la vita quotidiana nei centri diurni
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Tutto il vento del mondola vita quotidiana nei centri diurni
Vorrei soffiarti in faccia tutto il vento del mondo, spettinare te e i tuoi pensieri.
Lancia il cuore fuori dalla gabbia degli schemi, dal perimetro della normalità.
E anche tu saprai di terra, d’arte e d’amore.
Brano tratto dalla canzone “Tutto il vento del mondo” di Gabriele e Samuele Cecchi
Consiglio regionale della ToscanaProgetto grafico e impaginazione: Patrizio SuppaStampa: tipografia del Consiglio regionale
In copertina: Frammenti di emozione in un cuore unico, di Kepos
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22 - 30 ottobre 2018Palazzo del Pegaso, Firenze
Tutto il vento del mondola vita quotidiana nei centri diurni
Negli ultimi trent’anni, chi si è trovato ad operare all’in-terno del mondo della disabilità ha assistito al cambio di diverse parole d’ordine. Ognuna di esse ha simboleggiato il modo con cui si definivano le persone interessate (han-dicappate, diversamente abili, persone con disabilità) o il pensiero teorico ed operativo che muoveva le politiche e le azioni a favore delle persone. Così se negli anni ’70 la parola d’ordine era inserimento, alla fine degli anni ’80 si è passati a integrazione. Da pochi anni, in maniera piuttosto esplicita grazie alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità approvata nel 2007, abbiamo assistito ad un nuovo cambio: la nuova parola d’ordine è ora diventata inclusione.Percorrere le strade dell’inclusione sociale significa sostanzialmente porre la questione della disabilità nel-la dimensione sociale del diritto di cittadinanza, perché riguarda tutti coloro che partecipano alla vita sociale all’interno di un determinato contesto: includere vuol dire offrire l’opportunità di essere cittadini a tutti gli effetti. Ciò non significa negare il fatto che ognuno di noi è di-verso, o negare la presenza di disabilità o menomazioni che devono essere trattate in maniera adeguata, ma vuol dire spostare i focus di analisi e intervento dalla perso-na al contesto, per individuarne gli ostacoli e operare per la loro rimozione. Al fine di promuovere condizioni di vita dignitose e un sistema di relazioni soddisfacenti nei riguardi di persone che presentano difficoltà nella propria autonomia personale e sociale e al fine di anda-re incontro ad esigenze di famiglie con disabili, il lavoro quotidianamente svolto da tantissimi operatori sociali merita un plauso particolare, perché non si tratta di un lavoro come tutti. Questa bellissima mostra fotografica lo dimostra!
Nicola CioliniConsigliere regionale
La partecipazione attiva alla vita della società è una ca-ratteristica fondamentale per poter definire la salute di una persona, eppure partecipare alla vita di una comu-nità può non essere semplice soprattutto per le persone portatrici di deficit cognitivi più o meno gravi, di disturbi pervasivi dello sviluppo e di sindromi genetiche (come la sindrome di Down).Le persone con disabilità intellettive spesso non sono in grado di adattarsi e partecipare in ambiti quali il lavoro, l’educazione, lo svago e la partecipazione alla vita politi-ca; hanno meno relazioni significative rispetto alle per-sone senza disabilità e sperimentano maggior solitudine. Ecco che a fare la differenza in un tessuto sociale può essere il lavoro costante e quotidiano dei centri diurni e la cultura professionale del servizio, la sua visione, l’atteggiamento del personale e la sua preparazione ed abilità nel favorire l’inclusione. Questa bella mostra fo-tografica ci svela proprio questo aspetto di quotidianità raccontandoci una realtà senza filtri, che ci sia da aiuto nella comprensione di una dimensione umana così impor-tante.Quindi possiamo dire che l’accoglienza, o la diffidenza del vicinato nei confronti delle persone con deficit intelletti-vi definisce il loro grado di disabilità; spetta ai servizi e alle istituzione favorire l’inclusione ed in un certo senso educare non solo i propri utenti, ma anche i membri della comunità a superare la diffidenza.
Eugenio GianiPresidente del Consiglio regionale della Toscana
Presentazioni
E’ mattina. A casa di Marco suona la sveglia presto, come ogni giorno, da quando ha iniziato a frequentare il Centro Diurno. Marco è un ragazzo affetto da sindrome di Down e anche se è ancora un po’ assonnato si sveglia felice, perché la giornata non sarà fatta di noiose ore davanti alla TV, ma di amici con cui condividere mille attività ed esperienze.A Prato esistono tante realtà che accolgono ogni giorno ragazzi con disabilità. Li accolgono col sorriso e li aiutano a crescere, a rendersi autonomi, a riconoscere le proprie emozioni. Li ascoltano ogni giorno, come ascoltano le loro famiglie, con i loro mille dubbi, difficoltà e sofferenze.Le mille sfaccettature di ognuno, che molti talvolta vedo-no come debolezze, diventano punti di forza. La diversità diventa una pedana per risaltare, non un pretesto per iso-lare.Un forte vento accompagna sempre i ragazzi dei nostri Centri. Un vento che spettina e stravolge coloro che hanno la voglia di lasciarsi accarezzare dall’amore, dalla dolcezza e dai mille insegnamenti che esso porta.Nella mostra “Tutto il vento del mondo” quattro Cooperative pratesi si raccontano attraverso immagini, video, opere, performance, prodotti artigianali, e un convegno, così da rendere visibile a tutti uno spaccato della “speciale” quoti-dianità che ogni giorno riempie i nostri Centri Diurni.Buona visione.
I Centri Diurni Kepos, CUI, New Naif e Margherita
Impagliatura di sedie fatta a mano con cordoncino naturale – Centro diurno New Naif – Prato - ph Andrea Foligni
Impagliatura della sedia. Particolare dell’intreccio della trama – Centro diurno New Naif – Prato- ph Andrea Foligni
Rilegatura di un libro. Cucitura di un fascicolo – Centro diurno New Naif – Prato- ph Andrea Foligni
Intreccio su bottiglia. Fase del montaggio della trama – Centro diurno New Naif – Prato- ph Andrea Foligni