la propaganda stalinista in urss e in polonia, aspetti storico culturali
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Analisi storica sul fenomeno della propaganda applicato al periodo storico del comunismo in URSS e in Polonia.TRANSCRIPT
Anno Accademico 2014/2015
La propaganda stalinista in URSS e in Polonia
Aspetti storico - culturali
Relatore
Marcin Wyremebelski
Candidato
Guendalina Ginetti
Scuola di
Studi Umanistici
e della Formazione
Corso di Laurea in
Lingue, letterature e studi interculturali
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3
Vieni con me, lettore! Chi ti ha detto che non esiste sulla terra un amore vero, fedele, eterno?
Venga tagliata la ripugnante lingua al mentitore!
Vieni con me, mio lettore, soltanto con me, e ti mostrerò questo amore!
M. Bulgakov, “Il Maestro e Margherita”
Spytałam go o tamte czasy,
kiedy byliśmy jeszcze tacy młodzi,
naiwni, zapalczywi, głupi, niegotowi.
Trochę z tego zostało, z wyjątkiem młodości
- odpowiedział.
Spytałam go, czy nadal wie na pewno,
co dla ludzkości dobre a co złe.
Najbardziej śmiercionośne złudzenie z możliwych
- odpowiedział.
Spytałam go o przyszłość,
czy ciągle jasno ją widzi.
Zbyt wiele przeczytałem książek historycznych
-odpowiedział.
[...]
Spytałam o ogródek i ławkę w ogródku.
Kiedy wieczór pogodny, obserwuję niebo.
Nie mogę się nadziwić,
ile tam punktów widzenia
- odpowiedział.
Wysława Szymborska, „Stary profesor”
4
5
Introduzione ............................................................................................................................... 7
1 Il Novecento: il concetto di propaganda in un nuovo scenario politico ............................. 8
1.1 La propaganda: definizione e storia .............................................................................................. 8
1.1.1 Origine del termine e definizione ........................................................................................... 8
1.1.2 La propaganda nella storia e nella religione ........................................................................... 9
1.1.3 La propaganda nei regimi totalitari ...................................................................................... 10
1.2 Dalla Rivoluzione d'Ottobre alla caduta del Muro: cenni storici ................................................ 11
2 La propaganda in URSS e in Polonia negli anni 1925 - 1953: la costruzione e il
consolidamento della nuova società socialista ......................................................................... 19
2.1 Politica e società: aspetti propagandistici nell'URSS di Stalin .................................................... 19
2.1.1 L'ascesa di Iosif Stalin .......................................................................................................... 19
2.1.2 La Grande Svolta .................................................................................................................. 21
2.1.3 Il Culto della personalità ...................................................................................................... 22
2.1.3 Il Mito dell'URSS all'estero .................................................................................................. 23
2.1.3 Il Grande Terrore .................................................................................................................. 25
2.1.4 La Grande Guerra Patriottica................................................................................................ 26
2.1.5 Il dopoguerra ........................................................................................................................ 28
2.1.6 Stalin e la cultura: il realismo socialista ............................................................................... 29
2.1.7 Gli ultimi anni del regime staliniano .................................................................................... 31
2.2 La propaganda stalinista in Polonia nel dopoguerra .................................................................... 33
2.2.1 La Repubblica Popolare di Polonia ...................................................................................... 33
2.2.2 Bolesław Bierut, lo Stalin polacco ....................................................................................... 34
3 Esempi di propaganda ........................................................................................................... 35
3.1 Le Polskie Kroniki Filmowe, la morte di Stalin .......................................................................... 35
3.1.1 Polskie kroniki filmowe, 11 - 12, 1953 ................................................................................ 35
3.1.2 Cinegiornali polacchi, 11 – 12, 1953 .................................................................................... 39
3.2 L’annuncio della «Pravda» della morte di Stalin ....................................................................... 43
3.2.1 L’annuncio della morte di Stalin, «Pravda» n° 55, 6 marzo 1953 ........................................ 44
3.3 I manifesti propagandistici nell’URSS ........................................................................................ 48
4 Conclusioni ............................................................................................................................ 51
Bibliografia ....................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Dizionari ................................................................................................................................... 54
Sitografia .................................................................................................................................. 54
6
7
Introduzione
Con questo elaborato andrò a presentare gli aspetti principali del concetto di
propaganda, dalla storia alla definizione. In seguito mi andrò ad occupare del largo uso
e della diffusione delle tecniche propagandistiche in Polonia e nell'URSS durante il
periodo stalinista e analizzerò gli aspetti storico – culturali di questo complesso
fenomeno, ponendo attenzione all'influenza che la propaganda ha avuto sulla cultura e
sulla storia. A questo proposito riporterò nel capitolo 3 alcuni esempi dei principali
mezzi di comunicazione utilizzati dalla propaganda sovietica.
8
1 Il Novecento: il concetto di propaganda in un nuovo scenario
politico
1.1 La propaganda: definizione e storia
1.1.1 Origine del termine e definizione
Il termine propaganda compare per la prima volta in un contesto religioso: la
Congregatio de propaganda fide è una congregazione istituita nel XVI secolo durante la
Controriforma, al fine di contrastare la crescente espansione del protestantesimo e di
favorire lo sviluppo dell'attività missionaria cattolica. Originariamente il termine
propaganda è inteso nell'accezione della pura informazione. Solo nel XX° secolo
assume un significato diverso; per quanto sia difficile fornire un'esatta definizione, per
propaganda si intende il tentativo di persuadere e convincere attraverso informazioni
fuorvianti, verità omesse e fatti presentati in modo selettivo1. Sebbene il termine assuma
formalmente un significato diverso rispetto al concetto originario, sostanzialmente il
processo resta lo stesso. Durante la Controriforma infatti, la Congregatio de
propaganda fide aveva come scopo principale la ri-cattolicizzazione dei territori caduti
in mano al protestantesimo facendo uso di tecniche propagandistiche quali la paura e
all'autorità.
Occorre, quindi, distinguere la propaganda moderna, la quale si sviluppa a
partire dal secolo scorso, e quella antica. Questa distinzione è necessaria in quanto nel
XX° secolo la propaganda assume un ruolo di fondamentale importanza rispetto al
passato dovuto anche allo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa come la
stampa, la radio, il cinema, la televisione. L'intensificazione della propaganda è,
dunque, direttamente proporzionale all'incremento dei mezzi di informazione.
1 Ellul,1983, p. 8
9
1.1.2 La propaganda nella storia e nella religione
È impossibile parlare di una concezione storicamente univoca di propaganda in
quanto essa è un fenomeno in continuo mutamento fino ad assumere il significato
odierno soltanto a partire dal XX° secolo; tuttavia nel corso della storia possiamo
individuare fenomeni di quella che abbiamo definito propaganda antica.
Già al tempo della civiltà greca nelle poleis era diffusa quella che oggi
chiameremmo propaganda culturale: era infatti frequente che il tiranno abbellisse la
città con monumenti (come nel caso di Atene) al fine di ottenere consenso popolare2.
Ben più sviluppata era la propaganda in epoca romana, in quanto essa comparve
in modo evidente nella letteratura con il De Bello Gallico di Cesare. Si trattava infatti di
un'opera con il fine di esaltare la grandezza del condottiero e futuro imperatore romano,
tramite esagerazioni e informazioni fuorvianti. In epoca romana, inoltre, era diffusa la
propaganda verso l'estero: nelle frazioni e nelle province più lontane si istituivano città
in pieno stile romano, al fine di mostrare ai popoli stranieri l'ottimo tenore di vita delle
città romane, in modo da favorire la completa annessione.
Dopo la caduta dell'Impero Romano e durante tutto il periodo medioevale non si
riscontrano eventi propagandistici significativi, soltanto degli sporadici tentativi.
L'influenza della propaganda ritorna preponderante a partire dal XVI secolo in
quanto in questo periodo compare la stampa. Esaminiamo innanzitutto la propaganda
nel campo religioso: nel periodo luterano e della Controriforma, come abbiamo già
visto, essa assume un ruolo centrale: si cerca di catturare l'attenzione delle classi più
colte attraverso pamphlets e volantini, e delle classi popolari attraverso orazioni e letture
pubbliche.
Per ciò che riguarda il campo politico, fu il monarca Luigi XIV a fare uso di una
propaganda sociologica, con l'obiettivo di diffondere il modello dell'assolutismo
francese e promuovere le idee, la cultura e la lingua all'estero. Questa campagna
propagandistica attuata da Luigi XIV ha avuto l'effetto sperato in quanto il francese si è
affermato come lingua diplomatica3.
La situazione cambia drasticamente con la Rivoluzione Francese: se prima
avevamo un propagandista attivo che cercava di manipolare una massa ignara, adesso il
2 Ellul,1983, pp. 11-12.
3 Regnedda, 2005, p. 6
10
popolo acquisisce una coscienza di sé e il propagandista deve soddisfare un bisogno
reale di una massa cosciente. Il popolo sente il bisogno di essere partecipe e informato
della vita politica. È in questo frangente che si pone attenzione alla propaganda e alla
diffusione di notizie4.
In conclusione, a partire dalla Rivoluzione fino alla Grande Guerra il concetto di
propaganda si evolve per fattori sociologici, quali il bisogno del popolo di rendersi
partecipe alla vita politica,fattori tecnici, ovvero lo sviluppo dei mezzi di informazione
di massa e fattori psicologici, ovvero lo sviluppo dello studio della psicologia delle
masse.
1.1.3 La propaganda nei regimi totalitari
Come abbiamo visto, il periodo di maggior sviluppo della propaganda è quello
che va dall'inizio del XX° secolo, nel periodo della Grande Guerra e della comparsa dei
regimi totalitari. Nella Germania hitleriana e nell'Italia di Mussolini la propaganda viene
usata in modo cosciente e facendo un largo utilizzo dei mezzi di informazione di massa.
Hitler poteva inoltre contare sull'eccellente talento oratorio di Joseph Goebbels il
quale, grazie a infuocati comizi, riuscì a persuadere il popolo tedesco sulla necessità di
portare la Germania ai fasti di un tempo. Con la piena conquista del potere da parte di
Hitler, Goebbels riuscì ad avere il più completo controllo su mezzi di comunicazione di
massa come cinema, teatro, stampa, musica e soprattutto sulla radio5.
Al contempo anche nell'Italia di Mussolini cominciò a svilupparsi questo
importante mezzo di persuasione: il dittatore italiano faceva appello al principio di unità
nazionale e a un'ipotetica superiorità nazionale italiana. Tramite la propaganda e un
controllo su tutti i mezzi di comunicazione si arrivò alla fascistizzazione del Paese. La
popolazione fu letteralmente investita da una continua emissione di messaggi a favore
del Fascismo e della supremazia italiana. In questo caso la storia gioca un ruolo
fondamentale: la storia romana viene esaltata e in parte riscritta per la costruzione del
consenso.
4 Ellul, 1983. Pp. 75-76.
5 Treccani, enciclopedia.
11
1.2 Dalla Rivoluzione d'Ottobre alla caduta del Muro: cenni storici
Andiamo ora a esaminare uno dei contesti storici in cui la propaganda non solo
divenne un concetto chiave, ma anche un fondamentale strumento politico.
A partire dal marzo 1917 la Russia cambia radicalmente: dopo lo sciopero e
l'insurrezione popolare lo Zar abdicò e fu formato il governo provvisorio in cui il soviet
di Pietrogrado fungeva da Parlamento proletario. I bolscevichi, parte radicale e
rivoluzionaria guidata da Vladimir Ilic Uljanov detto Lenin, rifiutarono di entrare nel
governo provvisorio ritenendolo troppo moderato. Nel luglio dello stesso anno ci furono
scontri armati a causa di questo conflitto che terminarono con l'arresto o con la fuga dei
capi bolscevichi.
A settembre, quando il tentativo di colpo di stato dello zarista Kornilov fu
sventato grazie anche all'intervento dei bolscevichi, Lenin e i suoi sostenitori ottennero
il favore del popolo e dei soviet. Fu il 7 novembre del 1917 (25 ottobre secondo il
calendario russo) che i rivoluzionari occuparono il Palazzo d'Inverno sancendo la fine
del periodo zarista. Fu in questa circostanza che la propaganda iniziò ad assumere un
ruolo importante in quanto veniva esaltata la Rivoluzione e continuamente si professava
la costruzione di un nuovo Stato russo.
I cosiddetti rossi, ovvero i radicali bolscevichi guidati da Lenin, ottennero il
potere completo soltanto nel 1919, dopo la sconfitta dei bianchi, i moderati. Tuttavia la
guerra civile non cessò.
L'anno successivo, nell'aprile 1920 la Nuova Repubblica di Polonia attaccò
l’esercito russo a Žitomir, sulla strada per Kiev, ma le truppe bolsceviche
contrattaccarono e l'Armata Rossa si spinse fino a Varsavia. Dopo una controffensiva
polacca si giunse all'armistizio nel marzo 1921, il quale sancì concessioni territoriali alla
Polonia. L'armistizio portò a una coesione nazionale che, in seguito, fu oggetto di una
forte propaganda6.
Dopo la Rivoluzione e durante la guerra civile, a dicembre del 1922 nacque
l'URSS. Si trattava dell'unione della Repubblica Russa con le ex provincie dell'impero
zarista.
6 Riasanovskij, 2003, p. 483.
12
Nel 1924 fu promulgata una nuova Costituzione in cui il potere veniva affidato al
Congresso dei soviet dell'URSS, ma de facto il potere era nelle mani del PCUS7, unico
partito legittimo.
La politica del PCUS mirava innanzitutto ad una radicale trasformazione del
Paese e del cittadino sovietico, fu per questo che si investì in primo luogo
nell'educazione della gioventù, stabilendo l'istruzione obbligatoria fino a 15 anni per
combattere l'analfabetismo; in secondo luogo si inasprì il conflitto con la Chiesa
Ortodossa. Per questo l'unico matrimonio legittimo divenne quello civile, furono
introdotti i diritti di divorzio e di aborto e si favorì una parità dei sessi che portò ad una
moderata liberalizzazione dei costumi.
A partire dal 1920 fu varata una riforma economica che conferiva maggiori
libertà economiche al fine di favorire la crescita, questo piano fu chiamato NEP.
Nel 1922 Iosif Vissarionovič Džugašvili detto Stalin diventa segretario del
PCUS8, fatto seguìto da dissensi interni al partito a causa della malattia di Lenin. Iniziò
la lotta alla successione.
L'anno dopo, nel 1923, la guerra civile terminò con la sconfitta totale dei bianchi
e l'anno ancora successivo, dopo la morte di Lenin, Iosif Stalin divenne leader
indiscusso, con Bucharin, Kamenev e Zinov'ev al suo fianco. Lev Trockij, il quale era
contrario alla politica staliniana del “Socialismo di un solo Paese” e a favore dello
scoppio della rivoluzione comunista nel resto del mondo, fu prontamente isolato nel
gruppo dei dirigenti del partito.
Tra il 1927 e il 1928, mentre il mondo occidentale affrontava una grave crisi
economica, Stalin prese la decisione di imporre l'industrializzazione al Paese.
L'agricoltura venne totalmente collettivizzata e iniziarono le repressioni dei kulaki9.
Bucharin fu contrario a questa dura linea repressiva e per questo fu allontanato dal
partito con l'accusa di essere un deviazionista di destra10
.
La collettivizzazione non portò gli effetti sperati: lo Stato sovietico fu colpito da
una terribile carestia che ebbe le sue ripercussioni soprattutto in Ucraina provocando
milioni di morti. Nonostante ciò, Stalin si attenne al suo piano economico di
industrializzazione varando, nel 1928, il primo piano quinquennale che favorì lo
7 Abbreviazione di “Partito Comunista dell'Unione Sovietica”.
8 Risaliti, 2003, p. 35.
9 Classe contadina arricchita.
10 Treccani, enciclopedia.
13
sviluppo industriale e un'imponente crescita economica. Furono raggiunti incredibili
risultati di crescita industriale, grazie al clima di entusiasmo ideologico e patriottico che
Stalin seppe suscitare nella classe operaia tramite un'attiva azione propagandistica.
L'esempio principale di questa propaganda del lavoro fu quello di Aleksej Stokonov, un
minatore che in appena una notte raccolse 102 tonnellate di carbone, glorificato ed
innalzato a esempio per tutti gli operai11
.
Grazie al successo industriale dell'URSS Stalin assunse il ruolo di capo assoluto,
mettendo da parte e espellendo dal partito i suo collaboratori, erede di Lenin e unico
depositario della dottrina marxista-leninista. Ogni dissenso o critica portavano a
un'accusa di tradimento.
La cultura veniva rigidamente controllata: letteratura, arti figurative, cinema e
teatro erano sottoposti ad un regime di stretta censura e costrette ad assumere un ruolo
propagandistico-pedagogico entro i canoni di quello che venne definito realismo
socialista12
.
Gli anni '30 sono conosciuti come il periodo delle purghe staliniane; dissidenti
politici e intellettuali, nemici del popolo, kulaki e altre migliaia di persone furono
deportate nei GULag13
o fucilate. I personaggi di maggior rilievo furono sottoposti a
processi pubblici, nei quali essi, dopo essere stati torturati, confessavano il tradimento.
Lo stesso Lev Trockij, dopo l'estromissione dal partito e l'esilio, fu ucciso da un sicario
di Stalin nel 1940 in Messico.
Alla fine degli anni '30 la Germania nazista di Hitler stava acquisendo sempre
più potere tanto da far preoccupare il ministro degli esteri sovietico Molotov, il quale
sancì nell'agosto 1939 un patto di non aggressione reciproca e di non invasione della
Polonia con il ministro degli esteri nazista Ribbentrop. Tale patto fu infranto il 1° di
settembre dello stesso anno da Hitler che invase la Polonia. Il 3 settembre l'Inghilterra e
la Francia dichiararono guerra alla Germania, dando così inizio al secondo conflitto
mondiale.
Il teatro principale nella fase iniziale del conflitto era la Polonia, la quale a metà
settembre fu invasa da Est dai Sovietici. L'Armata Rossa fece prigionieri 12.000 tra
11 Detti, Gozzini, 2002, p. 134.
12 Movimento artistico e culturale nato nell'Unione Sovietica nel 1934 e poi allargatosi a tutti i Paesi
socialisti del centro ed est Europa. La funzione principale era quella di avvicinare l'espressione artistica alla
cultura delle classi proletarie e celebrare il progresso socialista. 13
In russo: ГУЛаг: «Главное управление исправительно-трудовых лагерей», Direzione Principale dei Campi
di lavoro collettivi.
14
ufficiali dell'esercito polacco e membri dell'intelligencija e li sterminò nella foresta di
Katyń14
, evento che fu tenuto nascosto, finché nel 1943 i Tedeschi scoprirono le fosse
comuni.
Il momento più drammatico per l'URSS fu l'estate del 1941, in cui i Tedeschi,
con l'operazione Barbarossa, invasero il territorio sovietico. Hitler attaccò da Nord
transitando dalle Repubbliche Baltiche e da Sud attraverso il territorio ucraino. Nel
settembre dello stesso anno Leningrado fu assediata ma l'attacco alla capitale Mosca fu
sferrato troppo tardi e l'Armata Rossa riuscì a bloccarlo. La resistenza russa fu molto
efficace. Le industrie vennero smantellate e trasferite nell'Est, mentre ad Ovest si
combatteva Hitler su diversi fronti.
Nell'agosto del 1942 i Tedeschi tentarono l'assedio di Stalingrado, città sul
Volga, ma i Sovietici resistettero, contrattaccarono e nel novembre dello stesso anno
chiusero i tedeschi in una morsa. Hitler, restio alla ritirata, spinse i suoi uomini verso un
massacro.
L'Armata Rossa, tra il '43 e il '44, avanzò verso Berlino, liberando i territori
occupati dai tedeschi. La conquista della città risalì all'aprile del '45; Hitler, incapace di
ammettere la sconfitta, si suicidò.
Nel '45 i vertici dei Paesi vincitori si ritrovarono a Yalta, in Crimea. Fu stabilita
la divisione della Germania in quattro parti di influenza; per quanto riguardava la
Polonia, essa sarebbe divenuta Repubblica ed il governo sarebbe dovuto nascere da un
accordo tra i comunisti e i filo-occidentali.
Le potenze europee uscirono dalla guerra gravemente indebolite, solamente USA
e URSS, entità continentali e multietniche, mantennero il primato economico e politico.
Tuttavia i sovietici avevano subìto ingenti danni e per questo esigevano riparazioni
economiche dal valore sia pratico, sia simbolico.
Dopo la morte di Roosevelt e l'elezione di Truman come Presidente degli Stati
Uniti, si ebbe un irrigidimento dei rapporti USA-URSS, tanto da far parlare di una
cortina di ferro sull'Europa e di guerra fredda.
Il problema principale era la questione tedesca; la Germania, divisa in quattro
parti così come Berlino, risentiva dell'influenza delle due superpotenze. Nel 1948 Stalin
bloccò le vie di accesso a Berlino, situata nel centro della Germania sovietica, al fine di
costringere gli occidentali ad abbandonare la zona Ovest. Tuttavia gli americani
14 Zaslvskij, 2006
15
crearono un ponte aereo per rifornire Berlino Ovest e Stalin rinunciò al blocco. Fu così
che vennero create due Germanie: la Repubblica Federale Tedesca, sotto l'influenza
americana, con capitale Bonn e la Repubblica Democratica Tedesca sotto il controllo
sovietico con capitale Pankow.
Dopo la fine della guerra il dispotismo staliniano non cessò: le purghe ripresero;
la vita quotidiana fu subordinata alle esigenze di ricostruzione dello Stato. Nei Paesi ex-
nemici furono prelevate tasse, derrate, macchinari sotto forma di riparazione. La
ricostruzione economica fu molto rapida, inoltre si fecero grandi progressi in campo
scientifico: nel '49 gli USA persero il monopolio nucleare, in quanto anche l'URSS
entrò in possesso della bomba atomica.
I Paesi occupati dall'Armata Rossa durante la guerra furono trasformati in
democrazie popolari sotto il diretto controllo sovietico, tanto che divennero de facto
Stati satellite dell'URSS. Per Stalin era fondamentale che in Polonia si formasse un
governo amico dell'URSS e infatti nel '45 il socialista Marowski divenne capo del
governo.
Nei Paesi satelliti fu applicata la collettivizzazione dell'agricoltura e
dell'industria ma la produzione era complementare a quella dell'URSS ed il tenore di
vita era assai inferiore.
Il 5 marzo 1953 Iosif Stalin morì a causa di un'emorragia cerebrale, furono
organizzati solenni funerali a cui parteciparono circa un milione di persone. Il corpo,
imbalsamato e vestito dell'uniforme militare, fu collocato inizialmente al Cremlino e poi
spostato insieme alla salma di Lenin nel mausoleo a Mosca.
Dopo la morte di Stalin il governo fu preso in mano da una direzione collegiale
presieduta da Lavrentij Berija, Vjaceslav Molotov, Nikita Chruščёv, Georgij Malenkow,
Nikolaj Bulganin.
Nel 1955 fu stipulato il Patto di Varsavia, un patto di alleanza tra l'URSS e i
Paesi dell'Est europeo. Nello stesso anno l'ucraino Nikita Chruščёv prevalse sugli altri
membri del triumvirato e divenne capo effettivo dell'URSS15
.
Nel febbraio del 1956 si svolse il XX° congresso del PCUS e fu in questa
occasione che Chruščёv denunciò i crimini di Stalin nel suo Rapporto segreto. Il
Rapporto inizialmente non fu pubblicato ma trapelò e tutto il mondo occidentale e il
popolo sovietico ne vennero a conoscenza. Chruščёv non metteva in discussione il
15 Chruščёv, 1979
16
modello marxista-leninista, ma gli errori deviazionali dovuti a Stalin e al suo culto della
personalità. Fu quindi, a partire dal '56 che prese forma il processo di destalinizzazione,
detto anche disgelo.
In Polonia furono gli operai, con l'appoggio della Chiesa Cattolica, ad assumere
questa idea di cambiamento, dando vita ad agitazioni e manifestazioni culminate nel '56
nel grande sciopero di Poznań, stroncato dall'intervento delle truppe militari polacche.
Ciò non impedì alle manifestazioni proletarie di continuare per sfociare nell'Ottobre
Polacco16
. Volendo evitare una totale repressione Chruščёv preferì puntare su un
cambio al vertice del governo polacco; ascese al potere Władysław Gomułka, filo-
sovietico, il quale promosse una politica di cauta liberalizzazione e di parziale
riconciliazione con la Chiesa.
Negli anni '60 URSS e USA coesistevano grazie ad un sostanziale equilibrio tra
gli armamenti nucleari, tanto che si parlò di equilibro del terrore. La condotta del
Presidente americano Kennedy fu caratterizzata da un'intransigenza su varie questioni di
politica estera e da una spregiudicata difesa degli interessi americani. Nel giugno del '61
a Vienna vi fu il primo incontro tra Kennedy e Chruščёv sulla questione di Berlino.
L'incontro fu fallimentare e nella città fu eretto un muro che divideva Berlino Est da
Berlino Ovest.
Intanto Kennedy tentò di sopprimere il regime comunista cubano, cercando di
invadere l'isola tramite un gruppo di militari anti-castristi, ma fallì; l'URSS allora aiutò
economicamente Castro e Chruščёv ordinò di stanziare armamenti nucleari a Cuba. Nel
1962 Kennedy impose un blocco navale intorno all'isola per impedire alle navi
sovietiche di raggiungerla. Tra il 16 e il 21 ottobre il rischio della guerra nucleare fu
elevatissimo, ma Chruščёv dette l'ordine di smantellare i missili e lo stesso fecero gli
americani in Turchia. Onde evitare la guerra nucleare nel 1963 fu stipulato un trattato
per la messa al bando di esperimenti nucleari nell'atmosfera e fu installata la linea rossa,
una linea diretta di telescriventi tra il Cremlino e la Casa Bianca.
Chruščёv promosse una politica pacifista, ponendo il conflitto con gli USA sul
piano economico e a livello di benessere della popolazione. Questo eccesso di
ottimismo fu stroncato dal deperimento economico e nel 1964 il leader ucraino fu
estromesso.
16 Jeleński, 1961
17
Dopo Chruščёv ci fu un secondo tentativo di governo a direzione collegiale con
Leonid Brežnev, Aleksej Kossigin e Michail Suslov. Fu il Segretario Brežnev a spiccare
sugli altri e a diventare leader; lo stile della politica di Chruščёv fu abbandonato, ma la
sostanza rimase invariata. La repressione contro ogni forma di dissenso fu accentuata,
soprattutto verso gli intellettuali. In campo economico fu data una maggiore autonomia
alle imprese, ma i risultati non furono tuttavia brillanti.
Le novità avvennero soprattutto in politica estera: mentre si manteneva un
rapporto di coesistenza con gli Stati Uniti, ci furono tensioni con la Cina comunista; in
Europa la Romania, sotto la guida del dittatore Ceausescu, si distaccò dall'URSS. Ma la
crisi più grave per l'Unione Sovietica fu nel '68 in Cecoslovacchia, in cui, sotto il
governo presieduto da Dubček, scoppiarono rivolte e manifestazioni contro il regime
sovietico. Durante la cosiddetta Primavera di Praga si teorizzava un Socialismo dal
volto umano, con maggiori libertà individuali. Brežnev, però, decise di intervenire
militarmente per stroncare la rivolta.
Intanto in Polonia nel '70 gli operai dettero vita ad insurrezioni contro il primo
segretario filo-sovietico Gomułka a Gdańsk e a Szczecin; la crisi fu risolta con
l'aumento dei salari e l'allontanamento dello stesso primo segretario in favore di Gierek.
Negli anni '70 diventò, dunque, evidente questo disagio tra l'URSS e gli altri
Stati membri del Patto di Varsavia, gli stessi partiti comunisti occidentali, tra cui anche
quello italiano, presero le distanze dal PCUS. In questo delicato periodo Brežnev riuscì
a coprire i problemi interni dell'URSS grazie ad un dinamismo internazionale; mentre la
leadership americana era in subbuglio, Brežnev allargò la sua sfera d'influenza
all'America Latina, all'Africa e al Medio Oriente. Soprattutto in Afghanistan, dove
l'URSS mandò un reggimento militare che per dieci anni si scontrò ferocemente con la
resistenza locale.
Nonostante a metà degli anni '70 si fosse inasprita la repressione contro gli
intellettuali dissidenti, nel 1975, alla Conferenza di Helsinki, l'URSS partecipò e ne
firmò gli accordi riguardo il rispetto dei diritti dell'uomo e della liberà politica.
La grande svolta si ebbe però negli anni '80: Leonid Brežnev morì nel 1982 e tre
anni dopo gli succedette Michail Gorbacёv come nuovo segretario del PCUS.
18
Negli anni '80 in Polonia nacque il sindacato Solidarność17
, guidato da Lech
Wałęsa, sindacato che riuniva le fazioni cattoliche e anti-comuniste che si opponevano
al governo centrale. L'anno successivo contava già milioni di iscritti ma con
l'imposizione della legge marziale voluta dal generale Jaruzelski, le attività del
sindacato vennero sospese per riprendere del tutto solo nel 1989. Fu lo slancio del
sindacato Solidarność a far sì che il regime polacco cadesse e a provocare l'effetto
domino che poi portò alla fine del comunismo in Europa.
Nell'Unione Sovietica guidata da Gorbacёv si parla per la prima volta di
perestroika18
, si ebbe una progressiva liberalizzazione dell'economia e interventi a
favore della libertà personale. Nel 1988 fu promulgata una nuova Costituzione che
prevedeva il partito unico, ma con un limitato pluralismo. Nel 1990 il Congresso dei
soviet elesse Gorbacёv presidente, fatto che suscitò non poche tensioni, sia all'interno
del Paese che all'estero.
Intanto in Germania il 9 novembre 1989, dopo settimane di disordini, il Governo
della Germania Est permise l'accesso agli abitanti di Berlino Est a Berlino Ovest.
Migliaia di persone scavalcarono il Muro ed esso, da sempre simbolo del conflitto tra
Oriente sovietico e Occidente americano, fu progressivamente demolito. Nel resto
d'Europa le Repubbliche baltiche e quelle caucasiche si ribellarono al potere centrale e
nel 1990 la Repubblica Russa rivendicò la propria autonomia eleggendo Presidente il
radicale Boris Eltsin.
17 In Polacco: Niezależny Samorządny Związek Zawodowy "Solidarność", Sindacato Autonomo dei Lavoratori
"Solidarietà". 18
In russo пересмроика, ricostruzione, ristrutturazione
19
2 La propaganda in URSS e in Polonia negli anni 1925 - 1953: la
costruzione e il consolidamento della nuova società socialista
2.1 Politica e società: aspetti propagandistici nell'URSS di Stalin
Кто сказал что умер Ленин?
он живет!
В каждом новом паколеньи
живет
В нашей юности цветеньи
живет […]
В революции всевсветной
живет
В клятве Сталина бессмертной
живет.19
Chi ha detto che Lenin è morto?
Lui vive!
In ogni nuova generazione
vive
Nel nostro fior fiore di gioventù
vive […]
Nella rivoluzione mondiale
vive
nel giuramento immortale di Stalin
vive20
Da queste due testimonianze possiamo evincere l'astuzia della tecnica
propagandistica di Stalin di presentarsi come unico e legittimo erede della dottrina
marxista di Lenin e, tramite un improbabile giuramento, proporsi come capo indiscusso
dell' URSS, nonostante la sfiducia dello stesso Lenin espressa nella lettera al congresso.
2.1.1 L'ascesa di Iosif Stalin
Josif Stalin, isolando Lev Trockij, colui che era stato designato da Lenin come
depositario della dottrina comunista, in pochi mesi riuscì a elevarsi su tutti gli altri
membri del Comitato Centrale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica compresi i
19 Canzone popolare del Dagestan.
20 [Traduzione a mia cura – G.G.].
21 Lettera al Congresso, V. I. U. Lenin.
22 [Traduzione a mia cura G.G.].
Тов. Сталин, сделавшись
генсеком, сосредоточил в своих руках
необъятную власть, и я не уверен,
сумеет ли он всегда достаточно
осторожно пользоваться этой
властью.21
Il Compagno Stalin, divenuto
Segretario Generale, ha concentrato nelle
sue mani un potere immenso e io non sono
sicuro che egli sappia sempre servirsene
con prudenza sufficiente.22
20
due collaboratori Kamenev e Zinov'ev. Al XIV Congresso del PCUS del 1925 fu infatti
segnata la fine della direzione collettiva e, dopo il breve discorso di Stalin, esplosero
fragorosi applausi e nella sala del Congresso riecheggiò l'Internazionale23
.
Il leader sovietico si occupò dell'espulsione e, in certi casi, dell'esilio di molti fra
gli oppositori del Partito; stessa sorte capitò a quei membri dell'intelligencija che si
rifiutarono di collaborare con la cosiddetta causa proletaria.
La politica di Stalin mirava alla costante ricerca di un capro espiatorio a cui
attribuire le colpe di qualsivoglia problema sociale, politico, economico. Se durante la
direzione collegiale il capro espiatorio era stato Trockij, dopo il 1925 gli stessi Zinov'ev
e Kamenev furono incolpati delle difficoltà di approvvigionamento delle città e
conseguentemente espulsi dal partito. A livello socio-economico, invece, i colpevoli
della crescente povertà della popolazione sovietica furono identificati nei kulaki,
contadini che, grazie alla NEP, erano riusciti ad arricchirsi. Dopo un'estenuante
campagna contro i kulaki Stalin promosse il concetto di totale collettivizzazione
dell'agricoltura, attuando, nel 1928, il sistema dei kolchozy, aziende agricole comuni e
completamente statalizzate in cui dovevano vivere e svolgere le loro attività i contadini.
Nell'estate del 1928 a Mosca accadde un evento singolare: si svolse il primo
processo pubblico dopo la NEP, chiamato processo di Šahty24
, il cui nome deriva dalla
città del Donbass sede di un'industria carbonifera, cinquantatré ingegneri furono
accusati di sabotaggio. Tra questi vi erano tre ingegneri tedeschi considerati spie della
potenza straniera ostile all'URSS. Prima del processo due degli ingegneri tedeschi
morirono in circostanze misteriose, il terzo confessò il reato di sabotaggio, previe
probabili torture in sede di interrogatorio, suscitando l'indignazione popolare. Stalin e i
membri del Comitato Centrale sfruttarono questo episodio per favorire una campagna
d'odio verso le potenze straniere25
; già dal 1927 Stalin faceva passare le ostilità tra lo
Stato sovietico e altre potenze (Inghilterra, USA, Francia, Cina) come un complotto
capitalista per dichiarare guerra all'URSS, come dimostrato dalla seguente
testimonianza:
23 Popolare canzone comunista.
24 Graziosi, 2007, pp. 296 -297.
25 Geller, Nekrič, 1984, pp. 248 – 249.
21
Bisogna raggiungere e superare l'odiato Occidente, schiacciarlo e spezzarne la
forza arrogante. Per questo obiettivo, egli [Stalin] è disposto a sacrificare non solo il
piccolo popolo in cui è nato, ma anche tutte le generazioni oggi esistenti.26
2.1.2 La Grande Svolta
Fu nel 1929 che si compì la Grande Svolta, l'inizio di una nuova riforma
economica che andasse oltre la NEP e della costruzione del nuovo Stato e del nuovo
individuo socialista. Lo stesso Stalin scrisse a riguardo di questo nuovo orientamento
economico, politico e sociale:
Истекший год был годом великого перелома
на всех фронтах социалистического
строительства. Перелом этот шел и
продолжает идти под знаком решительного
наступления социализма на
капиталистические элементы города и
деревни. Характерная особенность этого
наступления состоит в том, что оно уже
дало нам ряд решающих успехов в основных
областях социалистической перестройки
(реконструкции) нашего народного
хозяйства.27
L'anno appena trascorso è stato un anno di
grande svolta su tutti i fronti dell'a costruzione
socialista. Questa svolta ha proceduto e continua
a procedere sotto il segno di una risoluta
offensiva del socialismo contro gli elementi
capitalistici della città e della campagna. Una
caratteristica particolare di questa offensiva
consiste nel fatto che essa ci ha già dato una
serie di decisivi successi nei principali settori
della ristrutturazione (ricostruzione) socialista
della nostra economia nazionale.28
Al XVI Congresso del PCUS avvenne un'epurazione generale di tutti coloro che
tra il '23 e il '29 avevano votato contro Stalin, lo stesso Bucharin fu condannato per
mancanza di principi e deviazionismo di destra.
In questi stessi anni, Stalin decise di sterminare coloro che fungevano da capro
espiatorio29
per le condizioni di estrema povertà nelle campagne, ovvero i kulaki. A
milioni furono deportati nei campi di lavoro dall'Armata Rossa e negli sporadici casi di
resistenza furono direttamente fucilati. Il processo di collettivizzazione forzata
dell'agricoltura ebbe inizio.
26 Dmitrievskij, p.8
27 I. V. Stalin, Sočinenja, v. 12 , Al XII anniversario di Ottobre.
28 [Traduzione a mia cura – GG]
29 Graziosi, 2007, P. 295.
22
A partire dal '29, nonostante fosse permessa la libertà di culto, la propaganda
anti-religiosa fu altrettanto permessa e incentivata. I ministri di culto furono privati di
ogni diritto e si introdusse la nepreryvka: la settimana di quattro giorni lavorativi più
uno di riposo che veniva differenziatamente stabilito in ogni industria, cosicché la
produzione procedesse senza sosta.30
L'Agit-prop, ossia Dipartimento per l'agitazione e la propaganda, provvedeva a
bombardare gli operai con messaggi che inneggiavano all'avvento del felice domani, si
sentenziava che il potere era nelle mani della classe proletaria e che sarebbe bastato
ancora un piccolo sforzo al raggiungimento del benessere comunista. Un lampante
esempio di propaganda fu la costruzione del Bielomorkanal, il canale che divideva Mar
Baltico e Mar Bianco e la cui costruzione si rivelò successivamente inutile. Furono
addirittura prodotte delle sigarette con il nome BielomorkanaL31
. Questa imponente
opera architettonica fu costruita da ben 500 000 detenuti dei GULag.
Alla fine del primo piano quinquennale Stalin si pose come benefattore, dichiarò
che i risultati aspettatisi dalla riforma economica avviata nel '28 non solo erano stati
raggiunti, ma addirittura di gran lunga superati. Nel 1934 Stalin dichiarò: soltanto dei
nemici giurati del potere sovietico potrebbero nutrire dubbi sulle migliorate condizioni
degli operai e dei contadini in URSS. Per spiegare il fatto che gli operai lavorassero in
condizioni di schiavitù e che nelle campagne fosse scoppiata una terribile carestia,
mentre continuamente veniva declamato quanto la vita fosse migliorata, a Mosca si
raccontava una storia: una guida allo zoo mostra ai visitatori un coccodrillo asserendo:
“Il coccodrillo dalla coda alla testa misura cinque metri e dalla testa alla coda ne misura
sei”. “Perché questa differenza?” chiede uno dei visitatori. “Prova a controllare,”
risponde la guida “e vedrai che controllata ti dà lui”32
.
2.1.3 Il Culto della personalità
Gli anni dopo il primo piano quinquennale videro la grande ascesa di Stalin il
quale venne proclamato artefice della Rivoluzione d'Ottobre, creatore del Partito,
30 M. Geller, A. Nekrič, 1984, p. 258
31 Piretto, 2001, pp. 121-123.
32 M. Geller, A. Nekrič, 1984, p. 275
23
creatore dell'Armata Rossa, vincitore della guerra civile, illustre marxista, grande
pensatore e grande pratico e altri appellativi simili, spesso auto-attribuiti.
Nel gennaio del 1934 al XVII Congresso del Partito si constatò che il Paese era
profondamente cambiato, ormai nessuno osava più contraddire Stalin, il quale promise
pace e tranquillità, asserendo che ogni nemico del popolo e del Socialismo era stato
finalmente sconfitto. Al Congresso del PCUS fu il beniamino di Stalin, Kirov, che
definì il dittatore l'uomo più grande di tutti i tempi e di tutti i popoli. Il piano
quinquennale segnò l'inizio del culto della personalità di Stalin.
La biografia ufficiale del leader sovietico fu commissionata allo scrittore
francese Henri Barbusse, il quale formulò ingegnosamente elogi a Stalin di cui i
propagandisti si servirono:
Se voi non lo conoscete egli [Lenin] vi conosce molto bene e già si è occupato di
voi; chiunque voi siate, di questo benefattore avrete sempre bisogno. E a somiglianza di
lui, che veglia su tutto, oggi un altro uomo [Stalin] […] guida chiunque voi siate, la
parte migliore del vostro destino. […] Uomo dalla testa di pensatore, dal viso di
lavoratore, dall'abito di semplice soldato33
.
2.1.3 Il Mito dell'URSS all'estero
A partire dagli anni '30 iniziò a diffondersi l'opinione pubblica mondiale filo-
sovietica, opportunamente plasmata e manipolata fin dall'inizio della Rivoluzione
d'Ottobre. Agli occhi dell'Occidente, immerso in una profonda crisi economica, l'URSS
spesso corrispondeva al paradiso.
Sono loro il futuro, noi siamo il passato34
scriveva il tedesco Arthur Koestler
nella sua opera "The invisible writing". Tuttavia Koestler trascrisse le, secondo lui,
curiose domande che gli furono poste dai cittadini sovietici:
Qual è il numero di operai francesi che muoiono quotidianamente di fame? o
Come hanno fatto i comunisti occidentali a impedire l'intervento contro l'URSS che
stava predisponendo il capitale monopolistico con l'aiuto dei traditori social-fascisti?
33 Barbusse, 1935
34 Koestler, 2005
24
L'ignoranza e la disinformazione dei cittadini sovietici era principalmente opera
dell'organizzato sistema propagandistico staliniano.
I giornalisti e gli scrittori occidentali che avevano ricevuto il permesso di visitare
l'URSS per vari motivi dissimulavano i dati di fatto e li deformavano, in questo modo il
mondo rimase ignaro della carestia del '31 e delle frequenti fucilazioni. È stato notato
che spesso letterati e giornalisti stranieri in visita all'URSS parlavano dell'URSS in un
linguaggio džugašviliano35
, nelle loro opere era presente una profonda ammirazione per
il leader sovietico. Lo scrittore satirico Bernard Shaw, dopo un soggiorno in Unione
Sovietica durante la carestia dichiarò: Non ho mai mangiato tanto bene come durante il
mio viaggio in URSS; David Caute, scrittore francese, nella sua opera Les Compagnons
de routes (1917-1968) affermò che Stalin si reca personalmente alla stazione delle
merci di Mosca per dar una mano ai facchini.
Un importante esempio della politica stalinista è un'intervista del dicembre del
1931 concessa dal leader sovietico a Emil Ludwig, scrittore tedesco autore di una serie
di biografie di personaggi illustri in cui Stalin espone i suoi metodi politici:
Сталин: Задача, которой я посвящаю свою
жизнь ,состоит в возвышении [...] рабочего
класса. Задачей этой является
[…]укрепление государства
социалистического, и значит –
интернационального.
Людвиг: Мне кажется, что значительная
часть населения Советского Союза
испытывает чувство страха, боязни перед
Советской властью, и что на этом чувстве
страха в определенной мере покоится
устойчивость Советской власти.[…]
Сталин: Неужели Вы думаете, что можно
было бы в течение 14 лет удерживать
власть и иметь поддержку миллионных масс
благодаря методу запугивания, устрашения?
Нет, это невозможно. [...]Конечно, имеется
некоторая небольшая часть населения,
которая действительно боится Советской
власти и борется с ней. […] Но тут речь
Stalin: Il compito a cui dedico la mia esistenza
consiste nell'innalzamento […] della classe
lavoratrice [...] e nel rafforzamento dello Stato
socialista, quindi internazionalista.
Ludwig: mi sembra che una buona parte della
popolazione dell'Unione Sovietica senta un
senso di paura, paura del potere Sovietico, e
che, in una certa misura su questo sentimento di
paura, si basi la stabilità del potere
sovietico[...].
Stalin: Crede davvero che sia possibile
conservare il potere per quattordici anni ed
essere sorretti da masse di milioni di persone
usando il metodo dell'intimidazione e della
paura? No, è impossibile [...] c'è ovviamente
una piccola parte popolazione che effettivamente
teme il potere sovietico e lo combatte. [...] Ma,
in questo caso, non si tratta solo della politica
d'intimidazione contro tali gruppi, la quale viene
attuata, ognuno sa che noi Bolscevichi non ci
35 Geller, Nekrič, p.294
25
идет не только о политике устрашения
этих групп, которая действительно
существует. Всем известно, что мы,
большевики, не ограничиваемся здесь
устрашением и идем дальше, ведя дело к
ликвидации этой буржуазной прослойки.36
limitiamo, in questo caso, ad intimidire, ma
andiamo oltre, spingendo le cose fino a
liquidare lo strato borghese.37
Negli estratti di questa intervista, le parole più significative sono rafforzamento
dello stato e liquidazione. Il primo concetto si distacca totalmente dall'idea marxista che
professava una totale abolizione dello Stato, una volta che il proletariato fosse giunto in
possesso del potere; la seconda è una parola chiara, radicale: Stalin dichiarò che i
borghesi sarebbero stati liquidati, sterminati, eliminati come classe e che i bolscevichi,
per fama, non si sarebbero fermati a vuote minacce.
Fu in questo periodo che i campi di lavoro divennero molto attivi, l'OGPU38
organizzava arresti di massa di coloro che venivano considerati come nemici dello Stato
sovietico. All'ingresso di ogni GULag si poteva leggere la scritta In URSS il lavoro è un
impegno d'onore, di audacia, di eroismo.
Il compito del cittadino sovietico era solo ed esclusivamente il lavoro, adesso
c'era Stalin che provvedeva a pensare e a organizzare ogni singolo anfratto della vita
dell'operaio o del contadino. E così Stalin agiva: negli anni '30 si completò la
statalizzazione della cultura39
, la religione fu letteralmente eliminata: ogni luogo di
culto fu distrutto o adibito ad altre funzioni.
2.1.3 Il Grande Terrore
Un ancor maggiore consolidamento del potere di Stalin avvenne con l'assassinio
del suo pupillo, Kirov40
, pretesto per l'inizio del periodo che gli storici chiamano
Grande Terrore, il quale vide la sua apice nel periodo dal 1936 al 1938. Il Grande
36 N. Starikov, 2013, p. 88
37 E. Ludwig, 2013
38 Gosudarstvennoe političeskoe upravlenie, direttorato politico dello Stato.
39 Piretto, 2001, pp. 105-109.
40 Secondo alcuni storici sarebbe stato Stalin stesso a organizzare l'assassinio di Kirov, ma questa teoria non
trova riscontri certi.
26
Terrore vide un'epurazione politica del Paese il cui oggetto non era più un singolo
gruppo sociale ma l'intera popolazione.
La propaganda, con l'aiuto della «Pravda»41
, tempestava i cittadini sovietici sul
pericolo che correva Stalin e la struttura statale, il nemico spesso si trovava all'interno
del partito. Con questo pretesto le massime cariche dello Stato tentarono di giustificare
le continue deportazioni nei GULag e le fucilazioni, invitando i propri cittadini a
denunciare chiunque fosse soltanto sospettato di tradire il regime.
Il periodo delle grandi purghe fu chiamato Ežovscina dal nome del capo
dell'NKVD Ežov, sostituito nel 1938 dal Berja, ponendo così fine al periodo del Grande
Terrore, ma non alle continue deportazioni e fucilazioni.
2.1.4 La Grande Guerra Patriottica
Al momento dell'inizio dell'operazione Barbarossa del 22 giugno 1941, Stalin
parlò di un’improvvisa aggressione hitleriana, avendo sperato fino all'ultimo di evitare il
confronto diretto con la Germania nazista e, a maggior ragione, l'invasione del territorio
sovietico.
Fu Sergej Micojan, stretto collaboratore di Stalin, a dichiarare che subito dopo
l'invasione il leader sovietico temesse la totale disfatta, nonostante i rassicuranti
radiomessaggi rivolti al popolo sovietico. Il leader si ritirò infatti nella sua dacia di
Kunčevo, a pochi chilometri a est di Mosca. Il radiomessaggio del 3 luglio 1941 fu
molto incoraggiante ma trapelava chiaramente la preoccupazione di Stalin, evidente
dalla voce tremante e dal continuo susseguirsi di pause per bere acqua. Nei mesi
successivi dall'inizio dell'invasione nazista accadde un evento singolare: dai giornali e
dai manifesti scomparvero le foto di Stalin. Egli non voleva in alcun modo essere
associato a questa guerra, non doveva essere vista come il conflitto di Stalin. In questi
mesi nei radiomessaggi non si manifestava il culto della personalità, ma un ritrovato
nazionalismo russo. Alla fine di luglio Stalin aveva recuperato un po' della sua antica
fiducia, ben presto minata dalla caduta della città di Kiev42
, ma di questo al popolo
41 Princiaple giornale sovietico.
42 Riasanovskij, 2003, p. 518.
27
sovietico non fu fatta parola, in quanto, durante l'invasione tedesca, le radio dovevano
essere consegnate alla polizia e i giornali dovevano pubblicare solo notizie ufficiali43
.
Il 30 settembre del 1941 i tedeschi avviarono una dura offensiva, tanto che la
capitale Mosca per poco non fu presa. Il mese successivo Leningrado venne accerchiata
e assediata. Il clima era molto delicato e contrassegnato da un forte pessimismo, ma nel
popolo russo si sviluppò una forte coscienza per cui non era possibile arrendersi o
disertare, in quanto ciò avrebbe comportato la morte. L'annuncio di Radio Mosca del 17
ottobre dichiarava che Stalin si trovava in città e ciò ebbe un'efficacia enorme sul
morale della popolazione moscovita. Tuttavia Stalin, tornato a Mosca quello stesso 17
ottobre, i giorni precedenti si era recato a Kinesma, sul Volga, in quanto tutto sembrava
perduto per la capitale. La vittoria difensiva dell'Armata Rossa, alle porte di Mosca,
mostrò ai sovietici che i tedeschi potevano effettivamente essere sconfitti. L'effetto sul
morale fu straordinario; il leader sovietico, cogliendo questa forte ondata di
patriottismo, il 7 novembre pronunciò un discorso a Mosca con i tedeschi a pochi
chilometri dalla città. Stalin spinse il suo popolo a combattere per la Patria44
, non più
per il potere o per lui stesso. In questo fu aiutato dal richiamo delle grandi figure del
passato, oltre al sempre presente, osannato Vladimir Ilic Lenin, non mancarono i
riferimenti ai condottieri Aleksandr Nevskij e Dmitrj Donskoj e all'imperatore Pietro il
Grande. Questa vittoria alle porte di Mosca suscitò in ogni russo un forte orgoglio
nazionale che lo aiutò ad affrontare gli stenti della guerra e di quel rigido inverno.
Ovunque risuonava lo slogan vse dlja fronta, vse dlja pobedy45
per incoraggiare
il popolo a superare la fame e il freddo. Il clima di ottimismo dopo la vittoria di Mosca
portò a credere che in un annetto la guerra sarebbe stata vinta, infatti il motto ufficiale
divenne la vittoria del '42. Ben presto questo slogan fu revocato in quanto il 1942 fu un
anno altrettanto terribile: l'offensiva tedesca era ripartita a sud lungo il Volga e ben
presto la città industriale di Stalingrado fu assediata. La battaglia di Stalingrado fu il
punto di svolta della guerra nazi-sovietica. I russi guardavano con speranza a questa
imminente battaglia, infatti la resistenza e la controffensiva russa furono tali che alla
fine del '42 il nemico tedesco fu ricacciato ad Ovest46
. Stalin, di cui nei mesi cupi
43 Piretto, 2001, p. 175.
44 Piretto, 2001, p. 181.
45Tutto per il fronte, tutto per la vittoria.
46 Riasanovskij, 2003, pp. 520-521.
28
dell'estate-autunno del '42 si era sentito parlare poco, si attribuì tutti i meriti della
vittoria definendosi genio militare.
Dopo la battaglia di Stalingrado i contadini e gli operai continuarono ad essere
sfruttati in nome del tutto per il fronte, tutto per la vittoria ma adesso sopportavano
queste condizioni con più leggerezza. Ciò che era cambiato era un rinnovato senso di
patriottismo, era stata la loro guerra, la Grande Guerra Patriottica47
.
2.1.5 Il dopoguerra
La vita sembrava più facile perché durante la guerra le persecuzioni e le
deportazioni della polizia segreta si erano ridotte al minimo. Vennero consegnate
medaglie al valore soprattutto ai soldati ma anche a industriali e alla popolazione civile,
la più alta onorificenza era il titolo di eroe dell'Unione Sovietica. L'adorazione per
Stalin dopo la guerra fu senza dubbio molto alta ma egli aveva dei rivali, in primis il
generale Žukov, ma anche Konev e Rokossovskij. Consapevole di questo Stalin fece il
possibile per identificarsi totalmente nell'esercito definendosi con il titolo di
Generalissimo (titolo non più usato dai tempi di Suvorov durante l'invasione
napoleonica). Poco dopo la fine della guerra il generale Žukov fu relegato a Odessa con
la modesta funzione di comandante regionale.
La sfera di influenza dell’URSS si estendeva ormai negli Stati di Finlandia,
Polonia, Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria, Ungheria. Il comunismo avanzava in
Europa e otteneva grande fama a Oriente.
Nell'estate del '45 a Mosca si susseguirono grandi festeggiamenti e parate; la più
famosa fu quella del 24 giugno a cui seguì un sontuosissimo banchetto. Il discorso che
Stalin pronunciò fu uno dei più nazionalisti ed in particolare egli accentuò il
nazionalismo russo, parlando dei russi come del popolo di maggior rilievo tra quelli
dell'Unione Sovietica. Questo esuberante nazionalismo continuò ancora per pochi mesi
dopo la fine della guerra, andando poi a scomparire a causa della campagna per il
ritorno alla normalità: il partito tornava ad avere la supremazia assoluta sull'esercito.
47 Risaliti, 2003, p. 45.
29
Le purghe staliniane, sospese durante il conflitto e nei primi anni del dopoguerra,
nel '48 ripresero fino all'anno della morte di Stalin. La purga più grave fu a Leningrado
per il suo atteggiamento indipendente e antimoscovita che Stalin aveva sempre
disprezzato. In primis furono colpiti gli ebrei, accusati di collaborazionismo con i
tedeschi e di essere borghesi.
Un tema su cui Stalin fondava la sua campagna propagandistica fu la cosiddetta
politica delle nazionalità per cui, secondo il leader sovietico, le condizioni dei popoli
dell'Asia annessi all'URSS erano di gran lunga migliorate dalla originaria arretratezza48
.
Queste popolazioni furono in generale sempre fedeli a Stalin e gli unici episodi di
rivolta erano legati a motivi religiosi. Dopo la guerra riprese l’economia, devastata
dall’occupazione e dagli ingenti sforzi per la produzione bellica necessaria alla vittoria.
Per favorire la ripresa economica Stalin introdusse una riforma monetaria per sopperire
alla perdita di valore del vecchio rublo. Ma la corsa agli armamenti non era finita: con la
guerra fredda l’URSS di preparò alla costruzione della bomba atomica e di armi
nucleari, così da tenere testa al rivale americano.
2.1.6 Stalin e la cultura: il realismo socialista
Il realismo socialista, o social-realismo, viene definito nello statuto dell’Unione
degli Scrittori sovietici il metodo fondamentale della letteratura e della critica
letteraria sovietiche; esige dall’artista una rappresentazione veridica, storicamente
concreta della realtà nel suo sviluppo rivoluzionario; inoltre deve contribuire alla
trasformazione ideologica e all’educazione dei lavoratori nello spirito del socialismo49
.
Furono Maksim Gorkij50
e Andrej Ždanov51
a intervenire al Congresso
proponendo un cambio radicale della letteratura che fino ad allora era stata ritenuta
borghese. Gli artisti dovevano interpretare il ruolo di inženery čelovečskich duš,
ingegneri di anime, termine coniato dallo scrittore sovietico Oleša52
e usato più volte da
Stalin. Le opere letterarie dovevano porre attenzione sul collettivo e descrivere la vita
48 Più avanti approfondiremo la campagna propagandistica dei manifesti rivolti all’Est sovietico.
49 I Congresso degli Scrittori Sovietici, 1934, resoconto stenografico
50 Scrittore sovietico, viene considerato il primo scrittore socialista nonché iniziatore del realismo socialista e
considerato un punto di riferimento per gli artisti. 51
Stretto collaboratore di Stalin, fu presidente dell’Agitprop e del Soviet Supremo. 52
Serov, (s.d.).
30
socialista basandosi sulla dottrina marxista-leninista. Il realismo socialista parte, quindi,
dalla letteratura per poi estendersi alle altre arti, tra cui il cinema.
Dopo la guerra Ždanov, diventato membro del Politbjuro, esercitò un rigido
controllo delle arti53
scagliandosi contro lo scrittore satirico Michail Zoščenko54
e
contro la poetessa Anna Achmatova55
.
Esaminiamo adesso due casi singolari. Il primo fu quello di Vladimir
Majakovskij56
: sebbene il genere del realismo socialista per eccellenza fosse il romanzo,
Majakovskij si presentò come poeta della rivoluzione, entusiasta dell’utopia comunista,
scrisse anche un’ode a Lenin in occasione della sua morte. Tuttavia il poeta nella
celebre poesia A piena voce sembra pentito dell’aver rinnegato la sua natura di poeta per
la causa proletaria:
[…] A me/ l’agitprop/è venuto a noia./ Vergare/ romanze per voi/ sarebbe stato/
più lucroso/ e più seducente./ Ma io/ dominavo/ me stesso, schiacciando/ la gola/ della
mia propria canzone.[…]57
Majakovskij morì pochi anni dopo, suicida58
.
Il secondo caso fu quello di Michail Bulgakov59
. Il romanziere assunse
immediatamente una posizione estranea alla rivoluzione, rimpiangendo ne La Guardia
Bianca una Russia pre-rivoluzionaria e dipingendo ne Il Maestro e Margherita la
censura sovietica come una terribile piovra che turba i sogni del protagonista60
. Nel
1930, Bulgakov temeva per la sua vita, consapevole del fatto che le sue opere non erano
gradite al regime e dopo aver assistito al funerale di Majakovskij indirizzò una lettera al
Governo dell’URSS in cui denunciava l’accanimento della stampa sovietica nei suoi
confronti. Lo scrittore ricevette pochi giorni dopo una chiamata da Stalin in persona, il
quale gli assegnò un posto come aiuto regista al Teatro dell’Arte a Mosca61
. Tuttavia a
Bulgakov non fu più permesso di pubblicare alcuna opera e all’inizio del ’30 brucerà
53 Riasanovskij, 2003, p. 533.
54 Z., dopo la pubblicazione del racconto La storia di una scimmia viene definito dallo stesso Ždanov
calunniatore della vita sovietica, nonostante Gor’kij avesse apprezzato la sua prima raccolta I Racconti di Nazar
Il’ič Sinebrjuchov. 55
A., dopo essere stata il simbolo della resistenza di Leningrado durante la guerra, viene isolata e le viene
impedita la pubblicazione delle sue opere. 56
Piretto, 2001, pp. 83-34. 57
Majakovskij, 2000 58
M. fu trovato nel suo appartamento morto a causa di un colpo di pistola al cuore. 59
Piretto, 2001, p. 119. 60
Mi sembrava, soprattutto quando stavo per addormentarmi, che una piovra agilissima e gelida avvicinasse
furtivamente i suoi tentacoli al mio cuore nudo, senza sbagliare un colpo. Dovetti dormire con la luce accesa.
Bulgakov, 2014. 61
Polese, 2012.
31
alcuni dei suoi romanzi. Il fatto singolare è che lo scrittore fu tenuto in vita nonostante il
suo dissenso con l’ideologia del regime ma reso, tuttavia, innocuo. Potremmo ipotizzare
che Stalin ammirasse Bulgakov e le sue opere, ma certamente non le ritenne conformi al
social-realismo.
2.1.7 Gli ultimi anni del regime staliniano
La situazione in URSS e nelle Repubbliche popolari filo-sovietiche era tragica: i
kolchoziani morivano di fame, questo perché si decise di non investire nella tecnologia
agricola in favore dell’industria bellica. Nonostante ciò al XIX congresso del PCUS
Malenkov, principale relatore e personaggio molto vicino a Stalin, annunciò che in
URSS il problema della carestia e della scarsa produzione di cereali era stato di gran
lunga risolto. Un altro problema che persisteva e che dopo la guerra si era ulteriormente
aggravato era il problema degli alloggi. Dopo la morte di Stalin, infatti, fu avviata una
massiccia costruzione di appartamenti.
Fu incentivata l’adesione al partito, soprattutto tra i membri dell’esercito. Il
partito consolidava sempre più la propria influenza controllando il comportamento
morale degli iscritti e incentivando la denuncia dei cosiddetti comportamenti immorali.
I tratti caratteristici dell’ultimo periodo staliniano divennero l’ipocrisia e la bigotteria. Il
terrore continuava a incombere sul popolo sovietico, su ogni strato sociale.
Tuttavia il popolo stremato, non si entusiasmava più per la costruzione del nuovo
Stato socialista, indi per cui l’oggetto principale della propaganda sovietica fu la Guerra
Fredda e un ipotetico attacco che si andava preparando delle potenze imperialiste
all’URSS. Stalin continuava in parte a sfruttare quel sentimento patriottico sviluppatosi
nel popolo sovietico durante la guerra. L’homo sovieticus doveva rassegnarsi ed
accettare le sue difficili condizioni di vita.
Il 28 giugno del 1946 fu pubblicato un nuovo organo di stampa del partito edito
dall’Agit-Prop, con il nome di «Kul’tura i zizn’»: si scatenò una campagna contro
qualsivoglia deviazione ideologica. Particolarmente severo si dimostrò il controllo sulla
letteratura e sulla storia. Per molti anni il tema della vittoria della Grande Guerra
patriottica diventò il tema centrale della letteratura.
La campagna ideologica fu diretta dal 1946 al 1948 da Ždanov e
successivamente da Suslov, membri del Comitato Centrale. Ždanov, dopo la guerra e
32
fino alla sua morte nel ’48, fu l’uomo di fiducia di Stalin, nonché il principale
organizzatore della cultura, al quale egli affidava i compiti più importanti. Dopo la sua
morte spiccò la figura di Malenkov, uno dei più attivi membri del partito.
All’inizio degli anni ’50 Stalin soffriva di emorragie cerebrali che lo portarono a
sempre più frequenti manie di sospetto62
. Nella sua mente si figurava l’idea di operare
un cambio di guardia. Al posto del Politbjuro e dell’Orgbjuro si istituì un Presidium del
CC. Stalin stava preparando una grandiosa purga, ma prima ne ordinò una preliminare
negli Stati satelliti, in cui tutti i dirigenti comunisti furono processati con l’accusa di
essere troppo indipendenti63
.
L’antisemitismo si stava diffondendo, tantoché negli ultimi anni prima della
morte di Stalin ci fu l’indagine per il “complotto dei medici”. Illustri dottori di origine
ebraica esercitanti al Cremlino vennero arrestati. Ormai il popolo si preparava ad una
nuova ondata di Grande Terrore.
Il 5 marzo del 1953 Iosif Vissarionovič Džugašvili detto Stalin fu colpito da
un’emorragia cerebrale e morì. A lungo gli storici si sono interrogati se si trattasse di
omicidio ma l’ipotesi più probabile è che il leader sovietico sia morto di morte naturale.
Il feretro fu esposto nella Casa dei Sindacati a Mosca, dal 6 al 9 marzo fu
decretato il lutto e in migliaia sfilarono davanti alla salma. Morì con gli appellativi di
Guida e Maestro dei lavoratori di tutto il mondo, Padre dei popoli, saggia e sagace
Guida del popolo sovietico, il massimo Genio di tutti i tempi e di tutti i popoli, massimo
Condottiero di tutti i tempi e di tutti i popoli, Corifeo della scienza, fedele Compagno
d’armi di Lenin, fedele Continuatore dell’opera di Lenin, odierno Lenin.
62 Riasanovskij, 2003, pp. 538-539.
63 Tra i leader dei partiti degli Stati satelliti fu condannato Władysław Gomułka, segretario del Partito Operaio
Unificato Polacco.
33
2.2 La propaganda stalinista in Polonia nel dopoguerra
Dopo il secondo conflitto mondiale si verificarono eventi – li
analizzeremo nel capitolo successivo - che portarono la Polonia a
diventare uno Stato satellite dell'Unione Sovietica. Per questo motivo
lo Stato polacco non fu esente da una campagna propagandistica in
favore dell'URSS capeggiata da Stalin e del partito che questa
sosteneva: Polska Zjednoczona Partia Robotnicza, ovvero il Partito
Operaio Unificato Polacco.
Qui a lato abbiamo un esempio della campagna propagandistica
basata sui manifesti64
.
2.2.1 La Repubblica Popolare di Polonia
Nel 1945, dopo la conferenza di Jalta e gli accordi di Potsdam, i confini della
Polonia subirono rilevanti cambiamenti. Le zone a est della linea Oder-Neisse,
precedentemente tedesche, con il consenso dei sovietici furono annesse dalla Polonia,
mentre l'URSS annetté i territori una volta polacchi della zona di Kresy. Questo
spostamento di confini fu oggetto di una grande campagna propagandistica che vedeva
l’URSS come generosa liberatrice dei territori polacchi.
In generale, in Polonia vi era un evidente dissenso nei confronti dei vicini
sovietici. Dissenso dovuto alle vicende avvenute durante la guerra bolscevico-polacca e
a quelle della Seconda Guerra Mondiale tra i due Paesi. L'URSS cercò in ogni modo di
placare il crescente dissenso tra le file polacche ricorrendo, laddove la propaganda non
era sufficiente, all'uso della forza contro la resistenza anti-comunista.
Intanto, a Lublino, il Comitato Internazionale di Liberazione formò il nuovo
governo provvisorio in cui i comunisti polacchi occupavano ruoli di spicco. Per quanto
riguarda i partiti, erano quelli filo-sovietici a detenere la maggior parte del potere, in
particolare il Partito Operaio Polacco (Polska Partia Robotnicza) diretto da Władysław
Gomułka e da Bolesław Bierut.
64 http://ipn.gov.pl/obep-wroclaw/wystawy/wystawy/propaganda-komunistyczna-w-plakacie
Il vessillo di Stalin è in mani forti e sicure
Figura 1
34
Nonostante le promesse di Stalin ai polacchi di libere elezioni, nel 1946 il
referendum "dei tre sì" (le domande riguardavano l'abolizione del senato, la riforma
agraria e la nazionalizzazione delle industrie) venne pilotato e i risultati, palesemente
contrari ai comunisti, vennero falsificati. L'economia iniziò così ad essere
nazionalizzata e i comunisti ottennero gradualmente il potere. Molti degli avversari del
partito furono costretti a lasciare il Paese e alcuni furono condannati a morte.
Fu dal 1948 che la Polonia divenne de facto uno Stato satellite dell'URSS a
partito unico. Dopo le elezioni pilotate del 1947 il Partito Operaio Polacco, diventato
Partito Operaio Unificato Polacco65
aveva ottenuto 417 su 434 seggi.
2.2.2 Bolesław Bierut, lo Stalin polacco
Dopo l'estromissione di Gomułka nel 1948, il potere si concentrò nelle mani di
Bolesław Bierut66
, definito lo Stalin polacco da Dellacasa, 1977, pp. 639. Il leader del
partito era "assistito" sempre da consiglieri sovietici, infiltrati nell'apparato governativo
e militare del Paese. Il sistema economico polacco si orientò verso quello sovietico
promuovendo nel 1950 il piano dei sei anni, sulla base dell'economia pianificata
sovietica. Negli stessi anni il governo polacco programmò e attuò la riforma della
scuola, accolta generalmente con favore, in quanto offriva un'istruzione di base gratuita
oltre all'apertura di nuove università. Tuttavia l'insegnamento era orientato verso i
canoni marxisti e ben controllato.
Nel periodo di Bierut l'unica corrente artistica accettata era il realismo socialista,
le altre opere erano sottoposte a una rigida censura.
La Costituzione del 1952 decretò che la Polonia era ufficialmente una
Repubblica popolare in cui la carica di presidente fu abolita e i poteri si concentrarono
nelle mani del Primo Segretario del partito Bierut. Nonostante il latente scontento, una
buona parte del popolo polacco accettò il nuovo regime, desiderando la restaurazione di
una vita normale. Non mancarono, tuttavia, i casi di resistenza e di aperto dissenso che
si intensificarono durante la campagna anti-cattolica.
Dopo la morte di Stalin, si cercò di mantenere la situazione politico-economica
invariata, dichiarando che il vessillo di Stalin è in mani forti e sicure.
65 Fowkes, 2000, p. 161.
66 Fowkes, 2000, p. 160.
35
3 Esempi di propaganda
3.1 Le Polskie Kroniki Filmowe, la morte di Stalin
Le Polskie Kroniki Filmowe sono cinegiornali mandati in onda nei cinema prima
dell'inizio dei film nel periodo che va dal 1944 fino al 1995, anno della definitiva
cancellazione. Le cronache, usate come fondamentale mezzo propagandistico, avevano
lo scopo di presentare il Partito Operaio Unificato Polacco e l'Unione Sovietica come la
migliore opportunità per la Polonia.
Le cronache, inaugurate nel periodo stalinista alla fine della Seconda Guerra
Mondiale, avevano come oggetto il culto della personalità del leader sovietico e, al
momento della sua morte, questo stesso culto fu innalzato fino alla divinizzazione.
Propongo un esempio di due episodi delle Kroniki che hanno come oggetto la morte di
Stalin e che mostrano come la grande attività propagandistica del leader sovietico,
continui anche dopo la sua dipartita.
3.1.1 Polskie kroniki filmowe, 11 - 12, 1953
Śmierć Stalina
Był naszym nauczycielem, najlepszym i najmądrzejszym z przyjaciół. Całe swe
życie poświęcił sprawie wyzwolenia klasy robotniczej i wszystkich ludzi pracy.
Miliony ludzi Związku Rad i Krajów idących drogą socjalizmu, tworzą świat
nowy, niosąc w sercach i na ustach imię Stalina.
Przez trzydzieści pięć lat codziennie rano przechodził przez dziedziniec Starego
Kremla. Wraz z Leninem zbudował pierwsze na świecie państwo robotników i
chłopów.
Towarzysz Stalin: niezrównani organizator partii i genialny teoretyk marksizmu i
leninizmu. Pod jego wodzą zacofany dawniej kraj stał się potężnym przemysłowo-
kołchozowym mocarstwem. Wychował niezłomne pokolenia ludzi radzieckich,
budowniczych nowego życia.
36
Wielki Stalin: nauczyciel, wódz, ojciec, Stalin kontynuator wiekopomnego
dzieła Lenina.
Moskwa, miasto Stalina, nadzieja świata. W ojczyźnie Stalina urzeczywistnia się
odwieczne ludzkie marzenie o pokoju i szczęściu: Stalin prowadzi narody radzieckie do
komunizmu, Stalin kazał rzekom zawrócić w biegu i zamienił pustynie w urodzajne
pola. Stalin zatrzymał niszczycielskie wiatry i przeobraził krajobraz ziemi.
Stalin to jutro ludzkości.
Stalin to imię epoki.
Dzięki Stalinowi rozkwitła ziemia i rozkwitł człowiek. Ojczyzna Stalina jest
krajem braterstwa i przyjaźni, Stalin zespolił w jednej zgodnej rodzinie wszystkie
narody Związku Radzieckiego.
Jego troska o człowieka była wzruszająca i prosta, jak prosty i skromny był
Stalin. Jego orle oczy patrzyły daleko w przyszłość.
Stalin twórca potęgi radzieckich sił zbrojnych. Pod wodzą Stalina Armia
Radziecka wybawiła narody Europy i Azji od groźby faszystowskiej niewoli.
Drogi, niezapomniany głos Stalina zapowiadał godzinę wolności.
Stalinowi naród nasz zawdzięcza wyzwolenie z hitlerowskiego jarzma,
odzyskanie prastarych ziem polskich, utrwalenie niepodległości.
Nie ma na świecie takich sił, które mogły by powstrzymać marsz społeczeństwa
radzieckiego naprzód ku komunizmowi.
Dzieło Stalina jest nieśmiertelne.
Ukochany przez wszystkich prostych ludzi na świecie obrońca pokoju. Wielki
Stalin.
Piątego marca o godzinie 09:50 wieczorem przestało bić serce Józefa
Wissarionowicza Stalina. Tragiczna wieść odkryła ciężką żałobą cało ludzkość. Wraz z
narodami Związku Radzieckiego głęboko i boleśnie przeżywa ten wielki cios naród
polski.
Polska klasa robotnicza składa hołd świetlanej pamięci wielkiego wyzwoliciela
naszej ziemi. W tej ciężkiej chwili załoga Żerania z największą mocą odczuwa
serdeczną i nierozerwalną więź narodu polskiego z wielkim krajem radzieckim. W tej
ciężkiej chwili głębiej niż kiedykolwiek odczuwamy niezwyciężoną siłę i zwartość
światowego obozu pokoju, którego natchnieniem był, jest i będzie Józef Stalin.
Dla chłopów z gromady Teresin imię Stalina wiąże się z budową lepszego życia
wsi polskiej.
37
Ból targa sercem robotników czerwonej Łodzi.
Ból targa sercem kobiet polskich.
Naród polski chyli czoła przed nieśmiertelnym wodzem ludu pracującego całego
świata.
Lublin, jedno z pierwszych miast Polski, który wyzwolił Stalin. Spowity kirem
żałoby stary Kraków. Mocniejsza niż kiedykolwiek jest nasza spójnia ideowa i
braterstwo w walce o pokój, wolność narodów i socjalizm, której wzór daje nam wielka
bohaterska partia Lenina i Stalina.
Wielki ludowy ból jednoczy nasze szeregi. Załoga Chrzanowskiej Fabryki
Wagonów czcić będzie pamięć wielkiego Stalina, podwajają wysiłki w walce o plan
sześcioletni.
Przedstawiciele ludu pracującego stolicy, oddając najgłębszy hołd pamięci
wodza i nauczyciela, ślą stalinowskiemu kierownictwu bohaterskiej partii Lenina i
Stalina wyrazy miłości i bezgranicznego zaufania.
Klasy pracujące Śląska wiedzą, że swoje wyzwolenie z jarzma kapitalistów,
olbrzymie osiągnięcia w budowie nowego życia, zawdzięczają Stalinowi, wielkiemu
przyjacielowi naszego narodu. Górnicy Katowic nadają swojemu miastu najdumniejsze
z imion, imię Stalina.
Do Moskwy udaje się delegacja narodu polskiego, na jej czele Bolesław Bierut.
Z całego kraju zwracają się delegacje do ambasady Związku Radzieckiego z
wyrazami czci dla nieśmiertelnego Stalina. Imię Stalina nosić będzie Pałac Kultury i
Nauki, dar Związku Radzieckiego dla stolicy Polski.
Umilkł dziś plac budowy.
"Przyjaciele radzieccy, wasz ból jest naszym bólem".
Dziewiąty marca godzina 10:00.
Lud Warszawy żegna bliskiego, bezgranicznie drogiego Stalina.
Przemawia towarzysz Józef Cyrankiewicz:
"Bracia Polacy, dziś, w dniu wielkiej żałoby, gdy pełne bólu serca, setek
milionów ludzi na całym świecie żegnają wielkiego Stalina, lud Warszawy, dając wyraz
swoim uczuciom, manifestuje zdecydowaną wolę całego narodu polskiego, aby
nieśmiertelne i fundamentalne zdobycie ludzkości i zdobycie naszego narodu, które
przyniosła nam epoka stalinowska, aby dzieło wielkiego Stalina w sercach, umysłach i
czynach naszych, w czynach milionów Polaków ponieść dalej drogą, którą wytyczył
nam Stalin".
38
Przemawia towarzysz Franciszek Jóźwiak:
"Towarzysze! Skupieni wokół naszej partii, wokół rządu ludowego, wokół
wiernego ucznia Stalina towarzysza Bolesława Bieruta, my, członkowie Polskiej
Zjednoczonej Partii Robotniczej i każdy komu droga jest sprawa budownictwa
socjalizmu i walki o pokój, ślubujemy, że na wieczne czasy zachowamy w pamięci
nieśmiertelnego Stalina, wiecznie żywa i głęboka będzie nasza miłość do wielkiego
przyjaciela narodu polskiego, wszystkie swe siły, wszystkie swe zdolności, wszystkie
swe myśli i uczucia poświęcimy w walce o całkowite zwycięstwo wielkiej idei Marksa,
Engelsa, Lenina, Stalina. Sprawa Stalin jest nieśmiertelną. Sprawa Stalina zwycięży".
Żegnaliśmy go wszyscy: robotnicy, chłopy, żołnierze. Manifestacja poważna i
surowa. Bojowy przegląd sił narodu, który wie, co ukochał i do czego zmierza.
Pójdziemy naprzód, jak uczył nas Stalin, będziemy zjednoczeni i wytrwali, będziemy
czujni.
Bohaterska Warszawa ślubuje wierność sztandarowi Stalina: strzec będziemy jak
źrenicy oka zdobyczy ludu pracującego i granic naszego kraju, umacniać i pogłębiać
będziemy braterską, wieczystą przyjaźni narodu polskiego z narodami Związku
Radzieckiego. Zacieśnimy więzy braterstwa z pięciusetmilionowym narodem
wyzwolonych Chin, z krajami demokracji ludowej, z potężną armią bojowników pokoju
na wszystkich kontynentach.
"Towarzyszu Stalin, żyje i zwycięża Twoje dzieło, prowadzi nas Twoja nauka,
prowadzi nas Twoja partia".
Przodujący robotnicy, chłopi, inżynierowie zobowiązali się pracować lepiej i
wydajnej. Najlepsi z nich zgłosili się do szeregów Polskiej Zjednoczonej Partii
Robotniczej. Jutro rozpocznie się nowy dzień trudu i walki o całkowite zwycięstwo
nieśmiertelnej idei Stalina. Jeszcze żarliwsza będzie nasza codzienna praca, jeszcze
mocniejsza walka o pokój, jeszcze głębsza miłość ojczyzny, jeszcze twardszy będzie
nasz krok ku dalszym zwycięstwom pod kierownictwem Polskiej Zjednoczonej Partii
Robotniczej i wiernego ucznia Stalina Bolesława Bieruta.
Idea Stalina jest nieśmiertelna, sztandar Stalina znajduje się w mocnych i
pewnych rękach67
.
67 Polska Kronika Filmowa , 2013 [trascrizione a mia cura – G.G.]
39
3.1.2 Cinegiornali polacchi, 11 – 12, 1953
La morte di Stalin
Lui era il nostro maestro, tra gli amici il migliore e il più saggio. Egli ha
consacrato tutta la sua vita alla causa della liberazione della classe operaia e di tutti i
lavoratori.
Milioni di persone nell'Unione Sovietica e nei Paesi che percorrono il cammino
del socialismo costruiscono un nuovo mondo, portando nei loro cuori e declamando il
nome di Stalin.
Per trentacinque anni ogni mattina attraversava i cortili del Vecchio Cremlino.
Insieme a Lenin ha costruito il primo Stato degli operai e dei contadini al mondo.
Il compagno Stalin: impareggiabile organizzatore del partito e geniale teorico del
marxismo-leninismo. Sotto la sua guida un Paese prima arretrato è diventato una forte
potenza industriale e collettivizzata. Ha educato inflessibili generazioni sovietiche,
costruttrici della nuova vita.
Il grande Stalin: maestro, guida, padre, Stalin continuatore della memorabile
causa di Lenin.
Mosca, la città di Stalin, la speranza del mondo. Nella patria di Stalin si avverano
gli eterni sogni degli uomini di pace e di felicità: Stalin guida i popoli sovietici verso il
comunismo, Stalin ha ordinato ai fiumi di rientrare nel loro corso e ha trasformato i
deserti in campi coltivati. Stalin ha fermato i venti burrascosi e cambiato totalmente il
paesaggio.
Stalin è il domani dell'umanità.
Stalin è il nome dell'epoca.
Grazie a Stalin è rifiorita la terra ed è rifiorito l'uomo. La patria di Stalin è il
Paese dell'amicizia e della fratellanza, Stalin ha riunito in un'unica, conciliante famiglia
tutti i popoli dell'Unione Sovietica.
Le sue premure per l'uomo erano toccanti e semplici, così come semplice e
sincero era Stalin. I suoi occhi d'aquila osservavano lontano nel futuro.
Stalin è stato il creatore della potenza delle forze armate sovietiche. Sotto la
guida di Stalin l'Armata Sovietica ha liberato i popoli dell'Europa e dell'Asia dalla
minaccia della prigionia fascista.
40
Carissimi, l'indimenticabile voce di Stalin ha annunciato l'ora della libertà.
Il nostro popolo deve a Stalin la liberazione dal giogo hitleriano, il recupero di
antiche terre polacche, il consolidamento dell'indipendenza.
Non vi è al mondo alcuna forza che possa fermare la marcia della società
socialista verso il comunismo.
La causa di Stalin è immortale.
Amato da tutte le persone semplici del mondo, difensore della pace. Il grande
Stalin.
Il 5 marzo alle 21:50 il cuore di Iosif Vissarionovič Stalin ha smesso di battere.
La tragica notizia ha portato un grave lutto a tutta l'umanità. Profondamente e
dolorosamente, insieme a tutti i popoli dell'Unione Sovietica, il popolo polacco vive
questo grande colpo.
La classe operaia polacca rende omaggio al radioso ricordo del grande liberatore
della nostra terra. In questo triste momento, i lavoratori di Żerań esprimono pienamente
il sincero e indissolubile affetto del popolo polacco per il grande Stato sovietico. In
questo triste momento sentiamo più profondamente che mai l'invincibile forza e la
compattezza del fronte della pace mondiale, la cui ispirazione è stata, è e sarà Iosif
Stalin.
Per i contadini del gruppo di Teresin il nome di Stalin significa la costruzione di
una vita migliore per la campagna polacca.
Il dolore colpisce il cuore degli operai della rossa Łódź.
Il dolore colpisce il cuore delle donne polacche.
Il popolo polacco rende omaggio all'immortale guida dei lavoratori di tutto il
mondo.
Lublino, una delle prime città della Polonia ad essere liberata da Stalin. L'antica
Cracovia, avvolta in un velo di lutto. Più forte che mai è il nostro legame ideologico e la
fratellanza nella lotta per la pace, la libertà dei popoli e il socialismo e il grande, eroico
partito di Lenin e di Stalin ne dà l'esempio.
Questo grande dolore popolare unisce i nostri ranghi. I lavoratori della fabbrica
di vagoni di Chrzanów onoreranno la memoria del grande Stalin, raddoppiando gli
sforzi nella lotta per il piano dei sei anni.
I rappresentanti dei lavoratori della capitale, rendendo il più sincero omaggio alla
nostra guida e maestro, mandano alla direzione staliniana dell'eroico partito di Lenin e
Stalin parole d'amore e di infinita fiducia.
41
Le classi operaie delle Slesia sanno che la loro liberazione dal giogo capitalista,
lo strepitoso successo nella costruzione di una nuova vita, lo devono a Stalin, il grande
amico del nostro popolo. I minatori di Katowice conferiscono alla città il più fiero dei
nomi, il nome di Stalin.
Una delegazione del popolo polacco si è diretta a Mosca, in testa c'è Bolesław
Bierut.
Delegazioni da tutto il Paese si rivolgono all'ambasciata dell'Unione Sovietica
con parole di riverenza per l'immortale Stalin. Il Palazzo della Cultura e della Scienza
porterà il nome di Stalin, dono dell'Unione Sovietica alla capitale della Polonia.
Oggi è caduto il silenzio sul cantiere.
"Amici sovietici, condividiamo il vostro dolore".
Nove marzo, ore 10:00.
Il popolo di Varsavia saluta il caro, infinitamente amato Stalin.
Parla il compagno Józef Cyrankiewicz:
"Fratelli polacchi, oggi, nel giorno del grande lutto, mentre i cuori pieni di dolore
di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo salutano il grande Stalin, il popolo di
Varsavia, esprimendo i propri sentimenti, manifesta la decisa volontà di tutto il popolo
polacco di sostenere le immortali e fondamentali conquiste dell'umanità e le conquiste
del nostro popolo portate dall'epoca staliniana, di far vivere l'opera del grande Stalin nei
nostri cuori, nei nostri pensieri, nelle nostre gesta, nelle gesta di milioni di polacchi, di
mantenere ancora la strada che ci ha tracciato Stalin".
Parla il compagno Franciszek Jóźwiak:
"Compagni! Riuniti intorno al nostro partito, intorno al governo popolare,
intorno al fedele insegnamento di Stalin, del compagno Bolesław Bierut, noi, uomini del
Partito Operaio Unificato Polacco, ogni uomo a cui è cara la questione della costruzione
del socialismo e della lotta per la pace, giuriamo di serbare per l'eternità il ricordo
dell'immortale Stalin, sempre profondo e vivo sarà il nostro amore per il grande amico
del popolo polacco, tutte le sue forze, tutte le sue capacità, tutte le sue idee e i
sentimenti li consacriamo alla lotta per la decisiva vittoria del grande ideale di Marx,
Engels, Lenin e Stalin. La causa di Stalin è immortale. La causa di Stalin trionferà".
Tutti noi abbiamo dato l'ultimo saluto: operai, contadini, soldati. Una
manifestazione seria e severa. Le forze armate della Nazione, che sanno chi seguire e
quale strada percorrere. Andiamo avanti, come ci ha insegnato Stalin, restiamo uniti e
tenaci, restiamo vigili.
42
L'eroica Varsavia giura fedeltà al vessillo di Stalin: sorveglieremo, come pupille
degli occhi, i successi dei lavoratori e i confini del nostro Paese.
Rafforzeremo e rinsalderemo la fratellanza, la perpetua amicizia della Nazione
polacca con i popoli dell'Unione Sovietica. Rafforzeremo i vincoli di fratellanza con i
500 milioni di persone della liberata Cina, con le democrazie popolari, con il potente
esercito dei combattenti per la pace di tutti i continenti.
"Compagno Stalin, la Tua causa vive e vince, che il Tuo insegnamento ci guidi,
che il Tuo partito ci guidi".
Alacri operai, contadini, ingegneri si sono impegnati a lavorare al meglio e al
massimo dell'efficienza. I migliori di loro si sono presentati tra le file del Partito
Operaio Unificato Polacco. Domani inizia un nuovo giorno di lavoro e di lotta per la
decisiva vittoria dell'immortale dottrina di Stalin. Ancor più fervente sarà il nostro
lavoro giornaliero, ancor più forte sarà la lotta per la pace, ancor più profondo l'amore
per la Patria, ancor più deciso sarà il nostro passo verso ulteriori vittorie sotto la guida
del Partito Operaio Unificato Polacco e del fedele discepolo di Stalin, Bolesław Bierut.
L'ideale di Stalin è immortale, il vessillo di Stalin si trova in mani forti e sicure.68
68 [Traduzione a mia cura – G.G.]
43
3.2 L’annuncio della «Pravda» della morte di Stalin
Figura 2
44
L’immagine69
mostra la prima pagine della «Komsomol’skaja Pravda» che
annuncia la morte di Iosif Vissarionovič Stalin. Nel testo il nome di Stalin viene
riportato in caratteri maiuscoli per esaltare ancora una volta il culto della personalità del
leader sovietico. Qui di seguito riportiamo la traduzione.
3.2.1 L’annuncio della morte di Stalin, «Pravda» n° 55, 6 marzo 1953
Pravda, n° 55, 6 marzo 1953
Il 5 marzo alle 21:50 dopo una grave malattia è venuto a mancare il Presidente
del Consiglio dei Ministri dell'URSS e Segretario del Comitato Centrale del Partito
Comunista dell'Unione Sovietica Iosif Vissarionovič STALIN.
L'immortale nome di STALIN vivrà per sempre nei cuori del popolo sovietico e
di tutta l'umanità progressista.
DAL COMITATO CENTRALE DEL PARTITO COMUNISTA
DELL'UNIONE SOVIETICA, DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI DELL'URSS E
DALLA PRESIDENZA DEL SOVIET SUPREMO DELL'URSS
A tutti gli iscritti del partito, a tutti i lavoratori del'Unione Sovietica
Cari compagni e amici!
Il Comitato Centrale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, il Consiglio
dei Ministri e la Presidenza del Soviet Supremo con profondo dolore annunciano al
partito e a tutti i lavoratori dell'Unione Sovietica che il 5 marzo alle 21:50, dopo una
grave malattia è venuto a mancare il Presidente del Consiglio dei Ministri dell'URSS e
Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica Iosif
Vissarionovič Stalin.
Ha smesso di battere il cuore del compagno di lotta e geniale sostenitore della
causa di Lenin, saggia guida e maestro del Partito Comunista e del popolo sovietico
Iosif Vissarionovič STALIN.
69 «Komsomol’skaja Pravda», n° 55, 6 marzo 1953
http://www.museumzarechny.ru/images/фонды/газеты/031.jpg
45
Il nome di STALIN è infinitamente caro al nostro partito, al popolo sovietico, ai
lavoratori di tutto il mondo. Insieme a Lenin, il compagno STALIN ha fondato il
potentissimo partito dei comunisti, lo ha formato e lo ha temprato; insieme a Lenin il
compagno STALIN è stato ispiratore e guida della Grande Rivoluzione socialista di
Ottobre, fondatore del primo Stato socialista al mondo. Proseguendo l'immortale causa
di Lenin, il compagno STALIN ha condotto il popolo sovietico alla vittoria storica e
universale del socialismo nel nostro Paese. Il compagno STALIN ha condotto il nostro
Paese alla vittoria contro il fascismo nella Seconda Guerra Mondiale cambiando
drasticamente la situazione internazionale. Il compagno STALIN ha armato il partito e
tutto il popolo per la grande e splendente costruzione programmata del comunismo
nell'URSS.
La morte del compagno STALIN, il quale ha dato tutta la sua vita al servizio
della grande causa del comunismo, è una grave perdita per il partito, per i lavoratori
dello Stato sovietico e per tutto il mondo.
La notizia della morte del compagno STALIN con profondo dolore si ripercuote
nei cuori degli operai, dei kolchoziani, degli intellettuali, di tutti i lavoratori della nostra
Patria, nei cuori dei soldati della nostra valorosa armata e della flotta militare, nei cuori
di milioni di lavoratori in tutti i paesi del mondo.
In questi giorni funesti tutti i popoli del nostro Paese si sentono ancor più uniti in
una grande famiglia fraterna sotto la sicura guida del Partito Comunista creato e formato
da Lenin e Stalin.
Il popolo sovietico nutre un'incontrastata fiducia ed è pieno di fervido amore per
il suo caro Partito Comunista poiché sa che il principio supremo di tutte le attività del
partito è quello di seguire gli interessi del popolo.
Operai, kolchoziani, intellettuali sovietici, tutti i lavoratori del nostro Paese
immancabilmente seguono la politica, formatrice del nostro partito, responsabile degli
interessi vitali dei lavoratori, volta all'ulteriore rafforzamento del potere della nostra
Patria socialista. La legittimità della politica del Partito Comunista è comprovata da
decenni di lotta, essa ha portato i lavoratori dello Stato sovietico alle storiche vittorie del
socialismo. Gli ispiratori di questa politica del popolo dell'Unione Sovietica sotto la
guida del partito vanno avanti con sicurezza verso nuovi successi nella costruzione
comunista del nostro Paese.
I lavoratori della nostra Nazione sanno che un ulteriore miglioramento del
benessere materiale di tutti i ceti della popolazioni, degli operai, dei kolchoziani, degli
46
intellettuali e la massima soddisfazione delle necessità materiali e culturali di tutta la
società sono sempre stati e sono oggetto delle speciali attenzioni del partito comunista e
del Governo sovietico.
Il popolo sovietico sa che la capacità difensiva e la potenza dello Stato sovietico
crescono e diventano più forti, che il partito in ogni modo rafforza l'Armata Sovietica, la
flotta militare e i servizi segreti per essere costantemente pronto ad una schiacciante
resistenza a qualsiasi aggressore.
La politica estera del Partito Comunista e del governo dell'Unione Sovietica è ed
è stata un'incrollabile politica di conservazione e di consolidamento della pace, di lotta
contro la preparazione e lo scatenamento di una nuova guerra, di politica di
cooperazione internazionale e di sviluppo dei rapporti commerciali con tutti i paesi.
I popoli dell' Unione Sovietica, fedeli sostenitori dell'internazionalismo
proletario, rafforzano e sviluppano una fraterna amicizia con il grande popolo cinese,
con i lavoratori di tutte le democrazie popolari, rapporti amichevoli con i lavoratori
degli Stati capitalisti colonizzati, che collaborano con la causa della pace, della
democrazia e del socialismo.
Cari compagni e amici!
La grande guida, la forza dirigente del popolo sovietico nella lotta per
l'eternamente duraturo comunismo è il nostro Partito Comunista. L'unione d'acciaio e la
monolitica coesione delle file del partito sono le condizioni principali della sua forza e
del suo potere. Il nostro compito è di custodire come la pupilla dell'occhio l'unità del
partito, formare i comunisti come attivi combattenti politici per la realizzazione della
linea e delle decisioni del partito, rafforzare maggiormente i legami del partito con tutti i
lavoratori, con gli operai, i kolchoziani, gli intellettuali, poiché in questo indissolubile
legame con il popolo stanno la forza e l'invincibilità del nostro partito.
Il partito considera l'educazione dei comunisti e di tutti i lavoratori allo spirito di
grande vigilanza e di intransigenza e fermezza nella lotta contro i nemici interni e
stranieri uno dei suoi più importanti compiti.
Il Comitato Centrale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, il Consiglio
dei Ministri e la Presidenza del Soviet Supremo, rivolgendosi in questi giorni funesti al
partito e al popolo, esprimono la ferma convinzione che il partito e tutti i lavoratori
della nostra Patria si uniscano ancor di più intorno al Comitato Centrale dello Stato
sovietico, che chiamino alle armi tutte le loro forze e la loro energia creativa nella
grande causa della costruzione del comunismo nel nostro paese.
47
L'immortale nome di STALIN vivrà per sempre nei cuori del popolo sovietico e
di tutta l'umanità progressista.
Viva la grande, onnipotente dottrina di Marx, Engels, Lenin e Stalin!
Viva la nostra possente Patria socialista!
Viva il nostro eroico popolo sovietico!
Viva il grande Partito Comunista dell'Unione Sovietica!
COMITATO CENTRALE DELL' UNIONE SOVIETICA
CONSIGLIO DEI MINISTRI DELL'URSS
PRESIDENZA DEL SOVIET SUPREMO DELL'URSS.70
70[Traduzione a mia cura – G.G.]
48
3.3 I manifesti propagandistici nell’URSS
La propaganda sovietica ha sfruttato a lungo il mezzo dei manifesti: attraverso
immagini e slogan significativi si cercava di ottenere il consenso e l’appoggio della
massa. I manifesti spronavano il popolo sovietico al lavoro, alla costruzione del nuovo
individuo socialista, all’abbattimento del capitalismo e, durante il secondo conflitto
mondiale, alla resistenza. Proponiamo
qui di seguito alcuni manifesti
propagandistici71
.
L’Armata Rossa aiuta gli oppressi
dell’Est a compiere la loro
Rivoluzione di Ottobre72
Disertore! Con la tua fuga non fai
altro che rendere felice il borghese
nemico dei lavoratori e dei contadini.
71 Le immagini sono riprese dal libro Filatova, 2013
72 Le figure sono riprese dal libro Plakaty sovietskovo Bostoka, 1918-1942 il cui tema principale è la campagna
propagandistica rivolta ai Paesi dell’Est sovietico
Figura 3
Figura 4
49
Il più breve cammino verso la pace è la nostra
vittoria decisiva. Tutto per il fronte, tutto per la
vittoria!73
I lavoratori della Russia sovietica serrano
le file per la lotta contro il capitale.74
73 Tutto per il fronte, tutto per la vittoria! È uno degli slogan più frequenti durante la Seconda Guerra Mondiale.
74 [Traduzione a mia cura – G.G.]
Figura 5
Figura 6
50
51
4 Conclusioni
Il tema della propaganda mette le sue radici nella storia ed è ancora
estremamente attuale. Essa non è solo un utile strumento di potere nei regimi
dittatoriali, ma fa parte della vita di ogni giorno. Basti pensare alle elezioni politiche,
alle religioni, alle varie ideologie. Ho scelto di studiare questo tema in rapporto a un
periodo storico e a un personaggio che trovo molto interessanti. Iosif Stalin e in
generale l’apparato governativo dell’URSS fanno uso di queste tecniche
propagandistiche sia per ottenere il consenso delle masse ma anche per un fine più
grande: il loro intento è di trasformare radicalmente l’uomo, o meglio, la coscienza
umana. Nell’URSS di Stalin si va quindi a raffigurare una realtà idealizzata,
immaginaria e a farla passare per vera. È come se il rapporto tra la cosa reale e la parola
venisse tagliato75
. Mentre milioni di persone muoiono a causa delle terribili carestie
degli anni ’30, allo stesso tempo si dice che l’URSS sia il Paese più felice del mondo.
La vita ideale dell’uomo socialista era stata talmente ben dipinta e raffigurata che viene
assimilata come vera. In questo aiutano le omissioni della propaganda riguardo le reali
condizioni di vita dei cittadini sovietici, tanto da creare il mito dell’URSS all’estero.
Analizziamo un altro aspetto: la propaganda stalinista è stata generalmente
efficace fino alla morte dello stesso Stalin e anche oltre, fino probabilmente alle
rivelazioni sul culto della personalità del rapporto Chruščёv. Sebbene fossero state
smascherate alcune menzogne sul mondo perfetto dell’URSS, il regime staliniano era
appoggiato dalla maggior parte dei partiti comunisti d’Europa. Questo perché, a
differenza della Germania nazista, l’URSS di Stalin vinse la Seconda Guerra Mondiale
e si presentò come grande superpotenza. Per questi motivi intorno allo Stato sovietico e
al suo leader si formò un alone di timoroso rispetto che portava la maggior parte della
popolazione a credere alle menzogne della propaganda sovietica e magari a chiudere un
occhio sulle frequenti sparizioni e deportazioni.
Veniamo ora alla conclusione di questo elaborato ponendo una domanda
fondamentale: la propaganda stalinista ha raggiunto il suo obiettivo o ha fallito?
Nell’ottica di Stalin la risposta sarebbe probabilmente positiva ma con un risvolto
amaro: il leader sovietico riuscì effettivamente a costruire (a un prezzo inestimabile in
vite umane) la società socialista, riuscì a elevare lo Stato sovietico come una delle
75 A. Wat, p.3
52
maggiori potenze al mondo, riuscì a sconfiggere il nazismo e ad espandere la sua
egemonia, ma al suo interno? La popolazione moriva di fame, viveva in una condizione
di perpetuo terrore, era spinta a tradire gli amici e la famiglia. Gli intellettuali dovevano
emigrare oppure tacere a meno che non ripetessero gli slogan propagandistici. Il nuovo
Stato sovietico, il Paese più felice al mondo, era un’utopia nella mente di Stalin, un
mondo idealizzato, immaginario.
In un’ottica storica invece, la propaganda stalinista non solo ha fallito ma ha
ottenuto l’effetto esattamente contrario: oggi udendo il termine comunista pensiamo a
Stalin, ai GULag, agli stermini e non propriamente alla teoria di Marx. Il termine
assume una connotazione velatamente negativa. Il comunismo, inteso come sistema
sociale nel quale i mezzi di produzione e i mezzi di consumo sono sottratti alla
proprietà privata e trasformati in proprietà comune, e la gestione e distribuzione di essi
viene esercitata collettivamente dall’intera società nell’interesse e con la piena
partecipazione di tutti i suoi membri76
, in tutto il mondo si sta estinguendo, forse perché
rimanderà sempre all’esperienza negativa nell’URSS. Possiamo quindi concludere che
il fallimento della propaganda comunista di Stalin non poteva essere più profondo.
76 Treccani, enciclopedia
53
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