la sardegna cresce con l’europa ambito territoriale medio...
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Patrimonio culturale
Ambito Territoriale Medio Campidano
Villaggio nuragico di Su Nuraxi Barumini
Castello di MonrealeSardara
La Sardegna cresce con l’EuropaProgetto cofinanziato dall’Unione EuropeaProgramma Operativo FESR 2007-2013FESR - Fondo Europeo di Sviluppo Regionale - Asse I, Linee di Attività 1.2.3.aUNIONE EUROPEA
P.O.R. FESR Sardegna 2007-2013, Asse I “Società dell’Informazione”, Obiettivo Specifico 1.2. “Promuovere e sviluppare la societàdell’informazione con particolare attenzione ad aspetti chiave per lo sviluppo del territorio e della qualità della vita, quali la sanità,l’istruzione e la promozione della cultura”, Obiettivo Operativo 1.2.3. “Incrementare la produzione di contenuti digitali”, Linea di At-tività 1.2.3.a. “Interventi per la produzione, pubblicazione e condivisione sul web o sui nuovi media (DTV, mobile T, ecc.) di contenu-ti digitali riguardanti la cultura, la letteratura, la musica, il territorio e le immagini della Sardegna per una loro fruizione sociale”.
REPUBBLICA ITALIANA
Unicity Srl:Coordinamento ProduzioneProduzione Ricostruzioni 3D, Render 3D, Visite Guidate Virtuali, Produzione Panorami VirtualiComunicazione e Multimedia
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Patrimonio CulturaleSardegna Virtual Archaeology
Ambito TerritorialeMedio Campidano
Villaggio nuragico di Su NuraxiDott.ssa Emanuela Atzeni
Castello di MonrealeTesto: Dott.ssa Maria Grazia Arru
Siti culturali principaliTesti: Dott.ssa Emanuela AtzeniDottor Giulio Concu
Ambito TerritorialeMedio Campidano
Villaggio nuragicodi Su Nuraxi | Barumini
Castello di Monreale | Sardara
Patrimonio culturale
Si ringrazia per la collaborazione la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città me-tropolitana di Cagliari e per le province di Oristano, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias, Ogliastra.
immateriali ancora oggi facilmenteriscontrabili e che sono parte importante delpatrimonio identitario isolano. Gli aspettiprincipali dell’archeologia e dell’architetturasarda sono noti al grande pubblico pereccellenze divenute ormai patrimoniocondiviso come Barumini o Saccargia; e in unmondo dove è divenuto facile reperireinformazioni, si pone il problema di unapresentazione della cultura identitaria dellaSardegna da parte dell’ente pubblico inmaniera oggettiva, accurata e tale che siafruibile da parte di qualsiasi tipo di studioso e
Il progetto “Patrimonio Culturale Sardegna Virtual
Il patrimonio archeologico earchitettonico della Sardegna presentanumerosi aspetti non riscontrabili altrove
nell’area mediterranea. Le sue specificità siconcentrano in particolare tra la tardapreistoria e la protostoria e hanno il loroculmine nella civiltà nuragica. Ma anchedell’età storica l’isola conserva notevolispecificità che derivano dall’importantepresenza fenicia, cartaginese, romana e poiancora bizantina che interagendo con leculture locali giunsero a costruire unaspecifica cultura con i suoi aspetti materiali e
Il progetto “Patrimonio Culturale Sardegna Virtual Archaeology”
Sardegna Virtual Archaeology6
Medio Campidanonon addetto al settore. Per adempiere aquesto compito, si è scelto di fare leva sullaspettacolarità di gran parte dei restiarcheologici e architettonici, oltretuttospesso collocati in luoghi paesaggisticamenteaffascinanti anche per un pubblico in generemeno interessato. Ma la vera sfida risiede neltentativo di contestualizzare le emergenzearcheologiche nel loro ambiente culturale.L’idea deriva dal concetto che i resti di culturepassate possono “narrare una storia” soltantose vengono “interpretati” congiuntamenteagli altri, come pagine di un libro chealtrimenti, isolate, ci dicono ben poco. Inconcreto il progetto tende a illustrare unmonumento o un sito mostrando i motivi percui è interessante non solo per sé stesso maanche, e soprattutto, per la sua importanzanel contesto culturale e ambientale di cui èparte. La conoscenza di questo aspettofondamentale è utile anche perl’interpretazione del mondo in cui viviamo,aiutandoci a comprendere le ragioni chesottostanno alla tutela dei beni archeologicie architettonici, di là dalla loro eventualemonumentalità e seppure pertinenti aculture, come ad esempio quella romana, chevengono abitualmente vissute come estraneeal patrimonio identitario della Sardegna. Imodi per divulgare questo tipo di conoscenzasono articolati in base ai media a cui sonodestinati per la fruizione. In ogni caso, ilrisultato offerto al pubblico va oltre la meraesposizione didascalica del sito per giungere auna descrizione ampia ed esaustiva dal puntodi vista culturale.
Contenuto e finalità del progetto
Il progetto “Patrimonio Culturale SardegnaVirtual Archaeology” si pone comepotenziamento del “Sistema Omogeneo diIdentità Visuale” già avviato dalla R.A.S. e hala finalità primaria di creare uno strumento disalvaguardia e promozione del patrimonioculturale della Sardegna. Il progetto
contribuisce inoltre ad accrescere ilcomplesso dei prodotti scientifici, didattici edivulgativi innovativi relativi ai luoghi dellacultura della Sardegna tramite la creazione unsistema integrato di siti ricostruiti con le piùrecenti tecnologie 3D, mettendo adisposizione di qualsiasi tipo di utente deiprodotti di alto profilo qualitativo, affascinantinella grafica e ricchi di informazioniinterattive. Con questi obiettivi, diciassettefra i siti più significativi ed emblematici per lastoria e la cultura della Sardegna, dislocati inotto ambiti territoriali, sono stati oggetto diricostruzioni virtuali tridimensionali inqualità realistica, come risultato diun’accurata ricerca sul materiale bibliografico,archivistico, cartografico storico e recente. Lericostruzioni digitali rispondono alle ipotesiricostruttive maggiormente accreditate dallacomunità scientifica e dal mondoaccademico, scaturite da scavi e ricerche sulcampo, dallo studio storico-archeologico,archivistico e artistico: offrono perciò ilmaggior grado possibile di fedeltà allacostruzione originaria, riproducendo ilcontesto archeologico comprensivo delpaesaggio, delle strutture esterne, degli spaziinterni e delle ambientazioni di vita reale. Ilprodotto finale digitale è messo a sistema ereso fruibile in diversi luoghi della culturaindividuati dalla Regione Sardegna, comemusei e università, presso i cosiddetti “puntidi accesso”, spazi in cui sono state installatedelle postazioni multimediali interattivedestinate al pubblico. Inoltre, il prodotto èfruibile su supporto digitale per esseredistribuito in occasione di convegni, fiere,forum, borse del turismo. La finalità specificadella Linea di Attività 1.2.3.a, mira infatti aincrementare la produzione, divulgazione econdivisione di contenuti digitali riguardantianche i beni culturali, finalizzandoli almiglioramento del patrimonio di conoscenzedei diversi target di fruitori, nonché alpotenziamento dell’istruzione delle differentifasce di studenti, in previsione di una ricadutasocio-culturale nel territorio. • Complesso nuragico Su Nuraxi, Barumini
Medio Campidano
Sanluri
Sardara
Castello di Monreale
Barumini
Su Nuraxi
Ambito territoriale Medio Campidano
Villaggio nuragicodi Su Nuraxi(Barumini)
Castello diMonreale(Sardara)
SanluriSardaraCastello di Monreale
Su Nuraxi
Barumini
Gallura
Sassarese
Oristanese
Cagliaritano
Ogliastra
MedioCampidano
Nuorese
Iglesiente
Sulcis
Cagliari
Olbia
Sassari
Alghero
Porto Torres
Oristano
Nuoro
Carta generale della Sardegna
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Il sito di Su Nuraxi di Barumini sorge nellafertile regione della Marmilla, su unterrazzamento marnoso che domina la
fertile conca di Pardu ’e S’Eda, un tempo
coltivata a grano. “Di altri edifizi nuragici sihanno pochi resti, o se ne conserva solo il nomeal piede della costiera (della giara), come ilBruncu Su Nuraxi, presso la via da Tuili aBarumini”, scrive l’archeologo AntonioTaramelli nel 1907. Le più antiche immaginifotografiche di Su Nuraxi, il nuraghe perantonomasia, in stato di crollo e avente
Barumini • Villaggio nuragico di Su Nuraxi
↑↓ Ricostruzione del complesso nuragico e del villaggio
↑ Area archeologica di Su Nuraxi, veduta da Est
↓ Nuraghe Su Nuraxi, veduta da Nord
↓ Area archeologica di Su Nuraxi, veduta da Sud-Est
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l’aspetto di una piccola collina, si datano al1937. Al 1938 risale la prima descrizione delmonumento, curata dall’archeologo GiovanniLilliu, che identificò la tipologia e laplanimetria del nuraghe. L’area archeologicainclude un grande nuraghe, con torri ecortine, cinte murarie turrite, che si ergemaestoso rispetto al villaggio di capanne che
si estende tutto intorno. Lo scavo sistematicodel complesso insediativo, eseguito sotto ladirezione dello stesso Lilliu dal 1951 al 1956con l’ausilio di operai reclutati tra i bracciantidel paese e con i mezzi molto rudimentali deltempo, consentì, di riconoscere le diverse fasidi vita che testimoniavano l’occupazione delsito dalla metà del II millennio a.C. (1600 a.C.
circa) fino ai tempi della frequentazionepunica e romana (III secolo d.C.). Tra il 1981 eil 1987, esigenze di tutela e conservazionehanno imposto interventi di consolidamento,di protezione preventiva e di restauro delnuraghe e dell’antemurale curati dallaSoprintendenza sotto la direzionedell’archeologo Giovanni Ugas. I dati emersi
dalla documentazione archeologicaattestano momenti di vita differenti ai qualicorrispondono fasi edilizie distinte, prodottidella cultura materiale e forme diorganizzazione sociale. La prima fase di vita(XVI-XIV secolo a.C.) è incentrata sullacostruzione della torre centrale troncoconica,costruita impiegando grossi blocchi poliedrici
↑ Ricostruzione dell’interno della torre centrale ↓ Ricostruzione del cortile interno↑ Ricostruzione del villaggio ↓ Ricostruzione del Bastione
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delle torri e da cui gli ambienti traevano lucee aria. Delle torri perimetrali, in origineformate da due camere sovrapposte,residuano la camera del piano inferiore epochi filari di pietre di quella superiore. Neiparamenti murari esterni e interni sono stateimpiegate due differenti tecniche murarie: laprima, poligonale, di grandi pietre sbozzate di
un terrazzo sostenuto da grandi mensoloni,anch’essi di pietra. L’ingresso si apriva nellacortina muraria di Sud-Est: attraverso unandito con due nicchie contrapposte, siaccedeva all’interno dello spazio a cieloaperto del cortile, a forma di semiluna,provvisto di pozzo d’acqua sorgiva su cui, asua volta, si aprivano gli ingressi comunicanti
di basalto “a secco”, conosciuta conl’appellativo di “mastio”, alta in origine oltre 18metri. Era composta da tre cameresovrapposte. La camera di base, risultavascorporata rispetto all’asse verticale dellatorre poiché era preceduta da un profondoandito. Era presente una scala che metteva incomunicazione i vari piani. Il mastio conserva
ancora oggi i due piani sovrapposti, perun’altezza di 14,10 metri e diametro di base dicirca 11 metri. Tra la fine del XV e il XIII secoloa. C., alla struttura più antica del nuraghe siappoggia il bastione quadrilobato: quattrotorri unite da cortine rettilinee disposte aivertici di una figura quadrangolare. La parteterminale esterna della torre era costituita da
Nuraghe Su Nuraxi, veduta del cortileNuraghe Su Nuraxi, veduta del muro del cortile e del mastio
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basalto della Giara, associate a rare di marnacalcarea; la seconda, isodoma, in filari di conciben squadrati di marna che in origine sialternavano, in corrispondenza del terrazzo,ai mensoloni sporgenti in marna. Mastio,cortine e torri erano coronati da mensole chesostenevano dei ballatoi-piombatoi. Questiultimi, oggi crollati dalla posizione originaria,
si trovano attualmente esposti lungo larecinzione dell’area archeologica. Il bastione ècircondato da un antemurale, ossia una cintamuraria turrita, di cui attualmente siconservano tre torri. Tra il XII e il X secoloa.C., il nuraghe fu gravemente danneggiato,forse a causa di un assestamento di naturageologica che provocò lesioni nelle strutture
e parziali crolli. Il monumento fucompletamente rifasciato per l’interoperimetro da una massiccia muratura digrandi pietre basaltiche. A seguito di questointervento furono occluse le feritoie delletorri e l’originario ingresso. Quest’ultimo fudislocato nella cortina muraria di Nord-Est, esopraelevato di alcuni metri rispetto al piano
di campagna, da cui si dipartono una serie discale che conducono alla sommità deiterrazzi. Nell’antemurale, per ragionidifensive, si inseriscono quattro nuove torri,per un totale di sette, che ora coprono l’interacirconferenza del nuraghe. Le più anticheattestazioni del villaggio nuragico, di cui sononote oltre 200 capanne, si riferiscono,
↓ Ricostruzione del complesso nuragico↑ Ricostruzione del villaggio e del bastione ↓ Ricostruzione del bastione e del villaggio↑ Ricostruzione del bastione
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calcarea, che suggerisce la funzione di luogodi assemblea a carattere civile e religioso.Nell’Età del Ferro (IX-VI sec. a.C.) Su Nuraxiandò quasi interamente distrutto e sullerovine, in prossimità dell’antemurale e delnuraghe, nei primi decenni del VII secolo a.C.,venne costruito un nuovo agglomerato. Le nuove tipologie abitative, “le capanne acorte centrale” o “capanne a settori”, più
grandi e funzionali rispetto alle precedenti,avevano un perimetro murario di formacircolare e più vani per lo più quadrangolari,probabilmente dotati di copertura lignea,convergenti a raggiera e in modo centripetoattorno al cortile rotondo lastricato, una sorta di corte interna. L’ambiente piùsignificativo è la “Rotonda”, una piccolastanza che in origine probabilmente mostrava
secondo il Lilliu ai secoli XIII-XII a.C. (Bronzo Recente), come dimostranoelementi di cultura materiale di provenienzaegea, individuati all’interno di alcune capanne“a corte centrale”, attribuiti alla fase delMiceneo IIIC (1210-1110 a.C.). Nella fase delBronzo Finale furono inoltre costruite lamaggior parte delle abitazioni del villaggio, diforma circolare, costituite da un unico
ambiente e con copertura lignea di formaconica. Una delle strutture più significativedel villaggio nuragico risalenti a tale periodo èla cosiddetta “Capanna delle riunioni”, consedile circolare e nicchie alle pareti, copertacon una travatura di pali di legno e frasche,all’interno del quale sono stati trovati varielementi riconducibili all’area sacra e rituale,come un modellino di nuraghe in pietra
↓ Area archeologica di Su Nuraxi, veduta dell’abitato↑ Ricostruzione del villaggio ↑Area archeologica di Su Nuraxi,veduta dell’abitato
↓ Area archeologica di Su Nuraxi, ↓ capanna 172; all’interno, una macina
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copertura a falsa cupola, dotata di un bassosedile e un bacile centrale che serviva percontenere dell’acqua, probabilmenteutilizzata a scopo rituale. Nel corso dell’EtàPunica e Romana è ben documentata lafrequentazione degli ambienti del nuraghe,utilizzati non solo per conservare derratealimentari ma anche come luogo di
sepoltura, come attestano i rinvenimenti diceramiche, di anfore vinarie, di balsamari, dilucerne e di numerosi scheletri. Altri materialidi pregio rinvenuti in alcuni ambientidell’abitato e all’interno della torre C hannoinvece suggerito la presenza di un contesto di culto attivo dal IV al II-I sec. a.C. In questolungo lasso di tempo molte strutture del
villaggio della fase precedente furonoriutilizzate e/o modificate, e si costruironoanche nuovi ambienti, raggruppatiprevalentemente nel settore Nord-Ovestdell’abitato. Sporadiche frequentazioni sono attestate durante l’Età Romana-Imperiale, fino al III secolo d.C. e l’EtàAltomedioevale (VI-VII secolo d.C.).
I crolli delle parti sommitali nel cortile eall’esterno, la sovrapposizione dellefrequentazioni nelle varie epoche el’accumulo dei depositi naturali hannoportato all’abbandono del monumento,celato sotto a una dimessa e isolata collinaartificiale. Nel 1997 l’Unesco riconobbe SuNuraxi come Patrimonio dell’Umanità. •
Ricostruzione del complesso nuragico di Su Nuraxi
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Il castello di Monreale fu costruito nellaseconda metà del XIII secolo in cima auna collina alta 387 metri, all’interno del
territorio del comune di Sardara (Sardegna
meridionale). Questa sua posizione cosìelevata consentiva di controllare con facilitànon solo la pianura circostante, il Campidano,ma anche sa bia turresa, vale a dire la stradaprincipale che durante il Medioevocongiungeva il Sud con il Nord dell’isolacollegando la città di Cagliari con Turris
↓ Ricostruzione della porta del mastio↑ Ricostruzione delle mura e del mastio
Sardara •Castello di Monreale
Castello di Monreale
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Libisonis, l’attuale Porto Torres. Come molteroccaforti medievali anche il complesso diMonreale comprendeva il castello vero eproprio (il mastio) e il villaggio fortificato (ilborgo). Attualmente sono ancora visibili sulterreno i resti della cinta muraria: lunga quasi
un chilometro e con mura dello spessore dioltre due metri, circondava le abitazionicostruite in una piccola valle compresa tradue colline, tracciando sul terreno unpentagono di forma irregolare. Per proteggeremeglio questo insediamento il perimetro
murario era rinforzato, a intervalli regolari, daalmeno otto (forse nove) torri, alcune apianta semicircolare, altre a piantaquadrangolare. Sulla sommità del colle piùalto, in corrispondenza del verticemeridionale del pentagono, è situato il
mastio. Al complesso fortificato si accedevada almeno due porte, una a Nord, rivoltaverso il paese di Sardara e le terme di SantaMaria is Aquas, e una a Ovest detta di SanGavino. All’esterno della porta Nord sonovisibili i resti di una piccola chiesa dedicata a
↓ Torre semicircolare della cinta muraria del borgo↑ Ricostruzione del borgo↓ Ricostruzione della porta di San Gavino vista dall’interno↑ Ricostruzione della porta del borgo detta di San Gavino
tra loro e quello occidentale obliquo rispettoai primi due, racchiude una superficie internadi circa 720 metri quadrati. Il suo lato Ovest,che si affacciava direttamente sulla biaturresa, presenta una muraturaparticolarmente robusta, mentre sul lato
opposto, a Est, è addossato un ambientequadrangolare con uno spigolo allungato.L’ingresso è ricavato nell’angolo in cui siuniscono i muri perimetrali Sud e Ovest esono ancora visibili le scanalature verticaliche permettevano alla saracinesca di scorrere
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San Michele, alla quale era collegato uncimitero. I due accessi al borgo erano uniti dauna strada, ancora visibile nella metà del XIXsecolo, detta sa ruga manna (la stradaprincipale), ricavata in un avvallamento delcolle. Del castello vero e proprio rimangono le
robuste mura esterne e le pareti degliambienti del piano terra, riportate alla lucedagli archeologi durante le indagini inquest’area degli ultimi vent’anni. Il mastio, cheha la forma di un trapezio irregolare allungato,con i lati settentrionale e meridionale paralleli
↓ Ricostruzione dell’interno di uno degli edifici del borgo↑ Ricostruzione di uno degli edifici del borgo ↓ L’ingresso del mastio↑ Le mura del mastio da Nord-Est
dall’alto in basso, e gli anelli in cui ruotavano icardini delle porte in legno. Questo accessoconsentiva di arrivare, attraverso un corridoioprovvisto di alcuni gradini, in un primo cortilepavimentato con lastre di pietra, dove sonoancora visibili la presa d’acqua di una cisterna
e un bancale a forma di “elle” addossato aimuri Ovest e Nord. Da qui si passava alcortile centrale, a sua volta distribuito su trelivelli e attorno al quale si aprivano tutti gliambienti interni, disposti in posizioneprogressivamente crescente per seguire la
↑↓ Ricostruzione del cortile del mastio
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↓ Scala che metteva in comunicazione i cortili↑ Elemento decorativo inserito nella muratura del mastio
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morfologia del colle. Le varie parti del cortileerano collegate da gradini costruiti con pietredi piccole dimensioni legate con malta. Glielevati si conservano in piedi fino a unadecina di metri e sono riferiti ad ambienti di
due piani, che si appoggiavano alle paretiperimetrali del mastio; al di sopra di queste,che conservano ancora tracce dei merli, vierano i camminamenti di ronda pavimentatiin cocciopesto. L’esistenza dei piani superiori
è testimoniata dalla presenza, sui muriperimetrali, di numerosi fori di formaquadrata che servivano ad accogliere legrosse travi che reggevano i tavolati lignei concui erano realizzati i pavimenti. Sui muri
esterni per questioni di sicurezza non vi erano aperture, perciò sia gli ambienti delpiano terra che quelli dei piani superiorivenivano illuminati esclusivamente dallefinestre che si aprivano sul cortile interno.
↓ Ricostruzione del cortile interno del mastio con il pozzo↑ Il cortile interno del mastio
Ricostruzione del cortile del mastio
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Grazie alle indagini archeologiche, è statopossibile capire l’articolazione interna delmastio. Il piano terra era ripartito sul latoNord in cinque ambienti, denominati daglistudiosi alfa, kappa, iota, theta, delta; due in quello Sud, uno sul lato Sud-Est
(epsilon) e uno spazio sul lato Nord-Orientaleche è stato interpretato come una torre(gamma). L’approvvigionamento idrico era assicurato dalla raccolta dell’acquapiovana che dal tetto dell’edificio, tramite i tubi di gronda in terracotta, veniva
convogliata nelle due cisterne presenti nei vari settori del cortile, dotate di sistemi di controllo e collegate fra loro. Le riserve alimentari, rappresentatesoprattutto da cereali, venivano conservatenei silos ricavati in cavità del terreno
e anche in strutture di immagazzinamento in elevato. Tutto il sistema di fortificazioneera costituito da un’opera muraria irregolarerealizzata con pietrame di scisto locale,trachite, granito e calcare e legati daabbondante malta. •
Ricostruzione dell’interno del borgo con la porta di San Gavino e la cisterna “su zubu”
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e presentava unapavimentazione di lastrinebasaltiche e ciottoli di fiume.All’esterno si conserva unacista litica, formata da quattrolastre di basalto.
03. Furtei • Chiesa di Santa Barbara VergineIl monumento più importantedel territorio di Furtei è la
mattoni di terra cotta, furealizzato nel 1926 perseparare il minerale dal grezzo.
02. Collinas • Tombemegalitiche di Sa Sedda ’e Sa CaudebaSorgono su un modesto rilievomarnoso, ai piedi del versantemeridionale dell’altopianobasaltico detto “Su PranuMannu”. L’area funerariadell’Età del Bronzo Medio,Recente e Finale comprendedue sepolture megalitichenuragiche edificate in due fasidistinte e con tecnichecostruttive differenti. La
con volta a botte, e di duelaterali, a copertura piana, incui si aprono gli spazi destinatialle cappelle. La chiesa è notasoprattutto perché custodisceun dipinto a olio su tavola cheraffigura la Crocifissione diGesù, realizzato intorno allametà del XVI secolo daAntioco Mainas, la statua diSanta Barbara e una campanadel 1530 proveniente dallachiesa di San Biagio del XIIsecolo, parrocchiale delloscomparso villaggio di Nuraxi.Nella parte alta del paese sitrova la chiesetta romanica diSan Narciso, del XIII secolo.
01. Arbus • Miniera di IngurtosuIl centro minerario diIngurtosu è uno degli otto checompongono il ParcoGeominerario StoricoAmbientale della Sardegnariconosciuto dall’UNESCO. Lascoperta della miniera risalealla prima metà del XIXsecolo. Il giacimento, ricco di
dominante. L’area dellevecchie concessioni minerariedi Ingurtosu e Gennamarioccupa un territorio molto
vasto. La zona più interessanteparte dall’estremitàoccidentale dell’ampia valle deIs Animas e scende lungo itornanti di una strada sterratache attraversa i colli fino al
la sua messa in funzione erafinalizzata alla coltivazione insotterraneo del filone Brassey.Nel cantiere è presente anchela sala argano, i locali delleforge, delle officine e latramoggia. Naracauli era ilvero centro produttivo dellaminiera di Ingurtosu. Qui sitrovano i resti della laveriaPireddu, adiacente alla laveriaBrassey. L’impianto, in blocchidi cemento, pietre di scisto e
mare di Piscinas, con vistaverso il Monte Arcuentu. Illavoro dell’uomo hatrasformato profondamente ilpaesaggio, e imbattendosi neivecchi impianti in disuso ècome tornare indietro neltempo. Molto interessante lastruttura del cantiere Harold,il cui impianto principale è ilPozzo Gal: costruito nel 1924,
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minerali di zinco e piombo,iniziò la sua attività nel 1855 efu chiuso nel 1968. Il villaggiominerario è disposto su unripido pendio sul qualesorgono le abitazioni deglioperai e degli impiegati, lachiesa di Santa Barbara,l’ospedale e il Palazzo dellaDirezione: chiamato “IlCastello”, fu costruito intornoal 1870 da maestranzetedesche, in posizione
chiesa di Santa Barbara, laparrocchiale attuale, il cuiimpianto risale al XIII secolo.La pianta interna, a base quasi quadrata, si compone diuna navata centrale coperta
04. Genuri • Nuraghe San MarcoSituato alla periferia del centroabitato di Genuri e ai piedidella Giara di Gesturi, ilcomplesso nuragico di SanMarco è stato oggetto direcente di importanticampagne di scavo che hannoportato alla luce i resti di unvasto e importante nuraghepolilobato realizzato congrossi massi di basalto durante
tomba A, la più antica, è unaallée couverte di tipodolmenico: conserva granparte del pavimento dellacamera funeraria ricopertocon lastre di scisto, mentreresta un solo filare di una dellepareti della galleria funeraria.La tomba B, più grande e piùrecente, fu danneggiatadurante i lavori stradali: fucostruita con la tecnica a filarisovrapposti a pareti aggettanti
Berline nella spiaggia di Piscinas Sa Sedda ’e sa Caudeba Nuraghe S. Marco
Chiesa di S. Barbara Vergine
Miniera di Ingurtosu
Palazzo della Direzione
Retablo della CrocifissionePalazzo della Direzione
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l’Età del Bronzo Recente eFinale. Lo scavo documentaun riutilizzo di Età Punica,Romana e Tardo Antica. Ilcomplesso include una torrecentrale, che costituisce ilnucleo originario, attorno a cuifurono edificate altre tre torrilaterali. Le torri sono unite dabastioni rettilinei, mentreun’altra cinta antemuraleinclude i resti di altre tre torri,anch’esse unite da robustecortine murarie rettilinee.L’ingresso al bastione si apresul lato Sud e immette in unampio cortile dal quale siaccede alla torre centrale e aicorridoi che immettono alle
tecnica ciclopica con l’uso diblocchi irregolari di basaltolocale. Presenta planimetriairregolare e si conserva per unalzato di circa 4,50 m.L’ingresso si apre con unascala sulla quale si affacciauna nicchia. La scala, in origineprobabilmente coperta con
Bronzo Medio (XVII-XIVsecolo a.C.). A circa 100 m aOvest del nuraghe si estende ilvillaggio di capanne circolariche conservano i pavimentilastricati e hanno restituitomateriali del Bronzo Finale(XIII-X sec. a.C.).
06. Gonnosfanadiga •Tombadi giganti di San CosimoDetta anche “Sa Grutta deSantu Giuanni”, questa tombaè una delle più grandi einteressanti in Sardegnadell’Età del Bronzo. Fuedificata nel Bronzo Medio(1600-1330 a.C.) su unbancone naturale di roccia
al centro di un’esedra, le cuiampie ali, percorse da unbasso bancone-sedile, furonorealizzate con due filari diblocchi orizzontali. Atestimonianza dell’importanzadel sito, nelle vicinanze sonopresenti anche un nuraghe eun’altra tomba di giganti.
07. Guspini • Città fenicio-punica di NeapolisIl territorio di Guspini offremolti motivi di interesse,incentrati sui siti diarcheologia industrialeimmersi in una naturarigogliosa. Il paese nacque nelMedioevo come centro di
parte meridionale del golfo diOristano. L’area fu popolatadal Neolitico Recente fino alBronzo Tardo e Finale, cometestimoniano le fondazioni diun nuraghe complesso.Dall’VIII secolo a.C., l’abitatofu frequentato dai Fenici o piùprobabilmente da un nucleo di
riconoscibili a causa dellasovrapposizione dellestrutture romane. Sono peròancora identificabili i restidella cinta muraria del IVsecolo a.C. e i resti di alcunetombe a fossa. Il rinvenimentodi un deposito di statuettevotive puniche testimonia lapresenza di un santuariodedicato a una divinitàsalutifera. A partire dal 238a.C., la città fu occupata daiRomani che vi costruirono lestrade, l’acquedotto e leterme, riciclate in EpocaMedievale per edificare lachiesa cristiana di Santa Mariadi Nabui. Il centro fu
filari aggettanti, immette in unandito da cui si accede a dueambienti a pianta curvilinea.Sulla sinistra del corridoio siindividua il vano scala cheprobabilmente conduceva allaterrazza. Studi recentipropongono una datazione al
granitica e con l’uso di massisbozzati. Presenta la classicaplanimetria delle tombe ditipo nuragico a filari. Il corpotombale (lungo oltre 26 m),realizzato in granito locale, è apianta rettangolare absidatacoperta da lastroni disposti apiattabanda. Una piattaformadi pietre di medie dimensionirifascia la camera e si unisce alparamento dell’esedra, perfornire maggiore staticità edevitare infiltrazioni d’acqua.L’ingresso del monumento èrivolto a Sud e si trova proprio
torri laterali finora scavate. Nelcortile, immediatamente asinistra dell’ingresso, è statoindividuato un pozzo perl’approvvigionamento idrico. Ilcomplesso prende il nomedalla chiesetta campestreconsacrata al santo omonimo.
05. Gesturi • NuragheBruncu ’e MaduguiL’area archeologica di BruncuMadugui o Madili, situatasulla Giara di Gesturi,comprende un protonuraghee un villaggio costruiti con
Filistei, fatto testimoniato dalritrovamento di un frammentodi sarcofago nella zona doveprobabilmente sorgeva lanecropoli. L’insediamento fuin seguito occupato dai Punici,anche se le strutture dellaNeapolis punica non sono ben
abbandonato tra il l’VIII e il IXsecolo d.C. probabilmente a causa delle incursioni degli Arabi.
08. Las Plassas • Castello di MarmillaIl Castrum Marmillae fuedificato nel XII secolo d.C.dai Giudici di Arborea sullasommità di un’alturascenografica perfettamenteconica che domina tutta lapiana sottostante. Laroccaforte militare, edificatacon cantoni di arenaria, ha una
riferimento dell’attività delleminiere d’argentodel territorio circostante.All’interno dell’abitato sitrovano i basalti colonnari,orginatesi dalle manifestazionivulcaniche plio-quaternarie, ela chiesa di San Nicola diMira, in stile gotico-aragonese. Le rovine dellacittà di Neapolis, fondata daiCartaginesi alla fine del VIsecolo a.C., si trovano nell’areadove sorge la chiesa di SantaMaria di Nabui, sulle rive dellostagno di Marceddì, nella
Tomba di giganti di S. Cosimo Basalti colonnari Castello di Marmilla
Chiesa di S. Nicola di Mira
Nuraghe S. Marco
Nuraghe Bruncu ’e Madugui
Nuraghe Bruncu ’e Madugui Città fenicio-punica di Neapolis
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pianta esagonale irregolare.Una vasta cinta murariadelimita i resti di una cisternae due torri. Nel 1192 fu cedutoalla Repubblica di Genova, edurante la guerra tra gliArborensi e gli Aragonesirappresentò un’importanteroccaforte strategica lungo ilconfine meridionale delgiudicato, a protezione di unadelle regioni più fertilidell’isola. I documentiarcheologici testimoniano unriutilizzo parziale in EtàFeudale (XV-XVI secolo),quando il castello era di
interesse poiché rappresentaun esempio di tomba digiganti con stele centinataedificata nel Centro-Sud dellaSardegna. Era probabilmentela tomba collettiva degliabitanti di uno dei due viciniprotonuraghi di Trobas o diPitzu Cummu. Il sito era giàutilizzato nell’EneoliticoRecente (2400-2100 a.C.),quando fu realizzata unapiccola cista litica, ancorapresente, delimitata daquattro lastre e coperta apiattabanda e che ha restituitomateriali riferibili alla cultura
Museo Archeologico diGenna Maria a Villanovaforru.
10. Pabillonis • Nuraxi FenuIl paese di Pabillonis sorseprobabilmente in EpocaRomana, quando si chiamavaPavilio, e alcuni restidell’antico insediamento sonovisibili presso la chiesacampestre di San Lussorio. Mal’intera area fu frequentata sindall’ Epoca Neolitica eNuragica. Il sito piùimportante del territorio è ilNuraxi Fenu, a Nord-Estdell’abitato. Gli scavi hanno
si trova il Nuraghe BruncuMannu, una struttura trilobatacon antemurale e villaggioedificata nel Bronzo Medio-Recente sulla sommità di uncolle da cui lo sguardo spaziasu buona parte delCampidano e sulle vie diaccesso alle due giare di
nei locali dell’ex MonteGranatico, conserva unacollezione di oggetti chetestimoniano la culturamateriale del territorio e cheracconta la storia del paeseattraverso la testimonianzadelle donne che vi hannovissuto.
12. Samassi • Chiesa di San GemilianoLa chiesa di San Gemiliano èun edificio databile allaseconda metà del XIII secoloe realizzato in stile romanicocon l’utilizzo di conci di
ospitato all’interno di una casadi Las Plassas in stilecampidanese del XIX secolo.
09. Lunamatrona • Tombadi giganti Quaddu ’e NixiasIl monumento funerario diLunamatrona è di grande
di Monte Claro. In EpocaNuragica fu aggiunta unacamera a corridoio di tipodolmenico, di circa 10 m dilunghezza, realizzata conortostati di marna locale ecoperta a piattabanda. Alcentro di una vasta esedrarealizzata con lastre infisse acoltello si ergeva unamonumentale stele di arenariache presentava una centinalungo tutto il perimetro. Ireperti ritrovati, databili alBronzo Medio (XVII-XIVsecolo a.C.), sono esposti nel
proprietà dei Baroni di LasPlassas e un impiego di alcuniambienti come carceremandamentale finoall’Ottocento. Ciò che restadel castello, consente distudiare le tecnichecostruttive e i diversirifacimenti e ristrutturazioniapportate nei secoli. È ancoraidentificabile l’articolazionedegli ambienti interni, con imagazzini e i depositi, la corted’armi e due grandi cisterneinterrate. Durante i lavori diconsolidamento del
Gesturi e di Siddi. Lafrequentazione antropicadell’area si inquadra tra il IIImillennio a.C. e l’Alto-Medioevo. Al centro del paesesi trovano le chiese di SanVincenzo e di Sant’Agostino. IlMuseo della Donna, ospitato
trachite proveniente dallevicine cave di Serrenti. Fuimpiantata su un’areacimiteriale di Età Bizantina einfatti per la sua edificazionefurono reimpiegati elementi distrutture di Età AltoMedioevale. Ha piantamonovanata e absidata. Lafacciata presenta un portalecon capitelli fitomorfi earchitravato, chiuso da un arcodi scarico impostato sumensole con protomiantropomorfe. La facciatatermina con un campanile a
messo in luce le strutture di unnuraghe complesso, sortointorno al Bronzo Medio eRecente, costituito da unbastione presumibilmentepentalobato, posto aprotezione del mastio centralee del cortile interno. La cintadell’antemurale racchiudeva lecapanne del villaggio. Il sito èstato frequentato in seguitodai Punici e dai Romani.
11. Pauli Arbarei • NuragheBruncu MannuNel territorio di Pauli Arbarei
Tomba di giganti Quaddu ’e Nixias Nuraxi Fenu Chiesa di S. Gemiliano
Chiesa di S. Vincenzo
Castello di Marmilla
Castello di Marmilla
Tomba di giganti Quaddu ’e Nixias Museo della Donna
monumento e gli scaviarcheologici sono stati portatialla luce numerosi reperti,testimonianza importantedella vita quotidiana dellaguarnigione. La storia delcastello è illustrata nel Museo Multimediale delRegno di Arborea (Muda),
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il castello di Sanluri è uno deiprincipali costruiti in Sardegnanel periodo giudicale e l’unicopressoché intatto. Presentapianta quadrangolare su trepiani, con mura alte circadodici metri e lungheventicinque e torrette consommità merlata ai quattroangoli. All’interno della cortevi è una scala di pietra che
Campidano e a Sud la vistaarrivava fino al castello di SanMichele di Cagliari. Nel 1355,Pietro IV re d’Aragona feceincrementarne la potenzadifensiva della struttura e inseguito alla battaglia di Sanluridel 1409, che sancì laconquista dell’intera isola daparte degli Aragonesi, lafortezza perse il suo ruolomilitare. Acquisì però unafunzione residenziale e fuabitato per secoli dallefamiglie nobili iberiche. Nel1920 venne acquistato dai
donati nel 1927 da EmanueleFiliberto di Savoia Ducad’Aosta. Il museo presentaanche una sezione dedicata acimeli e documenti delle dueguerre mondiali, dellecampagne d’Africa e delfascismo. Un’altra sezionepresenta delle ceroplastiche,circa quattrocento ritratti esculture realizzati con la cera tra il Cinquecento e l’Ottocento.
14. Sardara • Areaarcheologica diSant’Anastasia
corridoio e con copertura apiattabanda, e da una cameracircolare coperta a tholos checaptava la vena sorgiva daun’apertura munita diarchitrave posta alla base dellacamera del pozzo. Unsecondo pozzo fu realizzato inopera isodoma con conci bensquadrati; alcuni di questiconci, con rilievi mammellari e
Tutto intorno al sito, sono statimessi in luce i resti di un vastorecinto, all’interno del quale èricompreso l’insediamento acarattere civile e religiosoprotrattosi dal BronzoRecente fino alla prima Età delFerro e frequentatooccasionalmente anche intempi successivi. Un ampioambiente circolare avevaverosimilmente la funzione di“Capanna delle Riunioni”:dotata di un bancone-sedile edi due grandi nicchierettangolari. Qui sono stati
conduce al primo piano delcosiddetto “palazzo”. Il primonucleo fu edificato tra il 1188 eil 1195 dal giudice Pietro I diArborea con funzionedifensiva lungo il confine tra ilgiudicato di Arborea e quellodi Cagliari. Infatti, dal suoterrazzo è possibile controllaregran parte della piana del
conti di Villasanta, che lorestaurarono e adibironoalcune stanze a museo. Nel1943 il castello divennequartier generale del comandodell’aviazione e in seguito delladivisione dei paracadutistiNembo. Oggi ospita il MuseoRisorgimentale DucaD’Aosta, realizzato inmemoria di tutti i sardi cadutidurante la guerra perl’unificazione dell’Italia, e visono conservate armi,equipaggiamenti e bandiere –tra cui il tricolore che sventolònel 1918 nella Trieste liberata –
tetto ligneo; vi si conserva ilmausoleo di EmanueleCastelvì, signore di Samassi eSerrenti, realizzato nel 1586dallo scultore Scipione Aprilein stile rinascimentale, con unsarcofago sormontato dallastatua del defuntoinginocchiato e retto da dueleoni, il tutto incorniciato daun arco a tutto sesto retto dapilastri.
13. Sanluri • Castello diEleonora d’ArboreaConosciuto anche come“Castello Eleonora d’Arborea”,
una protome taurina, sonomurati nella facciata dellachiesa di Sant’Anastasia.All’interno dell’adiacentechiesa cristiana fu ritrovato unaltro pozzo, inseritooriginariamente in unacapanna del villaggio, dovefurono recuperati contenitoriceramici dell’Età del Ferro.
rinvenuti reperti distraordinaria importanza, fra iquali un altare di arenariamodellato a foggia di torrenuragica e un orciocontenente numerosimanufatti di bronzo, accanto acui furono ritrovati tremagnifici bacili di bronzo.All’interno di un’alta capannaè stata trovata una ciotolacontenente lingotti del tipo“oxhide”. Altri ritrovamentiattestano l’utilizzo dell’area ascopi religiosi fino all’EtàBizantina, quando fu edificatala chiesa intitolata a
L’importante areaarcheologica di Sant’Anastasiadi Sardara include unsantuario protostorico inseritoin un vasto insediamento chedoveva avere carattere civile ereligioso e che aveva comefulcro un tempio a pozzo. Iltempio, chiamato “Sa funtanade is dolus” (la fontana deidolori), fu realizzato nellatarda Età del Bronzo con concidi basalto e calcare. Ècostituito da un atrio consedili e parzialmentelastricato, da una scala di 12gradini protetta da uno stretto
vela sotto cui si trovava unabifora oggi obliterata. Nellafacciata e nei fianchi lastruttura è caratterizzata daun alto zoccolo, parasted’angolo, lesene di partizione earchetti semicircolariimpostati su peduccimodanati o con decorazionigeometriche. Su entrambi iprospetti laterali si apronomonofore centinate. Lapiccola abside presenta tremonofore e archetti pensili.L’interno, semplice e austero,presenta una sola navata con
Museo Risorgimentale Chiesa di Sant’Anastasia Bronzetto nuragico
Area archeologica di S. Anastasia
Chiesa di S. Gemiliano
Sanluri: porta del borgo
Castello di Eleonora d’Arborea Pozzo sacro di S. Anastasia
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Sant’Anastasia, poi ricostruitanel XV secolo. I reperti venutialla luce nella chiesa sonoesposti presso il Museo “VillaAbbas” di Sardara e presso ilMuseo ArcheologicoNazionale di Cagliari.
15. Segariu • Complessonuragico e chiesa di Sant’Antonio Il complesso nuragico diSant’Antonio, a breve distanzadal paese di Segariu, fu erettoin blocchi calcarei e marnaceie presenta un impiantoplanimetrico quadrilobato,con torre centrale e quattro
settori interni hanno restituitotestimonianze di uninsediamento di fase Tardo-Punica. All’interno della vicinachiesa di Sant’Antonio siconserva un ipogeocontenente un pozzo sacro.L’edificio in stile tardo-romanico fu eretto nelXIII-XIV secolo d.C., eritenuto annesso pertradizione a un ospizio
un campanile a vela. L’internoè a navata unica. Il porticatolaterale, così come la sagrestiadove venivano ospitati ipellegrini, sono stati aggiuntinel XIV secolo.
16. Serramanna • Chiesa di San LeonardoLa parrocchiale di Serramannafu costruita in forme gotico-aragonesi nel secolo XV ecompletata nel secolo XVI,con il campanile a piantaottagonale. L’interno ha unasola navata sulla quale siaffacciano le cappelle laterali;tra queste va ricordata la
chiesa dedicata a Santa Vitalia(Santa Vida), giovane sardamartirizzata secondo lericostruzioni storichenell’anno 120 e le cui reliquiefurono rinvenute nella basilicadi San Saturnino a Cagliari nel1614, risale all’ultimo quartodel secolo XIII e fu edificato informe romaniche utilizzandola pietra locale. Aveva inorigine un’unica navata concopertura in legno a capriate.Nel corso dei secoli furistrutturata più volte;nell’Ottocento furadicalmente ricostruita e fuattuato il mutamento dell’asse
dell’uomo a partire dalprenuragico. Riferibili a questafase sono le domus de janasdi Sa Domu ’e s’Orcu e diGrutta Sa Pedra, scavate nelcalcare. Sono presenti anchenumerosi nuraghi tra cui quellidi Furconi Pardu, MaghiaSattania, Narazzaxiu, Pau,Setzu, Suraxiu. Il complessonuragico più interessante èquello di Corte Murus, situato
19. Siddi • Tomba di gigantiSa Domu ’e s’OrcuÈ uno dei monumenti nuragicimeglio conservati dellaMarmilla. Realizzato conblocchi ben lavorati di basaltodi medie dimensioni, è dellatipologia “a filari” con fronte aesedra. Il corpo tombale,orientato lungo l’asse SE-NO,è lungo 15,20 m e termina conun’abside. Al centrodell’esedra si trova l’ingressoalla camera sepolcrale,sormontato da un massiccioarchitrave. La camera hapianta rettangolare allungata esezione a ogiva, e vennerealizzata con blocchi disposti
benedettino di cui non si hapiù traccia. Dell’edificiooriginario restano la facciata, i muri laterali e l’abside,decorati con archetti romanicia doppia ghiera. La facciata èornata nella parte superiore dauna fila di archetti impostatisu peducci e sormontata da
cappella di Santa Maria,riccamente ornata di marmifinemente intagliati. Moltedelle suppellettili appartenutealla chiesa sono compresenella mostra allestitanell’oratorio delle Anime, nonlontano dalla parrocchiale. Lamostra contiene arredi,paramenti, argenterie e statuelignee provenienti da diversechiese del Comune.
17. Serrenti • Chiesa di Santa VitaliaL’impianto originario della
torri laterali orientate ai punticardinali e unite da poderositratti murari rettilinei. Un largocorridoio immetteva alla torrecentrale, caratterizzata da unagrossa nicchia a sinistra e daun ambiente oblungo a destra,ricavato all’interno dellospessore murario. Anche se iresti del complesso non sonoin buone condizioni, attestanoperò che questo nuraghedoveva avere una grandeimportanza nel territorio. Ilsettore Est a ridosso delnuraghe e parte dei suoi
sul ciglio meridionale dellaGiara. È costituito da unnuraghe monotorre concamera voltata a tholos, enell’area esterna è circondatoda resti di abitazioni di EtàRomana. Nell’attuale centroabitato fu rinvenuta unatomba romana.
a filari regolari aggettanti. Laparete absidale è costituita daun’unica lastra infissa acoltello. A sinistra dell’ingressoè presente una nicchiasopraelevata. Le indaginiarcheologiche hanno posto inevidenza un letto di ciottoli sulquale giacevano i resti dicorredi funerari costituiti dareperti ceramici ascrivibili alBronzo Medio (1600-1330a.C.). La tomba venneutilizzata anche in Età Punicae Romana, come testimoniatodai reperti rinvenuti.
liturgico rispetto a quello dellachiesa romanica. Attualmente,nel fianco Nord-Ovest dellanuova chiesa è compresa lafacciata del vecchio edificioromanico. All’interno ospitamolti interessanti ex-voto. La festa di Santa Vitalia,il primo lunedì di ottobre, ènota in tutta la Sardegna.
18. Setzu • Siti archeologicidel territorioIl territorio di Setzu è ricco ditestimonianze archeologicheche documentano la presenza
Chiesa di S. Leonardo Chiesa di S. Vitalia Sa Domu ’e s’Orcu
Domu ’e s’Orcu
Complesso nuragico S. Antonio
Chiesa di S. Antonio
PinnettaChiesa di S. Leonardo
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20. Tuili • Chiesa di San PietroConsacrata nel 1489, la chiesagotico-catalana subìsuccessivamente numerosirestauri che ne alteraronocompletamente le formeoriginarie, delle qualirimangono oggi solo pochielementi. Presenta piantamononavata e absidata. Lafacciata presenta un portalesormontato da un architravein conci di diverso colore.Sopra il portale si aprono trefinestre, fra cui quella alcentro è centinata. A sinistradella facciata si trova il
struttura superstitedell’impianto originario in stilegotico, è preceduta da un arcoogivale con capitelli decorati.
21. Turri • Chiesa di San SebastianoIl piccolo centro di Turri, nelcuore della Marmilla, presentaalcuni monumenti interessanti
copertura in legno. Nel 1927 lacopertura del presbiterio furealizzata a volta ed entro il1948 anche la navata fucoperta con volta a botte. Lafacciata è molto semplice ed èarricchita da un campanilettoa vela. All’interno sonoconservati l’altare maggiore inmarmo, opera dello Spazzi del1783, e numerose statue ligneedei secoli XVII e XVIII.
22. Ussaramanna •Nuraghe San PietroIl territorio di Ussaramanna,situato tra la Giara di Gesturi,Setzu, Tuili e quella di Siddi e
collegate tra loro da poderosecortine murarie. La torrecentrale è la meglioconservata rispetto al restodella costruzione e oggi svettafino a un’altezza di 7 m;l’ingresso si apre con uncorridoio strombato ed asezione ogivale, oggi in partecrollato; a sinistra dell’ingressosi conservano alcuni gradinidella scala che consentival’accesso ai piani superiori. Lacamera circolare presenta duenicchie ricavate all’intero dellepareti. Gli scavi all’esterno delnuraghe hanno evidenziatoalcuni ambienti a pianta
di Santa Barbara, in stilegotico-aragonese, fuprobabilmente edificata su unoratorio bizantino.Dell’edificio gotico-catalano siconserva il campanile e la“capilla mayor”. Ha una solanavata sulla quale siaffacciano alcune cappellelaterali, comunicanti tra loro
coperte da caratteristichecupole emisferiche senzatamburo. All’interno la chiesaè riccamente adorna di marmipolicromi e custodisce unreliquiario in argento delsecolo XVII e un organo del1754. Poco distante dallaparrocchiale si trova il PalazzoVescovile, che ospitò più volteil viceré di Sardegna e il reVittorio Emanuele I. Nellaparte bassa dell’abitato,notevole l’elegante lavatoiopubblico, una delle rare opereLiberty rimaste in Sardegna,realizzato in ferro battuto,lamiera e ghisa.
dal punto di vista storico. Laparrocchiale dedicata a SanSebastiano è stata costruitanel 1500 in stile tardogotico,con impianto a una navatacompletata da un presbiterio e
all’interno di una fertile valle,conserva diverse importantivestigia dell’ EpocaProtostorica, fra cui uno dellepiù note è il Nuraghe SanPietro. Edificato sulla sommitàdi una collina nell’immediataperiferia del paese, prende ilnome dall’omonima chiesamedioevale oramaiscomparsa. Si tratta di unnuraghe di tipo quadrilobatoedificato con grossi blocchi diarenaria, e costituito da unatorre centrale e quattro laterali
campanile a canna quadrata,diviso in ordini da cornici dipietra trachitica. L’aulamononavata è voltata a botte,con tre cappelle per lato. Nellaprima cappella di destra sitrova il ben noto “Retablo diSan Pietro”, realizzato dalMaestro di Castelsardo nelXVI secolo, mentre nellaprima cappella di sinistra sitrova il “Retablo dellaPentecoste”, realizzato nel1534 da autore anonimo. Laterza cappella a sinistra, unica
con arcate, e la cappellamaggiore nell’areapresbiteriale sopraelevatarispetto al resto della chiesa.La volta della navata è a botte;le cappelle laterali sono invece
24. Villanovafranca •Nuraghe Su MulinuIl paese di Villanovafranca sisviluppa intorno alla chiesa diSan Sebastiano, eretta nelXVI secolo, mentre a Norddell’abitato si trova la chiesa diSan Lorenzo, che conservapregevoli opere d’arte. Il sitopiù importante è il ben notoNuraghe Su Mulinu. Edificatocon blocchi di arenaria ecalcare, include un bastionetrilobato che si addossa aun’imponente torre centrale e
rettangolare probabilmenteedificati in Età Romana.
23. Villacidro • Chiesa di Santa BarbaraL’attuale centro di Villacidroderiva da un insediamentoromano i cui resti sono statimessi in luce nella piazza delMunicipio; nel Medioevo sisviluppò dalla fusione di duenuclei. Appartenne algiudicato di Cagliari e fuincluso nella curatoria diGippi. La chiesa parrocchiale
Nuraghe S. Pietro Chiesa di S. Barbara Nuraghe Su Mulinu
Chiesa di S. Barbara
Lavatoio pubblicoChiesa di S. Sebastiano
Chiesa di S. Pietro
Retablo di S. Pietro
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26. Villanovaforru • Areaarcheologica di Genna MariaIl complesso di Genna Mariafu edificato su un’altura aipiedi della Giara in unaposizione panoramica
un antemurale con torri ecortine. L’aspetto generale èquello di una vera e propriafortezza edificata a partire dalnuraghe a corridoio, mal’intero monumento continuòa essere frequentato finoall’Età del Ferro a scopireligiosi. A quest’ultima fase vaascritto un altare in arenariaprovvisto di vasca ritrovatoall’interno della torre E. Lafortezza e la vita nell’ampioinsediamento circostanteebbero probabilmente inizio apartire dalla metà del secondomillennio a.C., perdurando,con alterne vicende, sino aitempi dell’Alto-Medioevo.
zoccolo in parte modanato.Sulla facciata, sopra il portale,vi è un campanile a vela. Sututti i prospetti esterni e sulleabsidi si notano teorie diarchetti ogivali impostati supeducci allungati e connumerosi motivi ornamentalicome soggetti floreali eprotomi umane.
da cui è possibile ammirarebuona parte del Campidano.Dalla collina sono emerse lestrutture di un insediamentonuragico, costituito da unnuraghe trilobato, da unantemurale esagonale e dal circostante villaggio dicapanne realizzato in diverse fasi. Al Bronzo Mediorisale la grande torre centrale,in seguito rifasciata con unbastione trilobato, edificata in roccia locale marnosa earenacea. Il villaggio dell’Etàdel Ferro (IX-VIII secolo a.C.)è composto in prevalenza da case con pianta a cortecentrale. All’interno dei
vani sono stati rinvenutinumerosi reperti chetestimoniano la vitaquotidiana del tempo. Ilvillaggio fu abbandonatointorno all’VIII secolo a.C. Fupoi riutilizzato in Età Storicacon funzione di luogodedicato al culto di Demetra eCore, come attestato dainumerosi materiali votivirinvenuti nella torre centrale. I reperti sono esposti al Museo Archeologico diVillanovaforru. •
25. Villamar • Chiesa di San PietroEdificata in due fasi nel XIIIsecolo con conci di arenaria etrachite probabilmente daparte di maestranze arabe, ilpiccolo ma notevole edificio sitrova nel cuore del cosiddetto“Quartiere Maiorchino” diVillamar. Presenta pianta adue navate, ognuna chiusa daun’abside a Sud-Est. Leparaste e le lesene chesuddividono i prospetti inspecchi partono da un alto
Area archeologica di Genna Maria
Area archeologica di Genna Maria
Chiesa di S. Pietro
Abside della Chiesa di S. Pietro
Area archeologica di Genna Maria, Villanovaforru
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AMBITO TERRITORIALE CAGLIARITANO
Basilica di San Saturnino | Cagliari
Area archeologicadi Sant’Eulalia | Cagliari
AMBITO TERRITORIALE SULCIS-IGLESIENTE
Necropoli diIs Pirixeddus | Sant’Antioco
Area archeologica di Monte Sirai | Carbonia
AMBITO TERRITORIALE MEDIO CAMPIDANOVillaggio nuragico
di Su Nuraxi | Barumini
Castello di Monreale | Sardara
AMBITO TERRITORIALE ORISTANESE
Area archeologica di Tharros | Cabras
Terme romane di Forum Traiani | Fordongianus
L’area delle basiliche di Cornus-Columbaris | Cuglieri
AMBITO TERRITORIALE OGLIASTRA
Complesso nuragico di S’Arcu ’e Is Forros
Villagrande Strisaili
Porto e torri costieredi Arbatax | Tortolì
AMBITO TERRITORIALE NUORESECastello
della Fava | Posada
Tomba di giganti di S’Ena ’e Thomes | Dorgali
AMBITO TERRITORIALE SASSARESENecropoli di
Sant’Andrea Priu | Bonorva
Chiesa e monastero di San Nicola di Trullas | Semestene
AMBITO TERRITORIALE GALLURA
Circoli megalitici di Li Muri | Arzachena
Palazzo di Baldu | Luogosanto
ELENCO GENERALE DELLE GUIDE
PROGETTO “PATRIMONIO CULTURALE SARDEGNA VIRTUAL ARCHAEOLOGY”