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La scuola italiana di fronte alleducazione interculturale e in particolare al fenomeno migratorio Ivana Padoan Cà Foscari Dipartimento di Filosofia e BC

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La scuola italiana di fronte all’educazione interculturale e in

particolare al fenomeno migratorio

Ivana Padoan

Cà Foscari

Dipartimento di Filosofia e BC

• I saperi dell interculturalitÃ

• http://www.academia.edu/4367151/I_saperi_dell_interculturalit%C3%83_

Interculturalità

• Dove va la cultura della scuola italiana? • Verso l’intercultura? • La condizione della società attuale invita a

passare da un pensiero culturalista (locale deterministico, familiare, nazionale, tradizionale) a un pensiero inter-culturale (dinamico, relazionale, plurale e complesso), capace di adattamento a una postmodernità sostanziata da dinamiche di flusso: etnorami, finanziorami, tecnorami, mediorami, ideorami (Appaduraj) che modificano i parametri culturali verso una necessita’ interculturale.

• I flussi sono globali e dinamici e attivano nuove forme esistenziali: deterritorializzazione, immaginazione, inclusione e diaspore.

Multicultura verso intercultura

• La multicultura è un dato di fatto, ma la governance e la politica multiculturale non costituiscono comportamenti e azioni in grado di costruire relazioni trasformative, produttive, di convivenza di valori rispettando le differenze

• L’intercultura richiede la riflessioni sulle rappresentazioni mentali determinate dalla singolarità delle storie personali dei soggetti e dei popoli

• Il cambiamento delle rappresentazioni richiede la riflessione sugli schemi mentali stereotipati(socializzazione infantile) e sulle prospettive di senso del futuro (Mezirow) che determinano il nostro apprendimento e la sua evoluzione

• La nozione di intercultura rappresenta la necessità esistenziale delle differenze.

Intercultura verso transcultura

• Il processo richiede una diversa rappresentazione della conoscenza, come esplorazione e interrogazione delle diverse relazioni e reti culturali, sociali, etiche ed estetiche

• Nel processo transculturale vengono implicate tutte le discipline nella ricerca del loro meticciato (Serres), delle loro connessioni di modello, di processo e di ricerca) e vengono evidenziate in termini produttivi le relazioni tra differenze

• La strategia di insegnamento richiede quindi un diverso (complesso e interagente) punto di vista, azioni per il cambiamento delle culture sociali, delle politiche culturali, attenzione alle differenze dei contesti, pragmatismo di realtà

• Il metodo richiede un processo interrogativo per problemi, dilemmi, “intrighi”, analisi delle difficoltà, dei conflitti e delle crisi, pensiero laterale (De Bono), riduzione dell’ego (individualismo di narciso, conformismo, insicurezza, ignoranza…), relatività del proprio punto di vista

• La nozione di transcultura rappresenta il futuro del sistema scolastico

Intercultura Inclusione Collaborazione

• L’intercultura/transcultura va vista in un processo di inclusione sociale nel senso di convogliare verso azioni comprese da tutti, in grado di far crescere e riflettere i soggetti e i contesti in vista di una dinamica partecipativa. L’inclusione è un processo di relazione sistemica a più vie, l’inclusione è il risultato di più soggettività che collaborano: direzione, insegnanti, allievi, operatori, contesto materiale, programmi, territorio, altre istituzioni…)

• La collaborazione ( Sennet) deve partire dal basso, dalle azioni concrete, una scuola come “artigianato” nel senso dell' azione quotidiana, non formale per arrivare ad una formalizzazione consapevole e condivisa

Inclusione come collaborazione

• Bisogna partire da progetti che richiedono competenze diverse, differenze culturali e sociali. Superare la condizione riduttiva dell’individualità, dell’omogeneità, dell’amicizia, delle affinità.

• Per apprendere la collaborazione bisogna imparare a differenziare compiti, livelli, fasi, diversità, tempi… in un clima di com-partecipazione.

• Esempi di strategie di cooperative learning, brainstorming, di giochi di ruolo, simulazioni e studi di caso portano a sviluppare rappresentazioni di differenze di punti di vista che vanno significati e storicizzati nel tempo, nello spazio nelle simbolizzazioni.

Condizione dei processi interculturali e Immigrazione

• La scuola italiana è stata ed è profondamente coinvolta dal processo storico che negli ultimi anni ha portato decine di migliaia di immigrati da tutti i paesi del mondo a trasferirsi in Italia in cerca di un lavoro e di una vita migliore:

• 1. immigrati appena arrivati che chiedono di imparare la lingua e di conoscere i modi di vita e la cultura italiana; 2. figli di immigrati che si inseriscono nel sistema scolastico; 3. una seconda generazione di adolescenti stranieri, ma vissuti o nati in Italia, in bilico tra la cultura dei padri e quella in cui vivono.

• Ormai la presenza di stranieri nelle scuole non è solo un fenomeno delle grandi città, ma coinvolge anche i piccoli centri, specie nelle zone in crescita economica, dove i lavoratori immigrati hanno più occasione di trovare occupazione e alloggio. Così sempre più insegnanti si trovano a dover affrontare il problema di avere in classe alunni stranieri, magari di nazionalità, culture e lingue molto diverse. E le prospettive sono che negli anni futuri il fenomeno sarà sempre più in crescita soprattutto nelle scuole superiori.

Immigrazione e istituzione

Le istituzioni scolastiche hanno mostrato di essere sensibili a questa problematica e molte sono le circolari ministeriali espresse in questi anni, come la n. 205 del 1990 e la n. 73 del 1994 che propongono la scuola come mediatrice di culture diverse, la c.m. 5-1-94 che stabilisce il diritto-dovere dei bambini immigrati, anche in situazione di illegalità, di frequentare la scuola e prevede specifici dispositivi di accoglienza, o le più recenti prese di posizione che propongono l'EI insieme alle altre Educazioni (alla pace, allo sviluppo, alla convivenza civile e alla legalità ecc.) come uno tra i valori fondanti dell'intera proposta formativa della scuola italiana.

C.M. n. 2 dell'8 gennaio 2010 Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana

Documento di indirizzo La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri - Ottobre 2007

Febbraio 2014. Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri Decreto Ministeriale 5 febbraio 2014 n. 85

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 7 marzo 2014 n. 55 . Modalità e contenuti delle prove di ammissione ai corsi di laurea e laurea magistrale a ciclo unico ad accesso programmato a livello nazionale a.a. 2014-15

http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/intercultura.

Ma l'inserimento degli stranieri nella scuola non è sempre facile e continua a incontrare

resistenze di vario tipo

• 1. Le resistenze dell'istituzione stessa, che si trova sempre in difficoltà quando deve accogliere studenti "diversi". Figure come quelle dei mediatori culturali, dei facilitatori all'insegnamento, dei referenti per l'educazione interculturale sono ancora relativamente rari nelle scuole e comunque sempre il frutto di una difficile contrattazione con l'istituzione. 2. Le resistenze degli insegnanti, che sottolineano specialmente gli aspetti problematici dello inserimento degli stranieri in classe e lamentano il fatto di essere lasciati soli ad affrontare i problemi, senza indicazioni, senza una formazione specifica e senza il supporto di percorsi e materiali didattici adeguati. 3. Le resistenze dei curricoli didattici stessi, e dei manuali e dei testi di studio che li accompagnano, che sono sempre rigidi, etnocentrici, poco adatti a stimolare il confronto culturale e il cambiamento del punto di vista, troppo sovraccarichi per permettere approfondimenti e riflessioni al di fuori dei programmi tradizionali.

L'apporto interculturale all'educazione

• Ma se l'incontro della scuola con i ragazzi e le loro famiglie non è stato semplice e continua a non esserlo, ha tuttavia il grande merito di costringere a riflettere su cosa sia una società multiculturale e su quali compiti un'istituzione formatrice come la scuola deve assumersi per attrezzare i giovani a vivere in questa nuova realtà. Avere uno straniero in classe obbliga a riflettere su cosa si sta insegnando, sulla sua utilità rispetto ai bisogni degli studenti, sulla modalità di relazionarci con loro. Ha costretto a ripensare a noi, ai nostri tratti culturali e valoriali, alle somiglianze e alle differenze con quelli di altri popoli, agli elementi costitutivi della nostra e dell'altrui identità. Abbiamo così scoperto la necessità di un'educazione interculturale, cioè di una riflessione che permetta da una parte di conoscere le culture diverse, individuando e rimuovendo i pregiudizi che ce ne impediscono l'incontro, dall'altra di capire meglio, nel confronto tra le culture, i valori e gli aspetti salienti della nostra.

Scoprire la differenza/diversità' a scuola

Il brusco impatto con persone, lingue, culture diverse ha avuto anche un altro merito: ci ha fatto riflettere sul grande tema delle differenze/ diversità, che prima aveva potuto essere confinato solo negli aspetti dell'handicap o della devianza. Abbiamo così scoperto che la diversità rispetto agli stranieri, nei tratti somatici o nella lingua, nella religione o nelle abitudini, non era l'unica presente nella classe. Accanto alla diversità etnico-culturale e spesso ancor prima di essa, ne esistevano altre, come la diversità di genere o quella di generazione, quella tra chi è più ricco e chi è più povero o tra chi è religioso e chi non lo è e così via. Ciascuna di queste diversità corrisponde a tratti culturali molto precisi che sono determinanti per la definizione dell'identità individuale e danno origine a conflitti e incidenti interculturali, ma anche a scambi e dialoghi, esattamente come nel caso dell'incontro-scontro tra persone di etnie o nazionalità diverse.

L'educazione interculturale allora non è apparsa solo come un tema da affrontare quando la presenza di stranieri in classe o nella società obbliga a trovare qualche modalità per affrontare le difficoltà e le tensioni che si possono generare, ma invece come una grande finalità educativa valida in ogni caso e che la scuola, agente formatore per eccellenza, deve porsi per formare giovani che siano capaci di vivere in modo pacifico e democratico nei confronti di qualunque tipo di diversità.

Obiettivi generali dell'educazione interculturale, indipendenti dalla presenza di stranieri nella scuola o

nella comunità, possono essere definiti in questo modo

• I. Rafforzare la propria identità individuale o di gruppo non in contrapposizione, ma in comunicazione con gli altri. 2. Sviluppare una personalità curiosa, attenta, disponibile, democratica, sensibile, rispettosa dell'altro. 3. Diventare capaci di riflettere su di sé, sugli altri, sugli stereotipi e i pregiudizi. dimostrando capacità autocritiche. 4. Prendere coscienza della complessità, ma anche della relatività dei punti di vista e quindi essere capace di cambiare il proprio. 5. Essere capace di accettare e convivere costruttivamente con il diverso riconoscendone i diritti.

La risposta della scuola: consapevolezza e necessità

• La consapevolezza della necessità di realizzare un'educazione interculturale non è stata semplice né immediata. Specie all'inizio, di fronte agli stranieri presenti nelle classi, gli insegnanti, che non potevano contare se non sul proprio intuito e sulla propria buona volontà, hanno dato risposte diverse e a volte ingenue come queste……

Risposte ingenue della scuola

1. risposte accuditive, verso alunni percepiti come più deboli e bisognosi di appoggio e assistenza; 2. risposte un po' pietistiche e di fratellanza di maniera verso i "poveretti" e i diseredati a cui si deve cristiana solidarietà; 3. risposte assimilative che cercano di far superare nel più breve tempo possibile la diversità linguistica e culturale dell'alunno straniero, percepita e giudicata come un handicap sociale, senza dare attenzione e spazio alla ricchezza culturale di cui può essere portatore o comunque al valore formativo per tutti gli alunni dell'incontro con la diversità; 4. o risposte "giacobine" che negano decisamente l'esistenza di qualunque diversità e sostengono la correttezza nel trattare tutti gli alunni nello stesso modo e del proporre a tutti i contenuti della cultura occidentale considerata universale sotto tutti gli aspetti; 5. risposte che enfatizzano la diversità degli studenti stranieri, sia quando chiedono loro di presentare aspetti della loro cultura, sia quando di quelle culture riprendono gli elementi esotici, folklorici, ma solo quelli perché sono più facilmente accettabili e apprezzabili agli occhi degli italiani.

•Di fronte poi alla presenza concreta del giovane immigrato, gli insegnanti si sono dovuti arrangiare in ogni modo, trovando forme di comunicazione a gesti o attraverso lingue straniere conosciute, documentandosi affannosamente sui paesi di provenienza dei propri alunni, controllando le dinamiche interne alla classe e le reazioni razzistiche degli studenti italiani o dei loro genitori. Da queste esperienze vissute spesso in assoluta solitudine, faticose e spesso frustranti sono nate però alcune certezze metodologiche, che rendono più chiaro oggi il senso e il carattere di un'Educazione interculturale.

Condizione dei processi implicati nell’insegnamento scolastico

1. I contesti sono ormai multiculturali 2. I contesti fanno riferimenti a reti prevalentemente globali 3. Le discipline derivano da processi storici multiculturali 4. I metodi di ricerca sono internazionali 5. Le tecnologie e le ricerche sono internazionali 6. I programmi scolastici sono nazionali/nazionalistici 7. Le tecniche didattiche sono prevalentemente localistiche 8. Le relazioni sono prevalentemente autoreferenziali In vista di un obiettivo interculturale emerge un evidente limite di governance culturale e strategica del sistema, limitata a una programmazione e una formazione ancora troppo locale e nazionalistica

Alcuni indicatori di base per un’educazione interculturale

"E' necessario proporre percorsi di Educazione interculturale non solo quando ci sono stranieri in classe.”

• Infatti la diversità culturale non è una novità dovuta all'arrivo degli immigrati, ma è una caratteristica generale della società. Riconoscere i differenti tipi di diversità presenti in classe, riflettere sul fatto che ciascuno di noi è simile per alcuni aspetti e contemporaneamente diverso per altri nei confronti delle persone che ha intorno, confrontarsi con queste diversità è fondamentale per la strutturazione dell'identità individuale e per la vitalità personale e di gruppo.

• "L'Educazione interculturale interviene su aspetti dell'immaginario individuale e collettivo, su preconoscenze, stereotipi, pregiudizi, blocchi identitari." Questo significa che i percorsi didattici proposti devono passare non solo sul piano cognitivo, ma anche su quello affettivo, valoriale e comportamentale, utilizzando tecniche adeguate per far emergere questo piano. Una didattica interculturale dunque non utilizzerà tanto percorsi 'freddi", dove prevale l'analisi logico-razionale, ma si servirà di percorsi "caldi", che propongano problematiche fortemente sentite e mettano in moto la discussione e l'autoriflessione.

"L’educazione interculturale ci vede coinvolti tutti. "

• L'Educazione interculturale non è un contenuto disciplinare fornito dall'insegnante esperto a studenti digiuni sull'argomento. Al contrario, anche l'insegnante è coinvolto nel lavoro, perché anche lui non è estraneo alle dinamiche suscitate dall'incontro con la diversità, anche se magari ha più strumenti per affrontarle. Perciò se decide di far lavorare gli studenti su un tema a valenza interculturale, lo deve aver prima analizzato dentro di sé per scoprire gli stereotipi e gli atteggiamenti che egli stesso mette in atto e per reagire in modo corretto di fronte alle risposte degli studenti. Deve cioè accettare di mettersi in gioco anche lui sia sul piano personale, cioè rispetto ai suoi valori, certezze e comportamenti, sia sul piano epistemologico, cioè rispetto all'immagine dei contenuti culturali e delle discipline che propone, sia sul piano didattico, cioè del comportamento quotidiano in classe e del rapporto con gli studenti.

"L'Educazione interculturale comincia nella

pratica quotidiana della classe. “

• Non si può infatti fare un'Educazione interculturale usando metodi poco interculturali. Non sono tanto i contenuti gli elementi che veramente contano per arrivare agli obiettivi formativi previsti; poco utile infatti sarà per esempio lo studio della civiltà islamica o dei problemi delle minoranze se non verrà data la giusta attenzione alle diversità interne alla classe, alla pratica quotidiana della tolleranza, della negoziazione che porta dalla semplice convivenza all'ascolto e infine alla risoluzione dei contrasti. L'insegnante perciò deve ripensare al proprio ruolo, ponendo al centro dell'attenzione non tanto le informazioni, quanto le modalità con le quali egli stesso si pone di fronte ai ragazzi e con le quali lascia che i ragazzi si pongano tra loro. In ogni caso dovrà fare in modo che nella programmazione didattica che va realizzando ci sia relazione pertinente tra gli obiettivi, i contenuti e i metodi con cui vuole lavorare.

"L'Educazione interculturale non si fa tanto studiando il diverso lontano, quanto comprendendo e vivendo il

presente vicino del diverso (lontano).

• Troppo spesso vediamo studenti che sanno tutto sui Tuareg o si rammaricano per lo sterminio degli indiani d'America e poi non capiscono perché il marocchino vende sigarette all'angolo della strada e comunque provano verso di lui sentimenti di paura o di aggressività.

• Questo non significa che non ci sia validità interculturale nei percorsi didattici che studiano culture e popoli lontani nello spazio o nel tempo, ma non si deve pensare che solo in questo consista l'educazione interculturale. In ogni caso comunque questi percorsi hanno senso solo se vengono realizzati con una metodologia che riporta lo studio dei popoli lontani alle problematiche del vicino e del presente.

" Una didattica interculturale non fa finta che non esistano diversità tra persone, popoli e culture e che

queste diversità generino problemi di incontro."

• Il messaggio "siamo tutti uguali" o "siamo tutti fratelli", così presente in molti testi proposti per l'Educazione interculturale, ha un alto valore morale ma non serve molto allo scopo didattico. Non si può non riconoscere invece che sul piano soggettivo l'incontro con la diversità può risultare faticoso, problematico, perturbante, anche se sul piano storico si può dimostrare vitale e arricchente perché le culture non sono realtà chiuse e statiche, ma sono sistemi aperti agli scambi, ai prestiti, ai sincretismi. Sarà quindi opportuno lavorare anche sulle somiglianze ma soprattutto sulle differenze, sugli incontri e scambi, sulle difficoltà e sugli scontri, ricordando comunque che la purezza etnica e culturale è solo un mito e che quello che in realtà si verifica è il rimescolamento e il 'meticciato". Di fronte alla presenza di stranieri in classe, poi, non far finta che non esistano diversità, ma neanche sottolinearle eccessivamente. Lavorare invece su tutte le diversità presenti nella classe e trovare i diversi elementi che ci accomunano o che ci separano, senza drammatizzarne uno solo.

Come affrontare i contenuti in modo interculturale

"L'Educazione interculturale non é materia in più ma un'ottica con cui affrontare tutti i contenuti disciplinari e deve essere realizzata in collegamento con le altre educazioni (educazione civica, alla pace, allo sviluppo, ai consumi, all'ambiente ecc.)" e tutte le discipline dalla fisica alla psicologia. Questo significa per prima cosa rileggere la propria disciplina per metterne in luce la relatività culturale e per individuarne i contenuti a più forte valenza interculturale (le migrazioni, il confronto tra sistemi amministrativi e giuridici, la biodiversità, le tecnologie appropriate, le matematiche o le medicine non occidentali, le economie, le leggi… ecc., i sistemi differenziate delle culture di genere, l’intergenerazionalità dei soggetti……., le diversità economiche…)

Per seconda cosa significa intervenire nella trattazione interdisciplinare dei grandi problemi del nostro tempo attraverso la sinergia degli apporti dalle varie "educazioni e discipline". Come si può infatti lavorare sulle migrazioni se non si ha un'analisi degli squilibri nello sviluppo tra Nord e Sud del mondo? O affrontare il tema delle guerre nel Novecento senza riflettere sul peso del pregiudizio o del razzismo? O discutere su Democrazia e Costituzione senza mettere a confronto le nostre istituzioni con quelle di altri Paesi?

Processi di costruzione della differenziazione.

• 1. usare i saperi degli studenti per scoprire il processo di conoscenza globale e intergruppale di sfondo

• 2. analizzare insieme le strategie di interpretazione e di giudizio sui contenuti e sulle relazioni

• 3. individuare talenti individuali, autonomie sociali, iniziative e proiezioni, vincoli e conflitti stereotipie e pregiudizi attraverso l’elaborazione dei contenuti

• 4. monitorare la distanza dalle richieste/aspettative di apprendimento e la produzione dei soggetti

• 5. rimandare l’immagine del sapere e del posizionamento degli studenti di fronte ai problemi, (feed back evolutivo)

• 6. favorire un clima di classe propositivo, dialogico e rispettoso anche se critico delle differenze

Tipologia di percorsi di Educazione interculturale

• Con le premesse metodologiche dette sopra, sono moltissimi i percorsi di Educazione interculturale che si possono realizzare, come dimostra la vastissima sperimentazione attuata da centinaia di insegnanti in tutto il mondo.

• Possiamo tentare di raggruppare questi diversi percorsi in una tipologia che può dare un'idea della vastità e della ricchezza delle tematiche che si possono affrontare. Ovviamente i singoli percorsi possono intrecciare i diversi temi o suggerirne altri ancora.

Tipologia di percorsi nelle discipline e negli avvenimenti/esperienze

quotidiane e storiche

• 1) La riflessione sull'identità a) elementi costitutivi dell'identità personale: poli-identità e poli-appartenenze b)carte di identità: presentarsi attraverso elementi diversi (aspetti fisici, caratteriali, sociali, gusti musicali, cinematografici, del vestire, dei divertimenti ecc.) c) rapporto tra identità personale e identità di gruppo (amicale, generazionale, sessuale, nazionale, etnico ecc.) d)sguardi reciproci e cambiamento dei ruoli: giochi sul decentramento e il cambiamento del punto di vista

Tipologia di percorsi …

• 2) Incontro con il diverso: accorgersi delle differenze riconoscere le somiglianze a) le diversità presenti all'interno della classe o della nostra società - somiglianze e differenze - difficoltà di comunicazione e comprensione - stereotipi e pregiudizi reciproci - interesse e valore dell'incontro e dello scambio b)Paesi e culture a confronto nello spazio e nel tempo; studio di casi - analisi dei principali elementi caratteristici della cultura presa in esame di civiltà religioni e filosofie - rapporto con la natura, lo spazio e il tempo linguaggi simbolici e artistici riti, feste, miti e fiabe - la famiglia, il diritto, le istituzioni politiche ecc. - elementi di somiglianza, di diversità e di contrasto con la nostra cultura c) momenti di incontro-scontro tra popoli nella storia - cause dell'incontro e relazione reciproca nel momento dell'incontro: paritaria, squilibrata, dominante ecc. - conseguenze dell'incontro: assimilazione, acculturazione, integrazione, emarginazione, segregazione, etnocidio, ecc. - scambi e prestiti culturali immediati o a lungo termine, voluti o indotti - "Meticciato"

Tipologia di percorsi …

3) Etnocentrismi, stereotipi, pregiudizi. La costruzione del giudizio sugli altri a) le difficoltà dell'incontro con il diverso b)le risposte difensive alle difficoltà: stereotipi, pregiudizi, xenofobie, razzismi c) tolleranza e limiti alla tolleranza d)stereotipi di massa veicolati dalla letteratura, dai mass media e dalla pubblicità e) disuguaglianze economiche, sociali, culturali, caste e differenze di classe Esempi: - lo stereotipo dell'Africa nera selvaggia e primitiva - lo stereotipo dell'America Latina dispensatrice di tesori - lo stereotipo dell'Oriente misterioso - lo stereotipo dell'arabo guerrafondaio, crudele e fondamentalista - lo stereotipo del meridionale pigro, geloso e canterino - ecc.

Tipologia di percorsi…

4) Modelli di società multiculturali nella storia e nel mondo attuale a)apartheid, segregazione, differenzialismo, assimilazione, multiculturalità,. interculturalità b)i casi statunitense, francese, inglese, tedesco, italiano, belga, olandese, russo… c) legislazioni e politiche di contenimento dell'immigrazione nel Novecento d)il problema delle minoranze

5) L' approccio interculturale/transculturale alle discipline: a)eurocentrismo nelle discipline e nei manuali b)contenuti a particolare valenza inter-trans-culturale.

Metodologie e didattiche interculturali

• Alcune metodologie e didattiche per promuovere interculturalità: i giochi e le tecniche del cooperative learning, della narrazione, della biografia, delle metafore

• A seguire, la simulazione, l’interpretazione delle differenze e dei punti in comune, lo studio di caso, la controversia, il dialogo

• In seguito, analisi antropologico-etnografiche, storiche, economiche, filosofiche, sociali

Interculturalità e lingua

Dobbiamo riconoscere alla lingua il passaggio primo all’interculturalità, con tutti i limiti di una didattica tradizionale meccanica orientata all’apprendimento della semplice lingua.

Problematiche

L’apprendimento della lingua funziona come strumento di identificazione, di discriminazione, di promozione, strumento di potere simbolico non meno potente di un sistema reale

Le metodologie d’insegnamento della lingua materna tradizionali o moderne, hanno sempre tentato di evacuare le realtà socio-politiche cos’ fondamentali per l’apprendimento

Inoltre la prima lingua determina un’ influenza di base sull’apprendimento delle altre lingue, ne limita l’apertura e i significati della realtà complessa

L’apprendimento anticipato di una lingua straniera attiva la cognizione metalinguistico e una presa di coscienza retrospettiva sui significati delle due lingue

L’apprendimento plurilinguistico apre a conoscenze interdisciplinari, intercontestuali, può indirizzare verso sensibilità verso altre culture se orientati dall’insegnamento e non semplicemente per necessità

Vi è quindi necessità di una didattica integrata tra le due o più lingue: informazione, collaborazione cooperazione, comparazione, differenziazione di contenuti, di processi, di assunti

Didattica

La didattica delle lingue si deve muovere agganciandosi alle altre discipline scolastiche, in particolare la geografia, la storia, la matematica e la logica, l’antropologia, la comunicazione e le tecnologie, l’arte e le professioni. Interessante è sviluppare modi di vita, costumi, originalità, sistemi di scrittura diversi, similitudini e differenze, interesse per i significati dei nomi e dei cognomi, l’organizzazione della frase, le categorizzazioni lessicali e concettuali i linguaggi musicali e artistici, la filosofia miti e riti, didattica in termini comparativi.

Esempio: Interculturalità e geografia o storia…

• Portare diverse fotografie ambientali, personaggi, di fatti ed avvenimenti e di produzioni di stesse epoche e di diversi popoli; di diverse epoche e stessi popoli.

• Mettere a disposizione una carta geografica e una carta storica. Chiedere di posizionare le foto e di raccontare gli avvenimenti

• Far evidenziare dagli stessi studenti lo stato di conoscenza degli studenti relativamente a paesi, culture, confrontare le conoscenza, le analisi i giudizi con l’aiuto di testi, internet

• Far riflettere sulle strategie cognitive psicologiche e logiche

• Questioni:

• Bastano gli indici di una foro o le conoscenze geografiche, storiche, linguistiche di un testo o di wiki per comprendere il posizionamento di un popolo, di un fatto di un paese?

• Risultati possibili:

• 1.una lingua può essere parlata in più paesi e un paese può parlare più lingue. Parole hanno origine uguale o simile o significati comuni

• 2. ambientazioni simili possono trovarsi in diversi paesi , lo stesso i costumi e l’abbigliamento ele forme di cura e di educazione

• 3.stessi fatti o stessi processi sono appartenenti a più epoche , paesi e culture.

• Proporre agli studenti di costruire o di presentare un’analisi comparata di uno o più paesi rispetto al proprio