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1 PARROCCHIA DI S. EUSTORGIO Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione Settimane dal 13 dicembre 2014 al 10 gennaio 2015 17/14 “Una luce che ti cambia la vita.” Mc 9, 1.10 Carissimi è bello ritrovarci e ascoltare il Signore che ci apre sempre prospettive grandi e ci da anche tanta luce per percorrerle. Darei come titolo a quanto mi pare il Signore ci voglia dire oggi,: “Una luce che ti cambia la vita”. Ascoltiamo il Vangelo di Marco al capitolo 9 i versetti da 1 a 10: 1 Gesù diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza». 2 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3 e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4 E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5 Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6 Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7 Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8 E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. 9 Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. 10 Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Dopo il primo annuncio della Passione, che abbiamo ascoltato la volta scorsa e il forte richiamo a Pietro, e la proposta esigente rivolta a tutti, con la Trasfigurazione, il Signore, vuole rivelare il significato nascosto Della strada che percorre e che propone ai discepoli di percorrere. Gesù è avviato verso la croce, ma vuole che si prenda veramente coscienza che quest’uomo che è avviato verso la croce, è il Signore! La trasfigurazione rivela non solo il futuro, la gloria futura, la risurrezione, ma il significato profondo che la realtà già ora possiede, anche se le apparenze sembrano smentirla. Ci rivela non solo ciò che Gesù sarà dopo la croce, ma ciò che già c’è. I discepoli, attraverso Pietro hanno mostrato di capire che Gesù è il Messia, ma non riescono a capire che già la croce nasconde la gloria, come già la vita di Nazareth, dovremmo dire, risalendo indietro; come ogni aspetto della vita di Gesù. Bisogna che almeno per un attimo il velo si sollevi, bisogna che si riveli anche per noi qualcosa della nostra realtà, che anche per noi un momento, il velo si sollevi. Dice il Vangelo: sei giorni dopo, dopo l’invito a portare la croce, è il settimo giorno quindi, è la fine della creazione, il giorno del riposo di Dio, il giorno della nostra liberazione e della gloria di Dio. E’ il termine del lungo travaglio dell’uomo e della sua fatica. E Gesù prende con sé tre discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, che sono già stati testimoni con Lui, della risurrezione della figlia di Giaro e saranno gli stessi che verranno chiamati a riconoscere, a sostenere il Figlio, Gesù; a riconoscere la sua gloria di Figlio anche nel momento in cui sembra più drammaticamente rinnegata nell’orto degli ulivi. La Trasfigurazione, già gli antichi parlavano di questa metamorfosi di un Dio che appare in forma umana, ma qui, è forse il contrario, è un uomo che appare in forma divina. Le vesti splendenti, dicono che la gloria di Gesù che viene rivelata, è così eccessiva che neppure le vesti riescono a trasmettere, neppure quello i discepoli riescono a sopportare. E ora, dirà poi San Paolo, i discepoli, noi, siamo chiamati a vedere a viso aperto, quel volto di chi non si riesce neppure a scorgere, da cui si resta come abbagliati, ma che invece possiamo contemplare. Dice il Vangelo che: apparve Elia con Mosè; sono i profeti e la legge. La gloria del crocefisso risorto, è una Parola che toglie il velo a ogni altra, come dirà San Paolo nella seconda lettera ai

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