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La sindrome metabolica:gestione infermieristica post acuzie
Dr Paola Massucco
SCDU Medicina Interna 3 ad Indirizzo Metabolico
Caso clinico
• Sig.ra G.A di 66 anni : entra per dolore stenocardico protratto : IMA inferiore sottoposto ad angioplastica primaria
• In anamnesi; non fuma; ipertesa da anni in terapia; ipercolesterolemia seguita presso Ambulatorio delle Dislipidemie : sospesa statina da circa due anni per aspecifiche mialgie ; diagnosi anche di IFG (alterata glicemia a digiuno) ‐ nessun controllo successivo ‐
Caso clinico
• Esami all’ingresso glicemia 208 mg/dl• CT 245 mg/dl HDL 30 TG 190 LDL 177
• Che diagnosi formulereste ?• Quali esami ulteriori richiedereste per confermare la diagnosi ed impostare una terapia?
• Quali criticità avete rilevato a livello dell’anamnesi patologica remota che hanno profondamente condizionato l’evoluzione della malattia cardio‐vascolare ?
STATO DI STATO DI SALUTESALUTE
STATO DI STATO DI MALATTIAMALATTIA
Condizioni genetiche
Condizioni ambientali
Condizioni comportamentali
Cosa sono i fattori di rischio?
Fattori di rischioWorld Health Organization ‐WHO,
The Atlas of Heart Disease and Stroke Geneva, 2004.
Modificabili
1. Fumo2. Ipercolesterolemia3. Sedentarietà4. Obesità (centrale)5. Diabete Mellito
6. Stress …..7. Basso livello socio-economico…..
Sviluppo dell’aterosclerosi
CelluleCelluleSchiumoseSchiumose
StrieStrieLipidicheLipidiche
LesioneLesioneIntermediaIntermedia AteromaAteroma
PlaccaPlaccaFibrosaFibrosa
Lesione/rotturaLesione/rotturacomplicatacomplicata
Disfunzione endotelialeDisfunzione endoteliale
Muscolo liscio Muscolo liscio e collagene e collagene
Prima decadePrima decade Dalla terza decadeDalla terza decade Dalla quarta decadeDalla quarta decade
Crescita dovuta principalmente allCrescita dovuta principalmente all’’accumulo di lipidiaccumulo di lipidi Trombosi,Trombosi,ematomaematoma
Adattato da Stary HC et al. Circulation. 1995;92:1355-1374.
L’entità del problema
• I numeri ….
• Le conseguenze della patologia silente….
• La presa di coscienza della necessità di una prevenzione …….
Dall’80 al 90% delle persone che muoiono per malattia ischemica cardiaca presenta 1 o più fattori di rischio maggiori correlati allo stile di vita.
Più del 50% dei decessi e disabilità da malattie CV potrebbe essere evitato controllando i fattori di rischio maggiori quali ipertensione, ipercolesterolemia, obesità, sedentarietà e fumo di tabacco.
WHO (2003), The World Health Report 2003 ‐ Shaping the future.
MALATTIE CARDIOVASCOLARI MALATTIE CARDIOVASCOLARI
DIABETEDIABETE
Incidenza del 4,5% (dati ISTAT 2006)
♀♀ 4,6%4,6%
Un’eguale percentuale di soggetti è malata senza saperlo
Di cui solo il 13% in adeguato trattamento
♂♂ 4,3%4,3%
Di cui solo il 14% in adeguato trattamento
Il diabete è una malattia cronica e invalidante che necessita di trattamenti per l’intero corso della vita e predispone a numerose gravi e costose complicanze.
Diagnosi di prediabete e diabete
Test della glicemia digiuno
Test di tolleranza al glucosio (2 ore dopo il carico di glucosio)
< 100 mg/dl< 5.5 mmol/l
Normale
126 mg/dl or higher7.0 mmol/l or higher
Diabete
200 mg/dl or higher11.1 mmol/l or higher
Diabete
140 – 199 mg/dl7.8 – 11.0 mmol/lPre-Diabete (IGT)
< 140 mg/dl< 7.8 mmol/l
Normale
100 – 125 mg/dl5.5 – 6.9 mmol/l
Pre-Diabete (IFG)
Quali sono i criteri che ci permettono di fare la diagnosi di diabete ?
• Ci sono alterazioni del metabolismo glicidico che , pur non configurando una diagnosi di diabete mellito, espongono il soggetto ad un rischio di malattia CV ?
Quanto pesa la condizione di pre‐diabete (100‐125 mg/dl) sull’insorgenza della malattia CV ?
Studi di intervento per prevenire la malattia
diabetica in categorie a rischio, (STOP_NIDDM e DREAM ) mostrano un incremento di rischio CV del doppio nei soggetti con pre‐diabete rispetto alla popolazione normoglicemica
CRITERI PER FORMULARE LA DIAGNOSI DI DIABETE
Glicemia a digiuno superiore o uguale a 126 mg/dl. Per digiuno si intende la non assunzione di calorie per almeno otto ore.Glicemia casuale maggiore di 200 md/dl se coesistono segni e sintomi di diabete (polidipsia, poliuria, dimagramento non voluto). Per casuale si intende in qualsiasi momento della giornata, incluso dopo il pasto.Nei casi sospetti, ma con glicemia non diagnostica, glicemia alla seconda ora della curva da carico di glucosio 75 g superiore a 199.
In assenza di sintomi e glicemie inequivocabili, ogni valore alteratodeve essere riconfermato almeno una volta; nel caso della glicemiaa digiuno entro 6 mesi.
Diagnosi di prediabete e diabete
La glicemia su sangue capillare, di grande utilitàper il monitoraggio della malattia, non può essere utilizzata per la diagnosi.
ATTENZIONE !!!
Obiettivi del controllo glicemico
• quali pazienti
• come : sempre insulina o no ?
• UTILITA’ DELLA CONSULENZA DIABETOLOGICA
Il controllo intensivo nel post infarto un problema ancora aperto
DIGAMI 2 DIGAMI 2 :ha confermato che il controllo glicemico :ha confermato che il controllo glicemico èè altamente altamente predittivo del tasso di mortalitpredittivo del tasso di mortalitàà a due anni ma non ha segnalatoa due anni ma non ha segnalatodifferenze significative tra i diversi regimi ipoglicemizzanti odifferenze significative tra i diversi regimi ipoglicemizzanti oralirali
Malmberg BMJ 1997 ……. Malmberg EurHeart J 2005;.
DIGAMI 1 : infusione di insulina e glucosio con rapida normalizzazione della glicemia entro 24 ore dall’evento acuto: mantenimento di terapia insulinica sc nell’anno successivo :11% riduzione mortalità CV nell’anno successivo (NNT=9)– beneficio anche a 3-4 anni
DIGAMI 2 :infusione di insulina e glucosio con rapida normalizzazione della glicemia entro 24 ore dall’evento acuto: mantenimento buon compenso con diversi regimi ipoglicemizzanti orali nell’anno successivo
Problema dislipidemia
• Serve veramente ridurre il colesterolo e trattare la “dislipidemia aterogena ‐‐‐ elevati TG e basso colesterolo HDL– presente nei pazienti con sindrome metabolica ?
• Basi biologiche
• Basi epidemiologiche
• Studi di intervento
Linfocita T LDL
LDLEndotelio
Lume vascolareMonocita
Macrofago
Molecole di adesione
Modello sul ruolo delle LDL nell’aterogenesi : in evoluzione….
Foam Cell
Intima
LDL modificateCitochine
Proliferazione cellulareDegradazione della matrice
Fattori di crescitaMMP
MCP-1
Ross R. N Engl J Med 1999;340:115.
Basi biologiche
IP‐10
Livelli di colesterolo e malattia cardiovascolare
Queste osservazioni emergono in modo similare da
PROCAM, Framingham, MRFIT (studi di popolazione) :
1. La relazione tra LDL‐colesterolo e rischio CV è continua e
semilogaritmica.
2. Il beneficio assoluto teorico della riduzione del colesterolo è maggiore per concentrazioni elevate rispetto a concentrazioni più basse di colesterolo LDL.
3. Dato che la malattia CV è multifattoriale, l’ individuo ad alto rischio sembra avere maggiori benefici dal trattamento rispetto all’individuo a basso rischio con gli stessi valori di colesterolo LDL.
Principali messaggi dagli studi epidemiologici e d’intervento
‐ Un incremento dell’1% della colesterolemia aumenta del 2% il rischio di CHD
‐ Una riduzione dell’1% della colesterolemia riduce del 2% il rischio di CHD
Rischio cardiovascolare come determinato dall’aggregazione di vari fattori con diverso grado di espressione. Il rischio indicato è stato confrontatocon quello di un uomo di 40 anni non fumatore con colesterolemia totale (CT) 185 mg/dl, pressione arteriosa sistolica (PAS) 120 mmHg, nessuna intolleranza al glucosio, senza segni elettrocardiografici di ipertrofia ventricolare sinistra, la cui probabilità di sviluppare una malattia cardiovascolare è di 15/1000 (1.5%) in 8 anni. Il segno di moltiplicazione indica di quanto il rischio si modifica in rapporto ai fattori indicati singolarmente o aggregati (area di sovrapposizione delle ellissi).
Framingham Study
Kannel WB 1977
OBIETTIVI TERAPEUTICI SUGGERITI
AmericanDiabetes
Association
Third JointTask Force Europea
LINEE-GUIDAESC/EASD
2007COLESTEROLO TOTALE < 175 mg/dl < 175 mg/dl
COLESTEROLO LDL < 100 mg/dlMa in soggetti a rischio elevato< 70 mg/dl
< 100 mg/dl < 97 mg/dl < 70 mg/dl inprevenzionesecondaria
COLESTEROLO HDL >40 mg/dl nel maschio> 50 mg/dl nella femmina
> 40 mg/dl >40 mg/dl nel maschio> 46 mg/dl nella femmina
TRIGLICERIDI <150 mg/dl < 150 mg/dl < 150 mg/dl
Studi con statine in prevenzione secondaria:riduzione eventi e colesterolo LDL “on trial”
O’Keefe et al. J Am Coll Cardiol 2004;43:2142-2146
0
30
30 50
20
10
70 90 110 130 210
Eve
nti c
oro
nar
ici (%
)
Colesterolo LDL (mg/dL)
4S-P
LIPID-P
150
y = 0,1629x – 4,6776R2 = 0,9029p = 0,0001
25
15
5
HPS-P
HPS-SLIPID-S
170 190
4S-S
CARE-P
CARE-S
PROVE-IT-PR
PROVE-IT-ATGli eventi sembranoazzerarsi per uncolesterolo LDL di 30 mg/dL
Colesterolo totale
190 210 230 250 270
TG 150 150 150 150 150
HDL 40 40 40 40 40
LDL 120 140 160 180 200% di riduzione per ottenere LDL < 100 17% 29% 38% 45% 50%% di riduzione per ottenere LDL < 70 42% 50% 56% 61% 65%
Quadro lipidico e di base e riduzione percentualeper ottenere l’ obiettivo
DIETA riduzione LDL da 3‐5,8%Systematic review of dietary intervention trials to lower blood total cholesterol in free‐living subjects Tang, J L et al. BMJ 1998;316:1213‐1220
Educare il paziente
Sui farmaci che deve assumere• L’ obiettivo della terapia• la necessità di controlli sia clinici che di laboratorio
• la pericolosità di variazioni spontanee della dose
• la necessità di assumere il farmaco ad orari prescritti
Follow‐up alla dimissione
• Informare il paziente sui fattori di rischio e aiutarlo ad identificare i suoi fattori di rischio
• Discutere gli obiettivi del trattamento farmacologico
• Insegnare a modificare le sue abitudini alimentari
• Riconoscere i sintomi che richiedono l’intervento del medico
• Valutare con il paziente ed i suoi familiari come modificare le attività quotidiane e lo “stile di vita”