANNI CALVINO predicò una versione radicale dell'insegnamento luterano, secondo la quale il potere spirituale non solo doveva essere autonomo dal potere politico, ma doveva addirittura guidarlo e illuminarlo. Calvino tradusse in pratica le proprie idee nella città di GINEVRA.

Nell’ambito del protestantesimo europeo un posto a parte spetta al caso inglese: il

re ENRICO VIII, infatti, per affermare i propri interessi politici e dinastici, me avevano nella, Chiesa romana un fiero avversario, creò la CHIESA ANGLICANA, sottomessa alla monarchia.

La reazione della Chiesa cattolica (CONTRORIFORMA) si espresse attraverso

una violenta REPRESSIONE dell'eresia luterana, la fondazione della COMPAGNIA DI GESU’, il rafforzamento dei tribunali dell'INQUISIZIONE e una drastica riforma del clero, attuata nel CONCILIO di TRENTO (1545-1563).

44. Il secolo dell’intolleranza: le guerre di religione

La rottura fra cattolici e protestanti provocò GUERRE CIVILI e PERSECUZIONI, perchè si riteneva che all'interno di uno stato non potessero convivere confessioni differenti. L’INTOLLERANZA RELIGIOSA si diffuse

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in tutto il continente, specialmente nei paesi cattolici: in SPAGNA, ebrei e musulmani furono costretti prima a ,convertirsi e poi, nonostante la conversione, furono espulsi dal paese, con grave danno per la vita economica e culturale.

Con la divisione religiosa dell'Europa FALLI’ IL PROGETTO IMPERIALE

di Carlo V; dopo una lunga guerra contro la Francia e i paesi protestanti, la PACE AUGUSTA (1555) stabilì che ogni paese dovesse uniformarsi alla confessione del proprio sovrano. In Germania l'applicazione di tale principio si tradusse in una divisione in due aree religiose: stati protestanti a nord, cattolici a sud. Dopo l'abdicazione di Carlo V i possedimenti imperiali furono suddivisi tra i figli FILIPPO II e il fratello FERDINANDO. Filippo Il cercò di riunire l'Europa sotto la guida della Spagna cattolica, ma fu sconfitto dall'1nghilterra, governata da EUSABETTA e perse una parte dei Paesi Bassi.

Anche la Francia fu scossa dai conflitti religiosi tra cattolici e protestanti, chiamati

UGONOTI, il re ENRICO IV, di fede protestante, di fronte al rischio di una coalizione tra cattolici francesi e la Spagna di Filippo II, si convertì al cattolicesimo e promulgò l'EDITTO DI NANTES (1598), che affermava la coesistenza tra le due religioni.

45. La rivoluzione scientifica

Alla metà del Quattrocento l'invenzione della STAMPA A CARATTERI MOBILI (tecnica importata in Europa dall'Oriente da vari tipografi europei, tra cui spicca la figura di JOHANN GUTENBERG, il primo a stampare una Bibbia) rivoluzionò il sistema di comunicazione della cultura: dopo soli cinquant'anni già un milione di libri

stampa circolavano in Europa (e specialmente in Italia).

L’età rinascimentale fu anche un'epoca di grande SVILUPPO SCIENTIFICO E TECNICO, durante il quale nacque la SCIENZA MODERNA. Scienziati come LEONARDO DA VINCI, NICCOLO’ COPERNICO, GALILEO GALILEI rivoluzionarono la concezione tradizionale dell'universo, dimostrando l'infondatezza della teoria della centralità della Terra, attorno alla quale sarebbero gravitati i pianeti e il Sole.

La CONTRORIFORMA, però, provocò nei paesi cattolici uno battuta d'arresto

dello sviluppo scientifico e culturale, a causa del severo controllo esercitato dalla chiesa. Galileo Galilei fu perseguito per aver dimostrato che la terra ruota intorno al sole, una dottrina contraria all’autorità teoria cattolica e dunque combattuta dal tribunale dell’inquisizione cattolica.

BIBLIOGRAFIA: - Le basi della storia, Edizioni scolastiche Bruno Mondatori, Firenze 2006. - Sulle spalle dei giganti, Edizioni scolastiche Bruno Mondatori, Firenze, 2004.