lavoro di fine anno terza media
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7/29/2019 LAVORO DI FINE ANNO TERZA MEDIA
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Warnakulasuriya: Linfinito di Giacomo Leopardi
Sempre caro mi fu questermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dellultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e rimirando, interminati
Spazi di l da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien leterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Cos tra questa
Immensit sannega il pensier mio:
E il naufragar m dolce in questo mare.
Dedola: A Silvia di Giacomo Leopardi
Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando belt splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di giovent salivi?
Sonavan le quiete
stanze, e le vie d'intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
cos menare il giorno.
Catena: Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
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7/29/2019 LAVORO DI FINE ANNO TERZA MEDIA
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din su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel chio sentiva in seno.
Barisciano: Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perch non rendi poi
quel che prometti allor? perch di tanto
inganni i figli tuoi?
Tu pria che lerbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or delle negre chiome,
or degli sguardi innamorati e schivi;
n teco le compagne ai d festivi
ragionavan damore.
Giannini: Anche pera fra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati
la giovinezza. Ahi come,
come passata sei,
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cara compagna dellet mia nova,
mia lacrimata speme!
Questo il mondo? questi
i diletti, lamor, lopre, gli eventi,
onde cotanto ragionammo insieme?
questa la sorte delle umane genti?
Allapparir del vero
tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano.
Grifone: Dal Canto notturno di un pastore errante dellAsia di Giacomo Leopardi
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?
Martino: Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
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L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e pi e pi s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Col dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia
Di Giovanni: Le ricordanze di Giacomo Leopardi
N mi diceva il cor che l'et verde
Sarei dannato a consumare in questo
Natio borgo selvaggio, intra una gente
Zotica, vil; cui nomi strani, e spesso
Argomento di riso e di trastullo,
Son dottrina e saper; che m'odia e fugge,
Per invidia non gi, che non mi tiene
Maggior di s, ma perch tale estima
Ch'io mi tenga in cor mio, sebben di fuori
A persona giammai non ne fo segno.
Qui passo gli anni, abbandonato, occulto,
Senz'amor, senza vita; ed aspro a forza
Tra lo stuol d malevoli divengo:
Qui di piet mi spoglio e di virtudi,
E sprezzator degli uomini mi rendo,
Per la greggia ch'ho appresso: e intanto volaIl caro tempo giovanil; pi caro
Che la fama e l'allor, pi che la pura
Luce del giorno, e lo spirar: ti perdo
Senza un diletto, inutilmente, in questo
Soggiorno disumano, intra gli affanni,
O dell'arida vita unico fiore.
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Testori: L'assiuolo di Giovanni Pascoli
Dovera la luna? ch il cielo
notava in unalba di perla,
ed ergersi il mandorlo e il melo
parevano a meglio vederla.
Venivano soffi di lampi
da un nero di nubi laggi;
veniva una voce dai campi:
chi...
Le stelle lucevano rare
tra mezzo alla nebbia di latte:sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte;
sentivo nel cuore un sussulto,
comeco dun grido che fu.
Sonava lontano il singulto:
chi...
Su tutte le lucide vettetremava un sospiro di vento:
squassavano le cavallette
finissimi sistri dargento
(tintinni a invisibili porte
che forse non saprono pi?...);
e cera quel pianto di morte...
chi...
Narvaez: Veglia di Giuseppe Ungaretti
Unintera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
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7/29/2019 LAVORO DI FINE ANNO TERZA MEDIA
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con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene damore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
Bertoni: Soldatidi Giuseppe Ungaretti
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
Salmaggi: Uomo del mio tempo di Salvatore Quasimodo
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
- tho visto dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. Tho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse allaltro fratello:
- Andiamo ai campi. E quelleco fredda, tenace,
giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Vieira: Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
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7/29/2019 LAVORO DI FINE ANNO TERZA MEDIA
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Vieira: Ed subito sera di Salvatore Quasimodo
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed subito sera.
Loguercio: Ho sceso, dandoti il braccio di Eugenio Montale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei il vuoto ad ogni gradino.
Anche cos stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, n pi mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realt sia quella che si vede.
Bertoni: Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non gi perch con quattr'occhi forse si vede di pi.
Con te le ho scese perch sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Logaldo: Itaca di Costantino Kavafis
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,non sar questo il genere d'incontri
se il pensiero resta alto e il sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
n nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga
che i mattini d'estate siano tanti
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quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche aromi
penetranti d'ogni sorta, pi aromi
inebrianti che puoi,
va in molte citt egizie
impara una quantit di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca
- raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Loguercio: Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avr deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
Gi tu avrai capito ci che Itaca vuole significare.