l’unica cosa che so è di non sapere...giuseppe santorsola 60 62 52 56 tool kit analisi...
TRANSCRIPT
L’unica cosa che so è di non sapere
Singola copia cartacea 20 euroNumero 5 Anno 3
Num
ero
5 A
nno
3
ISSN
249
9-81
84
investors’ 5/2016
4
cover story
Divide et impera
Ruggero Bertelli
cultura
Finanza Comportamentale
Il rialzo del mercato azionario post “Brexit” non attira
i risparmiatori, che rimangono prudenti
Paolo Calcinari AnsideiFinanza Comportamentale
"Allora non hai capito: io voglio un po' di rendimento,
ma mi devi garantire il capitale!"
Gabriele GallettaEducazione Finanziaria
A scuola di alfabetizzazione finanziaria
Luca LixiEducazione Finanziaria
Il tuo consulente e la tua banca sono “affidabili”
o “fiduciabili”?
Giuseppe Ghittoni
12
18
22
26
6
sommario
30
36
40
44
48
punto di vista
Angolo del CONSULENTE
Investitori, abbiamo un problema
Fulvio MarcheseAngolo del CONSULENTE
Prezzo e valore
Luciano FravoliniAngolo del CONSULENTE
Tassi negativi e investimenti alternativi
Roberto D'AddarioAngolo del RISPARMIATORE
La maratona del risparmiatore: long term thinking
Paolo RossettoAngolo del RISPARMIATORE
Ecco come ti distruggo la teoria del rendimento sicuro
al 100%
Marco CiafreiL’
EV
OL
UZ
IO
NE
D
EL
LA
S
PE
CI
E
sommario
www.investors-mag.it sommario
5
sommario
bignami
Angolo TUTELA PATRIMONIALE
Pianificare i flussi di cassa per la terza età
Alessandro GalloAngolo TRADING
Tradare può diventare una professione qualificata, con qualche regola adeguata
Giuseppe Santorsola
60
62
52
56
tool kit
Analisi quantitativa
Esiste il portafoglio permanente (e perfetto) adatto a tutti gli investitori!(?)
Mauro Pizzini Analisi quantitativa
Expected Return
Daniele Bernardi
66
68
70
72
76
sotto la lente
il PAPER
Il modello ARCH per la stima della varianza
condizionata
Francesco Canellail FONDO
Analisi di un fondo
Nader Ossman il FONDO
Nordea Stable return fund
Mauro Pizziniil FONDO: domande al gestore
L'intervista al gestore
Gabriele Turissinile NEWSLETTER
I soldi in testa
Viviana Durosini
column
L'oroscopo dei mercati
Antonio Cioli Puviani84
periodico bimestrale numero 5 - anno 3
Direttore: Gabriele Turissini
Redazione:Daniele Bernardi, Ruggero Bertelli,
Fabio Carretta, Giuseppe La Spada,
Pamela Pinzi, Maurizio Monti,Michele Monti,
Cristina Morandin, Emilio Tomasini, Daniela Zaccari.
Autori:Daniele Bernardi,Ruggero Bertelli,
Paolo Calcinari Ansidei,Francesco Canella,
Marco Ciafrei, Antonio Cioli Puviani,
Roberto D'AddarioViviana Durosini,
Luciano Fravolini,Gabriele Galletta,Alessandro Gallo,
Giuseppe Ghittoni,Massimo Gotta,
Luca Lixi,Fulvio Marchese,
Nader Ossman,Mauro Pizzini,
Paolo Rossetto, Giuseppe Santorsola,
Gabriele Turissini.
Copyright della Casa editriCe, tutti i diritti sono riservati.
nessuna parte di questa rivista può essere riprodotta Con mezzi
grafiCi, meCCaniCi, elettroniCi o digitali. ogni violazione sarà
perseguita a norma di legge.
Reg.op.com. 23483/13, trib MB 9/13.
Stampato in Italia
Avviso di Rischio: Le informazioni riportate su INVESTORS’ sono destinate a scopo formativo.
INVESTORS’ non raccomanda o non promuove l’uso di sistemi, strategie
o metodologie di investimento.I lettori sono invitati ad effettuare
proprie ricerche e test di funzionalità per determinare la possibile validitàdelle idee di investimento esposte.
Ogni risultato pubblicato riferito al passato non garantisce in alcun
modo i risultati futuri. Qualsiasi investimento può implicare
livelli di rischio variabili, anche elevati. Il lettore è l’unico responsabile
di qualsiasi decisione di investimento intrapresa.
INVESTORS’ Magazine Italia srlVia Eustachio Manfredi, 21
00197 RomaP.Iva 13433141002 Tel. 02 30 33 2700
Fax. 02 30 33 2929
ranking
Festa finita sui bond?
Massimo Gotta80
52
investors’ 5/2016analisi quantitativa
Esiste il portafoglio permanente (e perfetto) adatto a tutti gli investitori!(?)
15 min.
Da circa 15 anni si occupa, in una banca locale del nord Italia, di pianificazione finanziaria, previdenziale e successoria. Certificato Efa e Efp è stato premiato ai Pfawards 2016 come Top Specialist per le competenze dimostrate in materia di consulenza finanziaria. Collabora con il blog finanziario RisparMIOamico.
[email protected] Pizzini
53
www.investors-mag.it tool kit
Come da titolo oggi prenderò in considerazione il “Portafo-glio Permanente”.Negli anni ‘80 Harry Browne (consulente finanziario e com-mentatore radiofonico) ha sviluppato l'idea di un portafoglio permanente adatto alla maggior parte degli investitori che fosse in grado di preservare e far crescere il capitale nelle diverse fasi di mercato.L’idea alla base di quest’asset allocation di lungo periodo è estremamente semplice: si cercano attività storicamente poco (o negativamente) correlate tra loro e si applica una strategia Buy&Hold (compra e tieni) con ribilanciamento periodico (di solito annuale) per riportare il tutto ai pesi prestabiliti.Il concetto è per certi versi banale, e così l’implementazione, ma può essere contro-intuitivo e richiede metodo e razionali-tà che non sono propriamente i punti di forza dell’investitore medio (argomento più volte affrontato nei precedenti numeri da diversi contributori di Investors).L’intuizione molto originale di Browne è stata quella di asso-ciare le classi di attività con quattro condizioni economiche di base:1. Espansione economica: un periodo durante il quale gli
standard di vita sono in aumento, l'economia è in cresci-ta, il business fiorente e la disoccupazione in calo. In tale fase gli assets da prediligere sarebbero le azioni.
2. Recessione: un periodo di contrazione economica e di rallentamento dell’offerta di moneta. Secondo Browne l’asset da prediligere in tale contesto sarebbe la liqui-dità.
3. Deflazione: un periodo in cui i prezzi al consumo sono in calo e il potere d'acquisto del denaro cresce. In tale fase gli asset da prediligere sarebbero obbligazioni e li-quidità.
4. Inflazione: un periodo durante il quale i prezzi al consu-mo sono tipicamente in aumento e in cui l’oro dovrebbe garantire una performance positiva.
Dal momento che non è possibile prevedere quali di que-ste condizioni prevarranno nel prossimo futuro la strategia proposta prevede di acquistare tutte le classi di attività in proporzioni uguali. Nel susseguirsi delle varie fasi del ciclo economico alcune di esse aumenteranno di valore, mentre altre scenderanno, ma l’effetto complessivo (a detta del suo inventore e dei suoi seguaci) sarà quello di garantire la con-servazione del capitale investito e la sua crescita costante nel corso del tempo. In sostanza per Browne ogni classe di attività si muove ra-
ramente in tandem con le altre, e se lo fa, non lo fa per un periodo prolungato di tempo. Il fenomeno è ben chiaro ai gestori di patrimoni, ma la sua idea è di aver applicato il principio all'interno di un sistema di investimento passivo. Il Portafoglio Permanente non si basa quindi sul market timing, sullo stock picking (selezione dei titoli) o sulla ricerca del miglior gestore di fondi. Nella sua versione base il portafoglio è composto da:• 25% azioni ad alta crescita• 25% obbligazioni a lunga scadenza
Figura 1: Performance del Portafoglio Permanente dal 1972Fonte: PortfoglioCharts.com
Figura 2: Performance a 10 anni (passata e futura) del Portafoglio PermanenteLa linea rossa indica il rendimento medio annuo nei 10 anni precenti, mentre la linea blu nei 10 anni successivi. Fonte: PortfolioCharts.com
54
investors’ 5/2016
• 25% obbligazioni a breve scadenza o liquidità• 25% oroConsiderata la semplicità della strategia, i risultati in termini risk-adjusted (rendimento corretto per il rischio) sono abba-stanza stupefacenti.Il grafico in figura 1 pubblicato da PortfolioCharts.com ripor-ta le statistiche, relative al portafoglio originario composto da azioni e bond americani, le quali evidenziano che il rendi-mento medio annuo dal 1972 è stato di circa l’8,5% (4,6% al netto dell’inflazione) con una volatilità del 7%.Un risultato superiore a molti fondi multi-asset, bilanciati o flessibili collocati sul mercato in questi ultimi decenni.Analizzando la performance di 10 anni in 10 anni è possibi-le notare come il rendimento medio annuo reale (al netto dell’inflazione che impatta per circa il 4%) oscilli tra un mini-mo del 2,80% a un massimo del 6,40%.Il grafico in figura 2 mette pure in evidenza la ciclicità di tali performance e il fatto che decadi con un rendimento nella parte alta del range siano generalmente seguite da perio-di con ritorni inferiori. È l’effetto della ciclicità dei mercati e della mean reversion (ritorno alla media dei rendimenti) due argomenti che ho affrontato negli articoli pubblicati sui pre-cedenti numeri di Investors e di cui l’investitore deve tenere conto per non crearsi false aspettative di rendimento.
Ma se la strategia pare funzionare perché non viene di-
vulgata?
In realtà alcune delle più grandi istituzioni al mondo, come ad esempio Bridgewater Associates, l’hedge fund di Ray Da-
lio, utilizzano per la gestione di alcuni loro fondi di investi-mento strategie che si basa-no su questa logica di costru-zione del portafoglio.Naturalmente negli anni all’i-dea di base di Browne sono state apportate modifiche ampliando gli asset da uti-lizzare e modificando i pesi da assegnare ad ogni attività per tenere conto delle mu-tate condizioni dei mercati finanziari dovute all’evoluzio-ne della normativa, alla cre-azione di nuovi strumenti di investimento ed alla discesa
in campo di nuovi soggetti (come per esempio le Banche Centrali).Nel corso degli anni non sono comunque mancate le critiche. Le principali si basano sul fatto di:• essere una gestione passiva che si limita a ribilanciare i
pesi periodicamente ed indipendentemente dall’anda-mento delle attività finanziarie in portafoglio;
• non considerare che le correlazioni tra le varie asset clas-ses variano nel tempo;
• non considerare che l’intervento attivo delle Banche Centrali ha azzerato il rendimento di alcune asset classes (liquidità ed obbligazioni) e distorto i prezzi di mercato di altre (per esempio l’azionario americano).
Nonostante ciò e l’assunto che “questa volta è diverso” il Portafoglio Permanente di Browne ha ottenuto anche in que-sti ultimi anni risultati in linea con il passato ed in alcuni casi superiori a molti fondi comuni flessibili e bilanciati presenti sul mercato.Per verificarne le performance dal 2008 ad oggi ho simulato tramite la piattaforma di Fida un Portafoglio Permanente (PP) in Etf con ribilanciamento annuale composto da 25% Msci World Eur (azionario globale), 25% obbligazioni governative europee di medio/lungo termine, 25% obbligazioni europee investment grade a breve termine, 25% oro.Il grafico in figura 3 riporta l’evoluzione da gennaio 2008 del PP (linea azzurra) e di due noti fondi comuni bilanciati/flessi-bili disponibili sul mercato.Come si evince dalla tabella 1 e dal grafico in figura 4 è evi-dente il minor drawdown del PP durante la crisi del 2008 e la
analisi quantitativa
Figura 3: Evoluzione grafica simulazione Portafoglio Permanente dal 2008 vs fondiFonte: Fida Workstation
55
www.investors-mag.it tool kit
Figura 4: Rendimento annuale Portafoglio Permanente vs fondiFonte: Fida Workstation
Tabella 1: Statistiche Portafoglio Permanente vs fondi comuniFonte: Fida Workstation
Abbiamo quindi trovato il portafoglio “Perfetto” in cui in-
vestire i nostri risparmi?
Personalmente, pur riconoscendo che i risultati sono inte-ressanti in considerazione della semplicità della strategia e della sua facilità di implementazione, l’aspetto che mi preme sottolineare è che tale metodologia mette in evidenza quali dovrebbero essere i cardini su cui l’investitore deve basare la propria strategia di investimento e il cui rispetto ne decreterà il successo o il fallimento:• consapevolezza che è impossibile predire con esattezza
quale sarà l’investimento migliore (motivo per cui Brow-ne consiglia di diversificare acquistandoli tutti);
• consapevolezza che l’economia ed i mercati finanziari sono ciclici e quindi che alcune attività finanziarie tende-ranno a sovraperformare le altre in determinati periodi e viceversa. È quindi necessario considerare il portafoglio nella sua interezza e non concentrarsi sull’andamento delle singole attività che lo compongono;
• consapevolezza che il tempo è il miglior alleato dell’inve-stitore e che solo rispettando l’orizzonte temporale sarà possibile ottenere i risultati desiderati o avvicinarsi ad essi.
L’attuale contesto probabilmente richiede strategie ben più complesse di quelle teorizzate qualche decennio fa dal con-sulente americano, ma il suo Portafoglio Permanente può fungere da parametro di confronto (magari utilizzandolo come benchmark al posto del comune tasso free risk) per va-lutare la bontà dei fondi di nuova generazione che prometto-no di ottenere rendimenti positivi in tutte le fasi dei mercati.Del resto perché sottoscrivere un fondo comune che non è in grado di battere un “banale” portafoglio passivo compo-sto da 4 asset? E come dimostrato nelle tabelle e nei grafici
riportati nell’articolo, fondi in grado di far meglio del por-tafoglio “perfetto” esisto-no. Basta saper scegliere. E questo è uno dei compiti del vostro consulente di fiducia.Buona lettura e buon investi-mento a tutti.PS: Se siete curiosi di co-noscere il nome dei fondi utilizzati nel confronto sarà sufficiente leggere la rubrica dedicata all’analisi del fon-do. Un ulteriore motivo per abbonarsi ad Investors’. ©
sofferenza del 2013 causata dal ribasso del prezzo dell’oro, una volatilità sui diversi orizzonti temporali costante e perfor-mance corrette per il rischio non distanti da quelle realizzate dai fondi utilizzati per il confronto.