la scuola inclusiva -...
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La scuola accogliente:
Corso di formazione per docenti neoassunti
Clara Rossi
Siena 29 aprile
facilitare l’inclusione
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Se l’handicap partecipa alla struttura globale della persona, questa non si riduce e non è definita dalle sue
mancanze bensì dalla sua struttura originale: quest’ultima non dipende esclusivamente
dall’oggettività delle sue deficenze. Essa dipende dal contesto e soprattutto dalle attitudini e comportamenti
dell’entourage.
Charles Gardou
Premesse
• Integrazione scolastica alunni disabili: processo irreversibile della scuola italiana. (scuola inclusiva\esclusiva)
• Ratifica Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilita: legge 18/2009
• “Modello sociale della disabilita”: interazione fra deficit funzionamento persona e contesto sociale
• ICF: modello di classificazione bio-psico sociale
Scuola inclusiva
• Legge 59/1997: autonomia e personalità giuridica Istituzioni Scolastiche: piu potere discrezionale
• Auspicata partecipazione al processo di integrazione di tutte componenti scolastiche
• Dirigente Scolastico: garante offerta formativa per la globalita dei soggetti.
• “La presenza di alunni disabili non e un incidente di percorso, ma un evento che richiede una riorganizzazione del sistema gia individuata in via” previsionale” (Piani di istituto)occasione di crescita per tutti”
• GLI PAI
Scuola inclusiva
Principi di riferimento e sfondo integratoreICF e Convenzione ONU 2006Il livello di disagio, difficoltà ma anche disabilità di una persona durante la propria vita non dipende dal “suo”
problema ma dal rapporto tra due fattori
Elementi di fragilità:
I problemi
Elementi di protezione• Le caratteristiche proprie
dell’individuo
• Famiglia
• La società
• La scuola• ecc
Due sfondi integratori necessari per un efficace progetto inclusivo
• ICF• InternationalClassification ofFunctioning’ Disability and
Health OMS 2001
• Ogni persona non è la sua malattia
• Qualunque soggetto ha il suo funzionamento
• La presenza di un deficit fa sì che il funzionamento si strutturi e si organizzi in modo originale
• Ogni persona ha la sua storia
• il funzionamentoe la disabilità sono in relazione con l’ambiente di vita dell’interessato
• Non si può leggere il comportamento e\o le difficoltà fuori dal contesto che è variabile e soprattutto intreccio di relazioni
CLASSE INCLUSIVA
La presenza di alunni disabili non è una emergenza da presidiare, ma un evento che richiede una riorganizzazione del sistema:
•Flessibilità organizzativa e metodologica
•Disponibilità a modificare la didattica
•Corresponsabiità
•Condivisione
•Capacità di osservazione
•Capacità di progettazione rigorosa,quindi flessibile(flessibilità non è improvvisazione)
• Insegnante riflessivo (conoscere sé e la propria cultura, modalità, pregiudizi , paure ecc e fondamentale per confrontarsi con la diversità)
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L’intreccio tra i due fattori (fragilità e protezione) determinail livello di integrazione, emarginazione, disadattamento ecc.
Il contesto fa la differenza
• Tutto il contesto ha effetti:
L’handicap ma anche tutte le difficoltà non appartengono al soggetto ma le incontra nel rapporto con gli altri e
attraverso le esperienze che fa.
“Non portatore di h” ma in situazione di..
La scuola ha un ruolo fondamentale :
Ha la responsabilità di scegliere se far incontrare
FACILTATORI
o
BARRIERE
.. a partire dalla costruzione del senso di appartenenza..
I punti essenziali per una scuola inclusiva
• DocentiLa condivisione dei principieducativi (la
cultura del rispetto e della valorizzazionedelle diversità, l’equità (che non è dare a tutti la stessa
cosa), appartenenza, modelli positivi dicollaborazione,CORRESPONSABILITA’, essereprofessionisti (riflessività)
Quale insegnante?
L’insegnante è chiamato ad essereprima che a fareNei processi di insegnamento\apprendimento\cura dell’altro non si può prescindere dalla propria memoria emotiva
E’ necessaria una consapevolezza di chi sono e sono stato
L’insegnante deve riconoscere l’altro
Deve essere motivato a farlo
Deve essere preparato a sostenere l’alterità
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Le parolechiave per una scuola inclusiva
Didattica
• Corresponsabilità dei progetti No alla delega
Didattica inclusiva ≠ didattica speciale
Didattica inclusiva = modifico la struttura e le modalità, trasformo, adatto non necessariamente sostituisco
Organizzazione della classe
• Quale Modalitàdi insegnamento ( frontale, laboratoriale , ecc)
• quali Materialiutilizzare
• Quale modalità di lavoro e di restituzione delle conoscenze
• Risorsa compagni(tutoring)
• Ma anche “educazione “ dei pari
• Sostegni vs sostegno
Scuola inclusiva
• Programmazione educativa e didattica non solo socializzazione ma sviluppo degli apprendimenti mediante comunicazione, socializzazione e relazione interpersonale.
• No al “laboratorio dei disabili” ed ai percorsi esclusivamente paralleli: “Si e integrati/inclusi in un contesto quando si effettuano esperienze e si attivano apprendimenti insieme agli altri, quando si condividono obiettivi e strategie di lavoro e non quando si vive, si lavora, non solo si siede gli uni accanto agli altri”
• Nota Miur 4798 del 25 luglio 2005: procedere secondo disposizioni che coinvolgano tutto ilpersonale docente garante offerta formativa per la globalitadei soggetti.
• Piu flessibilità organizzativa e didattica = più opportunità per tutti
• Superamento mentalità della delega\ghe
Scuola inclusiva
Scuola inclusiva
• = Processo attraverso il quale tutti iprotagonisti contribuiscono a costruire lecaratteristiche di un ambiente educativo e diapprendimento che cerca di rispondere aibisogni di tutti
• = Ripensa necessariamente le sceltemetodologiche, didattiche educativequotidiane
• = Processo attraverso il quale tutti iprotagonisti contribuiscono a costruire lecaratteristiche di un ambiente educativo e diapprendimento che cerca di rispondere aibisogni di tutti
• = Ripensa necessariamente le sceltemetodologiche, didattiche educativequotidiane
Quali condizioni per l’attuazione di processi di inte grazione in presenza di alunni\e in situazioni di disabilità
1. Il concetto di inclusioneriguarda tutti
non può prescindere dall’esistenza di una Classe accoglientecioè una ambiente che permette
• la valorizzazione delle potenzialità
• di fare insieme e non accanto
• di riconoscere l’altro come simile
• sviluppa la capacità di vedere nell’altro la similitudine nella differenza
In modo specifico in presenza di bambini\e situazioni di gravità
L’accoglienza e l’integrazione sono garantite
1. dai comportamenti deicompagni2. dalpensierodei compagni
un ruolo importante nella costruzione dellaidentità(io bambino tipensocome bambino, come pari e non un’appendice della
classe, ti penso come compagno, con le tue specificità )
“ …..nous n’existons comme sujet qu’à partir d’un statut explicitement reconnu par autrui….Rien de plus collectif que l’elaboration de l’identité personnelle !1
“Gardou C.”
L’inclusione è garantita da
• Abitudine apensarela classe inclusiva come sistema, come insieme dielementi interdipendenti e non separati, intrecciati dalle relazioni, peri quali si costruisce ununico progetto
che si differenzierà nelle metodologie, strategie, nei tempinasce prima ancora che dal programma dall’analisi dei bisogni, specificità,
limiti e risorse.
• occasioni di rispecchiamento tra pari favorite da scelte metodologiche\didattiche
• da insegnanti che non progettano percorsi paralleli
• non progettano percorsi ridotti ma personalizzati
• riflettono sui processi di adattamento
Scelte e comportamentiLe piccole cose importanti
• Massima attenzione all’uso degli spazi, all’ organizzazione della classe, alla disposizione dei banchi, tavoli di lavoro
• Attenzione alle comunicazioni non verbali
• Massima attenzione ai comportamenti verbali
• Mantenere uno sguardo d’insieme(la classe non è 20+1speciale ma 21allievi)
• Attenzione allo specifico significatodel corpo nello spazio Dove siposiziona l’insegnante di sostegno,l’insegnante curriculare, il bambinoproblematico ecc.
• Non dare niente per scontato
Costruire un buon clima di classeobiettivo forte per l’insegnante che vuole promuovere integrazione
• Facilitare , promuovere, costruireabilità e competenze necessarieattuandoprogetti specifici per il raggiungimento di competenze da parte dei pari
relazioni di aiutosviluppo dellea2ilità prosociali
• Attuare progetti formativi che prevedano attività specifiche e trasversali, anchedisciplinari, che perseguano l’obiettivo di abituare a
• •Evitare giudizi• •Non leggere la parte per il tutto• •Non definire la persona dietro la difficoltà• •Essere capaci di mettere in atto buone relazioni di aiuto enon aiuti\sostituzione• Utilizzare metodologie e strategie per• •Creare spazi di condivisione di esperienze• •Favorire in classe i lavori cooperativi• •“Controllare” il gruppo e le sue dinamiche• ( circle time, testi , interviste, sociogrammi• osservazioni proiettive, dialogo ecc)
Riconoscere e valorizzarel’importanza dei pari
•È lo sguardo dei pari che rende quel compagno soprattutto un bambino
•Sono i compagni che vedono e scoprono oltre i nostri pregiudizi
•Sono i compagni che vedono la specificità e\o le difficoltà come modo di “essere al mondo” e non come “mancanza”
•sono i compagni che guardano avanti senza sognare né disperare ragionando naturalmente nella logica della zona di
sviluppo prossimale
Un progetto che mira ad una classe inclusiva
• coerente• richiede continuità verticale e orizzontale,
condivisione ed attivazione da parte di tutto ilteamdocente
• lascia spazio agli imprevisti ma pocoall’improvvisazione
l’inclusione si costruisce in progress,
processo in itinere mai concluso
Quali operazioni?
E’ necessario ripensarela didattica
• optando perScuola del farecome condizione privilegiata per l’apprendimento di tutti(una scuola cartacea, verbale, che non costruisce competenze a partire dall’esperienza esclude tanti allievi
non solo il disabile)
• È necessario ripensarel’organizzazione
Flessibilità negli orari, nell’uso degli spazi, nella suddivisione di compiti e responsabilità,nella disponibilità a fare, nella disponibilità a uscire dalle proprie “ cornici”, nella disponibilità apensare \ripensarsi
• è necessario quindi fare attenzione allaprofessionalità docente
ipotizzando un insegnante riflessivocon forti competenze nell’osservazione, capacedi analizzare continuamente percorsi e processi, capace diriposizionare se stesso e se
stesso rispetto agli altri, ma soprattutto che fa proprio ilconcetto dinormalità comepluralità e non come uniformità
E’ necessario porre attenzione al rapporto tra programma e generale e progetti specifici
Si dice spesso che è necessario elaborare per l’allievo in situazione di disabilità un programma“ ilpiù possibile collegato a quello della classe“
• Ma quale classe?Dovremmo chiederci se dietro questa proposta non ci sia ancora un modo diragionare sulla normalità, sul bambino ideale\irreale
• Dovremmo chiederci se è ancora un modo per ragionare nell’ottica: prima il programma e poi isoggetti in apprendimento.
• Dovremmo chiederci chi sono i soggetti in questa operazione• Dovremmo ricordarci quanto negli ultimi anni i bisogni speciali sono stati fermento di
trasformazione delle pratiche educative e pedagogiche necessarie a tutti• Non è forse opportuno ragionare nell’ottica di adattareil programma alla classe pensata e
osservata come somma di specificità osservando
prima tutte le necessità, i bisogni speciali e poi costruirepercorsi e progetti educativi e didattici nonriducendo, non adattando (operazione che fa riferimento allimite di demarcazione e ad uno sguardorigido) ma cercando di partire dai percorsi obbligati, dai bisogni speciali, per potenziare l’offerta atutta la classe
E’ fondamentale il ruolo dell’insegnante specializzato
Riconoscere ed attuare:
• Un forte intreccio e collaborazionecon il team docente
• Un ruolo di coordinamento e promozionedel processo di integrazione
• Un ruolo propositivo per la didattica della classee non solo per gli alunni in difficoltà
• Una forte presenza nellaprogrammazionee nelle scelte generali della classe e dell’istituto
• Un ruolo di controllo\mediazione\ gestione delle dinamiche e del clima della classe
• Un ruolo di promotore della cultura della diversità con i par i e concon i genitori della classe