la pagina di gennaio 2014

48
I I M M M M O O B B I I L L I I A A R R E E B B A A T T T T I I S S T T E E L L L L I I Foto Marco Barcarotti Numero 111 111 gennaio 2014 Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura Ateneo Lezione all’aperto Sant’Erasmo - 28 dicembre 2013

Upload: la-pagina

Post on 31-Mar-2016

227 views

Category:

Documents


4 download

DESCRIPTION

 

TRANSCRIPT

Page 1: La Pagina di Gennaio 2014

II MM MM OO BB II LL II AA RR EE

BB AA TT TT II SS TT EE LL LL II

Foto Marco Barcarotti

Numero 111111 gennaio 2014 Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura

AteneoLezione all’aperto

Sant’Erasmo - 28 dicembre 2013

Page 2: La Pagina di Gennaio 2014

2

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14 - 15

16 - 17

18 - 19

20 - 21

22

23

24 - 25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

40 ... 42

43

44

45

46

47

48

L’ e t e r n a g h i r l a n d a f i o r i t a - G R a s p e t t i

S W I N G - F C a l z a v a c c a

A S S O C I A Z I O N E C U LT U R A L E L A PA G I N ATr a N a t a l e e M a t e m a t i c a - P F a b b r i

E l o g i o d e l l a d i s o b b e d i e n z a - C C o l a s a n t i

IgNobel, quando la scienza fa (soprattutto) ridere - A M e l a s e c c h e

P a n e a l P a n e - F L e l l i

S A N F A U S T I N O

L a p a r r u c c h i e r a d e i m a r i n e s - F P a t r i z i

IMMOBILIARE BATTISTELLI

I l p a t r o c i n i o a s p e s e d e l l o S t a t o - M P e t r o c c h i

C O O P E R A T I VA M O B I L I T À T R A S P O R T I

ASSESSORATO CULTURA SCUOLA E POLITICHE GIOVANILI

A S M T E R N I S p A

A S S E S S O R AT O A I L AV O R I P U B B L I C I

Inaugurazione Diret t r ice Civi tavecchia - Orte - Terni - Riet i

C O N S O R Z I O D I B O N I F I C A T E V E R E N E R A

LICEO CLASSICO - M Salvati, C Bernardinangeli, V Sernicola, V Croce, L Marinelli

L A N D I C O S T R U Z I O N I

L A B O R AT O R I S A LVAT I

A Z I E N D A O S P E D A L I E R A S A N TA M A R I A D I T E R N I

L a R i v ( @ ) o l u z i o n e d e l l a T V - F C o l a n g e l o

N U O VA G A L E N O

A c a c c i a c o i c a p i - V G r e c h i

L a s t a n c h e z z a - L P a o l u z z i

J o h n L o c k e (fine 2° parte) - M R i c c i

T o c c a r s i - V P o l i c r e t i

A N T I C A C A R S U L A E

L a s p e d i z i o n e d e i m i l l e - F N e r i

Anche lo sangue ‘n montagna bbol le pr ima - P C a s a l i

C E N T R O M E D I C O D E M E T R A - E R R E M E D I C A

L’ a n f i t e a t r o r o m a n o d i T e r n i - D F a g i o l i

L e S t e l l e d e l C O N I i l l u m i n a n o T e r n i

SAURO MAZZILLI - R B e l l u c c i

A L F I O

C I D AT

Cifoplast ica percutanea - V B u o m p a d r e

H U M O R P R E C A R I O - C B r u n e t t i

Un Museo all’aperto di acciaio e marmo - L Santini

F O N D A Z I O N E C A S S A D I R I S PA R M I O

Cos’è la piorrea? - A Novel l i

A L L E A N Z A T O R O

Un dramma al camposcuola Casagrande di Terni - M B a r c a r o t t i

G L O B A L S E RV I C E

S U P E R C O N T I

L A P A G I N A M e n s i l e d i a t t u a l i t à e c u l t u r aRegistrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni

Redazione: Terni, Vico Catina 13 --- Tipolitografia: Federici - TerniD I S T R I B U Z I O N E G R A T U I T A

Direttore responsabile Michele Rito Liposi Direttore editoriale Giampiero RaspettiEditrice Projecta di Giampiero Raspetti 0744424827 - 3482401774

i n f o @ l a p a g i n a . i n f o w w w . l a p a g i n a . i n f oLe collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.

D o v e t r o v a r e L a P a g i n aACQUASPARTA SUPERCONTI V.le Marconi; AMELIA SUPERCONTI V. Nocicchia; ARRONESuperconti Vocabolo Isola; ASSISI SUPERCONTI S. Maria degli Angeli; CIVITA CASTELLANASUPERCONTI V. Terni; MASSA MARTANA SUPERCONTI V. Roma; NARNI SUPERCONTIV. Flaminia Ternana; ORTE SUPERCONTI V. De Dominicis; ORVIETO SUPERCONTI - Strada dellaDirettissima; PERUGIA SUPERCONTI Centro Bellocchio; RIETI SUPERCONTI La Galleria; ROMASUPERCONTI V. Sisenna; SUPERCONTI V. Casilina 1674 (Grotte Celoni); SPELLO SUPERCONTIC. Comm. La Chiona; TERNI CDS Terni - AZIENDA OSPEDALIERA - ASL - V. Tristano di Joannuccio;Cral Provincia di Terni; CRDC Comune di Terni; Edicola F.lli Galli - V. Narni - Zona Polymer; EdicolaM&C - V. Battisti; Edicola Ospedale S. Maria - V.le 8 Marzo; INPS - V.le della Stazione; LibreriaALTEROCCA - C.so Tacito; SUPERCONTI CENTRO; SUPERCONTI Centrocesure; SUPERCONTIC. Comm. Le fontane; SUPERCONTI C.so del Popolo; SUPERCONTI P.zza Dalmazia; SUPERCONTIFerraris; SUPERCONTI Pronto - P.zza Buozzi; SUPERCONTI Pronto - V. XX Settembre;SUPERCONTI RIVO; SUPERCONTI Turati; TUTTOCARTA - V. Maestri del Lavoro 1; TODISUPERCONTI V. del Broglino; VITERBO SUPERCONTI V. Belluno; VITORCHIANOSUPERCONTI Località Pallone.

L’eterna ghirlandafiorita

Nell’Associazione Nell’Associazione non deteniamo non deteniamo né dispensiamo cultura. né dispensiamo cultura. Ci piacerebbe averne Ci piacerebbe averne a riccioli d’oro a riccioli d’oro avvolgenti come eterna tempesta di neve. avvolgenti come eterna tempesta di neve. Disponiamo solo di ciocche sparute, Disponiamo solo di ciocche sparute, in giornate non di sole, in giornate non di sole, non di pioggia. non di pioggia. Sappiamo peròSappiamo peròcoordinare, organizzare, coordinare, organizzare, vivere serenamente la cultura di altri.vivere serenamente la cultura di altri.

Abbiamo bisogno di te, Abbiamo bisogno di te, delle tue conoscenze, delle tue conoscenze, della tua sensibilità. della tua sensibilità. Dei tuoi progetti, Dei tuoi progetti, delle tue idee, dei tuoi sogni. delle tue idee, dei tuoi sogni. Della tua compagnia, della tua amicizia.Della tua compagnia, della tua amicizia.

Vieni con noi, Vieni con noi, in giornate di sole,in giornate di sole,qualunque sia la tua età. qualunque sia la tua età. G i a m p i e r o R a s p e t t iG i a m p i e r o R a s p e t t i

SWINGSWING

Le siepi si incupisconoLe siepi si incupisconol’ombra si fa pensierol’ombra si fa pensieroogni senso concludeogni senso concludeil suo lungo percorsoil suo lungo percorso

panorami si placanopanorami si placanoin nebbie mattutinein nebbie mattutine

insistono soltantoinsistono soltantoil tempo e le memorieil tempo e le memoriein ritmi e movimentoin ritmi e movimentoscansioni e sortilegiscansioni e sortilegi

passaggi musicalipassaggi musicaliincisi nel ricordo incisi nel ricordo battute e percussionibattute e percussionida spartire con gli altrida spartire con gli altriper concludere l’annoper concludere l’anno

di cento o mille giorni.di cento o mille giorni.

F r a n c a C a l z a v a c c aF r a n c a C a l z a v a c c adicembre 2013dicembre 2013

Iscrivetevi gratuitamenteai corsi di:

arabo, arte del disegno, bridge,burraco, cinese, inglese per

esperti, teatro, scacchi.

Insegnanti:Lakrad, Bellucci, De Merulis,

Fabbri, Probst, Mattioli, Keller, Rocchetti.

Page 3: La Pagina di Gennaio 2014

3

Non prendere scorciatoie. Se vuoi emozioni, assumi cultura.Ogni Lunedì, dalle ore 16 alle ore 18,30

Coordinatori: Bertolini, Casali, Contessa, Grechi, Fabri, Giorgetti, Leonelli, Mazzilli, Policreti, Raspetti, Ricci, Rinaldi, Santini, Seri, Tei, Tini Brunozzi.

A t e n e o p e r t u t t e l e e t à

Relatori Ateneo13 Gennaio SANTINI - TEI - LEONELLI20 Gennaio MAZZILLI - RICCI - RASPETTI27 Gennaio GIORGETTI - GRECHI - POLICRETI3 Febbraio MAZZILLI - RICCI - RINALDI10 Febbraio SANTINI - TEI - RASPETTI

I Venerdì de La Pagina

Venerdì 17 gennaio ore 17,17La superstizione nei detti popolari Lory La SantaLa superstizione porta male Raspo el Diablo

Venerdì 31 gennaioLe trasformazioni urbanistiche di Terni nella seconda metà dell’ottocento Mazzilli

Venerdì 21 febbraioTerni sparita Ceccoli, Florio

Leonelli, Santini

07441963037 - 39365041833465880767 - 3482401774

A C La Pagina - Terni, Via De Filis 7

28 dicembre 2013

Il cielo dell’Ateneo

Foto di M

arco Barcarotti e A

lberto Mirim

ao

Page 4: La Pagina di Gennaio 2014

4

Ci sono esperienze che si fanno raramente nella vita, anche se non costerebbenulla ripeterle più volte. Finire all’interno del Reparto Maternità di un ospedale,ad esempio. Capita a tutti, prima o poi: qualche volta da protagonisti (in qualitàdi genitori o neonati), più spesso da comprimari (parenti, amici o conoscenti deiprotagonisti citati), ma insomma capita: einevitabilmente si finisce col naso schiacciatocontro un vetro dietro il quale si agitano deigiovanissimi mammiferi urlanti o dormienti.

Anche se vissuta solamente in occasionispeciali, la possibilità di godere di un tale spettacoloè virtualmente sempre possibile, e del tutto gratuita.E forse, a pensarci bene, può perfino sembrarestrano che non esista l’abitudine di andare a vederei nuovi nati così, tanto per passare il tempo egodersi la scena, un po’ come si va a fare unapasseggiata o a godere un tramonto. Non c’èmica bisogno della parentela per assistere ad unsimile grandioso spettacolo.

È però vero che, al pari della maggioranzadelle persone, l’evento che mi ha riportatodavanti al vetro di una nursery è stato strettamenteprivato: la nascita di una Mia nipote. Ma, al di làdelle basse e riprovevoli citazioni personali, chel’esperienza sia di alto valore rinfrancante è sempre facilmente leggibile: nontanto negli indifferenti neonati che, all’interno del nido, si limitano a coniugareunicamente i due verbi “urlare” e “dormire”, quanto dalle espressioni inebetitedel nugolo di adulti che si accalca di fronte al vetro protettivo.

Certo è che non tutte le espressioni sono uguali: l’affetto e la curiositàabbondano ovunque ad alti tassi di inflazione, ma ci sono alcune facce piùsplendenti di altre. Sono quelle dei genitori e dei nonni; e anche dei bisnonni,quando i neonati hanno la fortuna di averne. In fondo, è ben comprensibile:sono tutte persone che condividono una importante consapevolezza, quella che-senza di loro- dietro il vetro ci sarebbe un bambino in meno. La lunga catenadelle generazioni ha forgiato un nuovo anello, ed è inevitabile che il misto disoddisfazione, tenerezza, orgoglio e amore riesca a disegnare su quei voltiun’espressione del tutto peculiare e caratteristica.

La condivisione dello stesso pensiero da parte di persone di età così diversanon può non affascinare, e stimola un pensiero certo più sciocco e leggero, secomparato all’emozione che i soggetti in questione provano, ma comunque tale

da sfuggire ad una risposta facile, o quantomeno immediatae diretta. Il punto d’inizio del pensiero sta lì, dietro il vetro:è la generazione numero zero, di anni zero. Dietro il vetroci sono i genitori, che è facile chiamare generazione 1, dianni… beh, variabili, dai venti in su. Difficile deciderequale sia l’età media: tempo fa, o ancora oggi altrove, sidiventava padri e madri prima di quanto fanno gli italianioggi; per mediare tra luogo e luogo, tempo e tempo,fissiamo arbitrariamente in 25 anni l’età in cui si ha ilprimo figlio. Quindi generazione 1, 2 genitori, anni 25, natiattorno al 1988. Ancora indietro: generazione 2, 4 nonni,anni 50, nati dalle parti del 1963; generazione 3, 8bisnonni, anni 75, nati nel 1938; generazione 4, 16 trisavoli,anni 100, nati attorno al 1913…

Il conto è facile, ma il senso della realtà si perde quasisubito, perché i numeri crescono incredibilmente in fretta.È bastato risalire di un solo secolo per scoprire che, tragenitori, nonni, bisnonni e trisavoli, c’è voluto il patrimonio

genetico di 30 antenatiper fabbricare quelpreciso neonato. Maquesto è niente: se sirisale di due secoli,ecco che gli antenatidiretti sono già 510. Un salto di mezzomillennio, fino alSedicesimo Secolo?Arrivano già ad esserepiù di due milioni. Dall’epoca di Dante,padre della nostralingua, hanno popolatoil pianeta più di mezzomiliardo di ascendentidiretti del frugoletto.

I festoni di Natalenel reparto Maternità fanno il rilancio finale: in ultimaanalisi, sono messi lì per richiamare alla memoria propriouna nascita, avvenuta più di duemila anni fa. Nascitaimportante, se contiamo gli anni proprio a partire da quelladata, ma a questo punto, la curiosità infantile e un po’sciocca è ormai scatenata. Quanti antenati diretti di queibambini dietro il vetro della nursery sono vissuti,dall’Anno Uno a oggi? La risposta è stupefacente, e nonpuò che essere sbagliata: il calcolo registra un risultato paria più di due milioni di miliardi di miliardi.

Troppa gente, non c’è dubbio. Specialmente considerandoche il numero degli esseri umani è sempre andatocrescendo, dalla prima comparsa in Africa fino ad oggi.Ma anche se il calcolo si risolve in un paradosso (l’erroreprincipale del conteggio sta nel considerare come “distinti”tutti gli antenati), se ne può estrapolare qualcosa diassolutamente vero e chiaro: e cioè che alla costruzione diun nuovo bambino contribuiscono virtualmente tutti gliesseri umani mai vissuti. Ogni nuovo nato è, anche seunico e irriproducibile, un perfetto riassunto di tuttal’umanità; e come tale ci accomuna tutti, nessuno escluso,in una parentela che è probabilmente più forte dellasemplice fratellanza.

Forse, poi, il significato ultimo della celebrazione cheogni Dicembre si ripete per la nascita di quel ragazzinovenuto al mondo duemila anni fa è esattamente lo stesso.

E se così fosse, beh, tanto meglio. Piero Fabbri

Tra Natale e Tra Natale e MatematicaMatematica

Locale climatizzato - Chiuso la domenica Terni Via Cavour 9 - tel. 0744 58188

www. lap iazze t tar i s torante . i t l a p i a z z e t t a . t e r n i @ l i b e r o . i t

Vi a N a r n i 5 4 Te r n iVi a N a r n i 5 4 Te r n i0744/813655 - ww.simacaffe . i t0744/813655 - ww.simacaffe . i t

Page 5: La Pagina di Gennaio 2014

5

Elogio della disobbedienza

Ogni gennaio che si rispetti porta con sé una serie di decisioniimportanti.- Da gennaio inizio la dieta e vado in palestra: stavolta non possofallire, che diamine!- Basta: ho deciso! Da gennaio nonsopporterò più in silenzio le angheriedi quel cretino del mio capo: faròsentire anche la mia voce!- Ecco, ci siamo: approfitto dell’iniziodel nuovo anno per cambiarecompletamente il mio look... magaricosì cambio un po’ anche la miamentalità, magari...Fanno sorridere i buoni propositi perl’anno nuovo, in effetti, ma sonoanche necessari; per ogni essereumano che si rispetti.Buoni propositi necessari, così comeè necessario il germe delladisobbedienza; la disobbedienza quella sana, quella genuina, quellache porta a superare vecchi confini e che conduce a nuove conquiste,personali o universali che siano. In momenti come questo contingente, non c’è la volontà di inneggiarealla rivolta, quello no, per carità: condivido l’urgenza di uncambiamento, ma preferisco altre modalità, per così dire.Penso sia molto più valido credere nella qualità del cambiamentonecessario affinché le cose si sistemino e ritengo opportuno che laspinta verso questo atteso cambiamento provenga da quella sanadisobbedienza di cui si parlava prima.L’ultimo libro di Dacia Maraini parla proprio di questo e ho preso inprestito il sottotitolo del suo romanzo come titolo di questa riflessione:Chiara di Assisi – Elogio della disobbedienza.Chiara ha disobbedito in tanti di quei modi che quasi non riusciamoa rendercene conto: il MedioEvo non era certo un periodo favorevolealle giovani fanciulle con le idee chiare e la volontà ferrea comeChiara, anzi.Eppure lei ce l’ha fatta e con il suo esempio ha contagiato le sueconsorelle (oltre che la maggior parte delle sue parenti), che l’hannoseguita in questo percorso, per nulla facile, di fede e di vita.

Il suo esempio è un esempio illustre, così come ci suggeriscel’etimologia latina del suo nome: le sue scelte sono fonte di luce perchi sta brancolando nelle tenebre e non riesce a trovare il bandolodella matassa.Non sto dicendo che sto pensando di andare in un convento diclausura, né tantomeno sto spingendo altre persone a farlo: sto

cercando di andare oltre, così come haconsigliato l’autrice nel suo libro,inizialmente scritto sottoforma diepistolario, pungolata da una personaesterna che ha fatto bussare alla portadella scrittrice il “personaggio Chiara”finché la Maraini non lo ha studiato ereso suo. Così come ha reso suo unconcetto molto caro a tutti gli accanitilettori di questo mondo.Cosa farei senza i libri? Ne ho la casapiena, eppure non mi bastano mai.Vorrei avere una giornata di trentaseiore per poter leggere a mio piacere.Tengo libri di tutte le dimensioni: datasca, da borsa, da valigia, da

taschino, da scaffale, da tavolo. E ne porto sempre uno con me. Nonsi sa mai: se trovo un momento di tempo, se mi fanno aspettare in unufficio, che sia alla posta o dal medico, tiro fuori il mio libro e leggo.Quando ho il naso su una pagina non sento la fatica dell’attesa. E,come dice Ortega y Gasset, in un libro mi “impaeso”, a tal punto chemi è difficile spaesarmi. Esco dai libri con le pupille dilatate. Lo consideroil piacere più grande, più sicuro, più profondo della mia vita.Il Natale è appena passato e forse vi hanno riempito di libri che nonvedevate l’ora di leggere, oppure no, non so; ma permettetemi unconsiglio: fatevi un regalo extra, insieme ai nuovi propositi per l’annonuovo. Leggete un libro su Santa Chiara di Assisi e provate a mettervi neisuoi panni. Nel libro di cui ho parlato c’è una profonda analisi delpersonaggio che riesce ad avvicinarlo, nonostante la sua distanzatemporale e sostanziale, ai giorni nostri, alle nostre mentalità, ai nostrigiorni frenetici e pieni di impegni, voci, suoni e rumori.Chiara, con il suo silenzio, con la sua letizia e con il suo incredibilespirito di sacrificio ed adattamento può davvero insegnare molto atutti noi, primo tra tutti, il valore della disobbedienza.

Chiara Colasanti

Page 6: La Pagina di Gennaio 2014

6

L’argomento che intendo trattare riguarda fatti realmente accaduti e iriferimenti a persone e avvenimenti sono voluti. Ritengo doverosa questapreventiva precisazione perché, obiettivamente, potrebbero sorgeredubbi sulla veridicità di quanto riportato. Infatti appare molto singolare brevettare un sistema per intrappolare gliaspiranti dirottatori aerei, impacchettarli e paracadutarli direttamente nellemani della polizia oppure effettuare unaricerca sulla circostanza che gli ubriachi sisentono psicologicamente più attraenti o,sempre più fantasioso, uno studio che fissauna relazione fra il tempo impiegato da unamucca a sdraiarsi, rispetto alla probabilitàche si alzerà rapidamente in piedi e, unavolta alzata, sostenere che non è semplicepredire quanto tempo passerà prima che sistenda di nuovo. Ricerche e studi ufficiali,tutti decisamente grotteschi. Parliamo dei premi IgNobel.Non sfuggirà anche ai meno attenti il giocodi parole, IgNobel o meglio Ignobel (Ignobile)e, trattandosi di un premio di livelloaccademico, c’è di che meravigliarsi. È evidentemente una parodia delserissimo premio Nobel e viene assegnato regolarmente ogni anno, dallontano 1991, a ben dieci ricercatori per ricerche, studi o risultati scientificiconseguiti, quasi certamente inutili e, nella migliore delle ipotesi, allimite del farsesco. Ma ciò che va assolutamente tenuto presente è chei vincitori sono ricercatori universitari, selezionati in base ad articolipubblicati anche su riviste scientifiche autorevoli. Non solo, ma la cerimonia (rigorosamente di gala) sponsorizzata dallarivista scientifico-umoristica statunitense Annals of ImprobableResearch, si tiene presso il teatro dell’Università di Harvard ed i premisono consegnati dai vincitori del vero Nobel. Come si può ancheleggere dal sito ufficiale, l’obiettivo dichiarato del premio è “celebrarel’insolito, onorare il fantasioso e stimolare l’interesse della gente perla scienza”. I vincitori, che arrivano ad Harvard a proprie spese, hanno60 secondi di tempo per il discorso di ringraziamento.Ma vediamo a chi è andato nel 2013 l’ambito riconoscimento per glistudi più pazzi del mondo accademico. Ebbene sì, anche l’Italia ha

IgNobel quando la scienza fa (soprat tut to) r idere

avuto la sua parte: un gruppo di Professori e Ricercatori dell’Universitàdi Milano si è aggiudicato il premio per la Fisica grazie alla scopertache, sulla Luna, una persona potrebbe correre sulla superficie di unostagno. Il vero vincitore della serata è stato un team dell’Universitàdi Lund che ha portato a casa ben due premi (Biologia e Astronomia)con una sola ricerca: quella in cui hanno rivelato che gli scarabeistercorari sono in grado di orientarsi, anche in assenza di Lunavisibile in cielo, usando la Via Lattea come punto di riferimento. Invece, un gruppo di ricercatori giapponesi dell’Università di Tokyo

ha ricevuto il premio per la Medicina in virtùdi uno studio su un gruppo di topi cheavevano subìto un trapianto di cuore. I ricercatori hanno scoperto che gli animali,la cui aspettativa media di vita post operatoriaè di 7 giorni, ne sopravvivevano ben 27ascoltando La Traviata, di Giuseppe Verdi,e solo 11 ascoltando Enya. Impossibile non menzionare anche i vincitoridel premio per la Pace. Il riconoscimento èandato a pari merito al premier bielorussoAlexander Lukashenko e alla sua polizia diStato. Il primo per aver reso illegale applaudire inpubblico e alla seconda per aver arrestato

un uomo con un solo braccio con l’accusa di aver applaudito. Se ancora non bastasse, quest’anno la cerimonia si è conclusa con lapremière di una mini-opera chiamata “l’arnese di Blonsky”, omaggioalla vita e al lavoro di due premiati nel 1999, George e CharlotteBlonsky. La loro prodezza? Avere creato un congegno per aiutare ledonne a partorire che prevede di legare la partoriente su un tavolocircolare, che viene fatto poi ruotare velocemente, per sfruttare laforza centrifuga per favorire la nascita del bambino!Tra tanto ridere, una piccola amara riflessione, certo che l’arcinotoimperat accademico “publish or perish” (o si pubblica o si muore,accademicamente parlando!) di danni ne ha fatti alle ricerca vera e airicercatori e soprattutto alle finanze pubbliche che tali soggetti hannoretribuito. Intanto in attesa dell’edizione ufficiale del settembre 2014 non ciresta che stanare i migliori candidati, inviare le candidature all’[email protected] e poi… che vincano i migliori!

alessia.melasecche@libero. i t

La colpevole indifferenza per quanto accade nelle curve degli stadiitaliani o il buonismo peloso con cui si eccede nel difendere icomportamenti di nostri pseudo-tifosi all’estero, sono atteggiamentiche nascondono un serio disagio sociale, prima che sportivo.A Torino, dopo la chiusura delle curvedell’Olimpico per discriminazione territo-riale, neoreato d’ispirazione ipocrita-forse per non toccare la suscettibilità deidelinquenti di sinistra poco inclini a farela parte dei razzisti- la Vecchia Signoraha inteso ricostruirsi un’improbabileverginità concedendo quegli stessi spaziai bambini. Il lodevole proposito non ha tardato amanifestare insanabili crepe per i guastieducativi già prodotti sui giovani. I piccoli, emulando gli adulti, hannomartellato per l’intero incontro il portiereospite, accompagnando ogni suo rinvioda fondo campo con l’epiteto merda, secondo un’abitudineconsolidata, divenuta, diciamo così, una specialità della casa. Il giudice sportivo ha comminato una multa di 5.000 euro alla Juve,cifra paragonabile a un centesimo per le tasche di un impiegato di 4°livello.Sui tifosi laziali in galera, accusati di danneggiamenti e risse aVarsavia, in occasione di un incontro di Europa League, si sta

spalmando un mediatico vittimismo, unito all’odiosa e striscianteaccusa nei confronti del sistema giudiziario polacco. I mascalzoni nostrani sono diventati d’incanto prigionieri di guerra,estradati in un campo di concentramento, rispolverato alla bisogna.

La Polonia ci sta insegnando comedebbono essere trattati i delinquenti, cista indicando, quando si vuole, come siafacile individuare e fermare i facinorosie ci sta mostrando come le leggi privedella certezza della pena non appartenganoad un paese civile.Il Ministro Emma Bonino potrà pureclassificare inopportune le parole del suocorrispondente polacco che ha definitobanditi gli arrestati, ma banditi restano atutti gli effetti. Il buonismo all’italiana non paga, né inambito sportivo, né in altri contesti.Una manifestazione di supporter laziali

manifesterà davanti all’Ambasciata polacca a Roma al grido diAridatece li puzzoni nostri! Inutile dire che i reduci troveranno adeguato riconoscimento per imeriti acquisiti in questa gloriosa ‘campagna polacca’ e scalerannoposizioni prestigiose nella gerarchia ultra, perpetuando unmalcostume che non morirà, almeno fino a quando saranno in troppiad accorrere al capezzale per dargli ossigeno. Franco Lel l i

P a n e a l P a n e

Page 7: La Pagina di Gennaio 2014

7

Page 8: La Pagina di Gennaio 2014

8

Cercasi parrucchiere in Kuwait! Sul volantino svettavano palme esorrisi mentre sul retro era riportata l’intervista ad una ragazzaindonesiana diventata ricca in pochi mesi grazie a questa opportunità.Dato che era in cerca di lavoro, la giovanegiavanese aveva chiamato l’agenzia e,salutato il marito e i due bambini, erapartita alla volta del paese del petrolio. Non era mai stata brava in geografia,ma quando era scesa dall’aereo avevaavuto qualche dubbio sul paese in cuiera arrivata: nessun grattacielo a cinquestelle in vista, del mare cristallinoneanche il riflesso, nemmeno una palmaa fare ombra. Una jeep, sobbalzando sulle buche,l’aveva portata in mezzo al deserto perscaricarla in un campo militare dove,in uno stanzone coperto da una lamierainfuocata, le avevano dato il benvenutoin Iraq.A dire il vero un angolo con un barbiere che radeva i soldati c’era, maquasi nessuno andava a farsi l’acconciatura, il posto era adibito perconsentire alle truppe di soddisfare le impellenze biologichemascoline così da contenere il pericolo che, durante le missioni, siandasse a stuprare le donne irachene, inasprendo oltremodo ladifficile convivenza delle “forze di pace” nel paese. Suo malgrado, la giovane giavanese si era ritrovata a svolgere unamissione umanitaria.

Aveva inoltre conosciuto altre connazionali, tutte aspirantiparrucchiere residenti di lungo corso nel campo, le quali le avevanoraccontato che una volta una compagna di sventura era riuscita acorrompere un soldato, a farsi restituire il passaporto e a tornare inpatria, ma non era seguita nessuna denuncia perché i trafficanti sannobene che la vergogna impedisce a una donna indonesiana diconfessare di essersi prostituita. Per sua fortuna la nuova arrivata sapeva fare davvero la parrucchierae possedeva una bellezza assai gradita alle truppe, così aveva fatto di

necessità virtù e aveva cominciato afare pelo e contro pelo a tutti gli uf-ficiali che si recavano da lei per benaltre esigenze. Pian piano avevaaffinato l’arte della maitresseallestendo un esercizio di bordello-coiffeur molto apprezzato non solodalla ciurmaglia accalorata; eranosoprattutto gli alti ranghi a soddisfare ibassi istinti e ad elargire laute mance.Alla fine, nel giro di un paio di anni, lagiovane aveva messo da parte ilgruzzolo che le aveva consentito ditornare in patria corrompendol’intermediario che deteneva il suopassaporto. Una volta giunta a Giakartaha raccontato senza pudori la sua storia,

senza lasciarsi intimidire dagli attacchi sessisti e dal pubblico dileggio,suo marito le è rimasto vicino e ancora oggi la maitresse dei marines,come viene chiamata, continua imperterrita la sua battaglia contro latratta delle schiave prostitute per i militari in missione di pace, ancheperché ogni giorno trova in giro quei volantini ingannevoli e ascoltagli annunci delle false testimonial dell’agenzia che promettono faciliguadagni lisciando i capelli delle donne arabe all’ombra dei petroldollari.

Francesco Patrizi

La parrucchiera dei marinesLa parrucchiera dei marines

Page 9: La Pagina di Gennaio 2014

9

N A R N ISplendido casale in pietra in zona incontaminata a duepassi dal centro storico di Narni. Piscina, duedependances indipendenti e 7000 mq di terreno conuliveto e frutteto. Classe energetica E

N A R N I Suggestivo casale in pietra di ampia metratura,ristrutturato finemente. Terreno circostante. Posizione panoramica.

Classe energetica E

S A N G E M I N ICaratteristica casa di campagna con vista panoramica,disposta su due livelli. Composta da ingresso, cucina constanzino, soggiorno doppio con camino in pietra, duecamere da letto e due bagni. Terreno di 3.000 mq conpiscina. Classe energetica E

N A R N ICasale del 700 in pietra di 360 mq con terreno. Complessivamente il casale consta di 4 camere daletto, 3 bagni, una cucina ed un ampio salone, oltre aduna cantina, locali attrezzi, un portico in legno ed unoriginario forno a legna. Classe energetica E

05035 Narni Scalo (TR) - Via Tuderte, 259/A Tel/fax 0744.737733 - cell 320 [email protected] - www.abitareinumbria.it

In Umbria, a 40 km da Roma, in zona agricola incontaminata, fabbricato rurale con 5 unità immobiliari indipendenti(3 con giardino privato, 2 con terrazzi e splendidi affacci) con bagno turco, sauna, docce sensoriali, vasca idromassaggio,sala polivalente. Il tutto incorniciato da un grande giardino comune e zona coltivata. Piscina comune. Tutti gli appartamenti usufruiranno di energia da impianto fotovoltaico e acqua riscaldata da pannelli solari. Camini a legna e barbecue esterno. POSSIBILITÀ DI AFFITTO MENSILE-ANNUALE E/O ACQUISTO.

Page 10: La Pagina di Gennaio 2014

10

L’art. 24 della nostra Costituzione stabilisce che:Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei

propri diritti e interessi legittimi [cfr. art. 113]. La difesa è dirittoinviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ainon abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersidavanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e imodi per la riparazione degli errori giudiziari. La norma costituisce chiara espressione del principio di uguaglianzae riconosce a tutti la possibilità tutelare i propri diritti ricorrendo alGiudice. Il diritto alla difesa è un istituto fondamentale di ognisistema democratico ed è ritenuto di tale importanza da essereannoverato tra i diritti inviolabili dellapersona analogamente al diritto alla libertàpersonale, alla inviolabilità del domicilio, allalibertà religiosa, alla libertà di manifestazionedel proprio pensiero. Al fine di rendereeffettivo il diritto di essere rappresentati ingiudizio, tanto per agire quanto perdifendersi, l’ordinamento ha previsto chela persona non abbiente possa richiedere lanomina di un avvocato e la sua assistenza aspese dello Stato.L’istituto del patrocinio a spese dello Statovale nell’ambito di un processo civile edanche nelle procedure di volontaria giurisdizione(separazioni consensuali, divorzi congiunti,ecc.).L’ammissione al gratuito patrocinio è validaper ogni grado del processo e per le procedure connesse. La stessadisciplina si applica anche nel processo amministrativo, contabile etributario.Per essere ammessi al patrocinio a spese dello Stato è necessario cheil richiedente sia titolare di un reddito annuo imponibile, risultantedall’ultima dichiarazione, non superiore a € 10.766.33.Se l’interessato convive con il coniuge o con altri familiari, il redditoè costituito dalla somma dei redditi conseguiti nel medesimo periodo

da ogni componente della famiglia, compreso l’istante.Tuttavia, qualora la controversia abbia ad oggetto diritti dellapersonalità (diritto alla vita, all’onore, alla riservatezza, all’identitàpersonale), oppure l’interesse del richiedente sia in conflitto conquello degli altri componenti della famiglia con lui conviventi, nonsi applica il cumulo e si tiene conto del solo reddito personaledell’istante. Il patrocinio a spese dello Stato può essere richiesto: dai cittadini italiani;dagli stranieri, regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale almomento del sorgere del rapporto o del fatto oggetto del processo dainstaurare; dagli apolidi (soggetto privo di cittadinanza); dagli enti o

associazioni che non perseguano fini dilucro e non esercitino attività economica.L’ammissione può essere richiesta in ognistato e grado del processo ed è valida pertutti i successivi gradi del giudizio. Se la parte ammessa al beneficio rimanesoccombente, ossia perde la causa di primogrado non può utilizzare il beneficio perproporre impugnazione.La domanda di ammissione al patrocinioper le cause civili si presenta presso laSegreteria del Consiglio dell’Ordine degliAvvocati, competente rispetto al luogo doveha sede il magistrato davanti al quale è incorso il processo. La domanda di ammissionein ambito penale si presenta presso l’ufficiodel magistratodavanti al quale pende il processo.

Il patrocinio a spese dello Stato è escluso: nei procedimenti penaliper reati di evasione in materia di imposte; se il richiedente è assistitoda più di un difensore (è ammesso invece, ora, nei procedimentirelativi a contravvenzioni) per i condannati con sentenza definitivaper i reati di associazione mafiosa, e connessi al traffico di tabacchie agli stupefacenti (modifiche apportate dalla legge 24 luglio 2008,n. 125). Avv. Marta Petrocchi

[email protected]

I l patrocinio a spese dello StatoIl patrocinio a spese dello Stato

Page 11: La Pagina di Gennaio 2014

11

Page 12: La Pagina di Gennaio 2014

12

A s s e s s o r a t o C u l t u r a S c u o l ae P o l i t i c h e G i o v a n i l i

Simone Guerra Assessore alla Cultura

La stagione di Teatro di domenica è un’iniziativa ormai consolidata da una storiaventennale. Rivolta ai bambini, vede un’altissima partecipazione delle famiglie.Spesso si registra il tutto esaurito, con una presenza che si aggira intorno alle 2500unità l’anno.Obiettivi:- avvicinare i ragazzi al linguaggio verbale e gestuale;- avvicinare i ragazzi alle varie forme espressive del teatro: teatro d’attore, teatro di figura (burattini, pupazzi, marionette), teatro d’ombre;

- stimolare la creatività e la fantasia dei ragazzi attraverso le storie proposte;- recuperare il rapporto attivo e diretto con l’attore e con la storia; - riscoprire, attraverso il teatro, il mondo delle fiabe, delle favole e dei racconti tipici della narrativa per ragazzi;

- progettare un cartellone con i più interessanti spettacoli del panorama nazionale del settore, al fine di avvicinare il pubblico dei ragazzi al complesso mondo del teatro;

- mettere a disposizione delle famiglie nelle domeniche invernali uno spazio di incontro e condivisione attraverso i laboratori per i bambini e il teatro ragazzi.

Utenza: bambini e ragazzi dai tre agli undici anni accompagnati dalle famiglie. Modalità di svolgimento: dieci spettacoli di dieci spettacoli di teatro ragazziteatro ragazzi rivolti ai bambini daitre agli undici anni che si svolgono presso il teatro Secci, da ottobre a gennaio, didomenica pomeriggio; laboratori ludico didatticilaboratori ludico didattici divisi per fascia di età c/oTettoia Caos dalle ore 15,30 - prima degli spettacoli di teatro ragazzi. I laboratori sono due: uno per la fascia di età dai tre ai sei anni e l’altro per la fasciadi età dai sei agli undici anni.

SEDETeatro Secci Caos

ORARIOrario dei laboratori ore 15,30Orario degli spettacoli ore 17,00

PREZZIPrezzi laboratori gratuitiPrezzi spettacoli € 6,50 Riduzione per i soci coop € 6,00

REFERENTIComune di TerniDirezione CulturaFontemaggiore Teatro stabile di Innovazione

Peter Pan: una storia di pochi centimetri e piumeCompagnia Gli AlcuniDomenica 19 gennaio 2014 - ore 17

Diapason:clown in musicaCompagnia I CircondatiDomenica 26 gennaio 2014 - ore 17di e con Diego Carletti e Luciano Menotta

Hansel e GretelCompagnia Fondazione AidaDomenica 2 febbario 2014 - ore 17di e con Emanuela Camozzi e Irene Fioravante

Cane bluCompagnia Teatro Gioco VitaDomenica 9 febbraio 2014 - ore 17di Nicola Lusuardi e Fabrizio Montecchicon Deniz Azhar Azari e Laura Dell’Albani

S p e t t a c o l iTeatro diDomen i ca

L’ A s s e s s o r a t o a l l a C u l t u r aorganizza, in collaborazione con

l’Associazione Culturale La Pagina:

Ateneo per tutte le etàNon si smette mai di imparare, ma, soprattutto, non bisogna mai smettere. All’Ateneo si discuterà, insieme a coordinatori-relatori, su alcuni temi fondamentali.Com'è fatto il mondo? Come si è formato? Come siamo giunti alla situazionedi oggi? Ci sono delle leggi che regolano la vita di tutto l'universo? Qual è stato,qual è e quale dovrebbe essere il ruolo dell'uomo in rapporto alla natura e aglialtri uomini? Ci incammineremo sulla strada percorsa dall'uomo sulla via dellaconoscenza, partendo dagli insegnamenti di Socrate, uno dei padri fondatoridella civiltà occidentale: sappiamo di non sapere e la conoscenza è un processocontinuo che non avrà mai fine. E vogliamo anche discutere sul ruolo svoltodall'uomo nella storia, delle scoperte e dei progressi compiuti ed anche deglierrori e delle atrocità effettuate, partendo dalla considerazione che viviamo inuna società dove coesistono credenze ed esperienze varie e dove nessuno dovrebberitenersi detentore della verità assoluta. La strada l'ha indicata Dante Alighieri,qualche tempo fa, per bocca di Ulisse: Fatti non foste a viver come bruti maper seguir virtute e canoscenza. Vi invitiamo a percorrere un po' di strada insieme a noi.

C o o r d i n a t o r i - R e l a t o r iBertolini, Casali, Contessa, Grechi, Fabri, Giorgetti, Leonelli, Mazzilli,

Policreti, Raspetti, Ricci, Rinaldi, Santini, Seri, Tei, Tini Brunozzi

Dalle ore 16 alle ore 18.30, presso la sede della Associazione stessa, inTerni, Via De Filis 7.Per informazioni e iscrizioni:0744.1963037 - 3936504183 - 3465880767

La partecipazione agli incontri è del tutto GRATUITALa partecipazione agli incontri è del tutto GRATUITA

Page 13: La Pagina di Gennaio 2014

13

Page 14: La Pagina di Gennaio 2014

14

A s s e s s o r a t o a i

P r o g e t t o T r e kSilvano Ricci Assessore ai Lavori pubblici

Il progetto è stato ideato nel 2006 in occasione del 60° anniversario della fondazionedella Sezione di Terni del C.A.I. in quanto un gruppo di soci hanno percorso untracciato sentieristico ed escursionistico lungo il fiume Nera dalla foce alla sorgente. Con D.G.C. n. 160 del 9 Maggio 2012 è stato approvato lo studio di fattibilitàdell’intervento (successivamente inserito in un Programma sviluppato attraversoun Accordo Operativo di Scopo stipulato tra il Comune di Terni, la Provincia diTerni e l’Agenzia Forestale Regionale dell’Umbria) e l’adesione al progettoTrekking del Nera, promosso dal C.A.I. di Terni.Il Programma, di cui il Comune di Terni è capofila, è stato denominato RetiEscursionistiche d’Interesse Interregionale sulle Vie dell’Acqua - Progetto Trekkingdel Nera. Il Progetto è presente nell’elenco annuale delle opere pubbliche ecostituisce una priorità per il Comune ai fini del finanziamento.A tal proposito desidero illustrare il primo passo compiuto dal Comune di Terni inmerito all’attuazione del primo lotto funzionale di rilevanza strategica, ovvero ilpercorso di collegamento tra la Cascata delle Marmore e la Città di Terni lungo ilcorso del Fiume Nera. Questo progetto rappresenta una reale opportunità per la realizzazione di interventiche possano rendere più attrattiva la vita nelle aree di pregio del nostro territorio,grazie ad una integrazione tra le politiche di fruizione dell’ambiente e le politichedi valorizzazione del territorio.

La riscoperta del fiume rappresenta uno degli elementifondamentali di identificazione dell’Umbria ed inparticolare di Terni: esso costituisce una risorsa fondamentale,un elemento chiave per la tutela del territorio, losviluppo dell’economia territoriale, per la salvaguardiadella biodiversità e di altri valori ambientali, per losviluppo turistico, sportivo e culturale. Le risorse paesaggistiche e naturali della Regionevanno sempre più considerate veri e propri fattori dicrescita e di sviluppo. Il contesto territoriale di questoProgetto è una zona di grande valore ambientale epaesaggistico, parliamo della Valnerina, valle delfiume Nera. Essa comprende il Parco Naturale delNera e la Cascata delle Marmore, oltre che il lago diPiediluco e i Comuni di Ferentillo e Arrone, deliziosiborghi medievali. Spettacoli naturali indimenticabilicome i vertiginosi salti del fiume Velino che, in localitàMarmore, gettandosi fragorosamente nel Nera, formala cascata delle Marmore, splendidi paesaggi montaniricchi di vegetazione e profonde gole.Questo scenario naturale offre la possibilità di praticarediversi sport nel segno dell’avventura: rafting,torrentismo, canoa, kajak, le pareti rocciose di Arronee Ferentillo, paradiso per l’arrampicata sportiva. Una gastronomia eccellente basata su prodotti tipicidi grande pregio come tartufo, pesce (trote e gamberidi fiume), prodotti della norcineria e ottimo olio dop.L’obiettivo prioritario del progetto è quello diampliare, arricchire, riqualificare e valorizzare un’areacaratterizzata da un alto valore ambientale e storico-

Page 15: La Pagina di Gennaio 2014

15

L a v o r i P u b b l i c i

k i n g d e l N e r a

Fotoservizio di A

lberto Mirim

ao

culturale. In questa prospettiva, attraverso gli investimenti daeffettuare e gli interventi da attuare, si intendonoraggiungere alcuni obiettivi specifici:- favorire l’aumento dei flussi turistici in entrata; - favorire l’incremento del potenziale di crescita dellestrutture ricettive del comprensorio territoriale interessato;

- favorire l’aumento delle opportunità di sviluppo occupazionale;

- creare i presupposti per lo sviluppo di un indotto economico importante in grado di offrire risultaticoncreti nel medio e lungo termine.

Gli interventi proposti mirano a potenziare e migliorarela fruizione di un ambiente di inestimabile valore,senza intaccarne la bellezza e l’unicità. Verrannoutilizzati materiali ecosostenibili. Le opere prevedonol’utilizzo di materiali naturali, ad alto fattore di riciclo,sistemi di ingegneria naturalistica e sistemazioninaturali a basso impatto ambientale.Verranno realizzati percorsi attrezzati (escursionismo,trekking, mountain bike) con la possibilità di fruizionedi ampie aree di sosta, parcheggio, nonché areaattrezzata di caravan e autocaravan. Segnaletica suipercorsi ed itinerari, realizzata ed installata inconformità agli standard nazionali ed internazionalicon diciture bilingue.L’intero tracciato della rete escursionistica delTrekking del Nera si sviluppa per oltre 100 chilometrie coinvolge due Regioni (Umbria e Marche), le

Province di Terni, Perugia e Macerata, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ilParco Regionale Fluviale del Nera e undici Comuni.Il progetto del sentiero lungo il fiume Nera costituisce il naturale allacciamento trail Fiume Tevere e il Camminitalia nei pressi delle sorgenti del Fiume Nera nel ParcoNazionale dei Monti Sibillini ed il sentiero escursionistico ripercorre in più puntiIl Cammino di S. Francesco e S. Benedetto nel contesto della “via delle acque” edei Gran Tour Europei.In tale contesto si possono cogliere le grandi opportunità di sviluppo derivantidall’organizzazione di percorsi integrati che possano coniugare la fruizione dellericchezze naturali e paesaggistiche delle aree rurali con l’artigianato, gli eventiculturali, i servizi per il turismo e la valorizzazione dei nuovi prodotti turisticiterritoriali.Terni, il suo territorio e la sua vocazione turistica “potrà e dovrà” rappresentare unnodo d’integrazione in una Regione altamente competitiva. L’obiettivo principe del Progetto è acquisire i vantaggi nello sviluppo di proposteper la valorizzazione e la riqualificazione delle aree produttive e dei settori disviluppo (siti di pregio storico, turistico, paesaggistico ed ambientale) permantenere viva la partecipazione di tutti gli attori al Piano di Sviluppo Strategicoin modo continuativo ed interattivo. Silvano Ricci

Assessore ai Lavori Pubblici

Page 16: La Pagina di Gennaio 2014

16

Il 10 dicembre 2013 è stato inaugurato il nuovo tratto lungo laDirettrice Civitavecchia-Orte-Terni-Rieti, compreso tra lo svincolo“Valnerina” e l’intersezione con la strada statale 79 (dal Km 3,272al Km 7,968), compreso il ponte delle Marmore. Alla Cerimoniahanno partecipato il Sindaco del Comune di Terni, Leopoldo DiGirolamo; il Sindaco del Comune di Rieti, Simone Petrangeli; ilPresidente dell’Anas, Pietro Ciucci; il Presidente della RegioneUmbria, Catiuscia Marini; il Sottosegretario di Stato al Ministero delleInfrastrutture e dei Trasporti, Rocco Girlanda; il Presidente dellaProvincia, Feliciano Polli; l’Assessore all’Ambiente, Territorio,Infrastrutture e Trasporti della Regione Umbria, Silvano Rometti; ilCommissario Straordinario della Provincia di Rieti, Giancarlo Felici.Il nuovo tratto lungo 4,7 Km consente finalmente di collegare inmodo diretto e veloce i due grandi centri urbani di Rieti e di Terni,abbattendo sensibilmente i tempi di percorrenza, dagli attuali 30-40minuti, a poco più di 15 minuti.Da parte del sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, c’è la certezzache: Questa infrastruttura, oltre a rappresentare un elemento digrande rilevanza per il nostro territorio, si rivelerà decisiva ancheper lo sviluppo di quelle strategie comuni che, con i Comuni di Rieti,Civitavecchia e Viterbo, stiamo mettendo in cantiere con il progettoCiviter (Civitavecchia-Viterbo-Terni-Rieti).La nuova infrastruttura stradale è caratterizzata da due opereprincipali: il ponte ad arco della lunghezza di 300m (battezzato conil nome “Ponte delle Marmore”) e la Galleria “Valnerina”.La Galleria è dotata dei più moderni impianti tecnologici diilluminazione, antincendio, sistema di videosorveglianza con telecamere

I n a u g u r a z i o nCivitavecchia - O

Leopoldo Di GirolamoSindaco di Terni

Page 17: La Pagina di Gennaio 2014

17

n e D i re t t r i c eOrte - Terni - Rieti

intelligenti e controllo dei fumi. Il Ponte, opera di notevole risalto sia strutturale sia paesaggistico,permette l’attraversamento in rettilineo dell’intera valle per unaestensione di circa 300m ad una quota massima di 71m sul piano dicampagna della valle. L’opera troverà completamento mediante un nuovo ponte metallicodi scavalco del fiume Velino e proseguirà in rilevato fino al confineRegionale.Dichiarata “strategica e di preminente interesse nazionale” ai sensidella Legge Obiettivo, la Direttrice è stata approvata dal CIPE edinteramente finanziata dall’ANAS per un importo di oltre 200 milionidi euro; i lavori hanno avuto inizio alla fine del 2006 e trovano oggicompletamento ed apertura al traffico di una tratta estremamentesignificativa.Il Sindaco di Rieti, Simone Petrangeli, dichiara: Si avvicinano duecomunità legate da sempre e abbiamo così una grande occasione perpensare ad uno sviluppo integrato di questi due territori che insiemecontano 200 mila abitanti. Il collegamento veloce tra Rieti e Ternirappresenta una grande occasione per tutti.E ancora il Sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo: Sono passati 30anni dai primi progetti e oggi finalmente si compie un passo avanti decisivo;sarà completato il Progetto Terni-Rieti che rafforzerà il rapporto dicollaborazione storica tra le due comunità e valorizzerà le peculiaritàe le vocazioni che ogni territorio possiede, mettendole a servizio delbene comune. Si vede realizzato un sogno e il suo concretizzarsidimostra che il Paese quando vuole sa fare e sa fare bene.

Elisabetta Cianchi

Fotoservizio di A

lberto Mirim

ao

Page 18: La Pagina di Gennaio 2014

18

Piazza E. Fermi 5 - 05100 TerniTel. 0744. 545711 Fax [email protected]@teverenera.it - www.teverenera.it

Consorzio di Bon

U n E n t e U n E n t e

Il rischio idrogeologico è legato ad eventi: alluvioni, frane o valanghe,dannosi sia per l’ambiente che per l’uomo, conseguenti a fenomeniclimatici di eccezionale portata ed intensità. In particolari situazioniambientali ciò provoca dilavamento, trascinamento di roccia efango con pericolose tracimazioni di corsi d’acqua.Sul territorio italiano sono state individuate le aree a rischio frana,valanga ed alluvione, componendo un quadro conoscitivo dellemaggiori situazioni di squilibrio presenti nei bacini idrograficidel Paese. Solo un’attenta difesa del suolo, attuata attraverso ilriassetto del territorio, può prevenire rischi e pericoli. Occorre quindi considerare non solo i canali ed i corsi d’acqua,bensì l’intero territorio idrografico di pertinenza, puntando sullamanutenzione quale assoluta priorità, oltre ad una cura generaledell’ambiente. Tra le principali azioni di prevenzione, risultafondamentale la conoscenza dei vari fattori di vulnerabilità delterritorio e le diverse forme di pericolosità possibili. Anche sul territorio della Provincia di Terni, in particolarenell’area dell’Orvietano, il rischio idrogeologico è, tra i rischinaturali, il più ricorrente. Eventi climatici estremi concentrati inridotti archi temporali, scarse opere di regimazione dei corsi d’acqua,l’abbandono delle aree montane, nonché l’espansione urbanisticain zone potenzialmente inondabili hanno contribuito nel tempo,a determinare un scenario di rischio idrogeologico di notevole rilevanza.Per questo è di particolare importanza l’opera di prevenzionesvolta dai Consorzi di Bonifica in Italia.Il Consorzio di Bonifica Tevere Nera a completamento di un annoassai ricco di attività e di lavori per la prevenzione da rischioidrogeologico, ha recentemente collaudato l’impianto di telecontrolloe telegestione dei tre principali canali adduttori a scorrimento:Sersimone, Cervino e S. Rocco del Comune di Terni.

Automatizzati e collaudati gli impianti di controllo e gestione

Page 19: La Pagina di Gennaio 2014

19

Orario di apertura al PubblicoLunedì – Venerdì dalle ore 9,00 alle 13,00

Mercoledì dalle ore 15,30 alle 17,00

i f ica Tevere Nera

a l l ’ o p e r aa l l ’ o p e r adei canali Sersimone, Cervino e S.Rocco nel Comune di Terni

Tale opera è fondamentale per la messa in sicurezza idraulicadell’intera rete dei canali di irrigazione a scorrimento (estesi percirca 200 km.), a difesa degli insediamenti urbani del Comune diTerni.Gli apparati elettronici ed elettromeccanici realizzati ed installati,attraverso un sistema di sensori di livello, consentono di eliminarei flussi di acqua ad uso irriguo in ingresso nei canali, permettendonelo svasamento automatico in tempo reale.Viene così aumentata la capacità di invaso dei collettori che, inoccasione di precipitazioni abbondanti, ricevono le acque diprima pioggia drenate dalle strade e dagli insediamenti civili edindustriali. Ciò che faceva un tempo l’uomo, ora viene attuato da sistemielettromeccanici, con tempi di intervento molto più rapidi edefficaci!

Recentemente il Consorzio ha eseguito lavori urgenti diripulitura dalla vegetazione sul Torrente Tescino e sul TorrenteSerra in località Borgo Bovio.

Sottolineiamo poi la preziosa collaborazione del Consorzio con laProvincia di Terni, il Comune di Terni e la Protezione Civile intema di impegno per la prevenzione da rischio idraulico.Il Consorzio non solo garantisce l’intervento del propriopersonale in situazioni di criticità, ma ha contribuito ad istruirevolontari, fornendo agli enti preposti una mappa dettagliata dellezone interessate da possibili inondazioni, interferenti con le retiterziarie dei canali irrigui esistenti.

Il Consorzio Tevere Nera è davvero un Ente all’opera!

Page 20: La Pagina di Gennaio 2014

20

I n m e m o r i a d i N

- Hai mai ascoltato un po’ di blues?- Sì! Lo suono anche al piano, sa?- Ah, davvero? E… Ti piace?- Da morire…- Ne sono felice. Ti va di ascoltare una storia?- Magari… Di cosa narra? - Di blues.- La prego, cominci!- Ti sei addirittura emozionata?- Beh, sa… Il mio sogno è andare a studiare blues in America e viveredi musica; avere la possibilità di imparare qualcosa in più - diqualsiasi cosa si tratti - è meraviglioso per me.- Bene allora: credo di aver trovatol’interlocutrice perfetta per una storia che èun po’ diversa dalle altre, e che forse è ingrado di far riflettere. È come un rito,ormai, che nella mia famiglia si tramandada secoli ma non è una leggenda, è tuttovero, purtroppo.- Purtroppo... Come mai?- Lo capirai da sola man mano che andròavanti con il racconto. Mio nonno me lanarrò così quand’ero bambino: Devi sapereche circa centocinquanta anni fa il padredi mio padre tornò a casa da un lungoviaggio nel continente americano; in quelluogo lontano imparò a coltivare il cotonee la canna da zucchero. I “maestri” cheglielo insegnarono, però, erano moltoseveri, a tal punto che qualche voltaaccadeva che lo punissero e, siccome eratriste, imparò da solo a fare un’altra cosaancora più bella: cantare. I compiti cheassegnavano al nonno erano tanti e, a volte,anche molto difficili da svolgere, e allora lavoce e la musica diventavano l’unicostrumento per distrarsi e non pensare.Fino all’età di nove o dieci anni credetti a ciòche mi avevano raccontato, ma crescendovolli sapere sempre di più; forse era lacuriosità per l’America, bramavo tantoscoprire qualcosa di quel continente che sembrava così diverso daquello a cui appartenevo, così affascinante, così libero…- Mi è sembrato di sentire una sfumatura di amarezza nella parolalibero, mi sbaglio?- No, no, non ti sbagli affatto. Più crescevo, più pregavo i mieigenitori, i miei nonni di farmi davvero comprendere ciò che il mioantenato aveva patito -perché è questo il termine corretto- più,facendo luce sull’accaduto, da un atteggiamento di dubbio eperplessità scivolavo verso il disprezzo, fino a rimanere schifato.Quel mio lontano nonno era stato letteralmente strappato dallapropria casa, dalla propria famiglia e deportato in America a bordodi una nave portoghese o spagnola insieme a centinaia di compatrioti.Che destino li avrebbe attesi?La morte, in breve tempo, per coloro che non fossero sopravvissutialle condizioni pietose delle imbarcazioni; anni di schiavitù, fame emalattie per chi invece sbarcò sulle coste del nuovo continente incatene, debole, malato. I negri, così ci chiamavano -e lo fannotutt’ora- avrebbero prestato servizio ai bianchi come schiavi,lavorando in piantagioni di tabacco, cotone e caffè. A volte non eraloro offerto neppure cibo o acqua, vivevano in condizioni disumaneed era altissima la frequenza di infezioni, spesso mortali. Fu proprio sotto il sole cocente dell’America che nacque il blues:ballare, cantare le sofferenze della propria vita ma anche abbandonarsifiduciosi alla protezione di un Essere superiore, che a tutti gli uominiaccordava lo stesso valore, contro l’ottusa convinzione dell’esistenza di

razze migliori rispetto ad altre, permetteva loro di volgere la mente altrove.- Ci sarà pur stato qualcuno che, in un secolo e mezzo, abbia decisodi porre fine ad un simile massacro! Ricordo le lezioni di storiasull’argomento e sono inorridita adesso come lo fui allora.- Già all’inizio del diciannovesimo secolo l’Inghilterra si eraimpegnata a contrastare la rinata volontà della Francia napoleonicadi ricominciare a percorrere quel triangolo Europa-Africa, Africa-America, America-Europa, ma solo alla fine dello stesso secolo laschiavitù divenne effettivamente illegale.- Ed ora? Devo essere sincera, un brivido mi è corso lungo la schienaquando ho appreso la notizia della morte di Nelson Mandela.

- Quanto avrei voluto avere la fortuna discambiare anche solo qualche parola conquell’uomo, quel grande uomo...- Ha significato molto il suo operato, nonè vero?- Molto sarebbe riduttivo. Nel 1993 la parolaApartheid ci faceva ancora tremare tutti;per quasi cinquanta anni il bianco e il neronon furono agli antipodi solo nella mentedei pittori, ormai la distanza tra quei duecolori si era tradotta in una profonda fratturaall'interno della comunità civile: separazionesul posto di lavoro, istituzione di ghetti,distinzione a livello di locali pubblici e diaree urbane; eravamo perfino costretti acamminare su un diverso marciapiede! Neanche l’amore era sfuggito a quel sistemadi segregazione razziale che ci ha consideratibestie per mezzo secolo: innamorarsi diqualcuno con un colore di pelle diverso dalproprio era diventato un reato perseguibilepenalmente! E poi la svolta. L’immensocoraggio e forza d’animo di Mandela, ilsuo dimostrare di vivere per un popolo neiconfronti del quale si sentiva in dovere diintervenire mirando ad un unico scopo-dare al nero la stessa dignità del bianco-scossero a tal punto la roccaforte delgoverno che aveva approvato le nuove leggiin favore dell’Apartheid da causarne il

crollo alle elezioni del 1994. Mandela era stato eletto Presidente delSud-Africa, e con lui tutti noi. Finalmente ci sentimmo uomini, uominicon il diritto di decidere della propria vita, con il diritto e la possibilità diviverla come qualsiasi altro cittadino di razza bianca.- È così bello vedere quelle lacrime di gioia scendere sul suo viso…- Beh, ecco… Ci sarebbe un altro fatto che meriterebbe di esserericordato; in fondo, dopo la fine del regime di segregazione è statoil più grande passo avanti in merito alla questione del razzismo,perché è di razzismo che si è parlato fino ad ora.- Si riferisce all’elezione di Barack Obama come Presidente degliStati Uniti?- Esattamente. Quel ragazzo hawaiano di umili origini è stato forsecolui che ha sentito più stretto l’abbraccio nel quale Nelson Mandelaci ha accolti, un Mandela che, dal canto suo, non ha mai smesso dirassicurarlo con il suo costante supporto, sotto tutti i punti di vista.Obama è il Presidente della più grande potenza mondiale, ed è statoscelto per gli obiettivi che si era prefisso di raggiungere, guardandooltre il color cioccolato della sua pelle. Ciò di cui sono fermamenteconvinto è che Obama mai dimenticherà chi lo ha ispirato nel tentativodi rendere l’America un Paese migliore, più aperto, il Paese che dabambino chiamavo libero e a cui tanto guardavo con occhi pieni disperanza, un Paese che ora è libero davvero. Perché questo è il blues:cantare la sofferenza che si prova, ma anche la speranza in un futuromigliore. Blues è far arrivare la propria voce al cielo per ogni piccolagioia. Blues è sentirsi uomo. Martina Salvati II C

Hai mai ascoltato un po’ di blues?

Page 21: La Pagina di Gennaio 2014

21

N e l s o n M a n d e l a

5 dicembre 2013, viene a mancare Nelson Mandela, primoPresidente sudafricano dopo l’Apartheid. Il Sudafrica piange la suascomparsa intonando l’inno nazionale. Il mondointero partecipa al lutto: non si tratta solo dellaperdita di un ex-capo di Stato ma di un uomosimbolo della lotta per la libertà contro lasegregazione razziale e l’ingiustizia. A pochi giorni dalla sua scomparsa, sono tuttiapparentemente uniti nel compiangere il vecchioMadiba: sia il leone che la gazzella, nel continenteafricano, si rattristano per la sua morte, dimentichidella loro diversità. Domani sarà ancora così? Risulta difficile crederlo, in un’Africa memore etestimone di innumerevoli atti di violenza, scontri esoprusi. Ma il razzismo non è estraneo neanche al resto delmondo: anzi, è costantemente in mezzo a noi e cipriva della nostra umanità come un’edera che rimane attaccata altronco di un albero, privandolo della sua linfa vitale. Oggi può apparire attenuato rispetto al passato, ma in realtà sfuggeall’apparenza, fa meno scandalo. L’intolleranza nei confronti del

I media italiani, forse perché sospinti dal clima politico generale, inmerito alla morte di Nelson Mandela hanno commesso un graveerrore: quello di includere il presidente sudafricano nelle schiere deicosiddetti moderati, seguendo il cliché che descrive il pacifismocome una sorta di resistenza passiva e quindidimenticando la sua scelta di rispondere con la lottaarmata ai soprusi inflitti al popolo sudafricano. Comeegli infatti affermava: è sempre meglio risolvere i conflitticol cervello che col sangue ma a volte non c’è scelta.La svolta che lo spinse ad abbandonare la strategia deldialogo e della diplomazia -iniziata nel 1948 conl’istituzione di un ufficio legale per l’assistenza gratuitadelle persone prive di qualsiasi tutela giuridica- ci funella primavera del 1960, dopo la carneficina di africaniavvenuta a Sharpeville. Da quel cruento 21 marzo, Mandela, dopo averappreso l’arte del guerrigliero e con essa l’uso diesplosivi ed il funzionamento di mitra e pistole, divenne il comandantedell’ala armata Umkhonto we Sizwe dell’ANC (Lancia dellanazione, o MK), che contribuì a fondare. Coordinò la campagna disabotaggio contro l’esercito e gli obiettivi del governo, ed elaboròpiani per una possibile guerriglia per porre fine all’apartheid. Raccolse fondi all’estero per l’MK e dispose campi militari conl’appoggio di alcune frazioni della sinistra internazionale, appoggio

I l per icolo del domanidiverso è ancora pane quotidiano e sta al passo col progresso tantoche il Cyber-razzismo esplode in Rete, soprattutto fra i giovani.

All’interno delle nuove generazioni, che sembranoessere ispirate da buoni propositi e ideologie pacifiste,si nasconde infatti il persistente pericolo del pregiu-dizio razziale, che non comprende più soltanto ilcolore della pelle ma anche comportamenti,abitudini, categorie di pensiero lontane da quelle piùconsuete e convenzionali. I nuovi mezzi dicomunicazione non fanno altro che velocizzare eamplificare il suono di questa stridente melodia. Ora il rischio è che il tempo cancelli l’esempio el’insegnamento che Madiba ci ha lasciato in ereditàe che la gazzella e il leone, dopo avergli rivoltol’estremo saluto, riprendano le armi. E noi? Siamo impotenti di fronte a questo? Anchenoi dovremmo usare delle armi per combattere ma,come disse Rita Levi Montalcini, le uniche vincenti

sono quelle della sapienza. Mandela ci ha fatto capire che esseresapienti significa soprattutto saper perdonare e tollerare: scolpiamolonella nostra memoria.

Camilla Bernardinangel i e Valentina Sernicola II D

L’uomo che armò la pace che gli costò caro, in quanto nel 1964 venne arrestato e dovetteabbandonare il suo progetto di costruzione di una società libera edemocratica. Fin qui la storia di un patriota molto amato dal suo popolo.

Ma la sua vera grandezza si manifestò quando, inseguito alla sua scarcerazione avvenuta nel 1990, difronte alla possibilità di attuare il progetto iniziale dilotta armata e cercare vendetta, preferì una strategiapolitica volta alla riconciliazione e alla pace, percostruire una Nazione dove venisse garantita libertà atutti, neri o bianchi che fossero, e la sicurezza a ogniminoranza presente sul territorio. È a questo punto cheMandela divenne l’artefice del superamento definitivodel regime di Apartheid e della riconciliazione tra lediverse componenti della società sudafricana. Ricordando Mandela dunque non possiamo noncomprendere quanto il vero pacifismo consista

nell’essere pronti a sacrificare anima e sangue per costruire unasocietà più libera e giusta, in un processo che non si compie mai deltutto: Da parte mia ho fatto una scelta: non lascerò il Sudafrica enon mi arrenderò. Solo attraverso la sofferenza, il sacrificio el’azione militante potremo conquistare la libertà. La lotta è la miavita. Continuerò a combattere per la libertà fino alla morte.

Valeria Croce e Lucia Marinel l i II D

Page 22: La Pagina di Gennaio 2014

22

Page 23: La Pagina di Gennaio 2014

23

Page 24: La Pagina di Gennaio 2014

Nonostante una partenza difficile e complessa, oggi possiamo annunciare consoddisfazione di aver raggiunto l’equilibrio di gestione per l’anno 2013, con untendenziale pareggio di bilancio che ci riporta ai parametri del Sistema SanitarioRegionale. Questo risultato è stato possibile grazie ad una serie di azioni finalizzateall’appropriatezza e alla razionalizzazione delle risorse. Il tutto garantendo una qualità delle prestazioni che, continuando ad accrescerel’attrazione dei servizi, ha permesso di aumentare i volumi delle attività extraregionali e delle attività di alta specialità in ambito regionale.Questo è il quadro generale delineato dal direttore generale del S. Maria di Terni,Andrea Casciari, nel corso della conferenza stampa indetta per presentare alla stampae agli operatori sanitari i risultati aziendali del 2013 e gli obiettivi prefissati il 2014.Per il prossimo anno -ha aggiunto il manager Casciari- gli obiettivi si rivolgono alconsolidamento dei risultati gestionali del 2013 e a un nuovo modelloorganizzativo. Lavoreremo principalmente sulla qualità delle procedure (lineeguida, regolamenti) e dei servizi, tra cui parto analgesia e servizio radiologicoh24. E siamo pronti per affrontare la sfida della riqualificazione strutturale etecnologica dell’ospedale. Stiamo solo aspettando che vengano liberate le risorseper iniziare i lavori.Nel dettaglio, l’andamento gestionale del 2013 ha dimostrato un miglioramentodell’efficienza aziendale attraverso l’incremento dei volumi di attività di ricovero di9,5 milioni di euro rispetto al 2012, riferiti in particolare all’attività di alta specialitàregionale (+1,9 mln), all’attività extraregionale (+3,4 mln) e all’attività dimedio-bassa specialità regionale (+4,2 mln). La revisione contratti in base alla spendingreview e il monitoraggio costante dei costi hanno portato ad una riduzione contabiledei costi di quasi 2 milioni di euro, assorbendo sia il tasso di inflazione (1,3%) sial’aumento del costo dei beni sanitari (1,1 mln) dove, tuttavia, si rileva unmiglioramento dell’efficienza del loro utilizzo.Tra l’altro, l’azione di risanamento di bilancio e un miglioramento dei flussifinanziari in ambito regionale hanno determinato una riduzione rilevante dei tempidi pagamento, con previsione di allineamento ai termini di legge.Per quanto riguarda le performance aziendali si rilevano importanti segni dimiglioramento con un aumento della complessità della casistica e dei ricoveriordinari (diminuiscono i ricoveri diurni o day hospital) e comincia a scenderel’indice di inappropriatezza della degenza.

A Z I EN DA O S P EDA LI ER AA Z I EN DA O S P EDA LI ER AR i s u l t a t i 2 0 1 3 R i s u l t a t i 2 0 1 3

Dott. Andrea CasciariDirettore generale Azienda Ospedal iera “S. Maria” di Terni

24

Le azioni e gli interventi del 2013 hanno riguardatoil protocollo generale di intesa fra Regione Umbria eUniversità degli Studi di Perugia, la Centrale Operativa118 e il riordino complessivo del sistema dellaemergenza-urgenza, l’assistenza odontoiatrica, lacontinuità assistenziale ospedale-territorio, la riabilitazione,l’endocrinologia e la farmaceutica sul fronte dellaintegrazione; mentre in termini di efficienza gli interventihanno comportato la creazione della rete informaticaaziendale, la riunificazione del dipartimento Testa-Collo, le apparecchiature e attrezzature per la T.I.N.,l’apparecchiatura per l’esecuzione della PET, anatomiapatologica, la riorganizzazione dell’area delle chirurgiegenerali, il laboratorio Analisi, l’adeguamento organicodelle strutture complesse di Anatomia Patologica eAnestesia e Rianimazione, il mantenimento dell’attività

chirurgica e assistenziale a completo regimeanche nel periodo estivo e l’incremento dellesedute operatorie programmate, l’adeguamentodei posti letto nelle strutture complesse diNeurochirurgia e di Rianimazione, laspecialistica ambulatoriale, l’acquisizione diattrezzature varie in autofinanziamento percirca 1,5 mln. di euro e l’acquisizione di 150postazioni di lavoro per il rinnovo delladotazione informatica. In termini di equità, appropriatezza clinica eorganizzativa, il 2013 ha portato la revisionedel regolamento dell’attività liberoprofessionale (ALP), la procedura di gestionedei ricoveri urgenti e posti letto soprannumerari,il progetto Eliminazione/riduzione posti lettosoprannumerari, la responsabilità organizzativadel Centro Salute Donna, la continuitàassistenziale in area medica e chirurgica estesaanche ai giorni festivi e il riconoscimento dei primidue “Bollini rosa” nell’ambito dell’attenzione

Page 25: La Pagina di Gennaio 2014

S A N TA M A R I A D I T ER N I S A N TA M A R I A D I T ER N I O b i e t t i v i 2 0 1 4 O b i e t t i v i 2 0 1 4

25

Fotoservizio di Alberto Mirimao

posta alla salute della donna. Per quanto concerne gliinterventi strutturali nel 2013 è stato possibile realizzare ilpiano di gestione delle emergenze e interventi per lasicurezza antincendio, la ristrutturazione della Neurologiae Neurofisiologia (ancora in corso), la sala operatoriaper interventi di chirurgia vascolare, il parcheggio ela ristrutturazione della mensa.

Tra gli obiettivi del 2014, oltre alla stabilizzazionedei risultati gestionali dell’anno 2013 (con particolareriferimento ai volumi di attività, ai costi dei beni sanitari,alla complessità della casistica, all’appropriatezzadella degenza) rientrano l’attivazione del parto analgesia,dell’attività h24 della Radiologia, della lungodegenzae altre azioni finalizzate al miglioramento dellaqualità assistenziale.Ma altri interventi sono previsti nel 2014. Tra di essila riorganizzazione delle professioni sanitarie, lacopertura delle direzioni di alcune strutture complesse(Anestesia, P.S., Medicina d’Urgenza), la riunificazionedelle strutture complesse di area pediatrica, il potenziamentodelle attività dei servizi DEA, l’informatizzazione delpercorso chirurgico, la sistemazione logistica estrutturale della Nefrologia e Dialisi e gli investimentifinalizzati alla riqualificazione strutturale e tecnologicadel servizio sanitario.

Hanno partecipato alla conferenza stampa, insieme alDirettore generale dell’Azienda Ospedaliera S. Mariadi Terni Andrea Casciari, la Presidente della RegioneUmbria Catiuscia Marini, il Sindaco del Comune diTerni Leopoldo Di Girolamo, il Direttore regionalealla sanità Emilio Duca e Giuseppe Schillaci inrappresentanza dell’Università degli Studi di Perugia.Tutti hanno sottolineato l’importanza dell’integrazionetra ospedale e università, una delle tre grandi sfide

della nostra sanità, indipendenti dal patto nazionale per la salute.

Emilio Duca ha espresso apprezzamento per l’equilibrio di gestione raggiuntodall’azienda ospedaliera, in linea con l’equilibrio regionale della sanità. In particolare,ha apprezzato il lavoro portato avanti dall’azienda ospedaliera con la Usl Umbria2 per creare una reale integrazione tra ospedale e territorio ed ha ribadito la necessitàdi ridurre i ricoveri medico-diagnostico in regime di day hospital, secondo il trendche già si rileva all’ospedale di Terni. Ha infine annunciato che entro la fine di gennaiopotrebbero esserci delle novità positive in merito allo sblocco del finanziamentoda parte del Ministero dell’economia: quasi 17 milioni di euro con cui si potrannorealizzare gli attesi interventi strutturali di riqualificazione dell’ospedale.

La sanità regionale -ha detto il Sindaco Leopoldo Di Girolamo- anche quest’anno,nonostante le difficoltà economiche e la riduzione delle risorse, si è confermatacome un modello. Il primo cittadino di Terni ha anche enfatizzato il fatto che l’ospedale,da sempre elemento di orgoglio per la città, ha una collocazione strategica cheguarda ad un bacino di utenza che comprende anche l’alto Lazio ed ha risorseumane di altissimo livello che hanno consentito di garantire qualità dell’assistenzaa costi contenuti. Se per qualche anno la parola magica in sanità è stataappropriatezza -ha aggiunto Di Girolamo- ora è arrivato il momento di tradurre inpieno anche il concetto di integrazione, tra ospedale, territorio e università. Non possiamo che accompagnare le politiche regionali in tema di riforma e misuredi riordino della sanità.

Giuseppe Schillaci, in rappresentanza dell’Università degli Studi di Perugia, haricordato quanto a Terni l’integrazione tra il sistema universitario e il sistemasanitario sia una realtà radicata nel tempo e, a nome del Magnifico Rettore, haconfermato gli impegni dell’università per il Polo scientifico di Terni e in particolareper i dipartimenti di medicina.

A nome della giunta regionale -ha concluso la Presidente della Regione Umbria,Catiuscia Marini- posso dire che l’azienda ospedaliera di Terni è ormai una risorsae può esercitare una funzione positiva e importante per l’Umbria e per il sistemasanitario nazionale. Condividiamo il percorso avviato quest’anno e quello tracciatoper il 2014 dal Direttore Casciari. La governatrice dell’Umbria ha inoltre sottolineato come l’integrazione tra ospedalee università sia entrata nella fase operativa; ha rimarcato l’impegno economico pergli investimenti in tema di riqualificazione strutturale e tecnologica prevista dall’art.20 e ha lodato l’adeguamento del sistema informatico quale presupposto per la qualitàassistenziale, la sicurezza e l’ottimizzazione della spesa sanitaria, senza dimenticare disegnalare la qualità dei professionisti che operano nella struttura ternana e chespiegano anche il costante aumento della mobilità attiva extraregionale (eaddirittura internazionale o transfrontaliera).

Il “Santa Maria”, dunque, guarda al nuovo anno con positività, in attesa che ilMinistero sblocchi le risorse per procedere con gli interventi di riqualificazionestrutturale dell’ospedale.

Page 26: La Pagina di Gennaio 2014

26

Con questo articolo, intendo condividere con coloro interessati al mondodella comunicazione, le esperienze che ho fatto nel corso della miacarriera professionale ed in particolare quando insieme ad un gruppo digiovani appassionati e sognatori abbiamo realizzato una CommunicationFactory che per dodici anni ha portato avanti politiche di ricerca e di

innovazione nel campo della comunicazione a tutto tondo, e nello specifico nell’ambito dellacomunicazione aziendale. Nel 2002 circa, all’affacciarsi del satellite come strumento di connettività per le aziende,abbiamo cominciato a mescolare alcuni elementi che facevano parte del nostro percorsoprofessionale: competenze di tecnologia e linguaggi video, studi della comunicazione sul puntovendita e l’indomita volontà di creare nuove formule di comunicazione. Risultato: la definizione e la strutturazione di un modello/concept di comunicazione televisivainnovativo, applicabile a contesti nei quali, fino ad oggi, si riteneva inattuabile la comunicazioneattraverso il media televisivo. Nella nostra sede operativa si articolavano i seguenti servizi: Teatri di posa /Un teatro Blue-back /Laboratorio scenografico /postazioni di post-produzione video /Una sala audio /Una salaDoppiaggio /Una postazione di animazione 3D: Softimage, Maya /Laboratorio tecnico/Sperimentazione nuove tecnologie /Sviluppo dei software /Reparto creativo /Tre gruppi creativi/Sceneggiatori /Gruppi di ricerca nuovi format e nuovi linguaggi per il media da noi strutturato/Centro servizi per il controllo e la messa in onda dei palinsesti. Questo ampio patrimonio di competenze e di strumenti ci permetteva di gestire l’ideazione, larealizzazione e la gestione di questo nuovo sistema televisivo completamente al nostro internogarantendo al cliente: un controllo costante e prezioso di ogni momento di sviluppo, con ilvantaggio qualitativo che da ciò ne derivava.

La Ri(@)voluzione della TVSe alcuni anni fa qualcuno avesse detto: Voglio un telefono personale, colorato secondo i mieigusti, con una suoneria unica, creata appositamente per me… gli altri avrebbero pensato: è unpazzo, è un sognatore, è un megalomane. Oggi quel qualcuno è solo uno tra i vari milioni dicoloro che possiedono un cellulare esattamente con quelle caratteristiche. Se fino a poco tempofa qualcuno avesse detto: Voglio una rete televisiva personale da istallare nel mio circuito dicomunicazione. Una tv unica, costruita sulle mie necessità, con una programmazione dedicata,funzionale ai miei obiettivi, una tv che porta il mio nome… gli altri avrebbero pensato: è unpazzo, è un sognatore, è un megalomane. Oggi quel qualcuno può avere la sua tv.

La “Digital Signage”, un nuovo concetto di TV Una tv su misura, personalizzata, che si costruisce sulle esigenze e sulla fisionomia del networkche la commissiona. L’evoluzione della tecnologia e della cultura delle comunicazioni rendepossibile oggi quello che fino a qualche tempo fa sembrava impensabile.

La specificità dei mezzi e dei linguaggiCi sono le automobili, i treni e le navi. Poi ci sono le strade, le rotaie e le rotte marittime.La forma e le caratteristiche dei primi (la loro specificità, in una parola) è determinata dallaforma e dalle caratteristiche dei secondi (dalla loro specificità). Questo esempio per comprenderemeglio un principio fondante della comunicazione, ovvero la specificità dei linguaggi.

Nuovi mediaQuando si parla della nascita di un nuovo media, lo si fa in modo improprio, in quanto, spesso,si tratta solamente della nascita di una nuova strada o di una nuova rotaia o di una nuova rotta,per tornare al nostro paragone, con relativa nuova automobile, treno o nave. Ecco dunque che viene definita impropriamente come nascita di un nuovo media l’arrivo sullascena di una nuova rete televisiva o di una nuova emittente radiofonica che, seppure nuova neicontenuti, nell’aspetto, nella proposta, non esce dalle forme di un meccanismo comunicativo giàda tempo codificato. La nascita della tv di prossimità è un nuovo mezzo con caratteristiche diverse, con modalità difruizione non ancora contemplate che ridefiniscono un linguaggio, qualcosa che non è più néun’automobile, né un treno, né una nave, generando un’evoluzione comunicativa con tutte leconseguenze che questa determina.

Una nuova specificitàPossiamo allora dire che la tv di prossimità è un nuovo media poiché presenta una nuovaspecificità rispetto a quelle conosciute finora. Potremmo inquadrarla a metà tra le forme dellacomunicazione cartacea, l’affissione, la stampa, della comunicazione video, tv-cinema, e diquella web, internet-cellulari. Una specificità basata inoltre su limiti di tempo: i tempi medi difruizione per uno spettatore si aggirano intorno ai sei minuti. Sui limiti di audio: il quale sarà spesso in secondo piano rispetto alle immagini.

Una produzione dedicataDa quanto detto è facile comprendere che i prodotti/programmi che andranno a costituire ilpalinsesto della tv di prossimità dovranno essere realizzati ad hoc, nel rispetto della specificitàdel media per poterne realizzare la massima efficacia comunicativa.È opportuno sottolineare la grande differenza tra questa filosofia di tv di prossimità e altricircuiti similari che ripropongono programmi creati per altri media, il che equivale a dire,tornando al nostro paragone, che si mette un treno su un’autostrada o un’automobile in mezzoal mare: le conseguenze sono facilmente deducibili. La difficoltà, l’entusiasmante opportunità, ma soprattutto l’inderogabile necessità è quella dicreare forme di linguaggio adatte a questo nuovo media, strutturare prodotti nuovi, giusti perquesta nuova comunicazione e adattare prodotti già esistenti, quando questo è possibile, perrenderli compatibili con un media innovativo.

IdentitàTutto questo si traduce concretamente in unatv caratterizzata da: - un forte coinvolgimento dello spettatore,una tv fatta dalla gente,

- nuovi linguaggi visivi e nuove forme espressive,

- una spiccata contestualizzazione.

Il mondo del degli uffici postali è unmicrocosmo, una comunità di clienti (più omeno) costanti che, attraverso questa TV,potrà: autorappresentarsi, sfruttando, in modosicuramente più dignitoso e corretto di altra enota programmazione televisiva, quel fortesentimento narcisistico che ormai permeal’intera società, autoreferenziarsi, rendendopiù facili e interessanti rapporti diconoscenza, scambio di informazioni,proposte di consigli e desideri inerenti quelmondo che ora la vede protagonista. Tutto questo generando un meccanismo diautofidelizzazione che creerà legami semprepiù forti e interattivi col contesto del puntovendita.

Come funzionaIn sintesi è una TV_Intranet che sfrutta lecaratteristiche classiche dei sistemi LAN;viene inviato, tramite il “currier” piùadeguato, il pacchetto di dati del palinsestopresso ognuno dei punti di visione. La mattina, quando il sistema si attiva,provvede a mandare in onda quanto previsto.

Prof. Francesco ColangeloUniversità di Tor Vergata.

Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali.Corso di laurea in Scienze dei Media e

della Comunicazione

La Ri(@)voluzione della TV

Page 27: La Pagina di Gennaio 2014

27

Uniche infatti sono le possibilità offerte dallo “strumentoacqua”, che agisce contro la forza di gravità (principio di

Archimede), e consente al corpo dimuoversi in assenza di peso: questodetermina una maggiore facilità amuoversi quando per esiti traumatici,per deficit neurologici o dopo chirurgiaortopedica sarebbe impossibile odannoso caricare il peso reale suipropri arti. Il risultato è una diminuzione dellostress e del carico sull’apparatomuscolo scheletrico che facilital’esecuzione di movimenti in assenzadi dolore.

La resistenza offerta dall’acqua ègraduale, non traumatica, distribuitasu tutta la superficie sottoposta amovimento, proporzionale alla velocitàdi spinta e quindi rapportata alle capacità individuali di ognipersona. L’effetto pressorio dell’acqua, che aumenta con la profondità,esercita un benefico effetto compressivo centripeto sul sistemavascolare, normalizzando la funzione circolatoria e riducendoeventuali edemi distali. Tale effetto è ampliato nel Percorso Vascolare Kneipp dovesi alterna ciclicamente il cammino in acqua calda e fredda.

Inoltre la temperatura dell’acqua, più elevata (32° - 33°)rispetto alle vasche non terapeutiche, permette la riduzionedello spasmo muscolare e induce al rilassamento. Per questoil paziente si muove meglio e la muscolatura appare più elastica.La riabilitazione in acqua è utile e proponibile a tutti, daibambini agli anziani; per potervi accedere non occorre essereesperti nuotatori è sufficiente un minimo di acquaticità.

Con la riabilitazione in acqua è possibile non solo ristabilirele migliori funzionalità articolari e muscolari dopo unincidente, ma anche eseguire delle forme di eserciziospecifiche per prevenire la malattia o per curare sintomatologiecroniche come la lombalgia.Tali esercitazioni sono particolarmente indicate per queisoggetti in forte sovrappeso con difficoltà di movimentolegate ad obesità, ad artriti, a recenti fratture o distorsioni.Nella maggior parte di questi casi si registra un nettomiglioramento del tono muscolare e dei movimenti articolaridopo un adeguato programma terapeutico. Il paziente, seanziano, acquisisce in tal modo un maggiore controllomotorio che, migliorando l’equilibrio, allontana il rischio dicadute e rallenta il declino funzionale legato all’invecchiamento.

La riabilitazione in acqua è particolarmente indicata in:- esiti di fratture - distorsioni, lussazioni - patologie alla cuffia dei rotatoridella spalla

- artrosi dell’anca e delle ginocchia - tonificazione muscolare in preparazione all’intervento chirurgico

- mal di schiena (lombalgia, sciatalgia, ernia ecc.)

- para paresi spastiche- esiti di interventi neurochirurgici- esiti di ictus- esiti di lesione midollare- disturbi della circolazione venosa

- Riabilitazione in acqua- Rieducazione ortopedica- Riabilitazione neurologica- Rieducazione Posturale Globale- Onde d’urto focalizzate ecoguidate- Pompa diamagnetica- Tecarterapia

- Visite specialistiche- Analisi del passo e della postura- Elettromiografia - EEG- Ecografia apparato locomotore- Idoneità sportiva... e molto altro

NUOVA SEDE Zona Fiori, 1 05100 Terni – Tel. 0744 421523 0744 401882

Fisioterapia e Riabilitazione

LL aa rr ii aa bb ii ll ii tt aa zz ii oo nn ee ii nn aa cc qq uu aaè una metodica sicuramente molto utile per garantire un moderno e valido recupero funzionale sia in campo neurologico che ortopedico

D i r. S a n . D r. M i c h e l e A . M a r t e l l a - A u t . R e g . U m b r i a D D 7 3 4 8 d e l 1 2 / 1 0 / 2 0 11

Terni Zona Fiori, 1Tel. 0744 421523 401882

Page 28: La Pagina di Gennaio 2014

28

Dovete sapere che la posta alla beccaccia ègiustamente vietata e vi spiego perché.La beccaccia è innanzi tutto la regina del bosco ed èla preda più ambita di un vero cacciatore.

All’imbrunire esce al volo dalla boscaglia e va neiterreni vicini ai fiumi o aitorrenti dove, col suo lungobecco, può scavare nellaterra molle e catturare vermie simili dei quali èghiottissima.

Prima dell’alba, quandoc’è ancora qualche stella nelcielo, rientra a volo radentenella macchia, ove un po’dorme e un po’ razzola neltappeto di foglie, semprealla ricerca dei suoisucculenti manicaretti.Il problema grosso per labeccaccia è che passasempre, nel suo andirivieni giornaliero, più o menonello stesso punto e il cacciatore che lo sa, l’aspetta ela uccide. Se dopo qualche giorno o anche l’anno dopoviene in quel bosco un’altra beccaccia, essa voleràsempre in quel centinaio di metri, dove fu uccisa laprecedente … e così via. Ecco perché la posta èvietata: se c’è una beccaccia nella zona non ha scampo,a meno che il cacciatore non la fallisca. La regina delbosco merita invece più rispetto: deve essere cacciatacon il cane, così ha più possibilità di salvare le penne.E chi non ha mai visto il fremito del cane, che puntal’agognata preda e la scarica di adrenalina che provocail frullo verticale della beccaccia in una ceppaia dicarpini, non può capire lo spirito del vero cacciatore.

Rompietti caricò il fucile.Sippa era sparita come il solito, mentre Kriss tremava dal freddo accovacciato ai

piedi del suo padrone.All’improvviso, tra lusco e brusco, vide qualcosa sgattaiolare fuori dal bosco:

una lepre che s’inerpicava su una ripa. Pam… una fiammata e non vide più niente.“Dott. Rompietti a cosa ha sparato? Alla beccaccia? L’hapresa?… Aspetti che la facciamo annusare a Kriss…” esi avvicinava a grandi passi, seguito come un’ombra dalcane.”. “Ho sparato a una lepre” disse il Rompietti “ manon so se l’ho presa… non ci si vede bene ancora…”.In quel momento uscì dal bosco Sippa col naso a terrasulle tracce olfattive della lepre e piombò sulla predaafferrandola con le potenti mascelle.La lepre era agonizzante e il dott. Netti si sgolava per faravanzare il suo Kriss, in modo che potesse annusarla eprenderla pure lui. Dopo le molte grida del padrone, ilcane finalmente abbandonò la posizione di retroguardia etentò di avvicinarsi alla lepre, subito stoppato da Sippache con una ringhiata come si deve chiarì, in dialettocanino, che la lepre l’aveva trovata lei e non intendevadividerla con nessuno. Il Kriss allora si allontanò di

qualche metro, adocchiò un bel ciuffo d’erba, alzò la zampa e ci scaricò sopra la suapipì, come per dire… chi se ne frega…Dopo i complimenti di rito (… bella lepre, guarda che zampe lunghe …), ripostala preda in macchina, iniziarono la battuta di caccia visto che ormai era giorno fattoe il momento delle beccacce era passato senza… beccacce.

Avanzavano distanti tra loro di una trentina di metri e il Grande Capo avevascelto di stare sotto un costone, in modo da avere più probabilità di sparare alfagiano che, notoriamente, vola verso il basso, mentre il Rompietti era costretto adarrancare in mezzo a una sterpaglia abbastanza fitta sopra il costone medesimo. A un tratto scorse Sippa, che aveva perso di vista da un po’, in una plasticaposizione di punta trasversale: ritta e tesa dalla coda al naso, la zampa destra alzata,pronta allo scatto, con un occhio guardava verso lui e con l’altro fissava un puntoa terra qualche metro davanti a sé.

Si beò per un lunghissimo attimo dello spettacolo poi dette l’ordine… il canescattò in avanti e un fagiano maschio si alzò in volo scoccodellando… Pam… Pam… Due colpi: col primo non lo aveva preso bene, perché era troppo vicino e la rosadei pallini non aveva avuto la possibilità di allargarsi, aveva fatto palla, come sidice in gergo. Il fagiano cadde sul costone in mezzo a un campo di erbacce altefino alla cintola, fuori dalla vista di Sippa, che continuava a cercare nel bosco, manon fuori dalla vista acuta del Capo e del suo cane.“Kriss, vai… prendilo… su… suuu…” e con una mano prendeva i sassi e li tiravaverso l’alto, in mezzo alle ginestre, nella zona dove era caduto il volatile. Il cane siera staccato dalle calcagna del padrone e col naso all’aria e le zampe bagnatedall’erba gelata, dimostrava sì di sentire l’odore della selvaggina, ma anche di nonavere alcuna voglia di arrampicarsi per andare a prenderla. E il padrone che loaccarezzava e gli indicava il punto: “… vai… vai… vai… su… su… su… dott.Rompietti lo stimoli pure lei, perdiana!… lo chiami… lo faccia venire su…” eintanto tirava i sassolini.

Dopo aver provato inutilmente anche lui più volte -Kriss si era addirittura sedutoe tremava dal freddo- si rivolse al Grande Capo dicendo: “Dott. Netti, invece deisassi provi con un pezzo di crostata…”. Appena uscita la battuta dalla bocca si reseconto di averla detta grossa, ma non fece in tempo a pensarci perché Sippa, nel suogirovagare libero, ne aveva alzato un altro che stava volando proprio nella direzionedell’incavolato superiore. Rompietti avrebbe potuto sparargli ma si trattenne:“Dott. Netti… sopra… sopra…” gli gridò lieto dell’evento inatteso, che potevadistogliere, almeno temporaneamente, l’attenzione del Capo dalle sue battute fuoriluogo. A dire la verità sperava che, una volta incarnierato quel facile fagiano,sarebbe stato più disponibile a ridere delle battute cretine di un giovane dipendentesconsiderato... Pam… Pam… Pam, tre colpi e il fagiano cadde lontano un centinaiodi metri, in mezzo a un campo con l’erba non molto alta mentre alcune penne,strappate dai pallini di piombo, volteggiavano lentamente a metà strada. Il giovane raccolse contento il suo fagiano, mentre il Grande Capo correva verso ilpunto di caduta, cercando di ricaricare il fucile, seguito a ruota dal cane e gridando:“Ha visto che tiri, dott. Rompietti… è caduto come un sasso… guardi le penne…”-ansimava godendo a vederle scendere come fiocchi di neve- “… l’ho preso alprimo colpo… però lo avevo scarseggiato… per questo ho sparato di nuovo… peressere certo… Kriss… lo abbiamo preso… attento… è caduto da queste parti…Trovalo… su su su… vai vai vai…”. vittorio.grechi@gmail .com

continua

A c a c c i a c o i C a p iOgni r i fer imento a persone e a fat t i realmente accadut i è puramente casuale

BCBC CostruzioniCostruzionidi Bonifazi Cinzia

Voc. Valleludra, 38 - Arrone (TR)

Ristrutturazioni, lavori edili e in cemento armato. Installazione di impianti fotovoltaicicon primarie aziende nel settore.

Per informazioni e consulenze:393.8917244393.8917244393.9447515393.9447515

Page 29: La Pagina di Gennaio 2014

29

Sempre più persone riferiscono di essere stanche! Sembra quasi un’epidemia.In realtà la stanchezza è una condizione che potremmo definire come unamancanza di forza e quindi di energia, di vitalità. I medici la chiamano astenia!Uno stato di mancanza di vitalità che si esprime attraverso l'incapacità di fare,ma anche di pensare; eppure non è stato fatto niente per essere stanchi, nonabbiamo spaccato legna per tutto il giorno né siamo stati per campi dallamattina all'alba! Siamo stanchi perché le contrarietà quotidiane ci assorbono più energie diquanto disponiamo sul piano mentale e sul piano emozionale. Siamo stanchiperché presi dalle mille cose da fare, non abbiamo il tempo per fare quelloche ci siamo prefissati di fare... fare... forse mettiamo troppa carne al fuoco!Ebbene questa situazione sintomatologia ha molteplici cause ed è chiaro cheper conoscere il motivo profondo, la vera causa, è necessaria una diagnosimedica precisa che escluda cause organiche e, soprattutto, è opportuno nonprendere la prima cosa che ci capita e che magari maschera situazioni ben piùimportanti. Ora, perché si realizzi la condizione di buon funzionamento delcorpo, è necessario che tutto il sistema uomo funzioni bene e perché ciòaccada è necessario che ci sia un buon adattamento al ritmo quotidiano. Non è così per la maggior parte degli esseri viventi, i quali hanno difficoltà ad

adattarsi, mancano di adattabilità, il sistema è lento o incapace di darerisposte adattative ed ecco allora che spuntano le piante adattogene, quellepiante che ci danno l'energia per adattarci a ciò che cambia e che possonoridurre anche lo stress. Già, lo stress, ancora lui, il primo responsabile dellanostra astenia, responsabile anche di tutto ciò che rappresenta la nostracapacità di difesa immunitaria, la capacità di non ammalare. Pertanto l'asteniasi lega profondamente alla immunodeficienza, alle scadenti condizioni deimeccanismi preposti alla difesa del corpo. E allora come difendersi?! Usando piante adattogene, piante in grado di renderci più forti contro lo stresse la malattia in generale, piante quali l'astragalo, la rodiola, la schisandra, ilginseng, l'eleuterococco, il ginostemma e altre fra cui la griffonia a valenzaantidepressiva. Tipica in ogni caso è l'astenia mattutina e dopo pranzo. In questo caso è il nostro fegato ad essere chiamato in causa e quindibisognerà trovare piante adatte a lui e al suo buon funzionamento. E la dieta?Sì, anche i cibi sbagliati possono contribuire alla stanchezza, sia quando sonotroppo pesanti e difficili da digerire sia quando sono scarsi di certi nutrienti.Insomma questo sintomo banale non va trascurato perché quando si prolungaper un certo tempo può nascondere mille insidie; se preso in tempo invece noncrea problemi. Dr. Leonardo Paoluzzi

La s t anch e z za

Page 30: La Pagina di Gennaio 2014

30

che ritiene un peccato davanti a Dio e questo perché: ... dalmomento che non ne viene alcun danno alla proprietà altrui né èturbata la pace pubblica, queste cose non sono represse dallacensura della legge, neanche là dove sono riconosciute come peccati.Qui si vede chiaramente che Locke intende distinguere il peccatodal reato e lascia questa fondamentale distinzione in feconda ereditàalla laicità contemporanea, che deve confrontarsi con stati nettamenteteocratici come molti stati islamici o con la pretesa della religione

cattolica di imporre allo stato la sua visione morale e politica.Le intolleranze sono sempre pericolose perché si possono

rivoltare contro gli intolleranti: ... D’altronde se unsovrano pagano o maomettano ritiene che la religionecristiana sia falsa e spiaccia a Dio, non avrà lo stessodiritto di eliminare allo stesso modo i cristiani?In conclusione: ... il magistrato non deve proibire chein una chiesa siano sostenute e insegnate opinionispeculative di qualsiasi genere, perché esse non

hanno nulla a che fare con i diritti civili dei sudditi. Seun papista crede che ciò che un altro chiama pane sia

in realtà il corpo di Cristo, non offende in nessun modoil suo vicino. Se un giudeo non crede che il Nuovo Testamento

sia parola di Dio, non altera per nulla il diritto civile. Se unpagano dubita di entrambi i Testamenti, non perciò deve esserepunito in quanto cittadino disonesto. Sia che uno creda queste cose,sia che non le creda, l’autorità del magistrato e i beni dei cittadinisono salvi. Da notare che Locke non fa cenno a chi non crede in Dio cioè agliatei, tutto il suo ragionamento si muove solo nell’ambito delle variechiese e credenze religiose, segno che l’ateismo non meritatolleranza? La risposta a questa domanda la vedremo meglio e piùdettagliatamente in seguito. Marcel lo Ricci

Per la legge mosaica gli idolatri e gli apostatidovevano essere sterminati, infatti è proprio diuno stato fondato su una religione, nel qualecioè la politica ha il compito di attuare leggi diderivazione religiosa, che coloro che nonriconoscono l’autorità di questa religione non

riconoscono automaticamente nemmeno quella della politica,doppio motivo per essere discriminati. Locke condanna dunquedella religione giudaica lo stato teocratico, salva però l’aspettomorale dato dai comandamenti. Ma la legge mosaica, nonimpegna i cristiani, infatti la venuta di Cristo, secondoLocke, ha segnato la separazione tra la religione e lostato, infatti: ... sotto il Vangelo non esiste uno statocristiano... Egli insegnò la fede e i costumi con cuiciascun singolo doveva giungere alla vita eterna, manon istituì nessuna società politica, non introdussenessuna nuova forma di governo, che dovesse esserepropria del suo popolo in modo particolare, né armòdi spada i magistrati perché gli uomini fossero costrettialla fede e al culto che egli aveva proposto ai suoi ofossero distolti dalla religione altrui. Successivamente i cristiani, prima poveri e perseguitati, diventanoforti quando lo stato passa dalla loro parte con Costantino e Teodosio,e cominciano a perseguitare gli idolatri pagani togliendo loro la vitae i beni: ... si fa pretesto della religione e della salvezza delle animeper le ruberie e l’ambizione. Comincia farsi strada il concetto dipeccato: ... se si dice “l’idolatria è un peccato e perciò deve essereevitata con ogni impegno”, la deduzione è assolutamente corretta.Ma se si dice “è un peccato e perciò deve essere punita dalmagistrato” non è lo stesso. Non è compito del magistrato, infatti,mettere in guardia con leggi e brandire la spada contro tutto ciò

Lettera sulla tolleranza John Locke (1632-1704)fine II parte

Una delle tante cose negative che ci sonopiovute addosso dal mondo anglosassone èla paura del contatto fisico.Non è stato sempre così. Anzi, nel nostro belmondo mediterraneo la vicinanza, il contatto

fisico, le strette di mano, le pacche affettuose sulle spalle erano nonsolo ammesse, ma gradite. Le persone usavano raccontarsi confidenze intime prendendosi sottobraccio e avvicinando le teste.Nel mondo anglosassone viceversa, tutto ciò non è consideratocorretto. La loro prossemica (lo studio della vicinanza fisica trapersone) prevede una distanza rigorosa trainterlocutori. Si narra di un inglese cheparlando su una terrazza con un arabo chegli si avvicinava, durante la conversazione,secondo il costume della sua terra, continuòad arretrare per ristabilire la distanza chel’arabo continuava ad accorciare, fino a che,arrivato alla balaustra, perse l’equilibrio eprecipitò di sotto.Ma la distanza fisica è distanza umana. Essere lontani fisicamente implica, infondo, esserlo anche affettivamente espiritualmente. Non a caso i popoli cheammettono il contatto fisico all’interno delproprio galateo, sono quelli con strutture sociali parentali più forti.Nel nostro meridione mediterraneo il senso della famiglia è semprestato assai forte, tanto da far dare tale nome perfino alle organizzazionimalavitose proprio per la forte solidarietà all’interno del gruppo, cheesse condividono con le famiglie vere e proprie.Né è un caso che l’attacco all’istituto della famiglia sia venuto dalmondo anglosassone, dove i legami familiari sono stati, ormai dadecenni, sciaguratamente relegati tra le cose obsolete. In Erano tuttimiei figli (1947) Arthur Miller mette in bocca ad un personaggioquesta tremenda battuta: Tu sei l’unico che io conosca a volere

ancora bene ai propri genitori e l’altro risponde: Non s’usa più, vero?Le conseguenze catastrofiche di ciò a livello spirituale e umano oggisono sotto gli occhi di tutti. E l’avere accettato questo canone haesposto anche il nostro Paese a perdere quei legami di affetto e disangue senza che alcun altro legame potesse sostituirli, per l’ottimomotivo che nessun aggregarsi artificiale avrà mai la forza che ha ilsodalizio familiare, naturale in quanto basato su solidi vincoli disangue, primo fra tutti quello genitori-bambino.L’abitudine di fare una carezza a bimbi anche sconosciuti, da partedi adulti che provavano per loro un naturale senso di tenerezza,abitudine che strappava un sorriso di compiacimento ai genitori, fa

oggi guardare con malanimo se nonaddirittura con sospetto l’incauto che sipermetta un gesto del genere.Tuttavia il contatto fisico è un elementonon contingente, ma sostanziale delrapporto affettivo, non solo, com’è ovvio,di quello amoroso, il che magari è ancoravero per motivi biologici, ma proprio ditutti i rapporti affettivi. Il bambino che non viene vezzeggiatoanche fisicamente, con carezze e quant’altro,riporta da adulto una maggiore o minorecarenza affettiva e problemi a livelli diintegrazione sociale; peggio, avrà

problemi anche a trasmettere il proprio calore umano ad altri, ipropri figli in primis. Si apriranno in tal modo catene di disagioaffettivo che porteranno a disagi sociali dei generi più disparati,sicché contribuendo ad aumentare il tasso di infelicità dell’ambientene aumenterà fatalmente anche quello di aggressività, dato che chiè sereno e contento assai difficilmente è gratuitamente aggressivo,a differenza da chi vive nel dolore, nella frustrazione e perciò, assaispesso, nella rabbia.Com’è, quotidianamente, sotto i nostri occhi.

Vincenzo Pol icret i

T o c c a r s i

Page 31: La Pagina di Gennaio 2014

31

Page 32: La Pagina di Gennaio 2014

32

Maritu e mmoje, ddu’ sittimane fa, hannopresu ‘n affittu ‘na bbaita ‘n montagna pe’ffasse ‘n saccu de sciate. Issu se stagodenno la meritata vacanza doppo meside lavoru e essa, che non lavora pe’ggnente perché sta sempre llà ccasa… déesulu bbada’ a ttutte le faccenne compresulo fa’ da magna’... ma sulu a ppranzu e accena o qquanno a issu je vène fame… mano’ a ccolazzione e a mmerenna perchéissu va a ffa’ bbisbòccia co’ l’amici. Luprimu giornu lu pranzu ‘rtardàa…Maritucciu miu bbellu... oggi te facciotira’ lu collu... la pasta me pare che vva arrilentu... bbolle e nun ze còce!...Mojetta mia bbella... te déo da spiega’ sembre tuttu... se non ce stassi io!?...Che mme vorristi di’... che lu troppu ‘ssiggenu qui ‘n mmontagna me stasfasanno?...Po’ èsse pure... ma non vidi tutte ‘lle bolle dentro la cazzarola?... Quelle co’ localore se ‘ngrossono e scappono fòri. Qui ‘n’arda montagna c’emo meno ariasussopra e ll’acqua bolle prima... o mmejo a temperatura più bbassa e la pastastenta a ccòcese. ‘Ntignece ‘n bo’ le mano ggiù ddentro e ffa’ lu paragone co’ggiù casa!?...E ssì ffregatu... allora nn’era mejo portacce la pentola a pprissione?…Bbrava mojetta mia... perché ‘n ciai penzatu... te cce dovéo penza’ io?... Armenollì ddentro… devi sape’… che ‘lle bolle scappàono quanno dovéono scappa’...andru che a ccento gradi... sa’ come se cocéa!...Ahò… maritozzu miu… sinti ‘n bo’... su la scatola de li stivalozzi ce stanno

scritti sulu li minuti che ddéono còce... mica dice ‘n do’ déo anna’ a ccòceli!...Mo’ li magni come so’ e sse tte scrocchiono sotto li denti se vede che ccel’hai bboni... sinnò va a fatteli arrota’ da l’ortopedicu ggiù l’albergu cheffa anche lu dintista... quillu co’ li sòrdi de li cordoni che fonno li “scrocchi”su la neve ce se sta a ppaga’ la vacanza ‘nzieme a la moje... e qquillu llà ccasacià pure la serva!... Hai capitu mo’ che mme so’ stufata de fa’ la sguattera!?

paolo.casal i48@alice. i t

Anche lo sangue ‘n montagna bbolle prima

. Vendita auto nuove e usate

. Autonoleggio

. Soccorso stradale24h su 24

. Voc. Isola 24 - Arrone (TR)

. 0 7 4 4 3 8 8 6 9 23 2 8 5 3 6 7 11 33 3 8 4 9 7 1 8 6 5

www.autocarrozzeriavalnerina.itwww.autocarrozzeriavalnerina.itinfo@[email protected]

L a s p e d i z i o n e d e i M i l l e :L a l i b e r a z i o n e d i N a p o l i

Qui cessa il racconto di straordinarie battaglie e di cruenti scontri:inizia ora quello di un’avanzata inarrestabile perché priva di seriostacoli, almeno fino ai giorni del Volturno. La rivoluzione era finalmente spontaneo moto di popoli; essaaccompagnava la corsa di Garibaldi verso Partenope quando non laprecedeva: la Basilicata era già insortaprima dello sbarco a Melito, Potenza avevacacciato le autorità borboniche, mentre lasollevazione delle Calabrie venne fomentatadal barone Francesco Stocco che, nonancora guarito dalle ferite di Calatafimi, sirecò a Catanzaro per proclamarvi decadutoil regime napoletano e raccogliere migliaiadi nativi del luogo, poi paragonati daAlberto Mario agli abitanti della MagnaGrecia per antichità di tratti. L’esercito nemico era ormai in rotta, soprattuttoper la vigliaccheria dei propri comandanti,quali Cardarelli, che capitolò a Cosenza, Flores, che fece lo stesso aBari, Vial, posto a difesa delle Termopili di Monteleone ed a capo di12.000 uomini, da lui poi lasciato a Ghio, che decise di accamparsipresso Soveria-Mannelli.Qui il 22 agosto giunse il duce dei Mille che, dopo aver completatole manovre di accerchiamento, si recò nelle file borboniche, le qualisubito si unirono al generale nonostante i temporeggiamenti tentatidal loro primo ufficiale nel corso delle precedenti trattative per la resa.

Dopo aver annunciato tale brillante successo con un celebreproclama, Garibaldi decise di precedere le proprie truppe, spossateda una marcia così aspra da mettere a dura prova molti volontaricome Giovanni Froscianti, costretto a curarsi a causa di febbrimalariche, o Luigi Cairoli, ucciso dal tifo. Il 31 fu a Cosenza, dove unacommovente e sincera orazione di Bixio rese omaggio al sepolcrodei prodi che presero parte alla spedizione dei fratelli Bandiera,fucilati dai soldati napoletani dopo aver visto fallire il proprio

tentativo di una insurrezione di cui si credetteresponsabile Mazzini, che nonostante siastato sempre contrario ad essa molto soffrìper colpe non proprie.Dopo aver oltrepassato Spezzano eCastrovillari, Garibaldi proseguì a dorso dimulo insieme a sei compagni, con i qualiincontrò i 1.500 uomini di Turr pressoSapri, luogo della tragica fine di Pisacane edei suoi 300, ed infine, passando perLagonegro, proseguì sino a Padula, dove il5 settembre raccolse la defezione delborbonico Cardarelli, molto biasimato dai

propri 3.000 soldati per un gesto considerato doppio e vigliacco.A Salerno ancora 40.000 napoletani si preparavano ad una battagliacampale, ma le continue disfatte e il diverso consiglio dei generali dire Francesco fecero sì che egli, invece di porsi a capo di coloro chegli erano rimasti fedeli, ordinasse la ritirata; dopo aver attraversatoEboli il duce dei Mille giunse la sera del 6 in una città festosa esoprattutto libera. Francesco Neri

Liceo Ginnasio “G.C. Tacito” IV sez. C

Page 33: La Pagina di Gennaio 2014

33

TT ee rr nn ii -- VV ii aa CC aa ss ss ii aa nn BB oo nn 11 // aa (( PP ii aa zz zz aa TT aa cc ii tt oo ))

TT ee ll .. 00 77 44 44 .. 44 22 55 99 44 55 -- 00 77 44 44 .. 44 22 44 99 88 99

ww ww ww .. ii ss tt ii tt uu tt oo ii tt aa ll ii aa nn oo aa nn dd rr oo ll oo gg ii aa .. cc oo mm

ee rr rr ee mm ee dd ii cc aa @@ tt ii ss cc aa ll ii .. ii tt

ii nn ff oo @@ ii ss tt ii tt uu tt oo ii tt aa ll ii aa nn oo aa nn dd rr oo ll oo gg ii aa .. cc oo mm

OO RR AA RR II OO

dd aa ll LL uu nn ee dd ìì aa ll VVee nn ee rr dd ìì

dd aa ll ll ee oo rr ee 00 88 .. 33 00 aa ll ll ee 11 22 .. 33 00

dd aa ll ll ee oo rr ee 11 55 .. 00 00 aa ll ll ee 11 99 .. 00 00

Convenzionato con ASL UMBRIA2

Page 34: La Pagina di Gennaio 2014

34

L’edificio ternano, come tutti gli anfiteatri, può esserediviso in due parti: una struttura vera e propria destinataagli spettatori e funzionale alla messa in scena dellospettacolo (cavea) e uno spazio centrale vuoto e riempitodi sabbia, da qui il nome arena, destinato ai personaggiche davano vita all’esibizione. Il complesso è composto da quattro anelli concentrici diforma ellittica: due strutture radiali e due gallerie perimetralidove confluivano gli spettatori per accedere poi alle gradinate.Sopra questo sistema poggiava la cavea, divisa dall’arenaper mezzo di un muro alto tra i 2 e i 3 metri; tracce diintonaco del rivestimento murario con colori giallo e rossosono stati rinvenuti durante l’ultima campagna di scavi.Questa barriera serviva da protezione per gli spettatori. I posti venivano assegnati sulla base del censo (stato sociale):ai personaggi più importanti dell’antica Interamna eranoriservate le sedute migliori, quindi prendevano posto nelprimo ordine di gradinate, quello più vicino all’arena. La tecnica di costruzione adoperata è l’opus reticolatumbicromo, blocchetti a forma piramidale inseriti in un’animacementizia a formare appunto un reticolo. Le pietre utilizzate sono un calcare locale bianco e untravertino litoide di colore più scuro, conosciuto a Ternicome “sponga”, nome dovuto all’aspetto spugnoso dellapietra. Questa tecnica è usata in facciata e nelle parti più invista del monumento. Nelle parti meno visibili è utilizzatoinvece l’opus incertum, di sicuro meno dispendioso sia daun punto di vista economico che pratico.Il perimetro esterno era diviso in due ordini: uno superiore, oggiscomparso, di cui resta solo una parte della pavimentazione,nel settore sudorientale, e un ordine inferiore costituito daun susseguirsi alternato di finestroni ad arco, parti chiuse

L’anfiteatro romano di Terni

delimitate da lesene earcate d’ingresso.I due accessi principali,scoperti di recente, sonoorientati est-ovest.Si sono ben conservatele pavimentazioni inlastre di calcare e partedei prospetti monumen-tali che sostenevano learcate. Durante l’ultimacampagna di scavo sonostati riportati alla luceanche i due ingressisecondari: uno si trovaa nord, sotto il vesco-vado, l’altro a sud.L’anfiteatro di InteramnaNahars poteva contenere circa 10.000 persone secondo i calcoli fatti da Jean-Claude Golvin, architetto e archeologo francese. Lo studioso afferma che latipologia architettonica dell’edificio rappresenta una sorta di prototipo tra glianfiteatri a struttura piena e quelli a struttura cava. Nei primi la gradinata poggia direttamente sul terreno, mentre nel secondocaso è supportata da un complesso di archi, volte e muri radiali. Sempre secondo il Golvin, e sostenuto anche da altri, questo anfiteatro fu unodei primi dotati di una galleria perimetrale esterna. La struttura misura m 98,50 nell’asse maggiore e m 73 in quello minore;l’arena m 63 x 36,5. I due ingressi principali situati sull’asse maggiore sonolarghi circa 4 metri. Questi elementi ci aiutano meglio a comprenderel’importanza dell’anfiteatro ternano e della città nel periodo romano, notevolecentro della via Flaminia. Oggi questo complesso è stato riqualificato e puòessere visitato su prenotazione. Durante la stagione estiva viene utilizzato come teatro e cinema all’aperto.Circa 2000 anni fa il suo utilizzo era completamente diverso: all’interno vi sisvolgevano spettacoli a dir poco cruenti, i ludi gladiatori, chiamati dai romanimunera, e le venationes, vale a dire le cacce o i combattimenti tra animali.Uno spettacolo più raro e difficile da allestire era la naumachia, battaglianavale, che a Terni non veniva messo in scena, infatti non sono stati ritrovatiné sistemi di adduzione né di espulsione delle acque, necessari a riempirel’arena. Con l’avvento della religione cristiana questi spettacoli furono dapprimaosteggiati e poi aboliti con l’editto di Onorio del 404 d.C., tranne le venationesche sopravissero nel tempo per giungere, in forme diverse, fino ai giorni nostri.Basti pensare alla corrida in Spagna o al combattimento tra galli in oriente. Il blocco degli spettacoli fu motivato anche dagli eccessivi costi di gestione emanutenzione dell’apparato organizzativo, non più sostenibili con la crisifinanziaria del tardo impero. Denis Fagiol i

Seconda parte

Page 35: La Pagina di Gennaio 2014

35

Si sono svolte a Terni, presso la sede municipaledi Palazzo Spada, le premiazioni del Coni. In una sala consiliare gremita di gente leautorità intervenute hanno consegnato lebenemerenze nazionali ed i riconoscimentiper gli atleti della Provincia di Terni che, nelcorso del 2013, si sono particolarmentedistinti, ottenendo risultati in ambito nazionaleed internazionale. Tra le benemerenze, oltrealle Stelle al Merito, per dirigenti e societàsportive, è stata consegnata anche la Palma alMerito, riconoscimento riservato ai tecnici.Grande soddisfazione del Delegato ConiDott. Stefano Lupi che nel suo intervento hasegnalato il grande impegno del movimentosportivo della Provincia di Terni, annunciandola prossima apertura del Coni Point. In talmodo verranno maggiormente garantiti i servizidel Coni alle società sportive, restituendo allacomunità ternana un presidio importante perla promozione dello sport cittadino.La cerimonia è stata presenziata dal PresidenteRegionale del Coni Gen. Domenico Ignozza,con la partecipazione dei due vice Presidenti Rosati e Forcignanò.È intervenuto il dott. Fabio Sturani, membro della Giunta Nazionale del Coni, a testimonianzadella considerazione del lavoro prodotto dal territorio, in termini di manifestazioni e qualitàespressa dagli atleti, tecnici e dirigenti sportivi ternani.Alla presenza delle massime autorità amministrative locali e regionali si è festeggiato lo sportnelle sue migliori espressioni certamente di risultati, ma soprattutto di passione e di valori.

Stella d’Oro al Merito SportivoOnofrio FanelliStella d’Argento al Merito SportivoAsd Cronometristi N. Troiani – TerniLamberto BenvenutiPaolo DiamantiStefano LupiRoberto MilianiSilvano PaniStella di Bronzo al Merito SportivoAsd Pol. Giovanile Salesiana

Eriberto BosicoAsd Libertas OrvietoGiampaolo CapponiLiliana ScolieriPalma di Bronzo al Merito TecnicoDaniele LucidiRiconoscimenti agli AtletiPietro Rosetti UITSGiacomo Porrazzini UITSFabio Lugenti UITSGino Bernardini UITSGiampiero Stefanelli UITSStefano Marini UITSDiego Meoni FITAVFabio Coscia FIPSASPaolo Tagliavento FIGCPasquale Fraticelli FIBGiorgio Moriconi FIBIvano Froscianti FIBGuido Giovannetti FIPGianluca Leonelli FIPLorella Cubay FIPGiovanna Crisostomi FIPGioia Lamini FIPLinda Petrarchini FIPRachele Porcu FIPTommaso Montanari FMIJonathan Molfino FIJLKAMGianluca Guazzaroni FIJLKAMGreta Vitelli FIJLKAMPietro Mellone FIJLKAMAnnibale Battisti FIJLKAMFrancesco Rosati FIJLKAMDmitro Kovalenko FIJLKAMAlessio Foconi FISMiren Guarino FISSofia Martini FINMatteo Mulas FICValeria Pedelli FIDAL

Le Stel le del CONI i l luminano Terni

Page 36: La Pagina di Gennaio 2014

36

Insigneuomo intellettualemarito padre nonno

Sauro Mazzi l l iSenatore del la c i t tà

Page 37: La Pagina di Gennaio 2014

37

Page 38: La Pagina di Gennaio 2014

38

Page 39: La Pagina di Gennaio 2014

39

Le fratture vertebrali da fragilità ossea (Fig.1) avvengono frequentemente in persone in età avanzatae sono spesso la conseguenza di una malattia demineralizzante “l’osteoporosi” (l’incidenza di talifratture oltre i 75 anni di età è del 21% nel sesso maschile e 35% nel sesso femminile). Il trattamentopiù frequente è quello conservativo, che consiste nel riposo a letto, utilizzo di un busto ortopedicoe di farmaci antidolorifici e farmaci antidemineralizzazione ossea. Nei pazienti in cui tale trattamentonon risulta efficace nel ridurre il dolore trova indicazione l’interventio di cifoplastica; questo consistenell’introduzione di cemento osseo radiopaco (polimetilmetacrilato) in una cavità creata nelcorpo vertebrale da un palloncino introdotto per via percutanea (Fig.2), permettendo di ridurreil dolore e ripristinare almeno in parte l’altezza del corpo vertebrale (Fig.4).L’intervento viene usualmente effettuato in anestesia generale e in anestesia locale associata ablanda sedazione; tutta la procedura percutanea è effettuta sotto controllo ampliscopico(radiografico), entrando nel corpo vertebrale attraverso uno o ambedue i peduncoli vertebrali (Fig.3).L’effetto principale è sul dolore che scompare o si riduce sensibilmente in oltre l’85% dei casi; permette inoltre di ottenere unparziale ripristino dell’altezza vertebrale nel 90% dei casi ed una parziale correzione della deformità vertebrale (cifosi).L’indicazione principale di questa procedura sono le fratture vertebrali da schiacciamento da osteoporosi recenti (fino a tremesi). Controindicazioni a questo intervento sono gravi malattie della coagulazione, collasso vertebrale completo, frattureinstabili, complicanze neurologiche. Dr. Vincenzo Buompadre

Specialista Ortopedia e Medicina dello Sport

Cifoplast ica percutanea

Fig. 2

Fig. 1

D r. Vi n c e n z o B u o m p a d r e Specialista Ortopedia e Medicina dello Sport

Te r n i - Vi a C i a u r r o , 60 7 4 4 . 4 2 7 2 6 2 i n t . 2 - 3 4 5 . 3 7 6 3 0 7 3

v b u o m p a d r e @ a l i c e . i t

Fig. 4

Fig. 3

Page 40: La Pagina di Gennaio 2014

40

Page 41: La Pagina di Gennaio 2014

41

Page 42: La Pagina di Gennaio 2014

42

Page 43: La Pagina di Gennaio 2014

43

La Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, visto ilgrande interesse e la partecipazione che ha registratol’iniziativa, ha deciso di prorogare fino al 16 febbraio 2014l’evento ArteinCorso, inaugurato a palazzo Montani Leonilo scorso 19 dicembre.Il tema dell’evento è nato dall’idea di poter utilizzare gliampi spazi posti a pian terra del palazzo, di recenteacquisizione da parte della Fondazione e, sino allo scorsodicembre 2012, sede della Carit SpA. Si tratta di una superficie molto grande per la cui organizzazionee ristrutturazione è stato promosso un concorso internazionaledi architettura che si sta concludendo proprio in questo periodo.L’intento della Fondazione è quello di creare un grandeluogo dedicato alla cultura e all’arte; uno spazio polifunzionaleatto ad ospitare, anche contemporaneamente, mostre d’arte,convegni, congressi, riunioni, concerti. Nell’ambito dell’evento si svolge la personale Fotogrammid’arte. Sergio Coppi.

102 immagini in bianco e nero e a colori scattate da Coppi, fotografoprofessionista di “adozione” ternana, in giro per l’Europa tra il 1973 eil 2013, alle Biennali di Venezia, all’Art First di Bologna, al Maxxi e alMacro di Roma, allo storico museo Madre di Napoli, al Museo Pergamondi Berlino, al Centro Nazionale d’Arte e di Cultura Georges Pompidoudi Parigi, e ancora al Leopold Museum e al Mumok di Vienna. Fotografie eseguite in occasione di mostre, eventi, rassegne d’artecontemporanea; il fotografo, infatti, con la sua immancabile Nikon, èpresente anche alle anteprime e alle presentazioni di importantimanifestazioni culturali europee.Alcune delle foto in mostra sono state scattate a Roma alla mostradedicata a Edward Hopper, il più popolare e noto artista americano delXX secolo; a Vienna alla mostra di Dan Flavin, artista minimalista autoredi installazioni realizzate con lampade al neon; sempre a Vienna allacollezione del Mumok ed in particolare alle opere di Robert Mangold,altro artista minimalista contemporaneo; a Perugia alla retrospettivadedicata al grande artista tedesco Joseph Albers.In mostra anche alcuni scatti realizzati da Coppi in Umbria, terra digrande vivacità culturale e fertile di eventi artistici: momenti della mostradedicata nel 2010 a Pier Matteo d’Amelia al Caos a Terni; le rassegnerealizzate a palazzo Collicola a Spoleto; l’inaugurazione del CentroItaliano Arte Contemporanea di Foligno; la collettiva “Arte Fluida”organizzata al castello Corsini di Sismano.Altre fotografie ritraggono infine personaggi noti, come Giorgio DeChirico, Giovanna Melandri, John Elkann; monumenti storici, comel’Ara Pacis di Roma; sculture, come la statua di Fernando Pessoa diLisbona; giardini artistici come La Serpara di Viterbo con l’opera diDaniel Spoerri.

L’evento ArteinCorso e la mostra dedicata alle fotografie di SergioCoppi rimarranno aperti, con ingresso libero, fino al prossimo16 febbraio 2013 tutti i venerdì sabato e domenica dalle ore 11 alleore 13 e dalle ore 17 alle ore 19.Il catalogo, a disposizione del pubblico, è stato curato daAnna Ciccarelli.

Page 44: La Pagina di Gennaio 2014

44

Con il termine comunemente usato di piorrea, denominazione in realtà abbandonata in ambitomedico, s’intende una patologia infiammatoria e degenerativa molto frequente negli adulti che colpiscei tessuti parodontali, cioè i tessuti che circondano il dente conferendogli sostegno e stabilità e sono:gengiva, osso, cemento radicolare ossia lo strato superficiale della radice dentaria, legamentoparodontale cioè il legamento che unisce la radice del dente all’osso circostante. Il termine medicocorretto per indicare la piorrea è in realtà parodontite. La parodontite può essere causata da diversifattori ma certamente il più significativo è la presenza di batteri patogeni che, se non rimossi con lemanovre di igiene orale, quindi importantissime, formano la placca batterica e il tartaro. Ciò causainfiammazione, degenerazione dei tessuti circostanti e il progressivo scollamento della gengiva daldente con la conseguente formazione di una sacca tra il dente da una parte e la gengiva e l’ossodall’altra che si chiama tasca parodontale, all’interno della quale le elevate concentrazioni di batterifavoriscono il progressivo riassorbimento dell’osso circostante e l’ulteriore approfondimento della tasca stessa. In questo

modo il dente perde sempre più osso intorno alla radice e quella che inizialmente èsoltanto una lesione infiammatoria reversibile della gengiva che si presenta arrossatae sanguinante allo spazzolamento, diviene poi, se non trattata, una lesione più grave concospicua perdita di osso, tasche profonde, formazione a volte di ascessi gengivali emobilità dei denti che possono alla fine essere persi. Negli ultimi anni è stata riscontrata da parte di ricercatori una correlazione tra parodontitee alcune malattie sistemiche ad esempio il legame bidirezionale tra parodontite e diabete:il paziente diabetico ha maggiore predisposizione alla malattia parodontale e questaprovoca, a causa della continua presenza di batteri e tossine batteriche, maggioredifficoltà nel controllo glicemico; o ancora il legame tra tale patologia e malattiecardiovascolari sempre a causa dei batteri della cavità orale in grado di diffondere nelcircolo ematico; o ancora il ruolo della parodontite come fattore di rischio in grado di

favorire nelle gestanti parti prematuri. Il trattamento della parodontite deve essere valutato da uno specialista poiché vamodulato in base alla gravità del quadro clinico e può variare da procedure di igiene orale professionale con la rimozione dellaplacca e del tartaro, a trattamenti chirurgici eseguiti sui tessuti interessati cioè sostanzialmente gengiva e osso al fine dieffettuare una pulizia più radicale e correggere le lesioni profonde indotte dalla patologia, fino anche a promuovere, sempreattraverso procedure chirurgiche e laddove la perdita di sostegno sia più marcata, una rigenerazione seppur a volte parzialedel tessuto osseo andato distrutto in seguito all’evoluzione della patologia. Alberto Novel l i

C o s ’ è l a p i o r r e a ?C o s ’ è l a p i o r r e a ?

Page 45: La Pagina di Gennaio 2014

45

Page 46: La Pagina di Gennaio 2014

46

Marco, corri! Corri subito in Ospedale!Moreno ha avuto un malore durante lacorsa e lo hanno portato al ProntoSoccorso in condizioni disperate!Queste poche parole urlate al telefono daun amico comune mi rimbombano nellatesta da ben 29 anni! Esattamente daquel maledetto 30-09-1984. Cosa era accaduto?Al Campo Scuola Casagrande di Terninei 3 anni precedenti, e appunto neigiorni di fine Settembre 1984, la SocietàSportiva Atletica Terni era riuscita adorganizzare una gara denominata 1000 x1000, dove appunto mille personedovevano impegnarsi in una staffetta dimille metri ciascuno, cercando di farlo

30-09-1984Un dramma al campo scuola

Casagrande di Terni

nel minore tempo possibile. La difficoltà, oltre al puro aspettoatletico, consisteva nel riuscire a trovare ed organizzare millepersone nell’arco di 2 giorni e mezzo di gara. Ma la grandepreparazione degli organizzatori aveva garantito la buona riuscitadell’impresa, e nel 1983 c’era stata l’omologazione del recordmondiale di questa strana disciplina, non olimpica.Tra i partecipanti, oltre ai tantissimi anonimi, ci furono anche atletifamosi, come il ternano Tonino Viali (Bronzo), Masala (OroOlimpico a Los Angeles nel Pentathlon), l’azzurro Materazzzi, edAlberto Cova (Oro olimpico nei 10.000 nel 1984 alle Olimpiadi diLos Angeles).Il mio caro amico ventiquattrenne Moreno Orsini, calciatoredilettante, rimase ad attendere il suo turno per tutta la notte, e lamattina successiva, quella dell’ultimo giorno di gara, si apprestò aricevere il testimone dall’atleta che lo precedeva con il sorriso sullelabbra, felice di ripetere l’esperienza dell’anno precedente, orgogliosodi poter dire di detenere il record mondiale di questa disciplina,insieme ad altri 999 atleti. Infatti l’anno precedente tutto filò liscio,e Terni salì agli onori delle cronache sportive per essere riuscitanell’impresa di organizzare questa manifestazione.Quel giorno invece accadde il tragico imprevisto! A poche decinedi metri dalla fine della sua frazione di gara Moreno si accasciòimprovvisamente a terra, fermato per sempre da un arresto cardio-circolatorio, che lo portò alla morte 2 mesi dopo (il 2 Dicembre),lasciando nella disperazione più profonda i suoi famigliari, i suoiamici e tutti coloro che avevano avuto la fortuna di conoscerlo.Moreno era un ragazzo pieno di voglia di vivere, come tutti iragazzi di quell’età, sempre con il sorriso sulle labbra e soprattuttosempre disponibile nei confronti dei meno fortunati e bisognosi diaiuto.Per me Moreno era più di un amico, direi un fratello. Coetanei, e vicini di casa, avevamo frequentato le scuole materne,quindi le elementari insieme, per poi ritrovarci alle Superiori edinfine al Corso di Infermiere Professionale. Ed entrambi ci eravamotrasferiti contemporaneamente dal paese di nascita (Rocca SanZenone) al nuovo quartiere popolare di Cospea. Insomma si può dire che eravamo veramente ... fratelli.Questo accadeva appunto quasi 30 anni fa, e nel campo dellaMedicina dello Sport si sono fatti veramente passi da gigante, edora sarebbe impensabile un fatto del genere. Un atleta, anche seamatoriale, per potersi dire tale deve necessariamente sottoporsialle visite previste da una Legge Nazionale, e aggiungerei anchedal buon senso. Oggi non è più possibile scendere in campo, purese di periferia, senza che un medico abbia sottoposto a visita l’atletain questione. Ed in molti campi di calcio, palestre, palazzetti dellosport, ci sono dei defibrillatori che sono dei veri salvavita in frangentidel genere. Ma tutto questo non è ancora sufficiente; ad esempiosicuramente sarebbe utile che una legge prevedesse l’obbligo di

dotare ogni struttura sportivadi un defibrillatore.Questo sta a significarel’importanza della parolaprevenzione nel campo dellamedicina generale, maancora di più nella medicinadello Sport. Anche se non si deve maiabbassare la guardia, comedimostrano i casi simili cheancora oggi accadono, ancherecentemente. Ma chiediamoci anchequante vite si sono salvategrazie all’attività costante esilenziosa di migliaia dimedici dello sport, e non, checon la loro attività giornalieradi prevenzione limitano almassimo casi simili a quellodi Moreno.E ricordando Moreno mipiace immaginare che il suosacrificio abbia comunquecontribuito alla consapevo-lezza, da parte dell’opinionepubblica, che l’unica armaper impedire tali tragedieumane sia quella dellaPREVENZIONE.

Marco Barcarott i

Page 47: La Pagina di Gennaio 2014

47

Page 48: La Pagina di Gennaio 2014