la pitturazione dei pavimenti - jumbopaint.it · 2013-11-03 · che prestazionali, a specificare...
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Le Guide Professionali Covema
LA PITTURAZIONEDEI PAVIMENTI
n°4
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a2
1. PREMESSA
SommarioUna parte molto specifica del
vasto tema dei rivestimenti
continui in resina per pavi-
menti è quella riguardante le
impregnazioni e le verniciature
in strato sottile dei sottofondi
in calcestruzzo.
Questo segmento di merca-
to è quantitativamente molto
significativo in Italia poichè,
a costi ragionevolmente com-
petitivi e con una relativa
semplicità di posa, un idoneo
trattamento di verniciatura è
in grado di conferire al sup-
porto buone caratteristiche
estetiche e funzionali, sia che
si tratti di un pavimento civile
o industriale.
Troppo spesso, però, alla verni-
ciatura in strato sottile vengo-
no legate aspettative eccessive
o non vengono considerate e
comprese correttamente tutte
le numerose variabili che stan-
no intorno alla pitturazione di
un pavimento, come l’analisi
preliminare, la preparazione, le
condizioni e modalità di posa,
che invece rappresentano gli
elementi discriminanti fra il
successo e l’insuccesso di un
intervento.
Diffondere una corretta
informazione di tali elementi
fra gli operatori del mercato
e i committenti è l’obiettivo di
questa guida.
Il mondo dei rivestimenti resinosi per pavimentazioni in cemen-
to è un settore ampio che coinvolge tecnologie chimiche e
destinazioni d’uso differenti e che si è andato consolidando negli
ultimi quarant’anni soprattutto con l’affermarsi delle resine bi-
componenti ad alte prestazioni, in particolare a base epossidica
e poliuretanica, a solvente e all’acqua.
Per dare un brevissimo panorama di questo settore è possibile utilizzare
la norma UNI 8297:2004 che suddivide le diverse tipologie di rivestimenti
secondo queste categorie:
Rivestimenti Incorporati (Impregnazioni):• Trattamento di un supporto con prodotti ad alta penetrazione che, in
relazione alla quantità impiegata, hanno funzione di fissativo (per even-
tuali strati successivi), consolidante (per migliorare le caratteristiche
fisico-meccaniche), antipolvere (per limitare il distacco di particelle dalla
superficie), sigillante (per limitare il successivo assorbimento di liquidi).
Rivestimenti Riportati:• Rivestimento con pellicola a strato sottile: realizzato con prodotti
vernicianti, generalmente colorati, in grado di formare una pellicola con-
tinua avente spessore secco fino a 300 microns.
• Rivestimento con pellicola a spessore: realizzato con prodotti resinosi,
generalmente colorati, in grado di formare una pellicola continua avente
spessore secco compreso fra 300 microns e 1 mm.
INDICEPremessa pag. 2
Le analisi preliminari indispensabili pag. 6
Le verifiche facoltative pag. 12
Le Preparazioni pag. 14
L’applicazione pag. 21
I controlli e collaudi a fine lavoro pag. 31
Pulizia, manutenzione e riparazione pag. 32
Difetti e possibili cause pag. 34
Le Responsabilità dell’applicatore pag. 36
Allegato A - Principali Norme UNI per i pavimenti in Resina pag. 37
Allegato B - Termini normati per i rivestimenti per pavimenti pag. 38
Allegato C - Questionario per l’analisi preliminare e posa pag. 39
Schede specifiche tecniche pag. 40
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 3
• Rivestimento autolivellante:
realizzato con prodotti resi-
nosi, generalmente colorati, in
grado di livellarsi durante la
fase di indurimento, in modo
da formare uno strato piano,
regolare e continuo di spessore
secco maggiore di 2 mm.
• Rivestimento di malta: rea-
lizzato con malte resinose non
in grado di autolivellarsi, gene-
ralmente colorate, ad elevato
contenuto di cariche, tale da
realizzare uno strato continuo
di spessore secco maggiore di
5 mm.
• Multistrato: realizzato con
prodotti vernicianti e/o auto-
livellanti, di spessore comples-
sivo non inferiore a 1,5 mm
nel caso di prodotti vernicianti
e non inferiore a 2,5 mm nel
caso di autolivellanti, applicati
in almeno due strati successivi
generalmente con interposizio-
ne di cariche a saturazione.
Tali sistemi sono in grado di offrire,
in funzione delle loro caratteristiche
formulative e dei sistemi applicativi,
prestazioni anche molto particolari
per destinazioni d’uso variegate. Solo
a titolo d’esempio, sono infatti dispo-
nibili sul mercato:
• sistemi per pavimenti forte-
mente umidi;
• rivestimenti resinosi antistatici
per disperdere le cariche elet-
trostatiche nell’industria elet-
tronica;
• pavimenti elastici per i sot-
tofondi sottoposti ad elevate
escursioni termiche;
• rivestimenti per l’industria chi-
mica ad altissima resistenza;
• cicli per la “tutela idrica” per
tutte quelle aree dove vengono
stoccate, travasate e imballate
sostanze tossiche per le acque;
• sistemi ad alta pulibilità, specifi-
ci per l’industria alimentare;
• sistemi resinosi decontaminabi-
li dalle radiazioni nucleari etc.
Risulta evidente che, in funzione della
destinazione d’uso del pavimento
e del suo utilizzo specifico, diventa
fondamentale la scelta di un ciclo
dedicato il quale sarà in grado di
assicurare le necessarie prestazio-
ni attraverso l’insieme dei prodotti
utilizzati, delle sequenze di “costru-
zione” degli strati di rivestimento,
delle tecniche di applicazione e di
diagnostica del supporto.
In questa guida ci occuperemo esclu-
sivamente delle impregnazioni e delle
pitturazioni filmogene in strato sotti-
le che sono in grado di chiudere le
porosità del substrato in cemento
e calcestruzzo. Applicate in strato
leggero (fino a 0,3 mm) sono di facile
lavorazione tramite pennello, rullo o
spruzzo.
Questi sistemi sono in grado di:
• aumentare la resistenza del
calcestruzzo alle forze di attri-
to fino ad arrivare a conferire
discrete proprietà meccaniche
• evitare la formazione di pol-
vere legata allo sfarinamento
del cemento
• rendere facilmente pulibile il
pavimento con finiture lisce
1.1. Le impregnazioni e i rivestimentiin strato sottile
FIG. 1Pavitech nell’industria della stampa
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a4
• permettere, se del caso, di otte-
nere superfici antisdrucciolo
• consentire di realizzare fini-
ture incolori o colorate con
possibilità cromatiche abba-
stanza ampie
• conferire una buona resisten-
za all’assorbimento dei fluidi
e agli agenti chimici in funzione
degli spessori ottenuti e delle
tipologie degli aggressivi.
Per tutti questi motivi, le pitturazioni
sono ampiamente utilizzate nel set-
tore privato (garage, cantine etc.), nel
commercio (negozi, grandi magazzini,
autosaloni), nell’industria (magazzi-
ni e depositi anche con passaggio
di carrelli di bassa portata, offici-
ne meccaniche, industria alimentare,
industria chimica), nel settore ospe-
daliero e nei locali pubblici.
In tutti questi campi è bene
subito chiarire e comunicare pre-
ventivamente che i rivestimenti
in strato sottile sono da conside-
rarsi pavimenti che necessitano
di regolare manutenzione (pulizia
e ripitturazione) in funzione del
loro grado di utilizzo.
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FIG. 2Pavitech nell’industria meccanica
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 5
Per i pavimenti in resina gli enti di
normazione nazionali ed internazio-
nali hanno nel tempo dedicato una
certa attenzione a definire metodi
atti a misurare le diverse caratteristi-
che prestazionali, a specificare codici
di buona pratica per la progettazione
ed applicazione di un sistema resi-
noso per pavimenti e a definire una
terminologia comune.
L’Allegato A a pag. 37 riporta un
elenco delle principali norme italia-
ne sul tema dei pavimenti in resina
anche se in questa guida, trattando
solo dei rivestimenti in strato sot-
tile, ne utilizzeremo solo una parte.
L’allegato B a pag. 38 riporta, invece,
alcuni termini normati per i rivesti-
menti per pavimenti.
plastico, che può subire deformazioni
per l’azione di grossi carichi o escur-
sioni termiche (Fig. 4). Questi pavi-
menti si possono rivestire solo se in
interni, dove è possibile mantenere
abbastanza costanti le temperature
di esercizio, utilizzando sistemi elasti-
ci previa adeguata preparazione.
Una particolare situazione si veri-
fica con i pavimenti piastrellati, da
considerarsi sempre come sottofondi
molto critici. Il rivestimento con resi-
ne in strato sottile di questi sottofon-
di, sia in campo civile sia industriale,
si deve realizzare con estrema atten-
zione e previa adeguata preparazione.
L’applicazione potrà essere effettuata
solamente dopo energica carteggia-
tura o palinatura dei fondi. È buona
norma testare l’adesione dei prodotti
applicando la finitura epossidica su
una piccola porzione di superficie e,
ad essiccazione avvenuta, eseguire il
test di adesione come da specifica in
Tabella 6 a pag. 13 in quanto i princi-
pali problemi sono legati all’adesione
dei prodotti al supporto (soprattutto
nel caso di piastrelle in monocottura
vetrificate o in klinker) ed al fatto che
le fughe fra le piastrelle rappresenta-
no sempre elementi di discontinuità
del film e quindi punti di attacco per
lo sfogliamento del rivestimento dal
pavimento, soprattutto in presenza di
traffico di transpallet e carrelli (Fig. 5).
1.2. Quadronormativo
Oltre alle differenti tipologie di siste-
mi di finitura resinosi, è bene sotto-
lineare che esistono anche differenti
tipologie costruttive di pavimenti. I
più comuni sono quelli in continuo
di calcestruzzo o cemento (Fig. 3) ma
esistono anche quelli in anidride, che
essendo molto sensibili all’umidità
necessitano quindi di una barriera al
vapore o di un vespaio sottostante.
Altri pavimenti particolari sono
quelli in magnesite (pavimentazioni anti-
statiche) integrati con cariche di origine
organica (ad es. fibre di legno) che ven-
gono resi impermeabili con l’aggiunta di
agenti preservanti come olii e cere che
devono essere rimossi tramite pallina-
tura prima della pitturazione.
Altre pavimentazioni, che talvolta
devono essere trattate, sono quelle
in asfalto colato, un materiale termo-
1.3. Le diverse tipo-logie di pavimenti
FIG. 5Pavimento in piastrelle rivestito con Pavitech Finitura s.062 previa carteggiatura dei fondi
FIG. 3 Posa al laser di un pavimento in cemento
FIG. 4Verniciatura a strato sottile su una pavi-mentazione in asfalto
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a6
2. Le ANALISI PRELIMINARI INDISPENSABILI
Prima di effettuare la posa in opera dei sistemi di verniciatura
per pavimenti in cemento occorre tenere ben presente tutta
una serie di dettagli tecnici che influenzano in maniera diretta la
buona riuscita del lavoro.
Spesso la relativa semplicità dell’operazione di verniciatura in sé, porta a
sottovalutare la parte di analisi e diagnostica del sottofondo, leggerezza
che può pregiudicare anche totalmente la buona riuscita del lavoro.
Su superfici di una certa dimensione, alle quali ci riferiamo in particolar
modo in questa sezione, è importante verificare l’omogeneità delle condizioni
del supporto che possono non essere uguali su tutta la superficie da trattare,
così come, nei casi più dubbi, una serie di test preliminari o limitate prove
applicative possono essere di grande aiuto per mettere a punto l’intervento.
In questa parte della guida tenteremo di dare una traccia molto operativa
dei controlli che è fondamentale eseguire prima di iniziare la verniciatura di
un pavimento, effettuati i quali è sempre possibile confrontarsi telefonica-
mente con l’Assistenza Tecnica Covema per valutare l’opportunità o meno
di eseguire il lavoro e confermare o mettere a punto insieme le modalità
operative.
Prenderemo come traccia la UNI 10966:2001 che, al punto 3.2.2, riassume
in una tabella quali sono le caratteristiche che le superfici di posa devono avere
prima di essere rivestite con trattamenti resinosi, quali sono le eventuali prove
da effettuare per verificare tali caratteristiche e gli eventuali requisiti minimi
per considerare un pavimento verniciabile.
Di seguito saranno descritte le varie operazioni da effettuare prima
di procedere con la verniciatura dei pavimenti dando priorità alle analisi
indispensabili cui seguiranno quelle approfondite da effettuare in funzione
all’ordine di grandezza del cantiere ed alle eventuali garanzie richieste dalle
committenze.
Tab. 1 - Tabella riassuntiva analisi dei supporti
2.1 La destinazione d’uso
2.2 La temperatura e l’umidità dell’aria e del supporto
2.3 L’umidità di risalita
2.4 Lo stato superficiale
2.5 La consistenza superficiale
2.6 L’assorbimento
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 7
Uno dei punti da verificare prima di
iniziare un lavoro di verniciatura è
lo stato di fatto del pavimento e la
destinazione d’uso dello stesso.
Può risultare fondamentale con-
dividere con la committenza una
sorta di analisi visiva e conoscitiva
del pavimento volta a chiarire la
metodologia costruttiva dello stesso,
la presenza di una barriera al vapore,
l’anzianità d’esercizio, quale sarà l’uti-
lizzo principale della superficie e se
sarà necessario conferire particolari
caratteristiche al pavimento (anti-
sdrucciolo, resistenza alle sostanze
chimiche, aspetto finale).
A tal proposito proponiamo di
compilare la scheda di lavoro riporta-
ta nell’Allegato C a pag. 39, che serve
come presa di contatto e “Diario di
Bordo” del cantiere da eseguire.
agevole l’applicazione, riducendo sen-
sibilmente il tempo di vita utile del
prodotto con possibilità di variazione
cromatiche e zone di lucido e opaco.
In caso di temperature superiori ai 28-
30° è consigliabile posare il prodotto
catalizzato entro 45 minuti al fine di
evitare disomogeneità cromatiche.
Altro parametro importante è
l’umidità relativa dell’aria, sia in asso-
luto sia in relazione alla differenza
di temperatura fra aria e supporto.
Queste variabili influenzano, infatti,
la formazione di condensa la quale
ha una ricaduta diretta sull’aspetto
finale del rivestimento e sulla sua
adesione al substrato.
È esperienza comune che una
Le reazioni chimiche come quelle
che si verificano durante la polimeriz-
zazione delle resine, sono influenzate
dalla temperatura. Spesso si è abituati
a controllare la temperatura dell’aria
ma è facilmente comprensibile quanto
sia fondamentale controllare soprat-
tutto la temperatura del supporto.
Temperature troppo basse
ritardano o addirittura non per-
mettono l’indurimento delle resi-
ne impedendo di sviluppare le
caratteristiche prestazionali del
rivestimento che potrà risultare
appiccicoso e sporchevole.
Per contro, temperature elevate
accelerano la polimerizzazione in
maniera eccessiva e rendono meno
2.2. La temperatura e l’umidità dell’aria e del supporto
Tab. 2 - PUNTO DI RUGIADA
Tempe-ratura
Aria °C
Temperatura del supporto in °C a cui si ha condensaad un’Umidità Relativa di:
50% 55% 60% 65% 70% 75%
15 4,7 6,1 7,3 8,5 9,5 10,6
16 5,6 7,0 8,3 9,5 10,5 11,6
17 6,5 7,9 9,2 10,4 11,5 12,5
18 7,4 8,8 10,2 11,4 12,4 13,5
19 8,3 9,7 11,1 12,3 13,4 14,5
20 9,3 10,7 12,0 13,3 14,4 15,4
21 10,2 11,6 12,9 14,2 15,3 16,4
22 11,1 12,5 13,8 15,2 16,3 17,4
23 12,0 13,5 14,8 16,1 17,2 18,4
24 12,9 14,4 15,7 17,0 18,2 19,3
25 13,8 15,3 16,7 17,9 19,1 20,3
26 14,8 16,2 17,6 18,8 20,1 21,2
27 15,7 17,2 18,6 19,8 21,1 22,2
28 16,6 18,1 19,5 20,8 22,0 23,2
29 17,5 19,1 20,5 21,7 22,9 24,1
30 18,4 20,0 21,4 22,7 23,9 25,1
NOTA OPERATIVA: si consiglia di applicare su una superficie la cui temperatura sia di almeno 3°C superiore a quella riportata in tabellaEs: Con temperatura dell’aria a 15°C e con umidità relativa al 70%:Temperatura superficie maggiore di (9,5 +3) = 12,5°C
FIG. 6 Misura temperatura del supporto con termometro laser
FIG. 7 Strumento per determinare il “Punto di Rugiada”
2.1 La destinazioned’uso
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a8
Uno dei fattori determinanti per la
buona riuscita del lavoro è la verifica
dell’umidità presente nel supporto.
La maggior parte dei pavimenti
sono stati costruiti senza barriera
contro le risalite, motivo per cui
spesso assorbono umidità dal ter-
reno pregiudicando la tenuta delle
verniciature.
Inoltre, è bene ricordare che un
pavimento in cemento prima di essere
verniciato deve maturare per diverse
settimane affinché l’acqua presente
nel massetto possa evaporare.
La UNI 10329 definisce tre diffe-
renti metodi di misurazione (chimico,
ponderale, elettrico) del contenuto
di umidità negli strati di supporto
cementizi e simili.
Quello più pratico (tramite igro-
metro) prevede la misura della resi-
stenza elettrica tra due elettrodi
posti a distanza fissa, sapendo che
la conducibilità nei conglomerati
cementizi è fortemente influenzata
dalla loro umidità.
È da tenere ben in evidenza che
questo parametro è influenzato anche
dal dosaggio, tipo e finezza del cemen-
to, dal tipo e granulometria degli aggre-
gati usati e da altri fattori: ad esempio
è applicabile solo per i substrati di
cemento Portland con aggregati natu-
rali, ed in assenza di parti metalliche
(reti, armature e fibre) ed additivi
antigelo, acceleranti e simili (che modi-
ficano la conducibilità elettrica).
L’igrometro quindi non è in grado
di fornire un dato estremamente
attendibile dell’umidità assoluta ma
può essere utile per effettuare il con-
fronto, nello spazio e nel tempo, delle
variazioni del contenuto di umidità.
Nel caso si utilizzi un igrometro
è bene scegliere degli strumenti in
grado di misurare l’umidità in pro-
fondità (almeno 10 mm) che normal-
2.3. L’umiditàdi risalita
Tab. 3 - Specifica qualitativa per valutare la presenzadi umidità nei supporti cementizi
Materiale necessario:
1. foglio di polietilene trasparente (PE-LD), avente grammatura non mino-
re di 100 g/m2, con dimensioni di circa 1 m2
2. nastro adesivo di plastica (da imballaggio) di almeno cm 5 di altezza
Procedimento:
1. stendere il foglio di polietilene sulla superficie da controllare e fissarlo
con il nastro adesivo, avendo cura di sigillare i bordi
2. dopo almeno 24 ore controllare il foglio: se non vi sono tracce di con-
densa sulla faccia interna è possibile effettuare l’applicazione
3. se vi sono tracce di condensa (appannamento o gocce), lasciare asciu-
gare il pavimento per alcuni giorni e ripetere la prova fino ad ottenere
un risultato positivo
4. se il problema permane, interpellare il Servizio Assistenza Tecnica
COVEMA
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superficie a temperatura inferiore a
quella dell’ambiente, in presenza di
elevata umidità relativa nell’aria, può
ricoprirsi di condensa. Le condizioni
di temperatura dell’aria, del supporto
e di umidità alle quali si ha formazio-
ne di condensa sono dette “Punto di
Rugiada” (vedi tabella 2 a pag. 7).
Per questi controlli è importante
dotarsi degli strumenti che permet-
tano di misurare queste tre variabili.
I prodotti della Linea PAVITECH
devono tutti essere applicati in con-
dizioni di temperatura dell’ambien-
te e del supporto compresa fra +10
e +30 °C e di umidità relativa fra
50 e 75%, trovandosi costantemente
sopra, di almeno 3° C, alle condi-
zioni del “Punto di Rugiada”, anche
in fase di essiccazione del prodotto
(almeno per le 4 ore successive
all’applicazione).
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 9
mente forniscono misure mediate
sullo spessore, più attendibili di una
misura superficiale che può risultare
scarsamente significativa. Se, comun-
que, si utilizza un igrometro a contat-
to è fondamentale inserire le punte
dell’igrometro bene all’interno dei
tagli del pavimento (Fig. 8) o mettere
le punte in contatto con due chiodi
di acciaio piantati alla profondità di
15 mm e alla stessa distanza delle
punte dell’igrometro.
Esiste anche un metodo empiri-
co, riportato dalla UNI 10968:2001
al punto 3.2.4.1 che, pur fornendo
risultati attendibili, non può sostituire
quelli previsti dalla norma precedente
(Fig. 9 e 10). Il metodo è riportato
nella specifica della tabella 3 a pag. 8.
Spesso l’umidità del pavimento
può essere rivelata da altri elementi
presenti sulla superficie. Per esempio,
nylon o contenitori fermi da lungo
tempo sul supporto possono rivelare
la presenza di umidità (colore più
scuro del pavimento) una volta spo-
stati; così come è sempre bene veri-
ficare il piano del pavimento rispetto
al piano di campagna in quanto se
quest’ultimo si dovesse trovare ad
un livello superiore si rischierebbe
di avere facilmente apporto di acqua
sotto il pavimento. La già citata norma e la pratica di can-
tiere evidenziano quanto risulti fonda-
mentale una verifica visiva dello stato
superficiale del pavimento. In parti-
colar modo deve essere verificata
l’assenza delle seguenti sostanze
che possono annullare o diminuire
l’aderenza del rivestimento:
• boiacca di cemento, che si
converte in polvere raschiando
con una spatolina, coltello o
cacciavite; (Fig. 11)
• polveri o materiali non ade-
renti, che devono essere com-
2.4. Lo statosuperficiale
FIG. 9 e 10Verifica dell’umidità per mezzo di telo in polietilene
FIG. 8Misura dell’umidità mediante igrometro a contatto
FIG. 11Presenza di boiacche sul pavimento
A volte un’attenta osservazione
di qualche dettaglio ed un pò di
esperienza possono rivelare elementi
molto importanti non rilevabili con
gli strumenti ed i metodi di prova.
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a10
pletamente eliminati (Fig.12)
• macchie d’olio o di grassi di
qualunque natura che hanno
anche la peculiarità di penetra-
re in profondità nel supporto
e di riaffiorare con i lavag-
gi e l’applicazione dei rive-
stimenti. Nell’impossibilità di
una accurata pulizia, la presen-
za in quantità di tali macchie
pregiudica fortemente l’ade-
sione della pitturazione e ne
può sconsigliare l’applicazione
(Fig.13)
• cere e paraffine, talvolta usate
come prodotti di pulizia o
come composti inseriti diretta-
mente nello strato superficiale
del cemento durante la posa
(Fig. 14)
• vecchi strati di pitturazioni
non aderenti (Fig. 15). È bene
nelle parti in distacco appro-
fondire e verificare l’origine
dell’incoerenza che può essere
di usura meccanica ma, talvolta,
essere anche sintomo di pre-
senza di umidità. In ogni caso è
bene preparare con accuratez-
za tali superfici tramite carteg-
giatura e/o pallinatura;
• tracce di gomma lasciate
dai carrelli elevatori; trucioli
metallici; (Fig. 16)
• presenza di sali, i quali posso-
no anch’essi rivelare presenza
di umidità (Fig. 17)
Occorre inoltre controllare che non
sussistano le seguenti situazioni
• presenza di fattori chimico-fisi-
ci, come l’alcalinità propria
del supporto di origine cemen-
FIG. 12Polveri e residui di pitture sui pavimenti
FIG. 13Macchie di oli
FIG. 14Trattamenti con cere
FIG. 15Vernici in distacco per umidità di risalita
FIG. 16Tracce di gomme
FIG. 17Presenza di sali nel supporto
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 11
Dalla nostra esperienza, soprattutto
su pavimenti vecchi che evidenzi-
no un certo livello di usura, risulta
anche molto importante verificare la
consistenza superficiale del substrato
da trattare in quanto è quello che
più direttamente si interfaccia con il
rivestimento resinoso.
Nella specifica (Tab. 4) proponiamo
un metodo qualitativo atto a classifi-
care questa importante proprietà.
2.5. La consistenzasuperficiale
Tab. 4 - Specifica qualitativa per valutare la consistenzadello strato superficiale di un supporto cementizio
Materiale necessario:
1. un oggetto appuntito (chiodo, punteruolo, cacciavite, ecc.)
Procedimento:
1. incidere per una lunghezza di circa mezzo metro la superficie del con-
glomerato cementizio, con il peso della testa e delle spalle
Valutazione:
1. se la traccia lasciata dalla punta sarà superficiale e netta, senza forma-
zione di polvere, la consistenza può essere classificata ottima
2. se la traccia lasciata dalla punta sarà netta, di profondità costante, con
formazione regolare di polvere, la consistenza può essere classificata
ottima
3. se la traccia lasciata dalla punta sarà sbrecciata, di profondità variabile e
con abbondante formazione di polvere, la consistenza può essere clas-
sificata scadente. In questo caso vi consigliamo d’interpellare il Servizio
Assistenza Tecnica COVEMA
Anche se non citato dalla norma
UNI 10968, la pratica dimostra esse-
re abbastanza importante classifica-
re anche il grado di assorbimento
2.6. L’assorbimentodel pavimento. Questo permette, ad
esempio, di chiarire abbastanza facil-
mente la necessità o meno di utilizza-
re un primer per un ciclo applicativo
più solido. Nella specifica della tabella
5 viene proposto un metodo per tale
determinazione.
Tab. 5 - Specifica per il controllo dell’assorbimento dei supporti cementizi
Materiale necessario:
1. orologio con indicazione dei secondi
2. un recipiente (bicchiere, bottiglietta, ecc.) contenente poca acqua potabile
Operazioni preliminari:
1. eliminare lo sporco su una superficie di cm 30 x 30
2. polvere: spazzola, pennello o aspirapolvere
3. olio e grassi: lavaggio con detersivo + risciacquo + lasciare asciugare bene
Procedimento:
1. far cadere lentamente da circa cm 10 di altezza 1 cc (pari a venti gocce circa) di acqua
2. controllare quanti secondi trascorrono prima che la superficie assorba tutta l’acqua senza lasciare zone bagnate
che riflettano la luce
Valutazione del grado di assorbimento:
1. se il tempo trascorso è superiore a 90” il supporto è definito NON ASSORBENTE
2. se il tempo trascorso è compreso tra 45” e 90” il supporto è definito POCO ASSORBENTE
3. se il tempo trascorso è intorno ai 45” il supporto è definito NORMALE
4. se il tempo trascorso è inferiore a 45” il supporto è definito MOLTO ASSORBENTE
5. se il supporto è normale o molto assorbente occorre trattare il fondo con Pavitech Primer s.061 prima di
procedere alla verniciatura
tizia, che possano essere nocivi
per le resine saponificabili
• presenza non soltanto super-
ficiale, ma anche in profondità,
di prodotti chimici legati ad
eventuali lavorazioni effettua-
te sul pavimento che possano
provocare a lungo o breve ter-
mine il degrado del supporto
e del rivestimento stesso (ad
esempio acidi di batterie).
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a12
FIG. 18Trattamento di lisciatura e compattamento
3. Le VERIFICHE FACOLTATIVE
Soprattutto nel caso di pavimenti a spessore e autolivellanti, una buona pla-
narità, intesa come l’assenza di curvature irregolari sia concave che convesse,
indipendentemente dalla pendenza e dai livelli del pavimento, è garanzia di una
buona posa e di una buona fruibilità operativa del pavimento.
La norma indica un metodo di verifica tramite una stadia lineare di 2 metri la
quale, appoggiata in qualunque parte del pavimento ed in qualunque direzione,
non deve evidenziare in nessun punto luci superiori a 5 mm.
3.1. La planarità
3.2. La coesione
La UNI 10968:2001 indica come caratteristica importante il grado di coesione
del substrato. Il metodo indicato per la verifica è quello dello “strappo” o Pull-
Off (UNI 8298-1). Il limite di accettazione minimo è maggiore di 1,5 Mpa = 15
kg/m2. La specifica della tabella 6 ne riassume la metodologia di prova, peraltro
di difficile realizzazione in cantiere dall’impresa.
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 13
Importante soprattutto per i pavi-
menti a spessore che devono resi-
stere a forti sollecitazioni di cari-
co, la UNI 10968:2001 indica, come
ulteriore caratteristica da valutare, il
grado di resistenza alla compressio-
ne del substrato.
Vengono indicate tre differenti
prove normate: una non distruttiva
(UNI 9189 – Sclerometro) e due
distruttive (UNI 6132 - Compressione
di un provino previa carotatura e
UNI 10157 – Forza di estrazione di
tasselli ad espansione).
La prova sclerometrica è forse
Tab. 6 - UNI 8298-1 Determinazione dell’adesione del rivestimento al suporto
Materiale necessario:
1. Adhesion Tester mod. 106 ditta Elcometer
2. istruzioni per detto
3. n.° 20 dolly
4. incisore (dotazione Elcometer)
5. carta vetro tipo spaziato 60 D
6. adesivo tipo Araldyte Rapid
Operazioni preliminari:
1. assicurarsi secondo la specifica che non vi sia umidità nel supporto
2. eliminare lo sporco su una superficie di cm 30 x 30
- polvere: spazzola, pennello o aspirapolvere
- olio e grassi: lavaggio con detersivo + risciacquo + lasciare asciugare bene
Procedimento:
1. scegliere quattro zone del pavimento, due zone in punti lontani oltre 2 m da pareti o pilastri e due zone vicine
a pareti o pilastri, a meno di 1 m
2. incollare cinque dolly per zona, previa smerigliatura con carta vetro e spolveratura
3. proteggere ed evidenziare le zone dove sono applicati i dolly
4. attendere i tempi minimi di indurimento:
5 °C 10 °C 25 °C 30 °C
25 h 16 h 8 h 4 h
Valutazione della resistenza alla trazione:
1. il pavimento è idoneo ad essere rivestito se la media della resistenza a trazione è in ogni zona uguale o superiore
a 15 kg/m2
2. nel caso di valori inferiori non applicare o interpellare il Servizio Assistenza Tecnica COVEMA
FIG. 20Pavitech nei magazzini
3.3. La resistenza alle compressioni
quella più gestibile in cantiere ed
il limite di accettazione per poter
eseguire la pitturazione viene posto
superiore a 25 MPa.
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a14
4. Le PREPARAZIONI
Terminata l’analisi preliminare dei pavimenti e stabilita la possibi-
lità di effettuare l’intervento, il passaggio successivo e fondamen-
tale è quello della preparazione del supporto.
Viste le numerose variabili in gioco, una adeguata preparazione
del pavimento è condizione necessaria ma purtroppo non sempre sufficiente
per ottenere un risultato a regola d’arte.
Le operazioni di preparazione hanno come obbiettivo prioritario l’eliminazio-
ne di tracce di sporco sia superficiale che profondo, l’asportazioni delle parti
incoerenti e l’abrasione superficiale del supporto per migliorare l’adesione
delle finiture.
Le norme suddividono in tre categorie le tipologie di preparazione, even-
tualmente abbinabili in relazione alle necessità d’intervento:
Pulizia• Decapaggio: mediante azione chimica e/o termica;
• Idrolavaggio: mediante getto d’acqua a pressione non minore di
25 bar con o senza detergenti e/o inerti
• Carteggiatura: mediante macchina con carta o tela abrasiva a
disco o a nastro
• Molatura o levigatura: mediante macchina dotata di utensili
abrasivi rotanti
Irruvidimento• Pallinatura: mediante macchina con velocità di avanzamento e di
impatto regolabili, che genera la proiezione di elementi metallici
con proprietà magnetiche (palline o graniglia).
Tale macchina lavora a ciclo chiuso, senza polvere, con recupero
degli elementi abradenti e con separazione del materiale abraso.
Regolando la velocità di impatto si possono arrivare ad asportare
fino a 500 micron di supporto, ottenendo una superficie pulita e
disinquinata, con la giusta rugosità e con i pori ben aperti per un
perfetto aggrappo dei primer e dei rivestimenti.
• Sabbiatura: mediante proiezione di inerti silicei e metallici con e
senza recupero
Scarifica• Sistemi usati per interventi dove sia necessario rimuovere
spessori elevati (fino a 10 mm) del pavimento precedente che
può risultare inquinato o inconsistente in profondità. Fanno
parte dei sistemi di scarifica la Fresatura, la Bocciardatura e la
Picchettatura.
FIG. 21Lavaggio con monospazzola e detergente
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 15
Vista la nostra focalizzazione sui
rivestimenti a strato sottile, i tratta-
menti di preparazione suggeriti sono
quelli di lavaggio e di carteggiatura.
• Se l’obiettivo minimo è quello
dell’asportazione della polvere,
un idrolavaggio o un lavaggio
con macchine monospazzola è
normalmente sufficiente.
(Fig. 21, 22 e 23)
• Su pavimenti un po’ più usu-
rati o sporchi, oppure in caso
di riverniciatura di pavimenti
con finiture bene ancorate, una
carteggiatura o una leggera pal-
linatura da risultati sicuramente
più efficaci. (Fig. 24 e 25)
• Nel caso di pavimenti vecchi
ed usurati sporchi di olio è
bene trattare le macchie con
Pavitech Cleaner s.067 per cer-
care di eliminare perlomeno dal
primo strato superficiale il con-
taminante. Risciacquare abbon-
dantemente e rilavare tutto
il pavimento con PAVITECH
Cleaner s.067 meno concentra-
to risciacquando accuratamen-
te. Provvedere poi ad un’ener-
gica carteggiatura o pallinatura
per irruvidire i supporti.
FIG. 22Pulizia con disco abrasivo
FIG. 23Pulizia con monospazzola
FIG. 24Pallinatura del pavimentoFIG. 25
Irruvidimento mediante carteggiatura
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a16
• Anche seguendo correttamente
il procedimento di preparazio-
ne descritto, è bene comunque
ricordare che l’olio penetra in
profondità nei pavimenti e non
è possibile eliminarlo totalmen-
te. Con il passare del tempo,
l’olio residuo tende a risalire
in superficie pregiudicando la
tenuta dei sistemi di vernicia-
tura che possono nel tempo
staccarsi (Fig. 27).
• Nel caso di pavimenti nuovi
(ma anche vecchi) può essere
consigliabile un trattamento di
attacco acido (eventualmen-
te ripetuto) che permette di
eliminare il residuo latte di
cemento e di aprire i pori del
supporto (vedi tabella 7).
• Nel caso di pavimenti piastrel-
lati o in gres è fondamenta-
le eseguire una carteggiatura
secondo quanto riportato in
TAB. 7 - PREPARAZIONE PER ATTACCO ACIDO DEI PAVIMENTI IN CEMENTO
Esclusivamente per trattamenti di finitura con impregnanti o rivestimenti a film sottile
Attrezzatura necessaria:
1. idropulitrice
2. aspiraliquidi
3. lavapavimenti a spazzola o spazzoloni a mano
Controlli:
1. supporti nuovi devono avere una sufficiente stagionatura (in condizioni normali 60/90 giorni dovrebbero essere
sufficienti) ed avere eliminato l’acqua d’impasto superflua (in ogni caso controllare l’assenza di umidità secondo
la specifica del foglio di nylon)
2. eliminare la polvere aspirapolvere o acqua a pressione (idropulitrice)
3. eliminare le sostanze idrosolubili (zuccheri, sali,ecc.) acqua a pressione (idropulitrice), meglio se calda
4. eliminare oli e grassi vegetali o animali soluzione al 10% di soda caustica (meglio se calda), azione meccanica con
lavapavimenti o spazzoloni, risciacquo abbondante ed accurato
5. eliminare oli e grassi minerali lavaggio con PAVITECH Cleaner s.067, azione meccanica con lavapavimenti o
spazzoloni, risciacquo accurato
Trattamento:
1. bagnare tutta la superficie con acqua
2. spandere una soluzione di acido muriatico (rapporto acido:acqua = da 1:2 a 1:3)
3. lasciare agire per almeno mezz’ora. Compaiono delle bollicine di anidride carbonica, frutto della reazione del-
l’acido con i componenti del substrato cementizio. Spazzolare con un frattone lavapavimenti a setole dure
4. lavare abbondantemente con passaggio di idropulitrice ad acqua fredda
5. immediatamente dopo eliminare l’acqua residua e non lasciare pozze bagnate sul pavimento. Se necessario usare
un’aspiraliquidi
6. lasciare asciugare per almeno 24/48 ore
FIG. 26Lavaggio del pavimento
Tabella 8 a pag. 17. In ogni
caso la COVEMA non si assume
responsabilità per la corretta
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 17
adesione e resistenza dei pro-
dotti della Linea PAVITECH su
supporti piastrellati in cerami-
ca, gres o klinker.
• Nel caso occorra riverniciare
pavimenti già verniciati con fini-
ture in parziale o totale distac-
co occorre prestare la massima
attenzione nell’individuazione
delle cause che hanno provoca-
to lo sfogliamento delle finiture
(umidità per risalita, presenze di
oli, polveri ecc.) e, in mancanza
di dati certi, mettere al corrente
la committenza delle potenziali
problematiche che la rivernicia-
tura potrebbe presentare.
In questi casi, prima di pro-
cedere con la pitturazione è
comunque necessaria la totale
rimozione dei vecchi rivesti-
menti mediante carteggiatura o
pallinatura.
Molto spesso gli interventi di verni-
ciatura non avvengono su superfici
nuove ma su substrati usurati che
possono presentare buchi, sbreccia-
ture, cavillature e fessurazioni.
Soprattutto nella pitturazione in
strato sottile, questi punti vengono
normalmente resi più visibili dopo
l’intervento e, se non correttamen-
te preparati, possono rappresenta-
re non solo inestetismi dell’opera
ma veri e propri “punti deboli”
del rivestimento resinoso dai quali
possono partire distacchi e delami-
nazioni.
È bene quindi osservare con atten-
zione il pavimento da pitturare e inter-
venire con idonee tecniche e prodotti
prima di iniziare la pitturazione.
TAB. 8 - PREPARAZIONE PER SMERIGLIATURA DI PAVIMENTI IN CERAMICA E GRES
Attrezzatura necessaria:
1. smerigliatrice
2. aspirapolvere
3. idropulitrice, lavapavimenti o spazzoloni a mano
Controlli:
1. eliminare le piastrelle male ancorate o che suonano a vuoto, riparare i dislivelli, che si sono formati, seguendo
le istruzioni per la riparazione dei buchi
2. eliminare lo sporco superficiale con il mezzo più idoneo:
1. sostanze idrosolubili (zuccheri, sali,ecc.): acqua a pressione (idropulitrice), meglio se calda
2. oli e grassi vegetali o animali: soluzione al 10% di soda caustica (meglio se calda), azione meccanica con
lavapavimenti o spazzoloni, risciacquo accurato
3. oli e grassi minerali: lavaggio con detersivo industriale, azione meccanica con lavapavimenti o spazzoloni,
risciacquo accurato
Trattamento:
1. irruvidire energicamente la superficie mediante sabbiatura o smerigliatura
2. pulire con aspirapolvere
3. lavare con Pavitech Cleaner s.067
4. risciacquare
FIG. 27Distacco delle finiture dovuta
alla presenza di oli nei supporti
4.1. Le Riparazioni
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a18
4.1.1.Riparazione dei buchi, giunti sbrecciati e piastrelle eliminate
Sono sicuramente elementi spes-
so presenti in un pavimento usato
che devono essere adeguatamen-
te trattati prima della verniciatura.
La Linea PAVITECH comprende
un prodotto epossidico bi-compo-
nente colabile (PAVITECH Malta
Colabile s.066), ad alto riempi-
mento, bassissimo ritiro ed ottima
carteggiabilità che può essere vali-
damente utilizzato per questo tipo
di interventi.
Versato, previa catalisi, all’interno
delle zone da riparare va fatto leg-
germente debordare senza lisciarlo
subito con la spatola creando quindi
una sorta di menisco convesso.
Una volta essiccato completamen-
te (12-24 ore), il basso ritiro e la
facile carteggiabilità permetteranno
di lisciare a zero la riparazione che
si presenterà perfettamente planare
con una sola passata e, grazie al bas-
sissimo assorbimento, non sarà visibi-
le una volta applicata la finitura.
Sotto presentiamo una istruzione
di lavoro per la corretta gestione di
queste situazioni (tabella 9).
TAB. 9 - ISTRUZIONE DI LAVORO PER LA RIPARAZIONEDI BUCHI E GIUNTI SBRECCIATI
Prodotti e attrezzatura necessari:
1. scalpello o disco da taglio
2. aspirapolvere
3. spatola americana o cazzuola
4. PAVITECH Primer s. 061 e PAVITECH Malta Colabile s.066
Preparazione del supporto:
1. scalpellare e le parti friabili o incoerenti
2. poiché lo spessore minimo affinché la malta resinosa non si
sgretoli nel tempo è di 2 mm, il buco deve avere una profondità
minima di 2 mm ed i bordi non devono essere a smusso,
ma portati ad angolo vivo con scalpello o disco da taglio (Fig. 28)
3. eliminare bene polvere e detriti, aspirando con aspirapolvere
Applicazione:
1. applicare una mano di PAVITECH Primer s.061, preparato secondo le specifiche (Fig. 29)
2. applicare Pavitech Malta Colabile s.066 colandola nei buchi da riempire lasciando un leggero eccesso di prodotto.
Applicazione in strati successivi:
la malta è adatta a colmare, in una sola ripresa, spessori massimi fino a 10 mm (Fig. 30).
Oltre tale spessore il ritiro potrebbe cominciare ad essere visibile. Per spessori superiori è quindi necessario
operare in strati successivi, attendendo fra 6 e 12 ore fra una ripresa e l’altra
Sovraverniciatura:
1. attendere almeno 12 ore e procedere alla carteggiatura delle stuccature
2. applicare PAVITECH Finitura s.062 secondo le specifiche
3. le istruzioni vanno adattate alle esigenze specifiche di ogni caso
FIG. 28Scalpellatura parti incoerenti e crepe
FIG. 29Applicazione di una mano di primer
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 19
4.1.2.Trattamentodei giunti
I giunti che si trovano normalmen-
te sui pavimenti industriali di calce-
struzzo possono essere di differente
natura e devono essere trattati diver-
samente in funzione del fatto che
interessino tutto lo spessore della
pavimentazione o solo una parte.
Si dividono in:
A. Giunti di dilatazione: vengo-
no realizzati a tutto spessore;
hanno lo scopo di assorbire le
variazioni dimensionali dovute
alle escursioni termiche; general-
mente si fanno coincidere con i
giunti di costruzione. (Fig. 35)
B. Giunti di isolamento o
disaccoppiamento: vengono
realizzati per separare il pavi-
mento dagli spiccati in elevazio-
ne o da piastre/basamenti dove
saranno fissati impianti soggetti
a vibrazioni; interessano tutto
lo spessore. (Fig. 32 e 34)
C. Giunti di controllo (o riti-
ro): vengono realizzati taglian-
do meccanicamente, per una
profondità che interessa una
parte sufficiente della sezione,
il calcestruzzo appena indurito,
al fine di evitare che la naturale
contrazione del calcestruzzo in
fase di presa produca crepe in
altre posizioni. (Fig. 33)
D. Giunti di costruzione o di
ripresa di getto: vengono
realizzati per delimitare il getto
giornaliero ed interessano tutto
lo spessore. (Fig. 31)
E. Giunti strutturali: vengono
realizzati in corrispondenza di
elementi strutturali non solidali;
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FIG. 31Giunto di costruzione
FIG. 32Giunti di disaccoppiamento
FIG. 30Riparazione di buchi con malta colabile
interessano tutto lo spessore e vi
si fanno coincidere abitualmente
le riprese di getto.
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a20
I giunti di controllo (o ritiro), che
interessano solo una parte della
sezione dovranno essere preventiva-
mente riempiti con PAVITECH Malta
Colabile s.066 in grado di opporre
una buona resistenza alle sollecitazio-
ni da urto prodotte dalle ruote dei
carrelli sui bordi dei giunti.
Tale trattamento è da effettuare
anche su eventuali crepe statiche pre-
via apertura e pulizia della crepa con
discatura o molatura (Fig. 37, 38 e 39).
I giunti che interessano l’intera sezione
del supporto (A, B, D, E) non devono
essere riempiti dal rivestimento resi-
noso ma, successivamente alla posa del
rivestimento, possono essere sigillati
con idonei formulati resinosi elastome-
rici, in grado di sopportare i movimenti
degli elementi non solidali ed al tempo
stesso di non subire deformazioni tali
da causare danneggiamenti ai bordi dei
giunti stessi al passaggio delle ruote dei
carrelli (Fig. 36).
FIG. 33Giunto di ritiro
FIG. 34Giunti di isolamento
FIG. 35Giunto di dilatazione
FIG. 36Bordo danneggiato dal passaggio di carrelli
FIG. 38Applicazione del primer
FIG. 37Pulizia del giunto
FIG. 39Malta colabile nei giunti di ritiro
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 21
5. L’APPLICAZIONE
L’applicazione del ciclo di pitturazione è l’ultimo importante
passaggio che, conferendo l’aspetto finale al lavoro, dovrà essere
curato con molta attenzione per coronare con successo tutto il
lavoro di analisi e preparazione svolto in precedenza.
Anche nelle fasi di applicazione dei prodotti si possono annidare molte poten-
ziali problematiche che è bene conoscere a fondo per evitare sinistrosità.
La Linea PAVITECH è stata progettata e messa a punto per offrire al mercato
un insieme integrato di prodotti in grado di risolvere le problematiche più
ricorrenti che si possono riscontrare nella pitturazione dei pavimenti in strato
sottile. Tutti i prodotti della linea sono ad acqua per il rispetto della salute degli
utilizzatori e delle committenze. Possono essere utilizzati in tutti gli ambienti
chiusi senza problema di odori e senza comportare limitazioni alle lavorazioni
in corso nei locali adiacenti.
I prodotti della linea PAVITECH hanno come leganti resine epossidiche o
poliuretaniche. All’interno dei formulati vengono utilizzate specifiche cariche in
grado di aumentare le resistenze meccaniche (agli urti, all’usura) o particolari
elementi in grado di rendere antisdrucciolo le superfici.
5.1 La Linea PAVITECH Covema
FIG. 40La Linea Pavitech
I prodotti dellalinea Pavitech• Pavitech Primer s.061
• Pavitech Finitura s.062
• Pavitech Trasparente
Pur Opaco s. 064
• Pavitech Trasparente
Pur Lucido s. 065
• Pavitech Malta Colabile s.066
• Pavitech Cleaner s.067
• Pavitech Antiskid s.068
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a22
Caratteristiche dei leganti epossidici
• Elevata adesione al supporto
• Basso ritiro
• Buona resistenza meccanica
agli urti e all’usura
• Buona resistenza alla maggior
parte dei prodotti chimici
• Buona resistenza ad acidi ed
alcali
• Facilità manutentiva
Caratteristiche dei leganti poliuretanici
• Buona elasticità
• Buona resistenza all’urto e
all’usura
• Resistenze meccaniche media-
mente buone
• Indurimento rapido
• Buona resistenza agli oli mine-
rali ed alle benzine
• Minore sensibilità alla tempera-
tura dell’ambiente e dei supporti
• Maggiore sensibilità all’umidità
dell’ambiente e dei supporti.
La tabella che segue riporta sinteti-
camente i prodotti della linea, con le
principali caratteristiche tecniche.
TAB. 10 - LINEA PAVITECH - CARATTERISTICHE TECNICHE
PRODOTTO TIPOLOGIACatalisi
(p/p)Potlife
Peso Spec.(a+b)
Diluiz. (p/p)(a+b)
Res. SeccoPeso
Res.Secco Volu-me
Sovraappli-cazio-
ne
s.061PAVITECHPrimer
Primer di ancoraggio e antipolvere
100+20 2 ore 1.000 g/L ± 20
Primer 100%
Antipolv. 50%
17%± 2 16%± 2 6-8 ore
s.062PAVITECHFinitura
Finitura epossidica all’acqua bicomponente ad alte prestazioni (35 gloss)
100+40 2 ore 1.550 g/L ± 20 15-20% 63%± 2 42%± 2
Tra 6 e 24 ore
s.064PAVITECHTrasparentePur Opaco
Trasparente poliureta-nico bicomponente per finiture opache (10 - 15 gloss)
100+201 ora
e mezza
1.070 g/L ± 20 5-10% 39%± 2 35%± 2 24
ore
s.065PAVITECHTrasparentePur Brillante
Trasparente poliureta-nico bicomponente per finiture brillanti (85 - 90 gloss)
100+201 ora
e mezza
1.070 g/L ± 20 5-10% 44%± 2 40%± 2 24
ore
s.066PAVITECHMaltaColabile
Malta epossidica colabile per la riparazione dei pavimenti ad alto residuo secco e basso ritiro
100+20 1 ora 1.800 g/L ± 20
Prontouso 83%± 2 61%± 2 12-24
ore
s.067PAVITECHCleaner
Pulitore neutro ad elevata efficacia per la pulizia di macchie di olii minerali e vegetali. Biodegradabi-le al 99%
- - 1.020 g/L ± 20
Sgrass.400%
Deterg.900%
16%± 2 14%± 2 -
s.068PAVITECHAntiskid
Additivo antiscivolo ad alta durezza ed efficacia da aggiungere alle finitu-re Pavitech
Aggiung. 0,7 - 1% (p/p su A+B)
- 700 g/L ± 20 - 100 100 -
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 23
La reazione di polimerizzazione dei
bicomponenti della Linea PAVITECH
(epossidici e poliuretanici) avviene
correttamente solo in presenza delle
giuste quantità (“stechiometriche”)
di componente A e B dei prodotti.
Per semplificare il dosaggio di
questi due componenti, tutti i pro-
dotti della Linea sono predosati. Sarà
quindi sufficiente miscelare fra di
loro le intere quantità di componen-
te A e B delle singole pezzature per
essere sicuri di rispettare le giuste
proporzioni.
È anche importante che, prima
della miscelazione, il prodotto venga
lasciato acclimatare alle condizioni di
temperatura a cui verrà adoperato.
5.2. La miscelazione dei prodotti bi-componenti
FIG. 41Versare il componente B nel componente A
È fondamentaleche la miscelazione avvenga omogeneizzando bene e vigorosamente
per almeno 1-2 minuti i due componenti (possibilmente con un trapa-
no a frusta da cantiere a basso numero di giri per le pezzature più grandi)
in modo che tutte le parti dell’impasto, compreso fondo e pareti delle latte,
vengano a contatto fra di loro. È bene lasciare riposare il prodotto per
circa 5-10 minuti in modo che la reazione abbia completamente inizio
(Tempo di Induzione).
FIG. 42Miscelare energicamente e a lungo
5.3. La diluizione
Tutti i prodotti della Linea PAVITECH
sono a base acqua ma è bene chiarire
che le resine epossidiche e poliureta-
niche vengono emulsionate in acqua
“contro la loro volontà”. Questo
significa che meno si diluisce il siste-
ma più le caratteristiche meccaniche
e applicative dei prodotti (disten-
sione, coprenza, spessore del film)
verranno garantite. Alla formulazione
dei nostri prodotti abbiamo conferito
già una viscosità tale da poter essere
applicati con pochissima diluizione.
Nella Tabella 10 vengono specifi-
cate per ogni prodotto della Linea le
relative diluizioni.
È fondamentaleche le diluizioni indicate vengano rispettate scrupolosamente e che la dilui-
zione del prodotto avvenga solo dopo il Tempo di Induzione cioè
dopo circa 10 minuti dalla miscelazione dei due componenti (A+B). Diluire
subito il prodotto potrebbe provocare una catalisi non corretta con altera-
zioni delle caratteristiche meccaniche ed estetiche.
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a24
Abbiamo già approfondito tutto ciò
che riguarda le condizioni dell’am-
biente e del supporto che devono
essere tassativamente rispettate per
una buona riuscita del lavoro.
Nel caso di pavimenti molto assor-
benti o assorbenti (seconda la speci-
fica precedente) è bene dare una
mano di PAVITECH Primer applicato
a rullo o pennellessa.
PAVITECH Finitura può essere
steso facilmente con rullo di Perlon
a pelo corto per ottenere una buona
distensione, incrociando il senso della
rullata fra le mani. Operare in modo
che il bordo del rullo vada a sovrap-
porsi ad una rullata precedente
ancora fresca, altrimenti il sormonto
delle rullate potrebbe essere visibile
(accumulo di prodotto), lasciando un
pavimento a strisce.
Nel caso di una semplice impre-
gnazione con funzione antipolve-
re è da preferire l’applicazione
di PAVITECH Primer a spruzzo
airless o con irroratori a bassa
pressione in quanto il sormon-
to del rullo potrebbe facilmente
creare delle zone di accumulo del
materiale con risultati molto diso-
mogenei di lucido e opaco.
Il buon comportamento reologico
dei prodotti della Linea PAVITECH,
rendono la loro applicazione rela-
tivamente facile e veloce. È fonda-
mentale rispettare le condizioni di
temperatura e umidità ambientali
dell’aria e del supporto, già discusse
a fondo in precedenza (par. 2.2 e 2.3),
e, in funzione di queste, rispettare i
tempi minimi e massimi di sovrap-
plicazione.
Scendere sotto i tempi minimi
indicati renderebbe la posa ingesti-
bile in quanto il pavimento è ancora
appiccicoso. Andare oltre, non per-
metterebbe una corretta adesione
fra le mani, con la possibilità di schi-
vature o la necessità di carteggiare il
supporto fra una mano e l’altra.
È anche importante aerare il loca-
le per evitare l’accumulo di umidità.
FIG. 43Diluire con la giusta quantità solo dopoil tempo di indurimento
FIG. 44Stendere il prodotto
con rullo a pelo corto o raso
FIG. 45Verniciatura con Pavitech Finitura s.062
5.4. La posa dei prodotti
5.5. I tempi di posa e di sovrapplicazione
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 25
mento una volta che i componenti
volatili sono andati via) la superficie
ricopribile con un determinato quan-
titativo di prodotto pronto all’uso
(resa teorica) è inversamente pro-
porzionale allo spessore secco che si
vuole (o si può) lasciare.
Le rese reali possono variare
da quelle teoriche in funzione del-
l’assorbimento del supporto, dello
strumento applicativo utilizzato, dalla
mano dell’applicatore e dalla reologia
dei prodotti.
Per un lavoro a regola d’arte è
bene non caricare mai troppo pro-
dotto in un’unica mano (si rischie-
rebbe di intrappolare nel film i com-
ponenti volatili) ma arrivare allo
spessore (resa) consigliato con due
o tre passaggi, in funzione delle con-
dizioni del supporto e della propria
esperienza.
FIG. 46Interruzione dell’applicazione
Le caratteristiche complessive dei
rivestimenti resinosi sono ovviamen-
te determinate anche dagli spesso-
ri di prodotto che compongono il
sistema applicativo.
Poiché ogni prodotto ha un ben
definito residuo secco in volume
(cioè il volume che rimane sul pavi-
5.6. Le rese e consumi
È fondamentalePer garantire le corrette prestazioni di una pitturazione attenersi alle rese
indicate nella tabella sottostante.
Come specificato dalle norme, il lavoro andrebbe eseguito misurando le
superfici e attribuendo a priori un calcolato quantitativo di prodotto, sulla
base dei dati di resa consigliata.
TAB. 11 - CONFEZIONI, CONSUMI E RESE PRODOTTO DILUITO
PRODOTTO CONF.
GRADO DI ASSORBIMENTO DEL SUPPORTO
POCO ASSORBENTE NORMALE MOLTO ASSORBENTE
Kg/m2 m2/conf. Kg/m2 m2/conf. Kg/m2 m2/conf.
s.061PAVITECHPrimer
2,4 Kg 0,10 24 0,15 16 0,20 12
12 Kg 0,10 120 0,15 80 0,20 60
s.062PAVITECHFinitura
7 Kg - - 0,30 23 - -
14 Kg - - 0,30 46 - -
s.064 - s.065PAVITECHTrasparentePur
1,2 Kg - - 0,30 4 - -
6 Kg - - 0,30 20 - -
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a26
Il Pot-Life è un altro parametro fon-
damentale dei prodotti catalizzati.
Rappresenta il periodo di tempo
entro il quale il prodotto può esse-
re correttamente applicato e oltre
al quale la reazione è già talmente
avanzata che l’applicazione del pro-
dotto rischierebbe di presentare
inconvenienti consistenti (scarsa
distensione, scarsa adesione, varia-
zioni visibili di colore).
Il Pot-Life è influenzato dalle con-
dizioni di temperatura e umidità
alle quali il prodotto si trova prima
e durante la catalisi. Temperature
elevate accelerano la reazione e pos-
sono ridurre fortemente il Pot-Life:
in questi casi potrebbe essere addi-
rittura necessario mettere a bagno-
maria le latte in acqua fresca. Nelle
reazioni di catalisi è anche da tener
presente che quantità maggiori di
prodotto accelerano la reazione, il
che significa che la latta da 14 kg ha
un tempo di “Pot life” leggermente
inferiore a quelle più piccole (“effet-
to massa”)
Il tempo di vita utile in barattolo (a
20 °C e 50% di U.R.) dei prodotti della
Linea PAVITECH è di circa 1 - 1,5 ore.
Tempo che può essere notevol-
mente influenzato dalle condizioni
ambientali.
Se per vari motivi è necessario
interrompere l’applicazione, è bene
programmare tale sospensione in
corrispondenza dei giunti o di altri
elementi di discontinuità. Qualora
non fosse possibile, è bene realizzare
interruzioni rettilinee e regolari, con
del nastro da carrozziere (da rimuo-
vere prima dell’essiccazione al tatto),
in quanto la ripartenza a sormonto
potrebbe comunque mostrare delle
differenze dovute all’accumulo di
prodotto.
5.7. Tempo di vita utile in barattolo (pot life)
AttenzioneNormalmente, l’approssimarsi della fine della “vita utile” di un prodotto
bicomponente è indicata da un aumento percepibile della viscosità del
prodotto. Se si dovesse arrivare a questo punto, è sconsigliato continuare
ad utilizzarlo e tanto meno pensare di risolvere il problema diluendolo ulte-
riormente. È anche fondamentale non miscelare mai un prodotto alla
fine del proprio Pot-Life con quello appena catalizzato.
I problemi sarebbero garantiti!!!
5.8. Sospensione dell’applicazione
5.9. Essiccazione totale
È bene sapere che i prodotti a base
epossidica hanno dei tempi di essic-
cazione che portano a sviluppare le
complete caratteristiche chimiche e
meccaniche del film solo dopo circa
sette giorni. I prodotti quindi risulte-
ranno asciutti al tatto dopo 2-4 ore,
calpestabili dopo minimo 48 ore e
completamente fruibili solo dopo 7
giorni dalla posa, alle normali condi-
zioni ambientali.
È fondamentalerichiedere alla committenza il rispet-to delle tempistiche sopra riportate in quanto si rischierebbe di alterare o compromettere irrimediabilmen-te la finitura (rigature, presa di spor-co, film debole), con conseguenze facilmente immaginabili e possibili contestazioni. Se, dopo minimo 48 ore, è necessario calpestare il pavi-mento per effettuare operazioni leggere (es.: montaggi impiantistici) è bene proteggere il pavimento con dei cartoni sotto le scale e le zone di transito pedonale.
FIG. 47Pavitech in officina meccanica
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 27
PAVITECH Finitura s.062, applicato
a regola d’arte su pavimenti lisci, ha
una grado di brillantezza semilucido
di 35 gloss +/- 10. Per un pavimento
in cemento tale grado di finitura è già
particolarmente gradevole e presti-
gioso e rende il supporto facilmente
pulibile.
È da notare che la brillantezza
può variare in funzione degli assor-
bimenti, della quantità di prodotto
applicato, del rullo utilizzato, delle
condizioni applicative al contorno
(temperatura e umidità).
Se si vogliono ottenere finiture
ancora più lucide è possibile applica-
re una mano di Pavitech Trasparente
Pur Brillante s.065 che porta nor-
malmente il grado di lucido fino a 70
gloss a seconda delle condizioni.
Talvolta può essere necessario
avere un pavimento molto opaco
ed in tal caso Pavitech Tasparente
Pur Opaco s.064 porta il valore del
Le finiture PAVITECH, soprattutto
da nuove e nel caso di pavimen-
ti molto bagnati, possono risultare
moderatamente scivolose.
Se le necessità operative o di sicu-
rezza richiedono pavimenti antiscivo-
lo è possibile aggiungere nella mano
finale di PAVITECH Finitura s.062
l’additivo PAVITECH Antiskid s.068.
L’aggiunta consigliata è di 0,7 - 1% in
peso (su A+B) e può essere regolata
in funzione di esigenze particolari.
Dopo l’aggiunta dell’additivo,
mescolare con cura per omogeneiz-
zare il tutto. È bene sottolineare che
un pavimento antisdrucciolo ha una
tendenza a sporcarsi superiore ad un
pavimento liscio ed è anche meno
pulibile.
In taluni casi, buoni compromessi
antisdrucciolo/pulizia si ottengono
aggiungendo l’Antiskid nell’ultima
mano di Pavitech Finitura e rifinendo
Le resine epossidiche non hanno una
eccezionale resistenza in esterno in
quanto la loro struttura molecola-
re viene disgregata rapidamente dai
raggi ultravioletti del sole, con con-
seguente ingiallimento, sfarinamento
superficiale e opacizzazione del pro-
dotto nel tempo.
Anche l’applicazione di una mano a
finire di PAVITECH PUR Trasparente
s.064 o s.065, che essendo di natu-
ra poliuretanica resiste molto bene
ai raggi ultravioletti, non garantisce,
ai normali spessori di applicazione,
la totale protezione dell’epossidica
sottostante.
Non essendo quindi una questio-
ne di resistenza dei colori, riteniamo
sempre sconsigliabile applicare i pro-
dotti a base epossidica della Linea
PAVITECH all’esterno.
5.10. Grado dibrillantezzadella finitura
FIG. 48Pavitech in un garage pubblico
5.11. Finitura antisdrucciolo
5.12. L’applicazionein esterno
gloss a 10 con un aspetto uniforme e
pieno molto gradevole.
il tutto con una mano di Pavitech
Trasparente Pur s.064 o s.065.
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a28
5.13 TintometriaPAVITECH Finitura s.062 può esse-
re tinteggiato con alcune paste del
nostro sistema tintometrico profes-
sionale COVEMIX PRO-ACQUA.
Le paste a base di pigmenti inor-
ganici (Ossidi e Giallo solido) il Verde
ed il Blu Ftalo sono invece perfetta-
mente compatibili e la loro accetta-
bilità, stabilità e uniformità colore nel
prodotto sono state ampiamente stu-
diate e messe a punto. Con tali paste
si riescono a realizzare una buona
gamma di colori RAL (un centinaio
circa su 165), esclusi quelli che coin-
volgono le paste non compatibili.
È bene anche segnalare che i costi
delle tinte realizzate con i pigmenti
differenti dagli ossidi (Giallo solido,
Blu e Verde organico) potrebbero
differenziarsi in maniera anche signi-
ficativa da quelli del bianco. È neces-
sario quindi informarsi del costo
tinta presso un nostro distributore
autorizzato, prima di effettuare il
preventivo.
Come tutte le tinte realizzate
a tintometro, l’uniformità colore di
latte differenti è legata a molti fat-
tori quali il corretto dosaggio dei
pigmenti, l’uniformità del numero di
L’aspetto visivo finale del lavoro ed i
primi giorni di utilizzo del pavimento
sono gli elementi che più salteranno
agli occhi del committente e che, anche
in presenza di un lavoro tecnicamente
ben fatto, possono nascondere ancora
alcune insidie per l’applicatore.
Le impregnazioni(PAVITECH Primer s.061)
Il sistema ad Impregnazione si basa
sulla caratteristica del prodotto resi-
noso di penetrare all’interno del
È importantesapere che non tutti i pigmenti
del sistema sono compatibili con
il prodotto. In particolare le paste
organiche per interni Giallo Limone
PI 560, Arancio TI 580, Rosso HI
570, Giallo Sole FI 520, Magenta MG
390, Violetto VT 290 NON SONO
da utilizzare nel PAVITECH Finitura
s.062, in quanto l’aggiunta del cata-
lizzatore distrugge la molecola cro-
mofora del pigmento e fa cambiare
completamente il colore realizzato.
lotto della base, la costanza del quan-
titativo di prodotto presente in latta,
gli identici tempi di agitazione fra le
latte. Poiché i pavimenti hanno pochi
elementi di discontinuità, eventuali
piccole differenze possono risultare
molto visibili soprattutto su alcune
tinte. È responsabilità del distri-
butore e dell’applicatore porre
la massima attenzione alla rea-
lizzazione ed al controllo, prima
dell’applicazione, dell’uniformità
colore fra le varie latte.
5.14. L’aspettofinale delle finiture
supporto sino alla profondità di 1,5
- 2 mm senza formare pellicole di
spessori apprezzabili.
Per questi motivi, il prodotto uti-
lizzato deve essere fluido e non deve
contenere pigmenti o componenti
che possano fermarsi in superficie
occludendo la porosità del supporto.
Se l’impregnazione viene utilizzata
non come primer ma come finitura,
normalmente svolge funzione di pro-
dotto antipolvere.
È bene, però, informare la com-
mittenza che, in questi casi, l’ap-
plicazione a rifiuto evidenzia le
imperfezioni cromatiche già pre-
senti sul pavimento (Fig. 49) met-
tendo anche in risalto, con diffe-
renze di lucido/opaco, le aree con
diversi gradi di assorbimento.
Il supporto può quindi risulta-
re esteticamente più disomogeneo
del pavimento non trattato.
Rivestimenti a BassoSpessore(PAVITECH Finitura s.062)
Questi rivestimenti formano un film
colorato, continuo, impermeabile, con
ottime resistenze, facile da pulire e di
ottimo aspetto estetico.
• È bene informare il committente
che il colore scelto per il FIG. 49 Imperfezioni evidenziatedall’applicazione a rifiuto del primer
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 29
• I pavimenti resinosi in
genere si rigano, e lo fanno in
maniera proporzionale alla tipolo-
gia di utilizzo e agli stress mecca-
nici e fisici a cui sono sottoposti.
Nell’ambito delle caratteristiche e
prestazioni tipiche di un rivestimen-
to sottile come una pitturazione, le
rigature superficiali non le influen-
zano in alcun modo, mentre inci-
sioni più profonde possono essere
punti di indebolimento del film, il
quale dovrà essere nel tempo man-
tenuto secondo quanto specificato
al punto 7.
Finiture lucide e opache trasparenti(PAVITECH Trasparente s.064/065)
Per alcune applicazioni vengono
richieste per i rivestimenti in resina
a basso spessore particolari doti di
resistenza meccanica e pulibilità.
In questi casi è consigliabile tratta-
re i rivestimenti epossidici (Pavitech
finitura s.062) con una mano di finitu-
ra trasparente poliuretanica (Pavitech
trasparente s.064 - s.065) opaca o
lucida secondo l’aspetto desiderato.
Per un corretto ancoraggio, la fini-
tura con Pavitech trasparente s.064
- s.065 deve venire applicata sul rive-
stimento epossidico entro le 24 ore,
prestando attenzione alla corretta ed
omogenea distribuzione del prodot-
to evitandone accumuli.
Quando sia poi necessario otte-
nere superfici protette, pulibili e resi-
stenti, mantenendo il cemento a vista,
le finiture trasparenti s.064 e s.065
• Possono venire applicate sul sup-
porto non verniciato previa pre-
parazione ed applicazione di una
mano di PAVITECH Primer s.061.
In questi casi, come detto in
precedenza, tendono a con-
ferire un aspetto bagnato evi-
denziando le disomogeneità
dei getti.
• Applicate su pavimenti verni-
ciati con PAVITECH Finitura
s.062 conferiscono ai sup-
porti un aspetto più brillante
aumentando nel contempo le
caratteristiche di resistenza
meccanica ed agli sfregamenti.
• Dal punto di vista manuten-
tivo occorre comunque tener
conto che le finiture opache
risultano più sporchevoli di
quelle lucide.
Tutti gli aspetti qui evidenziati, che
non possono essere considerati
difetti, ma che possono a lavoro
finito determinare insoddisfazione
vera o pretestuosa del cliente, devo-
no essere fatti presenti (meglio per
iscritto) prima di accettare l’ordine,
onde evitare contestazioni, ritardi nei
pagamenti, trattenute o richieste di
ulteriori interventi..
FIG. 50Finitura lucida e opaca
pavimento avrà una influen-
za sensibile sulla sensazione
del grado di sporchevolezza
dello stesso. Ad esempio, il
colore rosso mattone e gli altri
scuri evidenziano molto le pedate
e lo sporco portato dai mezzi
e dal traffico pedonale prove-
nienti dall’esterno. Inoltre, nelle
zone dove può ristagnare l’acqua,
quando questa evapora lasciando
il pavimento asciutto, si formano
aloni bianchi.
• La presenza di un intenso traffico
di carrelli gommati lascia i
segni neri dei pneumatici,
comunque difficili da eliminare,
che si rivelano più evidenti sui
colori chiari e sulle finiture anti-
sdrucciolo.
• I rivestimenti chiari possono non
avere un aspetto perfettamen-
te omogeneo, perché la diver-
sa distribuzione e giacitura delle
cariche può risaltare.
• In generale è da sottolineare che
i rivestimenti resinosi per pavi-
menti (in particolar modo quel-
li a strato sottile) sono sempre
dei “manufatti” eseguiti in
opera e non dei prodotti finiti
usciti da una linea di produzione
industriale. È possibile, pertanto,
che la superficie finita presen-
ti i leggeri segni tipici di una
lavorazione manuale, ovvero degli
attrezzi utilizzati, o che abbia qual-
che intrusione di materiali portati
dall’aria. L’obiettivo, però, non è
quello di ottenere un “tavolo da
biliardo” ma un supporto funzio-
nale, durevole, allineato alle richie-
ste del committente, esteticamen-
te gradevole e adatto agli ambienti
per il quale è stato progettato.
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a30
TAB. 13 - L’APPLICAZIONE… IN BREVE
1. Miscelare a fondo ed energicamente (anche con mezzi meccanici) tutto il quantitativo predosato del com-
ponente A e B. lasciare riposare il prodotto per 5-10 minuti.
2. Diluire il meno possibile il prodotto, e comunque mai oltre il limite massimo consigliato dall’azienda, e solo
dopo aver atteso il tempo di induzione (5-10 minuti dalla miscelazione dei componenti A e B).
3. Applicare il prodotto rispettando scrupolosamente le condizioni ambientali (temperatura, umidità, punto di
rugiada) definite nella documentazione dei prodotti. Utilizzare gli attrezzi consigliati.
4. Rispettare i tempi minimi e massimi di sovrapplicazione fra una mano e l’altra.
5. Utilizzare le rese indicate come metodo di verifica per l’applicazione del corretto quantitativo di prodotto.
Le prestazioni e l’estetica di un pavimento dipendono molto dagli spessori applicati.
6. Utilizzare il prodotto all’interno dei tempi di Pot-Life indicati. Non diluire i prodotti giunti al termine del
loro tempo di vita utile per abbassarne la viscosità e renderli ancora applicabili. Non miscelare mai prodotti
giunti al termine del Pot-Life con prodotti appena catalizzati.
7. Nel caso sia necessario sospendere l’applicazione, utilizzare gli elementi di discontinuità presenti sul pavi-
mento o tracciare un confine dritto con il nastro da carrozziere.
8. Attendere sempre il completo essiccamento del pavimento (48 ore per la pedonabilità e 7 giorni per il
normale uso) per evitare di rovinare la superficie prima che le caratteristiche chimiche e meccaniche del
rivestimento si siano completamente sviluppate.
9. Accordarsi con la committenza, previa piccola prova, sul grado di lucido ottenibile con PAVITECH Finitura.
Prevedere e conteggiare un eventuale ulteriore passaggio con PAVITECH Pur Trasparente s.064 Opaco o
s.065 Lucido per ottenere una brillantezza inferiore o superiore.
10. Verificare la necessità di ottenere una finitura antisdrucciolo, segnalando il conseguente abbassamento del
grado di lucido e la maggiore presa di sporco
11. Le resine epossidiche non hanno una buona resistenza ai raggi ultravioletti e quindi la loro applicazione in
esterno è sconsigliata in quanto si avrebbero, dopo breve tempo, fenomeni abbastanza marcati di sfarina-
mento.
12. Verificare che nelle tinte proposte o richieste non sia necessario utilizzare paste incompatibili con il pro-
dotto. Prima di effettuare il preventivo verificare il costo tinta presso un nostro distributore autorizzato.
Verificare bene, prima dell’applicazione, che i numeri di lotto delle diverse confezioni siano identici e che
l’uniformità colore delle varie latte sia adeguato.
13. Informare correttamente la committenza sulle problematiche possibili legate alla scelta del colore del pavi-
mento e sui limiti intrinseci di un “manufatto” realizzato in opera e in strato sottile. Eventualmente predi-
sporre un piano di manutenzione.
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 31
6. CONTROLLI e COLLAUDIa FINE LAVORO
Dopo aver atteso i tempi di completo indurimento del rivestimento,
può essere utile (o necessario, nell’ottica del committente) effettua-
re dei controlli anche molto semplici per testare i più importanti
parametri di contratto (UNI 10966:2001 – Punto 4.5 e 4.6).
Il primo controllo è qualitativo e riguarda l’aspetto finale del pavimento, dove
dovrà essere valutata l’uniformità e la consistenza del film in differenti punti oltre
che la sostanziale omogeneità del colore scelto, tenendo presente le osservazio-
ni fatte al punto 4.14. Se i test di collaudo vengono superati è buona norma farsi
rilasciare dal committente una dichiarazione di accettazione dell’opera.
Lo spessore del rivestimento può essere controllato mediante un calcolo
abbastanza preciso dei consumi reali di prodotto (attendibile soprattutto in
caso di basso assorbimento) o tramite il metodo UNI 8298-12.
• Controllo dei volumi utilizzati per ciascun lotto o strato della pavimentazione.
• Eventuale misura dello spessore in alcuni punti a campione.
Per le diverse tipologie di rivestimento sono previsti specifici collaudi in fun-
zione delle prestazioni:
6.1. Verifica dello spessore del rivestimento
6.2. Rivestimento per impregnazione(Pavitech Primer s.061)
• Antipolverosità
• Aspetto: effetto bagnato più o meno omogeneo in funzione del grado di
assorbimento del supporto.
• Nel caso dell’impregnazione, la mancanza di omogeneità di aspetto, essendo lega-
ta alle caratteristiche di assorbimento del supporto, non è considerato difetto.
• Antipolverosità
• Resistenza superficiale all’abrasione leggera (UNI 8298-9)
• Adesione al supporto. Tale valore può essere misurato tramite il metodo
8298-1:2000 (Pull Off) e deve risultare superiore a 1,5 Mpa (15 kg/m2).
Un altro metodo molto valido, che può essere utilizzato per verificare
l’adesione del prodotto al supporto, è quello della quadrettatura
• Aspetto superficiale uniforme
• Assenza di vaiolature, cavillature, distacchi o bolle
6.3. Rivestimento con film sottile(Pavitech Finitura s.062)
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a32
Più sopra abbiamo accennato che i rivestimenti in strato sottile
sono da considerarsi dei “pavimenti di manutenzione” in quanto,
a seconda dell’uso che se ne fa, delle sollecitazioni meccaniche
e delle operazioni di lavaggio e pulizia, necessitano di periodiche
manutenzioni e riparazioni per poter continuare a svolgere le loro funzioni
prestazionali ed estetiche.
In generale tutti i pavimenti in resina possono essere lavati a umido ed a
caldo evitando shock termici e pulizie a vapore. Per la scelta del sistema di
pulitura occorre tenere conto delle specifiche caratteristiche della pavimenta-
zione (eventuali finiture antisdrucciolo, specifiche esigenze igieniche, ecc).
7. PULIZIA, MANUTENZIONE e RIPARAZIONE
7.1. La normale pulizia di un pavimento
La normale pulizia di un pavimento in resina è la detersione. Questa operazio-
ne consiste nel pulire la superficie attraverso l’asportazione di polvere, grassi
e sostanze che sporcano la superficie, deve essere effettuata con prodotti
specifici a caldo o a freddo, manualmente o con spazzolatici meccaniche o
idropulitrici rispettando le seguenti condizioni:
• Usare i detergenti consigliati dal produttore dei materiali utilizzati per
la verniciatura dei pavimenti (nel caso specifico della linea PAVITECH il
detergente PAVITECH Cleaner s.067)
• Diluire i detergenti come suggerito
FIG. 51Pavitech in locali pubblici
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 33
• Prima di procedere con la puli-
zia di tutta la superficie ese-
guire un test su una piccola
porzione di pavimento
• Evitare gli shock termici che
possono opacizzare e danneg-
giare le verniciature
• Con l’acqua di lavaggio non supe-
rare mai la temperatura di 40°C
• Non utilizzare spazzole abrasive
• Utilizzare macchine idonee per
il tipo di finitura che si deve
pulire.
agente chimico dipende da diver-
si fattori tra cui la sua natura, la
concentrazione, il tipo e la durata
del contatto, la temperatura, la con-
temporanea presenza di più agenti
ecc. Inoltre, la resistenza agli agenti
chimici di rivestimenti della stessa
famiglia può cambiare anche in fun-
zione alle condizioni di applicazione
dei prodotti.
In generale, comunque, i rivesti-
menti di natura Epossidica, se cor-
rettamente applicati, sono in grado di
fornire buone resistenze alle aggres-
sioni chimiche e sono indicati anche
per pavimentazioni di industrie far-
maceutiche, agroalimentari, laborato-
ri, ecc. dove le particolari lavorazioni
potrebbero compromettere rivesti-
menti di altra natura.
7.2. Trattamenti di smacchiatura
In alcuni particolari casi i pavimenti
possono presentare macchie che non
sono asportabili con le normali azioni
svolte dai detergenti. Questo è dovu-
to ad un’alterazione chimica dello
7.3. La resistenza chimica
Le pavimentazioni in resina hanno
la capacità di soddisfare esigenze fun-
zionali e prestazionali molto ampie
dipendenti dal tipo e dalla scelta del
sistema di finitura.
In particolare, i sistemi di finitura ad
impregnazione o a basso spessore di
natura epossidica presi in considera-
zione hanno buone caratteristiche di
resistenza alle aggressioni chimiche.
Occorre comunque tenere conto
che il grado di aggressione di un
strato superficiale. In queste situazioni
occorre procedere con il rifacimen-
to del rivestimento che può essere
localizzato e deve coincidere con i
naturali tagli o giunti al fine di limitare
l’impatto visivo del ripristino.
FIG. 52Pavitech in locali privati di prestigio
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a34
8. DIFETTI e POSSIBILI CAUSE
La presente sezione vuole rappresentare una sorta di “ripasso”
dei temi trattati precedentemente visti dalla parte dei difetti
riscontrabili sul pavimento. È facile immaginare che arrivare a
fare la diagnosi di un pavimento difettoso significa che il guaio si
è già creato, ma avere comunque un metodo per comprendere le cause di una
difettosità aiuta a capire meglio anche i problemi dello specifico pavimento e
ad evitare futuri errori.
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L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 35
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L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a36
Uno dei vari motivi per cui è stata decisa la pubblicazione di
questa guida è che l’accettazione da parte di un impresa di
applicazione di un lavoro di pitturazione (non solo di pavimenti)
implica l’accettazione dello stato di fatto dell’opera e dei suppor-
ti (facendo salvi i vizi occulti che, oggettivamente, non è possibile prevedere
e valutare) e la piena responsabilità della buona riuscita del lavoro, anche in
presenza di specifiche dettate dal committente o in presenza di capitolati
molto stringenti.
Diventa quindi fondamentale che, chi ha intenzione di assumere diretta-
mente un lavoro, possa reperire in maniera sistematica e metodica tutte le
informazioni indispensabili per crearsi un quadro preciso delle condizioni del
supporto, delle condizioni ambientali in cui sarà possibile operare, dei tempi
in cui il lavoro potrà essere fatto rispettando le specifiche di applicazione, per
ottenere un lavoro a regola d’arte che soddisfi le prestazioni funzionali ed
estetiche concordate con la committenza.
Speriamo di essere riusciti con questa corposa Guida Professionale a forni-
re ai rivenditori e agli utilizzatori dei nostri prodotti non solo delle dettagliate
“informazioni” ma anche un “metodo di lavoro”, sistematico e codificato, che
cerchi di comprendere in maniera preliminare la possibile presenza di cause
di malfunzionamento della pitturazione e che eventualmente permetta di con-
dividere preventivamente con la proprietà, in maniera molto chiara e formale,
gli eventuali limiti dell’intervento che si andrà ad effettuare.
I casi di cantiere hanno dimostrato, in diversi anni, che è preferibile talvolta
rinunciare ad un lavoro o avere il coraggio di esprimere al committente gli
eventuali dubbi sulla possibilità della piena riuscita di un intervento, per evitare
di affrontare dei danni che, nel caso dei pavimenti industriali e commerciali,
possono essere anche molto gravosi o insostenibili.
Spesso le aspettative da parte della committenza per una pitturazione in
strato sottile sono superiori a quello che è lecito attendersi anche da prodotti
e sistemi applicativi tecnologicamente all’avanguardia come quelli della Linea
PAVITECH, consolidati nel tempo e formulati per essere in grado di affrontare
diverse condizioni operative.
È compito, quindi, degli operatori del settore creare la corretta cultura e
informazione su queste tecnologie, consapevoli che solo così si potrà guada-
gnare in professionalità e serietà, a beneficio proprio e di tutto il mercato.
9. Le RESPONSABILITÀdell’APPLICATORE
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 37
ALLEGATO A - Le principali Norme UNI per i pavimenti in resina
NORMA TITOLO SOMMARIO E COMMENTI
UNI 10966:2001 Rivestimenti Resinosi per PavimentazioniIstruzioni per la progetta-zione e l’esecuzione
La norma definisce i criteri di progettazione ed esecuzione dei ri-vestimenti resinosi per pavimenti interni ed esterni. È un codice di buona pratica normato, molto articolato, con ampi riferimenti normativi incrociati
UNI 7999:1979 Pavimentazioni – Analisi dei requisiti
Scopo della norma è di fornire un’analisi dei requisiti che costitui-sca un riferimento generale per l’individuazione delle specifiche di prestazioni e modalità di verifica, da considerare per le pavimenta-zioni, in relazioni alle condizioni d’uso.
UNI 8297:2004 Rivestimenti Resinosi per Pavimentazioni – Termi-nologia
La norma stabilisce le definizioni relative ai rivestimenti resinosi che vengono impiegati per il trattamento dei supporti o che costitui-scono lo strato di rivestimento delle pavimentazioni resinose.
UNI 8298-1:2000 Determinazione dell’adesione del rivesti-mento al supporto
La norma stabilisce un metodo per la determinazione dell’adesio-ne del rivestimento resinoso al supporto della pavimentazione. [...] Metodologia del Pull-Off
UNI 8298-2:1987 Determinazionedella resistenza al punzonamentodinamico
La norma definisce un metodo per la determinazione della resistenza al punzonamento dinamico dei rivestimenti resinosi per pavimenta-zioni. [...] Si misura l’impronta causata dalla caduta di una massa da altezze predeterminate, fino all’eventuale rottura del rivestimento.
UNI 8298-3:1986 Determinazione della resistenza al punzonamento statico
La norma definisce un metodo per la determinazione della resi-stenza al punzonamento statico dei rivestimenti resinosi per pavi-mentazioni. [...] Si verifica l’eventuale presenza ed il diametro del-l’impronta lasciata da una sfera di 25 mm di diametro con un carico di 1000 Newton dopo un tempo determinato.
UNI 8298-4:1986 Determinazione della resistenza agli agenti chimici
La norma definisce un metodo per la determinazione della resi-stenza agli agenti chimici dei rivestimenti resinosi per pavimentazio-ni. [...] Si sottopongono i provini all’azione dell’aggressivo chimico, rilevando a scadenze prefissate le variazioni di forma o massa e di porosità.
UNI 8298-5:1986 Determinazione del comportamento all’acqua
La norma definisce un metodo per la determinazione del compor-tamento all’acqua dei rivestimenti resinosi per pavimentazioni. [...] Si immergono i provini in acqua deionizzata a T=20 °C, rilevando a scadenze prefissate (7, 28 e 90 giorni) le variazioni di forma o di massa. Se necessario si alza la temperatura fino a T=60 °C
UNI 8298-6:1986 Determinazione della resistenza all’invecchiamentotermico in aria
La norma definisce un metodo per la determinazione della resi-stenza all’invecchiamento termico in aria dei rivestimenti resinosi per pavimentazioni. [...] Si mantengono per 10, 20 e 30 giorni i pro-vini in camera umidostatica, con cicli di 12 h a T=75 °C e U.R.=85% e 12 h con T=75 °C e U.R.=50%. Alle scadenze indicate i provini vengono sottoposti alle prove di adesione e di punzonamento di-namico sopra descritte.
UNI 8298-7:1986 Determinazionedella resistenza alla bruciatura di sigaretta
La norma definisce un metodo per la determinazione della re-sistenza alla bruciatura di sigaretta dei rivestimenti resinosi e di gomma per pavimentazioni. [...] Si sottopongono i provini all’azione della combusione di una sigaretta accesa e si rilevano le eventuali formazioni di macchie o deformazioni superficiali.
UNI 8298-8:1986 Determinazione della resistenza alla pressione idrostatica inversa
La norma definisce un metodo per la determinazione della resi-stenza all pressione idrostatica agente sull’estradosso del supporto, simulando la risalita capillare. [...] Per un dato intervallo di tempo, si sottopongono dei provini, applicati su un supporto poroso, ad una pressione idrostatica e si valuta il mantenimento dell’adesione e delle caratteristiche fisico dimensionali.
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UNI 8298-9:1989 Determinazione della resistenza all’abra-sione
La norma definisce un metodo per la determinazione della resi-stenza all’abrasione del rivestimento. [...] Si misura la perdita di massa che il provino subisce dopo essere stato sottoposto all’azio-ne abrasiva in condizioni normalizzate (Taber Test).
UNI 8298-10:1989 Determinazione della resistenza elettrica
La norma definisce un metodo per la determinazione della resi-stenza elettrica del rivestimento. [...] Si misura la resistenza fra due elettrodi appoggiati sulla superficie fra i quali viene applicata una differenza di potenziale pari a 500 V
UNI 8298-11:1987 Preparazione dei provini per la determinazione della reazione al fuoco e della non combustibilità
La norma definisce un metodo per la determinazione della reazio-ne al fuoco e della non combustibilità dei rivestimenti resinosi. [...] Si determina la contribuzione o non all’incendio, al tempo di post-combustione, al tempo di post-incandescenza, alla zona di danneg-giamento ed al gocciolamento del provino sottoposto all’azione del calore e/o fiamma.
UNI 8298-12:1989 Determinazionedello spessore
La norma definisce un metodo per la determinazione dello spesso-re di un rivestimento resinoso. [...] Si misurano una serie di provini (rivestiti e non) mediante un comparatore centesimale e si deter-mina per differenza lo spessore medio del rivestimento.
UNI 8298-14:1989 Determinazione della lavabilità e della resistenza al lavaggio
La norma definisce un metodo per la determinazione della lavabi-lità dei rivestimenti resinosi. [...] Si determina il numero dei cicli di sfregamento necessari per eliminare l’elemento sporcante o per provocare l’alterazione del provino
UNI 8298-16:1989 Determinazione della resistenza allo scivolamento
La norma definisce un metodo per la determinazione della resi-stenza allo scivolamento dei rivestimenti resinosi. [...] Si misura la forza necessaria per trascinare in orizzontale, per una distanza ed una velocità costante e prefissata, un cilindro metallico di peso noto posto sopra un pattino di gomma normalizzato.
UNI 10329:1994 Misurazione del contenu-to di umidità negli strati di supporto cementizi o simili
La norma definisce le modalità di misurazione della umidità conte-nuta negli strati di supporto a base di leganti idraulici o anidritici. Si propongono tre metodi: chimici, gravimetrici ed elettrici.
ALLEGATO B - Termini normati per i rivestimenti per pavimenti (UNI 8297:2004)
NORMA SOMMARIO E COMMENTI
Rivestimento resinoso per pavimentazioni
Trattamento o rivestimento di un supporto con prodotti resinosi, come definiti nei punti seguenti
Impregnante Prodotto fluido, generalmente non pigmentato, con elevato potere bagnante atto a penetrare nelle porosità del supporto con lo scopo di modificare le caratteristiche dello strato superficiale interessato all’impregnazione
Verniciante Prodotto fluido, contenente o meno pigmenti, destinato ad essere applicato su un supporto per formare una pellicola (film) con scopo decorativo e/o protettivo o particolare
Autolivellante Prodotto fluido costituito da leganti organici, pigmenti, cariche ed additivi, destinato ad essere applicato su un supporto per formare un rivestimento continuo di spes-sore non minore di 2 mm con scopo protettivo e/o decorativo o particolare
Malta Prodotto ad elevato tenore di cariche di idonea granulometria, destinato ad essere applicato su un supporto per formare un rivestimento di spessore non minore di 5 mm con scopo protettivo e/o decorativo o particolare
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ALLEGATO C - Questionario per l’analisi preliminare e posadi un rivestimento resinoso a pellicola sottile di pavimenti
Scheda n°: Committente:
Ubicazione del cantiere:
COSTRUZIONE INFORMAZIONI SUL PAVIMENTO
Posizione: All’aperto Coperto all’esterno All’interno Sopraelevato Piano terra Interrato
Contatti con liquidi Sempre asciutto Pulizia a mezzo lavaggio Saltuariamente bagnato Spandimenti e stillicidi Sempre bagnato Spandimenti di oli e grassi
In progetto Nuova / in costruzione Già in uso
Destinazione dei locali:Descrizione attività e modalità di pulizia:
Mq. da trattare:
NATURA DEL SUPPORTO CONDIZIONI DEL SUPPORTO
Getto calcestruzzo grezzo Getto calcestruzzo frattazzato Getto calcestruzzo lisciato a spolvero Riporto a pastina Piastrellato Rivestimento resinoso Altro:
Nuovo pulito Logoro Sconnesso/corroso/deteriorato Friabile Inquinato di sostanze chimiche Inquinato d’olio o grassi Mancanza pendenze/planarità Altro:
PRESENZA DI UNIDITÀ NEI SUPPORTI
No Sì
Metodo di misura:Valori %:
IL PAVIMENTO DOVRÀ ESSERE:
Liscio Antisdrucciolo Antipolvere Antiusura
Colore: senza particolari richieste estetiche con particolari richieste estetiche
Altro:
SOLLECITAZIONI FISICHE
Circolazione pedonale Occasionale Media Intensa
Circolazione carrelli e veicoli Leggera Media Pesante
Ruote: Gomma Nylon Metallo
Non sarà soggetto ad urti o caduta di gravi, nè a shock termici
AGGRESSIONI CHIMICHE(contatti, stillicidi e spandimenti)
Non soggetto a contatti o spandimenti di acidi, alcali, soluzioni saline, solventi, idrocarburi, alcoli, liquidi organici, sangue, inchio-stri, ecc.
Soggetto esclusivamente a detersione periodica
GIUNTI:
NOTE:
COMPILATORE: FIRMA: DATA:
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10. Schede Specifiche TecnicheProdotti Linea PAVITECH
Voci da inserire nei capitolati d’appaltoPrimer epossidico bicomponente in emulsione acquosa, ideale per la corretta preparazione delle pavimentazioni
cementizie prima della loro pitturazione con smalto epossidico s.062 Pavitech. Utilizzabile come vernice impregnante
antipolvere, regolando la diluizione.
S. 061 PAVITECH PRIMER - CARATTERISTICHE DI IDENTIFICAZIONE
Peso Specifico Componenti A+B (UNI 8910) 1.000 g/litro ± 20 g/litro
Residuo Secco in massa (p/p) 17% ± 2%
Residuo Secco in volume (v/v) 16% ± 2%
PH al confezionamento 8 ± 0,5
Rapporto di Catalisi 100 + 20 (peso/peso)
Viscosità cinematica a 25°C (giri 5 a V = 20) 100 cps ± 20 cps
Classificazione per tipo chimico del legante Epossidica in emulsione acquosa
Vita utile del prodotto catalizzato 2 ore (a 25° C - 60%)
Aspetto del Film (UNI 9389 - EN ISO 2813) Leggermente Semilucido (antipolvere)
Resa consigliata 8 - 12 m2 /kg per strato
S. 061 PAVITECH PRIMERImpregnante epossidico all’acqua antipolvere
S. 061 PAVITECH PRIMER - Istruzioni per l’uso per impiego come Primer
Applicazione RULLO PENNELLO AIRLESS ARIA
Diluente Acqua 100% (p/p) 100% (p/p) 100% (p/p) 100% (p/p)
Diametro dell’ugello 0,4 - 0,5 mm 1,2 - 1,5 mm
Pressione all’ugello 120 - 160 atm 2,5 - 4 atm
Solvente per pulizie Acqua e sapone subito dopo l’uso
S. 061 PAVITECH PRIMER - Istruzioni per l’uso per impiego come Antipolvere
Applicazione RULLO PENNELLO AIRLESS ARIA
Diluente Acqua 50% (p/p) 50% (p/p) 50% (p/p) 50% (p/p)
Diametro dell’ugello 0,4 - 0,5 mm 1,2 - 1,5 mm
Pressione all’ugello 120 - 160 atm 2,5 - 4 atm
Solvente per pulizie Acqua e sapone subito dopo l’uso
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Voci da inserire nei capitolati d’appaltoSistema di pitturazione in strato sottile per pavimenti in cemento e murature a base di resine epossidiche bicomponenti in
emulsione acquosa additivato con strutturanti inorganici atti a conferire al prodotto buone resistenze meccaniche, chimiche e
all’abrasione, oltre a conferire le massime garanzie di igiene e lavabilità.
S. 062 PAVITECH FINITURASmalto epossidico all’acqua per pavimenti e murature
S. 062 PAVITECH FINITURA - CARATTERISTICHE DI IDENTIFICAZIONE (A+B)
Peso Specifico Bianco (UNI 8910) 1.550 g/litro ± 20 g/litro
Residuo Secco in massa (p/p) 63% ± 2%
Residuo Secco in volume (v/v) 42% ± 2%
PH al confezionamento 9 ± 0,5
Rapporto di Catalisi 100 + 40 (peso/peso)
Viscosità cinematica a 25°C (giri 5 a V = 20) 3.400 cps ± 2000 cps
Classificazione per tipo chimico del legante Epossidica in emulsione acquosa
Vita utile del prodotto catalizzato 2 ore (a 25° C - 60%)
Aspetto del Film (UNI 9389 - EN ISO 2813) Semilucido 35 gloss
Granulometria (EN 21524) Fine
Applicabilità e Sovrapplicabilità1° Strato: nessuna difficoltà 2° Strato e successivi: minimo 6 ore massimo 24 ore
Resa consigliata 8 m2 /kg per strato
S. 062 PAVITECH FINITURA - ISTRUZIONI PER L’USO
Applicazione RULLO PENNELLO AIRLESS ARIA
Diluente Acqua 15 - 20% (p/p) 15 - 20% (p/p) 10 - 15% (p/p) 10 - 15% (p/p)
Diametro dell’ugello 0,4 - 0,5 mm 1,5 - 2 mm
Pressione all’ugello 120 - 160 atm 2,5 - 4 atm
Solvente per pulizie Acqua e sapone subito dopo l’uso
Voci da inserire nei capitolati d’appaltoVernice poliuretanica bicomponente opaca (10 gloss) a base di poliisocianato alifatico in emulsione acquosa, idonea
per la verniciatura di pavimentazioni cementizie precedentemente pitturate, con elevata durezza, buona resistenza agli
aggressivi chimici e all’abrasione.
S. 064 PAVITECH TRASPARENTE OPACOVernice poliuretanica opaca bicomponente all’acqua
S. 064 PAVITECH TRASPARENTE OPACO - CARATTERISTICHE E CLASSIFICAZIONE
Peso Specifico A+B (UNI 8910) 1.070 g/litro ± 20 g/litro
Residuo Secco in massa (p/p) 39% ± 2%
Residuo Secco in volume (v/v) 35% ± 2%
PH al confezionamento 8 ± 1
L e G u i d e P r o f e s s i o n a l i C o v e m a42
S. 064 PAVITECH TRASPARENTE OPACO - CARATTERISTICHE E CLASSIFICAZIONE
Viscosità cinematica a 25°C (giri 1 a V = 20) 500 cps ± 100 cps
Classificazione per tipo chimico e stato del legante Poliisocianato alifatico in emulsione acquosa
Aspetto del Film (UNI 9389 - EN ISO 2813) Opaco
Resa consigliata 9 - 12 m2 /kg per strato
Colori Incolore trasparente
S. 064 PAVITECH TRASPARENTE OPACO - ISTRUZIONI PER L’USO
Applicazione RULLO PENNELLO AIRLESS
Diluente Acqua 0 - 5% (p/p) 5 - 10% (p/p) 5 - 10% (p/p)
Solvente per pulizie Acqua e sapone subito dopo l’uso
Voci da inserire nei capitolati d’appaltoVernice poliuretanica bicomponente brillante (90 gloss) a base di poliisocianato alifatico in emulsione acquosa, idonea
per la verniciatura di pavimentazioni cementizie precedentemente pitturate, con elevata durezza, buona resistenza agli
aggressivi chimici e all’abrasione.
S. 065 PAVITECH TRASPARENTE LUCIDOVernice poliuretanica brillante bicomponente all’acqua
S. 065 PAVITECH TRASPARENTE LUCIDO - CARATTERISTICHE E CLASSIFICAZIONE
Peso Specifico A+B (UNI 8910) 1.070 g/litro ± 20 g/litro
Residuo Secco in massa (p/p) 44% ± 2%
Residuo Secco in volume (v/v) 40% ± 2%
PH al confezionamento 8 ± 1
Viscosità cinematica a 25°C (giri 1 a V = 20) 500 cps ± 100 cps
Classificazione per tipo chimico e stato del legante Poliisocianato alifatico in emulsione acquosa
Aspetto del Film (UNI 9389 - EN ISO 2813) Lucido
Resa consigliata 9 - 12 m2 /kg per strato
Colori Incolore trasparente
S. 065 PAVITECH TRASPARENTE LUCIDO - ISTRUZIONI PER L’USO
Applicazione RULLO PENNELLO AIRLESS
Diluente Acqua 0 - 5% (p/p) 5 - 10% (p/p) 5 - 10% (p/p)
Solvente per pulizie Acqua e sapone subito dopo l’uso
Voci da inserire nei capitolati d’appaltoMalta epossidica colabile autolivellante per il ripristino delle zone fratturate presenti su pavimentazioni cementizie
(massetti), ideale nei sistemi di pitturazione linea Pavitech.
S. 066 PAVITECH MALTA COLABILE
L a p i t t u r a z i o n e d e i p a v i m e n t i 43
S. 066 PAVITECH MALTA COLABILE - CARATTERISTICHE DI IDENTIFICAZIONE (A+B)
Peso Specifico A+B (UNI 8910) 1.800 g/litro ± 20 g/litro
Residuo Secco in massa (p/p) 83% ± 2%
Residuo Secco in volume (v/v) 61% ± 2%
PH al confezionamento 9 ± 0,5
Rapporto di catalisi 100 + 20 (peso/peso)
Viscosità cinematica a 25°C (giri 7 a V = 20) 85.000 cps ± 5.000 cps
Classificazione per tipo chimico del legante Epossidica in emulsione acquosa
Vita utile del prodotto catalizzato 1 ora (a 25° C - 60%)
Istruzione per l’usoApplicazione a spatola, Pronta all’uso. Il solvente, per pulizie subito dopo l’uso, acqua e sapone.
Voci da inserire nei capitolati d’appalto“Detergente a base di tensioattivi anionici e non ionici, biodegradabile almeno al 90%, in grado di emulsionare tracce di
olii minerali e vegetali dalle superfici cemetizie, prima della loro pitturazione o per la loro manutenzione ordinaria.”
S. 067 PAVITECH CLEANER - CARATTERISTICHE DI IDENTIFICAZIONE
Peso Specifico (UNI 8910) 1.020 g/litro ± 20 g/litro
Residuo Secco in massa (p/p) 16% ± 2%
Residuo Secco in volume (v/v) 14% ± 2%
PH al confezionamento 7 ± 0,5
Viscosità cinematica a 25°C (giri 5 a V = 20) 200 cps ± 20 cps
Classificazione per tipo chimico del legante Tensioattivo anionico e non ionico altamente biodegradabile
Resa consigliata30 -50 m2 /kg per passaggio in relazione alla diluizioneed allo stato dei supporti
Istruzione per l’usoApplicazione come sgrassante: diluente con acqua 400%. Applicazione come detergente: diluente con acqua 900%..
S. 068 PAVITECH ANTISKIDAdditivo antiscivolo per pavimentazioni
Voci da inserire nei capitolati d’appaltoAdditivo antiscivolo ad alta resistenza meccanica e chimica, da utilizzarsi in combinazione con i prodotti serie Pavitech
per limitare la scivolosità dei supporti pitturati con tali prodotti.
Istruzione per l’usoUna dose (50 g) ogni 7 Kg di Pavitech s.062 (0,7% in peso A+B); agitare bene con attrezzo meccanico
S. 067 PAVITECH CLEANERDetergente biodegradabile ad elevato potere sgrassante
COVEMA VERNICI S.p.a. - Strada della Barra, 5 - 10040 DRUENTO - TO - ITALY - Tel. 011.9941800 - Fax Verde 800.010165www.covemavernici.com [email protected]
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