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U.~lllCOST' ll~.l.l, ..\ SOCIETÀ n:\1.1 .... s ..\ III MISl'JUUX:!\". l'ETROUX;I,\, I(JlH, Vul. j'l, 1'1',6,,·(.'lj
LA IvlICA VERDEDELLE ROCCE DI CONTAlTO NELL'AREA
PREDAZZO-MONZONI
NORis MORANDI, MARIA CARLA NANNETTI,
ROSSANA PIRANI, UMBERTO RESi\<lI
lslilUIO di Mineralogia e Petrografia dell'Università, P,~a di Porla S. Donato l. 40127 Bologna
RtASSUNTO. ~ Gli eso- cd endoskllms dell" arttpelrografiche di Predazzo e dei M.li Monzoni, 11IPpresentativi di associazioni paragcneliche complessee variabili (fasSlliti, vesuviane, granali, miche, epi·doti, alite a calcile) sono Spe$$O canmeriuali dallapresenza di una .. mica verde _, anriooila dai \"CCChiAA. a lnrielà di miche di Ca (prevalenlemenle hnrn·disite). Indagini preliminari hanoo portato a vedereche la mica di Ca è dcl IUllO ram e limitala all'areadel Toal della Foja, mentre la mica più diffusa èuna mica po(assica, fiot:opilica.
Le: indagini chimiche, geochimiche, altiche, ment.gcnognfiche, di romporl:lmcnto lermico cd I.R.,svolte su tre campioni a mica di Ca e cinque a!logopitc, hanno portato a definire 1M mica di Cacome una dintonile con una composizione letrae,dtica intorno a Si,~l•.•, con alti conlenuti in 1o.'lge Al" e con una viSlosa Icndcrua al disordine rr1Ì·colare, in panicolare ntI!\i Sinni leltaedrici. Le: fio.gopiti sono risultale dei termini ri«:hi in 1\110=, lilla·mente 1I1luminiferi (alti Al" e Al"), con oratlerefrancamenle lriotlaedricn e t~lf\ alto Stalo di idra.lazione. Li composizione in clemenl; mioori appareinteressanle per ceni arri«:himemi nelle f10g0pili!Ba, Rh e Znl e nelk climonili {Sr, V, Ni e Zrl,
Correlando poi le car-,meristichoc romposil:.ionalidi queSle miche e le paro),'enlosi che le accompa·Ilnano con alcuni reecnli sludi di sinle~i è stOlaIXISsibile ipotl7.7.Ore che I:li skams a mica verdedi Prcd'7.7-0 l' Monzoni si siano orillinati in ambiente con .110 potenziale chimico di AI, conapporli di Iluidi mcla50nunici, in condizioni di(cmperanm.' abOOslanz:a elevale c ridoue pressionidi caricu c di Ilos. La M'arsa diffusione dclla clinlOnile è quindi l'onseguenza di simili condir;"ni Reneliehe. ~'OI,*ieameme insolile.
ASSTUCT. ~ The ("1(0- and enJoskams of thocpetrographie arCllS of PreUa7.w aoo Monli Mon7.oni,Teprcsenlati\'e o( variahle and complex paroJ.:eneticassocialiolls (fassaile, vesuviollile, Ilamel, mica,epidole, as \Il'ell as calcite! ofien ate characleril:.cdhy lhe prcscnct' al li '" grrtn mica _ \Il,hieh elltl)'AUlhan alltinull.... IO variClics of Ca-mica (predaminamly hraooisilel.
Pre!iminary sludic:s ha\'e shown, however, thatCa·mio is eXlremely raTe and limit..."(\ to lbe Toa!della Foja arca, while lhc mosl widespread micais phlogopilc.
O'Cmical, flCOCrn:miCll1, oplical, X.t.)' dilfraclion,lnermal aOO I.R. an.lyscs carried 0lI1 on J samp1aoC Ca·miO' '00 5 samplcs 01 phlogopile have ledlO l!le idenlifiC",nion or Ihc Ca·mica as c1inlonitewith a lelmhedral COmPOSilion dose lO Si"..1\I...,with brge amoullls of Mil .ncl Al'" ond a strikinglenUetlC)' lowards a disorden."Ù slructurr, especiall)'in (he lelranc.Jral laycn. PhIOfolOpilCS were fOllodIO be rim in M~, with a high .Iuminum contenI(bolh Al" and Al"); Ihcy are definitely ni·oclahcdral ond considcrabl)' hydratoo. The mitlOr"nd uace clcmcms fuuncl are of inlCreSI becauseof enrichmems in phlogopitc fBa, Rh, Znl andc1intonile (Sr, V, Ni, Zr).
A rom:lalion 01 lhoc COIlllXISilìonai cilAtKterislic:sci lhese miCll~ :lnd rhc relalÌ\'C para~ withsome rccent studil' of min("1111 symheses leads toIhe hypothesis lhal the Ilrcen mica·bearing skarnsof Prooa7.zo and Monzoni orillinaled in environmentshavinll II a high chcmiO'I polenlial of AI, 2) anintense supply of mclllsomalic f1uids, J) highlemperalUI"C!l and 4) kl.... pn:ssuteS, wilh reg:ard lObolh lne l();ld and Ila" prcs:sutt', The infrequentoccurrence of climonile, lherefore, mU5t be aCOllsl:qucnce of sUl'h Ilcololtil"llll)' unusual. geneli<:condilions.
lulroiluzione
Ncll'ambilO di studi mineralogico-geochi.miei di serie di minerali earalterizzanti, anoche dal puntO di vista paragenetico, le mela·morfiti di cont;ltto delle aree pclrogranchedi Predazzo e dci M.ti Monzoni, si prendein esame la mica verde (da quasi incolorea verde.grigio brillante, solo raramente rososaslra) molto diffusa in quesle rocce,
(ii8 N. MORANDI, M.C. NANNETTI, 11.. l'III.ANI, U. RESMI
Quesle contatml t'apprcsenrano situazionidi eso- ed endo-skarns a pa~gencsi com·plesse e variabili (pirosscrlO fassaitico, vesuviana, granati, spinclli, forslerite, meliliti,calcite, epidoti e anfiboli magnesiferi sonotra i principali costituenti mineralogici), incui la mica si trova a caratterizzare associa·zioni di minerali portatori in prevalenza diAl ed Mg (MtN"Guzzt et al., 1976-77 a,1976·77 bl.
Per la scelta del materiale si sono eseguiteaccurale campionature sia nell'arca di Predazzo (località Canzoccoli c Malgola), sianell'area dei M.ti Monzoni (località tipiche:Toal della Foja, Toal dci Mason, Allochet,Passo Selle, Lago delle Selle, Ricoletla) esi sono esaminati inoltre tuni i campioni diskarns a mica verde facenti parte della collezione delle rocce della Val di Fassa delMuseo dell'IstitutO di Mineralogia e Petrogra6a di Bologna.
Sulla vasia campionatura disponibile (uncentinaio di esemplari), mediante un'indagine preliminare su base diffranometrica, siè potuto riconoscere che nella quasi lotalitàdei casi la mica presente è una nogopite eche solo al Toal della Foja (e anche qui inaree ristrette e ben definite) si rinviene unamica di calcio macroscopicamenle moho simile alla nogopile che caratterizza gli altricampioni. Anche gli esemplari di skarns dellacoilezione del nostro Museo, che conrengono miche nella maggior parte amibuite avarielà di miche di calcio, risultano avere inparagenesi solo la nogopite, con l'eccezionedi due campioni.
La mica di calcio proveniente dalla Valdi Fassa è definila dalla letteratura comevarietà «brandisire" e si trova variamentedenominata (xl1ntophillite, seybertite, valuevite, holmcsite, ecc.) nelle collezioni museologiche e anche dalla bibliografia (TscHERMAK e StPOcz, 1879; DANA, 1982; HtNTZE,
1897; KOCII, 1935; BIANCHI e HIEKE, 1945,e<c.).
t il caso di sottolineare che, in generale,la mica di calcio è di rinvenimento raro,specie la «dimonite » (termine trioltaedricodelle miche di calcio) e che i pochi ritrovamenti più tipici si trovano documenlati dallaletteratura fin dal secolo scorso.
Una elencazione dei ritrovamenti più significativi, completa di informazioni sulle
situazioni paragenetiche e di bibliografia, èriportata da OLESCII e SEtFERT (1976).
La br<lndisite della Val di Fassa si trovaanalizzala nelle due varietà: verde e rossobruna (HtNTZE, 1897). Quest'ultima, inrealtà, ai nostri esami risulta essere il prodottO di una parziole sostituzione della micadi calcio verde in una associazione di 6110silicati e idrossidi, mal definibili diffrattometricamenle; gli originali pacchetti di la·mine, visibilmcnle compattizzati, ricoperti dapatine o granulazioni di ossidi e idrossidi,non risultano separabili in singole fasi.
Dall'ampia casistica esaminata sono statiscelti cinque campioni di « flogopiti l) e tredi « mica di calcio» sufficienlemente rappre·sentativi della campionatura complessiva anche SOIlO il profilo paragenetico. 10 slUdiodi questi campioni medianle analisi chimiche,geochimiche, rocnlgenografiche, termiche edi IR, ha l'obiettivo di contribuire alle conoscenze cristallochimiche sulle nogopiti, e inparticolare sulle c1intoniti, e di raccogliereelementi distintivi otti a riconoscere i legamigenetici Ira questi minerali e le più usualiparagenesi degli skarns, in particolare inquest'area.
Oel!lcrizione dei campioni
Campiofle 1 (località Canzoccoli) - La mica presente è in grosse lamine (6no a circa5 cm di diametro) ben terminate, dispostein superfici drusiformi, di colore verdegrigio chiaro e associate a calcite che va ariempire gli spazi lasci.lli liberi dall'intrecciodelle lamine. Queste ultime appoggiano suuna roccia a grana minuta costituita da prevalente fassaite allotriomorfa, associata a ridorre quantità di spinello, f1ogopite microcristallio'l e calcitc. L'equivalenza della nogopite in grosse lamine e di quella mietocristallina è slata accertala mediante esamidiffrauometrici. Un lentativo di separazionedel minerale microcristallino ai fini di un'analisi chimica è slato insoddisfacenre a causadell'impossibilità di eliminare le laminetteparzialmente c1oritizzate: sarebbe stato indubbiamente inleresslmte mettere a confron·IO le composizioni in elementi minori delledue frazioni di minerale a diversa cristal!inità.
Per le :malisi è stata utilizzata la solamica in grosse lamine.
LA MICA VERDE DELLE ROCCE DI CONTATTO NELL'AREA PREDAZZO·MONZONI (179
Campioni 2 t' ) (località Gmzoccoli l,4 t' 5 (località Toal del Mason) - Sono esempidi porzioni di skarns in clIi la mica verdepresenla uno sviluppo cristallino ridotto (perlo più inferiore al cm) e appare in concen·trazioni di forma e1litlic,l o anche pseudofiloniana. In questi ammassi la mica, moltonbbondante, è in paragenesi con fassaite espinello, prevalendo tra i due ora l'una oral'altro, anche in porzioni dello Stesso camopiane. La calcitc è sempre presente, condistribuzione casuale, ma di regola in posizione interstiziale. Nel campione 3 è presen·te, in aggiunta, vesuviana in quantità ridQlte,e in posizione interstiziale come la calcite.
Campioni 6, 7 e 8 (località Toal dellaFoja) . Hanno caratteristiche simili tra loro.LlI mica, di colore verde pallido fino a verdeintenso, è in cristalli di dimensioni ridotte(comunque inferiori al cm) ed è abbondantein corrispondenza di grosse concentrazionidi spinello. Queste ultime appaiono comemasse compane verdi, molto scure, adelevato peso specifico. Quando la massa aspinello ospita piccole ma frequenti concen·trazioni sferoidali di cristalli di mica, apparepiù spugnosa e di lIn colore piil chiaro. Talvolta le miche diventano abbondanti, se nonprevalenti, nelle zone di bordo di questiammassi li spinello c in questo C,ISO risultanoassociate a fassaite. In queste situazioni èinleressanle notare che al microscopio ilc1inopirosseno fassaitico risulta arrotondatoai bordi, corroso e trasformato, soprattullOnella porzione pill esterna, in minuscole la·melle disorientate di mica chiara, pseudouniassica ne~ativa. L1 calcite è spesso presente e, rego1:lfmente, in posizione inlerstiziale rispeno n fUlti e tre i minerali osser·vati in paragenesi.
Mct()(lologic 81'crimcntllli
II materiale utile per tutte le indagini èstato separato dai C".tmpiooi prima manual·mente, quindi ricorrendo a metodologie isopicnomelriche e isodinamiche, infine controllando al microscopio la purezza delle singolefrazioni separale. TU{le le frazioni così OIlC
nute sono stllte Inlttate con acido acetico,diluito al 2 %, per e1iminllrc microgranulazioni diffuse di calcite. Pllrticolare cura è
stata posta nelt.. fase di m<lCinazione eseguitaSOltO alcool, in mortaio, con frequenti sctacciature della polvere via via Qllenuta perevitare di provocare danni strutturali al 61losilicato di partenza (MORANDI et aL, 1973).
Le indll~ini roent~enografiche sono siatecondolle ricorrendo li: l) spettrogrammiPolanyi e Weissenbcrg per risalire al gruppospaziale delle miche in esame; 2) diffratto·melfie su polveri (diffrattometro Philips,CuK.. Si come standard interno) con finalitàdiagnostiche e per risalire ai valori dellecostanli reticolari mediante il metodo deiminimi quadrati elaboralO sui valori dei J"u.Gli spemi di assorbimento IR sono statieseguiti negli intervalli di frequenza 40003000 cm I e 1200·300 cm l, con apparalOPerkin Elmer (mod. 467) su materillie pressato in KBr e successivamente riscaldato a180" C per 24 ore.
Le analisi termiche (TG, DTA e relativederivate) sono state cse~uite con apparalODo Pont, in aria e in corrente di N, convelocità di riscaldamento di 50" C/min. perle TG e di 10"C/min per le DTA. La perdita in peso è stata onenuta anche per pesata su frazioni di polvcre riscaldalc in lermostato per 2 ore e per vlliori di T variabilidi 100" in l 00" C fino a 1200" C. Da 800" Cin poi i prodotti di riscaldamento sono statiidentificllti regolarmente per difIrattQmetrill.
Le analisi chimiche sono state eseguireper alcuni elementi (Fe,,,,, Ca, Mg, Na, K)in AA (Perkin Elmer modo 330), per altri(Si, AI, Fc,,,,) con metodi gravimetrici; Ti eMn con metodi colorimetrici, FeO in volumetria, H~.() e H~.Q· con melodi grilvimetrici e termoponderali (TG). Tuni gli ele·menti maggiori e minori sono stati inoltredosati in XRF. Tulti i dosaggi sono statieseguiti almeno in doppio e possibilmentecon metodiche diverse per i singoli elementi.
Lo studio chimico è stato preceduto daun'indagine alla microsonda e!emonica (I)su lamine in SC"".lioni sottili. Per ogni camopiane sono siate verificate le composizioni supiù lamine c su almeno cinque punti. I risultati singoli e quelli medi hanno consentitodi verificare l'omogeneilà di composizione
('J Le analisi delle fasi minerali sono state eseguile utilizzando la microsonda elettronica SEM-ARLcon voltallgio di accelerazione di l' KV, 20 mA.
N. MORANDI, M.C- NANNE".I, M. PIMANI, U. MESMt
TARELLA lMedio delle costanti cristallografiche
per le fio1.opiti (Ja 22 compioni)
fra lamine e all'interno delle singole hlmine~, ncl confronto con le analisi eseguite sumateriale polverizzato. di garantire la om~eneità dci materiale separaW.
Rieullali ~perimentali
Tra i \'ari campioni di mlClI esaminati dif.frtlttometricamente, 22 sono stati identifi·cati come flogopiti e 3 come miche di calcio.Queste uhime, assieme a 5 campioni di 80gopite scelti perchè sufficientemente rappre·sentativi di tutta ],1 casistica esaminata, sonostate utilizzate per tutte le indagini sperimentali.
•
,
~.ll.
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=. 0.01l
!. 0.032
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=. J. l
INDAGINI OTTICHE
A scopo diagnostico è stato misurato, 10
luce monocromatica gialla del sadio, pertutti i campioni analizzati chimicamente, l'indice n{J <') ny.
Questo dato risulta uguale per le flogopitil, 3, 4, 5, leggermente differenziato per icampioni di flogopite 2; analogamente risultano sovrapponibili gli indici determinati perle tre c1intoniti. I risultati vengono riferitidi seguito:
Flogopili: campioni l, 3, 4. 5n{J~lIr = 1,'88 ± 0,001
Flogopiti: campione 2n{J ny = 1,585 ± 0.001
Clintonili: campioni 6, 7, 8
nfJ~llY = 1,651 ± 0.001
INDAGINI ROENTGEN(X;RAFICHE
Flogopili - [ 22 campioni identificati comeflogopiti hanno evidenziato in diflranometriadi polveri risultati omogenei. l parametridella cclIa infatti risulrano variabili all'intemo dei limiti d'errore (tab. 1) come è possibile vedere dai valori della deviazione dallamedia delle 22 determinazioni.
Per i 5 campioni esaminati in dellagliosono riportate in mb. 2 le costanti cristallografiche ottenute dopo aver indicizzato i riflessi sulla base delle schede ASTM 24-867e 10-495 di una f1ogopile 1M con gruppospaziale C2/m.
x • _i., l •• • rrOr" _<lio,
lJ.. ICOIU..nto ult_tlco "..11. _di •.
La scelta dci gruppo spaziale è stata fattasia sulla base delle ~uenz.e dei d osservati,che si dislinguono nettamente ed inequivocabilmente da quelle proprie del gruppo spaziale C2/c (polimorfo 2M I ), sia dei risultatidello studio roentgenogra6co su cristallO singolo che in ogni caso portano ad escludereil gruppo spazi aie P3d2 (polimorfo 3T,OEEk et al., 1962; ZUSSMAN, 1979).
D'ahronde l'appanenenza prevalente dellemiche triottaooriche al gruppo spaziale C2/mè sottolineata dalla letleratura più recente(STEINFINK, 1962; HAZEN e BURNI·IAM,1973; OUTA et :lI., 1978; OLESCH, 1979;ZUSSMAN, 1979).
Dai dali diflr:mometrici si osserva che ilvalore in A del riflesso 060, e quindi il valore di b.., pona a definire i campioni in esa·me come miche triouaooriche della serie potassica (OLESClI, 1979; ZUSSMAN, 1979);le ristrette variazioni dei valori di bo regi.s~ate non consentono peraltro di ricavaredai dati indicazioni di variazione di composizione.
ClintOllili - NeJla tab. 2 sono riportatele COSlanti cristlll10graficbe dei campioni dimica di calcio otlenute indicizzando i riflessi sulla base della scheda ASTM 20-321di una clinlOnite 1M con gruppo spazialeC2/m. Si osserva un'ottima corrispondenzacon i dati della letteratum (SANERO, 1940;BIAr>;cHI e HIEKE, 1945; FORMAN, 1951;HA RADA et al., 1965; STEVENSON e BECK,
LA MICA VERDE DELLE ROCCE DI CO:'>.TATTO NELL'AREA l'REDAZZQ-MONZONI (,MI
TABELLA 2
Coslanti crirtafioRrafichr delh' flOROPlli e delfe c[;"lo"iti
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c.""loni l' 2 • ) , fto<jophl, C.n.occoll !'re<lu.ol.
, - ,1- 1 - • , c:lIn~""lti, Toiol dell .. hl'_ lll.~i _.",,11.
1965; TAKl::UCHI e 5ADANAGA, 1966; FORMAN et 31., 1967 b; OLESCH, 1975, 1979;OLESCIi e SEIFERl', 1976; OI-lTA et al.,1978; KEARNS, 1978; SHEDLOCK e ESSENE,
1979; ZUSSMAN, 1979, e altri). Si sottolinea inoltre che per miche triottaedrichedi calcio esiste, dal punto di vista StrU[lU·rale solo l'ahernativa dei polimorfi 1M e21-.'11, non essendo mai stati ritrovati polimor6 3T (ZUSSMAN, 1979).
Per quanto riguarda il gruppo spaziale siadelle fiogopiti che delle c1intoniti, la le[lera·IUra specifica ritorna ripetutamente sulla pososibilità di esistenza di miscelc di po!itipi lM(gruppo sp3zialc C2/m) e 2M! (gruppo spa·zialc C2/c). Fra i vari AA.. FORMAN Ct al.(1967 a e b), HEWIT e WONES (1975),OLESCII (1975), OHTA et al. (1978),ZUSSMAN (1979) interpretano questo fattoo come dovuto a interstratificazione tra idue politipi, o come conseguenz3 di strut[U·re a domini. L'interstratificazione comunquedovrebbe csserc evidenziata anche nelle di(·fraltometrie dalla presenza di picchi aggiuntivi, sia pur deboli, relativi al polimorfo2M1 (HEWIT e WONES, 1975; OLESCH,1979). In ogni modo vicne ammessa dagliAA. la predominanza netta del polimorfo1M (gruppo spaziale C2/m) per cui si trovageneralizzata la convenzione per entrambele specie di indicizzare, calcohue e raffinarei parametri dell.l cella SUIl~l basc del gruppospaziale C2/m.
Sia relativamente alle f\ogopiti, sia allec!intonili, gli esami da noi eseguiti su crisI allo
singolo con il metodo Weissenberg sono risultati eSlremamente laboriosi per la difficoltà di reperire lamine adattc e rappresen·tative di cristallo singolo: le esperienze danoi condone a termine hanno portato inogni caso al riconoscimento del gruppo spa·ziale C2/m e. in particolare per le dintoniti,al rilievo di interferenze diffuse da parte deipiani hM con k :;t 3n, il che suggerisce l'esistenza di disordine strutturale all'internodegli strati sovrapposti, in particolare neglistrati tctraedrici. Questo fenomeno, che sitrova rilevato in tutte le c1intoniti, vieneinterpretato dagli AA. (HENDRICKS, 1939;YODER c EUGSTER, 1955; SMITH e YODER,1956; FORMAN et aL, 1967) ti a randomlayering of successive mica layers so Ihatthere is no definite c periodieily except wherethe k indcx is a multiple of three. The lalterwould give the periodicity of a single Jayermica li) (FORMAN el al., 1967 a; pago 1123).E questo è il caso del minerale in esame, La« brandisite,} proveniente dai Monzoni èstata csaminata, assieme a campioni di alnirnrovamenll, anche da fORMAN et al.( 1967 a l. Gli AA. osservano che il fenomenodelle interferenze diffuse per il minerale inquestione compare statislicamente nella magogior parte dei cristalli, ma non in tuni.
IR
In fig. 1 sono riportati unicamenle glispenri di assorbimento IR del campionen. 5 di Bogopile e dci campione n. 8 di c1in-
N. MORANDI, M.C. NANNETTt, R. PIRANI, U. RES~lI
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Fig. L - Spcmì di assorbimento I.R. di una flogopm: (camp. n. 5) e di una dintonitc (campo n. 6).Intervalli 3800-3300 on ' c: 1200-300 çm '.
tonite, risultando sovrapponibili gli spettriottenuli rispettivamenle per le altre Rogopiti e c1intoniti.
Per In Oogopite, la zona rjfcribile nd OHstretching mostra due massimi di assorbimenlo a 3720 e li 3660 cm l imputabili ilprimo ai legami Mg-OH e il secondo a quelli(Mg,AI).OH (VEDDER, 1964; FARMER,
1974; ROBERT, 1976); aliti due massimipiù slargati a 3550 e a 3440 cm l possonoessere conseguenti alla presenza di Fe~' eFe~' in coordinazione otlaedrica (rARM~R
et al., 1971) e rispeuivamente all'interfe·renza tra i gruppi ossidrili e l'ossigeno api.cale dei letraedri (FARMER c VELDE, 1973).Quest 'ultima banda poltebbe anche essereattribuita almeno in parte alle vibrazioni diioni oxonio (H,O)', che possono occupare leposizioni di imcrstrato in coordinazione 12(BAUER e SCLAR, 1981).
Per le c1intoniti, la Slessa zona presentaun massimo di assorbimento slargato a3640 cm-I, attribuibile agli ossidrili coordinali ai gruppi lI.'lg., c M&2AI; la bassa fre·quenza di queslc bande e l'assenza di unmassimo oltre i 3700 cm l possono essereimputabili all'elevato Campo elettrostaticoinstaurato dallo ione Ca di interstrato e chesarebbe responsabile della distorsione dellegame O·H rispetto agli strali micacei(FARMER e VELDE, 1973).
La mancanza invece delto sdoppiamento
della banda a 3660 cm-I nelle fiogopili e a3640 cm- l nelle dintoniti pouebbe rappn;Sentale una conferma del basso numero divacanze ottaedriche in tutti i campioni inesame (ROBERT, 1976).
I due massimi di assorbimento a 3500 cm Ie a 3440 cm- l risultano slargati e poco segnalati nelle dintoniti dalla letleratura. Pouebbero comunque avere significalO analogoa quello riferilo per le flogopiti.
Nell'intervallo 1100-300 cm-l, le flogopitimostrano i massimi di lIssorbimento principali a 990 cm l, 815 cm-l, 700 cm-I,615 cm I e 450 cm-I, lulti previsti dallaleueratut"1l per queste miche. Il secondo eil lerzo massimo sono abbastanza intensi acausa dell'elevata sostituzione AI-Si (FARMER,
1974); il primo inoltre cade esattamentenella posizione che si ricostruisce nel diagramma di VELDE (1979) per flogopiti alluminifere con AI'v che occupa circa 3 posizioni tetraedriche su 8.
Per le c1intonili, in questa zona si osservano dci massimi di assorbimenlo moltoslargati e generalmente questo fenomeno ~
altribuito ad uno stato strutturale disordinato (FAHMER e VELDE, 1973). Le bandeprincipali comunque sono state registrate a930 cm ·,800 cm-I, 650 cm-I e 470 cm-Ie risuhano tutte coeremi con i dati riportatidalla lelteratura. In panicolare la posizionedella prima banda indica una SOSlilUzione di
l.A MICA VERDE DEl.l.E ROCCE DI CONTATTO NEl.l.·AREA PREDAZZo-MONZONI fJ83
TG - DTA
,
fig. 2. - Curve di riscaldamento delle flosopiri.~r...e oll~ule per pc53ta 51,1 frazioni di polverenscaldate In Icrmoosrato per T variabili di 100" Cin tOO"c. Gli asterischi indicano la temperatura difine della dcossidrilal,ionC'.
lemperatura alla quale si registra una variazione di pendenza anche nella curva TG. D0po i 300" C (fig. 2) si assistc a una perditaprogressiva e lema 6no a 800"-900° C; oltre4ueste temperature si ha la reazione dd13perdita prindp3le degli ossidrili che peròsfuma nella reazione di decomposizione.
In fig. 2 gli asterischi indicano la posi.zione di flessione, che è interpretata comefine di reazione di deossidrilazione e si verifica per tutti i campioni tra le temperaturedi 950" e 1000" C. In corrispondenza diqueste temperature, infatti. si riconosce nelladiffrattometria del materiale riscaldato lascomparsa dei riflessi della flogopite e lacomparsa di quelli dclla fonterite, che è ilprimo prodotto di trasformazione; :l distanza di 50° C segue la leucite e quindi lospinello, coerentemente con i dati forniti dal·la letteratura suUa decomposizione della fIogopite naturale e di sintesi (WONES, 1967;I{OBERT, 1976; ecc.).
Le curve TG delle flogopiti confermanorandamento graduale della perdita, rilevatonelle curve di riscaldamento, ma le reazioniappaiono tutte meno evidenti, compresa lareazione di deossidrilazione: ci è sembratoquindi superlluo riportarne i gra6ci.
Le curve DTA delle flogopiti sono stateeseguite in aria nell'intervallo di temperaturafu. 5000 C e 11000 C. In 6g. 3 viene riportata la curva relativa a un solo campione dilIogopite (n. I), risultando identico l'andamento delle curve di tutti i campioni esaminati. Da questa si osserva la presenza di unprofondo flesso esotermico a 870° C, che sisposta a 900° C se si esegue l'esperienza incorrente di azoto. Questo flesso esotermicoè segnalato da vari AA. ed è generalmenteattribuito ad un fenomeno di ossidazione delferro (RIMSAITE. 1967).
Le esperienze eseguite in corrente di azoto(fig. 3) per evitare l'effettuarsi dell'ossidazione a spese dell'ossigeno dell'aria, hannoprovocato solamente un piccolo spostamentoin aumento della temperatura di reazione.Poichè questa reazione esotermica si sovrappone in pane al fenomeno di deossidrilazione, c poichè il materiale, esaminato indiflrattomctria subito dopo la lemperaturadi reazione, presenta esclusivamente i riflessidella flogopite, si potrebbe ipotizzare una
F LOGOPITI
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Le analisi termiche (TG, DTG, DTA erelative derivate e curve di riscaldamento)sono state eseguite per definire il comportamento lermico e per valutare con maggiorcprecisione la quantità di acqua contenuta neicampioni.
Flogopiti
Dalle curve di riscaldamento si è potutoosservare che la perdita di H::O si estendeda temperatura ambiente fino a circa 30<r' C,
AI e Si con un rappono di circa 3: l, secondoil diagramma di VELDE (1979); la banda a800 cm- l è molto intensa, e indica ancorauna volta un'elevata sostituzione di Al a Sie una distribuzione disordinata di quesri ionineUe posizioni tetraedriche (FARMER eVEl.DE, 1973 l.
N. Jl,10RANOl, 1\1.(" :-.:,\'l:'l:FTrI, R. PIM-AN1, U. RESMI
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Fig. 3. _ Curve' DTA e rdalh~ derivate.- (Irallcg'gioI di una !1ogopile {campo n. Il in aria e incorrente di N e di una clintonilc (camp. n. 8).
reazione di Irasformazione in una mica ossidata.
Clinton;t;
Le curve di riscaldamento efIeuuate perle dintoniti non regislrano perdite fino li
circa 1000" C. manifeslando solo nel trattofinale la perdira conseguente alla reazione dideossidrilazione; l'andamenlo in quesl'ulli.mo intervallo ricalca quello rilevato per leAOROpili e riportalO nei grafici di fig. 2.
Anche le curve TG e DTG dei tre campioni esaminati (fig. 4 l evidenziano la perdi latrascurabile fino a circa 1000° C e, Ira 10000
e liDO" C, la perdita dovula alla reazionedi deossidrilazione. Questa uhima reazionerisuha sdoppiata in runi e tre i campionicome è ben visibile nelle curve DTG (fig. 4).Evidentememe le due temperature di reazione (1060" C e 1090" Cl devono corrispon.dere a due differenli energie di legame degliOH nel reticolo.
In fig. 3 si riporta la curva DTA di una
,'[intonite (campione n. 81 che conferma l'esi,lenza della doppia reazione di deossidrila"ione vista nella curva OTG. l due flessi..:ndolermici a 1035" C e a 1060" C h:mnoprofondità diverse, ma indiCino comunquele due reazioni distinte.
I prodotti di lrasformazione dell:! dintonite cominciano ad apparire dopo riscaldamento in isoterma a T di 940" C e, nellasuccessione, risuhano essere diopside, meli·lite, spinello. Questa associazione di d<."Com·posizione è in accordo con quanto sperimentalmente ottenulo da OLESCH e SEIFERT(1976) per composizioni c1inlonitiche conSi fra 2,10 e 2,50.
La presenza di reazioni di deossidrilazione,ben nette nelle c1inlOnili e meno distinlenelle flogopiti, porla a pensare a un diversogrado di ordine struflurale dello strato oltaC·drico per i due minerali: l'ordine risulterebbe più elevato nclle c1intonili rispettoalle Aogopiti. L'osservazione, d'altronde,emerge chiara dagli studi SlCuttumli diTAKEUCI-II e SADANAGA (1966) c viene ipolizzata anche da alICi AA_ (ZUSSMAN, 1979).Lo sdoppiamenlo della reazione nelle c1intonili può conseguire all'elevata sostituzionedi Al a Mg: i due ioni nelle miche di caldooccupano posizioni strutlurali distinte e incidono differentemenle sulla forza di legamedegli OH ad essi coordinati. Poiché, infine,l'alluminio ha più alta carica rispetto ad Mg,la reazione a più elevala tcmperatura polrebbe essere amibuita alla rotiUfa del legameAI-OH.
DATt CHIMICIIn labella 3 S\ riporlano le analisi chi.
miche, espresse in % in peso degli elementimaggiori e in ppm dei minori ed in traccia,rispettivamcnte delle fiogopiti e delle c1in.toni Ii.
Relalivamenle alle fiogopiti:
l) il tenore in SiO~ (in media circauguale al 3~ %) è basso nei confronti delleanalisi di fiogopiti ripotlate dalla letteratura(FOSTER, 1960; DEER 1.'1 aL, 1962; RIMSAITE, 1967: HOGARTII et il!., 1970, ccc.)anche se si fil riferimento esplicitamente aquelle di ambiente genetico di metamor·fismo di contatlO;
2) Ah03, invece (valore medio"" 20%)è in lenori elevati e propri di composizioni
LA MICA VERDE DELLE ROCCE DI CONTATTO NELL'AREA PREDAZZQ-MONZONI 68S
~fO,lS
7
6
8I
400·
TG
C LI NTONITI
DTG
600·
8e6
7
roc
Fig. 4. - Cur",e TG e DTG dci Ire campioni di dinlOnilC.
eastonitiche. Il rapporto SiO:/Ah03 conferma questa indicazione;
3) Fe,oC è moderatamente variabile e inbasse percentuali, con un rappono Fe:a· /Fe~a favore di Fe3';
4) CaO eccede gli abituali tenori nellemiche della serie flogopite-biotite. Tutlaviasono stati sintetizzati da OLESCII (1979)cristalli misti di composizione compresa frai termini della serie flogopite-eastOnite-micaipotetica di Ca e) e quelli deJla serie Oogopite-eastonite·dimonite e ne sono stati de6niti i limiti delle soluzioni solide. OLESCHriconosce su 200 analisi di miche di potassiotrionaedriche naturali una sostituzione diCa e K 6no a 15 % neDe posizioni di interstrato. D'altronde la coesistenza di flogopitee dintonite in uno stesso ambiente geneticoconferma la mancanza di soluzione solidacompleta fra flogopite ed eastonite;
(', Il termine finale della mica iporcli~ di .Q1ldonon 5i trova in nalUta e non è stato SJnICUzzatO.
5) H~O· è sempre eccedente il valoremedio delle miche della serie flogopite-biotite. I dati in tabella 3 esprimono il valoredi H~O ottenuto a T == 300" C e di H,J)a T == 940°C per i campioni l e 2, e aT == 1000n C per i campioni 3, 4 e 5. Que·ste temperature di riscaldamento sono statescelte sulla base della curva TG e della curvadi riscaldamento in termostato programmatodi 100'" C in 100" C. La temperatura finaledella deossidrilazìone e dell'inizio della decomposizione non appare tuttavia nett~ ed èstata definita mediante difirattomemc delmateriale riscaldato alle diverse temperature sulla base della permanenza esclusiva deiriflessi della 8ogopite. I valori ahi che siricavano per i nostri campioni sono quindireali e possono trovare ragione nelle molteplici e complesse sostituzioni fra ioni, chesi verificano in queste serie di soluzione s0
lida, compresa la possibilità ~i scambio fraH' e cationi come Si o R,- (SEIFERT eSCHREYER, 1971; FORSES, 1972; OLESCH,
686 N. MORANDI, M.C. NANNETTI, R. l'IRANI, U. RESMI
TA8El.LA 3Awlisi chimiche del/e /lo[l.opili e delle clinlonili
('4 in peso de;,Ii e/eml'nl; '1fo/l.!l.iori; ppm dei minori)
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Fe~03 uguale
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O.H '.00 0.10
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'00.<2 lOO.44 100."
Formule cristallochimiche
Nell'ambito della cristallochimica dei 61losilicati e nel caso speci6co delle miche dicalcio la letteratura più attuale riesamina laterminologia e definisce due serie di soluzione solida, cui fanno capo !:I margarite(mica dioltaedrica di Ca e Al con un rapporto SiiAI" tendente a l: l ) e la clinlonile(mica triottaedrica di Ca, Mg e AI e con unrapporto SiiAJ'· che si approssima a I: 3,quindi molto più povern in siliet).
Le diverse varietà triouaedriche citatedalla lenct:lIura si equivalgono per proprietà
nemi un valore massimo dia 5,58 %;
3) Na~O e K~.o figurano come elementiminori;
4) il COntenUlO di H~ si aVVICIna aquelli medi teorici.
, ,SiO. n.5i 14.21 H.10 l6.71 H.n
TI02
O.U 0.00 0.16 0.05 ..~AI 2O) n.il .o.n 20.44 11." 21. Il
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~ I." 0.16 1.21 D.U ..00.... n.Jl 21.l< H.ll n.'1 2).91
~ 0.11 0.05 '.00 ..~ ..~<o. O.U l.lI 0.5' D.ll 0.1'
N·2D 0.26 O.H 0.11 0.2) 0.16
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1979; BAVER e ScLAR, 1981 ,. In particolarele reazioni AI,v+H' = Si'" e H++R~''''!:::;
AI'-', assieme alla possibilità dello ione(HaOr di entrare nelle posizioni di interstratO in coordinazione 12, rendono ragionedell'esistenza di termini con difetto od eccesso di (OH).
Per le miche di calcio, dalle analisi chimiche dei nostri campioni. espresse in ossidi(tab. 3), si può osservare che:
l) il rappono SiO:dAbO, è superiorea I: 2;
2) il (enore in ossidi di ferro (che siapprossima, almeno in due casi, a 4 %) èsuperiore a quelli riportati 6n qui dalla letteratura: il valore massimo riportato è3,29 % di Fe~, e si riferisce alla xanto.fillite di Creastmore, California (EAKLE,1916); ANNERsTEN e OLESCH (1978) hannoperò ottenuto per sintesi clintoniti conte-
LA MICA VERDE DELLE ROCCE DI CONTATTO NELL'AREA PREDAZZo-MONZONI
TABELLA 4Formuli:: crisIallochimichi:: dt:l/i:: flogopili , dd/t: clinlonili,
calcolalt> m bast: • 44 carich~ calionich~
• •.. ~.JoI ~.0<J o.'" '.ll~ ).on 2.'" 2.)7) 2.)n.. 2.19' 1.'H 1.00) 2. ns 1.'11 ~.~~J '.oa S.U'
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6siche e chimiche e la Commissione dei Minerali Nuovi e dei Nomi di Minerali(SHEDLOCK ed ESSENE, 1979) ha unificato,nel termine «c1imonite}lo, l'intervallo com·positivo:
Ca(Mg,Fc" h+.(Al,Fe3 ' h.•Sil +.
Ah.•OIO(OHh
dove O < x < 0,5.
Relativamente al calcolo della formula peri 61losilicati in genere, e per i singoli gruppiin particolare, la letteratura propone approcci diversi. Per le miche, sensu lato, sitrovano preferibilmente utilizzate tre basiper il calcolo:
1) l'assunto di 44 valenze anioniche (equindi cationiche) 6sse per cella unitaria
della formula teorica;
2) l'assunlo di 24 posizioni anionieheoccupale;
3) infine, l'assunto di 20 ossigeni percella unitaria con l'esclusione del gruppo(OH,F).
I primi due sistemi sono stati usati conmaggiore frequenza e la letleratura più recente sembra preferire, sia per le flogopiti,sia per le dintoniti, il primo metodo(STEVENS, 1946; FOSTER, 1960; RIMSAITE,1967; FORBES, 1972; FORMAN et al., 1967 b;YODER e KUSHIRO, 1969; LE BEL, 1979;OLESCH, 1979; SEIFERT e SotREYER, 1971;OLESCH e SEIFERT, 1976; ecc.) in base allaconsiderazione che, tenendo 6sso il numerodelle posizioni anioniche occupate, si introducono errori nella diSlribuzione delle ab-
MIS N. MORANDI, /I.'l.e. NANNETTI, R. l'IRANl, U. RESMI
fO) Ndla labella, assieme .1 valore calcolalO dald.to lInalldco Pf'r (OH), si pone l'al!ernativ. di un
Fig. ~. - Diagramma sc:condo OI..ESOI (l'Jì'Jl) e5pfl·menle la relazione fl1l il rapporlo degli ioni diimenlralo K/(Ca +KJ e AI coordinalo u:lrat:driCllmente nelle Rogopiti e dinlOnili in esame. Il signi.ficato delle relle A e B è riportato nel ICitO.
stallochimico per le fiogopiti. e rispetrivamente per le c1intoniti.
Da quesli si desumono seguenli rilievi:l) il gra6co di 6g. 5 secondo OLESCH
(1979) esprime le correlazioni Ira serie flogopile..easlOnite.AI eastonilC (ordinala), seri.eAogopite-lermine ipotetico di mica di calcio(CaMg:Si~AI) (Al, serie llogopile<lintonile(B); l'ascissfl indica in percentuale il rapportofra mole di miche di K e di Ca.
Le llogopiti tendono a composi7.ioni easto·niliche: hanno infatti un cappono SiiAIterraedrico fra 1,66 e 1,96 (secondo HEWITe WONES, 1975. il limite inferiore di talerapporto nelle fiogopiti di sintesi è prossimoa 1.30). Le c1intoniti mOStrano un valoredi tale rapporto circa uguale a 0,45, che siinserisce bene nell'intervallo Irovato per c1inroniti sinteliche e che è uguale a 0,18-0.54(OLESCH. 1975). Per le c1intoniti naturalil'intervallo è più rislreno specie dalla partedel valore più basso. La solubilità della clinIOnite nella flogopite non supera i valori di20 % e varia con la temperatura e la pressione (OLESCII, 1979). Per i nostri campionisi hanno percentuali di molecola di calcionella flogopite tra 5 % e 12 %; le c1intonitiinvece presentano una capaeilà molto bassaa incamerare grossi ioni monovalenti nelleposizioni di interstrato (I): si localizzanoinfatti lutti in ptossimilà dell'ascissa e lospostamento (lungo questa linea) verso sinislra indica l'eccesso di Si" nei confrontidel termine lecrito.
Le sostituzioni nelle posizioni di interstrato si individuano anche nel diagrammadi fig. 6: i termini potassici occupano nellafigura un'area abbastanza estesa, specie sulIalO che da K va verso Ca (il campo è ricavato dalla proiezione di 200 analisi di fiogopiri; OLI-:SCH. 1979); le clintoniti giacociano mollo vicine al vertice Ca.
2) La relazione fra gli esacoordinati sirileva nel grafico secondo FOSTER (1960) difig. 7. Le flogopiri rientrano tutte neU'area
valore lcorico per O e (OH) nelle formule. Ndsecondo caso, l. formul. calcolat. rispenll si. l'equivalenza delle c-.ric::he. sia delle posirioni anionicheoccupate.
(') Merita una segnalazione li QUC5tO proposito,il sensibile impoverimenlO anche di Ba nelle din·loniti nei riguardi delle Rogt>piti.
Q
7
A
B
bondanzc dei cationi: l'influenza principalesi ha infatti nella distribuzione di AI frale posizioni terraedriche ed onaedriche, e diconseguenza nelle posizioni otlaedriche occupate, che risultano abbassate.
Le formule calcolate in base alle caricheaniooiche = 44 sono riferite nella tabella 4 ('). Nei grafici di 6g. 5, 6, 7, 8 sitrasferiscono i dati principali di carattef(: cri-
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LA MICA VERDE DELLE ROCCE DI CONTATTO NELL'AREA l'REI>AZZQ-MONZONI 6tN
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Fig. 6. - DiagI"lllmma Na.ca·K, Re:lazione deiadoni di inle:rsuatO nc:llc 80g0pili e: c1imonili inesame. Nd grafico ~ ddinila l'area di concentn·zione: ddle: miche Uioltudrichc: di polnSio Mtunli(secondo OLESCH, 1979).
Mg (.Zn)
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Fig. 7. - Diagr:amma Mg(+Zn).R··-Fc"( +Mn" ,.Relazione: fra ioni l:$acoordinali nelle miche niotlaedriche (da FOSTEl, 1960).
definita dall'A. per questo intervallo di miscela, ma spostate verso la siniStra del campo(più ricche in R"'), dove si ha la più bassafrequenza di proiezioni; le c1intoniti si distinguono nellamente dalle fiogopiti (si trovanomolto prossime ai lato Mg-R"') per il tenorepiù alto di R"·.
3) L'entità dell'occupazione otlaedrica èalta in entrambi i gruppi di minerali, piùmarcata tuuavia per le c1intoniti. La soluzione solida tra termini diouaedrici e triottaedrici ~mbra definita negli intervalli 6,00·
Fig. 8. _ Rdazione Si"-{Ro, +R")" nelle c1inlGnili (OLESCH, 19n). La tnta A l:$prime compo$i.zioni niouaalriche; le: ~ue B e C, la deviazioneddlc composizioni triotfKdrichc Vtt50 famini diot·tan:!rici. L'nel. friangolare, nella 6gura, definisttla modl:$ta ('fIlitlì della ck\Iiazione ndlco c1imonifjn:llurali.
5,20 per le flogopili (SEIFEII.T e SCHII.EYER,1971) e fra 6,08 e 5,74 (OLESCH, 1975) perle dintoniti naturali. Per le dintonili sinteliche l'intervallo è un po' più ampio (6,0-15,52; OLESCH, 1975).
Relativamente alle dintoniti. il grafico difig. 8 secondo OLESCH (L975) esprime loscostamento delle composizioni dalla triOI·taedricità in funzione dclla sostituzione diAl nellc posizioni tetraedriche. t un diagramma ricavato da esperienzc di sintesi percomposizioni all'interno del sistema CaOM~O-AbOI-SiO:.:-H:O. Nel grafico la retta Aesprime composizioni di soluzioni solideIriotlaedriche in cui lo schema di sosliluzione è Mg'"+ Si"· !:: Al"+AI"; le retle Be C che si dipanono da A rappresentanocomposizioni per le quali lo schema di sostituzione è 2Mg"'+AI" ~ AI"+Si"· e sonoquindi di-triottaedriche. Il campo triangolareracchiude le proiezioni delle analisi di clinlonili naturali (va sottolineato che la casiStica attualmente disponibile non è moltoampia): si può vedere che i nostri campionicadono all'interno di queslo triangolo e pros·simi alla base, e che complessivamente te dintoniti hanno bassa diottaedricità.
ELEMENTI MINORI
Rispetto alla diSlribuzione degli clementiminori ed in traccia (rab. 3), flogopiti e clin-
"'0 N. MORANDI, M.C. NANNETTI, R. PIRANI, U. RESMI
tonlll si dilferenzillno nCllamcnte.. Pur nelle diversità fra campione e camo
plOne:
l) le flogopili sembrano favorire le sostituzioni nelle posizioni di interslralO: Ba, inparticolare. e Rh si trovano concentrati,tanto da risultare significativi nella formula;nelle clinlOniti invece il Ba si trova impoverito di un fattore intorno li 50 e Rh di unfattore di circa 20. Sr, viceversa, diadochicodel Ca, si trova impoverito di un fattoreprossimo li J nelle !logopili nei confronti del.le clinlOniti.
2) V, Ni e Zf, fra gli elementi vicariantinelle posizioni ouaedriche, sembrano preferire la struttura della c1intonite; Zo, invecequella della flogopite.
3) Y, presente nelle flogopiti con valoricostanti, è praticamente assente nelle dintoniti.
4) Cr e Cu hanno tenori molto variabiliin emrambi i gruppi di minerali e sonoforse più legati alla paragenesi che a motivicristallochimici.
5) Il campione I, che è una Rogopite ingrandi lamine, ha composizione in elementiminori (soprattutto per Ti, Mn, Zn, Rb, Sr,Ca) differeme da quella delle altre f1ogopiti;si trana probabilmente di un termine geneticamente più tardivo.
Complessivamente, l'esiguo numero dicampioni presi in esame e la mancanza dicasistiche sistematiche analizzate dalla letteratura cui fare riferimemo, non consente distabilire delle correlazioni fra elementi magogiori e minori di carattere quamitativo.
Si trovano in bibliografia due soli lavoridi ripo sistematico: uno di RtMSlIlTE (1967),che di un gruppo di 33 miche flogopitieobiotitiehe riporta anche i dosaggi di alcunielementi minori (Cr, Ni, Ba, Rb, Sr); i tenori degli elementi appaiono variabili in unintervallo moho ampio sopratlutto in relazione a differenze genetiche. Un secondostudio (PETROVA, 1979), include, in un amopio contesto, gli intervalli di variazione dielementi minori in rocce carbonatiche di contatto e nei relativi minerali costituenti, fracui le f1ogopiti. I dati trovati per le nostremiche si inseriscono bene negli intervallirilevati dall'A.
Conclu8ioni
I prodotti del termometamorfismo, tra leintrusioni mediotriassiehe di Predazzo e deiMonzoni e le rocce della serie sedimentariapcrmotriassica (dalla formazione a Bel!erophon del Permiano superiore 6no agli stratidi Raibl calcareo.dolomitici o calcareo-marnosi) sono parageneticamente assai vari, in relazione sia alla variabilità compositiva dellemasse che si sono trovate a reagire, sia algrado metamorfico che rappresentano.
Studi stratigrafici e tettonici di entrambele zone sono opera di VARDABASSO (1931,1950) prima, di LEONARDI (1965) successivamente; studi petrografici si devono invecea LEISTNER (1976) che ha eseguito un'indagine sistematica della serie termometamorfica nella Valle delle Selle e li MASII (1977)che ha definito una cartografia zonale delleaureole metamorfiche limitatamente ai contatti dell'area dei Monzoni, riportando ancheanalisi chimiche dei precursori sedimentatirelativi all'imera serie stratigrafica.
Gli eso- ed endoskarns da Doi presi inesame costituiscono associazioni molto frequenti in entrambe le zone in esame e sonocaratterizzati dalla ~esenza di una mica verde che nella maggior parte dei casi è !Iogopile, subordinatameme è dimonite.
Le condizioni giaeiturali e le caraneristiche petrograliche di questi skarns si trovanosinteticamente espresse in diversi lavori danoi pubblicati in precedenza (tra gli altriMORANDt, 1969; MtNGUZZI et al., 197677 a, 1976·77 b).
Le paragenesi a mica (più raramente abruci te), coesistono giacituralmente con altre paragenesi meno idrate (vesuviane o granalo parzialmentc idrari assieme a fasi francamente anidre), ma tuue caratterizzate daminerali portatori di Mg e con composizioniricche in Al, nell'ambito delle serie di soluzione solida che rappresentano.
La mica verde (sia essa di potassio o dicalcio) partecipa a paragenesi differenti (mache dalla lettf'ralUra risultano tipiche perquesti skarns) che rappresentano equilibritcrmodinamici comuni, sperimentalmente riprodotti, che interessano di preferenza dueo tre fasi principali. Le fasi che costituisconoi differenti equilibri sono; forsterite, grossularia, vesuviana, melilite, monticeUite, diopside, dori te, spinello, corindone e calcite.
LA MICA VERDE DELLE ROCCE Dt CONTATTO NELL'AREA PItEDAZZO-MONZONI (191
Nelle diverse condizioni di equilibrio possono mutare anche notevolmente i rapportiquantitativi tra le fasi e soprattutto le composizioni delle singole soluzioni solide.
Relativamente ali.. mica, le variazionicompositive riguardano in particolare il tenore in alluminio e la sua distribuzione nelleposizioni tetraedriche ed ottaedriche, tantoche il rapporto SiO:dAb<l, del fillosilicatopuò rendere ragione dell'associazione rappresentativa dell'equilibrio e dare indicazionidi temperatura di formazione. Le alte temperlllure, a differenza di quanto si verifi~per altre fasi mineralogiche, tendono a ridurre la complessità compositiva e il tenorein alluminio (OLESCH e SEIFERT, 1976).
I campioni di flogopiti e di c1intoniti danoi analizzati rappresentano associazioni paragenetiche qualilativamente simili, figuranodo fra i minerali più frequenti il pirossenofassaitico, lo spinello, la calcite e subordinatamente la vesuviana. Nei rari campioni ac1intoniti, tunavia, le concentrazioni magogiori della mica si riscontrano dove la paragenesi è più semplice e data quasi esclusiva·mente da c1intonite e spinello: in questocaso può luttavia prevalere l'una o l'altroin porzioni diverse dello Stesso campione e lacomposizione dello spinello è quel1a di untermine quasi puro di AI e Mg. come abbiamo verificato mediante un'analisi semiquan·titaliva eseguila in microsonda. Il rapportoSi/AI delle c1intoniti esaminale è d'altronde coerente con l'associazione a due fasi(clini ..... + spinello) riprodotta sperimentalmente partendo da T di 1050" C e P di 2 Kb(OLESCH e SEIFERT, 1976).
Gli esami chimici, cristallochimici, cristallografici, di comportamento termico e diassorbimento IR portano a rilevare caratteri comuni sia alle flogopiti, sia alle clintoniti: l )l'aho coefficiente di AI'" (~lOche nelleflogopid questo coefficiente è elevato ed eccede i valori medi delle fiogopiti riportati dallaletteratura); 2) il carattere francamente triol·taedrico; 3) la tendenza a disordine reticolare; 4) l'allo stato di idratazione (più mar·catO nelle Aogopiti che nelle c1intoniti).
Dal confronto con gli studi di sintesiemerge che le composizioni da noi verificatesono favorite da condizioni di temperaturasufficientemente elevate (non superiori a700° C) e variabili, basse pressioni totali(le pressioni di carico, al momento del termo-
melamorfismo nell'arca dei Monzoni, sonostate valuuue da MASII, 1977, fra 250 e500 bars), bassa pressione di CO:!.
Quesl'ultima, originariamente elevata pereffetto della decarbonatazione operat:! dalmetamorfismo termico, può aver subìto unadecrescita mediante III diluizione operata dasoluzioni mctasomaliche ricche in H20, conconseguente stabili:r.zazione della c1intonite(OLESOI e SEIFERT, 1976).
La formazione della c1intonite è inoltre,e soprattutto, condizionata dalla composizione globale dci sistema (rocce interessateal termometamorfismo c fase gassosa coesi·stente), potendo prodursi soltanto in un sistema ad AI:!03 alto ed SiO~ basso (il rapopono SiOdALO:I delle clintoniti si approssima ad l: 2). D'altronde, negli ambienti geonetici naturali, ad alm AI~03 si associa gene·ralmente alta SiO:!, per cui gli AA. (BIANCHIe HIEKE, 1946; KNOPF, 1953; STRUWE, 1958;BURNHAM, 1959; HARADA et aL, 1965;OLESCH e SEIFERT, 1976; RICE, 1979;ULMER, 1982) sono favorevoli a SOSlenereche c ... clintonite will not form unless thebulk composition is changed through metasomatism. _ (OLESCH e SEIFERT, 1976, pago311). Avvalor:! inoltre quesla tesi il ritrovamento frequente di depositi minerari diorigine metasomatic:! associati agli skarns aclintonite, comc si osserva peraltro anche inqueste aree.
La rarità della clintonite, qui come nellealtre aree di ritrovamento, è conseguenzaquindi della difficohà di raggiungere, siapure lIt1raverso alli metasomarici, le particolari condizioni compositive dei sistemi chepossono originarIe.
Riguardo alla geochimico! di questi mil'lCrali, la composizione in elementi minori ap·pare interessante, anche se con i dati disponibili non risulta per il momento possibilcdistinguere le motivazioni cristallochimicheper la loro entrata nei reticoli, dalle di~ponibilità ambientali e dagli apporti metasomatici. Sarebbe auspicabile uno studio sistema·tico della geochimica delle rocce incassantie dei prodotti di termomctamorfismo vistiin relazione ali:! distanza del contatto. Cisembra tullavi:! di dover rilevare una moltominor Ressibililà cristallochimica del reticolodella clintonite nei confronti di quello dellaflogopite.
(,92 N. MORANDI, M.C. NANNETTI, R. PIRANI, U. RESMI
Rinl,ra:lllmmti. - Si ringr:l7.ia il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma. per l'liSO ddle apparccchialure dci laboralorio di microsonda clellrunica,che è stlllo istituito presso l'Istituto di Mineralogiac: PetrOGrafia dcll'Univcnità di Modena al!inchèvi po55.ano acqJere riccmllori di disciplinc alfen:n1iIl Comitato 05. In panicolare si ringraziato iDonori BAllOOSSI c: CAU.NCIII ddl'htituto di Mine·
ralagia e Petrografia di Bulogna per 1'<''$CCcuzionedelle analisi.
Si ringraziano i ProlI. FOHf.STl E. c RIVA IIIS. Sf.VEMINO L per l'esecu7.ione e \'inltrprctazionedegli spemogT1lmmi su cristallo singolo.
Ri~fCI condotta CQ(l il contributo finanziariodel C.N.R. (conlr. n. 82.026016.0:51.
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