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e il Territorio di
San Giorgio della
Richinvelda
Giorgio Moro - Maurizio Roman
la Seconda Guerra Mondiale
Basta aprire un libro che parli della Seconda guerra mondiale e leggerne alcune righe per capire le sofferenze indicibili cui sono stati vittime i combattenti o i prigionieri.
L’Africa, i Balcani con il Pindo o il Golico, la Russia con la ritirata dal Don alla sacca di Nikolajewka, l’internamento in Germania sono tappe che segneranno per sempre la vita di molti dei nostri concittadini.
Ed è per non perdere il ricordo di queste persone, ma anche di tutti coloro che nulla avevano a che fare con l’ambiente militare ma che, loro malgrado,
volume nella consapevolezza che solo facendo tesoro delle esperienze del passato si possono evitare tragedie simili nel futuro.
Gli autori
Per non dimenticare…... per non dimenticarli 2
Era il primo novembre 2013 quando nel cimitero di Pozzo ho incontrato Giacomino Pasquin e sua moglie Mara. Due giorni dopo era prevista la presentazione del volume “La Grande Guerra e il Territorio di San Giorgio della Richinvelda” che, quale direttore generale della Friulovest Banca aveva ricevuto in anteprima per formulare (lui o il presidente dell’Istituto) alcune parole di saluto.
Dopo i graditi complimenti, senza dubbio sinceri e non di circostanza, Giacomino mi esortò a realizzare un analogo volume sulla Seconda guerra mondiale, utile a non dimenticare, con il passare del tempo, fatti e persone del territorio. E, per chiudere la trilogia, disse “anche un volume sul tema dell’emigrazione”.
Giacomino riaffermò l’invito anche in occasione della presentazione del libro, tenutasi presso l’Auditorium comunale. L’ulteriore richiesta mi convinse (ma, in parte, forse già lo ero) ad iniziare subito il lavoro di ricerca. Ogni qualvolta trovavo qualcosa che a me pareva di particolare importanza mi ricordavo delle sue parole “Giorgio fallo perchè altrimenti saranno notizie che con il passare del tempo andranno perdute”. Grazie
Giorgio Moro
la Seconda Guerra Mondialee il Territorio
di San Giorgio della Richinvelda
Giorgio Moro - Maurizio Roman
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Questo volume, realizzato in occasione del 70° anniversario
con il patrocinio e sostegno
Provincia di Comune di San Giorgio Pordenone della Richinvelda
con il sostegno di
con la collaborazione
Gruppo Alpini Richinvelda Pro Loco San Giorgio Gruppo Alpini Rauscedo della Richinvelda
Un ringraziamento particolare a tutti coloro che con documenti e testimonianze hanno collaborato alla realizzazione di questo volume.
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Primo comunicato del neocostituito Comitato Intercomunale di LiberazioneArchivio storico comunale
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Interventi
Dal greco istor, “colui che ha visto”, deriva historia e “storia”. Ne consegue che lo storico è colui che racconta ciò che hanno visto o scritto gli altri, diventando egli stesso testimone indiretto dei fatti.
Questa volta Giorgio Moro e Maurizio Roman, facendo sèguito a “La Grande Guerra e il Territorio di San Giorgio della Richinvelda”, scritto
territorio, caduti, prigionieri, partigiani, tedeschi, cosacchi, repubblichini, sfollati.
Nomi, cognomi e vicende si susseguono per raccontarci un penosissimo e cruento periodo, un’infelice parentesi in cui, nonostante i ripetuti richiami
la ragion non basta”.
D’altra parte è risaputo che la storia non è il regno della felicità.
Immagino, e capisco, il lungo lavoro di indagine e di ricerca, la passione e l’amore che spingono a raccontare la storia della loro gente. Infatti, se lo storico parla delle cose passate non lo fa per adorare le ceneri ma per mantenere vivo il fuoco. Per sua natura lo storico è un buon frequentatore
tracce velate, labili indizi, un po’ Maigret e un po’ Pollicino. Spesso trova
appunti, fa fotocopie.
pialla, smussa, leviga, ritaglia, cuce, incolla, compone e scompone. Il lavoro
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cultura nostrana, Rino Secco e Angelo Filipuzzi che, pur raccogliendo e vagliando materiali per natura diversi, hanno contribuito non poco alla valorizzazione e alla crescita della comunità della Richinvelda.
In ultima analisi, Moro e Roman si impegnano a contrastare il tempo che passa e che, passando, tende a cancellare i fatti e, nel nostro caso, l’impietosa scia di dolore, lacrime e sangue che la guerra ha lasciato. Con questo scritto contribuiscono a tener viva nella comunità la memoria degli
rena nella clessidra dei giorni.
Tra queste pagine riemergono malinconicamente volti e voci, specialmente
che la vita è vasta e complicata e che tutto quello che la terra fa germogliare lo lascia appassire.
Ma, grazie al loro lavoro, resta ben viva la nostra pietas nei confronti di quanti hanno testimoniato con la vita il profondo affetto per la propria Terra.
Gianni Colledani
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ricordare i fatti e le persone del nostro territorio comunale. E, al pari della Grande Guerra, quale maniera migliore se non facendone memoria in un volume che tutti i concittadini possano leggere.
Ed è così stato dato alla stampa il presente volume, frutto del minuzioso lavoro di ricerca di Giorgio Moro e Roman Maurizio. Ricerca che ha spaziato dall’Archivio storico comunale, agli archivi di Stato e militari, agli archivi ecclesiastici, alla lettura di numerosi volumi senza dimenticare le testimonianze di diverse persone che con i loro ricordi hanno dato un contributo concreto ai racconti inseriti nei vari capitoli.
Il libro vuole essere un mezzo per rievocare sia i fatti accaduti a San Giorgio in quel tormentato periodo, compresa la lotta Partigiana ed il dramma degli sfollati, che le vicende che hanno visto coinvolti i nostri paesani nei
campagna di Grecia con il Golico e la tragedia della nave Galilea, dall’Africa Settentrionale ed Orientale alla Russia con la drammatica ritirata che avrà pagine gloriose a Nikolajewka, dalla Francia ai campi di internamento in Germania. Gli autori hanno voluto dedicare un capitolo anche a coloro che, da civili, hanno “deciso” di emigrare in cerca di fortuna, subendo e venendo,
Celeste D’Andrea Barbui Tarcisio Gruppo Alpini Rauscedo Gruppo Alpini Richinvelda
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Ricostruire attraverso documenti, dati, testimonianze il coinvolgimento della popolazione del Territorio di San Giorgio della Richinvelda nella seconda Guerra e le conseguenze di questo tragico evento è di fondamentale
Anche questo volume, come il precedente degli stessi autori sulla Grande Guerra, getta luce sulla vita reale della nostra comunità e delle nostre famiglie in un momento storico di grande portata. Nasce dal desiderio di mantenere viva la memoria della storia vissuta dai nostri padri, nonni,
nei campi di battaglia, nei campi di concentramento e di lavoro, sotto i bombardamenti, nella paura, nella confusione, di raccogliere e documentare
e vera, testimone diretta di avvenimenti tragici che arricchisce ciò che i libri di storia già raccontano con esperienze di vita che hanno lasciato delle tracce indelebili nelle nostre famiglie.
Per tutto ciò la Pro Loco esprime il suo apprezzamento per il lavoro di
permette di prendere consapevolezza del profondo coinvolgimento del nostro territorio e della popolazione negli eventi bellici, della inesorabile presenza della guerra nella vita quotidiana della nostra comunità.
La Pro Loco è particolarmente riconoscente a tutti coloro che hanno sostenuto e reso possibile la realizzazione del progetto. Esprime un grazie particolare agli autori di questo volume per l’importante lavoro svolto su una pagina di storia riguardante i nostri concittadini. A settant’anni dal
dimenticare” e di “non dimenticarli”.
Anna Maria Tramontin La Presidente della Pro Loco San Giorgio della Richinvelda
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Il secolo breve è stato contraddistinto, anche nel territorio del Friuli occidentale, da cambiamenti epocali e da fasi di transizione molto violente
assunto caratteristiche di grande sofferenza per le comunità locali. La ricerca storica sulle vicende belliche e sul rapporto con la vita quotidiana della
guerra mondiale che il gruppo alpini di San Giorgio della Richinvelda ha
le azioni delle formazioni partigiane, le conseguenti rappresaglie, i rastrellamenti, la deportazione dei prigionieri nei lager nazisti,gli episodi legati alla guerra di Liberazione ed alla riconquistata libertà.
costituiscono la memoria collettiva di un periodo di lutti e distruzioni che colpirono la vita delle persone, civili e militari, e delle loro famiglie. Un’intera popolazione venne coinvolta in un nuovo drammatico stravolgimento degli equilibri faticosamente ritrovati dopo le devastazioni della prima guerra mondiale.
L’orrore di quegli eventi deve rimanere vivo nel ricordo e nella coscienza
consolidare nella conoscenza delle persone l’assurdità di quegli orrori e contribuisca a allontanare per sempre lo spettro della guerra.
Claudio Pedrotti Presidente della Provincia di Pordenone
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Noi siamo la nostra storia, i ricordi, come pure la memoria di chi ha vissuto prima di noi. A volte si tratta di momenti di vita vissuta serenamente, ma molto spesso sono i ricordi di tragedie che restano impressi come cicatrici sulla nostra pelle, i momenti dolorosi e drammi come appunto il Secondo
fosse toccato il fondo dell’abiezione e della ferocia nei confronti, non solo
Questo è il contesto in cui ben si inserisce la presente opera, che con puntuale approfondimento ci racconta le vicende degli uomini e delle donne delle nostre comunità in quel periodo. E’ noto che le guerre fanno emergere, da un lato, le peggiori nefandezze, dall’altro grandi atti di eroismo e generosità.
L’importante è non dimenticare e, per non dimenticare, sono importanti lavori come questo, che raccontano, non solo i grandi eventi, come li abbiamo imparati a scuola, ma anche le vicende minute delle persone e delle famiglie.
La nostra banca volentieri sostiene queste iniziative, nella speranza anche
errori.
Lino Mian Friulovest Banca
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Saluto con piacere la pubblicazione di questo volume, e nel portare il
storia ed in particolare sul periodo riguardante le guerre.
Era da poco terminata la seconda guerra mondiale quando alcuni
questa Cantina, voluta anche da coloro che avevano vissuto quei terribili
guerra o soffrendo la prigionia. La realizzazione è stata permessa anche dalla voglia di riscatto e di libertà unita alla volontà di valorizzare il territorio ed i suoi prodotti.
Ed è perciò con piacere che abbiamo sostenuto la stampa di questo volume ove viene ben evidenziato quanto accaduto nel territorio ed ai suoi abitanti
monito per evitare gli errori del passato.
Se Cantina Rauscedo ha potuto crescere e raggiungere nel tempo importanti obiettivi nella qualità dei suoi prodotti, lo si deve anche a settant’anni di pace sui nostri territori, dove persone libere hanno potuto sviluppare un’agricoltura di eccellenza che fa dei nostri territori un modello sia dal punto di vista dell’innovazione che della cooperazione.
Alfredo Bertuzzi Cantina Rauscedo
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Sono passati due anni dalla realizzazione del volume sulla Grande Guerra, un’analisi attenta e puntuale su come la popolazione del nostro Comune ha
Quando ci è stato proposto di sostenere la stampa di una nuova pubblicazione riguardante la seconda guerra mondiale, in occasione del 70°
la convinzione che il ricordo è testimonianza per le nuove generazioni. A maggior ragione quando siamo venuti a conoscenza che i Vivai Cooperativi
territorio e della sua gente, sono da sempre nel DNA della nostra Cooperativa.
Il lavoro degli autori è iniziato con una ricerca partita molto prima
riguardante la nostra Provincia.
Questa analisi è la dimostrazione perfetta di come il nostro territorio, pur
in ogni circostanza “rimboccarsi le maniche” continuando quelle attività economiche e sociali necessarie alla comunità cercando così di alleviare, nel limite del possibile, i disagi e le sofferenze della nostra gente. Comunità le nostre, che dimostrano da sempre carattere e grinta, energia necessaria per continuare ad innovare anche in agricoltura, senza dimenticare la storia e l’esperienza delle persone.
Alfredo Bertuzzi Vivai Cooperativi Rauscedo
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di San Giorgio della Richinvelda a questa pubblicazione che dà continuità al ricordo dei caduti nelle guerre dopo la passata edizione presentata del novembre del 2013.
L’attività di ricerca storica effettuata nei nostri archivi e in quelli di altri enti per tenere viva la memoria di persone, eventi, luoghi e vicende della
attraverso la rielaborazione dei materiali, la composizione del libro ci aiuta a soffermarci sul dramma della guerra.
coinvolte direttamente nei combattimenti hanno visto la morte e gli orrori della guerra e per molti di loro, proprio la guerra ne ha segnato la morte, la
mondiale, ha portato all’attenzione del mondo orrori e discriminazioni razziali senza precedenti, che lasceranno per sempre una macchia nella storia del secolo scorso. Ecco che anche il ricordo della quotidianità nel
che in quegli anni si sono sostituite ai mariti chiamati in armi e nel loro
nuove per dimostrare che l’Italia ce la può fare, continuando ad essere determinante a livello mondiale, ma soprattutto ognuno di noi deve vivere la quotidianità nei valori del rispetto reciproco e della solidarietà, per poter dire davvero di onorare coloro che hanno combattuto e sono caduti per la libertà. Allo stesso tempo dando una chiave di lettura attuale al dramma della guerra, in ogni momento ed in ogni luogo, ognuno di noi si deve battere per essere vero costruttore di pace.
Attraverso questo libro teniamo vivo il ricordo, ed è per questo che il sostegno dell’Amministrazione Comunale è un semplice atto di ringraziamento agli autori, cui va insieme ai gruppi Alpini ed agli enti che
Michele Leon Sindaco di San Giorgio della Richinvelda
la “nostra” Guerra
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Nella pagina precedenteArchivio Secco - Treno in partenza per la Russia. Al centro Sedran Antonio Giovanni di Pozzo con don Gnocchi alla sua sinistra
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La seconda guerra mondiale iniziò, di fatto1, il 1° settembre 1939 con l’invasione della Polonia da parte delle truppe naziste. In risposta la Francia e la Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania.
1945, la gran parte delle nazioni dei cinque continenti e che provocherà .
Senza entrare nelle fasi storiche generali (per le quali si rimanda ad
protagonisti i nostri concittadini nei vari teatri di guerra3.
In SpagnaGià nel 1936 alcuni compaesani furono inviati, con il Corpo Truppe
Volontarie, in Spagna partecipando, con le formazioni nazionaliste del generale Franco, a quella guerra civile. Non risulta ci siano stati caduti. Ci fu un ferito (Sedran Antonio Giovanni 4 ed alcuni decorati con una Medaglia d’Argento al V.M., una Croce di Guerra al V.M., tre Cruz de Guerra spagnole. Numerosi furono i fuoriusciti della zona dello spilimberghese tra 1 Anschluss, dell’Austria alla Germania e nel settembre dello stesso anno con la divisione della Cecoslovacchia, cui seguirà, nel marzo successivo, l’occupazione militare tedesca
110 e la Germania con 97. L’Italia, con oltre 440 mila morti, tra militari e civili, si “ferma” al 10,1 per mille.3
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cappellano militare.
5. Tra questi il paesano Sedran Domenico6 Adolfo Carlini, cognato del futuro rappresentante del Comitato di Liberazione Comunale, Sedran Ireneo.
senza esserne a conoscenza, i parenti Sedran Domenico, sopraindicato, e Lenarduzzi Albano7
nipote. Forse l’anticipo di quello che sarebbe accaduto dopo l’armistizio, con la guerra di Liberazione.
In Africa Orientale Italiana
quei difensori anche Liut Gelindo di Pozzo.
Dei nostri paesani sei furono i deceduti, quattro militari e due civili e
ma anche in Inghilterra o in India. Gli stessi, tra cui Lenarduzzi Olivo e Rovere Giovanni, entrambi di Domanins, avevano partecipato a diverse
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In rapporto alla popolazione il Friuli Venezia Giulia darà il maggior numero di volontari antifranchisti di tutta Italia. Da “Il Piccolo6
sue posizioni contrarie allo stalinismo venne epurato dal partito comunista. In seguito, arrestato,
altri antifascisti italiani si recò a Barcellona per partecipare alla guerra civile spagnola. Si arruolò
spagnola. Nel gennaio 1939, alla presa della città da parte dei franchisti, riuscì fortunosamente a fuggire rientrando in Francia. Si portò nuovamente in Belgio ove aderì a quelle formazioni partigiane
arrestato dalle forze repubblichine ed incarcerato. Fuggì dalla prigione di Milano e combatté contro i tedeschi. Dopo la liberazione aderì ai Gruppi comunisti rivoluzionari. Pensionato, nel 1965 rientrò
La Risveglia7
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battaglie compresa quella sull’Amba Alagi con il duca Amedeo d’Aosta. In
In Africa SettentrionaleLe operazioni in A.S. iniziarono il 10 giugno 1940, al momento della
contrattacco inglese colse impreparate le nostre truppe che vennero respinte sino in Tripolitania .
L’arrivo di un’armata tedesca (l’Africakorps
inizialmente, dai francesi. La battaglia di Tunisi sarà l’ultimo episodio in
tra italiani e tedeschi.
campi del nord Africa, dal Marocco francese alla Palestina, in Inghilterra,
Bronzo ed una Croce di Guerra al V.M.9
Il sergente Domini Leone, di Provesano, fu uno di questi combattenti, prigionieri. In una lettera, datata 6 maggio 1941, inviata al Podestà prima di venire catturato, racconta il suo amore per la terra friulana e il suo “desiderio di ritornare vittorioso come il Duce lo vuole
tra le pallottole sparate dagli aerei inglesi, l’avanzata in una settimana di la sferza terribile del ghibli
impetuoso ed infocato”, l’arrivo nuovamente al fronte “nell’attesa di cimentarsi coll’acerrimo nemico, barbaro e vile”. Concludeva la missiva con la “ferrea volontà di vincere per la grandezza della nostra Patria diletta,
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”. L’entusiasmo aveva contagiato anche Daneluzzi Celso Camillo, di San Giorgio, che a Napoli, in attesa
comunale la sua volontà e quella dei commilitoni, alcuni dei quali già reduci da Tobruk, Bardia, Sidi el Barrani, di passare il Mediterraneo per combattere, pur consci dei pericoli della navigazione. Anche lui termina “con la speranza di un non lontano arrivederci, naturalmente con la vittoria, come ha detto il Duce l’altro ieri”.
In Africa settentrionale, dal 1937, si trovava anche Moro Augusto, di
10 si offrì volontario per la riparazione di un aereo militare incidentatosi, in una zona desertica, durante
un atterraggio di fortuna. Nonostante il continuo disturbo delle autoblindo inglesi riuscì a portare a termine il lavoro permettendo all’aereo di decollare 10
ed un importante centro radio per l’assistenza al volo. Nel corso della seconda guerra mondiale, con
Oasi di Cufra. Riparazione dell’aereo incidentato - Archivio Carlo Moro
del dovere fu decorato con la Croce di Guerra al V.M., unico caso in comune di una decorazione militare data ad un civile, ancorché militarizzato.
Nei Balcani L’avventura nei Balcani iniziò già il 7 aprile 1939 quando i nostri militari
sbarcarono sulle coste albanesi. La guerra durò pochi giorni e l’Albania divenne un protettorato italiano. In quello stato giunsero circa 11 mila
mila lavoratori mandati a costruire strade, ferrovie ed infrastrutture. Molti i nostri paesani, militari, militarizzati o civili, colà inviati o trasferitisi per lavoro.
sembra senza che l’alleato tedesco (che in quel periodo stava preparando
breve e semplice i nostri governanti inviarono un corpo di spedizione non adeguato per numero e mezzi. La carenza si rivelerà determinante. La penetrazione si fermò quasi subito ed il contrattacco greco produsse danni gravissimi. Gli alti gradi militari cercarono di inviare, anche con un ponte aereo, ulteriori forze senza però cambiare la situazione. Nell’aprile 1941, la Jugoslavia e la Grecia furono invase dalle truppe tedesche, alle quali
catturati ed imprigionati nell’isola di Creta, furono liberati dai paracadutisti
combattenti sangiorgini pagarono un grande contributo a quell’avventura. I morti furono 37 dei quali sei perirono sul monte Golico (ove la bandiera
Grecia, il piroscafo Galilea, in convoglio, fu colpito da un siluro, lanciato dal sommergibile inglese Proteus, inabissandosi in poche ore e provocando
Btg. Gemona, trasportati. Dieci nostri paesani perirono nel naufragio (di questi due corpi furono ritrovati a distanza di tempo ed ebbero cristiana
D’Andrea Pierino, recentemente scomparso, Sbrizzi Giovanni e Marascutti Mario sopravvissero al naufragio11. Di 11
famiglie delle vittime e dei sopravvissuti
comunicata la morte per annegamento con preghiera di darne, “con i dovuti riguardi”, comunicazione alla famiglia. Tre giorni dopo un ulteriore messaggio segnalava l’errore comunicando “l’ottima salute” del militare. La gioia per lui ed i familiari sarà, però, breve. Ironia della sorte, il Marascutti
Petracco Tarcisio che si trovò a combattere una battaglia impari con le unità inglesi, già munite del radar. In servizio di scorta
soccorso delle grosse navi da carico o trasporto silurate cercando di salvare
difesa di una donna greca importunata da un soldato germanico. In un’altra occasione la nave nella quale era imbarcato intervenne in soccorso di una imbarcazione tedesca colpita, di notte e con il mare in burrasca, da un sommergibile. L’ordine era di intervenire e allontanarsi dopo pochi minuti per evitare ulteriori siluri. A sua richiesta il comandante, non senza timore, acconsentì a fermare la nave per tutto il tempo necessario a raccogliere i circa quaranta marinai tedeschi che così si salvarono13.
Nei Balcani due concittadini vennero decorati con la Medaglia di Bronzo al V.M. e cinque con la Croce di Guerra al V.M.
In FranciaLa “battaglia delle Alpi Occidentali”, iniziata con la dichiarazione di
guerra, ebbe termine dopo 15 giorni con limitatissimi guadagni territoriali ed un sostanziale fallimento strategico italiano. Il presidente degli Stati
Oggi, 10 giugno 1940, la mano che teneva il pugnale lo ha calato nella schiena del vicino”. Gaetano Salvemini, storico antifascista, invece
a Brigata della quale divenne Commissario e combattendo sia contro i tedeschi sia contro i partigiani “titini” che avrebbero
scolastico sportivo di San Giorgio.13
Non tradimento, ma colpo inferto a uno che si trova sul letto di morte”. La famosa pugnalata alla schiena che i nostri cugini transalpini ricorderanno, rinfacciandocela, a lungo14. Dei 300 mila uomini inviati, ai quali si contrapposero 170 mila francesi, ci furono 631 morti, 616 dispersi,
feriti. Di gran lunga minori le perdite d’oltralpe.
Numerosi furono i nostri paesani, facenti parte di quel contingente, che
occupazione venne ampliata raggiungendo Lione ed il porto di Tolone ed
dei militari venne fatta prigioniera ed avviata al lavoro in loco o nei lager tedeschi.
In Russia
germanici sfondarono in breve tempo il fronte, di 1600 km. che andava dal mar Baltico al mar Nero, penetrando profondamente nel territorio
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in campi di concentramento e quindi fatti rientrare in Italia
Luglio 1941. Treno con nostri compaesani in partenza per la Russia - Archivio Secco
inviare, già nel successivo mese di luglio, un primo Corpo di Spedizione
susseguirono ed all’inizio dell’inverno 1941 le nostre truppe giunsero nel bacino del Donez.
trenta, qualche volta quaranta gradi sotto zero e la tattica nemica del “mordi e fuggi” non permisero ulteriori conquiste territoriali ponendoci, anzi, sulla
avvenne il primo sfondamento. Nel mese successivo il secondo, con la
dei “sopravvissuti” e la Tridentina riuscirono, con temperature che
terminò anche la partecipazione italiana alla campagna sul fronte orientale. Dal marzo 1943 i resti delle divisioni italiane vennero progressivamente
La tragica ritirata dalla Russia - Archivio Secco
della guerra, come pure singoli militari che combatterono all’interno di
compiendo il loro dovere anche con atti di valore. Lo dimostrano le quattro Medaglie di Bronzo e le cinque Croci di Guerra al V.M. loro concesse. I
durante le fasi di trasferimento nei campi in Siberia o in prigionia furono 36.
Fornasier Giuseppe (Puti Sarandel
Stukas tedeschi a 100 km. dal fronte, dalle pattuglie ai margini del territorio all’acqua malsana fonte continua
di dissenteria e dolori addominali”, alla poca considerazione per qualche fetente o cattivo
“Una notte io e il Sergente Vivian di Verona, durante un bombardamento, abbiamo trovato rifugio all’interno di una casupola. Con nostra sorpresa,
Treno colpito durante la ritirata dalla Russia - Archivio Secco
illuminati all’improvviso dai razzi, ci siamo trovati di fronte a due partigiani russi. Ci puntavano i loro fucili e noi, di rimando, le nostre rivoltelle. Ad ogni bagliore ci scrutavamo a vicenda dritti negli occhi, non si sa chi avesse più paura ma nessuno abbassava la guardia. Con grande sorpresa, con il bagliore dell’ultimo razzo, ci siamo accorti che, grazie a Dio, i due che si trovavano vicino alla porta erano fuggitiabbandonati per mancanza di gasolio ed i pasti consistenti in girasoli. Si ricorda della generosità e della devozione dei russi “durante la messa celebrata all’aperto le donne pregavano in ginocchio sulla neve” e della sua fede che lo faceva partecipare, se possibile, alla funzione domenicale.
un attentato dei partigiani sovietici. Debilitato, pesava 47 chili, avrà, comunque, la fortuna di ritornare15.
Fornasier Elia16,
così ottenuti faceva poi passare le funi per legare il legname di costruzione17. Fu nominato capo pezzo della 15a
Julia, cui appartenevano anche i paesani Bisutti Natalino, Leon Osvaldo e D’Andrea Celeste, quest’ultimo decorato con Medaglia di Bronzo al V.M.
Centomila gavette di ghiaccio” di Giulio Bedeschi, che vede come protagonisti gli artiglieri della 13a batteria.
Dopo l’Armistizio
fascista” il Maresciallo Badoglio venne nominato nuovo capo del governo. , l’armistizio con le forze alleate. Tale
accordo, per motivi di opportunità19
settembre. Il nuovo capo del governo dispose la continuazione della guerra 15 Voce Amica16 Nikolajewka; c’ero anch’io di Giulio Bedeschi.17 Memorie di Guerra
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controllata dagli Alleati
Fascista, l’abrogazione del Gran Consiglio, la soppressione del Tribunale Speciale, lo scioglimento della Camera dei Fasci e delle Corporazioni e ordinò la liberazione dei condannati per reati politici.
già, un incubo. La gioia e la speranza di una rapida conclusione svanì presto. I reparti italiani rimasero senza ordini superiori ed i comandanti
continuare la guerra come loro alleati. La gran parte dei militari si sbandò cercando di raggiungere, dai luoghi di servizio anche all’estero, le località di residenza. Interi reparti resistettero in armi ai nazisti , altri si arresero
ove fu ucciso il paesano Fornasier Angelo della Divisione Acqui. Altre resistenze si ebbero nel porto
Paolo, cui hanno partecipato Luchini Guglielmo e Bertuzzi Domenico
Leon Osvaldo, Fornasier Elia, D’Andrea Celeste, e Bisutti Natalino durante la ritirata di Russia - Archivio Elia Fornasier
venendo catturati ed internati nei Lager, disseminati in tutto il territorio del
preponderanti forze naziste.
A partire dal settembre 1943, venne creato, per espresso volere di Adriatisches Kustenland . Detto territorio,
. Furono
capitale Trieste. L’intenzione era quella di annetterlo, al termine della “guerra
l’eventuale annessione non mi soffermo sui richiami alla “vicinanza”,
delle popolazioni dei nostri territori con i popoli di lingua tedesca e dei
dagli italiani che si erano posti al loro servizio tra i quali alcuni Prefetti e Gauleiter (dirigente
di Supremo Commissario . In tutte le Prefetture vennero nominati dei Deutsche Berater , consiglieri amministrativi dei Prefetti italiani. Vennero
economico e del mercato nero e strozzinaggio e istituiti Tribunali speciali di Sicurezza Pubblica per giudicare atti di ostilità contro le forze tedesche. Inoltre tutto il personale addetto alla Giustizia, compresi gli avvocati ed i notai, passò alle dipendenze dal Supremo Commissario.
A Pordenone venne inviato come vice Berater il dott. Carlo Starzacher.
Alpenvorlandanaloga amministrazione
sloveni, 100 mila italiani e 400 mila “furlanen” differenti per lingua e razza dagl’italiani perché
Sostenne, inoltre, che moltissimi attendevano l’amministrazione tedesca. Bruno Steffé, La guerra di Liberazione nel territorio della provincia di Pordenone
Deutsche Berater si veda anche il capitolo “il Territorio”
D’Andrea Natale. Concessione della medaglia d’argento al V.M. - Archivio storico comunale
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fatto i giovani furono costretti ad arruolarsi nell’esercito tedesco o nei reparti
Della stessa, un buon numero, passò dalla parte degli alleati . Alcuni non accettarono alcuna proposta e furono deportati nei campi di concentramento e di lavoro coatto siti nei territori sotto dominazione nazista. Altri scelsero di darsi alla macchia entrando nelle formazioni partigiane. Per quanto riguarda i nostri paesani si rimanda alla lettura dei capitoli “i Combattenti”, “i Prigionieri” e “la lotta Partigiana”.
Guerra di Liberazione
il Territorio
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Nella pagina precedente
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Prima della GuerraPassate la Terza guerra d’indipendenza, con l’annessione anche del nostro
territorio al Regno d’Italia, le avventure in Eritrea, dichiarata colonia italiana nel 1890, Somalia (1908), Libia (1912), e la Prima guerra mondiale, che lasciò irrisolti tanti problemi, nel 1922 prese il potere il Partito Nazionale Fascista guidato da Benito Mussolini cui il re diede l’incarico di formare il nuovo governo. Tutto era iniziato con la “marcia su Roma” del 28 ottobre 1922, alla quale parteciparono anche alcuni nostri concittadini. Era nato il fascismo con le mire espansionistiche proprie dei regimi dittatoriali.
Anche nel nostro comune venne costituito il “Fascio” con alla guida coloro che avevano partecipato alla suddetta “marcia” ed altri, circa una
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Venne istituito il Comitato Comunale dell’Opera Nazionale Balilla con alla guida il geom. Guido Tesan, sostituito, nel 1934, dal dott. Alessandro D’Andrea.
Il 3 ottobre 1935 ebbe inizio la guerra per la conquista, con molta fatica, dell’Etiopia che terminerà solo nell’aprile 19361. Fu così creata l’Africa Orientale Italiana (A.O.I.) posta sotto il governo di un vicerè. Quest’ultima conquista determinò, il 18 novembre 1935, la deliberazione delle sanzioni da parte della Società delle Nazioni nei confronti dell’Italia. Anche se si trattava di provvedimenti blandi, non rispettati da tutti, in primis da Stati Uniti e Germania, della durata di meno di un anno, il fatto produrrà un
Come risposta alle sanzioni il P.N.F. organizzò diverse iniziative volte sia alla creazione di una maggiore coscienza patriottica sia a difesa della
nazione. Tra queste anche la raccolta degli anelli nuziali e di altri oggetti preziosi. Le cronache dell’epoca riportarono come un successo per il regime
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Ricevuta della consegna dell’anello nuziale di Maria Barattin in Luchini di Aurava - Archivio Alice Luchini
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i 33.622 chili d’oro e 93.473 d’argento raccolti con la campagna “Oro alla Patria”.
Ma oltre alla propaganda di regime c’era il bisogno di vivere. Un’estrema indigenza colpiva moltissime famiglie e tanti erano gli iscritti nelle liste di
non bastava più alle varie necessità.
Gli uomini, giovani e meno giovani, cercarono di emigrare in zone d’Italia dove potevano trovare lavoro ed all’estero, con occhio particolare verso i nuovi territori conquistati, ove si erano create grandi possibilità nella costruzione di strade ed infrastrutture. Furono una cinquantina i nostri paesani che, nella maggior parte con il 27° scaglione, il 19 febbraio 1936, partirono da Braida Bassi di Udine, con i “saluti fascisti” del dirigente unico
offerte sia dal Podestà (per la parte riguardante la buona condotta morale e civile e la bravura nella professione) sia dal Segretario Comunale del Fascio (per la mancanza di precedenti politici). Per molti l’avventura sarà breve. Ritorneranno dopo circa 6 mesi, ammalati di malaria. Il Comitato Provinciale Antimalarico di Udine fornì loro, gratuitamente, gli esami utili ad individuare la cura appropriata ed i medicinali occorrenti. Qualcuno, dopo guarito chiederà, comunque, di ritornare in Africa, forse contagiato da una strana malattia chiamata “mal d’Africa”. Anche molti militari inviati in servizio in quei territori rimasero colà, per lavoro, al momento del congedo “in colonia”2. La ricerca di una vita meno grama, o la necessità di aiutare le famiglie, spinse anche molte giovani (quasi bambine) ad emigrare recandosi “a servizio” nelle grandi città presso famiglie nobili o facoltose. In proposito vale la pena raccontare quanto accaduto a Franceschina Maddalena Giulia, di Luigi nata nel 1914 a Domanins che, per aiutare la
Nel 1936 aveva accettato la proposta di un medico di Valvasone che con la famiglia si sarebbe recato, per due anni, a Massaua per lavoro. Ed è a Massaua, ove il piroscafo Cesare Battisti era arrivato il 23 dicembre 1936,
colpita dall’esplosione delle caldaie del piroscafo, mentre risaliva a bordo a recuperare delle valigie, morendo il giorno di Natale. Venne sepolta nella città eritrea.
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riguardano
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Il regime fascista era all’apice e nell’aprile del 1936 il Comando della 55a Legione “Alpina Friulana” della M.V.S.N. (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale) chiese la disponibilità al Comune (furono interpellati anche i Comuni di Artegna, Pinzano, Rive d’Arcano, e Castelnovo) per la costruzione di un “Campo d’Assalto”, con annesso poligono di tiro, per le esercitazioni pre e postmilitari. Nella risposta il Commissario Prefettizio indicò la zona della Richinvelda come luogo prescelto. Non consta che i lavori di costruzione del campo siano mai iniziati.
Nel marzo del 1937 ci furono le dimissioni, per motivi di salute, da Podestà del cav. Luchini Leonardo. Lo sostituì, come Commissario Prefettizio, il rag. Crovato Elia.
Nel luglio del 1937 il Prefetto di Udine nominò l’amministrazione straordinaria dell’Ente Comunale di Assistenza, con presidente il Podestà e consiglieri Tramontin Fabiano, rappresentante del Fascio di Combattimento e la segretaria del Fascio Femminile.
Nel maggio del 1938 i fratelli D’Andrea Antonio e Natale di Rauscedo presentarono in comune un progetto, con schizzo planimetrico, per la “sistemazione, deviazione e prolungamento del roiello che dalla Roiuzza passa lungo le case di via Poligono”.
Il 1° febbraio del 1939, in occasione dell’anniversario della costituzione della M.V.S.N., si svolse a Roma, alla presenza del Duce e di una delegazione militare tedesca, una parata militare con rassegna per cui furono mobilitate una quindicina di Camicie Nere del nostro comune appartenenti alla 55a Legione Alpina Friulana.
Il 30 marzo, data dell’occupazione di Madrid da parte delle forze del Generalissimo Franco, venne disposta l’esposizione della bandiera. Per il 12 ottobre, anniversario della scoperta dell’America, a differenza di quanto fatto negli anni precedenti, l’esposizione venne “sospesa” e osservato il normale orario di lavoro3. Per il 28 ottobre, anniversario della “marcia su Roma” oltre all’esposizione delle bandiere “essere illuminati, le campane e le sirene suonare a distesa dalle ore 12.00 alle ore 12.15”.
Tutto era razionato e contingentato, dal burro alla farina, dallo zucchero al sale, dalle patate al petrolio, dalle candele al carburo per illuminazione,
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generi che venivano “assegnati” ai commercianti dal Centro Distribuzione Generi Razionati per poi essere distribuiti ai clienti. Il granoturco, trattenuto quanto stabilito a persona, doveva essere consegnato all’ammasso; del vino, denunciate le quantità prodotte, il 20% doveva essere accantonato.
Nell’aprile del 1939 iniziò la conquista dell’Albania, stato ove si recarono numerosi nostri concittadini in armi ma anche civili o militarizzati per motivi di lavoro4.
Nel luglio del 1939 una fortissima grandinata colpì molte zone del Friuli, tra le quali Domanins e Rauscedo che riportarono la perdita del 75% dell’uva e del 20% del granturco, con un danno complessivo di 680.000 lire. Il governo, nella persona del Duce, intervenne con un riparto totale di 100.000 lire, assegnando a San Giorgio la somma di 2.000 lire che venne divisa, in parti uguali, tra 20 piccoli proprietari bisognosi.
Il 7 ottobre, nel cortile delle scuole adiacenti alla Stazione vennero inaugurati, sotto la direzione del “comandante” Luchini Ottavio, i corsi premilitari della Gioventù Italiana del Littorio per l’anno 1939.
La guerra5 si stava avvicinando. Nel febbraio 1940, su disposizione del
materiali metallici (comprese le recinzioni in ferro) esistenti nei pubblici
Provinciale delle Corporazioni il Podestà riferì che nel territorio vi erano 116 cavalli (44 precettati), 5 muli e 634 carri agricoli (11 precettati).
E furono inasprite le norme, già emanate con la legge n. 1728 del 17/11/1938, sulla razza. Nel maggio 1940 il Municipio dovette segnalare
in congedo con donne di razza ebraica. Altre disposizioni ordinarono la trascrizione della razza (ebreo o non ebreo) sulle schedine di arrivo negli alberghi ed altre ancora arrivarono a privare della pensione gli ex cittadini austroungarici (divenuti italiani) di razza ebraica.
Il 6 giugno 1940 il Podestà Crovato Elia, tenente, venne richiamato alle armi e inviato a Castelnuovo d’Arsa, vicino Pola, al 318° Btg. Territoriale Mobile. Il giorno successivo De Bedin Umberto venne nominato Commissario Prefettizio, carica che manterrà sino al ritorno, nel febbraio 4
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conseguente dichiarazione di guerra di Francia e Gran Bretagna
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1942, del Podestà precedente.
E che fossimo oramai vicini alla catastrofe lo si evince da un telegramma, inviato dalla Regia Prefettura e pervenuto in Municipio nella tarda mattinata del 10 giugno, che disponeva “gli impianti di ascolto collettivi siano in funzione a partire dalle ore diciassette precise”. Il Podestà rispose che non esistendo circuiti di autoparlanti alcune radio erano state collocate in tutte le singole borgate. Bisognava che il popolo ascoltasse.
La guerra“Mi serve un pugno di morti per sedermi al tavolo delle trattative”. La
frase attribuita a Mussolini proiettò l’Italia verso la guerra. Il 10 giugno 1940, con la lettura del famoso proclama da parte del Duce, la dichiarazione di guerra fu consegnata agli ambasciatori di Francia e Gran Bretagna.
Cerchiamo di seguire, passo dopo passo, gli avvenimenti accaduti o che hanno, comunque, coinvolto il nostro territorio ove, allo scoppio della guerra, vivevano 5.270 persone.
Da subito vennero vietati i comunicati di guerra in pubblico. Tutto ciò che era riferibile al mondo inglese e francese, comprese le aziende commerciali, industriali od agricole gestite dai cittadini di quelle nazioni venne
rappresentazioni teatrali di autori anglo-francesi. Erano concesse quelle degli autori irlandesi. Un telegramma del 28 giugno ordinò la rimozione di tutte le scritte o cose francesi e inglesi. Ad ottobre, per l’anniversario della scoperta dell’America, venne nuovamente vietata l’esposizione della bandiera.
Nello stesso giorno il Quadrunviro Italo Balbo fu colpito, per errore, dalla contraerea italiana a Tobruch. Anche in Comune arrivò la disposizione del Duce di esporre la bandiera a mezz’asta per il 30 giugno ed il primo luglio.
E che l’Italia non fosse entrata in guerra sotto una buona stella viene dimostrato anche dal violento ciclone che nel pomeriggio del 16 luglio si abbatté sul territorio comunale recando notevoli danni a Domanins (50 abitazioni), tra Provesano e Cosa (un centinaio di case), alla chiesetta di San Nicolò alla Richinvelda, alla Colonia, al palazzo comunale ed in altre località.
Nel mese di luglio, per facilitare la ricezione di saluti e richieste di notizie
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comunale
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per i combattenti, l’E.I.A.R. realizzò, nell’ambito delle trasmissioni per le
ai parenti in Francia.
Bisutti Mario di Rauscedo e di Luchini Leonardo, cuoco presso il ristorante Paradiso di
Moro Alessandro
6
6
e commercianti.
Tramontin Fabiano D’Andrea Luigi
accolte.
nel supremo interesse della Patria in armi la Nazione a conferire all’ammasso un supplemento di frumento e segala sostenere i nostri gloriosi soldati che combattono”.
”
rame “esclusi i paioli da polenta
la raccolta ha dato ”.
Crovato Elia
tutti indistintamente gli ebrei”.
7.
Lenarduzzi Mattia Angelo,
Zootecnia.
circa 300
invaso il Municipio e con grida e parole minacciose hanno reclamato la
7
44
revoca del provvedimento che un solo mulino non può smaltire tutto il lavoro richiesto dalla popolazione del comune”
pellicole.
di pacchi destinati ai singoli militari,
tutti i militari dei vari reparti” .
comunale
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Chivilò Regina
incendi alle colture cerealicole causate dal lancio di mezzi incendiari da parte degli aerei nemici”.
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che Istituto Nazionale Luce
avvenimenti succeduti luglio
con perdita totale del prodotto dell’uva oltre ai danni alle altre colture”.
Udine di esonerarlo dall’incarico causa le “consentono più di esplicare l’attività necessaria per adempiere alle funzioni della mia carica, specie nelle attuali contingenze, in cui tanta mole di lavoro fa capo al Municipio
Dopo l’Armistizio
Ad Udine
che attuò la sua opera in maniera massiccia in tutto il Friuli.
.
Filipuzzi, Pagine sparse di vita vissuta
provvedere ripristino denominazioni stradali mutate ”.
“Heidelore
fonetico) non
a a e la a
in bicicletta dell’intera zona.
.
La guerra di Liberazione nel territorio della provincia di Pordenone
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venne destinato un reparto corazzato e di istruzione (
a Casarsa14.
Il Comando Militare tedesco, per evitare possibili azioni armate, già a metà ottobre emanò un proclama che proibiva il possesso di armi da fuoco e disponeva la conseguente consegna, con possibilità di trattenere le canne, pena la denuncia “ Nel nostro territorio furono consegnati 16 fucili da caccia, di varie marche e tipo. Ad alcuni vennero lasciate le canne.
Anche Tesan Luigi appassionato cacciatore consegnò un’arma. Non era però la sua, che aveva nascosto in un’intercapedine di una porta, ma un vecchio fucile di epoca napoleonica che era riuscito, non si sa come, a recuperare15.
Nel mese di ottobre il Podestà riscontrò numerose violazioni alle regole
fenomeno della macellazione clandestina dei bovini e suini. Per arginare tali fenomeni, oltre a costituire una apposita commissione che facesse opera
Provinciale dell’Alimentazione di poter distribuire, alla popolazione non abbiente o bisognosa, parte del granoturco e dei grassi di maiale raccolti.
Nello stesso mese, anche su indicazione del Comando germanico, venne disposto il ritiro di tutti i “giornali luce” editi dopo il 25 luglio.
dei ritratti di Vittorio Emanuele III° di Savoia. Per il 28 dello stesso mese, invece, anniversario della marcia su Roma fu previsto l’imbandieramento
”.
La ricerca di operai per le ditte tedesche (Todt) o italiane che lavoravano su loro incarico diventò molto importante tanto che la delegazione di Spilimbergo della Confederazione Fascista dei Lavoratori dell’Industria, a metà ottobre, invitò il delegato comunale a propagandare le ottime condizioni di ingaggio per lavori al campo d’aviazione di Campoformido. Anche i parroci delle chiese del comune, su invito pressante del Podestà, al quale era stato chiesto l’elenco degli operai disoccupati, segnalarono le proposte indicando alcune ditte tra le quali la Rizzani e la Italstrade. Non 14 , Udine 2005, pagg. varie15
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ricevendo una risposta soddisfacente una decina di compaesani furono precettati, tramite il Gruppo Carabinieri di Udine che li invitò a portare “seco una coperta ed il necessario per consumare i pasti”.
Da parte dell’Alto Commissario tedesco e del Fronte Tedesco del Lavoro fu abbondantemente propagandata la ricerca di personale maschile e femminile da avviare in Germania. Inoltre le giovani vennero invitate a prestare servizio presso famiglie private del Reich in qualità di domestiche.
Il 9 novembre l’autorità militare tedesca reiterò l’obbligo, qualora non fatto, di versare in Municipio, le armi, le relative munizioni e la polvere da sparo.
Il 12 novembre la Prefettura di Udine inviò un telegramma nel quale veniva richiesto ai sindaci il personale impegno a fare opera di persuasione per l’arruolamento di lavoratori per la Germania. Lo stesso giorno, a seguito dei ripetuti danneggiamenti alle linee telefoniche tedesche, attuati dai partigiani, il Comando germanico ordinò la vigilanza diurna e notturna delle linee da parte della popolazione maschile dei comuni minacciando, in caso di sabotaggio, la fucilazione dei vigilanti. In merito il Podestà, considerata
parroci a leggerla e commentarla onde evitare i gravi danni previsti in caso di inadempimento.
Il 1° dicembre Daneluzzi Celso Camillo venne nominato reggente del Comitato Comunale dell’Opera Nazionale Balilla sostituendo il maestro Zannier Mario richiamato in servizio militare.
Nello stesso mese il Supremo Commissario per la zona di Operazioni Alto Adriatico, per invogliare le persone a recarsi a lavorare in Germania
ristrettezze e l’ambiguità del momento favorirono la presentazione delle domande da parte di numerosi nostri compaesani che vennero colà inviati.
Sempre in dicembre si svolse anche l’11a Giornata della Madre e del Fanciullo promossa dall’Opera Nazionale maternità Infanzia. Nell’occasione ben 12 madri furono premiate per il “buon allevamento della prole”.
E se il 1943 si chiuse con risultati non proprio positivi il 1944 si aprì con ancor meno speranze.
Su disposizione del Comando germanico, in considerazione delle sempre più frequenti incursioni aeree, nel capoluogo ed in ogni frazione furono
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precettati una decina di uomini da adibire a squadra antincendio in caso di bombardamenti. Ogni squadra aveva un capo che doveva rispondere al comandante del presidio tedesco. In merito il Podestà chiese (ricevendo riposta positiva) al Comitato Provinciale Protezione Antiaerea della Prefettura di poter utilizzare, per segnalare l’allarme aereo, la sirena dell’azienda Pecile che era posizionata al centro del comune. Fu anche disposto l’immediato sopralluogo dei medici condotti e di personale tecnico nei luoghi colpiti dai bombardamenti aerei.
Per sopperire ad eventuali danni riportati dai bombardamenti delle forze alleate l’autorità civile tedesca mise a disposizione un discreto quantitativo
esclusivamente a coloro che si presentassero muniti di una dichiarazione del Podestà
”.
Sempre in gennaio il Prefetto e l’autorità tedesca mobilitarono, per otto giorni, diverse persone del comune, per partecipare a lavori di sistemazione del campo d’aviazione di Rivis di Sedegliano, “con buona retribuzione”. In
germanica. Per lo stesso motivo, il 2 febbraio, furono mobilitati 50 manovali.
L’8 febbraio 1944 ci fu il primo tentativo, da parte degli aerei alleati, di bombardare il ponte sul Cosa posto tra Provesano e Gradisca.
La Sezione Provinciale Alimentazione di Udine del Ministero Agricoltura
delle Forze Armate italo-germaniche. Il Comune di San Giorgio, in base a tale ordine, doveva consegnare, al Consorzio Agrario di Valvasone,
il Podestà, presumendo “un grave malcontento nella popolazione, verso ” chiese l’invio di un esperto
per ispezionare le stalle e procedere alle requisizioni.
La scarsa presentazione volontaria di operai nei lavori di importanza bellica venne ripetutamente segnalata dai germanici al Podestà che, il 10 febbraio 1944 con un avviso, chiese alle persone disponibili di presentarsi in Comune.
La Prefettura di Udine, nel febbraio 1944, sollecitò varie volte i Podestà
reparti della Difesa Territoriale anche alle persone sino ai 50 anni.
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Nei primi giorni di marzo la Prefettura, “per evitare manifestazioni” inviò un telegramma per “l’eliminazione di stemmi e scritte murali riferitesi al cessato regime”. Il Podestà diede incarico al muratore Tesan Francesco di “alla cessata casa regnante e ai traditori nel periodo dal 25 luglio al 7
”.
Anche le forze tedesche, con molta probabilità si stavano rendendo
germanico di Udine emise, per allevatori e detentori, un ordine di consegna, previo indennizzo, dei colombi viaggiatori o di bellezza. Il 17 marzo la stessa autorità chiese un elenco sulle giacenze sul territorio comunale di armi, cannoni, mortai, mitragliatrici e fucili mitragliatori con relative munizioni e bombe a mano. La risposta del Podestà fu “…nel territorio di
”.
Il successivo giorno 28 Schifko Josef, Fuehrer del propagandaeinsatztrupp della provincia di Udine emise un ordine perentorio
nelle strade e nelle piazze” precisando che “la non ottemperanza…verrà ”, rendendo il Podestà
responsabile dell’esecuzione delle disposizioni.
Nel marzo 1944, nel territorio comunale, ebbe luogo la prima azione partigiana. Furono danneggiate alcune linee telefoniche alla cui sistemazione e ripristino operarono anche i genieri tedeschi.
Durante lo stesso mese il Prefetto De Beden invitò i Podestà (tra i quali quello di San Giorgio) ad una riunione per stabilire le modalità di rifornimento di latte per la città di Udine. Nella riunione venne stabilito che un determinato quantitativo di latte doveva essere conferito anche da alcune latterie del comune.
Sempre in marzo la Prefettura di Udine, in conformità al bando del Supremo Commissario della Zona di Operazioni del Litorale Adriatico, Rainer, emanò la “chiamata al servizio di guerra dei giovani delle classi 1923-1924-1925” con apposite Commissioni di Leva inviate in ogni comune. A San Giorgio la visita era prevista per il 22 marzo. Contro coloro che non si fossero presentati “saranno adottate, da parte del Comando germanico, severe disposizioni”.
Il 3 aprile, nella risposta alla Prefettura circa i rifugi antiaerei il Podestà
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“ricoveri casalinghi di circostanza” apprestati per la famiglia e non soggetti all’osservanza delle leggi sui ricoveri.
La stessa Prefettura chiese, il 12 aprile, l’elenco nominativo delle persone di razza ebraica residenti nel comune con l’elenco dei loro rispettivi beni. La risposta fu naturalmente negativa, verosimilmente perché nessun ebreo abitava nel territorio.
Nello stesso mese cominciò a scarseggiare la farina per fare il pane a causa della mancata assegnazione dei buoni. Il Podestà fece presente la situazione alla Sezione Provinciale dell’Alimentazione, affermando che “tale lacuna
”, inviando, nel contempo, il messo ad Udine per il ritiro dei buoni di prelievo. Alcuni fornai provvidero in maniera autonoma al rifornimento della farina.
La stessa Sezione Provinciale nel seguente mese di aprile vietò ai forni del
un forno a tale scopo.
dei beni mobili ed immobili già appartenenti al Fascio di Combattimento (proprietario di uno stabile poi divenuto sede della Colonia) e Fascio Femminile al Commissario del Partito Fascista Repubblicano. Nella risposta il Podestà comunicò che “costituito il P.F.R.”.
Il 2 maggio il Comando tedesco di Udine obbligò tutti i comuni vicini alle linee ferroviarie (pertanto anche quello di San Giorgio) a denunciare il numero dei carri a trazione animale presenti nel territorio.
Nel mese di maggio, dalla Federazione dei Fasci Repubblicani di Udine, furono restituite con esito negativo, le proposte di sussidio presentate da
in quanto proposte da “famiglie di internati in Germania che non hanno
tedesco”.
Dal maggio 1944 al marzo 1945 numerose furono le circolari dell’Ente
dell’Agricoltura provinciali che obbligavano gli allevatori a conferire capi di bestiame bovino. I precettati, secondo un elenco nominativo, dovevano
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portare il numero dei capi indicati a Valvasone.
Continuavano, peraltro, anche le normali attività. Nel mese di marzo, da parte del Consorzio Veterinario di Spilimbergo, furono effettuate le siero-vaccinazioni obbligatorie contro il mal rosso dei suini.
Il 12 giugno la Confederazione Fascista Agricoltori, per cercare di sostenere le esigenze di coloro che avevano patito, da parte delle FF.AA. tedesche, requisizioni di animali o materiali agricoli, stabilì con il Deutsche Berater un accordo per il pagamento di quanto loro tolto. Doveva essere presentata la domanda correlata da una copia della ricevuta rilasciata al momento della requisizione.
Tre giorni dopo a Gemona venne arrestato, su ordine del Comando tedesco SIPO16, il ventitreenne Tramontin Angelo17 che verrà associato al carcere di Udine e rimesso in libertà il 26 giugno.
Il successivo 24 il Prefetto De Beden emise un’ordinanza che obbligava tutti i cittadini a denunciare verbalmente al Podestà la detenzione di biciclette delle quali dovevano essere indicate le caratteristiche. Veniva, inoltre, vietato il passaggio di proprietà dei velocipidi.
Nella notte di martedì 27 giugno 1944 avvenne la prima azione partigiana in un centro abitato del comune. Una bomba al fosforo fu collocata da esponenti del Btg. Garibaldi nel camion al servizio del presidio delle FF.AA. tedesche stanziate presso l’abitazione della signora Mozzoni vedova del dott. D’Andrea. L’esplosione provocò un incendio che fu domato dagli stessi militari tedeschi e da qualche residente. L’episodio provocò un inasprimento delle restrizioni sugli orari del coprifuoco e dell’apertura dei pubblici locali, misure che erano già entrate in vigore su disposizione del
in relazione alla luce del sole, all’attività agricola (mietitura, trebbiatura, irrigazione) o ai pericoli per l’ordine e la sicurezza. Dette misure erano, comunque, accompagnate dall’oscuramento che doveva essere attuato da mezz’ora dopo il tramonto a mezz’ora prima dell’alba.
All’inizio di luglio fu costituita nel comune la Consulta Municipale composta da esponenti del capoluogo e di tutte le frazioni.
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Il 12 luglio fu prelevata al conte Fanfogna Giovanni18, sfollato a San
“Stop” e “Gip” entrambi della Garibaldi.
Nelle prime settimane di luglio transitò, in diverse occasioni, lungo la ferrovia il Panzer-Zug 24 (treno corazzato armato) che aveva il compito di combattere i partigiani. Dopo un bombardamento attuato dagli aerei alleati rimase nascosto per alcuni giorni in un tunnel nei pressi di Pinzano per rientrare poi in Germania. Il treno venne sostituito con il Panzer-Zug73, con maggior armamento e corazza19. Non si è a conoscenza se questo ultimo treno abbia operato nel nostro territorio.
partigiano penetrò nella sede della Guardia Repubblicana di Domanins catturando diversi militi che furono trasferiti in località imprecisata. Nella
manifestini sovversivi” e ad Aurava “altri furono fatti cadere da velivoli di passaggio”20.
Nella stessa settimana elementi partigiani introdottisi in diverse latterie danneggiarono le macchine scrematrici rendendole inservibili. Asportarono, inoltre, i bollettari dei conduttori di alcune trebbiatrici.
Il 21 luglio in località Boschetto del Meduna, in Domanins, furono rinvenuti i corpi del quarantaseienne Bearzatti Umberto, esercente e del sessantaseienne Cesarin GioBatta. Entrambi nati a San Martino al Tagliamento erano residenti a Valvasone. Il primo viene indicato come “non aderente alla R.S.I. ma assassinato da partigiani” mentre il secondo come caduto di San Giorgio della Repubblica Sociale Italiana21.
L’ultimo giorno di luglio a Clauzetto fu trovato ucciso, con colpi d’arma da fuoco, Sedran Pietro, nato a Ferrara il 9 dicembre 1917 da genitori di Pozzo, già quivi residente. Secondo gli accertamenti dell’epoca fu ucciso “da partigiani o tedeschi”. Alcune testimonianze lo descrivono come elemento facinoroso, violento e mentalmente instabile, soppresso dai partigiani 18
Dalmata a nord di Spalato) è conosciuto per il tentativo irredentista del 23 settembre 1919, simile a quello di D’Annunzio a Fiume, di annettere all’Italia la cittadina, fallito per il pronto intervento delle truppe italiane 19 ,Udine 2005, pagg. 461-46220
Ines, allora abitante a Cosa ora a Rauscedo, sui volantini era riportata la frase “Se vedo un lumicino vi butto un confettino, se vedo un lumicione vi butto un confettone”21
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perché ritenuto pericoloso sia per la loro causa sia per le persone. Il curato don Ceroni scrisse “È stato ucciso dai partigiani sulla monte Rossa e poi trasportato a Pozzo”.
Nei primi giorni di agosto, stante la cronica mancanza di farina, il Podestà fu costretto ad emanare un “ordine” all’azienda Denti-Pecile per la “consegna
normali assegnazioni”. Altro ordine per il trasporto di 30 quintali di farina, dal mulino di Sacile fu inviato a Lenarduzzi Giovanni “Crai” di Pozzo.
autonoma, al prelievo della farina dal predetto mulino recandosi sul posto con propri mezzi.
Il 9 agosto, per l’assegnazione della quantità di anticrittogamici, la Confederazione Fascista degli Agricoltori di Udine chiese al Podestà notizie sulla Scuola Agraria Vivai di Rauscedo. Nella risposta, fu indicato che la “Società per la promozione e la vendita di piante in vivaio” era costituita in cooperativa e che in primavera erano state poste in vivaio 2.300.000 barbatelle.
Alle ore 7.00 del 22 agosto, in località Boschetto del Meduna, a circa 300 metri dall’abitato di Rauscedo, in un campo di granoturco fu rinvenuto il cadavere di uno sconosciuto dell’apparente età di 40 anni. La persona, che
Il 25 agosto, una pattuglia del Btg. Garibaldi fece saltare, a Provesano, circa 60 metri di binario ferroviario e abbattendo una decina di pali, interruppe le comunicazioni telefoniche tedesche22.
Due giorni dopo nei pressi di Rauscedo avvenne uno scontro tra forze tedesche e partigiane nel quale rimase ucciso Fantuzzi Marcello, di Ismaele e Belluz Maria, nato a Pordenone l’11 dicembre 1924, studente, ivi residente, staffetta partigiana del Btg. Tagliamento. Nel rapportino mensile il Podestà comunicò “ ” e “il
uno sconosciuto dell’età di circa 25 anni, colpito da diversi colpi di arma da fuoco in uno scontro con pattuglie tedesche”.
Nello stesso mese il locale Comando Difesa Territoriale inviò al Podestà
22 , Pordenone 2001, pag. 99
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una richiesta per la requisizione di un locale a Cosa da adibire a Corpo di Guardia.
Sempre in agosto il Deutsche Berater richiese i nominativi degli iscritti alla leva delle classi dal 1914 al 1926 ad esclusione dei deceduti, internati, dispersi, prigionieri e lavoratori in Germania. Nella risposta il Podestà citò 25 nomi di residenti ed una trentina di militari e sfollati provenienti da molte zone d’Italia e presenti temporaneamente nel territorio comunale.
zona, accompagnati da un autista, si fermarono nella piazza di Rauscedo. Entrati nell’osteria si sedettero chiedendo qualcosa da mangiare. Saputa la notizia alcuni partigiani si avvicinarono con l’intento di catturarli o, in caso di una qualche resistenza, di eliminarli. Alcune donne del luogo presenti alla discussione si opposero a tale azione, non tanto per rispetto verso i
avrebbe esposto il paese a gravi azioni di rappresaglia. I partigiani dopo qualche resistenza si lasciarono convincere allontanandosi23.
Il 1° settembre l’Associazione Fascista del Pubblico Impiego emanò una disposizione perché non fossero consegnati i “buoni” per prelevamento di pneumatici per velocipidi“ a coloro che non sono autorizzati alla
”. Per i “buoni” il Podestà doveva rivolgersi a detta Associazione o al Comando tedesco. Furono autorizzati a circolare, il Segretario e tutti i dipendenti comunali nonché le persone che ne avevano necessità (medico-levatrici-ecc,).
Il 2 settembre 1944 il dott. Dalan GioBatta, veterinario anche per il comune di San Giorgio, venne chiamato d’urgenza a Provesano da un suo cliente. Appena giunto fu prelevato da due partigiani armati, della Garibaldi, che saliti sulla sua vettura gli intimarono di recarsi prima a Meduno e successivamente a Campone ove in località Selva venne ucciso a colpi di mitra. Scrisse il parroco: “Morì per essere stato fascista, non per aver commesso alcun crimine. E chi non era fascista nel ventennio
partito fascista. Talmente che la sigla P.N.F. che ornava il distintivo veniva letta ironicamente - per necessità familiare. Nelle stesse Romagne era tutto
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un pullulare di fez e camicie nere….”24.
Il giorno successivo il Nucleo Comunale dell’Unione Fascista tra le Famiglie Numerose inviò al Podestà una lamentela per il prezzo del latte, praticato nella latteria di Domanins, aumentato da 3 a 4 £.
Nella mattinata del 6 settembre, alcuni partigiani del Comando Brigata Garibaldi, introdottisi nel Municipio, minacciando con le armi l’impiegato, si impossessarono di carte d’identità e permessi di circolazione in bianco per
donna vidimandola con il timbro del Comune. Allontanandosi rilasciarono all’impiegato una ricevuta a nome del compagno “Eros”.
Lo stesso giorno a circa 300 metri sopra il cimitero di San Giorgio fu rinvenuto il cadavere del quarantaduenne agricoltore coniugato Dozzi Giacomo nato a San Martino al Tagliamento, residente a Valvasone, ucciso con colpi d’arma da fuoco. Viene indicato25 come caduto di San Giorgio della R.S.I. Durante il mese si registrarono “da parte di sconosciuti armati
”. Nella relazione mensile al Prefetto il Podestà affermò inoltre che: ”altri fatti del genere di minore importanza la popolazione non rallenta il
”.
Sempre il 6 settembre, a seguito di un ordine del Comando tedesco di Spilimbergo, furono formate sette squadre (una per ogni centro abitato) di pronto soccorso in caso di bombardamento aereo. Ogni squadra era costituita da 10 uomini e comprendeva un capomastro, un conducente con carro e cavalli e 8 persone munite degli attrezzi necessari.
Il 9 settembre, elementi della Div. Partigiana Sud Arzino Fratelli Roiatti ebbero uno scontro a fuoco in località Pozzo acquisendo armi e munizioni26.
Forse a seguito di tale scontro il 13 settembre elementi della SIPO fermarono Moro Dante27 che fu prima accompagnato nel Carcere di Udine ed il 20 settembre internato nel campo di Linz Donau. Nella stessa operazione fu arrestato anche Cappellina Giovanni, diciottenne di San Vito al Tagliamento che tradotto nel Carcere di Udine verrà rilasciato il giorno dopo.
24 , Maniago 198425
26 , s.l. 1965, pag. 6527
59
Archivio storico comunale
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61
Per il pericolo di imboscate da parte dei partigiani, il 15 settembre, le autorità tedesche ordinarono il taglio e la rimozione di granoturco, girasole o altre colture e dei cespugli per una striscia di cento metri dalle strade di passaggio dei mezzi militari. Analoga disposizione venne impartita, una decina di giorni dopo, dal Ortskommandantur di Villaorba estendendo l’ordine a tutte le strade del comune e delle frazioni minacciando “rappresaglie al Comune” in caso di inadempienze. Gli ordini vennero fatti
il divieto di abbattimento di alberi e rimozione di boschetti lungo le due sponde del Tagliamento.
Il successivo giorno 19 in località Monte Cjaurleç venne ucciso (fucilato da forze partigiane) Volpatti Albino di Osvaldo, nato a San Giorgio il 24 aprile 1912, ricevitore delle Imposte di Consumo. Domiciliato a Meduno era stato prelevato circa 15 giorni prima dalla sua abitazione28.
Due giorni dopo, per disposizione degli occupanti “i proprietari e
”.
Le mancate rimesse da parte di congiunti residenti all’estero o internati
territorio. Del problema si interessò l’apposita commissione dell’E.C.A. (Ente Comunale di Assistenza) che, nella riunione del 21 settembre 1944, deliberò un sussidio giornaliero ai bisognosi. Per meglio seguire il problema dell’indigenza venne creato un Comitato Generale d’Assistenza composto da 2 o 3 rappresentanti per paese e da “tutti i Sacerdoti del Comune tranne
”.
Il 27 settembre il dott. Ferrari Francesco, medico condotto, venne chiamato da una paziente a Rauscedo ove si portò con la sua autovettura Fiat, mezzo che già altre volte gli era stato sequestrato dai partigiani per necessità operative. Giunto sul posto, mentre era occupato nella visita, venne avvisato che due sconosciuti dopo aver sollevato il cofano dell’auto e controllato il serbatoio si erano allontanati. Il dottor Ferrari, anche considerando possibili azioni nei suoi confronti, fece ritorno alla sua abitazione di via Roma per una strada alternativa. Giunto a casa fu avvicinato da due giovani che gli evidenziarono la necessità del movimento di avere l’auto. Uno dei
28 , Fiume Veneto 1996, pag.174
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29, entrò anche in garage uscendone con una damigiana piena di gasolio che caricò in macchina. L’altro partigiano, senza dubbio friulano dalla pronuncia, rilasciò ricevuta
Comp. Elio” del Distaccamento Zavagno della Garibaldi.
Alcune sere dopo forse lo stesso compagno Elio, armato, si ripresentò e proferendo, da solo, la citazione “ ”30 lo “invitò” a portarsi con lui a Provesano “ ”. In quel periodo lo stesso medico prestò le proprie cure anche ad un partigiano ferito da colpi d’arma da fuoco. Nulla di eccezionale se non fosse che
“obbligatoriamente” ospitato che, fortunatamente, non si accorse di nulla. Il dott. Ferrari fu anche protagonista di un episodio che avrebbe potuto essergli fatale. Rientrando in bicicletta, dopo aver visitato un ammalato, ad un’ora tarda con il buio, stanco ed assonnato non ottemperò all’alt di una sentinella del comando di via Roma che gli sparò, fortunatamente mancandolo. Il giorno dopo il militare, ungherese, si presentò dal medico, che aveva riconosciuto e che sapeva avere il permesso di circolare anche con il coprifuoco, facendogli le sue scuse per lo sparo ma quasi rammaricandosi di non averlo colpito a causa di un ramo che avrebbe deviato il proiettile31.
Dall’ottobre del 1944 il Colonnello tedesco Comandante della Piazza di Spilimbergo promosse numerose riunioni alle quali fu convocato il Podestà. Nei vari ordini del giorno la situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica
Alle riunioni partecipò anche il Sicherungskommandant (comandante per la sicurezza), capitano Eberhard Niemann.
E sempre nel mese di ottobre un vasto rastrellamento, effettuato da forze tedesche e repubblichine, interessò il territorio comunale. Nel magazzino delle Fornaci Crovato vennero trovate armi e munizioni ed il locale venne incendiato. Pare che ad appiccare l’incendio sia stato costretto, sotto la minaccia delle armi, lo stesso proprietario Crovato Luigi, successivamente condotto al comando di piazza di Spilimbergo e lungamente e duramente 29
partigiane per denunciarne gli aderenti30
di ispirazione comunista. Veniva citato, con il pugno alzato, da una prima persona e terminato dall’interlocutore31
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interrogato32.
Nello stesso mese fu ucciso a Vidunza di Castelnovo del Friuli Pauletto Casimiro, nato il 20 dicembre 1923 a Fiume Veneto ed abitante con il padre Fortunato (meglio in seguito indicato) nella stazione ferroviaria di San Giorgio. Secondo alcune testimonianze il Pauletto, cadetto presso la Scuola repubblichina di Venezia, sarebbe stato prelevato, senza motivo, da alcuni sconosciuti solo per il fatto di aver aderito alla R.S.I. Sette mesi dopo, era il 1° giugno 1945, il suo corpo fu traslato, con autorizzazione del Corpo Volontari della Libertà, Comando Divisione Sud Arzino “Fratelli Roiatti”. Don Angelo Ceroni, curato di Pozzo, scrisse in merito “partigiani sulle montagne di Castelnovo e trasportata la salma nel cimitero di Pozzo”.
Con il passare del tempo le azioni dei gruppi partigiani aumentarono compagni Zardi
”, prelevarono presso la farmacia Zardo, allora sita in piazza Bertrando, notevoli quantitativi di medicinali per la medicazione di ferite.
L’8 ottobre fu arrestato a San Giorgio il partigiano della Brg. Tagliamento della Garibaldi-Sud Arzino Biz Francesco33 che venne, in un primo tempo, associato al Carcere di Udine e dopo una settimana deportato in Germania
Il 13 successivo una pattuglia del Btg. “Fratelli Bandiera” catturò a 34.
Il giorno dopo il parroco di Provesano, don Giovanni, rinvenne nella cappella del cimitero un deposito clandestino di bombe a mano. Temendo gravi conseguenze nel caso della scoperta da parte dei tedeschi, provvide subito a farle allontanare da un suo parrocchiano. Domenica 15, nella stessa frazione, un soldato tedesco, che stava conducendo al macello due mucche, venne invitato da due giovani, successivamente riconosciuti come partigiani, nell’osteria della piazza. Ubriacato fu quindi condotto in una casa del paese da dove scomparve. Le mucche, invece, raggiunsero un macello diverso da quello previsto in origine35.32
riprendersi completamente cessando di vivere dopo qualche anno33
34 , PN 2001, pag. 10235 Pagine sparse di vita vissuta, Trieste 1991, pag. 293
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Il 16 ottobre, nei pressi delle fornaci Crovato di Rauscedo, venne ucciso il milite della Guardia di Finanza Repubblicana Marras Giovannino, di Giovanni, nato a Villanova Monteleone (SS) nel 1917, catturato da “sconosciuti” sulla strada Valvasone-San Martino36.
Lo stesso giorno, alle ore 10, aerei alleati nel tentativo di colpire il ponte sul Cosa, sganciarono cinque bombe che caddero nei pressi dell’abitazione di Filipuzzi Carlo di Provesano. Gli ordigni non provocarono vittime ma furono infranti tutti i vetri delle case situate in un raggio di circa 50 metri e fu lesionata una stalla posta nei paraggi.
Il 22 ottobre, alcuni partigiani della “Fratelli Roiatti” ebbero uno scontro a fuoco a San Giorgio nel quale perirono due soldati tedeschi37.
Per tutto il mese di novembre, per “ordine del comando tedesco di ”, oltre 70 persone furono “
15 carri e 30 cavalli, per il trasporto di munizioni”.
L’inverno del 1944 si preannunciò duro sin dall’inizio. Mancava tutto e quel poco che c’era era “requisito-prelevato-rubato” da bande armate. Le razzie colpivano tutti, sia le singole famiglie che le ditte, in particolare le aziende agricole e latterie, con prelievi di ingenti quantitativi di merce commestibile.
azioni partigiane nel mese di novembre vennero rilasciati documenti bilingui di riconoscimento sui quali poteva essere richiesto il visto ed il timbro del Comando Militare Competente (per il nostro comune l’Ortskommandantur di Spilimbergo).
Il 7 novembre in uno scontro a fuoco venne ucciso, a San Vito al Tagliamento, il partigiano Scodellaro Oreste di Cosa, appartenente alla Brg. Sud Arzino della Garibaldi.
Il giorno successivo, il Podestà ricevette una disposizione del Prefetto De Beden consistente nella precettazione, per “di costruzione” del dieci per cento della popolazione comunale idonea al lavoro da mettere a disposizione del Comando di Spilimbergo precisando che detta percentuale avrebbe potuto essere portata al venti per cento.
Il 13 novembre il responsabile del Dienststelle (Distaccamento) 36 , Fiume Veneto 1996, pag.23037 , s.l. 1965, pag. 66
65
10471 (settore) 4 di Bonzicco-San Odorico chiese “l’elenco
degli operai dipendenti dal vostro comune”. Nella risposta il Podestà asserì che non vi era tale possibilità in quanto “
Tedesca”.
Nella tarda mattinata del 14 novembre, nell’orto della canonica di Provesano fu ucciso, con colpi d’arma da fuoco alla testa, Castellan Antonio detto “Toni mat” nato a Codroipo il 19 luglio 1911 ed immigrato a Provesano. In una nota inviata il 3 aprile 1945, a seguito richiesta, al Servizio Speciale del 5° Rgt. Milizia Difesa Territoriale di Spilimbergo, il Podestà riferì che “è stato ucciso per opera fuorilegge lasciando la moglie e
Giovanni Dalla Pozza scrisse nell’atto di morte “Assassinato dai partigiani
col classico colpo al capo. Vittima dell’invidia e nulla più”.
Mancava la legna per scaldare le povere case e non c’erano neppure le fascine per alimentare i forni del pane. Furono più volte sollecitati i normali fornitori ma con scarsi risultati. Fu allora deciso di tagliare, a Provesano e presso l’asilo, i platani di proprietà del Comune per fare la legna necessaria
migliorò di molto ed il 18 novembre, il Podestà fu costretto ad emanare un ordine all’azienda Spanio di Domanins per la fornitura di due carri e quattro cavalli per il trasporto, dalla montagna, delle fascine. Il 29 dicembre
fornaio Lenarduzzi Guido di Pozzo che “”.
Nel pomeriggio del 16 novembre, da parte di elementi della Polizia tedesca, ci fu una azione di rappresaglia che interessò la località Grava di Pozzo. L’azione venne decisa dopo uno scontro a fuoco con i partigiani. Furono bruciate le abitazioni di Duz Agostino, abitata da Del Dò Giuseppe, Moro Dante e Cancian Emilio. Le prime due andarono completamente distrutte mentre la terza (che riportò la completa rovina della stalla) risultò gravemente danneggiata. Nell’ultima abitazione furono prelevati un maiale, anatre, polli, grano, vino e vari materiali.
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Il 18 novembre, durante un’incursione alleata al ponte della Delizia, fu colpito dalla contraerea un aereo i cui piloti, inglesi, si gettarono con il paracadute. Entrambi, feriti, furono rintracciati dai partigiani nel Tagliamento all’altezza di San Martino, prima dell’arrivo della vigilanza tedesca. Accompagnati a Rauscedo fu subito chiamato il dott. Francesco Ferrari per le prime cure e furono nascosti nello stabile (osteria) di Leon Sante sita in via Maniago. Furono quindi traspostati da Isaia
Nuovo, ove furono prelevati da un piccolo aereo (cicogna) alleato38.
Per l’assistenza prestata, l’8 agosto 1946, nel corso di una cerimonia Allied
Screening Commission, cap. Robertson del Sussex Regt, con una somma di
denaro ed una pergamena: Martina Carolina in Hind e Truant Guglielmo di GioBatta entrambi di Provesano; Basso Giacomo di Sante, Basso Luigi di Antonio, Basso Rosa di Angelo, Leon Osvaldo di Osvaldo, Leon
38
Lettera di convocazione della Allied Screening Commission per la premiazione di alcuni compaesani per l’aiuto dato a piloti alleati. - Archivio storico comunale
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Antonio di Luigi e Trobio Lino di Pietro (quest’ultimo partigiano del Btg. Samos per il ruolo avuto nel salvataggio) tutti di Rauscedo.
Ed in merito all’assistenza prestata ad ex prigionieri di guerra alleati il Leon
Rosa, Franz Amerigo e Pessa Elda. Quest’ultima, moglie del partigiano (nome di battaglia Meni), già tenente degli alpini, Ippoliti Domenico, nato a S. Vito al T.to il 26 ottobre 1905, caduto a Torviscosa il 25/9/1944, era immigrata a San Giorgio, con la famiglia del padre Antonio, da Basiliano nel 1943.
Il 27 novembre a Vivaro, durante un rastrellamento, fu catturato Cancian Mario di Sante e D’Andrea Luigia, nato il 7 settembre 1926 a Rauscedo. Ristretto nel Carcere di Udine fu consegnato alla SIPO il 3 dicembre ed inviato in Germania.
Due giorni dopo vennero arrestati, nel nostro territorio, il falegname Basso Costante, di Leonardo e Lenarduzzi Tranquilla, nato l’8 ottobre 1926 ed il carpentiere Santin Sante, partigiano del Btg. Sile della Osoppo Friuli39. Entrambi di Domanins furono tradotti nel Carcere di Udine e, consegnati alla SIPO il 3 dicembre, vennero internati in Germania.
organizzazioni fasciste o post-fasciste, una qualche attività a favore della popolazione. L’Opera Nazionale Maternità Infanzia inviò a più riprese al Consultorio Materno e Pediatrico comunale alimenti speciali e ricostituenti per i neonati e le gestanti. Promosse, inoltre, la XIIa Giornata della Madre
(alcune anche del nostro comune). L’Opera Nazionale Balilla propose la “del popolo” con la fornitura di un’alimentazione controllata agli alunni da assistere. Vale la pena aggiungere che prima della refezione doveva essere recitata la seguente preghiera: ”O Signore Iddio, Ti ringraziamo per il pane
sia”.
Il 1° dicembre a Spilimbergo venne arrestato Basso Pompeo40 contadino
39
40
68
di Rauscedo, che ristretto nel Carcere di Udine fu consegnato alla SIPO il 16 dicembre e quindi trasferito in un campo di concentramento in Germania, dal quale non fece più ritorno41.
Bahnmeisterei di Casarsa chiese al Comune l’invio di 6 cavalli necessari all’azienda Mirolo per lavori sulla ferrovia fornendo i nominativi dei possessori. Il Podestà rispose che poteva fornire solamente due cavalli essendo gli altri adibiti al trasporto operai per la Wehrmacht.
Il giorno dopo il Podestà chiese al Comando Genio Militare tedesco di S. Odorico l’autorizzazione per tre operai, che dovevano recarsi a Zoppola a prelevare 200 quintali di fascine utili alla riattivazione del forno del capoluogo, di assentarsi dal lavoro per alcuni giorni. Il lungo periodo era dovuto al fatto che il traino veniva effettuato con i buoi (dell’azienda Pecile). I buoi furono spesso utilizzati anche per il trasporto di carbone dalla stazione alla fornace e viceversa.
L’8 dicembre 1944, elementi delle Bande Nere e della Polizia Germanica SS di Pordenone arrestarono Hind Adolfo, nato a Napoli il 13 gennaio 1892 e trasferitosi a Provesano. Lo stesso, dopo una sosta nel carcere di Pordenone venne ristretto nel Carcere di Udine ove rimase sino all’11 gennaio 1945. Su disposizione della SIPO fu quindi internato, quale prigioniero politico, nel Campo di Sterminio di Dakau ove morì il 27 maggio 1945. Don Giovanni Dalla Pozza scrisse “Arrestato dalla SS tedesca la sera dell’8 dic. 1944 –
crudeli sevizie e l’undici gen. 1945 fu internato a Dakau. Le privazioni,
morte lo colpì”.
Il giorno successivo, nel corso di un rastrellamento, militari germanici catturarono a Rauscedo Fornasier Elia, di Giuseppe, il ventunenne Leon Luigi di Antonio ed il diciottenne D’Andrea Luigi di Primo42. A Domanins arrestarono De Candido Dante di Luigi ed a Provesano Asiatico Francesco, profugo da Reggio Calabria. Tutti furono consegnati nel carcere di Pordenone ove furono a lungo interrogati. Sembra che grazie all’interessamento di un non meglio precisato sacerdote siano stati rimessi in libertà il 24 dicembre43.
L’intensa attività dei tedeschi non impaurì, oltremodo, i partigiani tanto 41
Essendo stato consegnato alla Polizia di Sicurezza tedesca, per l’internamento in Germania, il 16 dicembre si ritiene che il decesso sia avvenuto successivamente a tale data. 42
43
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che nella stessa serata si presentarono in forze presso la latteria di Rauscedo prelevando burro e formaggio che pagarono parzialmente. L’azione fu ripetuta anche il giorno 20 successivo. Altre simili azioni furono attuate
burro e 70 di formaggio) e nella latteria di Provesano.
Il 12 dicembre, a San Giorgio la Polizia di Sicurezza arrestò Pauletto Fortunato, di Casimiro nato a Lamon (BL) il 26 gennaio 1893, capostazione della locale stazione ferroviaria. Verrà consegnato al Carcere di Udine il 23 dicembre ed il successivo 11 gennaio inviato in Germania presso il Campo di Eliminazione di Konsbruch Dachau. Morirà per maltrattamenti e sevizie ed il suo corpo verrà cremato nel campo stesso.
Il giorno dopo a Provesano fu catturato Chivilò Gino di Angelo44, partigiano del Btg. Intendenza della Div. Garibaldi-Friuli. Consegnato alla SIPO e interrogato nel Carcere di Udine fu rimesso in libertà il successivo 22 gennaio.
Il 18 dicembre, da parte delle SS tedesche, fu arrestata anche Martina Carolina, nata a Chiusaforte 16/10/1900 di Provesano, moglie di Hind Adolfo già deportato in Germania. Accusata di ospitare nella propria abitazione elementi partigiani fu ristretta nelle carceri di Pordenone ove rimase sino al 2 gennaio 1945. Per gli stessi motivi venne nuovamente arrestata il 21 febbraio 1945 e incarcerata prima a Spilimbergo e quindi nelle prigioni di via Spalato ad Udine. Fu liberata il 30 aprile 1945 per ordine del “Corpo Patrioti”45.
A dicembre del 1944 due circolari dell’autorità germanica invitarono le persone sia a recarsi in Germania per lavoro con ottime condizioni di ingaggio sia a lavorare sul Tagliamento per conto della stessa autorità. Localmente furono “ingaggiati” operai per la costruzione di manufatti di
e dei lavoratori46. L’ultimo invito era rivolto principalmente a coloro che avevano abbandonato le loro case per aderire alle formazioni partigiane. Agli stessi la promessa del rilascio di un lasciapassare (passierchein) per 44
45
Corpo Patrioti verrà citato anche in seguito46
dovrebbero essere molti di più) i nostri paesani che volontariamente o con la forza lavorarono per la
non furono, almeno per gli ultimi tempi, pagati
70
sul posto di lavoro.
Deutsche Berater, tramite il Prefetto, ordinò un censimento di tutto il bestiame bovino, ovino, caprino, equino e suino asseritamente per sopperire ad eventuali problemi di alimentazione.
Il 1° gennaio 1945 il Podestà diffuse, anche su richiesta del parroco di Domanins Gallo Moschetta, un avviso con cui proibiva, “per evidenti motivi contingentali” la tradizionale accensione dei falò con previsione di gravi provvedimenti penali per i trasgressori “in ottemperanza alle tassative disposizioni impartite dall’Autorità Civile e Militare della Provincia”.
Il giorno successivo a Norimberga, ove si trovava per lavoro, morì, durante un bombardamento aereo il cinquantaseienne Zavagno Osvaldo, nativo di Pozzo.
Il 15 gennaio, l’ Jammer inviò al Podestà di San Giorgio il seguente comunicato: ”Le seguenti persone del comune di S. Giorgio sono arrestate per furto di legna e devono aspettare la punizione...I comuni sono incaricati di comunicare nel loro territorio che in futuro saranno adottati severissimi provvedimenti contro i furti di legna”.
Lo stesso giorno, nei pressi di Aurava, partigiani del Btg. “Samos” attaccarono una colonna di cosacchi mettendoli in fuga. Il giorno dopo, elementi dello stesso Btg. fecero scoppiare una mina mettendo temporaneamente fuori uso la linea ferroviaria47.
Il 23 gennaio Biz Francesco di San Giorgio, partigiano della Brg.
ove era stato internato dopo la cattura.
Numerose furono le incursioni aeree alleate. I bombardamenti e mitragliamenti al ponte sul Cosa determinarono l’abbandono delle abitazioni vicine da parte di una ventina di famiglie con circa 90 persone.
Ed è in uno di questi bombardamenti che il 30 gennaio, mentre si stava recando al mulino, venne colpito dall’esplosione di una bomba Bozzer Sante, nato il 31 dicembre 1860, di Provesano, decedendo all’istante. Il parroco scrisse “
”.47 , Pisa 1997,pag.226
71
Il 4 febbraio, per comprovare la sua appartenenza ai movimenti di liberazione, venne nuovamente arrestato Chivilò Gino che rimase detenuto nel Carcere di Udine sino al 4 aprile 1945.
Il 7 febbraio, a Provesano, esponenti del Btg. Garibaldino “Candon” disarmarono due guardie civiche al servizio dei Tedeschi48.
Quattro giorni dopo, sempre a Provesano, furono arrestati, dalla Polizia germanica, il parroco Dalla Pozza Giovanni con i paesani Santarossa Antonio detto “Toni Ost”, il mezzadro, macellaio Bertazzo Mario ed il prof. Filipuzzi Angelo accusati, da un delatore, di essere “vicini” ai partigiani e di praticare il contrabbando di generi alimentari49. Furono condotti alle carceri di Udine per essere interrogati dalle SS. Solo la perfetta conoscenza della lingua e della cultura tedesca da parte del prof. Filipuzzi permise loro di evitare dannose conseguenze venendo liberati il 19 febbraio50.
Dal 14 febbraio, per ordine del Capitano Niemann del Comando di Spilimbergo fu disposto, per la sicurezza dei cittadini, un servizio di avvistamento aereo lungo la provinciale Spilimbergo-Casarsa. A detto incarico, per il controllo del tratto di competenza, furono destinati oltre ai paesani (uomini e donne)51 anche alcuni sfollati tra i quali Pachera Albino e Ferruccio, di Verona.
Il 15 dello stesso mese arrivò in comune una lettera, datata 10 dicembre, con la quale il comando di polizia tedesco di Domanins (Feldpoll nummer
invitava al ripristino del corso della roggia “la frazione di Rauscedo ...si fa perciò urgente istanza
di far ripristinare lo stato di normalità ”.
Il 22 febbraio, tra San Martino e Domanins, una pattuglia partigiana della Div. Destra Tagliamento-Mario Modotti, attaccò un’autocolonna tedesca causando loro 3 morti. Il 28 successivo, sempre ad opera della stessa formazione, fu prelevato, dalla latteria di San Giorgio, tutto il formaggio destinato ai militari tedeschi52.
Deutsche Berater, Schonberg, emanò 48 , Pisa 1997, pag.22749
50 Pagine sparse di vita vissuta, Trieste 1991, pag. 304 e segg.51
52 , s.l. 1965, pag. 64
72
l’obbligo per i giovani delle classi 1925 e 1926 a presentarsi, pena gravi sanzioni, presso la Caserma del Genio di Udine per l’arruolamento. Gli
coloro che si presentarono. Il resto preferì darsi alla macchia, unendosi anche alle formazioni partigiane o rimanere a casa in attesa degli eventi. Lessio Angelonulla gli accadde53.
Nei primi giorni di marzo, a seguito di un ordine del Deutsche Berater per
Capitano Niemann, Comandante per la Sicurezza (Sicherungskommandant) di Spilimbergo chiedendo la revoca della disposizione. Lo stesso rispose che doveva seguire gli ordini superiori e che pertanto “il comune deve
”.
Il 6 marzo elementi della SIPO arrestarono a San Giorgio Lenarduzzi Romolo54, partigiano del Btg. Unità della Osoppo Friuli con nome di battaglia “Edolo”, che fu associato alle Carceri di Udine il giorno 19 e rimesso in libertà il 4 aprile.
Il 12 marzo 1945, raggiunto da colpi di mitraglia, sparati da aerei alleati, perdeva la vita sulla strada tra Domanins e Castions il sessantacinquenne Zuccolin Angelo di Pietro, di Basaldella di Vivaro. Nell’agosto dello stesso anno la famiglia, a ricordo, chiese di collocare sul luogo un cippo marmoreo in un terreno di proprietà di Heriban Bisutti Maria.
Il giorno medesimo, a causa dei continui bombardamenti e incursioni aeree alleate, per nulla contrastate dall’aviazione tedesca, la Prefettura fece
tipo di pericolo previsto (limitato pericolo o allarme).
Cinque giorni dopo, mentre stava effettuando una ricognizione nella zona, venne arrestato dalle forze di Polizia tedesche, a Domanins, Palamidessi Delfo “Emilio”, comandante del Btg. “Tagliamento” della Osoppo (poi
comando. Il pronto intervento, presso il m.llo tedesco Muller, addetto ai
uno stratagemma, la liberazione55.53
54
55 , Pisa 1997, pag.259
73
Il 28 marzo, in uno scontro ad Azzano Decimo, morì il partigiano della Brg. “Anthos” della Ippolito Nievo B Borsoi Walter, di Eugenio, nato a Provesano l’11/2/1924, emigrato bambino ad Annone Veneto56.
Il 30 marzo il quindicenne Pecile Pietro, di Michele e Sovran Maria di Cosa, mentre con alcuni amici stava giocando, nei pressi della propria abitazione di Via San Antonio, con una cartuccia di mitragliatrice, venne investito dallo scoppio e ferito alla gamba sinistra.
Castions, giunse Caimo Israel, un ebreo discendente da una famiglia di rabbini, nato a Rodi nel 1877, abitante con la famiglia a Casarsa. Ricercato dall’O.V.R.A. e dalle SS tedesche fu nascosto da don Giovanni e accudito da Chiara Fagotto 57.
Nel mese di aprile, nella risposta al Deutsche Berater, il Podestà dichiarò che dal 1° luglio 1944 al 15 marzo 1945 furono consegnati ai reparti germanici presenti nel Comune ed a Spilimbergo 130 quintali di paglia e
ordine del Colonnello comandante dei reparti cosacchi, che fece presente “in caso di inadempienza verranno adottate severissime misure”, il 12 aprile il Comune dovette fornirne altri 250 quintali.
I Cosacchi cercarono anche di costituire un comando a San Giorgio
seconda del presidio di stanza a Villa Pecile58.
Il 4 aprile 1945 il Comitato Provinciale di Udine dell’Opera Nazionale Balilla chiese una succinta relazione sulla Casa del Balilla di proprietà del
in viale Stazione, non aveva subìto danni per cause di guerra, che era in discrete condizioni ed era adibito a deposito di materiale ferroviario da parte della direzione FF.SS. di Trieste.
Il 9 aprile, il Podestà chiese al Deutsche Berater l’assegnazione di un congruo quantitativo di farina per pane facendo presente “che nel comune,
56 , Pisa 1997, pag.22957 Voce Amica Dicembre 2013, pagina 39. O.V.R.A. Organizzazione per la Vigilanza e Repressione dell’Antifascismo. Polizia segreta del regime58
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di granoturco, e che i produttori all’atto della denuncia presentarono i
zone”.
Il 10 aprile a Caporetto, sempre per accertare la sua appartenenza al movimento partigiano fu, per la terza volta, fermato dalla SIPO Chivilò Gino59, che venne subito associato al Carcere di Udine. Il giorno dopo, ad Amaro, furono prelevati dalla stessa Polizia di Sicurezza tedesca Bianco Enzo nato a Pramaggiore il 26/1/1926 di Provesano, Colonnello Remigio, Donda Severino, Marcon Ferdinando nato il 31/8/1928 di Cosa, Marcon Quinto, nato a Cosa il 3/7/1920, Pasquin Eugenio, nato a Cosa l’11/6/1924, Pasquin Umberto, Pecile Giuseppe60 e Rossit Giuseppe nato il 26/2/1925 di Cosa che furono consegnati il 15 aprile nel Carcere di via Spalato. Il 30 aprile, con la città liberata dai partigiani, Chivilò Gino e tutti gli altri furono rimessi in libertà, sempre su disposizione del “Corpo Patrioti”.
Nel pomeriggio del 25 aprile, durante il mitragliamento di automezzi germanici in transito sul greto del torrente Meduna, da parte di aerei alleati, fu colpita a morte D’Andrea Anna Giuseppina, nata il 29 luglio 1926 mentre rimase gravemente ferita Cesarini Irma, nata l’1 novembre 1927, che fu trasportata all’Ospedale di Spilimbergo. Le stesse stavano rientrando a Rauscedo da Vivaro e casualmente incrociarono i mezzi militari al momento dell’incursione. Il parroco Giovanni Delle Vedove scrisse “Morì
”.
Il 27 aprile a Dongo i partigiani della 52a Brigata Garibaldi “Luigi Clerici” catturarono l’ex Duce Benito Mussolini che, unitamente all’amante Claretta Petacci ed a numerosi gerarchi della R.S.I., venne fucilato a Giulino di Tremezzina (CO) il giorno successivo.
Allorché a San Giorgio si diffuse la notizia della morte di Mussolini e della resa delle truppe tedesche in Italia61, alcuni partigiani convinsero,
59
60
capitolo “i Combattenti”61
vigore il successivo 1° maggio di fatto sarà operativa solo dalle ore 14.00 del giorno dopo
75
62.
Altan Lino
Villalta Pinamonte
Colabelli Edoardo
Volturno a
62
76
Volpatti AngeloCominotto Antonio
Moretti Luigi
Venier Luigi Volpatti Adele
a a
65.
66
Guerra di Liberazione
La guerra di Liberazione nel territorio della provincia di Pordenone
65
66
77
67.
Silvio Mascherin. Bisaro Giovanni
Lenarduzzi Leone Isidoro Rossi Valentino e Colonello Antonio
.
C Squadron del 27thLancers
Kriegstagebuch 3° Btg. SS-Polizei .
...dopo essere stati disarmati, vennero spogliati di ogni loro avere, e cioè di carrette, cavalli, bagagli, portafogli, orologi. Una giovane cosacca, su intimidazione di un partigiano, fu costretta a togliersi e consegnare gli stivali. Non è stato possibile appurare 67
se detti cosacchi siano stati consegnati agli alleati..”
Sedran Ireneo Tritone
72.
il Comitato Intercomunale, espressione periferica del Comitato Nazionale di Liberazione
Il Pordenonese dalla resistenza alla repubblica72
Documento conservato nel Fondo III/SS-Pol.Regt. 12, Archivio Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione così tradotto: Il Comando di Battaglione chiede ogni mese un elenco delle Forze posizionate nella Provincia: quindi chiedo che al 25 di ogni mese, con effetto immediato dopo ricevuta della presente, mi venga consegnato un elenco come da seguente campione: Posizione - Unità: divisa in comandanti, subordinati ad essi e squadre, le quali nuovamente divisi tra tedeschi e forze nazionali
dignitosa calma ed alla fattiva collaborazione
Comitato Comunale Provvisorio di Liberazione
Angelo Filipuzzi China Basilio e Cancian Ugo Marascutti Alessandro Bertazzo Mario e Lenarduzzi Ugo
Fine guerra e rinascita
Sedran Antonio Giovanni
Cimarosti Luigi
di collaborare onde evitare che lo stesso venga fatto con la forza
D’Andrea Francesco e Agosti Giovanni
un energico appello a tutti
capi bovini da destinarsi alla pubblica macellazione
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Anche il governo militare alleato operò per favorire, in qualche maniera, la rinascita di una vita normale. Fu ordinata la consegna delle armi, munizioni ed esplosivi ancora in possesso di molti cittadini. L’ordine fu richiamato reiteratamente anche dai parroci durante le funzioni religiose. Furono emanate disposizioni per la repressione del “mercato nero”, per la lotta contro il carovita e calmierati i consumi. Furono proibite le azioni di rappresaglia verso coloro che erano, a torto o a ragione, ritenuti “collaborazionisti”. Tra queste anche il taglio dei capelli già attuato nei confronti di alcune donne del comune.
In una riunione tenutasi presso il Municipio di Pordenone il locale C.L.N. fece energicamente presente che se l’ordine e la sicurezza pubblica erano “perfetti” la stessa cosa non si poteva dire per l’alimentazione, indicando la mancata assegnazione di grano per il mese di aprile e con quantità dimezzata per maggio con assenza totale di zucchero, grassi e carni per la popolazione locale ed i numerosi sfollati presenti. Evidenziò anche l’interruzione delle linee ferroviaria e stradale con Spilimbergo causa il danneggiamento del ponte sul Cosa.
contarono, oltre ai morti e feriti militari e civili, oltre 80 case danneggiate a Provesano e 5 a Cosa per i bombardamenti, una casa incendiata a Rauscedo e 3 a Pozzo per rappresaglia, 3 case parzialmente danneggiate a Pozzo durante la ritirata tedesca. A questi danni si devono aggiungere quelli prodotti dalle requisizioni e ruberie, sia da parte tedesca e cosacca che partigiana. Le FF.AA. germaniche prelevarono notevoli quantitativi di legname da utilizzare per
anche materiali vari tra i quali 21 biciclette, 2 motociclette, apparecchi radio,
suini, 8 bovini, 10 ovini, un cavallo ed un mulo. Ma la parte più consistente degli espropri venne fatta da aderenti alle formazioni partigiane Garibaldi ed Osoppo o da sconosciuti armati. Un calcolo, probabilmente in difetto,
157 suini (35 Garibaldi, 122 sconosciuti), 55 bovini (18 Garibaldi, 8 Osoppo, 29 sconosciuti), 31 cavalli (25 Garibaldi, 6 sconosciuti), 15 biciclette (11 Garibaldi, 2 Osoppo, 2 sconosciuti), autovetture, macchine da scrivere oltre a denaro contante, fagioli, frumento, granoturco, vino, carri agricoli, bardature di animali, tabacco, abbigliamento, salami, stoffe ed altro. Inoltre,
81
secondo quanto dichiarato da Fornasier Leandro74, dal maggio 1944 alla
il forno di Rauscedo. Fu consegnato all’intendente “Bianchi” della Osoppo, all’intendente “Alfredo” della Garibaldi ed a vari partigiani rispondenti al nome “Miro”, “Paolo”, “Bolide” e “Bill”75. Non sempre quanto prelevato veniva pagato. A volte veniva rilasciato un “buono”. In alcuni casi nulla.
La vita, comunque, doveva riprendere. Per aiutare le tante persone in
con la quale i datori di lavoro, pubblici o privati, venivano invitati a corrispondere “misura di ore 144 per gli operai e due terzi dello stipendio mensile per gli impiegati”.
74
75
inseguito dai tedeschi, per salvarsi, fu costretto a gettarsi in una concimaia ove rimase per qualche ora. “Bill” era il nome di battaglia usato da Marco Zanetti
Prampero, Ernesta Bertuzzi, Angelo Collaviti, Angelina Collaviti, Arpilia Della Rossa e Dina Venier. - Foto archivio D’Angelo
82
C’era la volontà di dimenticare il passato. Il 1° giugno il neo-Sindaco (non più Podestà) Basilio China diede ordine al geometra Tesan “di voler
la lapide che ricorda le sanzioni”. Successivamente la Latteria Turnaria di Aurava, per mezzo del suo presidente pro-tempore, propose al Sindaco l’acquisto del pezzo.
Due giorni dopo Venier Dino quattordicenne di Provesano si ferì alla mano ed alla gamba sinistra per lo scoppio di un ordigno trovato dallo stesso nella roggia che attraversa il paese.
Il 15 giugno, nei pressi del fabbricato scolastico posto lungo la strada Cosa-Provesano, i giovani Pasquin Raffaele, nato il 21 aprile 1930 ed Innocente Angelo, nato l’8 dicembre 1932, entrambi di Cosa, trovarono un proiettile anticarro, e nel maneggiarlo, lo fecero cadere a terra provocandone lo scoppio che investì entrambi. Mentre il primo morì all’istante il secondo fu portato all’ospedale di Spilimbergo ove decedette poche ore dopo.
L’ultimo giorno dello stesso mese il Comitato di Liberazione Nazionale comunale accordò a tutti i lavoratori ed ex internati di guerra bisognosi, rimpatriati dalla Germania, un sussidio alimentare nonché l’assistenza sanitaria e farmaceutica.
I lutti continuarono: Il 1° luglio 1945, a Cosa, fu riesumato il cadavere di Malanga Maria, nata in Romania il 9 aprile 1907 scomparsa dalla propria casa, sita in Gradisca di Spilimbergo, il 17 settembre 1944. E dalla stessa abitazione, il 22/4/1945, era sparito anche il marito Canderan Giacomo, nato a Tramonti di Sopra il 19/10/1897, ugualmente riesumato in territorio di Gradisca. Secondo una ricostruzione dei Carabinieri della Stazione di Spilimbergo gli stessi sarebbero stati “giustiziati per ordine dei Comandi delle formazioni Patriote”.
Nella mattinata del 13 agosto De Pauli Beniamino di Angelo, nato il 22/3/1928 di Rauscedo rimase vittima di una bomba. Scrisse don Giovanni “
”.
Il mese di agosto vide anche le dimissioni, da sindaco, di Basilio China ed il Prefetto di Udine Candolini invitò il Comitato comunale di Liberazione a proporre un nominativo. Il 28 agosto, su suggerimento del Comitato, Giovanni Bisaro (democristiano) venne nominato sindaco e Marascutti Alessandro (democristiano), Bertazzo Mario (democristiano), Lenarduzzi
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Ugo (socialista) e Cancian Ugo ( ), componenti della Giunta
H.N. Bright, commissario del Governo Militare Alleato (Allied Military Government) per la provincia di Udine.
combattente, caduti, mutilati ed invalidi per coloro che avessero partecipato alla lotta di liberazione, determinando i premi, o sussidi, per le varie categorie. Da parte del colonnello Bright fu resa nulla un’ordinanza del Comando unico Garibaldi Osoppo, Intendenza del Corpo Volontari della Libertà, concernente il blocco delle riserve di tabacco.
Altre disposizioni furono emanate dalla stessa autorità. Tra queste l’importante legge sulla mezzadria nella parte riguardante la divisione del
l’occupazione di fabbricati o terreni da parte delle truppe alleate.
Il 25 agosto, a seguito della soppressione della Milizia anche il Distaccamento di San Giorgio, appartenente alla 55a Legione con sede in Gemona (in Friuli operava anche la 63a Legione con sede in Udine), venne sciolto con il recupero dei materiali. Nella comunicazione il sindaco informò che il Comandante locale Oberoffer Vittorio era deceduto nel luglio 1944 senza essere sostituito e che l’unità non aveva dotazione di armi o altro materiale.
Sempre in agosto iniziò il massiccio rientro dei militari, prigionieri e reduci. A tutti, dopo la visita da parte del sanitario, vennero date gratuitamente le medicine di cui avevano bisogno. Gli stessi, a scaglioni, dovettero poi
essere “interrogato e soddisfatto degli assegni spettanti”.
Al 13 settembre, secondo un conteggio del Comune erano rientrati 126 reduci dalla prigionia mentre per altri 147 si attendeva il rimpatrio. La visita medica loro praticata li trovò “in condizione di salute e di spirito discreti”.
Nel mese di novembre il già nominato col. Bright, constatata l’estrema povertà in cui versavano le famiglie friulane con orfani, indisse una sottoscrizione denominata “Christmas fund for Orphans” chiedendo il pieno appoggio dei Comitati di liberazione nazionale e dei sindaci. Una lettera di ringraziamento ripagò l’impegno per la raccolta, nel comune, di 14.357 Lire.
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Il 15 dicembre, De Candido Vitaliano quindicenne di Rauscedo, rinvenne nell’orto di casa una canna di moschetto. Nel maneggiarla provocò lo sparo che lo ferì alla mano sinistra.
L’ultimo giorno del 1945 Luchini Ernesto, nato a San Giorgio il 27 febbraio 1912, militare del 74° Rgt. Fanteria, sbandato dopo l’armistizio, perse violentemente la vita in località Braidate. Mentre don Geremia scrisse “ ” il nulla osta alla sepoltura attribuì la morte “a ferite d’arma da fuoco la sera del 31/12/1945”.
Vescovo su quanto accaduto nelle loro parrocchie o curazie, sui danni e le molestie perpetrate durante il periodo dell’occupazione tedesca. Dagli atti dell’Archivio Diocesano risulta che risposero i parroci di San Giorgio e Domanins ed il curato di Cosa. Quest’ultimo, don Marco Rota, riferì solamente la rottura dei vetri della chiesa a causa dei bombardamenti, l’asportazione di 80 tronchi da parte dei genieri germanici ed il decesso di dieci militari in combattimento o per malattia. Il pievano di San Giorgio don Geremia Bomben comunicò la rottura di qualche vetro della chiesa e “la
S.S. per oltre sei mesi, danni all’Asilo Infantile, alle Scuole Comunali, famiglie svaligiate di apparecchi radio, auto, furgoncini, motociclette,
alimentari da parte dei partigiani di notte. Consegna di forti somme di denaro, e prodotti agricoli, pure da parte dei partigiani”. Molto più dettagliato il parroco di Domanins, don Gallo MoschettaGrande Guerra e medaglia d’argento al V.M. Nella sua lunga relazione
non vi fossero violenze sulle donne del paese e perché questo non venisse bombardato essendo sede, a Villa Spilimbergo-Spanio, di tre compagnie di tedeschi con carri armati. E quando ci fu un tentativo di violenza su una ragazza “ ” da parte di tre militari tedeschi ubriachi corse dal comandante a protestare. Secondo quanto scritto il comandante trovati i colpevoli li redarguì ferocemente, castigandoli. Una bella pagina venne dedicata alla resa, ai partigiani ed inglesi, dei tedeschi asserragliati a Villa Spilimbergo. La sua mediazione, il pianto e le preghiere indussero sia i partigiani che i tedeschi ad evitare lo scontro con conseguente spargimento
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di sangue. Anche quando ci fu l’intenzione, da parte di partigiani “nuovi arrivati”, di uccidere i tedeschi il suo pronto intervento evitò tale gesto. Le buone parole e l’umanità evitarono anche un “regolamento di conti” tra gli stessi patrioti non tutti d’accordo sulla salvezza dei germanici. Quegli scritti, ed altre testimonianze, dimostrano, comunque, il ruolo avuto dalla
sacerdoti si prodigarono per cercare di rendere meno dolorose le divergenze che di volta in volta vennero a crearsi non solo con l’occupante germanico ma anche con i patrioti se non tra le fazioni degli stessi.
Nel febbraio 1946, su disposizioni prefettizie, furono indicati, da parte del Comitato di Liberazione Nazionale del comune i nominativi di Volpatti Fioravante, Venier Luigi e Sedran Ireneo, rappresentanti di vari partiti, quali componenti della commissione per la cancellazione dalle liste elettorali
del diritto di voto, alle vicine elezioni amministrative, di 11 persone; un senior della M.V.S.N. e 10 ritenute “squadristi”76.
provinciale per le sanzioni a carico dei fascisti particolarmente pericolosi, istituita in tutte le province per valutare comportamenti di grave collusione con il passato regime fascista77. Dei numerosi nostri paesani interrogati, tra cui il prof. Angelo Filipuzzi78, ci furono alcune condanne alla sospensione dei diritti per un anno. In un solo caso a due anni.
Nella prima domenica dell’aprile 1946 si tennero le elezioni municipali cui parteciparono, per la prima volta, le donne. Nelle votazioni (1614 uomini e 1604 donne) le formazioni di centro sinistra risultarono le più votate79. Sindaco venne eletto Zanetti Marco che già il 23 aprile comunicò, tra l’altro, al comando del G.M.A. di San Daniele “…mancano i rifornimenti di pasta, riso, zucchero e farina di granoturco.
” ed ancora “La
”. E per attenuare la grave situazione ma anche per evitare disordini l’azienda 76
“oppositori” il manganello e costringendoli a bere l’olio di ricino77
n. 149 del 26/4/1945, erano sostenute dal Governo Militare Alleato 78
79 Vicende di paesi, Campoformido s.d., pag.89
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d’Attimis Maniago di Cosa fornì “volontariamente” in più occasioni, piccoli quantitativi di granoturco, alla popolazione bisognosa e disoccupata.
Al pari degli altri comuni, per cercare di limitare i disagi e venire incontro alle esigenze dei reduci, nel maggio 1946, venne creata la Commissione Comunale per l’assistenza Post-Bellica che, presieduta dal Sindaco era composta da esponenti di vari sodalizi tra cui l’E.C.A., i partigiani, combattenti, reduci, mutilati e sinistrati.
Al referendum del 2 giugno prevalse la scelta repubblicana con 1.585 voti contro i 1.001 assegnati alla monarchia (30 schede nulle, 283 bianche, 3 voti annullati per la monarchia 1 per la repubblica). Nelle votazioni per l’Assemblea Costituente, tenutesi lo stesso giorno, la Democrazia Cristiana ottenne 1.448 voti, 1.058 il Partito Socialista, 160 il Partito Comunista, 24 il Partito d’Azione, 23 il Partito Liberale, 22 l’Uomo Qualunque e 6 il Partito Repubblicano80.
Nonostante gli sforzi dei responsabili militari ed amministrativi la situazione rimaneva comunque grave. I lavori della Roiuzza e quelli di riatto e sistemazione delle strade comunali nonché il richiamo ai maggiori
G.M.A. poco aiutavano. Il 16 agosto del 1946 circa 300 di questi, nella maggior parte braccianti, inscenarono una manifestazione di protesta davanti al municipio, senza alcun episodio di violenza.
Anche le associazioni americane cercarono di venire incontro alle esigenze della popolazione. Da parte della Missione in Italia della Cooperative for American Remittances to Europe fu data la possibilità di farsi inviare, tramite un parente o conoscente abitante negli U.S.A., il pacco dono C.A.R.E. contenente generi alimentari di prima necessità.
Il 9 febbraio 1947 a seguito delle dimissioni del sindaco pro tempore venne eletto nella carica il maestro Secco Rino che manterrà la funzione sino al giugno 1951 quando verrà sostituito da Del Pozzo Giovanni.
Il nostro territorio sarà interessato, anche se marginalmente, dall’esodo dalle terre giuliane, istriane e dalmate. Nel luglio 1946 giunse da Fiume, allora Zona B, Lenarduzzi Celeste
80 Vicende di paesi, Campoformido s.d., pag.89
87
Il pacco dono C.A.R.E. conteneva generi alimentari di prima necessità - Archivio storico comunale
88
Domanins. Nel marzo 1947, sempre da Fiume ove, nell’ottobre del 1942, si era trasferito per fare il tirocinio pratico e primo biennio di teologia, rientrò il futuro D’Andrea don Giovanni, di Natale, nativo di Rauscedo. Lo stesso era stato munito, dalle forze titine, di un salvacondotto per il rientro “a sua domanda” a Padova81. E da Dignano d’Istria giunse anche la famiglia di Moscheni Pietro82 Antonio (già sottotenente di artiglieria del Regio Esercito, prigioniero dei germanici dopo l’armistizio) e la nuora Toffetti Maria. Quest’ultima era stata internata, dal 2/10/1944 al
incolpata di aver svolto attività nel movimento di Liberazione. Abbandonata l’Istria nel 1948, optarono per la cittadinanza italiana.
Le conseguenze della guerra si fecero sentire ancora il 4 febbraio 1949. A Pozzo i cugini Gambellin Luigi, di dieci anni e Mario di quattro, trovarono dei detonatori che, manomessi, scoppiarono provocando loro ferite più o meno gravi.
Il 18 marzo 1953, nella sede municipale, si riunirono una cinquantina di ex combattenti che crearono la Sezione di San Giorgio dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci. Nella votazione Castellarin Pietro risultò il più votato.
Al sodalizio non potevano aderire coloro che avevano perduto i diritti civili e politici in conseguenza della legge sull’epurazione e coloro che, in qualunque modo, avevano aderito al passato regime.
Nel 1951 terminò il Piano Marshall, ideato nel 1947 per favorire la ripresa
prospettive per quello che poi sarà il “miracolo economico”.
Con il relativo benessere e la volontà di “rinascita”, vennero lentamente
i rancori e tutte le esperienze negative create dal ventennio fascista e dal
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a Puerto Ordaz (quartiere di Ciudad Guayana) in Venezuela82
era immigrato a San Giorgio da dove successivamente aveva fatto ritorno in Istria
i Combattenti
90
Nella pagina prcedenteArchivio Fornasier Dino - D’Andrea Vittorio (Caton) – D’Andrea GioBatta (di Bota) – Fornasier Gido – D’Andrea Umberto – Fornasier Elia – D’Andrea Egidio (Polaco) – Fornasier Giuseppe (Tunta) a Scutari in Albania
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I CombattentiCon l’avvento del fascismo vennero create quelle strutture che, secondo
le intenzioni, avrebbero dovuto accompagnare i cittadini in tutte le fasi della loro vita. Il servizio militare era una di quelle ritenute più importanti. Vennero pertanto predisposti, da parte dei Comandi federali della Gioventù Italiana del Littorio (G.I.L.), dei corsi premilitari che interessando i giovani prima della chiamata dovevano servire, in ottica militare, alla loro formazione
Al termine veniva rilasciato un attestato di frequnza “con successo dei corsi di istruzione”. La mancanza sarebbe stata una nota di demerito per il futuro arruolamento nelle FF.AA.
Almeno sino alla scoppio della guerra speciali commissioni, in collaborazione con il Consiglio Provinciale delle Corporazioni ed i Podestà, avevano il compito di esentare temporaneamente coloro che erano ritenuti indispensabili alla conduzione dei poderi cercando di ridurre al minimo i disagi.
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93
Al pari di altri anche il nostro territorio fu pesantemente coinvolto dal richiamo dei giovani e meno giovani a servire la Patria.
numerosi compaesani, non proprio giovanissimi, rimpatriati principalmente da Germania e Francia.
di mobilitazione dei militari idonei in congedo o in licenza illimitata, appartenenti alle classi dal 1907 al 1922.
Dopo l’armistizio e lo sbandamento delle Forze Armate ritornarono ai nostri paesi un grande numero di militari, dislocati in ogni dove. Questi per sopravvivere trovarono lavoro nella Todt1, azienda tedesca che gestiva
manutenzione delle vie di comunicazione.
presentarono. Il Deutsche Berater2 incaricò il Podestà per la consegna dei precetti. Lessio Angelo
territorio comunale. Ebbe la fortuna di uscirne indenne.
non si presentarono perché emigrati all’estero e 11 furono dispensati. Dei
militari o assimilati ai quali vanno aggiunti 37 civili che si trovavano nei
Qualcuno morì in battaglia contro le FF.AA. tedesche (Fornasier Angelo a Cefalonia) altri, in qualche caso interi reparti, furono catturati dai germanici e furono internati nei campi di concentramento o inviati nei campi di lavoro.
Il militare più anziano, dal seguente elenco, risulta essere Cimarosti Osvaldogià combattuto nella Grande Guerra alcuni riportando ferite altri venendo decorati.
1
2
professioni dei meccanici, falegnami, muratori, manovali, fabbri, ecc.
sapeva fare “poco”.
In una tabella sono riportati anche i numeri dei combattenti divisi per luogo di nascita e, per gli immigrati, residenza o domicilio. Nella stessa tabella sono riportati i caduti, prigionieri, feriti e decorati avuti da ogni paese.
Di seguito troverete, in ordine alfabetico, l’elenco dei combattenti del Comune, comprensivo delle compaesane che hanno partecipato alla guerra di Liberazione ed alle quali è stato attribuito il titolo di “combattente”.
riportati i periodi di prigionia (con, ove possibile, l’indicazione dei campi) e le decorazioni concesse. Per i Caduti sono stati indicati solo cognome,
Alcuni nomi, principalmente di località, potrebbero essere inesatti. Gli stessi, non trovando riscontri, sono stati scritti come trovati sui documenti presi in esame.ADORNI Franco, di Giovanni e Pederzoni Emma,
ALTAN Giuseppe, di Guiscardo e Donda Diletta,
ALTAN Giuseppe, di Lino e Donda Ester,
ALTAN Modesto, di Guiscardo e Donda Diletta,
ALTAN Osvaldo, di Lino e Donda Ester,
battaglia “Gua”
ALTAN Tullio, di Guiscardo e Donda Diletta,
ANTONIALI Revisto, di Antonio e Trevisan Emilia,
ATZENI Giuseppe, di Giuseppe e Porcina Caterina,
AZZAN Giuseppe, di Enrico e Zongaro Luigia,
a
BABUIN Antonio
BABUIN Antonio
BABUIN Edoardo, di Pietro Vedi Capitolo Caduti
BABUIN Enrico, di Antonio e Formentin Luigia,
a
BABUIN Federico Fioravante
BABUIN Guerrino
BABUIN Romano
BAGATO Luigi
BARBUI Dino
BARBUI Rino
BARBUI Ugo Giuseppe
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BARET Guerrino
BARET Vittorio, di Giovanni Vedi Capitolo Caduti
BARUZZO Enrico
BARUZZO Ernesto, di Andrea e Ongaro Anna,
BARUZZO Sante
BASSO Achille, di Angelo e D’Andrea Clementa,
BASSO Adorino
BASSO Agostino, di Paolo e Cocitto Agostina,
a Legione
BASSO Angelo
BASSO Antonio, di Paolo e Cocitto Agostina,
BASSO Attilio, di Giuseppe Vedi Capitolo Caduti
BASSO Attilio
di Guerra
BASSO Carlo
BASSO Ergilio
BASSO Ermenegildo
BASSO Giacomo
BASSO Gino
11a
BASSO Gioacchino, di Antonio e D’Andrea Lindovina,
BASSO Giovanni, di Antonio e Greguol Giuseppina,
BASSO Giovanni Battista
99
BASSO Giuseppe, di Luigi e Fornasier Celesta,
20a
BASSO Giuseppe, di Agostino Vedi Capitolo Caduti
BASSO Guerrino, di Alovisio e D’Andrea Olimpia,
BASSO Leonardo, di Luigi e Ongaro Pierina,
BASSO Lino
BASSO Luigi, di Domenico e De Pauli Piacenta,
BASSO Luigi, di Antonio e D’Andrea Lindovina,
BASSO Luigi
Littoria
BASSO Mario
11a
100
BASSO Mario, di Giuseppe e D’Andrea Ester,
BASSO Paolo
BASSO Pietro
Caporale
BASSO Pompeo, di Angelo Vedi Capitolo Caduti
BASSO Virgilio
BATTAIA Daniele
BATTAIA Guariere
BATTAIA Italonato il 22 febbraio 1909 a Vito d’Asio, immigrato a Provesano
BATTISTON Alter, di Antonio e Visentin Caterina,
101
BATTISTON Antonio, di Luigi e Vendrame Giuseppina,
Volontario nella IVa
Congedato “in colonia” è ivi rimasto come operaio
BECCARO Guerrino, di Fortunato e Della Valle Giuseppina,
BENECCHIO Giuseppe, di Giovanni Vedi Capitolo Caduti
BERTATO Augusto
a
BERTAZZO Carlo
BERTAZZO Mario
BERTIN Luigi
BERTIN Pietro
BERTONI Pietro
BERTONI Silvano
a
102
BERTUZZI Aniceto, di Angelo e Cedolin Giuseppa,
a
BERTUZZI Carlo
BERTUZZI Domenico
contro i tedeschi. Encomiato per i servizi svolti in occasione del soggiorno del
BERTUZZI Edoardo, di Alessandro e Filipuzzi Elena,
Combattente nella Grande Guerra. C. N. nella 10a
BERTUZZI Eliseo, di Alessandro e Filipuzzi Elena,
BERTUZZI Gino, di Leonardo e Piva Agnese,
BERTUZZI Giobattista
Combattente nella Grande Guerra. 11a
BERTUZZI Pietro
perché cittadino della Città del Vaticano. Cittadinanza italiana riacquistata in
103
BERTUZZI Rino
BIDIN Guido
BIER Angelo Vedi Capitolo Caduti
BIER Antonio
BIER Pietro
BISARO Antonio, di Antonio e Collino Domenica,
BISARO Bruno, di Angelo e Cancian Emilia,
a
BISARO Giovanni, di Enrico e China Teresa,
a
BISUTTI Celeste
BISUTTI Dino
BISUTTI Dionisio, di Annibale e Franceschina Anna,
BISUTTI Ferruccio
BISUTTI Giò Battista, di Annibale e Franceschina Anna,
BISUTTI Giuseppe
BISUTTI Luigi,
BISUTTI Luigi, di Annibale Vedi Capitolo Caduti
BISUTTI Marco, di Giovanni e Pellegrin Elisa,
BISUTTI Mario
BISUTTI Natale
BISUTTI Natalino
BISUTTI Onorino
BISUTTI Pietro, di Pietro e D’Andrea Elisa,
BISUTTI Remo, di Celeste e Lenarduzzi Anna,
BISUTTI Sante, di Annibale e Franceschina Anna,
BISUTTI Teodolindo, di Luigi e Lenarduzzi Anna,
BIZ Antonio
BIZ Fioravante
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8° Rgt. Alpini dal 23/9/1935 all’1/7/1936 e dal 4/6 al 20/10/1940. Richiamato l’8/2/1941 ed inviato in Albania e Russia. Sbandato l’8/9/1943. Patriota della Div. Osoppo-Friuli, Btg. Unità, dal 15/8/1944 al 13/6/1945. Decorato con Croce al Merito di Guerra
BIZ Francesco, di Olivo Vedi Capitolo Caduti
BLARASIN Luigi, di Francesco e Toneatti Maria,nato il 14 dicembre 1899 a Clauzetto, immigrato a ProvesanoOperaio a Steinbruch (Germania). Richiamato nel 319° Btg. T.M. dal 24/4 al 4/6/1941
BLASUTTI Luigi, di Domenico e Battigello Santa,nato il 19 agosto 1912 a San Giorgio R., emigrato a Rive d’Arcano8° Rgt. Alpini dal 3/3/1933 al 3/3/1934. Richiamato dal 30/3 al 25/10/1939 e dal 5/2 al 27/12/1941 ed inviato nei Balcani. Mobilitato l’11/3/1942
BOREAN Achille, di Angelo Vedi Capitolo Caduti
BORSOI Walter, di Eugenio Vedi Capitolo Caduti
BORTOLUSSI Dante, di Secondiano e Zanin Giovanna,nato il 7 giugno 1917 a Gruaro, immigrato a Provesano9° Rgt. Bersaglieri dal 26/5/1938. Inviato nei Balcani ed in A.S. Catturato a Cremona il 9/9/1943 ed internato nel Steinberglager Waidmannslust di Berlino (Germania). Sergente. Rimpatriato il 6/8/1945. Decorato con 2 Croci al Merito di Guerra
BORTOLUSSI Dino, di Secondiano e Zanin Giovanna,nato il 10 marzo 1924 a Gruaro, immigrato a Provesano3° Rgt. Artiglieria dall’11/5/1943. Sbandato l’8/9/1943. Patriota della Garibaldi-Div. Sud Arzino, dal 16/3/1944 all’1/5/1945, con nome di battaglia “Diano”
BORTOLUSSI Natale, di Vito e Giusti Angela,nato il 7 marzo 1911 a S. Giorgio R.-Domanins46° Rgt. Fanteria dal 20/2/1935 al 6/1/1937 ed inviato in Eritrea. Richiamato nel 53° Rgt. Fanteria dal 6/12/1940 ed inviato in Albania. Congedato, per effetti di congelamento, l’1/4/1942. Caporal M. Decorato con Croce al Merito di Guerra e con Medaglia Commemorativa per le operazioni in A.O.
BORTOLUSSI Vito, di Domenico e Venier Angela,nato il 25 gennaio 1920 a S. Giorgio R.-Provesano1° Autocentro dal 10/3/1940. Inviato in A.S. Catturato in Tunisia il 14/5/1943. Rimpatriato, dall’Inghilterra, il 7/5/1946
BOT Antonio, di Domenico e Odorico Maddalena,
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nato il 19 dicembre 1916 a Cordovado, immigrato a ProvesanoRgt. Piemonte Reale Cavalleria dal 16/3/1938 al 30/11/1941. Richiamato il 18/2/1943 ed inviato nei Balcani. Catturato a Megalopolis il 9/9/1943. Rimpatriato, da Trier (Germania), il 14/7/1945
BOT Firmino, di Domenico e Odorico Maddalena,nato l’11 ottobre 1926 a Cordovado, immigrato a ProvesanoPartigiano della Div. Garibaldi-Sud Arzino, Btg. Pisacane, dal 12/8/1944 al 20/5/1945. Decorato con Croce al Merito di Guerra
BOZZER Alessandro, di Andrea e Filipuzzi Teresa,nato il 17 maggio 1917 a S. Giorgio R.-Provesano40° Rgt. Fanteria dal 29/3/1939. Inviato in A.S. Catturato ad El Alamein il 4/11/1942. Prigioniero (n. 358109) nel Campo 308. Rimpatriato, dalla Palestina, il 31/3/1946
BOZZER Dante, di Andrea e Filipuzzi Teresa,nato il 2 gennaio 1912 a S. Giorgio R.-Provesano8° Rgt. Alpini dall’1/3/1933 al 24/8/1934. Richiamato dal 31/3 al 3/10/1939 ed inviato in Albania e dal 2/6 al 30/12/1941. Mobilitato il 15/7/1943 ed inviato nei Balcani. Dopo l’armistizio ha fatto parte della Divisione Italia che combattè in Jugoslavia contro i tedeschi. Rientrato il 17/7/1945
BOZZER GioBatta, di Andrea e Filipuzzi Teresa,nato il 13 giugno 1915 a S. Giorgio R.-Provesano74° Rgt. Fanteria dal 6/10/1936 al 15/7/1937. Richiamato il 14/12/1940 ed inviato nei Balcani. Catturato il 14/9/943 a Karlovac ed internato a Marwitz uber Landsberg Ippland (Germania). Rimpatriato il 17/8/1945. Decorato con 3 Croci al Merito di Guerra
BOZZER Giuseppe, di Osvaldo Vedi Capitolo Caduti
BOZZER Guglielmo, di Andrea e Filipuzzi Teresa,nato il 29 agosto 1913 a S. Giorgio R.-Provesano74° Rgt. Fanteria dal 7/4/1935 all’1/7/1936 e dall’11/6 al 16/10/1940. Richiamato l’8/1/1941 ed esonerato
BOZZER Liseo, di Marco Vedi Capitolo Caduti
BRATTI Adelino, di Tommaso e Ongaro Maria,nato il 13 novembre 1915 a San Giorgio R.8° Rgt. Alpini dal 18/5/1937 al 22/8/1938. Richiamato il 29/4/1941. Caporal M.
BRATTI Armando, di Tommaso ed Ongaro Maria,nato il 21 agosto 1921 a San Giorgio R.9° Rgt. Bersaglieri dal 7/1/1941. Inviato in Corsica. Incorporato, con il Btg.
BRATTI Eugenio, di Giacomo e Lenarduzzi Elisa,
BRATTI Giovanni
BRATTI Giuseppe
BRATTI Giuseppe, di Giovanni e Volpatti Carmela,
BRATTI Pietro
BRATTI Pietro, di Osvaldo e Luchini Elisa,
Caporale
BRATTI Sante, di Luigi e Tubello Luigia,
BRATTI Silvio
BROVEDANI Aurelio, di Giovanni e Fabricio Luigia,
109
BROVEDANI Giovanni, di Domenico e Zannier Caterina,
BRUGNOLO Bruno, di Giulio e Delle Vedove Teresa,
BRUNETTI Federico, di Giuseppe e Prampolini Felicita,
a
in A.O.I.
CAMPANER Luiginato il 30 ottobre 1923 a Chions, immigrato ad Aurava
CANCIAN Adelchi
CANCIAN Albino
CANCIAN Alessandro Vedi Capitolo Caduti
CANCIAN Americo, di Giacomo e Tubello Caterina,
CANCIAN Armando, di Giacomo Vedi Capitolo Caduti
CANCIAN Dante, di Giacomo e Tubello Caterina,
110
CANCIAN Domenico
CANCIAN Emilio, di Giacomo e Tubello Caterina,
CANCIAN Ennio
CANCIAN Giobatta
Arruolato CC.NN. nella 10a
CANCIAN Giocondo
Combattente nella Grande Guerra. Inviato in Tripolitania e Cirenaica. Operaio agricolo in Germania. Arruolato C. N. nella 10a
CANCIAN Giordano
CANCIAN Giuseppe, di Giuseppe e Contardo Luigia,
CANCIAN Guerrino
CANCIAN Guido, di Giacomo Vedi Capitolo Caduti
CANCIAN Lorenzo, di Giocondo e Tomini Ester,
111
CANCIAN Paolo
CANCIAN Sante, di Giuseppe e Contardo Luigia,
CANCIAN Silvio, di Giacomo e Tubello Caterina,
disperso
CANCIAN Umberto
CANCIAN Umberto
CANDIDO Enrico
CANDIDO Luigi, di Annibale e Venier Cecilia,
CANDIDO Valentino, di Domenico e Lenarduzzi Giacoma,
CANTON Agostino
112
CANTON Antonio
11a
CANTON Luigi Carlo
CANTON Paolo
CARGNELUTTI Mario, di Valentino e Lenarduzzi Erminia,
nome di battaglia “Trieste”
CAROLLO Pietro
CASSIO Gianpaolo, di Abelardo e Luchini Alessandra,
CASSIO Luchino, di Abelardo e Luchini Alessandra,
a
Guerra
CASTELLAN Albano, di Luigi e Zanier Elisa,
CASTELLAN Clelio
113
a Legione d’Assalto, ed inviato in Egeo. Caporale.
CASTELLAN Giuseppe
CASTELLAN Ines (in Secco)
CASTELLAN Onorino
negli Eserciti Alleati
CASTELLARIN Luigi
CASTELLARIN Michele
a Legione CC.NN.
CASTELLARIN Pietro
CASTELLARIN Pietro
CAZZITTI Silvio (DE PAOLI)
CERESER Giuseppe
nato il 31 maggio 1913 a Ponte di Piave, immigrato a Pozzo
CESARINI Giovanni
CHEMELLO Romano
CHERUBIN GRILLO Attilio
CHERUBIN GRILLO Pompeo
CHIARCOSSO Giacomo, di Antonio e Polon Luigia,
CHIARCOSSO Luigi, di Antonio e Polon Luigia,
CHINA Pietro, di Luigi e D’Agnolo Teresa,
CHINA Riccardo, di Luigi Vedi Capitolo Caduti
CHIVILO’ Angelo, di Luigi e Concina Lucia,
CHIVILO’ Angelo, di Gino e Galasso Carmela,
CHIVILO’ Antonio
CHIVILO’ Daniele, di Luigi e Concina Lucia,
CHIVILO’ Gino
CHIVILO’ Giuseppe
Glamoc (Croazia). Encomiato per il comportamento tenuto in occasione della ferita
CHIVILO’ Leonardo, di Antonio e Pasquin Vittoria,
CHIVILO’ Luigi, di Luigi Vedi Capitolo Caduti
CHIVILO’ Pietro Vittorio, di Gino e Galasso Carmela,
CHIVILO’ Tiziano, di Angelo e Filipuzzi Lucia,
a
A.O.I.
CILIO Alfredo
CILIO Giuseppe
CILIO Guido
a
CILIO Lino Antonio
CILIO Sante
CIMAROSTI Albino
CIMAROSTI Americo
CIMAROSTI Antonio, di Eugenio e Tossutto Anna,
CIMAROSTI Arduino
117
CIMAROSTI Eraldo
CIMAROSTI Eugenio
Combattente nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a
CIMAROSTI Guido, di Eugenio e Tossut Anna,
CIMAROSTI Lino, di Pietro e Filipuzzi Felicita,
CIMAROSTI Oreste
CIMAROSTI Osvaldo, di Osvaldo e Tubello Luigia,
Combattente e prigioniero nella Grande Guerra. Volontario, CC.NN., per le operazioni in A.O.I.
CIMAROSTI Riccardo, di Luigi e Cividin Anna,
Combattente nella Grande Guerra. Esonerato dal richiamo in quanto operaio
CIMAROSTI Rizieri
CIMAROSTI Umberto
CIRIANI Mario, di Giacomo Vedi Capitolo Caduti
CIRIANI Pietro, di Giacomo e Zavagno Teresa,
CISCOMANI Francesco, di Giovanni e Cecco Luigia,
3a
a
CIVIDIN Angelo
11a
COCITTO Attilio
COCITTO Gino
COCITTO Giovanni, di Angelo e Fornasier Amabile,
3a
COGNOLATO Sante, di Carlo e Pizzechello Virginia,
119
COL Angelo
COL Giuseppe, di Giacomo e Zanchetta Antonia,nato il 9 novembre 1920 a Chiarano, immigrato a Domanins
COLLAVITI Angelo, di Antonio e Drigo Antonia,nato il 30 luglio 1923 a Fossalta di P., immigrato a Provesano
COLLAVITI Giovanni, di Antonio e Drigo Antonia,
COLLAVITI Giuseppe, di Antonio e Drigo Antonia,
a Legione Alpina
COLONELLO Antonio, di Angelo e Toffolo Caterina,
Combattente nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a
COLONELLO Antonio, di Albino Vedi Capitolo Caduti
COLONELLO Arturo
COLONELLO Erminio
COLONELLO Fioravante, di Celeste Vedi Capitolo Caduti
COLONELLO Giovanni, di Giuseppe e Lenarduzzi Vittoria,
Combattente, ferito e decorato nella Grande Guerra. Arruolato nella 10a Legione
120
COLONELLO Giuseppe, di Angelo e Toffolo Caterina,
COLONELLO Giuseppe
COLONELLO Guido
COLONELLO Luigi, di Gioacchino e Lenarduzzi Amabile,
operazioni in A.O.I.
COLONELLO Osvaldo, di Antonio Vedi Capitolo Caduti
COLONELLO Remigio
COLONELLO Severino, di Celeste Vedi Capitolo Caduti
COMINOTTO Alessandro
COMINOTTO Angelo
121
COMINOTTO Antonio, di Osvaldo e De Zorzi Paola,
nella 10a
COMINOTTO Davide
Combattente nella Grande Guerra. Arruolato nella 10a
COMINOTTO Eugenio, di Albino Vedi Capitolo Caduti
COMINOTTO Francesco
a
nome di battaglia “Volpe”
COMINOTTO Giuseppe, di Osvaldo Vedi Capitolo Caduti
COMINOTTO Giuseppe
COMINOTTO Guido
COMINOTTO Luigi, di Giuseppe Vedi Capitolo Caduti
CONCATO Angelo, di Attilio e Artuso Clorinda,
CONCATO Emilio, di Attilio e Artuso Clorinda,
122
a
CONSUL Tullio
CONTARDO Albinonato il 22 gennaio 1912 a Valvasone, immigrato a Pozzo
CONTARDO Attilio
a
CONTARDO Fortunato Luigi
CORAZZA Domenico
CORAZZA Riccardo
CRISTOFOLI Giovanni, di Valentino e Piagno Lucia,
CRISTOFOLI Lino, di Angelo e Femoben Elisa,
123
CRISTOFOLI Mino, di Angelo e Femoben Elisa,nato l’11 marzo 1902 a Casarsa della D., immigrato a Domanins
CRISTOFOLI Pietro, di Valentino e Piagno Lucia,
a
CRISTOFOLI Raffaele, di Angelo e Femoben Elisa,
CRISTOFOLI Severino, di Angelo e Femoben Elisa,
CROVATO Elia, di Eugenio e Zecchini Luigia,
Combattente e ferito nella Grande Guerra. Inviato in Tripolitania e Cirenaica.
CROVATO Giovanni Eugenio
CUDIGNOTTO Orfeo
D’AGNOLO Luigi
D’AGOSTIN Cisto Vedi Capitolo Caduti
D’AGOSTIN Gino
D’AGOSTINIS Antonio
D’AGOSTINIS Ezio
perché fratello di Giuseppe, scomparso in mare a seguito del siluramento del Galilea
D’AGOSTINIS Giuseppe, di Pietro Vedi Capitolo Caduti
D’AGOSTINIS Guido, di Pietro Vedi Capitolo Caduti
D’ANDREA Achille
in Albania. Carabiniere nella Legione CC di Padova
D’ANDREA Achille
D’ANDREA Adamo
D’ANDREA Adamo, di Andrea e Portolan Anna,
D’ANDREA Adorino, di Celeste e Venier Felicita,nato il 13 dicembre 1913 in Argentina, immigrato a Domanins
11a
D’ANDREA Agostino
D’ANDREA Aldo
D’ANDREA Aldo Mario, di Livio e Indri Caterina,
D’ANDREA Amelio
D’ANDREA Amos, di Giuseppe e Fornasier Anna,
11a
D’ANDREA Andrea
D’ANDREA Angelo
D’ANDREA Angelo, di Domenico Vedi Capitolo Caduti
D’ANDREA Anselmo
D’ANDREA Antonino
Alleati
D’ANDREA Antonio, di Giuseppe e Lenarduzzi Teresa,
D’ANDREA Antonio
“Combi”
D’ANDREA Antonio, di Antonio e D’Andrea Giuditta,
D’ANDREA Attilio, di Candido e Fornasier Elisa,
D’ANDREA Attilio, di Antonio e D’Andrea Giuditta,
D’ANDREA Beniamino
D’ANDREA Carlo, di Angelo e D’Andrea Elisa,
D’ANDREA Celeste, di Giosuè e D’Andrea Anna,
D’ANDREA Celeste, di Giovanni e D’Andrea Anna,
127
D’ANDREA Celeste
D’ANDREA Celeste
D’ANDREA Dante
D’ANDREA Dante, di Antonio e De Pauli Vittoria,
D’ANDREA Demetrio, di Giuseppe e D’Andrea Ida,
D’ANDREA Edoardo, di Protasio e Fangoni Clementa,
D’ANDREA Egidio, di Celeste e D’Andrea Teresa,
D’ANDREA Egidio, di Natale e Fornasier Teresa,
D’ANDREA Elia, di Antonio e D’Andrea Clementa,
A.O.
D’ANDREA Elia, di Antonio e D’Andrea Giuditta,
D’ANDREA Elia
D’ANDREA Elia Alvise, di Pietro e D’Andrea Emma,
D’ANDREA Ermenegildo, di Angelo e De Tina Angelica,
D’ ANDREA Ettore
D’ANDREA Ettore, di Francesco e D’Andrea Anna,
D’ANDREA Gino, di Celeste e Fornasier Pierina,
D’ANDREA Gino, di Felice e Cancian Edvige,
129
D’ANDREA Gino
D’ANDREA GioBatta
D’ANDREA Giovanni, di Agostino e Fornasier Elisabetta,
Combattente nella Grande Guerra. Arruolato nella 10a
D’ANDREA Giovanni, di Francesco e D’Andrea Anna,
D’ANDREA Giovanni
D’ANDREA Giovanni B., di Olvino Vedi Capitolo Caduti
D’ANDREA Giovanni, di Angelo e De Pauli Isolina,
D’ANDREA Giuseppe
D’ANDREA Giuseppe
130
D’ANDREA Giuseppe, di Antonio e D’Andrea Clementa,
fratello di Guglielmo, scomparso a seguito del siluramento del Galilea
D’ANDREA Giuseppe, di Pietro Vedi Capitolo Caduti
D’ANDREA Giuseppe, di Olvino Vedi Capitolo Caduti
D’ANDREA Guglielmo, di Antonio Vedi Capitolo Caduti
D’ANDREA Guido, di Felice e Cancian Edvige,
D’ANDREA Guido, di Giuseppe e Fornasier Anna,
D’ANDREA Isaia
D’ANDREA Isidoro, di Primo e D’Andrea Albina,
D’ANDREA Lino
D’ANDREA Lino
Alleati
D’ANDREA Lionello, di Primo e D’Andrea Erminia,
131
D’ANDREA Luigi
D’ANDREA Luigi, di Francesco e D’Andrea Anna,
D’ANDREA Luigi
D’ANDREA Luigi, di Angelo e D’Andrea Elisa,
D’ANDREA Luigi
D’ANDREA Luigi, di Antonio e D’Andrea Clementa,
D’ANDREA Luigi Leopoldo, di Natale e Fornasier Teresa,
D’ANDREA Luigi Natale
132
D’ANDREA Mario
D’ANDREA Mario, di Luigi e Tossut Luigia,
11a
D’ANDREA Natale, di Ermenegildo e Fornasier Adelaide,
Combattente nella Grande Guerra. Arruolato nella 10a
D’ANDREA Natale, di Celeste Vedi Capitolo Caduti
D’ANDREA Natale, di Natale e Fornasier Teresa,
D’ANDREA Natale
per il comportamento tenuto in occasione delle ferite subite
D’ANDREA Natale
D’ANDREA Natale, di Natale e Fornasier Amelia,
D’ANDREA Orfeo, di Edoardo e Fornasier Pierina,
D’ANDREA Osvaldo, di Giuseppe e Lenarduzzi Teresa,
133
D’ANDREA Osvaldo
D’ANDREA Paolo
D’ANDREA Pierino, di Celeste e D’Andrea Olga,
D’ANDREA Pietro
D’ANDREA Pietro
D’ANDREA Pietro Paolo, di Angelo e De Pauli Isolina,
Combattente nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a
D’ANDREA Pio Adelmo, di Osvaldo e D’Andrea Lodovina,
D’ANDREA Primo, di Giovanni e D’Andrea Anna,
Combattente nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a
D’ANDREA Primo, di Protasio e Fangoni Clementa,
D’ANDREA Remo
D’ANDREA Rino, di Luigi Vedi Capitolo Caduti
D’ANDREA Sante, di Giuseppe e Fornasier Anna,
D’ANDREA Sante, di Carlo Vedi Capitolo Caduti
D’ANDREA Silvio, di Giuseppe e D’Andrea Ida,
D’ANDREA Silvio
alle armi
D’ANDREA Silvio
D’ANDREA Umberto, di Antonio e D’Andrea Giuditta,
D’ANDREA Virgilio, di Alfredo e D’Andrea Luigia,
D’ANDREA Vittorio
D’ANDREA Vittorio Vedi Capitolo Caduti
D’ANDREA Vittorio
DANELUZZI Celso Camillo, di Demetrio e Osvaldini Italia,
DANELUZZI Raffaele
DE BEDIN Armando
DE BEDIN Giovanni
DE CANDIDO Adovilio, di Annibale e Venier Cecilia,
DE CANDIDO Amelio, di Gioacchino e Venier Luigia,
DE CANDIDO Antonio
DE CANDIDO Arbeno, di Antonio Vedi Capitolo Caduti
DE CANDIDO Carlo
DE CANDIDO Celeste, di Cesare Vedi Capitolo Caduti
DE CANDIDO Dante
DE CANDIDO Ettore, di Angelo e Lenarduzzi Angela,
inviato in Albania. Catturato ed internato in Polonia
DE CANDIDO Francesco
DE CANDIDO Gabriele, di Luigi Vedi Capitolo Caduti
DE CANDIDO Gaspare
DE CANDIDO Gino
DE CANDIDO Guido
DE CANDIDO Lodovino
137
DE CANDIDO Mattia, di Angelo Vedi Capitolo Caduti
DE CANDIDO Pietro
DE CANDIDO Sante
DE CANDIDO Vittorio, di Antonio e Lenarduzzi Felicita,
DE CARLI Ferdinando, di Luigi e Pagnucco Elvira,
DE CILLIA Mario
DEGAN (BIANCHET) Antonio
DEGAN (BIANCHET) Lino
operazioni in A.O.
DEL BIANCO Virgilio
DEL DO Giuseppe
a
DELLA ROSSA Aniceto, di Angelo e Pozzo Angela,
DELLA ROSSA Casimiro
DELLA ROSSA Domenico
DELLA ROSSA Eralio, di Giuseppe e Cominotto Adele,
DELLA ROSSA Marino, di Vittorio e Castellano Teresa,
DELLA ROSSA Romano
DELLA ROSSA Terzo, di Giuseppe e Cominotto Adele,
DELLA ROSSA Vittorio Vedi Capitolo Caduti
139
DE MARCHI GioBatta, di Pietro e Fornasier Emilia,
DE MONTE Elia, di Gaspare e Luchini Amabile,
DE MONTE Luigi
DE MONTE Luigi, di Celeste Vedi Capitolo Caduti
DE MONTE Odovito
DE PAULI Aldo
DE PAULI Antonio
DE PAULI Carlo, di Antonio e D’Andrea Cecilia,
DE PAULI Silvio
DE PICCOLI Luigi, di Carlo Vedi Capitolo Caduti
DE RE Angelo
DE ROSSI Angelo, di Vincenzo e Pellegrinet Elena,
DE ZORZI Alvise
DE ZORZI Guglielmonato il 19 novembre 1910 a Lione (Francia), immigrato a Pozzo
DI LENARDO Gesulino, di Antonio e Pinzani Luigia,
DOMINI Leone, di Fortunato e Castellan Angela,
DOMINICI Remo, di Giuseppe e De Filippo Angelina,
DONDA Albino
DONDA Alfonso
a
DONDA Alfredo
DONDA Angelino
DONDA Arbeno
DONDA Aristide
DONDA Attilio
Arruolato C. N. nella 10a
DONDA Aurelio
DONDA Euclide
DONDA Giuseppe
DONDA Guerrino
nella 10a
DONDA Leo, di Luigi e Tubello Ida,
DONDA Odilio
a
con nome di battaglia “Vinto”
DONDA Olivo, di Livio e Filipuzzi Fiorenza,
DONDA Osvaldo
DONDA Severino
DONDA Vanilio
DRIGO Domenico, di Pietro Vedi Capitolo Caduti
DRIGO Enrico, di Pietro e Zanon Amalia,
DURANDI Gelindo, di Luigi e Venier Domenica,
Addis Abeba (Etiopia)
FABBRO Angelo
FABBRO Gisberto
FABBRO Vittorio, di Geniale e Tommasini Anna,
FABRIS Augusto, di Pietro e Lenarduzzi Angela Emma,
FABRIS Damiano, di Ernesto e De Zorzi Caterina,
a Comp. Genieri, è
FABRIS Dante, di Pietro e Lenarduzzi Angela Emma,
FABRIS Ezio Mario, di Pietro e Lenarduzzi Angela Emma,
FABRIS Giovanni, di Pietro e Lenarduzzi Angela Emma,
FACCA Ernesto
a
FACILE Adelchinato il 23 agosto 1910 a Povoletto, immigrato a Cosa
FANELLO Dionisio, di Osvaldo e Volpatti Adele,
FANELLO Ezio, di Osvaldo e Volpatti Adele,
FANELLO Giovanni, di Osvaldo e Volpatti Adele,
FANTIN Angelo, di Antonio e Fasan Teresa,
FERRARI Francesco
esonerato in quanto medico condotto del comune
FERRARIN Dante, di Pietro Vedi Capitolo Caduti
FERRU’ Gavino
FIGHERA Mario
a
FILIPUZZI Agostino
FILIPUZZI Albino, di Giuseppe Vedi Capitolo Caduti
FILIPUZZI Aldo, di Pietro e Ottogalli Amelia,
FILIPUZZI Alfonso, di Vittorio Vedi Capitolo Caduti
FILIPUZZI Amelio
FILIPUZZI Angelina
FILIPUZZI Angelo, di Francesco e Godenti Amabile,
FILIPUZZI Angelo
FILIPUZZI Angelo
FILIPUZZI Arrigo, di Pietro e Ottogalli Amelia,
FILIPUZZI Celeste, di Alessandro e Colonnello Angela,
FILIPUZZI Celeste
a
FILIPUZZI Dante
FILIPUZZI Domenico
FILIPUZZI Evaristo Giacomo, di Celeste e Filipuzzi Teresa,
Arruolato C. N. nella 10a
FILIPUZZI Giobatta, di Giovanni e Pasquin Clementina,
FILIPUZZI Giovanni
FILIPUZZI Giuseppe, di Agostino Vedi Capitolo Caduti
FILIPUZZI Guido, di Carlo e Chivilò Luigia,
.
FILIPUZZI Ivo, di Luigi e Donda Italia,
FILIPUZZI Lino, di Alessandro e Colonello Angelo,
FILIPUZZI Luigi, di Domenico e Cominotto Amabile,
FILIPUZZI Olveno, di Luigi Vedi Capitolo Caduti
FILIPUZZI Oreste
FILIPUZZI Ovidio, di Vittorio Vedi Capitolo Caduti
FILIPUZZI Romano
FILIPUZZI Sante
FILIPUZZI Vittorio Angelo
a
FINOTTO Augusto
a
FIORITTO Augusto
FIORITTO Sante
FORNASIER Alfonso, di Alfonso Vedi Capitolo Caduti
FORNASIER Angelo, di Agostino e Falcomer Carolina,
FORNASIER Angelo, di Antonio Vedi Capitolo Caduti
FORNASIER Arcangelo
FORNASIER Attilio, di Pietro e Leon Arcangela,
FORNASIER Dante, di Nicolò e Filipuzzi Anna,
FORNASIER Egidio, di Giovanni e D’Andrea Ida,
FORNASIER Elia, di Giuseppe e D’Andrea Luigia,
FORNASIER Elio
FORNASIER Ennio, di Giuseppe e D’Andrea Luigia,
scontro con truppe tedesche
FORNASIER Ermanno, di Giovanni Vedi Capitolo Caduti
FORNASIER Eugenio
perché in Germania quale operaio agricolo
FORNASIER Gelindo
FORNASIER Gino Pietro
FORNASIER GioBatta
FORNASIER Giovanni
FORNASIER Giovanni
FORNASIER Giuseppe
Combattente e prigioniero nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a
FORNASIER Giuseppe
FORNASIER Giuseppe, di Agostino e Falcomer Carolina,
FORNASIER Giuseppe
FORNASIER Giuseppe
FORNASIER Giuseppe, di Antonio Vedi Capitolo Caduti
FORNASIER Guerrino, di Agostino e Falcomer Carolina,
FORNASIER Leandro
FORNASIER Leopoldo
a Comp.,
FORNASIER Luigi
FORNASIER Mario, di Agostino e Falcomer Carolina,
FORNASIER Natale
FORNASIER Natalino
FORNASIER Sante, di Luigi e De Pauli Veglia,
FORNASIER Sante Agostino, di Luigi e D’Andrea Amelia,
FORNASIER Vittorio
FRANCESCHINA Adelmo
FRANCESCHINA Duilio, di Giovanni e Pellegrin Amabile,
FRANCESCHINA Eli Giuseppe, di Giovanni e Lenarduzzi Angela, nato il 9
FRANCESCHINA Giovanni
FRANCESCHINA Giovanni
11a
FRANCESCHINA Lino
FRANCESCHINA Ottaviano
FRANCESCHINA Paolo
FRANCO Libero Vittorio
agricoltura
FRANCO Osvaldo
FRANCO Virginio
Camicia Nera nella 10a
FRANCO Vittorionato il 12 settembre 1917 a Lestizza, immigrato ad Aurava
FRANZ Costante
nato il 12 novembre 1921 a Castelnovo, immigrato a Provesano
FRATTA Americonato il 22 agosto 1921 a Tarvisio, immigrato a Domanins
GAIARIN Giovanninato il 10 giugno 1921 a Pravisdomini, immigrato a Provesano
GAIOTTO Antonio
a
GAIOTTO Attilio, di Giovanni e Dazzan Antonia,
GAIOTTO Gino
di Guerra
GAIOTTO Giovanni
GAIOTTO Giovanni
GAIOTTO Guido, di Luigi e Gozzo Virginia,
GAIOTTO Marionato il 9 agosto 1923 a Fossalta di P., immigrato a Pozzo
GAIOTTO Rosario, di Vittorio Vedi Capitolo Caduti
GALASSO Bruno
GAMBELLIN Angelo, di Luigi e Gaiardo Albina,
a Comp. Trasporto
GAMBELLIN Antonio, di Luigi e Gaiardo Albina,
GAMBELLIN Pietro, di Luigi e Gaiardo Albina,
GAMBIN Annibale, di Pietro e Gasparet Adele,
GAMBIN Antonio, di Pietro e Gasparet Adele,nato il 17 dicembre 1907 a Fiume Veneto, immigrato a Provesano
GAMBOSO Giuseppe, di Enrico Vedi Capitolo Caduti
GASPARDO Giuseppe
GASPAROTTO Elio, di Cornelio e Volpatti Alessandra,
GASPAROTTO Felice
GASPAROTTO Giovanni
GASPAROTTO Lino
GASPAROTTO Mario
inviato in Corsica
GASPAROTTO Tarcisio
Volontario CC.NN. nella 1a
GAVA Giovanni
10a
GAVA Pietro, di Giovanni e Calderan Teresa,
Combattente e decorato nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a Legione
GAVA Vittorio, di Giovanni e Calderan Teresa,nato il 19 marzo 1907 a Zoppola, immigrato ad Aurava
GEI Angelo, di Angelo e Lenarduzzi Anna,
GEI Giovanni Luigi
GERARDI Agostino, di Paolo e Grando Caterina,
GERARDI Paolo, di Paolo e Grando Caterina,
GHIRARDI Evaristo
GHIRARDI Giacomo
GIACOMELLO Attilio
GIACOMINI Antonio
GIUSTO Primo, di Antonio e Ceccarello Angela,
GRAFITTI Timante, di Angelo Vedi Capitolo Caduti
GRI Giovanni, di Zaccaria e Peruzzo Elisabetta,
GRI Pietro, di Zaccaria e Peruzzo Elisabetta,
GRIDELLO Attilionato il 7 aprile 1922 in Argentina, immigrato a Cosa
GRIDELLO Celeste
GRIDELLO Ellero
Combattente nella Grande Guerra. Arruolato C.N. nella 10a
GRIDELLO Gabriele Vedi Capitolo Caduti
GRIDELLO Luigi
GRIDELLO Stanislao, di Ellero Vedi Capitolo Caduti
GRIGUOL Oreste, di Luigi e Gerolami Emilia,
GUERRA Alfredo
GUERRA Enrico
HIND Adolfo, di Oscar Vedi Capitolo Caduti
IACUZZI Alfredo
IANICH Arrigo
IANICH Pietro
nel Gruppo di Combattimento “Legnano”
IANICH Ugo, di Francesco e Filipputti Elisa,
a
INDRI Valentino, di Luigi e Indri Caterina,
INFANTI Gino
INNOCENTE Antonio
INNOCENTE Callisto
“Nembo”
INNOCENTE Ferruccionato il 19 luglio 1921 a Zoppola, immigrato ad Aurava
INNOCENTE Italo, di Angelo e Fasan Gisella,
INNOCENTE Luigi
Combattente nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a
IUS Luciano, di Pietro,
LENA Giuseppe
LENARDON Gino
LENARDON Giuseppe, di Osvaldo e Cevrain Giovanna,
LENARDON Severino, di Antonio e Toffolo Francesca,nato il 13 novembre 1913 ad Arzene, immigrato a Domanins
LENARDUZZI Albano
LENARDUZZI Amelio
LENARDUZZI Angelo, di Giovanni e Lenarduzzi Luigia,
LENARDUZZI Angelo
LENARDUZZI Antonio
LENARDUZZI Antonio, di Pietro Vedi Capitolo Caduti
LENARDUZZI Antonio
LENARDUZZI Arturo
operazioni in A.O.
LENARDUZZI Carlo
LENARDUZZI Costantino
161
Richiamato il 24/3/1941 ed inviato in Francia. Catturato il 9/9/1943 dall’esercito tedesco. Rimpatriato, dalla Francia, il 2/8/1945. Decorato con 2 Croci al Merito di Guerra
LENARDUZZI Dante, di Angelo e Marchi Santa,nato il 12 settembre 1907 a S. Giorgio R.-Domanins8° Rgt. Alpini dal 29/4/1927 al 2/9/1928. Richiamato, nel 522° Btg T.M., dal 28/1/1943 al 19/5/1945
LENARDUZZI Dante, di Romano e Luchini Augusta,nato il 15 settembre 1912 a S. Giorgio R.-Cosa3° Rgt. Artiglieria Alpina dall’8/9/1933 al 25/8/1934. Richiamato dal 30/3 al 29/11/1939 ed inviato in Albania. Mobilitato l’1/6/1940 ed inviato nei Balcani. Congedato il 4/8/1943 per avere due fratelli alle armi. Presente ai fatti d’arme del Pindo, Mali Scindeli e Golico in cui il 3° Rgt. “Julia” fu decorato con Medaglia d’Oro al V.M. Decorato con Medaglia Commemorativa per le operazioni in Albania. Patriota della Div. Osoppo-Friuli, Btg. Unità, dal 24/8/1944 al 13/6/1945, con nome di battaglia “Milano”
LENARDUZZI Dante, di Pietro e D’Andrea Alba,nato il 22 novembre 1917 a S. Giorgio R.-Domanins11° Autocentro dal 15/11/1937 al 14/5/1939. Richiamato il 2/7/1940. Sergente. Sbandato il 9/9/1943
LENARDUZZI Dionisio, di Antonio e D’Andrea Rosa,nato il 28 ottobre 1898 a S. Giorgio R.-DomaninsPrigioniero e decorato nella Grande Guerra. Arruolato C.N. nella 10a Legione M.A.C.A. dal 19/6/1940 al 28/3/1943
LENARDUZZI Egidio, di Pietro e D’Andrea Alba,nato il 28 gennaio 1915 a S. Giorgio R.-Domanins8° Rgt. Alpini dal 6/10/1936 al 23/8/1937, dal 2/9/1939 al 16/3/1940 e dal 31/5/1940 al 6/6/1942. Inviato nei Balcani. Richiamato il 16/7/1943 e congedato perché fratello di Antonio, Caduto in Russia
LENARDUZZI Elia, di Giuseppe e D’Andrea Santa,nato il 3 ottobre 1900 a S. Giorgio R.-DomaninsCaporale del 151° Rgt. Fanteria dal 7/9/1920 all’8/3/1921. Richiamato, nel 319° Btg. T.M., dal 3/5 al 4/6/1941
LENARDUZZI Fioravante, di Giovanni e Sedran Angelicanato il 7 marzo 1926 a S.Giorgio R.-PozzoPartigiano, gregario della Div. Osoppo-Fiuli, Brg. IVa-Btg. Unità, dal 24/8/1944 al 24/6/1945, con nome di battaglia “Petrolini”
LENARDUZZI Fortunato, di Costantino e Lenarduzzi Rosa,
LENARDUZZI Francesco
LENARDUZZI Francesco, di Francesco e Lenarduzzi Elisa,
LENARDUZZI Gabriele, di Osvaldo Vedi Capitolo Caduti
LENARDUZZI Gabriele
LENARDUZZI Gelindo, di Daniele e Cominotto Caterina,
LENARDUZZI Giovanni
quanto dipendente dell’Azienda Carboni Italiani
LENARDUZZI Giovanni, di Giuseppe e Lenarduzzi Filomena,
LENARDUZZI Giovanni Battista
battaglia “Volante”
LENARDUZZI Giulio
LENARDUZZI Giuseppe, di Giovanni e Lenarduzzi Luigia,
LENARDUZZI Ivo
LENARDUZZI Mario, di Celeste e Lenarduzzi Adelaide,
LENARDUZZI Mario, di Antonio Vedi Capitolo Caduti
LENARDUZZI Mattia, di Giovanni e Lenarduzzi Luigia,
LENARDUZZI Michele
LENARDUZZI Narcisonato il 10 settembre 1923 a Tarvisio, domiciliato a Domanins
LENARDUZZI Natale
LENARDUZZI Olivo, di Francesco Vedi Capitolo Caduti
LENARDUZZI Pietro, di Daniele e Cominotto Caterina,
Arruolato C. N. nella 10a
LENARDUZZI Pietronato il 22 giugno 1922 a Lamville (Francia), immigrato a Pozzo
LENARDUZZI Romolo
a
di battaglia “Edolo”
LENARDUZZI Sante
a Direzione Artiglieria
LENARDUZZI Sante
LENARDUZZI Sante, di Pietro e D’Andrea Alba,
LENARDUZZI Vittorio
a
LEON Antonio
LEON Ettore, di Agostino e D’Andrea Ernesta,
LEON Gino
LEON Giovanni
Combattente, ferito e decorato nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a
LEON Giovanni
LEON Giuseppe
LEON Isidoro
Combattente, ferito e decorato durante la Grande Guerra.a
LEON Leo Ruggero
LEON Luigi
LEON Natale, di Agostino e D’Andrea Ernesta,
LEON Osvaldo
LEON Silvio, di Agostino e D’Andrea Ernesta,
all’11a
LEON Vittorio
LIUT Gelindo
LIUT Giovanni Vedi Capitolo Caduti
LO PRESTI Giuseppe
LORENZET Attilio
LORENZET Paolo
LORIGGIOLA Aldino, di Eugenio e Agostini Anna,
LORIGGIOLA Egidio
LOSEGO Aldonato il 20 marzo 1923 a Ponte nelle Alpi, immigrato a Pozzo
a Armata Inglese
LOVISA Mario
LUCHIN Felice
LUCHINI Albino Umberto, di Luigi e Castellarin Albina,
LUCHINI Aldo
LUCHINI Angelo, di Angelo e Osvaldini Caterina,
LUCHINI Antonio
LUCHINI Antonio, di Olvino e Pascutto Giovanna,
a Legione
contro i tedeschi
LUCHINI Antonio, di Luigi Vedi Capitolo Caduti
LUCHINI Celeste, di Angelo e Osvaldini Caterina,
a
LUCHINI Dante, di Olvino e Pascutto Giovanna,
LUCHINI Dante, di Luigi e Ongaro Albina,
LUCHINI Egidio, di Fortunato e Venier Fiorenza,
LUCHINI Ernesto, di Angelo Vedi Capitolo Caduti
LUCHINI Eugenio, di Giuseppe e Tesan Teresa,
Combattente nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a
LUCHINI Ferruccio, di Antonio Vedi Capitolo Caduti
LUCHINI Francesco, di Leonardo Vedi Capitolo Caduti
LUCHINI Gaspare
LUCHINI Giacomo,
LUCHINI Giacomo, di Carlo e Luchini Lucia,
LUCHINI Gino Luigi, di Giovanni e Filipuzzi Lucia,
battaglia “Tenacia”
LUCHINI Giorgio
Decorato
LUCHINI Giovanni, di Antonio e Zanier Domenica,
LUCHINI Giovanni
LUCHINI Guglielmo, di Angelo e Osvaldini Caterina,
di Guerra
LUCHINI Leonardo, di Luigi e Castellarin Albina,
LUCHINI Lodovico
3a
e, nell’11a
LUCHINI Mario, di Luigi e Castellarin Albina,
LUCHINI Mario, di Giuseppe e Tesan Teresa,
170
a
LUCHINI Ottavio
LUCHINI Pietro, di Luigi e Castellarin Albina,
LUCHINI Renato, di Luigi e Castellarin Albina,
MACASSO Daniele, di Angelo e Pressacco Assunta,
MALACART Giuseppe
MARASCUTTI Alessandro
nome di battaglia “Elio”
MARASCUTTI Mario, di Giuseppe Vedi Capitolo Caduti
MARASCUTTI Vittorio
171
MARCHI Adelchi Vedi Capitolo Caduti
MARCHI Andrea Sergio
MARCHI Antonio, di Paolo Vedi Capitolo Caduti
MARCHI Egidio
MARCHI Elio
MARCHI Evaristo
MARCHI Francesco, di Pietro e Toppan Giuditta,
MARCHI Gino
MARCHI Giovanni
MARCHI Giuseppe
172
MARCHI Giuseppe, di Pietro e Toppan Giuditta,
MARCHI Lino
MARCHI Osvaldo, di Pietro e Toppan Giuditta,
MARCHI Severino
MARCHI Tullio Vedi Capitolo Caduti
MARCHI Ugo Vedi Capitolo Caduti
MARCHI Vitale
MARCHI Vittorio, di Pietro e Fornasier Emilia,
MARCHI Vittorio
173
MARCHI Vittorio
MARCHI Vittorio
MARCOLINA Agostino, di Pietro e De Candido Luigia,
MARCOLINA Lino, di Pietro e De Candido Luigia,
MARCON Emilio, di Emilio e Donda Elisa,
MARCON Erminio, di Emilio e Donda Elisa
MARCON Leonardo
MARCON Olivo, di Emilio e Donda Elisa,
MARCON Ottavio
MARCON Renato, di Alessandro e Tesan Irma
a
nome di battaglia “Grappa”
MARCON Settimo
MARCUZ Angelo
MARCUZ Ermenegildonato il 2 ottobre 1922 a Vallenoncello, immigrato a Cosa
MARCUZ Gino
MARGARITA Amedeo
MARGHERITA Luigi, di Valentino e Della Vedova Teresa,
Emigrato per lavoro prima in Albania e poi in Germania è rientrato nell’agosto
MARINI Mario, di Domenico Vedi Capitolo Caduti
MARTIN Basilio
MARTIN Oreste, di Luigi e Chivilò Teresa,
a
MARTINA Antonio, di Liberale e Pittana Caterina,
MARZIN Guido, di Angelo e Doret Luigia,
MASON Alessandro
MASON Angelo, di Gabriele Vedi Capitolo Caduti
MASON Angelonato il 7 maggio 1923 a Trail (Canada), immigrato a Pozzo
a
nome di battaglia “Pensiero”
MASON Egidio, di Gabriele e Tramontin Amabile,
MASON Emilio
a
MASON Guerrino
”
MASON Guido
MASON Mattia, di Gabriele e Tramontin Amabile,
MASON Salvatore
MATIUZZI Attilio
MAZZACCO Attilio, di Daniele e Pellizzoni Teresa,
MENEGHEL Mario
MERCURI Enrico
3a
MILLIN Egidionato il 10 febbraio 1912 a Pinzano, immigrato a Pozzo
MIOR Ernesto
MIOTTO Gilio, di Florindo e Trevisiol Luigia,
a
MIOTTO Narciso, di Florindo e Trevisiol Luigia,nato il 9 dicembre 1920 a Ponte di Piave, immigrato a Cosa
177
MITRI Angelo, di Alessandro e Gridello Eugenia,
MITRI Alessandro, di Francesco e Contardo Luigia,
a
MONGIAT Beniamino
MORETTI Angelo, di Giuseppe Vedi Capitolo Caduti
MORETTI Giuseppe
MORETTI Giustiziano
MORETTI Severino
MORETTI Virgilio
MORETTIN Francesco, di Aristide e Carrer Italia,
MORO Albino, di Giuseppe e Pasquin Amabile,
MORO Alessandro
a Legione Libica della
MORO Alessandro Severino, di Osvaldo e Lenarduzzi Giulia,
MORO Augusto
MORO Amelio Giuseppe
MORO Dante
MORO Giovanni
MORO Giuseppe Severino
a
MORO Mario Elio, di Giovanni e Cicuto Angela,
MORO Umbertonato il 21 gennaio 1923 a Fossalta di P., immigrato a Cosa
179
MORUT Giovanni
ONGARO Attilio
ORLANDO Attilio
ORLANDO Cornelio
ORLANDO Dianello, di Giuseppe e Orlando Giuditta,
ORLANDO Luigi, di Pietro e Luchini Vittoria,
ORLANDO Placido, di Giuseppe e Orlando Giuditta,
ORO Nereo
OSVALDINI Italo
OSVALDINI Paolo
PACHERA Alessandro
PACHERA Ferruccio, di Albino e Lonardi Elisabetta,
PANCINO Antonio, di Giulio Vedi Capitolo Caduti
PANCINO Arcangelo, di Luigi e Cover Pasqua,
PANCINO Augusto, di Luigi e Cover Pasqua,
PANCINO Giacomo
PANCINO Giuseppe, di Luigi e Cover Pasqua,
PANCINO Lino, di Luigi e Cover Pasqua,
Guerra
PANCINO Natale, di Giulio e Chiarot Clementina,
PANCINO Pietro, di Giulio e Chiarot Clementina,
11a
PANCINO Pietro
PANCINO Vittorio, di Luigi e Cover Pasqua,
PAPPALARDO Francesco
PARTENIO Angelo, di Isidoro e Cancian Caterina,
11a
PARTENIO Daniele, di Isidoro e Cancian Caterina,
PARTENIO Domenico, di Andrea Vedi Capitolo Caduti
PASCUTTO Angelo
PASCUTTO Arturo
a Legione CC.NN. ed inviato in Corsica. Prigioniero.
PASCUTTO Camillo
PASCUTTO Emilio, di Giuseppe e Lenarduzzi Albina,
PASCUTTO Emilio, di Giovanni Vedi Capitolo Caduti
PASCUTTO Luigi
PASCUTTO Olivo
PASCUTTO Sebastiano
PASCUTTO Vandalo, di Osvaldo e Zucchiatto Lucia,
lavoro nelle miniere germaniche
PASIANOTTO Guido
PASQUALI Livio
PASQUIN Antonio
Combattente e prigioniero nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a
PASQUIN Dante
PASQUIN Dante
PASQUIN Egidio, di Giacomo Vedi Capitolo Caduti
PASQUIN Enrico, di Giuseppe e Pasquin Albina,
PASQUIN Enriconato il 13 febbraio 1920 in Argentina, immigrato a Provesano
PASQUIN Ernesto, di Valentino Vedi Capitolo Caduti
PASQUIN Ezio, di Giacomo e Lenarduzzi Italia,
PASQUIN Gelsomino, di Angelo e Pasquin Letizia,
a
PASQUIN Gino
PASQUIN Giuseppe
. Caporale.
PASQUIN Guerrino
PASQUIN Leo, di Giacomo e Lenarduzzi Italia,
PASQUIN Lino Beniamino
PASQUIN Remo
PASQUIN Romano
PASQUIN Siro, di Giacomo e Lenarduzzi Italia,
PASQUIN Umberto
PASUTTO Pietro
PECILE Ciro
PECILE Giuseppe
PELLEGRIN Americo, di Girolamo e Toffoli Enrica,
a
PERACCHI Antonio Vedi Capitolo Caduti
PERES Egidionato il 27 ottobre 1923 a Coseano, immigrato a Cosa
PERESSUTTI Elio
PESSA Alcide, di Antonio e Angeli Elisa,
a
PESSA Corradino, di Antonio e Angeli Elisa,
con il C.I.L., negli Eserciti Alleati
PETRACCO Tarcisio, di Giuseppe e Orlando Elisa,
a
battaglia “Lucio”
PIASENTIN Agostino
11a
PIGHIN Angelo, di Luigi e Lenarduzzi Teresa,
PIGHIN Antonio
PIGHIN Isidoro
PIGHIN Paolo, di Luigi e Lenarduzzi Teresa,
PIN Domenico
PITTANA Agostino, di Osvaldo e Duz Elisabetta,
Contraereo in Patria
PITTON Alfonsonato il 13 dicembre 1912 a Vallenoncello, immigrato a Pozzo
11a
PITTON Basilio
PITTON Elionato il 21 marzo 1923 a Pordenone, immigrato a Pozzo
Eserciti Alleati
PITTON Enriconato il 2 gennaio 1921 a Pordenone, immigrato a Pozzo
PITTON Luigi
POLON Angelo
POLON Saverio
PONIS Domenico, di Pietro e Iop Teresa,
PORTOLAN Michele
POZZO Ettore, di Attilio ed Esposito Giuseppina,
POZZO Severino, di Attilio e Esposito Giuseppina,
POZZO Vittorio, di Attilio e Esposito Giuseppina,
PRAMPERO Angelino
PRAMPERO Guerrino
PRAMPERO Vittorio
QUERIN Davide
RAENGO Onorio, di Enrico e Pace Giovanna,
RAGOGNA Attilio
inviato in Albania
RAGOGNA Primo
REFFO Angelo, di Eugenio Vedi Capitolo Caduti
REFFO Luiginato il 21 giugno 1910 a Tombolo (PD), immigrato a ProvesanoGruppo Artiglieria Fadini. Internato è stato rimpatriato, dalla Germania, il
REFFO Pietro
RIOLINO Emilio
di Guerra
RIOLINO Guerrino
RONCADIN Angelo, di Giovanni Vedi Capitolo Caduti
RONCADIN Eugenio
RONCADIN Luigi
a
ROS Angelo, di Antonio e Duz Pierina,
ROS Virgilio Antonio, di Antonio e Duz Pierina,
190
ROSSI Alessandro, di Valentino e Tesan Giacomina,
operazioni in A.O.
ROSSI Dante, di Valentino e Tesan Giacomina,
ROSSI Emilio, di Valentino e Tesan Giacomina,
ROSSI Giocondo
11a
perché dipendente della ditta Caproni
ROSSIT Luigi
ROSSIT Olivonato il 30 dicembre 1921 a Codroipo, immigrato a Cosa
ROSSIT Pietro
ROVERE Giovanni, di Valentino e Comisso Antonia,
191
Combattente nella Grande Guerra. Inviato in Tripolitania e Cirenaica. Volontario
ROVERE Vincenzo, di Valentino e Comisso Antonia,
SACILOT Guerrino, di Luigi e De Zorzi Giuditta,
SACILOT Romano, di Giovanni e Contardo Ida,
SACILOT Sante, di Giovanni e Contardo Ida,
SALA Carlonato il 23 agosto 1920 a Chiarano, immigrato a Provesano
a
SALATA Mario, di Domenico e Valar Elisa,
SALMASO Vincenzo
SALVADOR Antonio
germaniche
SALVADOR Vittorio
192
SANDINI Caliano
SANTAROSSA Angelo, di Domenico e Colonello Angela,
a
SANTAROSSA Antonio
SANTIN Galliano
SANTIN Sante
a
SARCINELLI Curzio
SARO Bruno, di Angelo e Pascoli Anna,
battaglia “Gigi”
SARO Danilo, di Angelo e Pascoli Anna,
193
SARO Gino, di Angelo Vedi Capitolo Caduti
SARO Pietro, di Angelo e Pascoli Anna,
SARTOR Eugenio, di Giacomo e Cancian Elisa,
SARTOREL Sante
SARTORI Angelo
ed esonerato in quanto addetto alle fabbricazioni di guerra
SBRIZZI Celeste
SBRIZZI Celeste, di Giovanni e Toffolo Pasqua,
SBRIZZI Domenico
SBRIZZI Egidio
SBRIZZI Giovanni
SBRIZZI Giovanni, di Celeste e Zavagno Assunta,
SBRIZZI Giovanni
di Padova
SBRIZZI Giuseppe
SBRIZZI Guido
SBRIZZI Pompeo
SBRIZZI Ruggero
SBRIZZI Sante, di Giovanni e Toffolo Pasqua,
SBRIZZO Valentino
SCODELLARO Anna
SCODELLARO Attilio, di Giovanni Vedi Capitolo Caduti
SCODELLARO Bruno, di Arcangelo e Truant Ida,nato il 2 marzo 1923 a Valvasone, immigrato a Domanins
SCODELLARO Oreste, di Giovanni Vedi Capitolo Caduti
SECCO Giuseppe
Combattente nella Grande Guerra. Inviato in Tripolitania e Cirenaica. Arruolato nella 10a
SECCO Giuseppe Erminio
SECCO Luigi
SECCO Rino
SEDRAN Agostino
SEDRAN Angelo
SEDRAN Antonio
addetto ai lavori di frontiera
SEDRAN Antonionato il 27 novembre 1917 a Napoli, da genitori di Pozzo
196
a Brunico ed internato nella baracca 3 del Wohnlager Hohenschonhausen di Berlino. Rimpatriato il 20/9/1945
SEDRAN Antonio Giovanni, di Francesco e Mason Santa,nato il 5 febbraio 1899 a S. Giorgio R.-PozzoCombattente, prigioniero nella Grande Guerra. Volontario nel 84° Rgt. Fanteria dal 5/12/1936. Inviato per servizio all’estero in Spagna dal 6/2/1937 al
di Complemento nell’8° Rgt. Alpini. Inviato nei Balcani ed in Russia. Decorato con Medaglia d’Argento al V.M., Croce di Guerra e Cruz de Guerra spagnola oltre alla Medaglia di Bronzo e Commemorativa per le operazioni Militari in Spagna. Partigiano-Comandante di Btg. della Div. Osoppo-Fiuli, Brg. IVa-Btg. Unità, dall’1/5/1944 al 24/6/1945, con nome di battaglia “Placido”
SEDRAN Attilio, di Lodovico e Leon Ercolina,nato il 10 aprile 1923 a San Giorgio R.5° Rgt. Bersaglieri dal 3/9/1942. Prigioniero degli Alleati è rientrato, dagli Stati Uniti, il 23/10/1945
SEDRAN Callisto, di Giuliano e Bertin Anna Maria,nato l’8 febbraio 1926 a San Giorgio R.Patriota della Garibaldi-Div. Mario Modotti, Btg. Di Nanni, dal 2/8/1944 al 25/6/1945 con nome di battaglia “Annibale”. Centro Addestramento Cuneo dal 14/5/1947 al 20/6/1948
SEDRAN Elio, di Angelo e Cilio Regina,nato il 12 maggio 1923 a S. Giorgio R.-Cosa8° Rgt. Alpini dal 15/1/1943. Sbandato l’8/9/1943
SEDRAN Gabriele, di Mattia e Lenarduzzi Maria,nato il 12 giugno 1912 a S. Giorgio R.-Pozzo9° Rgt. Artiglieria dal 24/9/1935 all’1/7/1936 e dal 10/4 al 23/8/1939. Operaio, militarizzato il 25/1/1943 nella Compagnia Portuale ed inviato in Albania
SEDRAN Gelindo, di Romano e Contardo Angela,nato il 22 marzo 1920 a S. Giorgio R.-Pozzo8° Rgt. Alpini dal 4/2/1940. Inviato nei Balcani. Ferito in combattimento il 10/12/1940. Caporale. Riformato 2/12/1941
SEDRAN Giacomo, di Lodovico e Leon Ercolina,nato il 9 ottobre 1911 a San Giorgio R.8° Rgt. Alpini dal 10/3 al 31/12/1932 e dal 10/4/1935 all’1/7/1936. Mobilitato, il 10/6/1940, presso la Scuola Centrale M.A.C.A. Dall’8/9/1943 inquadrato presso i reparti della R.S.I. Congedato il 19/5/1945
SEDRAN Giacomo, di Giovanni e Cancian Rosa,
197
SEDRAN Gino, di Pietro e Zuliani Eugenia,
SEDRAN Gino
SEDRAN Giovanni Battista
SEDRAN Giuliano
SEDRAN Giuseppe, di Antonio e Volpatti Eugenia,
a
SEDRAN Giuseppe
SEDRAN Guglielmo, di Pietro e Zuliani Eugenia,
a Legione. Catturato nel
SEDRAN Ireneo
a
SEDRAN Livio, di Ottaviano e Filipuzzi Lucia,
a
SEDRAN Luigi
SEDRAN Luigi, di Antonio e Ortali Caterina,
SEDRAN Mario, di Lodovico e Leon Ercolina,
Guerra
SEDRAN Narciso
del Predil
SEDRAN Nelio
SEDRAN Pietro Vedi Capitolo Caduti
SEDRAN Pietro
SEDRAN Romano
199
Combattente nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nell’11a
a
SEDRAN Romano Antonio
a
SEDRAN Sante, di Giovanni e Colautti Giuseppina,
Combattente nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a
SEDRAN Valentino
SERAFINI Bruno
SOLDAI Pio
SOVRAN Alfredo
11a
SOVRAN Attilio
SOVRAN Luigi Sante, di Pietro e Zannier Emilia,
SOVRAN Osvaldo, di Pietro e Zannier Emilia,
200
SOVRAN Silvio, di Pietro e Zannier Emilia,
SPADOTTO Oliviero Vedi Capitolo Caduti
STRUZZI Marcello, di Agostino,
SUTTO Giovanni
TESAN Alicante, di Giosuè e Donda Emma,
TESAN Angelo
TESAN Antonio
TESAN Antonio
delle autorità germaniche
201
TESAN Attilio
TESAN Bruno
TESAN Costante
TESAN Domenico, di Angelo e Gamboso Olvina,
TESAN Enrico
TESAN Ermenegildo, di Antonio e D’Andrea Agnese,
TESAN Essio Oddone, di Antonio e Lenarduzzi Caterina,
TESAN Ettore Vedi Capitolo Caduti
TESAN Fiorenza, di Angelo
TESAN Gentile, di Virgilio Vedi Capitolo Caduti
TESAN Giovanni, di Antonio e Lenarduzzi Caterina,
202
TESAN Giuseppe, di Virgilio e Filipuzzi Olvina,
Caduto in Grecia
TESAN Giuseppe
TESAN Guido, di Giovanni e Cividin Angela,
Guerra
TESAN Ido Elio Vedi Capitolo Caduti
TESAN Leo Italico, di Francesco e Zavagno Amalia,
TESAN Luigi Amadio
TESAN Modesto, di Antonio e Lenarduzzi Caterina,
trovava in A.O.I. Ivi catturato dagli Alleati
TESAN Natale, di Antonio e D’Andrea Agnese,
TESAN Osvaldo, di Francesco e Zavagno Amalia,
203
a Armata, alla guerra di Liberazione contro la Germania
TESAN Osvaldo, di Antonio e Lenarduzzi Caterina,
TESAN Romano, di Giovanni Vedi Capitolo Caduti
TESAN Romolo Sante
TESAN Sante
TESAN Virgilio
TIRELLI Bruno
TOFFOLO Alessandro
Combattente e prigioniero nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a
TOFFOLO Angelo
TOFFOLO Domenico Vedi Capitolo Caduti
TOFFOLO Elio
TOFFOLO Gino, di Enrico e Gasparotto Agnese,nato il 7 gennaio 1920 a Chions, immigrato a Provesano
battaglia “Pive”
TOFFOLO Guerrino, di Giovanni e Pellarin Amalia,
nome di battaglia “Giulio”
TOFFOLO Luigi, di Enrico e Gasparotto Agnese,nato il 3 marzo 1923 a Chions, immigrato a Provesano
TOFFOLO Modesto, di Enrico e Gasparotto Agnese,
TONDAT Erminio
TONDAT Guerrinonato il 7 luglio 1920 a Fiume Veneto, immigrato a Domanins
TONDAT Osvaldo Vedi Capitolo Caduti
TONEGUZZO Bruno
TONELLO Pietro, di Pietro e Giacomello Amalia,
TOPPAN Ernesto
Combattente nella Grande Guerra. Operaio in Francia rimpatriato nel marzo
TOSI Domenico
TOSSUT Aldino
TOSSUT Angelo
TOSSUTTO Severo
TRAMONTIN Albano, di Angelo e Lenarduzzi Emilia,
TRAMONTIN Alessio
Comando 9a
TRAMONTIN Angelo, di Leonardo e Lenarduzzi Emilia,
TRAMONTIN Carlo, di Pietro Vedi Capitolo Caduti
TRAMONTIN Dario
TRAMONTIN Lodovico
TRAMONTIN Marino
TRAMONTIN Osvaldo, di Giacomo e D’Andrea Teresa,
Centro Addestramento Cuneo
TRAMONTIN Pietro
TRAMONTIN Pio, di Giuseppe e Orlando Olvina,
TRAMONTIN Sante
TRAMONTIN Sante
207
TRAMONTIN Siro, di Amadio e Daneluzzi Pia,
11a
TRAMONTIN Valentino, di Emilia,
TREVISAN Ferdinando, di Giovanni e Ciutto Luigia,
TRICARRI Giuseppe,
a
TROBIO Antonio, di Pietro Vedi Capitolo Caduti
TROBIO Giuseppe, di Pietro e D’Andrea Caterina,
TROBIO Libero, di Pietro e D’Andrea Caterina,
TROLESE Antonio
TRUANT Alessandro
TRUANT Angelo
TRUANT Gino
TRUANT Giuseppe, di Antonio e Partenio Vittoria,
TRUANT Guglielmo
TRUANT Luigi, di Luigi e Donolo Amalia,
TRUANT Oreste
TRUANT Osvaldo
TRUANT Pietro, di Angelo e Truant Luigia,
Combattente e decorato nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nell’11a Legione a
TRUANT Romano
TRUANT Santo
209
TRUANT Severino
11a
TRUANT Tarcisio, di Pietro Vedi Capitolo Caduti
TUBELLO Angelo
rimasto come operaio
TUBELLO Armando, di Isidoro e Toffolo Domenica,
TUBELLO Giovanni, di Alberto e Colonello Luigia,
TUBELLO Marino, di Isidoro e Toffolo Domenica,
TUBELLO Olvino
TUBELLO Pasquale
210
Combattente nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a
TURBIAN Umberto, di Angelo Vedi Capitolo Caduti
TURCO Dino, di Giovanni e Grassi Luigia,
URDICH Luigi
URDICH Pietro
11a
USTINET Pietro
Combattente, ferito e prigioniero nella Grande Guerra. Esentato in quanto C.
VADORI Achille
VADORI Luiginato il 20 gennaio 1901 a Casarsa della D., immigrato a Domanins
VALERIO Giorgio, di Francesco e Zanon Carolina,
VAROLA Beniamino
211
VECCHIES Egidio
VECCHIES Eugenio
VECCHIES Luigi
VENIER Angelo
di Guerra
VENIER Antonio, di Carlo e Lenarduzzi Amabile,
VENIER Arturo
VENIER Bruno, di Luigi e Lenarduzzi Albina,
VENIER Emilio
212
VENIER Francesco
VENIER Giovanni, di Carlo Vedi Capitolo Caduti
VENIER Mario
alle dipendenze delle autorità germaniche
VENIER Pietro
VENIER Romano
VENIER Ugo, di Agostino e Truant Amabile,
VENTURINI Giovanni Battista, di Giovanni e Volpatti Caterina
Combattente e prigioniero nella Grande Guerra. Arruolato C. N. nella 10a
VISINTIN Angelo
VISINTIN Antonio
VOLPATTI Angelo, di Giacomo e Volpatti Caterina,
213
VOLPATTI Antonio
VOLPATTI Attilio, di Giovanni e Volpatti Angela,
VOLPATTI Attilio
VOLPATTI Celeste, di Giuseppe e Volpatti Elisa,
VOLPATTI Dante, di Lorenzo Vedi Capitolo Caduti
VOLPATTI Dante
VOLPATTI Ernesto, di Giuseppe e Pasquin Pasqua,
ferroviaria
VOLPATTI Ernesto, di Pietro e Tesan Luigia,
VOLPATTI Francesco, di Domenico e Zavagno Luigia,
VOLPATTI Giacomo
VOLPATTI Giovanni
a
VOLPATTI Giuseppe
VOLPATTI Giuseppe, di Giuseppe e Volpatti Elisa,
VOLPATTI Guido
VOLPATTI Isidoro, di Celeste e Polesella Elisa,
nome di battaglia “Leone”
VOLPATTI Leonardo, di Arcangelo Vedi Capitolo Caduti
VOLPATTI Lino, di Celeste e Polesella Elisa,
a
con nome di battaglia “Folgo”
VOLPATTI Luigi, di Giovanni e Volpatti Angela,
VOLPATTI Luigi Umberto
VOLPATTI Martino
VOLPATTI Oreste, di Giovanni e Volpatti Angela,
VOLPATTI Pietro
VOLPATTI Pietro
VOLPATTI Pietro, di Vittorio Vedi Capitolo Caduti
VOLPATTI Romano
VOLPATTI Romano, di Lorenzo e Cancian Angela,
VOLPATTI Sante Vedi Capitolo Caduti
VOLPATTI Sisto
“Torino”
Guerra
VOLPATTI Tommaso
VOLPE Aleandro, di Ambrogio Vedi Capitolo Caduti
VOLPE Bruno
VOLPE GioBattista, di Ambrogio e D’Andrea Oliva,
VOLPE Luigi, di Ambrogio e D’Andrea Oliva,
VOLPE Mariano, di Ambrogio e D’Andrea Oliva,
VOLPE Mario
ZAMPA Romolo, di Angelo e Valoppi Angelica,nato il 19 maggio 1909 a Dignano, immigrato a Provesano
ZANATTA Luigi, di Augusto e Vecchiatto Anna,
217
ZANATTA Virginio, di Augusto e Vecchiatto Anna,
ZANELLO Benigno
ZANET Attilio
del C.I.L, negli Eserciti Alleati. Conferitogli il Diploma d’Onore
ZANETTI Donato
ZANETTI Marco
ZANIN Ernesto
ZANIN Giovanni
ZANIN Giovanni
ZANIN Giuseppe
ZANNIER Mario
ZANNIER Sergio
ZARDO Luigi
ZAVAGNO Albano
ZAVAGNO Albino, di Domenico e Luchini Anna,
ZAVAGNO Armando
ZAVAGNO GioBatta
ZAVAGNO Osvaldo
ZAVAGNO Vittorio
219
a Legione
ZECCHIN Celeste, di Fortunato e Nardo Anna,
ZECCHIN Virginio, di Fortunato e Nardo Anna,
ZILLI Salvatore, di Felice e D’Andrea Paola,nato il 30 luglio 1907 a Zoppola, immigrato ad Aurava
ZONGARO Alvise, di Luigi e Chivilò Angela,
operazioni in A.O.
ZONGARO Angelo, di Luigi e Chivilò Angela,
Iscritto nel ruolo d’Onore
ZONGARO Luigi, di Luigi e Chivilò Angela,
a
ZORZI Giovanni
220
ZULIANI Arturo, di Giuseppe Vedi Capitolo Caduti
ZULIANI Lino, di Giuseppe e Gridello Emma,nato il 30 maggio 1911 a Colonia (Germania), imm. a Domanins
Edoardo Bertuzzi con alcuni commilitoni a guardia del ponte sul Tagliamento - Archivio Bertuzzi
221
Tabelle
Dati Generalin. %
1339 100CombattentiNon giunti
11
CombattentiCombattenti n. %
Combattenti 100Deceduti militari 103Deceduti totale ( ) 127
22,00
DecoratiPartigiani
di cui Osovanidi cui Garibaldini
di cui Altri
Generali per paese
Paese Combatt. Deceduti* Prigion. Feriti Decorati Partig.Aurava 11 10 2 11 12Cosa 19 31 3Domanins 39 31 3Pozzo 39 7 22Provesano 17 20
21 3317 30 33
Totale 127
222
ArmaArma (su 1159 combattenti) n. %
AlpiniArtiglieria
23Autocentro
323
CarabinieriCC.NN. 1,21CarristiCavalleggeri 17Centuria 1Coloniali 1,21Comando Armata 1
1Difesa Territoriale 2 0,17Distrettuale 2 0,17FanteriaGenioGranatieri 10Guardia alla Frontiera 2 0,17
Paracadutisti 1Partigiani (Partigiani “civili” non già appartrenenti a corpi militari)Plotone Direzionale
1
appartenenza)
223
Gradi
Gradi (su 1159 combattenti) n. %2,07
1137 3,191
Caporale
Alfabetizzazione
Alfabetizzazione (su 1159 combattenti) n. %
111
OccupazioneOccupazione (su 1159 combattenti) n. %
Falegname
Fabbro 3,01Carpentiere 29
292,07
Fornaio 21Impiegato 1,29Autista 1,20Operaio 1,20Carrettiere 10Negoziante 9 0,77
ComessoCasaro 7
Occupazione (su 1159 combattenti) n. %
Cameriere
Terrazziere
CalzolaioElettricistaFornaciaio 3Insegnante 3Tipografo 3Decoratore 2 0,17Disegnatore 2 0,17Fattore 2 0,17Ferroviere 2 0,17
2 0,172 0,17
Ortolano 2 0,17Oste 2 0,17Pittore 2 0,17Vigile del Fuoco 2 0,17Cuoco 1Enologo 1Farmacista 1Giardiniere 1Infermiere 1
11
Tornitore 1Non indicato
Cocitto Giovanni, primo a destra, in Africa con due commilitoni - Archivio Carlo Cocitto
Sedran Antonio Giovanni, secondo da destra, con alcuni
consegna delle armi - Archivio storico comunale
i Caduti
228
Nella pagina precedenteArchivio storico comunale - Telegramma di condoglianze per la morte di Tesan Gentile, primo caduto “di guerra” del nostro comune
229
I Caduti di San Giorgio della Richinvelda
Tesan Gentile
pregasi esprimere profonde condoglianze ai congiunti caduto Tesan Gentile fu Verginio
Fornasier Angelo
Presenti alle Bandiere
230
ALTAN Lino
BABUIN Edoardo
BARET Vittorio
B
231
BASSO Attilio
BASSO Giuseppe
BASSO Pompeo
BENECCHIO Giuseppe
BIER Angelo
BISUTTI Luigi
B
B
B
B
232
BIZ Francesco
BOREAN Achille
BORSOI Walter
BOZZER Giuseppe
BOZZER Liseo Angelo
BOZZER Sante
B
B
233
CANCIAN Alessandro
CANCIAN Angelo
CANCIAN Armando
a
CANCIAN Guido
CANCIAN Maria
CASTELLAN Antonio
C
C
234
CHINA Riccardo
CHIVILO’ Luigi
CIRIANI Mario Giovanni
COLONELLO Antonio
COLONELLO Fioravante
COLONELLO Osvaldo
C
C
C
C
C
C
COLONELLO Severino
COMINOTTO Antonio
COMINOTTO Eugenio
COMINOTTO Giuseppe
COMINOTTO Luigi
cause belliche
D’AGOSTIN Cisto
C
C
C
c
D
D’AGOSTINIS Giuseppe
D’AGOSTINIS Guido
D’ANDREA Angelo
D’ANDREA Anna Giuseppina
D’ANDREA Giovanni Battista
D’ANDREA Giuseppe
D
D
D
D
D
D
237
D’ANDREA Giuseppe, di Olvino e De Paoli Maria,nato il 20 gennaio 1920 a S. Giorgio R.-Rauscedo8° Rgt. Alpini dal 2/3/1940. Inviato nei Balcani. Caporale. Scomparso in mare, il 28/3/1942, a seguito siluramento del piroscafo Galilea. Sepolto nell’Isola di Melada (Croazia)
D’ANDREA Guglielmo, di Antonio e D’Andrea Clementa,nato il 4 maggio 1913 a S. Giorgio R.-Rauscedo8° Rgt. Alpini dal 6/4/1934 all’1/7/1936 e dal 31/3/1939 al 25/10/1940. Richiamato il 6/2/1941. Scomparso in mare, il 28/3/1942, a seguito siluramento del piroscafo Galilea. Decorato con Medaglia Commemorativa
D’ANDREA Natale Lino, di Celeste e Fornasier Maria,nato il 19 giugno 1912 a S. Giorgio R.-Rauscedo8° Rgt. Alpini dal 30/3/1933 al 2/3/1934 e dal 2/4 al 3/10/1939. Richiamato il 20/6/1940 ed inviato nei Balcani ed in Russia nella 303a Sez. Sanità. Disperso in combattimento a Seliakino (Russia) il 23/1/1943. Decorato con Croce al Merito di Guerra
D’ANDREA Rino, di Luigi e Tossut Luigia,nato il 6 novembre 1919 a S. Giorgio R.-Provesano8° Rgt. Alpini dal 13/3/1940 al 30/12/1941. Richiamato l’11/3/1942 e inviato in Russia. Sergente. Catturato a Tarnowka il 16/1/1943 è deceduto, durante il trasferimento in Siberia. Decorato con Croce al Merito di Guerra
D’ANDREA Sante, di Carlo e Della Rossa Emilia,nato il 26 luglio 1915 a S. Giorgio R.-Provesano71° Rgt. Fanteria dal 2/4/1939 al 7/7/1942. Richiamato il 20/2/1943 e inviato nei Balcani. Catturato il 9/9/1943 ed internato in Germania. Deceduto, il 23/11/1943, nel Campo III° di Berlino-Biesdorf. Sepolto a Marzahn
D’ANDREA Vittorio, di Sante e Cancian Angela,nato il 7 novembre 1916 a S. Giorgio R.-Rauscedo8° Rgt. Alpini dal 25/5/1938. Inviato nei Balcani. Caporal M. Caduto, per ferite multiple, il 27/3/1941, sul Monte Golico, a quota 556. Sepolto presso quella “capanna”
Dn8Sp
Dn82iD
Dn8Rn(
Dn8lTS
Dn72iI
Dn8Cq
238
DE CANDIDO Arbeno
DE CANDIDO Celeste
DE CANDIDO Felice
DE CANDIDO Gabriele
DE CANDIDO Mattia
DELLA ROSSA Vittorio
D
D
D
D
D
D
239
DE MONTE Luigi
DE PAULI Beniamino
DE PICCOLI Luigi
DRIGO Domenico
FERRARIN Dante
FILIPUZZI Albino
Ivi sepolto
D
D
D
D
F
F
I
240
FILIPUZZI Alfonso
FILIPUZZI Giuseppe
FILIPUZZI Olveno
FILIPUZZI Ovidio
FORNASIER Alfonso
FORNASIER Angelo
tedesche
F
F
F
F
F
t
241
FORNASIER Ermanno
FORNASIER Giuseppe
FRANCESCHINA Maddalena Giulia
GAIOTTO Rosario
GAMBOSO Giuseppe
GRAFITTI Timante
F
G
242
GRIDELLO Gabriele
GRIDELLO Stanislao
HIND Adolfo
INNOCENTE Angelo
LENARDUZZI Antonio
LENARDUZZI Gabriele
G
G
I
L
L
243
LENARDUZZI Mario
LENARDUZZI Olivo
LIUT Giovanni
LUCHINI Antonio
LUCHINI Ernesto
LUCHINI Ferruccio
L
L
L
244
LUCHINI Francesco
MARASCUTTI Mario
MARCHI Adelchi
MARCHI Antonio
MARCHI Tullio
MARCHI Ugo
L
M
M
MARINI Mario
MASON Angelo
MORETTI Angelo
a
MORETTI Luigi
PANCINO Antonio
PARTENIO Domenico
P
P
PASCUTTO Emilio Luigi
PASQUIN Egidio
PASQUIN Ernesto
PASQUIN Raffaele
tedesco abbandonato
PAULETTO Casimiro
ucciso dai partigiani
PAULETTO Fortunato
P
P
P
P
t
P
P
247
PERACCHI Antonio
REFFO Angelo
RONCADIN Angelo
SARO Gino
SCODELLARO Attilio
SCODELLARO Oreste
P
R
R
S
S
248
SEDRAN Pietro
elementi partigiani o tedeschi
SPADOTTO Oliviero
TESAN Ettore
TESAN Gentile
11a
TESAN Ido Elio
TESAN Romano
T
T
T
249
TOFFOLO Domenico
TONDAT Osvaldo
TRAMONTIN Carlo
TROBIO Antonio
TRUANT Tarcisio
TURBIAN Umberto
T
T
T
VENIER Giovanni Battista
VOLPATTI Albino
VOLPATTI Angelo
VOLPATTI Dante
VOLPATTI Leonardo
VOLPATTI Pietro
V
V
VOLPATTI Sante
VOLPE Aleandro
ZAVAGNO Osvaldo
ZULIANI Arturo
V
V
Monumenti ai caduti
San Giorgio
Aurava Cosa
Rauscedo Domanins
PozzoProvesano
i Prigionieri
254
Nella pagina precedenteArchivio Giorgio Moro - Fremdenpass rilasciato a Moro Dante dalle autorità naziste
255
Prigionieri, internati e campi di prigionia“Traditi, disprezzati, dimenticati, privi di ogni garanzia giuridica,
sottoposti a misure vessatorie e intimidatorie alternate a sottili blandizie nell’intento di strappar loro l’adesione alla collaborazione, gli internati militari italiani nei lager nazisti, muniti delle sole armi dello spirito, combatterono nei campi di concentramento una lunga, rischiosa, dolorosa
che non ha precedenti nella storia militare”. Queste poche righe, tratte dal
tra cui D’Andrea Luigi Natale, Sbrizzi Domenico e Tramontin Pio, una
256
da aggiungere i 37 lavoratori civili che si trovarono in Austria o in Germania e che furono collocati nei vari lager del territorio del Terzo Reich.
In Africa settentrionale furono catturati 52 militari, imprigionati principalmente nei campi del nord Africa, dal Marocco alla Palestina, in Inghilterra e negli Stati Uniti. Nell’A.O.I., nella quale l’avventura militare terminò molto presto, 23 furono i catturati inviati, in gran parte, nei campi del Kenia, del SudAfrica ma anche in India, nelle Hawai ed in Gran Bretagna.
Nei Balcani 15 furono i nostri paesani fatti prigionieri. Alcuni furono rinchiusi nell’isola di Creta e liberati dai paracadutisti tedeschi, con l’operazione “Mercurio”, nel maggio-giugno 1941.
Agli inizi dell’ottobre 1943 nell’isola di Kos (o Còo) nel Dodecaneso2 furono catturati dai tedeschi Antoniali Revisto (che riuscirà a fuggire riparando in Palestina) e Castellan Clelio.
Dei prigionieri in Russia non si conosce molto. Si può presumere che dei dispersi (la quasi totalità) molti siano stati catturati e successivamente deceduti per le ferite, le privazioni o i maltrattamenti durante le fasi di trasferimento nei campi in Siberia. Di questi D’Andrea Rino di Provesano e Fornasier Alfonso di Rauscedo sono gli unici per i quali l’atto di morte riporti il decesso durante la prigionia.
iniziarono a transitare i convogli con i prigionieri italiani diretti in Germania. Per una decina di giorni verrà loro dato del pane che, cotto nel forno della famiglia Fornasier (Spagnuol) di Rauscedo, verrà trasportato due o tre volte al giorno, in bicicletta, da Anna Fornasier, con la speranza della madre che
Fornasier Angelo ritenuto prigioniero3. Non poteva ancora sapere che lo stesso era caduto a Cefalonia il 18 settembre combattendo contro i tedeschi.
Alcune testimonianze, fortunatamente recuperate, scritte da nostri concittadini raccontano i periodi passati nei lager tedeschi.
Luchini Giacomo4, allora tenente del 5° Rgt. alpini, descrisse 2
4000 militari italiani ai quali si erano aggiunti circa 2000 soldati britannici. Al termine si contarono circa 800 italiani e 600 inglesi caduti. Per rappresaglia, dopo un processo sommario, furono fucilati
3
4
della Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia
257
dettagliatamente, in un libretto intitolato “Una greve avventura” quanto a lui accaduto, dall’armistizio alla liberazione ed al suo ritorno a casa. In breve. Fu catturato il 9 settembre 1943 a Cagnes sur Mer, cittadina francese sita nei pressi di Nizza ove si trovava con il suo reparto. Dopo la cattura
nessuno accettò, di “servire la Germania”. Il diniego aprì le porte della prigionia. In treno, su carri bestiame chiusi dall’esterno, stipato come un animale, soffrendo la fame ma in particolar modo la sete, transitando per
“vasto accampamento militare capace di contenere parecchie migliaia di soldatiresidenti civili per il “tradimento” di Badoglio. Dopo la liberazione del Duce5 gli venne reiterata la proposta di venire inquadrato con le forze
stato fotografato e munito di gefangenennummer (numero prigioniero) il
di qualsiasi riservatezza per i bisogni corporali. Quattro giorni di viaggio ed arrivo a Czestochowa, campo ove erano già stati internati oltre 15.000
nuova partenza, questa volta verso le paludi del Pripet in Ucraina. Baracche di legno, sollevate dal suolo di circa mezzo metro causa la natura del terreno acquitrinoso, da tempo inutilizzate e bisognose di consistenti opere di restauro. E qui, con il freddo, l’umidità, il poco mangiare (brodaglia di rape) ed il degrado permanente la ripetuta proposta, di due colonnelli italiani, di aderire al costituendo esercito repubblicano “sola possibilità per uscire dai campi di concentramento”. Nuovo sofferto diniego “nella nostra baracca non vi aderì nessuno”. A metà gennaio del 1944, con l’avvicinarsi
Wietzendorf6. Filo spinato, fame, lunghe attese per la “conta”, sofferenze, giovanotti robusti …ridotti ad uno
straccioconvincimento a non cedere alle proposte. Con la primavera arrivarono, non bastassero le incursioni degli aerei alleati, anche stormi di pidocchi,
5
6
periodo, anche lo scrittore Giovannino Guareschi, autore del noto “Don Camillo”
no “la decisione fu sofferta, investiva la mia vita in tutti i suoi rapporti, non solo quello pubblico,.. anche quello famigliare che tocca nel profondo. Che diranno i miei cari, come giudicheranno la rinuncia a riabbracciarli?”.
non permisi a nessuno dei miei familiari di avvicinarmi per
Lager Schichau di Konigsberg assediato dalle truppe russe. Dal volume “I deportati e i sofferenti, miti costruttori di pace” di Luigi Pascutto
miei lerci panni, con mio grande dispiacere anche il cappello trasformato in un nido di cimici. Ardeva nel cortile un fuocherello che li ridusse in cenere. Mi rivestii in borghese con l’animo triste di chi rincasa da un funerale…”.
Pascutto Luigi
Abbiamo scelto la resistenza passiva, ci siamo schierati dalla parte dei deboli, cioè di coloro che non hanno diritto di cittadinanza, …la nostra scelta libera di stare dalla parte dei deboli e degli
“Gruppo di salario” assegnato a Luigi Pascutto - Archivio Pascutto
260
indifesi si proiettava nella consapevolezza che nessun valore è così degno di rispetto quanto la vita umana…siamo qui, deportati, per pagare le responsabilità commesse da una dittatura… stiamo pagando le responsabilità di quanti vollero la guerra di aggressione
Perché gli ebrei giunti nel nostro lager da quello di Stutthof continuano ad essere sottoposti all’esperienza lacerante della Shoah?” . Quanto successo a
Quando si strinse il cerchio delle truppe sovietiche che cinsero d’assedio la citt di Konigsberg gli ebrei furono fatti entrare in un
che non potrò mai dimenticare”
Il Comitato di Liberazione Nazionale concede il sussidio alimentare e l’assistenza sanitaria e farmaceutica ai lavoratori ed ex internati di guerra. - Archivio storico comunale
262
assedio apocalittico e venne arata metro per metro dalle bombe e dalle katyusche russe”. Pascutto si
De Pauli Aldo
ArbeitsbuchPartenza da Alte Piccardie il 30-3 (Venerdi Santo)
24 ore dopo riuscimmo a scappare in tre italiani (dopo circa 100 chilometri tra strade boschi e steppe riposo notturno in fossi zeppi d’acqua, paura e privazioni d’ogni genere all’ordine del giorno) Pasqua, qualche calda lagrima inumidiva le ciglia, una preghiera ed un pensiero alla cara mamma lontana. Coraggio sempre più forte. Lunedì dopo innumerevoli ore di
veniva più avvistato dopo la scandalosa fuga dei giorni seguenti. Ed ecco fra i cespugli scorgere l’orme di un carro armato veloce, non perdemmo coraggio e con lo stesso passo s’avvicinammo. Alla destra del carro ritto stava un’uomo con in pugno un fucile automatico. Alzammo le mani, costui abassò il fucile, qualche parola non si capiva era Inglese. Istantaneamente dalla bocca mi uscì un grido: siamo salvi. Proseguimmo per l’Olanda
festosa e viveri d’ogni sorte. Oggi martedì a Denekamp ancora più festosa l’accoglienza e mi presento al comando Inglese”.
Trascrizione della “Preghiera alla Madonna del Buon Ritorno” indicata come preghiera degli internati militari - Archivio De Pauli
264
“O Vergine Santissima, Madre di Cristo e Madre pietosa di tutti gli uomini, ascolta la
prigionia, con vivissima Fede, indirizziamo a Te. Quanto soffriamo d’angustie, d’umiliazioni e di pene, Tu sai che l’offriamo, ogni sera, preghiera sanguinante, al Tuo altare, chiedendo di trasformare la sofferenza di prigionia in espiazione di tutto il nostro male, in preghiera per il più sollecito ritorno tra i nostri cari lontani, in contributo per la salvezza della famiglia e della Patria nostra. Vedi anche, o Vergine Santa, i volti rigati di lacrime di tante mamme, di tante spose,
intorno ai tuoi mille venerati altari d’Italia e fa che per tanta fede, per tante preghiere, per tanti
Per tua intercessione, Madre di Cristo, ci ascolti il Padre che è nei cieli e vive e regna con il Figlio Tuo nell’unità dello Spirito Santo. Così sia.”
Marchi Osvaldo
Gli americani erano vicini, tutti scapparono chi da una parte chi dall’altra, le guardie non c’erano più. In 7 di noi abbiamo preso la fuga, in mezzo alle granate che cascavano da ogni parte. Nelle vicinanze vi erano delle colline, siamo entrati in una galleria. Dopo qualche giorno siamo usciti fuori. Davanti agli occhi si presentò un quadro agghiacciante. Morti ovunque, soprattutto soldati tedeschi. Dopo un p di strada che si faceva uno dietro l’altro, venne avanti una colonna di automezzi pieni di soldati americani tutti allo scoperto. Dal terzo automezzo partirono dei colpi verso di noi...un colpo ha ferito a una mano uno di noi.”
265
Luchini Giacomo prigioniero in Egitto - Archivio Alice Luchini
266
Prigionieri tedeschi e italiani tra cui Tramontin Pio imbarcato a Jersey per il campo di prigionia in Inghilterra - Archivio Anna Maria Tramontin
Piastrina di riconoscimento di Tramontin Pio - Archivio Anna Maria Tramontin
la Lotta Partigiana
268
Nella pagina precedenteArchivio Secco - Foto ricordo dei Partigiani di S. Giorgio alcuni giorni dopo la Liberazione. Da sinistra a destra e dall’alto in basso: Non indicato – Luchini Mario – Bratti non meglio precisato – Non indicato – Zanetti Marco – Non indicato – Non indicato – Martin Oreste – Luchini non meglio precisato – Luchini Aldo – Non indicato – Non indicato – Non indicato
269
I Fatti
270
attività di ricognizione1.
2
1 Antifascismo e Lotta Partigiana nello Spilimberghese2 Antifascismo e Lotta Partigiana nello Spilimberghese
La guerra di Liberazione nel territorio della provincia di Pordenone
271
.
.
Castellan Ines7
La guerra di Liberazione nel territorio della provincia di Pordenone
La guerra di Liberazione nel territorio della provincia di Pordenone
7
272
Ordine di prelevamento di alcuni capi di bestiame da parte del Comando Brigata G. Sozzi di Spilimbergo. - Archivio storico comunale
Sedran Domenica
Montico Pietro Anz
Rovere Danilo Turco
Sedran Antonio GiovanniPlacido
Bolla10.
11.
La guerra di Liberazione nel territorio della provincia di Pordenone
10 La guerra di Liberazione nel territorio della provincia di Pordenone
11
Ordine ritiro armi e munizioni da parte del Comandante del Btg. Unità “Placido” Sedran Antonio Giovanni. - Archivio storico comunale
Lenarduzzi FioravantePetrolini
Fermo
da De Candido Lodovino Sedran Jolanda
a
276
Archivio storico comunale
i Civili
278
Nella pagina precedenteArchivio Secco - Tossut Severino di Provesano – Marcolina Lino di Domanins – Tesan Ottavio di San Giorgio – Pagnucco Pietro da S. Martino operai in Etiopia
279
gli Operai La mancanza di lavoro portò i nostri paesani a cercare occupazione
in varie località della nazione, nelle colonie, nelle americhe, negli stati europei, principalmente in Germania1. Alcune famiglie emigrarono nelle
dei terreni. Nell’aprile del 1939 una quarantina di nostri giovani muratori, manovali e minatori si dichiararono disposti a recarsi nelle miniere di Carbonia, in Sardegna, ove alcuni contrassero la malaria.
Per quanto concerne la Germania (o l’Austria) un ruolo di primo piano per
di Collegamento, che aveva rappresentanze nelle maggiori città industriali germaniche, in collaborazione con il Fronte Tedesco del Lavoro. Nel recarsi in Germania dovevano essere “provvisti di cappotto, pena la loro esclusione”.
dopo un periodo di “licenza”, ripartirono per la Germania. Questi, dopo l’8 settembre, furono raggiunti da altri concittadini che “volontariamente” avevano scelto di trasferirsi, come operai, nei territori del Terzo Reich per non essere arruolati nelle Forze repubblichine o incorporati nelle FF.AA.
totalità, con l’aggravarsi dei rapporti italo-germanici, furono dislocati nei lager, ove qualcuno trovò dei paesani ed anche dei parenti, sino al termine
Diversa la situazione per i nostri emigranti in Francia. Avevano potuto
(la famosa pugnalata alla schiena). Da allora furono internati in campi di concentramento e moltissimi scelsero di rimpatriare o vennero rimpatriati d’autorità.
1
280
Cerchiamo di fare un elenco (in ordine alfabetico) di queste persone secondo quanto risulta dai dati dell’archivio comunale:ALTAN Lino, di Eugenio Vedi Capitolo Caduti
BASSO Alfredo, di Antonio e Zoratto Regina,nato il 28 novembre 1902 a S. Giorgio R.-Rauscedo
BASSO Arturo, di Antonio e Zoratto Regina,nato il 27 maggio 1898 a S. Giorgio R.-Rauscedo
BASSO Ernesto, di Antonio e Greguol Giuseppina,
5° Rgt. Artiglieria dal 21/5/1938 al 12/8/1939. Richiamato e non giunto in quanto
BASSO Lino, di Angelo e D’Andrea Clementa,nato il 17 settembre 1912 in Germania, immigrato a Rauscedo
Collocato a Watenstedt nel Lager 11 di Braunschweig in Bassa Sassonia.
Abeba. - Archivio storico comunale
281
BASSO Simone Pietro, di Giobatta e Bertuzzi Giovanna Adelina,nato il 3 marzo 1886 a S. Giorgio R.-Rauscedo
(Germania)
BERTUZZI Giuseppe, di Protasio e De Pauli Redenta,nato il 20 gennaio 1905 a S. Giorgio R.-Rauscedo
BIANCO Umberto, di Luigi e Gobbato Santa,nato il 1° marzo 1897 a Portogruaro, immigrato a Provesano
BIER Dante, di Giuseppe e Basso Caterina,
Direzione Compartimentale di Trieste dal 7/1/1929 al 27/5/1930. Operaio agricolo
BISARO GioBatta, di Enrico e China Teresa,
BISUTTI Giovanni, di GioBatta e Facca Maria,
BISUTTI Sante, di Giuseppe e Bisutti Angela,nato il 23 luglio 1898 a S. Giorgio R.-Rauscedo
successivamente in Germania
BISUTTI Sisto, di Luigi e Lenarduzzi Anna,nato il 18 ottobre 1905 a S. Giorgio R.-Domanins
Germania
BIZ Claudio, di Olivo e Biz Augusta,
BORTOLIN Ernesto, di Pietro e Piasente Giovanna,
germaniche
BRATTI Luigi, di Pasquale e Colonello Elisabetta,nato l’8 giugno 1892 a S. Giorgio R.-Pozzo
282
CANCIAN Angelo, di Lorenzo Vedi Capitolo Caduti
CANCIAN Marcellino, di Paolo e Pittaro Rosa,
5a
CANTON Umberto, di Luigi e Bortolin luigia,nato il 15 marzo 1900 a S. Giorgio R.-Domanins
CARTELLI Pietronato il 23 settembre 1900 a Tramonti di S., imm a San Giorgio
CESARINI Celeste, di Felice Angelo e Sbrizzi Rosa,nato il 28 luglio 1895 a S. Giorgio R.-Rauscedo
alle dipendenze delle autorità germaniche
CESARINI Dante, di GioBatta e Zavagno Adelina,nato il 10 marzo 1893 a Trieste, immigrato a Rauscedo
CHIVILO’ Francesco, di Antonio e Tubello Maria,nato il 21 aprile 1893 a S. Giorgio R.-ProvesanoCombattente nella Grande Guerra. Operaio, internato in Francia è rientrato nel
CILIO Sante, di Francesco e Bertuzzi Luigia,nato il 28 aprile 1898 a S. Giorgio R.-Cosa
(Germania)
COLONELLO Silvionato il 20 novembre 1906 a S. Giorgio R.-Pozzo
CONTARDO Osvaldo, di Pietro e Cominotto Regina,nato il 2 maggio 1900 a S. Giorgio R.-PozzoEmigrato nel 1922, per lavoro, a Massaua (Eritrea)
D’ANDREA Agostino, di Giuseppe e D’Andrea Celesta,
D’ANDREA Alfredo, di Sante e Fornasier Regina,nato il 7 gennaio 1895 a S. Giorgio R.-Rauscedo
283
(Austria)
D’ANDREA Daniele, di Graziadio e Basso Caterina,
D’ANDREA Guido, di Pietro e Sedran Barbara,nato l’11 agosto 1909 a S. Giorgio R.-RauscedoAssegnato all’8° Rgt. Alpini è stato riformato il 31/5/1930. Operaio in Germania è
D’ANDREA Olvino, di Antonio e Marchi Angela,nato il 29 ottobre 1898 a S. Giorgio R.-RauscedoCombattente nella Grande Guerra. Già operaio in Albania si è trasferito, nell’ottobre
D’ANDREA Pietro, di Antonio e Peruzzo Santa,nato il 5 dicembre 1900 a S. Giorgio R.-Provesano
germaniche
D’ANDREA Primo, di Antonio e D’Andrea Giuditta,nato il 31 dicembre 1900 a S. Giorgio R.-Rauscedo
DE CANDIDO Felice, di Giacomo Vedi Capitolo Caduti
DE ZORZI Angelonato il 25 agosto 1906 a S. Giorgio R.-Pozzo
DONDA Angelo, di Angelo e Pasquin Fermina,nato il 10 aprile 1911 a S. Giorgio R.-Cosa
Obersteiermark
FABRIS Raimondo, di Giosuè e Paiero Giovanna,nato il 9 ottobre 1905 a Casarsa, immigrato a Pozzo
FANELLO Luigi, di Pietro e Truant Maria,nato il 3 settembre 1896 a S. Giorgio R.-Provesano
FEDRIGO Francesco, di Pietro e De Zorzi Maria,nato il 26 dicembre 1897 a S. Giorgio R.-ProvesanoCombattente nella Grande Guerra. Operaio in Francia. Esonerato, in data
stato collocato nel Lager 5 in Oberschlesien (Alta Slesia)
FILIPUZZI Pietro, di Pietro e Chivilò Maria,nato il 1° aprile 1890 a S. Giorgio R.-Provesano
FINOTTO Giulia, di Luigi e Bincoletto Teresa,
FIORITTO Angelo, di Luigi e Bratti Regina,nato il 27 agosto 1903 a S. Giorgio R.-Pozzo
FRANCESCHINA Maddalena Giulia, vedi Capitolo Caduti
LENARDUZZI Gino, di Agostino e Dean Emma,
LENARDUZZI Olivo, di Costantino e Lenarduzzi Rosa,nato il 22 giugno 1906 a S. Giorgio R.Operaio in Germania è
LEON Augusta, di Rosa,nata il 23 ottobre 1907 ad Udine, immigrata a Rauscedo
LEON GiòBatta, di Leonardo e Cocitto Rosa,nato il 10 gennaio 1905 a S. Giorgio R.-Rauscedo
LESSIO Giuseppe, di Angelo e Bertignon Margherita, nato il 29 novembre 1897 a Romano d’Ezzelino, immigrato a CosaCombattente e decorato nella Grande Guerra. Manovale, trasferitosi nel giugno
LUCHIN Erminio, di Pietro e Chiarotto Marina,nato il 12 agosto 1899 a Sesto al R., immigrato a Domanins
pressi di Berlino
LUCHINI Angelo, di Daniele e Stellon Maria,
285
MARCHI Remigio, di Luigi e Pellegrin Angelica,
Dispensato dal compiere la ferma. Emigrato, per lavoro, in Germania è rientrato
MARCHI Vincenzo, di Nicolò e Moretti Rosa,nato il 22 aprile 1903 a S. Giorgio R.-Rauscedo
MARCON Nicolò, di Costante e Colonello Domenica,nato l’8 ottobre 1883 a S. Giorgio R.-Cosa
Schkapan di Merseburg
MARCON Valentino, di Ferdinando e Sbrizzi Oliva,nato il 13 settembre 1900 a S. Giorgio R.-Cosa
MARCUZZI Isidoro, di Pietro e Cescutti Maria,
MORUT Antonio, di Pietro e Basso Teresa, nato il 9 giugno 1897 a S. Giorgio Rich.-Provesano
di Merseburg
NATALE Luigi, di Domenico e Natale Consiglia,
PASCUTTO Egidio, di Osvaldo e Zucchiatto Lucia,nato il 21 luglio 1905 in Germania, immigrato a RauscedoEmigrato, già dal 1938, per lavoro in Germania
PASCUTTO Gino, di Giuseppe e Zucchiatto Maria,nato il 10 giugno 1908 a Spilimbergo, immigrato a Cosa
operaio alle dipendenze delle autorità germaniche
PASCUTTO Giulio, di GioBatta e Sedran Giuseppina,
286
PASCUTTO Silvestre, di Giuseppe e Zucchiatto Maria,nato il 28 settembre 1906 a S. Giorgio R.-Cosa
si è successivamente trasferito in Germania. Collocato presso il Lager 1° - B1 di Lambad Oberdenau
PASQUIN Giacomo, di Livio e Sedran Angela,nato il 7 maggio 1887 a S. Giorgio R.-CosaCombattente nella Grande Guerra. Operaio, internato in un campo di concentramento
PELLEGRIN Achille, di Gioacchino e Sovran Luigia,nato il 31 maggio 1903 a S. Giorgio R.-Domanins
nell’11° Centro Automobilistico dall’11/9 al 12/11/1939. Emigrato in Germania è
POZZO Arcangelo, di Attilio ed Esposito Giuseppina,nato il 2 settembre 1901 a Campoformido, immigrato a Pozzo
SARO Giuseppe, di Pietro e Moret Maria,nato il 16 giugno 1892 a Moruzzo, immigrato a Provesano
SEDRAN Giovanni, di Giuseppe e Mason Elisabetta,nato il 31 dicembre 1900 a S. Giorgio R.-Pozzo
SEDRAN Giuseppe, di Giovanni e Querin Regina,
SEDRAN Isidoro, di Mattia e Lenarduzzi Maria,nato il 7 settembre 1909 a S. Giorgio R.-Pozzo
operaio in Germania alle dipendenze di quelle autorità
SEDRAN Luiginato il 19 maggio 1892 a S. Giorgio R.-Provesano
SEDRAN Maria, di Giuseppe e Tesan Rachele,nata il 23 marzo 1921 a S. Giorgio R.-Rauscedo
SEDRAN Riccardo, di Antonio e Tesan Alessandra,
287
nato il 19 giugno 1909 a San Giorgio R.-CosaRiformato e congedato, a seguito rassegna, l’11/7/1930. Emigrato in Germania è
TESAN Giovanninato il 9 maggio 1896 a San Giorgio R.Combattente nella Grande Guerra. Operaio, internato in Francia, è rientrato nel
TESAN Luigi, di Giacomo e Donda Marianna,nato il 17 aprile 1897 a S. Giorgio R.-Cosa
TESAN Ottavio, di Domenico e Luchini Maria,nato il 9 aprile 1896 a San Giorgio R.
operaio presso il cantiere di Watenstedt (Germania)
TESAN Primo Maggio, di Stefano e Partenio Ester,nato il 7 settembre 1907 a S. Giorgio R.-Pozzo
TESAN Rizieri, di Giosuè e Donda Serena,nato il 2 agosto 1906 a S. Giorgio R.-Cosa
Germania
TRAGANTE Sante, di GioBatta e Baruz Angela,nato il 1° novembre 1897 a Blessaglia, immigrato a Rauscedo
TRUANT Girolamo, di Pietro e Basso Angela,nato il 23 febbraio 1908 a S. Giorgio R.-Provesano
TUBELLO Lino, di Pietro e Cesaratto Luigia,nato l’11 febbraio 1906 a S. Giorgio R.-Pozzo
TUBELLO Pietro
VENIER Aldonato il 10 agosto 1906 a S. Giorgio R.-Aurava
Lager Leonhard di Auschwitz O/S 3
288
VENIER Attilionato il 12 luglio 1898 a S. Giorgio R.-AuravaCombattente nella Grande Guerra. Manovale, trasferitosi in Germania nel maggio
VENIER Egidio, di Luigi e Lenarduzzi Angela,nato il 25 aprile 1900 a S. Giorgio R.-Domanins
VENIER Fermo Callisto, di GioBatta e Bortolussi Maria,nato il 25 ottobre 1890 a Rivolto, immigrato a DomaninsCombattente nella Grande Guerra. Operaio, internato in Francia, è rientrato nel
VENIER Luigi, di GioBatta e Bernardini Lucia,nato il 22 giugno 1908 a S. Giorgio R.-Domanins
germaniche
VENIER Modesto, di Luigi e Lenarduzzi Albina,nato il 3 giugno 1908 a S. Giorgio R.-Domanins
VIDOTTO Pasquale, di Antonio e Campanerutto Luigia,,
VOLPATTI Alessandra, di Bortolo e Luchini Emilia,nata il 12 novembre 1902 a S. Giorgio R.-Aurava
VOLPATTI Alfredo Pietro, di Bortolo e Sedran Teresa,nato il 2 settembre 1912 a S. Giorgio R.-Aurava
VOLPATTI Antonionato il 16 maggio 1890 a S. Giorgio R.-Aurava
VOLPATTI Celeste, di Bortolo e Luchini Emilia,nato il 18 gennaio 1888 a S. Giorgio R.-Aurava
VOLPATTI Gregorio, di Bortolo e Luchini Emilia,nato il 19 ottobre 1906 a S. Giorgio R.-Aurava
289
VOLPATTI Nicolò Francesco, di Osvaldo e Facchina Giovanna,nato il 22 maggio 1908 a San Giorgio R.
VOLPE Arturo, di Ferdinando e Tolusso Caterina, nato il 28 gennaio 1899 a S. Giorgio R.-Rauscedo
Colonia (Germania)
VOLPE Primo, di Ferdinando e Tolusso Caterina,nato il 1° gennaio 1901 a S. Giorgio R.-Rauscedo
ZAVAGNO Angelo, di Giuseppe e Jus Angela,nato il 29 luglio 1922 a S. Giorgio R.-Pozzo
Schaffmatt di Rheinfelden nel Baden
ZAVAGNO Giuseppe, di Pietro e Cristofoli Lucia,nato il 28 gennaio 1885 a S. Giorgio R.-PozzoRiformato nella Grande Guerra. Operaio, internato in Francia è rientrato nel
ZAVAGNO Osvaldo, di Pietro Vedi Capitolo Caduti
ZAVAGNO Pietro, di Pietro e Cristofoli Lucia,nato il 3 ottobre 1899 a S. Giorgio R.-PozzoCombattente e prigioniero nella Grande Guerra
ZONGARO Achille
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Comunicazione a Bisutti Sante da parte dell’Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale di Udine. - Archivio storico comunale
gli Sfollati
292
Nella pagina precedenteSfollati in fuga dalle città bombardate
293
Rimpatriati e sfollatiFin dall’entrata in guerra dell’Italia, ma soprattutto dall’autunno del 1942,
in tutta la penisola centinaia di migliaia di connazionali si allontanarono, dalle città bombardate e, più tardi, dalle zone coinvolte dal fronte militare alla ricerca di un luogo ritenuto più sicuro. Per quanto concerne il nostro comune già nel dicembre 1942 cominciarono a giungere i primi 17 sfollati provenienti da Venaria Reale, Trieste, Milano e Torino. Per quelli che non avevano parenti ove sistemarli vennero cercate alternative chiedendo la disponibilità di locali non occupati, tra i quali parte di Villa Pecile sita nel capoluogo comunale. Il Podestà, inoltre, sollecitò la segretaria del Fascio Femminile, Ballico Maria vedova di Luchino Luchini, ad attivarsi, sull’esempio di altri comuni della provincia, per una sottoscrizione di offerte fatte dalla popolazione a favore di detti sfollati.
Agli sfortunati, provenienti da tutta Italia, si aggiunsero singoli o, in qualche caso intere famiglie, rimpatriati dalle zone conquistate dagli eserciti alleati dell’Africa settentrionale o orientale, ove si erano recati per lavoro.
La situazione si aggravò oltremodo dopo l’armistizio. Infatti oltre alle continue incursioni aeree sulle città si aggiunsero sia l’avanzata degli anglo americani verso il nord della penisola sia la guerriglia partigiana nelle provincie dell’Istria e della Dalmazia. Ciò provocò la fuga di parte di quelle popolazioni verso località italiane ritenute più sicure. Arrivarono da ogni dove, da Catanzaro a Lucca, da Montenero d’Idria a Fiume d’Istria, da Palermo a Genova, da Roma a Verona, da Alassio a Castellamare di Stabia, ecc.
Al 1° maggio 1944 erano già 245 ed erano previsti numerosi altri arrivi
294
Lettera del Podestà all’ Ortskommandantur di Spilimbergo sull’impossibilità di provvedere alla sistemazione di alcune donne e bambini - Archivio storico comunale
295
(un centinaio dall’Istria e 12 famiglie dai comuni della zona pedemontana).
situazione alloggiativa nel territorio comunale. Se c’era la possibilità di reperire degli stabili questi, che erano comunque bisognevoli di opere di restauro (ed i materiali per tali scopi erano quasi introvabili), mancavano di tutto, dai letti ai pagliericci, dalle coperte alle lenzuola, ecc. Alcune famiglie giunte nel settembre 1944 dovettero adattarsi a dormire sulla paglia.
Saltuariamente giunsero, accompagnati dai Carabinieri, anche dei profughi inviati dall’Ortskommandantur (comando militare tedesco di zona) di Spilimbergo.
Agli sfollati ed ai profughi “civili” sono da aggiungere diverse decine di militari giunti nel territorio a seguito delle famiglie o per altri motivi. A tutti venne garantita, come da disposizioni Prefettizie, l’assistenza sanitaria (medico-chirurgica, ostetrica, farmaceutica e ospedaliera) gratuita.
L’Ente Comunale di Assistenza cercò di venire loro incontro dividendoli in tre categorie con sussidi che variavano a secondo che fossero occupati, disoccupati o militari.
Per assistere quelle famiglie più bisognose vennero organizzati pubblici spettacoli di varietà con canti, suoni e recitazioni. Uno di questi si svolse, il 20 agosto 1944, nel locale dei Vivai Cooperativi di Rauscedo con una discreta raccolta di denaro. Anche la famiglia Denti Pecile si interessò donando la cospicua somma di Lire 5.000.
Nel luglio 1944, in considerazione dell’elevato numero di sfollati già giunti in provincia (oltre 13.000) venne costituita la Commissione Provinciale di Udine dell’Ente Nazionale per l’Assistenza ai Profughi e la Tutela degli interessi delle provincie invase che aprì una sottoscrizione per procurare per i più indigenti, alloggio, vitto, vestiario e medicinali.
non esistendo un servizio di corrispondenza postale tra le zone già liberate e quelle del “Litorale Adriatico” soggette all’amministrazione tedesca o repubbichina.
l’11 maggio, in considerazione delle critiche condizioni di quelle famiglie, il neonominato Sindaco China Basilio, ordinò una vendita di carne bovina riservata esclusivamente “alle famiglie nullatenenti e degli sfollati”.
296
Con ordinanza del 30 giugno 1945, redatta su disposizione del Governatore Alleato e del Prefetto di Udine, il Sindaco dispose il rientro alle loro sedi originarie, per la ripresa delle attività, di tutti gli sfollati che al 3 aprile ammontavano a 338 unità. Per facilitare tali operazioni venne loro corrisposto, da parte dei Comuni, un sussidio straordinario che, in nessun caso, doveva superare l’importo di lire 200 per persona.
Ad integrazione di quanto riportato si trascrive, secondo quanto rilevato dall’Archivio Storico Comunale, l’elenco, senza dubbio non completo, dei concittadini rimpatriati dall’Africa e degli sfollati giunti nel territorio comunale in varie epoche1.1
Comunicazione alla Prefettura del numero di sfollati al 3 aprile 1945. - Archivio storico comunale
297
Rimpatriati dall’AfricaBisutti Celete dall’Africa Italiana
Bisutti Irene dall’Africa Italiana
Chivilò Tiziano dall’Africa O.I.
D’Andrea Anna, di Rauscedo, dall’Africa Italiana
Liberale Margherita in Luchini dall’Africa O.I.
Marchi Vitale dall’Africa O.I. con la famiglia
Moro Alessandro con la famiglia dall’Africa Italiana
Pagura Alba e Rosa dall’Africa Italiana
Truant Antonio dall’Africa Italiana
Sfollati giunti nel territorioAmato Nicolò da Reggio Calabria
Anastasi Michele con la famiglia
Asiatico Salvatore e Francesco con la famiglia da Reggio Calabria
Azzari Antonio con la famiglia
Basso Lino
Bernardi Lucia da Lucca
Bestetti Emilio da Nicotera (CZ) con la famiglia
Bortuzzo Carmela da Genova
Bratti Giuseppe con la famiglia
Cannistra Francesco da Caltanissetta
Carniel Lino con la moglie da Venezia
Cesarano Filippo
Colonello Alfonso da Milano
Crenna Anita da Milano
Criscuoli Pasquale da Milano con la famiglia
298
Croce Mario da Roma con la famiglia
De Candido Regina da Fiume d’Istria con la famiglia
De Cillia Ugo e Mario con la famiglia da Montenero d’Idria
Della Rossa Erminia da Alassio con la famiglia
Denich Maria in Sacco con la famiglia da Zara
De Risa Giacomo da Salerno
Di Martina Rosario da Ragusa
Donghi Emilio da Costa Masnaga (CO) con la famiglia
Fanello Pietro da Milano con la famiglia
Fanfogna conte Giovanni con la famiglia da Traù (Croazia)
Faranda Antonio da Messina
Giuliani Giuseppe da Foggia
Iori Anselma da Udine
Larica Andrea
La Vecchia Ignazio con la famiglia da Castellamare di Stabia (NA)
Lenarduzzi Emerico da Milano
Loiacono Antonio con la famiglia da Reggio Calabria
Lo Presti Giuseppe con la famiglia da Caltavuturo (PA)
Marchi Albina in Stella con la famiglia da Brindisi
Martese Salvatore da Catania
Massimi Rosetta
Mircare Andrea da Palermo
Montegaspare Gaetano da Palermo
Montuori Giuseppe con la famiglia
Mussap Renato e Silvia con la famiglia da Zara
Nicosia Giovanni da Ragusa
Pachera Albino da Verona con la famiglia
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Pancino Giuseppina con due nipoti
Panico Guerrino
Parisi Angelo da Fiumefreddo (CT)
Parrello Elsa da Trieste
Partenio Diletta in Tubello
Pascutto Clelia da Torino
Perricone Michele da Verona con la famiglia
Piromalli Giuseppe
Ponte Pietro
Praticò Francesco con la famiglia
Ricotti Giorgiana da Milano
Romagnolo Armando da Zara con la famiglia
Rossano Flora da Roma
Rossi Rosa Ombretta da Milano
Sangiorgi Fortunato
Sartor Clotilde in Venier da Trieste con la famiglia
Sassetti Gino con la famiglia
Sbrizzi Noè e Guido con la famiglia da Brindisi
Silvestri Rodolfo e Rocco da Taranto
Struzzi Marcello da Roma con la famiglia
Succi Enrico con la famiglia
Tesoretti Giuseppe da Napoli
Tirabove Filippo
Toneguzzo Giuseppe da Sesto San Giovanni (MI)
Traversetti Iolanda da Roma con la famiglia
300
Urdich Lea in Pennella da Treviso con la famiglia
Valentini Giuliano con la famiglia
Venier Clelia in Valente da Milano
Venier Maria in Tesan da Roma
Zugo Santo da Reggio Calabria
301
SiglaA.O.I. Africa Orientale Italiana
Arm.I.R. Armata Italiana in RussiaA.S. Africa Settentrionale
Btg. M. Battaglione “Mussolini” Btg. T.M. Battaglione Territoriale MobileCC.NN. Camicie NereC.L.N. Comitato di Liberazione NazionaleC.I.L. Corpo Italiano di Liberazione
C.R.E.M. Corpo Reale Equipaggi MarittimiC.S.I.R. Corpo di Spedizione in RussiaC.Sqd. Capo SquadraC.V.L. Corpo Volontari della LibertàE.C.A. Ente Comunale di Assistenza
E.I.A.R. Ente Italiano Audizioni RadiofonicheE.L.A.S. Esercito Nazional-Popolare di Liberazione GrecoE.P.L.J. Esercito Popolare di Liberazione della JugoslaviaFF.AA. Forze Armate
Gefangennummer Numero prigionieroGemeinschaftlager Campo per civili stranieri
G.A.F. Guardia alla FrontieraG.I.L. Gioventù Italiana del Littorio
G.M.A. Governo Militare AlleatoG.N.R. Guardia Nazionale RepubblicanaI.M.I. Internati Militari Italiani
M.A.C.A. Milizia Artiglieria Contro AereaM.E.F. Marine Expeditionary ForceM.T. Milizia Territoriale
M.V.S.N. Milizia Volontaria Sicurezza NazionaleO.M.S. Operazioni Militari in Spagna
O.N.M.I. Opera Nazionale Maternità InfanziaOrtskommandantur Comando militare di zona
O.V.R.A. Organizzazione Vigilanza Repressione Antifascismo - Polizia Segreta del Regime
302
SiglaO.Z.A.K. Operationzone Adriatisches Kustenland
P.N.F. Partito nazionale FascistaP.O.W. Prisoner of War - Prigioniero di Guerra
R.C.T.C. Regio Corpo Truppe ColonialiR.S.I. Repubblica Sociale ItalianaRgt. Reggimento
SIPO Sicherheitspolizei - Polizia di SicurezzaStammlager Acronimo di Mannscaftsstammlager Campo principale per
prigionieri di guerraV.Csq. Vice Capo SquadraV.M. Valor Militare
Wohnlager Campo di stazionamento non custodito
Fonti
- Archivio di Stato di Udine - Fogli Matricolari Distretto Militare di Sacile Volumi dall’anno 1874 al 1912- Fondo Casa Circondariale di Udine Rubriche dei Detenuti Volumi n. 5 - Registri delle Matricole dei Detenuti Volumi n. 16-17-18-19-20-21-22
- Ministero della Difesa-Centro Documentale di Udine - Fogli Matricolari anni dal 1913 al 1925 e, in parte dal 1926 al 1930
- Ministero della Difesa-V° Reparto 10a Divisione Documentazione Esercito - Fogli
- Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione- Diario di Guerra del III° Btg./SS Polizei 12° Regt.
- Associazione Nazionale Partigiani d’Italia - Comitato Regionale di Udine - Associazione Nazionale Partigiani d’Italia - Comitato di Pordenone - Comune di San Giorgio della Richinvelda - Archivio Storico - Buste da n. 81 a n. 133 - Registri atti di nascita anni dal 1875 al 1930 – Ruoli matricolari
dal 1875 al 1930 – Registri atti morte anni dal 1935 al 1950 – Registri popolazione e Fogli Famiglia di San Giorgio, Aurava, Cosa, Domanins, Pozzo, Provesano, Rauscedo
- Diocesi di Concordia Pordenone - Archivio “Questionari sulle attività, molestie e danni subiti nel periodo della guerra”
- Parrocchie o ex Curazie di Aurava, Cosa, Domanins, Pozzo, Provesano, San Giorgio e Rauscedo - Archivio (Registri atti di battesimo, dal 1884 al 1930, e di morte dal 1939 al 1945)
- Volume: All’Ombra della Svastica Adria Storia 6, Marco Pirina, Fiume Veneto 1996
303
- Volume: Antifascismo e Lotta Partigiana nello Spilimberghese, Bruno Steffè, PN 2001 - Volume: Diario di un parroco di montagna nella bufera, Luvisetto don Narciso, Maniago
1984 - Volume: Guerra di Liberazione, G.A. Colonnello, s.l. 1965 - Volume: La guerra di Liberazione nel territorio della provincia di Pordenone, Bruno
Steffé, Pisa 1997 - Volume: Il Pordenonese dalla resistenza alla repubblica, Pier Arrigo Carnier, Pordenone
2000 - Volume: Operationszone Adriatisches Kustenlad, Stefano Di Giusto, Udine 2005 - Volume: Pagine sparse di vita vissuta, Angelo Filipuzzi, Trieste 1991 - Volume: Vicende di paesi, Vannes Chiandotto, Campoformido s.d., - Sito internet www.inilossum.eu/cadutiRsi - Archivio privato di Agosti Antonio - Archivio privato di Sedran Alice in Anichini - Testimonianze di Bratti Attilio - Testimonianze di Cominotto Ines - Testimonianze di Crovato Eugenio - Testimonianze di D’Andrea Ilario - Testimonianze della Famiglia Danzi-Tramontin - Testimonianze di Ferrari Francesco - Testimonianze di Lenarduzzi Fioravante - Testimonianze di Leon Isaia - Testimonianze di Luchini Franco - Testimonianze di Moro Aldo - - Testimonianze di Pitton Elio - Testimonianze di Tesan Valentino - Testimonianze di Volpatti Artemio - Testimonianze di Zavagno Bruno - - - - - - - - - Traduzioni dal e in tedesco: Cortello Sara
304
Sommario
Interventi ............................................................................................................ 6
la “nostra” Guerra ......................................................................................15In Spagna ....................................................................................................17In Africa Orientale Italiana ...........................................................18In Africa Settentrionale ....................................................................19Nei Balcani ..............................................................................................21In Francia....................................................................................................22In Russia......................................................................................................23Dopo l’Armistizio ................................................................................26
il Territorio .........................................................................................................31Prima della Guerra ..............................................................................33La guerra .....................................................................................................38Dopo l’Armistizio ................................................................................47Fine guerra e rinascita .......................................................................79
i Combattenti ....................................................................................................89I Combattenti ...........................................................................................91Tabelle .......................................................................................................221
i Caduti................................................................................................................227I Caduti di San Giorgio della Richinvelda .....................229Monumenti ai caduti .......................................................................252
i Prigionieri ....................................................................................................253Prigionieri, internati e campi di prigionia .......................255
la Lotta Partigiana ....................................................................................267I Fatti...........................................................................................................269
i Civili ...................................................................................................................277gli Operai ...............................................................................................279
gli Sfollati ..........................................................................................................291Rimpatriati e sfollati .......................................................................293Rimpatriati dall’Africa ..................................................................297Sfollati giunti nel territorio ........................................................297
........................................................................301Fonti ..................................................................................................................302