la pagina maggio 2014

32
I I M M M M O O B B I I L L I I A A R R E E B B A A T T T T I I S S T T E E L L L L I I Foto Alberto Mirimao Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura Numero 115 115 maggio 2014 Nuova Compagnia Teatro Città di Terni

Upload: la-pagina

Post on 22-Mar-2016

222 views

Category:

Documents


7 download

DESCRIPTION

 

TRANSCRIPT

Page 1: La Pagina Maggio 2014

II MM MM OO BB II LL II AA RR EE

BB AA TT TT II SS TT EE LL LL II

Foto Alberto Mirimao

Mensile a diffusione gratuita di attualità e culturaNumero 115115 maggio 2014

Nuova Compagnia Teatro Città di Terni

Page 2: La Pagina Maggio 2014

2

Era davvero diversa l’Europa, giusto un secolo fa.E un secolo non è poi molto: il tempo di una vita umana, per qualche

fortunato. Eppure in questo 2014 la campagna elettorale per l’elezione delParlamento Europeo disegna un’Unione in gran parte svogliata, e in parteperfino scettica. Di certo, la vera unità continentale è molto lontana, perchéancora lontanissima è la consapevolezza stessa deglieuropei che si accingono ad andare alle urne. È immaginabile che, nella stragrande maggioranza, nonsappiano dire non solo i nomi, ma neppure il numero deipaesi membri della UE. Sarebbe interessante fare un piccolo sondaggio compostodi due sole domande:1) Quanti sono gli stati della UE?; 2) Quanti sono gli stati degli USA? È forse eccessivo pessimismo pensare che persinoall’interno dell’Unione la risposta esatta alla secondadomanda (50) sarebbe molto più frequente della rispostacorretta alla prima (28)?

Ventotto nazioni (Austria, Belgio, Bulgaria,Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia,Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania,Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo,Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia,Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria), diciotto delle qualicondividono un’unica moneta, l’euro. Ventotto stati chedovrebbero condividere anche molto altro, per dare ailoro abitanti il senso di unità sovranazionale: ma ilprocesso di unificazione è ancora monco e zoppo, e quelche più preoccupa è che le sue condizioni di salute nonsembrano volgere a miglioramento. Basta guardare lacampagna elettorale in atto: quasi inesistente in moltistati, e anche in quelli dove la mobilitazione è un po’ piùsentita, lo è in genere per ragioni di politica nazionale (cioè locale, quasiprovinciale) più che realmente europea. E negli slogan e nei comizi, a parlaredi Europa sono solo i partiti e i movimenti che non la vogliono, e la nominanosolo per parlarne male.

E così diventa ancora più strano, pensareall’Europa di un secolo fa.

Perché giusto cent’anni fa correva il terribile 1914,anno spartiacque come pochi altri della storia. Cent’anni fal’Europa era il centro assoluto del mondo, tant’è vero che

gran parte di esso era letteralmenteposseduto dagli europei. L’Europasi godeva i frutti di un lungoperiodo di pace, ma era sempredivisa come in tutta la sua storia:l’ultima guerra seria che l’avevainsanguinata era stato il conflittofranco-tedesco del 1870. Le armieuropee non erano certo rimastedisoccupate, da allora, ma eranostate usate soprattutto per tacitare-appunto- quelle piccole parti delresto del mondo che ogni tanto siribellavano alla supremaziaeuropea. La più grande potenza del globoera la Gran Bretagna, e quasitutte le altre grandi entità politicherisiedevano tra gli Urali el’Atlantico: tre grandissimi imperi(quello russo degli zar, quelloaustro-ungarico di FrancescoGiuseppe e, incredibilmente,ancora l’Impero Ottomano dimedievale memoria) coprivanogran parte della cartinageografica del Vecchio Mondo e,

con la sola possibile eccezione degli ottomani, sembravanosaldi e solidi come la proverbiale roccia.

Non c’erano grosse nubi all’orizzonte. Le diplomazie continentali facevano e disfacevanoalleanze: si guardava un po’ male per un po’, salvo poiritornare all’ordine prestabilito, un complicato equilibrioottenuto da una sapiente miscela di rispetto e timore, mache non sembrava correre davvero troppi rischi.

Ma bastò una scintilla in Bosnia, e cambiò tutto.Lo scoppio della Grande Guerra non è certo stata causatasolo dai colpi di pistola che Gavrilo Princip esplose control’arciduca Francesco Ferdinando il 28 Giugno di cent’annifa, ma è ancora stupefacente come gli eventi siano alloraprecipitati di colpo, con effetti del tutto devastanti non solosull’Europa, ma sul mondo intero. I tre grandi imperisparirono per non risorgere mai più; l’Europa perse persempre la sua centralità nel mondo, e tutti gli equilibri siruppero e non si ricomposero, specialmente se si considera-come ormai tutti gli storici fanno- la Grande Guerra solocome il primo atto di una carneficina generale che èperdurata fin oltre la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Una causa davvero troppo piccola, per degli effetticosì grandi e durevoli.

Non è certo il caso di rimpiangere l’Europa di inizioNovecento: era un tempo e un luogo che, seppur probabilmentepiacevole per alcuni abitanti di quest’angolo di globo,lasciava gran parte degli esseri umani in condizionidrammatiche, ancor più di adesso. Ma è necessario cercaredi evitare di scatenare catastrofi arrestabili ed evitabili.

Se unire i paesi europei aiuta anche solo un po’ adevitare simili tragedie, allora vale la pena di coltivarla,l’idea dell’Europa Unita. E sperare che cresca.

Piero Fabbri

Cent’anni Cent’anni d’Europad’Europa

Locale climatizzato - Chiuso la domenica Terni Via Cavour 9 - tel. 0744 58188

www. lap iazze t tar i s torante . i t l a p i a z z e t t a . t e r n i @ l i b e r o . i t

Page 3: La Pagina Maggio 2014

3

Come posso finanziare la miaposizione di previdenzacomplementare?Il Piano Individuale Pensionisticoo il Fondo Pensione apertopossono essere alimentati tramite:- contributo individuale; - destinazione della quota annua

del TFR (se dipendente);- contributo del datore di lavoro.I miei soldi rimangono vincolatio in caso di necessità potròriscattare il capitale accumulatooppure chiedere unaanticipazione?Sia i Piani Individuali Pensionisticiche i Fondi Pensione Apertiprevedono la possibilità dirichiedere un’anticipazione:- in qualsiasi momento, per unimporto non superiore al 75 percento del capitale maturato, perspese sanitarie a seguito di

Quando andremo in pensione, manterremo la stessa retribuzioneche percepiamo oggi?Con l’ultima riforma previdenziale, le anzianità contributive maturatedopo il 31 dicembre 2011 saranno calcolate, per tutti i lavoratori, conil sistema di calcolo contributivo. Il sistema contributivo è un sistemadi calcolo della pensione che si basa su tutti i contributi versati durantel'intera vita assicurativa e si distingue dal sistema di calcolo retributivo,che si basa invece sulla media delle retribuzioni percepite negli ultimianni di vita lavorativa. Pertanto, tutti i lavoratori che avrebbero usufruitodi una pensione calcolata esclusivamente con il calcolo retributivo,avranno una pensione in pro rata calcolata con entrambi i sistemi dicalcolo. Questo implica che nella stragrande maggioranza dei casi le nuovepensioni saranno nettamente più basse dell’ultima retribuzione percepita.Quale soluzione ci consiglia per mantenere lo stesso tenore di vita?Aderire sin da subito a un Piano Individuale Pensionistico oppure adun Fondo Pensione Aperto rappresenta una strada obbligata per compensarei GAP pensionistici derivanti dal sistema previdenziale obbligatorio.Aderendo ad una forma di previdenza complementare, oltre allapensione integrativa, avrò altri benefici?I contributi versati sono deducibili dall’imponibile IRPEF fino ad unmassimo annuo di € 5.164,57. La tabella seguente illustra quanteminori tasse pagherà, anno per anno nella fase di accumulo, unaderente a un PIP o ad un Fondo Pensione aperto.

LA PENSIONE INTEGRATIVA

AGENZIA GENERALE TERNI - AGENTE GIANLUCA GAMBINIGIANLUCA GAMBINIVia della Bardesca, 3 - Tel 0744.4093460744.409346 - Fax 0744.4093470744.409347

[email protected] [email protected] - www.saiterni.itwww.saiterni.itPresenti sul territorio: Amelia, Attigliano, Fornole di Amelia, Narni Scalo, Sangemini, Orvieto, Todi, Marsciano

Intervista all’Agente Generale

Gianluca Gambinigravissime situazioni relative a sé, al coniuge e ai figli per terapie einterventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutturepubbliche;- decorsi otto anni di iscrizione, per un importo non superiore al75 per cento del capitale maturato, per l'acquisto della prima casa diabitazione per sé o per i figli;- decorsi otto anni di iscrizione, per un importo non superiore al30 per cento del capitale maturato, per ulteriori esigenze degliaderenti. Inoltre, è possibile chiedere il riscatto nei seguenti casi: - nella misura del 50 per cento della posizione individualematurata, nei casi di cessazione dell'attività lavorativa che comportil'inoccupazione per un periodo di tempo non inferiore a 12 mesi enon superiore a 48 mesi, ovvero in caso di ricorso da parte del datoredi lavoro a procedure di mobilità, cassa integrazione guadagniordinaria o straordinaria;- totalmente, in caso di invalidità permanente che comporti lariduzione della capacità di lavoro a meno di un terzo e a seguito dicessazione dell'attività lavorativa che comporti l'inoccupazione perun periodo di tempo superiore a 48 mesi.

Messaggio promozionale riguardante le forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione ai Fondi Pensione aperti gestiti da UnipolSai Assicurazioni leggere ilRegolamento e la Nota Informativa che possono essere richiesti in Agenzia, e consultabili sulsito internet www.unipolasai.it, alla sezione previdenza complementare.

Messaggio promozionale riguardante le forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione ai Piani Individuali Pensionistici (PIP) gestiti da UnipolSai Assicurazioni,leggere la Nota informativa, il Regolamento e le Condizioni Generali di contratto che possonoessere richiesti in agenzia e sul sito internet www.unipolsai.it, alla sezione previdenzacomplementare.

Page 4: La Pagina Maggio 2014

Il passaggio del testimone e l’avvio dell’anno italiano è avvenutoappunto a Mosca, il 20 Marzo scorso, alla presenza di una nutrita evariegata delegazione italiana composta da imprenditori seriali,start-upper, docenti universitari, funzionari pubblici, crowdfunder,manager, giornalisti, blogger, etc. a rappresentare l’altrettantovariegato mondo dell’imprenditorialità italiana. In platea migliaia di appassionati dell’imprenditorialità, cultori,addetti ai lavori e semplici curiosi, rappresentanti degli altri 152Paesi. Emblematico quanto dichiarato dal capo delegazione, Amati, inter-vistata prima della partenza, per l’inserto Nova, de Il Sole 24:Ho sempre creduto nella capacità delle idee di saper contagiare glianimi, di accendere dibattiti, di generare valore, di connetterepersone nel mondo. Ho sempre avuto la curiosità ed il piacere diesplorare luoghi lontani e conoscere culture diverse. Tradizioni,luoghi e persone hanno sempre per me rappresentato la vera dotedi un territorio. Ne sono, oggi, ancora più convinta. Grandi nomi hanno solcato il palco dei GEC nelle edizioni

precedenti da Richard Branson di Virgin,Mark Zuckerberg di Facebook, KarimRashid, uno dei più famosi industrialdesigners and interior architects al mondo,Peter Vesterbacka, co-fondatore di Rovio,creatore di Angry Birds, e così via. L’obiettivo comune di tutti i partecipanti,famosi e non, è quello di confrontarsi fraloro, attraverso dibattiti, testimonianze,esperienze su come costruire l’eco-sistema,su come creare valore e benessere per ilproprio Paese e saper generare nuoveimprese capaci di confrontarsi a loro voltae di “competere ad un livello internazionaleper portare sul mercato conoscenza, talento,innovazione, tradizione”.Il tema del GEC di Milano, in sintonia coni temi dell’EXPO 2015, che avrà la suaopening un paio di mesi dopo, vedràl’ecosistema italiano ed internazionalecimentarsi nella risoluzione di sfide globali. La sfida è ambiziosa, il momento è quellogiusto, il successo dipende solo da noi! Il motto è “facciamo squadra!” #GEC2015.Alea iacta est, avrebbe detto Giulio Cesare,ma la vera domanda ora è: sarà in gradol’ecosistema ternano e soprattutto il nuovoGoverno della città, che verrà a breveeletto, di cogliere l’opportunità?

alessia.melasecche@libero. i t

4

Ci sono opportunità chesi presentano nella vitache vanno semplicementecolte, occasioni in cui,gettare il cuore oltrel’ostacolo, è l’unica viapercorribile, soprattuttoquando sono frutto diun lavoro serio e tenacedi anni. Ogni nuova impresa,intesa come “azione di

ampia portata”, richiede, oltre alla lucidità, anche coraggio edeterminazione. Quanto accade nel mondo è per definizione dinamicoe interconnesso e, da Terni, c’è chi opera con passione e competenzaper cogliere occasioni di portata mondiale. Ed è esattamente quanto sta accadendo. Anno 2008: META Group, società di Terni, firma l’accordo con KauffmanFoundation (la principale fondazione americana che opera sul temadell’imprenditorialità) per essere l’host italiano della GlobalEntrepreneurship Week, la settimana mondiale sul tema, densa dieventi, di incontri di altissimo livello e attività connesse. Anno 2013: META Group presenta la candidatura dell’Italia per ospitarenel 2015 il GEC, Global Entrepreneurship Congress, il CongressoMondiale dell’Imprenditorialità, e vince sugli altri finalisti: Qatar,Croazia e Colombia. È un po’ come aggiudicarsi la possibilità diospitare le Olimpiadi dell’imprenditorialità. Il tutto è stato possibile anche grazie al supporto che, da subito, alcuniconsulenti lungimiranti del Governo italiano hanno dato all’iniziativa,passata indenne anche al recente cambio al vertice da Letta a Renzi. Per META Group, l’Arch. Anna AmatiAnna Amati è a capo dell’ambiziosissimoprogetto che vedrà coinvolte nell’organizzazione decine di persone,nello sforzo congiunto di rappresentare l’Italia nei confronti di migliaiadi convenuti che, da 153 Paesi nel mondo, si riuniranno a Milano dal16 al 19 Marzo 2015.L’Italia creativa, l’Italia dinamica, l’Italia coraggiosa, l’Italia produttivae concreta, l’Italia che crede in ciò che fa e lo fa bene, l’Italia in tuttele sue sfaccettature. Milano seguirà al GEC di Mosca appena concluso. Prima ancora ci furono Rio de Janeiro 2013, Liverpool 2012, Shanghai2011, Dubai 2010 e Kansas City 2009.

Da Da TerniTerni , , con furorecon furore…… alal GlobalGlobalEntrepreneurship Congress 2015Entrepreneurship Congress 2015

Page 5: La Pagina Maggio 2014

Abbiamo deciso di parlare del metodo di trattamento craniosacralecome strumento di riequilibrio della salute della persona, poiché èuna tecnica manuale dolce e non invasiva, che permette di trattaretutti i tessuti, ed è applicabile nell’adulto, l’anziano e il bambino.Branca dell’osteopatia, prende il nome dal movimento involontariosincrono del cranio e dell’osso sacro, che uniti dalla dura madre(meninge) coinvolgono tutto il sistema che va dal cervello alla caudaequina passando per la colonna vertebrale.Questo movimento involontario è stato scoperto agli inizi del ‘900dall’osteopata americano Sutherland, che lo chiamò movimentorespiratorio primario, concetto tutt’ora poco capito nonostante cisiano numerosi lavori scientifici che ne confermano il valore.

Alla base di questo movimentoci sono degli elementifondamentali, quali la motilitàritmica del sistema nervosocentrale, nonché di tutte learticolazioni dell’organismo,che si muovono in un’armoniadata in primis dalla respira-zione e poi dalla correttasincronia tra i vari organi edarti uniti in un unicum cheporta all’equilibrio dellapersona.Di fatto è la proprietà diesprimere un movimentoche contraddistingue itessuti vivi da quelli che

sono sofferenti o bloccati: tutte le cellule del corpo hanno bisogno direspirare ritmicamente affinché il loro funzionamento sia ottimale,ciò visto che all’interno del nostro corpo c’è un’infrastruttura difluidi e tessuti che si muove ritmicamente e delicatamente.Questo sistema involontario di respirazione presente nei tessuti puòessere percepito da mani sensibili e allenate ad hoc ed offrire unavasta quantità di informazioni circa lo status di equilibrio dellapersona.La frequenza del movimento respiratorio primario varia in funzionedei cambiamenti e degli stimoli ricevuti e tende a rallentare in moltistati di stanchezza, congestione, cefalea o catarro e così via...Queste variazioni servono ad indicare mutamenti che avvengono adun livello più profondo nella funzione fisiologica.Proprio per questo si può parlare anche di riequilibrio funzionalesotteso al lavoro manuale craniosacrale.Tale trattamento ha molteplici indicazioni: cervicalgie, dorsalgie,lombalgie; mal di testa, problematiche di arti inferiori e superiori,disturbi viscerali come stipsi, difficoltà digestive, disturbi dellarespirazione da causa funzionale, dismorfismi craniofacciali,disordini del pavimento pelvico e questo solo per fornire alcuniesempi.Una cosa è certa: un’ottima base di anatomia e fisiologia èindispensabile per applicare la terapia craniosacrale, nonché tempoe addestramento professionale per sviluppare le competenze esensibilizzare la mano all’ascolto dei movimenti sottili del corpo!Quindi la capacità di effettuare il trattamento craniosacrale puòessere trasmessa a persone fortemente motivate, dotate di competenza(acquisibile con lo studio) e volontà di praticare.

Annalisa Grasso

5

C r a n i o s a c r a l eC r a n i o s a c r a l e

Page 6: La Pagina Maggio 2014

6

23456 78 910 - 11 1213 14 1516 - 1718

1920 21222324 2526 2728 2930 3132

C e n t ’ a n n i d ’ E u r o p a - P F a b b r iU N I P O L S A I A S S I C U R A Z I O N ID a Te r n i , c o n f u r o r e . . . - A M e l a s e c c h eCraniosacrale - A G r a s s oDodici Sindaci sul la cassa di Terni - G R a s p e t t iC a r o p i a n o f o r t e . . . - A P e p i c e l l iC I D ATTrattamento chirurgico percutaneo dell’ernia discale - V B u o m p a d r eA S S O C I A Z I O N E C U LT U R A L E L A PA G I N ALettera aper ta - S L u p iC a r c i n o m a d e l l a m a m m e l l a - L F i o r i tTu t t i s a n n o c o s a s i a u n a d o n a z i o n e ? - M P e t r o c c h iL A B O R AT O R I S A LVAT IA Z I E N D A O S P E D A L I E R A S A N TA M A R I A D I T E R N IE p a t o p a t i e c r o n i c h e - L F a l c i B i a n c o n iM e d i c i o b u r o c r a t i ? - G G i o r g e t t iN U O VA G A L E N OB a s u r a 2 / 2 - F L e l l iB R A G O N IS i l v e r i o e l ’ E u r o p a . . . - V G r e c h iQuinoa e stevia - L P a o l u z z iL a b a t t a g l i a d i Vo l t u r n o - F N e r iC E N T R O M E D I C O D E M E T R A - E R R E M E D I C AI l p o n t e d i A u g u s t o a N a r n i - D F a g i o l iF R A N C A C A L Z AVA C C A - L S a n t i n iNORD KAPP 17° 10’ 22’‘ - P M a t t e u c c i , M Q u i n t i l iF O N D A Z I O N E C A S S A D I R I S PA R M I OPAOLO CICCHINI - R B e l l u c c iG L O B A L S E RV I C ES U P E R C O N T I

L A P A G I N A M e n s i l e d i a t t u a l i t à e c u l t u r aRegistrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni

Redazione: Terni, Vico Catina 13 --- Tipolitografia: Federici - TerniD I S T R I B U Z I O N E G R A T U I T A

Direttore responsabile Michele Rito Liposi Direttore editoriale Giampiero RaspettiEditrice Projecta di Giampiero Raspetti 3465880767 - 3482401774i n f o @ l a p a g i n a . i n f o w w w . l a p a g i n a . i n f o

Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.

D o v e t r o v a r e L a P a g i n aACQUASPARTA SUPERCONTI V.le Marconi; AMELIA SUPERCONTI V. Nocicchia; ARRONESuperconti Vocabolo Isola; ASSISI SUPERCONTI S. Maria degli Angeli; CIVITA CASTELLANASUPERCONTI V. Terni; MASSA MARTANA SUPERCONTI V. Roma; NARNI SUPERCONTIV. Flaminia Ternana; ORTE SUPERCONTI V. De Dominicis; ORVIETO SUPERCONTI - Strada dellaDirettissima; PERUGIA SUPERCONTI Centro Bellocchio; RIETI SUPERCONTI La Galleria; ROMASUPERCONTI V. Sisenna; SUPERCONTI V. Casilina 1674 (Grotte Celoni); SPELLO SUPERCONTIC. Comm. La Chiona; TERNI CDS Terni - AZIENDA OSPEDALIERA - ASL - V. Tristano di Joannuccio;Cral Provincia di Terni; CRDC Comune di Terni; INPS - V.le della Stazione; Libreria ALTEROCCA- C.so Tacito; SUPERCONTI CENTRO; SUPERCONTI Centrocesure; SUPERCONTI C. Comm.Le fontane; SUPERCONTI C.so del Popolo; SUPERCONTI P.zza Dalmazia; SUPERCONTI Ferraris;SUPERCONTI Pronto - P.zza Buozzi; SUPERCONTI Pronto - V. XX Settembre; SUPERCONTI RIVO;SUPERCONTI Turati; TODI SUPERCONTI V. del Broglino; VITERBO SUPERCONTI V. Belluno;VITORCHIANO SUPERCONTI Località Pallone.

Dodici Sindaci sul lacassa di Terni

Dodici candidati a Sindaco. Dodici decatleti dellacultura, immagino, o dodici virtuosi della filantropiagià noti a tutti per i benefici elargiti alla collettività?Forse dodici splendidi artisti che, con un solo lorosegno, hanno impresso una svolta sia all’arte in sé siaalla città di Terni. Dodici imprenditori, dodici uominidi ingegno che hanno generato ricchezza per le nostrecontrade, ça va sans dire! Dodici straordinarie personeintente a convincerci delle proprie strabilianti capacitàamministrative! Giganti! Nessun minus quam infattiardirebbe presentare, considerando nel novero anchegli aspiranti consiglieri comunali, la sua candidatura alfine di amministrare i tanti professionisti della cultura,della solidarietà umana e sociale, dell’arte, dell’imprenditoriache hanno dato e danno lustro alla nostra città. Se cosìnon fosse, ma non voglio crederci, sapremmo già cosastarebbero pensando molti degli eventuali omuncolimascherati da candidati: che noi ternani siamo scemettisenza conoscenza, arte né parte, proprio come loro! Io credo che prima o poi occorrerà istituire una appositapatente per essere candidati: innanzitutto dovrannoessere candidi, cioè immacolati!

Non devi convincerci adesso, signor candidato. Èil tuo passato che deve convincerci. Sei da semprenient’altro che una nullità? Ti sei sempre distinto soloper il tuo opacissimo lavoro da impiegato? Per la tuaprofessione che mai ha avuto a che fare con leproblematiche della città? E allora chi pensi possaritenere veritiera la tua presunta e strombazzata capacitàdi amministrare i beni comuni? Solo i tuoi amichetti!

Vi prego, ternani, smettiamola con la politicamafiosa di votare per il compare o per gli amici delcompare! Sarebbe bene, cari concittadini, smettere dicredere alle favole, smettere di credere che l’erba delvicino sia sempre la più verde, smettere di credere chechi non ha mai saputo dare alcunché alla città o cheha, al massimo, svolto solo il suo incaricucciopersonale, sarà in grado di fare qualcosa per il benecomune. Potrà solo cercare di rendere miseri e opachitutti gli altri! Giampiero Raspetti

Fondatori della Scuola Estivagratuita per Studenti SSuperuper

Page 7: La Pagina Maggio 2014

7

E ce lo insegni con il suono che produci: è proprio il suono che cidice se abbiamo fatto bene o no.Sembra incredibile, ma dalla tua eleganza inbianco e nero sortiscono un'infinità di colori esfumature.Un altro dono è la materializzazione dicapolavori musicali che altrimenti rimarrebberosolo nelle nostre menti; così possono passareda un essere umano a molti altri, che quindi nepossono gioire.Ci riempie di gioia anche sentire quanto seidiverso quando incontri giovani e menogiovani che ti trasmettono qualcosa. Il loro modo di trattarti stimola risultatidifferenti fra loro, spesso lontani, raramenteinsignificanti o addirittura fastidiosi. Un bellissimo esempio lo avremo presto aTerni con la nuova edizione del ConcorsoInternazionale intitolato ad AlessandroCasagrande, che vedrà suonare in pochi giorni

al Teatro Sergio Secci decine e decine di giovani pianisti: una grandeoccasione per chi è già appassionato di musica, ma anche per chi nonsi sente troppo attratto. La vitalità dei giovani rende questi momenti veramente speciali. Ritroviamoci a parlarne insieme: sarà un arricchimento per tutti.

Angelo Pepicel l i

Caro pianoforte,ho pensato di scriverti una lettera di ringraziamento perché quest'annofesteggiamo mezzo secolo di vita insieme!Ma me ne sono ricordato solo ora, presoinvece come sono dal presente, e forse dalfuturo. Oggi il nostro rapporto è molto più bellodi allora, anche se il primo incontro è statobellissimo e il primo anno rimane nei mieiricordi come un anno speciale.Ma vorrei parlare di te e di quello che haidato a me e a tantissime persone che intutto il mondo ti hanno frequentato.Chi ti ha suonato ha ricevuto grandi regali,fra cui vorrei mettere per primo la incredibilerealizzazione delle idee, dei pensierimusicali. Abbiamo il privilegio di sentir uscire dalnostro corpo, dalle nostre mani e dai nostripiedi suoni che hanno un senso, raccontiin musica, quadri sonori, sensazioniirripetibili. Le nostre conoscenze si materializzano, diventano forse menoperfette, ma forse anche per questo più vive.Ci fai altri regali importanti anche quando ci impegniamo negliaspetti maggiormente legati alla tecnica, quando ci insegni quali sonoi movimenti e i gesti migliori per ottenere il risultato che desideriamo.

Caro pianoforte ...

Page 8: La Pagina Maggio 2014

8

Page 9: La Pagina Maggio 2014

9

Il trattamento delle ernie del disco e delleprotrusioni discali contenute (non espulse-Fig. 1) è stato completamente rivoluzionatodall’introduzione di varie metodiche miniin-vasive ormai in uso da oltre venti anni, chepermettono di ridurre il volume del discopatologico per via percutanea (senza incisioni,solo tramite un forellino di 1,5 mm) riducendo così il tempo chirurgico,la durata del ricovero, ma soprattutto il dolore, le complicazioni e permettendouna più rapida ripresa. Le varie metodiche di trattamento percutaneo dell’ernia discale sidifferenziano in base alle tecniche usate per la distruzione parziale del disco:

energia elettrotermica (IDET), radiofre-quenza, energia laser (PLLD) e azionemeccanica (DEKOMPRESSOR).Attualmente la tecnica che trova maggiorimpiego è la discectomia percutaneameccanica che non necessita di energiatermica, la quale aumenta alcunecomplicanze quali disciti settiche edasettiche.L’intervento si effettua in sala operatoriain decubito prono, in anestesia locale,sterilmente, sotto controllo fluoroscopico(radiografico-Fig. 2), si entra nel disco con una sonda di 1,5 mm di diametro e con un particolare strumento meccanico(Fig. 3) si rimuove una parte del nucleo polposo in modo da ridurne il volume, riducendo dimensione-pressionedell’ernia discale.

Quali sono i pazienti candidati all’intervento percutaneo:Quali sono i pazienti candidati all’intervento percutaneo:- pazienti affetti da lombalgia con o senza irradiazioneagli arti inferiori (sciatalgia, cruralgia);

- alla TC o RMN presenza di protrusione o erniadiscale contenuta (Fig. 4), con concordanza con isintomi;

- persistenza della sintomatologia dolorosa da più didue mesi con insuccesso del trattamentofarmacologico e fisioterapico;

- altezza del disco intervertebrale inferiore al 50%.

Pazienti per cui non è indicato il trattamento percutaneo:Pazienti per cui non è indicato il trattamento percutaneo:- ernie discali epulse;- deficit neurologici progressivi;- non concordanza tra sintomi e TAC-RMN;- instabilità vertebrale;- frattura, neoplasia;- infezione.La durata dell’intervento è di circa 30 minuti; viene asportato circa 1,5 cc. di nucleo polposo.L’intervento permette di ottenere un miglioramento della sintomatologia nell’80-90%dei casi. La scomparsa del dolore si ottiene, immediatamente, nel 60-70%, a sei mesi, nel75-80% dei casi.

Dr. Vincenzo BuompadreSpecialista Ortopedia e Medicina dello Sport

TRATTAMENTO CHIRURGICO PERCUTANEO DELL’ERNIA DISCALE

Fig. 2

Fig. 1

D r. Vi n c e n z o B u o m p a d r e Specialista Ortopedia e Medicina dello Sport

Te r n i - Vi a C i a u r r o , 60 7 4 4 . 4 2 7 2 6 2 i n t . 2 - 3 4 5 . 3 7 6 3 0 7 3

v b u o m p a d r e @ a l i c e . i t

Fig. 4

Fig. 3

Page 10: La Pagina Maggio 2014

10

2 M a g g i o 2 0 1 4 T r a d i z i o n iT r a d i z i o n i

N o n p r e n d e r e s c o r c i a t o i e . S

Ateneo per tutte le età mese di MaggioLunedì 5 Maggio

Pietro Rinaldi Risorse del territorioPaolo Casali Lo parla’ ternanu da lu Bbigghe Bbanghe all'orbite 'llittiche

Grechi L'antimateriaLunedì 12 Maggio

Santini Rocche e castelli - le terre AnolfeMarcello Ricci Socrate padre della laicità occidentale, parte terza

Carla Pagliari La bonifica del territorioLunedì 19 Maggio

Giovanna Giorgetti L'affascinante storia dei farmaciGiampiero Raspetti Numeri e numerologia

Vincenzo Policreti Adolf Hitler un pazzo solo in Germania?

MaggioIncontriMaggioVenerdì 9 ore 18:30 Agopuntura perché? Leonardo PaoluzziVenerdì 16 ore 21:00 Cultural Cabaret 88 F Neri, MV Petrioli

M Salvati, A Pepicelli, F PepicelliLunedì 19 ore 19:00 Mostra di Pittura Laila ToniMartedì 20 ore 17:30 La gomma sintetica Flavio FrontiniVenerdì 23 ore 21:00 Proporzione Aurea 1 G RaspettiMercoledì 28 ore 21:00 Ulisse e le sue donne Renzo SegoloniVenerdì 30 ore 21:00 Proporzione aurea 2 G Raspetti

Venerdì 6 ore 21:00 Cultural Cabaret 99GiugnoGiugno F Neri, MV Petrioli, M Salvati

Amorir da ridere C Farroni, S de Maio

Page 11: La Pagina Maggio 2014

11

Fotoservizio di A

lberto Mirim

ao

S e v u o i e m o z i o n i , a s s u m i c u l t u r a .

O G N IO G N ILunedì ore 17 Ateneo per tutte le etàMercoledì ore 18,30 Corso di lingua PortogheseMercoledì ore 21 Corso di bridgeGiovedì ore 17 Corso di lingua CineseGiovedì ore 21 Corso di scacchiSabato ore 10 Corso di lingua Araba

C a n t o r i d e l l a V a l n e r i n a

Page 12: La Pagina Maggio 2014

12

Caro Genitore,mi permetto di darti del tu perché penso diconoscerti bene. Ti ho incontrato tantianni fa quandogiocavo, poi da

dirigente sportivo, ora ti ritrovo, sempreuguale a te stesso, da Delegato Coni.In tutti questi anni non mi sembra tu siacambiato di molto. Hai difficoltà a riconoscermi? Lo capisco.Non sei abituato a guardarti intorno. Ossessionato dalla prestazione agonistica dituo figlio, non assapori la gioia di condividerecon altri la passione sportiva. Null’altroconta, indipendentemente dall’età delragazzo, dalla categoria in cui milita e dalladisciplina praticata. Ti sono probabilmentesconosciuti i visi degli altri genitori, allenatorie ragazzi che hai incontrato, talmenteimpegnato a gesticolare od a formulare sentenze ad alta voce. Sei bravo a dispensare, fuori dal campo, suggerimenti tecnici a tuo figlioed apprezzamenti a tutti gli altri. Ti ricordo aggrappato alla rete di un campo, vociare scomposto daigradoni di un palazzetto, urlare in una piscina e in tante altre azioni, perle quali tuo figlio non va certamente fiero.Petto in fuori quando si vince, sciocca lamentela quando si perde. Non dirmelo, ad ogni sconfitta corrisponde sempre un colpevole: l’arbitroincapace, l’allenatore modesto, l’avversario scorretto.

Non ti accorgi che, sotto la tua scarsa sensibilità sportiva, crollanoi valori etici di tuo figlio. Non ti curi di insegnare ad accettare la

sconfitta, ti preoccupi invece di comeesaltare una vittoria. Ma sei davveroin grado di riconoscerla? Non miriferisco certamente al risultato. La vera vittoria è la gioia di praticarelo sport con la serenità e laconvinzione di dare il massimo, nelrispetto dei valori di correttezza,lealtà ed amicizia.I campionati da vincere od i recordda raggiungere riguardano atletimaturi e preparati, non già bambiniche si affacciano alla vita ed allosport. La tua, la nostra responsabilità,quella dei tecnici e dei dirigenti ègrande! Il nostro compito non èvincere, ma crescere ed educare deibambini al rispetto di loro stessi, dei

compagni, degli avversari, delle regole, del pubblico, degli arbitri.Questa è la vera vittoria da cercare e perseguire. Se poi arrivano anche le coppe e le medaglie, tanto meglio. Nel frattempo però, abbiamo consapevolmente formato degliuomini e delle donne, capaci di essere campioni nell’affrontare lavita. Siamo onesti con il futuro dei nostri figli: ovunque c’è sempreun bimbo che vuole giocare… e non vincere.

Con sincera attenzioneStefano Lupi Delegato Coni di Terni

LETTERA APERTA

Ovunque c’è sempre un bimbo chevuole giocare… e non vincere

Nel campo dell’odontoiatria esistono dei dentisti esperti per le cure dentali dei bambini;questa specifica disciplina viene definita odontoiatria pediatrica o pedodonzia. Noi siamo lieti di ampliare nel nostro studio le competenze nella pedodonzia grazie allacollaborazione di una collega esperta in questo settore: la dottoressa Michela Santi, autriceanche del seguente articolo.Normalmente si pensa che i denti decidui o “denti da latte” non debbano essere curati

perché destinati ad essere sostituiti dai denti permanenti. In realtà è molto importante intercettare e prevenire eventuali processicariosi a carico dei denti dei piccoli pazienti. I denti da latte, che hanno una struttura più fragile e facilmente aggredibile, secolpiti da patologie cariose o altro possono essere causa di infezione e dolore e trascurare la loro integrità può recare notevolisofferenze ai nostri bambini. Inoltre se i denti decidui vengono tolti o si rovinano prematuramente, lo spazio da loro occupatoviene perso e non sarà poi disponibile per far crescere i denti definitivi nella corretta posizione, quindi la presenza del dentedeciduo serve da “stimolo” e da “guida” per far nascere al momento giusto il dente permanente. Dove i decidui vengono toltiprematuramente capita spesso di avere ritardo nella crescita dei denti definitivi.Visitare i bambini sin da piccoli consente di scoprire precocemente eventuali problemi dimasticazione e di poterli risolvere in tempi più rapidi, con minori disagi per i piccoli pazientie costi inferiori da sostenere per le cure. I bambini con i denti da latte sani avranno buone possibilità di avere sani anche i dentipermanenti e di poterseli godere per tutta la vita. Dott.ssa Michela Santi

Perché curare i denti da latte?Perché curare i denti da latte?

Page 13: La Pagina Maggio 2014

13

Page 14: La Pagina Maggio 2014

14

La domanda è chiaramente provocatoria. Tuttavia, l’esame dell’istitutogiuridico può riservare qualche sorpresa. In primo luogo la donazione èun contratto e precisamente “il contratto colquale, per spirito di liberalità, una partearricchisce l’altra, disponendo a favore di questadi un suo diritto o assumendo verso la stessauna obbligazione» (art. 769) e nell’immaginariocollettivo, pensare ad un contratto è quasil’opposto che pensare ad una donazione. Il primo infatti è caratterizzato dallo scambio,dal classico dare-avere, la seconda dal daresenza ricevere nulla in cambio. Come tutti i contratti,dunque, anche la donazione si perfeziona solo“dal momento in cui l’atto di accettazione ènotificato al donante” e, fino a quel momento,“tanto il donante quanto il donatario possonorevocare la loro dichiarazione”. È il principio dell’intangibilità dellasfera giuridica dei soggetti, contro le disposizioni anche solo potenzialmentepregiudizievoli, si pensi alla donazione di un immobile ed alle spese chene conseguono in termini di mantenimento e tassazione. La donazione,poi, contrariamente a quanto si pensi, non necessariamente è un atto gratuitoe può realizzarsi tanto con la disposizione di un diritto del donante infavore del donatario, es. ti lascio la casa, il conto in banca, un brevetto,quanto con l’assunzione di un’obbligazione, es. ti pago il mutuo. La donazione è un contratto formale che richiede la forma dell’atto pubblicocon l’assistenza di due testimoni e ciò, questa volta, al fine di tutelare ildonante da decisioni non sufficientemente meditate, che possano avereimportanti conseguenze sul suo patrimonio.Esistono diversi tipi di donazione: la donazione modale è quella in cui èimposta al donatario qualche prestazione, solitamente collegata col benedonato; ad es. una percentuale dei canoni annualmente ricavati dallalocazione del bene devono andare a …; la donazione remuneratoria fattaper riconoscenza o in considerazione di particolari meriti del donatario.La particolarità della donazione remuneratoria è che non può essererevocata per ingratitudine o per sopravvenienza di figli; la donazione

obnuziale: è quella fatta in vista di un futuro matrimonio, dall’uno all’altrosposo, o da un terzo agli sposi o ai loro figli nascituri. Si perfeziona senzabisogno di accettazione ma è condizionata alla celebrazione del futuromatrimonio ed il suo eventuale annullamento ne determina la nullità. La donazione manuale si caratterizza per l’oggetto ossia beni mobili dimodico valore, valore da determinarsi in riferimento alle condizionieconomiche del donante. La sua caratteristica principale è che non

richiede l’atto pubblico, ma semplicemente laconsegna della cosa. La donazione indiretta può realizzarsi con unamolteplice serie di atti: con la remissione deldebito che il beneficiario ha verso il disponente;con l’accollo o il diretto adempimento deldebito che il beneficiario ha nei confronti di unterzo; con un’assicurazione sulla propria vita afavore di un beneficiario; con il comodato di unbene di notevole valore d’uso; con la fissazione,a favore del beneficiario, di un corrispettivoampiamente superiore rispetto ai beni o servizidati, oppure con la fissazione, a carico delbeneficiario, di un corrispettivo di gran lunga

inferiore al valore reale dei beni o servizi forniti. Le donazioni indirettenon essendo vere e proprie donazioni, non sono soggette a tutte le regolestabilite per queste: in particolare, non richiedono la forma dell’atto pubblico.Ma poiché danno luogo al medesimo risultato sono sottoposte ad alcuneregole ad essa proprie ossia la possibilità di revoca per ingratitudine osopravvenienza di figli; la riduzione, per integrare la quota dei legittimarilesi. Come accennato la donazione può essere revocata per ingratitudine(quando il donatario ha commesso contro il donante o i suoi stretti familiariqualcuno degli stessi fatti che determinano indegnità a succedere), sereca ingiuria grave al donante o grave pregiudizio al suo patrimonio oquando gli rifiuta gli alimenti, oppure per sopravvenienza di figli, se,per esempio dopo la donazione nasce un figlio legittimo al donante, oquesti scopre di avere un figlio prima ignorato, o riconosce un figlio naturale.Esulano da tale regola la donazione remuneratoria e quella obnuziale.Con la revoca il donatario deve restituire il bene donato, o l’equivalentemonetario, se nel frattempo l’ha venduto. I terzi acquirenti sono salvi,purché abbiano trascritto l’acquisto presso i Registri Immobiliari primadella trascrizione della domanda di revoca. Buona lettura del codicecivile a tutti! Avv. Marta Petrocchi [email protected]

Tutti sanno cosa sia una donazione?

Page 15: La Pagina Maggio 2014

15

Page 16: La Pagina Maggio 2014

16

A Z I EN DA O S P EDA LI ER AA Z I EN DA O S P EDA LI ER AS. C. di Chirurgia del la

Prof. Maurizio AltissimiDirettore Struttura Complessa di Chirurgiadella mano e MicrochirurgiaAzienda Ospedal iera “S. Maria” di Terni

La Chirurgia della Mano è una disciplina che negli ultimi 15 anni si èsempre di più affermata come disciplina autonoma dall’Ortopedia e dalla ChirurgiaPlastica. Ha sviluppato delle competenze specifiche in molti settori che spazianodalla traumatologia alle malformazioni congenite, dall’artrosi alle compressioni deinervi periferici, dalle lesioni tendinee all’artrite reumatoide ed è ormai un punto diriferimento per molti pazienti che richiedono competenze super-specialistiche pertutto ciò che riguarda la mano.

La Struttura Complessa di Chirurgia della Mano e Microchirurgia di Terniha iniziato la sua attività nel 2006, per iniziativa dell’Università di Perugia e delProf. Maurizio Altissimi, che da allora la dirige. La sua attività è cresciuta neglianni e attualmente si avvale di un gruppo di cinque chirurghi (A. Azzarà,I. Talamelli, L. Braghiroli. D. Paravani, L. D’Abbondanza) che, oltre a svolgerequotidianamente attività di sala operatoria, ambulatorio e pronto soccorso,garantiscono anche una pronta disponibilità notturna e festiva, per un bacino diutenza che va oltre i confini regionali e che si estende al Lazio, l’Abruzzo e le Marche.Attualmente la struttura esegue ogni anno circa 1300 interventi chirurgici, sia ditraumatologia che di patologie non traumatiche, con una buona capacità diattrazione, dato che circa il 25% dei pazienti trattati proviene da fuori regione.

Le competenze raggiunte nella Microchirurgia ne fanno uno dei pochicentri italiani dove si effettuano reimpianti dopo amputazioni dell’arto superiore.Si tratta di interventi di notevole complessità perché richiedono la riparazione ditutte le strutture anatomiche (ossa, tendini, nervi, arterie e vene) indispensabili perla sopravvivenza e il funzionamento della parte amputata. Particolarmente difficilee delicato è il ripristino della circolazione sanguigna che richiede la riparazione almicroscopio di arterie e vene che possono avere un calibro anche inferiore a 1 mm.Tutto ciò richiede molte ore di lavoro e di concentrazione da parte di chirurghi,anestesisti e infermieri. Quanto oggi è possibile fare a Terni in questo campo è ilfrutto di un addestramento professionale specifico che i chirurghi hanno acquisitocon corsi di perfezionamento in Microchirurgia in laboratorio, in Italia e all’estero,e sui pazienti, sotto la guida dei colleghi più esperti.

La capacità di utilizzare il microscopio per riparare o ricostruire struttureanatomiche di piccole dimensioni ha portato il chirurgo della mano a trattare lelesioni traumatiche dei nervi periferici anche oltre il ristretto ambito anatomicodella mano. Si eseguono pertanto interventi per lesioni dei nervi del braccio e dell’artoinferiore per lo più in casi di lesioni verificatesi per gravi traumatismi degli arti.

I chirurghi della S.C. di Chirurgia della Mano di Terni sono molto spessochiamati a trattare pazienti coinvolti in traumi da infortunio sul lavoro sianell’immediatezza della lesione traumatica sia nel realizzare a distanza dal traumainterventi di chirurgia ricostruttiva che hanno lo scopo di ridare funzionalità a manicon limitazioni funzionali, come rigidità articolari, aderenze cicatriziali, lesionitendinee, paralisi e deformità. La chirurgia della mano contribuisce così in manierasignificativa al reinserimento del lavoratore infortunato alle proprie attività lavorative,riducendo i tempi di inabilità al lavoro e il grado di invalidità permanente.

Il recupero funzionale in caso di fratture è in genere molto favoritodall’uso di tecniche chirurgiche di fissazione interna con mezzi di osteosintesi comeplacche, viti e chiodi. La chirurgia della Mano di Terni è all’avanguardia in questosettore, utilizzando e portando avanti lo sviluppo dei più moderni sistemi difissazione delle fratture. Due esempi in questo settore che evidenziano i progressifatti in questi anni sono le fratture del polso e quelle dello scafoide che, fino adalcuni anni fa, erano quasi sempre trattate con apparecchi gessati. Oggi molto

spesso il trattamento è chirurgico: le fratture vengonofissate con placche o viti e il paziente può iniziaresubito un rapido percorso riabilitativo, accorciando itempi di reinserimento alle proprie occupazioni.

Ma la Chirurgia della Mano come disciplinanon è solo legata alle lesioni traumatiche. Anchepatologie non traumatiche come l’artrosi, le artriti, letendiniti, le compressioni nervose, le malformazionicongenite sono oggetto di un trattamento chirurgicoche si è molto perfezionato negli anni grazie allasuper-specializzazione di questa disciplina.

Nel caso delle malattie articolari comel’artrosi o l’artrite reumatoide si esegue un’ampiagamma di interventi, dai più semplici ai più complessi,fino alla sostituzione articolare con l’uso di piccoleprotesi per le articolazioni del polso e delle dita. Daquesti interventi i pazienti ottengono generalmente ungrande beneficio per la scomparsa o la riduzione dellasintomatologia dolorosa e per un marcato miglioramentodella funzione complessiva della mano tornando adattività e gestualità della loro vita quotidiana primagravemente ostacolate dalla malattia.

Le compressioni nervose affliggono un numerorilevantissimo di pazienti. Oltre 200 pazienti a Ternivengono ogni anno sottoposti a trattamento per quellache è la forma di compressione nervosa più diffusa:la Sindrome del Tunnel Carpale. Per questa e altrepatologie che possono essere trattate con interventipoco invasivi, di breve durata e in anestesia locale, la

Page 17: La Pagina Maggio 2014

17

Équipe S.C. di Chirurgia della mano e MicrochirurgiaDirettoreMaurizio AltissimiMediciAntonio Azzarà, Ivano Talamelli, Luca Braghiroli, Daniele Paravani,Luca D’Abbondanza (Specializzando)Infermieri di repartoLoredana Palenga (Caposala), Mauro Brunelli, Stefano Carletti, Daniela Carocci, Roberto Coata, Gianluca Conti, Allegra De Felice,Davide Lisi, Laura Marchigiani, Monica Marzuoli, Emanuele Orlandi,Fabio Paoni, Tiziana Palmerini, Eufrasia VialiInfermieri di Sala OperatoriaCarla Falsetti (Coordinatrice), Stefania Benedetti, Daniela Cherubini,Massimiliano Conti, Paolo Dindalini, Giuliana Di Pasquale, Fabrizio Finistauri, Guido Mignacca, Gino Mostarda, Liana Pantalloni,Tommaso Petacchiola, Emiliano Pias, Francesca Proietti, Carla Sanpaolesi, Rino SecondiInfermieri Chirurgia AmbulatorialeCresta Brunella (Caposala), Emanuele Aloisi, Sandra Antonelli, Stefania Liti, Alessandro Panfili

S A N TA M A R I A D I T ER N I S A N TA M A R I A D I T ER N Imano e Microchirurgia

Chirurgia della mano di Terni si è data un modelloorganizzativo ambulatoriale, creando un percorso peril paziente completamente separato da quello seguitodai pazienti che, per interventi maggiori, vengonoricoverati all’interno della struttura ospedaliera. Gliinterventi vengono eseguiti in una sala operatoriadedicata alla chirurgia ambulatoriale, diversa dalblocco operatorio dove si concentrano gli interventidi chirurgia maggiore per pazienti degenti. Il giornofissato per l’intervento il paziente si reca all’orarioconcordato presso la sala operatoria dei poliambulatoridell’Ospedale S. Maria dove, presentando l’impegnativadel medico di famiglia e il tesserino sanitario, vieneregistrato, preparato per l’ingresso in sala operatoria esottoposto all’intervento che di regola non dura più di10-15 minuti. Dopo un periodo di osservazionepostoperatoria di 15-30 minuti viene dimesso conl’appuntamento per i controlli clinici successivi. Questo modello organizzativo, solitamente moltogradito dai pazienti, consente un’elevata economia digestione in quanto non viene effettuato un ricoveroordinario, non vengono occupati posti letto el’intervento non subisce mai ritardi o rinvii dovuti allainterferenza di interventi più urgenti o più complessinel blocco operatorio principale. Malattie come lasindrome del tunnel carpale, varie forme di tenosinovitedelle dita e del polso, formazioni cistiche delle dita ealtro, vengono oggi trattate secondo questa modalitàorganizzativa ambulatoriale che consente di eseguire

oltre 600 interventi l’anno.La chirurgia delle malformazioni congenite richiede invece un approccio

organizzativo più complesso. Si tratta di bambini molto piccoli, di 1-2 anni, chenecessitano di un’accurata valutazione e tecniche anestesiologiche complesse edelicate, rese possibili dall’esperienza e dalla professionalità dell’equipe dianestesisti del S. Maria di Terni e dall’assistenza dei medici e degli infermieri delreparto di Pediatria dove i piccoli pazienti vengono ricoverati. Vengono trattatenumerose malformazioni non solo della mano ma anche del piede, grazie adattrezzature e strumentari adatti alle dimensioni e alle caratteristiche delle struttureanatomiche interessate. È una chirurgia che richiede tecniche precise e delicate el’uso di mezzi ottici di ingrandimento per poter manipolare strutture dalledimensioni minuscole.

Un altro settore in cui la Chirurgia della Mano di Terni si distingue incampo nazionale è quello della chirurgia funzionale in pazienti colpiti da ictuse traumi cerebrali, che presentano paralisi spastiche sia dell’arto superiore chedell’arto inferiore. In questi casi la chirurgia può ridurre o eliminare la contratturaspastica dei muscoli paralizzati mediante sezione o allungamenti di tendini emuscoli o recuperare funzioni e movimenti mediante trasferimenti tendinei. Il beneficio che ne traggono i pazienti è quello di migliorare la deambulazione o lacapacità di mantenere la stazione eretta nelle paralisi dell’arto inferiore e dimigliorare la postura ed eliminare atteggiamenti viziati nelle paralisi dell’artosuperiore. I pazienti migliorano grandemente la loro autonomia e la qualità dellaloro vita di relazione. Si tratta di un chirurgia ancora poco diffusa, che a Terni vienepraticata da anni con ottimi risultati in una casistica ormai numerosa.

L’eccellenza raggiunta dalla Chirurgia della Mano di Terni è sicuramentefrutto della super-specializzazione in un settore che richiede sempre maggioreprofessionalità e specificità. La professionalità dei medici, che ogni annofrequentano corsi di aggiornamento e congressi nazionali e internazionali, va dipari passo con quella degli infermieri di sala operatoria, di ambulatorio e del repartodi degenza che con lo stesso impegno curano l’aggiornamento professionale.

Da questo punto di vista l’Ospedale di Terni è sicuramente all’avanguardianel panorama italiano dal momento che accanto a un qualificato servizio diOrtopedia e Traumatologia generale ha voluto creare e sviluppare un servizioautonomo di Chirurgia della Mano che rappresenta un punto di riferimento nonsolo per tutta la regione Umbria ma anche per le regioni vicine.

Fotoservizio di Alberto M

irimao

Page 18: La Pagina Maggio 2014

18

Le modificazioni del volume e dell’attivitàdel fegato sono correlate e secondarie afenomeni e sindromi cliniche e in questicasi la dietoterapia dovrà integrare le normedietetiche e le cure della malattia che haindotto l’alterazione del fegato.La dieta nelle epatopatie croniche consistespecialmente nella dieta della cirrosiepatica: le direttive generali prevedono cheil tali casi si forniscano le quantità di caloriedi cui il soggetto ha bisogno in relazionealle sua condizioni fisiche.La dieta dovrà essere iperglucidica,iperproteica, ipervitaminica e ipolipidica.Le proteine verranno scelte tra quelle adelevato valore biologico ed elevato contenutoin aminoacidi essenziali specialmente la metionina.La dieta dovrebbe essere completata da fattori lipotropi.Bisogna inoltre distinguere tre livelli di sviluppo della condizionemorbosa:- la fase preascitica- la fase ascitica- la fase ittirigena.

Consigli nutrizionali nelle epatopatieLa razione dietetica nella fase preascitica deve essere adeguata allostato fisico, all’efficienza funzionale dell’individuo e alle condizioninutritive e biochimiche.Nel caso di epatopatie con eccedenza di peso i lipidi sarannofortemente ridotti fino a 0,40-0,50 g per Kg di peso teorico, leproteine saranno consigliate secondo le quantità di riferimento, iglucidi completeranno le calorie totali della razione alimentare.

Sotto l’aspetto qualitativo la razioneproteica sarà rappresentata da latte e carne;i lipidi prevalentemente sotto forma digrassi ad elevato contenuto di acidi mono epoli-insaturi; i glucidi prevalentemente sottoforma di disaccaridi e polisaccaridi (60%).La razione dietetica nella fase ascitica dellacirrosi ha come scopo essenziale la correzionedella deficienza proteica e dell’ipopretidemiae la correzione dell’equilibrio idrico-salino.Sarà adatta al peso teorico, dovrà esseresupplementata con proteine fino allanormalizzazione della protidemia e dovràcontenere poco cloruro di sodio (iposodica)onde facilitare il riequilibrio idrico del malato.La dieta durante le fasi ittirigene della cirrosi

epatica non differisce nelle linee generali dai regimi finora discussi.Quando prevalgono l’anoressia o quando l’alimentazione naturale èdifficoltosa si potrà ricorrere al completamento con somministrazionedi aminoacidi in soluzione glucosata, di soluzioni glucosateplurisaline e di vitamine (flebo ed ipodermoclisi) allo scopo diadeguarla allo stato ed all’efficienza nutritiva dell’organismo.

Lorena Falci Bianconi

EPATOPATIE

CRONICHE

Ma che fine abbiamo fatto noi medici?Dov’è andata a finire la nostra professione,consacrata nel giuramento d’Ippocrate,nostra guida per due millenni?Gli studenti vengono inseriti in lunghiprogrammi di ricerca, sicuramente utili

almeno ai professori che li commissionano, molto meno a loro. Una laureanda, giorni fa, mi diceva: Io non sono più sicura di volerfare il medico: avevo scelto questa facoltà perché pensavo alrapporto col paziente che soffre, al poternealleviare il dolore e mi trovo invece a farelunghe, estenuanti ricerche statistiche di ognigenere. Quando sarò laureata saprò dire ad unsano quante probabilità esatte ha d’ammalarsie di cosa, e una volta ammalato quante diguarire. Ma quando dovrò aiutarlo, entrare incontatto con lui, instaurare un rapporto umano,cosa farò?La ricerca nel campo medico è certamenteimportantissima, ma non si deve confonderecon l’esercizio della pratica medica. Noi medici, quando siamo al capezzale di unapersona che soffre, dobbiamo sicuramente fareriferimento agli studi -farmacologici, statistici,epidemiologici- di chi queste cose ha indagato,ma il possesso del necessario bagaglio tecnicoe culturale, base del nostro lavoro è non la pratica, ma solo il suopresupposto. Perché -non dimentichiamolo mai- il lavoro del medico vasvolto sì, secondo le regole dell’arte, ma resta, sempre e comunque,umanistico. Vale a dire: nella grande maggioranza dei casi, il rapporto umano èelemento stesso della terapia, molto spesso quello principale.Ma lo studente non viene indirizzato a questo. Dopo che s’è fatto leossa a cercare e catalogare, contare, descrivere, si laurea e a questopunto gli viene consegnato un pacco di scartafacci nei quali annotaretutto, a costo di non avere più il tempo necessario a visite accurate.

Ma stia attento: se le cose non andranno secondo le speranze, potràessere denunciato, gli potranno essere chiesti i danni e potrà venireletteralmente crocifisso. Per evitar ciò, l’ormai burocrate dellasanità, non ha che dare tutte le possibili medicine, in molti casi nienteaffatto necessarie, in casi specifici addirittura dannose, previste daprotocolli i cui interessi economici di parte non sono affatto sempreestranei.Giacché egli si trova di fronte ad un paradosso: se il pazientes’aggraverà perché, per qualsiasi motivo, la terapia non avrà avuto

effetto, il magistrato, se gli diranno che laterapia poteva essere più intensa (gli eventualieffetti collaterali non interessano), locondannerà. Ma se invece la cosa avverrà proprio perquegli stessi effetti patogeni collaterali insiti inogni (ogni, ricordiamolo bene) prodottochimico, ciò verrà considerato volontà di Dio eil medico non avrà grane: ha fatto tutto ilpossibile.Che razza di trappola sia tutto ciò per ilmedico, ognuno può capir bene.È assai triste il fatto che le uniche scuolemediche che, non soggiacendo a questa iattura,privilegiano ancora tanto il rapporto umanomedico–paziente, quanto la sacrosantamentelibera scelta del medico circa la strada che ritiene

opportuno seguire, siano quelle della maggior parte delle medicinedefinite complementari: Medicina tradizionale cinese, Medicinaayurvedica, Omeopatia, ecc. Non se ne vogliono qui discutere gli aspetti tecnici, talvolta anchecriticati. Ma è fuori discussione che queste Medicine dedicano alpaziente, al suo vissuto, al suo dolore, uno spazio che la nostra scuolamedica occidentale non si può più permettere, strangolata com’è dallemille incombenze di segreteria, burocrazia, obblighi vari e dallaminaccia delle conseguenze giudiziarie della propria anche onestaattività. Giovanna Giorgett i [email protected]

M e d i c i o b u r o c r a t i ?

Page 19: La Pagina Maggio 2014

19

Uniche infatti sono le possibilità offerte dallo “strumentoacqua”, che agisce contro la forza di gravità (principio di

Archimede), e consente al corpo dimuoversi in assenza di peso: questodetermina una maggiore facilità amuoversi quando per esiti traumatici,per deficit neurologici o dopo chirurgiaortopedica sarebbe impossibile odannoso caricare il peso reale suipropri arti. Il risultato è una diminuzione dellostress e del carico sull’apparatomuscolo scheletrico che facilital’esecuzione di movimenti in assenzadi dolore.

La resistenza offerta dall’acqua ègraduale, non traumatica, distribuitasu tutta la superficie sottoposta amovimento, proporzionale alla velocitàdi spinta e quindi rapportata alle capacità individuali di ognipersona. L’effetto pressorio dell’acqua, che aumenta con la profondità,esercita un benefico effetto compressivo centripeto sul sistemavascolare, normalizzando la funzione circolatoria e riducendoeventuali edemi distali. Tale effetto è ampliato nel Percorso Vascolare Kneipp dovesi alterna ciclicamente il cammino in acqua calda e fredda.

Inoltre la temperatura dell’acqua, più elevata (32° - 33°)rispetto alle vasche non terapeutiche, permette la riduzionedello spasmo muscolare e induce al rilassamento. Per questoil paziente si muove meglio e la muscolatura appare più elastica.La riabilitazione in acqua è utile e proponibile a tutti, daibambini agli anziani; per potervi accedere non occorre essereesperti nuotatori è sufficiente un minimo di acquaticità.

Con la riabilitazione in acqua è possibile non solo ristabilirele migliori funzionalità articolari e muscolari dopo unincidente, ma anche eseguire delle forme di eserciziospecifiche per prevenire la malattia o per curare sintomatologiecroniche come la lombalgia.Tali esercitazioni sono particolarmente indicate per queisoggetti in forte sovrappeso con difficoltà di movimentolegate ad obesità, ad artriti, a recenti fratture o distorsioni.Nella maggior parte di questi casi si registra un nettomiglioramento del tono muscolare e dei movimenti articolaridopo un adeguato programma terapeutico. Il paziente, seanziano, acquisisce in tal modo un maggiore controllomotorio che, migliorando l’equilibrio, allontana il rischio dicadute e rallenta il declino funzionale legato all’invecchiamento.

La riabilitazione in acqua è particolarmente indicata in:- esiti di fratture - distorsioni, lussazioni - patologie alla cuffia dei rotatoridella spalla

- artrosi dell’anca e delle ginocchia - tonificazione muscolare in preparazione all’intervento chirurgico

- mal di schiena (lombalgia, sciatalgia, ernia ecc.)

- para paresi spastiche- esiti di interventi neurochirurgici- esiti di ictus- esiti di lesione midollare- disturbi della circolazione venosa

- Riabilitazione in acqua- Rieducazione ortopedica- Riabilitazione neurologica- Rieducazione Posturale Globale- Onde d’urto focalizzate ecoguidate- Pompa diamagnetica- Tecarterapia

- Visite specialistiche- Analisi del passo e della postura- Elettromiografia - EEG- Ecografia apparato locomotore- Idoneità sportiva... e molto altro

NUOVA SEDE Zona Fiori, 1 05100 Terni – Tel. 0744 421523 0744 401882

Fisioterapia e Riabilitazione

LL aa rr ii aa bb ii ll ii tt aa zz ii oo nn ee ii nn aa cc qq uu aaè una metodica sicuramente molto utile per garantire un moderno e valido recupero funzionale sia in campo neurologico che ortopedico

D i r. S a n . D r. M i c h e l e A . M a r t e l l a - A u t . R e g . U m b r i a D D 7 3 4 8 d e l 1 2 / 1 0 / 2 0 11

Terni Zona Fiori, 1Tel. 0744 421523 401882

Page 20: La Pagina Maggio 2014

20

Trascorsero due ore nella monotonia della vista dell’oceano, quandoi passeggeri individuarono in lontananza l’isola di Corizco: un anellodi sabbia accecante, smorzata al centro dal verde intenso della foresta.La natura vulcanica dell’isola contrastava con il candore del litorale,reso ancor più vivo dal blu profondo delle acque. “Ecco, vede quel rilievo a sud? -disse Don Alberto quasi gridando-quello è il nostro posto. Nasconde una caverna enorme -aggiunseabbassando la voce- perfettamente asciutta che s’inoltra fino aduecento metri sotto il livello dell’acqua”.“Ok. Vedremo”, commentò lo svizzero senza entusiasmo.Individuata con qualche difficoltà la pista, il pilota l’imboccò frasobbalzi paurosi, rischiando il ribaltamento.Intanto, una piccola folla s’era radunata nei pressi dell’aereo, sfidandoil polverone sollevato dall’elica. Una volta spento il motore, s’avvicinò un uomo scalzo, suicinquant’anni, capelli e baffi spolverati dibianco, vestito solo di un paio dicalzoncini. Si qualificò come ufficiale didogana ed ordinò ai passeggeri dimostrare i documenti, senza lasciare i loroposti.Quando si rese conto chi fossero iviaggiatori, si fece da parte e ripeté piùvolte le sue scuse. Saputo dove eranodiretti, si premurò di reperire tre asini,indicò il percorso più breve ed agevole,dopo aver ricevuto il rifiuto adaccompagnarli.Sotto un sole già alto, la piccolaspedizione s’inoltrò all’interno dell’isola,imboccò un sentiero stretto, quasitotalmente invaso da felci e giunchi, congran sollievo per tutti, grazie all’ombradegli alberi di okumé a protezione dal calore infernale.Apriva la fila Don Agustin, che in fang si rivolgeva al collega che loseguiva, fantasticando sui guadagni dell’operazione, riscuotendo ognitanto le fragorose risate dell’interlocutore. Lo svizzero avrebbe pagato volentieri per capire quello che si stavanodicendo, ma restò in silenzio facendo i suoi calcoli, preoccupato solodi concludere prima possibile l’accordo.In fondo, i più saggi sembravano essere i tre asini, a giudicare dallacompostezza con cui stavano svolgendo il compito affidato loro:evitavano le pietre più scivolose e persino le frustate degli arbusti sulvolto dei loro cavalieri. Un raggio di sole s’infilò come uno spiedo rovente fra il fogliamefitto degli okumé e si posò sul volto imperlato di Shwartz, quasiaccecandolo. Gridò, ed un macaco da un ramo basso fece altrettanto,quasi a schernirlo. Herr Shwartz, in totale imbarazzo con l’inusuale mezzo dilocomozione, trascorse il tempo a cercare invano una posizionecomoda, sudando abbondantemente per la fatica, come fosse lui atrasportare l’asino.Dopo un’ora di sofferenze, i tre arrivarono nei pressi della caverna.Il bianco lasciò con enorme sollievo la cavalcatura, ma gliindolenzimenti patiti non lo abbandonarono per tutto il percorso apiedi fino all’ingresso della cueva.Più a loro agio si trovavano i Ministri, per quanto in apprensione peril loro ospite.

L’Africa, prima che un Continente, è uno stato d’animo, dove convivono colori, profumi, emozioni.Persone e luoghi mai scontati, situazioni inattese, misteri e magie. Riuscire a trasmettere queste sensazioni èl’aspirazione di chiunque ne scriva, ma anche esercizio egoistico di non perderne la memoria. L’Autore ha vissuto dieci anni in Guinea Equatoriale. Ha avuto il tempo di condividere con i locali una fase delicatadella crescita della piccola repubblica, della quale è diventato Console Onorario nel 1992. Da questa esperienza ènato il romanzo Okiri, pubblicato nel 2007 e prende spunto la raccolta di racconti Magica Africa, storie breviambientate in luoghi preclusi al turismo di massa e impenetrabili agli occhi di visitatori occasionali.

Basura 2di2

Proprio davanti l’enorme bocca della caverna un pitone acciambellatoe immobile digeriva una recente preda, fra l’indifferenza reciproca.L’apertura offriva sufficiente luce per coprire le prime decine di metridell’interno. Lo svizzero non tardò molto a rendersi conto che quel luogo erasemplicemente perfetto. L’ampio passaggio, leggermente in declivio,terminava in uno slargo immenso, in grado di contenere un palazzodi dieci piani. Un rifugio sicuro e facilmente accessibile, compatibilecon il progetto anzi, ideale.Improvvisamente, un nugolo di pipistrelli giganti abbandonò la voltadella grotta e svolazzò minacciosa verso gli intrusi, obbligandoli adaffrettare l’operazione di verifica. Herr Shwartz aveva viso abbastanza. Se avesse potuto costruirsene una l’avrebbe fatta proprio così.Non fu possibile parlare nel viaggio di ritorno, almeno nei termini

che avrebbero voluto e solo nell’intimitàdell’ufficio di Malabo l’affare siconcretizzò.“Quattro dollari al chilo, pagamento incontanti a scarico effettuato da personalee mezzi a nostre spese. Al Consiglio degliAnziani di Corizco andrà un centesimo alchilo per l’affitto del deposito”, sintetizzòShwartz.“E l’anticipo? -chiese preoccupato ilMinistro dei Trasporti- s’era parlato diuna somma pari al saldo dei lavorieffettuati sulla “Ela Nguema”. La nave ciserve”.“Che beneficio ne trarreste voi? Andrebbesolo a beneficio dello Stato, che avevamodetto di tener fuori”, ribatté il bianco.“No, non andrà così. Siamo d’accordo nel

far figurare il dissequestro come frutto di una trattativa diplomaticada noi condotta, dietro impegno del governo a pagare la somma in unanno. Noi la verseremo, ma poi ci rientrerà nel periodo delladilazione”, spiegò convincente Don Augustin.“D’accordo -concluse Shwartz- io trasferirò il saldo direttamente alcantiere olandese, purché si utilizzi il viaggio di rientro per il primocarico.Tutto dovrà farsi entro la fine di questo mese. Mi occorrono i datidella nave, la capacità di carico e tutti i documenti per organizzare iltrasporto”.Utilizzando i dati forniti dal Ministro, Herr Shwartz calcolò a mente,fra l’ammirazione stupita dei soci, che la prima consegna sarebbestata di venti tonnellate, pari a 1000 bidoni da 200 chili ciascuno, perun importo, appunto, di 80.000 dollari, più 200 dollari da pagare agliabitanti dell’isola.Orchestrato l’accordo con svizzera precisione, le consegne nonebbero mai intoppi. Alla prima ne seguirono altre tredici, una all’anno, con pienasoddisfazione delle parti, persino degli abitanti dell’isola che nonseppero mai cosa contenessero i bidoni. Anche se lo avessero saputo, non si sarebbero allarmati, ignorandonegli effetti.Oggi vivono a Corizco poco meno di settanta persone, felici di averquasi triplicato la quota pro-capite di 200 dollari annui, spesi in parteper fare riti propiziatori agli spiriti del male. Franco Lel l i

Sposàti solo nei martedì o, al limite, nei lunedì e venerdì... okSposàti solo nei martedì o, al limite, nei lunedì e venerdì... ok?? 34824017743482401774

Page 21: La Pagina Maggio 2014

21

Page 22: La Pagina Maggio 2014

22

Silverio... e l’Europa

Silverio era un tipo strano, parlava pochissimo e spesso annuiva odiceva no, semplicemente con un gesto del capo. Spesso sedeva sulmuricciolo accanto alla sua bottega guardando l’acqua scorrereveloce nel torrentello sottostante o, al massimo, dava una sbirciataalle persone e agli animali che passavanosulla strada bianca e polverosa, di làdall’argine. Tutti lo salutavano o gliparlavano e lui al massimo alzava lepalpebre in segno di risposta.A ora di pranzo sua moglie Dosolina siaffacciava alla finestra e lo chiamava. Allora lui si sciacquava le mani in unsecchio d’acqua, saliva le quattro scalenel retro, apriva la porta dell’ampiacucina e si ritrovava assordato da unasequela di rumori, grida, strilli e risatedella sua numerosa figliolanza. Appenala sua presenza era notata tornavaimmediatamente il silenzio, escluso ilpianto dei più piccoli che ancora non riconoscevano l’autorità paterna.Silverio era un abile artigiano: fabbricava selle, basti e finimenti percavalcature e animali da soma. Conoscere però la data del ritiro delbasto nuovo o rinnovato era un problema: bisognava passarci eripassarci almeno una decina di volte, vista la scarsa propensione delsoggetto a profferire verbo.Un mattino presto, mentre Silverio si godeva il primo mozzicone disigaro seduto davanti alla bottega, passò Nestore, parente dellamoglie, che andava a zappare le viti per ripulirle dall’abbondanteerba primaverile. Il proverbio era chiaro: gli ulivi a un vecchio e le viti a un matto,intendendosi dire che gli ulivi andavano zappati in superficie e quindibastava un vecchio, mentre per le viti era molto meglio andare inprofondità e quindi erano appannaggio di chi zappava come un matto.Nestore era consapevole che lo aspettava una giornata molto faticosa-aveva già pedalato per oltre dieci chilometri di sali e scendi- e si erapremunito di mezzo filone di pane, una bottiglia di vino, una salsicciasott’olio per colazione e una gavetta piena di pasta fatta in casa,fattaavanzare all’uopo la sera prima. Accidenti, si era dimenticato il sigaro! Chiese allora al parente sepoteva prestargli l’occorrente per una fumata. Silverio continuò aguardare nel vuoto davanti a sé e non rispose. Passò qualche minuto,poi Nestore lasciò perdere e s’incamminò verso la vigna senza nienteda fumare. Al tramonto ripassò davanti alla bottega, maledicendonementalmente il suo proprietario e notò che stava seduto allo stesso

posto del mattino con l’inseparabile mozzicone in bocca. Nestore non profferì parola ma Silverio, alzato il cappello sulla frontecol dito pollice, lo apostrofò, a quasi dodici ore di distanza, dicendo:“Che mi avevi chiesto? Se avevo da darti da fumare?”. Nestore non rispose. Spinse più forte che poté sui pedali per arrivareil prima possibile a casa sua e fumarsi in pace il suo sigaro, senzadover dire grazie a nessuno.Silverio non era particolarmente maligno, eppure tale prassi era praticatain modi quasi analoghi in tutta la frazione e in tutto il paese. Come mai? Forse generazioni e generazioni di Marchesi Del Grillo

avevano inculcato nella gente che se haiun briciolo di potere lo devi gestire allagrande, facendo strisciare tutti gli altridavanti a te? Oppure si trattava semplicemente di fareun ragionamento “ponderoso” cherichiedeva tempo, per vedere seconveniva fare quella certa azione?Non lo sappiamo. A distanza di unasessantina di anni sembra che per alcuninon sia cambiato niente. Infatti, una partedegli artigiani di oggi e non solo loro, sicomportano in modo analogo: non sonoesaustivi quando rispondono alle domande,quando prendono un lavoro, lo mandano

per le lunghe, non rispettano gli appuntamenti e nemmeno avvisano.E sì che oggi ci sono i telefoni, i cellulari e volendo anche la rete. A proposito di rete, c’è anche chi risponde a e-mail dopo quasi dueanni! E se uno ha la malaugurata idea di dire che il lavoro non èurgente può accadere, dopo alcuni mesi, di sentirsi dire che, poichénon ci siamo fatti più sentire, l’artigiano aveva dedotto che avevamocambiato idea. E così accade per le Pubbliche Amministrazioni: civogliono almeno due legislature, se si è fortunati, per far piantare aterra un segnale di pubblica utilità o per rimettere un contenitore perpile usate, scassato da qualcuno. Se invece vuoi sapere se puoibruciare i residui delle potature del campo o del giardino, non bastacollegarsi con i siti della Regione o del Comune, bensì è necessarioascoltare i frequentatori dei bar che sanno tutto! Noi non lo abbiamo mai visto, ma sicuramente passa ancora ilbanditore con tanto di tamburo e voce stentorea che grida: -Udite.Udite!- come da medioevale memoria. Per carità di Patria nonparliamo poi dei politici, dalla circoscrizione fino alle Camere: ingenere ci cercano solo quando si vota, per il resto ci ignorano. Credo che in Europa non si vada avanti così. Noi invece siamo ancora,in parte, all’epoca di Silverio. Se il Silverio del 2014 non si rendeconto che alle domande va data tempestiva e non evasiva risposta,positiva o negativa non importa, non riuscirà ad ottenere le risposteche lui cerca dagli altri. Una parte di noi, a ogni livello, deve apprendereancora il significato della parola data, dell’efficienza e dell’efficacia.Cara Europa, aiutaci tu! Vittorio Grechi

Page 23: La Pagina Maggio 2014

23

Quinoa, kamut, manuka, tofu, kuzu, miso, gomasio, stevia....... Non una di queste parole è nel nostro vocabolario e se le digitatesu un iPad, verranno tutte sottolineate in rosso a dimostrazione chenon sono inserite nel data base del pc. Eppure, se ne conoscessimole virtù e le qualità alimentari, ogni giorno almeno uno dei nomiindicati dovrebbe comparire sulla nostra tavola. Qualcuno potrebbedire, ma allora la nostra tradizioneculinaria!?!? E la risposta potrebbeessere: i pomodori, le patate, le melan-zane, il mais, le zucchine... pensate chesiano originarie delle nostre latitudini?No! Nessuna è originaria del mediterraneoe quindi la famosa dieta mediterranea? È un falso storico! Su questo torneremo.Ma oggi noi parliamo di quinoa e stevia.La quinoa che in spagnolo viene chiamataquínoa o quinua, il cui nome scientifico èChenopodium quinoa Willd, è una piantaerbacea annuale della famiglia delleChenopodiaceae, come gli spinaci e labarbabietola. È una delle poche pianteche pur non appartenendo alla famiglia botanica delle graminacee(come il grano, riso, orzo) è classificabile merceologicamente tra icereali. In base alla terminologia anglosassone, che attribuisce ilsignificato di cereale alle sole piante ascrivibili tra le graminacee(o poacee) ed ai loro prodotti, la quinoa viene classificata comepseudocereale, anche se i suoi semi quando vengono macinati,forniscono una farina contenente prevalentemente amido. Si distingue però dagli altri cereali per l'alto contenuto proteico eper la totale assenza di glutine, il cui consumo è permesso pertantoanche ai celiaci. Per il suo buon apporto proteico sia quantitativoche qualitativo (contiene tutti gli amminoacidi essenziali) costituiscel'alimento base delle popolazioni andine, degli Inca in particolare,che chiamano la quinoa «chisiya mama» che in quechua, lingua

Q u i n o a e s t e v i ainca, vuol dire «madre di tutti i semi».La quinoa è pertanto un alimento da considerare nel nostro quotidianoe quindi sulle nostre tavole, perché dotata di particolari proprietànutritive proteiche oltre a fibre vegetali, acidi grassi polinsaturi,minerali quali fosforo, magnesio, ferro e zinco.La stevia rebaudiana Bertoni, una pianta erbaceo-arbustiva perenne,

di piccole dimensioni, della famiglia delleAsteraceae (Compositae), nativa dellemontagne fra Paraguay e Brasile, èconosciuta da molti popoli dell'areageografica sudamericana da diversi millennisoprattutto per il potere dolcificante dellesue foglie secche, da 150 a 200 volte,rispetto allo zucchero comune. Usata da sempre dagli indigeni Guarani'per preparare il Mate, viene chiamatacaache che vuol dire erba dolce.Contrariamente allo zucchero i princìpiattivi non hanno alcun potere nutrizionale(zero calorie), e sono relativamente stabilinel tempo ed alle alte temperature, per cui

conservano perfettamente le loro caratteristiche anche in prodotti daforno o in bevande calde, diversamente da altri dolcificanti di sintesicome l'aspartame, che subisce degradazione. È una pianta chepotremmo considerare quasi miracolosa in quanto non solo nonapporta calorie quando dolcifica qualsiasi alimento o bevanda, maaddirittura si comporta come antidiabetica in quanto agiscedirettamente sulle cellule beta del pancreas insulina secernenti,azione indipendente dall'adenosina monofosfato e trifosfato (AA.Jeppesen, Gregersen, Poulsen, Hermansen). Inoltre regola l'ipertensione, è diuretica, evita le carie dentarie, lastitichezza, tratta il sovrappeso e le malattie infiammatorie dellapelle. Dr. Leonardo Paoluzzi

Medico chirurgo - Esperto in agopuntura e fitoterapia

Page 24: La Pagina Maggio 2014

24

L a s p e d i z i o n e d e i M i l l e :l a b a t t a g l i a d e l Vo l t u r n o

Ancora un’ultima freccia rimaneva all’arco borbonico, nella cuifaretra v’erano i 40.000 soldati accampati dietro la sponda destra delVolturno ancora fedeli a Francesco II. Essi erano molti, troppi, considerando che l’Esercito Meridionalepoteva contare sulla metà degli effettivi e che essi dovevanoterminare di sbarcare a Napoli perpoter ingaggiare battaglia, seppurfacilitati nelle operazioni diapprodo dalla non ostilità dellaflotta napoletana: per il momentosi poteva solo indugiare.Caduto nel vuoto l’appello lan-ciato ai regi affinché entrasseronei ranghi rivoluzionari, il primoatto da dittatore di Garibaldi fuquello di aggregare tutti i basti-menti da guerra e mercantili delloStato alla flotta sabauda dell’am-miraglio Persano, decisione chia-ramente conciliante nei confrontidel pur odiato governo piemon-tese, dovuta all’unica priorità delgenerale: l’unità del Paese.Alla medesima ragione si devonoascrivere anche la creazione di un ministero composto da uomini diispirazione cavouriana, nel quale si lasciò il dicastero degli Internia Liborio Romano, la promulgazione dello Statuto Albertino comelegge fondamentale dell’ex regno delle Due Sicilie e l’accondiscendenzanei confronti di chi chiedeva che il plebiscito fosse immediato, cosìda evitare derive repubblicane.I reazionari nel frattempo lavoravano indefessi per una controreazioneche riuscirono a concretizzare con i disordini di Isernia, Dentecane,Ariano ed Avellino, presto repressi con le armi dal generale Turr;giungevano nel frattempo nella capitale campana Cattaneo, Saffi, elui, il diavolo in persona: Mazzini.La loro presenza fece divenir ancor più impaziente il così dettopartito annessionista, che a Palermo giunse perfino a dei conflitti inpiazza con i democratici: fu per riportare l’ordine che il duce delleCamicie Rosse dovette recarsi in Sicilia, dove sostituì il dimissionarioprodittatore Depretis con il più fedele Antonio Mordini, cui affiancòvalidi ministri.L’assenza seppur momentanea del generale fu però pagata a granprezzo: lo stesso giorno in cui fu costretto a partire per la Trinacria,il 16 settembre, aveva infatti deciso di iniziare un’operazione diarginamento delle truppe borboniche che il maresciallo Ritucci stavaammassando sul Volturno protetto alle spalle dalle fortezze di Capuae Gaeta, in modo da evitare che sferrassero un’offensiva perriprendere Napoli quando ancora i garibaldini non erano pronti aduna battaglia campale.Il piano prevedeva che il maggiore Csufady conducesse attraverso laregione di Caiazzo tre dei distaccamenti della divisione di Turr, perpoi unirsi agli insorti liberali e tenere impegnate le forze nemiche,obiettivo che in effetti il generale garbaldino riuscì a conseguire. Il problema si presentò invece quando Turr, spingendosi oltre gliordini ricevuti, volle strafare: se la brigata Rustow doveva limitarsia fingere un attacco contro Capua, essa si portò fin sotto la linea ditiro dei napoletani e dopo un’iniziale successo fu obbligata a ritirasi;poco dopo il battaglione Cattabeni fu accerchiato nella piazzafortedi Caiazzo, quando invece non si sarebbe dovuto trovare dentro lemura della città, bensì nel suo contado. L’eroe dei due mondi, tornato la sera del 19, non potè far altro chemandare il reggimento del colonnello Vacchieri in aiuto di Cattabeni;il ventuno infine i volontari vennero attaccati da 7000 borbonici cheli misero in rotta, la prima della Campagna Meridionale. Tale disfatta non solo causò la morte di molte Camice Rosse, ma

anche l’acquisizione di nuova fiducia da parte dei regolari, chefinalmente si decisero a tentare di riprendere Partenope primadell’arrivo dei piemontesi, una mossa giusta, ma vanificata daldubbio piano che venne imposto a Ritucci.Si volle infatti scagliare un’offensiva su due fronti, quello di Santa

Maria e Sant’Angelo e quello diDucenta, dove Von Mechel, giàvinto a Palermo, dovette provve-dere a schierare le proprie truppe,avendo inoltre l’ordine di domarel’insurrezione di Caiazzo e Piedi-monte.La macchinosità delle manovrenemiche consentì a Garibaldi diavere nove giorni in più per predi-sporre le difese lungo una linea dibattaglia a dir poco difficoltosa dadifendere, e non solamente per lasua lunghezza: essa presentavanumerosi punti critici inprossimità di luoghi che provvidesì a guarnire di truppe, ma checomunque avrebbero resodifficoltosa qualsiasi operazione,

essendo proprio quelli scelti dallo stato maggiore borbonico per at-taccare. Sette erano poi le vie che consentivano di marciare verso Napoli, ecerto non poteva evitare di concentrare parte dei propri uomini aloro difesa; sua brillante intuizione fu quella di lasciare una riservaal comando di Turr a Caserta, quartier generale del Nizzardo.Era questa la stessa tattica di Napoleone, che aveva creato la GuardiaImperiale proprio per teatri di battaglia così vasti, in cui tale corpoveniva fatto intervenire solo quando era ormai evidente il punto delfronte decisivo per le sorti della battaglia, capovolgendone spessol’esito per buona riuscita di un vero e proprio azzardo.Il generale amava però il rischio, e non ebbe timore di affrontare ilVolturno come Austerlitz: era la sera del trenta settembre e i generaliborbonici avevano intenzione di donare a Franceschiello la suastessa capitale già per l’indomani, giorno in cui cadeva ilcompleanno del re.Ancora non era sorta l’alba, quando l’offensiva iniziò poderosa: finda subito il comandante dei volontari dovette iniziare a far ciò percui era famoso, essere presente in tutti i luoghi dove si combatteva,così da dirigere di persona le manovre e da infondere coraggio aisuoi.Né temeva per la propria vita, come dimostrò ancora una voltaaffrontando a sciabolate i nemici che avevano attaccato la suacarrozza mentre si stava recando da Santa Maria a Sant’Angelo,dove si temeva lo sfondamento nemico nonostante i rinforzi cheaveva mandato, oppure esponendosi al fuoco ostile nel momentodecisivo, quando condusse egli stesso all’attacco l’intera riserva diGaeta ed i calabresi di Stocco e Pace, ottenendo la vittoria sul fronteprincipale grazie al coraggio dimostrato da quegli uomini e dai 250soldati di Bronzetti, che morirono quasi tutti per bloccareun’offensiva borbonica avente il compito di bloccare le truppeausiliarie da lui richiamate.Bixio nel frattempo era riuscito a difendere la posizione diMaddaloni fino alla definitiva ritirata dei regi, in modo da rendereuniversale il trionfo conseguito pur senza l’aiuto dei regolari, il cuiapporto fu limitato quel giorno a dodici cannoni, e quattrocompagnie quello successivo, quando fu stroncato sul nascere unattacco della colonna Perrone in direzione di Gaeta.Qui termina il racconto di grandiose battaglie, questo l’epilogo dellapagina più gloriosa della primavera dei Popoli.

Francesco Neri Liceo Ginnasio “G.C. Tacito” IV C

Page 25: La Pagina Maggio 2014

25

TT ee rr nn ii -- VV ii aa CC aa ss ss ii aa nn BB oo nn 11 // aa (( PP ii aa zz zz aa TT aa cc ii tt oo ))

TT ee ll .. 00 77 44 44 .. 44 22 55 99 44 55 -- 00 77 44 44 .. 44 22 44 99 88 99

ww ww ww .. ii ss tt ii tt uu tt oo ii tt aa ll ii aa nn oo aa nn dd rr oo ll oo gg ii aa .. cc oo mm

ee rr rr ee mm ee dd ii cc aa @@ tt ii ss cc aa ll ii .. ii tt

ii nn ff oo @@ ii ss tt ii tt uu tt oo ii tt aa ll ii aa nn oo aa nn dd rr oo ll oo gg ii aa .. cc oo mm

OO RR AA RR II OO

dd aa ll LL uu nn ee dd ìì aa ll VVee nn ee rr dd ìì

dd aa ll ll ee oo rr ee 00 88 .. 33 00 aa ll ll ee 11 22 .. 33 00

dd aa ll ll ee oo rr ee 11 55 .. 00 00 aa ll ll ee 11 99 .. 00 00

Convenzionato con ASL UMBRIA2

Page 26: La Pagina Maggio 2014

26

Il Ponte di Augusto a Narni

L’aspetto attuale di Narni rispecchiamolto il suo passato medioevale,poco resta invece della città romana. Il piccolo centro fortificato in origineera un avamposto umbro, arroccatosul Monte Maggiore, a controllo delfiume Nera. Nel 299 aC i romani loconquistano trasformandolo in unacolonia. Il nome verrà cambiato daNequinum a Narnia, mettendo cosìin risalto l’importanza strategica delfiume. Nel 90 aC diverrà municipiume gli abitanti saranno iscritti nellatribù Papiria. Del centro romano siconservano: tratti delle muraperimetrali, resti dell’area forense,alcuni blocchi in travertino conservatinel medievale Arco Romano. Appena fuori il centro abitato troviamo: la Fonte Feronia, realizzatanel 1600 su una precedente struttura idrica che si può far risalire alIII sec. aC e l’acquedotto di età augustea. Il monumento romano più rappresentativo è senza ombra di dubbioil ponte, fatto costruire da Augusto nel corso deilavori di ristrutturazione della via Flaminia,con molta probabilità nel 27 aC (ResGestae, IV, 20). La strada fu voluta da Caio FlaminioNepote; terminata un anno primadella sua morte, nel 219 aC,collegava Roma alloAdriatico. Nasce come via militare peril controllo della GalliaCisalpina e nel corso deisecoli fu risistemata varievolte. Il tratto umbro sidivideva in due rami, quellooccidentale passante perCarsulae e Mevania, quelloorientale che attraversavaInteramna e Spoletium.I due tratti si riunivano a ForumFlaminii, identificata con l’attuale SanGiovanni Profiamma, nei pressi di Foligno. Il ponte, costruito appena sotto Narnia e consideratouno dei più maestosi dell’Italia antica, permetteva alla Flaminia dioltrepassare il fiume Nera congiungendo il Monte Maggiore con ilMonte Santa Croce. Nel corso dei secoli ha subìto diversi crolli, ipiù significativi sono avvenuti: intorno all’VIII secolo; nel 1053 o1054, quando un’onda di piena ne fece crollare una parte cospicua;infine nel 1885, quando sempre un’onda di piena fece cadere il

secondo pilone. Dopo il crollo del 1053-1054 ilponte fu chiamato “Ponte Rotto” esostituito con un altro.In origine misurava circa 180 metridi lunghezza, era largo 8 metri conuna altezza massima di 30. Era strutturato su quattro arcatepoggianti su tre pile e due spalle. Il peso di queste ultime gravavadirettamente sulle pareti dei duemonti: per questo motivo possiamoconsiderarlo un ponte-viadotto. Le arcate erano di diverse dimensioni:la prima, partendo dal MonteMaggiore, ha una luce di circa 19 m,le altre misuravano rispettivamente

32, 17 e 16 metri. L’unica che si conserva oggi è la prima. Sono anche visibili le spalle: la seconda, quella che poggia sulMonte Santa Croce, è priva del paramento esterno ed è stata forataper permettere il passaggio della linea ferroviaria.

Si possono inoltre osservare le tre pile: la prima e laterza ancora in opera, la seconda adagiata a

terra e spezzata in più parti, conseguenzadella piena del 1885.

La sede stradale era in fortependenza a causa del dislivello,

di circa 12 metri, dei due puntidi appoggio delle spalle.La tecnica edilizia utilizzataè quella dell’opera a sacco:nucleo in cementizio conparamento inopus quadratum.Da una attenta osservazionedelle parti ancora in opera

si possono riscontraredifferenze tipologiche che

fanno ipotizzare diverse fasicostruttive o forse, più probabil-

mente, rifacimenti e restauri vari.Questa imponente struttura architettonica

ha da sempre suscitato profondaammirazione, sia da parte dei locali che dei

numerosi viaggiatori, per questo è stata raffigurata inmolti quadri e ricordata da importanti scrittori.Durante l’epoca del Grand Tour era una tappa quasi obbligata. Nel 2005 la Soprintendenza Archeologica per l’Umbria ha portatoa termine importanti lavori di ristrutturazione e consolidamento.Oggi, dopo l’ultimo accurato restauro, quel che resta del ponte destaancora immutata meraviglia. Denis Fagiol i

Page 27: La Pagina Maggio 2014

conclusione editoriale della rivista.Trasferitasi in Umbria ha proseguito la sua attività giornalisticasul quotidiano Il Messaggero sino al 1972 e successivamente

presso Paese Sera.Ha svolto l’attività di cor-rispondente per l’AgenziaANSA e per il quotidianoIl Giorno di Milano.Ha collaborato con articolidi carattere culturale allaRassegna Sindacale dellaC.G.I.L. ed al periodicoArtinumbria di cui è statatra i fondatori.Nel 1966 è stata insignitadel titolo di Cavaliere almerito della Repubblicaper benemerenze culturali.Franca Calzavacca haanche pubblicato alcuneapprezzate opere letterariedi poesia tra cui ricor-diamo Oggi, dopo unaguerra del 1958, Alcunimomenti del 1967, Settedonne in poesia del 1983,L’ombra della sera del

1999.Alla nostra amica e collaboratrice Franca i nostri più vivi eaffettuosi auguri e felicitazioni. Loretta Santini

L’Assemblea annuale dell’ordine dei giornalisti, convocatadal presidente Dante Ciliani lo scorso 23 marzo, ha volutoonorare con una targa-ricordo i colleghi che quest’annohanno raggiunto il 50°anniversario dell’iscrizio-ne all’albo.Il direttore e i redattori deLa Pagina sono lieti direndere omaggio allanostra concittadina FrancaCalzavacca che quest’annoha ottenuto tale riconosci-mento.Iscritta all’ordine nazio-nale dei giornalisti dal1963, inizia la sua attivitàcome redattore e criticod’arte a Brescia, corrispon-dente del quotidianomilanese L’Italia. Ha successivamente colla-borato con le riviste cultu-rali e di arte Notiziariod’arte di Roma, A Studiodi Vicenza, Gazzettinodelle arti di Venezia e coni settimanali La voce delpopolo e Il cittadino di Brescia, L’illustrazione ticinese diLugano, La casa di Milano, Madre di Brescia, Eco d’artemoderna di Firenze e La Fiera Letteraria sino alla

27

F r a n c a C a l z a v a c c a

Page 28: La Pagina Maggio 2014

28

Nord Kapp 17° 10’ 22”

Che bella storia da raccontare! Cosa ha spinto Pietro Matteucci eMarcello Qiuintili a tale esperienza? Ma forse è bene partire anche qui dall’inizio.Per gioco dicemmo di andare a fare un giro in moto ed io proposiperché non a capo nord?Dopo qualche giorno decidemmo di preparare il programma, che èstato davvero laborioso... la preparazione fisica, l’abbigliamentotecnologico, la preparazione e manutenzione dela moto, la modificadella stessa per accogliere le borse. E ancora la salute, la sicurezza etanto altro fu la nostra progettazione per mesi.Ma la cosa che ci ha appassionato di più è stata la voglia di avventura,come possono fare due ventenni alle prime armi con un mezzoimpegnativo come il nostro.L’avventura di andare nei posti tanto sognati da bambini, il desideriodi vedere posti che nell’immaginario collettivo rappresentano unasfida alle proprie capacità, la voglia di poter dire io ci sono stato, ed

altri mille motivi ci hanno spinto ad essere talvolta ignari anche delpericolo esistente per due centauri non più giovani.Viaggiare in queste lunghe strade, percorrerle in assoluta solitudine,il pensiero di non poter trovare un distributore di benzina e soprattuttodi non poter pagare con carte di credito sono state le preoccupazionigiornaliere. Tutto ciò è stato sublimato dal progetto e dalla voglia divedere, percorrere osservare e raggiungere giorno per giorno la nostrameta. Incuranti dell’acqua che cadeva sempre copiosamente dal cieloe scorreva sempre nelle montagne e nelle strade da noi percorse inmoto, incuranti della neve trovata ancora ai bordi delle strade,incoscienti nel viaggiare lungo costoni di montagne dove scorrevauna volta l’acqua ma che in quel periodo ancora era un fiume e/olago ghiacciato... ebbene questo è il viaggio che siamo andati adaffrontare.Percorrere 220 ore soli sotto il casco non è stato sempre facile népiacevole. Sotto il nostro amico casco abbiamo gioito, abbiamocantato abbiamo parlato ed abbiamo pianto. Ovviamente dalla gioia.Abbiamo cercato di dare un senso alla nostra prima lucida pazzia,ripercorrendo la nostra vita... La solitudine costretta ci ha portato a

meditare molto... a riflettere sul senso del nostro viaggio, sullapochezza del nostro essere rispetto alla grandiosità di ciò che vedevamodi giorno in giorno. I fiordi, le montagne, l’acqua, la neve, il gelo, glianimali mai visti prima (renne, alci, balene, baccalà appesi...), masoprattutto il fatto che per sei mesi all’anno in alcune partigeografiche del nord da noi visitate è sempre giorno. Non è stato,sempre facile l’adeguamento ai nuovi ritmi circadiani imposti dallaposizione geografica. Ma la cosa più affascinante in assoluto è statoviaggiare in moto tutta la notte con il sole a mezzanotte che ci facevacompagnia come per incanto per raggiungere e traguardare la nostratanto sognata meta “capo nord”.Le città visitate sono state di due tipi: quelle rassomiglianti alle cittàeuropee come Oslo e quelle tipiche case in legno con tetti a voltericoperti di terriccio caratteristiche del paesaggio del nord europa.Inoltre l’esperienza di avere avvicinato persone del popoìo nomadedei Sami (Lapponi) ed in polonia aver posato per una foto ad conl’ultimo superstite polacco del campo di concentramento... è stataun’esperienza affascinante ed irrepetibile.

Pietro MatteucciMarcel lo Quinti l i

Page 29: La Pagina Maggio 2014

29

La Fondazione Cassa di Risparmio diTerni e Narni ha premiato lo scorso 11aprile i vincitori del concorso d’ideeinternazionale volto all’acquisizione diproposte ideative utili all’elaborazioneprogettuale dell’intervento di restauro erisanamento conservativo di palazzoMontani Leoni, sede della stessa Fondazione,sito in corso Cornelio Tacito a Terni.Il palazzo venne edificato nel 1584 daAurelio Fazioli, come è ricordato nellaiscrizione presente sull’architrave del belportale che si apre sull’originaria facciataprospiciente l’odierna via Silvestri. Nel corso dei secoli subì numerosipassaggi di proprietà: nel periodo 1654-1720 appartenne alla famiglia Guglielmetti;dopo il 1781 e fino al 1820 alla famigliaGenuini; nel periodo 1821-1834 per unbreve lasso di tempo fu della famiglia Viviani.Nel 1834 il palazzo venne poi acquistatoda Domenico Montani Leoni -ultimoproprietario “privato” da cui ha preso ilnome l’edificio- per essere poi espropriatonel 1873 dal Comune di Terni, per larealizzazione della “strada nova” intitolataa Cornelio Tacito.Nel 1877 l’amministrazione municipale,che aveva già avviato i lavori didemolizione e rifacimento di parte delpalazzo per far posto alla nuova strada, lovendette alla Cassa di Risparmio di Terni,che a sua volta operò notevoli modificheper adibire le sale ad uffici e a casse aperteal pubblico. Il salone principale del piano terra è statosede di sportelli bancari fino al 2012-prima dell’acquisizione dell’intero pianoda parte della Fondazione Carit- ed erastato ristrutturato già negli anni ’60 con larimozione di parte degli apparati decoratividell’epoca Liberty.Con il concorso, intitolato a TommasoErnesto D’Annibale, già Vice Presidentedel Comitato di Indirizzo, la Fondazioneha inteso individuare la miglioresoluzione al tema del restauro e delrisanamento conservativo degli ambientisiti al piano terra di palazzo MontaniLeoni, con lo scopo di riportarli aglioriginari splendori e di creare nuovi spazipolifunzionali espositivi, sale riunioni perla realizzazione di mostre d’arte, convegnie congressi. Il concorso è stato bandito il 13 giugno2013 e si è concluso il 31 ottobre 2013con la presentazione degli elaboratividella seconda fase.L’assegnazione dei premi è stata stabilitada una qualificata giuria coadiuvata da unnotaio. Al termine del concorso la Fondazione haprovveduto alla premiazione deglielaborati e ha organizzato l’esposizionedei progetti al piano del palazzo nelperiodo 11-19 aprile 2014.

Foto Alberto Mirim

ao

Page 30: La Pagina Maggio 2014

30

Paolo Cicchini

T

ERNANO

i l lustre

Page 31: La Pagina Maggio 2014

31

Page 32: La Pagina Maggio 2014