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Un giorno esisterà la fanciulla e la donna, il cui nome non significherà più soltanto un contrapposto al ma- schile, ma qualcosa per sé, qualcosa per cui non si penserà a completamento e confine, ma solo a vita reale: l’umanità femminile …” Così scriveva il poeta Rainer Ma- ria Rilke agli esordi del secolo scorso, auspicando nel pro- gresso che investiva il mondo di allora la radice di una nuo- va relazione “da essere umano a essere umano, non più da maschio a femmina”. Un secolo è trascorso dall’alata poe- sia di Rilke ed appare legittimo chiedersi se di fatto, oggi, abbia trovato realizzazione l’esistenza della donna non in- tesa, sic et simpliciter, come l’altra metà del cielo, non co- me un contenitore di fragilità e debolezza, motivo per il quale è stata tenuta sotto scacco nel corso della storia da imbrogli culturali. Non è facile dare una risposta asciutta e secca in senso affermativo, a dispetto dei passi in avanti fatti nel mondo occidentale, dell’ottenimento di un ruolo sociale, oltre a quello di moglie e mamma. Perché perma- ne ancora, forse in maniera più subdola e celata, qualche piccola truffa, qualche conto che non torna, qualche ragio- namento che non fila. L’identità femminile non intesa “an- tagonista” rispetto a quella maschile, ma esistente in quanto tale, in quanto identità a se stante, appare ancora Anno IV - Numero 2 Marzo - Aprile 2010 Bimestrale d’Informazione, Attualità e Cultura - Direttore Responsabile Grazia Calanna SOCIETÀ dominata da una tacita ed invasiva sovrastruttura, da imprigionanti ed obbligatorie con- venzioni, da rispet- tare per non spa- ventare nessuno. Una donna brava nel suo lavoro, so- vente è considerata “virilmente” di ta- lento, “maschilmente” in carriera e di successo. Quasi mai brava e basta. La completa realizzazione di sé comporta, dunque, la negazione della stessa femminilità. E allora vie- ne da pensare che forse è solo cambiato il contesto sociale dove la donna vive, forse si è allargato il ventaglio delle pos- sibilità di scelta a sua disposizione, ma resta sempre una sorta di atavica paura, la cui manifestazione più palese è l’incomunicabilità tra uomo e donna. L’uomo disorientato dall’intraprendenza femminile, da un sesso debole solo fi- sicamente, la donna nella perpetua ricerca della sua perso- nale verità. Comincia da una da- ta, il 17 febbraio del 1992, giorno in cui venne eseguito l’arre- sto di Mario Chiesa, il primo di Tangentopoli, la ricostruzione degli ultimi tre lustri delle vicende socio – politiche del Belpaese da parte di Marco Travaglio che nell’ambito del tour del suo spettacolo “Promemoria - 15 anni di sto- ria d’Italia ai confini della realtà” ha fat- to tappa al teatro Metropolitan di Cata- nia. Numerosi gli applausi tributati dal folto pubblico presente nelle oltre tre ore di monologo del giornalista – opinionista, intervallato dai contributi musicali ed au- dio curati da Valentino Corvino e Fabri- zio Puglisi. Emblematica la frase con cui ha anticipato i contenuti dei suoi inter- venti: “La prima Repubblica muore affo- gata nelle tangenti, la seconda esce dal sangue delle stragi, ma nessuno ricorda più nulla. Si dice che la storia è maestra, ma nessuno impara mai niente”. Trava- glio passa in rapida rassegna, non trala- sciando i toni ironici e pungenti tipici del suo stile, fatti, eventi, personaggi che hanno caratterizzato e caratterizzano la vita del Paese, utilizzando documentazio- ne processuale concernente vicende che hanno attirato l’attenzione dei mass me- dia e dell’opinione pubblica quali, tra le altre, Tangentopoli, le stragi di mafia, i giochi di potere, le collusioni tra crimina- lità, imprenditoria e politica. Un vero e proprio promemoria, appunti da fissare bene in mente per evitare che cadano nel- l’oblio. Con linguaggio chiaro e diretto, ma nello stesso tempo estremamente for- bito, il giornalista piemontese cattura l’attenzione del pubblico inchiodando al- le proprie responsabilità coloro che han- no incarichi di governo, attraverso la rivi- sitazione di documenti, connessioni, sto- rie, intercettazioni, interrogatori. Incisivo e tagliente: la sua scure colpisce a 360°, da destra a sinistra passando per il cen- tro. Il teatro “civile” di Travaglio ripropo- ne il suo impegno giornalistico, sempre finalizzato alla ricerca della “Verità”, già manifestato sui giornali, sui libri e nelle trasmissioni televisive. Antonio Longo L’identità femminile tra imprigionanti convenzioni di M. Gabriella Puglisi L’Italia secondo Marco Travaglio di Federico Sollazzo Liberi, siamo finalmente libe- ri; dopo essere stati schiavi, plebei, servi della gleba, fun- zionari dei totalitarismi, ka- pos del denaro e del potere, ora siamo finalmente liberi! Liberi di acquistare ciò che vogliamo (fra una gamma di prodotti accuratamente predeterminati), liberi di anda- re dove vogliamo (fra una molteplicità di luoghi ontolo- gicamente identici), liberi di informaci come desideria- mo (fra una pluralità di mass-media, nessuno dei quali destabilizzante per lo status quo), liberi di divertirci co- me preferiamo (grazie ad un’industria del divertimento che intrattenendo, controlla), insomma, ora siamo final- mente liberi di vivere (così come siamo ammaestrati a vi- vere). Liberi! Il Mezzosoprano catanese Clara Calanna (nella foto di Ignazio Russo), sarà tra i protagonisti del “Tour de Chant 2010”, prestigioso concorso lirico inserito all’in- terno del programma “Domenica in 7 giorni” condotto da Pippo Baudo che andrà in onda su “Rai 1” realizza- to in collaborazione con la rivista “L’Opera”. La trasmis- sione sarà articolata in 7 puntate a partire dal 14 mar- zo 2010. La Calanna, che ha superato una difficile sele- zione con oltre 200 concorrenti proventi dall’Italia e dall’estero, si esibirà la domenica di Pasqua 4 aprile. Nello Calì Clara Calanna a Domenica In

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Page 1: L’Italia secondo SOCIETÀ L’identità femminile tra ... · da destra a sinistra passando per il cen-tro. Il teatro “civile” di Travaglio ripropo-ne il suo impegno giornalistico,

“Un giorno esisterà la fanciulla e la donna, il cui nomenon significherà più soltanto un contrapposto al ma-schile, ma qualcosa per sé, qualcosa per cui non si

penserà a completamento e confine, ma solo a vita reale:l’umanità femminile …” Così scriveva il poeta Rainer Ma-ria Rilke agli esordi del secolo scorso, auspicando nel pro-gresso che investiva il mondo di allora la radice di una nuo-va relazione “da essere umano a essere umano, non più damaschio a femmina”. Un secolo è trascorso dall’alata poe-sia di Rilke ed appare legittimo chiedersi se di fatto, oggi,abbia trovato realizzazione l’esistenza della donna non in-tesa, sic et simpliciter, come l’altra metà del cielo, non co-me un contenitore di fragilità e debolezza, motivo per ilquale è stata tenuta sotto scacco nel corso della storia daimbrogli culturali. Non è facile dare una risposta asciutta esecca in senso affermativo, a dispetto dei passi in avantifatti nel mondo occidentale, dell’ottenimento di un ruolosociale, oltre a quello di moglie e mamma. Perché perma-ne ancora, forse in maniera più subdola e celata, qualchepiccola truffa, qualche conto che non torna, qualche ragio-namento che non fila. L’identità femminile non intesa “an-tagonista” rispetto a quella maschile, ma esistente inquanto tale, in quanto identità a se stante, appare ancora

Anno IV - Numero 2 Marzo - Aprile 2010

Bimestrale d’Informazione, Attualità e Cultura - Direttore Responsabile Grazia Calanna

SOCIETÀ

dominata da unatacita ed invasivasovrastruttura, daimprigionanti edobbligatorie con-venzioni, da rispet-tare per non spa-ventare nessuno.Una donna bravanel suo lavoro, so-vente è considerata“virilmente” di ta-lento, “maschilmente” in carriera e di successo. Quasi maibrava e basta. La completa realizzazione di sé comporta,dunque, la negazione della stessa femminilità. E allora vie-ne da pensare che forse è solo cambiato il contesto socialedove la donna vive, forse si è allargato il ventaglio delle pos-sibilità di scelta a sua disposizione, ma resta sempre unasorta di atavica paura, la cui manifestazione più palese èl’incomunicabilità tra uomo e donna. L’uomo disorientatodall’intraprendenza femminile, da un sesso debole solo fi-sicamente, la donna nella perpetua ricerca della sua perso-nale verità.

Comincia da una da-ta, il 17 febbraio del1992, giorno in cuivenne eseguito l’arre-sto di Mario Chiesa,

il primo di Tangentopoli, la ricostruzionedegli ultimi tre lustri delle vicende socio –politiche del Belpaese da parte di MarcoTravaglio che nell’ambito del tour del suospettacolo “Promemoria - 15 anni di sto-ria d’Italia ai confini della realtà” ha fat-to tappa al teatro Metropolitan di Cata-nia. Numerosi gli applausi tributati dalfolto pubblico presente nelle oltre tre oredi monologo del giornalista – opinionista,intervallato dai contributi musicali ed au-dio curati da Valentino Corvino e Fabri-zio Puglisi. Emblematica la frase con cuiha anticipato i contenuti dei suoi inter-venti: “La prima Repubblica muore affo-gata nelle tangenti, la seconda esce dalsangue delle stragi, ma nessuno ricordapiù nulla. Si dice che la storia è maestra,ma nessuno impara mai niente”. Trava-glio passa in rapida rassegna, non trala-sciando i toni ironici e pungenti tipici delsuo stile, fatti, eventi, personaggi chehanno caratterizzato e caratterizzano lavita del Paese, utilizzando documentazio-ne processuale concernente vicende chehanno attirato l’attenzione dei mass me-dia e dell’opinione pubblica quali, tra lealtre, Tangentopoli, le stragi di mafia, igiochi di potere, le collusioni tra crimina-lità, imprenditoria e politica. Un vero eproprio promemoria, appunti da fissarebene in mente per evitare che cadano nel-l’oblio. Con linguaggio chiaro e diretto,ma nello stesso tempo estremamente for-bito, il giornalista piemontese cattural’attenzione del pubblico inchiodando al-le proprie responsabilità coloro che han-no incarichi di governo, attraverso la rivi-sitazione di documenti, connessioni, sto-rie, intercettazioni, interrogatori. Incisivoe tagliente: la sua scure colpisce a 360°,da destra a sinistra passando per il cen-tro. Il teatro “civile” di Travaglio ripropo-ne il suo impegno giornalistico, semprefinalizzato alla ricerca della “Verità”, giàmanifestato sui giornali, sui libri e nelletrasmissioni televisive.

Antonio Longo

L’identità femminile tra imprigionanticonvenzioni di M. Gabriella Puglisi

L’Italia secondoMarco Travaglio

di Federico SollazzoLiberi, siamo finalmente libe-ri; dopo essere stati schiavi,plebei, servi della gleba, fun-zionari dei totalitarismi, ka-pos del denaro e del potere,

ora siamo finalmente liberi!Liberi di acquistare ciò che vogliamo (fra una gamma diprodotti accuratamente predeterminati), liberi di anda-re dove vogliamo (fra una molteplicità di luoghi ontolo-gicamente identici), liberi di informaci come desideria-mo (fra una pluralità di mass-media, nessuno dei qualidestabilizzante per lo status quo), liberi di divertirci co-me preferiamo (grazie ad un’industria del divertimentoche intrattenendo, controlla), insomma, ora siamo final-mente liberi di vivere (così come siamo ammaestrati a vi-vere).

Liberi!

Il Mezzosoprano catanese Clara Calanna (nella foto diIgnazio Russo), sarà tra i protagonisti del “Tour deChant 2010”, prestigioso concorso lirico inserito all’in-terno del programma “Domenica in 7 giorni” condottoda Pippo Baudo che andrà in onda su “Rai 1” realizza-to in collaborazione con la rivista “L’Opera”. La trasmis-sione sarà articolata in 7 puntate a partire dal 14 mar-zo 2010. La Calanna, che ha superato una difficile sele-zione con oltre 200 concorrenti proventi dall’Italia edall’estero, si esibirà la domenica di Pasqua 4 aprile.

Nello Calì

Clara Calanna a “Domenica In”

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FATTI2 Marzo - Aprile 2010

“Scuotere coscienze e intelligenze per una città solidale”tanese Michele Cocuzza in quale perprimo ha dato un segno di partecipa-zione al rilancio della città. “Pensoche per far si che gli stati generali fun-zionino veramente bene, bisogna farconoscere quali sono gli obiettivi, bi-sogna coinvolgere la cittadinanza, esoprattutto bisogna passare attraversouna fase importante, quella dell’ascol-to. Bisogna sapere ascoltare chi vive lacittà”. Continua il giornalista: “GliStati Generali, sono un punto di par-tenza, per gettare le basi del futuro,ma passato il lavoro del comitato deglistati generali, l’amministrazione devecontinuare a mantenere un’informa-zione costante con tutti gli attori so-ciali, in modo che giorno dopo giornosi crei un nuovo avvenire per Cataniae per i suoi figli”.

Genny Mangiameli

per la realizzazione di nuove lineeguida per lo sviluppo della città. Il sin-daco Stancanelli ha manifestato l’in-tenzione di volere scuotere non solo lecoscienze ma le intelligenze per far di-ventare Catania città solidale. Gli Sta-ti Generali della città di Catania sisvolgeranno, principalmente, attraver-so sessioni tematiche nell’ ex conventoSan Placido o in altre sedi istituziona-li, coordinate da esperti del settore diriferimento. Il direttore della CaritasDiocesana, Padre Valerio Di Trapaniha ribadito la necessità di trovare unmetodo comune che faciliti il lavoro direte tra le realtà del territorio per rico-struire il benessere di tutti i catanesiattraverso progetti di prossimità, riap-propriandosi dell’identità cittadinache manca in molte zone della città. Apresentare l’iniziativa il giornalista ca-

Èposs ib i l epensare al-

la città di Cata-nia con unnuovo Welfarea tutela delladignità dellapersona? Sem-brerebbe di sì!È quanto affer-mato dai refe-

renti di tutte le parti attive della so-cietà catanese presenti all’incontro te-nutosi al Palazzo della Cultura. Neiprossimi mesi attraverso incontri einiziative che avranno come fine larealizzazione di uno sviluppo parteci-pato del capoluogo si confronterannole iniziative del programma di governocittadino con quelle presentate da tut-te le altre realtà attive nel territorio

CATANIA

Giornate della cultura d’impresa e dell’imprenditorialitàZAFFERANA ETNEA

RedazioneNello Calì, Loretta Licata, Danilo Lizzio,

Sonia Lizzio, Genny Mangiameli,M. Gabriella Puglisi, Angelo Umana

SedeVia Castorina, 28 - 95019 Zafferana Etnea (CT)

E-mail: [email protected]

Grafica & StampaTipografia TM di Mangano Venera

Santa Venerina (CT) - Tel. 095/953455

Bimestrale d’Informazione, Attualità e Cultura Numero 2 – Anno IV

Registrazione Tribunale di Catanian. 5 del 9 febbraio 2007

Direttore ResponsabileGrazia Calanna

Editore e ProprietarioEstrolab

*Sponsorizzazione gratuita a cura di “Estrolab”

Stop al bullismo“Il fenome-no del bulli-smo traprevenzio-ne e inter-venti operativi” è il titolo della conferenzaorganizzata dal “Kiwans club” di Zaffera-na, presieduto da Alfio Pappalardo. Ga-briella Puglisi, dottore di ricerca in peda-gogia, ha ribadito la necessità di caldeg-giare il principio della non violenza, chia-rendo come: “I ruoli di bullo e vittima ten-dono a persistere nel tempo prospettan-do, per il primo comportamenti devianti eantisociali in età adulta, per la vittimauna crescita condizionata da insicurezza,assenza di autostima e depressione che, avolte, può degenerare fino alle estremeconseguenze”. La sociologa Genny Man-giameli ha sottolineato che bisogna “agiretempestivamente in sinergia con gli ope-ratori scolastici, giuridici e con la fami-glia affinché il piccolo bullo non diventiun adulto violento”. Inoltre, GabriellaZammataro, Dirigente del Circolo Didatti-co “Maglia”, ha evidenziato l’importanzadel ruolo delle istituzioni scolastichementre l’avvocato Cettina Coco, ha illu-strando i profili giuridici della questione.La giuria composta da docenti, scrittori,giornalisti e pittori (Antonella Scuto, Vla-dimir Di Prima, Grazia Calanna, Mariaro-sa Di Salvo, Maria Leonardi, Nella Pappa-lardo, Rosa Sciuto, Santa Privitera, Gra-zia Trovato, Benedetto Strano e France-sca Basile), ha premiato gli studenti checon disegni e poesie hanno trattato il te-ma del bullismo. L’assessore provincialeNello Catalano, presente all’incontro, in-sieme al Sindaco, Alfio Russo, si è congra-tulato per l’iniziativa auspicandone altreper dare nuovo impulso alla cultura dellaprevenzione.

Chiara Finocchiaro

del territorio. Tutti coloro i quali vo-lessero partecipare agli incontri pos-sono visionare il programma ed iscri-versi entro il 15 marzo presso la Se-greteria territoriale sita presso la Pa-lazzina Liberty oppure on-line sul“Portale dei giovani zafferanesi”(www.portalegiovani.zafferana.net),da poco lanciato dalla Consulta Gio-vanile e che si propone l’obiettivo difornire a tutti i giovani un quadro sul-le opportunità che in diversi ambiti(lavoro, formazione, associazioni-smo) il nostro territorio può offrire. Atutti i partecipanti verrà rilasciato unattestato di partecipazione.

Alessandro RussoPresidente della Consulta Giovanile

offriranno il loro contributo di analisie di idee a quanti intendono avviare osvolgono un’attività imprenditoriale,e ai policy maker, chiamati ad indivi-duare i settori nevralgici e a predi-sporre azioni volte ad incoraggiare losviluppo economico. Inoltre i parteci-panti avranno la possibilità di visitaredue imprese locali che operano neisettori industriale ed agricolo e racco-gliere le testimonianze dei rispettiviimprenditori. Tali incontri, oltre apromuovere la cultura dell’imprendi-torialità, potranno rappresentare labase per l’avvio di un’attività pro-grammatica per il rilancio dell’econo-mia attraverso il coinvolgimento delleforze sociali, politiche ed economiche

Dal 24 al 26 marzo2010, a ZafferanaEtnea, si svolgeran-no le “Giornatedella cultura d’im-presa e dell’im-

prenditorialità”organizzate dal

Comune di Zaf-ferana Etnea (Assessorato allo Svilup-po Economico e alla Cultura) e dallaConsulta Giovanile. Gli incontri, aper-ti a tutti gratuitamente, prevedono di-versi momenti di dibattito sull’econo-mia del nostro territorio e sulle op-portunità che questo può offrire. Do-centi universitari, esperti di manage-ment e di finanziamenti per l’impresa

Concorso PoesiaL’associazione “Donne D’Eu-ropa” di Zafferana organizzala XVI edizione del concorsodi poesia inedita “Maria Lui-sa Messina”. E’ possibilepartecipare gratuitamentecon non più di 3 poesie, initaliano o dialetto, a tema li-bero. Una sezione è riservataagli studenti. Ogni testo de-ve essere inviato in 6 copie,di cui soltanto una riportan-te nome, cognome e indiriz-zo dell’autore. Gli elaborati,devono pervenire, entro il 10aprile 2010, nella sede delle“Donne D’Europa” (Via Ro-ma, n. 343 - Zafferana) op-pure, essere consegnati allacartoleria “Papirus” (Via Ro-ma, 381). La cerimonia dipremiazione si svolgerà sa-bato 15 maggio, alle ore 18,nell’Auditorium Sant’Anna.

Loretta Licata

Adistanza di venticinque anni dal terre-moto del 25 Ottobre del 1984 a Fleri sarà

riaperta al pubblico la vecchia chiesa recen-temente ristrutturata con i fondi ottenutidalla Protezione Civile e dalla Cei (Conferen-za Episcopale Italiana). Le origini storichedella Chiesa di Fleri risalgono al 1860 quan-do la Baronessa Caterina Guttodauro Rebur-done Francica Nava, animata dallo spirito dicarità e di profonda fede religiosa, si reseconto della necessità di costruire una nuovaChiesa a proprie spese e sul proprio terreno.Fu incaricato l’ingegnere Carmelo SciutoPatti di Catania a redigere il progetto dellaChiesa. La struttura fu allestita all’inizio del1870. Il 25 Maggio del 1928 fu eretta a Chie-sa parrocchiale. Durante la seconda guerramondiale la Chiesa di Fleri ospitò le reliquiedi S. Agata, trasferite lì da Catania per evita-re il saccheggio da parte dei tedeschi in riti-rata. Il 19 e 25 Ottobre del 1984 due fortiscosse di terremoto colpirono la cittadina diZafferana Etnea e le frazioni di Fleri e Pisa-no Etneo, causando danni al patrimonio edi-lizio e distruggendo quasi interamente la

Chiesa Maria SS. del Rosario di Fleri. Nel1987 fu dato avvio ai lavori di ricostruzionedella Chiesa, grazie ad un finanziamento didue miliardi e mezzo delle vecchie lire con-cesso alla Curia Arcivescovile di Catania, condecreto firmato il 6 Marzo dal Ministro dellaProtezione Civile, Giuseppe Zamberletti. Ilprogetto di ricostruzione fu affidato dall’Ar-civescovo Mons. Picchinenna al Prof. UgoCantone. Mentre il campanile della Chiesa furestaurato grazie all’intervento della Sovrin-tendenza di Catania, nella persona dell’archi-tetto Paolini, in modo da collegarlo con lanuova chiesa, la cui facciata risulta armoniz-zata nelle linee e nelle forme con tutta lastruttura rimanente. La struttura religiosa fuinaugurata il 25 Ottobre del 1990 dal Cardi-nale Salvatore Pappalardo Arcivescovo eme-rito di Palermo. Mons. Alfio Russo cosa ri-corda del terremoto del 1984? “Fu un mo-mento di grande paura, di preoccupazione”.Quali enti si sono interessati per il recupe-ro della vecchia Chiesa? “Per il 50% la Pro-tezione Civile e per il restante 50% la Confe-renza Episcopale Italiana (Ufficio Beni Cul-

turali) con l’utilizzo dei fondi dell’otto permille. L’importo complessivo dei lavori am-monta a 600 mila euro. L’inaugurazione av-verrà alla fine di aprile e segna un momentoimportante della storia del dopo terremoto aZafferana. Infatti ci ritroviamo a venticinqueanni dall’evento (25 Ottobre 1984) e avent’anni dall’inaugurazione della Chiesa ri-costruita. Ci sarà un richiamo alla memoriastorica agli eventi del 1984 e le successive at-tività di ricostruzione. La nuova strutturasarà un centro polifunzionale adibita fra l’al-tro, a sala conferenze e museo parrocchiale”.

Giuseppe Russo

KIWANIS

Nuovo splendore alla Chiesa Maria SS. del Rosario di Fleri

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FATTI 3Marzo - Aprile 2010

“L’Italietta dei due pesi e delle due misure” italiani) che oltre alle promesse e allechiacchiere al vento hanno continuatoa vedere solo fango e detriti e hanno do-vuto accettare la diversità di trattamen-to persino nella morte; niente funeralidi stato, infatti, per le vittime del messi-nese. Nell’autunno del 2007 un’altra al-luvione aveva creato non pochi disaginei medesimi paesi della provincia diMessina, poi devastati nel 2009, manessuno aveva mai parlato di pericolo orischio per chi continuava a vivere aipiedi di una montagna di terra che conla pioggia si sgretolava sempre più.Abusivismo edilizio. Ecco la formulamagica con cui i cittadini di Giampilie-ri e Scaletta Zanclea sono stati piantatiin asso. Abusivismo edilizio. Certo, nonè stata una saggia decisione quella dicreare un centro abitato direttamentesotto la montagna cui si è accennatoprecedentemente, ma allora lo è statoancora meno l’ordine dato dalla Prote-zione Civile ai siciliani alluvionati, quel-lo cioè di ritornare a vivere in quell’in-ferno di fango su cui saranno ricostrui-

che stavolta il più nobile degli intenti èstato fagocitato dalla logica del potere edalla più vampiresca delle speculazioni.Non è affatto mia intenzione far riferi-mento alle indagini relative alla gestio-ne degli aiuti economici per la ricostru-zione delle aree terremotate d’ Abruzzo-indagini rese di domino pubblico soloda pochi giorni- quanto , piuttosto, sot-tolineare ulteriormente una disparitàevidente e palese. Molto prima che imagistrati indagassero sull’operato del-la Protezione Civile, rappresentata dalsottosegretario Bertolaso (la cui pre-sunzione d’innocenza va comunque tu-telata in uno stato di diritto) era lecitodomandarsi come mai le sottoscrizioniper l’Abruzzo tramite sms, c/c postalee bancario fossero regolarmente spon-sorizzate anche dopo grandi interventidi ricostruzione (ospedali, scuole, abi-tazioni), mentre in Sicilia la popolazio-ne colpita dall’alluvione continuava asguazzare nel fango. Sono state nume-rose e chiare le urla di rabbia dei citta-dini siciliani (ma non per questo meno

ti i medesimi centri.A questo punto è leci-to chiedersi se nonci si trovi per casointrappolati in un para-dosso per cui si raccomanda la pe-cora al lupo. Se dobbiamo credere allastoria dell’abusivismo edilizio, si do-vrebbe radere al suolo mezza Italia e ri-costruirla ex novo, non fosse altro cheper la sismicità del territorio nazionale.Tutta la penisola, infatti, ha un terrenoad elevato rischio sismico e ben pochestrutture sono state realizzate secondo icriteri di sicurezza essenziali per garan-tire l’incolumità delle persone. In talsenso, il caso della casa dello studentede L’Aquila si offre come specchio em-blematico dello sciacallaggio parassita-rio che vige in Italia sotto l’egida del po-tere del denaro. Sarà la legge, nel suo(ahimè troppo lento) corso, a stabilirese davvero ci sia stato qualcuno tantospietato da mascherare il proprio cini-smo sotto il candore della solidarietà.

Raffaella Belfiore

Sono ormai trascorsi più di dieci me-si dal disastroso terremoto che il 6

aprile scorso ha colpito l’Abruzzo, fe-rendo mortalmente la città de L’Aquilae cancellando letteralmente il paesinodi Onna. Ne sono passati quattro dal-l’alluvione che si è verificata, nell’otto-bre 2009, nel messinese, affondandonel fango i centri di Giampilieri e Sca-letta Zanclea. In entrambi i casi, solomorte e distruzione. Ed è proprio così,per mezzo di questi due spietati mes-saggeri, che la natura inferocita si ri-prende quel che l’uomo pensava diaverle sottratto. Di fronte a calamità diquesto genere l’unica cosa da fare è at-tivarsi -ognuno in base alle proprie di-sponibilità- per dare sostegno concretoalla macchina dei soccorso prima, e de-gli aiuti poi. Tutto ciò deve avvenire sul-la base della pura filantropia che ci ren-de propriamente “uomini” e non soltan-to “animali sociali”; tutto ciò si deverealizzare sulla base del bene comune enon dell’utile di qualcuno. L’esperienzadi quanto accaduto ci dimostra che an-

Rabbia e commozione. Quella di un uo-mo che cerca giustizia per il proprio fra-tello. È il grido di Salvatore Borsellino,fratello di Paolo, il magistrato ucciso il19 luglio 1992 da un’autobomba fattabrillare in via D’Amelio a Palermo. Lasua indignazione ha risuonato tra le mu-ra nella Casa del Vendemmiatore nelcorso del convegno dal titolo “La veritàsull’agenda rossa di Paolo Borsellino.Mafia e Stato: verbo o congiunzione?”,organizzato dal Comune di Santa Vene-rina – Assessorato alle Politiche Giovanili retto daAngelo Silvio Musmeci insieme ad Azione Giovanipresieduta da Rosario Murabito fattivamente col-laborato da Sebastian Zappulla, e l’associazioneAddio Pizzo di Catania presieduta da Rosario Lu-po. “Voglio gridare a tutti la mia rabbia per quellagiustizia che non è ancora arrivata”: questo il gri-do strozzato di Salvatore Borsellino. “Voglio sco-prire quel velo che ancora oggi, a distanza di di-ciotto anni, nasconde i veri autori di quella strage.Non c’è tempo per le lacrime. Non voglio far com-muovere nessuno. Voglio solo che la mia rabbia di-

venti la vostra indigna-zione. Non abbiamo po-tuto seppellire Paoloperché ancora non ab-biamo avuto giustizia”.Salvatore ha rotto il si-lenzio dopo lunghi setteanni e vuole riscattarsidal tempo perduto.“Dobbiamo impedireche via D’Amelio il 19luglio di ogni anno sia

profanato con quelle commemorazioni di faccia-ta che non restituiscono quella vera giustizia a miofratello. Quest’anno tanti giovani, in via D’Amelio,hanno sollevato quelle agende rosse simbolo delriscatto per Paolo e della ricerca della verità”. L’a-genda rossa è il diario sul quale Paolo Borsellinoera solito appuntare riflessioni e contenuti deisuoi colloqui investigativi, soprattutto negli ultimimesi che precedettero la strage. Borsellino riposel’agenda nella sua borsa di cuoio poco prima di re-carsi dalla madre in via D’Amelio il 19 luglio 1992,come testimoniato dai figli e dalla moglie del ma-

gistrato. Da quel momento, dell’agenda si sonoperse le tracce: nella borsa di Borsellino, trovataintatta dopo l’esplosione, non è più stata rinvenu-ta l’agenda. Quell’agenda conteneva appunti suicolloqui che il magistrato ebbe con collaboratoridi giustizia e con rappresentanti delle istituzioni.Elementi determinati per mettere a fuoco le com-plicità di pezzi dello Stato con Cosa Nostra. “Ab-biamo un’intera generazione colpevole di indiffe-renza - prosegue Borsellino - un paese senza me-moria non è un paese. Vorrei andare in via D’Ame-lio e vorrei che la commemorazione di mio fratel-lo non fosse il 19 luglio, giorno della sua morte,ma il 19 gennaio giorno della sua nascita”. Per ilsindaco di Santa Venerina Enrico Pappalardo nonsi può restare indifferenti davanti ad eventi di que-sto genere. “Uomini come Falcone e Borsellino –aggiunge – non moriranno mai perché vivono neinostri ricordi e sbagliano coloro che credono chela loro morte non sia servita a niente. L’azione chehanno svolto durante la loro vita diviene semprepiù forte perché suffragata da quella parte sanadella società che lavora e spera nella giustizia”.

Rosalba Mazza

La verità sull’agenda rossa di Paolo Borsellino

Il Circolo Legambiente “Val Demone”di Zafferana ha inaugurato il nuovoprogramma delle escursioni (per leinformazioni 3460661065 o mail [email protected]):“Bosco S. Pietro”, “Rocca Novara”,“Megaliti dell’Argimusco - Bosco Ma-labotta”, “Portella Dagara - Cascatedel Catafurco”, “Piano del Cagnolo -Lago Trearie”, “Cava Grande del Cas-sibile”, “Piano dell’Acqua, Monte Ca-lanna, Valle del Bove e Scalazza”,“Serra delle Concazze - Pizzi Deneri”,“Bosco di Calaforno”, “Riserva di Ven-

d i c a r i ” ,“Fior di Co-simo e Mon-te Tondo”,“Ilice di Car-rinu” (nellafoto), “Grot-ta del Gatto,Monte Ilice”e “MonteNero - Tim-pa Rossa”.

SPAZIO SPORT & AMBIENTE a cura di Nello Calì

ESCURSIONI VALDEMONESabrina Rapisarda (nella foto con Tor-natore) dell’associazione “Albara-gnos” di Zafferana, presieduta da An-tonino Tornatore, ha vinto il III torneonazionale predeterminato giovanile diTennis Tavolo, svoltosi al palazzettodello sport di Caserta. “E’ questo unodegli esempi in cui i risultati premia-no i sacrifici e l’impegno incondizio-nato – spiegano Tornatore e il vicePresidente Albaragnos, Salvatore Roc-camena -. In vista delle altre competi-

zioni che ci at-tendono, sia alivello nazionaleche regionale,continueremo aportare avanti ilnostro impegnoall’insegna diuna sana com-petizione sporti-va, nell’assolutorispetto delle re-gole e dell’av-versario”.

LE VITTORIE ALBARAGNOS

L’australiano Andrew Dodt (274 - 6768 71 68) ha vinto a sorpresa l’AvanthaMasters, ottavo torneo stagionale del-l’European Tour che si è svolto sulpercorso del DLF G&CC (par 72) aNuova Delhi in India e al quale nonhanno preso parte giocatori italiani.Con un birdie sull’ultima buca ha re-spinto il tentativo dell’inglese RichardFinch di guadagnarsi il play off (birdieanche per lui), mentre l’inglese Ri-chard Bland cercando di attaccare pervincere il torneo ha segnato un bogeye si è dovuto accontentare del terzoposto con 276 alla pari con lo scozze-se David Drysdale, con il giapponeseTetsuji Hiratsuka e con il veterano in-glese Barry Lane.

DODT VINCE EU TOUR GOLF

L’Istituto Comprensivo “F. De Rober-to” di Zafferana grazie al talento dicinque dei propri studenti Gaetano Si-gnorelli, Simone Cannella, RobertoTodaro, Rosario Scavo, Gianluca Mer-lino, ha vinto il “Campionato provin-ciale studentesco di scacchi” che si èsvolto presso l’Istituto tecnico nautico“Luigi Rizzo” di Riposto. I giovani et-nei seguono con interesse il progetto“I giovani e gli scacchi” curato dallaprof.ssa Santa Privitera e dal dott.Carlo Cannella (nella foto con i vinci-tori). Quest’ultimo ha detto: “Lo sportdegli scacchi agevola la riflessione, lacapacità di analisi, la conoscenza dise, permettendo di imparare il rispet-to dell’altro e delle regole”.

CAMPIONI DI SCACCHI

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PROFESSIONAL...MENTE4 Marzo - Aprile 2010

I NUOVI MODELLI PER L’IVA COMUNITARIAto UE; l’invio telematico quale unica modalitàdi presentazione degli elenchi riepilogativi; laperiodicità mensile quale regola generale dipresentazione dei modelli, con la possibilità diprevedere una periodicità trimestrale per volu-mi di operazioni superiori ad una certa sogliaprefissata (dunque viene eliminata la presenta-zione annuale). Proprio per il clima di incertez-za generatesi a seguito del mancato recepimen-to delle Direttive comunitarie in materia di IVA,l’Agenzia delle Entrate ha fatto sapere che nonsaranno sanzionate le eventuali violazioni con-cernenti la compilazione dei modelli Intrastat

da gennaio a maggio 2010per coloro che hanno l’ob-bligo di comunicazionemensile e di quello del pri-mo trimestre 2010 per co-loro che hanno obblighitrimestrali. Affinché i con-tribuenti siano esenti dasanzioni a loro carico è necessario inviare al-l’Amministrazione Finanziaria, entro il 20 lu-glio 2010, elenchi riepilogativi integrativi redat-ti secondo le modalità che saranno definite dal-la normativa in corso di emanazione.

L’ANGOLO DEL COMMERCIALISTA a cura del dott. Danilo Lizzio - [email protected]

L’Italia ha finalmente recepito, con notevole ri-tardo, le direttive comunitarie in tema di terri-torialità IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) deiservizi internazionali; ciò è avvenuto con lapubblicazione nella Gazzetta Ufficiale numero41 del 19 febbraio 2010. Anche i provvedimentiattuativi relativi agli adempimenti Intrastat, pe-raltro già predisposti dall’Agenzia delle Doga-ne, sono prossimi alla pubblicazione. Le novitàintrodotte dal decreto di recepimento dellenorme comunitarie riguardano: l’obbligo dipresentazione dei modelli INTRA anche per leprestazioni di servizi rese e/o ricevute in ambi-

Con il termine di-slessia si fa riferi-mento ad un distur-bo specifico dellacapacità di leggereche si manifesta inbambini intelligentidurante i primi anni

di inserimento nella scuola primariacon una marcata variabilità dei profiliindividuali. Le difficoltà di decodifica diun testo scritto ne compromettono ine-vitabilmente la comprensione e varianoin funzione sia dei processi di apprendi-mento, sia dei compensi funzionali chei bambini dislessici mettono in attospontaneamente o per effetto della ria-bilitazione. Ad oggi in Italia le diagnosidi dislessia interessano il 3-4% della po-polazione, il che vuol dire mediamenteun bambino per classe, quindi è un fe-nomeno di ampie dimensioni che neces-sita di un’importante attenzione da par-te di clinici, insegnanti e genitori. Inambito clinico il disturbo di lettura faparte dei Disturbi Specifici dell’Appren-dimento (DSA) e può accompagnarsispesso anche ad errori nella scrittura(disortografia e disgrafia) e/o ad un di-

sturbo nell’ambito dei numeri e del cal-colo (discalculia). Sebbene i meccani-smi che vi stanno alla base siano ancoraoggetto di contese tra teorie neuropsico-logiche, cliniche e neuropsicofisiologi-che, occorre evidenziare come siano in-vece chiare le drammatiche conseguen-ze che tali disturbi hanno, sul piano del-l’adattamento psicologico del bambino,a livello socio-relazionale e di autosti-ma. Poiché il disturbo è sì specifico matutt’altro che stabile e circoscritto, oc-corre precisare l’importanza che detie-ne la precocità della diagnosi al fine diun trattamento tempestivo evitando cheil quadro clinico degeneri nel corso de-gli anni. A tal proposito è indispensabi-le che l’apprendimento dello studentevenga valutato e supportato da uno spe-cialista in grado di redigere un profilocognitivo e neuropsicologico indicantegli ambiti e il livello delle difficoltà, maanche le aree indenni, particolarmentepositive, che si configurano come “pun-ti di forza” per un percorso riabilitativoche consenta un proficuo lavoro didatti-co attraverso l’ausilio di strumenti com-pensativi, come previsto dalle normati-ve vigenti.

DISLESSIA EVOLUTIVA

a cura della dott.ssa Carola FordanChi non sa leggere la sua scrittura non è asino di natura!

Attenti al lupo ...La violenza sessuale risulta essere ilpiù grande tradimento in una rela-zione; la sessualità, mezzo di comu-nicazione in una relazione amorosa,diviene, mediante la violenza, unmezzo per ferire, per piegare l’altroai propri bisogni. Chi commette taleviolenza si accosta allavittima come se offris-se amore, mentre inrealtà approfitta del-l’innocenza e dell’im-potenza e della fiduciadell’altro, calpestandoqualsiasi sentimento.Cicatrici profonde si realizzano nelvissuto di chi ha subito violenza, cheportano a rimuovere l’evento trau-matico e ad avere sentimenti di ver-gogna e di disgusto verso quanto ac-caduto. La repressione si evidenzia

con la completa insensibilizzazionedi una parte del corpo, realizzando-si una dissociazione di tipo schizoi-de, in cui la mente conscia non s’i-dentifica con gli eventi corporei. Sirealizza il distacco dal corpo e lamente non è in rapporto con la pro-

pria sessualità, limi-tata all’apparato geni-tale e senza coinvolgi-mento passionale.Ogni tentativo versouna ricomposizionedi tale scissione tramente e corpo si ac-

compagna ad un rinnovamento del-l’esperienza di terrore. Tale espe-rienza viene così a segnare la picco-la vittima lasciandola vincolata, purcrescendo e maturando, all’eventotraumatico subito, per cui ogni qual-

a cura della dott.ssa Maria Teresa Privitera - [email protected]

volta si presentano, nel corso dellavita, esperienze dove si riproponel’aspetto sessuale alla base della re-lazione, puntualmente si riaffaccia-no la paura e l’impotenza a reagirecome automatismi connessi all’at-to violento subito. La vittima reagi-sce, nel tempo, coltivando sentimen-ti di odio e di rabbia, che si vannosedimentando nel suo cuore pola-rizzandosi in passività o aggressi-

vità. Si arresta quello sviluppo, quel-la maturazione che comporta l’in-quadramento dell’aspetto sessualecome un’espressione d’amore, che simacchia invece di ambiguità, disfrenatezza istintiva, di sentimentidi ostilità repressa. La cosa più ter-ribile è essere convinti della propriaresponsabilità nella violenza con-sumata, nonostante il ruolo rivestitocome vittima.

RIFLETTENDO CON LA PSICOLOGA

I CONSIGLI DEL MEDICO VETERINARIOa cura del dott. Simone Di Mauro - [email protected]

L’otite del cane e del gattoUna patologia che frequentemente pos-siamo riscontrare nei nostri animali do-mestici è l’infiammazione auricolare ootite. Cani e gatti ne sono colpiti in ma-niera più o meno grave, ed è importanteper un proprietario attento,saper riconoscere per tem-po i sintomi e comprender-ne l’importanza del proces-so infiammatorio. Comeper gli altri scritti, questoarticolo non ha l’intenzionedi approfondire i caratteri prettamentemedici, ma vuole soltanto fungere daguida per richiamare l’attenzione a ma-lattie frequenti e spesso causa di gravis-sime menomazioni. Anatomicamentel’orecchio è diviso in tre regioni: Orec-chio esterno, costituito dal padiglioneauricolare e dal condotto uditivo ester-no; Orecchio medio, costituito dallamembrana timpanica e dai tre ossicinimartello, incudine e staffa; Orecchio in-terno, che comprende la coclea e i cana-li semicircolari. Secondo la regione inte-ressata dal processo infiammatorio pos-siamo distinguere 3 tipi di otite: esterna,media, interna. Tra queste quella ester-na è la più frequente, mentre l’otite me-dia e interna sono generalmente suecomplicazioni. Le cause dell’otite ester-na posso essere così riassunte: Acqua.L’acqua che penetra nel condotto uditi-vo, ad esempio dopo aver lavato il cane odurante il bagno in mare, favorisce laproliferazione di batteri. Corpi estranei.Frequente soprattutto nei periodi piùcaldi è la presenza all’interno del con-dotto uditivo di frammenti vegetali, inparticolare le spighe di graminacee detteforasacco, che hanno la prerogativa difarsi strada tra i tessuti ed arrivare altimpano, perforandolo. Allergie. Il rive-stimento del condotto uditivo può esseresoggetto a forme allergiche. L’infiamma-zione di quest’ultimo predispone allaproliferazione batterica con il conse-guente sviluppo di un’otite infettiva. Pa-rassiti. Sia nel cane che nel gatto il con-dotto uditivo può essere infestato da un

acaro parassita (Otodectes Cynotis), re-sponsabile della rogna auricolare. Orec-chie pendenti. Le orecchie pendenti,chiudendo il condotto uditivo esterno,ostacolano la circolazione dell’aria, ed

intrappolando l’umidità creano unambiente ideale per la crescita

batterica. I batteri ed i lievitipiù comuni che prendono ilsopravvento in corso di otite

appartengono ai generi Staphy-lococcus, Proteus e Pseudo-

monas. Tra i lieviti, è partico-larmente comune il genere Malassezia,un microrganismo simile alla Candida,che cresce rapidamente in condizioni diumidità eccessiva, causando una fasti-diosa otite. I sintomi dell’otite sono piut-tosto evidenti: prurito intenso all’orec-chio, scuotimento della testa, aumentodella produzione di cerume e presenza dipus maleodorante, il dolore avvolte è co-sì insopportabile da essere costretti adanestetizzare l’animale per poterlo visita-re. Questa patologia è così rilevante cheun ritardo nella cura dell’animale, puòportare alla perforazione del timpano eall’estensione dell’infezione all’orecchiomedio e interno con una serie di compli-cazioni fino alla paralisi del nervo faccia-le ed alla sindrome vestibolare perifericache si manifesta solitamente con sintomidi vomito, nistagmo (movimento oscilla-torio dei globi oculari), head tilt, strabi-smo, impossibilità a mantenere la stazio-ne quadrupedale e nei casi più gravi rol-ling (tendenza al rotolamento su se stes-si). Non è questa la sede per trattare i di-versi approcci terapeutici ma è bene ri-cordare che, purtroppo, un errore co-mune è quello di pensare di curare il no-stro “fido compagno” riesumando le cu-re prescritte precedentemente dal pro-prio medico veterinario. Il ritorno di unotite non prevede lo stesso protocollo te-rapeutico per evitare l’insorgere di unabatterio resistenza e complicare ulterior-mente la patologia. Pertanto è bene nonritardare la visita veterinaria se compaio-no sintomi sospetti.

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NOTIZIANDO

“Fuggire dal nostro inferno interiore prendendo lo svincolo del libero arbitrio …”gativa, ed afferma che quando unindividuo si macchia di un reato èper colpa dell’arcangelo con i pie-dini neri che nell’immaginariocollettivo ha le forme di Lucifero.Secondo il karma, non esistonoarcangeli neri, c’è sempre un’al-ternativa ad un eventuale proble-ma come per esempio; fuggire dalnostro inferno interiore prenden-do lo svincolo del libero arbitrio!E mentre Lucifero si serve dellanatura umana condizionabile,Karma sembra una pillola mira-colosa che agisce sul sistema ner-voso centrale ed abbatte i falli-menti, restituendoci nuove possi-bilità di vita. Karma avrà rimesso

l’italiano medio, poco incline alladisciplina e poco predisposto allepratiche meditative intento a tro-vare il suo punto zero dopo unaregressione individuale e illumi-narsi di energia psichedelica dopoessere stato messo al corrente del-

la sua motiva-zione karmica.La nostra cul-tura mediterra-nea è egopatica(ciò è un limiteal raggiungi-mento del Sé)quanto la no-stra tradizionecattolica è sbri-

i nostri debiti in nome del padrema lo spirito umano ancora vaganel vento in cui risposta non c’è.Intanto è arrivato il nuovo anno.Nel 2010 l’unica soluzione possi-bile è ricominciare da sé stessi co-me italiani ancora pervasi da sen-timenti positivi, malgrado all’e-sterno di noi, lottiamo contro lacrisi finanziaria ed economica, ledisuguaglianze, il debito pro capi-te, l’inflazione, la disoccupazionee l’inquinamento del pianeta. Nelfrattempo, guardiamo al futuroserenamente incoscienti, cercan-do di superare la crisi, magari in-contrandone un’altra.

Carina Spurio

Capita spesso di trovarsi tra lemani testi che parlano di Kar-

ma, il quale, sembra essere unodegli argomenti preferiti dellemasse alternative. In un epoca incui nessun manuale indica la stra-da da percorrere sia-mo costretti a vivere ilnostro destino e quan-do la vita si fa dura,ecco venirci in aiutola regressione ipnoti-ca, pronta come un fa-moso animale nottur-no a prestarci gli oc-chi per aiutarci a ve-dere nel buio dell’in-conscio. Immaginate

“I crimini non trovanouna condanna non soloin un’aula di tribunale,ma nemmeno nell’opi-

nione pubblica”, è una fra-se del libro di AnnaPolitkovskaja, “La

Russia di Putin”, scritto nel 2004, due anniprima di essere uccisa. Della Giustizia in-giusta, faziosa, asservita ai potenti e aglioligarchi, e della guerra in Cecenia Anna hamolto scritto e denunciato, e ne è morta. Aleggere i suoi libri parrebbe che in Italia sia-mo molto avanti, più civili, qui non è lagiungla russa, dove chi può si fa giustizia dasé e “gli altri sono solo polvere sotto i calza-

ri …” (altra frase dello stesso libro). Eppureabbiamo più di un motivo per non sentircitanto migliori. Anche da noi la Giustizia èingiusta – aggiustabile per chi ha soldi e po-tere o per chi addirittura l’ha asservita a sécon leggi fatte apposta, che rendono pertan-to alcuni comportamenti “legali”. Abbiamoavuto giudici corrotti o “giudici da telefona-ta” come li chiamava la Politkovskaja e an-che da noi una larga parte dell’opinionepubblica si è assuefatta al peggio, i nostri li-velli di etica si sono di molto abbassati eprendiamo esempio dall’attuale classe diri-gente che è ben lontana dall’essere e dall’ap-parire integerrima.

Angelo Umana

“Anche da noi la Giustizia è ingiusta …”

Siamo oramai abituati al successone del socialnetwork più famoso del mondo: facebook. Maquesta fama è veramente meritata o è stato sol-tanto l’ennesimo inno al libertinismo di inter-net? Molti notiziari di questi giorni presentanonotizie scioccanti: gruppi facebook dedicati acoloro che promuovono la violenza nei con-fronti dei più deboli. Alcuni riportano articolisu provvedimenti presi per far fronte a tale si-tuazione; come la condanna del tribunale diMilano ai tre dirigenti di Google, accusati didiffamazione e violazione della privacy per

non avere impedito nel 2006 lapubblicazione sul motore di ri-

cerca di un video che mostra-va un minore affetto da sin-

drome di Down insultatoe picchiato da quattrostudenti di un istituto

tecnico di Torino. Una do-manda è lecita: come può accadere che

tantissime azioni (dalla prostituzione alla pe-dofilia, dal gioco d’azzardo alla violazione del-la privacy), che nel mondo reale vanno incon-tro a gravi sanzioni, diventino libere nel cyber-spazio? O se non lo sono lo diventano al piùpresto, scavalcando le eludibili leggi che rego-lano il funzionamento di internet. A nostromodesto parere e avviso, non si può sminuirela questione affermando che ciascuno ha la ca-pacità di scegliere se entrare a farne parte omeno; infatti si può optare tranquillamente dievitare una siffatta matassa di degradazionemorale; ma la cosa più grave è l’apatia, il rima-nere sordi a questo fragore. Con questo pezzonon si vuole annoiare il lettore con futili do-mande che non trovino riscontro alcuno népronta risposta, ma si spera almeno di riuscirea suscitare un flebile sussulto di buon sensoper non rimanere indolenti nei confronti delmondo circostante, compreso quello virtuale.

Francesco Averna

Nelle elezioni del 1924, 38 seggi andarono al li-stone fascista e diciannove all’opposizione. Un

seggio dell’opposizione fu assegnato al Lombardo Pel-legrino, il cui partito “Movimento del Soldino”, isolato e con un solodeputato ebbe un chiaro insuccesso. Il sicilianismo, però, pur sesconfitto sul piano elettorale e su quello organizzativo, si sarebbe svi-luppato anche in senso culturale e politico. Avrebbe avuto, ancora,molto da dire e da fare contro il fascismo, procurando enormi preoc-cupazioni al Regime e allo stesso Mussolini, che nel 1941, con unacircolare, trasferì dalla Sicilia al Continente tutti i funzionari sicilia-ni. Altro movimento sicilianista, nato fra le due guerre, e che dal1937 si trasformò in separatista ed antifascista, operando nella clan-destinità, fu quello della “Fronda”, capeggiato da Federico De Maria.La denominazione prendeva il nome dalla vecchia testata giornalisti-ca dello stesso movimento, soppressa durante i primi anni del regi-me. Negli anni ’30 sorse nella Sicilia occidentale il Fuai (Fronte Uni-tario Antifascista Italiano) che sosteneva l’idea di un forte decentra-mento amministrativo in chiave autonomista, unica via per il rilan-cio della Sicilia. In seguito, negli anni ’40 nella Sicilia orientale operòil gruppo di Antonio Canepa. Quest’ultimo, fra il 1942 ed il 1943 pub-blicò clandestinamente, a dispense, “La Sicilia ai Siciliani”, testimo-nianza dell’ansia di libertà e di autogoverno del popolo siciliano.

Salvatore Musumeci

Sicilianismo come antifascismoSTORIACyberlibertà: bene o male?

5Marzo - Aprile 2010

Fare sesso può soddisfare uno di due bisogni cheabbiamo: sentirci amati, bypassando la nostra de-bolezza, e sentirci superiori al partner, dimostran-do la nostra forza... In ogni caso quindi il sesso è il mezzo con cui voglia-mo affermare la nostra forza e negare la nostra debolezza; perciò non è al-tro che l’ultima vestigia della antica legge di natura del più forte. Alloracome si fà a definire il sesso parte dell’amore? Sarebbe più giusto dire chesesso e amore sono i due lati opposti dell’avvicinarsi a una persona... il la-to naturale e il lato imposto dalla civiltà. Se questi due aspetti vengono adincontrarsi abbiamo amore contaminato dal sesso, passionale e violentocon la tendenza a prevaricare sugli altri, oppure sesso contaminato daamore, dove il bisogno fisico di prevalere è mitigato dall’affetto mentaleper una persona e quindi meno violento e più razionale. Detto questo sa-rebbe meglio cercare sesso contaminato da amore e non il viceversa, e in-vece ci ostiniamo a cercare l’amore contaminato da sesso... Perchè?

Daniele D’Alpa

“Forti, coraggiose, decise. Sonoqueste alcune qualità che con-traddistinguono storicamente ledonne di Sicilia. Donne che han-no cambiato la storia, hanno ap-poggiato scomodi ideali e hannosaputo rafforzare la propria in-dividualità nonostante le diffi-coltà economiche e sociali”, so-no le parole della giornalista Mariagrazia Tomarchio ideatrice,moderatrice e relatrice dell’incontro intitolato “Sicilia, terredelle donne” svoltosi con successo al “Salone degli Specchi” diGiarre. Presenti le relatrici Tania Spitaleri (poesia), AnnalisaSilingardi (politica e filosofia) e il nostro Direttore Responsabi-le Grazia Calanna (giornalismo e società) che hanno illustratostorie di donne “molto spesso sconosciute, proposte comepunti di riferimento per le nuove generazioni”.

Genny Mangiameli

Sicilia, terra delle donne L’OPINIONE

Il sesso ... parte dell’amore?

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Sissy Ca-s trogio-v a n n i(nella fo-to con il

batterista Jack De Johnette), 25anni, di Acitrezza, un amore svi-scerato per il canto, è una brillan-te studentessa del prestigiosoBerklee College of Music di Bo-ston in Massachusetts. Il College,fondato nel 1945, è il più qualifi-cato ed importante Conservatorioal mondo, primo a focalizzare isuoi indirizzi su jazz e musicacontemporanea. E’ proprio dalBerklee che provengono alcunivincitori di Oscar, Grammy eEmmy Awards come Quincy Jo-nes, Diana Krall, Joe Lovano etanti altri ancora. Sissy, come tan-ti talenti, naviga nel mare dell’in-differenza, finché nel 2008 nonpartecipa all’Umbria Jazz vincen-do il premio,“Recognition in outstanding musicianship”, e nelGennaio 2009, a Freibourg (Ger-mania) all’audizione “World Scho-larship Tour” vincendo la Borsa diStudio del Berklee che la porta a

frequentare, non senza sacrifici, ilcorso di specializzazione in Con-temporary Writing and Produc-tion. Qui i docenti riconoscono ilsuo grande talento: una voce pla-stica, armonica, calda e nera, chesi sposa a meraviglia con il jazz ecapace di suscitare forti emozioniin chi l’ascolta. Selezionata tra imigliori studenti, lo scorso 8 otto-bre, si esibisce, al Berklee Perfor-mance Center di Boston, in con-certo con Jack De Johnette, stori-co batterista del jazz internazio-nale (Miles Davis, Keith Jarrett);fa parte del Gospel Choir di Den-nis Montgomery III e partecipa al“Jazz Vocal Series”. Di certo, gra-zie alla sua voglia di arrivare, allafiducia riposta nella Nazione dellachance per tutti, dove la merito-crazia è ancora un valore impre-scindibile, si prospetta per la gio-vane siciliana una luminosa edimportante carriera, non a caso, abreve uscirà il suo primo disco,composto, arrangiato, orchestratoin collaborazione con lo stessoCollege.

Giuseppe Gnoffo

In Usa per “rincorrere” il sogno del jazzTra le tante trichore, cheinsistono sul territoriodella Sicilia orientale, ri-cordiamo la Cuba di San-to Stefano, di Dagala delRe – Santa Venerina, pur-troppo sconosciuta agli

stessi cittadini e che, per l’insensibilitàdelle Amministrazioni, rischia di scompa-rire per sempre, così come recentementeè scomparsa la Cupola, un gazebo realiz-zato all’inizio del XVIII secolo dal princi-pe di Reburdone, come luogo di riparo epunto di osservazione privilegiato, inmezzo alla tenuta, chiamata “feu” (feu-do).Eppure, nel corso degli anni la Cubadi Santo Stefano è stata oggetto di studioe su di essa sono stati realizzati e pubbli-cati diversi saggi – Bottari S., La chiesabizantina di Dagala, in “Rivista di Ar-cheologia Cristiana”, XXII, Città del Vati-cano, 1945-1946; Lojacono P., La chiesadi Dagala del Re presso Santa Venerina(Catania ), in “Tecnica e Ricostruzione”,XV, 1-2, Catania, 1960; S. Giglio, in SiciliaBizantina, Bonanno, Acireale 2003 –, danoi accuratamente consultati. La Cuba diDagala del Re si distingue dalle altre tri-chore per le sue armoniose proporzioni,con ampie absidi laterali, leggermente

più piccole dell’abside centrale. Del tuttoparticolare è il nartece molto spazioso,diviso in tre parti marcati da volte a bot-te. Nell’estremità sinistra del nartece insi-ste una cisterna con parete doppia, moltoprobabilmente una modifica ulterioreche portò alla chiusura di uno degli in-gressi del prospetto. Il lato opposto pote-va essere chiuso per necessità funzionali.Non c’è dubbio sull’epoca alla qualeascrivere l’edificio presente a Santa Vene-rina. Risale al periodo prearabo, tra la se-conda metà del VII secolo e inizio del IX,presumibilmente verso la fine dell’inter-vallo indicato. Per quanto riguarda ilnartece, sono state avanzate ipotesi, siadal Lojacono e sia dal Giglio, che si trattidi una aggiunta posteriore. È possibile,ma poteva benissimo essere contempora-neo con la parte centrale della chiesa, inquanto un nartece, pronao, era un acces-sorio utile e indispensabile delle chiesebizantine. Salvatore Giglio, tra l’altro, so-stiene che la costruzione fosse in origineun battistero, trasformato successiva-mente in una piccola trichora. Saggio ri-chiamato, qualche anno dopo, da BiagioPace, nella sua monumentale opera “Artee civiltà della Sicilia antica”.

Giuseppe Musumeci

La Cuba di Santo Stefano

CULTURA & SPETTACOLO

Ho ancora unmucchio di li-bri, potenzialibest-sellers,dentro al cas-setto. Ma que-

sto no, questo non me l’aspettavo.E’ un libro scritto per caso. Non misono mai piaciuti, i romanzi auto-biografici. Sono come le fotografiedelle vacanze degli altri: alla terzafoto, già non ne potete più, vero?Ecco: un libro autobiografico è co-si, non interessa a nessuno, a me-no che a scriverlo non sia un per-sonaggio veramente famoso, me-glio se della tv. Allora sì che fa il re-cord di vendite. Io lavoro in tv, nel-le piccole tivvù locali, ci lavoro dauna vita, ma non sono famoso. An-zi. Nel libro ho raccontato le mievariegate esperienze professionalida giornalista “figlio di un Dio Mi-nore” su e giù per l’Italia e per

l’Europa (Ferrara, Modena, Bolo-gna, Mantova, Bergamo, Lione,Torino), a caccia di un contrattodecente di lavoro. Quando la casaeditrice Limina mi ha proposto discrivere un romanzo proprio sullemie mille avventure, disavventuree vicissitudini vissute per inseguireil “sogno” di fare il giornalista, nonero molto convinto. Poi mi è pia-ciuta l’idea di fare “qualcosa dibuono”, diventare una specie diRobin Hood dei giornalisti un tan-tinello sfigati, un paladino dei buo-ni contro i cattivi: editori, direttori,capi-redattori, colleghi serpenti.Questa convinzione mi ha dato laforza di volontà necessaria perbuttare giù, in poche settimane,tutte d’un fiato, più di 130 pagine.Man mano che scrivevo, riaffiora-vano ricordi, episodi, situazioniche sembravano ormai sepolte dalpassare del tempo. E, invece, è sta-

to bello ricordare. Mi è piaciuto il“processo di identificazione” conquello che stavo scrivendo: era lamia storia, la storia di Cristiano,ma poteva essere anche quella dichiunque altro, a qualsiasi latitudi-ne, avesse voluto fare sempre e so-lo il giornalista. E siamo in tanti,in Italia: 90.000 giornalisti iscrittiagli ordini dei professionisti e deipubblicisti. Un mestiere che, nono-stante tutto, affascina ancora. No-nostante il precariato, nonostantei co.co.co. e i co.co.pro., nonostan-te gli amici degli amici che ci sca-valcano sempre, nonostante quelliche non rispondono mai ai curri-culum, nonostante quelli che mihanno detto che a 40 anni sono giàvecchio, nonostante le difficoltà adarrivare a fine mese. Non c’è spie-gazione logica: il giornalista “tira”ancora, eccome se tira. Chissà per-ché... Pochi mesi dopo il mio libro

ha persino trovato un titolo azzec-cato, “Volevo solo fare il giornali-sta”, e una copertina accattivante.Qualcuno mi ha detto che il croni-sta con la macchina da scrivere incopertina sembra Indro Montanel-li da giovane. L’ho preso per un su-per complimento. Dopo una pre-sentazione, una ragazza, giovane,mi si è avvicinata e mi ha detto: “Iovorrei solo fare la giornalista, matutti ne parlano male, tutti me losconsigliano. In cosa dovrei crede-re, allora?”. Mi sono quasi com-

mosso. Le ho preso il libro e hoscritto: “Non credere a chi parlamale di questa professione. Credisolo alla tua passione”. E’ la dedi-ca più bella e più sincera che abbiamai scritto.

Cristiano Tassinari

L’AUTORE SI RACCONTA

Volevo solo fare il giornalista

6 Marzo - Aprile 2010

Promessa dell’arte coevaOsservando le opere di Ramon Hamidi, giovane

artista di Palermo, ho avuto l’impressione di im-mergermi nel colore di un paesaggio siciliano con cuiha un forte legame. I tratti con cui sono delineati ipersonaggi e l’ambientazione denotano l’influenzametafisica di De Chirico e del cubismo di Picasso, co-me Ramon stesso definisce la sua arte “metacubi-smo” in una fusione personalissima di correnti, tan-to da rispecchiare tratti naif: più che seguirne unaprecisa, Ramon fa emergere una sua personale incli-nazione mostrando grandi capacità pittoriche, atten-te alla ricerca di stile e di contenuto. Molte sono sta-te le esposizioni che l’hanno visto protagonista nel-l’anno passato, da citare in particolar modo l’eventoal castello di Carini con la presenza di Vittorio Sgar-bi, che ha apprezzato le sue capacità. Emerge il suonaturale talento compositivo, che sullo sfondo fattodi colori arsi dal sole della Sicilia, dona vita a sogget-ti dai volti come manichini, legati al suo intimo pen-siero. Scenari di arti e mestieri, luoghi d’incontro e

paesaggi si fondono conla ricerca interiore: Ra-mon attraverso l’impat-to visivo comunica ilconflitto dell’umanacondizione, sia persona-le che nel collettivo sem-pre più pressato da inu-tili vessazioni. Una sorta di denuncia che riflette ma-turità personale, nonostante i suoi 23 anni, oltre chenello stile pittorico già formato. Il suo tratto è deci-so, le pennellate sono cariche di materia: la forza del-le immagini si sposa con quella del colore, riempien-do le figure fatte a tasselli come a comporre un gran-de mosaico di espressioni e sensazioni, in cui tutto simuove. In conclusione, non mi sento di dare un’eti-chetta allo stile di Ramon, né di trovare similitudinicon altre correnti. Dall’idea di partenza, introspetti-va di ricerca e talvolta di presagio, inizia la riflessio-ne. Questo vuole rappresentare con la sua arte, il suopensiero e il suo vissuto. Ramon Hamidi, a mio avvi-so, è una promessa nel prossimo scenario dell’artecontemporanea.

Antonella Iannò

RAMON HAMIDI

Concluso il XXXI Congresso regio-nale dell’Assostampa che ha ricon-fermato, per i prossimi tre anni,con 102 su 119 voti, Alberto Cice-ro, giornalista professionista, cata-nese, capo servizio del quotidiano“La Sicilia”, alla carica di Segretario Regio-nale dell’Associazione siciliana della stampa.“La fiducia e il consenso che i colleghi mihanno voluto confermare, dopo gli anni tra-scorsi alla guida del sindacato dei giornalistisiciliani, è il segnale importante di una unitàsindacale - ha dichiarato Cicero - che è il mo-do migliore per continuare il lavoro intrapre-so e rilanciare l’attività sul territorio. C’è bi-sogno del corale impegno di tutti per vincerele sfide che dobbiamo affrontare fin da subi-to a causa del continuo cambiamento dellaprofessione. Sfide che sono rese ancora piùdifficili dalla crisi del mercato editoriale”.

ASSOSTAMPACicero, riconfermato Segretario Regionale

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Scritto da un tifoso mila-nista e dedicato a tutti ifans del “Diavolo”. Conpiglio spiritoso ed ironicol’autore, Marco Dell’Ac-qua, in perfetto clima daderby, ripercorre i pas-saggi fondamentali dellastoria dei due club mene-ghini ed enumera le varie moti-vazioni per cui vale la pena so-stenere i colori rossoneri e “ri-pudiare” quelli nerazzurri. Inun dosato mix tra divertentesfottò da stadio e rivisitazionedi personaggi, partite, successi e

sconfitte, il libro (NewCompton Editori) propo-ne centouno capitoli daititoli piuttosto invitanti,quali ad esempio: “Crede-vamo che non potesse es-serci un allenatore piùantipatico di Mancini...ma Mourinho ci ha fatto

cambiare idea”, “Il Milan delbiennio 1988-90 è stata eletta lapiù forte squadra di tutti i tem-pi”, “Noi avevamo il cigno, lorola pantegana”. Una vera e pro-pria dichiarazione d’amore perla propria squadra del cuore.

SPORTIVI DA LEGGERE a cura di Antonio Longo

101 MOTIVI PER ODIARE L’INTER E TIFARE IL MILANUna data: 10 maggio1987. Per sempre scolpitanella memoria dei tifosidel Napoli. E’ il giorno incui al San Paolo il teampartenopeo, guidato dalcondottiero Maradona,conquista il primo scudet-to della sua storia. E’ ladomenica in cui non solo gli ol-tre 80.000 cuori azzurri presentisugli spalti ma un’intera città edi tanti emigrati gioiscono e ri-scattano le mille difficoltà dellavita quotidiana. Apoteosi pura,un’autentica impresa agognata

da decenni. Gli autori,Giuliano Pavone e Giu-seppe Caporaso, ripercor-rono il “film” del campio-nato, che si conclude conil trionfo tricolore, attra-verso le tappe che hannovisto protagonisti i gioca-tori, l’allenatore Bianchi,

la dirigenza capitanata dal pre-sidente Ferlaino, l’appassionatatifoseria. Il libro (Edizioni Graf) propone anche stuzzicanti sta-tistiche, numerosi ed interes-santi flashback del calcio dell’e-poca.

‘NA SERA ‘E MAGGIO

Nell’ambito di «Pen-ne estroverse… Col-loquiando con gli au-tori», promosso dal-l’associazione Estro-lab (diretta da GraziaCalanna, responsabi-le del giornale «L’e-stroverso») e dall’as-sessorato alla Cultu-ra del Comune di Zafferana, nella bel-la cornice della Palazzina liberty è sta-to presentato il libro «Afotismi» diFrancesco Foti, poeta e cantautore. Afare da moderatrice la stessa Calanna,che ha introdotto «l’opera prima di unautore che ha scritto in dialetto poesiedi grande efficacia lessicale, ripren-dendo modi di dire spesso scomparsiattualizzandoli e compiendo un recu-pero culturale opportuno per spingerele nuove generazioni ad accostarsi aidialetti». Relatori Vladimir Di Prima(scrittore e regista) e M. Gabriella Pu-

glisi (dottore di ricer-ca in Pedagogia nel-l’Ateneo catanese),che, partendo dalgioco semantico vo-luto dall’autore tra ilsuo cognome e il ter-mine «aforismi»,hanno ben delineatoquesta silloge di 61

poesie che «costituiscono una sorta diesercitazione linguistico-letteraria inversi liberi». L’autore ha recitato alcu-ne poesie accompagnato dalla chitarradel maestro Marco Cosentino. Il pros-simo appuntamento con il ciclo di in-contri culturali “Penne Estroverse” èfissato per sabato 27 marzo alle ore19, alla Palazzina Liberty, dove saràpresentato il libro di Emma La Spina“Il suono di mille silenzi” (edizioniPiemme) tra i relatori anche l’avvoca-to Giuseppe Lipera.

Enza Barbagallo

Afotismi: arguto e raffinato “gioco di parole”PENNE ESTROVERSE

NOTIZIE LETTERARIE 7Marzo - Aprile 2010

Romanzi in tre righedi Félix Fénéoned. Adelphi (2009)La recente iniziativa de “Il Sole 24 Ore”, Twitteratura, con ogni eviden-za deve un tributo assai importante all’originale invenzione di Fénonche ebbe la “presunzione” di scrivere romanzi in tre righe: una per l’am-biente, una per la cronaca più o meno nera, una per l’epilogo a sorpre-sa. “Leggere per credere” fu il suo motto e, in effetti, nell’assai intrican-te selezione a cura di Matteo Cedignola per i tipi dell’Adelphi possiamogustare centocinquanta romanzi sagaci e sempre ad effetto di Fénéon.

Si tratta di storie di cronaca – dal tentato omicidio al “semplice” ritrovamento di un bambi-no in lacrime – che sono proposte al lettore con l’ardire di una lente di ingrandimento chefa cogliere l’aspetto inatteso, insolito della vicenda. Quindi, c’è grande tecnica in questi scrit-ti che sono da gustare e soprattutto da studiare.

Il peso della farfalladi Erri De Lucaed. Feltrinelli (2009)“Il peso della farfalla”, si compone di due racconti, il primo più lungoche dà il titolo all’opera e il secondo, “Visita a un albero”, brevissimo.“Il peso della farfalla” è centrato sulla sfida perenne tra l’Uomo e la Na-tura, che il narratore onnisciente con un linguaggio lieve e poeticizza-to rievoca tra passato e presente. Da una parte c’è il cacciatore, ex ri-voluzionario allo sbando, alpinista per necessità e solitario per vocazio-ne. Dall’altra, c’è il camoscio pronto alla battaglia per dominare il bran-

co e deciso nella sfida lanciatagli dall’uomo. In mezzo a questa narrazione fatta per imma-gini e senza dialogo, la storia trova il suo zenit in un mattino di novembre in cui il re dei ca-mosci e il bracconiere, due anime solitarie, si scontrano. A ristabilire il giusto equilibrio del-la storia interverrà il peso di una farfalla bianca. A chiusura di libro, il racconto “Visita a unalbero”, narrato in prima persona, è l’incontro tra l’autore e un albero solitario, il cirmolo.La loro sarà una conversazione che “corre ai fulmini”.

Erwin de Greef

Sul comodino di ...

Giubileo 2050...di Giuseppe Perrotta (ed. Kairòs)“Giubileo 2050: una storia speriamo inventata”è unromanzo nato una sera, in una cena tra amici, nellaquale si finì col fantasticare sul futuro della nostra Re-pubblica. E’ thriller che si svolge in ambienti politici,collocato, come detto, in un futuro lontano (2050) cheevita ogni riferimento imbarazzante a realtà attuali, maimpone una seria riflessione, visto già la presenza deglielementi che potrebbero comporre lo scenario ipotizzato. Si svolge in un’I-talia che, avendo imboccato una deriva che tutti ci auguriamo non vengamai presa, è ormai suddivisa in 4 Stati: Repubblica Cisalpina, Regnum Ch-risti, Confederazione delle Regioni Meridionali e Repubblica della Trina-cria. È imperniato sul rapimento del Papa che diventa oggetto di ricatti eco-nomici e politici, in una lotta che coinvolge tutti e 4 gli Stati della penisola,e si conclude con una catena di omicidi che non risparmia anche figure ec-cellenti. La provocazione è un ottimo filo conduttore per il lettore “costret-to” a toccare con mano dove si potrebbe arrivare se l’attuale deriva non ve-nisse frenata.

Giuseppe Gnoffo

La chiesa della Madonna...di Angelo Battiato (ed. Monasterium Album)“Prima che la memoria svanisca nel nulla e le storie de-gli uomini salpino nei mari dell’oblio, noi abbiamo ildovere di raggranellare, di racimolare i cocci dei milleattimi vissuti, dei piccoli bagliori di esistenze che fati-cosamente hanno edificato il nostro mondo e le nostrecittà”. Questo è il “convincimento” civile e culturale èche ha spinto Angelo Battiato, studioso di storia localee di tradizioni popolari, a pubblicare l’opuscolo “La Chiesa della Madonnadegli Ammalati e la famiglia Bruno - tra diritto di proprietà e devozione fa-miliare”, edito dal Centro Studi Culturali “Monasterium Album”. La pubbli-cazione narra la storia della chiesetta rupestre della Madonna degli Amma-lati di Misterbianco, risparmiata dall’eruzione lavica del 1669 e della fami-glia Bruno, da secoli legittimi proprietari del sacro edificio, ne ricostruiscela discendenza, i rapporti parentali e le successioni ereditarie, ma anche lediatribe e le controversie giudiziarie. Una storia affascinante e poco cono-sciuta, un libretto da leggere e da divulgare.

Loretta Licata

I padroni del pianetadi R. Cascioli e A. Gaspari (ed. Piemme)Ancora un libro il quarto scritto da due voci “fuori dalcoro” come Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari cheapprofondiscono un tema di grande attualità comequello che riguarda le (presunte) menzogne di ecologi-sti e ambientalisti illustrando e demolendo la teoria dei«limiti dello sviluppo». I due autori con un attento la-voro di analisi accuratamente documentato intendonoprovare che l’uomo è il solo artefice dello sviluppo e che la povertà dei pae-si sottosviluppati non è dovuta allo spreco delle risorse da parte dei paesipiù ricchi, ma alla totale incapacità dei ministri del potere. Inoltre, Cascio-li e Gaspari offrendo tanti motivi di riflessione nonostante bisogna dirlo èsicuro che quanto sostengono non può e non deve essere “usato” per nega-re le urgenze esistenti o per coprire estesi dispendi ambientali, rimarcanoche il controllo delle nascite, dove imposto, ha prodotto delle aberrazioni eche la “dottrina” ambientalista altro non è che il frutto di accordi di conve-nienza tra potentati economici e politici.

Federico Abate

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ULTIMI... SGUARDI8 Marzo - Aprile 2010

Remember meGenere: Drammatico / RomanticoDurata: 114’ Regia: Allen CoulterCast: Robert Pattinson, Emilie de Ravin,

Chris Cooper, Lena Olin, PierceBrosnan.

Trama. Tyler è un giovane ribelle di New York cheha un difficile rapporto con il padre, da quando il sui-cidio del fratello ha distrutto la loro famiglia. Provarancore verso la vita e crede che nessuno possa capi-re cosa sta passando fino al giorno in cui incontra Al-ly e scopre che anche lei ha subito una tragedia chel’ha segnata profondamente. E mentre l’anima di Allycura le sue ferite e inizia a dargli fiducia nella vita, luicomincia ad innamorarsi di lei. I due trovano confor-to l’uno nell’altra e il loro sentimento si trasforma inuna storia d’amore. Dei segreti nascosti, però, vengono rivelati, e le circostanzeche li ha uniti, minacciano di separarli. “Remember Me”, oltre a lanciare l’impor-tante messaggio di vivere con passione e di tener conto di ogni istante della pro-pria vita, è una storia indimenticabile sulla forza dell’amore e della famiglia.

Ben HarperCombinando groove, funky, soul e folk acusticaartigianale, il cantautore e chitarrista Ben Har-per, ha goduto di culto già nel corso degli anni‘90, prima di ottenere più ampia attenzione versola fine del decennio. Originario della California,Harper è cresciuto ascoltando blues, folk, soul, R& B e reggae, iniziando a suonare la chitarra dabambino e specializzandosi nell’uso della “lap steel guitar”, una chitarra specialeda suonare con l’apposito “slide”, diventato, poi, il suo strumento di firma. Nel 1992ottiene un contratto con la Virgin Records e, due anni più tardi, pubblica il suo al-bum di debutto, “Welcome to the Cruel World”, ottenendo recensioni positive. Pub-blica poi, nel 1995, l’album più maturo e ricco di impegno politico “Fight for YourMind” , che evidenzia una crescita nella sperimentazione musicale e la declamazio-ne individuale. Il terzo album di Harper, datato 1997, “The Will to Live”, spinge ilsuo “blues-oriented alternative folk” nella corrente principale, diventando un pila-stro di college radio e delle radio alternative. L’album introduce gli “Innocent Cri-minals”, band di supporto che aiuta a solidificare i ritmi musicali di Ben ed impri-me una diversità “emotiva”. La carriera di Ben Harper acquista slancio negli anni1998 e 1999. Uno dei suoi album di maggior successo, proprio del 1999, è “Burn toShine” caratterizzato da composizioni jazz anni ‘20 e suoni urbani. Nella primave-ra del 2001, Harper pubblica “Live from Mars”, un doppio disco dal vivo di materia-le elettrico ed acustico riguardante il tour dell’anno precedente e comprendente ma-teriale dei Led Zeppelin, The Verve, e Marvin Gaye. Dopo un tour europeo con i“Blind Boys of Alabama”, nel 2004 esce un album di collaborazione, seguito dal con-certo in CD/DVD “Live at the Apollo” nel 2005. Avido di pubblicazione, Harper tor-na a lavorare con gli ”Innocent Criminals” ed esce il doppio album “Both Sides ofthe Gun”, nel marzo 2006. Durante il tour a supporto del disco, Harper e il gruppoiniziano a suonare una serie di canzoni nuove, incise subito dopo in una sola setti-mana. I prodotti ottenuti, “Lifeline” e “Live at Twist and Shout”, sono stati lanciatinel 2007, anno in cui collabora anche con Jovanotti suonando la chitarra nel pezzoFango, vincitore del Premio Mogol. Nel 2009 per il suo album “White Lies for DarkTimes”, Harper collabora con la “Relentless7 band”.

L’Amico di famigliadi Luigi CarotenutoEdizioni Prova d’AutoreNote trafugate alla vita con il coraggio di unequilibrista che, sagacemente, incede sul-l’impalpabile filamento del tempo. Intimecorrispondenze, liriche le quali, a ridossodell’apparente agevolezza, nascondono un’e-motività peculiare che, paradossalmente,può essere compresa protendendosi al di làdella singola parola. “Piove a dirotto sullavia di casa”, il senso di smarrimento si attor-ciglia alla percezione di inadeguatezza, im-possibile “aderire a questa realtà”, in nessunmodo, “nemmeno con la colla”, e lo spasi-mo, al quale stoltamente “sbarriamo le por-te come se la luce servisse a nascondere lanotte”, spadroneggia “nell’identico modo di sempre”. Il pensiero dell’au-tore diviene lo specchio nel quale riflettendosi, come per prodigio, è pos-sibile riverberare. “L’Amico di famiglia” di Luigi Carotenuto, edito da Pro-va d’Autore, prefato da Anna Vasta, approfondisce gli assunti classici del-la versificazione i quali, per mezzo dell’impulsiva genialità del poeta, ri-fioriscono. Così, in un cosmo distinto dalla tenacia di una “precarietà”versatile, muta l’accezione del dolore, or ora, viatico per un appagamen-to, oltreché individuale, partecipato. Un canto pragmatico, garbatamentecanzonatorio. Nondimeno, rivolto all’esistenza con gli “occhi danzanti” efiduciosi di colui che lancia “un sasso”, poco importa che sia “piccolissi-mo” o, ancor meno, sia ignoto il destino che lo attende.

Grazia Calanna

a cura di Sonia Lizzio

S’intitola “L’ultimogradino” l’albumd’esordio degli “Ese-dra” talentuosa bandcatanese compostada Gino Catanzaro(batteria e basso),Ezio Epaminonda(basso e sax) e Gio-vanni Giuffrida (chi-tarre). Un lavoro (prodotto e di-stribuito dalla Map di Milano)composto da otto brani musicalitutti egualmente coinvolgentifrutto di un pregevole mix trajazz, funky, fusion, etnico e pro-gressivo: “Quarta essenza”, “La-birinto”, “Evvai”, “Copacabana”,“Stuch”, “Da un momento all’al-

tro”, “Alla conquistadella Torre Tabor” e,per finire, “Arlec-chono”. Il gruppoesibitosi in diversishow con celebritàcome James TaylorQuartet, Victor Woo-ten Band e TrilokGurtu, è reduce dal-

la fortunata tournée egizianache compendiato due tappe: alCentro Culturale Portoghese” diAlessandria d’Egitto (nell’ambi-to della rassegna curata da “Art& Generation”, diretta da Mo-stafa Saad e Felice Belfiore) e al“Cairo Jazz Club”.

Nello Calì

L’ultimo gradinoESEDRA